MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ADERENTE ALLA F.U.S.I.E
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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue
anno 65°
«Alba tra le betulle» è uno dei quadri esposti nella mostra personale di Pio Dalla Valle, ex consigliere della Trentini nel mondo (articolo alle pagine 6-7).
CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo
Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay
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Argentina - 48 circoli - 1 delegazione Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Corrientes, Corzuela, Formosa, General Roca, General San Martín, La Plata, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Viedma, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong Tasmania, Townsville
Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia - 1 circolo Bogotá Danimarca - 1 circolo Copenhagen Ex emigrati - 4 circoli
Francia - 2 circoli
Portogallo - 1 circolo Lisbona
Grenoble, Lorena Germania - 3 circoli - 3 delegazioni Colonia, Dortmund, Stoccarda – Berlino, Monaco, Norimberga
Bolivia - 1 circolo La Paz
Italia - 12 circoli
Londra, Trentini UK-Irlanda
Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Trieste Lussemburgo - 1 circolo Lussemburgo
Brasile - 58 circoli Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Trento, Ouro Fino, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Imigrante, Vitoria, Xanxerè
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Paraguay - 11 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Ciudad del Este, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù Peru - 1 circolo Lima
Gran Bretagna - 2 circoli
Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit
Messico - 13 circoli Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa
Australia, Società Americana di Storo, Stivor (BIH), Svizzera
Belgio - 4 circoli Centre & Borinage, Charleroi, La Louviére, Liegi
Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla
Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)
Romania - 1 circolo Romania Serbia - 1 circolo Indija Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver& Colorado, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 6 circoli - 1 delegazione Amriswil, Basilea, Ticino, Winterthur, Zofingen Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera - Sant'A na do Livramento (UY- BR) Venezuela - 1 circolo Caracas
editoriale IN QUESTO NUMERO Pagine 2-3 AGENDA Pagine 4-5 ATTUALITÀ Pagine 6-10 GENTE E FATTI Pagina 11 PROFILI Pagina 12 «FROM HOME TO HOME» Pagina 13 60 ANNI D'EUROPA Pagine 14-15 EVENTI: IL SINODO Pagine 16-25 CIRCOLI Pagine 26-27 IN RICORDO Pagina 28 DAL TRENTINO
ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO Presidente Armando Maistri
Direttore Francesco Bocchetti
TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E
Direzione, amministrazione e redazione Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale M. Anderle, G. Bacca, C. Barbacovi, B. Cesconi, A. Chemotti, A. Degaudenz, S. Giordani, H. La Nave, A. Leonardi, B. Fronza, E. Lenzi, A. Maistri, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, M. Setti, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini G. Degasperi - F. Bocchetti - I. Turco M. Grazzi - G. Todeschini Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Per ricevere il giornale: Dal 2020 il giornale dell’Associazione ha cambiato il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati ma soci della Trentini nel mondo. A pagina 29 il modulo per la richiesta di adesione in qualità di socio. N. 6 - 2022 - Stampato il 4 AGOSTO 2022 Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.
Per tutelare i beni comuni ognuno faccia la sua parte
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’era feeling tra me e Luciano Imperadori - ex consigliere della Trentini nel mondo, prematuramente scomparso il 23 luglio all'età di 76 anni (lo ricordiamo a pagina 26) - quella sorta di sintonia che è qualcosa di buono nelle relazioni tra le persone, che c’è soprattutto quando emerge il lato umano. Luciano era uomo di cooperazione e volontariato sociale, socio della nostra Associazione e purtroppo se ne è andato troppo presto. Negli ultimi anni vedevo con gioia le foto della sua valle, prese nei luoghi che lui amava e subito condivise sulla rete, immagini che mostravano la bellezza dei paesaggi trentini, l’importanza della natura pulita e incontaminata. Ora siccità e desertificazione, ghiacciai che si sciolgono, temperature mai registrate nella storia, incendi che distruggono foreste millenarie, sono lì ad indicarci che la terra sta male. In tutto il mondo ci siamo illusi che la quarta rivoluzione industriale - le tecnologie digitali - avrebbero garantito a tutti una crescita senza limiti e interruzioni. All’avvento del Covid il mondo non aveva ancora digerito la crisi globale generata dal fallimento della Lehman Brothers nel 2008. Quasi ovunque non era ancora del tutto avvenuto il recupero della recessione generalizzata, generata appunto dalla crisi della finanza. Tanto che si può affermare che la crisi economica è diventata strutturale ed è aggravata da quella climatica e della biodiversità. Se per un verso la pandemia da Covid-19 viene considerata un “cigno nero”, cioè un evento inatteso e imprevedibile, non possiamo non riflettere sul fatto che sia anche una conseguenza
Per il futuro, prima che sia troppo tardi, dobbiamo immaginare istituzioni e sistemi che valorizzino l’ambiente, la cultura, l’istruzione, la biodiversità, riconoscendone le interdipendenze, per rendere forti le nostre società dell’azione dell’uomo, che non ha preservato il «locus classicus» dove l'uomo è obbligato a vivere. Forse è il caso di ripensare il modo in cui produciamo e consumiamo, perché questa pandemia purtroppo non sarà l’ultima. La continua deforestazione ci mette in contatto con animali i cui virus non ci sono noti, lo scongelamento del permafrost minaccia di diffondere pericolose epidemie. La pandemia sanitaria ed economica è quindi una delle inevitabili conseguenze dell’Antropocene, l’epoca geologica in cui viviamo, dove l’ambiente terrestre – inteso come l’insieme delle
caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche in cui si svolge ed evolve la vita – è fortemente violentato, sia su scala locale che globale, dagli effetti dell’azione umana. Effetti sicuramente aggravati dal modello di sviluppo che da oltre mezzo secolo governa l’economia e la vita degli abitanti della terra: megalopoli disumane, aumento delle disuguaglianze sociali, urbanizzazione che distrugge gli habitat animali e la natura in genere. La recente guerra RussiaUcraina sembra portare indietro l’orologio della storia e non ce n’era proprio bisogno. La crisi delle risorse energetiche è di dimensioni globali, sta cambiando e cambierà le nostre abitudini, i nostri comportamenti. Inevitabile in Europa il ritorno al carbone, con conseguenze molto impattanti. L’ambiente, l’istruzione, la cultura, la biodiversità sono beni comuni globali. Per questo dobbiamo immaginare per il futuro istituzioni e sistemi che ci permettano di valorizzarli, di riconoscere le nostre interdipendenze e rendere forti le nostre società. I “beni comuni” aprono uno spazio tra il mercato e lo Stato, tra il privato e il pubblico. Per questo dobbiamo agire in fretta, tutti insieme, ma anche individualmente: ciascuno può e deve fare la sua parte. La Trentini nel Mondo - che si sente uno tra i tanti “beni comuni” - quest’anno porterà al consueto convegno Eza-Unaie proprio le tematiche legate ai problemi ambientali. Sarà un momento importante per ascoltare, parlare e confrontarsi su questioni che devono essere affrontate in fretta, prima che sia troppo tardi. Noi qui ci siamo, andiamo avanti e lo facciamo anche ricordando l’azione di Luciano Imperadori. Armando Maistri
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agenda
Un video dedicato al legame con la terra di origine
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er Tullia Maffei, nata nel 1950 nel quartiere di Brooklyn a New York (Stati Uniti) il Trentino è un piccolo paradiso, per il suo ambiente naturale, per la sua storia e la sua cultura. La pensa come lei suo marito, Allen Lynch, origini irlandesi, docente presso il dipartimento di scienze politiche della Virginia University, fra i maggiori esperti di politica estera russa, profondo conoscitore del pensiero di Vladimir Putin ed autore di diverse pubblicazioni sulla politica della Russia nel periodo suc-
cessivo alla cosiddetta «guerra fredda». Il video «Il Trentino: ShangriLa di Allen e Tullia» - prodotto dalla Trentini nel mondo con regia, riprese e montaggio di Maurizio Tomasi - è una sorta di dichiarazione d'amore dei due coniugi alla terra da dove sono emigrati i genitori di Tullia, suo padre Antonio Maffei da Stenico e sua madre Cornelia Litterini da Villa Banale. Il video si basa su un'intervista registrata presso la casa ereditata da Tullia a Villa Banale, nella quale da anni Tullia
ed Allen trascorrono parte delle loro vacanze. E se per Tullia considerare il Trentino uno Shangri-La, vale a dire quel luogo immaginario e paradisiaco descritto nel romanzo «Orizzonte perduto», scritto da James Hilton nel 1933, può essere «naturale», considerate le sue radici trentine, può forse sorprendere che lo stesso possa valere anche per suo marito: ma le parole di Allen Lynch spiegano bene come e perché l'amore per la terra di origine possa travolgere anche chi in quella terra
non è nato. Il QR Code consente di collegarsi al video sul canala YouTube della Trentini nel mondo.
L'informazione per gli italiani nel mondo, strumento di democrazia e «senza confini» «L’informazione preserva la democrazia, garantendone l’esercizio dei diritti. Un ruolo svolto in prima linea dai media rivolti agli italiani nel mondo. Pur vivendo distanti, i connazionali residenti all’estero riescono a mantenere il legame con il Paese di origine proprio grazie all’informazione a loro dedicata da giornali, agenzia, radio e tv. Che li tiene costantemente aggiornati sia sulle questioni interne all’Italia che su quelle che riguardano la loro circoscrizione. In questo modo, gli iscritti Aire
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possono partecipare attivamente alla sua vita politica, prendendo parte alle votazioni per le elezioni e per i referendum, così come per il rinnovo degli organi di rappresentanza, dai Comites al
Cgie»: questa la premessa dalle quale ha preso le mosse il convegno «Informazione senza confini. Centralità degli organi di stampa per gli italiani nel mondo», organizzato dalla senatrice Laura Garavini, vicepresidente commissione Esteri, che si è svolto lunedì 27 giugno. Tra gli interventi, nella sezione «Notizie tra le righe. L'importanza della carta», anche quello del direttore responsabile del periodico «Trentini nel mondo», Maurizio Tomasi.
