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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

1/2018

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 61°

Abies alba e Gruppo Folk di Castello Tesino si sono esibiti in Uruguay. La cronaca della trasferta è pubblicata alle pagine 20-23.


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 5 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

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Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

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EDITORIALE SOMMARIO Pagine 2-3 AGENDA Pagine 4-5 I TRENTINI DI SAN ANTONIO IN TEXAS (STATI UNITI) Pagina 6 PRIMO RADUNO INTERNAZIONALE DEGLI ARROTINI Pagine 7-11 GENTE E FATTI Pagine 14-17 CIRCOLI (Milwaukee, Toronto, Bento Gonçalves, Carmelo, Dortmund) Pagine 18-19 INTERSACAMBI 2017 LA TESTIMONIANZA DI TRE PARTECIPANTI Pagine 20-23 REPORTAGE: LA TRASFERTA IN URUGUAY DEGLI ABIES ALBA E DEL GRUPPO FOLK DI CASTELLO TESINO Pagina 24 ABBONAMENTI

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 1 GENNAIO 2018 Stampato il 23 gennaio 2018

In copertina: Abies alba e Gruppo Folk di Castello Tesino in Uruguay.

PER IL 2018 EVITIAMO DI FORMULARE PROPOSITI IRRAGGIUNGIBILI E PROMESSE IMPOSSIBILI

Sforziamoci di recuperare buon senso e saggezza

L’

anno che inizia porta sempre con sé un bagaglio di emozioni e di speranze che poi magari con il passare dei mesi si riducono un po’, altre volte vengono rimpiazzate da emozioni più urgenti o da speranze più pressanti ed a volte ancora scompaiono del tutto dall’orizzonte dei nostri giorni. Passare da un anno all’altro comunque costringe tutti a fare un piccolo salto nel vuoto e questo suscita sempre un po’ di speranza, ulteriori impulsi e provoca nuovi stimoli… anche nelle persone che sembrano più impegnate e molto seriose. Ognuno di noi, in effetti, spera in cuor proprio che il nuovo anno possa portare novità tali da riuscire a cambiare il corso della quotidianità, o almeno quel tanto che può servire a ridare un po’ di slancio e di entusiasmo alla nostra vita abituale e un po’ monotona. L’inizio di un nuovo anno inoltre rappresenta da sempre anche il momento dei bilanci. Quando le giornate diventano sempre più fredde e il buio della notte arriva sempre prima, quando le feste di Natale sono dietro le spalle e le luci degli addobbi sono spente in attesa del prossimo utilizzo, si comincia a tirare le somme di quello che è stato fatto e di quello che si sarebbe potuto fare nel corso dell’anno. Si cerca di valutare gli aspetti positivi e quelli negativi legati a quello che si è seminato e quello che si è potuto raccogliere, traendone le debite considerazioni. La fine dell’anno e l’inizio dell’anno nuovo dovrebbero costituire anche il momento per compiere qualche riflessione un po’ più approfondita del solito e prendere delle decisioni per compiere qualche scrematura delle sovrastrutture, sia materiali che mentali, che abbiamo accumulato nel frattempo. Il bilancio di fine anno, oltre a riguardare i conti della spesa e l’elenco dei traguardi raggiunti e da raggiungere, dovrebbe prendere in considerazione anche lo spazio che abbiamo dato ed il peso che vogliamo ancora dare a quei valori universali come la

Il bilancio di fine anno, oltre a riguardare i conti della spesa e l’elenco dei traguardi raggiunti e da raggiungere, dovrebbe prendere in considerazione anche lo spazio che abbiamo dato ed il peso che vogliamo ancora dare a quei valori universali come la fratellanza, l’aiuto reciproco, la fiducia ed il rispetto degli altri

fratellanza , l’aiuto reciproco, la fiducia ed il rispetto degli altri. Il passaggio da un anno all’altro dovrebbe avere la forza di ricaricarci le batterie e darci così un po’ più di coraggio per buttarci dietro le spalle vecchi rancori e ingombranti risentimenti ormai superflui, utili solamente ad appesantire il cammino e rendere meno chiari gli obiettivi che vorremo raggiungere. L’inizio di un nuovo anno dovrebbe rappresentare anche il momento migliore per dare libero sfogo alla fantasia, per sgomberare il campo dai cattivi pensieri e per decidere cosa fare per rendere migliore il nostro futuro: un futuro che dia il giusto

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peso a sentimenti di solidarietà, di altruismo, di equità e di umanità in modo da rendere un po’ più civile la nostra esistenza. In fin dei conti, invece di fare i soliti buoni propositi come quello di comportarsi meglio dell’anno precedente, o impegnarsi in promesse impossibili come quelle di iniziare la dieta o occuparsi di più del prossimo, basterebbe sforzarsi di recuperare quella minima dose di buon senso e di saggezza che tutti gli uomini hanno, ma che negli ultimi anni hanno tenuto sempre più nascosto e in secondo piano. Che il nuovo anno sia carico di sogni e di speranza. Alberto Tafner 1 - 2018


AGENDA

Verso un nuovo incontro tra i Circoli trentini di Brasile, Argentina e Uruguay e le università

Saranno quattro giornate intense quelle in programma dal 22 al 25 febbraio prossimo con sede principale a Caxias do Sul (Rio Grande do Sul - Brasile), durante le quali si svolgeranno la terza riunione della rete fra università creata l’anno scorso a Trento e il secondo «Incontro regionale dei Circoli trentini», con la partecipazione di una delegazione della Trentini nel mondo.

Oltre a quella di Trento, fanno parte della «rete» la Universidad de la empresa (Uruguay), l’Universidad Nacional de Cordoba e l’Universidad Nacional de Mar del Plata (Argentina), e la Universidad de Flores e la Universidad de Caxias do Sul (Brasile). L’incontro si svolgerà presso quest’ultima. Il precedente (foto in alto a destra) era stato ospitato nell’agosto 2017 a Mar del Plata.

Il lavori dell’«Incontro regionale», dal 23 al 25 febbraio a Caxias do Sul, coinvolgeranno rappresentanti dei Circoli trentini dell’Uruguay, del Rio Grande do Sul (Brasile) e dell’Argentina (zona centro), per un totale di trentasei Circoli. Il programma prevede la visita anche ai Circoli trentini di Garibaldi e Bento Gonçalves e incontri con le autorità locali.

ALLA CERIMONIA A PONTE NELLE ALPI HA PARTECIPATO ANCHE IL PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO, ALBERTO TAFNER

Cesar Augusto Prezzi premiato per il suo lavoro di storico dell’emigrazione italiana in Brasile Economia, cultura, sociale e arte. Sono state queste le parole chiave della XVIII edizione del Premio internazionale «Bellunesi che hanno onorato la provincia di Belluno in Italia e all’estero», che si è svolta sabato 2 dicembre al Palazzetto dello Sport di Polpet (Ponte nelle Alpi) con la presenza di oltre cinquecento persone. I premiati erano: Ivan Stragà (Croazia), titolare della “Stragatrans” azienda con oltre 200 dipendenti; Daniele Franco (Italia), Ragioniere Generale dello Stato; César Augusto Prezzi (Brasile), storico dell’emigrazione italiana; Danila Zampieri (Italia) esemplare modello educativo; Fortunato Campigotto (Svizzera), artista. Alla manifestazione ha partecipato anche il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner. A fare gli onori di casa il sindaco di Ponte nelle Alpi, Paolo Vendramini: «Parlare di migrazione significa creare ponti di solidarietà e costruire messaggi 1 - 2018

Da sinistra: Alberto Tafner, presidente della Trentini nel mondo; Oscar De Bona, presidente della Bellunesi nel mondo; Cesar Augusto Prezzi, uno dei premiati, con radici anche trentine; Ennio Vigne, sindaco di Santa Giustina.

di rispetto. Valori – ha continuato Vendramini – che devono essere trasmessi alle nuove generazioni». «Non a caso, quest’edizione del premio è stata rivolta ai giovani – gli ha fatto eco Oscar De Bona, presidente dell’Associazione

Bellunesi nel mondo – perché dobbiamo essere orgogliosi di quanto hanno fatto e continuano a fare i nostri bellunesi all’estero e al di fuori di Belluno». «I nostri antenati emigrati in Sudamerica sono stati dei veri e propri pionieri, arrivati in

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una terra povera che hanno poi trasformato», ha detto Cesar Augusto Prezzi che ha ricevuto il riconoscimento per il settore istituzioni, arte e cultura. Con radici materne a Santa Giustina, è nato a Santa Tereza do Rio Taquarí, in Brasile. Studioso di cultura locale, ha riallacciato i legami culturali, economici e istituzionali con le terre degli avi (tra le quali anche il Trentino). «Questa edizione non la dimenticheremo facilmente – il pensiero del presidente Abm De Bona – anche perché è stata arricchita dalla bravura degli studenti delle scuole di Oltrerai e Canevoi, oltre al Corpo Bandistico “Val Cantuna” e ai giovani atleti della Polisportiva Astra». E proprio gli studenti si sono esibiti in uno spettacolo dal titolo «Cossa sarala sta Merica»: con abiti di inizio Novecento, valige di cartone e lettere di emigranti hanno raccontato la storia dei tantissimi bellunesi in giro per il mondo.


AGENDA «Questo anniversario è soprattutto una presa di coscienza e una riflessione morale, sociale e culturale del “come” e del “perché” è nata ed è stata portata avanti l’Associazione»

Gli auguri alla Trentini nel mondo dai Circoli trentini della Germania

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nome dei Circoli Trentini della Germania e mio personale desidero rivolgere le più sentite congratulazioni per il 60° anniversario della fondazione dell’ Associazione “Trentini nel Mondo” e augurare un futuro altrettanto ricco di attività, di lavoro e di vicinanza ai Trentini sparsi nei vari continenti. Questo Anniversario è molto di più che “fare festa” per una ricorrenza raggiunta; è molto di più di una rassegna cronologica di tutto ciò che è stato fatto in questi anni. Questo anniversario è soprattutto una presa di coscienza e una riflessione morale, sociale e culturale del “come” e del “perché” è nata ed è stata portata avanti l’Associazione ed è l’occasione per programmare un futuro con dei contenuti e delle finalità ben solide che, come in questo caso, si presentano molto diverse e più complicate di quelle esistenti al momento della sua nascita. Ricordo con piacere ed anche con un po’ di orgoglio il giorno di quel lontano novembre 1957, quando lessi la notizia sui giornali della nascita di una nuova Associazione rivolta all’ assistenza dei Trentini sparsi nel mondo. Ero un ragazzo di 13 anni e studiavo in un collegio a Trento. Avevo avuto l’anno precedente, il 1956, come insegnante il futuro direttore della nuova associazio-

A sinistra: Enrico Defrancesco. Qui sopra, la prima pagina del primo numero del periodico «Trentini nel mondo», uscito nel gennaio 1958 e la copertina del numero speciale del novembre 2017 dedicato al 60° anniversario.

