MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ADERENTE ALLA F.U.S.I.E
12/2021
Foto: Mart
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue
anno 64°
Fino al 13 febbraio 2022 il Mart di Rovereto ospita la mostra «Depero New Depero» (articolo alle pagine 13-16)
CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo
Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay
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Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia
Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit
Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong Tasmania, Townsville
Germania - 6 circoli - 3 delegazioni Colonia, Dortmund, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino, Monaco, Norimberga
Belgio - 4 circoli - 2 delegazioni Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo, Bruxelles Bolivia - 1 circolo La Paz Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla
Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia - 1 circolo Bogotá Danimarca - 1 circolo Copenaghen Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi
Gran Bretagna - 2 circolo Londra, Trentini UK-Irlanda Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo - 1 circolo Lussemburgo
Brasile - 61 circoli Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè
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Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti) Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù Peru - 1 circolo Lima Portogallo - 1 circolo Portogallo Romania - 1 circolo Romania Serbia - 1 circolo Indija Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 6 circoli - 1 delegazione Amriswil, Basilea, Ticino, Winterthur, Zofingen Sciaffusa Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela - 1 circolo Caracas
editoriale IN QUESTO NUMERO Pagine 2-3 AGENDA Pagine 4-9 ATTUALITÀ Pagine 10-11 EDITORIA Pagina 12 FROM HOME TO HOME Pagine 13-16 EVENTI: LA MOSTRA «DEPERO NEW DEPERO» AL MART DI ROVERETO Pagina 17 IN RICORDO: FRANCO ASTE Pagine 18-22 CIRCOLI Pagina 23 60 ANNI D'EUROPA Pagine 24-28 DAL TRENTINO
Il «fattore umano» è e rimarrà centrale
L’
epoca che stiamo attraversando porterà con sé profondi mutamenti, tali da coinvolgere pienamente l’esistenza delle persone e delle organizzazioni. La pandemia ha portato cambiamenti, non solo nel panorama economico del mondo moderno, ma ha anche rafforzato gli aspetti negativi della situazione geopolitica globale. Il sistema economico di pro-
duzione, fondato sulla crescita infinita, sembra non essere più sostenibile dal punto di vista del consumo delle risorse ed è quindi urgente favorire modelli che abbiano l’obiettivo di mettere insieme sostenibilità ambientale
ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO Presidente Direttore Armando Maistri Francesco Bocchetti TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E
Direzione, amministrazione e redazione Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale M. Anderle, G. Bacca, C. Barbacovi, B. Cesconi, A. Chemotti, A. Degaudenz, S. Giordani, H. La Nave, A. Leonardi, B. Fronza, E. Lenzi, A. Maistri, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, M. Setti, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini G. Degasperi - F. Bocchetti - I. Turco M. Grazzi - G. Todeschini Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Per ricevere il giornale: Dal 2020 il giornale dell’Associazione ha cambiato il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati ma soci della Trentini nel mondo. A pagina 29 il modulo per la richiesta di adesione in qualità di socio. N. 12 - 2021 - Stampato il 27 DICEMBRE 2021 Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.
ed economica. Una piccola parte della popolazione mondiale si è ulteriormente arricchita in questi ultimi tempi; i poveri sono aumentati; si muore
La Trentini nel Mondo ci sarà anche dopo questa terribile pandemia, saprà adattarsi al “nuovo”, nella consapevolezza che i valori di solidarietà, amicizia e fratellanza sono la base fondamentale non solo della sua storia ma anche della sua stessa esistenza presente e futura
ancora di fame e malattia, tanti
guente aumento di utilizzo delle risorse naturali. L’allungamento della vita in conseguenza del progresso della cura sarà inesorabile. La comunicazione ed i mezzi per veicolarla sempre più velocemente, cambierà il modo di abitare un territorio, l’intelligenza artificiale sostituirà gran parte dei processi cognitivi, finora patrimonio esclusivo dell’essere umano. “Abbiamo cominciato a credere nel potere, confondendolo con il progresso, e così qualsiasi accrescimento di capacità viene visto come un beneficio. Il segno della distorsione tecnologica che si è impadronita delle nostre coscienze è il nostro disprezzo per la debolezza” (Papa Francesco). La Trentini nel Mondo, in oltre sessant’anni, ha costruito una rete globale che ora è in continua evoluzione. L’organizzazione si
bambini non ce la fanno a vivere.
momento. ”L’era post pandemi-
regge in gran parte sul volonta-
Tante guerre sono tuttora pre-
ca sarà molto complicata, molto
riato, con un nucleo centrale di
senti nel mondo e altre sul punto
instabile e fragile e difficilmente
collaboratori operosi, indispen-
di iniziare.
lascerà spazio a esperimenti so-
sabili a far funzionare questa
La crisi climatica, la devastante
ciali che possono portare a deci-
grande macchina.
perdita della biodiversità, che si
sioni errate. Quindi analizzare e
La Trentini nel Mondo ci sarà
aggiungono alle profonde disu-
conoscere quanto sta avvenendo
anche dopo questa terribile pan-
guaglianze tra emisferi – acuite
ora, vuol dire osservare ciò che
demia, saprà adattarsi al “nuovo”,
di sicuro dalla pandemia - sono
verrà, sapendo che l’incertezza è
nella consapevolezza che i valori
ora diventate emergenze non più
un elemento che potrà diventare
di solidarietà, amicizia e fratel-
rimandabili nel tempo.
opportunità solamente avendo
lanza sono la base fondamenta-
Una crisi economica - pres-
piena conoscenza e consapevo-
le, non solo della sua storia, ma
soché generalizzata - e la que-
lezza del presente, oltre che del
anche della sua stessa esistenza
stione sanitaria derivante dalla
passato.
presente e futura.
pandemia Covid 19 - lasciano ora
I fenomeni moderni sono poco
Il fattore umano, inteso in tut-
prevedere tempi di risoluzione
conosciuti - anche poco studiati -
ta la sua complessità sociale, è e
più lunghi, questi però contribu-
soprattutto per quanto riguarda
sarà l’elemento centrale sia delle
iranno ad accelerare la modifica
l'impatto nei contesti organizza-
nostre ipotesi che delle nostre
dei processi socio-economici.
tivi sociali: il riferimento è in par-
azioni.
Solo tutti insieme possiamo
ticolare all'invecchiamento della
È con la consapevolezza di que-
provare a costruire un’economia
popolazione e alla pervasività
sto che voglio prima ringraziare
che rispetti l’ambiente e l’uomo,
della tecnologia. Questi fattori
tutte le persone coinvolte in que-
e come dice il Papa: “A volte cam-
influenzeranno
significativa-
sto grande quadro e poi inviare i
minare insieme significa conti-
mente le trasformazioni future,
miei auguri per il Natale e le festi-
nuare a sopportare i disaccordi,
cambiando il modo di consumare
vità che concludono l’anno.
per lasciarli trascendere a un
e vivere, con un sempre maggior
livello superiore in un secondo
tasso di urbanizzazione e conse-
GRAZIE e AUGURI! Armando Maistri
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agenda
Messa di Natale «in diretta» dalla sede dell'Associazione La sala intitolata a Rino Zandonai nella sede della Trentini nel mondo, il 15 dicembre ha ospitato la messa di Natale: l'anno scorso il tradizionale appuntamento di fine anno non aveva potuto svolgersi a causa della pandemia e proprio il suo perdurare anche quest'anno ha indotto la Trentini nel mondo a non organizzare la messa in una chiesa ma non a rinunciare all'appuntamento. Grazie alla disponibilità dell'Arcivescovo emerito, mons. Luigi Bressan, il rito religioso è stato celebrato nella sede e per la prima volta è stato anche diffuso in diretta streaming sul canale You-
tube dell'associazione. Durante la messa ci sono stati i canti eseguiti da alcuni componenti del coro della cattedrale di Trento, accompagnati alla pianola da don Gaetano Castiglia. Al termine della messa ci sono
stati gli interventi di quattro sacerdoti trentini, o di origine trentina, da altrettanti paesi nel mondo (da sinistra a destra nelle foto in basso): padre Emerson Correr, da Piracicaba (Brasile), padre Ferruccio «Frank» Bertagnolli, da
Engadine (Australia), don Claudio Nereo Pellegrini da Limburgo (Belgio) e monsignor Pedro Olano Wolcan, da Tacuarembó (Uruguay). Parlando rispettivamente in portoghese, inglese, italiano e spagnolo, hanno proposto alcune riflessioni sul tema del Natale. La diretta è stata conclusa dal saluto del presidente della Trentini nel mondo, Armando Maistri (nella foto qui sopra).
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«L'emigrazione è...», iniziativa apprezzata Chiara Ghetta, dirigente scolastico dell'«Istituto Comprensivo Trento 6», ha avuto parole di apprezzamento per la Trentini nel mondo e per l'iniziativa che ha visto l'associazione collaborare con le classi 3a C e 3a E della scuola media Alessandro Manzoni, nell'ambito del progetto «Migranti di ieri e di oggi», promosso e coordinato dai docenti Annalena Sega, Cristina Battiston, Mariateresa Pasquetti e Adriano Stano. Dopo l'incontro sull'emigrazione che le due classi avevano
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avuto in ottobre con due rappresentanti della Trentini nel mondo, gli alunni erano stati invitati ad esprimere le loro riflessioni, sul tema «L'emigrazione è...». I testi scritti dagli alunni sono
stati pubblicati nel numero di novembre 2021 di questo giornale e il 7 dicembre una copia della rivista è stata consegnata ad ogni alunno delle due classi. All'incontro presso la scuola, che è sta-
to seguito «in remoto» dalla dirigente scolastica, ha partecipato anche Frederic Spagnoli, in collegamento da Besançon, in Francia, dove insegna all'Università Franche-Comté. Spagnoli si è complimentato con i ragazzi per l'impegno dimostrato e per la profondità delle loro riflessioni.
agenda
«Settimana della cucina italiana», in Bosnia è stata un successo
L
e premesse che la trasferta in Bosnia Erzegovina per presentare i piatti trentini nell'ambito della sesta «Settimana della cucina italiana» - la rassegna annuale promossa a livello monadiale dal Ministero degli Esteri per la promozione delle tradizioni culinarie e della cultura eno-gastronomica italiane - sarebbe andata bene, c'erano tutte: c'era stata la positiva esperienza a Tuzla in settembre, quando la gastronomia trentina era stata la protagonista della «Giornata della cucina italiana», evento che aveva richiamato centinaia di persone nella piazza centrale della città; c'era l'organizzazione dell'Ambasciata italiana, che era stata testimone del successo dell'iniziativa di Tuzla; ed erano stati messi a disposizione alcuni prodotti trentini di eccellenza. Ed è stato «un successo su tutta la linea», come ha affermato
il presidente della Trentini nel mondo, Armando Maistri, al rientro dalla trasferta, che si è svolta dal 23 al 27 novembre. La delegazione trentina era composta da due «squadre»: quella guidata dal presidente Armando Maistri, insieme con lo chef Luca Agostini (primo a sinistra nella foto qui sotto), Paolo Rossi e Mariano Peterlini e quella con a capo il direttore dell'Asso-
ciazione, Francesco Bocchetti, e composta dallo chef Elio Tonetta (foto in basso a sinistra), Franco Calliari, Aurora Calliari e Renzo Tommasi. Il programma di attività è stato molto intenso: le due «squadre» hanno proposto i piatti della tradizione culinaria trentina (orzetto, risotto allo spumante, strangolapreti, spezzatino con polenta, strudel di mele) in alcuni risto-
ranti a Sarajevo (Spazio Gourmet e La Tavola), Mostar (Peperino) e Banja Luka (Kod Brke). Luca Agostini ha avuto anche un incontro con gli studenti di una scuola alberghiera di Sarajevo. A conclusione dell'iniziativa, il 27 novembre gli chef trentini Elio Tonetta e Luca Agostini hanno tenuto una masterclass dal vivo nel centro di Sarajevo al Dom Mladih di Skenderija (foto qui a fianco), alla quale hanno partecipato alcune centinaia di persone. Durante la serata c'è stato un collegamento con Sandro Molin Pradel, responsabile didattico del corso di gelateria organizzato in Argentina dalla Trentini nel mondo, ed Oscar Menapace, uno dei coordinatori dei Circoli trentini in Argentina: Molin Pradel e Menapace hanno descritto il corso e presentato lo show cooking di gelateria on line, che si sarebbe svolto il giorno successivo, sempre nell'ambito della sesta «Settimana della cucina italiana», in collaborazione con i Consolati italiani in Argentina. La possibilità di fruire dei prodotti trentini è stata sostenuta dalla Federazione Trentina della Cooperazione - socia della Trentini nel mondo - che ha coinvolto le seguenti aziende: Sait, Melinda, Trentingrana, Cavit, Agri 90, Cantina Mezzacorona, Astro, Agririva e Cantina di Aldeno, alle quali la Trentini nel mondo rivolge un sentito ringraziamento per la loro disponibilità.
