Febbraio 2016

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

2/2016

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 59°

Anche il Circolo trentino ha partecipato alla grande sfilata per il bicentenario di fondazione della città di Carmelo, in Uruguay


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay e Uruguay Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 4 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 3 circoli Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti) Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

- 1 circolo


EDITORIALE

Pagina 2 AGENDA Pagine 3 UNAIE Pagine 4-6 ATTUALITÀ Pagine 7-11 GENTE E FATTI Pagine 14-19 GIOVANI OLTRECONFINE: VALERIA PONTALTI (GUATEMALA) Pagine 14-18 CIRCOLI (La Louviere, Toronto, Norimberga, Sananduva, Garibaldi, Carmelo) Pagina 19 EDITORIA Pagina 20 TRENTINO “SUPER” Pagina 21 DALLE VALLI Pagina 22-23 DAL MONDO Pagina 24 ABBONAMENTI

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Anna Lanfranchi

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, A. Lanfranchi, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 2 FEBBRAIO 2016 Stampato il 9 marzo 2016

In copertina: il Circolo di Carmelo (Uruguay) alla sfilata per i 200 anni della città.

NELLA SOCIETÀ AUMENTANO I SEGNALI NEGATIVI RIGUARDO LA DIFESA DI VALORI ETICI E MORALI

Stiamo mandando a rotoli il senso della nostra civiltà

L

a Trentini nel Mondo è un’associazione di persone che hanno deciso liberamente e volontariamente di dedicare un po’ del loro tempo e delle proprie energie al prossimo senza chiedere nulla in cambio, se non la soddisfazione morale di aver contribuito anche se microscopicamente alla costruzione di un mondo migliore. Perché vogliamo ribadire questo concetto, forse peccando un po’ d’orgoglio o apparendo magari un po’ presuntuosi? La risposta è drammaticamente semplice: perché ci sembra che stiano progressivamente aumentando i segnali negativi riguardo la difesa dei valori etici e morali nei rapporti tra le persone. Da tempo, in effetti, all’interno della Trentini nel Mondo si sta discutendo della crisi che sta attraversando la società e il mondo intero, seppure con tempi e reazioni diverse tra Paese e Paese. Quello che ormai appare chiaro, è che non si tratta più solo di una crisi economica, ma della rottura di un meccanismo ben più complesso che regola la convivenza ed i rapporti tra le persone. E questo è molto più preoccupante di un pur grave default dei mercati, poiché alla fine, se non si trova un rimedio, andrà a rotoli il senso stesso della nostra civiltà. Molto tempo fa qualcuno aveva detto «ama il prossimo tuo come te stesso». In effetti, nella sua pur semplice universalità, questo concetto appare ancora oggi l’unico capace di salvare l’uomo dalla sua possibile distruzione, indipendentemente dalla sua ricchezza, dal colore della sua pelle, dalla religione che segue, dal luogo o dalla lingua che parla. Purtroppo in questo momento di transizione sembrano prevalere sentimenti primordiali come l’egoismo, il sospetto, la paura e l’individualismo. Ascoltando le chiacchiere della gente sull’autobus, al bar o infilata in una qualsiasi insopportabile coda burocratica, si avverte chiaramente come il «prossimo» venga considerato più come un concorrente da eliminare, un avversario e un nemico da respin-

Viviamo in un tempo in cui salgono in superficie istinti primordiali come la paura, l’egoismo, la rabbia e l’ostilità e in cui il «prossimo» viene considerato come un concorrente da eliminare, un avversario e un nemico da respingere, più che come un amico con il quale condividere il cammino dell’umanità

© UNHCR/Mark Henley

SOMMARIO

Un’operatrice dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati al confine di Bersakovo, fra Serbia e Croazia, mentre cerca di individuare fra i migranti le persone che hanno bisogno di un aiuto immediato, come donne incinte, mamme con bambini piccoli, anziani, disabili, ammalati.

gere più che come un amico o un fratello con il quale condividere il cammino dell’umanità. Con il passare degli anni la società ha alterato il senso della comunione tra le persone, adattandolo alle esigenze più o meno favorevoli alla convivenza e al reciproco sostegno. In un tempo come quello che stiamo vivendo, concentrato quasi esclusivamente sui valori dei mercati anziché su quelli umani, evidentemente salgono in superficie istinti primordiali come la paura, l’egoismo, la rabbia e l’ostilità verso tutto quello che non è immediatamente comprensibile. Tutto questo, sebbene sia abbastanza elementare comprendere i motivi scatenanti della situazione sociale attuale, non sembra sia utile e accettabile se si vuole continuare a vivere all’interno di una comunità civile. Purtroppo quello che sta accadendo ogni giorno intorno a noi sembra non andare in questa direzione. Altrimenti, come si dovrebbero interpretare alcuni drammatici segnali come i muri che vengono eretti per ricacciare donne e bambini in fuga dalla

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morte e dalla disperazione? E come si dovrebbe interpretare il proliferare di gruppi e aggregazioni più o meno partitiche che fomentano sentimenti di rabbia, paura e rifiuto del prossimo? La situazione è decisamente difficile e complessa e lo è molto più di quello che ci viene propinato dai vari «esperti» che si rincorrono tra i vari pulpiti televisivi. Non è con i facili slogan o con la semplificazione puerile delle risposte che si può affrontare un cambiamento epocale come quello che stiamo attraversando. L’arido rapporto basato solo sui numeri delle persone che popolano la terra e le sempre più scarse risorse del pianeta stanno condizionando l’interpretazione dell’intero sistema economico e sociale che, comunque, è arrivato al suo punto di svolta. Forse ancora una volta la soluzione potrebbe dipendere da ognuno di noi, da ogni singola persona che prende davvero consapevolezza che «amare il prossimo come se stessi» potrebbe essere la soluzione più semplice e più efficace. Alberto Tafner 2 - 2016


AGENDA L’APPUNTAMENTO È STATO ORGANIZZATO DA TRENTINI NEL MONDO E FONDAZIONE MACH

Presentato a San Michele «Nel solco degli emigranti» Duecento pagine con storie, immagini, racconti e narrazioni di ieri e di oggi scritte da ventisei autori e provenienti da diciannove paesi: questo è «Nel solco degli emigranti. I vitigni italiani alla conquista del mondo» (editore Bruno Mondadori), un libro che propone «un viaggio intorno al mondo alla ricerca dei vitigni italiani coltivati dai migranti in ogni angolo del Pianeta», attraverso «la storia di singoli migranti o di nuclei familiari che, dalla fine dell’Ottocento, hanno lasciato l’Italia» e grazie alle loro competenze enologiche «sono riusciti a trovare un futuro migliore». Frutto di un’iniziativa congiunta dell’Università La Sapienza di Roma, della Fondazione Migrantes e della Società geografica italiana, il volume è stato presentato il 25 febbraio nell’Aula Magna del Centro Istruzione e Formazione della Fondazione Edmund Mach a San Michele all’Adige, dalla professoressa Flavia Cristaldi (nlla foto), una delle due curatrici del volume (l’altra è Delfina Licata della Fondazione Migrantes). L’incontro, organizzato dal Centro Istruzione e Formazione della Fondazione Mach con l’As-

sociazione Trentini nel Mondo, è stato introdotto da Marco Dal Rì, dirigente del Centro Istruzione e Formazione, Fondazione Edmund Mach. Nel suo successivo intervento, il direttore responsabile della rivista «Trentini nel Mondo», Maurizio Tomasi, ha richiamato l’attenzione sul fatto che la viticoltura e la produzione di vino sono state due attività che hanno permesso ai trentini emigrati di mettere a frutto le loro competenze, offrendo un’occasione di riscatto: sono infatti numerose le imprese del settore fondate da emigrati trentini. E questo è avvenuto sia per chi è emigrato nella seconda metà dell’Ottocento (soprattutto in Brasile), sia per

chi è partito in tempi più recenti. Nella sua esposizione Tomasi ha portato come esempi la Casa Vaduga (la famiglia era emigrata nel 1875 dalla Vallagarina), nella Valle do Vinhedos nel Rio Grande do Sul (Brasile), la Vinicola L.A. Cetto di Tijuana (Messico, il fondatore era emigrato nel 1924) e la Michelini Wines, nello stato di Victoria in Australia (fondata nel 1951). Altro esempio fatto, è stato quello della Cantina San Michele, di Rodeio (Santa Catarina – Brasile), frutto di un progetto promosso da Provincia Autonoma di Trento e Associazione Trentini nel mondo, fondata come cooperativa nel 1992, dopo che i fondatori si erano formati presso

l’Istituto agrario di San Michele. Stella Grando, ricercatrice, responsabile dell’Unità Genetica e Miglioramento genetico della vite (Centro Ricerca e Innovazione - Fondazione Edmund Mach) ha concluso i lavori con una relazione preparata per l’occasione, intitolata «Sulle tracce genetiche dei vitigni» Nel suo intervento, con riferimento ai «vitigni italiani alla conquista del mondo» (come recita il sottotitolo del libro), ha riferito che gli studi di genetica hanno dimostrato la fondatezza di un’intuizione avuta in passato da Giuseppe Versini, per anni direttore del laboratorio di analisi e ricerca dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige (e recentemente scomparso), e cioè che il «Moscatel miel» che si coltiva in Uruguay è «figlio» del moscato giallo coltivato in Trentino e in Veneto.

Il ringraziamento del Consolato generale dell’Argentina Nel precedente numero della rivista abbiamo riportato la notizia che venerdì 29 gennaio la Trentini nel mondo ha ospitato una delegazione del Consolato Generale dell’Argentina a Milano, che aveva chiesto di poter usufruire della sede dell’Associazione per incontrare i cittadini argentini che vivono in Trentino. La delegazione - accolta dal vice presidente Cesare Ciola - era guidata dalla vice console Daniela Beatriz Jaite e composta da due funzionari, Fabiana Tomba e Andrea Guarizola. Nei giorni successivi la Trentini nel mondo ha ricevuto una lettera di ringraziamento a firma della vice console, della quale qui di seguito riportiamo il testo integrale. 2 - 2016

re un sentito ringraziamento e gratitudine per l’accoglienza, la collaborazione e la disponibilità dimostrata dalla struttura e da tutto il personale interno in occasione della manifestazione del Consolato Argentino itinerante del 29 scorso, oltre che per la disponibilità del salone utilizzato

«Il Consolato Generale della Repubblica Argentina in Milano porge i più distinti saluti all’Associazione Trentini nel Mondo e coglie l’occasione per esprime-

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per ricevere i nostri connazionali. È stato un giorno intenso di lavoro, e il Consolato itinerante ha raggiunto il suo obiettivo: quello di offrire un servizio di accettazione e consegna di documenti, aiutare le persone anziane nello svolgimento delle pratiche pensionistiche, rispondere alle necessità relative alle varie pratiche e/o inquietudini dei nostri concittadini, in particolare di coloro che, per diversi motivi, non potevano presentarsi nella nostra sede consolare. Ringraziando nuovamente per la disponibilità dimostrata, il Consolato Generale della Repubblica Argentina in Milano rinnova all’Associazione Trentini nel mondo i sensi della più distinta considerazione».


