TRENTINI
MONDO
nel
MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E
8/2015
Foto di Marco Pontoni
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue
anno 58°
Il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha guidato una delegazione in visita alle comunità trentine in Brasile.
CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus
Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Germania, Messico, Paraguay e Uruguay Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 4 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz
- 1 circolo
Bosnia - 3 circoli Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -
Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá
- 1 circolo
Danimarca Copenaghen
- 1 circolo
Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti) Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù
Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera
Peru Lima
Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi
Portogallo Portogallo
Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino
Romania Romania
Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo
- 1 circolo
62 circoli
Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè
L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it
- 1 circolo
Serbia Indija
- 1 circolo
- 1 circolo
- 1 circolo
Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas
- 1 circolo
EDITORIALE SOMMARIO Pagine 2-4 MISSIONE ISTITUZIONALE IN BRASILE DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI TRENTO
I GIORNALI HANNO DATO RISALTO ALLA NOTIZIA CHE SONO STATE FISSATE LE NUOVE UDIENZE
Associazione e Corte dei Conti, chiarezza su un punto cruciale
Pagina 5 ATTUALITÀ Pagine 6-7 VISITE IN SEDE Pagina 8 GENTE E FATTI Pagine 9-16 INSERTO SPECIALE LE CELEBRAZIONI PER IL 50° ANNIVERSARIO DELLA TRAGEDIA DI MATTMARK Pagine 17-21 CIRCOLI (Paraguay, Rio dos Cedros, Santa Olimpia, Buenos Aires, Tucuman, Corzuela, Sydney, Basilea) Pagine 22-23 RACCONTI DI VIAGGIO Pagina 24 ABBONAMENTI
ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner
Direttore Anna Lanfranchi
TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione
Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, A. Lanfranchi, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 8 AGOSTO 2015 Stampato il 1° ottobre 2015
In copertina: l’incontro del presidente della Provincia con i trentini di Rodeio (Brasile).
Nella relazione fatta all’Assemblea dei soci della Trentini nel Mondo che nell’aprile del 2009 approvò il passaggio della presidenza da Feruccio Pisoni ad Alberto Tafner, veniva sottolineato con forza la volontà di aprire l’Associazione alla collaborazione di tutti i trentini - sia che vivessero in Trentino o all’estero - per costruire assieme una grande, libera e coesa Comunità Trentina. La Trentini nel Mondo dunque ribadiva la volontà di proseguire un percorso già avviato da tempo, spalancando ulteriormente porte e finestre e mettendosi a disposizione di chiunque volesse partecipare volontariamente a questo processo di rinnovamento: nella più totale e completa trasparenza e limpidezza di rapporti. Un notevole passo avanti in questa direzione accadde due mesi dopo quell’assemblea, quando venne realizzato un incontro pubblico al palazzo della Regione a Trento, dove chiunque avesse voluto, avrebbe potuto discutere nella maniera più libera e aperta e avrebbe potuto chiedere spiegazioni per saperne di più, proprio su uno degli argomenti più problematici dell’attività dell’Associazione: i progetti di solidarietà internazionale, iniziati alla fine degli anni ’90, quando scoppiò in tutta la sua drammaticità la grande crisi argentina. Su questa linea di condotta si è proseguito poi negli anni, nonostante il periodico acutizzarsi di attacchi (il più delle volte pretestuosi e malevolmente personalistici) dei consueti professionisti della denigrazione, incapaci di comprendere i cambiamenti culturali, economici e sociali che stavano trasformando il mondo e di cui l’Associazione cercava di farsi interprete. Nel 2010, in seguito ad alcuni interventi - anche di chi magari
In tutti gli atti giudiziari emessi, c’è una frase che la Trentini nel mondo e i diretti interessati ritengono costituisca un punto fondamentale per la dignità e il rispetto delle persone, che però finora non è mai stata riportata negli articoli dedicati alla vicenda apparsi sugli organi di informazione aveva bisogno di costruirsi gratuitamente una campagna elettorale sulla pelle altrui - è iniziata un’indagine della Corte dei Conti attinente i progetti di solidarietà realizzati all’estero tra il 2004 e il 2009. Due anni e mezzo dopo, dal «servizio notificazione atti giudiziari» arrivarono i primi «inviti a dedurre» sull’ipotesi di danno erariale relativo ad alcuni di questi progetti e i giornali locali fecero risuonare la grancassa, riportando in particolare gli aspetti che più potevano stimolare la curiosità morbosa dei lettori e quindi le vendite. A febbraio 2015 ci fu la prima udienza e i giudici della Corte dei Conti rilevarono «l’indetermina-
Nella prima udienza i giudici hanno rilevato «l’indeterminatezza della causa petendi» ordinando al Pubblico Ministero «la rinnovazione della citazione con le intregrazioni indicate nella sentenza-ordinanza»
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tezza della causa petendi» e per tanto ordinarono al Pubblico Ministero vice Procuratore Generale «la rinnovazione della citazione, con le integrazioni indicate nella sentenza-ordinanza». Oggi, a cinque anni dall’inizio dell’inchiesta, le citazioni sono state rinnovate e le udienze fissate, con ovvio risalto sulla stampa locale. La Trentini nel Mondo, al di là di come la vicenda proseguirà e si concluderà secondo giustizia, continua nel suo lavoro nel solco della trasparenza e della limpidezza verso i soci e verso le istituzioni. Proprio per questo motivo abbiamo voluto aggiornare questa breve cronistoria, in modo che tutti quelli che sono interessati a seguire la vicenda (e principalmente i Circoli Trentini che sono all’estero) possano essere informati. Per completezza di informazione però, vogliamo riportare una frase che compare in tutti gli atti giudiziari emessi delle Corte dei Conti e che i giornali si sono sempre «dimenticati» di riportare. La frase dice testualmente ….«questa Procura risponde in primo luogo di NON AVER MAI IPOTIZZATO APPROPRIAZIONI INDEBITE DI FONDI O PERCEZIONE DI VANTAGGI ECONOMICI DA PARTE DEI PRESIDENTI DELLA TRENTINI NEL MONDO». Per chi riporta decine e decine di notizie forse questa dichiarazione ufficiale non è sembrata degna di essere resa nota, ma i diretti interessati e l’Associazione che da cinque anni attendono che venga fatta piena luce sui fatti, ritengono costituisca un punto fondamentale per la dignità ed il rispetto delle persone. Tutto ovviamente nell’ottica della chiarezza e della limpidezza. Alberto Tafner 8 - 2015
AGENDA UGO ROSSI HA GUIDATO UNA DELEGAZIONE CHE COMPRENDEVA ANCHE IL VICE PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO
Missione istituzionale in Brasile del presidente della Provincia Curitiba, Piraquara, Florianopolis, Nova Trento, Rodeio, Rio dos Cedros, Timbò, Blumenau, Bento Gonçalves: città dei tre Stati del sud Brasile che non verranno presto dimenticate dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, il quale a suo tempo si era riservato anche le competenze in materia di emigrazione e che ha voluto – nel corso dello scorso mese di settembre – compiervi una visita. Con lui c’erano i consiglieri provinciali Lucia Maestri e Claudio Civettini, il Presidente della Federazione Trentina della Cooperazione Giorgio Fracalossi, il Presidente di Dolomiti Energia Rudi Oss, il Dirigente per la Promozione e l’Internazionalizzazione della Provincia Raffaele Farella, il vice presidente della Trentini nel Mondo Cesare Ciola, ia Presidente dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero, Giorgia Pezzi, i funzionari provinciali Moreno Tait, Antonella Giordani e Lorenza Fracalossi, e Marco Pontoni e Marco Tomaselli dell’ufficio stampa della giunta provinciale. I TRENTINI-BRASILIANI SONO CIRCA 2 MILIONI
Si è trattato di una missione istituzionale, accompagnata sul posto dai due Consultori Alceu Xenofontes Lenzi e Elton Diego Stolf, con lo scopo da un lato di conoscere questa realtà dell’emigrazione trentina che celebra
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i 140 anni dall’arrivo in Brasile, ma anche di verificare, allacciare e consolidare opportunità di interscambi nel campo dell’economia, della cultura e dell’università. Purtroppo la missione non ha potuto aver luogo ad ottobre,
come aveva chiesto la Trentini nel Mondo per abbinarla ai festeggiamenti già programmati da mesi e che vedranno la presenza in terra brasiliana anche dell’Arcivescovo di Trento Luigi Bressan (a pagina 4 è riportato il
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programma), a causa di altri inderogabili impegni del Governatore, limitando così le possibilità di incontro con i rappresentanti di tanti degli oltre 60 Circoli trentini attivi in Brasile. Gli incontri con la comunità
AGENDA LE IMPRESSIONI DI UGO ROSSI, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Comunità vive, vivaci, dinamiche In questo viaggio abbiamo innanzitutto potuto toccare con mano quanto sia vivo fra gli oriundi trentini del Brasile l’attaccamento alle radici, l’amore per quella parte importante della propria identità rappresentata dalla lingua parlata dai propri avi, dalle tradizioni, dalle memorie condivise. Al tempo stesso abbiamo trovato delle comunità vive, vivaci, dinamiche, perfettamente inserite nel proprio contesto nazionale e regionale. Abbiamo trovato - o in qualche caso ritrovato imprenditori, professionisti, amministratori locali e figure che ricoprono posizioni di vertice in alcuni fra gli stati più sviluppati del Brasile. Alcuni di loro hanno completato i loro studi all’università di Trento, altri hanno allacciato rapporti di collaborazione con imprese, cooperative o centri di ricerca trentina del Brasile, stimata in circa due milioni di discendenti degli ottantamila emigrati che alla fine del 19° secolo hanno lasciato l’allora Tirolo per il «nuovo mondo», non sono certo mancati, facendo sentire al Presidente Rossi ed alla delegazione l’affetto di questa bella comunità, coesa ed in tanti casi ai vertici della società brasiliana. A Curitiba vi è stato l’incontro con il Console generale d’Italia Enrico Mora, il quale ha poi preso parte alla visita alla sede del Circolo Trentino, che quest’anno festeggia i 25 anni dalla fondazione, dove è stata scoperta una targa a ricordo della storica visita. Si tratta di un circolo particolarmente attivo, come ha sottolineato il Console, che ha dato e sta dando un contributo importante alle autorità consolari per il disbrigo delle pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana ai 25 mila discendenti di emigrati trentini che ne hanno fatto richiesta. A Curitiba non potevano man-
trentini come la Fondazione Mach, in particolare nel settore della viticoltura. Senza dimenticare che la Dolomiti Energia, nel corso della missione, ha siglato un accordo con una delle più importanti aziende brasiliane per la produzione di energia elettrica, la Celesc. Quella dei «brasiliani trentini» è insomma una realtà molto diversa rispetto a quella delle prime ondate migratorie, che dovettero affrontare condizioni di vita durissime, una realtà con la quale vogliamo stringere legami ancora più stretti, e questo grazie anche all’instancabile lavoro delle nostre associazioni, come la Trentini nel Mondo, e dei nostri consultori, indispensabili «antenne» del Trentino sul suolo brasiliano, a cui va tutta la nostra riconoscenza. Ugo Rossi
L’accoglienza a Rodeio. In basso (e in senso antiorario), la delegazione trentina all’ingresso di Bento Gonçalves; l’incontro con i trentini di Piraquara; nella sede del Circolo trentino di Curitiba; foto di gruppo davanti alla sede del Comune di Nova Trento, insieme al sindaco. Tutte le foto di questo articolo sono di Marco Pontoni.