agenda Torna l'opportunità di studiare l'italiano grazie alle borse di studio riservate a discendenti di emigrati trentini all’estero, previste dal programma «L’italiano in aula virtuale per i trentini nel mondo». Le lezioni online inizieranno in ottobre e proseguiranno fino a febbraio 2023
Corsi di italiano ICoN, 30 posti per l'anno scolastico 2022-23 C
hi è andato via dall'Italia ha mantenuto un rapporto speciale con la lingua italiana, e ha trasmesso questo amore ai propri discendenti. Qualche volta l'italiano è la lingua dei genitori, più spesso è la lingua dei nonni e dei bisnonni, anche se nonni e bisnonni parlavano il dialetto. In ogni caso, è la lingua degli affetti. Ma come fare a coltivare questo rapporto speciale con la lingua e la cultura italiane, abitando in Brasile, negli Stati Uniti o in Australia? Il programma «L’italiano in aula virtuale per i trentini nel mondo», sostenuto prima dalla Provincia Autonoma di Trento e ora dall’ODV “Trentini nel mondo” e attivo da quasi vent'anni, cerca di rispondere a questo bisogno, attraverso l’erogazione di borse di studio che permettono ai discendenti di trentini emigrati residenti all’estero di frequentare corsi di lingua italiana online erogati dal Consorzio Interuniversitario ICoN. Dal 2003 a oggi, più di 800 studenti hanno imparato l’italiano gra-
zie a questo programma: in luglio sul sito della Trentini nel mondo è stato pubblicato il bando di selezione per l’assegnazione di 30 borse di studio per l’edizione 2022/2023 e c'era tempo fino al 15 agosto per inviare le domande. A partire dal prossimo ottobre e fino a febbraio 2023, i vincitori del bando frequenteranno un corso di lingua italiana su piattaforma ICoN: saranno quindi iscritti a una classe virtuale, gestita da un tutor esperto di didattica dell’italiano in e-learning, che li supporterà nel loro percorso di apprendimento della lingua. Con un computer (o un tablet), una connessione Internet, cuffie e microfono, gli studenti imparano l'italiano attraverso audio, video
e attività con correzione automatica; fanno inoltre attività di produzione scritta e orale con correzione da parte del tutor. Possono scegliere quando dedicarsi allo studio, in totale autonomia e con la massima flessibilità. Il programma prevede inoltre lezioni in diretta audio - video con il tutor, in cui gli studenti fanno conversazione con il tutor e i compagni. Chi partecipa a questo programma (della durata di 20 settimane) può non solo recuperare, migliorare o imparare la lingua italiana, ma anche stringere relazioni significative con altri discendenti di trentini nel mondo, e riscoprire la terra dei propri avi: gli studenti imparano a descrivere le bellezze del Trentino, con le parole della natura, della poesia, dell’arte, magari per invitare gli amici (in italiano) a visitare questa meravigliosa terra (vedi foto!). Tanto impegno, ripagato dalla soddisfazione di poter parlare e scrivere in italiano con nuovi amici “trentini” da tutto il mondo!
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attualità
Al «Museo Per Via» di Pieve Tesino sono arrivati i «Mercanti di luce»
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hi potrebbe immaginare che, entrando nella sala della prestigiosa Associazione belga di fotografia sul finire dell’Ottocento, si sarebbero potuti incontrare, seduti a fianco dei fratelli Lumière – i celebri inventori del cinematografo – ben tre imprenditori provenienti dal Trentino? Sebastiano Gecele, tra i fondatori dell’Associazione stessa, Eugenio Tessaro e Dionisio Avanzo: nomi che tradiscono una comune provenienza dal Tesino, l’altopiano noto per aver dato i natali ad Alcide De Gasperi e a generazioni di venditori di stampe, capaci con la loro intraprendenza di raggiungere ogni angolo d’Europa e del mondo. Ma se le vicende degli “uomini delle immagini” sono già state più volte celebrate e sono oggetto dell’allestimento permanente del Museo Per Via di Pieve Tesino, quelle non meno eccezionali degli ottici e dei fotografi tesini attivi tra Otto e Novecento erano rimaste finora quasi sconosciute. Una vera e propria storia nella storia, riportata alla luce dai recenti studi di Elda Fietta, esperta della storia del Tesino, e raccontata nella mostra intitolata «Mercanti di luce. Ottici e fotografi tesini tra Ottocento e Novecento»: la mostra è stata inaugurata sabato 16 luglio, con una presentazione artistica
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La nuova mostra, che sarà visitabile fino al 1° novembre, è dedicata ad un pezzo di storia locale rimasto finora quasi sconosciuto: la vicenda degli ottici e dei fotografi tesini, veri e propri pionieri dell’innovazione tecnologica, capaci di inscrivere un piccolo territorio di montagna nelle fondamenta della civiltà dell’immagine
attualità
Uno scorcio dell'esposizione e un negozio d'occhiali in un'incisione di Jan Collaert di fine del secolo XVI.
che si è tenuta negli spazi della storica Villa Daziaro a Pieve Tesino, in cui le spiegazioni della curatrice si sono alternate alle esibizioni degli artisti circensi del «Per Via Circus Festival», la manifestazione che ha animato il Tesino per tutta quella settimana. Subito dopo la presentazione i partecipanti hanno raggiunto il Museo Per Via, situato a pochi minuti a piedi dalla Villa, e visitato gratuitamente l’esposizione. Attraverso una ricchissima selezione di oltre 100 documenti e fotografie e grazie al fascino di
antichi apparecchi fotografici, di strumenti per misurazione della vista, di barometri e di stravaganti apparecchiature d’epoca, la mostra accompagna i visitatori sulle rotte dei primi venditori di stampe tesini che, fiutando l’occasione di nuovi affari, iniziarono a dedicarsi al commercio di occhiali: un prodotto antico che in età moderna conosce grande fortuna e diffusione. In pochi anni, troviamo famiglie tesine aprire negozi e commerci di ottica in tutta Europa: dalle terre dello zar al Belgio,
dove si avvicineranno molto presto alla fotografia, con esiti d’eccellenza. Profondi conoscitori del mondo delle lenti e della luce, sono in molti gli ottici che sperimentano il passaggio alla fotografia, la nuova tecnica che, permettendo di fissare la luce su una lastra, rivoluzionerà il rapporto dell’uomo moderno con il mondo delle immagini. La mostra invita così a compiere un viaggio a cavallo dell’innovazione tecnologica, attraversando due secoli per giungere fino ai giorni nostri: infatti, mentre i venditori di stampe hanno cessato la propria attività all’inizio del Novecento, alcune famiglie di ottici e fotografi tesini continuano ancora oggi a rappresentare un
punto di riferimento per un’affezionata clientela. È il caso della famiglia Braus di Arco e dei Buffa di Klagenfurt, senza dimenticare i Gecele di Trento e gli Avanzo di Trieste, i cui negozi sono stati recentemente venduti, ma conservano ancora il loro nome. Testimonianza di una storia che si rinnova, ma non dimentica le proprie radici. La mostra sarà visitabile finol 1° novembre 2022 durante gli orari d’apertura del Museo: dal martedì al giovedì dalle 14.30 alle 18.30 e dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30. Ogni domenica alle 16.30 il Museo propone ai suoi visitatori una visita guidata inclusa nel prezzo del biglietto.
Zona di laboratorio nel negozio Avanzo a Trieste: sulla pagina a fianco, la vetrina.
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gente e fatti
Pittura che si ispira a madre natura
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a pittura di Pio Dalla Valle segue la strada tracciata nei secoli dai pittori di rappresentazione realistica della natura e del rapporto dell’uomo con essa, più precisamente dei pittori appartenenti ai movimenti pittorici del “Naturalismo” e della “Pittura del genere”. Si ispira alla madre natura e lo fa con un amore sconfinato e una incondizionata passione. L’uomo non è altro che “una pedina” nel complesso mondo che lo circonda, “una pedina”, che ha la grande fortuna e la capacità, di dire la sua, anche attraverso l’arte e di continuare a cercare un senso alle domande fondamentali: …chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo… Domande che fin dall’alba dei tempi hanno assillato le menti
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«Il mio viaggio» era il titolo della mostra personale di Pio Dalla Valle, ex consigliere della Trentini nel mondo, ospitata fino al 27 agosto presso Centro Color a Trento degli uomini. È possibile conoscere davvero il reale? Che senso hanno la vita, l’arte, la fede, la scienza, la politica, l’amicizia, l’amore, la passione? Avendo studiato filosofia e teo-
logia, Pio Dalla Valle trova che è proprio in quello che ci circonda la chiave della risposta a queste domande basilari. Cerca con la saggezza e l’esperienza del vissuto di dare un
contributo di pensiero estetico e filosofico, indagando la realtà attraverso la lente della pittura. Per capire il senso del mondo bisogna comprendere il mistero della sua creazione! Egli lo fa senza dover fare il giro del mondo. Trova nel suo mondo circostante, nel quotidiano e nella memoria della vita vissuta la sua zona di analisi. Ciò che lo circonda è messo in primo piano, nel modo semplice in cui appare, con una poesia sottile e mai banale, come fecero i fiamminghi, poco prima del 600, quando iniziarono ad osservare le faccende della vita quotidiana, con lo “Still leven” (natura in quiete). In Italia l’inventore della natura morta, Caravaggio, pre-
gente e fatti
Pio Dalla Valle nasce a Mezzana, in Val di Sole, in Trentino, su una pendice di prati verdi, soleggiati e boschi mormoranti d’acqua. Questo meraviglioso angolo di pace e di bellezza impronta la sua infanzia e lo spinge ad indagare ed a trovare il suo fulcro d’ispirazione poetica e pittorica. Dopo le elementari, le medie e il liceo classico, intraprende un percorso di formazione teologica e filosofica, che lo porta ad entrare nel mondo ricco e profondo del pensiero spirituale. Quest’esperienza si arricchisce ulteriormente con gli studi in lettere moderne all’ Università di Padova. In avanzata età riprende gli studi di filosofia e teologia frequentando
sentava la prima natura morta “Canestra di frutta”. Altri artisti illustri continuavano a proseguire la ricerca: Giuseppe Arcimboldi, la famiglia Campi, Ambrogio Figino, i Bassano, Bartolomeo e molti altri successivamente nei secoli, fino ai nostri tempi moderni e tecnologici. La pittura è vissuta non solo come mezzo di rappresentazione della realtà e della vita quotidiana, ma anche di analisi e di viaggio introspettivo. Oggetti, soggetti, paesaggi, composizioni con fiori, frutta, animali, persone immerse nelle faccende quotidia-
Pio Dalla Valle, poeta e pittore umanista un corso di laurea in scienze religiose, a Trento, per un’esigenza di rinnovamento personale. Gli studi umanistici raffinano la sua sensibilità poetica inizialmente e quella pittorica successivamente. «… La mia vita è stata caratterizzata dagli studi, dagli impegni sociali e politici (a livello locale), religiosi e ovviamente familiari e lavorativi..» Inizia ad avvicinarsi alla pittura da autodidatta con un interesse particolare per il tema della
natura. Sentendo la necessità di conoscere meglio le basi tecniche e concettuali del linguaggio pittorico, si iscrive al corso di pittura del maestro Albert Dedja, iniziando così un percorso ricco di formazione artistica e di creatività, che continua tuttora con grande passione e voglia di crescere. «…Risponde /il sapor delle vita/a questo vibrar di tafani / sui vetri spezzati/e ti levi/quando luglio/rovente s’insinua/nelle insenature segrete/della tua valle/e guardi il prato, il bosco e le balze dei monti…» (da «Passeggiata sotto il sole», di Pio Dalla Valle -Centro Studi Val di Sole). Albert Dedja
ne, intente al lavoro e in scene di famiglia diventano portatrici di valenze simboliche e di ricerca estetica e spirituale. Parte della storia di un uomo e di un artista è racchiusa in piccole tele com’è il piccolo e magico mondo trentino, dove egli vive e dipinge, tra i boschi ombrosi e i prati soleggiati, le montagne, i torrenti e le nebbie mattutine, ma mondo infinitamente ampio per poter continuare il viaggio dell’anima. Albert Dedja (Curatore della Mostra)
La pittura è vissuta non solo come mezzo di rappresentazione della realtà e della vita quotidiana, ma anche di analisi e di viaggio introspettivo. Oggetti, soggetti, paesaggi, composizioni con fiori, frutta, animali, persone immerse nelle faccende quotidiane, intente al lavoro e in scene di famiglia diventano portatrici di valenze simboliche e di ricerca estetica e spirituale 6 - 2022
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gente e fatti
Congratulazioni a Lucia Lucia Andreolli si è laureata in Amministrazione e gestione d'impresa presso l'Universidad Nacional de La Matanza (UNLAM), in Argentina, per la gioia di tutta la famiglia (nella foto, da destra): il nonno Luciano Andreolli, la mamma Adriana, il papà Jorge Andreolli, la zia Marcela Andreolli e la nonna Eveline Raymaekers. Luciano Andreolli, di 92 anni, nato a Gazzadina è stato uno storico presidente del Circolo trentino di Buenos Aires e della Federazione dei Circoli dell'Argentina.