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attualità
Lavoro e pandemia al centro del convegno EZA-Unaie 2021 «L
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a pandemia non può mettere in pericolo i principi di uguaglianza e libertà, i diritti, su cui si fonda la comunità europea»: questa affermazione, fatta da Maria Reina Martin, una delle relatrici, può essere considerata un'efficace sintesi delle indicazioni emerse dal convegno «Mobilità dei lavoratori in Europa dopo (durante) la pandemia», che si è svolto - in forma mista (in presenza e in streaming online) a Levico Terme dal 5 al 7 novembre. Organizzato dall’Associazione Trentini nel Mondo ODV per conto e in nome di UNAIE (Unione Nazionale Associazione Immigrati ed Emigrati), e sovvenzionato dalla Commissione Europea e dall’EZA (Europaeisches Zentrum für Arbeitnehmerfragen), il convegno ha visto la partecipazione di 70 persone in presenza tra partecipanti, organizzatori, relatori e ospiti. Collegati online anche otto relatori sul totale di ventuno. Le relazioni che si sono susseguite durante il convegno, hanno delineato il contesto sociale ed economico di spiccata crisi che stiamo vivendo, crisi non generalizzata e universale, ma trasversale e asimmetrica in
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NELLE FOTO. Qui sopra, il tavolo dei relatori durante l'intervento del Primo ministro del Cantone di Tuzla (Bosnia Erzegovina), Kadrija Hodžć. Nella foto in basso (seduti, da sinistra); l'on. Mario Sutto; il consigliere provinciale Denis Paoli; l'assessore regionale Lorenzo Ossanna. Il vicepresidente vicario del Consiglio regionale, Roberto Paccher , la presidente Unaie, Ilaria Del Bianco, e il presidente della Trenrtini nel mondo, Armando Maistri.
determinati settori e in determinati segmenti sociali. Il lavoro, o la sua mancanza, e il suo assoggettamento a restrizioni nella mobilità e regolamenti volti alla sicurezza, sicuramente è il settore più toccato, delicato e dove si vedono problematiche generalizzate, dalla riduzione dei salari, ai licenziamenti, all’impossibilità di accedervi, alla disoccupazione, alla digitalizzazione, alla scomparsa di intere categorie. Sono stati toccati temi, come il lavoro minorile e le condizioni di estrema povertà createsi in un’ampia fascia della popolazio-
ne, che si sperava di non vedere più in Europa. Sembra che sia stato ipotecato il futuro di molti, per molte generazioni, e che, almeno in questo settore, l’Europa abbia un po' dimenticato i principi su cui è stata fondata. Si spera, ora che ci si avvia verso la fine di questa pandemia, che vengano adottate politiche sanatorie nei settori più toccati, e per le fasce di lavoratori più deboli. Ai lavori del convegno hanno partecipato rappresentati delle seguenti organizzazioni: UNAIE, Union of the independent trade,
CEAT, ETUC, CNS Cartel Alfa, FIDESTRA, HKD NAPREDAC, ACLI, EZA, Lithuanian trade union Solidarity, Open Education Centre Foundation, Università di Oradea, Univesità di Barcellona. Relatori e partecipanti provenivano da Italia, Albania, Ungheria, Spagna, Romania, Croazia, Belgio, Germania, Bosnia Erzegovina, Francia, Lituania, Portogallo, Bulgaria, Irlanda. Il convegno è stato aperto dagli interventi di Mathias Homey (EZA), di Armando Maistri (Presidente Trentini nel Mondo) e Ilaria Del Bianco (presidente UNAIE). In apertura hanno portato il loro saluto l'on. Mauro Sutto (Camera dei Deputati), il vice presidente vicario Roberto Paccher (vicepresidente del Consiglio regionale), Lorenzo Ossanna (assessore regionale agli enti locali), Denis Paoli (consigliere della Provincia Autionoma di Trento, componente della Conferenza dei Consultori Trentini all'estero). Nella giornata conclusiva i lavori del convegno sono stati seguti anche da Sera Ferrari (consigliera provinciale) e da Alex Marini (consigliere provinciale e componente della Conferenza dei Consultori Trentini all'estero).
attualità
Sette sessioni, ventuno relatori I l convegno, che è stato moderato dal giornalista Maurizio Tomasi, si è articolato in sette sessioni: 1) Introduzione al tema, pandemia e mobilità; 2) Oltreconfine ai tempi del COVID; 3) Lavoratori ai margini e mobilità; 4) Progetto Europeo «Sliding Doors»; 5) Organizzazione dei lavoratori e il COVID; 6) COVID e fragilità sociali, 7) Conclusioni. Qui di seguto riportiamo una sintesi dei temi trattati nelle varie sessioni.
PRIMA SESSIONE Luca Aldrighetti (Agenzia del lavoro di Trento) ha aperto il seminario illustrando l’impatto del covid e delle restrizioni sul mondo del lavoro, e le dinamiche occupazionali in provincia di Trento. Sottolineando il gap tra offerta e richiesta, che al momento rappresenta la principale causa di disoccupazione sul territorio. Massimiliano Mascherini (Capo dell’unità di ricerca di Eurofound) ha ampliato il tema a livello Europeo, addentrandosi maggiormente sui fattori psicologici e la qualità della vita dei lavoratori attraverso uno studio condotto da Eurofound. Si evidenzia che la qualità della vita, durante il COVID e le relative restrizioni, è drasticamente peggiorata, sottolineando come si stiano trascurando gli aspetti non economici della problematica. Fondazione Antonio Megalizzi con Caterina Moser, Ilaria Garampi e Andrea Malena hanno raccontato come i giovani, ed in particolare la generazione Z, abituata all’Europa senza confini e all’altissima mobi-
lità precovid, ha vissuto la pandemia e quali siano state le ricadute sul loro percorso di vita e sulla percezione del progetto Europeo. Emiliano Bertoldi (ATAS) ha raccontato la mobilità extra europea dei rifugiati e richiedenti asilo, ma anche dei migranti economici di Paesi terzi e di come questi abbiamo vissuto e subito le limitazioni della pandemia, illustrando le principali problematiche e le soluzioni, talvolta solo temporanee, messe in atto. SECONDA SESSIONE Alessandro Zehentner (ACLI Barcellona) ha raccontato l’esperienza della comunità Italiana, italo-venezuelana e italo-argentina a Barcellona, enumerando le problematiche burocratiche, mai risolte, che si sono som-
mate alle limitazioni alla mobilità e al lavoro, raccontando attraverso le statistiche consolari una realtà poco nota e rimasta esclusa dai programmi di sostegno. Edith Pichler (Università dei Potsdam), attraverso casi studio e statistiche ha spiegato la situazione occupazionale degli immigrati in Germania durante la pandemia, osservando un peggioramento della qualità della vita e una diffusa disoccupazione specialmente tra i giovani altamente formati occupati in servizi considerati “non essenziali”. Kadrija Hodžć (Ministro del Cantone di Tuzla, Bosnia) ha illustrato la situazione nel cantone di Tuzla e le politiche locali in relazione ai programmi Europei, spiegando le difficoltà e i nodi da risolvere per un rapporto bidirezionale sereno tra EU e paesi minori in via di sviluppo, portando anche il problema della gestione dell’emergenza migranti lasciata di fatto alla politica locale. TERZA SESSIONE Irina Pop (Università di Oradea) e Barbara Beneforti (Archivio Roberto Marini di Pistoia) hanno illustrato l’esperienza vissuta dalla comunità Rom e Sinti durante la pandemia, la prima raccontando i disagi sociali e culturali delle restrizioni, in relazione a un incremento di episodi di discriminazione in Romania, la seconda narrando la forbice drasticamente ampia dei progetti occupazionali e di aiuto tra cittadini italiani e rom-sinti durante la panCONTINUA A PAGINA 6
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attualità CONTINUA DA PAGINA 5 demia. Si è dibattuta in tavola rotonda circa l’impatto della pandemia e delle restrizioni tra lavoratori e comunità che già vivevano ai margini in situazioni di alta precarietà, affrontando, ad esempio, il problema educativo della didattica a distanza. Emilio Santoro (Università di Firenze) ha affrontato la tematica della mobilità e dell’emigrazione, nonché dei rifugiati, durante la pandemia, da un punto di vita strettamente legale, ragionando sulla legittimità di certe scelte, sull’etimologia di certe definizioni e i cavilli legali e burocratici in atto a livello Europeo che creano paradossi legislativi.
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QUARTA SESSIONE Dedicata al progetto finanziato dalla Comunità Europea “Sliding Doors” sulla percezione del fenomeno dell’emigrazione dei cittadini europei e studio sulla diffusione di preconcetti e discriminazioni. 12 paesi coinvolti con altrettanti enti, ha introdotto il progetto illustrandone i principali aspetti il suo coordinatore e curatore Frederic Spagnoli (Università della Franche-Comté), lasciando poi la parola (foto in alto) a Deen Gibril e Theresa Ayertey (Fondazione Mahatma Ghandi) che hanno raccontato la situazione dei migranti e rifugiati in Ungheria e la mission della Fondazione, hanno fatto un focus sulle problematiche di integrazione e le conseguenze della politica di Orban. Roberto Niccolai (Archivio Roberto Marini) ha presentato l’archivio e l’impegno sociale al fianco dei migranti, la fondazione ha svolto progetti e studi sulla “solidarietà migrante” e sull’integrazione culturale di diversi gruppi migranti in Italia nelle diverse “ondate” migratorie. Interessante il focus sulla percezione dell’Europa. Tihomir Knezicek (Associazione cittadini di origine italiana di Tuzla) ha raccontato l’immigrazione storica degli italiani nel cantone di Tuzla e di come negli anni si è costruita una totale integrazione e delle politiche attuate per permetterlo. Ha analizzato le barriere e gli ostacoli che negli anni si sono dovuti affron-
tare in diversi settori (sociali, culturali, occupazionali). Ha poi aperto una parentesi sulla situazione dei rifugiati in Bosnia. QUINTA SESSIONE Adriana Ciacaru (ETUC) parla della digitalizzazione e del suo impatto sull’organizzazione del lavoro e sulla vita dei lavoratori, i cui effetti sono stati sottostimati. Focus sull’impatto della pandemia sul lavoro dei giovani (1 su 6 ha perso l’impiego) e di come la digitalizzazione ha esasperato alcuni aspetti della vita dei lavoratori peggiorando la qualità della vita. Divide i lavoratori e le ricadute a seconda del lavoro privato o pubblico e in base al tipo di contratto, portando il punto di vista del sindacato in base alle evidenze rilevate. Maria Reina Martin (FIDESTRA) ha parlato dell’impatto della pandemia sul lavoro in Portogallo, che ha creato disagi sociali e lavorativi asimmetrici a seconda dei contesti, dei tipi di lavoro e della situazione economica precedente. Ha fatto un focus sul ruolo della donna, figura più penalizzata in questa situazione, specie se giovane con figli. Ha denunciato situazioni di estremo disagio e vulnerabilità a causa delle restrizioni, privazioni di diritti e svantaggi economici enormi per un paese Europeo (come ad esempio il lavoro minorile), enunciando le misure e i provvedimenti presi dal Portogallo. SESTA SESSIONE Alessandro Martinelli (Caritas Diocesana Trento) ha evidenziato le ricadute sulle fami-
glie italiane, e trentine in particolare, della pandemia e delle restrizioni, raccontando di un impoverimento generalizzato e l’inasprimento di situazioni di precarietà in un territorio considerato “ricco”. Frederic Spagnoli (Università della Franche-Comté) ha parlato della mobilità universitaria al tempo del covid e le ricadute sia nei percorsi formativi, che nel contesto universitario e cittadino. Particolare attenzione alla mobilità extra europea e alle strategie attuali e per il prossimo futuro se verranno mantenute le restrizioni alla mobilità. Miquel Angel Essomba (università di Barcellona) ha analizzato il concetto di esclusione sociale, e affrontato il tema da diversi punti, raccontando il fenomeno del razzismo e della discriminazione sociale in Spagna oggi giorno. SETTIMA SESSIONE Conclusioni, analisi e spunti di Vittorino Rodaro (UNAIE - Trentini nel Mondo) particolare attenzione nel suo discorso all’accentuarsi di disuguaglianze sociali, economiche e lavorative all’interno delle nostre società, specialmente in quelle a vocazione turistica. Più colpiti gli anziani, dal punto di vista dei ritmi di vita, più colpiti i giovani, dal punto di vista economico, in particolare le donne e le madri, privati di elementi fondamentali esperienziali e sociali, fino alla denuncia del ritorno al lavoro minorile in molti contesti, incubo scomparso negli ultimi decenni. Migranti, lavoratori stagionali e transfrontalieri, i più colpiti dalle riduzioni alla mobilità. Rodaro ha osservato anche l’atteggiamento dell’UE in questi ultimi due anni. (Sintesi curata da Ilaria Turco) NELLE FOTO. Una parte della squadra tecnica della ditta Iiriti, che ha reso possibile la ripresa e la trasmissione in diretta streaming del convegno sul canale YouTube della Trentini nel mondo. Un altro indispensabile supporto è stato garantito dal team delle traduttrici (in inglese e francese) Patricia, Serena, Silvia e Roberta.
