MENSILE DELL'ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO DEL MESE DI APRILE 2022

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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

4/2022

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 65°

Il 7 e 8 maggio il Circolo trentino del Lussemburgo ha organizzato un incontro dedicato all'emigrazione trentina in quel paese (articolo alle pagine 2-3).


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

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Argentina - 48 circoli - 1 delegazione Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Corrientes, Corzuela, Formosa, General Roca, General San Martín, La Plata, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Viedma, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong Tasmania, Townsville

Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia - 1 circolo Bogotá Danimarca - 1 circolo Copenhagen Ex emigrati - 4 circoli

Francia - 2 circoli

Portogallo - 1 circolo Lisbona

Grenoble, Lorena Germania - 3 circoli - 3 delegazioni Colonia, Dortmund, Stoccarda – Berlino, Monaco, Norimberga

Bolivia - 1 circolo La Paz

Italia - 12 circoli

Londra, Trentini UK-Irlanda

Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Trieste Lussemburgo - 1 circolo Lussemburgo

Brasile - 58 circoli Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Trento, Ouro Fino, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Imigrante, Vitoria, Xanxerè

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Paraguay - 11 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Ciudad del Este, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù Peru - 1 circolo Lima

Gran Bretagna - 2 circoli

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit

Messico - 13 circoli Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa

Australia, Società Americana di Storo, Stivor (BIH), Svizzera

Belgio - 4 circoli Centre & Borinage, Charleroi, La Louviére, Liegi

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Romania - 1 circolo Romania Serbia - 1 circolo Indija Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver& Colorado, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 6 circoli - 1 delegazione Amriswil, Basilea, Ticino, Winterthur, Zofingen Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera - Sant'A na do Livramento (UY- BR) Venezuela - 1 circolo Caracas


editoriale IN QUESTO NUMERO Pagine 2-3 INCONTRO DEI CIRCOLI NEL LUSSEMBURGO Pagine 4-5 CONFERENZA SUL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO Pagine 6-7 INAUGURATO A GENOVA IL MUSEO DELL'EMIGRAZIONE ITALIANA Pagine 8-10 GENTE E FATTI Pagina 11 PROFILI Pagina 13 - 15 IL GIOCO «ROBIN» Pagina 16 60 ANNI D'EUROPA Pagine 17-26 CIRCOLI Pagine 27-28 DAL TRENTINO

La Trentini nel mondo gode di buona «salute sociale»

I

n generale le donne fanno più fatica degli uomini, a scuola, nel lavoro e in ogni circostanza della vita: vi è ancora discriminazione. Ma sono più forti e più resistenti degli uomini. A questo proposito credo che con un certo orgoglio

possia-

mo affermare che la Trentini nel Mondo è messa abbastanza bene. Dei nostri Circoli - che è bene ricordare sono più di 200 in tutto il mondo - circa il 40 per cento sono guidati da donne. È un dato significativo che misura lo stato di “salute sociale” della nostra associazione. L’attività costante e continua dei nostri Circoli è la misura reale della salute della nostra organiz-

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO Presidente Armando Maistri

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E

Direzione, amministrazione e redazione Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale M. Anderle, G. Bacca, C. Barbacovi, B. Cesconi, A. Chemotti, A. Degaudenz, S. Giordani, H. La Nave, A. Leonardi, B. Fronza, E. Lenzi, A. Maistri, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, M. Setti, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini G. Degasperi - F. Bocchetti - I. Turco M. Grazzi - G. Todeschini Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Per ricevere il giornale: Dal 2020 il giornale dell’Associazione ha cambiato il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati ma soci della Trentini nel mondo. A pagina 29 il modulo per la richiesta di adesione in qualità di socio. N. 4 - 2022 - Stampato il 19 MAGGIO 2022 Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.

zazione, che non ho esitato a definire formidabile. Sia le feste per

L’attività costante e continua dei nostri Circoli - tra i quali adesso c'è anche quello appena fondato a Balneario Camboriu nello stato di Santa Catarina in Brasile, al quale diamo il nostro benvenuto guidati per circa il 40% da donne, dimostra che la nostra associazione sta bene ed è in crescita

ricordare gli anniversari come a

“figli dimenticati” nati durante il conflitto che ha segnato la Bosnia-Erzegovina tra il 1992 e il 1995. Sono figli degli stupri compiuti dai soldati nemici, da "caschi blu” dell’Onu e anche da operatori umanitari, che se ne sono andati fuggendo le proprie responsabilità. Durante la guerra in Bosnia lo stupro era cosa sistematica, un’arma di distruzione e “pulizia etnica”. Il calcolo è difficile, ma si stima che 30/50 mila tra donne, ragazze e ragazzi, abbiano subito violenza. Da queste violenze sono nati dei bambini che ora hanno tra i 23 e i 27 anni. Ajna e altri giovani con lei hanno dato vita ad una associazione, che ha lo scopo prima di raccontare questa incredibile storia, la storia dei “figli dimenticati”, e quindi di far riconoscere i loro diritti: lavorano ad una legge per ri-

come in Lussemburgo (alle pagine

mio Nobel per la letteratura nel 2015) Svetlana Aleksievic, tratte dal libro «La guerra non ha un volto di donna».

2-3). E ancora le delegazioni in vi-

Per quanto possa sembrarci

rie di donne violate e lo è ancora

sita, come quella recente di giova-

incredibile nel 2022 la guerra

più se si è figli di queste violenze,

ni imprenditori argentini presso

Russia-Ucraina - a est dell’Euro-

spesso avversati nella propria co-

gli stabilimenti di Melinda, oltre

pa - continua e continua a fare

munità, al momento dell’eviden-

che presso il comune di Tesero e

morti. La maggior parte delle

za, in quanto figli di nemici. Va

all’Università di Trento.

persone uccise, tanti bambini,

riconosciuta la valenza e il corag-

Basta solo pensare al nuovo

sono civili inermi. Del resto in

gio di questi giovani che sono da

Circolo brasiliano di Balneario

tutte le guerre – ce ne sono nel

qualche anno usciti allo scoperto.

Camboriu (articolo a pagina 17),

mondo ancora tante, troppe -

Con Ajna siamo andati a Ro-

che saluto con affetto e gratitu-

ad avere la peggio sono coloro

vereto alla Campana dei Caduti,

dine, per capire che stiamo bene

che con la guerra non c'entrano

simbolo mondiale della pace; con

e siamo in crescita. Ma il buono

nulla. Oltre a questi immediati

noi c’era Nicole Pendic – vicina

stato di salute della nostra asso-

dolori gli effetti delle guerre si

alla Trentini nel Mondo – che rin-

ciazione, non ci esime dal guar-

protraggono per molti anni dopo

grazio per la traduzione.

darci attorno e riflettere sulla

la fine, le sofferenze continuano

Nel più bel romanzo di Elsa Mo-

drammatica attualità.

per lungo tempo. Non riusciamo

rante “ La Storia” Ida Ramundo ha

«Di qualsiasi cosa parlino le donne, in esse alberga un’idea che non le abbandona mai: la guerra consiste prima di tutto nell’ammazzare... Ma soprattutto le donne non possono sopportare e accettare l’idea di poter morire. E ancor meno quella di dover uccidere». Sono parole della scrittrice ucraina (Pre-

ancora a capire quando questa

un figlio in seguito alla violenza

guerra finirà.

subita da parte di un giovane sol-

Charleroi (articolo alle pagine 2123) per il sessantesimo del Circolo, che le conferenze e i seminari

conoscere questi figli della guerra come categoria vulnerabile. Non è facile raccontare le sto-

Abbiamo recentemente incon-

dato tedesco durante la seconda

trato Ajna Jusic, la cui storia per

guerra mondiale. “Di quel loro rap-

quanto possa sembrare incre-

porto fugace, nessuno ne aveva

dibile, è qui per ricordarci che le

notizia, fuori di se stessa... Per cui

guerre vanno oltre alla propria

non le restava ormai che rimuo-

conclusione, hanno effetti che

verlo anche dalla propria memo-

continuano nel tempo. Ajna fa

ria, seguitando la sua vita solita.”

parte di quella lunga schiera di

Armando Maistri

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agenda

Significativa trasfe per un'iniziativa pro

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u invito del presidente del Circolo trentino del Lussemburgo, Luca Martinelli, la Trentini nel mondo nei giorni 7 e 8 maggio è stata impegnata in una importante e significativa trasferta in quella città. L'Associazione - rappresentata dal vicepresidente, Vittorino Rodaro, dal direttore, Francesco Bocchetti, da due funzionarie della struttura, Giada Degasperi e Giulia Todeschini, e da Michela Grazzi, che cura i «social» dell'Associazione - ha partecipato all’incontro che ha visto presenti, oltre al Circolo di Lussemburgo, alcuni Circoli trentini d’Eropa e il «Gruppo Giovani Podcast». Il pomeriggio di sabato 7, a cura del Circolo di Lussemburgo, nell’ambito della trentanovesima edizione del «Festival delle

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migrazioni, delle culture e della cittadinanza» - evento organizzato dal CLAE (Comitato di coordinamento delle associazioni degli stranieri) - si è svolta un'interessante conferenza in lingua francese dal titolo «L’immigration des travailleurs du Trentino au Luxembourg à partir du 19° siècle - L’immigrazione dei lavoratori Trentini in Lussemburgo a partire dal 19° secolo» a cura della professoressa di origine trentina Maria Luisa Caldognetto, docente all’Università di Treviri (Germania). Una sintesi dell’intervento della relatrice sarà pubblicato nel prossimo numero di questa rivista. Alla relazione è seguito un approfondimento sull’emigrazione trentina fino ai giorni nostri a cura del Circolo trentino di Lus-

Foto: © Aristide Otat

Da sinistra: Vittorino Rodaro, Luca Martinelli, l'Ambasciatore Diego Brasioli, Francesco Bocchetti e Maria Luisa Caldognetto.

semburgo, con gli interventi di Luca Martinelli, Giada Pellegrin e Frederic Spagnoli. In apertura dell’incontro avevano portato il loro saluto Antonella Ciconte, presidente del COMITES Lussemburgo, l'autore del libro «Ein Konsulat für die Tiroler Untertanen» Philippe Henri Blasen, il Consultore della Provincia Autonoma di Trento per l'Europa, Luca Endrizzi, ed il vicepresidente dell’Associazione, Vittorino Rodaro. Questi ha ringraziato Luca

Martinelli per l’entusiasmo e la determinazione manifestati nel rilanciare il Circolo trentino, per l’interessante serie di incontri effettuati, sia pure da remoto, durante il periodo della piena pandemia. Non ci poteva essere, infine, occasione migliore per solennizzare ufficialmente «in presenza» l’attività del Circolo nell’ambito dell’annuale Festival lussemburghese delle migrazioni. Rodaro ha ricordato che collegare assieme migrazioni e citta-


agenda

erta in Lussemburgo romossa dal Circolo Nell'ambito del «Festival delle migrazioni, delle culture e della cittadinanza» il 7 maggio è stata presentata la relazione della professoressa Caldognetto intitolata «L’immigrazione dei lavoratori Trentini in Lussemburgo a partire dal 19° secolo», alla quale è seguito il concerto del gruppo musicale trentino Abies alba. Il giorno dopo si sono svolti gli incontri con alcuni Circoli e con il «Gruppo Giovani Podcast» dinanza rappresenta una sfida che richiede di essere affrontata ogni giorno nell’affermazione e nella tutela dei diritti e dei doveri di tutti: cittadini che accolgono e cittadini stranieri che chiedono di essere accolti. Nell’esercizio condiviso dei diritti per tutti si realizza l’integrazione fra culture nella valorizzazione delle diversità e delle alterità. Riprendendo una frase di Han-

na Arendt - «i profughi costretti di paese in paese rappresentano l’avanguardia dei loro popoli» - Rodaro ha concluso citando ancora la filosofa tedesca “il consesso dei popoli europei è andato in pezzi quando, e perché, ha permesso che i suoi membri più deboli fossero esclusi e perseguitati” (Articolo di H. Arendt del 1943 “We Refugees”). L’incontro è stato trasmesso in diretta sul

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canale Youtube dell’Associazione, dove è possibile vedere la registrazione. Al termine della conferenza, il gruppo musicale trentino “Abies alba” (nel quale suona anche il direttore di questa rivista, Maurizio Tomasi), ha letteralmente incantato il salone degli spettacoli del festival con un’offerta musicale coinvolgente e di grandissimo pregio come solo gli Abies sanno fare. Il concerto è stato apprezzatissimo dai nume-

rosi presenti. Il giorno successivo, il programma prevedeva gli incontri con i Circoli (foto qui sotto) e con il «Gruppo Giovani Podcast» (foto in alto), nei quali si è parlato della realtà dei Circoli trentini nell'area europea di lingua francese e delle aspettative dei protagonosti della "nuova mobilità". Temi di grande rilevanza per la Trentini nel mondo, sui quali torneremo nel prossimo numero della rivista.