Vera Cappelletti, una storia di tripla emigrazione
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l 29 luglio l'Associazione ha ricevuto la gradita visita di due socie del Circolo Trentino di Buenos Aires, in Argentina: Vera Cappelletti (seconda da sinistra) e sua figlia Ornella Cardaci (terza da sinistra), con la quale c'era il marito Alejandro Monteagudo Vera e Ornella erano in Trentino sulle tracce dei loro antenati originari di Sopramonte. Quella della famiglie di Vera è una storia molto interessante. Nel 1883 suo nonno Giuseppe Cappelletti, nato nel 1852, emigrò a Mahovljiani (in Bosnia Erzegovina). Nel 1939 c'è stato il rientro in Italia, con destinazione Pomezia, nell'Agro Pontino, dove è nata Ornella. E pochi anni dopo c'è stata una nuova partenza, verso l’Argentina. Vera e Ornella si sono emozio-
nate e commosse fino alle lacrime quando nel libro «Nella Terra dell’Airone» scritto da Paolo Perotto del Circolo trentino del Pontino (che riunisce i discendenti dei trentini rientrati dalla
Bosnia con meta l'Agro romano e pontino) hanno trovato tracce della storia della famiglia. Lo stesso è avvenuto quando, sfogliando il numero 7/2013 della rivista «Trentini nel mondo»
hanno letto che il nome del loro avo, Giuseppe Cappelletti, è inciso sul monumento inaugurato a Mahovljiani il 24 agosto 2013, in occasione del 130° anniversario di quella emigrazione.
Gradita visita da Chajarí Nella foto Rosanna Barchiesi, vice direttore della Trentini nel mondo, tiene in mano un regalo per l'associazione da parte del Circolo trentino di Chajarí (Argentina) portato in sede da Marysol Mover, Rosa Pezzini, e Gabriela Leonardelli (da sinistra nella foto), socie del Circolo, che si trovavano in Trentino per visitare Roncone e Viarago, i paesi dai quali erano emigrati i loro antenati. Le foto incorniciate sono state scattate il 30 aprile scorso, in occasione della seconda edizione della «Giornata dell'immigrato trentino» (articolo a pagina 26).
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Online il report del progetto sulle comunità di italiani nell'Europa Orientale Anche la Trentini nel mondo ha dato il suo contributo alla realizzazione della ricerca
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urac Research, centro di ricerca applicata privato con sede a Bolzano, in una mail diramata a fine luglio, ha comunicato di aver potuto pubblicare online e ad accesso libero (open access) il report multidisciplinare che raccoglie i risultati del progetto «Le Comunità di Italiani nell’Europa sudorientale: status culturale ed economico, ruolo delle donne e sviluppo sostenibile» (accessibile attravesro il QR Code pubblicato su questa pagina). Si tratta di un'iniziativa che scrive Eurac Research - ha visto la fruttuosa collaborazione dell'«Istituto sui Diritti delle Minoranze» di Eurac Research con tre enti che non solo fungono da punto di riferimento per la questioni riguardanti le comunità degli ita-
liani nell’Europa sudorientale ma che hanno anche, e soprattutto, contribuito in modo fondamentale alla realizzazione dell’intera ricerca: sono l’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa/Centro per la Cooperazione Internazionale
(OBCT-CCI), l’Associazione Bellunesi nel Mondo e l’Associazione Trentini nel Mondo. Il report è stato pubblicato con il sostegno dell’Unita di Analisi, Programmazione, Statistica e Documentazione Storica del Mi-
nistero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionali, ai sensi dell’art. 23-bis del DPR 18/1967. Eurac Research precisa che le opinioni contenute nella pubblicazione sono espressione degli autori, e non rappresentano necessariamente le posizioni del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Uno sguardo alle «Conclusioni» del progetto Se l’interscambio turistico tra Italia e Bosnia Erzegovina si presenta al momento piuttosto modesto, si rilevavano, prima dell’insorgere della pandemia, importanti segnali di crescita. Le relazioni esistenti tra le comunità italiane e trentine della Bosnia Erzegovina, sono state mantenute e rafforzate a partire dal 2000, con la realizzazione di numerose iniziative in ambito culturale e anche grazie a un flusso migratorio di ritorno sia di natura temporanea che permanente. La stabile e sostenuta crescita economica del Paese tra 2015 e 2019 e la sua auspicabile ripresa dopo la depressione pandemica,
potrebbero avviare anche per la Bosnia Erzegovina un processo di aumento diffuso
dei redditi delle famiglie con una maggiore capacità di spesa e rendere il mercato turistico bosniaco-erzegovese sempre più interessante. D’altro canto, l’attenzione crescente verso il ricco patrimonio naturalistico e culturale bosniaco, il miglioramento dei collegamenti e della capacità ricettiva locale potrebbero avviare interessanti processi di sviluppo turistico in alcuni territori. Anche le comunità di origine italiana potrebbero, attraverso specifiche offerte di natura culturale, trarre beneficio da questi flussi turistici sia interni che provenienti dall’estero e in particolare dall’Italia.
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A Villa Welsperg la mostra sui 200 anni di cartografia geologica delle Dolomiti 10
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stata inaugurata sabato 30 luglio, presso il fienile di Villa Welsperg, la mostra “Volta la carta 1822-2022. Duecento anni di cartografia geologica delle Dolomiti nell'area del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino”. L'esposizione si propone come un momento particolarmente importante e significativo sul piano scientifico, storico e culturale, che travalica nei contenuti anche gli stessi confini dell’area protetta. La mostra è incentrata sui duecento anni di cartografia geologica delle Dolomiti, con un riferimento specifico all’area del Parco ma con uno sguardo all’insieme dei complessi dolomitici dell’ambito Trentino-Veneto. Correva infatti il 1822 quando Leopold von Buch, geologo e palentologo fra i più importanti del XIX secolo, pubblicava a Parigi la prima carta geologica della regione dolomitica, uno dei primi tentativi di rappresentare sulla carta la geologia di un territorio. Nel corso del XIX e XX secolo l’evolversi delle conoscenze in ambito geologico portò alla realizzazione di carte e mappe sempre più dettagliate e attendibili, che in molti casi – per la ricchez-
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bile per un corretto utilizzo delle sue risorse” è quanto viene riportato nell’incipit della mostra che illustra il grande valore della documentazione che sarà esposta.
za di informazioni e la cura nella redazione – sono documenti di grande valore scientifico e in qualche modo anche artistico. La carta geologica Leopold von Buch è esposta a Villa Welsperg accanto ad alcune delle più importanti e belle carte realizzate nei due secoli successivi, accompagnate da un ricco apparato testuale ed iconografico che permettono di
comprendere meglio il contesto storico e scientifico della loro redazione. “Una Carta Geologica è l’atto finale dello studio di un territorio: della successione delle sue formazioni rocciose delle pieghe e delle faglie che lo caratterizzano. È l’atto iniziale per la comprensione di un territorio: delle sue potenzialità e fragilità, indispensa-
L'iniziativa espositiva costituirà un’occasione importante, non solo a livello locale, per conoscere meglio l’evoluzione della conoscenza delle nostre montagne, nel frattempo riconosciute come Patrimonio dell’Umanità. È accompagnata da un catalogo, scritto dallo stesso curatore della mostra Fabrizio Bizzarini formatosi come ricercatore e docente presso l'Istituto di geologia dell'Università di Padova che per il Parco ha scritto in passato il Quaderno dedicato alla geologia e da Guido Roghi, ricercatore presso l'Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR di Padova. La mostra e la pubblicazione hanno il patrocinio della Società Geologica Italiana, della Biblioteca di Geoscienze dell'Università di Padova e della Fondazione Dolomiti Unesco e con la collaborazione della Fondazione Museo Civico di Rovereto. Orari: Centro visitatori di Villa Welsperg, tutti i giorni dalle ore 9 alle 18. (W.T. - Ufficio Stampa PAT)
profili Prosegue in questo numero la rubrica dedicata alla presentazione dei romanzi più significativi di Carmine Abate. Autore di origine arbëreshe, nato nel 1954 a Carfizzi , in Calabria, dopo la laurea all’Università di Bari, si è trasferito ad Amburgo in Germania presso il padre emigrato per lavoro in quella città. Da diversi anni vive a Besenello con la famiglia: la sua è una «scrittura di migrazioni»
La storia di Shara, giovane somala dal sorriso emigmatico e luminoso
«L
e rughe del sorriso» è uno degli ultimi romanzi dello scrittore calabro-trentino Carmine Abate. Pubblicato nel 2018 da Mondadori, narra la storia di Shara, una ragazza somala profuga in Calabria. Shara si muove nel mondo con eleganza e fierezza ed è accesa, sotto il velo, da un sorriso enigmatico, luminoso. È una giovane somala che vive con la cognata Faaduma e la nipotina Maryan in un centro di seconda accoglienza di un paese in Calabria. Finché un giorno sparisce, lasciando tutti sgomenti e increduli. A mettersi sulle sue tracce, “come un investigatore innamorato”, è il suo insegnante di italiano, Antonio Cerasa, che mentre la cerca ne ricostruisce la storia segreta e avvincente, drammatica e attualissima: da un villaggio di orfani alla violenza di Mogadiscio, dall’inferno del deserto e delle carceri libiche fino all’accoglienza in Calabria. Anche quando tutti, amici compresi, sembrano voltargli le spalle, Antonio continua con una determinazione incrollabile la sua ricerca di Shara e di Hassan, il fratello di lei, geologo misteriosamente scomparso. Dopo aver raccontato l’emigrazione italiana in Europa e nel mondo, Carmine Abate affronta di petto la drammatica migrazione dall’Africa verso l’Italia e lo fa con un romanzo corale e potente.