ne, il Cav. Rodolfo Abram, con il quale ebbi dei contatti anche più tardi. Non avrei allora mai pensato di far parte anch’io più tardi di questa associazione, di essere uno dei fondatori del circolo trentino di Dortmund/Germania e di partecipare alle numerose attività, incontri, assemblee, ecc. della Trentini nel Mondo. Ripeto: come tanti altri Trentini sparsi nel mondo, ma anche residenti nel Trentino, sono orgoglioso di far parte di questa grande famiglia, di condividerne le finalità, ma anche di affron-

tare i tempi nuovi con tutto ciò che essi portano con sè: nuove visioni, nuove situazioni, nuove crisi, ma anche nuove speranze e nuovi progetti. Un grazie particolare lo voglio rivolgere, anche a nome dei Trentini della Germania, a tutto il personale che in questi 60 anni ha lavorato nella e per la Trentini nel Mondo. Un pensiero di gratitudine e di riconoscenza va anche a chi, nel passato e nel presente, ha messo e mette a disposizione dell’Associazione tempo, soldi, nervi e idee, assumendosi e gestendo gratuitamente e con pas-

sione mansioni di responsabilità a favore della nostra Associazione e per il bene delle migliaia di Trentini sparsi nel mondo. Si dice che il “Volontariato” sia il fattore più importante e indispensabile nella vita sociale, culturale e professionale nella nostra comunità, il motore senza il quale la società andrebbe spesso in tilt. Un cordiale saluto a tutti con l’augurio sincero: “Ad multos annos”! Enrico Defrancesco Coordinatore Circoli trentini della Germania

Per comunicare con la redazione del mensile:

redazione@trentininelmondo.it 3

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ATTUALITÀ LA RICERCA È STATA CONDOTTA DA RENZO TOMMASI CON IL SUPPORTO DELLA PROVINCIA E DEL MUSEO STORICO

Finalmente sono stati rintracciati i trentini di San Antonio in Texas

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a anni coltivavo il dubbio su dove fossero andate a finire quelle sessantanove famiglie di trentini che nel 1884 mancavano all’appello dei residenti nella Colonia Carlos Diez Gutiérrez (Ciudad del Maiz, San Luis Potosí, Messico). Nel corso dei miei studi sull’emigrazione trentina in Messico mi ero incagliato proprio su questo assunto. Nel 1882 partirono dal Tirolo meridionale in 1.800. Più di 300 sparirono durante il periglioso viaggio, decimati da un’epidemia di febbre gialla sul piroscafo “Messico”, da malattie gastointestinali e polmonari durante la quarantena a Orizaba (Ver.), come nel successivo viaggio in nave a Tampico, e quindi di stenti nella lunga trasferta in carovana attraverso lo Stato di Tamaulipas e durante la sosta forzata a Cerritos nello Stato di San Luis Potosì. Stremati presero possesso dell’agognata Colonia sulle alture della Ciudad del Maiz, sul liminare del deserto e della lussureggiante Huasteca potosina. Lì il governatore Carlos Diez

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Si tratta dei discendenti di coloro che furono costretti ad abbandonare Colonia Ciudad del Maiz, poi ribattezzata Diez Gutierrez, fondata dai trentini in Messico nel 1882. Sessanta dei sessantanove cognomi delle famiglie della Colonia sono presenti nell’elenco del telefono della città statunitense Gutiérrez aveva assegnato alle emaciate e decimate famiglie trentine i lotti di terra che avrebbero dovuto assicurare loro una vita dignitosa. Quei trentini, grati al punto di intitolare la nuova colonia a suo nome, si misero a lavorare alacremente per il loro futuro. Purtroppo, al primo raccolto, un parente del governatore, accusando il suo Stato di non aver pagato i terreni da lui ceduti in aggiunta a quelli demaniali, se ne riappropriò cacciandoli. Della novantina di famiglie insediatesi, solo diciotto rimasero, le altre si dispersero. Dove? Tracce di notizie sparse mi indirizzavano, oltre ad alcuni rientri, proprio a San Antonio (Texas), ma mai ebbi l’occasione di verificarlo, se non ad ottobre-novembre dell’anno scorso, grazie al supporto del Servizio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento, della Fondazione Museo storico del Trentino e del Centro di documentazione sulla storia dell’emigrazione trentina. Nell’ambito della mia ricerca sull’emigrazione tren-

tina in Messico e in Texas, che ha fruttato un totale di 38 interviste audio-video in territorio messicano e svariata documentazione fotografica e cartacea, giunto a San Antonio, con mia estrema sorpresa, sono finalmente riuscito a rispondere alla domanda che mi assillava da tempo e a confermare la mia ipotesi, scaturita in prima battuta da alcuni scritti di don Lorenzo Guetti, riguardo ad alcuni segantini giudicariesi emigrati in Texas per la costruzione della ferrovia Messico-New York, apparsi su «La Voce Cattolica» nel 1882. Ma veniamo alla cronaca. Elencati i loro cognomi dalla lista dei fondatori della Colonia Diez Gutiérrez (v. Tommasi Zilli Manica), sulla base delle testimonianze scritte dallo storico messicano Gonzalez Navarro (“y así, entre los años de 1883 y 1884, muchas familias irritadas y descontentas por la situación en que se les había puesto abandonaron la colonia dirigiéndose a Texas y a California”) e da padre Bonifacio Bolognani (da Bread from Underground: “Probabilmente i

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primi arrivarono dal Messico dove c’erano cinquanta famiglie di agricoltori di origine trentina. Lasciarono il Messico durante la rivoluzione e si stabilirono in Texas e in California, molti di loro originari di Brentonico”), e con i dati fornitimi da Rita Pedrotti, cultrice della materia migratoria di Brentonico, mi presentai a San Antonio. Ad attendermi Blanca Bonilla Zanella e il marito Rick Frank, di Chicago, e la nipote Maribel, di Los Angeles, discendenti di coloni della Diez Gutiérrez, ivi convenuti per offrirmi il loro aiuto (colgo l’occasione per ringraziarli vivamente). Iniziai la ricerca come mi insegnò il grande maestro Angelino Franchini, brandendo le locali Pagine bianche (White pages). I risultati numerici mi apparvero da subito allettanti, quindi proseguì e, con sconcerto, riscontrai i seguenti cognomi: Aldrighetti, Andreis, Angheben, Baldessarelli, Balter, Biasiolli, Bontempelli, Berloffa (che fu chi propose di nominare la Colonia di Ciudad del Maiz col nome del governatore Diez Gutiérrez), Bolner, Brusco, Bonadiman, Battisti, Bertoldi, Bampi, Cristofoletti,


ATTUALITÀ

Caset(ti), De Gasperi/Degasperi, Demozzi, Dalbosco, Eccel, Endrizzi, Giovanazzi, Gasperini, Giovannini, Gobbi, Gerola, Guetti, Gottardi, Gerosa, Ioriatti, Lorenzini, Lorenzi, Lacedelli (cognome di Cortina d’Ampezzo, fino al 1921 Trentino), Mascotto, Manica, Marchiori, Mariotti, Marinelli, Menestrina, Nardelli, Sarcletti, Prosser, Berte, Peretti, Potrik o Putrik, Pedrotti, Passerini, Tonetta, Raffael(l)i, Ruele, Ravanelli, Senter, Stedile, Simonetti, Tomasi, Visintainer, Vaglienti, Zuchelli, Zane e Zanella. In sostanza sessanta dei sessantanove cognomi della lista della Colonia (non reperiti: Barozzi, Badochi, Matassoni, Mittembergher, Understeiner, Visentini, Zandonai e Zencher). Alla pari mi capitò con i sette segnalati da Rita Pedrotti originari del comune di Brentonico (Andreolli, Bianchi, Bertoni, Mazzurana, Turella e Leita) di cui uno solo (Bonazza) mancava all’appello. In totale, senza calcolare che dall’avvento del telefonino cellulare molti preferiscono non comparire in elenco telefonico, posso affermare che sessantasei cognomi di famiglie di origine trentina sono a tutt’oggi presenti in San Antonio. Le successive ricerche presso la monumentale «San Antonio Public Library» suggellarono la mia ipotesi, benché in una quarantina di libri sulla storia della città consultati non vi fosse traccia, in quel preciso torno di tempo, né di trentini, né di tirolesi e men che meno di austriaci fra i flussi immigratori determinanti, ma solo di tedeschi e di francesi. La gentile bibliotecaria mi suggerì di cercarli fra i membri della prestigiosa Christopher Columbus Italian Society and United

Nel 2018 San Antonio celebrerà i 300 anni della sua fondazione. L’auspicio è che la ricorrenza sia anche l’occasione perché venga riconosciuto il giusto ruolo a quei trentini-tirolesi che arrivati a Forte Alamo erano un quarantesimo della popolazione residente e che sucessivamente si resero partecipi e attori della città odierna Brotherhood of San Antonio, Texas, fondata il 30 aprile 1890, da un piccolo gruppo di immigrati calabresi. Fra i 28 membri fondatori della Società di mutuo soccorso si evidenzia «Dellavalle, A.G.»,

probabilmente di origini trentine, invece non nutro alcun dubbio sulle origini dei soci Andriolli, Baldessarelli, Bolner, Eccel, Marchiori, Pizzini, presenti prima e dopo la costruzione della Chiesa cattolica di San Francesco

Nella foto in alto: Joe Bolner (secondo da sinistra) in un articolo pubblicato su un giornale del 1936 viene indicato come tesoriere dell’«Italo-American Young Men’s Club» di San Antonio. Qui sopra, l’attuale sede della «Christopher Columbus Society».

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di Paola, consacrata nel maggio del 1927, e, men che meno, di J.J. Biasiolli, propietario della Alamo Paint & Varnish Co., una ditta specializzata in verniciatura di automobili, che fu presidente della Società dal 1946 al 1949, quando questa raggiunse l’apice con 420 soci e fu fondata la sezione femminile “«Italian-American community and the Children of Mary». Chissà come mai la presenza dei trentini sia andata via via scemando fino a scomparire. Lo chiesi personalmente Frank Pantuso, l’arzillo autore del libro «S. Francesco di Paola Church», in cui riporta i cognomi delle famiglie della comunità italiana e la loro geolocalizzazione fra il 1925 al 1945, ma fa spallucce, sebbene al sottoporgli la lista dei cognomi trentini ne riconosca la maggior parte. Però non sapeva che certi fossero italiani, citando ad es. Eccel, Potrik, Prosser e Senter. Eppure nel 1884 i Trentini che arrivarono furono più di mille, ossia circa il 2,5% degli allora abitanti di San Antonio, che nel 1890 contava 46.000 anime, una percentuale considerevole che in silenzio, non essendo né di italiani, né di austriaci, né di messicani, contribuì allo sviluppo di una città che oggi si aggira attorno al milione e trecentomila persone. Nel 2018 la città di San Antonio celebrerà i 300 anni della sua fondazione. Faccio voti che fra i festeggiati sia riconosciuto il giusto ruolo a quei trentini-tirolesi («esiliati dalla miseria» – come amava dire al tempo in cui emigrarono il conte Bossi Fedrigotti) che arrivati a Forte Alamo erano un quarantesimo della popolazione residente e che sucessivamente si resero partecipi e attori della San Antonio odierna. Renzo Tommasi 1 - 2018


GENTE E FATTI LA MANIFESTAZIONE È IN PROGRAMMA DAL 30 GIUGNO AL 1° LUGLIO

Nel 2018 Spiazzo Rendena ospiterà il «Primo raduno internazionale degli arrotini» Rinnovare e rinforzare il senso di appartenenza. È questo l’obiettivo con cui l’associazione culturale “La Trisa” organizza il “Primo Raduno internazionale degli arrotini” che si terrà dal 30 giugno al 1 luglio a Spiazzo Rendena (Val Rendena - Trentino - Italia). Una due giorni dedicata alla valorizzazione di una professione che, in passato, si legava ad un contesto ambientale ed economico-sociale difficile, ma che ancora oggi è sinonimo di unione e collaborazione. Il raduno si pone quindi come un’occasione di incontro, di ritrovo e di conoscenza di vecchie e nuove generazioni appartenenti a questo mondo.

