MENSILE DELL'ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO DEL MESE DI NOVEMBRE 2021

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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

11/2021

L'EMIGRAZIONE È... Le riflessioni degli alunni delle classi 3a C e 3a E della Scuola Manzoni di Trento

Foto Maurizio Tomasi

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 64°

Alle pagine 14-16 sono pubblicati i testi elaborati a seguito dell'incontro avuto in classe con l'Associazione Trentini nel mondo.


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

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Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong Tasmania, Townsville

Germania - 6 circoli - 3 delegazioni Colonia, Dortmund, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino, Monaco, Norimberga

Belgio - 4 circoli - 2 delegazioni Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo, Bruxelles Bolivia - 1 circolo La Paz Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla

Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia - 1 circolo Bogotá Danimarca - 1 circolo Copenaghen Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Gran Bretagna - 2 circolo Londra, Trentini UK-Irlanda Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo - 1 circolo Lussemburgo

Brasile - 61 circoli Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

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Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti) Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù Peru - 1 circolo Lima Portogallo - 1 circolo Portogallo Romania - 1 circolo Romania Serbia - 1 circolo Indija Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 6 circoli - 1 delegazione Amriswil, Basilea, Ticino, Winterthur, Zofingen Sciaffusa Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela - 1 circolo Caracas


editoriale IN QUESTO NUMERO Pagine 2-3 AGENDA Pagine 4-5 POLENTA E CRAUTI SULLE PAGINE DI «LIBÉRATION» Pagine 6-11 ATTUALITÀ Pagina 12 FROM HOME TO HOME Pagine 13-16 L'EMIGRAZIONE SECONDO GLI ALUNNI DELLA SCUOLA «MANZONI» DI TRENTO Pagina 17 60 ANNI D'EUROPA Pagine 18-21 CIRCOLI Pagine 22-25 GENTE E FATTI Pagine 26-28 DAL TRENTINO

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO Presidente Direttore Armando Maistri Francesco Bocchetti TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E

Direzione, amministrazione e redazione Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale M. Anderle, G. Bacca, C. Barbacovi, B. Cesconi, A. Chemotti, A. Degaudenz, S. Giordani, H. La Nave, A. Leonardi, B. Fronza, E. Lenzi, A. Maistri, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, M. Setti, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches

Proficui incontri con i Circoli d'Europa

H

o colto l'opportunità offerta da un viaggio per motivi personali in Nord Europa, per fare tappa in alcune città dove sono attivi Circoli trentini. Forte era in me l'interesse e il desiderio di entrare in contatto con la realtà dei Circoli in Europa, che per l'Associazione costituiscono un patrimonio di grande valore, perché possiamo dire che la Trentini nel mondo, fondata nel 1957 per assistere coloro che emigravano in quegli anni, è nata per loro e con loro: i Circoli sono stati cruciali per la crescita dell'Associazione ed hanno rappresentato un punto di riferimento importante per chi lavorava all'estero. Il Circolo del Lussemburgo e poi

decine e decine di persone (po-

lo langue e per questo ho invitato

chi giorni dopo il nostro incontro

all'incontro Silvana Benanti, con

Emma è stata colpita da un gra-

il suo compagno Gianluca: per

ve lutto e anche dalle colonne di

Silvana, trentina, Stoccarda è la

quelli di La Louviere, Centre &

questo giornale voglio esprimer-

città dove già vive e lavora e dove

Borinage, Charleroi (in Belgio) e

le le condoglianze mie e di tutta

rimarrà a lungo. L'augurio che ci

di Stoccarda (in Germania) sono

l'Associazione).

siamo fatti è che dall'incontro fra

stati nell'ordine i Circoli con i qua-

Alessandro Bonmassar, pre-

la «vecchia guardia» e le «nuove

li ho avuto il piacere di entrare in

sidente del Circolo Centre & Bo-

leve», possano scaturire energia

contatto: si è trattato di incontri

rinage, ha ricordato il recente

ed idee per rilanciare il Circolo.

del tutto informali - l'appunta-

viaggio organizzato con meta il

Nella mia veste di presidente

mento con Luca Martinelli in Lus-

Trentino, per il quale le iscrizioni

della Trentini nel mondo, ritengo

semburgo, ad esempio, è stato in

si sono esaurite in poco tempo, a

che sia stato un viaggio decisa-

un autogrill lungo l'autostrada -

dimostrazione della volontà dei

mente proficuo. I Circoli europei

ma densi di significato e ricchi di

soci sia di ritrovarsi sia di mante-

hanno fatto la storia dell'Asso-

umanità

nere e rafforzare i rapporti con il

ciazione e si sa che in generale

Trentino.

non stanno attraversando un

Al Circolo del Lussemburgo ha aderito il trentatreesimo socio e

A Charleroi sono stato accolto

buon momento, soprattutto a

questo numero, che ricorda il fa-

nella sede del Circolo dal segreta-

causa del mancato ricambio ge-

moso scioglilingua sull'ingresso

rio Giuseppe Filippi, che poi è sta-

nerazionale. Ma ci sono tutti i

trotterellante a Trento, è di buon

to la mia preziosa guida nella vi-

presupposti

auspicio per il futuro del Circolo.

sita al Bois du Cazier, il memoriale

laddove ce ne sia il bisogno, e per

Sotto la brillante guida di Luca

dedicato alla tragedia mineraria

rafforzarli, dove invece l'attività

Martinelli e con una base sociale

di Marcinelle. È un Circolo in buo-

non manca e nemmeno la voglia

Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN)

formata soprattutto da giovani,

na salute, attivo, coeso, del quale

di continuare a fare. Da Lussem-

ha già organizzato una serie di

il 26 novembre ricorreva il 60° di

burgo, Belgio e Germania sono

eventi di grande interesse, come

fondazione: una circostanza che

giunti segnali positivi, incorag-

Per ricevere il giornale: Dal 2020 il giornale dell’Associazione ha cambiato il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati ma soci della Trentini nel mondo. A pagina 29 il modulo per la richiesta di adesione in qualità di socio.

la conferenza sull'epidemia di

è stata celebrata addirittura con

gianti. Dal canto suo l'Associazio-

Covid con la matematica trenti-

l'emissione di un francobollo da

ne è convintamente impegnata

na Ilaria Dorigatti, che insegna

parte delle Poste del Belgio.

a supportare le iniziative che sa-

Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini G. Degasperi - F. Bocchetti - I. Turco M. Grazzi - G. Todeschini

N. 11 - 2021 - Stampato il 2 DICEMBRE 2021 Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.

per

rivitalizzarli,

Fausto Cavallari, sua moglie

ranno messe in cantiere dai vari

Molto motivata e dinamica si è

Renza Schivo, Giuseppe Bazza-

Circoli ed a favorire i contatti fra

confermata Emma Panozzo, pre-

nella e Wilma Dalsass Greco, mi

di loro, per «fare rete» anche in

sidente a La Louviere, dove alle

hanno dato il benvenuto a Stoc-

questo ambito.

iniziative del Circolo partecipano

carda (foto qui sopra). Qui il Circo-

all'Imperial College di Londra.

Armando Maistri

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agenda L'ELEZIONE È AVVENUTA IN OCCASIONE DELL'ASSEMBLEA PLENARIA CHE SI È SVOLTA A LEVICO TERME IL 6 NOVEMBRE

De Bona è il nuovo presidente UNAIE

È

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il primo bellunese a coprire la carica di presidente Unaie – Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati. Parliamo di Oscar De Bona, legale rappresentante dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, che nell’assemblea plenaria svoltasi a Levico Terme sabato 6 novembre, è stato eletto all’unanimità presidente della storica Associazione che, da oltre mezzo secolo, fa da collante con il mondo dell’associazionismo in emigrazione e le Istituzioni nazionali, europee ed internazionali. “Sono davvero onorato di assumere questo incarico – le parole del neo eletto presidente De Bona - e ringrazio i rappresentanti delle associazioni aderenti a Unaie per avermi votato e riposto in me la totale fiducia”. L’elezione è “motivo di orgoglio” anche per l’Associazione Bellunesi nel Mondo da sempre in prima linea all’interno di Unaie sia con Vincenzo Barcelloni Corte, presidente fondatore dell'Associazione, sia con lo storico direttore Patrizio De Martin, entrambi venuti a mancare nel 2019. “Sono convinto che dall’alto anche Patrizio e Vincenzo mi sosterranno. Ci aspettano grandi sfide come Unaie per il prossimo triennio. Di

certo voglio puntare su unità, collaborazione e condivisione”. Ha le idee chiare De Bona: “dobbiamo mettere in atto le buone pratiche. Ogni nostra Associazione ha un’esperienza personale che, messa assieme, può creare delle buone potenzialità con progetti di qualità e mirati sia alle nostre comunità di italiani all’estero, ma anche per lo stesso sviluppo del sistema Italia. Da sempre sostengo, e ne sono sempre più convinto, che dando uno alle nostre realtà associative si ottiene dieci”. A tal proposito si vuole puntare con una maggiore sinergia tra Unaie, Confindustria e Camere di Commercio. “Svilupperemo

ulteriormente la progettualità del Turismo delle radici, che ha permesso a Unaie di ottenere un contributo da parte del Ministero degli Esteri per organizzare un evento dal titolo “Meraviglie italiane” concretizzato nel 2019 a Montreal. Una iniziativa che spero continuerà nel 2022 in Sud America tra Argentina, Messico e Brasile. All’Assemblea Unaie è stata letta anche la relazione morale da parte della presidente uscente Ilaria Del Bianco. Una relazione che ha riassunto i tre anni di attività da lei portati avanti: “Abbiamo cercato di offrire ai nostri associati anche dei servizi e delle opportunità. Con soddisfazione ce l’abbiamo fatta. Anche perché per la prima volta abbiamo realizzato un progetto sostenuto dal Ministero degli Esteri e sono convinta che questo è solo un inizio. Sono sempre stata molto legata all’Unaie fin dagli inizi del 1990 e sono fiera di farne parte come Associazione Lucchesi nel Mondo”. Sempre nella relazione, Del Bianco ha puntato sul futuro stesso dell’associazionismo in emigrazione: “dobbiamo cambiare marcia. È finito il tempo delle lacrime e degli abbracci. Le nostre

Associazioni devono essere viste come opportunità di scambio e di crescita. E abbiamo tutte le carte in regola per realizzare tutto questo”. Dopo l’approvazione del bilancio si è passati all’elezione del Presidente. La stessa Del Bianco ha proposto la figura di Oscar De Bona, approvato da tutti all’unanimità dopo ampia partecipazione al dibattito. “È importante che tra di noi ci si incontri più spesso. Le tecnologie messe in atto per fronteggiare il Covid-19 ce lo permettono. Per questo motivo dobbiamo organizzare una videoriunione a cadenza bi-mensile e non mancherà l’obiettivo di accrescere i nostri associati, portando Unaie a superare le 25 Associazioni iscritte a livello nazionale”. Certo non bastano le video riunioni. È necessario l’incontro diretto. “A breve - conclude De Bona - organizzeremo un incontro con il sottosegretario agli Esteri Della Vedova. L’Unaie è presente e le sfide non ci spaventano. Non da ultimo un doveroso ringraziamento alla presidente uscente Ilaria Del Bianco. Grazie davvero per quello che hai fatto e che continuerai a fare come presidente onorario”. (aise)

Il direttivo: Armando Maistri è vicepresidente vicario Oltre che da De Bona, il direttivo è composto da Armando Maistri (Trentini nel mondo) come Vicepresidente vicario; Stefania Schipani (Filitalia) vicepresidente; Luigi Papais (Ente Friuli nel mondo) tesoriere; e dai consiglieri Paolo De Gavardo (Giuliani nel mondo), Sebastiano D’Angelo (Ragusani nel mondo), Stefano Veronese (Vicentini nel mondo) e Franco Conte (Trevisani nel mondo). I revisori sono Olivier Dario (Uniteis), Nicola Stivala (Gente Camuna), e un rappresentante dei Piemontesi Nel Mondo da definire. Il collegio dei Probiviri è formato da Franco Minussi (Giuliani Nel Mondo), Salvatore Bri-