Chi sono gli Arbëreshë
Dopo aver raccontato l’emigrazione italiana in Europa e nel mondo, Carmine Abate affronta
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di petto la drammatica migrazione dall’Africa verso l’Italia e lo fa con un romanzo corale
e potente. Con naturalezza e autorevolezza, porta il lettore nel cuore della Storia dei nostri giorni, là dove si decide il destino di tutti Shara, la giovane somala che anima il romanzo con la sua presenza (non meno che con la sua assenza), è un personaggio memorabile, destinato a rimanere definitivamente nella galleria dei grandi personaggi letterari femminili. Con naturalezza e autorevolezza, come accade solo con i grandi scrittori, Carmine
Gli Arbëreshë sono una minoranza etnicolinguistica della Calabria originaria dell’Albania e della Grecia, arrivati in regione tra il XV ed il XVIII secolo per sfuggire all’invasione ottomana delle loro terre di origine.
Abate sa portarci nel cuore della Storia dei nostri giorni, là dove si decide il destino di tutti. E sa coinvolgerci senza artifici ideologici, moralismi o compiacimenti letterari, restituendoci un sentimento del mondo che – malgrado tutto – si apre alla meraviglia di esistere. (Dalla presentazione del romanzo)
Gli Arbëreshë della Calabria rappresentano la popolazione più numerosa tra quelle stanziate in Italia, in molti casi mantengono ancora la lingua, gli usi e la religione dei loro antenati.
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60 anni d’Europa
Dittatori, autocrati e sovranisti ricattano l’Unione Europea L
a pandemia da coronavirus e la guerra in Ucraina non hanno solo sconvolto le coordinate geopolitiche globali ritenute consolidate, ma anche la percezione delle priorità che dovrebbero accompagnare i decisori politici nelle loro scelte. La confusione, l’insicurezza e l’emotività determinano spesso i loro orientamenti e comportamenti rendendone poco chiare le scelte conseguenti. In modo particolare per le opinioni pubbliche. Se da un lato l’invasione russa dell’Ucraina ha ricompattato e allargato i Paesi aderenti alla Nato e, sotto certi aspetti, rafforzato la coesione interna dell’Unione, dall’altro sono emerse preoccupanti fragilità, vecchie e nuove, che confermano la debolezza e la poca credibilità dell’Unione nel contesto internazionale. Innanzitutto la sua debolezza politica, condizionata da troppe logiche e interessi nazionali che ne frenano l’autorevolezza e ne impediscono il dispiegarsi di un ruolo autonomo credibile a livello internazionale. L’ombrello della Nato e l’alleanza strategica con gli USA hanno di fatto ridimensionata la ricerca di un protagonismo autorevole dell’Europa nella politica estera. Ciò ha rafforzato le pretese di Paesi come Francia e Germania di giocarsi un ruolo autonomo nei rapporti con gli Stati. Ne ha sofferto anche la politica economica dell’Ue, la politica commerciale, la politica energetica. Il credito democratico dato a Putin e alla nuova Russia uscita dalla disintegrazione dell’Unione sovietica da parte della cancelliera Merkel in primis, ha illuso i Paesi europei, convinti di poter effettuare buoni affari con accordi bilaterali. Si è persa così l’occasione di avviare la realizzazione di una
Se da un lato l’invasione russa dell’Ucraina ha ricompattato e allargato i Paesi aderenti alla Nato e, sotto certi aspetti, rafforzato la coesione interna dell’Unione, dall’altro sono emerse preoccupanti fragilità, vecchie e nuove, che confermano la debolezza e la poca credibilità dell’Unione nel contesto internazionale. Due le possibili strade da percorrere per superare la situazione: modificare il Trattato di Lisbona attraverso il superamento del voto all’unanimità nelle decisioni del Consiglio; e pensare un’Europa a due velocità, a cerchi concentrici: un’Unione politica e una economica politica energetica comune differenziando le fonti di approvvigionamento e concordando tariffe comuni con altri fornitori. Le conseguenze di questo grave errore strategico dell’Europa le paghiamo pesantemente oggi in seguito all’invasione russa dell’Ucraina e le conseguenti ritorsioni di Putin. I ricatti all’Unione e ai leader europei provengono anche da altri attori sulla scena internazionale. È il caso del leader turco Erdogan, consolidato maestro di ricatti nella gestione dei profughi, che ha condizionato il suo placet all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato alla consegna di una settantina di rifugiati curdi accolti in questi due Paesi. Ma i ricatti all’Europa non provengono solo da Erdogan e Putin, ma anche da Paesi interni all’Unione che ne stanno logorando la credibilità sull’adesione ai valori fondanti come lo stato di diritto e i diritti umani, l’autorevolezza nelle negoziazioni internazionali e la coesione tra gli Stati membri. Polonia e Ungheria stanno usando il voto all’unanimità ri-
chiesto dai Trattati sulle questioni di finanza e di politica estera come strumento di ricatto per far passare le loro costanti violazioni sullo stato di diritto: bavaglio alla magistratura, chiusura di media indipendenti, graduale rimozione dei diritti delle donne, persecuzione delle comunità Lgbtq. “Con questi comportamenti Ungheria e Polonia minano non solo l’Unione di oggi, ma soprattutto quella di domani” sostiene Antonio Villafranca, direttore degli studi europei presso l’ISPI, l’Istituto per gli studi di politica internazionale. L’ingresso di Paesi eterogenei come l’Ucraina, la Moldavia e gli altri Paesi con lo status di candidati, importante per aumentare il peso geopolitico dell’Europa, è sempre più spesso visto dai leader europei come una possibile occasione per moltiplicare i ricatti come sostiene in una lucida analisi Federica Bianchi nel numero 27 dell’Espresso del 10 luglio. Come superare questa situazione mortificante che nel lungo periodo rischia di fare implodere l’Unione in uno scenario globale
poco rassicurante, con una competizione priva di regole e con l’incubo della minaccia nucleare? Due le strade possibili che hanno a che fare con la modifica della governance della Ue. La prima riguarda la modifica del Trattato di Lisbona attraverso il superamento del voto all’unanimità nelle decisioni del Consiglio; la seconda, pensare un’Europa a due velocità, a cerchi concentrici: un’Unione politica e una economica. Si potrebbe provare a partire con una cooperazione rafforzata ai sensi dell’art. 328 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, seconda parte del Trattato di Lisbona. Entrambi i percorsi sono complessi e dall’esito non garantito, stante anche la situazione politica precaria nei Paesi di marcata tradizione europeista. Germania, Francia, Italia, oltre alle emergenze sanitarie e belliche, sono attraversate da difficoltà interne tali da ritenere la riforma dell’Unione in fondo alla lista delle loro priorità. Nonostante i ricorrenti proclami del presidente Macron. “Comunque la si voglia delineare – è il commento di Federica Bianchi sempre sull’Espresso – la nuova struttura europea potrebbe finire per essere composta da un centro più coeso e integrato politicamente, magari guidato da Francia, Germania e Italia che insieme rappresentano il 90% della produzione militare e l’80% delle esportazioni, e, contestualmente, da un corpo più ampio, necessario a costruire le economie di scala e a garantire al continente una solida autonomia economica”. Speranza visionaria da proporre e da coltivare o pia illusione? Ne dipende comunque il nostro futuro Vittorino Rodaro 14 luglio 2022
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Il Sinodo, voluto da Papa Francesco E
cco come il Sinodo viene presentato sul sito della Diocesi di Trento (https://www.diocesitn.it/camminosinodale). Il Sinodo voluto e avviato su impulso di Papa Francesco è un percorso che si sta sviluppando e ci accompagnerà per alcuni anni (2021 - 2023) e vedrà coinvolto tutto il popolo di Dio: l'intera Chiesa universale. Anche la Chiesa italiana ha avviato un Cammino sinodale che durerà fino al 2025. I due percorsi nella prima parte, fase dell'ascolto, coincideranno. L'essenza di questi percorsi è riassunta nella stessa parola "sinodo" cioè "camminare insieme". Alla lettera: "insieme sulla via". Essere Chiesa, infatti, significa l'essere tutti insieme sulla strada sotto la guida dello Spirito Santo. Siamo in cammino con Gesù (Via, Verità e Vita), ma anche con tutte quelle persone che in questo tempo Dio ci fa incontrare
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nelle nostre realtà quotidiane. Quando ci riferiamo alla parola Sinodo, normalmente pensiamo a delle assemblee e a dei documenti. Papa Francesco, invece, in questa occasione ci chiede di passare attraverso l'esperienza delle relazioni e dell'incontro concreto fra le persone. Chiede che la Chiesa come istituzione ascolti tutti e che tutti si ascoltino tra loro. Da tempo non ci veniva offerta una simile opportunità. Per questo i primi due anni (2021-2023) verranno dedicati all'ascolto diffuso: dei fedeli, delle comunità, di chi finora non ha avuto voce, ma anche di realtà non strettamente ecclesiali, di chiunque voglia partecipare e dare il proprio contributo. Verranno formati dei piccoli gruppi, cosiddetti "sinodali", cioè di dialogo e ascolto aperto e fraterno. Accompagnati da un facilitatore, i partecipanti rifletteranno e
Per capire il presente non si può sfuggi
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ragionare sul rapporto fra la società e la Chiesa ci incontriamo al Museo storico. Appassionati di storia, diversi per cultura, siamo consapevoli che per capire il presente, la società moderna secolarizzata, non si può sfuggire alla domanda: ma prima cosa c'era? Perché nel 1475, a Trento, gli ebrei vennero condannati a morte ed espulsi dalla città, e il piccolo Simone fu venerato come santo, mentre nel 1965 ci fu la revisione del processo e il culto fu abolito? Prima c'era la cristianità: la Chiesa e la società coincidevano nella cultura, nella politica, nell'etica. Dio aveva voluto la terra al centro dell'universo, tutte le specie create distinte all'origine, al potere i sovrani assoluti, la sessualità in funzione solo della procreazione. In Europa tutti i bambini erano battezzati, le coppie si sposavano in chiesa, i funerali erano religiosi. La modernità è la sfida della libertà, che chiama tutti alla re-
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Silvano Bert, Vincenzo Calì, Roberto Colletti, Roberto De Bernardis e Vittorino Rodaro, sonoi componenti del «gruppo sinodale» nella Biblioteca del Museo storico. Su queste pagine pubblichiamo il documento che hanno sottoscritto come contributo laico al «cammino sinodale» della Chiesa trentina e italiana sponsabilità, lo scienziato, il cittadino, il credente. Ma la gerarchia della Chiesa cattolica reagisce con
la condanna, intransigente. Lutero è considerato il primo colpevole, perché riconosce al cristiano il diritto al libero esame della Bibbia. È ancora aperto il dibattito se il Concilio di Trento (1563) è stato “riforma” o “controriforma”. Certo ha separato la Chiesa docente, il clero, dalla Chiesa discente, il popolo, destinato a obbedire, in silenzio. Se oggi il Sinodo per cui siamo qui arranca nella partecipazione, la spiegazione viene da lontano. La fine del potere temporale a Roma (1870) e quella del principato vescovile a Trento (1803) sono state vissute come tragedie, non come eventi provvidenziali. Eppure, nella nostra storia, non sono mancati gli sprazzi di luce: il vescovo Cristoforo Madruzzo in concilio, a Trento, propose la lettura per tutti della Bibbia, in lingua volgare; il filosofo Antonio Rosmini riconobbe le cinque piaghe della Chiesa; Lorenzo Guetti, contro la povertà, avviò la cooperazione sociale. La svolta avvenne con il Con-
cilio Vaticano II (1965) che non considera più la modernità un nemico, ma il contesto storico in cui testimoniare la fede, sempre più culturalmente e religiosamente plurale. Il “popolo di Dio”, a fatica, si espresse nelle Comunità di base, nei movimenti spontanei, nel pluralismo politico, nella simpatia per la teologia della liberazione, nell'acquisizione della laicità. Vittorio Cristelli, il direttore del settimanale diocesano Vita Trentina, fu difeso dal vescovo Alessandro M. Gottardi. Le resistenze nella ricezione del Concilio infatti furono forti. Oggi è lo stesso papa Francesco a individuare il peccato della Chiesa nel clericalismo. Quando due leggi della Repubblica, che legalizzavano il divorzio e l'aborto, nel 1974 e nel 1981 furono sottoposte a referendum abrogativo, furono difese anche con il “no” di molti cattolici, anche trentini. Nel 2015, a organizzare un convegno, laico, “A 50 anni dal Concilio Vaticano II” fu l'Associazione del Museo storico. Lo sto-
enti
Lo scopo non è produrre documenti, ma «far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un'alba di speranza, imparare l'uno dall'altro e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani» condivideranno la propria esperienza di Chiesa con l'aiuto di una domanda, che nella nostra diocesi è la seguente: Chiesa, per te? Si tratta di chiederci: Che cosa suscita in te la parola Chiesa? Qual è la tua esperienza della comunità credente? Quanto emergerà nei vari gruppi verrà inviato in Diocesi per un'elaborazione generale, che in seguito sarà rilanciata a tutta la Chiesa di Trento. Verrà pure inviato un testo sintetico alla CEI (una prima sintesi per la fine di aprile con il materiale pervenuto e poi ci sarà tempo fino al 2023 per raccogliere e inviare altre sintesi). La CEI a sua volta lo elaborerà con tutto ciò che arriverà dalle Diocesi italiane. Quanto raccolto servirà per i successivi passi del Cammino sinodale e per essere rilanciato in Diocesi. Alla prima fase, dedicata alla "narrazione" e all'ascolto
delle proprie esperienze di Chiesa, seguirà la fase cosiddetta "sapienziale": un momento in cui verranno approfondite le tematiche emerse. Nell'ultima fase, quella "profetica" si prenderanno delle decisioni per tracciare il cammino pastorale degli anni successivi. Lo scopo del Cammino sinodale non è produrre documenti, ma "far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un'alba di speranza, imparare l'uno dall'altro e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani" (Papa Francesco, 3 ottobre 2018). Attraverso questa esperienza non si vuole arrivare ad un'altra Chiesa, ma ad una Chiesa, di pastori e fedeli, che sia diversa nel suo stile di camminare insieme. Una Chiesa più sinodale nel suo modo di essere e di agire.