Per questi motivi l’associazione e il Comitato organizzativo intendono invitare tutti gli arrotini trentini e i loro discendenti

in giro per il mondo a partecipare a questo appuntamento, con la volontà di rinnovare un senso di appartenenza che travalica i confini nazionali per raggiungere ogni latitudine. Il tutto partendo da un assunto fondamentale: la consapevolezza delle proprie radici è un valore, una testimonianza e un insegnamento anche per le nuove generazioni. Ne è testimone diretta la Val Rendena che ogni anno assiste al ritorno di coloro che sono emigrati per lavoro ed oggi sen-

tono e vogliono mantenere vivo il legame con le proprie origini. Il programma definitivo è ancora in definizione ma ad aprire la manifestazione sarà il convegno “Arrotini: passato, presente, futuro”, in programma nel pomeriggio di sabato 30 giugno, seguito, domenica 1 luglio da una sfilata di gruppi folkloristici, moleti, gruppi musicali ed autorità. Durante la manifestazione inoltre sarà possibile visitare alcune mostre tra cui la collezione di coltelli di Aldo Lorenzi ed assistere a varie dimostrazioni.

SULLA TERZA PAGINA DI COPERTINA È PUBBLICATO IL MODULO PER L’ISCRIZIONE AL «RADUNO»

Pillole di storia dell’Associazione «La Trisa» L’associazione “La Trisa” è nata nel 1955 dall’idea di un gruppo di “pioneri”, circa una ventina di persone, che nel 1955 da diverse città e paesi sparse per l’Italia si ritrovò prima a Mortaso e poi a Nambino per trascorrere un’allegra giornata tra amici. Quel gruppetto di persone fu subito straordinariamente entusiasta dell’idea di ritrovarsi una volta all’anno in occasione della Sagra del paese. Nel 1956 la sua costituzione viene ufficializzata con la registrazione dello Statuto. Il sodalizio è nato per riannodare attraverso la promozione di attività culturali e periodici incontri tra amici simpatizzanti i fili con le radici, la storia, le tradizioni e i ricordi del paese d’origine, lasciato dalle generazioni dei padri e dei nonni ma mai dimenticato. Tra le prime iniziative promosse dalla “La Trisa” il miglioramento della Sagra della Madonna delle Neve. Negli anni ottanta si presta alla ristrutturazione di alcune malghe di Mortaso. Dal 1970, con alcune modifiche introdotte nello statuto, ha assunto un’impronta culturale progressivamente sempre più incisiva, approfondendo le tematiche legate alla storia dell’emigrazione attraverso, ad esempio, la collaborazione e l’amicizia con il professor Angelo Franchini. I soci dell’associazione, emigrati o 1 - 2018

figli di emigrati, hanno fornito allo studioso documenti e testimonianze vive sui gerghi del mestiere (“Tarón”) e sui linguaggi di contatto come il “Rendenglese” e il “Trentinglese”. Nel 1985, in occasione del 30° anniversario, una delle manifestazioni più significative è stata “Il ritorno del moleta”: un viaggio compiuto da un gruppo di arrotini che, a ritroso, hanno ripercorso il cammino intrapreso anni prima dai loro padri e dai loro nonni verso nuove mete. A piedi spingendo a turno due antiche mole, hanno viaggiato per quattro giorni da Milano a Mortaso. Nel 1995 è invece nato un forte legame

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culturale, divenuto poi gemellaggio, con la comunità di Scarperia, comunità della provincia di Firenze, importante riferimento per gli arrotini di Mortaso nell’ambito della lavorazione delle lame e coltelleria di pregio. Negli ultimi anni si è infine intensificata l’attività di recupero culturale e di documentazione storica in collaborazione con il Centro Studi Judicaria. Nel 2005 in occasione del 50° di fondazione l’associazione in stretta collaborazione con il centro Studi Judicaria ha voluto festeggiare degnamente l’importante traguardo con una nutrita serie di iniziative tra le quali un concorso al quale hanno partecipato 700 alunni delle scuole degli istituti rendenesi sul tema “Storie di Migranti”. Nelle due giornate commemorative si sono susseguiti convegni, mostre, dimostrazioni dei vecchi mestieri, sfilate folcloristiche ed altro. Il tutto è stato documentato in una bellissima pubblicazione. Nel 2015 per il 60°, èstato realizzato un DVD, recuperando tanti vecchi filmati storici su pellicola (dl 1957), creando un bellissimo documentario che racconta sia tramite le immagini che direttamente dalla voce e dalle interviste fatte ai soci più anziani la storia e le avventure vissute dai nostri moleti.


GENTE E FATTI

Colonia Manuel González ha celebrato il suo 136° anniversario di fondazione Domenica 15 ottobre a Colonia Manuel González (Messico), è stato celebrato un nuovo anniversario, il 136°, dello sbarco degli emigranti trentini nel porto di Veracruz, che erano arrivati per formare una nuova città che fu chiamata Colonia Manuel González. Per l’occasione, in uno spazio all’interno del palazzo comunale, i produttori della zona regione hanno messo in mostra e offerto prodotti tipici come farina per la polenta, «panela», pane cotto nel forno a legna, liquori e creme al caffè, tra gli altri. Davanti al monumento dedicato a Manuel González è stato deposto un omaggio floreale (foto a centro pagina), per onorare sia la figura del presidente messicano che favorì l’insediamento dei trentini, sia le famiglie che fondarono la Colonia. Durante la cerimonia di celebra-

zione del 136° anniversario dell’arrivo dei trentini, sono stati intonati gli inni nazionali del Messico e dell’Italia. Erano presenti Ignacio Castelan Marini, sindaco di Zentla; il console onorario Emilio Zilli Bernardi, in rappresentanza dell’ambasciatore d’Italia; Armando Maistri (primo a sinistra nella foto in alto), componente della giunta dell’AssociazioneTrentini nel Mondo; Nello Fava, presidente della Fondazione Museo civico di Rovereto; Renzo Tommasi, storico dell’emigrazione trentina in Messico; Leobardo Manica, coordinatore dei Circoli trentini

in Messico, i presidenti dei Circoli trentini di Colonia Manuel González (Mónica del Carmen Fadanelli Figueroa), Huatusco (Jorge Durante Bernardi), Córdoba (Jaime Crivelli Espinoza), Xalapa (Marisol Sampieri Petrilli), Veracruz (Ruben Conzatti), Puebla (Gustavo Lorenzini), Città del Messico (Oscar Zueck) e San Luis Potosi (Pedro Naif Chassanni). Come da tradizione, è stata scattata una foto di gruppo, per ricordare questo bellissimo momento. Alle 13:30 è stata celebrata una santa messa di ringraziamento,

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durante la quale il parroco ha sottolineato l’importanza del lavoro e lo sforzo che i nostri nonni hanno fatto per le terre di Colonia Manuel González. La giornata è proseguita presso la «Finca San Miguel» dove si è tenuto un ricco ricevimento, iniziato con un brindisi di vino, seguito da: frijoles charros, tamalitos de frijol, insalate, carni, dolci tipici messicani, snack, acqua fresca, caffè e biscotti per accompagnarlo. La celebrazione è stata animata da un paio di cantanti popolari che hanno cantato le canzoni preferite richieste dai presenti. Al calar della sera gli ospiti sono partiti per tornare alle loro case, rimanendo con un ottimo ricordo e sperando di festeggiare un altro anniversario. Mónica del Carmen Fadanelli Figueroa

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GENTE E FATTI

La «Vergine degli Alpini» di Piriapolis è tornata al suo originario splendore

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on una semplice ma emozionante cerimonia si è svolta l’8 dicembre 2017 sul Cerro San Antonio a Piriapolis, località contigua a Punta del Este, in Uruguay, la reinaugurazione della statua della «Vergine degli Alpini», opera dello scultore trentino Mirco Prati, oriundo di Caldonazzo, recentemente scomparso, che le penne nere dell’Uruguay eressero nel 1972 in occasione del centenario della Fondazione del Corpo degli Alpini. Presso la sede del Circolo trentino di Montevideo è conservato il progetto originale. La singolarità dell’opera sta nel fatto che le ali della vergine hanno la forma delle penne che adornano i cappelli degli alpini. La statua, collocata su uno sperone roccioso, è rivolta verso il mare e nelle intenzioni del suo creatore, lo sguardo esprime nostalgia per la terra lontana. Com’è stato ricordato durante la cerimonia dell’8 dicembre, è un’opera che irradia uno speciale misticismo ed è nata da un ideale

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patriottico che rappresenta non solo l’arte, ma il sentimento cristiano e alpino. Ecco le parole con le quali l’autore ha descritto la sua opera: «Concepita dalla mente di un alpino, è nato come noi sulle rocce. Le nostre penne ti hanno portato qui per dominare l’oceano. Il tuo sguardo diretto verso la Patria, le tue mani insieme pregano per noi. E tu, Madre di Dio, più candida della neve, proteggici pieni di Fede e Amore». Nell’ottobre del 2016 la statua era stata danneggiata dalle intemperie e dai forti venti oceanici che soffiano nella zona, che l’avevano addirittura fatta cadere dal piedistallo. Venuto a conoscenza di quanto accaduto, il Circolo trentino di Montevideo si è attivato per restaurarla, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Piriapolis e con la locale sezione dell’Associazione Nazionale Alpini. Dopo essere stata trasportata a Montevideo, i trentini Raul Berti e Alfredo Santoni si sono occupati del restauro.

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Così l’8 dicembre scorso si è potuto organizzare la sua «reinaugurazione»: il Vescovo di Maldonado, Rodolfo Wirz, ha celebrato una messa al campo ed ha benedetto il monumento, restituito alla sua originaria integrità e suggestione. Erano presenti l’Ambasciatore d’Italia, Gianni Piccato, anch’egli alpino, rappresentanti delle Associazioni che hanno promosso ed organizzato l’evento, a cominciare dal Circolo trentino di Montevideo, familiari e numerosi esponenti della collettività italiana e di origine italiana, che hanno voluto rendere omaggio alla memoria degli Alpini dell’Uruguay. Nel suo intervento l’ambasciatore Piccato (foto in basso a sinistra) ha ricordato ai presenti i valori che da sempre, in guerra come in pace, hanno caratterizzato lo spirito alpino e che, anche in terra uruguaiana, sono stati testimoniati ed onorati dai nostri connazionali lì emigrati, dopo aver servito la Patria nei reparti alpini.


GENTE E FATTI SONO DISCENDENTI DI TRENTINI EMIGRATI IN BRASILE DA COSTASAVINA, FRAZIONE DI PERGINE

In Trentino per la prima volta Dal 4 al 6 ottobre un gruppetto di cinque persone discendenti da Angelo Santini di Pergine, che con la moglie Maria Pallaoro di Costasavina (frazione di Pergine Valsugana) e i figli Angelo, Albino, Emilio ed Enrica, nel 1878 partirono da Pergine per cercare fortuna in Brasile nel Rio Grande do Sul nel piccolo paesino di San Valentin, vicino alla città di Caxias do Sul, sono arrivati a Pergine Valsugana. Qualche mese prima dal Brasile avevano contattato Lino Beber e così per la prima volta Therezinha Lourdes Santini coniugata Meneghetti, il figlio Rafael Meneghetti con la moglie Samara Pessole Meneghetti e il figlioletto Lorenzo di quasi 3 anni, la signora Sinara Santini (nipote di Therezhina e cugina di Rafael) nata in Brasile e da 25 anni residente a Monaco di Baviera dopo il matrimonio con un cittadino di nazionalità tedesca, hanno visitato Pergine Valsugana con il suo centro storico e il bel castello, la piccola frazione di Valar dove tuttora vivono alcuni Santini, Costasavina. Il 5 ottobre la giornata è stata dedicata alla visita di Trento con il castello del Buonconsiglio e la torre dell’Aquila con il ciclo dei mesi, il centro storico con la chiesa di Santa Maria Mag-

giore, il Duomo, piazza Fiera e piazza Dante (foto sotto) e nel pomeriggio una visita alla sede dell’associazione Trentini nel Mondo (foto qui sopra), dove sono stati calorosamente accolti dal direttore Francesco Bocchetti

e da Rosanna Barchiesi. Il 6 ottobre, prima di tornare a Monaco, hanno visto caste Toblino con il bel lago e Riva del Garda. Hanno trovato il nostro Trentino meraviglioso!