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agenda L'appuntamento, trasmesso in diretta, si è svolto l'11 aprile organizzato dalla Trentini nel mondo e dalla Fondazione Campana dei Caduti di Rovereto, che l'ha ospitato nella sua sede

Conflitto russo-ucraino: la conf

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ell'analizzare la situazione attuale c’è necessità di rigore scientifico, perché nel frullatore mediatico girano tante cose giuste e non veritiere»: sono state queste le parole con le quali il presidente della Trentini nel mondo, Armando Maistri, ha sintetizzato le motivazioni che hanno spinto l’Associazione, in collaborazione con la Fondazione Campana dei caduti di Rovereto, ad organizzare l’11 aprile la conferenza di Allen Lynch, professore presso il Dipartimento di scienze politiche della Virginia University (USA), fra i maggiori esperti di politica estera russa, profondo conoscitore del pensiero di Vladimir Putin ed autore di diverse pubblicazioni sulla politica della Russia post guerra fredda. L’appuntamento, che si è svol-

I tre «vettori» all'origine del conflitto

to presso la Campana dei Caduti, è stato moderato da Alberto Faustini, direttore del quotidiano «l’Adige» e trasmesso in diretta sul canale YouTube della Trentini nel mondo (dove è a disposizione la registrazione). L’iniziativa - intitolata «La diplomazia, la via per la Pace. 9

passi per la soluzione del conflitto russo-ucraino» - si proponeva come momento di approfondimento e di riflessione, per meglio comprendere quale sia la realtà e quanto si possa guardare con speranza ad una risoluzione diplomatica del conflitto in corso fra Russia ed Ucraina.

Il legame di Allen Lynch con il Trentino Qui di seguto riportiamo le parole con le quali Allen Lynch ha iniziato il suo collegmento. «Grazie mille egregio signor Faustini, egregio presidente Maistri, egregio signor Marsilli, signori e signore, amici e parenti e tra i parenti devo includere il professore Mariano Anderle, che ha sposato una cugina di mia moglie delle Giudicarie e che ringrazio perché ha avuto un ruolo importante nella creazione di questo evento. Inoltre voglio ringraziare la Fondazione Campana

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dei Caduti e l'Associazione Trentini nel Mondo. La mia defunta suocera, anche lei delle Giudicarie, riceveva la rivista "Trentini nel Mondo" ogni mese ed era molto felice di mantenere questo legame con la sua terra natale. Per quanto riguarda la Campana dei Caduti a Rovereto, mia moglie Tullia porta ogni anno turisti americani in Italia, in Trentino e li porta sempre alla Campana dei Caduti e per i turisti è un evento molto toccante.

Come possiamo spiegare questa guerra e perché sta succedendo proprio ora? È questa la domanda, posta dallo stesso Lynch, che ha aperto la sua conferenza. Tra i tantissimi fattori in gioco, secondo Lynch ce ne sono tre in particolare, dalla cui convergenza ha preso il via la guerra iniziata dalla Russia con l'invasione dell'Ucraina il 24 febbraio scorso. Lynch li ha definiti «vettori». Sono «un vettore colonialista, che è il vettore russo, sul quale la maggior parte degli americani è d'accordo; un vettore massimalista americano, supportato da pochi negli Stati Uniti e un vettore interno ucraino "etnonazionalista"».


agenda La registrazione della conferenza è disponibile sul canale YouTube della Trentini nel mondo: chi volesse collegarsi per vederla può usare il QRCode pubblicato qui a fianco

nferenza del prof. Allen Lynch Il vettore colonialista russo, è un punto di vista che considera l'Ucraina sia come qualcosa di artificiale, non reale, come una minaccia per la Russia, sia come grande potenza ma anche per l'a sua identità. Il vettore massimalista americano, ha cercato di negare alla Russia una sfera di influenza lungo i suoi confini storici, i confini sia dell'Unione Sovietica che dell'impero russo prima. Il ​​ 10 novembre dello scorso anno è stato firmato un trattato tra Ucraina e Stati Uniti, con il quale, tra le altre cose, gli Stati Uniti si impegnano a continuare ad assistere l'Ucraina in materia di difesa e sicurezza. Il trattato prevede che gli Stati Uniti sostengano gli sforzi dell'Ucraina per massimizzare il suo status di partner della NATO (Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord). In altre parole, l'Ucraina era sulla strada, se non di diventare un membro formale della NATO, per diventare un partner associato, un partner strategico, sempre più integrato nelle strutture di sicurezza dell'Organizzazione. Il vettore etno-nazionalista, punta ad eliminare l'influenza culturale e linguistica russa e anche per estensione politica in Ucraina, consolidando l'anco-

I nove «passi» diplomatici per una posssibile soluzione

raggio dell'Ucraina alle istituzioni euro-atlantiche piuttosto che alle istituzioni euro-asiatiche, che ovviamente sarebbero dominate dalla Russia. «Verso la metà del 2021 - ha affermato Lynch - la convergenza di questi tre vettori, ha persuaso Putin che non era più possibile conciliare la sovranità formale dell'Ucraina con gli interessi strategici fondamentali della Russia, che gli americani fossero riluttanti a concedere una distintiva sfera di influenza russa lungo i confini occidentali e che l'Ucraina avrebbe dovuto essere costretta con la forza delle armi ad accettare l'agenda di Mosca, questo per me inquadra la decisione per la guerra in corso».

Alla luce della sua competenza ed esperienza, Lynch ha proposto «nove passi per una possibile soluzione diplomatica», sintetizzati qui di seguito. L'Ucraina dovrebbe essere uno stato neutrale per il prossimo futuro: questo il primo passo. L'Ucraina dovrebbe poi accettare qualunque status desiderino gli elettori in Crimea e nelle province orientali, a condizione che le elezioni si svolgano sotto gli auspici delle Nazioni Unite e non della Russia. Ucraina e Russia dovrebbero concordare una zona smilitarizzata di cento chilometri su entrambi i lati del confine russoucraino. Lynch ha definito «neutralità condizionale» il quarto passo, cioè «l'Ucraina accetta di rimanere neutrale fintanto che la Russia osserverà le condizioni della zona smilitarizzata». Il quinto passo di una soluzione diplomatica, dovrebbe prevedere che gli Stati Uniti e la NATO si impegnano a non schierare in Ucraina alcune categorie di armi da attacco offensive, specialmente quelle con capacità nucleari.

Ciò potrebbe essere seguito da un nuovo accordo sul controllo degli armamenti tra Europa, NATO e Russia, che limiti o addirittura abolisca il dispiegamento di missili nucleari a medio raggio in Europa. Per Lynch sarebbe opportuno che Svezia e Finlandia rimanessero fuori dalla NATO, se tale assenza può essere utilizzata per indurre la conclusione delle ostilità e portare all'osservanza di un accordo di pace. Il settimo passo comporta una serie di decisioni difficili da prendere da parte degli Stati Uniti una volta che le truppe russe si siano ritirate dall'Ucraina o dai confini concordati nel trattato di pace: e cioè, la NATO dovrebbe eliminare tutte le sanzioni economiche e finanziarie in vigore contro la Russia dall'annessione russa della Crimea nel 2014. Come ottavo passo, Lynch propone che mentre le trattative sono in corso, gli osservatori delle Nazioni Unite siano inviati a monitorare i corridoi umanitari per il ritorno dei profughi, per la consegna di forniture mediche di emergenza, vestiario, cibo, ecc. L'ultimo punto è stato definito da Lynch «senza dubbio molto difficile da digerire per la Russia»: ci dovranno essere ingenti finanziamenti per la ricostruzione dell'Ucraina.

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attualità

Inaugurato a Genova il MEI, Museo dell'emigrazione italiana, «la più grande operazione di memoria collettiva»

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ono tante le città che raccontano il fenomeno migratorio italiano. Ma alla fine, per ospitare la sede nazionale del MEI - Museo dell’Emigrazione Italiana, inaugurato l'11 maggio, è stata scelta la città più rappresentativa, la città di Genova. Genova, i suoi 5 milioni di nominativi di italiani migrati (grazie al database CISEI) che hanno trovato fortuna dall’altra parte del mondo, il suo forte legame con il fenomeno, la vicinanza al Galata e al Mu.Ma (Museo del Mare). Questi i motivi per cui il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha scelto il capoluogo ligure per ospitare questo nuovo, grande e significativo polo museale dedicato al fenomeno storico ed attuale della partenza. E ricordare quelle storie “è il compito di un circuito museale dedicato alla navigazione, all’emigrazione» ha detto prendendo parola durante l’inaugurazione Nicoletta Viziano, presidente del Mu.Ma. «È un museo - ha proseguito - che è stato creato con gli italiani nel

polo attivo di sentimenti che ci raccontano, forse più di qualsiasi altro trattato, il tema della nostra carta d’identità». «La parola più importante per descrivere questo progetto - ha evidenziato nel suo intervento Paolo Masini, Presidente del Comitato di indirizzo del MEI - è condivisione. Questo è un museo fatto di storie, partecipato anche

mondo. Non è un museo di Genova, ma di tutti gli italiani che si occupano di emigrazione. Di tutti gli italiani che se ne sono andati ma che continuano a tenere l’Italia nel proprio cuore. Un museo aperto, di tutti, la casa degli italiani che dal mondo vengono a scoprire la storia dei propri nonni che dall’Italia sono partiti». «Molti anni fa, la prima volta che sono andato ad Ellis Island, a New York, e ho potuto incontrare le emozioni straordinarie che dà quel

La presenza trentina all'inaugurazione Anche il Trentino era rappresentato all'inaugurazione: nella foto, insieme al direttore del Museo, Pierangelo Campodonico (al centro) e a Leila Maiocco (responsabile relazioni esterne), ci sono (da destra) il presidente della Trentini nel mondo, Armando Maistri, Danilo Mussi e Claudio Cominotti del Centro Studi Judicaria.