care una visita al Prefeito (Sindaco) Gustavo Fruet, i cui antenati provengono da Pergine Valsugana e al Governatore Beto Richa a Palacio Iguacú, dove si è svolto anche un incontro formale con il Governo per individuare possibili collaborazioni. Dopo Curitiba la delegazione ha visitato Piraquara, città gemellata alla Valle di Primiero
dal 2009 e dove nel 1878 si insediarono 59 famiglie provenienti da quella valle per dar vita alla Colonia Imperiale Santa Maria do Novo Tirol da Boca da Serra, come testimoniano la chiesa eretta in quei tempi ed il Caminho Trentino. Dal Paranà alla capitale di Santa Catarina, Florianopolis, dove Rossi e la delegazione trentina
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hanno incontrato i rappresentanti delle Associazioni di emigrazione ma anche e soprattutto dove Dolomiti Energia ha firmato assieme al Governatore Raimundo Colombo (discendente per via materna dalla famiglia Fontana, originaria di Imer) un accordo di collaborazione con la società CONTINUA A PAG. 4
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AGENDA
CONTINUA DA PAG. 3 energetica dello stato Celesc, allo scopo di aprire le porte ad aziende trentine che vogliano mettersi in gioco nel campo delle energie rinnovabili. L’abbraccio con i trentini brasiliani è avvenuto nei tre centri dove l’associazionismo trentino è presente ormai da 40 anni: Nova Trento, Rodeio e Rio dos Cedros. Se Nova Trento è divenuto il maggior centro per il turismo religioso per effetto della presenza del santuario di Santa Paulina, a Rodeio la storia è conservata nel
bellissimo Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, che il Presidente Rossi si è impegnato a sostenere e potenziare, prima di visitare la Vinicola San Michele. A Rio dos Cedros la delegazione trentina ha potuto rendersi conto dell’operatività della piattaforma logistica dove hanno la loro base una decina di aziende trentine che hanno voluto aprirsi al mercato brasiliano ed a cui la Provincia vuole dedicare molta attenzione. La parte finale dell’intensa missione ha riguardato Bento Gonçalves, nel Rio Grande do
Sul, la capitale brasiliana del vino dove la presenza trentina è particolarmente significativa. Qui il Presidente Rossi e la delegazione hanno potuto toccare con mano il grande sviluppo messo in atto dagli emigranti, sia in campo agricolo come nella Vale do Vihnedos ma anche nel turismo. Nel tornare a Porto Alegre per il rientro, la delegazione ha fatto visita a San Leopoldo ad una struttura per minori in difficoltà promossa e realizzata qualche anno fa per volontà di Lucia Maestri, allora assessore del Comune di Trento.
A sinistra, la stretta di mano con il Governatore del Paranà, Beto Richa. Qui sopra l’incontro con il sindaco di Curitiba, Gustavo Fruet. In basso, Ugo Rossi e Lucia Maestri a San Leopoldo.
Il programma della prossima trasferta dell’Associazione per celebrare con i Circoli il 140°dell’emigrazione in Brasile Dal 12 al 17 ottobre, il presidente e il vice presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner e Cesare Ciola, insieme all’Arcivescovo di Trento mons. Luigi
Bressan, saranno in Brasile per partecipare alle celebrazioni per i 140 anni di emigrazione in Brasile, organizzate dai Circoli trentini. Prima di raggiungere
il Brasile, Tafner e Ciola il 10 ottobre parteciperanno a Colonia del Sacramento (Uruguay) all’«Incontro dei Circoli trentini dell’Uruguay».
Giovedì 15
Lunedì 12
Martedì 13
Mercoledì 14
Bento Gonçalves
Bento – Taiò
Rodeio - Gaspar
Nova Trento
Al mattino, ritrovo e saluti delle autorità presenti con la presenza dei Circoli Trentini con i propri labari. Alle ore 10, nella Chiesa di Santo Antonio, messa celebrata dall’Arcivescovo di Trento.
Incontro con tutti i circoli dell’Alta Valle Ore 19:30 sezione solenne della «Camara de Vereadores de Taió» e cena al Panificio Taioense.
Mattina a Rodeio (Museo Trentino) cerimonia ufficiale e visita al Museo A Gaspar ad ore 18:00 inaugurazione del murale per i 140 anni di emigrazione in Brasile.
Trasferimento a Nova Trento. In mattinata, visita al Circolo e incontro con il sindaco. Alle ore 15, messa al Santuario di Santa Paulina, celebrata dall’Arcivescovo di Trento, mons. Bressan.
Scorcio del monumento inaugurato a Bento Gonçalves nel 2005, in occasione dei 130 anni dell’emigrazione in Brasile.
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Venerdì 16 Florianopolis Al mattino visite istituzionali. Al pomeriggio partenza per Campinas e trasferimento a Piracicaba.
Sabato 17 Piracicaba Celebrazione dei 140 anni.
ATTUALITÀ NELLA SEDE DEL PARLAMENTO EUROPEO A BRUXELLES SI È SVOLTO UN CONVEGNO ORGANIZZATO DALL’UNIVERSITÀ DI TRENTO
Imparare a prendersi cura dei beni comuni è una via per uscire dalla crisi economica Per uscire dalla crisi economica non basta regolamentare la finanza. Occorre dare risposte ai bisogni della collettività sviluppando modelli nuovi di amministrazione, più efficienti e inclusivi. Bisogna aiutare i cittadini a diventare più attivi, responsabili e solidali nella gestione dei beni comuni materiali e immateriali. Questa la convinzione dei ricercatori che in Trentino da anni studiano le migliori pratiche nazionali e internazionali per la gestione sostenibile di beni comuni come la qualità dell’aria e dell’acqua, il paesaggio, l’ambiente, la sicurezza alimentare, ma anche la vivibilità e la rigenerazione urbana, l’istruzione, l’integrazione e molti altri. Temi che riguardano la vita quotidiana dei cittadini ma che sono anche importanti obiettivi generali per la politica e devono essere considerati adeguatamente anche dalle istituzioni europee. Quella dei beni comuni è una materia difficile, perché sfuggente, i cui riferimenti ancora frammentari a cavallo tra economia, politica e giurisprudenza, stanno gradualmente emergendo anche a livello comunitario. Ma come tradurre in termini giuridici e in interventi normativi di livello europeo – e poi anche nazionali e locali – quanto di positivo appreso nello studio dei beni comuni? Su questo interrogativo si è concentrato il 15 settembre a Bruxelles (Belgio), nella sede del Parlamento Europeo, il convegno dal titolo «Prenderci cura dei beni comuni per uscire dalla crisi. Quale apporto dall’Unione Europea?». Il convegno è stato organizzato dall’unità di ricerca dell’Università di Trento, coordinata dal professor Marco Bombardelli, che insieme ad altri undici atenei partecipa al progetto nazionale PRIN «Istituzioni democratiche e amministrazioni d’Europa: coesione e innovazione al tempo della crisi economica». I beni comuni – come è emerso nel convegno – sono risorse a disposizione della collettività, che, se adeguatamente curate e valorizzate, possono contribuire
Le regioni dell’arco alpino sono state teatro di buoni esempi di gestione efficiente dell’ambiente e delle risorse naturali a beneficio delle comunità montane, attraverso esperienze come la gestione degli usi civici
Occorre sviluppare modelli di amministrazione più efficienti e inclusivi e aiutare i cittadini a diventare più attivi, responsabili e solidali nella gestione dei beni comuni materiali e immateriali, come la qualità dell’aria e dell’acqua, il paesaggio, l’ambiente, la sicurezza alimentare, ma anche la vivibilità, l’istruzione, l’integrazione a compensare gli effetti negativi della crisi. Ma la loro importanza sta anche nel fatto che la loro cura è in grado di dare luogo a nuovi modelli di amministrazione e di attivare dinamiche «virtuose» nelle relazioni tra istituzioni pubbliche e soggetti privati capaci di creare del «valore sociale aggiunto». Le regioni dell’arco alpino sono state in questo senso teatro di buoni esempi di gestione efficiente dell’ambiente e delle
risorse naturali a beneficio delle comunità montane, attraverso esperienze come la gestione degli usi civici. Ma il prendersi cura dei beni comuni sta diventando una prassi frequente in molti ambiti diversi su scala nazionale, come dimostra anche la diffusione del Regolamento per la gestione dei beni comuni urbani redatto dal Comune di Bologna insieme con Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà. Ora, queste buone
Le «Carte di regola» Le «Carte di Regola», sono antichissimi statuti in vigore all’interno di ogni singola comunità trentina che per secoli hanno rappresentato una forma di autogoverno locale; l’insieme di queste norme delineava l’organizzazione istituzionale interna – cariche, compiti e nomine, obblighi e divieti – e regolava lo sfruttamento delle risorse naturali. (Testo e foto sono stati tratti dal sito www.lanostraautonomia.eu)
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pratiche condotte a livello locale, insieme agli studi condotti in campo economico, giuridico e politologico, possono candidarsi ad essere punto di riferimento per migliorare e rendere più razionale ed organico l’approccio europeo ai beni comuni. Un tema trasversale, quello della tutela dei beni comuni, attorno a cui il convegno è riuscito a creare grande convergenza anche a livello politico. Al convegno hanno preso parte gli europarlamentari Alessia Mosca (S&D), Herbert Dorfmann (PPE) e anche Sergio Cofferati (S&D) nella sua veste di vicepresidente dell’Intergruppo «Beni Comuni e Servizi Pubblici». Ad esporre gli obiettivi dell’unità di ricerca trentina nell’ambito del Progetto di ricerca nazionale è stato lo stesso coordinatore Marco Bombardelli, professore ordinario di Diritto amministrativo all’Università di Trento. A seguire il professor Gregorio Arena, già professore ordinario di Diritto amministrativo nell’Ateneo trentino e presidente di Labsus (Laboratorio per la sussidiarietà) ha approfondito il modello dell’amministrazione condivisa per la cura dei beni comuni portando proposte e buone pratiche raccolte a livello nazionale. Infine, il professor Fabio Giglioni, professore di Diritto amministrativo all’Università la Sapienza di Roma ha inquadrato il tema dei beni comuni in relazione al diritto europeo. 8 - 2015
VISITE IN SEDE
Da Tuzla (BiH) Zelijko Mott (secondo da sinstra) del Circolo trentino di Tuzla (Bosnia Erzegovina) durante un suo viaggio in Trentino, ha fatto tappa anche presso la sede della Trentini nel mondo. Al suo fianco ci sono Gordana Mott, Anton Mott e Jadranka Mott. Ad accoglierli c’erano Sabina Corradini (prima a sinistra), Giada Degasperi (seconda da destra) e Tibor Kovacevic, anch’egli di Tuzla, impegnato presso l’Associazione in un progetto europeo.
I fratelli Marchetti, da Toronto (Canada)
Matias Perli, da Azul Gustavo Perli (secondo da sinistra) è il presidente del Circolo trentino di Azul, una città nella Provincia di Buenos Aires (Argentina), fin da quando il Circolo fu fondato nel 2005. Fu suo bisnonno Fortunato, che era nato a Nave San Rocco ma abitava a Zambana Vecchia, ad emigrare in Argentina nel 1897. Quando quest’estate Gustavo ha fatto visita alla Trentini nel mondo, accolto da Rosanna Barchiesi, era con Renato Perli e Antonia Passer.