ire alla domanda: ma prima cosa c'era? rico Luigi Sandri concluse la sua relazione con una domanda: “La contestazione corale del 'popolo di Dio' è uno dei dati teologici più interessanti del post-Concilio. I numerosissimi cattolici che mettono in discussione, in teoria e soprattutto in pratica, l'Humanae vitae [l'enciclica con cui Paolo VI nel 1968 aveva condannato la 'pillola' per il controllo delle nascite] sono una massa di peccatori, o forse hanno intuito l'estraneità di quell'insegnamento al Vangelo?” Anche la storia, soprattutto nelle tensioni, è luogo teologico, fonte di rivelazione. Nemmeno la libertà religiosa nasce dentro la Chiesa. Anzi, in Concilio, fu il tema più controverso, e proprio fra gli italiani furono numerosi i vescovi che si opposero perché, sostenevano, “la verità non può avere gli stessi diritti dell'errore”, e “non può essere lo stato il garante”. La conseguenza è che ancora oggi l'Italia dispone di un Concordato con la Chiesa cattolica, ma non dispone di una legge
sulla libertà religiosa. Nel 1981, in occasione della riforma del Concordato, fu mantenuto a scuola l'insegnamento confessionale, ma solo facoltativo, della religione cattolica. La Democrazia cristiana e la Curia di Trento avrebbero preteso, in nome dell'autonomia speciale, di conservare l'ordinamento fascista. Ci volle una circolare del ministro Guido Bodrato, un democristiano liberale, per scongiurare la pretesa. Nel vuoto cadde la proposta di un gruppo di insegnanti di sperimentare un insegnamento laico di storia delle religioni, obbligatorio per tutti. In una società sempre più plurale, frutto anche dell'immigrazione, è una proposta che oggi andrebbe ripresa con coraggio. A Trento, in un convegno del 2017, “A 500 anni dalla Riforma di Lutero”, furono due storici, Alberto Melloni, cattolico, e Paolo Naso, valdese, a dichiarare di fronte a un manipolo di vescovi cattolici allibiti e silenti, che il regime vigente non solo produce analfabetismo
religioso, ma è anche una “controtestimonianza di fede”. La libertà religiosa riguarda anche i luoghi di culto. A Trento, nel 2008, nella settimana di Pasqua, la Comunità di S. Francesco Saverio, in risposta a una raccolta di firme organizzata dalla Lega, ha donato alla Comunità islamica una colletta per la moschea. Le polemiche furono aspre, contrario si dichiarò anche il vescovo Luigi Bressan. Oggi i tempi sono maturi per andare oltre il Centro islamico di Gardolo Trento, negli anni del post-Concilio, è stata una diocesi attiva nel dialogo fra le confessioni cristiane. Le iniziative di Silvio Franch si sono rivolte soprattutto alle Chiese ortodosse. Ma quanto lo spirito dell'ecumenismo è penetrato nel corpo massiccio della nostra Chiesa? E a che punto è il dialogo fra le religioni, con l'Islam innanzitutto, promosso da papa Francesco? Alla giornata annuale del dialogo partecipano minoranze esigue dell'una e dell'altra comunità religiosa, con i cattolici sempre meno nume-
rosi dei musulmani. Le parrocchie sono sorde agli inviti di Cistiano Bettega. Noi crediamo che anche questa difficoltà sia addebitabile a una carenza di coscienza storica. Concludiamo il nostro contributo richiamando un fatto oggi dimenticato dai più. La diocesi di Trento ha compreso a lungo un ampio territorio di Bolzano. I contesti storici sono certo diversi, dal Principato vescovile all'Impero asburgico, dall'Italia fascista alla Repubblica democratica. Ma sempre la diocesi ha faticato nel favorire la convivenza fra popolazioni, cattoliche, ma di etnia e lingua diverse. Solo nel 1964, nel contesto conciliare, fu possibile far coincidere i confini diocesani con quelli politici. Fu merito grande di Joseph Gargitter, vescovo di Bressanone e poi anche di Bolzano, che a Trento, nei due anni (1961-63) in cui Giovanni XXIII lo nominò amministratore apostolico, non fu certo amato. Oggi Ivo Muser e Lauro Tisi assicurano che fra le diocesi c'è collaborazione.
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Domenica 10 luglio presso i Jardins Communautaires Mascouche si è svolta la «Giornata della famiglia», dopo una sospensione di due anni a causa del Covid-19. Tra i partecipanti anche Marco Calliari, musicista e compositore professionista, che ha «scaldato il cuore di tutti» con le sue versioni di famose canzoni popolari come «La Montanara» e «Quel Mazzolin di Fiori»
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Tanta voglia di picnic a Montreal: in 120 al «Family Day» del Circolo D opo una sospensione di due anni a causa del blocco delle attività di gruppo imposto dalla pandemia di Covid-19, domenica 10 luglio il Circolo trentino di Montreal (Canada) ha potuto organizzare presso i Jardins Communautaires Mascouche la «Giornata della famiglia» (Family Day). Il tempo meteorologico ha collaborato, offrendo una giornata calda e soleggiata, ideale per godersi la vita all'aria aperta. I partecipanti a questo speciale evento, trentini e simpatizzanti, sono stati oltre 120: un numero
che ha segnato un aumento del 19% rispetto all'ultimo picnic tenutosi nel 2019! Tra i trentini presenti c'era Marco Calliari, musicista e compositore professionista, che è stato così gentile da portare alcuni dei suoi strumenti e intrattenere il pubblico con grandi canzoni come «La Montanara», «Quel Mazzolin di Fiori» e altre canzoni della nostra terra. Marco è figlio di Mario e Franca Calliari e ha partecipato al picnic con la moglie Christyna Pelletier. I presenti hanno apprezzato la sua esibizione e sono stati d’ac-
cordo nel ritenere che le sue canzoni hanno scaldato i cuori di tutti. Vogliamo ringraziare i tanti volontari che hanno aiutato a cucinare, cuocere al forno e distribuire il cibo. Il pranzo a buffet è stato servito da una schiera di volontari. Il menu prevedeva salsicce fatte in casa da Ugo Visone, lasagne e insalata di Luigi Le Traiteur. A completare il pasto c’erano poi fagioli, cipolle, formaggio e pane fresco. Birra, vino, acqua e bibite erano disponibili in abbondanza! Al termine del pranzo è stata offerta una grande torta, per fe-
steggiare i compleanni di Massimo e Alessio Bourassa. Grazie al contributo dei partecipanti, c’erano a disposizione tanti dolci come dessert. Caffè preparato al momento è stato servito a fine pasto mentre nel pomeriggio, sono state offerte graditissime fette di anguria. Successivamente i bambini sono stati invitati a fare dei giochi. Tutti si sono divertiti molto. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato a questo evento e non vediamo l'ora di incontrarvi di nuovo al «Family Day Picnic» del prossimo anno. Ugo Finotti
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rganizzata dal Circolo trentino di Montevideo (Uruguay), il 26 giugno, in coincidenza con la ricorrenza di San Vigilio, Patrono di Trento, si è svolta presso la sede del «Club de los Industriales» la decima «Sagra della Polenta, che ha visto la presenza di 182 partecipanti. Tra di loro, il primo segretario dell'Ambasciata d'Italia, Alberto Amadei, Paola De Antonellis (vice Commissario Amministrativo Consolare e Sociale) con il marito. Erano con noi anche Francisco Javier Manrique Quintana, della Commissione Lavoro, Migrazione e Previdenza Sociale dell'Ambasciata di Spagna. Presenti anche il rappresentante dell'Uruguay al Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, Aldo Lamorte, e il Presidente della Camera di Commercio Uruguay-Italia, Carlos Steneri. Ha partecipato anche il Deputato Nazionale Gabriel Otero, ex Sindaco della zona in cui si trova il Circolo trentino di Montevideo.