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no (Ragusani Nel Mondo) ed Aldo Degaudenz (Trentini Nel Mondo). Completano la squadra il direttore dello

staff Francesco Bocchetti (Trentini Nel Mondo) e il portavoce del presidente Marco Crepaz (Bellunesi Nel Mondo).


agenda

Passerella in Bosnia-Erzegovina per i piatti della tradizione trentina

È

stato un successo su tutta la linea: così il presidente della Trentini nel mondo, Armando Maistri, ha commentato la trasferta che dal 23 al 27 novembre ha portato in Bosnia Erzegovina una rappresentanza dell'Associazione in concomitanza con la «VI Settimana della Cucina Italiana nel Mondo», rassegna annuale promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, finalizzata alla promozione delle tradizioni culinarie e della cultura eno-gastronomica italiane. L’edizione 2021 della manifestazione si è concentrata sui legami che uniscono la cucina italiana a quella bosniaco-erzegovese, declinati lungo il tema della sostenibilità dalla produzione al consumo degli alimenti. In linea con la storica presenza di importanti comunità di origini trentine in Bosnia-Erzegovina, l’edizione 2021 della «Settimana» ha contemplato una specifica caratterizzazione regionale: protagonista è stata infatti la tradizione culinaria del Trentino, la cui cucina – proprio grazie alla collaborazione tra l'Ambasciata d'Italia a Sarajevo e l'Associazione «Trentini nel Mondo» - è stata al centro delle serate in programma in numerosi ristoranti a Sarajevo (Spazio Gourmet, Dos Hermanos, Margherita, Tavola, La Nostra Cucina), Mostar (Peperino, Prestige), Tuzla (Mamamia) e Banja Luka (Kod Brke, nella foto in basso a sinistra), dove si sono potuti gustare piatti tipici quali risotto allo spumante e strangolapreti o orzetto. Sempre nel quadro della «Settimana», gli studenti di istituti alberghieri della capitale bosniaco-erzegovese hanno avuto l’oppor-

Grazie alla collaborazione tra l'Ambasciata d'Italia a Sarajevo e la Trentini nel Mondo, la cucina tipica è stata al centro delle serate in programma in numerosi ristoranti a Sarajevo, Mostar, Tuzla e Banja Luka

tunità di imparare dagli chef trentini alcuni piatti emblematici della tradizione italiana (foto qui sotto a destra), arricchendo il proprio background in vista del loro prossimo futuro professionale. A conclusione della rassegna, il 27 novembre gli chef trentini Elio Tonetta e Luca Agostini hanno tenuto una masterclass dal vivo nel centro di Sarajevo al Dom Mladih di Skenderija. La «Settimana 2021» ha inoltre ospitato dibattiti e approfondimenti sull’enogastromia contemporanea e sulla sostenibilità alimentare con esperti nutrizionisti ed esponenti della cucina locale fortemente legati per

esperienza professionale alla cucina italiana, e da sempre promotori di sinergie tra le produzioni locali e la cucina del Bel Paese. «Balkantina» (negozio che promuove la gastronomia come luogo di incontro tra cultura, turismo e mercati alimentari) ha offerto una selezione di prodotti accuratamente selezionati, pensando all'abbinamento dei migliori sapori della cucina tradizionale. Prosciutto crudo locale, aceto balsamico di fichi, olio d'oliva, pomodori secchi sott'olio e le migliori grappe da gustare insieme a delizie della cucina trentina.

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attualità

Polenta e crauti protagonisti sulle «L 4

’Italia sminuzza i crauti» titola il giornale francese «Libération» nell’edizione di sabato 20 novembre e dedica due pagine al piatto invernale che arriva in tavola in tutta l’area alpina, retaggio della dominazione tedesca. Presente in tutta la cucina povera, dal centro Europa ai Balcani. Ma per parlarne, “Libération” manda un giornalista (da Parigi) e un fotografo (da Venezia) in Val di Cembra (dove i francesi hanno scorrazzato alla fine del XVIII secolo) in casa di Danilo e Daniela Petri, a Segonzano. Tutto è nato per caso (anche se nulla è legato al caso). Un giornalista trentino (Luca Endrizzi, nella foto in alto) da dieci anni free lance a Parigi, dove vive, ha contattato Nereo Pederzolli (giornalista

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Il quotidiano francese nella sua edizione del 20 novembre ha pubblicato un articolo a firma di Luca Endrizzi, giornalista free lance trentino che vive a Parigi. Per quanto riguarda la lavorazione del cavolo cappuccio, la sua fonte è stata Danilo Petri, che lo coltiva in Val di Cembra

ex Rai, appassionato di cucina, “fine conoscitore della gastronomia del Trentino” lo definisce “Libération”) chiedendo lumi sulla polenta e crauti, un piatto povero, tipico dell’area tedesca, ma non solo, diventato “tradizionale” da secoli anche nelle valli trentine. Una pietanza acida che il quotidiano francese “Libération” voleva proporre ai suoi 140 mila

lettori dal palato fino. Col passaparola è stato facile arrivare in val di Cembra, valle che, come dovrebbero sapere anche i francesi che l’hanno messa a ferro e fuoco alla fine del XVIII secolo, ha una cucina da terra avara. Ma dove non manca mai il ben noto “piat de bòna céra”. In casa di Daniela e Danilo Petri, poi, neanche dirlo. I crauti con polenta, quindi. Se

in val di Gresta, negli anni Settanta del secolo scorso, lo slogan era “dal campo alla dispensa”, nel nostro caso va modificato in “dal campo alla cucina”. Pressoché “a metri zero”, con gli ingredienti base cresciuti due passi sopra casa, nei campi terrazzati, sul versante sud del Doss Venticcia. Spiega Luca Endrizzi, il giornalista italo-fancese ai lettori di “Liberation” di sabato 20 novembre 2021: “La gastronomia italiana non usa quali ingredienti principali i cavoli fermentati o il mais. Ma si tratta comunque di un piatto tipico di una provincia italiana, il Trentino, il cui capoluogo, Trento, è meglio conosciuto all’estero per aver ospitato tra il 1545 e il 1563 il celebre concilio convocato per contrastare la riforma luterana. Una delle caratteristi-


attualità

le pagine di «Libération» zione. Si versa la farina nell’acqua bollente e si continua a mescolare fino ad ottenere una buona consistenza, niente di più facile. Al momento della raccolta, si usava interamente la pianta del mais. Con le foglie si imbottivano materassi e cuscini, si fabbricavano poi i ripiani delle seggiole. La pannocchia, una volta sgranata, era utilizzata come materiale da costruzione delle abitazioni e pure si facevano tappi per le bottiglie. Infine, lo stelo era utilizzato per la lettiera degli animali da stalla”. Il giornale francese “Liberation” racconta ai propri lettori che la polenta si cucinava già al tempo dei romani. Con le granaglie disponibili, naturalmente, poiché il mais fu introdotto in Europa dopo la scoperta (o la conquista, dipende dai punti di vista) delle

Americhe da parte degli europei. Quanto al cavolo cappuccio, scrive il giornale parigino, è presente ben prima della coltivazione dei mais in Trentino. Almeno dai tempi del concilio di Trento (1545-1563). I cavoli fermentati sono chiamati “crauti” perché il termine deriva dal tedesco “sauerkraut”, letteralmente “erba acida”. Nel Trentino povero, dal XVIII alla prima metà del XX secolo la polenta di mais era portata in tavola tre volte al giorno. Spesso senza companatico e senza verdure. Ci avessero accompagnato i crauti si sarebbe evitata l’endemia di pellagra che colpì a lungo i contadini delle valli: da Terragnolo a Cavedine, alla val di Cembra. Oggi i crauti si accompagnano con le salsicce e le puntine di maiale. Rivolto ai lettori fran-

cesi, il reportage di “Liberation” non poteva che finire in gloria. Con il “consiglio del gastronomo locale, Nereo Pederzolli, il quale suggerisce di accompagnare la polenta e crauti con un bicchiere di bollicine”. Champagne, ça va sans dire. Alberto Folgheraiter © 2021 Il Trentino Nuovo

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www.iltrentinonuovo.it

Tutte le foto (eccetto quella di Luca Endrizzi) sono di Alberto Folgheraiter

che del Trentino è senza dubbio quella di trovarsi su una linea di demarcazione tra mondo latino e mondo germanico, costituita dalla presenza delle Alpi. Una frontiera fisica ma anche culturale. In questo senso la polenta e i crauti costituiscono la proiezione di codesta situazione geografica”. “Il mais – spiega a Luca Endrizzi, inviato da Parigi, Stefania Dallatorre, ricercatrice del museo etnografico di San Michele all’Adige – è arrivato nella nostra provincia dalla regione di Venezia nel corso del XVII secolo. Ci sono documenti che attestano la sua presenza sul mercato. Così come è certo che è stato coltivato nelle valli dalla prima metà del XVIII secolo. […] Il mais, sotto forma di polenta, a partire dal 1750 diventa la base dell’alimentazione della popola-

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attualità

Intensa giornata trentina per Kadrija Hod Nato nel 1958 , ha origini trentine: ad emigrare in Bosnia Erzegovina fu la nonna, partita da Aldeno. Dopo la laurea in economia ha conseguito un master e un dottorato

Dal 2009 è professore di Macroeconomia presso la Facoltà di Economia di Tuzla. Nel gennaio 2021 è stato nominato Primo Ministro del Cantone di Tuzla

U 6

Relatore al convegno EZA-UNAIE «Economia del Covid e la situazione dei lavoratori in Bosnia Herzegovina» era il titolo della relazione che Kadrija HodŽic ha tenuto a Levico Terme durante la sessione mattutina del 6 novembre del convegno EZA- UNAIE «Mobilità dei lavoratori europei dopo (durante) la pandemia».

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n incontro che si è svolto lungo il filo della storia quello tra il Presidente del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, Walter Kaswalder, i consiglieri Denis Paoli e Alex Marini (consultori per l’emigrazione) e il Primo Ministro del Cantone di Tuzla della Federazione di Bosnia Erzegovina, il professor Kadrija Hodžic. E il filo della storia è quello che lega il Trentino alla Bosnia dove centinaia di famiglie trentine si trasferirono a partire dal 1880. Tra loro c’era anche una bambina di Aldeno, una Menegoni che con i suoi si stabilì nei pressi di Banja Luka. Lì, diventata adulta, s’innamorò di un giovane di Tuzla che sposò e dal quale ebbe quattro figli. Questa ragazza originaria di Aldeno era la nonna del Presidente Hodžic che nell’incontro a palazzo Trentini nel pomeriggio del 6 novembre non si è limitato a raccontare con orgoglio questa sua vicenda personale; l’ha inserita nella vicenda dei trentini che hanno avuto un ruolo importante nella storia della Bosnia e della città di Tuzla, oggi la terza città bosniaca dopo Sarajevo e Banja Luka. «Nella mia città – ha detto - non c’è edificio, non c’è chiesa ortodossa, cattolica, moschea o sinagoga, che non abbia il segno della mano di un trentino. I lavoratori venuti dal Trentino hanno contribuito a creare la storia della città. Erano abili costruttori, che seppero battersi per i diritti dei

A colloquio con Walter Kaswalder, Presidente del Consiglio Provinciale lavoratori e che hanno compiuto il miracolo di inserirsi bene nella nostra terra mettendo solide radici». Radici, ha raccontato il professor Hodžic, che sono ancora salde e sono tenute vive dall’associazione Rino Zandonai di Tuzla. «Parole – ha affermato Walter Kaswalder – che ci rendono orgogliosi della nostra gente che ha saputo lasciare un segno positivo con il lavoro». L’oggi della Bosnia e quindi del Cantone di Tuzla è ancora difficile ma, ha aggiunto il professor