GRANDE RESSA PER ASSAGGIARE LA TIPICA SPECIALITÀ GASTRONOMICA DELLA BOSNIA ERZEGOVINA

Stivorani «re della porchetta» Come da tradizione, la postazione del Circolo degli Stivorani in Trentino ha attirato moltissime persone durante la Sagra di San Michele, a Telve, che si sono messe ordinatamente in fila per assaggiare la porchetta, un piatto tipico della Bosnia Erzegovina, che gli stivorani sanno preparare con particolare maestria, diventata una vera e propria attrazione dell’annuale sagra del paese.

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GENTE E FATTI LE ISCRIZIONI VANNO PRESENTATE ALL’UFFICIO EMIGRAZIONE DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO ENTRO IL 28 FEBBRAIO

«Interscambi giovanili» edizione 2018 C’è tempo fino al 28 febbraio per iscriversi al programma «Interscambi giovanili» promosso dalla Provincia Autonoma di Trento, rivolto ai giovani trentini all’estero che vogliono riscoprire le loro radici (nella foto, scattata durante la Festa dell’emigrazione, i partecipanti all’edizione 2016; alle pagine 18-19 è pubblicato un articolo dedicato agli interscambi giovanili). Come si può leggere sul sito www.mondotrentino.net per i giovani di origine trentina residenti all’estero, «il viaggio in Trentino rappresenta la scoperta

o riscoperta delle proprie radici, delle tradizioni e dei valori trasmessi dagli avi emigrati. È anche

l’opportunità per conoscere il Trentino di oggi, incontrare la sua gente, confrontarsi con la

comunità, verificare come siano strutturate le attuali realtà sociali ed economiche». Durante le tre settimane di soggiorno i giovani trentini all’estero vengano ospitati da giovani che risiedono in Trentino, che ricambieranno poi la visita venendo a loro volta ospitati. Per questo il bando è rivolto ai giovani di origine trentina residenti all’estero e giovani residenti in Trentino di età compresa tra 18 e 35 anni alla data di presentazione della domanda. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito: www.mondotrentino.net

POSSONO ISCRIVERSI I DISCENDENTI DI EMIGRATI ITALIANI DI ETÀ COMPRESA FRA I 25 E 35 ANNI CHE RISIEDONO ALL’ESTERO

Scade il 31 maggio il bando del corso «Origini Italia» in «Export Management e Sviluppo Imprenditoriale» MIB Trieste School of Management, in collaborazione con l’Agenzia ICE, la Regione Friuli Venezia Giulia, e altre amministrazioni regionali italiane, promuove e organizza anche quest’anno il corso «Origini Italia» in Export Management e Sviluppo Imprenditoriale. Origini – che gode del patrocinio del Ministero degli esteri – è nato per favorire la collaborazione fra le imprese italiane e i cittadini di origine italiana nel mondo, di età compresa fra i 25 e i 35 anni; rafforzare i legami professionali e culturali tra i discendenti degli emigrati e la terra d’origine; e sviluppare nei giovani partecipanti nuove competenze di gestione aziendale e di international business con lezioni d’aula, seminari, workshop ed esperienze in azienda. Il corso dura 5 mesi (29 ottobre 2018 - 6 aprile 2019 ) ed è svolto in lingua inglese. Grazie al sostegno finanziario degli enti e delle istituzioni partner, la partecipazione al programma è a titolo completamente

gratuito. Sono inclusi anche il viaggio di andata e ritorno fra il paese di residenza e la città di Trieste; l’alloggio per il periodo relativo alla durata del corso (incluse le vacanze natalizie); il pranzo nelle giornate di formazione e lavoro per il periodo relativo alla durata del corso. Le iscrizioni si chiuderanno il 31 maggio 2018. Tutte le informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: http://mib.edu/en/master/origini-programme/origini

È scomparso Lino Magagna, cordoglio a Toronto Qui di seguito pubblichiamo quanto apparso nell’ultimo numero di «Notizie dalla baita», il periodico del Circolo trentino di Toronto (Canada). Con profonda tristezza abbiamo notizia che Lino Magagna, trentino rinomato per i suoi successi e le sue onorificenze, fra le quali l’appartenenenza all’ «Order of Canada», è deceduto a Toronto il 7 dicembre 2017, all’eta di 84 anni. Nato a Revò, Trento, arrivò in Canada da solo nel 1952 e subito dopo iniziò i suoi studi mentre lavorava come manovale e con i macchinari. Dopo solo quattro anni in Canada, ha potuto conseguire le lauree all’Università di British Columbia e l’Università di Toronto con ottimi voti. A parte la sua carriera importante con «Ontario Hydro», le sue forti convinzioni per la giustizia sociale lo hanno spinto a dedicare tanto tempo e energia al volontariato. Fra i suoi numerosi incarichi, è stato presidente 1 - 2018

del «COSTI Immigrant Services», fondatore e vice presidente della National Congress of Italian-Canadians e vice chairman della Canadian Consultative Council on Multiculturalism. Ha prestato il suo servizio anche come membro della direzione di varie organizzazioni, fra le quali, York Università. Nel 1988, l’anno in cui è diventato Membro dell’«Order of Canada», ha ricevuto pure le medaglie del Golden e Diamond Jubilee. Soddisfaceva la sua passione per l’arte e la poesia partecipando a tanti concerti e spettacoli teatrali ed era solito trascorrere tantissime giornate leggendo. Dalla sua gioventù in Trentino gli derivava un grande amore per le montagne, sulle quale gli piaceva fare lunghe camminate, che durò per tutta la sua vita. Il figlio Mark, la figlia Marina, la nipote Sophie, la sua cara compagna Robbie Shaw, i suoi fratelli, i nipoti e i cugini e i suoi tantissimi amici sentiranno molto la sua mancanza.

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GENTE E FATTI

Emanuele e Silvia insieme da 60 anni Emanuele Franceschini e Silvia Cattoni, il 4 gennaio scorso hanno festeggiato a Zambana il loro sessantesimo anniversario di matrimonio. Entrambi emigrati in Svizzera sono ritornati in Italia nel 1967. LA MOSTRA, ALLESTITA NELLA CATTEDRALE ORTODOSSA DEL CRISTO SALVATORE, SARÀ VISITABILE FINO AL 28 FEBBRAIO

Presepi trentini esposti a Mosca È un forte messaggio di pace e fratellanza fra i popoli quello che la Comunità del Trentino Alto Adige ha affidato in occasione del Natale a degli «Ambasciatori» molto particolari. Sono i 23 presepi artistici, realizzati con diverse tecniche di intaglio dagli artigiani scultori di questa regione, esposti per la prima volta al pubblico a Mosca, nella Cattedrale ortodossa dedicata a Cristo Salvatore dal 1 gennaio e dove si potranno ammirare fino al prossimo 28 febbraio nella mostra intitolata «Presepi del Trentino Alto Adige – Ambasciatori di pace e del dialogo ecumenico». L’iniziativa è stata patrocinata dalla Regione autonoma Trentino Alto Adige, dal Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani e dal Santissimo Patriarca di Mosca e di Tutta la Russia Kirill, in collaborazione con le Province autonome di Trento e di Bolzano,

l’Arcidiocesi di Trento, l’Ambasciata d’Italia a Mosca, la Comunità di Sant’Egidio, ideata ed allestita da “Associazione Amici del Presepio“ di Tesero - Trento e “Unika“ Val Gardena - Bolzano. Queste opere, memoria della Natività di Cristo Signore, ma anche simboli e segni dell’incontro tra Dio e Ia sua Umanità, hanno raggiunto la Terra di Russia rial-

lacciando il dialogo trentennale instaurato fra le due Comunità, alimentato dai sentimenti più importanti e più autentici dell’incontro tra fratelli. Sentimenti e occasioni di dialogo che il Presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha ben evidenziato nella lettera indirizzata al Patriarca Kirill proponendo la Cattedrale

di Mosca come nuova tappa di un cammino di pace e di condivisione fraterna fra i popoli. «La Comunità trentina - queste le parole del Governatore - conserva un ricordo vivo delle precedenti occasioni di Comunione fra Chiese Sorelle, a partire dalla visita del Metropolita Nikodim di San Pietroburgo alla Città di Trento nel 1975 e di quelle successive del Metropolita emerito, l’Arcivescovo di Trento Luigi Bressan, a Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie e alla Sede del Patriarcato moscovita. ll rapporto con la Sua terra, Santità, è rimasto nel nostro cuore, nelle nostre intenzioni, nella nostra storia e nelle nostre preghiere». Dei ventitre presepi esposti, dodici sono stati realizzati dagli artigiani trentini e undici dagli artigiani gardenesi con diverse tecniche di intaglio, dalla scultura al bassorilievo, e di decorazione.

L’Ossario di Rovereto sarà restaurato Per l’Ossario di Castel Dante a Rovereto c’è già pronto e finanziato un progetto di restauro e straordinaria manutenzione. Il Sacrario, di proprietà dello Stato, sarà infatti oggetto nei prossimi mesi di importanti interventi per i quali è già redatto un progetto esecutivo, approvato lo scorso mese di dicembre, al quale seguirà nelle prossime settimane l’avvio delle procedure per l’affidamento dei lavori. Lo rende noto la Provincia autonoma di Trento, che ribadisce l’importanza del monumento quale presidio e simbolo della memoria e del sacrificio di oltre ventimila soldati italiani, austriaci, cecoslovacchi e ungheresi, i cui resti furono qui traslati dai vari cimiteri di guerra che erano sorti sulle

montagne circostanti. Gli interventi ritenuti prioritari corrispondono al rifacimento del manto di copertura, sostituzione di serramenti, realizzazione

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dell’impianto di protezione contro le scariche atmosferiche e impermeabilizzazione della scalinata esterna e delle terrazze che proteggono i corridoi dove si trovano i sacelli con lapidi. La Provincia conferma quindi la volontà di valorizzare un monumento dal grande significato e valore storico e simbolico, impegnandosi direttamente nella sua sistemazione e valorizzazione. Un’azione che rientra nel più ampio processo di valorizzazione della memoria che culminerà con le celebrazioni del Centenario della Grande Guerra. Un impegno volto a favorire la solidarietà e la pacificazione tra i popoli in un’ottica di superamento delle contrapposizioni e di ricordo di tutti i Caduti. 1 - 2018