ATTUALITÀ IL 30 GENNAIO SI È SVOLTA UNA CONFERENZA ORGANIZZATIVA PROMOSSA PER RIFLETTERE SULL’ATTUALITÀ E SUL FUTURO

L’Unaie dovrebbe avere un ruolo guida per il nuovo «Forum delle associazioni» Dopo gli Stati Generali dell’associazionismo italiano all’estero, tenutisi a Roma il 3 e 4 luglio dello scorso anno e la nascita del Forum delle Associazioni degli Italiani nel Mondo, le associazioni aderenti all’UNAIE si sono date appuntamento il 30 gennaio 2016 a Lucca - nella splendida Sala Maria Luisa di Palazzo Ducale - per una Conferenza Organizzativa voluta per riflettere e dialogare sul futuro dell’associazionismo tra gli emigrati. Dopo il saluto del Presidente della Provincia di Lucca (e Sindaco di Capannori) Luca Menesini, dell’assessore del Comune di Lucca Giovanni Lemucchi e del Sindaco di Bagni di Lucca Adriano Betti, che ha ricordato la consistenza del fenomeno migratorio portando ad esempio Londra che con mezzo milione di nostri connazionali sarebbe la settima città italiana per numerosi di abitanti, la Conferenza è entrata nel vivo con l’intervento del Presidente UNAIE Franco Narducci. È toccato a lui fare un’analisi del difficile contesto internazionale in cui ci troviamo, con una emigrazione in crescita (citando Monaco di Baviera dove negli ultimi due anni sono arrivati 40 mila italiani), la cancellazione delle province ed il terrorismo ISIS sempre in agguato. In questo contesto l’UNAIE, che si basa sull’associazionismo, necessita un nuovo modello organizzativo, una nuova progettualità che dialoghi con CGIE e Comites, che si rapporti in modo continuativo con il Parlamento e con i parlamentari esteri, in un momento di disinteresse delle istituzioni

In un momento di disinteresse delle istituzioni verso l’associazionismo italiano nel mondo l’UNAIE ha bisogno di un nuovo modello organizzativo, di nuova progettualità e di un dialogo costante con il CGIE, i Comites, il Parlamento e i parlamentari esteri

Da sinistra: Ilaria del Bianco (vice presidente UNAIE), Franco Narducci (presidente UNAIE) e Laura Bisso (Palermo Mondo).

verso l’associazionismo italiano nel mondo. La Vicepresidente UNAIE (e «padrona di casa» in quanto presidente dell’Associazione Lucchesi nel mondo) Ilaria Del Bianco ha analizzato la scarsa rappresentanza dei Comites, considerato che si sono presentati al voto solo il 4,46% degli iscritti all’AIRE e la percentuale di schede valide è stata del 3,73%. Secondo la Presidente dei Lucchesi nel Mondo non può esserci un CGIE a base europea quando dai dati ministeriali vi è stato – ad esempio - un aumento

del 36% dei permessi di ingresso per lavoro in Australia. Laura Bisso di Palermo Mondo ha parlato di immigrazione, fatto strutturale della nostra società, affermando che se si cancella la memoria si cancella la storia. Gianpietro Lecchi, Presidente della Fondazione Verga, ha ricordato che Milano deve all’immigrazione (soprattutto interna dal sud Italia) la sua crescita, passando da 1,2 a 1,8 milioni di abitanti. La Lombardia ha 10 milioni di abitanti, 2 milioni in più dell’intera Svizzera, e di questi ben 1,15 milioni sono stranieri.

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Ma accoglienza per Lecchi non significa invasione, per cui non bisogna lasciare l’immigrazione in balìa dei singoli stati, come è avvenuto in Grecia. Per Oscar De Bona, Presidente dei Bellunesi nel Mondo, bisogna rafforzare gli incontri con il Ministero degli Affari Esteri, la Conferenza Stato – Regioni e Confindustria. Aldo Aledda, Vicepresidente vicario UNAIE, ha analizzato finalità e modelli organizzativi per essere ascoltati dal Governo e dal Parlamento. Cesare Ciola ha ricordato la realtà di Trentini nel Mondo, dove più di 200 Circoli all’estero rappresentano un grande patrimonio: centomila persone di 26 nazioni sono un tesoro. Bisogna però aggiornare il rapporto con loro, con attenzione alle nuove migrazioni e lavorando in sinergia tra associazioni, specie del Triveneto. L’UNAIE deve rappresentare la cerniera di collegamento per visibilità e rapporti nazionali e internazionali: per questo deve avere e vanno reperite risorse adeguate, perché una struttura leggera che si trova una volta all’anno non conclude niente. La sintesi conclusiva è stata affidata a Ferruccio Pisoni, Presidente onorario UNAIE, per il quale non bisogna uscire dalle motivazioni passate, ma bisogna adeguarsi ai tempi per dare una rappresentatività nazionale ed arrivare dove le singole associazioni non possono arrivare da sole. Per questo nel nascente Forum delle associazioni italiane nel mondo l’UNAIE dovrebbe avere un ruolo guida, giustificato dalla sua grande esperienza.

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ATTUALITÀ È STATA INAUGURATA L’11 MARZO ALLE «GALLERIE» DI TRENTO, SARÀ VISITABILE FINO AL 26 GIUGNO

Una mostra che fa comprendere la drammatica vita in miniera Rimarrà aperta fino al 26 giugno la mostra «Sottoterra: il lavoro dei minatori trentini in Belgio e l’opera di Calisto Peretti», inaugurata l’11 marzo alle «Gallerie» di Piedicastello, a Trento. La mostra, curata da Tommaso Pasquini e Vittorino Rodaro, si propone di raccontare i principali aspetti della drammatica vita in miniera di cui migliaia di emigrati, trentini ed italiani, furono protagonisti in Belgio nell’immediato secondo dopoguerra. Da una parte l’Italia, la disoccupazione, la miseria e quindi il bisogno di partire, dall’altra il Belgio con la ricostruzione, i programmi industriali e la necessità di manodopera. Da queste opposte esigenze nacque il cosiddetto accordo «uomocarbone», che già dal 1946 diede il via ai flussi migratori dall’Italia e dal Trentino verso il paese carbonifero. Grazie a ricca ed eterogenea documentazione fotografica e filmica, a testimonianze dirette, ai preziosi oggetti provenienti dal Museo di Blegny-Mine, oltre che alla ricostruzione sonora e visiva di ambientazioni tipiche del lavoro in miniera, il visitatore potrà vivere un’esperienza non solo intellettuale ma anche sensoriale dal forte impatto emotivo. Congiungono e valorizzano le sezioni dell’esposizione le opere

di Calisto Peretti, artista belga di origini italiane, che dedicò parte della propria vastissima produzio-

ne alle agghiaccianti condizioni di lavoro e di vita dei minatori negli anni della grande affluenza

da tutta Europa verso i principali centri minerari della regione. Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Museo storico del Trentino attraverso il Centro di documentazione sulla storia dell’emigrazione trentina con il supporto dell’Ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento e la collaborazione del Museo di Blegny-Mine. Questi gli orari di visita della mostra: da martedì a domenica, ore 9.00-18.00; chiuso il lunedì; ingresso libero.

«Giovani oltreconfine» una rubrica aperta al contributo di tutti. Gli articoli vanno inviati all’indirizzo e e-mail della redazione Prosegue anche in questo numero (alle pagine 12- 13) la rubrica «Giovani oltreconfine», che ha preso il via nel numero di gennaio, con la quale vogliamo approfondire «dall’interno» la conoscenza della nuova emigrazione dall’Italia, legata alla mobilità giovanile. Abbiamo usato il termine «dall’interno» perché saranno alcuni giovani trentini che hanno fatto la scelta di trasferirsi all’estero, a raccontare in prima persona le loro esperienze,

le motivazioni e le aspettative. Il primo contributo è stato quello di Clio Zancanella (foto a sinistra) che vive e lavora a Parigi. In questo numero tocca a Valeria Pontalti, che si trova in Guatemala. La rubrica è aperta al contributo di tutti coloro che hanno voglia di raccontare la propria esperienza: testi e fotografie per la rubrica vanno spediti all’indirizzo e-mail della redazione, riportato qui a fianco.

redazione@trentininelmondo.it

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ATTUALITÀ NATO NEL 1962 A GIUSTINO IN VAL RENDENA, ERA VICARIO GENERALE DAL 2007. L’ORDINAZIONE AVVERRÀ IL 3 APRILE

Papa Francesco ha fatto la sua scelta don Lauro Tisi è il nuovo arcivescovo È don Lauro Tisi, nato a Giustino (Val Rendena) il nuovo vescovo di Trento: la sua nomina è stata annunciata il 10 febbraio scorso e con i suoi 53 anni rientra tra i vescovi più giovani d’Italia. Quella fatta da papa Francesco è una scelta controcorrente, perché è raro che venga scelto un vicario come nuovo vescovo della diocesi d’appartenenza. Lauro Tisi nasce nel 1962 in una famiglia numerosa, a sei anni deve affrontare la perdita del padre. Entra in Seminario compiendo studi classici presso il Collegio Arcivescovile e viene ordinato sacerdote nel 1987. Ricopre diversi incarichi all’interno del Seminario; dal 2001 al 2007 nel ruolo di Direttore spirituale ha il compito di accompagnare i giovani sacerdoti. Nel 2007 la nomina a Vicario generale, che lo vede quindi in stretto contatto con l’Arcivescovo Luigi Bressan, al quale succederà ufficialmente il 3 aprile prossimo, data dell’ordinazione. La scelta di don Tisi come successore dell’Arcivescovo Bressan (ora Amministratore apostolico) è nel segno della continuità

in armonia con il credo di Bergoglio ed i suoi valori, è evidente fin dal primo messaggio che il nuovo vescovo di Trento ha pronunciato il 10 febbraio scorso, nel quale esprime umiltà ma anche vicinanza ai religiosi e in generale a chi si trova in una condizione di difficoltà: «mi impegno a camminare con quanti sono provati dal disagio e dalla malattia; con chi si sente privo di futuro, perché escluso dal mondo del lavoro; con le famiglie, soprattutto quelle ferite, anch’esse vitali per la società tutta, grazie alla loro capacità di educare, custodire e accompagnare». La sua umiltà emerge anche in un altro passaggio del messaggio, nel quale afferma: «Mai avrei immaginato di diventare Vescovo: chi mi conosce sa che il desiderio della mia vita è sempre stato quello di essere parroco. (..) Davanti alla sproporzione tra questo compito e le mie capacità, mi affido al Signore, che manifesta la sua forza nella debolezza. Conto su di voi, sulla vostra cordiale collaborazione e, fin d’ora, sulla vostra paziente comprensione». Angela Ciola

per quanto riguarda la diocesi, nell’affidamento a chi, essendo nato in Trentino, il territorio e la sua gente li conosce bene. Il fatto poi che si tratti di una personalità

Qui di seguito pubblichiamo il testo del messaggio che don Lauro Tisi ha inviato al presidente della Trentini nel mondo, in risposta a quello inviato dall’Associazione (riportato a parte su questa stessa pagina). Distinto Signor Presidente, desidero farLe giungere il mio più vivo ringraziamento per il cortese e gradito messaggio in occasione della nomina ad Arcivescovo di Trento. La ringrazio vivamente per gli auguri, per le parole di vicinanza e stima e per la disponibilità a condividere la responsabilità nella promozione del bene comune. Mi è gradita la circostanza per porgere a voi tutti i miei sentimenti di stima assieme ai saluti più distinti.

La Trentini nel mondo gli ha espresso stima e fiducia L’Associazione Trentini nel mondo ha accolto con grande soddisfazione la notizia della sua nomina ad Arcivescovo della Diocesi di Trento. Nel corso degli anni abbiamo avuto modo di apprezzare il suo convinto fervore nel richiamare la necessità di costruire una società più equa, la sua passione nel condannare le ingiustizie e le ipocrisie, il suo costante richiamo al rispetto del messaggio evangelico. La sua nomina coincide con un momento storico che ci pone di fronte a sfide molto impegnative: facendo eco alle parole del suo primo messaggio da Arcivescovo alla Chiesa di Trento, Le offriamo la nostra disponibilità a condividere la responsabilità nel promuovere il bene comune.