Il richiamo del paese di origine è irresistibile per Adriano e Sergio Marchetti (rispettivamente primo e terzo da destra), soci del Circolo trentino di Toronto (Canada). Durante l’estate hanno fatto visita ai parenti a Castelfondo, in Val di Non, e ne hanno approfittato per rag-
giungere Trento e far visita alla Trentini nel mondo. Il benvenuto è stato dato dal presidente, Alberto Tafner. Nella foto ci sono anche Joe e Annie Moore di Reno (Nevada USA) e Dino Marchetti (un loro parente che vive a Castelfondo).
I fratelli Gustavo ed Emma Carranza, entrambi dall’Argentina
Riscoprire le radici della famiglia e frequentare un corso di italiano alla scuola Dante Alighieri di Camerino: sono questi i motivi che hanno portato in Italia e in Trentino i fratelli Gustavo ed Emma Carranza (primi da sinistra nella foto). Sono discendenti di Daniele Morelli, nato a Canezza ed emigrato 8 - 2015
intorno al 1870. Daniele ha avuto otto figli (tre maschi e cinque femmine). Emma vive a Rio Tercero (Provincia di Cordoba - Argentina) e Gustavo a Comodoro Rivadavia (Provincia di Chubut - Argentina). Con loro nella foto ci sono (da sinistra) Carlos Gouardes Carranza (figlio di Emma),
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Alberto Tafner (presidente della Trentini nel mondo), Nelida Yofre (moglie di Gustavo), Silvia Carranza Yofre (figlia di Gustavo), Marina Eccher (assessore allo sport, turismo e commercio del Comune di Caldonazzo) e Francesco Bocchetti (vice direttore della Trentini nel mondo).
VISITE IN SEDE
Il gradito regalo di un libro
Editta Moratti è stata nella sede della Trentini nel mondo per regalare all’Associazione una copia del libro «Tridentinità transoceanica» (di Giovanni Amistadi, curato da Angelo Franchini). Il libro, una guida storico-biografica dei trentini negli Stati Uniti, racconta la vita dei trentini emigrati oltre oceano e riporta gli elenchi dei nostri concittadini partiti per gli USA, tra cui il padre di Editta. Editta, figlia di Silvio e di Luigia Quaresima, è nata negli Stati Uniti nel New Jersey dove la famiglia era emigrata, per seguire il padre che aveva trovato lavoro
Andrey Taffner, dal Brasile
nelle miniere. Editta è rientrata in Trentino quando aveva appena otto anni, assieme alla madre e alle due sorelle dopo la prematura scomparsa del padre, dovuta alla silicosi, malattia che colpiva i minatori. A rendere particolarmente emozionante il momento della consegna del libro, ha contribuito la presenza in sede di Jorge Herrera, presidente del Circolo Trentino di Tucuman (Argentina), che, come si vede nella foto, lo ha ricevuto a nome della Trentini nel mondo. Il volume ora arricchisce la biblioteca dell’Associazione.
In luglio c’è stata la visita di Andrey José Taffner Fraga (secondo da sinistra nella foto), vice presidente del Circolo trentino di Rio dos Cedros (Santa Catarina - Brasile). Ad accoglierlo è stato il presidente dell’Associazione, Alberto Tafner e sua moglie Antonietta (terzo e seconda da destra nella foto). Con Andrey c’erano anche (da sinistra), sua moglie Daniela
Destefani (che è anche del direttivo del Gruppo Folk Trentino di Rodeio), sua madre Marisa Taffner Fraga, la nonna Cecilia Taffner e il nonno Olivio (uno dei fondatori del Circolo Trentino di Rio dos Cedros, nel 1975, durante le celebrazione per il centenario dell’immigrazione italiana/trentina in Brasile). La prima a destra è Joselina Destefani.
Alice Amigassi (S. Francisco) Alice Amigassi (al cento nella foto con Giada Degasperi e Sabina Corradini), del Circolo Trentino di San Francisco (Stati Uniti), durante un suo soggiorno estivo in Trentino è venuta a conoscere la sede dell’Associazione. Alice è nata in Trentino ed è partita dalla Val di Ledro per la Silicon Valley quattordici anni fa, assieme al marito, per motivi di lavoro. Ogni anno ritorna in Trentino per riabbracciare i genitori, i parenti e gli amici. Alice è l’ideatrice del logo per il 35° anniversario di fondazione del Circolo trentino di San Francisco (evento del quale abbiamo parlato nel precedente numero del giornale).
M. L. Mattedi da Blumenau La vice presidente del Circolo trentino di Blumenau (Santa Catarina Brasile), Maria Luzia Mattedi, quest’estate ha fatto visita alla sede della Trentini nel mondo, accompagnata da Gabriele Mattedi, un suo amico trentino.
Alcides e Rita Era febbraio quando Alcides Bernardi Junior, fondatore e primo presidente del Circolo trentino di Jahu (San Paolo – Brasile), è tornato a fare visita all’Associazione, insieme alla moglie Rita Ester Masiero Bernardi, come fa ogni volta che è in Trentino. Suo nonno Giuseppe Bernardi, era emigrato in Brasile da Roncegno nel 1890; la nonna Arminda Victoria Furlan, invece, è arrivata in Brasile nel 1897 partendo da Povo.
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GENTE E FATTI NATA AD ANDALO ERA EMIGRATA IN AUSTRALIA NEL 1954: PER 18 ANNI È STATA LA SEGRETARIA DEL CIRCOLO DI MYRTLEFORD
A 103 anni è scomparsa Dima Zeni Fox «custode fedele» dello spirito trentino Uno alla volta, i pionieri e fondatori dei Circoli Trentini in Australia stanno rispondendo alla chiamata del Signore di fare ritorno alla casa del Padre. Questa volta si tratta di Dima Fox, nata Zeni, ad Andalo in Val di Non, in una numerosa famiglia di dodici figli. Dima aveva goduto di una lunga vita, essendo nata il 22 marzo del 1912, è passata a miglior vita a 103 anni di età, il 3 settembre 2015, in una casa per anziani a Wodonga, Victoria, Australia. A Rovereto, dove Dima aveva ottenuto un buon lavoro presso una famiglia, conobbe Emilio Fox della Vallarsa, ottimo falegname, e nel 1938 si sposarono. Purtroppo il primo figlio Rinaldo morì di poliomielite a tre anni di età. Poi arrivarono due figlie, Marcella e Bruna. Nell’immediato dopoguerra scarseggiava il lavoro, e nel 1949 Emilio decise di raggiungere la sorella Lina, sposata con Luigi Cobbe, a Myrtleford, nella Stato del Victoria in Australia. Qui Emilio imparò la lavorazione del tabacco, che rendeva di più del mestiere di falegname. La moglie Dima e le due figlie lo raggiunsero nel 1954. Dopo aver raggiunto il marito, Dima si coinvolse subito con la numerosa comunità italiana del paese e del distretto. Con tenacia trentina imparò la nuova lingua, e continuò la sua professione di sarta e di ricamatrice fino agli ultimi anni della sua vita, vincendo anche premi a varie mostre ed esibizioni. Nel 1966 la comunità trentina della zona decise di formare il Circolo Trentino di Myrtleford e Distretto, e Dima fu eletta come prima Segretaria – ruolo che occupò ininterrottamente per diciotto anni, lasiandolo soltanto dopo aver deciso di trascorrere i suoi ultimi anni vicino alle figlie nella località di Wodonga. Come Segretaria del Circolo si era imposta per la sua efficenza, generosità e intraprendenza – qualità che le permisero di tenere in ordine un Comitato composto esclusivamente da uomini! Perse il marito nel 1976. Pochi mesi dopo, all’inizo del 1977, 8 - 2015
La visita dell’Arcivescovo fu un’occasione molto emozionante per la comunità trentina. Qualche anno dopo, nel gennaio del 1982, il Circolo Trentino di Myrtleford organizzò la prima Convention Nazionale dei Trentini in Australia, con grande successo. Anche in questa occasione, Dima come Segretaria del Circolo divenne il cuore dell’organizzazione. Da allora i Trentini in Australia hanno ritenuto Myrtelford come la loro sede naturale. E qui si ritrovano volentieri per le loro feste. Nel 2016 verrà organizzata un’altra Convention Nazionale dei Trentini a Myrtleford per
arrivava in Australia il dottor Bruno Fronza, allora Presidente dell’Associazione Trentini nel Mondo, il quale visitò anche Myrtleford. Il dott. Fronza informò il Comitato del Circolo che l’Arcivescovo di Trento, Mons. Gottardi, avrebbe fatto una visita pastorale ai Trentini in Australia nei mesi di agosto-settembre di quell’anno. Dima assunse la responsabilità dell’organizzazione della visita, con l’assistenza di Padre Bertagnolli.
L’articolo e la quarta di copertina dedicata dal nostro giornale a Dima FoX nel 2012, in occasione del suo centesimo compleanno.