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attualità L'INIZIATIVA FORMATIVA prevede 42 ore di lezione e SI STRUTTURA SU SEDICI SETTIMANE, SUDDIVIsE IN QUATTRO MODULI
«DigItalia» ha preso il via il 4 dicembre
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l corso online «DigItalia: un viaggio virtuale nelle regioni italiane. La didattica digitale tra sfide e opportunità: la videolezione» ha preso il via sabato 4 dicembre. Si tratta di un corso di aggiornamento rivolto agli insegnanti di italiano in Uruguay. Un'occasione per affrontare con una tematica originale, un viaggio virtuale tra le regioni italiane e le loro diverse tradizioni, la lingua italiana e al contempo, individuare una modalità di didattica efficace anche online. «La Trentini nel mondo è impegnata da tanti anni in progetti di promozione e diffusione di lingua e cultura italiana nel mondo – spiega Roberto Paolazzi, responsabile per l'Associazione Trentini nel Mondo in Sud America e coordinatore del progetto – e quest'anno abbiamo presentato questo progetto all'Ambasciata Italiana in Uruguay. E ne siamo molto orgogliosi, perché è risultato uno dei più apprezzati fra i cinquanta che hanno ottenuto il finanziamento dal Maeci (il Ministero degli affari esteri) e perché può contare sul supporto di ANEP, l'amministrazione nazionale di educazione pubblica di Uruguay, che riconoscerà un punteggio ai docenti che parteciperanno». Finalità del corso, che si svolgerà interamente online, è riuscire ad offrire agli insegnanti gli strumenti pratici per affrontare
Uno degli scorsi più caratteristici dell'Uruguay: il «Cerro», che domina sul porto di Montevideo
Il corso di aggiornamento online rivolto agli insegnanti di italiano in Uruguay, proposto dalla Trentini nel mondo, ha ottenuto il finanziamento del Ministero degli affari esteri al meglio le lezioni virtuali, non vedendo più quindi la didattica a distanza come un ostacolo ma come un'opportunità per sfruttare i vantaggi offerti dalle innovazioni e dalla tecnologia. La pandemia e la conseguente quarantena ha costretto a cam-
biare il modo di pensare la didattica. Questo corso aiuterà i partecipanti a capire come riorganizzare la gestione delle lezioni e del tempo e come creare contenuti che siano funzionali ad una lezione online di italiano. Tutto quindi senza dimenticare gli aspetti es-
senziali dell'insegnamento di una lingua: la grammatica e il lessico, l'aspetto culturale di un paese, approfondito con il tema delle differenze e peculiarità regionali italiane, e quello didattico, incentrato in particolar modo sulla preparazione di videolezioni. Docenti del corso sono la professoressa Melissa Fassina (docente di italiano in Uruguay) e la professoressa Elisabetta Maccani (docente di italiano in Italia, esperta di Videoclass di italiano) Vi prendono parte insegnanti di italiano con esperienza nell'insegnamento dell'italiano nelle scuole primarie ANEP, insegnanti di italiano nelle scuole serali dell'ANEP, docenti di italiano presso CLE, centri di lingue straniere, ANEP. Il corso si struttura su 16 settimane, suddivise in quattro moduli. Sono in tutto 42 ore: 20 ore di lezione virtuale, 12 ore di lavoro sulla piattaforma e 10 ore per realizzare e presentare un video come prodotto finale di gruppo. Il MODULO 1 prevede la presentazione del corso e l'introduzione al tema della didattica digitale. Nei MODULI 2 e 3 si affronterà l'organizzazione del lavoro di gruppo e lo studio del materiale digitale. Il MODULO 4 sarà dedicato alla realizzazione e presentazione del lavoro di gruppo, che sarà poi la base dell'esame finale di valutazione.
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attualità
A La Serena (Cile) cerimonia per i 7 C 8
on il motto «Le nostre radici, il nostro futuro», la comunità educativa della Scuola Italiana «Alcide De Gasperi» di La Serena (Cile), riunita giovedì 18 dicembre 2021, ha offerto un emozionante omaggio al 70° anniversario dell’emigrazione trentina in Cile: erano presenti l’Ambasciatore d’Italia S.E. Mauro Battocchi; Giovanni Bonani, Presidente della Fondazione Educativa; Carlos Slomp preside della scuola; Franco Dalbosco, Console Onorario d’Italia; Gianfranco Rosso, Dirigente dell’Ufficio Scolastico in Cile; i Direttori della Fondazione Educativa, Caterina Pezzani, Tullio Albasini e Stefano Rizzoli e una rappresentanza di emigranti trentini, del Centro dei Genitori e del Centro degli Studenti, ex alunni e alunni. La cerimonia si è aperta con l'intervento di Giovanni Bonani che, a nome della Scuola si è rivolto ai presenti con queste parole: «Settanta anni fa, a causa delle gravi conseguenze della guerra come la mancanza di opportunità e di lavoro, un gruppo di famiglie provenienti dalla bellissima regione di Trento, nel Nord Italia, ha dovuto prendere la difficile decisione di lasciare la loro amata patria e iniziare una nuova vita in un luogo di cui non avevano maggiore conoscenza a molti chilometri di distanza, in un continente diverso lasciandosi alle spalle la famiglia e gli amici: questo luogo si chiama Cile. Dopo un lungo viaggio via
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Gli alunni della «Scuola Italiana Alcide De Gasperi», guidati da Rosa Saéz, hanno messo in scena l’allegoria «Dal Trentino alla nostra Scuola, con amore e gratitudine», una coreografia di teatro e ballo, che ha commosso tutti i presenti
mare, pieno di paure ma anche con tante illusioni, per la nuova vita che li attendeva, arrivarono al Porto di Coquimbo. All'inizio incontrarono grandi difficoltà, le case incompiute, i terreni non produttivi, alcuni dei
quali con eccesso di acqua salata, altri semplicemente senza acqua. Nonostante ciò, tutte le difficoltà vennero superate con sforzo, lavoro, dedizione, pazienza e molta fede in Dio. Con il passare del tempo e sempre con la nostalgIa
dell’amato Trentino, dei suoi borghi, delle sue montagne e delle sue valli, si stabilirono, costruendo nuove case e formando una nuova e grande famiglia nella loro seconda patria. Col passare del tempo, è nata l'esigenza per le nuove generazioni di imparare la lingua e conoscere le tradizioni italo-trentine come un testimonio prezioso della terra nativa, l'amata Italia. E così, 40 anni dopo l'arrivo in Cile si è concretizzato il tanto atteso sogno di creare una Scuola, nata in una piccola casa presa in affitto nel centro della città di La Serena che poi con gli anni si è trasformata nel bellissimo centro educativo «Scuola Italiana Alcide De Gasperi», in cui ci troviamo in questo momento, e che quest'anno compie trenta anni, una prestigiosa istituzione dove si sono formati molti bambini e giovani non solo della nostra colonia trentina ma dell'intera regione di Coquimbo. Noi, figli e nipoti di questi emigranti, siamo orgogliosi dello sforzo e del sacrificio dei nostri nonni e genitori per migliorare se stessi e dare un senso a questa eroica epopea». In seguito i bambini e i ragazzi della Scuola Primaria, Secondaria di I e II Grado, guidati da Rosa Saéz, hanno messo in scena l’allegoria «Dal Trentino alla nostra Scuola, con amore e gratitudine», una coreografia di teatro e ballo e in omaggio al 70° anniversario dell’emigrazione trentina in Cile, che ha commosso tutti i presenti,
attualità
70 anni dell'emigrazione trentina ricostruendo l'avventurosa esperienza del primo gruppo di trentini che nel 1951 lasciò le montagne natie in cerca di una nuova speranza e di una nuova vita. La commovente epopea dell’emigrazione trentina è stata raccolta e descritta nell’anno 2009, nel Libro «Trentinos, largo surco hacia un destino» (Trentini, un lungo solco verso un destino) scritto da Rodrigo Irribaren Avilés. Quest’anno l’autore ha preparato una seconda edizione, presentata durante la cerimonia, che ha proposto la significativa testimonianza di quattro nuove famiglie: Modena Cristoforetti, Paris Avalos, Pomarolli Michelon e Grazioli Menossi. Come atto di affetto e gratitudine la Fondazione, per mano del suo Presidente Giovanni Bonani ha consegnato una copia esemplare del libro ad una folta rappresentanza delle famiglie invitate per la speciale occasione. Poi, in onore di Dante Alighieri, nell'anno delle celebrazioni del 700º anniversario della sua morte, è stato anche presentato «I nove cieli del paradiso», un lavoro multidisciplinare creato dagli studenti della Scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado, che hanno mostrato i disegni dei nove cieli del paradiso e declamato parte dei rispettivi canti, guidati dagli insegnanti di arte (professoressa Arantza Iturra), di linguaggio (prof.ssa Alejandra Chaparro) e di italiano (prof. Federico Albertini). Un momento speciale c’è stato
quando Mauro Battocchi, Ambasciatore d’Italia e corregionale della comunità trentina residente a La Serena, ha espresso i suoi sentimenti e le sue sensazioni ai presenti sull’allegoria del 70° anniversario dell’emigrazione trentina: poter infatti condividere le tradizioni, i suoni ed i sentimenti di nostalgia ma anche di forza e orgoglio per la comune origine, il Trentino, in una nuova terra così lontana - ha detto - è stato qualcosa di veramente speciale. Cogliendo poi tutti di sorpresa, l’Ambasciatore ha invitato Caterina Pezzani sul palcoscenico per comunicarle che il Presidente della Repubblica d’Italia, Sergio Mattarella, le aveva conferito l'onorificenza di «Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica d'Italia», annuncio che ha emozionato tut-
ti i presenti, che con un applauso hanno espresso la loro grande felicità per il meritato riconoscimento. Caterina Pezzani, con la voce rotta dall'emozione, ha ringraziato l'Ambasciatore per l'onorificenza, che Caterina Pezzani ha voluto dedicare a tutti i membri della collettività che l’hanno accompagnata durante questi anni. Giovanni Bonani e Caterina Pezzani (foto in alto a sinistra) hanno poi consegnato all’Ambasciatore Battocchi un prezioso prodotto dell'artigianato locale insieme al libro «Trentinos, largo surco hacia un destino». Franco Dalbosco e Carlos Slomp (foto in alto a destra) hanno consegnato una targa e il libro al prof. Gianfranco Rosso, Dirigente Scolastico dell’Ambasciata d’Italia, in riconoscimento al suo costante lavoro di appoggio e sti-
molo alla missione della Scuola nell’ambito della lingua e della cultura italiana. L’offerta formativa della scuola De Gasperi considera l’espressione musicale un contenuto culturale di base della crescita personale di ogni suo alunno e per questo durante la cerimonia le studentesse Francesca Nardon e Florencia Sepúlveda hanno presentato due canzoni famose del bel canto popolare italiano, guidate dal professore di musica signor Bruno Corio Gatica: «L'italiano» di Toto Cutugno e il tema del film «Nuovo Cinema Paradiso» di Ennio Morricone. Dopo le grandi emozioni vissute, tutti i presenti hanno partecipato ad un incontro conviviale nel Parco «Alcide De Gasperi» per celebrare questo memorabile giorno di festa per la nostra Comunità Educativa.
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editoria
C'è anche la Trentini nel mondo nell'ultima edizione della «Strenna Trentina»
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«Trentini nel mondo: nuova guida, stesso spirito» è il titolo dell’articolo pubblicato a pagina 100 dell’edizione 2022 di «Strenna trentina», storico almanacco giunto alla sua 108esima edizione. L’articolo prende spunto dagli esiti dell’ultima assemblea dell’associazione, che ha rinnovato il consiglio e portato all’elezione di Armando Maistri come presidente e di Vittorino Rodaro come vice presidente. Nelle 240 pagine dell’ultima Strenna, mancano quelle della rubrica «Cose di cinquant’anni fa» in quanto il curatore mons. Armando Costa non ha potuto consultare gli archivi a causa delle chiusure dettate dall’emergenza sanitaria. Uno dei tanti riflessi della pandemia, il tema che ritorna in quest’edizione con altri tre articoli di esperti. La copertina di Gianni Zotta infonde speranza con un colorato scatto dei ciclisti impegnati lungo le strade di Trento in settembre per i campionati europei, a ricordo anche del 2021 che ha visto numerosi successi azzurri, come ricorda Luciano Azzolini, nel suo articolo di apertura. Fra gli anniversari è stato valorizzato in particolar modo il settecentesimo anno dalla morte di Dante con ben quattro articoli riferiti al mondo trentino. Il sommario presenta chicche di indagine storica, brevi saggi su movimenti e fenomeni del passato recente, ritratti biografici di personaggi minori, riflessioni
proiettate nel futuro, a partire ad esempio dalle conseguenze della tempesta Vaia. Nella presentazione avvenuta alla presenza di buona parte dei 115 collaboratori che hanno firmato quest’edizione, il presidente di «Strenna trentina editrice» Marco Zeni, il direttore Diego Andreatta e il coordinatore di redazione Enrico Agostini, hanno ricordato anche i sei
autori scomparsi quest’anno fra i quali Paolo Cavagnoli che per oltre 40 anni è stato vicepresidente della cooperativa editrice. L’attualità è presente in vari articoli in sommario (Europa, Euregio, cooperazione, missioni, pena di morte, grandi carnivori, ambiente con il rischio di un «an de la fam» come nel 1815) ma gran parte degli articoli riguardano vicende del passato nelle varie valli trentine, tutte rappresentate pur con una netta prevalenza delle valli giudicariesi. Assieme a racconti, curiosità storiche, descrizioni di viaggi, illustrazione di dipinti nelle chiese e non solo, uno spazio rilevante hanno avuto le biografie di personaggi più o meno illustri ognuno dei quali in varie epoche ha dato qualcosa di suo per migliorare il Trentino. In questo numero si trovano anche numerosi interventi riguardanti l’emigrazione: quella transoceanica (il caso del Cile nel 1952), verso altre regioni italiane e da altri Paesi in Italia. Completano il numero diverse poesie, la maggior parte in dialetto, che contribuiscono alla definizione di un’identità trentina da non dimenticare e da cui partire per affrontare con consapevolezza e apertura le sfide dell’attualità.