Ricordando che abbiamo anche già vissuto insieme alcuni momenti significativi dell’attività della nostra Associazione, come in occasione della Festa Provinciale dell’Emigrazione a Fiera di Primiero nel 2014 nonché ogni anno la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, siamo anche a disposizione per proseguire il dialogo e la collaborazione a favore del mondo dei migranti, sia del passato che attuali, nel solco di quanto fatto finora con Mons. Luigi Bressan, del quale condividiamo la stima e la fiducia nei suoi confronti. In attesa di poterla incontrare personalmente, esprimiamo le nostre felicitazioni e l’augurio di buon lavoro. Alberto Tafner, Presidente Associazione Trentini nel mondo

sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840

e-mail: info@trentininelmondo.it / sito internet: www.trentininelmondo.it 5

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ATTUALITÀ FINO AL 26 GIUGNO IL «MUSE» DI TRENTO DEDICA UNA MOSTRA INTERATTIVA E MULTIMEDIALE A QUESTA ANTICA DISCIPLINA

È la matematica a governare il mondo

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he cosa hanno in comune un pallone da pallavolo, un costume da nuotatore, un robot o un modello in scala di un treno? Dal 26 febbraio (e fino al 26 giugno)una mostra racconta al MUSE di Trento il potere della matematica e l’influenza che quest’antichissima disciplina esercita anche nella vita quotidiana. «Made in Math. Scopri la matematica del mondo», è una speciale dedica a chi non ha mai amato le formule, i numeri e i calcoli: è un invito ad avvicinarsi senza timore e con curiosità agli aspetti più nascosti della matematica, quelli legati alla possibilità di descrivere e trasformare la realtà intorno a noi. Ogni ambito della nostra vita ha un suo lato matematico. Con la matematica possiamo fare previsioni meteorologiche, disegnare prototipi industriali, possiamo quantificare gli effetti dei comportamenti umani o decifrare la forma biochimica delle nostre emozioni. La matematica è nella medicina, nella gestione di Internet o dei

flussi nelle grandi metropoli. La troviamo nell’economia e addirittura nello sport, dove i modelli matematici contribuiscono - ad esempio - a migliorare le performance di nuotatori, delle grandi imbarcazioni da regata, delle automobili da corsa e persino della Nazionale italiana di pallavolo. La matematica ha ispirato il cammino della conoscenza, intrecciandosi a filo doppio con l’arte, la scienza, gli studi sociali. Quello di «Made in Math» è dunque un percorso che attraver-

sa la storia, abbraccia il passato, la contemporaneità e le sfide del futuro di questa disciplina. Con un obiettivo ben preciso: far comprendere anche ai più scettici - attraverso un approccio giocoso e diretto - che i matematici sono utili al mondo molto di più di quanto pensiamo. Utilizzando installazioni multimediali, scenografie interattive e grazie alla presenza virtuale di alcuni grandi matematici contemporanei e del passato, la mostra ripercorre l’evoluzione

della matematica dall’antichità ai nostri giorni. Il racconto tocca le tappe cruciali del pensiero matematico, mettendo in evidenza come queste conquiste abbiano influenzato la storia dell’uomo in ogni ambito. Scriveva Galileo che «la natura è un libro scritto in caratteri matematici»: quest’idea è alla base della rivoluzione nel nostro modo di guardare il cosmo e il mondo da parte della fisica moderna, ma non solo. È ancora grazie a modelli matematici che abbiamo imparato a disegnare mappe geografiche più precise e dettagliate oppure, a partire dal ’500, a rappresentare il mondo con lo sguardo della prospettiva: input che hanno condotto a sviluppi straordinari fino ai giorni nostri, con le simulazioni virtuali e le visioni tridimensionali. La mostra si articola in sezioni: «Contare, calcolare, misurare»; «Dai problemi ai modelli»; «Rappresentare il mondo»; «Inventare il futuro»; «L’astrazione»; «I matematici del futuro». (Uff. St. MUSE)

A FINE GENNAIO LE ACLI TRENTINE HANNO DEPOSITATO LE QUASI DIECIMILA FIRME RACCOLTE A SOSTEGNO DELLA PROPOSTA

La legge antiprivilegi approda in Regione A fine gennaio, nell’ufficio del vice segretario generale della Regione Autonoma Trentino Alto Adige -Südtirol, sono state depositate le 9.817 firme raccolte in calce alla proposta di legge delle Acli contro i privilegi dei politici. Un’iniziativa che ha visto per mesi il movimento impegnato in una raccolta di firme nelle piazze delle città e dei paesi nonché presso quasi tutti i comuni del Trentino ed i più significativi dell’Alto Adige. È un risultato molto significativo e indicativo della volontà popolare di cambiare ulteriormente registro circa l’abbassamento delle retribuzioni e delle pensioni dei consiglieri regionali. In totale l’iniziativa ha toccato 196 comuni (in Alto Adige grazie anche al lavoro volontario dell’Associazione «Iniziativa per più democrazia/Initiative für mehr Demokratie»). Le firme raccolte sono state vagliate dalla segreteria della 2 - 2016

Regione per poi passare all’Ufficio di presidenza della Regione Autonoma Trentino Alto Adige, che ha fornito una serie di pareri di legittimità in conformità al quadro costituzionale e statutario e sulla congruenza e correttezza del numero delle firme raccolte. Dal 17 marzo prossimo il testo della proposta di legge delle Acli contro i privilegi dei politici passerà all’esame della Prima commissione legislativa del Consiglio regionale, presieduta dal consigliere Walter Kaswalder. Ai lavori della commissione parteciperà il presidente delle Acli trentine, Fausto Gardumi (nella foto), il quale sarà affiancato da un esperto in materia legislativa e partecipativa. Il testo, che potrebbe comunque essere modificato dalla commissione, approderà successivamente in Consiglio regionale per l’esame e la votazione definitiva. Le Acli, per bocca del presidente Gardumi, hanno auspicato il pieno

rispetto della volontà popolare specie per quanto riguarda l’iter di esame e discussione del testo. Una fase che seguirà a questa iniziativa sarà quella di affiancare le associazioni ed i movimen-

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ti della società civile trentina nell’approntamento del Terzo Statuto di Autonomia. In modo particolare le Acli trentine chiedono al consiglio provinciale di Trento di ampliare la Consulta dello Statuto a più partecipanti della società civile. Per rafforzare il Terzo statuto – affermano le Acli – è necessario accompagnare l’iter istituzionale con il pieno coinvolgimento delle forze economiche e sociali e con una profonda revisione e rilancio di un modello di sviluppo ancorato alle tradizioni alpine e a una nuova stagione di partecipazione democratica e comunitaria. Anche fuori dal quadro istituzionale serve pertanto la piena partecipazione e responsabilità del mondo della cooperazione, del credito cooperativo, di tutti i rappresentanti dell’economia civile e di una comunità che si riconosca nei valori della montagna, del mutualismo e della solidarietà.


GENTE E FATTI

Un CD con 14 brani per il Coro Citavi «Cantiamo insieme» è il titolo del primo CD realizzato dopo 14 anni di attività dal coro CITAVI (Coro das Comunidades dos Imigrantes Trentinos do Alto Vale do Itajai) di Rio do Oeste (Santa Catarina - Brasile). Il lancio è avvenuto ufficialmente il 21 novembre 2015 ed è un traguardo segnato dall’orgoglio di chi crede ancora nell’importanza delle proprie tradizioni. Il CD contiene 14 tracce, tra le quali troviamo le popolari “Valsugana”, “Quel mazzolin di fiori”, “Sul ponte di Bassano” e canzoni che raccontano la guerra come “Il testamento del capitano” ed “Era una notte che pioveva”. Gemellato con il coro Valbronzale di

O Ospedaletto (Trento), il coro è stato fondato n novembre 2001 sul modello dei cori alpini nel c il supporto della Provincia Autonoma di con T Trento, per rispondere al desiderio dei discend denti trentini di tramandare le tradizioni anche d punto di vista musicale. Bruno Fronza e dal R Rino Zandonai, della Trentini nel mondo, i insieme a Iracema Moser, sono stati convinti s sostenitori dell’iniziativa. Il coro è attivo nello Stato di Santa Catarina e in ambito internazionale: ha infatti effettuato d tournée in Argentina e una in Italia nel due 2 2013, durante la quale il coro ha avuto l’opp portunità di cantare la messa nella Basilica di S Pietro a Roma. San Angela Ciola

Prima riunione della famiglia Sevegnani

Ha molti motivi per essere soddisfatto Luiz Sevegnani, di São Bento do Sul (Santa Catarina - Brasile), ideatore e promotore della prima riunione dei discendenti dei fratelli Emmanuel e Giuseppe Camillo Sevegnani, che il 31 dicembre 1876 arrivarono a Rio de Janeiro, provenienti dal Trentino, allora parte del Tirolo. All’appuntamento, che si è svolto a Jaraguà do Sul hanno partecipato famiglie provenienti da sedici diverse località della zona: c’erano

anche Sevegnani arrivati dal Paranà e dal Mato Grosso. La riunione è iniziata con una messa nella chiesa Nossa Senhora do Rosário, celebrata da padre Genésio Sevegnani ed è proseguita con un «saporito e delizioso» pranzo. «Promuovere questo incontro familiare era da tempo un mio sogno», ha affermato Luiz Sevegnani al termine della giornata. Un sogno ora diventato realtà dopo un anno di intenso lavoro organizzativo.

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GENTE E FATTI LA CHIESA DI SANT’IGNAZIO DI LOYOLA A ROMA DAL 18 FEBBRAIO OSPITA LA MOSTRA «LAUDATO SÌ» DEL TRENTINO MASTRO 7

Alberi che suscitano stupore e invitano al raccoglimento N elle prime tre settimane dopo l’inaugurazione del 18 febbraio, sono state circa 22.000 le persone che hanno varcato la soglia della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Roma, per visitare «Laudato sì», la mostra con le sculture in rame nativo soffiato a fuoco e fiammato di Settimo Tamanini, in arte Mastro 7. Il dato è stato fornito da padre Federico Pelicon, curatore della mostra. Fra i visitatori anche il Cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, Arcivescovo di San Cristóbal de La Habana (Cuba), che è rimasto a lungo ad ammirare le opere esposte ed ha espresso tutto il suo apprezzamento. Il grande interesse suscitato ha indotto gli organizzatori a prorogare l’apertura della mostra, che si potrà visitare fino al 15 maggio (inizialmente era prevista la durata fino al 3 aprile). Il titolo è ispirato all’Enciclica di Papa Francesco, che Mastro 7 ha definito «documento magisteriale di altissimo profilo dottrinale» mentre il sottotitolo, «Alle radici della vita», introduce il soggetto che fa da filo conduttore all’esposizione e cioè le «Piante delle Grandi Madri», ispiratrici dell’ultimo percorso artistico di Mastro 7. «Nel pensiero, nella letteratura

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Le otto sculture in esposizione sono state realizzate in rame nativo soffiato a fuoco e fiammato e rappresentano il melograno, il fico, la vite, il mandorlo, l’olivo, il melo, il castagno e il roveto

Sono otto le opere in mostra nella chiesa di Sant’Ignazio, dalle profonde significanze religiose, «icone dello stupore e meraviglia delle forze rigeneratrici, che permettono di accrescere un percorso cognitivo di ascesi dell’Anima a Dio», per usare le parole di Mastro 7. Le sculture eposte sono: il melograno, albero della Prosperità; il fico, albero dell’Accoglienza; la vite, albero della Gioia; il mandorlo, albero del Risveglio; l’olivo, albero della Meditazione; il melo, albero della Conoscenza; il castagno, albero della Generosità e il roveto ardente, albero dell’Oreb. Come ha affermato padre Massimo Nevola, il Superiore della Comunità S. Ignazio di Loyola,

e nell’arte ebraica, cristiana e mussulmana, l’albero riveste un significato eccezionale ed ha fornito lo spunto alle più belle pagine della esegesi, delle omelie, della poesia liturgica, delle leggende edificanti e a meravigliose opere d’arte - ha affermato Mastro 7 nell’illustrare il suo lavoro - ed è attingendo a queste fonti ed immergendomi nel “Giardino dell’Eden” contemporaneo, che ho trovato l’ispirazione per dare alla materia rame forme a lei sconosciute con indescrivibili iridescenze».

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si è voluto esporre gli alberi di Mastro7 per dare «un significato spirituale al cammino quaresimale, riprendendo i temi del creato attraverso una lettura della “Laudato sì”, Enciclica di Papa Francesco». Fin dall’inizio del suo pontificato Papa Francesco invita «alla salvaguardia del creato, parlandoci con vigore delle necessità di custodirne la bellezza, mettendoci in guardia dalle nostre bramosie di usurparlo. Attraverso le opere di Mastro7 - ha scritto il curatore padre Federico Pelicon


GENTE E FATTI

nel catalogo della mostra - cogliamo il grido del creato e l’invito del Santo Padre ad ascoltarlo» LA CERIMONIA DI INAUGURAZIONE

Sono state le note di organo ad aprire la cerimonia, coordinata da padre Federico Pelicon, con la quale il 18 febbraio è stata inaugurata la mostra di Mastro7. Dopo il saluto di padre Massimo Nevola, Superiore della Comunità S. Ignazio di Loyola, il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta ha dichiarato di provare «onore e gioia» per il fatto che la mostra sia stata allestita in una chiesa che è «anche trentina» perché ospita gli affreschi opera di Andrea Pozzo, gesuita e artista trentino vissuto nella seconda metà del Seicento. Andreatta ha definito Mastro7

Qui sopra Mastro7 insieme alla moglie Fausta (prima a sinistra) e a Maria Romana Degasperi, che ha partecipato all’inaugurazione. In alto a destra, l’intervento del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta. In basso, al centro, la consegna dell’evangelario che Mastro7 ha regalato alla Chiesa di Sant’Ignazio.