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luogo, ho pensato subito al perché in Italia non ci fosse un museo come quello. Quindi abbiamo immaginato che l’Italia dovesse creare un luogo importante, all’altezza delle storie straordinarie dei nostri migranti»: a dirlo è stato il Ministro Franceschini nel messaggio che ha inviato per l’inaugurazione del MEI. «La scelta è caduta su Genova - ha aggiunto - per quello che ha rappresentato e quello che è ancora oggi per la storia dell’emigrazione. La creazione di un luogo unico, pieno di interattività che potrà far rivivere le speranze, i dolori, i sacrifici, le storie degli emigrati italiani che non possono essere dimenticate, che vanno ricordate e che vanno tramandate alle future generazioni. Un luogo importante per il Paese». «Quando un museo è dedicato all’emigrazione italiana, la memoria si salda al nostro presente, alla storia delle nostre origini, di cui siamo figlie e figli - ha spiegato poi Pina Picerno, vicepresidente dell’Europarlamento - e noi siamo figlie e figli di processi migratori, di dolore e speranza, di disillusione e di ricerca di un posto migliore, di ricerca della felicità. Anche per questo, il MEI è un

dai tanti piccoli musei dell’emigrazione in Italia. Ma questo è un museo degli italiani nel mondo. È il vostro museo. Abbiamo realizzato più di 40 protocolli d’intesa con tutto il mondo, con tante Case Italia in giro per il globo, cercando di capire quale fosse il modo migliore per raccontare questa storia. Questa è la più grande operazione di memoria collettiva di questo paese. Il fenomeno dell’emigrazione è un fenomeno importante e credo che questa sia la casa di tutti. Questa sarà tappa fondamentale per il Turismo delle Radici. Ed ha anche un obiettivo pedagogico, con le scuole, poiché il fenomeno dell’immigrazione e dell’emigrazione è lo stesso ed è un fenomeno naturale». Marco Bucci, Sindaco di Genova,


attualità Il nuovo complesso museale si sviluppa su tre piani divisi in sedici aeree, dove conoscere e ripercorrere le tantissime storie delle migrazioni italiane ha voluto dedicare questo progetto, a nome dei genovesi, «a tutti quelli che non sono di Genova. La nostra città ha una tradizione, ospitale. Ha accolto tutti quelli di passaggio e che sono andati via da questo paese. Vogliamo che da qui ci sia ricordo e speranza per il futuro». Il governatore ligure, Giovanni Toti, dal canto suo ha voluto specificare come «se Genova ha un’anima, e ce l’ha, questa è fatta da quelle banchine dove erano sedute le persone che stavano per andare dall’altra parte del mondo, o in terre lontane a commerciare, a portare la Repubblica Marinara prima, il Regno d’Italia dopo e la Repubblica italiana infine. Tutti coloro che sono andati via tenendo a cuore questa città. E il MEI non poteva che non essere qui, perché questo non è solo il MEI, ma è un museo che racchiude un pezzettino dell’anima di Genova. Ricordarsi la storia è una buona mappa per tracciare il proprio futuro». (l.m\aise)

Avvincente, empatico, multimediale e interattivo

I

l nuovo complesso museale si sviluppa su tre piani divisi in sedici aeree, per una realtà avvincente, interattiva e multimediale dove conoscere e ripercorrere le tantissime storie delle migrazioni italiane, dall’Unità d’Italia (e ancora prima) alla contemporaneità. Il museo è in stretta relazione con il Mu.MA - Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni e in particolare con il vicino Galata Museo del Mare, che ospita la sezione sui viaggi transoceanici "Memoria e Migrazioni" e la sezione sull’immigrazione, "Italiano anch’io". Un museo avvincente e empatico, multimediale e interattivo, dove “fare esperienza”; l’ultima frontiera dell’innovazione nei musei. Vedere, ascoltare, imparare e mettersi alla prova, negli allestimenti scenografici di uno degli edifici medievali più antichi della città, che in origine dava ospitalità ai pellegrini. Il percorso museale si conclude con una riflessione sulle mobilità interne al Paese e con una prima presentazione delle migrazioni degli ultimi vent’anni, realizzata in particolare in collaborazione con la Fondazione Migrantes e basata sugli studi pubblicati nei diversi Rapporti sugli Italiani nel Mondo. I documenti utilizzati sono il frutto di ricerche e studi con la collaborazione di studiosi e istituzioni come il Centro Internazionale di Studi sull’Emigrazione Italiana (CISEI) di Genova, la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, il Museo regionale dell’emigrazione Pietro Conti di Gualdo Tadino, l’Istituto centrale per i beni sonori e gli audiovisivi, l’Istituto Luce – Archivio Storico Luce, la Rai, attraverso l’Archivio Rai-Teche, l’Archivio Centrale dello Stato e l’Archivio Storico Diplomatico del Ministero Affari esteri e cooperazione internazionale. Non sono inoltre mancati contatti con musei e centri internazionali quali l’Ellis Island National Museum of Immigration, il MUNTREF -Museo de la

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Inmigración di Buenos Aires e il Museu da Imigração do Estado de São Paulo di San Paolo. Ruolo fondamentale rivestono inoltre le numerose associazioni di “italiani nel mondo”, una molteplicità di soggetti spesso molto attivi nelle relazioni internazionali e di forte impatto sulle comunità degli italiani espatriati. Un importante e costruttivo dialogo per la creazione e le novità del MEI è stato sviluppato con un prestigioso soggetto istituzionale: la Direzione Generale degli Italiani all’Estero (DIGIT) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ed è anche stato sottoscritto un protocollo d’intesa con il Consiglio Generale degli Italiani all’estero (CGIE). (l.m\aise)

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gente e fatti

Sessant'anni di sacerdozio per padre Carlo Zanoni N

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ato a Chicago il 27 dicembre 1935, figlio di Oreste Zanoni, di Cloz e di Annetta Zuech, padre Carlo Zanoni sabato 2 aprile ha celebrato il suo 60° anniversario di sacerdozio con una messa nella chiesa Our Lady of Pompei di New York (Stati Uniti), la stessa chiesa nella quale fu ordinato sacerdote il 7 aprile 1962 dal vescovo ausiliare mons. Giuseppe Maria Pernicone. Per partecipare a questa importante ricorrenza, Ugo Finotti (con lui nella foto sulla pagina a fianco) presidente del Circolo trentino di Montreal (Canada) ha percorso in macchina i 650 chilometri che separano le due città. Padre Carlo è stato profondamente toccato da questo gesto. Ugo Finotti ha così potuto consegnare di persona il regalo che il Circolo trentino di Montreal ha voluto fare a padre Carlo, per ringraziarlo per i suoi sessant'anni di servizio agli immigranti: un crocifisso della bottega Franch Ervino di Cloz, sul quale è stata incisa la data dell'anniversario del suo sacerdozio. «Padre Carlo ha dedicato il suo sacerdozio al benessere dei fratelli cristiani - afferma Ugo Finot-

Oltre 200 trentini all'incontro di 50 anni fa a Montreal con il vescovo Gottardi 4 - 2022

ti- e ovunque incontriate persone che conoscono padre Carlo, tutti esprimono lodi e apprezzamento per la sua dedizione e il suo amore per l'umanità. Anche se avevo solo sedici anni quando lo incontrai per la prima volta, ho capito fin dal primo momento che era una persona umile e sincera, che meritava il massimo rispetto». Il legame tra padre Carlo e la comunità italiana, e in particolare trentina, di Montreal, nasce nel 1962, quando inizia a svolgere il suo apostolato nella chiesa Ma-

donna del Monte Carmelo e poi, dal 1964 al 1968, presso la chiesa Madonna di Pompei. Rientrato a Montréal nel 1969, dopo aver partecipato ad corso di aggiornamento presso il Collegio Pontificio di Emigrazione a Roma, viene nominato cappellano alla scuola secondaria Pius IX di Montréal-Nord, frequentata per tre quarti da figli d'italiani. Nel 1972 è nominato coordinatore della Pastorale per la “Regione B” della Commissione Scolastica Cattolica di Montréal, da cui dipendono

sette scuole secondarie e ventiquattro elementari. Non è un'alta carica, ma tenuto conto del gran numero di alunni da sorvegliare e da assistere spiritualmente, è una delle più importanti. «Padre Carlo - ricorda Ugo Finotti - è stato la scintilla che ha dato il via alla creazione del Circolo trentino di Montreal nel 1972». Quell'anno l'allora vescovo di Trento, mons. Alessandro Maria Gottardi, aveva deciso di effettuare un viaggio apostolico nel continente Nord-americano


gente e fatti

La ricorrenza è stata celebrata il 2 aprile scorso a New York. Nato a Chicago da genitori nonesi, è stato la «scintilla» che nel 1972 ha dato il via alla creazione del Circolo trentino di Montreal, in Canada, città dove nel 1962 aveva iniziato a svolgere la sua attività pastorale e il programma della trasferta prevedeva anche una visita alla comunità trentina di Montreal. In vista di questo evento, padre Carlo si attiva e rintraccia gli indirizzi di sessantasei trentini che vivono a Montreal, ai quali il 18 agosto invia una lettera per invitarli alla messa che mons. Gottardi avrebbe celebrato il 13 settembre, con inizio alle 19.30, nella chiesa Madonna di Pompei, presso la quale padre Carlo svolgeva l'incarico di assistente alla parrocchia. «Quello che voglio soprattutto

da voi - scriveva padre Carlo nella lettera - è la vostra presenza. Lasciate in disparte le vostre preoccupazioni per una sera. Sarà per tutti un momento di riposo, di riflessione, di ricordo dei nostri monti lontani». La lettera si concludeva con l'elenco dei trentini rintracciati a Montreal (pubblicata qui a fianco) e con l'invito a segnalare eventuali altri nominativi. «Quella riunione - ricorda Ugo Finotti - è stata la prima organizzata per gli immigrati trentini a

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Montreal ed è da quell'evento che è nata l'idea di fondare il Circolo». Qui sotto, riportiamo alcuni stralci tratti da una biografia di padre Carlo Zanoni, che descrivono quanto successo in quel-

ella sua omelia nella Chiesa Madonna di Pompei l’arcivescovo ha sottolineato che la partecipazione alla messa e al successivo incontro era guidata dalla fede e da una profonda esigenza di amicizia e di fraternità, virtù che ha esortato tutti ad alimentare e rinvigorire. Durante la messa, accompagnato all'organo da Padre Triacca, il tenore trentino Ferruccio Pedri da Cagnò ha cantato motivi religiosi nei punti salienti della celebrazione. Le offerte all'altare sono state portate, tra gli altri, da Annetta Rossi, Teresa Pozza, Luigi Calliari, che rappresentavano i più anziani trentini di Montreal. Oltre duecento trentini, felici di avere un’occasione per ritrovarsi, hanno partecipato con entusiasmo agli incontri con l’Arcivescovo. Dopo la messa, nella sala parrocchiale festosamente preparata,

la giornata, organizzata grazie all'impegno di un «comitato» del quale, oltre a padre Carlo, facevano parte Teresa Calliari Pozza, Pietro Rossi, Mario Calliari, Bruno Clouser e Fernando Blasi.