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celebrare il cinquantesimo anniversario della Fondazione del Circolo Trentino. Purtroppo Dima non sarà con noi; ma ci sarà il suo spirito di donna trentina, capace, volenterosa e intraprendente, che ha testimoniato alla famiglia e ai numerosi amici il suo amore per il Trentino. Il rito funebre celebrato da Padre Bertagnolli, con grande partecipazione della comunità trentina e italiana della zona, è stata una celebrazione della lunga vita di una donna amata e rispettata da tutti. L’Associazione Trentini nel Mondo ha inviato un messaggio di condoglianze alla famiglia e al Circolo Trentino locale, tramite il C Coordinatore dei Circoli trentini d dell’Australia, Silvano Rinaldi. Mentre la salma usciva dall chiesa, accompagnata dalla la b bandiera del Circolo, risuonava s solenne l’«Inno al Trentino», r ricordando a ogni trentino emig grante per il mondo di essere, c come Dima, «custode fedele di s sante memorie...». Alle figlie Marcella e Bruna, e a nipoti, Simone, Emily e Jualle l la comunità trentina rinnova lia, s sentite condoglianze. Padre F. Bertagnolli
SPECIALE MATTMARK
A Mattmark posata una targa ricordo nel 50° anniversario della tragedia Le commemorazioni ufficiali si sono svolte in Svizzera il 29 e 30 agosto, con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia di Ginevra e del Governo del Cantone Vallese. Alle due giornate ha partecipato anche una delegazione dell’Associazione Trentini nel mondo
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SPECIALE MATTMARK DOPO IL PROCESSO E L’APPELLO TUTTI GLI IMPUTATI SONO STATI ASSOLTI PER L’«IMPREVEDIBILITÀ» DI QUANTO ACCADUTO
Una tragedia senza colpevoli Nel’alta valle di Saas, situata nelle Alpi del Vallese, vicino al paese di Saas Almagell si trovano Mattmark e il ghiacciaio Allalin. In quella zona, ad oltre 2.000 metri di quota, era ubicato uno dei cantieri idroelettrici più grandi d’Europa. Si lavorava per la costruzione di una diga in terra battuta, necessaria a convogliare l’acqua per la produzione di energia elettrica. Il progetto e la direzione dei lavori facevano capo all’Elektrowatt di Zurigo per quanto riguardava la diga e la centrale di Zermeiggern, e alla Suiselectra di Basilea, relativamente alla centrale di Stalden. Le ditte impegnate nei lavori erano: la Schaffir & Muglin Ag, la Ag Conrad Zschokke, la Losinger & Co Ag, la Locher & Cie Ag, la Ag Heinrich Hatt Haller e la Bless & Co, riunite in un consorzio sotto la siglia A.S.M. Inoltre erano attive la Walo Bertschinger, la Schindler, la Schmalz, la Fux, la Baumann, la Theiler & Kalbermatten, l’Evêquoz e la Swissboring. In totale, tra operai, tecnici e dirigenti, lavoravano a Mattmark tra le 600 e le 800 persone circa. I lavori presero avvio a metà degli anni ’50 e la diga fu completata nel 1967. Si tratta di un’opera imponente. Una diga fatta con il pietrame prelevato dalle morene del soprastante ghiacciaio Allalin, con una base di 370 metri, un’altezza di 115 e un volume totale di 10.000.000 di m3 di materiale. Il cantiere più importante, il cantiere base, era stato impiantato a metà strada tra Mattmark, dove appunto si stava innalzando la diga, e il paese di Saas Almagell, ma alcune baracche, per ufficio, mensa, officina, dormitorio, erano state posizionate a circa 700 metri dalla diga, sulla traiettoria del ghiacciaio. Nel tardo pomeriggio del 30 agosto 1965, tra le 17 e le 17 e 15, una lingua di seicentomila metri cubi di ghiaccio franò sul sottostante campo di lavoro allestito per la costruzione della diga. Rimasero travolti e sepolti sotto una coltre di ghiaccio spessa più di 50 metri 88 operai. 56 italiani, 24 svizzeri, 3 spagnoli, 2 austriaci, 2 tedeschi e un apolide. Se la tragedia fosse capitata 8 - 2015
Sotto una coltre di ghiaccio spessa più di 50 metri rimasero travolti e sepolti 88 operai: 56 italiani (e fra di loro cinque trentini), 24 svizzeri, 3 spagnoli, 2 austriaci, 2 tedeschi e un apolide poco più tardi, i morti sarebbero stati molti di più, poiché il ghiaccio avrebbe trovato sulla sua strada i lavoratori proprio nel momento del cambio di turno, quando la zona raggiungeva il massimo affollamento di persone. Iniziarono subito le operazioni di soccorso, per cercare di trovare qualcuno che poteva essersi salvato. Ben presto, tuttavia, i presenti compresero che c’erano poche speranze, e i lavori di scavo si trasformarono in ricerca delle salme. Ricerca tragica e complicata, resa ancora più ardua dal pericolo di nuovi crolli che il
ghiacciaio continuava a minacciare. L’ultima salma fu ritrovata solo due anni dopo la tragedia, nel mese di agosto. Si trattava di Costante Renon, di Sagron Mis, comune del Trentino. Dopo la sciagura era necessario accertare le responsabilità di quanto accaduto. Il campo di lavoro travolto, infatti, era stato piazzato proprio sotto ad un ghiacciaio la cui instabilità era nota, tanto che la diga fu costruita più a monte, così da evitare che eventuali frane potessero danneggiarla. I lavori stessi inoltre, potevano aver aggravato
il rischio. Per ottenere il materiale di costruzione furono infatti sottratti dieci milioni di metri cubi di materiale dalle due morene formate nel tempo dall’Allalin e fatte esplodere una grande quantità di mine. Era necessario verificare se fossero state adottate tutte le misure di sicurezza necessarie ed effettuati gli indispensabili controlli sul ghiacciaio e sulla posizione delle baracche, così da stabilire se la catastrofe poteva essere prevista ed evitata. Il 12 novembre 1969 terminò l’inchiesta e il giudice istruttore Mario Ruppen alla fine dell’anno trasmise al procuratore del Vallese l’incartamento per la redazione dell’atto di accusa in vista dei dibattiti e della sentenza Il 22 febbraio del 1972, a Visp, nel Canton Vallese, si aprì il processo. Gli imputati erano 17, tra impresari, funzionari federali e della cassa infortuni elvetica, tecnici delle imprese, ispettori dell’ufficio sulla sicurezza del lavoro, accusati di omicidio “per negligenza”. Il procuratore straordinario dell’Alto Vallese, Anton Lanwer, il pubblico accusatore, affermò la colpevolezza degli accusati chiedendo come pena un’ammenda tra i 1000 e i 2000 franchi. La difesa affermò invece l’«imprevedibilità» di quanto accaduto, sulla base della perizia d’ufficio prodotta dai professori Libourty di Grenoble, Baurst di Muenster, Muller di Monaco di Baviera e Hoinkes di Innsbruck. Il 25 febbraio si chiuse il dibattimento processuale e il 2 marzo fu pronunciata la sentenza che determinò l’assoluzione per tutti gli imputati. Gli avvocati di parte civile, rappresentanti i familiari delle vittime, ricorsero in appello, per cui il 27 settembre dello stesso anno, a Sion, fu aperto un nuovo processo. La sentenza arrivò il 5 ottobre e confermò quanto già espresso in prima istanza, con l’assoluzione completa di tutti gli imputati per l’«imprevedibilità» di quanto accaduto. Oltre a questo, però, i familiari delle vittime furono costretti a pagare metà delle spese processuali. (Questo testo è stato tratto dal sito «50mattmark.bellunesinelmondo.it»)
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SPECIALE MATTMARK
Dopo 50 anni è tempo che Svizzera e Italia chiedano scusa ai superstiti e ai familiari Commemorare, onorare e rispettare i caduti di Mattmark significa anche fare un atto di verità: non si tratta di rivangare il passato, superstiti e familiari non chiedono colpevoli ma sono in diritto di aspettarsi da parte di Svizzera e Italia delle scuse formali e ufficiali. Sono state accolte da un applauso queste parole del senatore Claudio Micheloni (nella foto), durante il suo intervento alla cerimonia che si è svolta domenica 30 agosto ai piedi della diga di Mattmark (foto in alto a destra). Anche se con molta difficoltà - ha affermato il senatore possiamo capire che allora per la Svizzera fosse un problema riconoscere delle colpe e che per l’Italia fossero più importanti le rimesse degli emigrati che non essere presente in difesa dei diritti dei propri cittadini all’estero: ma non è possibile dimenticare che le famiglie delle vittime sono state addirittura condannate a pagare parte delle spese giudiziarie: e questo, ha ribadito Micheloni, è inaccettabile.
e due sacerdoti locali. Durante il rito religioso il Coro Monte Dolada ha cantato alcuni brani e il vice presidente della Bellunesi nel mondo, Rino Budel, ha letto una sua poesia (il testo è riportato a pagina 16). La lettura da parte dell’Ambasciatore d’Italia a Berna, Cosimo Risi, del messaggio inviato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella (testo a pagina 15), ha aperto la parte riservata agli interventi delle autorità. Dopo Domenico Mesiano (presidente dell’Associazione ItaliaVallese e del Comitato ad hoc Mattmark 2015), introdotti da Gregoire Jirillo hanno preso la parola Martin Anthamatten (presidente del comune di Saas- Almagell e deputato al parlamento del Vallese), Umberto Soccal (sindaco del Comune di Pieve d’Alpago), Giuseppe Belcastro (sindaco di San Giovanni in Fiore, il paese della provincia di Cosenza che ha
LA CERIMONIA DEL 30 AGOSTO
Il grande tendone allestito ai piedi della diga di Mattmark e al cospetto di quello che rimane del ghiacciaio dell’Allalin (foto a fianco) non è stato sufficiente ad ospitare le centinaia di persone salite fino a 2.100 metri per partecipare alla commemorazione, iniziata con la messa - in lingua francese, italiana e tedesca - celebrata dal Vescovo di Sion, Jean Marie Lovey, con la partecipazione dei bellunesi monsignor Umberto Antoniol e don Cesare Lares, padre Costante
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dal sottosegretario per gli affari regionali e le autonomie del governo italiano, Gianclaudio Bressa (stralci del suo intervento sono riportati a pagina 15). Al termine della cerimonia i presenti hanno raggiunto in corteo il luogo dove è stata collocata una targa a ricordo del 50° anniversario, inaugurata e benedetta mentre il Coro Monte Dolada intonava «Signore delle cime». avuto sette vittime), il senatore Claudio Micheloni e Jacques Melly, Presidente del Consiglio di Stato del Cantone Vallese. Melly ha ammesso che in questa tragedia ci sono state delle colpe e ha voluto ringraziare la comunità italiana presente nel Vallese, che attualmente conta circa ventimila italiani, per quanto hanno fatto e continuano a fare per il benessere e il progresso della Svizzera. Gli interventi sono stati chiusi
LA GIORNATA DEL 29 AGOSTO
Il giorno precedente, sabato 29 agosto, il programma della commemorazione prevedeva al mattino una tavola rotonda sul tema «Sicurezza e prevenzione sui cantieri: quali politiche oggi contro i rischi d’infortunio sul lavoro?», che si è svolta presso la Grünwald-Saal a Briga, e la serata d’onore al Zentrum Missione di Naters (foto in alto a sinistra). La serata è stata aperta dagli inni nazionali italiano e svizzero, eseguiti rispettivamente dal Coro Monte Dolada e dalla Musikgesellschaft di Vispe. Sono seguiti gli interventi di Gennaro Praticò (vice presidente del Comitato ad hoc Mattmark 2015), Remo Salzman (vice presidente del Comune di Naters), Andrea Bertozzi (Console Generale d’Italia a Ginevra), Esther Waeber-Kalbematten, (vice presidente del Consiglio di Stato del Vallese), Oscar De Bona (presidente dell’Associazione Bellunesi nel mondo), Vania Alleva (presidente del Sindacato Unia), Kurt Regotz (segretario centrale del sindacato Syna), Nicolas Voide (presidente del Gran Consiglio del Vallese) e di un familiare di una delle vittime. 8 - 2015
SPECIALE M
Il ricordo di Ettore Daldon: il ghiaccio ha coperto tutto
Sotto il tendone allestito ai piedi della diga di Mattmark dove è stata la celebrata la messa c’era anche Ettore Daldon (primo a sinistra nella foto) di Sagron Mis, uno dei trentini sopravvissuti alla tragedia, che cinquant’anni fa sotto il ghiaccio ha perso il fratello Ottorino. Ettore era accompagnato dalla moglie, Leopoldina (al suo fianco nella foto). Da Sagron Mis è arrivato anche Erminio Salvadori (terzo da sinistra), un altro sopravvissuto, insieme alla moglie Maria. Al termine della cerimonia, abbiamo scambiato due parole con Ettore Daldon. Che significato ha per lei questa giornata? Questa giornata ha un valore significativo molto forte per me, perché i ricordi di allora sopravvengono ora uno sopra l’altro... è molto difficile, anche, perché si vedono i posti dove si è lavorato, dove si era. Quando è caduto il ghiacciaio mi trovavo proprio in questa zona dove siamo adesso. L’ho visto dalla partenza fino alla fine: si vedeva l’aria davanti che buttava via le baracche, 8 - 2015
portava via gli uomini, le macchine, faceva una distruzione prima l’aria e poi il ghiacciaio ha coperto tutto. Una distesa enorme, una distesa di ghiaccio che se non si vede non è possibile da credere. Ha riconosciuto alcuni luoghi, oggi? I posti li ho riconosciuti benissimo, sono cambiati un pochino, perché finiti i lavori hanno fatto ordine, hanno messo tutto a posto. Ho riconosciuto anche un posto dove ho lavorato per l’inizio di una galleria: ci sono ancora i ferri piantati da allora e li avevo piantati io. Li ho riconosciuti, li ricordo benissimo. Cosa bisogna imparare da questa giornata di commemorazione? Da questa giornata bisogna imparare che cose del genere non succedano più, che si deve migliorare e auguriamoci che finiscano anche le tragedie di tutti gli altri migranti, morti in mare e sui camion e che l’Europa si metta anche un po’ d’accordo per sostenerli tutti o per creare le condizioni affinché possano rimanere nei loro paesi di provenienza.