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Montevideo (Uruguay), «Sagra della polenta» alla decima edizione
Il presidente del Circolo, Gabriel Murara e (qui sotto) le varie fasi dell'operazione di svuotamento del grande paiolo del Circolo, che è stato costruito in Trentino, che è stata seguita con grande attenzione da tutti i presenti.
All'evento hanno partecipato anche rappresenatnti dei Circoli trentini uruguayani di Colonia del Sacramento e Rivera-Livramnento, della Famée Furlane e del Centro Galiziano di Montevideo. Ha partecipato anche Angélica Klauss, una giovane trentina che vive nella cittadina di Nuevo Berlin e che sarà la coordinatrice dei corsi di italiano per bambini che verranno tenuti in dieci scuole primarie del Paese. Presenti anche le professoresse Melissa Fassina e Maura Affinita e Jimena Veilandics, assistente sociale, che seguiranno i program-
mi di solidarietà dell'Associazione Trentini nel Mondo, coordinati da Roberto Paolazzi. María Bernardi, presidente del Circolo trentino di Colonia del Sacramento, e lo chef José Oradini, anche lui di Colonia, si sono occupati della preparazione della polenta nel paiolo di rame del Circolo, costruito a Trento. Grazie all'attrezzatura predisposta da Alfredo Santoni, è stato possibile versare la grande polenta senza alcuna difficoltà. L'intero processo è stato seguito con attenzione dal pubblico. Ad aprire l'evento, guidati da
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Cristina Simonelli
Raul Berti
Vero Riva
Sergio Sartori
Mónica Calvi, sono intervenuti il presidente del Circolo, Gabriel Murara, e il Primo segretario dell'Ambasciata, Alberto Amadei. Il Coro del Circolo Trentino, diretto dal prof. Fernando López, ha eseguito i seguenti brani: La Strada Ferrata, Stella Alpina Vals, La Montanara, El día que me quieras, La Merica, La bella polenta. Il gruppo di danza regionale trentino, guidato dalla prof.ssa Laura González ha eseguito alcuni balli
tradizionali, di diverse zone del Trentino, sulle seguenti musiche: Aisemponere (Predazzo), Ballo zingaro (Carano), Settepassi (Palù), Raspa (Rabbi) e Paris semplice (Mezzano). Il menu prevedeva taglieri di formaggi e salumi, canederli come primo, polenta con gulasch, strudel e tiramisù e infine caffè con grappa. C'era un'atmosfera di festa molto coinvolgente e il luogo dove si
è svolta la sagra - il Club de los Industriales, di cui è membro il Presidente del Circolo, Gabriel - si è rivelato eccellente. Il pubblico si è unito alla festa cantando canzoni italiane e poi ballando allegramente. Ottimo è stato il servizio da parte di Danilo Piotto, chef responsabile dell'evento. La decorazione della sala è stata curata da Zully Bergara. Durante l'evento, per la loro
lunga adesione al Circolo trentino di Montevideo, sono stati premiati (da sinistra nelle foto qui sopra) Cristina Simonelli, Raul Berti, Vero Riva e Sergio Sartori. Al momento dell'ingresso nel Club, a tutti i partecipanti è stata consegnata una copia della rivista «Trentinos in Uruguay». È stato un bell'evento, che tutti hanno apprezzato con grande gioia. Jorge Zás Fernández
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Circolo trentino di Carmelo (Uruguay)
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ell'ambito delle celebrazioni per il Santo Patrono e per il Bicentenario del nome della città, domenica 17 luglio, presso il Santuario del Carmen, (foto in basso) il coro del Circolo trentino si è esibito insieme ad altri gruppi e solisti, che hanno partecipato all'iniziativa denominata «Carmelo canta a Maria».
Il coro ha proposto le canzoni «Il giorno del signor», «La Rizzolina» e «Va' Pensiero». I membri del coro Guillermo, Leandro, Lujan e Laura, si sono esibiti anche come solisti. Ci preme evidenziare la presenza nel coro del nostro membro più giovane, Azhael (al centro nella foto qui sotto). Due giorni prima, venerdì 15
luglio, il coro del Circolo trentino aveva partecipato (nelle foto qui sopra) alla conferenza tenuta dallo storico Luis Gonzalo Parodi presso la sde della Società Italiana Vittorio Emanuele II sul tema «Cambio del nome originale della città in Carmelo». Il coro ha cantato i seguenti brani: «La Montanara», «Silent Com-
Il Circolo trentino del Colorado festeggerà il suo quarantesimo con la «Polenta Fest» Il Circolo trentino del Colorado (Stati Uniti) si appresta a celebrare il suo quarantesimo anniversario di fondazione e lo farà con una grande «festa della polenta», annunciata nell'ultimo numero della sua newsletter. L'appuntamento per i festeggiamenti è stato fissato per sabato 15 ottobre, a Denver, presso la sede dell'associazione «Sons of Italy».
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parsa silenciosa» e «Caminito». Nella foto qui sopra (da sinistra): il presidente della Società Italiana, Miguel Bombaci; Teresa Gazza Donatti, presidente del Circolo trentino, lo storico Gonzalo Parodi, la segretaria del Circolo Alicia LLaguno e il maestro del nostro coro, Enrique Pittamiglio. Circolo trentino di Carmelo
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Bento Film Festival, settima edizione
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l «Festival de cinema de Bento Gonçalves», giunto alla sua settima edizione, si è svolto dal 7 al 9 luglio a Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul - Brasile). Al Festival sono pervenute sessanta candidature per opere nelle sezioni cortometraggi, documentari e fiction, a livello nazionale e internazionale. Fin dalla sua prima edizione, il Festival ha cercato di portare a Bento Gonçalves una manifestazione innovativa nel panorama dell'offerta culturale locale, che rendesse possibile la valorizzazione delle iniziative audiovisive realizzate nella regione ma anche a
DOCUMENTARI NAZIONALI Miglior documentario: «Berimbuazeiro» Migliore fotografia: Genilson de Coxixola per «Um Som De Resistência» Migliore regia: Juan Quintáns per “O Gaiteiro que desceu da Caravela” livello nazionale e mondiale. Tra i paesi che hanno presentato opere ci sono: Stati Uniti, Germania, Italia, Regno Unito, Bermuda, Cina, Finlandia, India e Spagna. Al termine del periodo di iscrizione e valutazione, sono stati premiati i dieci film selezionati secondo il regolamento. Tra i componenti della giuria di quest'anno, segnaliamo Maurizio Tomasi, direttore responsabile della rivista «Trentini nel Mondo», di Trento e Tommaso Mottironi di «Cine Torres». La proiezione dei film selezionati si è svolta al «Ponto de Cultura Vale dos Vinhedos» e alla
«Fundação Casa das Artes». La premiazione si è tenuta a Ponto de Cultura con Filò Cultural. Sandro Giordani, ideatore e curatore del Festival, ha giudicato questa edizione la più impegnativa per il momento di intenso lavoro in diversi ambiti e ritiene che il Festival porti spunti molto positivi alla città. Il Festival è un'iniziativa di Circolo Trentino di Bento Gonçalves e di Trentino Promozioni, con il supporto dell'Assessorato alla Cultura di Bento Gonçalves, Trentini nel Mondo Onlus, Ponto de Cultura Vale dos Vinhedos, Aprovale e la Rete RS di Pontos de Cultura.
FICTION. Miglior Film, “Formoso” Migliore refia (Roberto Leite). Miglior copione (Guilherme Suman e Thiago Suman), fotografia (Juliano Dutra) e attore (Marcos Verza) per «Florêncio Guerra & seu Cavalo» Migiore attrice, Laura Cardoso/Ellen Bueno per “Jadzia” Menzione d'onore per «Causa Mortis» e «Spectrum». «CORTI» INTERNAZIONALI. Miglior film: «Dajla: Cinema and Oblivion» (Spagna) Miglior copione: «Vague» (Finlandia)
Circolo trentino La Plata Questa la composizione del nuovo consiglio direttivo del Circolo trentino di La Plata (Argentina), in carica per il biennio 2022-2023, eletto in occasione dell'assemblea che si è svolta il 16 luglio. Presidente: Rosa Elda Maino Vice Presidente: Maria Concepcion Mattei Segretaria: Susana Marcela Brunatti VIvice Segretaria: Romina Ines maino Tesoriere: Ines Maria Marcuzzo Vice tesoriere: Ana Maria Annesi Consiglieri titolari: Trentin Carlos Alberto, Ivana Alejandra Rossi, Alejandro Dinamarca, Paula Zeni, Juanjo Jose Gomez Consiglieri supplenti: Jose Luis Zoara, Marcela Rossi, Laura Beatris Zoara, Giuliano Fracchetti, Melina Soledad Filippi, Estela Fidalgo Revisori dei conti: Maria Clara Zerbino, Jorge Angel Gonzalez
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circoli
9 luglio: Giorno dell’Indipendenza argentina Il 9 luglio ricorre l'anniversario della dichiarazione di indipendenza del nostro Paese: in questa giornata si ricorda e si celebra lo storico atto in cui i rappresentanti delle Province Unite del Río de la Plata dichiararono la fine del dominio della monarchia spagnola e si opposero a qualsiasi altra dominazione straniera. Commemorando una data così speciale per tutti gli argentini, i membri del nostro Circolo hanno partecipato all’evento e al corteo tenutosi nella nostra città.
Circolo di Corzuela (Chaco - Argentina) 22
2 giugno: Festa della Repubblica La Festa della Repubblica è la festa nazionale celebrata in Italia, per ricordare l'esito del referendum indetto alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Nel partecipare alle celebrazioni che si sono svolte in questa data, sul
pennone della nostra sede sono state esposte le bandiere nazionali argentina ed italiana.
3 giugno: giorno dell’immigrato italiano Il 3 giugno in Argentina è il «Giorno dell’immigrato italiano» perché in quella data, nel
1770, nacque a Buenos Aires il generale Manuel Belgrano, il cui padre era di Oneglia, in Liguria, nell’Italia nord-occidentale. In onore di questa ricorrenza presso la nosta sede sono state innalzate le bandiere nazionali, in ricordo di tutte le persone che un giorno hanno lasciato l'Italia, alla ricerca di migliori condizioni di vita.
Circolo di Santa Rosa La Pampa ( Argentina) Anche il Circolo trentino di Santa Rosa La Pampa (Argentina) ha partecipato alla terza edizione dell’«Incontro delle Collettività», evento organizzato dalle diverse associazioni di discendenti di emigrati insieme con il Comune, nell'ambito del 130° anniversario di fondazione della città, celebrazioni che hanno coinvolto una folla enorme di persone (come testimonia la foto sulla pagina a fianco). Numerose sono state le attività che si sono svolte, nella città di Santa Rosa, a cominciare dalla «Notte dei Musei», iniziativa promossa dall’assessorato al turismo
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del comune, con la presenza di guide che raccontavano storie della città. La cerimonia ufficiale si è svolta nel Teatro Spagnolo mentre Laguna Don Tomás ha fatto da cornice al terzo «Incontro delle collettività», una manifestazione caratterizzata da diversità dei sapori, presenza di persone in abbigliamento tipico e di stri-
circoli 27 maggio: Assemblea Generale Ordinaria
20 giugno: Giorno della bandiera Ogni 20 giugno si celebra il «Giorno della bandiera» in onore del suo ideatore, il generale Manuel Belgrano, figura eroica del nostro Paese, morto il 20 giugno 1820. I soci del nostro Circolo hanno partecipato alla cerimonia che si è svolta presso il «Monumento alla bandiera», eretto anche nella nostra città.