Breve resoconto di quanto successo mercoledì 13 settembre 1972 l'incontro dell'Arcivescovo ha assunto una dimensione familiare; la bambina Paola Flor da Revò gli ha consegnato i fiori, con toccanti parole Gloria Odorizzi Pozza ha espresso gratitudine e riconoscenza ed ha offerto un libro ricordo del Canada. Tutti si sono stretti intorno a lui per chiedere notizie della terra trentina, per dargli una affettuosa gratitudine. A coronamento del suo viaggio mons. Gottardi ha consegnato - perché sia trasmesso a tutti i trentini emigrati e alle loro famiglie - un messaggio nel quale rinnova i sentimenti di affettuosa paternità espressi negli incontri diretti.

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gente e fatti

Giuseppe Pasquazzo, nuovo «trentino benemerito» «Con stima e gratitudine per aver creduto nell’Associazione, per averla affiancata in molti momenti significativi e per essere sempre stato un esemplare testimone dello spirito e dei valori che la guidano»: è questa la motivazione impressa sull'attestato di «trentino nel mondo benemerito» che la Trentini nel mondo assegna in base a quanto prevede l'articolo 3 del suo statuto. In occasione dell'incontro che si è svolto in Lussemburgo il 7 ed 8 maggio (articolo alle pagine 2-3) l'attestato è stato consegnato a Giuseppe Pasquazzo, valsuganotto di origine, emigrato in Svizzera e poi in Belgio, dove nel 1978 è stato fra i fondatori del Circolo trentino di Liegi, del quale è stato presidente per molti anni. A consegnarlo sono stati il vice presidente della Trentini nel mondo, Vittorino Rodaro ed il direttore Francesco Bocchetti. Pasquazzo non ha saputo nascondere l'emozione ed ha ringraziato con affetto l'Associazione.

Un nuovo video dedicato a Santa Paulina 10

L'anno scorso, il 9 e 10 luglio a Vigolo Vattaro e il 17 ottobre a Trento, presso il Vigilianum, si sono svolte due iniziative per celebrare i 30 anni della beatificazione ed i 20 anni della canonizzazione di Amabile Visintainer, ovvero Santa Paulina, la prima santa brasiliana e trentina, emigrata all'età di dieci anni con la famiglia nello stato di Santa Catarina, in Brasile. La Trentini nel mondo, che ha collaborato all'organizzazione di entrambe le iniziative, ha prodotto un vi-

deo, curato da Maurizio Tomasi, che proprone una sintesi di quei due momenti. Il video, intitolato «Santa Paulina: esempio di fede e di amore per il prossimo» è stato proiettato il 29 aprile nella chiesa di Centa San Nicolò, primo appuntamento di un calendario con quattro eventi promossi per celebrare il ventesimo anniversario della canonizzazione. Il video è disponibile sul canale YouTube della Trentini nel mondo: per collegarsi, si può usare il QRcode pubblicato a fianco.

Angela Lieberg «accolta» alla scuola Manzoni di Trento Il progetto sull'emigrazione che ha visto la Trentini nel mondo collaborare con le classi 3a E e 3a C della scuola media «Alessandro Manzoni» di Trento, coordinate dalla professoressa Annalena Sega, si è arricchito di un nuovo capitolo. Lunedì 21 aprile gli studenti delle due classi hanno avuto un incontro via internet con Angela Lieberg, una socia del Circolo trentino di Dortmund (Germania). Angela aveva colto l'invito a mettersi in contatto con le due

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classi, invito che era stato lanciato nel numero di questo giornale sul quale erano state pubblicate le riflessioni degli studenti sul tema delle migrazioni. Dopo uno scambio di lettere, Angela è stata così «accolta» a scuola. Durante la diretta Angela, che di professione fa l'insegnante, ha ripercorso le tappe principali della sua vita ed ha risposto alle domande dei ragazzi, curiosi ad esempio di sapere cosa Angela apprezza dell'Italia e della Germania.


profili Prosegue in questo numero la rubrica dedicata alla presentazione dei romanzi più significativi di Carmine Abate. Autore di origine arbëreshe, nato nel 1954 a Carfizzi , in Calabria, dopo la laurea all’Università di Bari, si è trasferito ad Amburgo in Germania presso il padre emigrato per lavoro in quella città. Da diversi anni vive a Besenello con la famiglia: la sua è una «scrittura di migrazioni»

Un libro per tutti coloro che partono alla ricerca di un «altrove» migliore I l romanzo di Carmine Abate «Vivere per addizione e altri viaggi», pubblicato nel 2010 da Mondadori - Piccola biblioteca Oscar, è un intreccio di racconti delle prime esperienze di lavoro tra incarichi di supplenze nel Nord Italia, vagabondaggi e permanenze in Germania e in Trentino, ritorni al paese di origine. Come scrive Michele Ruele “non sono solo racconti di emigrazione e vagabondaggi tra Germania, Italia, Francia, feste del ritorno, colloqui in calabrese in una casa del quartiere di Altona ad Amburgo, sguardi innovativi e liberi sui paesi della Calabria che si spopolano, asili trasformati in centri di accoglienza, le avventure vere e proprie di un supplente calabrese nelle valli lombarde e trentine… Abate racconta un’epopea dei migranti (avanguardie dei popoli secondo Hanna Arendt) con uno stile pirandelliano incrociato con storie picaresche, grottesche e dolorose”. Per lo scrittore e giornalista Raffaele Nigro “scrivere racconti per lui è una passione primaria e profonda, racconti nei quali l’ironia si accompagna all’analisi etno-antropologica, il dialetto si sposa col vocabolario italiano e tedesco, mostrando un’immagine di viaggiatore che si costruisce lembi di autobiografia che accumula sapori, abitudini, linguaggi fino a convincere se stesso e i propri lettori che ‘noi siamo stranieri quasi dappertutto’ “. Carmine Abate fa delle sue radici albanesi, italiane e tedesche una scrittura poliedrica. Come ricordiamo nel sommario in alto su

Il romanzo è fatto di racconti delle prime esperienze di lavoro tra incarichi

di supplenze nel Nord Italia, di vagabondaggi e permanenze in Germania e in Trentino, di ritorni al paese di origine. Abate racconta un’epopea dei migranti con uno stile pirandelliano incrociato con storie picaresche, grottesche e dolorose questa stessa pagina, lo scrittore è nato in Calabria nel 1954, di etnia arbëresche, emigra presto in Germania, poi fa avanti e indietro, infine decide di stabilirsi a metà strada, in una “terra di mezzo”, in Trentino. Spesso viene scambiato per altro, per arabo, per sardo, come se contenesse dentro di sé un’alterità incancellabile, che gli permette poi di accogliere qualsiasi altra alterità che si presenti negli altri. Questo significa vivere per addizione, quasi un manifesto di vita del nostro autore,

efficacemente sintetizzato nell’epilogo provvisorio nel suo romanzo, edizione 2010, da pag. 141 a pag. 147. Un vivere superando la nostalgia, talvolta rancorosa, delle origini, accogliendo l’alterità come opportunità di ricchezza, di crescita personale e “addizione” di umanità. Un romanzo di straordinaria attualità, da aggiungere nella valigia dei nuovi migranti italiani, giovani e meno giovani, che oggi, come ieri, vanno alla ricerca di un “altrove” che prometta maggiore sicurezza, qualità di vita e futuro. Vittorino Rodaro

Il titolo, che può essere considerato come una sorta di manifesto di vita dell'autore, ben sintetizza la condizione del migrante che è «un vivere superando la nostalgia, talvolta rancorosa, delle origini, accogliendo l’alterità come opportunità di ricchezza, di crescita personale e “addizione” di umanità» 4 - 2022

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iniziative

Robin, un gioco che fa conoscere cinquantatre associazioni trentine C 'è un nuovo gioco che da poche settimane sta attirando l'attenzione e fa parlare di sé a Trento. È un gioco da tavolo, o gioco di società. Ma è, in questo caso, più un gioco della società. Perché partita dopo partita quella che si impara a conoscere è la società trentina ed uno dei suoi aspetti migliore: quel senso di altruismo e sostegno che da sempre contraddistingue questa “gente di montagna”, sempre pronta a fare la propria parte. Tanto schivi per alcuni versi, ma sempre disponibili e generosi. L'associazionismo sembra far parte del modo di essere di un trentino, è innato. Riprova ne è il fatto che non si contano le associazioni presenti sul territorio, impegnate in ogni ambito possibile: dal sociale a quello ambientale, dalla cultura allo sport, la salute, l'assistenza, e via dicendo.

Mary Agostini, assistente Sociale della Coopertativa La Rete, questo mondo lo conosce bene. E cercava uno spunto, un'idea per far incontrare tra loro le Associazioni e le persone che ne fanno parte, offrendo il modo per presentarsi al territorio. Ma come metterle tutte attorno ad un tavolo? E forse proprio il termine tavolo ha indicato la strada: un tavolo “da gioco” poteva essere la

Ideatrici sono state Mary Agostini, assistente Sociale della Coopertativa «La Rete» e Roberta Folgheraiter del negozio di giochi «Don Chisciotte»

Foto Ugo Fanti

soluzione: “un pretesto giocoso può favorire l’incontro con l’altro – spiega Mary Agostini – e nel contempo intrecciare tra loro le più svariate associazioni, facendo emergere ciò che le accomuna: sono tutte persone che in modo diverso si mettono in gioco, offrendo e ricevendo un bene pre-

zioso, il tempo che ognuno di noi investe a favore dell’altro”. Ma per allestire un gioco dal nulla, perchè funzioni, senza intoppi e perchè un obiettivo finale risulti raggiungibile serve un “addetto ai lavori”. Da qui nasce il coinvolgimento della “giocattolaia”: è Roberta Folgheraiter del

Don Chisciotte, negozio di giochi delle Albere, che i giochi non solo li vende ma li conosce in ogni loro meccanismo, a caricarsi dell'onere di farlo funzionare. Nasce così ROBIN – Gioca con le associazioni di Trento. C'è innanzitutto l'immancabile tabellone con Piazza Duomo in bella mostra, dipinta dal tratto inconfondibile di Roby il pettirosso, l'illustratore Ernesto Anderle. C'è un dado e i segnalini: realizzati da Matteo Giuliani di Iris Woodwork tutti in legno, rigorosamente recuperato dagli alberi abbattuti da Vaia. E ci sono le carte. Tante carte, sei per ognuna delle 53 Associazioni che hanno aderito e trovato spazio in questa prima versione del gioco. Quindi più di 300. Ne esce un gioco un po' Monopoli, un po' Trivial... giusto per citare i più famosi fratelli maggiori. Ogni Associazione sulle carte ha indicato tre parole chiave che rappresentano la sua storia e la sua mission: un'occasione per presentarsi spiegando chi è, cosa fa e come lo fa. E poi, un po' come gli “imprevisti” del Monopoli, arrivano le insidie. Su ogni carta ci sono delle sfide da affrontare: può mettere alla prova la conoscenza dell'Associazione da parte del CONTINUA A PAGINA 14

Le illustrazioni sono state fatte da Ernesto Anderle. Dado e segnalini sono in legno, recuperato dagli alberi abbattuti da Vaia 4 - 2022

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iniziative Per ogni Associazione ci sono sei carte, sulle quali sono indicate tre parole chiave che ne rappresentano la storia e la mission: un'occasione per presentarsi spiegando chi è, cosa fa e come lo fa. Su ogni carta ci sono delle prove da affrontare, in sfida con gli altri giocatori o in cooperazione CONTINUA DA PAGINA 13