60 ANNI D

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n alcuni articoli precedenti, giovandomi del saggio del giornalista francese Jean Quatremer, «Les salauds de l’Europe», ho cercato di analizzare alcune delle ragioni degli euroscettici, bastardi nella traduzione italiana di «salauds», evidenziandone la pretestuosità e la parzialità, pur prendendo atto di alcune ragioni di fondo nelle prese di posizione di questa particolare categoria di europei. Nel vocabolario Treccani della lingua italiana, il sostantivo «bastardo», per estensione, ha il significato di spurio, non schietto o anche degenere, corrotto. Senza entrare nella valutazione e nel giudizio di singole persone che hanno parlato, parlano e continueranno a parlare di Europa sottolineandone solo i difetti, gli errori e tacendone i successi e la sua insostituibilità, abbiamo il dovere, come cittadini responsabili, di individuare, contestare e combattere organizzazioni, forze politiche, gruppi parlamentari che usano pseudo ragionamenti degeneri e corrotti contro l’Europa, le sue politiche, le sue istituzioni. C’è una corruzione della parola che può portare alla degenerazione del confronto pubblico. È successo spesso e ancora succede nel dibattito sull’Europa. Chi sono, allora, questi «bastardi», questi manipolatori della parola, persone pericolose per l’Europa? Jean Quatremer ne individua due tipologie. Sono innanzitutto le élites nazionali ed europee, quelle che hanno fatto dell’Europa una post democrazia dove i cittadini sono tenuti in disparte, quelle che decidono a Bruxelles di politiche che non adotterebbero nelle loro capitali, quelle che rifiutano di spiegare la realtà di questa costruzione, quelle che identificano l’ideologia con la realtà. Ma sono anche i demagoghi, dal Fronte nazionale francese al Movimento 5 stelle, passando attraverso l’UKIP inglese, protagonista della Brexit, l’AfD tedesco divenuto terzo partito alle ultime elezioni o il PVV, partito di estrema destra olandese che hanno trovato nell’Europa uno sfogatoio facile sulle angosce del tempo presente e un’occa1 - 2018

«I bastardi dell’Europa» è il titolo di un saggio del giornalista francese Jean Quatremer, nel quale pur prendendo atto di alcune ragioni di fondo nelle prese di posizione degli euroscettici se ne mettono in evidenza la pretestuosità e la parzialità sione di commercio elettorale che va sovente a braccetto con la xenofobia. DA DEGAULLE A BARROSO

La questione delle élites che hanno rallentato, talvolta bloccato il cammino dell’integrazione, non è facile da affrontare perché la loro azione non è costante nel tempo e cambia sovente in seguito ai risultati elettorali. Prendiamo la Francia: il 29 agosto 1954, De Gaulle presidente e il governo del primo ministro Mendès France di cui i gollisti sono alleati, convincono il parlamento a votare contro il trattato istitutivo della CED, Comunità Europea della Difesa. Il trattato viene respinto con 319 voti contro 264 favorevoli. Votano contro i comunisti, i gollisti, la metà dei radicali, la metà dei socialisti e un terzo degli indipendenti e rappresentanti dei contadini. Ci sono voluti solo nove anni dopo la guerra perché un nazionalismo bilioso si imponga di nuovo in Francia. Il fallimento della CED impedirà la costituzione di un esercito comune e l’adozione di una politica comune di difesa che avrebbe conseguentemente comportato una politica estera comune. Tra alti e bassi, le giravolte di un De Gaulle sovente bizzoso e le contraddizioni di un Mitterrand che vuole la moneta unica, ma non una politica economica condivisa come auspicava Kohl, si arriva all’appuntamento del progetto di trattato costituzionale. È il 2005: il processo di ratifica del testo costituzionale viene interrotto dal NO francese al referendum del 29 maggio, seguito dal NO olandese il 1° giugno successivo. C’è da rilevare come la campagna referendaria in questi due Paesi sia scarsamente entrata

nel merito del testo costituzionale per privilegiare questioni e polemiche relative alla screditata presidenza di Jacques Chirac in Francia, al timore degli attentati islamisti in Olanda. La presidenza Barroso della Commissione europea (20042014) è stata imposta nel 2004 dal Primo ministro inglese Tony Blair, sostenuto dai Paesi dell’Europa dell’Est. Blair aveva posto il suo veto alla candidatura del Primo ministro belga Guy Verhofstadt proposto dal presidente Chirac e dal cancelliere Schröder. Verhofstadt avrebbe rappresentato un’ottima scelta per l’Europa dato il suo convinto orientamento federalista. Il curriculum di Barroso è inquietante: è stato presidente degli studenti portoghesi maoisti durante la rivoluzione dei Garofani, è passato decisamente a destra a 24 anni, è un atlantista militante; da Primo ministro ha organizzato il famoso vertice

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Fonte: Multimedia Center - European Parliament

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Mettere il guinzaglio non sig del libero pensiero e del conf non dare spazio all’ignoranza, irresponsabile, significa comb delle parole corrotte, che può del confronto pubblico, com succede nel dibattito sull’E valutazione e nel giudizio di parlato, parlano e continue sottolineandone solo i difetti, g e la sua insostituibilità, abbia responsabili, di individuar organizzazioni, forze polit che usano pseudo ragioname l’Europa, le sue politi


D’EUROPA

astardi» dell’Europa

gnifica limitare l’espressione fronto, ma significa piuttosto alla volgarità, alla demagogia battere le falsità e la trappola ò portare alla degenerazione ’è successo spesso e ancora Europa. Senza entrare nella i singole persone che hanno eranno a parlare di Europa gli errori e tacendone i successi amo il dovere, come cittadini re, contestare e combattere tiche, gruppi parlamentari enti degeneri e corrotti contro iche, le sue istituzioni

delle Azzorre nel 2003 con gli Stati Uniti, la Spagna e il Regno Unito nel corso del quale è stata dichiarata guerra all’Iraq. Peggio, sempre da Primo ministro, ha giocato un ruolo sconcertante nel trasferimento dei prigionieri verso Guantanamo, permettendo che gli aerei della CIA utilizzassero gli aeroporti e lo spazio aereo portoghese. Né Chirac, né Schröder, non parliamo del premier italiano Berlusconi che non ha mai contato nulla in Europa, hanno posto il loro veto per il timore di aprire una crisi. La cifra della «bastardaggine» di queste élites l’ha data il presidente francese che ha ritenuto che il nome di Barroso fosse una buona scelta perché parlava francese. E Barroso ha onorato la scelta, opponendosi, in modo particolare, ad ogni tentativo di regolazione del sistema finanziario, con grande sollievo della City. Durante la campagna referendaria francese nel 2005 ha difeso

a oltranza la prima bozza della direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione della prestazione dei servizi, con ciò alimentando la campagna degli oppositori al trattato costituzionale europeo. Mentre la crisi finanziaria devasta il mondo, viene riconfermato al suo posto nel giugno 2009. Spagna e Portogallo, retti da governi socialisti, lo appoggiano per «solidarietà iberica», Sarkozy, indifferente alla sorte della Commissione che secondo lui non ha alcun ruolo proprio da giocare, non ha nulla da ridire. Quanto a Berlusconi, ancora Primo ministro, come al solito, non conta nulla. Anche il Parlamento europeo sosterrà di nuovo Barroso a larga maggioranza (socialisti compresi, sola eccezione la delegazione francese). È sotto la presidenza Barroso, lunga quanto quella di Jacques Delors, che la Commissione è stata ridotta al rango di semplice segretariato, affermando l’uomo di essere «al servizio degli Stati» e non dell’interesse generale europeo ritenuto trascendere gli interessi nazionali. Questo rifiuto di far giocare alla Commissione il ruolo che le è proprio, spiega in gran parte gli sbandamenti europei nella gestione della crisi della zona euro. ESSERE CONTRO A PRESCINDERE

La seconda categoria di «bastardi» è più facile da identificare. Sono i demagoghi dell’ultra destra europea, populisti eurofobi e xenofobi. Il fronte è abbastanza ampio. L’UKIP di Nigel Farage ha raggiunto l’obiettivo della Brexit, ma il Front national francese di Marine Le Pen, la Lega di Matteo Salvini, il Movimento 5 stelle, assai deboli all’interno del Parlamento europeo e privi di qualsiasi spazio di manovra,

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Fonte: Multimedia Center - European Parliament

In italiano «bastardo» ha anche il significato di spurio, non schietto o anche degenere, corrotto. Secondo Quatremer sono due le principali tipologie di «bastardi dell’Europa»: le elités nazionali ed europee e i demagoghi

non cessano di spargere i loro veleni sull’Europa all’interno dei loro Paesi. Facendo leva sulla scarsissima informazione dei cittadini su quanto succede all’interno dell’Unione e sul disincanto e la rabbia per tante occasioni mancate, i demagoghi non spiegano, non ragionano, non persuadono; usano slogan ad effetto, l’Europa ci ha traditi, l’Euro è il responsabile dell’impoverimento della gente, e via discorrendo. È la politica del rancore, dell’essere contro a prescindere, dove il confronto è impossibile, dove ognuno cerca di segnare il proprio territorio e le sue «verità». Questo scenario ha caratterizzato le elezioni politiche che si sono svolte nel corso del 2017 nei più importanti Paesi europei, è lo scenario nel quale si svolge la campagna elettorale per le prossime elezioni del 4 marzo nel nostro Paese. La posta in gioco è molto alta, per l’Italia e per l’Europa, dato che nel 2019 ci saranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Mettere il guinzaglio ai «bastardi» non significa limitare l’espressione del libero pensiero e del confronto, sempre che confronto civile sia. Significa piuttosto non dare spazio all’ignoranza, alla volgarità, alla demagogia irresponsabile, significa combattere le falsità e la trappola delle parole corrotte. Desidero chiudere questo mio intervento con una grande massima del filosofo Baruch Spinoza (1632-1677): «Non prendere in giro, non lamentarsi, non odiare, ma capire». È l’augurio che faccio a tutti noi, in particolare ai politici e a coloro che si accingono ad assumere l’impegno politico. Vittorino Rodaro 1 - 2018


CIRCOLI FU FONDATO NOVANTA ANNI FA COME «SOCIETÀ TRENTINA DI MUTUO SOCCORSO»

Il Circolo trentino di Milwaukee nei ricordi di Bruno Lockner Uno dei più anziani Circoli Trentini del mondo, il Circolo trentino di Milwaukee (Stati Uniti), fondato nel 1927 l’anno scorso ha computo la bellezza di novant’anni. La trasferta a Cleveland nel novembre 2017 per l’incontro dei presidenti dei Circoli Trentini di Stati Uniti e Canada, per il direttore della Trentini nel mondo, Francesco Bocchetti, è stata anche l’occasione per un colloquio con Bruno Lockner, segretario del Circolo Trentino, per ricordare e celebrare questa ricorrenza. Bruno, classe 1928, vive negli Stati Uniti da più di sessant’anni (ora a Brookfield, nel Wisconsin) ma ricorda ancora bene la lingua italiana che parla in modo fluente e senza accento, ma non solo, ricorda anche bene la storia del Circolo di cui è socio fin dagli anni ’50. Il Circolo Trentino, nato come «Società Trentina di Mutuo Soccorso» il primo maggio del 1927, non era solo un luogo di ritrovo tra paesani ma un vero e proprio punto di riferimento, di orientamento e di aiuto per i trentini che arrivavano in città. Bruno stesso racconta di essersi avvicinato al Circolo nei primi anni ’50. Era arrivato negli Stati Uniti da qualche anno per amore, prima viveva a Spormaggiore dove aveva un’officina meccanica e aveva conosciuto sua moglie, figlia di paesani emigrati negli Stati Uniti, durante una visita di lei nel paese d’origine.

Bruno Lockner, secondo da sinistra, insieme con altri soci del Circolo, durante la «Festa Italiana» del 1984. La foto qui sotto (vedi altro articolo su questa stessa pagina) risale al 1971.