La Voce di Maria Dolens è alla sua 15a uscita Questi sono i titoli degli articoli pubblicati nell'ultimo numero (il quindicesimo) di «La Voce di Maria Dolens»: Qualcosa si muove; A colloquio con la coordinatrice della presidenza italiana del Consiglio d’Europa; Accade al Consiglio d'Europa - Mettere al centro la persona; Accade all’ONU - La giornata dei diritti umani; I «presepi contro...»; Accade oggi Mosca e Strasburgo alla Campana. «La Voce di Maria Dolens» è la testata on line a cadenza mensile della «Fondazione Opera Campana dei Caduti» di Rovereto, ideata per promuovere la diffusione del messaggio di Maria Dolens in un mo-
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mento storico in cui l’apertura delle realtà museali è messa in discussione dal protrarsi della pandemia. La curatela è stata affidata a Marcello Filotei, giornalista professionista e redattore de «L'Osservatore Romano». La pubblicazione consente alla Fondazione di avviare un dialogo con tutte le persone e le istituzioni nazionali e internazionali che hanno interesse a seguire la sua attività. È possibile sfogliare la versione online (e scaricare il PDF) dal sito della Fondazione Opera Campana dei Caduti, al seguente indirizzo: www.fondazioneoperacampana.it
editoria
Affascinante incontro di fioretto dialettico
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lavia Cristaldi, professoressa ordinaria di Migrazioni e Territorio alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università di Roma La Sapienza è l’autrice del romanzo «Come il gelso per la vite» pubblicato dalla casa editrice Tarka. Con una scrittura brillante e coinvolgente vi si narrano le vicende delle due protagoniste, nonna Zelda e la nipote Costanza coinvolte in un viaggio a ritroso alla riscoperta delle proprie radici. È un percorso dove si intrecciano storie vissute ad Aldeno in Trentino, Bosnia (Colonia di Mahovlijani, nella foto la chiesa dedicata a San Francesco), in Pianura Pontina, zona bonificata a sud di Roma, Monaco di Baviera. La scrittura di Flavia Cristaldi colloca le vicende delle due donne nella storia di un pezzo significativo di comunità trentina di Aldeno, costretta da povertà e circostanze avverse (l’alluvione devastante del fiume Adige nel settembre del 1882) ad emigrare in Bosnia su terre offerte dall’Impero austroungarico. Koinica, Stivor, Mahovlijani. Sono storie ricche di pathos, di dignità e di grande umanità. Per molti, tuttavia, non si tratterà di una migrazione permanente. L’implosione dell’Impero in seguito alla sconfitta nella prima guerra mondiale e i nuovi assetti della Jugoslavia spingerà alcuni gruppi di trentini a rientrare in Italia nelle terre messe a disposizione dal regime fascista nell’Agro Pontino. Il funerale del nonno di Costanza, giovane ginecologa che risiede a Monaco con il marito, sarà l’occasione per incontrare nonna Zelda e iniziare un dialogo appassionato che diventerà sempre più intimo in occasione di un viaggio commemorativo in Bosnia. Sono pagine delicate, di struggente umanità e sensibilità dove le
Nel libro «Come il gelso per la vite», con una scrittura brillante e coinvolgente si narrano le vicende delle due protagoniste, nonna Zelda e la nipote Costanza coinvolte in un viaggio a ritroso alla riscoperta delle proprie radici. È un percorso dove si intrecciano storie vissute ad Aldeno in Trentino, in Bosnia e in Pianura Pontina vicende personali delle due donne si intrecciano e si sovrappongono attraverso la scrittura coinvolgente dell’autrice che stimola a continuare la lettura fino alla conclusione del romanzo. Ci sono passaggi con varietà cromatiche e vibrazioni di grande intensità dove la saggezza tranquilla di nonna Zelda duella in un affascinante incontro di fioretto dialettico con l’inquietudine sofferta di Costanza. Fino all’epifania finale
dove il cerchio si chiude quando Costanza, ormai pacificata con se stessa in una nuova esperienza di vita, si ritrova nell’atto finale dove la figlia, sulla tomba della bisnonna che ha voluto essere sepolta accanto ai suoi genitori a Mahovlijani, scopre, dal racconto del vecchio prete del posto, la conclusione di una vicenda che si è intrecciata e tiene unite tre generazioni. Come il gelso per la vite. Vittorino Rodaro
L'autrice Flavia Cristaldi si è laureata in Lettere, in Geografia e poi successivamente ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Geografia. È Professoressa Ordinaria presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma La Sapienza dove insegna Migrazioni e Territorio. Da decenni studiosa del fenomeno migratorio, è stata dal 2017 al 2020 coordinatrice nazionale del gruppo di ricerca dell’Associazione dei Geografi Italiani «Migrazioni e Mobilità». Ha vinto il premio internazionale «Globo Tricolore 2011», dedicato alle eccellenze italiane nel mondo e agli studiosi che si sono distinti per le ricerche sui connazionali all’estero, il premio internazionale OIV 2017 per la cocuratela del volume «Nel solco degli emigranti. I vitigni italiani alla conquista del mondo» e il premio internazionale «Ambasciatori delle Città del Vino» per lo stesso volume. È membro del Comitato Scientifico del «Rapporto Italiani nel Mondo» della Fondazione Migrantes e di altre riviste e collane geografiche. Oltre ai numerosi articoli e libri scientifici, ha pubblicato la silloge poetica «La poesia della Terra», «Poesia e Geografia» e il romanzo «Il vulcano di Guayaquil», con il quale ha vinto il premio per la narrativa «Il Paese delle Donne».
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STORIE DI EMIGRAZIONE DAL 1870
Palestro
#EMIGRAZIONESTORICA #1850-1900 #AFRICA #PERSONAGGI
"...Bassetti rimase così colpito dal luogo (...) che decise di fermarsi stabilmente in quella regione (...). Con l’avvallo della Francia, qui fondò Palestro nel 1867. Certo il luogo non era stato scelto solo per la sua bellezza, era un sito strategico per il controllo delle vie di accesso per la valle che i francesi avevano iniziato a bonificare e colonizzare (...): era una terra di confine, un avamposto di colonizzazione, tutt’altro che tranquillo. La zona non era disabitata, era territorio di tribù Berbere, già ostili nei confronti degli ottomani e mai veramente assoggettate. Palestro di fatto frammenta il territorio, operazione voluta per riorganizzarlo e renderlo più efficiente dal punto di vista produttivo, ma che di fatto rompe gli equilibri della popolazione locale. (...) lo sbarramento di un fiume e la canalizzazione dell’acqua che viene in parte destinata al villaggio e in parte data alle tribù locali, sarebbe l’inizio di una diatriba che durerà diverso tempo e che culmina con aspre proteste per un lotto di terreno conteso. (...) L’amarezza e il senso di ingiustizia reciproco (per l’occupazione e gestione non condivisa delle terre da parte degli uni, e il sistematico boicottaggio da parte degli altri) sfociarono in un clima di tensione..."
Il 21 Aprile 2021 è stato il 150enario della vicenda raccontata da questa storia, una storia poco nota, ma tenuta viva dagli abitanti del paesino da cui tutto ha avuto inizio: Lasino.
Per saperne di più
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DEPERO NEW DEPERO
21 ottobre 2021– 13 febbraio 2022 N ato in Trentino nel 1892, alla sua morte, nel 1960, Fortunato Depero lasciò al Comune di Rovereto l’unico museo futurista italiano e il suo archivio personale, comprensivo di circa 3000 oggetti, tra cui buona parte della sua produzione artistica, carte, materiali e una ricca biblioteca. Questa inestimabile eredità restituisce la figura di un artista poliedrico impegnato su vari fronti e ambiti di sperimentazione, dalla pittura ai complessi plastici motorumoristi, dalla grafica al teatro, dalla poesia alla comunicazione, dalla lirica ai progetti editoriali. Un creativo alla ricerca dell’arte totale, fermamente convinto che tra un linguaggio e l’altro non esistessero gerarchie. Nel periodo propedeutico all’a-
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In mostra circa 500 lavori tra opere, disegni, mobili, oggetti, manifesti, fotografie, libri e riviste; una decina di video e film realizzati negli ultimi 20 anni; fumetti e oggetti di design, oltre ai celebri prodotti Campari
pertura del polo culturale di Rovereto la figura di Depero è centrale e orienta le scelte espositive di Gabriella Belli, prima direttrice del Mart, che nel costituire le Collezioni museali e presentare il programma espositivo parte proprio da Depero, il personaggio più rappresentativo di Rovereto con un proprio museo permanente. Da allora tanto nel museo realizzato da Botta quanto nella Casa d’Arte Fortunato Depero – entrata a far parte del polo museale nel
a parola new del titolo rappresenta la predisposizione di Depero all’innovazione e alla trasformazione continua delle proprie idee, ma anche l’influenza che nel tempo ha saputo offrire sia ai designer degli anni Ottanta – Ettore Sottsass e Alessandro Mendini in primis - sia agli artisti Nuovi futuristi – Abate, Innocente, Lodola, Postal e
Foto Ugo Fanti
2009 in occasione del centenario del Futurismo – il Mart programma mostre, espone opere e materiali, propone laboratori per il pubblico di tutte le età e le scolaresche, organizza visite e percorsi tematici fuori e dentro i musei. E progetta. Programma. Investe. Negli anni il Mart ha dato seguito alle idee di Depero, trasformando il suo lascito in un patrimonio in divenire. Grazie all’accurata politica di prestiti e relazioni istituzionali
Plumcake- che mischiano sapientemente futurismo, pop art, cultura televisiva e Kitsch. Ancora l’effetto Depero si scorge in artisti come Ugo Nespolo e Matteo Thun che danno vita a efficaci rielaborazioni pubblicitarie dell’artista per il merchandising dell’azienda Campari, così come nel fumetto d’avanguardia con i disegnatori come Echaurren, Giacon,
portata avanti dal museo, l’opera di Depero è presente nelle mostre internazionali, nei convegni più prestigiosi, nei volumi più noti. Ma anche nei progetti di ricerca dell’Archivio del ’900, nelle mostre di approfondimento realizzate organizzate presso la Casa Depero e nelle proposte didattiche e formative dell’Area educazione del Mart. La grande mostra «Depero New Depero» per la prima volta rende conto di questa storia. Una storia che rappresenta più di un capitolo della più ampia storia del Mart. Una storia che spazia, come avrebbe voluto Depero stesso, dall’arte all’editoria, dal teatro al design, dal fumetto al cinema. La mostra è curata da Nicoletta Boschiero, responsabile della Casa d’Arte Futurista.
Foto: Mart
A quasi vent’anni dall’inaugurazione del Mart di Rovereto una grande esposizione dedicata a Fortunato Depero esplora l'attualità delle sue sperimentazioni e le influenze delle sue ricerche negli ambiti dell'arte, della moda, del design
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Carpinteri che riprendono– spesso con ironia – stilemi futuristi e deperiani. Proprio gli anni Ottanta grazie a due importanti mostre l’artista viene riscoperto insieme al futurismo, si tratta di «Ricostruzione futurista dell’universo» a Torino nel 1980 e CONTINUA A PAGINA 14
Panorama della valle di Rio Cedros 12dos - 2021
La most
DEPERO NEW DEPERO
Introdu
La mostra che il Mart dedica a Fortunato Depero (Fondo, Val di Non, 1892 – Rovereto, 1960) esplora l’attualità del lavoro del geniale artista futurista, pioniere di un’idea di arte totale che spazia dalla pittura alle arti applicate, dall’editoria alla pubblicità, dalla scenografia alla performance. La sua originalissima progettazione ha, infatti, influenzato profondamente l’arte, la moda, il design e il fumetto dagli anni Settanta a oggi. Tra il 1957 e il 1960, negli ultimi anni della sua vita, Fortunato Depero realizza la Galleria museo Depero, primo e unico museo futurista in Italia. Nel 1987 la Galleria diventa parte integrante del Mart che riserva all’artista un ruolo di primo piano nella sua programmazione espositiva. Nel 2009, dopo un lungo restauro e un amplia-
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poi «Futurismo e futurismi» accolta a Palazzo Grassi a Venezia nel 1986. Proprio in questo decennio si ricreano scenografie, marionette e mobili creati nel tempo e andati perduti, parliamo di «le Chant du rossignol», una mancata messa in scena del balletto musicato da Stravinski, delle marionette dei «Balli plastici» realizzate nel 1918 per il Teatro dei Piccoli e infine dell’arredo del «Cabaret del diavolo» datato 1922. Meta opere ricostruite negli anni Ottanta e Novanta a colmare le lacune presenti nella sua collezione. Negli anni Duemila cresce l’interesse per i film e i video spesso imperniati sulla vita esemplare di Depero ricostruita intorno ai documenti costuditi nel fondo Depero che consentono lavori di ricerca molto approfonditi, come nel caso di «Il sogno di Alberto» (2011) un’installazione video su quattro schermi per la regia di N!03, «Depero, Rovereto, New York e altre storie» (2015) di Nello Correale e infine «New York film vissuto» del 2020 realizzato appositamente per la mostra dall’Istituto Barlumen. Il soggiorno newyorkese propone una storia avvincente e nella mostra è un tema che torna- anche nella parola new del titolo- e convince per il senso di meraviglia che comunica. Sono new anche alcune opere esposte per la prima volta: un grande pannello di buxus «Energia» del 1940, proveniente da Dolomiti energia, restaurato di recente, una tarsia in panno «Allegoria alpestre» frutto di un lascito del 2020, quattro prototipi di foulard realizzati dal setificio Belgeri e infine la sineddoche che rappresenta il concept della mostra, ideata da Gaetano Cappa, un edificio che è anche un punto esclamativo simbolico dell’ottimismo dell’artista, sul quale omini miniaturizzati ripristinano la scritta Depero, allegoria di un nome continuamente rinnovato e restituito negli anni con rinnovata forza. Infine il museo Mart si rappresenta tramite l’artista mostrando i suoi documenti, le sue fotografie e i suoi cataloghi, comprese alcune opere restaurate di recente. Nicoletta Boschiero (curatrice della mostra)
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Ricostruzioni All’inizio degli anni Ottanta, con l’acquisizione delle ricostruzioni di due scenografie di Depero andate perdute, i Balli Plastici e Le chant du rossignol, la Galleria Museo Depero dà il via al vero e proprio revival dell’artista. Questi rifacimenti permettono di documentare le sue straordinarie creazioni per il teatro, colmando le lacune presenti nel lascito dell’artista. Le marionette dei Balli Plastici e le scenografie e i costumi per lo spettacolo dei Balletti Russi vengono riproposti da Enzo Cogno sulla base di un attento studio delle fonti per poi essere portati sul palcoscenico.