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giocatore o invitarlo a superare una prova, fare concretamente qualcosa che richiama il modo di agire dell'Associazione, in aperta sfida con gli altri giocatori o in cooperazione. Perché anche questo aspetto fa parte del mondo associazionistico. Chi vince? Ogni carta “risolta” consegna un “diploma”: uno spicchio colorato (a seconda dell'ambito di lavoro dell'Associazione) che va a comporre un orologio, simbolo di quel tempo che si regala agli altri. E come per il Trivial a Orologio completato si risulta vincitori di Robin. Ma ciò che più conta, ci si alza dal tavolo di gioco sapendo un po' di più della realtà che ci circonda: quali sono le associazioni, cosa fanno, come operano e come sopravvivono. Un gioco nato per fare rete che ha già, di fatto, messo in rete tutti coloro che hanno dato vita al progetto. Oltre a Mary e Roberta, motori dell'iniziativa, il già citato Ernesto Anderle, ma anche Martina Pedrotti, Marco Gadotti e la loro classe degli Artigianelli che ha partecipato alla realizzazione, Emma Ragozzino che ha curato la produzione delle oltre 300 carte da gioco, Publistampa che ha stampato ogni componente e gli oltre 70 volontari che hanno concretamente assemblato le scatole e le hanno distribuite. Senza dimenticare, ultimi ma non ultimi, il fondamentale apporto degli sponsor: in 31 hanno creduto e sostenuto economicamente l'impresa! Menzione a parte merita Paolo Ghezzi che ha prestato la sua penna “di fine scrittore” ad una sorta di prefazione che apre il libretto delle istruzioni di gioco e che in pochi passaggi riesce a sintetizzare il senso e il valore di questa proposta. “La vita è l'arte dell'incontro”: inizia così la sua

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iniziative Chi vince? Ogni carta “risolta” consegna un “diploma”: uno spicchio di diverso colore (a seconda dell'ambito di attività) che va a comporre un orologio, simbolo del tempo che si regala agli altri. Ma ciò che più conta è che ci si alza dal tavolo di gioco sapendo un po' di più su cosa fanno, come operano e come sopravvivono le associazioni

Nelle carte c'è anche la Trentini nel mondo La Trentini nel Mondo compare tra le 53 associazioni che vengono presentate dalle “carte di gioco”. Siamo parte del gruppo “Cultura” e Emigrazione, Comunità e Radici sono, ovviamente, le parole chiave che ci descivono e rappresentano. Chi ci “pesca” dovrà ad esempio organizzare una “rassegna di canto” tra i giocatori, ovviamente con canzoni tradizionali italiane. Oppure indovinare il “piatto forte” proposto nelle feste organizzate per promuovere la cultura trentina. Verificare chi conosce meglio l'Australia o gli Stati Uniti. Dimostrare di conoscere alcuni “emigranti famosi” oppure la storia e i luoghi europei. Buona fortuna!!

prefazione, citando Vinicius de Moraes. E al peso che ogni incontro ha avuto per la buona riuscita del progetto dedica buona parte della sua riflessione. Con Leonard Cohen e la sua “I can’t keep track of each fallen robin” l'attenzione si sposta sull'abitudine umana di dimenticare, non tener traccia: “mi pare che Robin voglia invece intrecciare le tracce, annodare i fili, non disperdere le storie. Costruire una rete con i nodi delle diverse memorie. Le associazioni sono proprio i luoghi dell’incontro e della continuità (...) Quando poi, come succede in Robin, le storie delle associazioni si confrontano tra loro e si raccontano in uno specchiarsi reciproco, mi pare che la felice intuizione di Mary e Roberta possa diventare un moltiplicatore di conoscenze, esperienze, ripartenze.” Il finale è tutto dedicato al periodo, decisamente avverso, in cui l'idea è nata ed è riuscita, nonostante tutto, a diventare realtà: “Un moltiplicatore di vitali, positive, generative aperture concepito in un tempo di malinconiche chiusure: e che cosa volete di più da un gioco che ci chiede (semplice a dirsi, difficile a farsi), di metterci in gioco?" La pandemia ha segnato in modo negativo gli ultimi anni soprattutto perché ci ha isolati da tutto: “Robin e nato in un periodo di chiusura, che ci ha fatto sentire un grande bisogno di apertura”, spiega Roberta Folgheraiter. “Ed è incoraggiante sapere che a Trento esistono delle realtà così attive nel mondo del sociale e del volontariato”. Il gioco, per chi fosse interessato, si può recuperare presso le associazioni aderenti: ognuna ne ha ricevuto delle scatole. Oltre ovviamente a quelle che si potranno trovare rivolgendosi al Don Chisciotte di Trento. Michela Grazzi

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60 anni d’Europa

Le sfide sovraniste nell'Unione Europea e il suo ruolo nello scenario globale

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a drammatica situazione venutasi a creare a livello internazionale in seguito all’invasione russa dell’Ucraina pone pesanti interrogativi anche sul futuro dell’Unione europea. Se si è verificata una ritrovata unità e compattezza nel condannare l’invasione e nel decidere importanti sanzioni economiche alla Russia, nondimeno ci sono riserve e tentennamenti di alcuni Paesi nella tempistica delle sanzioni (blocco delle esportazioni russe di petrolio) e resistenze al blocco delle forniture di gas erogate da Gazprom. L’aggressività di Putin nei confronti della NATO e dell’Occidente riversatasi sull’Ucraina, colpevole, oltre le accuse incredibili di nazismo e persecuzione delle minoranze russofone, di sollecitare e beneficiare degli aiuti militari dei Paesi occidentali, spinge l’Unione ad accelerare le procedure per la messa in campo di una comune difesa europea. Più in generale, la domanda è quale potrà essere il ruolo dell’Unione europea in uno scenario globale nel quale si assiste a un rimescolamento degli equilibri mondiali definiti dagli accordi di Yalta dopo il secondo conflitto mondiale. È di tutta evidenza la presenza preoccupante della Cina attraverso modalità sempre più pervasive nell’economia e nell’assistenza allo sviluppo nel continente africano e in numerosi altri Paesi, mentre la Russia di Putin non fa più mistero dei suoi appetiti imperiali riguardo ad alcuni Paesi dell’ex regime sovietico. L’11 marzo il Consiglio europeo ha chiesto alla Commissione di predisporre la procedura che potrebbe aprire le porte dell’UE all’Ucraina assieme alla Moldavia e alla Georgia con il parere favorevole di larga parte del Parlamento europeo, dei governi dei

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Se l’Europa non vuole tradire se stessa e perdersi in una insignificante larga confederazione a carattere intergovernativo, deve modificare i suoi trattati, non solo in relazione al patto di stabilità, ma in particolare per quanto riguarda il voto all’unanimità su materie sensibili, altrimenti con i nuovi allargamenti ai paesi che hanno chiesto di aderire, diventerà ingovernabile e irreformabile Paesi dell’Est e di alcuni governi dell’Europa occidentale, Italia inclusa. Altri Paesi hanno richiesto l’adesione: Turchia (2005), Montenegro (2012), Serbia (2014), Bosnia Erzegovina (2016) Albania e Macedonia del Nord (2020). Il percorso di adesione all’UE è molto complesso ed è disciplinato dall’art. 49 del Trattato sull’Unione europea (Trattato di Lisbona). I Paesi richiedenti l’adesione vengono sottoposti a lunghi esami e

valutazioni secondo i criteri di Copenaghen (approvati dal Consiglio europeo nella capitale della Danimarca nel 1993), ossia istituzioni stabili che garantiscano democrazia, Stato di diritto, diritti umani, rispetto e tutela delle minoranze. Ora, alcuni Paesi dell’Est europeo, in primis i quattro Paesi del gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, Cechia e Slovacchia), una volta entrati nell’Unione si sono progressivamente allontanati dai valori fondanti i processi di integrazione, quali la libertà di stampa e della magistratura, la separazione dei poteri, il rispetto delle minoranze, con ciò creando non pochi problemi alle istituzioni europee. Se l’UE, come ha recentemente osservato Sergio Fabbrini, è nata per addomesticare la sovranità nazionale ispirandosi al «Manifesto di Ventotene», gli Stati dell’Est europeo intendevano privilegiare la loro identità nazionale. Con il loro potere di veto hanno contribuito in maniera determinante a rafforzare la dimensione intergovernativa della governance europea, indebolendo la Commissione e il ruolo dell’Unione nel contesto internazionale. I comportamenti di Ungheria, Polonia, ma anche di Slovenia, Croazia e in genere di tutti i Paesi dell’Est, generalmente governati da formazioni di destra o di estrema destra, hanno rallentato e compromesso il cammino di una maggiore integrazione europea. Da un lato si rifiutano le istituzioni sovranazionali, dall’altro si adotta un approccio opportunistico, come ha fatto Orban che ha preteso di inserire uomini del suo partito di estrema destra nel ruolo di Commissario all’allargamento (Oliver Varhelyi) e di giudice alla Corte europea di giustizia (Zoltan Csehi). C’è quindi una visione sovranista, identitaria, nazionalista che circola nei Paesi dell’Est europeo,

recentemente rafforzata dall’esito delle elezioni politiche ungheresi che hanno riconfermato Orban e dalle elezioni parlamentari e presidenziali serbe (la Serbia è candidata all’ingresso nell’UE) che hanno visto la riconferma del putiniano e russofilo Vucic alla presidenza della repubblica. Allarme rientrato dalle elezioni francesi che hanno riconfermato il presidente europeista Macron, ma cha hanno registrato anche una preoccupante affermazione dell’estrema destra di Le Pen e dell’estrema sinistra di Mélanchon, entrambi antieuropeisti e convinti sostenitori del primato nazionale. Tempi duri, quindi, per l’Unione Europea non ancora uscita da una tremenda pandemia e coinvolta, sia pure indirettamente, ma pur sempre in maniera pesante per le conseguenze, nella terribile guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Sette nuovi Paesi bussano alle porte dell’Unione, Ucraina compresa. Venti sovranisti soffiano ad Est e ad Ovest del continente. Se l’Europa non vuole tradire se stessa e perdersi in una insignificante larga Confederazione a carattere intergovernativo, deve modificare i suoi trattati, non solo in relazione al patto di stabilità, ma in particolare per quanto riguarda il voto all’unanimità su materie sensibili e l’art. 7 del Trattato UE. Rendere le procedure più semplici e con voto a maggioranza qualificata servirà a scoraggiare ed eventualmente punire azioni intraprese dagli attuali Stati membri e dai futuri entranti in spregio allo stato di diritto e ai principi fondamentali sui quali si regge l’intera architettura europea. In caso contrario, con i nuovi allargamenti, l’Unione diventerà ingovernabile e irreformabile. Vittorino Rodaro 4 maggio 2022


circoli

Fondato un nuovo Circolo trentino a Balneário Camboriú, in Brasile

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iò che ha motivato la creazione del Circolo Trentino di Balneário Camboriú è stata la necessità di avere un Circolo che riunisse in associazione, immigrati e discendenti di immigrati trentini, residenti a Balneário Camboriú e nella regione, con l'obiettivo di promuovere le tradizioni, la cultura e la storia del Trentino. Balneário Camboriú, oggi una delle città più dinamiche di Santa Catarina, ha una popolazione composta da persone provenienti da tutto lo stato. Il numero dei discendenti italiani (e trentini) è notevole. C´era già una associazione italiana (Circolo Italiano di Balneário Camboriú) che promuoveva la cultura italiana. Mancava però una associazione per i trentini (e ce ne sono tanti).