Il 27 maggio si è tenuta la nostra Assemblea Generale Ordinaria, secondo quanto previsto dall’articolo 22 del nostro Statuto, che aveva all'ordine del giorno vari argomenti relativi alla nostra istituzione. Il direttivo è stato confermato e prosegue la sua attività. È stato un piacevole momento di ricongiungimento con i nostri cari soci e amici, durante il quale si sono condivisi discorsi, «mate» e dolci.
La città di Corzuela è l’unico comune e capoluogo del Dipartimento Generale di Belgrano, situato nel centro-ovest della Provincia del Chaco. Corzuela, è stata fondata il 30 aprile 1917 e con decreto presidenziale è stata denominata come città l’11 luglio 1921, che è considerata la data ufficiale dell’anniversario. I suoi
11 luglio: anniversario della città 23 primi coloni erano i membri di un gruppo di famiglie di varie origini (jugoslavi, polacchi, italiani e bulgari) che, unendo il loro impegno con quello degli indigeni, formarono una socie-
scioni e bandiere. Il pubblico ha formato lunghe file davanti ai diversi stand gastronomici, per assaggiare le prelibatezze preparate dai protagonisti della manifestazione: dallo shawarma della comunità araba, alle salsicce con crauti e birra artigianale nello stand tedesco; le arepas dei Venezuelani,
tà agricola capace di dar vita al sistema attualmente operante nella zona. Insieme a tutti i
«Corzuelences», abbiamo partecipato alla cerimonia di commemorazione.
Una grande folla ha partecipato alle iniziative per il 130° anniversario di fondazione di Santa Rosa.
le empanadas della Comunità boliviana; panini, pizze, crostata di mele, grostoi di carnevale e tiramisù della comunità italiana con le sue diverse regioni. Lo staff del Circolo trentino, per questa
occasione era composto da Valeria Vallejo, Cristina Vallejo, Blanca “Pachy” Fuentes, Vanina Litterini, Cristian Litterini, Facundo Litterini, Francisco Canepele Domenech e Rody Litterini.
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A Chajarí, un bell'incontro per parlare del presente e del futuro del Circolo
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on l'intento di riprendere i contatti forzatamemnte interrotti durante la pandemia di Covid-19, nella mia veste di coordinatore dei Circoli trentini della Zona Centrale Argentina, ho partecipato all'attività organizzata dal Circolo trentino di Chajarí in occasione della «Giornata dell'Immigrato Trentino nella Provincia di Entre Ríos». Ero accompagnato da due giovani trentini Enrico Grazzi (Val Giudicarie) e Gabriel Sicher (Val di Non), che erano da poco arrivati dal vicino Brasile, dove si trovavano per fare un'esperienza di lavoro e formazione. Arrivati a Chajarí siamo stati ospitati nella sede del Circolo, dove abbiamo riflettuto su quanto sia importate che la Provincia di Entre Ríos abbia istituito tale ricorrenza, rendendo così merito alle famiglie immigrate trentine arrivate in passato e che si sono radicate nel territorio. Successivamente, con i dirigenti e i soci del Circolo, è stato consumato un piccolo rinfresco, al quale è seguita una chiacchierata sulla situazione attuale del Circolo, sulle attività svolte durante la pandemia e su alcuni progetti da sviluppare in futuro, che coinvolgeranno il Circolo trentino di Chajarí, e la comunità locale. Personalmente ho evidenziato l'importanza di mantenere vive le radici e le consuetudini tren-
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tine, ma anche di avviare spazi che permettano di ripensare le nostre istituzioni, puntando sulla possibilità di aggiungere attività economiche, sportive, culturali e accademiche, da realizzare individualmente o in collaborazione
coaltri Circoli della zona. Nella giornata di sabato, la comitiva trentina ha partecipato ad un tour della città di Chajarí e delle zone limitrofe, sotto la guida di Luis Capelleti, durante il quale c'è stata la possibilità di visitare alcu-
L'interessante conferenza tenuta da Luis Capeleti Nell'ambito delle manifestazioni per il 150° anniversario della città di Chajarí, il 6 maggio si è tenuta una conferenza dal titolo «Il mito della terra spopolata - Le tensioni tra i "figli del paese", gli amministratori e gli immigrati nell'insediamento del Quartiere di Villa Libertad, Entre Ríos», tenuta da Luis Capeletti, discendente trentino e membro del Circolo Trentino di Chajari.
ni luoghi di produzione agricola, principalmente di agrumi ,e di vedere e conoscere molti aspetti del paesaggio, della natura, della storia, tutti sotto lo stesso comune denominatore della «trentinità». Francisco Canepele Domenech
circoli
Il Circolo trentino di Chajarí ha celebrato la seconda «Giornata dell'immigrato trentino a Entre Rios» Il 30 aprile, il Circolo Trentino di Chajarí (Entre Rios - Argentina) ha organizzato la seconda edizione commemorativa della «Giornata dell'Immigrato Trentino in Entre Ríos», nell'ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario di fondazione della città. L'iniziativa, intitolata «Camminando insieme con gli antenati», prevedeva due momenti: una passeggiata ed una conferenza storica, tenuta dall'antropologo di origini trentine Luis Capeleti, seguita al saluto iniziale da parte della presidente del Circolo trentino, Rita Andrea Urbani. Alla giornata hanno partecipato anche due giovani trentini, Gabriel Sicher ed Enrico Grazzi, e il Coordinatore dei Circoli per la Zona Centrale dell'Argentina, Francisco Canepele Domenech. La passeggiata ha coperto la
distanza tra la stazione ferroviaria all'angolo di Av. Belgrano e Sarmiento, e la sede del Circolo trentino, ospitata nell'edificio dell'«Associazione Dante Alghieri», in Via Bolivar 1210. Come già detto, è la seconda volta che viene organizzato questo evento aperto a tutta la cittadinanza. Nell'iniziare la sua rela-
zione, Luis Capeleti ha ricordato che «la Giornata dell'Immigrato Trentino in provincia di Entre Ríos, è stata dichiarata di Interesse legislativo dalla Camera dei Deputati della Provincia nell'anno 2020», e che «la data scelta per questa ricorrenza intende commemorare quella del giorno nel quale i primi immigrati trenti-
25 ni sono arrivati a Villa Libertad, il 26 aprile 1876». Il Circolo trentino di Chajarí, l'anno scorso (2021) ha celebrato i suoi primi venti anni di attività.
La «dichiarazione di interesse legislativo» Qui di seguito pubblichiamo il testo della delibera a firma della deputata Maria del Carmen Toller con la quale la Camera dei Deputati della Provincia di Entre Rios ha dichiarato «di interesse legislativo» la «Giornata dell'immigrato trentino». «La Camera dei Deputati della Provincia di Entre Rios DICHIARA di interesse legislativo il 26 aprile come “Giornata dell'Immigrato Trentino in provincia di Entre Ríos”. Per questo, chiedo ai miei pari di accompagnarmi per rendere un sentito omaggio a tutti coloro che, lasciando la loro terra e le loro famiglie, sono venuti a lavorare nella nostra amata Argentina e nella nostra amata provincia. FONDAMENTI. I primi immigrati da quella che oggi è la regione del Trentino-Alto Adige, Italia, sono tra le settanta famiglie italiane che vivono a Villa Libertad, attualmente Cha-
jarí, che arrivarono il 26 aprile 1876 a completare la creazione della stessa. Il contingente era composto da tredici famiglie autoctone del Trentino: Baldessari, Corradini, Dal Follo, Fontanari, Franceschini, Laner e Mosna. Il flusso di immigrazione è continuato per diversi decenni soprattutto lungo la riva del fiume Uruguay e molte altre famiglie Avancini, Arnoldin, Bonato, Canali, Cauzzi, Ceol, Corra, Fransoi, Gradizuela, Moser, Oradini, Paolazzi, Paterno, Pizzini, Prezzi, Salvaterra, Simion, Toller, Wagner, Zampedri e Zanini arrivarono a Concepción Del Uruguay, San José, Caseros, Concordia, Villa del Rosario e Santa Ana. A loro va il nostro tributo e riconoscimento per ricordare con gratitudine e rispetto i nostri antenati, che con il loro impegno e il loro coraggio hanno contribuito a costruire la patria e la nostra amata provincia. Deputata Maria del Carmen Toller
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in ricordo
Luciano Imperadori Il 23 luglio, all'età di 76 anni, si è spento a Pinzolo Luciano Imperadori, per anni componente del consiglio della Trentini nel mondo e suocero del direttore dell'Associazione, Francesco Bocchetti. «Fonte inesauribile di idee, innovatore e grande divulgatore - sono state le parole di Roberto Simoni, presidente della Cooperazione trentina nel ricordarlo - con Luciano Imperadori se ne va uno dei più qualificati testimoni della cooperazione, che ha saputo rendere il modello cooperativo un patrimonio di tutti. Nel sindacato, nella politica e nelle istituzioni cooperative è stato un protagonista, sempre in prima
fila per promuovere, approfondire e divulgare un modello sociale ed economico che pone al centro la persona, la solidarietà e l’equità. Ha intuito per primo l’importanza della comunicazione e della divulgazione. In Federazione si è fatto promotore della nascita dell’ufficio stampa e dell’ufficio studi, dedicandosi poi a tempo pieno all’educazione cooperativa, rivelatasi uno strumento fondamentale per la diffusione nelle scuole». La Trentini nel mondo, dalle colonne del giornale, rinnova le sue condoglianze alla moglie Loretta, al figlio Massimo, alla figlia Lucia, al nipotino Giovanni e a tutti i suoi familiari.