«uomo di grande sensibilità e di grande profondità di pensiero», qualità che gli sono state riconosciute anche da Maurizio Passerotti, console onorario della Romania in Trentino Alto Adige, che ha ricordato anche il grande successo ottenuto dalla mostra ad Oradea, in Romania, dove

era stata allestita dal 21 giugno al 20 settembre 2015. «Portarla a Roma era un sogno che grazie alla Rettoria della Chiesa di Sant’Ignazio e alla Fondazione San Vigilio è diventato realtà», ha poi aggiunto Passerotti. La parola è poi passata a monsignor Pasquale Iacobone, re-

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sponsabile del Dipartimento Arte e Fede del Pontificio Consiglio della Cultura, per una «lectio magistralis» in cui ha invitato a riflettere sulla capacità dell’uomo di creare «bellezza», che a sua volta genera bontà, pace, armonia. Dopo la consegna dell’evangelario donato da Mastro7 alla Comunità di S. Ignazio di Loyola, all’interno della chiesa è calato il buio e gli alberi in mostra sono stati illuminati uno ad uno. A rendere ancora più suggestivo il momento ha contribuito il canto del «Coro del lunedì», diretto dal maestro Cesare Pocci. I molti presenti hanno così avuto modo di comprendere appieno le parole pronunciate da padre Federico Pelicon, che aveva detto che gli alberi di Mastro7 suscitano stupore e invitano al raccoglimento. m.t.

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GENTE E FATTI NATO A SANT’ORSOLA TERME NEL 1947 ORA VIVE IN BELGIO

Giorgio Fontanari, artista poliedrico col cuore mocheno Scultore della dura pietra, scrittore di poesie e di racconti, disegnatore e fumettista, è anche un appassionato di speleologia e di montagna La dea bendata Fortuna ha favorito nel 2011 l’incontro dapprima solo telematico e nel 2012 di persona - con Giorgio Fontanari, santorsoloto di nascita (1947), ma ben presto in età ancora infantile emigrato con la famiglia in Belgio, dove vive con la famiglia. Da poco tempo avevo iniziato a curare, in compagnia dell’amico Marzio Zampedri, la stesura del libro sulla storia di S.Orsola Terme e Mala con un corposo capitolo riguardante l’emigrazione e avevo pensato che sarebbe stato bello inserire la testimonianza di qualcuno che conosce la vita dell’emigrante e ho inviato un messaggio telematico a Giorgio sollecitando un suo scritto e permettendomi di chiedere se mi potesse inviare anche il testo dei due racconti da lui scritti, che mi erano stati segnalati da una persona che mi aveva fornito anche l’indirizzo di Giorgio. È stato come sfondare un portone già aperto e alla velocità paragonabile alla luce mi sono arrivati i due racconti assieme all’articolo da lui scritto sulla sua vita di emigrato. Ha così avuto inizio un’intensa corrispondenza con fotografie allegate della sua famiglia e anche una copia della copertina del primo racconto «Le Destin fourvoyé» (Il Destino fuorviato), che era stato pubblicato dalla casa editrice francese Elzévir, con un disegno in copertina di sua creazione. Ho così scoperto che Giorgio è un artista poliedrico autodidatta: scultore della dura pietra, disegnatore e fumettista, scrit-

tore di poesie oltre ai racconti, appassionato di speleologia e di montagna. Ho letto i due racconti ambientati nella valle dei Mocheni a S.Orsola e in quella terra austriaca, per la quale i suoi genitori Costante e Maria avevano deciso di optare e ho pensato che sarebbe stato bello poterli pubblicare assieme al grosso volume che parla della storia della sua terra di nascita e mi è balenata l’idea di arricchire il testo dei due racconti con dei disegni, che prontamente

Giorgio ha eseguito e che sono stati inseriti nei due racconti per alleggerire il testo scritto. Il primo racconto «Il Destino fuorviato» si colloca storicamente nel periodo della seconda guerra mondiale e delle «opzioni», che hanno visto tanta gente della Valle del Fersina scegliere la cittadinanza tedesca in nome di ideali rivelatisi ben presto poco limpidi. Il secondo racconto «Addio alla montagna» continua il primo racconto ed è ambientato in parte

tra le montagne dell’Himalaya e in parte nel nostro Trentino con le sue Dolomiti e in Austria in una sequenza altalenante di luoghi. Il 13 settembre 2012, Giorgio è arrivato dal Belgio con il figlio Thibault, la sorella Maria con il compagno Maurice, e domenica 16 settembre, in occasione della festa dell’anziano che annualmente si svolge a Sant’Orsola Terme, è avvenuta la presentazione dei due libri, il grosso volume sulla storia di Sant’Orsola e Mala e il libro dei due suoi racconti. Nella settimana successiva i libri sono stati presentati anche a Mala e a Pergine Valsugana. L’emozione di Giorgio è stata immensa. In segno di ringraziamento mi ha portato in regalo una sua scultura che conservo nel mio studio a ricordo di questo incontro. Il contatto è poi proseguito via mail con l’invio di sue creazioni poetiche, di disegni, di un suo nuovo racconto a fumetti dal titolo «Disparition» (Scomparsa), da Giorgio scritto in francese e tradotto dal sottoscritto. Speriamo di poterlo presto pubblicare. Nel 2015 un suo breve racconto «Orval» è stato pubblicato nel giornalino natalizio del Comune di Sant’Orsola Terme e un altro racconto attende di essere presto fatto conoscere ai suoi compaesani. Nel libro pubblicato nel mese di agosto 2015 «Acqua contro fuoco. 1965-2015 I pompieri del perginese» a cura di Lino Beber e Marzio Zampedri figurano alcuni disegni di pregevole fattura che Giorgio ha inviato dal Belgio come omaggio per i pompieri. Lino Beber

Per comunicare con la redazione del mensile:

redazione@trentininelmondo.it 2 - 2016

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GENTE E FATTI SCOMPARSO IL 2 FEBBRAIO A 91 ANNI È STATO UN CONVINTO SOSTENITORE DELL’ATTIVITÀ DELLA TRENTINI NEL MONDO

Commosso addio a Camillo Stedile Una nuova icona si aggiunge a quelle che arricchiscono la galleria di volti che hanno caratterizzato la storia della Trentini nel Mondo: quella di Camillo Stedile. Era nato il 14 novembre 1924 ed è scomparso il 2 febbraio 2016. I funerali sono stati celebrati il 5 febbraio, ad Aldeno. Egli ci ha lasciato dopo una vita lunga, intensamente vissuta e spesa in buona parte non solo a crescere personalmente ma soprattutto a far crescere assieme a lui quelli che la Provvidenza ha posto sulla sua strada: in primo luogo il suo Paese, la sua comunità, i suoi concittadini ovunque resiedessero, gli emigrati e la associazione che maggiormente li rappresentava. La storia non è un concetto astratto o una narrazione asettica delle vittorie e delle sconfitte dell’umanità, noi preferiamo pensarla come l’insieme delle storie di tanti uomini e di tante donne che anche inconsapevolmente lavorano per un obiettivo comune: promuovere la crescita nella solidarietà. La crescita che i tanti protagonisti hanno promosso diventa

ora la nostra ricchezza, i traguardi raggiunti costituiscono il nostro patrimonio. Fra questi uomini e queste donne noi

collochiamo Camillo Stedile. Ci sentiremmo ingrati se non esprimessimo la nostra riconoscenza pagando il debito, contratto anche a nostra insaputa nei loro confronti, con l’emularne la condotta e col ricambiarlo in solidarietà verso la nuove generazioni. Di Camillo ricordiamo la curiosità ed il coraggio, il suo costante interesse per i giovani, gli emigrati la cooperazione e la montagna. Ricordiamo la sua solerte operosità, la rapidità e la concretezza nei suoi interventi. Ha vissuto la perdita del figlio Fabio, alpinista, scomparso nel 1994 sul Cerro Torre nelle Ande argentine, come offerta a Dio e come ragione di impegno solidaristico verso i bisognosi e verso gli amanti della montagna di tutti i continenti. Siamo certi che l’esempio di Camillo, come l’esempio di tanti altri che nella Trentini nel Mondo si sono spesi per il mondo dell’emigrazione, ci accompagneranno quando andremo ad incontrare i nostri concittadini emigrati ed alimenteranno la nostra disponibilità verso tutti. Ferruccio Pisoni

Un grande amico che ricordiamo con riconoscenza e gratitudine Camillo Moser è il primo a destra nella foto, scattata al Circolo di Rodeio (Santa Catarina - Brasile). Con lui ci sono Bruno Fronza (presidente onorario della Trentini nel mondo) e Iracema Moser Cani (attuale coordinatrice generale dei Circoli trentini del Brasile), che ha inviato all’Associazione il seguente messaggio. «Cari dirigenti della Trentini nel mondo, vi prego trasmettere alla famiglia di Camillo Stedile la nostra profonda commozione e le nostre condoglianze per la perdita del grande amico e collaboratore dei circoli trentini del Brasile. Insieme al dott. Bruno Fronza ha fatto molto per noi, nel passato. Resta a noi la riconoscenza e la gratitudine al nostro amico che adesso riposa in Dio». Iracema Moser

João Pedro Stedile: «anch’io mi sento orfano» Qui di seguito riportiamo il testo del messaggio inviato dal Brasile da João Pedro Stedile, del Movimento Sem Terra, letto in chiesa al termine della cerimonia funebre.

Ho appena ricevuto la triste notizia della scomparsa del nostro caro Camillo. Non ho potuto condividere molto tempo con lui per conoscerlo meglio, però attraverso gli amici ho conosciuto Il suo percorso di vita e la sua costante dedizione alla solidarietà e agli ideali della cooperazione. Gli sarò eternamente grato, perché si è interessato di me, mi ha considerato come un suo parente e mi ha portato a Ter-

ragnolo, per conoscere i nostri antenati, gli Stedile. È stato molto gentile, premuroso. Si è comportato da padre, un padre che non conoscevo, perché vivevamo molto lontano. So che ha sempre avuto una vita semplice e generosa e che tra l’altro ha sempre promosso l’attività sportiva tra i figli e nella comunità. Ha compiuto nel segno

della giustizia la sua missione sulla Terra. Il suo esempio di vita è il migliore lascito che lascia a noi tutti. Oggi anch’io mi sento orfano insieme a voi e a tutta la comunità di Aldeno e di Trento. Un grande abbraccio a tutti e a tutte João Pedro Stedile Il nipote delle Americhe

Ottobre 1999. Camillo Stedile insieme a João Pedro Stedile nella sede della Trentini nel mondo.

Il messaggio di cordoglio della Trentini nel mondo La Trentini nel mondo esprime le sue sentite condoglianze per la scomparsa del caro amico Camillo, persona di solidi principi e di grande umanità, che ha voluto bene ai trentini nel mondo e all’Associazione, con la quale ha condiviso un tratto di cammino.