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MATTMARK
LE RIFLESSIONI DEL VICEPRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO, CESARE CIOLA, DOPO LA CERIMONIA AI PIEDI DELLA DIGA
Ma i sopravvissuti si meritavano un concreto segno di riconoscenza Domenica 30 agosto abbiamo celebrato a Mattmark i 50 anni trascorsi dalla tragedia di quel lunedì di fine estate quando alle 17.15 un consistente pezzo del ghiacciaio dell’Allalin si staccò e precipitando a valle travolse ben 88 di quei poveri operai – in maggior parte italiani – che per sfamare le loro famiglie erano costretti a turni massacranti per costruire una diga che dal 1969 avrebbe poi fornito centinaia di megawatt di energia elettrica a tutta la Svizzera. L’evento rappresentò la maggiore tragedia del lavoro nell’ambito elvetico, la seconda per l’Italia dopo quella della miniera di Marcinelle: per entrambe le opere, come si è ripetuto a Mattmark, si aspettavano braccia e sono arrivati uomini, giovani, padri di famiglia che hanno pagato cara la loro volontà di riscattarsi dalla miseria e dalla povertà. Mi sono fatto ripetere, perché credevo di non aver capito bene, il numero delle ore lavorate ogni mese da uno dei superstiti incontrati il 30 agosto: mai meno di 380, per due anni! Aveva già la famiglia, a SaasArmagell, solo cinque chilometri più a valle, ma passavano anche dieci giorni prima di poterla rivedere, in quanto tra un turno e l’altro non rimaneva che il tempo per riposare un po’ nelle baracche poste sotto il ghiacciaio, proprio quelle che sono state poi spazzate via in un attimo: lui si salvò perché si trovava sull’altro lato della montagna, più in alto, assistendo così al compiersi della tragedia. Drammatico e commovente anche sentire sul posto la testimonianza di un altro superstite, Guerino Papa (nella foto), originario di Teramo, che all’epoca aveva solo 19 anni e lavorava lì assieme al papà di 41, mentre descrive il percorso fatto
Domenica 30 agosto i superstiti che erano lassù a Mattmark, con le lacrime agli occhi pensando ai loro colleghi morti, non dovevano essere considerati semplici partecipanti alla cerimonia ma eroi, ai quali tributare un doveroso omaggio. Purtroppo, invece, sono stati lasciati nell’anonimato dalla valanga di ghiaccio e pietrame. Entrambi sentono il boato, il papà alza gli occhi ed esclama «Oddio, per noi è finita»; poi arriva la fine del mondo. Il figlio, che racconta la scena come fosse accaduta ieri, si salva senza nemmeno un graffio, ma il papà non c’è: viene individuato un paio di ore dopo, sotto la ruspa del figlio; rimane solo il tempo di sentire un ultimo grido di dolore, poi il silenzio e la morte.
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Ma Mattmark è stata per anni ed anzi è ancora una tragedia dimenticata, a parte il grande lavoro guidato e coordinato dall’Associazione Bellunesi nel Mondo in collaborazione con l’Associazione Italia Vallese per preparare e celebrare il cinquantesimo di un evento accaduto meno di due anni dopo l’immane tragedia del Vajont, dove la montagna è precipitata nella diga appena ultimata. Inevitabile per me pensare anche alla nostra Stava… Domenica 30 agosto i superstiti che erano lassù a Mattmark, con le lacrime agli occhi pensando ai loro colleghi morti, non dovevano essere considerati semplici partecipanti alla cerimonia ma eroi, ai quali tributare un doveroso omaggio, un concreto segno di riconoscenza. Purtroppo, invece, sono stati lasciati nell’anonimato, privilegiando i doverosi passaggi celebrativi ufficiali, che rischiano però di essere dimenticati in pochi giorni. Un fatto positivo lo abbiamo peraltro percepito chiaramente: tutti - radunati a lato di quello che era il ghiacciaio - hanno riconosciuto la prevedibilità dell’evento e la superficialità con la quale la giustizia ha assolto i responsabili della tragedia, beffando addirittura i familiari con la condanna a pagare metà delle spese processuali. Unanime è stato lo sdegno, con la richiesta precisa affinché vengano fatte – seppur in grande ritardo – le scuse ufficiali: di là, in Svizzera, per quanto accaduto e di qua, a Roma, per le condizioni in cui i migliori uomini venivano mandati all’estero o lasciati andare a lavorare, per mandare in patria le rimesse a sostegno delle loro famiglie. Ma se queste scuse non arriveranno a breve, entro qualche anno, sarà troppo tardi, perché gli eroi di quei giorni ci avranno lasciati. Cesare Ciola 8 - 2015
SPECIALE MATTMARK NEL SUO INTERVENTO IL PRESIDENTE DELLA BELLUNESI NEL MONDO, OSCAR DE BONA, HA CITATO ANCHE IL VAJONT
Progresso e sete di denaro talvolta accecano Il presidente dell’Associazione Bellunesi nel mondo ha preso la parola durante la serata di sabato 29 agosto. Qui di seguito alcuni passaggi del suo intervento. La diga che chiude il lago, sapientemente costruita in terrapieno, non ha l’aspetto arrogante della nota chiusa del Vajont, ma quasi si perde nel paesaggio e lo specchio d’acqua, celeste pallido, sembra lì da sempre come naturale conseguenza dello sciogliersi del ghiaccio. Questo è Mattmark oggi. Un luogo tranquillo frequentato da turisti che arrivano a contemplare il ghiacciaio oppure a passeggiare sulle sponde del lago. Un’immagine da cartolina. Cinquant’anni fa tutto era diverso. L’ambiente e lo stato d’animo. L’anima era a pezzi per la morte di queste persone. In provincia di Belluno, che ebbe 17 vittime, si riaprì la ferita, mai completamente rimarginata, del Vajont.
Quanti emigranti hanno sofferto, lavorando sodo per un futuro migliore da dare ai propri figli e alla stessa comunità. Quanti sacrifici. Da questa immane tragedia nel 1966 si costituì l’Associazione Bellunesi nel Mondo (allora Associazione Emigranti Bellunesi) e fin dalla sua nascita si impegnò a tutelare gli emigranti bellunesi, ma non solo. Da sempre l’Associazione e altre associazioni hanno tenuto alta la voce dei propri associati e hanno diffuso a livello scolastico la storia dell’emigrazione. Non dimentichiamo che il progresso dell’Italia, per diversi decenni, è stato fatto grazie alle rimesse di chi lavorava all’estero. E a questo progresso hanno contribuito anche i 56 italiani morti a Mattmark. Il progresso... a volte l’uomo per il progresso e la sete di denaro, è cieco alle esigenze e ai bisogni dell’umanità.
1963 Vajont, Belluno... 1965 Mattmark, Svizzera. Nella sfida uomo natura il primo ha perso, ma nella sfida umanità e potere purtroppo ha vinto il secondo. Come dimenticare il verdetto del processo. Tutti assolti, nessun condannato. Eppure l’opinione pubblica ha dimostrato la sua totale disapprovazione e gli articoli dell’epoca ne sono un prova concreta, come i due docufilm che le TV Svizzere RSI e SRF hanno prodotto quest’anno. Trasmettiamo alle nuove generazioni cosa è stato Mattmark. Con soddisfazione posso dire
che l’Associazione Bellunesi nel Mondo e le associazioni consorelle, attraverso questo 50°, sono riuscite a smuovere le coscienze di molte istituzioni sia in Italia che in Svizzera. Nell’arco del 2014/2015 abbiamo raccolto oltre 70 testimonianze di questa tragedia e le abbiamo trascritte affinché non cadessero nell’oblio. Sebbene Mattmark abbia portato morte, da questa tragedia è nata l’Associazione Bellunesi nel Mondo che, anche con questa celebrazione, prosegue il suo impegno di tutela verso le future generazioni di migranti, mantenendo vivo nella storia quanto fatto dai nostri emigranti. Se siamo qui oggi è grazie a loro. Non dimentichiamolo e non dimentichiamoli. «Morti nel ghiaccio, vivi nella memoria».
Quella tragedia ci è servita d’insegnamento Il ricordo di Esther Waeber-Kalbermatten,vice presidente del Consiglio di Stato Vallese. Avevo 13 anni allora. La nostra famiglia abitava a Stalden e mi ricordo bene il suono delle sirene dei mezzi della polizia e delle ambulanze che si facevano eco durante tutta la giornata. La verità sull’accaduto si venne a sapere solo in serata. E lo choc si fece largo in un baleno. Ottantotto era il numero delle vittime fra gli operai. Come poteva succedere un disastro del genere? Sconvolgenti erano le foto dei baracconi distrutti che facevano il giro del mondo.
E immediatamente sorse la domanda se la causa principale fosse dovuta alle misure di sicurezza insufficienti. Come mai si piazzarono le baracche, gli alloggi degli operai proprio sotto la lingua del ghiacciaio? Con una citazione del filosofo cinese Laotse vorrei sottolineare che «Si è responsabili non soltanto per quello che si fa ma bensì anche per quello che non si fa!» Mattmark ha lasciato tracce profonde, nei nostri cuori, come pure nel nostro modo di pensare e agire. E posso assicurarvi che quella tragedia ci è servita da insegnamento.
I LORO NOMI SONO INCISI SULLA LAPIDE COMMEMORATIVA CHE SI TROVA NELLA CAPPELLA SANT’ANNA DI SAAS ALMAGELL
Ci furono anche cinque vittime trentine Primo Appoloni (di Pieve di Bono), Ferdinando Degara (di Tiarno di Sotto), Costante Renon (di Sagron Mis), Gino Furletti (di Riva del Garda), e Ottorino Daldon (di Sagron Mis): sono questi i nomi dei lavoratori trentini scomparsi nella tragedia di Mattmark. Le loro fotografie compaiono in questo ordine sulla prima pagina
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dell’edizione uscita nell’ottobre 1965 del mensile «Trentini nel mondo» (nella foto sulla pagina a fianco). Le cinque vittime non erano gli unici trentini presenti sul luogo. Come riportato sul mensile della Trentini nel mondo, gli «scampati alla catastrofe» furono Camillo Broch, Valerio Faoro (di Tonadico), Oscar Salvadori e Modesto
SPECIALE MATTMARK Un atto di doveroso rispetto nei confronti di tutte le vittime
Quelle condizioni di lavoro, oggi sono inconcepibili Le riflessioni di Vania Alleva, presidente del sindacato UNIA Commemorare i lavoratori morti a Mattmark significa anche ricordare l’immenso contributo che i lavoratori migranti hanno dato a questo Paese. Ad un Svizzera prospera che per la costruzione delle grandi opere, quali le gallerie, le dighe, le strade e autostrade negli anni ha fatto capo a migliaia e migliaia di lavoratori stagionali. Costringendoli spesso a lavorare in condizioni disumane. Oggi gli orari di lavoro, i salari, le condizioni igieniche e gli standard di sicurezza che hanno accompagnato la costruzioni delle grandi opere in Svizzera ci appaiono inconcepibili. Commemorare significa anche ricordare il contributo dei lavoratori migranti oggi, in Svizzera ma anche in Europa. Significa trarre i dovuti insegnamenti per il futuro. Significa capire che la sicurezza sul lavoro e la protezione della salute sono anche espressione del rispetto per le persone che svolgono per noi i lavori più pericolosi e pesanti.