Hodžic, ci sono segni di ripresa: l’occupazione è cresciuta del 2% e del 22% le esportazioni. Però il Cantone ha un bilancio magro, 230 milioni di euro. Anche per questo il rapporto col Trentino e con l’Italia (uno dei principali importatori dei prodotti bosniaci) è importante. «Abbiamo una storia comune – ha detto il Primo Ministro - una mentalità simile e profondi legami culturali e sarebbe un peccato che questi punti in comune non sfociassero in una collaborazione sul piano culturale e economico». Il Presidente Kaswalder, che ha presentato alla delegazione di Tuzla, accompagnata dal presidente della Trentini nel Mondo Armando Maistri, le principali tappe della nostra autonomia, ha assicurato l’impegno per cercare di mobilitare investimenti nella zona di Tuzla. Alex Marini, che ha visitato il Cantone pochi mesi fa, ha assicurato a Hodžic che il memorandum di collaborazione istituzionale è all’attenzione dell’Ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento.


attualità

dŽic, Primo Ministro del Cantone di Tuzla

Ritorno alle radici: ospite nel municipio di Aldeno ricevuto dalla sindaca Alida Cramerotti

U

n momento di grandissima emozione, condivisa da tutti i presenti: così Alida Cramerotti, sindaca di Aldeno, descrive l'incontro avuto con Kadrija HodŽic, Primo ministro del Cantone di Tuzla (Bosnia Erzegovina) presso la sala consiliare del Comune nel pomeriggio di sabato 6 novembre. Emozione nel sentire Kadrija descrivere con fervore ed orgoglio cosa ha rappresentato la presenza degli emigrati dal Trentino per lo sviluppo della città di Tuzla e dell'intera regione; emozione nel percepire che il legame con la terra di origine dei suoi avi in Kadrija è molto forte. A partire da Aldeno, nel 1883, furono i suoi trisavoli Sperandio Menegoni e Teresa Comper, insieme con altre 24 famiglie di compaesani. La loro nipote Cecilia, figlia di Romano Menegoni e Fiorentina Stimpel, diventerà la nonna di Kadrija. «Ho espresso il desiderio - afferma la sindaca - che quello del 6 novembre non rimanga un fatto isolato ma sia solo il primo di una lunga serie di incontri: quel movimento migratorio di fine Ottocento costituisce un patrimonio storico comune per le due comunità, quella di Aldeno e quella di Tuzla, e mantenerne vivo il ricordo e approfondirne la conoscenza deve

diventare un impegno condiviso e uno spunto per creare rapporti e legami, coinvolgendo in particolare le nuove generazioni». Un impegno al quale anche la Trentini nel mondo può dare il suo contributo, grazie alla presenza a Tuzla di un Circolo (che tra l'altro porta il nome dell'ex direttore dell'Asso-

ciazione, Rino Zandonai), e ai contatti coltivati nel corso degli anni. A ricordo dell'incontro, a Kadrija sono stati regalati un quadro con una riproduzione della chiesa del paese e una confezione con i vini della cantina sociale. Vini che l'ospite ha dimostrato di conoscere ed apprezzare. «Come

omaggio abbiamo scelto il vino, sia perché è un prodotto di eccellenza del nostro territorio, sia perché la vite veniva già coltivata nel periodo storico quando ci fu quell'emigrazione» spiega Alida Cramerotti. A dare il benvenuto a Kadrija - che era accompagnato dal presidente della Trentini nel mondo, Armando Maistri, dal presidente dell'Associazione degli italiani di Tuzla «Rino Zandonai» Tihomir Knezicek e da Edvard Cucek, bosniaco di origini trentine, che ha fatto da interprete - c'erano (tra gli altri) il parroco don Renato Tamanini; il maresciallo dei Carabinieri, Erminio Paternuosto; il comandante dei Vigili del fuoco volontari, Damiano Muraglia; il presidente del locale gruppo dell'Associazione Nazionale Alpini, Denny Carpentari; il presidente della sezione di Aldeno dell'Associazione nazionale Carabinieri, Mauro Dallago; il presidente del Consiglio comunale, Simone Muraglia, il vice sindaco Oscar Beozzo e le assessore Maria Chiara Giovannini e Giulia Coser. NELLA FOTO: uno scorcio della piazza del paese, durante la «Festa provinciale dell'emigrazione» che si è svolta ad Aldeno nel 2016.

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attualità

Santa Paolina, mai scoraggiata anche se soffiavano venti contrari L

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a mia tesi, intitolata «Ogni donna in libertà è un pericolo: la Pia Unione delle Figlie di Maria nel comune di Nova Trento-SC», si è concentrata su questa istituzione legata alla Chiesa Cattolica. Aveva lo scopo di riunire le donne sole, promuovere le virtù cristiane e preservare la purezza con la protezione della Vergine Maria e di Sant'Agnese. La ricerca si è basata su tre metodi di analisi: documentario, bibliografico e ricerca sul campo, in cui è stato possibile intervistare diverse donne che hanno fatto parte delle «Figlie di Maria» a Nova Trento negli anni '60, ultimo periodo in cui questa associazione era attiva in città. Forse pochi lo sanno, ma Santa Paolina fu la direttrice fondatrice della Pia Unione delle Figlie di Maria a Nova Trento. Amabile Lucia Visintainer non solo fondò la Congregazione delle Piccole Suore dell'Immacolata Concezione, dedicata a raccogliere giovani donne che volevano seguire la vita religiosa consacrata, ma fondò anche le Figlie di Maria, il cui scopo era quello di raccogliere giovani donne non sposate, portandole o alla vita religiosa o alla vita matrimoniale.

Allargò i propri orizzonti, emi-

grando a San Paolo, per fare ulteriori passi con la Congregazione che aveva fondato. Ci sono molti esempi di dedizione alla comunità, alla vita religiosa. Non si è mai scoraggiata, «anche se soffiavano venti contrari». Per quanto riguarda le Figlie di Maria, Amabile avviò questa associazione il 13 novembre 1890, per coincidenza lo stesso anno in cui iniziò la Congregazione religiosa devozionale. Molti storici sottolineano che la Congregazione delle Piccole Suore nacque da

Pubblichiamo il testo della relazione dal titolo «La grande devozione per Santa Paolina in Brasile e nel Sud America» tenuta dalla giornalista Elis Facchini in occasione del convegno «Sulle tracce di Santa Paolina», che si è svolto a Trento il 17 ottobre

questa Pia Unione delle Figlie di Maria e che per molto tempo entrambe mantennero un forte legame. Vale la pena notare che molte di queste suore, tra cui Amabile, parteciparono a ritiri, presiedettero riunioni e svolsero attività di segreteria; e molte Figlie di Maria divennero aspiranti della Congregazione.

dedicato molto del suo tempo alla

Ma sottolineo che erano due

Aiutò persino a costruire la

pulizia di questa piccola chiesa,

istituzioni distinte: una rivolta al

piccola cappella della comunità

fino all'età di 25 anni. Da adulta,

pubblico laico - composto da ra-

di Vigolo, un quartiere di Nova

fondò la Congregazione delle Pic-

gazze non sposate - per condurle

Trento che prende il nome dal suo

cole Suore dell'Immacolata Con-

al matrimonio, e l'altra destinata

paese natale. Amabile ha anche

cezione e delle Figlie di Maria.

allo sviluppo e all'ordinazione alla

opere della Chiesa.

vita religiosa consacrata. Un altro punto che vale la pena

sottolineare

menzionare è che Amabile posse-

che Amabile era una donna con

deva una religiosità molto forte.

grandi capacità imprenditoriali.

Questo può essere visto sia in epi-

Questo è evidente in diversi epi-

sodi della sua vita ancora in Italia,

sodi della sua vita, dall'infanzia,

sia in momenti speciali e decisivi

attraverso

fino

in terra brasiliana. In diverse si-

all'età adulta. Da bambina, quan-

tuazioni, ricorse a San Giuseppe

do viveva nel piccolo paese di Vi-

e alla Vergine Maria, per i quali

golo Vattaro, Amabile era sempre

aveva una profonda devozione.

coinvolta nella comunità, aiutava

Questo perdurò fino ai suoi ultimi

i suoi nonni e i suoi genitori, lavo-

momenti di vita, a San Paolo, già

rava in una fabbrica dove veniva

malata di diabete e senza un brac-

prodotta la seta, per contribuire al

cio. Non perse mai la speranza, né

mantenimento della famiglia. Da

tantomeno la fede, anche di fron-

È

importante

l'adolescenza,

adolescente, già in Brasile, Amabile operava come catechista ed era direttamente coinvolta nelle

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«Figlie di Maria» di Nova Trento, negli Anni 50. Indossano abiti completamente bianchi e portano nastri blu con all'estremità una medaglia della Madonna, simbolo della «Pia União das Figlie di Maria».

te a tante difficoltà. Ho avuto l'opportunità di lavorare al Santuario di Santa Paoli-


oltre a circa trenta chiese e cap-

na a Nova Trento come addetta

Oggi, il Santuario di Santa Pa-

stampa nel 2012 e 2013. Durante

olina è il secondo più visitato del

questo periodo ho assistito da vi-

Brasile, secondo solo al Santuario

La maggior parte di queste

cino alle manifestazioni di fede

Nazionale di Aparecida, situato

chiese e cappelle sono dedicate

di centinaia di pellegrini e turisti

nello Stato di San Paolo.

agli stessi santi di devozione dei

pelle sparse in vari quartieri.

che venivano in visita al San-

Da informazioni diffuse dalla

paesi d'origine da cui provengono

tuario. Erano devoti provenienti

direzione del Santuario e dal Di-

i nostri immigrati trentini: Sant'A-

da tutte le regioni del Brasile e

partimento di Cultura e Turismo

gata, San Rocco, San Vigilio, San

anche dall'estero - soprattutto

di Nova Trento, la città accoglie

Giorgio. La forte religiosità catto-

da altri paesi dell'America Latina

in media circa 70 mila persone

lica fu portata dagli immigrati e

come Argentina, Uruguay, Para-

al mese, tra turisti e pellegrini.

perpetuata nelle terre brasiliane.

guay e Cile.

Tuttavia gli ultimi dati raccolti

E non solo la religiosità, ma an-

Innumerevoli volte ho senti-

nel luglio 2018 da Santur - l'en-

che diversi aspetti culturali: la

to testimonianze di persone che

te responsabile per lo sviluppo

lingua - come il dialetto parlato

hanno ottenuto grazie per inter-

del turismo nello Stato di Santa

ancora oggi in diversi quartieri di

cessione di Santa Paolina. Perso-

Catarina - evidenziano che Nova

Nova Trento - e la gastronomia ti-

ne guarite dal cancro, donne che

Trento è arrivata a ricevere men-

pica - con particolare enfasi sulla

sono riuscite a rimanere incinte -

silmente anche fino a circa 270

polenta e altri piatti della cucina

dopo essere state completamente

mila persone, tra turisti, escur-

italiana, come la pasta e le pizze

ripudiate dai medici - persone che

sionisti e passanti - ovvero coloro

- sono altre caratteristiche che ci

sono sopravvissute a procedure

che sono solo di passaggio a Nova

legano direttamente all'Italia.

mediche estremamente delicate,

Trento e scelgono di fare una

Credo che la religiosità sia an-

come l'asportazione di un organo

sosta per visitare il Santuario e

cora la più grande eredità lasciata

o un trapianto. Persone che non

assistere a una messa. Questo

dai nostri immigrati, e soprattut-

avevano più le gambe, ma che

numero, purtroppo, è sceso note-

to da Santa Paolina. La guida poli-

viaggiavano su piccole moto adat-

volmente a causa della pandemia

tica e religiosa di Amábile è stata

tate per venire al Santuario a rin-

di Covid-2019, ma lentamente la

fondamentale per lo sviluppo e

graziare per la loro salute e per le

città si sta riprendendo.

per aver reso Nova Trento quello

benedizioni che ricevevano quo-

La devozione era ed è così intensa

Vale la pena infine notare che

che è oggi: una mèta per centina-

tidianamente dalla Santa. È sta-

che si manifesta anche con pelle-

Nova Trento è l'unica città del Bra-

ia di pellegrini e turisti che ven-

to molto emozionante seguire la

grinaggi fatti a piedi, in bicicletta

sile che ha due santuari religiosi,

gono in cerca di grazie, in cerca di

storia di queste persone che non

o con diversi mezzi di trasporto, a

quello di Santa Paolina e quello di

accoglienza e gratitudine.

potevano trattenere le lacrime.

volte in gruppo o individualmente.