All'evento, che si è svolto l'8 aprile , era presente il coordinatore dei Circoli di Santa Catarina e Paraná, Andrey Taffner Fraga In contatto con il coordinatore regionale per Santa Catarina e Paraná, Andrey Taffner Fraga, abbiamo sviluppato il progetto per creare il Circolo Trentino. L'8 aprile di quest'anno, insieme a diversi interessati (quasi tutti con una storia di partecipazione ad un'associazione italiana) ci siamo incontrati e abbiamo deciso di creare il Circolo Trentino. Andrey

Taffner ha parlato del funzionamento del Circolo, dell'importanza della comunità trentina e della rete trentina, oltre che della storia della Trentini nel Mondo. L'assemblea ha approvato lo statuto ed eletto sia il primo consiglio, che la sottoscritta, Elisabetta Pavesi, alla presidenza. L'incontro si è svolto in un'atmosfera amichevole, e sono già stati individuati molti progetti ed obiettivi. Il verbale di fondazione del Circolo include anche l'attivazione della Scuola Italiana José Campestrini, in onore di José Campestrini (deceduto quest'anno) membro del Circolo Italiano ed ex agente consolare, che si è molto impegnato durante tutta la sua vita per promuovere la cultura italiana nello Stato di Santa Catarina. Elisabeth Pavesi

Il primo consiglio direttivo Le iniziative in programma Il primo consiglio direttivo rimarrà in carica fino al 2024. Presidente, Elisabeth Pavesi (prima a sinistra accanto alla bandiera); vice presidente, Samir Bona; Segreteria: Teresinha Pavesi e Denise Appel; tesoreria: Beatrice Appel Battistotti Campestrini e Antonilo Dalfovo; relazioni pubbliche, Odete Maria Poffo Campestrini; patrimonio:Juraci Antonieta Buzzi Wagner; direttore artistico, Mirian Angelica Vasselai Bona. Consiglio fiscale: Izabel Pavesi, Ana Meire Verlangieri, Helena Maria Tamanini (titolari); Regina Celia Montrezol e Zulma Andriolli (supplenti).

1) «Scuola di lingua italiana prof. José Campestrini», che intende, oltre alle lezioni in presenza, creare scambi con altri istituti di cultura italiana. 2) Cena e ballo il 2 giugno2022, Festa per il “Giorno della republica italiana”, in collaborazione con il Circolo Italiano della città;

3) formare un gruppo di cantanti italiani, in collaborazione con il Circolo Italiano, sotto la direzione del maestro Valmir Luiz Maestri; 4) creare una biblioteca con riviste e libri di scrittori italo-brasiliani e italiani, presso la sede del Circolo trentino.

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circoli

È tornata con successo la «Sagra de L 18

a sesta edizione della «Sagra della Polenta» di Ouro Fino (Minas Gerais Brasile), che si è svolta il 30 aprile, ha segnato il ritorno della manifestazione dopo due anni di forzata sospensione di questo tradizionale appuntamento promosso dal Rotary Club di Ouro Fino in collaborazione con il Circolo Trentino Di Ouro Fino, che fa parte del calendario delle iniziativa culturali della città. Quest'anno sono state le famiglie Buralli e Ferreira ad essere celebrate durante la manifestazione. Sono state circa 500 le persone che hanno partecipato e che hanno così avuto modo anche di ascoltare le canzoni tradizionali italiane, intonate dal tenore lirico Hamilton Aragon. Jefferson Luis Dias, presidente del Rotary in carica per il biennio 2021-2022, si è detto molto soddisfatto per aver potuto organizza-

re questa edizione della festa, pur con tutte le difficoltà ancora presenti dovute alla pandemia di Covid-19. «Abbiamo scelto di essere prudenti in questa edizione, ma il nuovo consiglio del Rotary, che a breve entrerà in carica sotto la presidenza di Daniele Bezerra da Silva - ha affermato Jefferson Luis Dias - ha già promesso che l'anno prossimo saranno al-

meno mille i biglietti disponibili all'Arena de Ouro» Jefferson ha poi aggiunto che in ogni caso l'edizione di quest'anno è stata un evento meraviglioso ed ha avuto un risultato molto positivo. «Sia il pubblico presente che i premiati sono rimasti molto soddisfatti. Tutto è andato bene, tutto è stato fantastico», ha detto Paulo Henrique Chistè, già presidente del Circolo Trentino e attuale inviato consolare per l'Italia, oltre che consigliere comunale. Chistè ha annunciato che l'anno prossimo la sagra sarà dedicata alle famiglie Guidi e Germiniani. Secondo Paulo Henrique Chistè, durante tutti questi anni la manifestazione ha sempre raggiunto i suoi obiettivi, diventando uno dei principali eventi del calendario culturale di Ouro Fino, riuscendo a pubblicizzare il nome della città sia a livello nazionale che internazionale, considerato che la notizia della «Sa-

«Culla dell'immigrazione italiana»

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l comune di Ouro Fino ha compiuto un passo importante per avvicinare la comunità della città brasiliana all'Italia. Il 30 aprile, davanti alla sede del Circulo Ítalo Brasiliano, è stata infatti inaugurata una targa che conferisce al comune il titolo onorifico di «Culla dell'Immigrazione Italiana». Il disegno di legge che ha reso possibile l'iniziativa è stato redatto dai consiglieri comunali Paulo Henrique Chistè Silva e Tiago Bazoli, approvato dal Consiglio comunale e successivamente emanato dal sindaco Henrique Rossi Wolf. Il titolo sarà anche uf-

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ficialmente riconosciuto dall'Assemblea legislativa dello Stato di Minas Gerais, grazie ad un'i-

niziativa di Dalmo Ribeiro Silva, deputato statale di Ouro Fino. In occasione dell'inaugurazione della targa le autorità presenti hanno ricordato con affetto l'accoglienza che gli italiani arrivati alla fine del XIX secolo hanno ricevuto dalla comunità di Ouro Fino. Lo Stato di Minas Gerais, in particolare la parte meridionale, ha accolto numerosi immigrati che hanno contribuito allo sviluppo economico, sociale, culturale e storico dello Stato. Ad Ouro Fino è consistente la presenza di discendenti degli immigrati italiani, che hanno con-

tribuito in modo significativo alla crescita del comune e qui hanno formato una comunità ampia e rispettata. Secondo un bollettino pubblicato nel 1908 dal Ministero degli Affari Esteri dell'allora Regno d'Italia, la Società Umberto Principe di Piemonte si era già stabilita a Ouro Fino nel 1904, con venti membri. Lo stesso rapporto diplomatico informava che, nel 1908, Ouro Fino aveva 8.800 immigrati italiani, mentre Belo Horizonte, ad esempio, ne aveva solo 2.800. «Questo è un giusto tributo ai nostri antenati. Con questo nuo-


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ella polenta» di Ouro Fino in Brasile gra della polenta» - il cui ricavato viene destinato a fini sociali - è sempre stata pubblicata sulla rivista «Tentini Nel Mondo». Mônica Buralli ha voluto sottolineare la sua soddisfazione e la piacevole sorpresa provata nel momento in cui ha ricevuto la notizia che sarebbe stata la sua famiglia ad essere omaggiata durante questa sesta edizione. «A nome di tutti, dico che tutta la famiglia è stata molto lusingata dall'invito e dal tributo. Anche se vivo fuori Ouro Fino, a Mogi Guaçu, ricordo sempre i momenti trascorsi nella città natale di mio nonno, padre di dodici figli. Purtroppo molti non hanno potuto partecipare. Abbiamo familiari sparsi in tutto il Brasile e alcuni sono già anziani, il che ha reso difficile se non addirittura impossibile partecipare alla festa», ha affermato Mônica, che era in compagnia della madre Cristina e della zia Lia Buralli.

Anche Renato Ferreira ha elogiato l'evento e ha ricordato quanto sia stato contento che il nome della sua famiglia venisse ricordato dal Rotary Club e dal Circolo Tentino. In una conversazione con «Gazeta de Ouro Fino», il portavoce dei Ferreira ha ricordato come i membri della famiglia abbiano conquistato

posizioni importanti nei vari settori economici della città. «Siamo otto fratelli. Mia sorella Rita Ferreira, che ha 93 anni, era presente all'evento e questo ci riempie solo di orgoglio e soddisfazione. Peccato che alcuni non abbiano potuto partecipare, ma la stragrande maggioranza era presente a questo evento familiare e questo ci ha reso molto felici: e dopo tutto la festa è stata ottima», ha detto Renato Ferreira. Infine, i fratelli Julio César Lemos, Wagner Fabbri e Gilberto Lima, presenti all'evento e rappresentanti della famiglia Guidi - pronipoti degli italiani Giovanni Battista Guidi e Mariangela Grassi - che saranno onorati il​​ prossimo anno, hanno già dato una piccola dimostrazione di come sarà la festa nel 2023. Emozionati, i tre ci hanno già raccontato che per la prossima edizione contano di riunire più di 100 componenti della loro famiglia.

È il titolo conferito alla città di Ouro Fino

vo titolo, Ouro Fino trarrà grande beneficio, poiché i legami con l'Italia aumenteranno, offrendo grandi opportunità sia sul piano economico, con l'arrivo ad esempio di aziende italiane, sia

in ambito didattico, attraverso la promozione di scambi tra studenti», ha affermato Paulo Henrique Chiste, che è anche corrispondente consolare per Ouro Fino e per la microregione di Poços de Caldas. Anche il consigliere Tiago Bazoli ha sottolineato il suo piacere di far parte di questo progetto di riscoperta delle origini e della storia. Queste sono state invece le parole del vice sindaco Dalmo Ribeiro: «con questo atto mostriamo agli italiani come Ouro Fino abbraccia questa importante comunità. È una bella iniziativa. Vanno lodati coloro che valo-

rizzano e riscoprono il passato, la storia e, soprattutto, la famiglia». Romilda Gomes Rodrigues, insegnante e storica, ha ricordato che al loro arrivo gli italiani in fuga dalla guerra, furono ben ac-

colti e che fu costruito anche un collegio affinché potessero imparare il portoghese. Questo omaggio ai discendenti degli italiani nella nostra città è un gesto giusto ed affettuoso, ha affermato.

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Makallé (Argentina)

Il Circolo Trentino di Makallé (Chaco - Argentina) è stato intitolato a «Ricardo Santos Bastiani». La cerimonia, molto emozionante, si è svolta il 13 maggio. Ricardo era detto il «Maestro», è stato uno dei fondatori del Circolo ed ha sempre partecipato con passione alle iniziative. Erano presenti i componenti del direttivo, soci e

amici del Circolo, una rappresentanza del Circolo di Resistencia e

il Coordinatore dei Circoli trentini della zona, Rafael Acuña.