Negli anni Novanta, scuole, artigiani e aziende produttrici di oggetti d’arredo si interessano sempre di più alla Casa d’Arte di Depero e al suo design. Le sette sedie, la panca e lo sgabello realizzati dall’Istituto Statale d’Arte Policarpo Petrocchi di Pistoia su disegni originali dell’artista sono stati acquistati dal museo nel 1995. Le sedie riproducono fedelmente i bozzetti di Depero per l’allestimento del Cabaret del diavolo, un locale notturno romano arredato dall’artista nel 1922, lo Studio di sedia del 1926-1927 per la tarsia in panno La festa della sedia e la panca esposta nella Sala Trentina della I Mostra Internazionale delle Arti Decorative nella Villa Reale di Monza nel 1923.
tra è suddivisa in sei sezioni
uzione
mento firmato dall’architetto Renato Rizzi, la Galleria rinasce con un nuovo nome: Casa d’Arte Futurista Depero, in memoria dell’officina fondata a Rovereto nel 1919 e chiusa negli anni Quaranta. In questa sua nuova veste, il museo presenta le opere di Depero insieme a mobili, sedie, tavoli, panche e lampade che fanno pensare a un’abitazione, gadget in vendita al bookshop che rimandano alla bottega, materiali d’archivio valorizzati dalle mostre temporanee, secondo una visione ibrida ed eterogenea che riflette la sua personale visione museografica. Depero, infatti, amava “mischiare le carte” e ha sempre cercato una relazione diretta con la produzione e il consumo, ribellandosi all’idea dell’arte come valore assoluto e anticipando la scoperta della merce come prodotto artistico e culturale.
Introduzione
Effetto Depero Due grandi mostre rilanciano il Futurismo negli anni Ottanta. La prima è Ricostruzione futurista dell’universo (1980), curata da Enrico Crispolti a Torino presso la Mole Antonelliana e intitolata come l’omonimo Manifesto firmato da Balla e Depero nel 1915, dal quale prende avvio il cosiddetto Secondo Futurismo. La seconda è Futurismo & futurismi (1986), ospitata a Palazzo Grassi a Venezia, che non solo riabilita un movimento a lungo dimenticato a causa della sua connivenza con il fascismo ma mette anche in luce artisti
meno conosciuti come Depero. In seguito, la sua popolarità cresce al punto da rendere il suo stile immediatamente ricono-
scibile anche per chi non sa cosa sia il Futurismo. Risulta sempre più evidente l’apporto dato da questa avanguardia al design,
al fumetto e alla grafica, mentre molti artisti ne propongono un’inedita rilettura contribuendo a riabilitarne l’immagine. Tra i designer che hanno riconosciuto apertamente l’influenza di Depero sul proprio lavoro vi sono Ettore Sottsass e Alessandro Mendini, protagonisti di due esposizioni al Mart, rispettivamente nel 2005 e nel 2011. Nel 1994, presso l’Archivio del ’900 a Rovereto, si era invece tenuta una mostra dedicata ai Nuovi Futuristi, un gruppo fondato dieci anni prima che recuperava i valori culturali dell’avanguardia futurista rivisitandoli attraverso riferimenti alla Pop art americana.
Tutte le foto: Mart
America Se la rielaborazione degli oggetti deperiani ha caratterizzato gli anni Ottanta e Novanta, negli anni Duemila si cambia rotta: la storia e l’opera di Depero viene raccontata soprattutto attraverso film e video. «Dopo Esplosioni di un artista. Film d’arte» di Luciano Emmer (2008), interamente prodotto dal Mart, gli altri film vengono realizzati in collaborazione con Carnergie Mellon University’s Entertaiment Technology Center (Balli plastici by Fortunato Depero, 2009), con la Fondazione Caritro (Il sogno di Alberto, 2011, a cura di N!03) e CONTINUA A PAGINA 16
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eventi
America CONTINUA DA PAGINA 15 con FilmWork, Provincia Autonoma di Trento, Trentino Film Commission per il film di Nello Correale Depero, Rovereto. New York e altre storie (2015). Appositamente per quest’esposizione sono
Conservazione / Educazione
È il periodo della Grande depressione che sconvolge l'economia mondiale e travolge anche Depero mentre tenta faticosamente di farsi strada, con la sua arte, nella metropoli. Gaetano Cappa e Marco Drago dell’Istituto Barlumen riprendono alcuni temi del racconto deperiano, come i luoghi immortalati dall’artista nelle sue “tavole parolibere”: Broadway, la metropolitana e il luna park di Coney Island.
pratiche di conservazione sono alla base della valorizzazione del lavoro di Depero, questa si concretizza soprattutto attraverso gli eventi espositivi, la pubblicazione di cataloghi e monografie e le attività didattiche. Fin dai suoi esordi, il dipartimento educativo del Mart ha dedicato all’artista futurista numerosi progetti laboratoriali, contraddistinti dall’idea di “giocare con l’arte”: un modo per sperimentare creativamente linguaggi e materiali, scomporre e ricomporre le forme, trovare soluzioni sorprendenti. E per questo non vi è maestro migliore di Depero, la cui arte ci insegna tuttora a stupirci e a “ridere apertissimamente” di ciò che ci circonda.
Tutte le foto: Mart
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La conservazione e valorizzazione dei manufatti di Depero riveste un ruolo di primo piano nella storia del museo. In preparazione di questa mostra sono stati sottoposti a manutenzione alcuni dei materiali più caratteristici della produzione deperiana. Come, ad esempio, il Buxus: un composto di carta e segatura inventato da Valentino Bosso nelle sue cartiere di Mathi Canavese in provincia di Torino e usato dall’artista per la tarsia del pannello decorativo intitolato Energia. O come il tessuto in panno dei suoi “quadri in stoffa”, proveniente prima dall’azienda Lane Rossi di Schio e poi dal lanificio Marzotto. Se il restauro delle opere e le buone
stati realizzati alcuni video dedicati al soggiorno newyorchese dall’artista. New York film vissuto narra la difficile esperienza americana di Depero, utilizzando materiali presenti nell’archivio del Mart e spezzoni di film girati tra il 1929 e 1930 – gli stessi anni in cui l’artista si trovava in America – e oggi conservati al MIRC Moving Image Research Collection dell’Università di Columbia nel South Carolina.
Museo I documenti d’archivio, le riviste, le fotografie e i libri provenienti dall’Archivio del ’900 del Mart rappresentano l’ambito legato allo studio e alla ricerca dell’opera di Fortunato Depero. Il ruolo dell’archivio si è ampliato nel tempo, offrendo supporto non solo agli studiosi ma anche a progetti creativi in diversi contesti: radiofonici, cinematografici, teatrali e della graphic novel. La prima bacheca in mostra è, infatti, dedicata al fumetto con riviste come “Frigidaire”, “Cannibale” o “Alter Alter” che provengono dai fondi Archivio di Nuova scrittura, Pablo Echaurren e Piermario Ciani. L’eco del Futurismo si avverte chiaramente nella cultura postmodernista che unisce, spesso con iro-
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nia, citazione e innovazione. La seconda bacheca è, invece, dedicata alla fotografia, con immagini originali provenienti dal Fondo Depero e ingrandimenti utilizzati in passato per le mostre del Mart che raccontano la vita dell’artista. Sono esposte per la prima volta alcune matrici su zinco relative a edizioni del periodo 1927-1959 e conservate gelosamente da Depero. La terza e la quarta bacheca, infine, sono riservate alle pubblicazioni e ai manifesti prodotti in occasione di mostre ed eventi successivi alla morte dell’artista e testimoniano l’abbondanza di questa produzione editoriale dal 1969 ai giorni nostri.
«La sala Depero: una finestra sull’autonomia trentina» era il titolo della diretta sulla piattaforma Zoom organizzata dalla Trentini nel mondo il 26 giugno scorso, durante la quale si è parlato di autonomia e di Fortunato Depero, autore dei dipinti che, nella sala che porta il suo nome all'interno del Palazzo della Provincia in piazza Dante, raccontano la storia del Trentino. Questo è il QR Code per vedere sul canale YouTube della Trentini nel mondo la puntata realizzata dal team visite guidate Consiglio provinciale di Trento.
in ricordo
È scomparso Franco Aste, grave lutto per la cultura e l'emigrazione trentina L utto per la cultura trentina, che ha perso uno dei suoi poeti più originali e profondi e per l'emigrazione trentina, della quale rappresentava una figura di grande spicco. Il 15 dicembre, all'età di 91 anni, è scomparso a Basilea (Svizzera) Franco Aste, nativo di Isera, fratello dell’alpinista Armando, morto quattro anni fa. Emigrato diciottenne in Svizzera era riuscito con buona volontà a costruirsi una vita dignitosa e a fare decisi progressi sul lavoro, fino a occupare posizioni dirigenziali in una importante ditta di impianti elettrici. Nel 1965 era stato tra i fondatori del Circolo trentino nella città svizzera, con l’intento di aggregare e assistere gli emigrati trentini. Dieci anni dopo è stato tra i promotori della Consulta dell’emigrazione trentina, della quale ha fatto parte per ben 25 anni. La sua passione per ogni manifestazione artistica lo ha portato a promuovere iniziative ed eventi culturali in tutta la Svizzera (mostre di pittura e scultura, concerti, recital teatrali e di poesia), coltivando con successo l’attitudine e la passione per la scrittura e la poesia. Molto legato al fratello, aveva
Carmen Filiputti Roat Il 15 novembre scorso è scomparsa Carmen Filiputti. Aveva 91 anni ed era la moglie di Davide Roat, uno dei fondatori del Circolo trentino di Bienne (Svizzera), città dove si erano conosciuti, entrambi emigrati. Dopo il loro rientro in Trentino, Davide Roat è stato per molti anni presidente del Circolo ex emigrati in Svizzera.
Nato ad Isera, era stato uno dei fondatori del Circolo trentino di Basilea e per la sua ricca produzione di poesie, che riflettevano la sua condizione migrante, la sua profonda spiritualità e l’affetto per le sue radici trentine, era stato denominato «il cantore» dell’epopea degli emigranti in Svizzera
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sempre tenuto i contatti con Rovereto, dove tornava volentieri e dove sperava di partecipare nelle prossime settimane alla presentazione dell’attesa biografia di Armando Aste (“Ho scalato un ideale”, Vita Trentina editrice), scritta da Maurizio Gentilini. Sposato, tre figli, Franco Aste è stato denominato “il cantore” dell’epopea degli emigranti in Svizzera con una ricca produzione di liriche che riflettevano la sua
condizione migrante, la sua profonda spiritualità e l’affetto per le sue radici trentine. Il primo volume di poesie era uscito nel 1983 col titolo Fame d’amore (Manfrini editore) dal sottotitolo significativo Meditazioni di un piccolo emigrato ed ha vinto il primo premio Internazionale “Luigi Pirandello”. Gli altri volumi di poesie: Dialogo interiore, Manfrini, Calliano 1988; Frammenti di vita, Manfrini, Calliano 1991; Il mio giorno, La Grafica, Mori 1995; Verso cieli e terra nuova, Osiride, Rovereto 1998; Tardive faville, Osiride, Rovereto 2004; Con l’alfabeto del verbo, Osiride, Rovereto 2007; Meditazioni, Grafiche Antiga, Crocetta del Montello 2011; Oltre la poesia, Editrice Veneta, Vicenza 2016. Per la sua produzione poetica, ispirata da una fede robusta, Franco Aste è stato inserito dall’autorevole docente dell’Università di Losanna Jean Jacques Marchand in un volume dal titolo
“A l’italienne. Narrazioni dell’italianità dagli anni Ottanta a oggi”. Sulla poesia di Franco Aste ha scritto anche il critico Raffaele De Nuccio in “Tempo della rottura, tempo della dialettica, tempo della progettualità nella letteratura dell’immigrazione italiana in Svizzera”. Sempre in contatto con la sua Vallagarina, Franco Aste ha collaborato alla donazione alla Biblioteca di Rovereto di prezioso materiale d’archivio legato alla vita dell’amato fratello Armando. “Mi è sembrato di riudire da voi frasi come “el nos Armando” – aveva scritto agli amici due anni fa – . Frasi di appartenenza, che mi è sembrato siano state usate per disegnare Armando non solo come un amico, ma come un fratello, quello cioè che Egli ha cercato di essere per ogni suo prossimo, perché vi sapeva celata l’immagine di quel Dio che ha cercato di vedere tutta la vita”. Una ricerca che Franco aveva condiviso con l’aiuto della poesia, in una grande intesa spirituale col fratello. Diego Andreatta
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circoli
Montevideo, gioioso incontro di fine anno per i bambini alunni del corso di italiano
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Domenica 12 dicembre, si è
Quando tutte le creazioni sono
tenuta presso la sede del Circo-
state completate, i bambini e le
lo trentino di Montevideo (Uru-
loro famiglie sono stati invitati a
guay) la festa di chiusura dell'an-
guardare un video con le immagi-
no con i bambini che seguono il
ni dell'incontro che si era svolto in
corso di italiano e le loro famiglie.
ottobre. Gli alunni hanno seguito
Il bel tempo ha accompagnato
con grande emozione il video. È poi seguita la consegna de-
un'ottima giornata in cui hanno
gli attestati di partecipazione ai
prevalso gioia e amicizia.
corsi di italiano, da parte della
Alle 10.30 hanno cominciato ad
docente Maura Affinita, durante
arrivare le prime famiglie e dopo
cioè un circuito di quattro giochi,
mezz'ora, con tutte le famiglie
che richiedevano diverse abilità,
Ai presenti è stato poi asse-
la quale a tutti è stato rivolto l'in-
presenti, il corpo docente ha ri-
con i presenti divisi per squadre.
gnato un altro compito: creare
vito a partecipare al corso anche
volto loro un ringraziamento per
Risate, applausi, canti di incorag-
un "Babbo Natale". Per questo
l'anno prossimo.
la loro partecipazione all'incontro
giamento hanno riempito la mat-
ad ogni bambino sono stati dati i
Questo bell'incontro di fine
di fine anno.
tinata, mentre ogni gruppo era
materiali necessari per realizzare
anno si è concluso con un pranzo.
impegnato nei vari giochi. Alla
il mitico personaggio natalizio.