Nostra Signora del Buon Soccorso,

Elis Facchini

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attualità

G

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ary e Spike sono due personaggi a fumetti nati a metà degli anni ‘70 dalla matita di Fulvio Bernardini. L’avventura editoriale prende corpo e diventa pubblica nel 1977 sulla «Pagina dei Ragazzi» del settimanale «Vita Trentina» proseguendo negli anni successivi con collaborazioni in ogni settore della comunicazione, quotidiani, periodici, radio, televisione, danza, animazione e pittura. RACCONTARE IN MODALITÀ ANTROPOLOGICA. Le narrazioni a fumetti ruotano principalmente sul mondo degli umani e sono scritte e supportate da accurate ricerche filologiche dallo stesso autore e che spesso si completano con una morale. Lo stile grafico è rivolto ai giovanissimi con un occhio di riguardo anche verso agli adulti, grazie all’intrigo narrativo complesso e alle rubriche di approfondimento. Il linguaggio non è mai vol-

Il Trentino narrato a fumetti su Instagram, l'innovativa idea di Fulber gare e nei dialoghi di determinate situazioni traspare sovente una vena poetica. I due protagonisti sono calati nel ruolo di esploratori del tempo pronti ad affrontare con un taglio educativo, argomenti di varia natura: dall’identità territoriale, costume e tradizione di comunità di persone, ai fenomeni sociali. Dagli stili di vita sostenibili e alla prevenzione dei pericoli, allo studio di eventi meteorologici estremi, fino alle scienze della salute. DAL «GRAPHIC JOURNALISM» TRADIZIONALE A QUELLO 2.0. Oggi con l’avvento dei linguaggi digitali si è deciso il varo su INSTAGRAM del brand: «Trentino_Comics Gary&Spike Comics Influen-

cer™» un profilo dedicato per la prima vota ai due simpatici influencer immaginari, Gary e Spike, grazie ad un fornito archivio di storie a disposizione. Un cambio di passo nel modo di comunicare degli eroi a fumetti di Fulber, decisamente più social e che prevede attraverso l’utilizzo del network INSTAGRAM, la pubblicazione di storie a fumetti che narrano il Trentino postate sul modello delle quadruple (foto a destra sulla pagina a fianco): quattro vignette unite nel formato quadrato già collaudate nelle versioni cartacee. Alle avventure sequenziali sono affiancati i fotocartoon (foto a sinistra sulla pagina a fianco), coloratissime immagini fotografiche di interesse turistico che mescolano il reale con il fantastico.

Ricercatori della Fondazione Mach tra i migliori scienziati al mondo

U

n importante riconoscimento internazionale arriva per la Fondazione Edmund Mach a conferma dell'alta qualità della ricerca scientifica svolta nel campus di San Michele all'Adige. Nella classifica Top Scientists, appena pubblicata dalla Stanford University, figurano otto ricercatori del Centro Ricerca e Innovazione FEM che si sono distinti a livello mondiale per autorevolezza scientifica sulla base del numero di pubblicazioni e di citazioni nelle relative aree disciplinari. I ricercatori FEM che fanno parte di questa preziosa lista,

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composta da circa 100mila ricercatori classificati in 22 campi scientifici e 176 sottocampi, sono: Panagiotis Arapitsas,

Franco Biasioli, Damiano Gianelle, Stefan Martens, Annapaola Rizzoli, Nico Salmaso, Kieran Tuohy, Urska Vrhosek.

Un traguardo importante come sottolinea il prof. Mario Pezzotti dirigente del Centro Ricerca e Innovazione: “Questo risultato evidenzia l'eccellenza e la rilevanza internazionale dei ricercatori di FEM in specifiche tematiche strategiche e peculiari della Fondazione, cioè agricoltura, ecologia, ambiente ed alimenti". Il ranking dei migliori scienziati al mondo, realizzato dalla Stanford University in collaborazione con la Elsevier ed il database per la ricerca scientifica mondiale “Scopus”, è stato ottenuto analizzando gli impatti della loro ricerca attraverso i principali pa-


attualità

https://www.instagram.com/trentino_comics/ La prima web-avventura è ambientata nella «Casa-Museo degli Spaventapasseri» in Valsugana (e si intitola «I misteri del Mulino Angeli di Marter»), con l’incredibile ma reale vicenda dello spaventapasseri Girolamo (c’è anche la video storia «Cuore di Paglia» realizzata in collaborazione con Maria Marciov). Con la seconda, «Notte a Castel Thun», si entra letteralmente nello splendido maniero di Castel Thun presso Vigo di Ton in Valle di

rametri bibliometrici degli articoli scientifici pubblicati. Si tratta di un aggiornamento di uno studio di bibliometria, la scienza che utilizza tecniche matematiche e statistiche per analizzare la quantità, la qualità e la diffusione delle pubblicazio-

Non, definito uno tra i più bei castelli medioevali d'Italia. La terza web-vicenda, «Gary e i sortilegi di plenilunio» s’ispira al racconto popolare streghesco ambientato nel paesino di Roncone nelle Giudicarie, mentre la quarta, che chiude l’anno 2021, porta sulle montagne dell’Alpe Cimbra nel piccolo villaggio di Luserna, ultimo baluardo di un antico dialetto tedesco, il cimbro. Sull’originalità dell’iniziativa hanno scom-

ni scientifiche all’interno delle comunità scientifiche. Il nuovo rapporto è stato firmato dal prof. John Ioannidis della Stanford University, aggiornato con gli indicatori di citazioni standardizzate, relativi a ben 8,6 milioni di ricercatori di Università e Centri

messo Fulvio Bernardini, titolare della Fulber Creazioni e proprietario dell’archivio illustrato, Asia Giuliani, giovane studentessa della Scuola Grafica Artigianelli di Trento che ha creduto nell’idea, ed Emanuela Filippi, esperta di strategie di marketing turistico e titolare di Efimar Soluzioni Marketing. Tutti assieme coordinati in questo progetto inserito su INSTAGRAM strumento strategico dalle ben note e infinite potenzialità di promozione.

di ricerca di tutto il mondo. L’analisi dei dati bibliometrici ha consentito di stilare la classifica dei 100.000 scienziati top, ovvero il 2% di quelli valutati. Vi sono, in tutto, due classificazioni: la prima basata sull'intera carriera dei ricercatori e la seconda che

invece si riferisce al solo anno 2020. Per ogni ricercatore viene indicato il settore in cui è attivo e il ranking corrispondente, differenziato tra ranking che includono i riferimenti di auto-citazioni e quelli che non li includono (Testo e foto: Uff. Stampa FEM)

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STORIE DI EMIGRAZIONE DAL 1870

#EMIGRAZIONESTORICA #-1850 #AUSTRALIA #PERSONAGGI

"Un ex-studente del Liceo Prati di Trento, brillante e curioso, dopo aver preso i voti sente che la sua vocazione è fare il missionario in luoghi lontani. Non si accontenta dei primi no, e insiste confermando la sua vocazione, finchè non gli viene data l’occasione dal vescovo di Perth. Nel 1846 si imbarca in un viaggio lunghissimo, destinazione Sydney, Australia, insieme ad altri missionari di diversi Paesi. Arrivato a Sydney viene assegnato insieme a due catechisti irlandesi alla penisola di Cobourg, a Port Essington presso un presidio militare chiamato “Victoria”. La penisola, ancora oggi 2021, è un posto quasi inaccessibile, lontano da tutto, immerso nel bush e dominato da animali selvaggi e pericolosi. Un posto inospitale oggi, immaginiamo nel 1846. Mentre viaggiavano verso l’avamposto militare il veliero naufragò, e molti passeggeri tra cui i due compagni di viaggio di Confalonieri, annegarono. Confalonieri si salvò, non si fece scoraggiare e continuò il suo viaggio e la sua missione. Il comandate dell'avamposto Victoria, vedendosi arrivare questo giovane prete (aveva 33 anni all’arrivo in Australia), colto e di buono spirito, rimase senza dubbio sorpreso e ammirato dalla sua tenacia. Accolse quindi la sua richiesta, anche se doveva essergli sembrata sicuramene singolare e pericolosa: Confalonieri desiderava vivere lontano dal presidio, più a contatto con gli aborigeni, da solo nel bush, isolato e inospitale..."

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Opportunità, speranza, bisogno: l'emigrazione secondo gli alunni della scuola «Manzoni» di Trento A lgeria, Colombia, Ecuador, Macedonia, Marocco, Pakistan, Romania, Santo Domingo, Senegal, Spagna, Tunisia e Ucraina: sono questi i paesi di origine di parte degli alunni che frequentano le classi 3a C e 3a E della Scuola media Manzoni di Trento. Una composizione variegata, che è ormai da anni una realtà nella scuola trentina: realtà ben riassunta nel cartellone che visualizza i paesi di origine appeso alla parete di una delle due classi e nel suo titolo, che è anche un bell'invito: «Esploriamo insieme il mondo». La presenza di alunni non solo italiani di origine, è la dimostrazione che anche il Trentino è da tempo una meta dei flussi migratori in atto a livello mondiale. E proprio di emigrazione ha parlato il 12 ottobre la Trentini nel mondo - su invito delle insegnanti di italiano, storia e geografia Annalena Sega e Cristina Battiston - in due distinti incontri con le due classi. L'iniziativa rientrava nelle attività previste dal progetto «Migranti di ieri e di oggi», che coinvolge anche gli insegnanti di inglese e tedesco Mariateresa Pasquetti e Adriano Stano. A fare da filo conduttore all'e-

Foto Ugo Fanti

sposizione fatta da Maurizio Tomasi con l'aiuto di Rosanna Barchiesi, sono state la storia dell'emigrazione trentina e l'attività della Trentini nel mondo, che hanno offerto lo spunto per alcune considerazioni più generali sul tema delle migrazioni. Proprio per questo, al termine dei due incontri è stato chiesto agli alunni di mettere nero su bianco le loro impressioni, di

raccontare cosa li aveva colpiti e interessati, di descrivere la loro idea di emigrazione alla luce anche delle loro esperienze personali e di vita quotidiana. In accordo con le insegnanti è stato così assegnato il «compito» - per chi avesse voluto farlo - di scrivere e poi inviare al nostro giornale le loro riflessioni in risposta alla domanda «cos'è l'emigrazione?». Nelle tre pagine che seguono

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sono pubblicati i testi arrivati alla redazione, nei quali per definire l'emigrazione vengono usate parole come opportunità, speranza, bisogno, nostalgia, scelta coraggiosa, desiderio di libertà, disperazione. Testi da leggere con attenzione e che sarebbe bello potessero avviare un dialogo fra i nostri lettori e chi li ha scritti, come invitiamo a fare a pagina 15.