Resistencia, laboratorio artistico al Circolo per la «Giornata internazionale della terra»

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ell'ambito della «Giornata Internazionale della Terra», il Circolo Trentino di Resistencia (Chaco - Argentina) insieme al Dipartimento di Arti Visive dell'Istituto di Cultura del Chaco ed il «Club de la Pintura», ha organizzato un laboratorio artistico al quale hanno partecipato studenti di origine italiana e neozelandese in Chaco grazie ai progetti di interscambio dell'organizzazione internazionale «AFS Voluntarios Resistencia». Durante il laboratorio sono stati dipinti alcuni tavoli restaurati nella sede del Circolo e si è parlato dell'importanza di prendersi cura dell'ambiente e di come questo viene fatto in diverse parti del mondo. L'attività si è svolta sabato 23 aprile con grande successo. Il Circolo trentino di Resistencia crede molto nelle relazioni interistituzionali con gruppi e organizzazioni della città e si impegna per promuovere iniziative, rafforzare legami e creare opportunità per continuare a crescere.

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Myrtleford (Australia) A Myrtleford (Australia) si è svolta sabato 14 maggio «La Fiera - Italian Festival», evento incentrato sul cibo, il vino e il divertimento all'italiana. Protagonista è stato il vero e autentico cibo regionale, preparato con amore dai Circoli delle comunità italiane: oltre a quello trentino, quello Calabrese, Vicentino e Trevisano. Il Circolo trentino di Myrtleford si è presentato con un ricco menù. Oltre all'immancabile polenta, c'erano infatti crauti, salsiccia, fagioli, formaggio e, novità di quest'anno, i canederli. E Strauben come dessert.

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Finalmente il Circolo di Charleroi ha potuto festeggiare il suo 60°

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ome si racconta anche nell'articolo alle pagine 22-23, il 2021 doveva essere, per il Circolo di Charleroi, un anno dedicato a celebrare il sessantesimo anniversario della sua fondazione: ma le restrizioni imposte per contenere la diffusione della pandemia di Covid-19 hanno costretto a ridimensionare il programma di iniziative che era stato ipotizzato dal comitato direttivo del Circolo. Ma domenica 24 aprile 2022 - come era stato annunciato sul «3nt», il periodico del Circolo (foto a centro pagina), la celebrazione ufficiale dell'importante ricorrenza si è finalmente potuta svolgere. A fare gli onori di casa sono stati la presidente del Circolo, Annie Giovanazzi, e il segreta-

rio Giuseppe Filippi (nella foto in alto a sinistra). All'appuntamento ha preso parte anche una delegazione partita dal Trentino: per la Trentini nel mondo erano presenti il presidente Armando Maistri (primo a sinistra nella foto in alto a destra) ed il direttore Francesco

Bocchetti e per l'Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento il dirigente Giovanni Gardelli (nella foto a centro pagina qui sopra), la direttrice Ileana Olivo, Antonella Giordani e Lorenza Fracalossi. Presente anche il Consultore all'estero per l'Euro-

pa della Provincia autonoma di Trento, Luca Endrizzi. Ad animare con musica e canzoni sia la giornata commemorativa, che la serata precedente ospitata nella sede del Circolo, è stato il gruppo «Antichi valori» di Pieve di Bono (nella foto in basso insieme al direttivo del Circolo ed agli ospiti arrivati dal Trentino). Uno dei momenti più emozionanti è stato quando la presidente Annie Giovanazzi ha ricordato i nomi e le cariche dei fondatori del Circolo: padre Martino Pasolli; Albino Dalpiaz, che fu eletto presidente; Albino Busetti, vice-presidente; Rita Pedrotti, segretaria; Renato Giovanazzi, tesoriere (papà dell'attuale presidente). I consiglieri erano Giuseppe Dalpiaz, Bruno Eccheli, Emanuelle Filippi, Vittorio Filippi (papà dell'attuale segretario), Ermete Giovannini, Raffaele Mengoni e Giuseppe Pisetta. E un pensiero è stato rivolto anche alle loro mogli, che hanno rappresentato altrettante solide colonne per il Circolo.

Alle pagine 22-23 la cronaca della giornata celebrativa 4 - 2022

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Festa di «antichi valori» s per i 60 anni del Circolo tr I

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l Circolo trentino di Charleroi (Belgio) è stato fondato il 26 novembre 1961 e solo il lento e lancinante evolvere della pandemia Covid ci ha costretti a rivedere il programma, piuttosto impegnativo, inizialmente stabilito per celebrare l’evento. Esasperati dal forzato rinvio, come già precisato nel numero 12/2021 di questa rivista, il comitato, pur sognando tempi migliori, in un primo momento si era limitato all’emissione ufficiale di un francobollo delle Poste belghe, e ad una simpatica quanto molto gradita visita alle due ultime vedove di pionieri, che sessant’anni fa ebbero l'idea di fondare questo circolo. Ma era pure dato per scontato che non si poteva varcare un così notevole traguardo senza offrire un momento di stretta condivisione con soci ed amici del Circolo. Ed è dunque così che il 24 aprile scorso, circa 150 allegri convenuti si sono ritrovati nella sala «des frères réunis» di Chatelineau per un pranzo festoso, felicemente animato dal gruppo folk «Antichi Valori», arrivato per l’occasione da Pieve di Bono. E devo scrivere che se in un primo tempo la presenza di questo gruppo, era uno dei tanti sogni nel cassetto del comitato, alla luce dei fatti si è rivelata la più giudiziosa scelta che si poteva (doveva) fare: la loro prestazione musicale e canora, ma non solo, ha letteralmente sigillato questo anniversario con valori forse antichi, ma veri ed autentici, che da sempre ed ancora oggi sono indispensabili, come l’amicizia e la fratellanza, che fanno crescere la nostra società umana. Testimone di queste belle virtù è stato anche il «maestro gaspe-

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re» che con il suo gruppo musicale ha accompagnato per molti anni i nostri pranzi. Oltre ai fedeli soci «trentini doc», abbiamo incontrato diversi amici belgi, segno tangibile della nostra riuscita integrazione, in questi sessant’anni di «vita comune», fra i quali l’Assessore all’urbanistica e al folklore, della città di Châtelet, Marc Vandenbosch, che si è apertamente dichiarato «amante» della terra trentina, dove trascorre, da diversi anni le sue sempre troppo brevi ferie invernali, ospite di amici trentini della sua città. Precisiamo pure che questo anniversario non avrebbe ottenuto lo stesso presti-

gioso successo, senza il proficuo sostegno dell’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento - presente con una folta delegazione guidata dal dirigente generale, dottor Giovanni Gardelli - e della Trentini nel mondo, rapresentata dal presidente, Armando Maistri, e dal direttore Francesco Bocchetti. Presenti pure i Circoli di La Louvière e Centre-Borinage ed un simpatico gruppo di amici trentini di Bruxelles. Al momento dello scambio di omaggi e regali, è stato

omaggiato Hector Dalpiaz, nato poche settimana prima della fondazione del Circolo: e guarda caso, suo padre e suo zio figurano fra i fondatori. Il suo nome è frutto di una ricerca, iniziata nel 2020, fatta per individuare fra i


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sempre attuali rentino di Charleroi soci del Circolo, quelli nati nello stesso anno della sua fondazione.

Fra una danza e l’altra, o un piatto e l’altro, non sono man-

cati discorsi di benvenuto o di ringraziamento da parte delle autorità presenti. Nel suo intervento, la Presidente del circolo, Annie Giovanazzi (fatto in lingua francese), ha citato tutti i nomi dei fondatori. Poi Il segretario del Circolo, Giuseppe Filippi, ha ripreso le stesse parole in italiano, aggiungendo che è convinto che la longevità del Circolo sia soprattutto conseguenza della grande varietà delle attività proposte dai direttivi che si sono susseguiti in questi oramai oltre sessant’anni. «Sì, il Circolo è stato ed è un “tocca tutto”», ha affermato Filippi. Un particolare ringraziamento è stato rivolto a tutti i soci presenti, definiti degni rapresentanti di tutti i soci, che in tutti questi anni hanno fatto sì che il Circolo sia stato quello che è stato. Cosa puo essere un Circolo senza l’attiva e fedele presenza dei soci ? Naturalmente con l'intento di

rendere indimenticabile questo anniversario, non è mancata una divertente strizzatina d’occhio. È risaputo che è ben radicata l’idea che in Belgio piove sempre: per questo a ciascuno dei partecipanti è stato regalato un ombrello pieghevole, con il logo del sessantesimo. Dopo aver cantato, ballato e sicuramente aver approfittato dell'occasione per riportare alla memoria numerosi ricordi di incontri felici fra trentini e tanti amici, il saluto finale è durato tantissimo, come se nessuno avesse voglia che quel momento avesse termine E quando è arrivata l’ora di chiudere le porte, tutti (non esageriamo... quasi tutti...) i convenuti hanno dato una mano al comitato a riordinare la sala in pochi minuti... e si sono poi salutati con parole saggie... “A presto”... “A bientôt” ! Gieffe

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L'anniversario del Circolo di Carmelo La cena per il 19° anniversario del Circolo Trentino di Carmelo (Uruguay) è stata l'occasione per incontrare di nuovo amici e collaboratori della nostra istituzione. All'evento hanno partecipato anche membri della «Società Italiana di Carmelo» e di «Progenie d'Italia». La musica ha segnato uno spazio di

incontro tra l'identità del Trentino e quella dell'Uruguay. «La Montanara» ed i suoni dei tre tamburi (chico, piano e repique), sono stati l'espressione di quell'unità. La canzone «Tanti auguri a te» ha coronato una serata di divertimento e integrazione. Carmen Garibotti

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«Notizie in breve» dal Circolo trentino di Montevideo Domenica 24 aprile una rappresentanza del Circolo ha partecipato alla festa per i 90 anni della fondazione di «Casa de Italia», istituzione che riunisce italiani di tutte le regioni, attualmente guidata da Francisco Barone.

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Il 3 maggio il nuovo Presidente del Circolo, Gabriel Murara, ha fatto visita all'Ambasciatore d'Italia, Giovanni Iannuzzi, accompagnato dal Presidente della Commissione Fiscale, Roberto Brezzo, e dal Coordinatore dei Circoli trentini dell'Uruguay, Jorge Zás. Domenica 8 maggio un nutrito gruppo di soci del Circolo ha partecipato al primo evento organizzato dalla «Famèe Furlane», associazione presieduta dall'Ing. Bernardo Zannie, nell'ambito della commemorazione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini.


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Gabriel Murara è il nuovo presidente del Circolo trentino di Montevideo

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o scorso 31 marzo si è svolta l'assemblea ordinaria del Circolo Trentino di Montevideo (Uruguay). È stata approvata la relazione relativa all'anno 2021 e il bilancio dello stesso periodo. La presidente uscente, Silvia Norbis (nella foto mentre sta votando), ha presentato un video che riassumeva tutte le attività dell'anno. Ai partecipanti è stata inoltre distribuita una pubblicazione contenente sia la relazione che il bilancio 2021, precedentemente approvato dalla commissione fiscale. Silvia Norbis aveva annunciato che non si sarebbe più candidata, per aver assunto la carica di vice presidente del «Centro Culturale Dante Alighieri» dell'Uruguay e per potersi dedicare ad altri progetti personali. All'assemblea erano presenti trentaquattro soci: tutti hanno espresso il loro voto, dal momento che nell'urna non c'erano né

schede bianche né schede nulle. Secondo quanto previsto dallo statuto del Circolo, le cariche sono distribuite in occasone della prima riunione del nuovo consiglio, che si è svolta presso la sede del Circolo martedì 5 aprile. Alla presidenza è stato nominato Gabriel Murara (quarto da sinistra nella foto) . La composizione del consiglio direttivo e della commissione fiscale è ripotata nella tabella qui a fianco. La maggior parte dei compo-

nenti dei due organismi faceva già parte dei precedenti, ma ci sono stati anche nuovi ingressi. Il presidente Gabriel Murara è figlio di Enzo Murara, nato a Caldonazzo, che per molti anni è stato presidente del Circolo di Montevideo. Fino a poco tempo fa, Gabriel Murara ha ricoperto l'incarico di presidente della Camera delle industrie uruguaiana ed attualmente è presidente della Camera siderurgica; Laura Vera, la cui madre, Enrica Righi è nata a Campi di Riva, è stata Consultrice all'estero della Provincia Autonoma di Trento per Uruguay e Paraguay. È un medico, specializzato in oncologia; Fernando Novo, insegnante, attivo anche in altre associazioni; Mónica Stein, insegnante, è nipote di Paola Pegoretti de Gramola, emigrante trentina legata al Círcolo fin dal suo arrivo in Uruguay nel 1950.