Silvia Norbis
È stata poi proposta la gimkana,
fine, tutti sono risultati vincitori.
Novantasei candeline per Dorsolina Giuliani Il Circolo trentino di São Sepé (Rio Grande do Sul - Brasile) rinnova anche dalle pagine del giornale gli auguri di buon compleanno a Dorsolina Giuliani De David, che il 14 dicembre ha compiuto 96 anni. Figlia di Grazioso Francesco Giuliani e Angela Giovanna Girardi, è discendente di Giacomo Giuliani e Clementina Giordani Giuliani. Dorsolina,
emigrati
da
Il «granellino di sabbia» del Circolo trentino di Viedma «Nella nostra zona, insieme con l'Associazione Ligure della Pata-
Avio
gonia, abbiamo iniziato a svolgere piccole attività sociali portando
(Trentino) ed arrivati in Brasile
il nostro granello di sabbia dove serve»: questo il testo del messag-
nel gennaio 1883.
gio di Stella Maris Poblete, presidente del Circolo trentino di Viedma
Nella foto Dorsolina è con le figlie Katia e Maria Elena.
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(Argentina), inviato alla Trentini nel mondo con le foto dell'iniziativa «Jornada de jardinería y huerta», alla quale il Circolo ha collaborato.
circoli
La storia del Circolo trentino presentata alla Junta Dipartimental di Montevideo
I
nnanzitutto, voglio salutare tutta la plenaria di Ediles e le Autorità presenti; Per l'Ambasciata d'Italia siamo accompagnati dalla diplomatica Paola de Antonellis. Oggi siamo qui per celebrare il 75° Anniversario dell'Associazione, "Circulo Trentino de Montevideo", ente senza fini di lucro, fondato il 18 dicembre 1946 da immigrati di origine italiana, trentini, "Provincia Autonoma di Trento", che insieme con la Provincia di Bolzano, costituiscono la Regione “Trentino Alto Adige”. Negli anni '40 a Bulevar Artigas y Burgues, Cervecería Oriental iniziarono i primi incontri dei trentini,che poi presero in affitto una casa ad Angel Salvo e Cayetano Rivas e successivamente, acquistarono il terreno dove si trova oggi la sede, nel Prado di Montevideo, situata in Adrian Medina N ° 238, progettata dall'architetto Montes Rega. La esede è stata costruita nel 1955 con i fondi personali dei trentini, che hanno lavorato intensamente di persona anche alla sua realizzazione, rimangono ancora oggi i fregi alle pareti dello scultore "Edmundo Prati". Vogliamo evidenziare alcune personalità trentine o di origine trentina in Uruguay: Zelmar Michellini, senatore della Repubblica, vittima della dittatura, era pronipote di Pietro Antonio Fortunato Michellini, originario di Pinzolo;
Pubblichiamo il testo del discorso tenuto da Fernando Lopez, consigliere comunale e socio del Circolo, il 9 dicembre, davanti al «parlamento» della città di Montevideo sue visite nel 1987 e nel 1988.
L'istituzione "Circulo Trentino
Monsignor Carlos Partelli, arci-
de Montevideo", in tutti questi
vescovo di Montevideo nel 1961,
anni, ha cercato e lavorato in-
ha travalicato i confini della sua
stancabilmente per mantenere
diocesi nel nord del Paese grazie
vive le "tradizioni trentine" e la
ad una lettera pastorale, nella
cultura, attraverso la lingua, la
quale affronta i problemi dell'a-
gastronomia, la musica, il canto,
gricoltura, riflette sul bracciante
la danza e il gioco.
agricolo, la famiglia rurale, lo
Il Circolo organizza corsi di ita-
sfruttamento della città e scarso
liano: attualmente ci sono sei
sistema di distribuzione del terri-
classi per adulti e due per bam-
Enzo Murara, ex presidente del
torio. È stato un documento scioc-
bini, a diversi livelli di apprendi-
Circolo e suo figlio Gabriel Mura-
cante che si è diffuso anche oltre
mento della lingua italiana.
ra, già Presidente della Camera
i confini.
I soci partecipano attivamente alle Giornate del Patrimonio.
delle Industrie, attualmente Vice
L'attuale vescovo di Tacua-
Presidente della C.I.U., e Direttore
rembó y Rivera, presbitero Pedro
Dal 2011 sono stati organizzati
della LATU, del nostro Paese.
Wolcan, nominato in tale incarico
viaggi culturali nella Provincia
da papa Francesco, nel 2018.
con il sostegno dell'Associazione
Edmundo Prati, scultore: sue opere sono presenti in tutto il pa-
Vogliamo esprimere gratitu-
Trentini nel Mondo, grazie ai qua-
ese. Ha ricevuto il "Gran Premio
dine
Trentini
li molte persone, che non aveva-
per la Scultura" al Primo Salone
nel Mondo - che conta duecento
no mai potuto conoscere la terra
Annuale di Belle Arti, tenutosi a
Circoli nel mondo, gestiti inte-
dei loro discendenti, sono riuscite
Montevideo. Suoi sono gli altori-
ramente da volontari - e ai suoi
a farlo.
lievi nella Sala dei Passi Perduti,
Presidenti Bruno Fronza, Fer-
C'è un coro, che ha già compiuto
del Palazzo Legislativo (ingressi
ruccio Pisoni, Alberto Tafner e
nove anni e ha partecipato a mol-
del Senato e della Camera dei De-
Armando Maistri, e al carissimo
teplici attività a livello nazionale
putati).
Rino Zandonai, che tutti i trentini
e locale.
Eriberto Prati, suo fratello ge-
all'Associazione
ricordano.
Altra importate manifestazio-
mello, autore di dipinti molto im-
Vogliamo anche evidenziare i
ne di cultura che viene organiz-
portanti, tra cui il soffitto dell'A-
valori coltivati dai “Trentini”, in
zata ogni anno, è la tradizionale
teneo de Salto e anche quello
tutto ciò che ha a che fare con il
"Festa della Polenta", con tutti i
della Società Italiana.
lavoro, la famiglia, il saper vivere
riti, come si usava in tempi lon-
Monsignor José Gottardi, Arci-
e godersi la vita, in ogni momen-
tani. Non dimentichiamo che in
vescovo di Montevideo. Ha rice-
to; in Trentino hanno molto da in-
tempo di guerra mangiare era
vuto Papa Giovanni Paolo II nelle
segnarci sullo spirito cooperativo.
molto difficile e grazie alla polenta, molti di questi "Trentini" sono ancora tra noi oggi. Attraverso l'Associazione Trentini nel Mondo, la Provincia Autonoma di Trento interviene, in spirito di solidarietà, aiutando gli immigrati ed i loro discendenti più vulnerabili. Aiuta anche attraverso borse di studio e borse di lavoro.
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circoli
«Dimostrazione di cucina» di successo per il Circolo di Colonia del Sacramento
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Vi comunico che il 26 novem-
to otto persone e mentre undici
bre 2021, in occasione della
sono state quelle che lo hanno
celebrazione della «Settimana
seguito tramite Zoom, in collega-
della cucina italiana nel mon-
mento dall'Argentina e dall'Uru-
do», il Circolo trentino di Colonia
guay. Il successo ottenuto dall'i-
del Sacramento (Uruguay) ha
niziativa ci motiva a realizzare
organizzato una dimostrazione
altre manifestazioni nel prossi-
di cucina - sia in presenza sia
mo anno dal mese di maggio, una
attraverso la piattaforma Zoom-
volta al mese. Siamo convinti che
tenuta dallo chef José Oradini,
queste attività contribuiscano
docente all'Istituto di ospitalità
alla diffusione della cultura e
e gastronomia di Colonia, con la
delle tradizioni trentine.
collaborazione della sottoscrtta
In qualità di presidente del Cir-
(Maria Bernardi).
colo non posso che ringraziare i
Il menu era composto da bru-
partecipanti, lo Chef José Oradini
schette e crostini con funghi
per la sua disponibilità a realiz-
porcini, bocconcini con pomo-
Carmelo) che ricorda il Terolde-
porcini e noci, che si è abbinato
zare questo evento, i Circoli che
dori secchi, melanzane, basilico
go Trentino, e un Moscato Giallo
molto bene con il moscato giallo.
ci hanno accompagnato, il consi-
e olio d'oliva, che si sposavano
(vitigno italiano che si è adattato
Il dolce consisteva in una «torta
glio di amministrazione e soprat-
molto bene con il vino Tannat-
molto bene al suolo uruguaiano,
di fregoloti» con gelato alla vani-
tutto la mia famiglia. Vi saluto
Marselan della Bodega Zubi-
prodotto dal Vivaio San Jacinto,
glia e frutti di bosco rossi, abbi-
con un grande abbraccio.
zarreta (fondata da discendenti
i cui vini sono molto apprezzati).
nato molto bene da un distillato
trentini della famiglia Festi, che
Come piatto principale è stato
frequentano il Circolo trentino di
preparato del risotto con funghi
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di mirtilli. In presenza hanno partecipa-
Maria Bernardi Presidente Circolo trentino di Colonia del Sacramento
circoli
Trenta partecipanti all'iniziativa «Miglior giardino» organizzata dal Circolo trentino di Makallé Per la prima volta e per celebrare l'arrivo della primavera, il Circolo Trentino di Makallé (Chaco - Argentina) ha promosso l'iniziativa «Miglior giardino», invitando l'intera comunità a collaborare all'abbellimento delle proprie facciate. Sono state consegnate quattro certificazioni e riconoscimenti, consistenti in piante messe a disposizione dai vivai locali e trenta note di ringraziamento per la partecipazione. La speranza è che l'anno prossimo i partecipanti possano essere ancora più numerosi. Viviana Marta Bangher
CIRCOLO DI CIUDAD DEL ESTE (PARAGUAY)
21 Tra le recenti attività organizzate dal Circolo, c'è stata un'avvincente partita di calcio fra i soci, divisi in due squadre.
A Brescia, pranzo di Natale degli «Amici delle Valli trentine» Anche il presidente della Trentini nel mondo, Armando Maistri (terzo da sinistra nella foto) ha partecipato al pranzo di Natale dell'associazione «Amici delle Valli trentine», che si è svolto a Brescia il 12 dicembre, presso il ristorante «Nuovo Nando».
«Il virus ci costringe a rinviare ancora la festa per il 40° di fondazione del Circolo del Ticino» Qui di seguito pubblichiamo il testo della lettera inviata ai soci del Circolo trentino del Ticino (Svizzera) dal presidente Gianni Busacchi. Anche quest'anno sta finendo ed il nostro festeggiamento per il 40° anniversario di fondazione del Circolo Trentini del Ticino (fondato nel 1980) deve, per colpa del virus, essere nuovamente posticipato. Ma non disperate, cari amici, prima o poi, pandemia permettendo, la grande festa si terrà e noi del comitato ci stiamo moralmente già organizzando. Abbiamo già scelto il ristorante… con delle speciali-
tà eccellenti… che sicuramente delizieranno qualsiasi palato. Unica incertezza? Quando! La nostra speranza, che questo maledetto virus ci lasci con l'inverno e che in primavera ci si possa nuovamente riunire per passare, dopo due anni, un pomeriggio in beata e spensierata compagnia come sempre fatto negli ultimi 40 anni. Approfitto per augurarvi i migliori e sentiti auguri, da parte mia e di tutto il comitato, per le prossime feste e l'augurio di ritrovarci tutti in primavera in ottima salute. CIAO. Gianni Busacchi
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circoli
La pandemia ha fatto annullare alcuni eventi previsti per festeggiare il 60° anniversario
A Charleroi, con una visita alle vedove si è reso omaggio ai fondatori del Circolo
I 22
l Circolo trentino di Charleroi (Belgio) è stato fondato il 26 novembre 1961, e l’attuale comitato aveva previsto una serie di momenti per fare dell’evento una vera “festa di vaghi color”, e sognava che la ricorrenza diventasse indimenticabile. Questi incontri erano destinati ad essere vissuti nel caloroso ambiente della «locanda» del Circolo, segnando l’anno sociale 2021-22 come un’autentica pietra miliare. Ma purtroppo l’evolversi della pandemia Covid-19 e i conseguenti numerosi provvedimenti sanitari, hanno costretto i nostri dediti animatori a ritardare, se non forse addirittura ad annullare, le prime di queste iniziative. Non volendo lasciar cadere nel totale oblio questi importanti momenti della vita del Circolo, desidero almeno ricordarli brevemente qui di seguito.