Il messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato letto dall’Ambasciatore d’Italia a Berna, Cosimo Risi. Desidero esprimere la mia più sentita vicinanza ai familiari delle vittime della tragedia del Mattmark e rivolgere un caloroso saluto agli organizzatori e ai partecipanti all’odierna cerimonia conclusiva delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario. La commemorazione di oggi rappresenta un atto di doveroso
rispetto nei confronti delle vittime, italiane e non, di una delle pagine più dolorose della storia della nostra emigrazione Il dramma di Mattmark ci richiama altresì ad un’attenta riflessione sul contributo che l’immigrazione ha portato, e porta, allo sviluppo e al progresso delle nostre società e sull’opportunità di mantenere alta l’attenzione sul delicato tema della sicurezza sul luogo di lavoro. In questo spirito, desidero rinnovare i miei saluti a tutti i
presenti e a quanti sono oggi uniti nel ricordo di quella dolorosa vicenda della nostra storia.
Oggi in Europa quasi ogni giorno c’è una Mattmark Alcuni stralci dell’intervento di Gianclaudio Bressa, sottosegretario per gli affari regionali e le autonomie del governo italiano. Credo che manifestazioni come queste, promosse da un eccezionale comitato organizzatore, non sono dei fatti che durano il tempo di una mattina ma sono dei punti fermi nella stioria e nella vita delle persone e delle istituzioni. Nei giorni successivi alla tragedia l’allora presidente della Confederazione elvetica disse che quella catastrofe spaventsoa ci aveva ricordato che l’uomo non è padrone del suo destino. Ora, lontani dalle emozioni sconvolgenti di quei giorni, abbiamo il dovere delle risposte. Dopo Mattmark cambiarono molte cose. Gli operai nella tragedia tornarono ad ad essere donne e uomini di nazionalità diverse accomunati dal sacrificio a cui
sono stati costretti in nome del progresso. Mattmark contribuì in maniera definitiva a cambiare il modo di raccontare questi tragici eventi e cambiò nella gente la percezione di questi eventi. Dal punto di vista della sicurezza sul lavoro e della salvaguardia del territorio, Mattmark fu de-
Simon (di Transacqua), Raul Bancher (di Siror), Luigi, Agostino ed Ettore Reppele (di Mezzano), Ettore Daldon e Vittore Salvadori (di Sagron), Giuliano Zancanella, Bruno Lamber (di Centa San Nicolò) e Gianfranco Perotto. L’allora direttore della Trentini nel mondo, Rodolfo Abram (primo a sinistra nella foto a
fianco), appena giunta la notizia, partì immediatamente per il luogo della tragedia, dove il giorno seguente fu raggiunto da Bruno Fronza (terzo da sinistra), vice presidente dell’Associazione.
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terminante per la ridefinizione delle strategie di sicurezza nella realizzazione delle grandi strutture, contribuì a far crescere la consapevolezza della necessità di pensare politiche capaci di armonizzare le ragioni dello sviluppo con la tutele di uomo e ambiente. Mattmark ci ha fatto capire che l’emigrazione è una favola amara che divora, come scrisse Dino Buzzati all’indomani della tragedia. E oggi, nel Mediterraneo e nell’Europa centrale e Balcanica, quasi ogni giorno c’è una Mattmark. È in gioco l’eredità umanitaria dell’Europa, la concezione che noi abbiamo dell’uomo, Impariamo da questa lezione e non dimentichiamola né oggi né in nessuno dei giorni che abbiamo davanti, che ci chiedono di essere all’altezza dei valori di civiltà che abbiamo saputo costruire.
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SPECIALE MATTMARK Quando il cielo di sera cambia i colori la campana dell’Ave inizia suonare il cielo si oscura, s’inoltra la notte, in silenzio la valle or va riposare. Sol lassù in cima si sente rumore di gente che corre, che va lavorare, ruotare di mezzi, scavar delle pale, martelli che roccia fan sgretolare. Pochi minuti ed il turno si cambia, la sciolta di notte inizia il lavoro, un’ultima scorsa a quelle due righe oggi arrivate che parlan d’amore. La sposa ti scrive, ti parla del figlio che del grembo l’attesa sta per finire, solo una cosa ti vuol domandare: Sia l’ultima volta a vederti partire! I gracchi nel cielo ritornano ai nidi, l’aria che pizzica e morde la pelle, sulla montagna sopra il cantiere l’azzurro del ghiaccio si mesce col cielo. D’improvviso un boato vien di lassù che tutta la valle vibra e rintrona, non è stato il rumore di una volata, né un temporale nel cielo che tuona.
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Mattmark, 30 agosto 1965 Poesia di Rino Budel Vice presidente Associazione Bellunesi nel mondo
Quell’azzurro turchese si è staccato dal cielo sui sassi e le rocce fa come una biscia, che corre, che salta, che tutto travolge, questa bianca morte... che scivola liscia. Si piegano i tetti, si spaccano i travi, lamiere contorte... di sangue arrossate, gente che cerca, che urla, che chiama, con l’ultimo gesto, un gesto di croce. Or quella lettera in mano tu stringi mentre il respiro si spegne pian piano, si chiudono gli occhi ed al cuore la porti volando il pensiero al tuo paese lontano. Sotto a ’sta coltre di ghiaccio e detriti distruzione e morte su tutto il cantiere, erano ottantotto lassù a Mattmark saliti, portando i loro sogni, sacrificio e dovere. Quando il cielo la sera cambierà i colori, della campana i rintocchi or sì piangeranno, nella valle il silenzio, un muto pregare per quegli emigranti che mai più torneranno!
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CIRCOLI
NOTIZIE DAI CIRCOLI TRENTINI DEL PARAGUAY Cooperativa Trentina Ltda.
Riunione di coordinamento
Circa una trentina di persone dei vari Circoli trentini hanno creato la «Cooperativa Trentina Ltda.» per far fronte alle loro comuni necessità ed aspirazioni economiche, sociali e culturali. L’obiettivo è di raggiungere tutte le famiglie trentine per lavorare assieme e migliorare la qualità di vita di ogni associato. La cooperativa nasce con un ampio spettro di azione: risparmio, credito, consumo, produzione, servizi e commercializzazione. Il consiglio di amministrazione è così composto: presidente, Marta Libardi; vice presidente, Mirtha Nuñez; segretaria, Alice Bernal; tesoriere, Eusebio Mayeregger; consigliere titolare, Gabriela Arenas, supplente, Teresita De Aponte; secondo consigliere, Marcelo Jaime. Essenzialmente una cooperativa di trentini con attività e benefici per tutti i trentini che vogliono associarsi. (r.p.)
Rappresentanti di nove dei dieci Circoli trentini del Paraguay si sono riuniti il 16 agosto ad Asuncion, convocati da Alejandrino Acuña Gianotti (coordinatore dei Circoli trentini) e da Roberto Paolazzi (responsabile della struttura Trentini nel mondo in Argentina). I Circoli presenti erano quelli di Fernando de la Mora, Lambare, Asuncion, Luque, Atyra, Caacupé, Caaguazu, San Pedro y Concepcion. Unico assente (giustificato) Paso Barreto. L’incontro di coordinamento ha offerto innanzi tutto un’occasione per rinnovare i legami di amicizia e di solidarietà fra i Circoli del paese.
Gianotti e Paolazzi hanno parlato degli obiettivi della Trentini nel mondo e hanno sollecitato i Circoli a prendere contatto con le autorità e le altre associazioni delle loro città, a promuovere iniziative e a far circolare informazioni sulle loro attività. Durante la riunione Cristian Gonzalez, di origini trentine, ha eseguito all’arpa alcuni brani musica paraguaiana e internazionale.
UNA VISITA, AVVENUTA L’11 SETTEMBRE, CHE RAFFORZA I LEGAMI DELLA CITTÀ E DEL CIRCOLO CON LA TERRA DI ORIGINE
Il presidente Ugo Rossi a Rio dos Cedros L’11 settembre Rio dos Cedros (Santa Catarina - Brasile) ha avuto l’onore di ricevere la visita del presidente della Provincia Autonoma di Trento, dott. Ugo Rossi, che è venuto accompagnato da una delegazione trentina (articolo alle pagine 2-3), nell’ambito di un viaggio organizzato per ricordare i 140 anni di immigrazione trentina-italiana in Brasile. La delegazione trentina è arrivata a Rio dos Cedros a metà pomeriggio: ad accoglierla presso la sede del Consiglio comunale, c’erano conglieri, il vice sindaco, Marildo Felippi, il presidente del Circolo Trentino di Rio dos Cedros, Doralice Panini, il console onorario italiano, José Campestrini, e altre autorità. Il coro del Circolo Trentino, «Gruppo Folkloristico Compagni Trentini», ha eseguito l’«Inno al Trentino» e alcune melodie tipiche, dimostrando che Rio dos Ce-
Da destra nella foto: il Console onorario italiano, José Campestrini; il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi; la presidente del Circolo Trentino, Doralice Panini; Andrey José Taffner Fraga, vice presidente del Circolo Trentino di Rio dos Cedros, e sua moglie, Daniela Destefani.
dros mantiene ancora vivo il suo folclore. In seguito la delegazione ha visitato alcune aziende situate nella città, i cui titolari sono discendenti di immigrati trentini.
Alla sera, il presidente Rossi e la delegazione trentina sono stati ospiti presso il ristorante Thapyoka, dove erano presenti anche altri membri della comu-
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nità trentina, come Andrey José Taffner Fraga (vice presidente del Circolo Trentino di Rio dos Cedros), Iracema Moser Cani (coordinatrice generale dei Circoli Trentini in Brasile), Simone Sehnem (coordinatrice dei Circoli trentini - zona Santa Catarina), Diego Poffo (del Circolo di trentino di Ascurra), componenti del Gruppo Folk Trentino di Rodeio e del Circolo Trentino di Rodeio. È interessante notare che questa è la seconda volta che Rio dos Cedros riceve la massima autorità della Provincia di Trento - il presidente. La prima volta fu nel 1975, quando si celebrò il centenario dell’immigrazione italiana a Rio dos Cedros, occasione in cui è stato fondato il Circolo Trentino di Rio dos Cedros. Questa nuova visita rafforza i legami della città e del Circolo con la terra d’origine, il Trentino. Andrey Taffner Fraga 8 - 2015
CIRCOLI
Alla «Festa trentina» di Rio dos Cedros» rivivono tradizioni e cultura dei padri Dopo un anno di sospensione a causa dell’alluvione che ha colpito la città nel 2014 - quest’anno Rio dos Cedros (Santa Catarina - Brasile) ha potuto celebrare la sua storia e la sua origine, organizzando un’altra edizione della «Festa Trentina». Il 3 settembre c’è stata l’apertura ufficiale, con la partecipazione di autorità regionali, comunali, membri del Circolo Trentino di Rio dos Cedros, le principesse e la regina della Festa e il nonno e la nonna, i personaggi
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della Festa che ricordano tutti i nonni della città, i guardiani della cultura e della saggezza degli antenati.