Presidente Gabriel Murara Vice presidente Graciela Vivaldelli Segretaria: Liliana Vivaldelli Pro Segretaria Ma. Cristina Zas Tesoriere Jorge Zas Pro Tesoriera Lydia Delbono

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CONSIGLIERI Cristina Simonelli, Alfiero Vivaldelli, Vero Riva, Carmen Vaia, Jorge Ricciardi Supplenti: Laura Vera, Fernando Novo, Natividad Díaz, Mónica Stein COMMISSIONE FISCALE Presidente, Roberto Brezzo; Segretario, Fernando López; Supplente, Jorge Seré.

L'incontro con il senatore Fabio Porta in visita alle istituzioni italiane in Uruguay Il 9 maggio scorso il Senatore italiano eletto nella Circoscrizione estero, Fabio Porta (primo a destra nella foto), ha visitato l'Uruguay. Ha incontrato l'Ambasciatore d'Italia in Uruguay, dott. Giovanni Iannuzzi e la redazione del quotidiano italiano «Gente d'Italia», ha condiviso un pranzo con l'ex Presidente

della Repubblica, José Mujica e poi ha incontrato un gruppo di rappresentanti della comunità italiana, tra i quali il segretario della Commissione Fiscale del Circolo Trentino di Montevideo, Fernando López (al centro nella foto), e il direttore dell'Associazione dei Friulani, José Méndez Zilli (primo a sinistra).

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A Montevideo, calabresi e trentini insieme per «La festa che unisce»

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omenica 3 aprile, si è svolto nella città di Montevideo (Uruguay) «La festa che ci unisce - La Calabria celebra l'Italia», un grande evento che ha riunito istituzioni e associazioni locali legate dall'italianità. Giorni prima, il nostro Circolo trentino aveva ricevuto dall'Associazione Calabrese l'invito a partecipare, invito che è stato accolto con gioia. Così la domenica mattina presto siamo arrivati ​​sul posto dove si sarebbe svolta l'iniziativa, per preparare lo stand che ci era stato assegnato: lo abbiamo decorato con elementi di richiamo al Trentino ed un'esposizione di

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prodotti gastronomici della nostra regione. Per l'occasione, l'intero tratto di via José E. Rodó e Jackson è stato chiuso al traffico e si è così riempito di suoni, colori e aromi italiani. All'area della festa si accedeva attraverso un portone (foto qui sotto): lungo la via, i visitatori trovavano le varie attrazioni, dai giochi gonfiabili per i più piccoli ad una mostra dedicata alla motocicletta «Vespa», gli stand delle associazioni e, in fondo, il palco che durante la giornata ha ospitato vari spettacoli (cori, musica, balli tipici). In particolare presso il nostro stand c'è stata una vera festa, dove abbiamo accolto con gioia tutti coloro che sono venuti, offrendo loro l'opportunità di acquistare dolci tipici: strudel, gróstoi, crostata, salame al cioccolato, accompagnati da un saporito caffè con grappa. Per tutta

la giornata abbiamo distribuito opuscoli informativi sul Circolo e abbiamo parlato con coloro che sono venuti e volevano saperne di più sulla nostra regione e sulle attività che sviluppiamo. Infine, a coronamento di questa bella giornata condivisa, la compagnia di ballo dell'Associazione Calabrese di Buenos Aires ha riempito la strada e ha invitato tutti i presenti a far parte di una gigantesca tarantella, che con l'esposizione di un'enorme bandiera italiana ha dato idea della grandezza di questa celebrazione, che ha unito tutta l'italianità uruguaiana. Mónica Calvi Ciola


dal Trentino

Gradita visita di Emilie, Carla e Luigi Venerdì 1° aprile ha fatto visita nella sede della Trentini nel mondo una piccola rappresentanza dell'«Ufficio delle Politiche Giovanili e Sociali» del Comune di Lavis: Emilie Mangin (seconda da destra nella foto, da Metz, nel nord della Francia) e Carla Florencia Brugnoli (terza da destra, dal Chaco, in

Argentina). Con loro era presente il referente Luigi Mafezzoli, con il quale l'Associazione ha già avuto modo di collaborare in passato. Emilie è arrivata da poche settimane e si fermerà a Lavis per qualche mese: da molti anni infatti l’Ufficio delle Politiche Giovanili di Lavis accoglie giovani da tutto il mondo,

che collaborano per qualche mese, nell’ottica di un arricchimento reciproco e della collaborazione. Carla Florencia invece è argentina di origini italiane e lavora da qualche mese nell’Ufficio delle Politiche Giovanili. Ci sarà sicuramente occasione di poter collaborare in futuro!

Dal Brasile e dal Friuli in Trentino sui luoghi dell'ava Irene Cortelletti

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elle settimane scorse presso la sede della Trentini nel mondo c’è stata la gradita visita di una famiglia brasiliana discendente di Irene Maria Cortelletti, nata a Trento il 19 dicembre 1868, che verso la fine dell’Ottocento aveva lasciato

il Trentino per emigrare in Brasile, nello stato del Paranà. Un suo discendente, Gustavo Melo, vive in Friuli ed è sposato con Paula De Bortoli Melo (anch’essa di origini italiane). Gustavo è stato raggiunto dal resto della sua famiglia, che ha

voluto trascorrere le vacanze in Italia e visitare i luoghi della loro ava. Durante la loro permanenza a Trento (città natale di Irene Maria) hanno deciso di fare visita alla Trentini nel mondo per scoprire qualcosa di più sulla loro storia e soprattutto sulla storia

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dell’emigrazione del Trentino e il direttore dell’Associazione, Francesco Bocchetti, si è messo a disposizione per far conoscere loro le origini dei movimenti migratori trentini. Anche se la lingua parlata dalla famiglia è il portoghese, non è stato difficile capirsi perché l’interesse per la storia delle loro radici era superiore a qualsiasi barriera linguistica. NELLA FOTO (da sinistra a destra): Luciana Melo (madre di Gustavo), Marcos Melo (padre), Francesco Bocchetti (direttore della Trentini nel mondo), Paula De Bortoli Melo (moglie di Gustavo), Gustavo Melo, José Ribeiro Do Carmo (suocero di Marcos), Gabriela Melo (sorella di Gustavo).

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dal Trentino

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ell'ultino mese sono stati aggiornati ed eletti tutti i consigli direttivi dell’Unione Nazionale dei Cavalieri d’Italia (UNCI), associazione che riunisce coloro che sono insigniti di onorificenze della Repubblica italiana con l’intento di partecipare alla vita della comunità civile promuovendo fra i soci forme di solidarietà e assistenza, nonché favorendo iniziative benefiche, filantropiche, umanitarie e culturali. È bello segnalare che Franco Danieli (secondo da sinistra nella foto), trentino doc già Cavaliere ufficiale della Repubblica italiana e Cavaliere di San Marco, è stato eletto nel consiglio di Venezia con delega per il Consiglio Nazionale. Il commendator Francesco Cesca, Presidente del Consiglio direttivo di sezione, raccontandoci che Danieli opera a Venezia da ormai 35 anni nei campi della didattica del salvamento fluviale e marino, del primo soccorso e della riabilitazione cardiaca, si lascia scappare «Doveva vegnir en montanaro a spiegarne la sicurezza nel mare a Venezia!». Proprio così: il contesto lacustre della Serenissima è diventato il teatro operativo delle lezioni di primo soccorso rivolte ai soci UNCI e alle madri dell’isola di Pellestrina e dei corsi sulla tecnica d’uso del “sacco lancio” dedicati ai gondolieri. E proprio per questi motivi, e in segno di grande riconoscenza per il lavoro svolto, continua il commendator Cesca, «abbiamo candidato Danieli al Consiglio Direttivo dell’UNCI di Venezia. Siamo molto contenti di avere questa figura professionale all’interno della nostra associazione e ricordiamo che lo abbiamo NELLA FOTO: Franco Danieli e tre gondolieri durante una lezione di BLSD (Basic Life Support Defibrillation), ovvero le manovre di primo soccorso con l'impiego di defibrillatore.

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Franco Danieli, il «montanaro» che insegna la sicurezza in mare ai veneziani anche segnalato per il Consiglio Nazionale» dove è stato eletto. Del resto, sfogliando il curriculum di Franco Danieli si scopre

una professionalità che affonda le radici nella passione di una vita. Negli anni Settanta, dopo aver vinto i campionati nazionali nella

staffetta 4 X 100 mista coi 100 metri rana, Danieli si dedica all’insegnamento delle tecniche di nuoto e autosoccorso nelle scuole primarie e secondarie della Val di Non, realizzando un programma che non solo spazierà fino alla piana Rotaliana e alla Val d’Adige, ma getterà anche le basi del futuro progetto «Spiagge Sicure» per la sicurezza della balneazione sui laghi del Trentino e della Scuola nazionale di salvamento fluviale per la Protezione civile in Val di Sole negli anni Novanta. Nascono da qui l’idea dei corsi di aggiornamento in acqua viva e acqua ferma per i vigili volontari del fuoco a livello nazionale e l’allargamento oltreconfine che nel 1997 lo porterà tra le macerie dell’ex-Jugoslavia per tenere i corsi di salvamento organizzati dalla Croce Rossa e Mezzaluna Internazionale, prima in Montenegro e poi in Serbia, per i quali verrà insignito della Medaglia d’Oro al Merito della Croce Rossa jugoslava. Un progetto e un riconoscimento dopo l’altro. Oggi Franco Danieli è approdato alla vicepresidenza dell’Istituto di Medicina del Soccorso, dove è coordinatore del Centro studi e ricerca e docente per il Master in Soccorso avanzato in emergenze extraospedaliere con sede presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Affianca l’attività accademica alla didattica su campo come docente di «Tecniche del soccorso in emergenza marino-fluviali e alluvionali» oltre che come supervisore e docente dei corsi di BLSD (Basic Life Support Defibrillation) e PBLS (Pediatric Basic Life Support Defibrillation). Dal 2021 è anche tra i soci fondatori dell’Associazione «IO x TE - Donatori di Sangue per la vita» (www.ioxte. org) che ha come scopo non solo la donazione del sangue, ma la donazione in generale, per affiancare il più possibile le persone in difficoltà. Un modo encomiabile per unire tutta la popolazione. Walter Fugatti



C'è anche la Trentini nel mondo fra le 53 associazioni inserite nel gioco «Robin» (articolo alle pagine 13-15)


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