Fra ricordi ed omaggi, sarebbero
anche questa volta il Covid ci ha
lia Ebli, vedova di Beppi Dalpiaz,
stati presentati il logo creato per
messo lo zampino!
prossima ai 96 anni di età, che
il 60° e il francobollo stampato
Nonostante questi spiacevoli
vive in un ricovero di Charleroi.
per l’occasione. Era anche previ-
contrattempi, non ci si è persi
Non è stato possibile incontrare
sta l’inaugurazione di una mo-
d’animo e si è pensato rendere
da vicino Amalia e la visita è av-
stra che voleva dare risalto alle
un sentito omaggio ai fondatori
venuta parlandosi attraverso la
opere di alcuni soci-artisti. Però,
del Circolo. Cercando nell’archi-
finestra semiaperta della camera
causa Covid, non è stato possi-
vio del Circolo, è pero emerso
(come si può intuire dai riflessi
bile dare il via ai festeggiamenti
che questi purtroppo sono tutti
nella foto in alto a sinistra). Ama-
del tanto sospirato 60°.
scomparsi. Si sa benissimo che
lia, per ringraziare della visita, ci
La tradizione vuole che in Bel-
laddove c’è un uomo che si “pa-
ha onorati di un suo canto, che
gio i lavoratori del ferro festeg-
voneggia” in cravatta, spesso
è solita canticchiare in noneso.
gino Sant’Eligio (1° dicembre)
c’è una donna che si rimbocca le
Evocando quel periodo del passa-
ed i minatori Santa Barbara (4
maniche e infila il grembiule. In
to, la figlia Anne-Marie (oggi te-
dicembre). Rispettoso di queste
altre parole, siccome la maggior
soriere del Circolo) ricorda che nel
tradizioni, da diversi anni il Cir-
parte (se non tutti) gli incontri
giorno in cui fu fondato il Circolo
colo riunisce i suoi soci, operai
promossi dal Circolo, si conclu-
la mamma, che aveva partorito
metallurgici e minatori, oramai
dono con un momento di «alta
un mese prima il terzo bambino, si
per lo più pensionati, ma sempre
gastronomia» e che le artefici di
era arrabbiata con «el Beppi», per
fedeli nel ricordare i loro santi
questi squisiti istanti sono le
l’insistenza con la quale il marito
protettori. È così che il 12 dicem-
mogli dei soci, si è deciso di an-
voleva che partecipasse a quell’e-
bre era stato previsto un pranzo,
dare a trovare le vedove di due
vento. A favorire il «passa paro-
durante il quale sarebbero stati
fondatori del Circolo.
la», accanto alla mamma, c’era
ricordati i momenti più significa-
E così una piccola (sempre causa
tivi di questi sessant’anni, con
il tremendo Covid...) delegazione
La seconda visita, è stata resa
Per varcare la ragguardevole
la proiezione di una valanga di
del direttivo del Circolo è andata a
a domicilio a Luigia Dapoz, no-
soglia dei sessant’anni di attivi-
fotografie e la messa a disposi-
salutare le due nonne, entrambe
vant’anni ben portati, vedova
tà, il 28 novembre era previsto
zione di “preziosi” documenti. Ma
oriunde di Cis. Per prima, Ama-
di Raffaele Mengoni. Anche qui
Emma, la figlia primogenita.
un momento di “ufficialità”, con
si sono ricordati i «primi passi»
la presenza di autorità, quali il
dell’Associazione
Console Generale d’Italia, il pre-
mondo in Belgio. A tenerle com-
sidente del ComItEs, il Sindaco di
pagnia per l’occasione, le figlie
Châtelet, e diversi rappresentan-
Marie-Louise e Yolande. Brindan-
ti delle Associazioni con le quali
do al futuro del circolo, la «Gigio-
il Circolo intrattiene relazioni di
ta» ci ha lasciato il suo monito
amicizia e di stretta collaborazio-
preferito: «Cento anni, un gerlo
ne. E naturalmente dovevano es-
de mesi e via da sti paesi».
serci pure numerosi fedeli soci.
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Trentini
nel
Gieffe
60 anni d’Europa
Quale Europa nel dopo Merkel? M Per favorire e governare il necessario
cambiamento dell'Unione, grandi speranze
sono riposte nelle iniziative e nell’auspicabile
protagonismo del presidente francese Macron e del premier italiano Mario Draghi
© European Union 2018 - Source : EP - FMA-MDO-PBA-MCU_GEN
ercoledì 8 dicembre, Olaf Scholz è stato eletto dal Bundestag cancelliere della Germania federale. Dopo una lunga trattativa con Liberali e Verdi è nato il governo di coalizione tripartito con un programma di quasi duecento pagine che, com’era prevedibile, contiene molte novità. Sul versante interno, una vigorosa modernizzazione industriale al fine di raggiungere gli obiettivi di un’economia “ambientalmente neutra” e di una società ”digitalmente autosufficiente” entro il 2045. Diversi osservatori fanno presente che questo obiettivo ambizioso richiederà enormi investimenti pubblici e tale prospettiva è destinata a fare i conti con potenti oppositori interni, in primis la Bundesbank per la quale gli obiettivi della politica economica devono limitarsi al controllo dei prezzi e al pareggio di bilancio. Come nota Sergio Fabbrini sul Sole 24 ore di domenica 12 dicembre, per il pensiero ordoliberale, assai caro alla Banca centrale tedesca, “il mercato deve essere protetto dalla democrazia che ne altererebbe il funzionamento concorrenziale”. Per essere competitiva sui mercati esterni, la Germania ha fortemente compresso la domanda interna accelerando la precarizzazione del mercato del lavoro, ma anche provocando significativi squilibri esterni che hanno penalizzato i Paesi dell’Eurozona. Scholz si è impegnato a non mettere in discussione la riforma costituzionale del 2009 che ha istituzionalizzato la parità di bilancio. Quindi, una spesa pubblica rigidamente sotto controllo, con ciò entrando in netta contraddizione con l’obiettivo della grande modernizzazione industriale enunciata come primo obiettivo del programma di governo. Grandi aperture nell’ambito della Conferenza sul futuro dell’Europa: si propone l’istituzione di una Convenzione costituente per
dar vita ad uno Stato federale europeo basato sul principio di sussidiarietà, il rafforzamento del Parlamento europeo con poteri di iniziativa legislativa, l’estensione del voto a maggioranza qualificata nel Consiglio, iniziative più incisive nei confronti dei Paesi che non rispettano lo stato di diritto e le sentenze della Corte europea di giustizia. Grandi aperture dunque sul versante istituzionale, ma quando si arriva alla governance dell’Eurozona, nel programma Scholz riemerge il dogmatismo che ha condizionato pesantemente tale governance; il Patto di stabilità e crescita deve essere preservato in quanto si è dimostrato “sufficientemente flessibile”. La Banca centrale europea dovrebbe limitarsi a controllare esclusivamente l’inflazione, mentre la politica
fiscale deve rimanere in capo alle autorità nazionali. Ne consegue che Next Generation EU deve essere considerato uno strumento limitato nel tempo. Ci si chiede: con tali contraddizioni, come potrà l’Europa affrontare il futuro in una situazione di ancora perdurante pandemia, di emergenze climatiche e ambientali drammatiche, di aspri confronti geopolitici e militari ai suoi confini, di masse di migranti disperati in cerca di futuro e di accoglienza? Non certamente con il paradigma liberale della parità di bilancio, dell’ognuno per sé che tale obiettivo comporta. Assurdo immaginare una dimensione federale per l’Europa in assenza di una politica fiscale coordinata, di una politica estera e di difesa comune, di una politica coerente e condivisa di programmazione e di gestione dei flussi migratori. Scrive Ezio Mauro nell’editoriale di Repubblica del 29 novembre: “Quando il trono è vacante (il riferimento è al fine mandato della Cancelliera Merkel), o si avanza un pretendente munito di titoli, dell’autorità e della forza necessaria a imporsi, oppure scende in campo la politica, rimediando al vuoto con un’innovazione di sistema, per generare un nuovo equilibrio di vertice capace insieme di governare e garantire il cambiamento”. Grandi speranze sono riposte nelle iniziative e nell’auspicabile protagonismo del Presidente francese Macron e del Premier italiano Mario Draghi. La Francia avrà la presidenza semestrale del Consiglio Ue a partire dal 1°
gennaio 2022. Le competenze e l’autorità di Draghi sono universalmente riconosciute, rispettate ed apprezzate. Il Trattato del Quirinale sottoscritto il 26 novembre scorso contribuisce a delineare un quadro di cooperazione rafforzata tra Francia e Italia a livello europeo su difesa, spazio, migranti, revisione dei criteri del Patto di stabilità, riforma dell’Eurozona, creazione di liste transnazionali alle prossime elezioni europee. Una serie di obiettivi da mettere in agenda durante il semestre di presidenza francese dell’Ue attorno ai quali tessere pazientemente condivisioni e alleanze. Una strategia franco-italiana che può tornare utile anche al neo-cancelliere Scholz. Scrive Sergio Fabbrini, “il governo Scholz, per avere successo, dovrà ridimensionare le resistenze ordoliberali e per fare ciò avrà bisogno della pressione riformatrice dei governi francese e italiano”. “Nella convinzione, - mi servo di un passaggio dell’editoriale di Ezio Mauro – che in questa fase di impasse politico, procedurale, di leadership, il cambio di passo generale che non si può realizzare a Bruxelles, può essere tentato a Parigi e a Roma, con uno strappo parziale che prefiguri i prossimi traguardi necessari per l’Ue, realizzandoli nello spazio comune dei due Paesi… Il logico completamento di questa operazione è un trattato altrettanto ambizioso tra Italia e Germania che chiuda il triangolo e completi il motore che deve trainare l’Unione nella sua nuova dimensione”. Vittorino Rodaro 16 dicembre 2021
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dal Trentino
Destinato a tornare ad essere natura pura «Dragovaia» si trova nella frazione Magrè del comune di Lavarone, nell'Alpe Cimbra. Si tratta del drago in legno più grande del mondo. Un mese di lavoro, tremila viti e duemila scarti di arbusti delle piante abbattute dalla furia della tempesta Vaia, che ha colpito il Trentino il 29 ottobre 2018. È stato utilizzato anche il legno dell'«Avez del Prinzep», l'Avez del Prinzep, l’abete bianco di 244 anni e alto 54 metri purtroppo precipitato il 12 novembre 2017 in seguito a una bufera di vento, «Dragovaia» supera i 6 metri di altezza e i 7 metri di lunghezza e sembra uscire dai migliori film fantasy di tutti i tempi. Un’opera la cui straordinarietà sta anche nella sua caducità. Realizzato con un legno non trattato, destinato a scomparire piano piano nel tempo, sotto la forza della neve e del vento. Un Drago che tornerà ad essere natura pura. L'autore è Marco Martalar, che sulla sua pagina Facebook si descrive così: «Scultore del legno e artista del bosco , dove passo la maggior parte del tempo per creare e farmi ispirare.Gli alberi, gli animali, il silenzio, il fuoco e la natura ancora selvaggia, per me linfa vitale dove la mia arte trae nutrimento».
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Il Drago si trova sulla cima del Tablat e per raggiungerlo ci sono diversi possibili itinerari: - dalla frazione Bertoldi, proseguire a piedi per la Frazione Slaghenaufi, seguire le indicazioni per raggiungere Chalet Tana Incantata, poco prima dell'arrivo, seguire indicazioni per Frazione Magrè, o tabelle Lavarone Green Land; - sempre dalla frazione Bertoldi, salire con la seggiovia Tablat e poi arrivare a destinazione con una breve e suggestiva passeggiata; - da Frazione Gionghi, percorrere la strada pedonale dietro la Croce Rossa, attraversare la statale tenendo la sinistra in direzione del centro storico della frazione. Tenendo la destra per la piccola piazza della frazione, seguire le indicazioni del sentiero sterrato in direzione Magrè, o tabelle Lavarone Green Land; - da Frazione Cappella, recarsi verso Frazione Longhi, poi indicazioni per Cost, poi Lavarone trekking fino alla Frazione Magrè.