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Ricorderemo il suo sincero interesse per il mondo dell’emigrazione, il suo entusiasmo nel creare e rafforzare i legami con i trentini emigrati e i loro discendenti, la sua fede nell’amicizia, il suo spirito di solidarietà. 2 - 2016


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i chiamo Valeria Pontalti e sono nata a Trento nel 1988. Dopo aver conseguito la Laurea magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Università degli Studi di Bologna, ho avuto l’opportunità di collaborare con il CEFA (Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura), un’organizzazione non governativa con sede a Bologna, che gestisce diversi progetti di formazione e solidarietà in vari Paesi. Ho iniziato come tirocinante seguendo un progetto di sostegno allo sviluppo socio-economico nella regione del Quiché nel nord ovest del Guatemala, Paese dove il CEFA è presente da circa quindici anni. Con questa scelta, in linea con la mia preparazione e le mie aspirazioni, avrei avuto la possibilità di maturare la necessaria esperienza professionale sul campo; e così, dopo un primo semestre da volontaria, ora lavoro a contratto come responsabile e coordinatrice dei progetti del CEFA in Guatemala. Vivo nella cittadina di Santa Cruz del Quiché (2000 metri sul livello del mare), coadiuvata nel mio impiego da tre colleghi guatemaltechi. FAR DIVENTARE LE DONNE «ACTORAS DE CAMBIO»

Il progetto che seguo si articola in tre settori. Una prima area attiene agli aspetti educativi e formativi; si tratta di garantire il diritto allo studio delle bambine e ragazze indigene maya delle comunità rurali, poiché soprattutto in queste zone l’accesso all’educazione scolastica non è per le bambine un diritto garantito. La povertà, il lavoro minorile, il matrimonio in giovane età sono tutti fattori che relegano l’istruzione ad un ruolo secondario e favoriscono l’abbandono scolastico.

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Gli occhi che sorridono de colorano le giornate in Gua Nel Paese è vivissima la tradizione maya tra colori, tessuti tipici e orizzonti spettacolari coronati dai vulcani Per tale ragione una bambina proveniente da una comunità rurale difficilmente riuscirà a completare la scuola elementare o, in ogni caso, non accederà ai livelli di insegnamento successivi. In concreto, per mitigare la bassa scolarizzazione è stato varato un programma di borse di studio che nel corso degli anni ha permesso ad oltre 700 bambine di portare a termine i cicli di studio dell’obbligo dato che molto spesso le famiglie non sono in grado di far fronte alle spese scolastiche. Il programma di diritto allo studio curato dal progetto del CEFA accompagna le giovani dalle scuole elementari fino all’università; prevede inoltre una stretta collaborazione con un gruppo di educatrici locali che conducono classi di doposcuola dove si approfondiscono argomenti di rilevanza sociale, quali ad esempio l’inquinamento ambientale, i diritti dell’infanzia, l’uguaglianza di genere e la sicurezza alimentare. Inoltre mediante attività ludico-pedagogiche si parla di igiene, di corretta alimentazione, dell’ importanza del riciclo e della differenziazione dei rifiuti. L’accompagnamento extrascolastico sostiene le giovani nel loro percorso formativo affinché sviluppino poco a poco una

propria coscienza critica, siano portatrici di nuove idee, possano difendersi dagli abusi ed essere in grado di operare le proprie scelte in maniera autonoma; diventino, in altre parole, actoras de cambio, donne consapevoli e capaci di fare la differenza. Un’altra area d’intervento del progetto consiste nella realizzazione di incontri di sensibilizzazione e di workshop con i genitori delle bambine beneficiarie delle borse di studio. L’uguaglianza di genere, i diritti delle donne e il contrasto alla violenza domestica costituiscono i principali argomenti di dibattito. Nel corso dell’anno inoltre, in collaborazione con un’associazione locale, è stato intrapreso un percorso formativo impiegando la metodologia del Teatro dell’Oppresso insieme alle madri di famiglia. I BAMBINI SOFFRONO DI MALNUTRIZIONE

I temi dell’uguaglianza di genere e della lotta alla violenza contro le donne sono peraltro un elemento trasversale in tutto il lavoro che realizza il CEFA, e viene portato avanti anche grazie alla nostra partecipazione come membri di alcune reti locali e alla collaborazione con numerose associazioni a livello regionale e nazionale nell’organizzazione di campagne di prevenzione ed eventi di sensibilizzazione. Il terzo versante delle attività programmate è riferito all’incentivazione di buone pratiche in agricoltura con attenzione alla sicurezza alimentare. A questo

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Nata a Trento nel 1988 ha con in Scienze Internazionali e D semestre da volontaria, ora è dei progetti nel paese centram Europeo per la Formazione a favorire lo sviluppo integr attraverso l’educazione s dell’uguaglianza di genere


lle indigene con cui lavora atemala di Valeria Pontalti

nseguito la Laurea magistrale Diplomatiche. Dopo un primo è responsabile e coordinatrice mericano del CEFA (Comitato e l’Agricoltura), che mirano rale familiare e comunitario scolastica, la promozione e e la sicurezza alimentare

«La mia è stata una scelta un po’ sofferta perché ogni scelta comporta l’esclusione di qualcos’altro»

fine un agronomo conduce, per conto del CEFA, un programma di agroecologia teso a fornire alle famiglie una formazione teorico-pratica per conoscere e sfruttare il territorio coltivabile, in maniera corretta e con un approccio rispettoso delle risorse naturali del luogo. Si lavora ad esempio sulla conservazione e la fertilizzazione dei suoli, la cura delle malattie delle piante, la valorizzazione delle sementi autoctone e la diversificazione delle colture. L’attenzione riservata alle questioni della sicurezza alimentare e al consumo di prodotti autoctoni e naturali è di grande importanza per il recupero dello stile di vita precedente alle alterazioni imposte dalla monocultura, per fronteggiare le forti siccità che ciclicamente colpiscono alcune aree, per elevare e favorire la

conoscenza delle piante commestibili e officinali del territorio e per arricchire la varietà del cibo. Attualmente infatti è molto diffusa l’abitudine delle famiglie ad alimentarsi con prodotti preconfezionati di bassa qualità e poveri di adeguate componenti nutritive. Tutto ciò causa impedimenti ad una normale crescita dei bambini, il 49% dei quali, sotto i 5 anni, soffre di malnutrizione. L’obiettivo complessivo del progetto, che si muove sugli assi dell’educazione scolastica, della promozione dell’uguaglianza di genere e della sicurezza alimentare, è dunque quello di favorire lo sviluppo integrale familiare e comunitario. DA SEMPRE APPASSIONATA DI AMERICA LATINA

Le attività si svolgono in massima parte nei piccoli villaggi lontani dai grossi centri abitati, là dove la popolazione indigena parla la lingua maya «k’ich’é». Sebbene lo spagnolo sia compreso e parlato dai più, una buona parte della popolazione dell’area rurale si esprime solo

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nel suo idioma materno. È perciò molto importante il ruolo dei miei colleghi guatemaltechi per comunicare e rapportarsi con la popolazione locale. In Guatemala, in realtà, si contano ben ventiquattro differenti lingue parlate e la sola regione del Quiché (circa 953.000 abitanti, area 8378 km2) colleziona 11 differenti componenti linguistiche. Questo è solo uno degli aspetti che caratterizzano il ricchissimo patrimonio culturale di un Paese che vanta una tradizione maya vivissima, tra colori, odori, rumori, tejidos (tessuti tipici), tortillas e orizzonti spettacolari coronati dai vulcani. Quanto a me, la passione per l’America Latina mi caratterizza da sempre. Tra cantautori cileni e melodie caraibiche, romanzi argentini e poesie uruguaiane, dipinti messicani e storia coloniale, sono finalmente riuscita ad approdare, ormai più di due anni fa, sulle Ande peruviane, dove ho realizzato la mia prima esperienza nella cooperazione internazionale. Ma se un anno e mezzo fa mi avessero parlato del Guatemala, forse non vi avrei dato molto peso. Il Guatemala invece è stata una sorpresa e l’opportunità di conoscere una cultura ricca di storia e umanità; la mia è stata una scelta un po’ sofferta perché ogni scelta comporta l’esclusione di qualcos’altro, e certo non è facile lasciarsi tutto indietro, soprattutto quando si va tanto lontani. È per me solitudine e difficoltà, ma anche tanta soddisfazione e serenità. È soprattutto l’insieme delle persone che mi hanno fatto spazio nella loro vita e che, con gli occhi che sorridono, colorano le mie giornate.

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CIRCOLI

Una bella gita natalizia a Monschau per il Circolo trentino di La Louviere Il 19 dicembre 2015, per farci perdonare per la mancata cena trentina, il comitato del Circolo trentino di La Louviere (Belgio) ha offerto a soci e amici (eravamo una sessantina) un viaggio verso Monschau, in Germania, bella città storica sud-est di Aachen, vicinissima alla frontiera belga e situata in una valle dove scorre il fiume Rur. Non toccata dalla guerra, ha mantenuto l’aspetto antico. Fondata nel XIII secolo come castello, nel XIX secolo prosperò NOTA DELLA REDAZIONE: ripubblichiamo questo articolo già apparso sul precedente numero del nostro periodico,

grazie al commercio di tessuti. Monschau è dominata dalle rovine del castello ed una parte della città è pedonalizzata, sicché si puo passeggiare senza essere disturbati dal traffico. Durante la giornata abbiamo visitato il mercatino, un centro artigianale e un presepio vivente con il Bambin Gesù e i tre Re Magi. È stata una bella giornata. A. Bonmassar

per riparare ad un errore nel quale siamo incorsi, e del quale ci scusiamo con il Circolo di La Louviere e con i lettori: il mese scorso,

infatti, la gita a Monschau era stata attribuita al Circolo della Lorena. Ci scusiamo anche con il Circolo della Lorena.

«Colazione con Babbo Natale» per i bambini del Circolo trentino di Toronto Nel primo numero del 2016 di «Notizie dalla baita», il bollettino del Circolo trentino di Toronto (Canada) due pagine sono dedicate alla cronaca e alle foto di «Breakfast with Santa» (Colazione con Babbo Natale), la festa che ogni anno viene organizzata in dicembre per i bambini del Circolo. I 95 partecipanti hanno potuto gustare degli ottimi dolci e si sono divertiti in compagnia di Babbo Natale, di Olaf ed Elsa (peronaggi del film «Frozen») e dell’Uomo ragno.

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CIRCOLI NATO A COREDO NEL 1940, EMIGRATO IN GERMANIA ALL’ETÀ DI VENT’ANNI, È SCOMPARSO IL 15 FEBBRAIO SCORSO

L’estremo saluto ad Edoardo Sicher presidente del Circolo di Norimberga Il 15 febbraio scorso Edoardo Sicher, all’età di 75 anni (era nato il 21 giugno 1940 a Coredo) ci ha lasciati, dopo una grave malattia che lo aveva costretto ad un lungo ricovero ospedaliero e a cure intensive. Nonostante accusasse negli ultimi anni problemi di salute la sua scomparsa ci coglie impreparati e ci lascia un grande vuoto. Edoardo era sinonimo del Circolo Trentino di NorimbergaFuerth (Germania). Ne era stato il suo fondatore nel 1961, quando l’allora vice presidente dell’Associazione Trentini nel mondo, dott. Bruno Fronza, era venuto a Norimberga a trovare quei trentini, uomini e donne, che un anno prima erano emigrati in Franconia, attirati da promesse di posti di lavoro presso la Grundig ed altre ditte. Edoardo ha mantenuto la funzione di Presidente del nostro circolo dall’inizio alla fine, impegnandosi anima e corpo per il suo buon andamento e instaurando contatti anche con il Comune di Fuerth, dove era conosciuto e stimato e con altre Associazioni italiane del territorio. Persona alla mano, sempre disponibile ed altruista, ha dedicato la sua vita al prossimo, sia a titolo professionale, che, dopo il pensionamento, di volontariato. Era sposato con Hanni (lo scorso Natale hanno festeggiato le nozze d’oro), perfettamente integrato in Germania. Nei primi anni aveva lavorato come operaio e cameriere, in seguito gli si era offerta la possibilità di frequentare un corso di formazione per diventare assistente sociale,

Aveva un cuore grande e una profonda umanità. Ha dedicato la sua vita al prossimo, sia a titolo professionale, come assistente sociale, sia dopo il pensionamento, come volontario

Edoardo Sicher nella sede del Circolo di Norimberga, saluta i partecipanti ad un’iniziativa organizzata nel 2014 con il Gruppo giovani e volontariato della Trentini nel mondo. Qui sotto, con la moglie Hanni, in occasione di una visita alla Trentini nel mondo.