Panorama della valle di Rio11dos Cedros - 2021


… un fenomeno sociale: una o più persone che si spostano dalla propria terra per raggiungere un’altra meta in cerca di un futuro migliore rispetto a quello che avevano prima. È anche un fenomeno molto doloroso, dato che molte persone hanno bisogno di un lavoro e a causa del colore della loro pelle non lo possono trovare. Dopo l’intervento dell’esperto ho anche scoperto che le persone emigrate spesso vengono trattate malissimo e questo è negativo. (Federico)

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L'EMIGRA ... nostalgia. Non avevo mai considerato il fatto che gli emigranti provino un legame così profondo verso il proprio Paese. Per questo per loro sono importanti le fotografie, le lettere, i canti. Soprattutto gli anziani mantengono vive le tradizioni, insegnando ai giovani il dialetto parlato nella Regione di origine e tramandando le ricette di famiglia e gli abiti tipici. (Matilda)

... spostamento di una o più persone in seguito ai cambiamenti climatici, per cercare lavoro, per cause politiche o religiose. Si definisce «emigrazione interna» se avviene da una regione all'altra dello stesso Stato, si definisce «immigrazione esterna» quella che avviene da uno Stato all'altro. Interessante è stato scoprire che nel 1882, in seguito a devastanti alluvioni che colpirono soprattutto la valle dell'Adige e la Valsugana e che causarono una forte crisi economica, il popolo Trentino incominciò ad emigrare in cerca di fortuna e di migliori condizioni di vita. Le destinazioni principali furono: Stati Uniti, Argentina, Brasile, Messico, Cile, ma anche Svizzera Germania e Belgio. L' Associazione Trentini nel Mondo, presente in 26 Paesi, cerca proprio di essere un punto di riferimento per i Trentini emigrati all'estero, per aiutarli soprattutto a non dimenticare le proprie tradizioni e dialetti. (Giorgia)

… disperazione, ma anche cambiamento. Quando sento parlare di emigrazione, mi vengono in mente le persone che scappano dalla loro patria per vari motivi, senza nemmeno scegliere. Tuttavia non è solo questo: si emigra anche per fare nuove esperienze, per viaggiare ed esplorare. (Caterina)

… relazione. Ho trovato molto interessante apprendere che nel mondo ci sono tanti Circoli Trentini. Anche in Canada, proprio dove io stesso ho parenti. Ci sentiamo spesso al telefono e so che hanno molta nostalgia dell'Italia, ma non possono tornare a causa del Covid. (Gabriele)

… una conseguenza di molti fattori, che nella maggior parte delle volte sono negativi. Non è un fatto solo recente, abbiamo scoperto che c’è sempre stata nella storia dell’uomo. Questo fa capire che da sempre ci sono problemi di soldi di disoccupazione, dignità sociale, legami di affetto. (Alice)

...una scelta coraggiosa che po Trentini a decidere di partire il Brasile, inseguendo l'illu di trovare un lavoro e una casa. però delusi da ciò che trovaro da ciò che non trovarono. Po immaginare lo sconforto e la provate. Grazie però alla determ alla collaborazione e alle conoscenze, riuscirono a re e a sopravvivere in un luogo in Sono rimasto colpito da tut Attualmente, grazie ai Cir i discendenti di queste persone a mantenere i contatti con È un'opportunità veramente im (Andrea M.)

... una scelta coraggiosa, ma anc perché inevitabilmente ci si va a con culture e tradizioni div Non è facile infatti adattarsi a una ad abitudini e a nuovi stili d Gli immigrati sono una ricchezz con il loro lavoro e le loro cono possono contribuire a migliorare il Paese ospit (Cristopher)

... desiderio di libertà, opportunità di cambiare vita e se stessi, è avventura. Sicuramente però è anche pesantezza, nos e frustrazione. Penso ci voglia coraggio per prendere la valigia in mano e salire su una nave, un aereo, un treno, pensando d vita. Emigrare è una cosa fantastica! Un'esperienza sicuramente difficile all'inizio, ma poi credo si arrivi a sentirsi parte del Pae (Dafne) 11 - 2021


AZIONE È... ... bisogno di cambiare vita, una necessità, ma anche un sogno. I miei genitori sono emigrati dalla Romania inseguendo il proprio. (Mario)

ortò molti re verso usione . Rimasero ono, anzi osso solo a rabbia minazione, e loro esistere nospitale. tto ciò. rcoli, e riescono n l'Italia mportante.

che dolorosa a scontrare verse. nuova lingua, di vita. za, perché oscenze

tante.

stalgia di rifarsi una ese ospitante.

… è uno dei tanti esempi che dimostrano come l’umanità stia fallendo. Posso per esempio citare il fatto che i paesi “ricchi” spendono milioni per spedizioni spaziali o militari, e secondo me sono troppi investimenti. Questi soldi potrebbero essere utilizzati per pannelli solari, depuratori per l’acqua… Sarebbe bellissimo vivere in un mondo dove ognuno aiuta il prossimo! (Ghiles)

… un fenomeno che riguarda una o più persone. È uno spostamento dai luoghi di origine per andare a stabilirsi in altri territori per motivi di lavoro, politici o per scappare da una guerra. Quando vengono a mancare, le condizioni necessarie al pieno compimento dei desideri dell’uomo, questo è spinto a cercare un luogo diverso da quello di origine dove “avere miglior fortuna”. Le motivazioni possono essere le più diverse: economiche, politiche, persecuzioni, guerre in atto… (Kejsi)

… è una opportunità per cambiare vita, un’occasione per ricominciare da capo e scappare da guerre e persecuzioni è la speranza di trovare un posto dove venire accettato/a per come si è davvero e non per quello che gli altri vogliono che tu sia. Questo posto però non esiste, ovunque ci sarà qualcuno che ti dice quello che devi fare, quello che non devi fare, come devi essere, come non devi essere. L’importante è andare avanti e seguire i propri sogni. Gandhi diceva: “Sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo”. (Andrea S.)

Invito ai lettori Coloro che, prendendo spunto dalle riflessioni pubblicate su queste pagine, volessero «dialogare» con gli alunni delle due classi, possono farlo inviando i loro messaggi a: redazione@trentininelmondo.it

… una scelta molto importante perché ti può cambiare la vita e se vivi con una famiglia è una scelta che va presa insieme alla famiglia e non da solo. (Ayoub)

... legami e radici. Sono infatti rimasto molto colpito dal fatto che per gli emigranti sia importante tramandare le tradizioni. Penso ad esempio ai dialetti o ai piatti tipici, come la polenta. È stato triste invece scoprire che spesso le persone lasciavano la propria terra perché ingannati e attirati da false promesse. Situazione che purtroppo si ripete anche ai nostri giorni. (Mattia)

… il trasferimento permanente o temporaneo di singole persone o di gruppi in un paese diverso a quello d’origine. Secondo me la maggior parte delle persone emigrano per cause politiche, per cercare una vita migliore, per lavoro o anche per un ricongiungimento familiare. (Atidza)

…. quando una persona vuole cambiare vita e quindi emigra in un altro stato, anche se qualche volta può non andargli bene. (Ivan) CONTINUA A PAGINA 16

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dossier CONTINUA DA PAGINA 15

… molto utile: ci sono molte persone che ancora oggi emigrano e questo vuol dire che nel mondo c’è ancora povertà. Infatti una persona emigra per trovare lavoro, soldi, per avere una casa, per avere insomma una vita migliore. Di solito una persona che emigra non torna più nella sua patria e per questo porta con sé delle foto come ricordo. Io penso che l’emigrazione sia positiva. (Gerta)

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... una necessità. Spostarsi da un luogo in cui si sopravvive a uno in cui si vive. (Denise)

… è un fenomeno sociale in base al quale una o più persone si spostano dal luogo in cui sono nate per andare in una nuova destinazione. Credo sia una cosa molto triste e difficile da affrontare. Penso che chi emigra si senta in una situazione difficile anche perché sa che nel suo luogo di origine non avrebbe avuto un futuro. (Giulio) 11 - 2021

... capacità di adattamento. Anche i Trentini erano migranti e per sopravvivere si adattavano a svolgere i mestieri più diversi, talvolta umilianti e pericolosi. Mi ha colpito in modo particolare la figura dell'arrotino, perché in grado di recuperare oggetti danneggiati. È un mestiere che nelle nostre città non esiste più, eppure sarebbe importante. La nostra purtroppo è sempre più una società consumistica. (Valentina L.)

... un’opportunità, infatti questo fenomeno interessa anche persone qualificate, come medici e ricercatori. Essi lasciano il proprio Paese in cerca di migliori opportunità di lavoro, ma spesso anche perché richiesti per la propria professionalità. (Diana)

….uno spostamento che bisogna fare almeno una volta nella vita per cambiare le abitudini e vivere in un nuovo posto. Ma potrebbe essere anche un evento importante che cambia la storia di un paese. (Montaka)

… riguarda delle persone che cambiano paese dove vivere per trovare un lavoro migliore di quello che hanno, oppure per cause climatiche, o per conflitti. Sono persone alla ricerca di fortuna e di lavoro. Io non ho mai migrato e spero di non doverlo fare, perché secondo me lasciare il proprio paese di nascita è bruttissimo, anche se fosse un posto poco vivibile. (Daniele)

… lo spostarsi da un luogo in un altro per vari motivi. Quando penso all’emigrazione la prima causa che mi viene in mente è la guerra: molte persone devono lasciare la propria patria per questo. La motivazione principale comunque è riuscire a fare una vita migliore. Ho letto su questo argomento un libro che si intitola «Stanotte guardiamo le stelle»: parla di un ragazzino che deve abbandonare la sua patria, l’Afghanistan, perché i suoi genitori sono morti sotto un razzo. (Viola)

... consapevolezza che ognuno dovrebbe poter vivere vicino ai propri cari. Penso in particolare a chi è costretto a lasciare il proprio Paese per gravi motivi personali e al suo dolore nel salutare le persone amate. I governi dovrebbero fare uno sforzo per risolvere i problemi dei cittadini, evitando queste tragedie. È nostro compito aiutare chi viene nel nostro Paese. (Alessandro)


60 anni d’Europa

Se questa è l'Europa...

C

osì titolava un articolo del giornalista e inviato speciale d! «Avvenire», il quotidiano dei Vescovi italiani, Nello Scavo, il 16 novembre scorso. Oggetto del servizio la drammatica vicenda dei migranti bloccati al confine che separa la Bielorussia dalla Polonia. Tragedia per i migranti lasciati al freddo, chi di fronte al filo spinato e all’esercito polacco schierato a difendere il confine, chi rifugiato nella vicina foresta alla ricerca di foglie secche per coprirsi durante la notte; tragedia per i morti, di cui non si conosce il numero, per freddo, denutrizione, percosse (non importa se di mano bielorussa o polacca), lacrimogeni e cannonate d’acqua. Commedia, l’ennesima commedia, da parte di responsabili nazionali e delle istituzioni europee, bravi a declamare i valori fondanti l’Unione, mostrare indignazione accompagnata da qualche centinaia di milioni per tamponare le emergenze, ma altrettanto restii ad affrontare con coraggio e lungimiranza la questione migranti. Questione che non può essere ignorata perché il fenomeno migrazione accompagna la vicenda umana da sempre e non ci sarà alcuna strategia sovranista e autoritaria che lo potrà bloccare. Sulla pelle dei migranti, sostiene Nello Scavo, si è creato un business generato dalla pratica disumana delle barriere, muri e filo spinato. Negli ultimi 50 anni sono stati costruiti oltre 65 muri di confine per respingere i flussi di migranti. Il centro studi «Transnational Institute» di Amsterdam ha calcolato che dal 1990 al 2019 i Paesi Ue dell’area Schengen hanno contrassegnato oltre 1.000 km di recinzioni per 1 miliardo di euro. Filo spinato ed armi fanno riferimento ad un colossale giro d’affari con imprese che ad oggi hanno beneficiato di 1,7 miliardi di euro dal Fondo per le frontiere esterne (FFE) della Commissione europea e di 2, 76 miliardi dal Fondo per la sicurezza interna-frontiere (ISF). Nel bilancio pluriennale Ue 2021-2027, la Commissione ha stanziato 8,02 miliardi di euro al Fondo per la gestione integrata delle frontiere (IBMF), 11, 27 miliardi di euro a Frontex, Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, 1, 9 miliardi di euro di spesa per le sue banche dati d’identità ed Eurosur – Sistema europeo di sorveglianza delle frontiere. Fondi europei tanti, ma anche i governi nazionali non sono da meno. È notizia di questi giorni che il governo polacco costruirà un muro anti migranti per una lunghezza di 180