L’America non era stata facile all’inizio e l’unico lavoro che Bruno aveva potuto trovare era nell’edilizia, un lavoro faticoso e di poca soddisfazione, special-

mente per chi aveva il pallino della meccanica. Fu proprio grazie ai buoni contatti del Circolo Trentino che Bruno poté trovare un nuovo lavoro in un’azienda di

Il numero di maggio del 1971 del periodico «Trentini nel mondo», riporta un ampio articolo con la cronaca di una trasferta di un gruppo di circa sessanta persone, organizzata da Trentini nel mondo e Bellunesi nel mondo nel periodo di Pasqua, per andare a visitare le comunità di emigrati negli Stati Uniti. Della comitiva facevano parte il direttore della Trentini nel mondo, Rodolfo Abram, e il segretario Unaie Giorgio Pelusi. Fra le tappe di quel viaggio, c’era anche Milwaukee. Ecco come viene raccontato l’incontro con i soci del Circolo, durante il quale è stata scattata la foto in bianco e nero pubblicata qui sopra.

A MILWAUKEE. Il giorno seguente, accompagnati da padre Bolognani e dai coniugi Inama, Abram e Pelusi hanno raggiunto Milwaukee nel Wisconsin, in visita alla “Veneta”, una associazione degli emigrati delle Tre Venezie, ma in grande 1 - 2018

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macchinari per l’industria, dove rimase fino alla pensione e facendo una carriera brillante fino a occupare il posto da ingegnere. Il Circolo in quegli anni era molto partecipato, organizzava feste, balli e picnic, aveva circa 250 soci. Tra i ricordi più belli ci sono proprio quelli legati alla partecipazione alle Convention, in cui si potevano incontrare tanti paesani sparsi in tutto il continente e in cui si poteva per qualche giorno essere in tanti e tutti trentini. Oggi i trentini del Circolo di Milwaukee sono rimasti in pochi e sono tutti molto anziani; i discendenti delle famiglie trentine di Milwaukee – Lockner, Beber, Tenaglia, Tanel, Remondini – si sono integrati nella società americana e se pure si interessano alla cultura italiana e vengono spesso in Italia, non partecipano alle attività del Circolo.

maggioranza formata dai Trentini. Ne o è presidente Pio Facchin, un generoso elavoratore, trentino di Trento che deo dica parecchio del suo tempo libero all’attività della “Veneta”. Alla sede era in attesa un numeroso gruppo di Trentini, anche qui nonesi in maggioranza, che hanno accolto gli ospiti con vivo entusiasmo: era la prima volta che veniva dedicata a questa comunità trentina una visita ufficiale della loro terra. Anche qui omessa di i discorsi, lo scambio dei doni, la promessa rivederci al prossimo anno in una manifestazione ancora più numerosa ed organizzata. Al bar della sede ci si è soffermati a lungo e naturalmente si è bevuto, ma più di tutto si è cantato e si sono trascorse ore di commossa allegria.


CIRCOLI NE HA PARLATO L’ULTIMO NUMERO DI «NOTIZIE DALLA BAITA», IL PERIODICO DEL CIRCOLO TRENTINO DI TORONTO

Cristina Tenaglia, volto trentino della TV in Canada Nell’ultimo numero di «Notizie dalla baita», il giornale del Circolo trentino di Toronto in Canada, nella rubrica intitolata «Meet the members» («Incontra i soci»), si parla di Cristina Tenaglia (nella foto, tratta dal suo profilo Twitter) che lavora come reporter e presentatrice da oltre cinque anni sul canale televisivo CP24. Suo padre è trentino, nato a Spormaggiore, emigrato in Canada da bambino, dove è diventato istruttore di meccanica. Sua madre è abruzzese. Cristina è molto conosciuta all’interno della comunità italiana e le fa molto piacere quando sente gli italo-canadesi dire che sono contenti di avere

«uno dei nostri» che legge le notizie in televisione. Dopo aver finito i suoi studi all’Università Ryerson, ha lavorato per alcuni anni per un’emittente televisiva di Hamilton, sempre come reporter e presentatrice, prima di trasferirsi alla CP 24. Se doveste chiedere a Cristina Tenaglia, da dove viene la sua forte etica lavorativa –si legge nell’articolo pubblicato – vi risponderebbe senza esitazione che deriva dalle sue radici Italiane. Tra i suoi obiettivi non professionali, c’è quello di impegnarsi a perfezionare la lingua italiana prima di ritornare in visita nel Trentino, del quale apprezza le montagne e i vigneti.

LA SERIE DI INIZIATIVE È STATA ORGANIZZATA IN COLLABORAZIONE CON L’ASSOCIAZIONE «TRENTINO PROMOZIONI»

Il Circolo trentino ha animato Bento Gonçalves da novembre a gennaio con «Encanto Trentino» Era denominata «Encanto Trentino» la serie di iniziative promosse fra la fine di novembre e l’inizio di gennaio dall’associazione «Trentino promozioni» e dal Circolo trentino di Bento Gonçalvese, nello stato brasiliano del Rio Grande do Sul. La manifestazione, alla sua seconda edizione, aveva un significativo

sottotitolo: «Itinerario culturale Ricordi d’Italia». Il primo appuntamento si è svolto sabato 25 novembre, con la proiezione di un film all’aperto. Giovedì 7 dicembre era in programma la terza edizione della Sagra trentina, che prevedeva un momento di pigiatura dell’uva e la degustazione di vini.

Il 22 e 23 dicembre all’esterno del Museo dell’immigrante, a Bento Gonçalves, è stato allestito il «Mercatino di Natale» (nella foto), con esposizione di prodotti tipici e artigianali, iniziative culturali e stand gastronomici. Nel giorno di Santo Stefano, il 27 dicembre, alle nove di sera, si è svolta la seconda edizione di

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«Cine Natal», cioè la proiezione di un film accompagnata dalla degustazione di uva. Altro apprezzato appuntamento di «Encanto Trentino» è stata la Notte dei Re magi, il 6 gennaio 2018, quando i Tre Re Magi, accompagnati dal Coro Valle dei vigneti, hanno fatto visita di casa in casa agli abitanti della zona.

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CIRCOLI

Circoli dell’Uruguay riuniti a Carmelo Il 4 e 5 novembre si è tenuto a Carmelo il terzo «Incontro nazionale dei Circoli trentini dell’Uruguay». I lavori sono iniziati nel primo pomeriggio, nella sede del «Club Union». Dopo i saluti di benvenuto, sono intervenuti nell’ordine Laura Vera Righi, Consultrice della Provincia Autonoma di Trento per l’Uruguay; Jorge Zas, Coordinatore dei Circoli trentini dell’Uruguay e Maurizio Tomasi, in rappresentanza della Trentini nel mondo. Vale la pena mettere in evidenza il contributo di ognuno di loro che, attraverso le loro parole ci hanno informato su alcuni aspetti della realtà dell’emigrazione trentina al giorno d’oggi e ci hanno incoraggiato a continuare con il nostro lavoro. Di seguito i rappresentanti di ogni singolo Circolo (Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera-Livramento e Carmelo), hanno illustrato le loro attività e le loro proposte per il futuro. In particolare, tre giovani del Circolo trentino di Carmelo hanno presentato un progetto che si propone di stimolare e diffondere la cultura trentina nelle nuove generazioni. Ultimo atto del pomeriggio è stata l’esibizione del gruppo di danza formato dai bambini del Circolo trentino di Montevideo. È stato commovente vedere questi bambini di pochi anni danzare con entusiasmo sotto la guida della maestra Evelina Molinari, indossando

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abiti tradizionali trentini. Lunghi e calorosi sono stati gli applausi con i quali i presenti hanno espresso il loro apprezzamento. Un luogo emblematico di Carmelo, il Santuario del Carmen, ha fatto da cornice al concerto offerto dai cori del Circolo di Carmelo e del Circolo di Montevideo, che davanti ad un folto pubblico ci hanno regalato molte belle canzoni, fra le quali anche alcuni brani popolari trentini. La giornata di sabato si è conclusa con l’esibizione del gruppo musicale trentino Abies alba e di due coppie di ballerini del Gruppo Folk di Castello Tesino (Trentino), in trasferta in Uruguay grazie ad un progetto culturale (vedi articolo alle pagine 20-23) promosso dal Circolo trentino di Montevideo e dall’Ambasciata italiana in Uruguay, orga-

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nizzato dalla Trentini nel mondo e realizzato con il sostegno della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. È stato per noi un onore e un grande orgoglio poter ospitare in occasione del nostro «Incontro» artisti così importanti. Il giorno seguente abbiamo visitato prima la sede della «Sociedad Italiana Vittorio Emanuele II», dove sono custoditi i registri dei primi italiani arrivati nella zona di Carmelo, e poi la cantina Cordano e la Cappella di San Rocco a Colonia Estrella. Dopo il pranzo presso «Progenie d’Italia», prima dei saluti abbiamo fatto tappa in alcuni luoghi significativi di Carmelo. In conclusione possiamo dire che è stata una grande esperienza, che ci ha permesso di fraternizzare fra i vari Circoli, scambiarci idee che di sicuro rendereranno ancora più ricco e proficuo il nostro lavoro. Questo terzo «Incontro» ci ha lasciati pieni di entusiasmo per proseguire le nostre attività. Desidero esprimere apprezzamento per l’apporto dato da ogni singolo partecipante ed in particolare per la presenza dei gruppi arrivati dal Trentino per l’occasione. Un ringraziamento va rivolto alla Trentini nel mondo, per il suo indispensabille supporto. Teresa Gazza


CIRCOLI ALL’EVENTO PROMOSSO DAL CIRCOLO DI DORTMUND, IN ATTESA DELLE CALDARROSTE C’È STATA UN’INTERESSANTE DICUSSIONE

Tutti i segreti e i pregi delle castagne

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he si fa quando fa freddo, piove ed è buio già al primo pomeriggio? Quello che si fa sempre in novembre a Dortmund: ci si ritrova dal bravo Santino alla trattoria «Einigkeit» per la castagnata del Circolo Trentino. Quest’anno hanno risposto al nostro invito quasi 60 persone fra cui il nostro Console, dott. Franco Giordani. Si è mangiato bene, come sempre. Il buffet vario e colorato, un buon vinello giovane: il tutto rallegrato da un bel sottofondo musicale con Gabriele alla chitarra e Herward che cantava, stavolta un programma dedicato ad Adriano Celentano. Intanto c’era chi andava fuori ad accendere il fuoco per quelle che sono la cosa più importante per una vera castagnata, le castagne, procurate come al solito da Marzia. Santino con Lamberto, Manfred e altri provvedevano ad accendere il fuoco... Ma con le castagne è come con una buona birra tedesca: ci vuole il suo tempo per farle in maniera giusta. Per questo nell’attesa i nostri quattro cominciavano a disquisire sull’ingrediente-protagonista della giornata. «Ma... la castagna cos’è? Frutta? Verdura?» E così cominciava una discussione sulle castagne, che grazie a qualche grappino, diventava sempre più animata. E il risultato è questo: Le castagne sono da catalogarsi come frutta. Ce ne sono circa 20 varietà diverse , e non tutte sono commestibili. Le castagne più conosciute in Germania sono le castagne matte e quelle commestibili fra cui i marroni. Le castagne matte sono destinate al mangime per animali, per l’uomo non sono commestibili e se ingerite possono provocare nausea e vomito. Poi ci sono i marroni. Sono molto simili alle comuni castagne commestibili. Però: i marroni vengono coltivati in modo speciale così da essere più aromatici. Sono anche più grossi e rotondi rispetto alla comune castagna commestibile. Inoltre si sbucciano con maggior facilità, un vantaggio da non sottovalutare, come si nota sempre anche alla castagnata «dortmundese». Fra una girata e l’altra alle castagne, un altro punto impor-