L'addio dei trentini di Myrtleford e Melbourne a Lara Passarini
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uando nel lontano 1977 il dott. Bruno Fronza (allora presidente della Trentini nel Mondo) arrivò a Myrtleford (nello Stato del Victoria, Australia) incontrò Pompeo Paterno, il primo presidente del Circolo Trentino di quella meravigliosa cittadina, centro di una fiorente comunità di emigranti italiani, in maggioranza agricoltori nella coltivazione del tabacco. I Trentni formavano un gruppo ben organizzato, seriamente impegnati nel mantenere la cultura trentina in pieno vigore. Pompeo Paterno (nativo di Scurelle in Valsugana), dopo anni di impegno come presidente del Circolo Trentino, era rimasto nel Comitato, ma aveva passato la carica ad altri. Per Pompeo, il Circolo non era l’unico impegno; era anche un attivo presidente dell’Associazione del Calcio, e Socio del «Savoy Club», la sede della comunità italiana dello stato e della zona. A quel tempo, Pompeo e la moglie Lara Passarini gestivano il locale bar e negozio, oltre che accudire i tre figli (Richard, Grace e Walter) che frequentavano ancora la scuola. Ma con tanti impegni personali, Pompeo lasciava a Lara la piena responsabilità della ge-
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stione del bar. Pompeo e Lara si erano conosciuti a Melbourne negli anni ’50 quando seguivano le lezioni per imparare la lingua inglese: lui trentino, lei toscana (di Lucca). Lara era qualche anno più anziana di lui, ma l’amore non ha età! Lara era arrivata in Australia con la sorella Marcella per assistere il fratello, sempre sperando di far ritorno al suo paese. Pompeo e Lara si sposarono nel 1956. Lara fu “adottata” come trentina! E durante tutta la vita Lara diede supporto e incoraggiamento ai progetti del marito, si occupò dell’educazione dei figli, condivise con lui le varie occupazioni,
e fu un’ottima amministratrice. (C’è un detto in inglese “behind a successful man there is a good woman” – e senz’altro questo vale per Pompeo e Lara Paterno!). Pompeo e Lara arrivarono a Myrtleford come coppia per lavorare alla produzione del tabacco con un’altra famiglia di italiani. Ma quando si presentò l’occasione dell’acquisto del bar, si impegnarono in questo lavoro, dalle prime ore della mattina fino alle tarde ore della sera, per sette giorni in settimana! Per Lara furono gli anni più belli e pieni di soddisfazione, guadagnandosi la fiducia e la stima dei clienti, vedendo i figli crescere, e aiutando
Pompeo nei suoi impegni sociali. Quanche anno dopo, la famiglia Paterno acquistò un negozio di scarpe, sempre a Myrtleford. Ma la famiglia fu sempre l’impegno principale. E nel 1984 Pompeo e Lara decisero di ritornare a Melbourne, dove i figli seguivano studi superiori e avevano migliori possibilità di lavoro. Quando i figli si sposarono e formarono la loro famiglia, Pompeo e Lara furono di grande sostegno. Lara, che fra tante qualità che aveva, dimostrò di essere ottima cuoca della cucina italiana, trovò nuovo entusiasmo nel preparare deliziosi pasti per figli, nipoti e tanti amici. L’ospitalità di casa Paterno godeva di ottima fama. Pompeo fu il primo ad essere chiamato alla vita eterna nel 2016. Da allora la salute di Lara declinò un po’ alla volta. La chiamata finale è arrivata in luglio, alla bella età di 92 anni. La Messa funebre è stata celebrata dal sottoscritto. Ai figli, Richard, Grace e Walter, alle loro famiglie, e agli amici, specialmente quelli di Myrtleford, sono state offerte le condoglianze della comunità trentina. Padre F. Bertagnolli, SDB
in ricordo
Cordoglio a Stivor e Telve Valsugana per la scomparsa di Pavo Dalsaso
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l 10 luglio è improvvisamente ed inaspettatamente deceduto, all’età di 55 anni, un nostro grande amico, nato a Stivor e residente a Telve Valsugana: Pavo Dalsaso. La notizia ha profondamente colpito la comunità in cui risiede la famiglia e tutti i numerosi amici di Stivor e della Valsugana che hanno goduto della sua sincera amicizia. Pavo era una persona solare, entusiasta della vita, del lavoro, della famiglia, dell’impegno nell’associazionismo in cui operava con disponibilità ed entusiasmo. L’Associazione Trentini nel Mondo lo ha sempre visto protagonista nelle più diverse iniziative; non solo partecipava con linguaggio schietto e convincente nella fase di programmazione, ma si metteva a disposizione nella fase realizzativa, con particolare riferimento alla preparazione della parte culinaria; la sua specialità era la preparazione della apprezzata porchetta di Stivor. In ogni occasione egli trasmetteva serenità, amicizia e gioia di vivere. Nel tempo libero si dedicava
Aveva solo 55 anni. Era una persona solare, entusiasta della vita, del lavoro, della famiglia, dell’impegno nell’associazionismo in cui operava con disponibilità ed entusiasmo alla caccia, nella quale era particolarmente esperto, anche in chiave di difensore della fauna selvatica, ed all’equitazione, che esercitava insieme alla moglie Mira ed ai figli. Arrivato in Valsugana, in seguito alle vicende belliche che avevano investito la Bosnia (dal 1991 al 2001), si era sistemato a Telve in una casa del centro storico che egli aveva adattato alle esigenze della famiglia: moglie e tre figli. Si era inserito come camionista in una grossa azienda fornitrice di materiali per edilizia della Valsugana e si era inseri-
to con impegno nella comunità locale e nel circolo dei Trentini di Stivor, aderente alla Associazione Trentini nel Mondo. Non aveva, però, mai dimenticato il paese natale e la casa in cui era nato; ogni quindici giorni, infatti, nei fine settimana si recava a Stivor per ristrutturare la casa natale e per trascorrere momenti di tranquillità con amici e parenti rimasti in Bosnia; non nascondeva, infatti, il desiderio di poter tornare, prima o poi, alle origini, anche se si rendeva conto che i figli, invece, avrebbero seguìto altri obiettivi. Con la morte improvvisa Pavo
ha lasciato un vuoto incolmabile, non solo nella famiglia, ma anche nei numerosi amici che aveva acquisito in Trentino. Ne è testimonianza la grande folla che, visibilmente scossa, ha gremito la chiesa, che (foto in basso) non è riuscita a contenere tutti coloro che hanno voluto assistere alla messa di suffragio ed accompagnarlo al cimitero di Telve. L’Associazione Trentini nel Mondo esprime la propria commossa partecipazione alla grave perdita e esprime la propria vicinanza alla moglie Mira, ai figli Silvano, Alessandro e Barbara ed alla mamma Fiorentina. Nel contempo fa proprie le parole che i familiari hanno inserito nella memoria di Pavo: l’onestà fu il suo ideale, il lavoro la sua vita, la famiglia il suo affetto. La sua prematura scomparsa lo accomuna ai nostri grandi amici e soci della Trentini nel Mondo: Rino Zandonai, Giovanbattista Lenzi e Luigi Zortea, scomparsi nel cielo del Brasile, tredici anni fa (2009), al ritorno da una missione umanitaria. Aldo Degaudenz
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dal Trentino
Trento, si può di nuovo salire in cima alla «Torre di piazza»
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a venerdì 29 luglio, la Torre di Piazza, a Trento in piazza Duomo, è aperta al pubblico in modo permanente con nuove opportunità di visita offerte a residenti e turisti. L’apertura della Torre e le visite guidate sono rese possibili grazie alla convenzione siglata tra il Comune di Trento, proprietario dell’edificio, e il Museo Diocesano Tridentino. L’obiettivo è rendere accessibile con continuità il monumento, rispondendo così alle aspettative delle moltissime persone che chiedono di poter conoscere da
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Con i suoi 45 metri di altezza, costituisce un simbolo inconfondibile della città. Fu eretta intorno alla seconda metà del XII. Fondamentale punto di riferimento per tutti i cittadini regolava il vivere civile, scandendo con il suo orologio il tempo urbano e laico vicino la Torre e la sua storia. Gli appuntamenti per poter accedere allo storico monumento sono quattro al giorno e prevedono ciascuno una visita guidata della durata di un’ora. La torre, con i suoi 45 metri di
altezza, costituisce un simbolo inconfondibile di Trento. L’accesso è da Palazzo Pretorio, prestigiosa sede del Museo Diocesano Tridentino, che espone importanti testimonianze della produzione artistica locale dal XIII al XIX secolo. Torre e Museo si affacciano sulla splendida piazza Duomo, dominata dalla Cattedrale e impreziosita dalla fontana del Nettuno. La Torre di Piazza fu eretta intorno alla seconda metà del XII secolo sui resti della Porta Veronensis (I secolo d.c.) e in stretto collegamento con il Palazzo vescovile. Oltre ad essere un baluardo difensivo fu adibita a scopi amministrativi e, fin verso la fine dell’Ottocento, a carcere maschile e femminile. Fondamentale punto di riferimento per tutti i cittadini, la torre regolava il vivere civile, scandendo con il suo orologio il tempo urbano e laico. Modalità di visita. Le specifiche caratteristiche del percorso di salita richiedono un accesso contingentato del pubblico, che potrà visitare l’edificio solo con visita guidata e secondo turni prestabiliti: ogni giorno alle ore 10.30, 11.30, 15.30 e 16.30. I posti disponibili per ciascuna visita sono limitati ad un massimo di dieci partecipanti. I biglietti si acquistano solo presso la biglietteria del Museo Diocesano Tridentino il giorno stesso della visita con l’opportunità di scegliere a quale dei quattro appuntamenti partecipare.
Non è possibile prenotare la visita né si possono acquistare anticipatamente i biglietti per altri giorni se non quello corrente. La salita alla Torre si effettua solo a piedi (ascensore non presente) superando un dislivello di 156 scalini. Per motivi di sicurezza, la visita alla torre è preclusa ai bambini di altezza inferiore ad 1 metro e 20; è sconsigliata alle persone con difficoltà motorie, ai cardiopatici, agli asmatici, a chi soffre di vertigini e di claustrofobia. I minori di 18 anni sono ammessi solo se accompagnati da un adulto. È fatto divieto di salire con borse, zaini e/o contenitori di ogni genere o forma che dovranno essere depositati presso la biglietteria. È consentito l'uso di macchine fotografiche e videocamere. La partecipazione è subordinata alla sottoscrizione di una liberatoria con cui il visitatore, informato circa le caratteristiche del percorso di salita alla Torre, dichiara di assumersi ogni responsabilità per eventuali incidenti causati da comportamenti scorretti o condizioni fisiche non adatte alla visita (Uff. Stampa Museo Diocesano)
MODULO PER LA RICHIESTA DI ADESIONE IN QUALITÀ DI SOCIO ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ONLUS VIA MALFATTI 21 - 38122 TRENTO
IL SOTTOSCRITTO/A NATO/A A
IL
RESIDENTE IN VIA
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CITTÁ
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Autorizzo l’invio delle comunicazioni ufficiali tramite l’indirizzo di posta elettronica Avendo preso visione dello Statuto che regola l’Associazione (*) Condividendo la democraticità della struttura, l’elettività e la gratuità delle cariche associative Essendo consapevole della gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti Essendo consapevole delle finalità di solidarietà sociale che l’Associazione promuove Avendo preso visione dell’informativa sui dati personali (*)
CHIEDE al fine di poter ricevere la rivista Trentini nel Mondo e partecipare alla vita dell’Associazione, di essere iscritto/a all’associazione di volontariato ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ONLUS in qualità di aderente Socio. Distinti saluti.
LUOGO E DATA
FIRMA
(*) Disponibili sul sito www.trentininelmondo.it
Veduta panoramica con i laghi di Toblino e Cavedine.