professione che poi ha svolto per decenni. Sempre in movimento, ha espanso la sua sfera d’azione in diversi ambienti, dove c’era bisogno di ascolto, di consigli, di aiuti pratici: visitava settimanalmente i detenuti di varie nazionalità nel carcere cittadino, teneva servizio di consulenza per stranieri con problemi presso l’Ufficio di Collocamento locale, faceva assistenza presso il grandissimo Centro di Accoglienza della vicina Zirndorf, visitava ammalati negli ospedali, prestava la sua opera anche alla Missione Cattolica Italiana di Norimberga. Edoardo aveva un cuore grande e una profonda umanità. Grazie alla sua presenza nelle diverse istituzioni era conosciuto da molte persone della regione, da tedeschi, italiani e stranieri, da persone affermate che rivestono una carica politica e sociale e da moltissime più semplici, sconosciute e bisognose di sostegno. A tutti noi, a tutti loro Edoardo mancherà tanto. Il suo funerale è stato celebrato il 19 febbraio scorso dal parroco di Rosstal, paese dove Edoardo e la moglie Hanni abitavano, da Padre Gioacchino, missionario portoghese suo amico e da Don Franco Torresani parroco di Coredo, arrivato insieme ad altri compaesani ed a una delegazione di Vigili del Fuoco Volontari. Accanto al feretro lo stendardo del suo Circolo. Durante la commovente cerimonia funebre sono state lette le toccanti parole di partecipazione e riconoscenza inviate dalla Trentini nel mondo. Mirta Zamboni

Il messaggio di cordoglio della Trentini nel mondo Questo il testo del messaggio di cordoglio inviato dalla Trentini nel mondo ai familiari di Edoardo Sicher e ai soci del Circolo trentino di Norimberga (nella foto, un’immagine tratta dall’archivio della Trentini nel mondo). La notizia della scomparsa di Edoardo ci rattrista profondamente. È stato un valoroso rappresentate della comunità trentina di Germania, del quale siamo orgogliosi. Edoardo ha dedicato la sua vita alla famiglia, al lavoro e ad aiutare gli altri e lascia un ricordo

indelebile di persona operosa, seria, buona, altruista e disponibile. L’Associazione Trentini nel mondo esprime gratitudine e riconoscenza per il suo pluriennale impegno nel Circolo, del quale è stato anche Presidente, facendolo diventare punto di aggregazione per i trentini di Norimberga e luogo di incontro per l’intera comunità cittadina. Siamo vicini alla famiglia con il nostro affetto, la nostra amicizia e la nostra preghiera. Le nostre più sentite condoglianze, con affetto.

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CIRCOLI

Circolo trentino di Sananduva (RS-Br

Sono state molte le attività 2015 del Circolo Trentino di Sananduva (Rio Grande do Sul - Brasile), con vari eventi a commemorazione dei 140 anni dell’immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul oltre alle consuete riunioni mensili. Dopo le lezioni sul tema

dell’immigrazione italiana, tenutesi ad aprile per gli alunni delle scuole, ed ancora la partecipazione a Nova Milano alla commemorazione promossa dal Consolato Italiano, il 23 maggio il Circolo Trentino ha promosso «Polenta na Praça» (Polenta in piazza), dove in un

clima di grande armonia è stata servita la polenta accompagnata da formaggio, salame, ricotta e buon vino. Il 4 luglio il Circolo ha partecipato assieme al gruppo Taliani Bona Gente al Grande Filò / cena danzante per commemorare i 25 anni del programma radio che dal

3 luglio 1990 va in onda ogni domenica dalle 8 alle 9 in AM e che si può ascoltare anche su www. radiosananduva.com.br, condotto dal Presidente del Circolo Ademir Dalla Santa e dai soci Vilmar Agostinho Guzzo, João Pereira Vianna e Carlos Roberto Dal Moro. Il programma conta

Emigrazione sulla copertina dell’elenco telefonico Angela Maria Peretti Becker (prima a sinistra nelle due foto qui sotto), segretaria del Circolo trentino di Garibaldi (Rio Grande do Sul - Brasile) ha fatto parte della giuria che ha scelto la copertina dell’elenco telefonico pubblicato l’anno scorso, 2015,

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nel quale si è festeggiato il 140° anniversario di emigrazione dall’Italia verso il Brasile. I disegni presi in esame dalla giuria erano stati realizzati dagli alunni delle scuole elementari (dalla 5a alla 9a classe). Nella foto qui a fianco, il disegno selezionato.

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CIRCOLI

asile): fotocronaca dell’attività 2015

sempre la partecipazione di persone della comunità, di soci del Circolo come la coppia Renato e Nair Bogoni con le loro musiche ed in passato con Belino Lazzari e Massimo Antonio Benetti, mantenendo viva la cultura e la lingua italiana. Dall’Italia interviene poi il «reporter internacional» Cesare Ciola (vice presidente della Trentini nel mondo), che coinvolge varie persone dal Trentino. Nei giorni 11 e 12 ottobre una delegazione con 15 soci ha partecipato a Bento Gonçalves alla «Merica Merica Magna Bento» nella Comunità di Santo Antão ed alla solenne celebrazione dei 140 anni con la delegazione della Trentini nel Mondo e l’Ar-

civescovo di Trento Luigi Bressan, che nella festività di Nossa Senhora Aparecida – patrona del Brasile – ha concelebrato una solenne S. Messa nella Igreja Matriz de Santo Antonio assieme a Dom Alessandro Ruffinoni, Vescovo di Caxias do Sul, al

Parroco Ricardo Fontana, a Padre Giulio Giordani ed a altri vari sacerdoti. A questo momento ufficiale è seguito poi l’incontro con gli altri Circoli Trentini del Rio Grande do Sul, per rafforzare con loro i rapporti di amicizia e collaborazione.

Il 25 novembre, assieme alla Escola de Artes, il Circolo ha rappresentato nella casa della cultura Hilario Copatti lo spettacolo teatrale «Fiorentino Bacchi», dedicato all’emigrato italiano fondatore nei primi del novecento della cittadina di Sananduva, quando i primi abitanti si sono spostati qui dalle «terre vecie» di Pinto Bandeira e Antonio Prado. Dopo la pausa di fine anno, il Circolo sta ora programmando il suo tredicesimo anno di attività, e in tale contesto a maggio è prevista anche la partecipazione di vari soci all’incontro regionale di Montevideo dei Circoli di Uruguay, Provincia di Buenos Aires e Rio Grande do Sul.

Il Circolo di Garibaldi ha incontrato 1.200 alunni Fra il mese di maggio e settembre del 2015, Monica De Antoni Farias, Edi Debenetti Mattuella e Angela Maria Peretti Becker, del il Circolo trentino di Garibaldi (Rio Grande do Sul - Brasile), hanno tenuto una serie di conferenze nelle scuole elementari della città, per parlare di emigrazione, in occasione della ricorrenza del 140° anniversario dell’emigrazione italiana verso il Brasile. «Per tutte e tre è stato impegnativo ma

anche molto piacevole - afferma in proposito Edi Debenetti Mattuella - e c’è stata molta attenzione e molto interesse. Negli incontri parlavamo di com’era l’Italia nella seconda metà dell’Ottocento, perché le persone emigravano, delle difficoltà del viaggio che poteva durare almeno tre mesi prima di raggiungere la Colonia Conte d’Eu, dalla quale è poi nata la città di Garibaldi». Oltre che sul contesto economico e sociale

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di quel tempo, le rappresentanti del Circolo hanno fatto ragionare gli alunni su quanta «italianità» sopravvive a 140 anni da quella emigrazione: si è parlato così di valori familiari, religiosità, cibi, architettura, arte, musica, costumi, lingua e degli altri legami che esistono con l’Italia. Gli incontri si sono svolti sia al mattino che al pomeriggio e gli alunni che vi hanno partecipato sono stati circa 1.200. 2 - 2016


CIRCOLI

Notizie dal Circolo di Carmelo (Uruguay)

L’ultimo appuntamento del programma di attività sociale del 2015 del Circolo trentino di Carmelo (Uruguay) è stata una serata di grande valore culturale. La professoressa Norma Elcura Arnoldi ha parlato del ruolo avuto

dagli emigranti nello sviluppo della città e ha introdotto lo spettacolo intitolato «Una serata indimenticabile», messo in scena dai soci del Circolo, sotto la direzione artistica di Andrea Ghezzi, l’insegnante dei corsi di italiano.

Prima della cena si è esibito il coro del Circolo, che ha presentato un repertorio di undici brani. Per l’occasione sono stati esposti anche alcuni lavori (foto qui sopra) realizzati durante le iniziative promosse dal Circolo.

Alla sfilata per il bicentenario della città Carmelo è una città uruguayana che attualmente conta circa duecentomila abitanti: fu fondata duecento anni fa da José Gervasio Artigas, un militare e politico, l’eroe nazionale uruguaiano. Il 12

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febbraio il Comune ha organizzato una grande manifestazione per celebrare i due secoli di vita. Le vie del centro hanno fatto da cornice ad una imponente sfilata, civile e militare,

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alla quale hanno assistito le massime autorità locali e alla quale hanno partecipato anche rappresentanti delle associazioni culturali, fra le quali anche il Circolo trentino, con il suo stendardo.


EDITORIA ROBERTO MONTANARINI ED ENRICA BAILO HANNO RECUPERATO I DIARI DI PIETRO TODESCHINI EMIGRATO NEL 1924 DA STENICO

«Oltre il sogno, al di là del mare», racconti di otto anni in Argentina «Il mio unico desiderio è di voler raccontare quel che ho vissuto con la maggiore chiarezza e la più profonda schiettezza che potrò avere», senza voler denigrare l’America o l’Argentina: così scrive Pietro Todeschini nel “prologo” ai suoi diari in cui racconta la sua esperienza di emigrato fra il 1924 e il 1931. I diari sono stati «scoperti» da Roberto Montanarini nella soffitta della vecchia casa della nonna materna: «mi sono ritrovato in mano un volume rilegato a mano di oltre cento pagine, tutte scritte a mano con una calligrafia di altri tempi», spiega nelle pagine del libro. Quei diari scritti dal fratello della nonna, sono stati diligentemente trascritti dallo stesso Montanarini e poi rielaborati da Enrica Bailo, per «rendere fruibile un linguaggio d’altri tempi, cercando di restare fedele allo scritto di Pietro», come si precisa nell’introduzione al libro, pubblicato nel novembre del 2015 per iniziativa dei suoi due autori, Roberto Montanarini ed Enrica Bailo, che per la quarta pagina di copertina hanno scelto una frase che ben sintetizza contenuto e messaggio del libro: «conoscere il passato per guardare al futuro,

vivendo nel presente». Stefano Fait - in occasione della presentazione del libro presso la sede della Sosat di Trento il 14 novembre 2015 - lo ha definito «un diario-inchiesta moderno e attuale, scritto con lo stile di un inviato che realizza un’inchiesta eccezionale». Pietro Todeschini nasce a Stenico. La mattina del 13 maggio 1924, poco più che ventenne, poche settimane dopo la vittoria elettorale del listone fascista, dà l’addio a parenti e amici e parte alla volta di Genova dove il giorno seguente si imbarca sulla «Principessa Mafalda» con destinazione Buenos Aires, in

Argentina, dove arriva quasi tre settimane dopo. «Inizialmente entusiasta - scrive Enrica Bailo nell’introduzione - si rende conto con il passare del tempo che che il sogno è solo una grande illusione». Negli anni Venti e Trenta come ha messo in risalto Stefano Fait - non si distinguevano i migranti dai rifugiati. Si trattavano alla stessa stregua, ossia come risorse umane da spremere. Durante la sua permanenza in Argentina, Pietro rischia un linciaggio, si fa truffare ripetutamente, patisce la fame, diventa oggetto di attacchi razzisti, si trasforma a sua volta in un truffatore, mendicante, ladro. Disilluso, dopo otto anni ritornerà in patria, entrerà da subito in rotta di collisione con l’ideologia fascista, verrà catturato e incarcerato e finirà i suoi giorni in ospedale. «Pietro Todeschini, raccontando le sue vicissitudini, - ha scritto in proposito Stefano Fait - ci sbatte in faccia una verità estremamente scomoda. Il razzismo verso i rifugiati e gli immigrati nega la loro equivalente umanità: valgono meno loro e valgono meno i loro figli. Pietro Todeschini ci ricorda che ogni

diritto contiene in sé un dovere: la responsabilità che incombe su ognuno di prendersi cura del prossimo, in quanto essere umano. Trattare il prossimo come vorresti essere trattato: è la regola d’oro presente nelle filosofie di tutto il mondo, perché funziona». Secondo Stefano Fait «quello di Pietro Todeschini è un libro molto forte perché è facile identificarsi in lui ed è quindi più difficile dissociarsi dalla realtà. Voleva darsi da fare, aveva la testa, la cultura e anche le braccia per fare la differenza, in Argentina. L’Argentina e l’Italia fascista l’hanno sprecato», come succede ogni giorno, nel “civile” Occidente. Nelle cento pagine del libro che riportano le trascrizioni dei diari, «tutti i fatti descritti sono avvenimenti da me vissuti o visti con i miei occhi», come precisa Pietro Todeschini nel suo «prologo», che si conclude con queste parole: «gli anni di sofferenze e privazioni che ho dovuto sopportare sono simili a quelli che sopportano tutti i popoli di questa terra». Infatti, come ha affermato Stefano Fait - «quel che ha patito lui lo patiscono milioni di persone e noi (“europei”) non lo patiamo solo perché siamo nati qui, ora, senza merito alcuno».