tante della discussione dei nostri «esperti»... «Dove si trovano le castagne migliori? Al supermercato o al mercato?» La cosa migliore è andare a raccoglierle. Castagni se ne trovano nei parchi o nei boschi. Di solito una volta toccato il terreno gli esemplari maturi fuoriescono dal riccio. «Andar per castagne e raccoglierle... Quelle sono le più buone!», e su questo tutti d’accordo. E, se se ne trovano tante, che fare? Nessun problema: si conservano per un mese in frigorifero chiuse in un sacchetto per alimenti dove si siano praticati dei fori onde evitare che le castagne con l’umidità ammuffiscano. La discussione diventava sempre più vivace così da attirare all’esterno molti dei nostri partecipanti, attratti anche dalla bottiglia di grappa che continuava a fare il giro. E la discussione proseguiva con il dubbio: «Le

castagne, meglio arrostirle o meglio lessarle?» Su un punto tutti d’accordo: crude, no! Lessate in pentola coperte da acqua con una foglia di alloro o salvia o rosmarino, sviluppano tutto il loro tipico dolce aroma. Una volta cotte, con pazienza si sbucciano. Se si preferiscono arrostite allora con un buon coltellino si procede a praticare un taglio onde evitare che a contatto con il calore scoppino. Si distribuiscono quindi sulla placca del forno, qualcuno dice con la parte del taglio all’insù. Si fanno cuocere finché la buccia comincia ad aprirsi, quindi si fanno riposare un attimo in un contenitore coperte da un panno, il che dovrebbe facilitarne la sbucciatura. Nel frattempo fra una discussione e l’altra si era fatto già buio e le castagne erano giunte a cottura. Dato che la pioggia non smetteva, ci siamo ritrovati di

nuovo tutti insieme al calduccio nella stube e le domande se le castagne fossero frutta o verdura, dove comperarle e come cucinarle o come conservarle non interessavano più a nessuno. Le castagne erano squisite e questo era ciò che importava! Come di consuetudine nel momento di relativo silenzio, quello dove tutti sono impegnati nel taglio delle castagne, non è mancato il solito indovinello: «Quante castagne contiene il ...»? Naturalmente ogni anno il contenitore cambia: vaso di vetro, bottiglione, cesto, sacco, ecc. Il premio in palio di quest’anno: un panettone tipicamente trentino, cioè imbevuto di grappa di una nota distilleria di Rovereto. Quest’anno il fortunato vincitore è stato Thomas, un amico tedesco grande ammiratore del Trentino. Infatti fin da quand’era piccolo ogni anno ritorna in vacanza a Torbole, sempre presso lo stesso albergo dove ormai è di casa. Dopo tanti anni e frequentando corsi di lingua, parla e capisce bene la nostra lingua, ma non solo, si cimenta anche con il nostro dialetto. Infatti, mentre ci raccontava del suo legame con la nostra regione, tutto orgoglioso se n’è uscito all’improvviso con una parola in dialetto: «istess!», che la mamma di un suo amico di Trento gli aveva insegnato. Parola che gli ha valso un secondo battesimo, per noi d’ora in poi il simpatico Thomas si chiamerà: ISTESS! Walter Bau e Agnese Merotto Canal

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INTERSCAMBI LA TESTIMONIANZA DEI TRE RAGAZZI TRENTINI CHE HANNO OSPITATO I LORO COETANEI DISCENDENTI DI EMIGRATI

Grazie al «Progetto interscambi» il mondo è stato di casa sull’Altopiano di Brentonico Per l’edizione 2017 l’Altopiano di Brentonico ha risposto positivamente, come già in altre occasioni, alla proposta formulata dall’Ufficio Emigrazione della Provincia autonoma di Trento di partecipare al “Programma Interscambi Giovanili”, iniziativa culturale che da 19 anni offre la possibilità a giovani residenti in Trentino, in età compresa tra 18 e 35 anni, di ospitare per tre settimane dei coetanei provenienti da Paesi, anche extra-europei, dove sono tuttora presenti comunità di oriundi trentini e sog-

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utto è iniziato il primo aprile, quando un’email ci ha comunicato che eravamo stati ammessi al programma di interscambi giovanili promosso dalla Provincia Autonoma di Trento, assieme ad altri 19 ragazzi trentini. E non si trattava di un pesce d’aprile! Subito noi tre ci siamo messi in contatto e abbiamo iniziato a scambiarci pensieri, aspettative, timori riguardo a questa imminente esperienza. Non sapevamo cosa ci attendesse ed eravamo emozionatissimi all’idea di poter ospitare per tre settimane, durante il mese di luglio, un nostro coetaneo, proveniente da chissà quale Paese del mondo, che avrebbe intrapreso questo viaggio per riscoprire le sue origini trentine. Ci pareva dovessimo aspettare un eterno prima di conoscere i nostri partner, ma tra gli impegni di ognuno, gli incontri formativi, le email di aggiornamento, qualche messaggio attraverso i social, luglio è arrivato in un baleno. Così, da un giorno all’altro, le nostre famiglie si sono allargate

giornare all’estero, nell’anno successivo, presso i medesimi partner. In rappresentanza dell’ambito comunale di Brentonico ben tre giovani Patrick Andriollo, Chiara Zoller ed Assia Zoller hanno partecipato al progetto, ospitando rispettivamente Lucas Javier Scotto (Argentina), Francisco Moreno Cado (Messico), Martina Tadic (Bosnia Erzegovina) poi ritiratasi dopo una settimana per gravi motivi famigliari e sostituita da Lucas Rafaelli (Brasile). Inoltre, e questo è il “grande valore ag-

Arrivati come sconosciuti, ripartiti come fratelli e per tutti noi è veramente cominciata quest’avventura: Patrick ha ospitato Lucas, un ventenne argentino, della provincia di Cordoba, il cui bisnonno era nato a San Lorenzo in Banale a fine ‘800. Francisco, un ragazzo di 23 anni proveniente da Xalapa, i cui avi avevano lasciato Pomarolo dopo la Grande Guerra per raggiungere il Messico in cerca di fortuna, ha passato le tre settimane a San Giacomo, da Chiara. Infine Assia ha accolto Mar-

Patrick, Juan (Uruguay, ospite a Ronzo Chienis), Francisco, Lucas, Martina Tadic (Bosnia), Assia, Chiara ed Elena (partner di Juan).

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giunto di un territorio” durante il periodo di soggiorno l’Altopiano di Brentonico, attraverso il supporto sia dell’Amministrazione comunale che dell’associazionismo, ha offerto all’intero gruppo di partecipanti (22 giovani ospiti da 10 Paesi del mondo ed ai rispettivi 22 ospitanti residenti in diversi ambiti del Trentino) una speciale giornata dedicata alla visita di alcune realtà significative del territorio. In particolare desideriamo evidenziare la straordinaria collaborazione del Circolo

tina, una ragazza bosniaca di diciott’anni, discendente da una di quelle famiglie che, alla fine del XIX secolo, dopo una catastrofe naturale che aveva colpito il paese di Brez, situato in Val di Non, era stata mandata dall’Impero Austro-ungarico a Tuzla, in Bosnia, affinché si insediasse sul confine e fosse pronta a difenderlo nell’eventualità di un’avanzata ottomana. Sfortunatamente, a causa di problemi famigliari, Martina è dovuta tornare a casa. Per Assia sembrava che l’esperienza si concludesse in quel momento ma già il giorno seguente, Antonella Giordani, la responsabile e referente del progetto per l’Ufficio Emigrazione provinciale, le ha chiesto di ospitare un altro ragazzo che per una serie di motivi non si era trovato bene dalla famiglia trentina presso cui alloggiava. Quindi già da quella sera, Lucas, ventunenne brasiliano di Santa Catarina, con origini di Volano, era a Brentonico. Sin dal primo momento abbiamo trascorso le nostre giornate tutti e sei insieme, aiutandoci gli

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uni con gli altri nel caso di impegni lavorativi e non. Abbiamo portato i nostri compagni oriundi a passeggiare lungo i sentieri montani, abbiamo fatto scoprire loro i nostri bei laghi e fatto assaggiare le migliori pietanze italiane: la pizza Capricciosa, il tiramisù e lo sciroppo di sambuco hanno conquistato i loro (stomaci) cuori. Non potevamo poi lasciarli tornare a casa senza aver visitato le città di Trento con il Muse, Bolzano e Verona con tanto di rifornimento di fortuna grazie “a la teta de Julieta”. Ovviamente non potevano mancare le serate di festa rese memorabili dal fuoco latino dei ragazzi, durante le quali ci hanno insegnato a muoverci a ritmo di cumbia, salsa e musica balcanica. Le tre settimane sono state mol-

Assia Zoller e Lucas Rafaelli (Brasile).


INTERSCAMBI Patrick Andriollo, Chiara Zoller ed Assia Zoller hanno partecipato al progetto, ospitando rispettivamente Lucas Javier Scotto (Argentina), Francisco Moreno Cado (Messico), Martina Tadic (Bosnia Erzegovina) poi ritiratasi per motivi famigliari e sostituita da Lucas Rafaelli (Brasile)

di Crosano e del suo presidente Remi Andriollo, coadiuvato dalla gentile consorte signora Anna Maria Zane e dai soci Daniela Bersani, Marta Bonomi e Gilberto Brunori che si sono prodigati nell’offrire un delizioso pranzo, accompagnato da sorrisi e attenzioni che hanno letteralmente

coccolato gli ospiti che con gioia hanno espresso più volte la loro sensazione di “sentirsi a casa”. La programmazione della giornata, preparata con cura e coordinata da Francesco Bendetti, responsabile del Piano Giovani di Zona e dalla signora Rita Pedrotti, appassionata storica locale, ha coinvolto anche il signor Angelo Zeni che ha aperto

alla visita l’antico “Mulino Zeni “ condividendone peraltro il percorso storico ed attuale, attraverso una viva ed interessante testimonianza. Ringraziamo ognuno di loro per la calorosa accoglienza ricevuta in una giornata che rimarrà nella memoria e nel cuore di tutti coloro che hanno preso parte al “Programma interscambi giovanili edizioni 2017”! Antonella Giordani

«Ricorderemo per sempre questa esperienza, che ci ha arricchiti come mai nessuna! Ci auguriamo che tanti altri ragazzi dell’altopiano provino a partecipare a questo progetto e possano godere di questa splendida opportunità!»

Chiara Zoller con Francisco Moreno Cado (Messico)

to intense anche perché scandite da uscite sul territorio trentino, organizzate dall’associazione InCo, obbligatorie per i ragazzi ospitati e facoltative per noi trentini. Noi abbiamo partecipato a tutte le gite e in questo modo abbiamo potuto conoscere tutti i partecipanti al progetto: ragazzi provenienti da Argentina, Uruguay, Paraguay, Cile, Brasile, Colombia, Messico, USA, Australia e Bosnia. Così durante le visite al castello di San Michele di Ossana, il Museo dell’ape a Croviana, al caseificio sociale di Mezzano, al borgo di Rango, al castello di Stenico, al mulino delle Sorne di Brentonico, conversando e facendo amicizia con gli altri ragazzi, abbiamo avuto il piacere e soprattutto la fortuna di conoscere varie realtà del mondo pur rimanendo a casa nostra.