Oggi le migrazioni vengono criminalizzate o utilizzate, è il caso della Bielorussia, come strumento di pressione ai confini europei. E chi ne fa le spese sono ancora le persone che fuggono da fame, guerre, persecuzioni, negazione di futuro per sé e i propri figli. Persone che cercano libertà, diritti, lavoro e spesso, troppo spesso ritrovano violenze, sevizie, disumanità, morte

chilometri e un’altezza di 5,5 metri per un costo di oltre 350 milioni di euro. La barriera sarà pronta entro giugno 2022. Anche l’Italia non scherza. Un dossier dal titolo «I muri invisibili» apparso sul mensile «Nigrizia» di questo novembre, stima che dal 2015, su un totale di spesa di circa 1 miliardo e 300 milioni di euro, l’Italia ha destinato oltre 666 milioni a equipaggiare e sostenere enti di sorveglianza marittima nazionali, comunitari ed extracomunitari e quasi 150 milioni ai governi africani per impedire il transito delle persone. Ma al di là delle finalità e delle modalità di gestione di queste risorse, la questione di fondo è se tale massa di denaro riuscirà a bloccare o quantomeno contenere i flussi migratori. Io credo di no. La storia insegna che muri, muraglie, valli ed eserciti, anche molto potenti,

non sono riusciti a fermare masse enormi di gente in cerca di nuove terre, di nuovi spazi, di nuove ragioni di vita e di futuro. La domanda è, perché le espressioni politiche e di governo nazionali ed europee sono così refrattarie a trovare risposte comuni e di prospettiva, capaci di andare oltre e semmai di prevenire le ormai continue emergenze? Io credo che tanti politici nazionali ed europei, troppo presi dai sondaggi sui destini delle proprie fortune elettorali, dovrebbero osservare e andare a lezione di umanità da certe espressioni della propria società civile e religiosa. Oggi le migrazioni vengono criminalizzate o utilizzate, è il caso della Bielorussia, come strumento di pressione ai confini europei. E chi ne fa le spese sono ancora le persone che fuggono da fame, guerre, persecuzioni, negazione di futuro per sé e i propri figli. Persone che cercano libertà, diritti, lavoro e spesso, troppo spesso ritrovano violenze, sevizie, disumanità, morte. È per questo che il 16 gennaio 2018 la chiesa polacca, attraverso il presidente della Conferenza episcopale Stanislaw Gadecki, ha dichiarato che il rifiuto di accogliere i migranti è «assimilabile a teorie terroriste di Stato». Oggi, di fronte all’orrore dell’ennesima tragedia che si consuma ai confini della Polonia, ai migranti bloccati e allontanati da un’Europa che si blinda armata di fucili, bombe lacrimogene, cani poliziotto, ci sono volontari di Organizzazioni Non Governative e anche famiglie che sfidano divieti e sanzioni pesanti e portano sollievo, per quanto possibile, ai migranti rifugiati nella foresta, spesso allo stremo delle forze, denutriti, feriti. Resistenza, assistenza. Nella zona di confine dove vige lo stato di emergenza, il simbolo dell’accoglienza è una luce verde alla finestra per dire che quella casa è sicura per il migrante. Vittorino Rodaro (24 novembre 2021)

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circoli

Conclusi i laboratori di Villa Regina Iniziati a settembre, si sono conclusi a fine novembre presso la sede del Circolo Trentino di Villa Regina (Argentina), i workshop proposti nell'ambito del programma «Emprender» della Provincia di Rio Negro. Erano laboratori gratuiti, destinati ai giovani, pensati e realizzati per fornire una formazione utile al loro ingresso nel mondo del lavoro. Nei pomeriggi del sabato si sono svolti i labo-

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ratori di saldatura e di panetteria. Le giornate di martedì e giovedì hanno visto invece in sede gli interessati al laboratorio di «Restauro e Riciclo». Dalla cucitura al decoupage: attraverso una vasta proposta di tecniche sono stati affrontati ed eseguiti vari lavori, con l'intento di ridurre, riutilizzare e riciclare, rinnovando così gli ambienti casalinghi.

A Bento Gonçalves sono state organizzate le «Officine gratuite di storia e saperi» Sempre ricca e varia la proposta di attività del Circolo Trentino di Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul - Brasile). Il «Ponto de Cultura della Vale dos Vinhedos» ha ospitato nel mese di novembre le «Officine gratuite di storia e saperi». «Sono laboratori che fanno conoscere la nostra storia – sottolinea Sandro Giordani, organizzatore dell'intenso calendario di appuntamenti - la storia del Trentino, del Veneto, dei primi migranti. I nostri sape-

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ri, che andiamo ad insegnare, sono come fare l'intreccio della paglia, i cappelli.

Ma anche i saperi della cucina con varie ricette del nord Italia, su tutte quella di strangolapre-

ti, canederli, polenta e tortei de patate. Si studia anche un po' con i libri della biblioteca del Circolo trentino, si impara un po' il Talian e i proverbi. Non mancano i giochi tradizionali: abbiamo riscoperto e fatto conoscere un po' di vecchie feste e giochi che le animavano come il gioco della roulette, della mora, corsa alle barriche, gioco della moneta, dei cavalli, cavo di guerra, gioco dei ferri e molto altro. Un laboratorio è stato dedicato al recupero e archiviazione di foto antiche. Insomma c'è tutto ciò che ci porta a scoprire e ricordare i nostri avi. Ogni settimana c'è un laboratorio o due. Adesso si avvicina la vendemmia e, con i due appuntamenti di dicembre dedicati proprio ai vigneti e al vino chiuderemo l'attività: ci sarà un periodo di stacco e poi si ripartirà».


circoli

Colonia del Sacramento, restaurato il murales «Herencia de nuestras raíces» Lo scorso 12 novembre a Colonia del Sacramento, in Uruguay, è stato reinaugurato il Murales «Herencia de nuestras raíces Eredità delle nostre radici», restaurato nelle settimane scorse dal suo autore, l'artista Anselmo Cabrera (nella foto in alto al lavoro sotto l'occhio attento della moglie Carmen Yoset). Il murales è stato realizzato nel 2005 per iniziativa di monsignor Pedro Wolcan, all'epoca parroco e presidente del Circolo di Colonia del Sacramento, con il sostegno dell'Associazione Trentini nel mondo. Il murales si trova nella Chiesa San José Obrero

e fu inaugurato una prima volta il 5 giugno 2005. Con l'artista lavorarono i suoi alunni del corso di pittura della Casa della Cultura

di Colonia: Lucia Allietti, Edgardo Bo, Rosario Casaña, Gabriela Derrico, Blanca Durand, Renee Forte, Cristina Gonzalez e Ariel Malan.

È un'opera importante e notevole per gli immigrati trentini, perché li rappresenta: rievoca infatti l'arrivo degli immigrati a Colonia e il loro contributo allo sviluppo della zona, passando dalla produzione di prodotti primari all'industrializzazione. Il restauro, voluto da soci e simpatizzanti del Circolo, è stato affidato allo stesso Anselmo Cabrera e al figlio, presenti assieme ad alcuni collaboratori del 2005 alla cerimonia di riconsegna alla comunità dell'opera. Oltre ai soci del Circolo Trentino di Colonia, hanno partecipato il coordinatore dei Circoli trentini in Uruguay, Jorge Zas, che ha portato il saluto in rappresentanza dell'associazione Trentini nel Mondo, il parroco Carlos Quesada e la presidente del Circolo trentino di Carmelo, Teresa Gazza.

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circoli

I 20

l 19 novembre sono riprese le attività in presenza presso la sede del Circolo trentino di Montevideo (Uruguay) e l'occasione è servita ai soci per prendere visione dei lavori di manutenzione che sono stati fatti durante la pandemia per migliorarla. In questo abbiamo avuto un appoggio importantissimo dall'associazione Trentini nel Mondo. La data coincideva con un importante avvenimento: la presentazione del dipinto «La Desmontegada» di Mariela Zilly, socia del Circolo trentino di Montevideo e discendente italiana. La «Desmontegada» è il rientro degli animali nelle stalle del paese, dopo essere stati nei pascoli in quota durante l'estate. È una

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Montevideo: «La Desmontegada» è adesso nella sede del Circolo trentino

animali. Quando venne a cono-

bella tradizione, durante la quale

sta del Circolo Trentino di Rivera-

quadro, è che i personaggi dipinti

i paesi di montagna si vestono a

Livramento di allestire a Rivera

da Mariela rappresentano i com-

festa, gli animali vengono addob-

una mostra d'arte con lavori fatti

ponenti del direttivo del Circolo

bati con fiori e le persone indos-

dai soci dei Circoli trentini dell’U-

e gli associati più stretti. Anche

sano i loro costumi tipici.

ruguay.

le case sono reali, sono la copia di

Lo spunto per realizzare questa

Tra i soggetti prediletti che

opera d'arte è venuto dalla propo-

Mariela ama dipingere ci sono gli

scenza di questa idea, decise di concentrarsi sulla «Desmontegada», rappresentandola in un trittico lungo più di due metri. Il lavoro è stato poi sospeso a causa della pandemia. Ora che è stato portato a termine, il dipinto è stato trasferito nella nostra sede per essere collocato in un luogo adatto: si è deciso di installarlo nella Segreteria, che è stata ristrutturata. Particolare

interessante

del

alcune case “trentine” degli emigranti.


circoli

NELLE FOTO (da sinistra a partire dalla pagina a fianco in alto, in senso orario): Mariela Zilly, l'artista socia del Circolo che ha realizzato l'opera; il saluto dell'Ambasciatore italiano, Giovanni Iannuzzi; uno scorcio della sala principale della sede del Circolo durante la serata; il coordinatore dei Circoli trentini dell'Uruguay, Jorge Zas; (a centro pagina, da sinistra) Mariela Zilly, la Console Generale di Spagna in Uruguay, María Victoria Scola Pliego, Graciela Vivaldelli e il Direttore Capo della Can-

celleria Consolare, Alessandra Crugnola; Hilda Vaia e Ines «Chiche» Ciola firmano il «Libro degli Illustri Visitatori» del Circolo; la presidente del Circolo (a sinistra) Silvia Norbis con Mariela Zilly; la Dirigente Scolastica dell'Ambasciata Italiana, Antonella Agostinis; Alfiero Vivaldelli con la figlia Liliana; (da sinistra) Jorge Zas, Antonella Agostinis, Silvia Norbis, l'Ambasciatore Giovanni Iannuzzi e il Direttore Capo della Cancelleria Consolare, Alessandra Crugnola.

Molti gli ospiti autorevoli pre-

Trentino di Montevideo, Enzo

senti alla cerimonia di presenta-

Murara, era sposato con Carme-

zione. Siamo stati onorati della

la, galiziana simpatica e allegra,

presenza dell'Ambasciatore ita-

molto amata da tutti. Molti sono

liano Giovanni Iannuzzi e di sua

gli esempi di questo legame.

moglie. Presenti dall'Ambasciata

Il dipinto è stato scoperto

anche il Direttore Capo della Can-

dall'Ambasciatore italiano Gio-

celleria Consolare, Alessandra

vanni Iannuzzi e dalla Presidente

Crugnola e Antonella Agostinis,

del Circolo Silvia Norbis con ac-

Dirigente Scolastica.

canto Mariela Zilly. Tutti hanno

Altra presenza diplomatica di

apprezzato la bellezza dell'opera e

rilievo è stata quella del Console

tutte le personalità di spicco sono

Generale di Spagna in Uruguay,

state invitate a firmare il «Libro

María Victoria Scola Pliego, an-

e per diversi anni - presidente del

È forte il legame tra italiani e

che lei di origini italiane, il cui

Centro Galiziano di Montevideo.

spagnoli, che costituiscono le

ultimo incarico diplomatico era

Ad accompagnare Julio Ríos, an-

più grandi comunità emigrate

Abbiamo chiuso l'evento condi-

stato a Roma.

che Francisca Muiños, presidente

in Uruguay e il loro lavoro e la

videndo una deliziosa cena, sug-

degli Illustri Visitatori» del Circolo trentino di Montevideo.

Il legame che Mariela Zilly ha

della Commissione Culturale del

loro spinta sono stati una parte

gellata da un brindisi alla cultura

con la comunità spagnola è noto,

Centro Galiziano e altri importan-

fondamentale per far progredire

trentina e italiana e al futuro del

dal momento che suo marito Julio

ti rappresentanti della comunità

questo Paese. Un grande pre-

Circolo, che sta per festeggiare i

Ríos è stato fino a poco tempo fa -

galiziana.

sidente del passato del Circolo

75 anni di fondazione.