È STATO PRESENTATO AL PALAZZO DELLA REGIONE UN DOCUMENTATO LIBRO SULLA STORIA DELLA MINORANZA CIMBRA

I «lusérnar» sono stati anche emigranti «Un libro che nasce da un vivo desiderio di sapere, di osservare da vicino la vita dei nostri predecessori e di offrire una visione documentata della nostra storia. Perché un paese che non ha una storia, nel tempo viene dimenticato». Con queste parole, Arturo Nicolussi Moz, ha concluso in Regione a Trento la presentazione del libro «Luserna terra di carbonai, malghesi... emigranti», realizzato con il sostegno dell’Assessorato regionale alle minoranze linguistiche. Nel volume, grazie ad un’attenta ricerca d’archivio, vengono narrate alcune importanti vicende della storia e degli usi e costumi della comunità cimbra e del suo sviluppo nei secoli. «Opere come questa – ha detto l’assessore regionale Giuseppe Detomas nel corso della presentazione – contribuiscono a frenare il fenomeno dell’assimilazione culturale ed a

preservare le comunità di minoranza, che sono un patrimonio ed una ricchezza per tutto il Trentino, in quanto ci offrono la fisionomia di una comunità regionale composita. Il libro – ha aggiunto Detomas – rappresenta un

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tassello fondamentale per riannodare i fili della memoria, di cui i “lusérnar” possano andare fieri, perché sono risusciti a percorrere tappe importanti e ad affrontare e superare momenti difficili, riuscendo a mantenere viva la lingua e le tradizioni». Oltre all’autore e all’assessore regionale alle minoranze linguistiche Giuseppe Detomas, erano presenti il sindaco di Luserna, Luca Nicolussi Paolaz, Gianni Nicolussi Zaiga, presidente dell’Istituto Culturale Cimbro e Mario Nicolussi Zom della Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri. (Uff.St. PAT - fm) 2 - 2016


IL «CIBIO», IL CENTRO DI BIOLOGIA INTEGRATA DELL’UNIVERSITÀ DI TRENTO, È STATO FRA I PROTAGONISTI DELLA RICERCA

Perché alcuni pazienti affetti da cancro alla prostata allo stadio avanzato ad un certo punto della cura smettono di rispondere alle terapie? Attorno a questa domanda si è sviluppato lo studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Trento in collaborazione con la Weill Cornell Medicine University di New York e il Dana Farber Cancer Institute di Boston. La loro analisi ha condotto ad un’importante scoperta, pubblicata da «Nature Medicine», la rivista di medicina sperimentale in assoluto più prestigiosa al mondo. Una scoperta che apre a nuove possibilità terapeutiche per questi pazienti ma che potrebbe permettere anche di aumentare l’efficacia nella diagnosi del cancro neuroendocrino alla prostata. Il carcinoma prostatico è il tumore più frequente nella popolazione maschile dei Paesi occidentali e la terza causa di morte per tumore. Nel 2015 sono stati diagnosticati in Italia circa 35,000 nuovi casi (dati AIRC sul 2012). Per trattare pazienti con tumore allo stadio avanzato oggi si impiegano solitamente terapie farmacologiche (che attaccano l’ormone androgeno o il suo recettore). Benché inizialmente efficaci, queste terapie a lungo andare si rivelano spesso inutili; alcuni pazienti sviluppano una resistenza al trattamento in seguito

Foto Alessio Coser (archivio Università di Trento)

È anche trentina la nuova «scoperta» per combattere il cancro alla prostata

La squadra del Cibio che ha fatto la ricerca, sotto la guida della professoressa Francesca Demichelis (quarta da destra).

alla trasformazione di un classico cancro alla prostata (detto adenocarcinoma) in un cancro detto neuroendocrino. Come e perché avvenga questa trasformazione, sono aspetti su cui la comunità scientifica finora si è interrogata. La svolta nella comprensione di questi meccanismi arriva da questo nuovo studio, frutto di un lavoro interdisciplinare tra scienziati di varie università. Al Centro di Biologia Integrata (Cibio) dell’Università di Trento è stata condotta l’analisi computazionale che sostiene lo studio. «Per sfuggire al successo del trattamento farmacologico, un tumore letteralmente si trasforma in un altro», spiega Francesca Demichelis, professoressa al Centro di Biologia Integrata (Cibio) dell’Università di Trento che ha

diretto lo studio. «L’adenocarcinoma evolve in un tumore neuroendocrino e il modo in cui questa evoluzione avviene, questa capacità di trasformarsi per resistere ai trattamenti farmacologici, ci ha colpito. Alcune cellule cambiano natura e prendono il sopravvento sulle altre. Al microscopio appaio diverse dalle altre per forma e per dimensione. Il loro contento è marcatamente diverso. È come se si fossero costruite una sorta di corazza e nuove modalità di sostentamento per sopravvivere. Imparano cioè a fare a meno del loro sostentamento primario precedente. In sostanza, è come se cambiassero dieta per difendersi. Per frenarle, l’unico modo è interrompere il trattamento e cambiare protocollo farmacologico. I dati che abbiamo generato possono aiutare l’identificazione

di molecole in grado di attaccare queste cellule finora intoccabili». «Questa scoperta ci rende orgogliosi – commenta il direttore del Cibio, Alessandro Quattrone - ci fa capire quanto siano concreti i vantaggi di scommettere sullo sviluppo della medicina di precisione, alimentata da competenze diverse: biologia, medicina, fisica, informatica». Insieme a Francesca Demichelis lavorano al Cibio un gruppo di ricercatori con competenze diverse. Come Davide Prandi, informatico, e Matteo Benelli, fisico, che hanno seguito le fasi cruciali dello studio. Questa ricerca è stata resa possibile anche grazie ai finanziamenti da parte dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e dell’European Research Council a Francesca Demichelis.

CON IL «CENTRO MATERIALI E MICROSISTEMI» HA PARTECIPATO ALLA FIERA INTERNAZIONALE «NANO TECH 2016» A TOKYO

Ribalta giapponese per la Fondazione Bruno Kessler Dal 27 al 29 gennaio scorso, presso il Tokyo Big Sight in Giappone, in occasione del salone «Nano tech 2016», la Fondazione Bruno Kessler (FBK), in rappresentanza della ricerca e dell’innovazione italiana, ha avuto l’opportunità di farsi conoscere internazionalmente e raccogliere centinaia di contatti, grazie ai 50.000 visitatori e ai circa 800 espositori della fiera. La partecipazione italiana è stata sostenuta dall’Agenzia per la promozione all’estero e l’inter2 - 2016

nazionalizzazione delle imprese italiane (ICE-Agenzia) che ha portato per l’ottava volta l’industria italiana alla più importante fiera internazionale dedicata alle nanotecnologie. Nell’ambito del seminario

«Industrial cooperation opportunities and perspectives between Italian and Japanese companies on nanotechnologies», Vittorio Guarnieri (nela foto), program manager del Centro Materiali e Microsistemi, ha presentato la

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Fondazione durante una relazione su «FBK-CMM: Where innovation is led by R&D» mirata allo sviluppo di partnership tecnologiche e che ha permesso agli operatori del settore di conoscere i prodotti e la tecnologia di FBK.


DALLE VALLI IL MUSEO «PER VIA» DI PIEVE TESINO OSPITA UNA MOSTRA TEMPORANEA CHE RIMARRÀ APERTA FINO AL PROSSIMO 30 GIUGNO

Trenta stampe tra sogno e realtà Sarà visitabile fino al 30 giugno la mostra «Tra sogno e realtà. Uomo e paesaggio nelle stampe del Museo Per Via», il nuovo allestimento temporaneo del Museo gestito dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi a Pieve Tesino. Le trenta stampe in esposizione dal 13 febbraio, per lo più di produzione tedesca e svizzera, provengono dalle collezioni del Museo e risalgono agli anni venti e trenta del Novecento. Sono tutte oleografie: opere realizzate con un procedimento di stampa che simula la pittura a olio su tela e permette di ottenere prodotti dai colori brillanti e dalla particolare lucentezza. Le oleografie erano prodotti industriali destinati a una clientela di modesta provenienza e dalle risorse economiche limitate, che però considerava queste immagini vere e proprie opere d’arte. Possederne una costituiva un’espressione di prestigio e soddisfaceva le pressanti aspettative di crescita sociale degli acquirenti. Vedute incorniciate di medie e grandi dimensioni facevano bella

Qui sopra la stampa in esposizione con una veduta della Cappella di Guglielmo Tell sul Lago dei Quattro Cantoni in Svizzera e, a destra, quella che ritrae Malcesine, sul Lago di Garda.

mostra di sé nelle stanze adibite al ricevimento degli ospiti, in salotti, «sale da rizèver» e nelle Wohnstuben del mondo tedesco. Tra i soggetti più diffusi c’erano i «paesaggi naturali» delle Alpi e dei grandi fiumi, Reno in primis, ma anche luoghi lontani

e sconosciuti ai più e, infine, i «paesaggi d’atmosfera», a volte inventati, a volte ispirati a luoghi reali.

Nelle opere esposte non è solo la natura ad essere rappresentata: i paesaggi sono sempre abitati da esseri umani. Laghi e fiumi sono attraversati da imbarcazioni a remi o a vapore, le aree circostanti brulicano di uomini e donne al lavoro, nei campi i contadini arano, mietono e portano gli animali al pascolo, lungo le strade viaggiano carrozze e carretti: talora sono questi i protagonisti indiscussi della scena. L’esposizione accompagna da luoghi reali, a tutt’oggi identificabili e ritratti realisticamente, a luoghi immaginati, costruiti sulla base di una serie di stereotipi di «bel paesaggio» ripetitivi e schematici, che proprio la stampa su ampia scala contribuì a codificare e affermare. La mostra sarà visitabile fino al 30 giugno negli orari di apertura del Museo Per Via: solo sabato e domenica fino al 30 aprile (dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18), tutti giorni tranne il lunedì dall’1 maggio al 30 giugno (da martedì a giovedì dalle 14.30 alle 18.30, da venerdì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30).

OPERATIVA DALL’8 FEBBRAIO PRESSO IL NUOVO CENTRO «URBAN CITY» È STATA UFFICIALMENTE INAUGURATA IL 5 MARZO

Nuova sede a Rovereto per le ACLI Da lunedì 8 febbraio 2016, gli uffici dei servizi Acli di Rovereto si sono trasferiti in Via Paoli, 1 al terzo piano del nuovo centro «Urban City». Nei nuovi spazi di 280 metri quadrati, inaugurati ufficialmente sabato 5 marzo, sono ospitati gli uffici del CAF per l’assistenza fiscale, ICEF ed ISEE, successioni, contratti di locazione e paghe dei lavorati domestici, il PATRONATO per le consulenze previdenziali e la tutela ai lavoratori, il CTA con le sue proposte di turismo sociale ed il CAA per i servizi agli imprenditori agricoli. Altri servizi garantiti dalle Acli riguardano la tutela del lavoro domestico (badanti, colf e baby sitter). La nuova struttura ospita anche una sala riunioni per trenta persone e un ufficio con sala che ospiterà le attività del Circolo

Acli di Rovereto. La posizione centrale consentirà al Circolo di effettuare una serie di iniziative rivolte al pubblico roveretano nonché di curare i rapporti con l’utenza al fine di offrire non solo i servizi, ma anche i valori, le proposte e le idee delle Acli.