Nel suo discorso inaugurale, la presidente del Circolo trentino, Doralice Panini, ha ricordato i 140 anni dell’immigrazione trentina - italiana in Brasile. Il sindaco, Fernando Tomaselli, ha parlato dell’importanza degli immigrati per lo sviluppo della città e della provincia di Santa Catarina. La cerimonia di
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apertura della Festa è proseguita con le esibizioni del «Gruppo di Violini» della Orchestra della città di Timbó, e del Gruppo Folkloristico Compagni Trentini (il coro del Circolo Trentino di Rio dos Cedros). La Festa è proseguita fino al 7 settembre. Ogni giorno c’eranno spettacoli con gruppi tipici della città e di tutta la provincia. Ogni sera c’era musica da ballo. Come ogni anno la polenta è stata il piatto principale dell’oferta gastronomica della Festa, sempre accompagnata da buon vino. Il menù prevedeva, tra l’altro, anche il «Piatto Nostrano» e il barbecue. Nell’ultimo giorno della Festa, c’è stata l’elezione delle nuove principesse e della regina per la prossima edizione della Festa. Così, Rio dos Cedros continua a mantenere vive le sue tradizioni e a celebrare la cultura dei bravi colonizzatori trentini. (a.t.f.)
CIRCOLI IL CIRCOLO HA ORGANIZZATO UN CORSO DI CUCINA RISERVATO A BAMBINI E RAGAZZI DI ETÀ COMPRESA FRA 9 E 16 ANNI
Congratulazioni per dedizione e bravura ai giovanissimi cuochi di Santa Olimpia
Il Circolo Trentino di Santa Olimpia (San Paolo – Brasile), con il sostegno dell’Associazione Trentini nel Mondo, ha realizzato il progetto «CUCINA trentino-tirolese: PIATTI a piacere», riservato a bambini e ragazzi di Santa Olimpia, di età compresa tra 9 e16 anni. In ogni lezione gli studenti hanno imparato a preparare due piatti salati e dolci. A conclusione di questo progetto, così importante per la nostra cultura gastronomica,
gli alunni, insieme al consiglio del Circolo trentino e ai loro insegnanti, hanno organizzato un pranzo al quale hanno partecipato i loro familiari e amici: erano presenti anche Dori Vitti, coordinatore del Circoli trentini del Brasile del nord, Silverio Vitti, presidente del Circolo di Piracicaba e Arnaldo Stenico, rappresentante dell’Associazione di S. Olimpia. Il menù prevedeva strangolapreti, crauti, polenta, pollo in salsa, cucagna, foiadetti (pasta fatta in casa), grostoli e crema dessert. È stata un’esperienza unica, n nella quale gli insegnanti e tutti i presenti hanno avuto modo di a apprezzare l’entusiasmo e la d dedizione con cui gli alunni del c corso hanno cucinato e servito il menù, orgogliosi di aver prep parato dei piatti così gustosi. Doverose congratulazioni
vanno espresse a tutti gli studenti, ai loro genitori e agli insegnanti, che hanno saputo dare il giusto peso a questo progetto. Ora basta mettere in pratica nella vita quotidiana di ciascuno quanto imparato durante il corso, e la nostra tradizione gastronomica rimarrà per sempre viva nella nostra comunità! Il Direttivo del Circolo trentino di Santa Olimpia
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Delizioso menù trentino al Circolo di Buenos Aires per il suo 83° anniversario Domenica 14 giugno, è stato celebrato l’83° anniversario del Circolo Trentino di Buenos Aires (Argentina), appuntamento al quale hanno partecipato circa 130 persone. A fare gli onori di casa sono stati Gabriela Anzelini, presidente del Circolo, e Mariano Roca, Consultore della Provincia Autonoma di Trento e già componente del direttivo del Circolo, che hanno accolto i partecipanti con la loro abituale gentilezza.
Alle 12.30 padre Italo Serena ha celebrato la santa messa ricordando i membri del Circolo scomparsi e i loro amici. Poi è stato servito il delizioso pranzo con le pietanze preparate dalle donne del Comitato. Il menù prevedeva: antipasto, polenta e crauti, semifreddo e vin brulè. Alla fine tutti hanno innalzato il bicchiere per il brindisi. L’animazione è stata garantita dall’orchestra «Le Stelle d’Oro».
Da segnalare, la presenza dei presidenti e di alcuni membri dei Circoli trentini di La Plata e Zarate, che insieme al sottoscritto hanno espresso elogi per la cordialità e il delizioso pranzo. Carlos Trentin
NOVANTA CANDELINE A TUCUMAN E CORZUELA
Oscar Nicolas Agostini Mercoledì 25 marzo il Circolo trentino di Tucuman (Argentina) ha festeggiato i novantanni di vita di Oscar Nicolas Agostini, figlio del maestro Silvio Agostini, emigrato da Levico Terme, che si insediò nella provincia di Cordoba, dove fondò un’importante scuola di musica, che al giorno d’oggi porta il suo nome. Oscar Nicolas dopo aver conseguito il diploma nella scuola tecnica, si trasferì a Tucuman, dove avviò molte iniziative, tra le quali la più grande
impresa metallurgica del Nord Est argentino. Il carisma, la semplicità e la volontà di servizio sono alcuni caratteri distintivi della sua personalità. Oscar Nicolas ha festeggiato il suo compleanno insieme alla moglie Blanca Silvia Maldonado, ai figli Susana, Carlos e Luis e ai nipoti Susana, Alejandra, Franco e Mateo. Il Circolo, anche dalle colonne del giornale, vuole rinnovare gli auguri di buon compleanno.
Don Humberto Bandeo Venerdì 5 giugno, i soci del Circolo Trentino Corzuela (Argentina) e la famiglia di Don Humberto Bandeo, si sono riuniti per onorarlo e festeggiare con lui il suo novantesimo compleanno. Da parte del Circolo è stata preparata una cena, della quale il festeggiato non era a conoscenza: in questo modo il Circolo ha voluto 8 - 2015
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manifestare il suo affetto e la stima nei confronti di Humberto, per la sua costante, attiva e disinteressata partecipazione alla vita del Circolo. Humberto ha ringraziato commosso per la bella sorpresa. È stata una serata nel segno dell’allegria e dell’amicizia, che ha lasciato un bellissimo ricordo in tutti partecipanti.
LI RICORDIAMO COSÌ
Giulio Larcher, fondatore e primo presidente del Circolo di Sydney
Il Circolo Trentino di Sydney e la comunità trentina dell’Australia si è riunita lunedì 10 agosto presso la chiesa parrocchiale di San Filippo Neri a Northbridge (Sydney), per dare l’ultimo saluto a Giulio Larcher. Giulio era nato a Taio (Val di Non-Trento). La perdita della mamma in giovane età e l’amara esperienza della Seconda Guerra, avevano lasciato poche opportunità di lavoro. Perciò dopo il servizio militare, Giulio prese la strada dell’emigrazione – prima in Svizzera, e poi per l’Australia, dove arrivò nel 1952. Lavoro’ per tre anni nel grandioso progetto idro-elettrico della «Snowy Mountains», dove si guadagnò il viaggio di ritorno in Italia. Qui l’attendeva Elena Nicolodi di Mechel-Cles con la quale si era tenuto in relazione. Si sposarono dove poche settimane dal suo rientro nel Trentino. Dopo qualche mese ripartiva con Elena per l’Australia e riprese il suo lavoro nel progetto idroelettrico. Nel campo dei minatori, nacque il figlio George, uno dei primi e dei pochi bambini nati sulle montagne dell’Australia. Ma per la giovane famiglia Larcher, e per dare un futuro al figlio, era necessario traferirsi in una città. Giulio ed Elena acquistarono una casa-pensione a Sydney, dove potevano dare ospitalità a una mezza dozzina di emigranti. Qui venne alla luce il secondo figlio Robert. E mentre Elena accudiva i figli e gli ospiti, Giulio, si era assicurato un lavoro
Giulio Larcher con la moglie Elena Nicolodi, nel giorno del suo 70° compleanno.
nei servizi pubblici della città. Col passare degli anni Giulio si impegnò a migliorare la sua posizione, e arrivò ad ottenere la carica di Ispettore dei Lavori Pubblici del Nord di Sydney. All’inizio del 1977 arrivò in Australia Bruno Fronza, allora Presidente della Trentini nel Mondo per la sua prima visita alla comunità trentina. Con l’appoggio di Padre Bertagnolli, Fronza incontrò a Sydney Giulio Larcher, al quale chiese di formare un Circolo Trentino. Giulio e Elena che già conoscevano varie famiglie trentine a Sydney, raccolsero un bel numero di Trentini. Prima nella casa Larcher e dopo al Club Italiano Apia, venne costituita l’Asso-
ciazione Trentini di Sydney, con Giulio eletto come primo presidente, carica che mantenne per vari anni. Sempre nel 1977, Giulio ospitò l’Arcivescovo di Trento, Mons. Gottardi, e organizzò la sua visita alla comunità trentina di Sydney. Venne eletto presidente della Federazione dei Circoli Trentini in Australia e Consultore per la Provincia Autonoma di Trento. In questi ruoli Giulio manifestò tutto il suo amore per la terra natale, e con grande impegno ha sostenuto la diffusione della cultura e delle tradizioni trentine in Australia. Sostenne, e partecipò a vari convegni di giovani trentini in Australia, e rappresentò la comunità trentina in Australia con
orgoglio e serietà. La comunità trentina in Australia ha un debito di riconoscenza nei confronti di Giulio Larcher per la sua dedizione e generosità nel sostenere queste attività. Nel 1994 si dimise da questi impegni, senza però perdere il suo grande interesse e appoggio per le attività trentine dei Circoli, specialmente per il Circolo di Sydney. Nel frattempo sono nati i nipoti Thomas, Michael, Emma, Luke e Nick, con i quali condivise esperienze di vita e il suo amore per le montagne. Giulio era l’uomo del dovere, della famiglia, dell’amore per il Trentino e per l’Australia, di grande onestà morale, di rispetto per l’autorità, di profonda fede cattolica e di valori cristiani, di generoso servizio. La perdita della moglie Elena nel 2004 lasciò un enorme vuoto nella sua vita. Al funerale, celebrato da Padre Bertagnolli, l’Associazione Trentina di Sydney era presente con la bandiera del Circolo con vari soci, fra i quali la presidente Joanna Terzi-Callegari, e alcuni soci fondatori del Circolo, Vittorio Facchini, Guido Zanella, Renzo Bassetti. Messaggi di condoglianze sono pervenuti da Silvano Rinaldi, Coordinatore nazionale dei Circoli Trentini in Australia e Consultore della Provincia come pure dalla Trentini nel Mondo e dalla Provincia, e da vari Presidenti dei Circoli in Australia. Padre F. Bertagnolli
Antonietta Saiani
Marco Paris
Antonietta Saiani, vedova Cumerlotti, era nata il 24 luglio1932. Nel 1964 con la piccola Lorena nata dal matrimonio con Elio Cumerlotti, raggiunse il marito a Basilea (Svizzera), dove quest’ultimo lavorava da qualche tempo e si stabilirono a Muttenz. In seguito nacque il secondogenito Fabrizio. Antonietta fu un’importante collaboratrice dell’allora neocostituito Circolo Trentino di Basilea, sempre presente alle attività, lavorando assiduamente. Nel 1994 raggiunta l’età pensionabile, Antonietta e Elio tornarono nel loro amato Trentino e si stabilirono a Lizzana. Anche qui Antonietta si distinse per la voglia di fare, fece parte del circolo degli anziani e di altre attività sociali del paese. Nel 2008 il marito Elio morì e questa fu una prova difficile da superare, ma le molte attività che la tennero occupata e la fede in Dio l’aiutarono a lenire il grande dolore. Il Circolo Trentino di Basilea esprime a Lorena, Fabrizio e alle loro famiglie le più sentite condoglianze.