dal Trentino
Il Drago di Magrè, possente e magico
Foto: Andreas Tamanini
M
igliaia di persone sul posto e migliaia di visite sulle pagine «social»: il successo ottenuto da « Dragovaia» (vedi descrizione nell'articolo sulla pagina a fianco) ha superato le più rosee aspettative. D'altra parte - come afferma Daniela Vecchiato, direttrice dell'Azienda per il turismo Alpe Cimbra Folgaria Lavarone Luserna Vigolana (nella foto) - davanti all'opera dell'artista Marco Martalar si rimane affascinati, per la sua maestosità e la sua forza evocativa: difficile rimanere indifferenti, non provare un forte coinvolgimento emotivo, non pensare a qualcosa di magico. Tutto concorre a rendere unico Dragovaia, a cominciare dalla sua posizione, sulla cima del Tablat, alle spalle della frazione Magrè di Lavarone. Un punto altamente panoramico, dal quale lo sguardo spazia sull'altopiano fino al Becco di Filadonna. Dragovaia viene percepito come il guardiano di un territorio così bello e delle persone che lo abitano, il custode di un patrimonio ambientale e umano da ammirare e proteggere. A renderlo unico è poi il materiale con cui è stato realizzato, cioè il legno proveniente dagli alberi abbattuti nell'autunno del 2018 dalla furia della tempesta Vaia. «Una scelta dal forte valore simbolico - afferma Daniela Vecchiato perché trasmette un messaggio di rinascita». Anche da un evento catastrofico - grazie alla sensibilità e al talento di un artista - può nascere qualcosa di bello. Anche il suo destino di non essere perenne, perché il tempo e gli eventi atmosferici lo modificheranno fino a farlo scomparire, ne aumentano il fascino. Dragovaia fa parte di un progetto più ampio - denominato «Lavarone Green Land» - intrapreso dal Comune di Lavarone, che mira ad una completa valorizzazione della rete sentieristica
e in particolare di quattro sentieri adatti alle famiglie: «Sentiero delle leggende: Avi, l’Avez del Prinzep e il drago Vaia», «Sentiero delle sorgenti: Alla ricerca dell’acqua el vacarot», «Sentiero 4 salti nel bosco: Avi l’esploratore e gli ani-
mali», «Sentiero del respiro degli alberi». «L’obiettivo è coinvolgere i bambini e le loro famiglie attraverso le fiabe e le installazioni, che saranno caratterizzate da personaggi di grande appeal sui bambini come i folletti e i draghi, per sensibilizzarli su temi del green e dell’ambiente - ha affermato Isacco Corradi Sindaco di Lavarone - e non a caso per visitare l’opera più maestosa che è stata collocata sulla cima del Tablat viene proposto a chi soprattutto con i bambini più piccoli o con i nonni non riuscissero a salire a piedi l’utilizzo della seggiovia, come modalità di mobilità sostenibile». L'interesse suscitato da Dragovaia è un buon viatico per il progetto «Lavarone Green Land». All'opera sul Tablat sono stati dedicati molti articoli sulle principali testate nazionali - ricorda Daniela Vecchiato - e numerose sono state le troupe televisive di emittenti italiane e straniere arrivate per riprendere Dragovaia. I lavori per realizzarlo sono iniziati l'11 ottobre scorso e si sono conclusi a metà novembre e fin da subito, quando hanno cominciato a circolare le prime immagini, si è registrato un grande afflusso di visitatori. Inevitabili sono stati i disagi per coloro che abitanto la frazione Magrè, che si sono trovati invasi da automobili alla disperata ricerca di parcheggi che non ci sono. Per questo nelle settimane successive sono stati assunti specifici provvedimenti, come riservare il tansito sulla strada che porta alla frazione ai soli residenti. Per la direttrice dell'Azienda per il turismo Alpe Cimbra si è trattato di un intervento dovuto e legittimo: «Dragovaia - afferma - va raggiunto rispettando lo spirito che si deve avere quando si va in montagna: una destinazione non la si raggiunge arrivando in auto a pochi passi dalla meta». Per «meritare» di trovarsi al cospetto del possente Dragovaia e di godere del panorama sul quale domina, bisogna fare almeno un po' di fatica, che risulterà poi ampiamente ricompensata. Maurizio Tomasi
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L'Università di Trento compie 60 anni
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«L
’Università di Trento è la nostra università. È un’istituzione partecipata dalla comunità accademica e studentesca, ma anche da quella trentina. Una vicinanza da custodire e alimentare come un grande valore. La sua presenza nel territorio lo testimonia, con il senso dello studio, dell’impegno, della libertà, della trasformazione, del confronto e della conoscenza che sono motore di crescita». Con queste parole del rettore Flavio Deflorian l’Università di Trento ha inaugurato il 26 novembre al Teatro Sociale l’anno accademico 2021-22, il sessantesimo dalla sua fondazione. Una cerimonia che, dopo due anni di stop dettato dalla pandemia, torna per sottolineare una data simbolica. I sessant’anni invitano a tracciare un bilancio per un ateneo che, seppur ancora giovane, è riconosciuto come dinamico, competitivo, autorevole nel panorama universitario nazionale. «Il Trentino degli anni
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Seppur ancora giovane, l'ateneo è riconosciuto come dinamico, competitivo, autorevole nel panorama universitario nazionale. È un’istituzione partecipata dalla comunità accademica e studentesca, ma anche da quella trentina Cinquanta – ha osservato il rettore nel suo intervento introduttivo – era una terra povera, con una struttura economica arretrata, risorse naturali e finanziarie limitate. Il Trentino di oggi è invece una realtà all’avanguardia, in Italia e nel mondo, che gli indicatori collocano al vertice delle classifiche che misurano la qualità della vita e dei servizi. Nonostante un contesto così diverso, queste due stagioni hanno in comune la collaborazione tra realtà diverse come unica via per perseguire i propri obiettivi, e la capacità di tenere assieme visione alta e pragmatismo». «La sfida della ricostruzione
d’allora – ha proseguito – ha richiesto lo stesso livello di collaborazione e di interconnessione che oggi richiede il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Oggi come ieri, serve una programmazione comune, ampia, che deve muoversi con grande velocità ed efficacia, ma anche con grande dettaglio, tra Roma, Trento, il Triveneto, Bruxelles, le province dell’Euregio. Una sfida che riusciremo a vincere – anche di questo sono convinto – soltanto se ciascuno di noi accetterà di mettere in gioco una parte della propria identità». Centrale nella vita dell’Ateneo è la presenza di studenti e stu-
dentesse, ribadita nelle parole del presidente del consiglio degli studenti Edoardo Giudici. Un’analisi sulla situazione del personale è stata tracciata dal direttore generale Alex Pellacani, riconfermato dal Consiglio di amministrazione per un altro mandato triennale. C'è stato quindi l’intervento del presidente Daniele Finocchiaro che, giunto a metà del suo mandato ha proposto una riflessione sui nodi ancora da sciogliere e sulle sfide da affrontare. A tenere la prolusione è stata quest’anno la professoressa Fosca Giannotti (foto sull'altra pagina in basso), pioniera della
dal Trentino Nel suo videomessaggio la ministra dell'Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, ha definito l’Università di Trento particolarmente pronta per partecipare nell’ambito dell’offerta didattica dei corsi di laurea e della flessibilità, per la ricerca di base e per i rapporti con il territorio, le imprese, l’industria e gli enti
27 particolare, di forte consapevolezza per l’università italiana: «Gli atenei sanno di essere uno strumento molto importante per la ripresa e la rinascita del nostro Paese. Questo è dovuto non solo
Tutte le foto: ©UniTrento, ph. Cattani Faggion
scienza dei dati, titolare della prima cattedra di informatica della Scuola Normale Superiore a Pisa, individuata due anni fa come una delle 19 donne più influenti nel settore dal sito di informazione scientifica KDnuggets.com, impegnato nel diffondere modelli di ricercatrici e innovatrici di successo in un’area dominata da uomini. Una delle direzioni più promettenti delle sue ricerche attuali è favorire l’interazione fra persone e macchine “intelligenti” per sviluppare forme di AI umano-centriche, che potenzino cognizione e autonomia umane. Nel suo intervento ha percorso la storia dell’intelligenza artificiale da Alan Turing fino alle scommesse di oggi, con una riflessione sulle ripercussioni e sulle opportunità che ci aspettano per il prossimo futuro. La cerimonia si è conclusa con un videomessaggio della ministra dell'università e della ricerca Maria Cristina Messa (foto in alto a destra) che ha voluto ricordare come, l’attuale, sia un momento
al fatto che esiste una missione specifica su formazione e ricerca nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che darà un forte impulso se non altro economico, ma anche al fatto che questa si ac-
compagna a delle riforme che attendiamo già da molto tempo e a una rivisitazione del nostro sistema universitario che comporta sicuramente un cambio di passo». «Conoscendo la storia e la grande qualità dell’Ateneo di Trento», la ministra ha definito l’Università di Trento particolarmente pronta per partecipare nell’ambito dell’offerta didattica dei corsi di laurea e della flessibilità, della competitività nei bandi, per la ricerca di base e per i rapporti con il territorio, le imprese, l’industria e gli enti. La ministra si è quindi soffermata sull’importanza e sulla centralità delle studentesse e degli studenti «che dobbiamo accompagnare verso un futuro che li valorizzi. Su questo siamo particolarmente impegnati così come sull’aumentare il più possibile l’accesso agli studenti agevolandoli non solo attraverso misure di contenimento delle tasse, ma anche con una forte presa di responsabilità per un welfare studentesco a tutto campo». (Uff. Stampa UniTn)
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Il 2021 è stato un anno record per il «Gruppo Mezzacorona» I
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l Gruppo Mezzacorona nel 2021 ha raggiunto importanti risultati economici e commerciali. Il fatturato consolidato, nuovo record aziendale, è stato di 196.525.198 euro (+1,5% rispetto al 2020). L’utile netto di Gruppo è stato di 3.207.135 euro (+32,5%). Il valore del conferimento si è attestato a 67.515.220 euro. Le rese per ettaro hanno toccato i 18.799 euro di media. Il patrimonio netto consolidato ha raggiunto i 104.221.759 euro, un dato che evidenzia la grande solidità patrimoniale e finanziaria del Gruppo. I collaboratori sono 487. I dati del bilancio, chiuso al 31 luglio 2021, sono stati presentati dal presidente Luca Rigotti (a destra nella foto a centro pagina) e dal direttore generale Francesco Giovannini (a sinistra nella foto) alla 117ª assemblea generale dei soci del Gruppo Mezzacorona, che si è tenuta sabato 11 dicembre. Il Gruppo esporta i propri prodotti in oltre 65 paesi del mondo: l’export costituisce l’80% delle vendite, con una forte presenza negli Stati Uniti, il mercato più importante e strategico per il Gruppo, e in Germania; in vetta troviamo poi Olanda, Austria e Svizzera, Scandinavia, Regno Unito, Canada, Belgio, Europa dell’Est e Russia in particolare, l’Estremo Oriente (Giappone, Corea del Sud, Cina) ma anche mercati nuovi come l’Australia, Israele, i Caraibi ed il Vietnam. Nella sua relazione in assemblea il direttore generale Francesco Giovannini ha esposto le numerose iniziative basate sullo sviluppo della ricerca, sulla consulenza tecnica in campagna e sul consolidamento della qualità e
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dai vini del Gruppo, numerosi sono stati i premi vinti nelle varie manifestazioni e concorsi a livello internazionale, in particolare per la linea delle Riserve. Il «Rotari Flavio Trentodoc», ad esempio, ha ottenuto per l’ottava volta consecutiva l’ambito riconoscimento dei 3 Bicchieri del Gambero Rosso anche per il 2022. È continuato anche nel 2021 il progetto di valorizzazione territoriale e di eccellenza enologica denominato “Musivum” (Mosaico), che ha visto il lancio della quarta proposta, il Gewürztraminer Trentino Superiore Doc, che si è aggiunto alle prime tre selezioni di vini top: il Pinot Grigio e il Müller Thurgau, entramdell’eccellenza raggiunte.
bi Trentino Doc Superiore e lo Chardonnay
Il Gruppo è focalizzato nel suo ruolo di azien-
Alto Adige Doc Tolloy, con le uve della Cantina
da agricola diffusa di territorio, basata sul
partner di Salorno. Nel 2022 il progetto “Musi-
lavoro e sull’opera attenta dei viticoltori soci,
vum” si arricchirà di due nuovi gioielli: il Mar-
costantemente orientata alla qualità e alla tu-
zemino ed il Teroldego Rotaliano
tela ambientale.
Uno dei passaggi più interessanti degli ul-
In quest’ottica i soci del Gruppo Mezzacoro-
timi anni è stato anche l’investimento rile-
na hanno ottenuto anche nel 2021 la Certifica-
vante sui social media. I tre marchi principali
zione delle uve prodotte secondo il Sistema di
Mezzacorona, Rotari e Feudo Arancio hanno
Qualità Nazionale per la Produzione Integrata
raggiunto, nei vari strumenti social di Gruppo,
(SQNPI), tappa fondamentale e necessaria che
quasi 1.000.000 di likes complessivi, un nu-
ha già permesso ancora una volta la Certifica-
mero che pone ancora una volta Mezzacorona
zione dei vini e il loro lancio su tutti i mercati
ai vertici nazionali per l’interesse social.
internazionali.
E infatti Mezzacorona è stata incoronata
È questo un obiettivo strategico del Gruppo
nella rilevazione annuale 2021 della società
Mezzacorona, rivolto a soddisfare le richieste
specializzata Omnicom PR Group come la can-
dei consumatori in tutto il mondo sempre più
tina italiana più social, un risultato di grande
attenti, preparati e sensibili rispetto alle te-
soddisfazione che evidenzia come Mezzacoro-
matiche della salubrità dei prodotti e alla sal-
na sia un’azienda innovativa e dinamica, ca-
vaguardia dell’ambiente.
pace di mettersi in piena sintonia con il proprio
A dimostrazione del livello di qualità ormai stabilmente raggiunto sia dagli spumanti che
tempo e con la modernità. (Uff. Stampa Gruppo Mezzacorona)
MODULO PER LA RICHIESTA DI ADESIONE IN QUALITÀ DI SOCIO ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ONLUS VIA MALFATTI 21 - 38122 TRENTO
IL SOTTOSCRITTO/A NATO/A A
IL
RESIDENTE IN VIA
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CITTÁ
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Autorizzo l’invio delle comunicazioni ufficiali tramite l’indirizzo di posta elettronica Avendo preso visione dello Statuto che regola l’Associazione (*) Condividendo la democraticità della struttura, l’elettività e la gratuità delle cariche associative Essendo consapevole della gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti Essendo consapevole delle finalità di solidarietà sociale che l’Associazione promuove Avendo preso visione dell’informativa sui dati personali (*)
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LUOGO E DATA
FIRMA
(*) Disponibili sul sito www.trentininelmondo.it
Foto: Andreas Tamanini
Sono già migliaia i visitatori che hanno ammirato «Dragovaia», nella frazione Magrè a Lavarone (articolo alle pagine 24-25).