La nuova sede di Rovereto coprirà i bisogni della cittadinanza per tutto il territorio della Vallagarina e degli Altipiani di Folgaria, Lavarone, Luserna e Brentonico. Nel benedire la nuova sede Monsignor Sergio Nicolli ha

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parlato di un «ritorno a casa» delle Acli, considerando che proprio in questi luoghi nel lontano 1946 sorse la prima sede aclista di Rovereto. Fausto Gardumi, presidente delle Acli trentine, ha parlato dell’importanza di garantire i servizi sul territorio al fine di ricostruire i legami sociali anche come leva dello sviluppo locale. Luca Oliver, presidente del Patronato Acli, ha ricordato come il movimento aclista riesca a garantire, nonostante i tagli delle ultime leggi di stabilità, un vero e proprio “servizio pubblico” in favore dei soggetti più deboli. L’assessore Ivo Chiesa, a nome dell’amministrazione comunale, e il presidente della Comunità di valle Stefano Bisoffi, hanno poi parlato dell’importante funzione delle Acli in favore dello sviluppo della città e della Vallagarina. 2 - 2016


DAL MONDO L’IMPORTANTE ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA ITALIANA HA UNA SEZIONE MOLTO ATTIVA ANCHE IN TRENTINO

Per il «CUAMM-Medici con l’Africa» l’obiettivo è garantire il parto sicuro

L

e parole hanno un significato. Anche una piccola preposizione può fare la differenza, come spesso tengono a precisare i cooperanti Medici con l’Africa CUAMM: “con” anziché “per” perché questa è una storia di collaborazione, di affiancamento e non di beneficenza dall’alto. Medici con l’Africa CUAMM è la più importante Organizzazione non Governativa italiana ad occuparsi di promozione e tutela delle popolazioni africane. Nata a Padova nel 1950, è arrivata ad operare in più di quaranta Paesi, attraverso l’interazione tra personale sanitario e popolazioni locali. In Trentino CUAMM ha una sezione molto attiva, coordinata dal dott. Carmelo Fanelli. La mission dell’organizzazione consiste nell’impegno nella formazione sia in Africa che in Italia di risorse umane dedicate, nella ricerca e nella divulgazione scientifica fino ad arrivare al lavoro sul campo; tutto questo per tutelare mamme e bambini. Nel meeting annuale, tenutosi a Verona il 21 novembre 2015, si sono presentati i risultati del programma “Prima le mamme e i bambini”, avviato nel 2012 con

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A colloquio con Fabio Boccardi, responsabile di un progetto realizzato in Mozambico per migliorare la salute materna e neonatale

© Nicola Berti

l’obiettivo di ridurre la mortalità materna e neonatale garantendo l’accesso gratuito al parto sicuro e alla cura del neonato. Un incontro, molto partecipato anche da parte di tanti giovani, in cui si

sono condivise esperienze, storie e dati. Per informare ma anche per riflettere. In Angola muoiono di parto 14 donne su 1000, in Etiopia 7, in Uganda 5, in Tanzania 9 (dati

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2014). In Italia 0.04 donne su 1.000. Ottenere l’accesso a un parto sicuro è molte volte complicato, sia per le distanze dai centri sanitari sia per i pregiudizi culturali che prevedono che la donna partorisca nel villaggio, assistita dai soli familiari. CUAMM cerca di abbattere le barriere geografiche e culturali attraverso l’informazione, la formazione e gli incentivi concreti come voucher e baby kit. I voucher, consegnati alle madri durante le visite prenatali, danno diritto al trasporto gratuito dal villaggio alla struttura sanitaria al momento del parto; i baby kit sono invece composti da prodotti di necessità (una bacinella, del sapone, una coperta, 1 kg di zucchero) che vengono consegnati dopo il parto alle donne che hanno scelto di partorire in un centro di salute. Il gruppo di Medici con l’Africa può vantare anche la presenza di medici trentini, come il dott. Fabio Boccardi, che ha accettato la sfida del CUAMM ed è partito per portare il proprio contributo nella battaglia per la sopravvivenza di mamme e bambini. Il dott. Boccardi, medico anestesista della 1a Unità Operativa Anestesia e


© Nicola Berti

DAL MONDO

Rianimazione presso l’Ospedale S.Chiara di Trento, ha iniziato il suo percorso con Medici con l’Africa nel 1987 come volontario presso l’ospedale di Nkubu (Kenya), proseguendo poi come cooperante in Angola, Mozambico, Sud Sudan. Nel 2015 ha lavorato come medico responsabile del progetto “Rafforzamento del sistema sanitario distrettuale del Distretto di Palma - Mozambico per il miglioramento della salute materna e neonatale”, che ha permesso l’apertura del Blocco Operatorio e quindi l’accesso alla chirurgia d’urgenza ed elettiva. Al momento della presentazione del progetto, nessuna delle strutture sanitarie del distretto era in grado di fornire prestazioni emergenziali ostetriche e neonatali di base o di tipo comprensivo (ad esempio taglio cesareo e trasfusione di sangue). Si registravano problemi riguardo la gestione della catena del freddo, l’approvvigionamento di farmaci, contraccettivi e materiali di consumo; i rapporti di attività inviati dai centri sanitari risultavano incompleti, così come la registrazione delle statistiche anagrafiche (nascita, morte, causa di morte). Lavorare in un contesto così problematico rappresenta una grande sfida, sia sul piano professionale che su quello umano, come racconta il dott. Boccardi: Qual è il motivo che l’ha spinta a partire? Le motivazioni originarie della prima partenza avvenuta ormai 30 anni fa e quelle delle partenze successive sono ormai lontane nel tempo, mi appaiono ora un po’ “sfumate” ed hanno perso col tempo la loro “forza originaria”, ma sicuramente ho risposto all’ultima chiamata di Medici con l’Africa CUAMM con lo stesso entusiasmo della prima volta,

dicendo “presente” e condividendo al 100% la mission di questa ONG. Come si rapporta l’esperienza che Lei ha fatto con le aspettative che aveva alla partenza? Le complicazioni burocratico-amministrative incontrate sul campo in Mozambico hanno reso difficile il lavoro dei cooperanti dal punto di vista professionale, specialmente in ambito sanitario, quindi le aspettative della partenza non sono state soddisfatte specialmente dal punto di vista professionale; resta sempre importante l’esperienza dal punto di vista umano e sociale. Che cosa può dare un’esperienza di questo tipo a dei gio-

vani aspiranti medici o a giovani laureati? Rispetto ad alcuni anni fa, l’esperienza di cooperazione in campo sanitario richiede delle particolari doti umane di flessibilità, disponibilità ed adattamento che soverchiano quelle professionali e quindi alcuni giovani cooperanti si trovano in difficoltà pensando ad un’esperienza sul campo in cui le doti professionali siano prevalenti e determinanti. Le difficoltà che si incontrano sul campo sono dovute alla grave scarsità di risorse umane locali ed alla loro preparazione professionale, alla scarsità logistica e tecnologica ed alle poche risorse materiali in generale a disposizione della

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sanità locale, cose che a volte rendono le condizioni di lavoro particolarmente difficili e ad alto rischio professionale. Tutto questo può comportare un impatto negativo sul giovane cooperante, che ha un’idea abbastanza antiquata e romantica del mondo della cooperazione, legata sostanzialmente ad una visione di intervento missionario di ispirazione religiosa e/o solidarietà sociale non più pienamente attuale e che duramente si scontra con la cruda odierna realtà sociale africana. Quindi grande spazio alla conoscenza di realtà sociali e professionali profondamente diverse dalle nostre. Un ricordo di un fatto o di un incontro che Le rimarrà per sempre. La cosa che mi ha maggiormente colpito di questo anno trascorso a Palma in Mozambico è la sorprendente pacifica e tranquilla convivenza tra la piccola comunità cristiana (meno del 5%) e quella musulmana locale (più del 90%). Nonostante i problemi, però, i medici continuano a partire, gli studenti chiedono di poter imparare sul campo; si affrontano le sfide consapevoli del fatto che, in realtà come queste, le proprie azioni possono davvero fare la differenza. Permane una certa percezione di romanticismo e personale imperfezione che sarebbe alla base della decisione di partire per lavorare in Africa; ma come scriveva la dott.ssa Maria Bonino, cooperante CUAMM che ha pagato con la propria vita la dedizione al suo lavoro e ai suoi piccoli pazienti, “Mi rincuora pensare che romantici rottami o no, siamo comunque rimasti in tanti ad avere ancora voglia di fare la nostra parte” Angela Ciola 2 - 2016


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2 - 2016

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CALENDARIO 6 febbraio C.T. Bento Gonçalves (BR): 2° festa della Cuccagna 17 febbraio C.T. Toronto (CA): cena “tortei di patate” 18 febbraio C.T. Caxias do Sul (BR): 31° Festa dell’Uva

16 aprile C.T. San Francisco (USA): Incontro di primavera al Museo Italo Americano con un evento dedicato al famoso alpinista trentino Bruno Detassis 17 aprile C.T. Charleroi (BE): cena primavera trentina

21 febbraio C.T. Charleroi (BE): festa dei popi trentini

22 - 24 aprile Convention Circoli Trentini dell’Australia a Myrtleford VIC

25 febbraio A San Michele all’Adige – Fondazione Mach, presentazione del libro “Nel solco degli emigrati. I vitigni italiani alla conquista del mondo”

23 aprile C.T. Denver – Colorado (USA): Torneo di Bocce “Busnardo Memorial”

27 febbraio C.T. Toronto (CA): cena del Presidente

1 maggio C.T. Liegi (BE): passeggiata in famiglia

Ad Ascurra 1° riunione del Gruppo giovani trentini Brasiliani (SC e PR)

5-7 maggio C.T. Zofingen (CH): gita in Trentino per festeggiare il 45° anniversario del circolo

5 marzo C.T. Liegi (BE): cena di primavera C.T. Charleroi (BE): Festa della Donna 6 marzo C.T. Zofingen (CH): pranzo sociale

13-15 maggio A Montevideo (UY), incontro Regionale dei Circoli Trentini dell’Uruguay, Zona centro dell’Argentina e Stato del Rio Grande do Sul del Brasile

8 marzo C.T. Brusque (BR): inizio corso d’italiano

17 maggio C.T. Londra (GB): Visita guidata al Music Halls of Highbury

12 marzo C.T. Denver – Colorado (USA): Torneo annuale di Bocce C.T. Rosario (AR): assemblea generale

25-30 maggio Negli Stati Uniti Blueprint 2016: Together Trentini, seminario giovani trentini degli Stati Uniti e Canada

13 marzo C.T. Charleroi (BE): giornata della gioventù

3-5 giugno A Charleroi (BE): Incontro dei Circoli Trentini d’Europa

C.T. Buenos Aires (AR): pranzo mensile C.T. Bento Gonçalves (BR): sagra trentina nella valle dei vigneti con la “caccia ai rancholetti”

26 giugno Circolo Ex emigrati trentini in Svizzera: gita al Lago Maggiore e Isole Borromee

20 marzo C.T. Londra (GB): Assemblea e Santa Messa

C.T. Denver – Colorado (USA): Polenta Picnic

9 aprile C.T. Ouro Fino (BR): Festa della Polenta 10 aprile C.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile 16 aprile Associazione Trentini nel Mondo onlus (IT): Assemblea Ordinaria

16-17 Luglio Ad Aldeno Festa provinciale dell’emigrazione 3-7 agosto Negli Stati Uniti, nel Southern California, Convention Ittona (circoli Trentini degli Stati Uniti e Canada) 8 agosto A Rovereto, Incontro d’estate dei Circoli Trentini d’Europa e Giornata del lavoro



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