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gente e fatti

La gioia di Carmela e Filippo per il premio al figlio Antoine Fra i partecipanti al convegno EZA-Unaie che si è svolto a Levico dal 5 al 7 novembre,

c'erano

anche

Filippo Nardon e la moglie Carmela Nona del Circolo trentino di Liegi (Belgio), che avevano una bella storia da raccontare che riguarda il loro figlio. «Siamo genitori felici e orgogliosi di nostro figlio di 17 anni. Antoine in questo anno

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difficile del Covid ha dedicato il

anche per gli ottimi risultati nel

suo tempo ad aiutare due amici

suo percorso di studi.

e una amica nel conseguire il

A settembre Antoine ha ini-

diploma necessario per potersi

ziato un master in turismo a

iscrivere all’università. Li ha

Liegi che durerà tre anni, con

aiutati soprattutto nel ritro-

possibilità di fare esperienza

vare la motivazione giusta per

all’estero: e noi speriamo tanto

aveva preso parte insieme ai

andare avanti nello studio.

che la possa fare in Trentino!»

genitori al soggiorno per fami-

Grazie a quello che ha fatto ha

La foto a destra ritrae Antoi-

glie organizzato dalla Trentini

ricevuto il premio al merito del-

ne in occasione della consegna

nel mondo a Cavedine: un'e-

la provincia di Liegi per il suc-

dell'attestato di merito. L'altra

sperienza che Antoine ricorda

cesso raggiunto dai suoi amici e

risale invece al 2011, quando

ancora con grande piacere.

Ouro Fino, Jacutinga e Monte Sion insieme per «Il sentiero dell'immigrante italiano» Anche la città di Ouro Fino (Minas Gerais – Brasile), insieme ai comuni di Jacutinga e Monte Sion, parteciperà al progetto «Il sentiero dell'immigrante italiano», promosso dal consigliere comunale di Ouro Fino, Paulo Henrique Chisté. Il percorso fa riferimento agli italiani che da più di 130 anni sono residenti nei rispettivi comuni. Obiettivo del progetto e far conoscere e diffondere la storia degli antenati, ripercorrendo gli itinerari fatti per raggiungere e stabilirsi nei comuni. Il progetto

dott. Dario Savarese, che ha af-

istituzionale del consolato.

ha il sostegno del Consolato della

fermato essere un'iniziativa di

Repubblica d'Italia a Belo Hori-

grande valore dei comuni, che

zonte, nella persona del Console

potranno contare sul sostegno

A fine ottobre Paulo Henrique Chisté ha avuto un incontro presso l'ufficio del sindaco di Ouro Fino,

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Enrico Rossi Wolf. All'incontro hanno partecipato anche Odival Bertolassi, coordinatore del turismo di Jacutinga, Euclide Nascimento, assessore al segretario di governo, Newton José de Carvalho, capo del governo di Jacutinga, Romilda Rodrigues, storica di Ouro Fino e Fabio Bolognani del dipartimento di cultura d'Ouro Fino. Secondo il sindaco Enrico Rossi Wolf, grazie al progetto si realizza un’importante collaborazione tra i comuni e si realizza un’iniziativa che valorizzerà le famiglie di origine italiana delle città coinvolte e che manterrà viva la memoria della loro storia.


gente e fatti

Padre Benigno, Laura Versini e Rino Zandonai ricordati in Messico nel «Día de Muertos» L'1 e il 2 novembre in Messico

sistemano le tombe; nelle case,

Il 1 novembre si festeggia-

Calvera Catrina, «la Signora del

si celebrano le festività comune-

negli uffici e nei locali pubblici

no tutti i Santi e in quella data

giorno dei Morti»; Angelo A. Diaz

mente note come «Todos San-

vengono allestiti altari dove ven-

i bambini si vestono da san-

vestito come San Michele Arcan-

tos» o «Día de Muertos». Si ritie-

gono posti sale, acqua, cibo, can-

ti per assistere alla messa; il 2

gelo nel giorno di Ognissanti; un

ne che in queste date i familiari

dele, coriandoli e il caratteristico

novembre si commemorano i

altare a Xalapa; scorcio di un ci-

e gli amici tornino dall'aldilà per

fiore «cempazuchitl», teschi di

defunti, preparando gli altari,

mitero; l'altare dedicato a padre

vedere i loro conoscenti e stare

zucchero o cioccolato, dolci tipici

andando al cimitero e facendo

José Benigno Zilli Manica, Laura

di nuovo con loro: per questo si

e talvolta anche foto di parenti o

celebrare messe in loro ricordo.

Versini e Rino Zandonai

visita il cimitero, si puliscono e si

amici già deceduti.

Nelle foto (in senso orario): la

Marisol Sampieri

Il cempazuchitl (Tagetes erecta) è una pianta

Il fiore è tuttora uno degli elementi tradizionali del

originaria del Messico, dal profumo intenso e dai ri-

Giorno dei Morti, che non manca mai nelle offerte e

flessi gialli o arancioni, che fiorisce per tutta l'estate

negli altari che i messicani solitamente innalzano

e l'autunno ed è diventata un caposaldo del Giorno

e accompagnano con il cibo preferito del defunto,

dei Morti. Il nome significa: fiore con venti petali. In

oltre che con fotografie e altri oggetti per ricordarli.

epoca preispanica, le donne messicane associavano

La tradizione è di fare dei percorsi con petali di ca-

il colore giallo di questo fiore al sole e lo usavano ne-

lendula, dall'ingresso principale all'altare della casa

gli altari, nelle offerte e nelle sepolture dedicate ai

per guidare le anime verso la luce e il suo profumo

loro defunti.

verso il banchetto disposto in loro onore.

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gente e fatti

Ricordato padre Zilli Manica a cinque anni dalla scomparsa

I 24

l 24 novembre 2021 è stato commemorato il quinto anniversario della morte di José Benigno Zilli Manica, che con il suo instancabile desiderio di conoscenza e ricerca si era assunto il compito di studiare e tramandare la storia degli immigrati italiani in Messico. Nel 1981 ha pubblicato il suo primo libro su questo tema: «Italianos en México» (Ediciones San José). Sono poi seguiti «Braceros italianos en Mexico: ¡Llegan los colonos!» (1989); «La Villa Luisa de los italianos (un proyecto liberal) nel 1997 e «La Estanzuela» (1998). Ci sono poi diversi libri scritti in collaborazione con Renzo Tommasi, storico dell'immigrazione trentina in Messico, fra i quali «Tierra y Libertad!» e «Messico: la terra promessa». Gli fu conferito il titolo di Cavaliere all'Ordine al merito della Repubblica Italiana e nel 2014 ha ricevuto «L'Aquila di San Venceslao», massimo riconoscimento della Provincia Autonoma di Trento, per il suo prezioso contributo nell'indagine sulla migrazione dal Trentino nel 1882 al Messico: nella foto a centro pagina, il momento della consegna da parte di Aldo Degaudenz (primo a sinistra nella foto), della Trentini nel mondo e di Renzo Tommasi (a destra).

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Sacerdote, scrittore e filosofo, maestro e amico, nel suo cuore c'era il desiderio che tutti i discendenti conoscessero le proprie origini e non dimenticassero

il sacrificio dei propri antenati. Ogni anno nell'omelia celebrata per commemorare l'arrivo degli italiani in Messico, sottolineava che i nostri nonni hanno sempre

instillato «l'amore di Dio, della famiglia e del lavoro" e che dobbiamo continuare a trasmetterlo di generazione in generazione. Preoccupato per i giovani e soprattutto per i bambini, pochi giorni prima della sua scomparsa sentì il bisogno di scrivere dei decaloghi per le scuole primarie, secondarie e superiori. Quando li ebbe finiti, disse: «Bisogna pubblicarli». Quest’anno famiglia e amici lo hanno ricordato offrendo con una messa in suo suffragio nella cattedrale di Xalapa. C’è stata poi la deposizione di una composizione floreale nella stessa cattedrale, accanto alla sua urna (foto in alto a sinistra). In un successivo momento conviviale (foto in alto a destra), è stato ricordato attraverso un video in cui familiari e amici hanno condiviso aneddoti. È stato anche presentato il video «Decalogos del Padre Zilli» che si trova alla pagina www.youtube.com/ watch ?v= YyQKKGNZ_bY Monica Zilli


gente e fatti

«La mia storia d'emigrazione ha più anni di me»

N

el pieno rispetto delle severe norme anticovid, venerdì 20 agosto, a Strigno, nell’ambito della rassegna «Venerdì del Nazionale» – organizzata dall’associazione «Mondinsieme» per «ricominciare ad essere Comunità e vivere esperienze collettive intrecciando storie e temi» - l’incontro dal tema «Vai e vieni: vicende di emigrazione» ha fatto registrare il tutto esaurito! Relatori e protagonisti della serata sono stati Giuseppe Pasquazzo (Beppino de Ai) di Ivano Fracena (a destra nella foto) e Moussa Traorè, un giovane emigrante della Costa d’Avorio, i quali hanno avuto modo di esporre le motivazioni della loro emigrazione. Il moderatore dell’incontro, Bruno Pecoraro (al centro nella foto), dopo aver presentato gli ospiti e fatto una panoramica degli obiettivi dell’evento, ha dato la parola a Giuseppe (Beppino) Pasquazzo che ha iniziato con queste parole «La mia storia d’emigrazione ha più anni di me!». I suoi genitori Giovanni Pasquazzo “Ai” e Virginia Armellini erano partiti da Ivano Fracena come gli attuali migranti. Infatti Beppino è nato in Belgio, poi è tornato in Italia e qui ha frequentato le elementari per poi tornare in Belgio, successivamente risiedere in Svizzera per dieci anni, per poi tornare nuovamente in Belgio. «Nelle miniere di Marcinelle i tedeschi, durante la guerra, mettevano i prigionieri russi. Poi una volta finito il conflitto, ci sono finiti loro. Per un anno, come pri-

Giuseppe Pasquazzo, già presidente del Circolo trentino di Liegi, ha raccontato la sua esperienza in un incontro pubblico nell'ambito della rassegna «I venerdì del Nazionale» organizzata a Strigno dall'associazione «Mondinsieme»

gionieri». Beppino ha vissuto a più riprese l’esperienza dell’emigrato: in Svizzera (anni '60) e in Belgio, per esempio. È sempre rimasto legato al piccolo paese d'origine. «Dal 2001 sono in pensione, da allora vivo sei mesi a Ivano Fracena e gli altri sei in Belgio». Nessuno

nella sua famiglia ha mai lavorato in miniera. «Alla fine della guerra, nessun belga voleva andare a lavorare lì sotto. Risolsero il problema nel 1946 con la firma di un protocollo con l’Italia: voi ci fornite la manodopera, noi vi diamo il carbone. Agli italiani fecero tante promesse, pochissime mantenu-

te e i nostri connazionali lavoravano e vivevano in condizioni disperale. Trattati male. Malissimo. Ricordo ancora i cartelli alle porte delle case e dei bar che vietavano l'ingresso agli italiani». L'8 agosto del 1956 si consumò la tragedia di Marcinelle, (nella foto in basso la stele che li ricorda) dove persero la vita 262 minatori «tutti soffocati da fumo e dai gas tossici». Soltanto dopo quel tremendo evento, gli italiani non lavorarono più nelle miniere del Belgio e vennero sostituiti da greci e turchi. Da quell'8 agosto 1956 gli italiani non vennero più considerati fannulloni o indesiderati. Negli anni 70 la silicosi provocò la morte di molti ex minatori italiani, tra i quali diversi trentini. Quest'anno ricorrono i 75 anni dalla firma del protocollo tra Italia e Belgio. A partire dal 1946 anche diversi trentini andarono a lavorare nelle miniere: lavoro e soldi per loro, in cambio di carbone per lo Stato italiano. Emigrati per necessità, per scappare dalla povertà e dalla difficile ricostruzione. Ora il Belgio è cambiato: si veda il caso di Elio Di Rupo, figlio di emigrati abruzzesi e di madre analfabeta. Negli anni ha scalato i gradini della politica belga diventando prima presidente del partito socialista, poi ministro e infine Primo ministro del Belgio. «Voi italiani cosa pensereste se in Italia vi fosse un Primo Ministro figlio di emigrati?», così Beppino ha chiuso la serata e si è guadagnato gli applausi dei presenti! Maurizio Pasquazzo