Marco Paris era nato a Marcesina di Rumo il 02 aprile 1931. Nel 1955 emigrò a Basilea, Svizzera, e lavorò per la maggior parte della sua vita da emigrante per la ditta Spaeter. A Basilea conobbe Gilda Bertolas di Pedavena (BL) che nel 1957 portò all’altare e dalla loro unione nacquero tre figlie, Milva, Arianna e Miriam. Nel 1965 Marco fu uno dei padri fondatori del Circolo Trentino di Basilea e fece parte del direttivo per oltre un decennio. Nel 1988, dopo 33 anni di emigrazione, decise di tornare al suo amato paese natio Rumo. Anche qui trovò il tempo di dedicarsi alla vita sociale e politica del paese, assumendo anche la carica di vicesindaco, che lasciò dopo qualche anno per motivi di salute. Rimasto vedovo nel novembre 2012, Marco è scomparso il 14 aprile scorso lasciando alle figlie, ai generi e ai nipoti un grande dolore. Il Circolo Trentino di Basilea si unisce ai famigliari porgendo le più sincere condoglianze. Riposa in pace Marco.
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RACCONTI DI VIAGGIO PER IL 50° DI MATTMARK LA TRENTINI NEL MONDO HA PROMOSSO UN VIAGGIO RISERVATO A SOCI, AMICI E SIMPATIZZANTI
Tre giorni in Lombardia e Piemonte fra tesori d’arte, cultura e natura Con l’intento di offrire la possibilità di partecipare alle cerimonie celebrative del 50° anniversario della tragedia di Mattmark (di cui si parla alle pagine 9-16), l’Associazione Trentini nel Mondo ha promosso un viaggio riservato ai soci, agli amici ed ai simpatizzanti, durante il quale sono state visitate anche alcune interessanti località del Piemonte e della Lombardia a ridosso del confine con la Svizzera. La prima visita è stata riservata al Sacro Monte di Varallo (foto in basso su questa pagina), realizzato dal Padre Bernardino Caimi il quale, inviato come commissario a Gerusalemme nel 1478, constatata la gravità della minaccia turca per i pellegrini che si recavano a Gerusalemme, maturò l’idea di riprodurre con fedeltà in Occidente i principali santuari della Palestina, creando quasi una «Terra Santa in miniatura».
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Messosi alla ricerca di una località adatta, nel 1481 individuò nella terrazza rocciosa che sovrasta Varallo, il luogo più idoneo allo scopo. La realizzazione iniziò con la fedele ricostruzione del Santo Sepolcro al quale, nei secoli successivi si aggiunsero, con continuità, altri edifici fino a realizzare il complesso che, oggi, comprende il Santuario, il Monastero e ben
quarantacinque artistiche cappelle, dislocate lungo un percorso molto articolato, che raccontano i fatti ed i messaggi dei Vangeli attraverso affreschi di notevole pregio e gruppi di ottocento statue in grandezza naturale. Dal 2003 il Sacro Monte di Varallo è stato riconosciuto dall’UNESCO come «patrimonio dell’umanità». La successiva tappa è stata
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riservata al Lago d’Orta (foto qui sopra) con visita alle isole di San Giulio e di Orta San Giulio, ricche di storia, di tesori d’arte, di ville e palazzi rinascimentali in un ambiente naturale suggestivo. La base logistica è stata fissata a Domodossola, a ridosso del confine con la Svizzera, per la successiva partecipazione alle cerimonie di Mattmark (foto di centro pagina), attraverso il Passo Sempione e la città svizzera di Briga. Al ritorno si è visitato il centro storico di Vogogna al centro della Val d’Ossola, insignito della Bandiera arancione dal Touring Club Italiano, ed il relativo castello, costruito nel 1348 da Giovanni Visconti e sempre utilizzato come presidio militare. Il giorno successivo si è utilizzata la ferrovia «Vigezzina»a scartamento ridotto chiamata «Centovalli» che collega Do-
RACCONTI DI VIAGGIO
Nella foto qui sopra il gruppo nelle strade di Vogogna, cittadina della quale hanno anche visitato il castello (foto qui sotto), Nell’altra foto qui sotto, uno scorcio alpino lungo la strada del Sempione.
modossola a Locarno, in un piacevole viaggio su precipizi e spettacolari cascate, attraverso campi multicolori e ponti audaci tra vigneti e castagni (foto in basso su questa pagina). Lungo il percorso della ferrovia è prevista una tappa a S. Maria Maggiore, la località più elevata toccata dalla ferrovia (a 900 metri sul livello del mare), dove si visita il centro storico e l’interessante Museo dello spazzacamino che espone i materiali usati nei secoli scorsi nella pulizia dei camini e racconta la pesante vita dei ragazzi dagli otto ai quindici anni che accompagnavano gli spazzacamini; ragazzi che dovevano entrare all’interno dei camini e procedere alla loro pulizia. Il museo è molto interessante e consente di «partecipare» al difficile lavoro dello spazzacamino attraverso suoni, rumori e canti che investono il visitatore durante
la visite alle varie sale. Il pensiero va anche ai nostri emigranti, con particolare riferimento agli spazzacamini del Trentino e dei paesi della terza sponda della Valle di Non (Revò, Rumo, Cagnò, ecc... ) che si dedicarono a questo lavoro insalubre e pericoloso. Lasciato il museo riprende il viaggio in treno e si scende. sempre lungo un percorso tortuoso, spesso in galleria, in un ambiente che si va progressivamente aprendo su un orizzonte più ampio, fino a raggiungere Locarno sulla sponda più a nord del Lago Maggiore. Da qui è iniziato il rientro a Trento attraverso Lugano e il suo lago, Chiasso, Milano, Brescia e Peschiera. Alla periferia di Milano si sono intravvisti a fianco dell’autostrada, i padiglioni dell’EXPO 2015. Aldo Degaudenz
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CALENDARIO 9 agosto C.T. Santiago (CL): Pranzo trentino C.T. Toronto (CA): Polenta Picnic 15 agosto C.T. Atyra (PY): Festa 12° anniversario di fondazione C.T. La Serena (CL): festa della Madonna d’agost 16 agosto C.T. La Plata (AR): pranzo 79° anniversario di fondazione Ad Asuncion (PY): Incontro dei Circoli trentini del Paraguay con Roberto Paolazzi, Coordinatore dell’Associazione per il Sudamerica. 26 agosto C.T. Porto Alegre (BR): inizio corsi di conversazione in italiano
10-12 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): festeggiamenti dei 140 anni dell’emigrazione tirolesa-italiana 10-11 ottobre A Colonia del Sacramento (UY): Incontro nazionale dei Circoli trentini dell’Uruguay 11-18 ottobre L’Associazione festeggia i 140 anni dell’emigrazione trentinaitaliana in Brasile. Il 12 a Bento Gonçalves (RS), il 13 a Taiò (SC), il 14 a Rodeio e Gaspar (SC), il15 a Nova Trento e Florianopolis (SC), il 17 a Piracicaba-Santa Olimpia (SP) 17 ottobre A Solvay (USA): incontro dei presidenti ITTONA 18 ottobre C.T. La Lorena (FR): pranzo sociale
27 agosto C.T. Buenos Aires (AR): conferenza sul Trentino-Alto Adige, autonomia, paessaggio e il Trentino d’oggi a cura di Marta Delfina Turrina
C.T. Colonia Manuel Gonzalez (MX): 134° anniversario dell’emigrazione italiana e fondazione della Colonia
28 agosto C.T. Jaragua do Sul (BR): cena per festeggiare i papà
23-24 ottobre Convegno EZA sul tema: Emigranti a metà – Frontiere permeabili e mobilità dei lavoratori
29 agosto C.T. Venda Nova do Emigrante (BR): Cena tipica trentina C.T. Cordoba (AR): partecipazione al Festival Penisola Italica organizzato dal Municipio di Cordoba con piatti tipici trentini
24 ottobre C.T. Toronto (CA): Cena d’autunno 25 ottobre C.T. Charleroi (BE): polentada d’autum
29-30 agosto Commemorazione ufficiale del 50° anniversario di Mattmark
C.T. Zofingen (CH): Castagnata
30 agosto C.T. Myrtleford (AUS): Festa dell’emigrante 2015
30 ottobre C.T. Toronto (CA): cena base di tortei di patate
C.T. Villa Regina (AR): 4° incontro del ciclo “Il Tango: Storia e passione negli ultimi 150 anni”
6 novembre C.T. Zofingen (CH): Assemblea generale
1-9 settembre C.T. Montevideo (UY): viaggio in Trentino alla scoperta delle radici
C.T. Toronto (CA): castagnata in compagnia per ricordare i nostri defunti
9 settembre C.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile
7 - 8 novembre C.T. Agro Pontino (IT): 75° anniversario dell’insediamento dei trentini dalla Bosnia nei comuni di Aprilia, Ardea e Pomezia
13 settembre C.T. San Francisco (USA):picnic di estate C.T. Villa Regina (AR): pranzo tipico Trentino 14 settembre C.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale 15-19 settembre C.T. Rodeio (BR): La Sagra 18 settembre C.T. La Louviere (BE): Cena d’autunno 24 settembre C.T. Buenos Aires (AR): Te delle signore “La primavera en las manos” 25 settembre C.T. Toronto (CA): cena base di tortei di patate 6 ottobre C.T. Toronto (CA): primo incontro del gruppo femminile 7 ottobre C.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile
11 novembre C.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile 14 novembre C.T. Liegi (BE): castagnata 21 novembre C.T. Montreal (CA): castagnata 22 novembre C.T. La Lorena (FR): castagnata 28 novembre C.T. Londra (GB): Festa danzante annuale C.T. Toronto (CA): Festa dei cacciatori 6 dicembre C.T. San Francisco (USA): festa di Natale C.T. Toronto (CA): festa di Santa Claus 13 dicembre C.T. Charleroi (BE): pranzo dei pensionati C.T. Denver – Colorado (USA): Festa di Natale
Il 30 agosto, negli stessi luoghi dove è avvenuta, è stata commemorata la tragedia di Mattmark (Cantone Vallone - Svizzera)