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dal Trentino

Presentato a Terragnolo il libro sull'emigrazione dalle Valli del Leno verso la Franche-Comté in Francia

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«La Francia secondo loro è un paradiso - L'emigrazione dal Trentino verso la Franche Comtè (dal 19° al 21° secolo)» è il titolo del libro presentato a Terragnolo venerdì 12 novembre presso la Sala civica nella frazione di Piazza. Autore del libro, che racconta la migrazione a fine '800 dalle Valli del Leno verso la regione dell'est della Francia, è Frederic Spagnoli. «Il libro - ha spiegato in apertura di serata Spagnoli - è una versione aggiornata e divulgativa della mia tesi di dottorato discussa nel 2007. Ci sono foto ed interviste, oltre al materiale delle ricerche d'archivio realizzate sia in Francia che in Trentino: è un libro che unisce due terre. Ho cercato di raccontare la situazione delle Valli del Leno che portò alla decisione di partire e cosa trova-

rono in Francia. Ma anche come vivono oggi i discendenti». Frederic Spagnoli (a destra nella foto), professore associato

di lingua e cultura italiana presso l'Università di Franca Contea (Université de Franche-Comté) con sede a Besançon (Francia), ha origini trentine: suo nonno Arturo nel 1923 emigrò da Volano verso la Francia. La presentazione fatta a Terragnolo, che ha avuto come moderatore il giornalista Maurizio Tomasi (direttore responsabile di questo periodico), è stata introdotta dai saluti del sindaco di Terragnolo, Massimo Zenatti, e dell'assessora alla cultura, Rachele Zambelli: entrambi hanno espresso apprezzamento per il lavoro di ricerca fatto da Frederic Spagnoli, che ha riportato alla luce episodi e documenti pressoché sconosociuti, ed hanno auspicato che quanto prima si possa arrivare alla traduzione in italiano del testo (il libro è in

francese) in modo che la storia ricostruita nelle sue pagine possa diventare patrimonio comune delle comunità delle Valli del Leno. Il libro è stato dedicato a Rino Zandonai, direttore della Trentini nel mondo tragicamente scomparso nel 2009 (era fra i passeggeri del volo aereo Air France Rio de Janeiro-Parigi, precipitato nell'Ocenao Atlantico) che incoraggiò e aiutò Spagnoli a fare la sua ricerca. L'incontro del 12 novembre è stato trasmesso in diretta sul canale YouTube dell'Associazione Trentini nel mondo, sul quale è possibile vedere la registrazione.

Sette mostre per celebrare i 170 anni del «Museo Civico di Rovereto» Nel 1851, nel periodo della dominazione austriaca in Trentino, un gruppo di cittadini roveretani decise di costituire una Società privata che avrebbe avuto come scopo quello di conservare e valorizzare il patrimonio e le collezioni della città che essendo privati erano quindi salvi da possibili acquisizioni straniere. Sono passati 170 anni da quel giorno: il Museo Civico di Rovereto ha visto cambiamenti epocali, statutari, nuove sedi e nuove sfide. La Società e la Fondazione Museo Civico di Rovereto hanno deciso di celebrare questo importante traguardo con una serie di

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iniziative che hanno preso il via nel mese di agosto e proseguiranno durante il resto dell'anno. La memoria di questo ente centenario che ha attraversato la

Storia è fatta dagli oggetti, dai reperti che animano le sale e i depositi, e soprattutto dai personaggi che hanno lavorato per rendere accessibili a tutti colle-

zioni preziose e che hanno contribuito con le loro ricerche a una maggiore conoscenza del territorio e dell'uomo. A partire da domenica 1 agosto una sala del Museo della Città viene dedicata all'esposizione «7 storie per 1 museo», nella quale sette diverse narrazioni si stanno avvicendando, una di seguito all'altra, ogni tre settimane accompagnate dall'uscita di una nuova puntata di un podcast. È un'iniziativa realizzata in collaborazione con la Società Museo Civico di Rovereto, con il contributo di Fondazione Caritro.


dal Trentino iL MUSEO CIVICO DI ROVERETO HA RICORDATO CASSIANO CONZATTI CON LA MOSTRA TEMPORANEA «UNA VITA PER LA BOTANICA»

Quell' erbario unico al mondo

N

Il trentino Cassiano Conzatti

ell'ambito degli eventi legati alle celebrazioni dei 170 anni del Museo Civico Rovereto (vedi articolo sulla pagina

precedente), dal 26 ottobre fino al 14 novembre 2021 è stato esposto per la prima volta al Museo della Città di Rovereto l'erbario messicano raccolto da Cassiano Conzatti e conservato presso la Fondazione Museo Civico di Rovereto. Cassiano Conzatti (1862-1951) è stato un personaggio eclettico di origine trentine che, come molto spesso accadde, fu costretto a emigrare in Messico alla ricerca di fortuna. Giunto oltreoceano poverissimo, egli riuscì comunque a completare gli studi, per poi intraprendere una brillante carriera di botanico ricercatore e professore universitario. L'erbario donato alla Fondazione Museo Civico di Rovereto - in parte dal Conzatti stesso, in parte dalla figlia Victoria - consta di quasi 1.700 campioni. Si tratta di una collezione di piante exsiccatae, ovvero raccolte e seccate sotto pressa, risalente al primo Novecento, che solo recentemente, grazie alla sua catalogazione da parte dei botanici del Museo, si è rivelata essere di notevole spessore sia per l'importanza storica che la valenza scientifica. I campioni d'erbario sono organizzati in teche secondo la famiglia sistematica di appartenenza, montati su fogli originali e completi di cartellino riportante informazioni precise (nome scientifico, luogo di raccolta, data, raccoglitore, ecc.) scritte a mano dallo stesso Conzatti. Il valore scientifico dell'erbario è legato soprattutto alla ricchezza in tipi, ovvero

è un botanico che ha mosso i primi passi nella Sezione Botanica del Museo Civico di Rovereto. Nel 1881 emigrò in Messico in cerca di fortuna. Oltre oceano intraprese una brillante carriera di botanico ricercatore e professore universitario di quei campioni raccolti e utilizzati per descri-

state ritrovate tra i campioni all'interno delle

vere una nuova specie per la scienza. In par-

teche, così come numerosi disegni botanici fatti

ticolare, i tipi messicani conservati a Rovereto

proprio dallo stesso Conzatti.

sono 56, descritti non solo da Conzatti ma an-

L'erbario custodito dalla Fondazione Museo

che da altri botanici internazionali vissuti tra

Civico di Rovereto non è l'unico raccolto da

Ottocento e Novecento. Il campione più antico

Conzatti: sono più di 20 i suoi erbari registrati

presente nell'erbario Conzatti risale al 1886

ufficialmente e sparsi per il mondo, ma la col-

mentre quello più recente è datato 1944.

lezione custodita a Rovereto è tra le più impor-

Per quanto riguarda la provenienza, i campio-

tanti a livello mondiale, dopo quella conserva-

ni sono stati raccolti in oltre 20 stati messicani.

ta nell'Università di Città del Messico e quella

Tra i 1687 campioni catalogati, 17 hanno prove-

dello Smithsonian Institution di Washington.

nienze diverse dal Messico, in particolare USA

Sull'erbario roveretano di Conzatti sono sta-

ed Europa. Si tratta di campioni che furono spe-

ti pubblicati due articoli scientifici sulla rivista

diti a Conzatti da botanici di fama internaziona-

della Società Botanica Italiana da parte dei

le come C. G. Pringle, C. J. M. Grand e M. Gandoge,

botanici della Fondazione Museo Civico di Ro-

in seguito a rapporti epistolari e scambi di ma-

vereto, inerenti il loro lavoro di catalogazione

teriale. Varie di queste lettere tra botanici sono

e alcune prime elaborazioni.

Giulia Tomasi

Alla mostra è dedicato un podcast narrato dall'attore Nicola Sordo, con le voci di Filippo Prosser e Giulia Tomasi botanici della Fondazione Museo Civico e con la presenza straordinaria di Victoria Conzatti, figlia di Cassiano. Questo il link per ascoltarlo: www.fondazionemcr.it/7storie_per_1museo

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dal Trentino

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ltre 20 anni di studi e ricerche si sono conclusi con la pubblicazione dell’«Opera Omnia di Martino Martini» in sei volumi (e otto tomi) racchiusi in un unico cofanetto. Un lavoro corale di portata europea che ha coinvolto un nutrito stuolo di ricercatori italiani ed europei nell’ambito di due decenni e che sarà presto tradotto anche in cinese. L’«Opera Omnia» di Martino Martini (Trento 1614Hangzhou 1661), missionario gesuita, scienziato, storico e cartografo trentino - presentata il 25 novembre a Trento - raccoglie la vasta produzione di opere a stampa e testi manoscritti dell’autore, integralmente tradotti e annotati criticamente. Ideata da Franco Demarchi, docente dell’Università di Trento e da Giuliano Bertuccioli, diplomatico e sinologo dell’Università di Roma La Sapienza, l’«Opera» che è stata completata con la direzione di Riccardo Scartezzini e la cura scientifica di Federico Masini, viene pubblicata in diversi volumi a partire dal 1998, con il contributo della Diocesi di Trento, della Provincia Autonoma di

Con il sesto volume si è conclusa la pubblicazione dell'«Opera Omnia» di Martino Martini

Trento e della Regione Trentino Alto Adige. Il Volume VI di recente pubblicazione, che conclude la serie, include gli indici ragionati e la copia anastatica originale di un epistolario inedito con la traduzione italiana annotata. Pensato come conclusione naturale dell’«Opera Omnia», durante la stesura ha incluso materiali inediti, rinvenuti in archivi e biblioteche europee con la collaborazione di sinologi degli atenei di Roma e Napoli (F. Masini, Luisa M. Paternicò, D. Antonucci) oltre ad esperti e sinologi europei.

Un lavoro aperto a nuovi contributi, data l’esistenza di ulteriore materiale inedito, mentre è in fase di attuazione la pubblicazione integrale dei volumi in lingua cinese. Nato da famiglia trentina e missionario in Cina nel Seicento, Martino Martini, uno dei padri degli studi sinologici, ha il merito di avere diffuso in Occidente la geografia, la storia e lo studio della lingua e cultura della Cina. Quattro secoli or sono Martini riuscì infatti a pubblicare le sue opere in ben sette lingue durante un viaggio che nel 1653, di rientro dalla Cina, lo portò ad attraversare l’Europa da Bergen a Roma, entrando in contatto personale ed epistolare con i maggiori espo-

La home page (www.martinomartinicenter.org) del sito del «Centro Studi Martino Martini» di Trento

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nenti dell’aristocrazia e della cultura europea. Giunto in Cina nel 1643, in un periodo di transizione tra le dinastie Ming e Qing, completò la storia della Cina in Sinicae Historiae Decas Prima e l’occupazione mancese nel De Bello Tartarico Historia, un best seller dell’epoca di cui si ebbero quattro edizioni in latino ad Anversa, Colonia e Vienna e cinque traduzioni (tedesca, italiana, francese, inglese e olandese), nonchè il Novus Atlas Sinensis, una grande opera di geografia moderna in cui delineò le 15 province cinesi con mappe dotate di coordinate geografiche (le prime della Cina in Europa) e ne descrisse confini e aspetti geografici ed economici generali, ma anche culturali e socio-antropologici degli abitanti. NELLE FOTO: a centro pagina, un ritratto di Martino Martini di Michelina Wautier (Antwerp, 1654) e qui sopra il busto collocato a Trento dall'Unwione Commercio Turismo e Attività di Servizio in occasione del suo cinquantesimo di fondazione.


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