Uno dei momenti che ci ha permesso di creare una vera famiglia è stato il fine settimana che abbiamo passato sull’altopiano della Vigolana, in occasione della Festa Provinciale dell’Emigrazione. Durante quei tre giorni ci è stato dato alloggio presso la palestra di Vigolo Vattaro e, celebrando la ricorrenza, tra giochi di gruppo, uscite in paese, spettacoli e camminate abbiamo condiviso tanti bei momenti e conosciuto le attività delle due associazioni di riferimento del mondo dell’emigrazione Associazione Trentini nel Mondo e Unione delle Famiglie Trentine all’Estero che hanno le loro sedi a Trento e le diramazioni in vari Paesi del mondo. Per l’uscita finale di quest’esperienza, che è volata senza che nemmeno ce ne accorgessimo,

abbiamo visitato Venezia. È stata una giornata bellissima e, nonostante il caos della città invasa da turisti, siamo riusciti a spostarci in comitiva e a mostrare i particolari e unici scorci della laguna ai nostri amici. Ricorderemo per sempre questa esperienza, che ci ha arricchiti come mai nessuna! Ci auguriamo che tanti altri ragazzi dell’altopiano provino a partecipare a questo progetto e possano godere di questa splendida opportunità! E il bello è che quest’avventura non si è conclusa con la partenza dei nostri compagni perché adesso tocca a noi prendere il volo, raggiungerli, immergerci nella loro quotidianità e poter scoprire nuove realtà. Un grazie di cuore va all’Ufficio Emigrazione della Provincia e alla sua mitica referente Anto-

Il Presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi, Patrick Andriollo, e i senatori Fausto Longo e Franco Panizza alla «Festa dell’emigrazione Trentina».

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Patrick Andriollo Zane con Lucas Javier Scotto (Argentina)

nella Giordani, all’associazione InCo (interculturalità e comunicazione) e all’instancabile Sara Hussein, che ci ha accompagnati e sopportati per tutto il tempo. Grazie a Rita Pedrotti che ci ha obbligati a scrivere questo articolo! Scherziamo: che ci ha spronati e convinti ad iscriverci al progetto ed è stata sempre disponibile per darci una mano. Grazie a Francesco Bendetti e al Comune di Brentonico. Grazie al Circolo di Crosano per l’ospitalità e ad Angelo Zeni per averci aperto le porte del suo Mulino. Infine, grazie alle nostre famiglie, che ci hanno sostenuti, aiutati e si sono messe in gioco accogliendo a braccia aperte quattro ragazzi che sono arrivati come sconosciuti e se ne sono andati come fratelli! Patrick, Chiara, Assia 1 - 2018


REPORTAGE RE

Cartoline da

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orvolando il ter-ritorio urugua-yano nel tratto che dopo il volo transoceanico ci porta da San Paolo del Brasile a Montevideo, le prime immagini che appaiono ai nostri occhi sono quelle di un paesaggio ampio, verdissimo e pianeggiante, attraversato da strade sterrate e scarsamente popolato. In tutto gli abitanti sono 3,5 milioni e circa la metà vivono nella capitale e dintorni. La periferia della capitale vista dall’alto ci mostra abitazioni molto semplici e leggere, ciascuna con orto annesso e forse degli animali e mi corre alla mente «La felicità al potere», un recente libro sull’ex presidente Josè Pepe Mujica (in carica dal 2010 al 2015) che rifiutò il lusso del potere per vivere in una baracca di legno e latta con cani e galline, coltivando fiori e viaggiando su una vecchia auto in assoluta modestia. Atterriamo all’aeroporto Carrasco il 3 novembre poco dopo mezzogiorno. A darci il benvenuto ci sono il presidente del Circolo di Montevideo, Sergio Sartori, e Jorge Zas, segretario del Circolo e coordinatore dei Circoli della Trentini nel mondo in Uruguay, figura schiva ma fondamentale nell’organizzazione e sempre presente nei nostri spostamenti, È una splendida giornata di sole. La temperatura è vicina ai 25 gradi e si sente aria di bella stagione, perché tra poco arriverà l’estate in questa parte del mondo, anche se nei giorni precedenti – ci dicono – si era scatenato un putiferio atmosferico, che aveva

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preo preoccupato non poco Sergio Sa Sartori, che ha salutato il nostro arrivo come evento provvidenziale, coniando un generoso slogan che abbiamo subito annotato sul nostro taccuino: «quando scendono i trentini, sorge il sol». Il quartiere Carrasco che attraversiamo in pulmino è una zona residenziale, con ville immerse nel verde, dove risiedono gli ambasciatori e la classe ricca del paese. Poi costeggiamo la spiaggia, il porto turistico e appaiono i palazzi della città, i luoghi della globalizzazione come i centri commerciali e i fast food, accanto a piccoli negozietti di tutti i generi, tra cui anche artigiani come i calzolai e per le strade si incontrano anche i lustrascarpe o gli arrotini da noi ormai scomparsi. In poco tempo - raccogliendo immagini, sensazioni, informazioni – la curiosità aumenta insieme alla consapevolezza che in pochi giorni non sarà facile scoprire qual è il vero volto dell’Uruguay, un paese che ha vissuto all’inizio del Novecento una stagione di prosperità e di sviluppo sociale, che nella seconda metà del secolo scorso ha conosciuto la dittatura e che solo dalla metà degli anni Ottanta ha intrapreso - come altri paesi del Sudamerica - la via della democrazia.

Cronaca della trasferta, organizzata dalla Trentini nel mondo, che dal 2 al 9 novembre ha avuto come protagonisti il gruppo trentino Abies alba e due coppie di ballerini del Gruppo Folk di Castello Tesino

QUATTRO MUSICISTI E QUATTRO BALLERINI

La pattuglia dei trentini in missione è composta da otto persone, quattro musicisti del gruppo Abies alba (Franco, Maurizio, Nicola e Mauro) e due coppie di ballerini del Gruppo Folk di Castello Tesino (Manuel, Tiziana, Sirio e Gabriella). La collaborazione - tra due entità che si occupano da tempo di cultura tradizionale - è nata molti anni fa (addirittura nel secolo scorso, più precisamente nel 1998) con uno spettacolo dedicato alla «paris», un’antica danza di coppia trentina ed ora viene rinverdita per questo viaggio in Uruguay. Il primo impegno del programma è all’interno di una cerimonia

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organizzata dall’Ambasciata italiana per ricordare i caduti di tutte le guerre. L’appuntamento è alle 18 davanti al monumento ai Caduti, eretto nell’area antistante l’Ospedale italiano di Montevideo, su Bulevar Artigas, in una zona centrale della capitale. Siamo sbarcati in Uruguay da appena cinque ore e alla presenza dell’Ambasciatore Gianni Piccato e delle autorità civili e militari partecipiamo alla messa suonando alcune musiche evocative: un brano di cornamusa, che racconta dell’addio di un padre alle figlie mentre parte per la guerra, un altro brano composto dal gruppo Abies alba («Aurora») dall’andamento lento e struggente e un dolente canto sulle luttuose battaglie della Prima Guerra Mondiale.


REPORTAGE

all’Uruguay L’iniziativa è stata realizzata con il sostegno della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale

La sera, accompagnati dal Presidente del Circolo Sergio Sartori, affrontiamo con entusiasmo la nostra prima cena a base di carne in una trattoria popolare sull’Avenida Rivera. Il giorno successivo la partenza per Carmelo è fissata alle 6.30 e quindi - complice la stanchezza del lungo viaggio aereo - rientriamo presto al nostro albergo, abbandonando l’idea di una notte di ballo latino vagheggiata da una delle nostre «etoile». Per arrivare a Carmelo, dove si terrà il «Terzo incontro nazionale dei Circoli trentini dell’Uruguay», ci sono circa 250 chilometri che percorriamo in pullman assieme ai soci del Circolo in una splendida mattinata di sole. Ci fermiamo per una colazione

alla locanda Don Juan a Nueva Helvecia, una colonia di orgine svizzera, un paesello dai ritmi tranquilli dove i motociclisti girano tutti senza casco e ci capita di vedere un’intera famigliola di cinque persone viaggiare in perfetto equilibrio, abbarbicata su un esile veicolo a due ruote, sfidando non solo il codice della strada ma anche la fisica e la nostra stessa immaginazione. Una scena incancellabile dalla memoria. UNA BELLISSIMA SALA PROVE ALL’APERTO

A Carmelo sulla strada che porta al ristorante dove è previsto il pranzo con tutti i partecipanti all’incontro dei Circoli trentini, ci imbattiamo in una scuola di

musica, ospitata nella «Casa della Cultura» in una struttura deliziosa con un ampio patio centrale. Si stanno svolgendo delle prove musicali con persone di tutte le età: ci dicono che sono lezioni gratuite offerte a tutti coloro che amano la musica. Noi siamo proprio alla ricerca di uno spazio adeguato per fare un piccolo ripasso dello spettacolo che faremo in serata e la nostra richiesta di poter utilizzare il cortile interno non appena sarà terminata la lezione viene accolta con entusiasmo. Non ci sembra vero, il posto è veramente incantevole, e la nostra prova suscita anche l’interesse dei ragazzi, alcuni dei quali ascoltano con attenzione le nostre musiche e seguono con curiosità le danze. Un’altra bella sorpresa sono i bambini del gruppo di danza curato da Evelina Molinari, che fanno una piccola esibizione alla fine dei lavori dell’«Incontro dei Circoli trentini». Un’esibizione molto gradita e divertente che riesce ad esprimere un entusiasmo contagioso da parte di tutti i ragazzi partecipanti. Per il concerto serale è previsto che i nostri strumenti siano am-

plificati: una scelta azzeccata che ci ha consentito di far apprezzare al meglio il repertorio musicale ma anche di poter illustrare e raccontare i vari brani creando una più forte comunicazione con il pubblico, molto attento ed entusiasta La forza estetica dei costumi del Gruppo folk di Castello Tesino, tra i più belli della tradizione trentina, e le coreografie dei balli antichi, ha trasformato la serata in un momento culturale veramente prezioso e ricco di spunti per tutti i presenti. Riposti gli strumenti, la serata è piena di chiacchiere, racconti e fotografie: ci rimane in sospeso da quella sera, il progetto di una gita in barca a pescare nel Rio de la Plata con Alfiero Vivaldelli, un vispo ottantenne originario dell’Alto Garda, che parla in perfetto dialetto trentino perché in Uruguay c’è arrivato a tredici anni. IN VISITA A CARMELO E AI SUOI DINTORNI

Il giorno seguente prima di ripartire visitiamo la sede della Società italiana di Carmelo «Vittorio Emanuele II» fondata nel 1872, accompagnati dalla presidente del circolo di Carmelo, Teresa Gazza, dove il «Coro Stella Alpina» del Circolo di Montevideo si esibisce in alcuni canti, improvvisati appositamente per la comitiva. La sera prima, nel Santuario del Carmen, il Coro del Circolo di Montevideo e quello del Circolo trentino di Carmelo avevano tenuto un concerto insieme. Lasciata Carmelo, la prima tappa è presso la «Cantina Almacen de la Capilla A. Cordano», una  CONTINUA A PAG. 22

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 CONTINUA DA PAG. 21 piccola azienda artigianale immersa in un verdissimo paesaggio pianeggiante, un paradiso per chi ama andare a cavallo. La famiglia Cordano ci riporta alle origini di Pepe Mujica, basco dal versante paterno e italiano dal versante materno, in quanto la madre Lucila Isabel Cordano era originaria di un paesino dell’entroterra ligure vicino a Rapallo. Il pranzo è stato organizzato in un ristorante ricavato nella sede della «Asociacion Italo Uruguaya – Progenie d’Italia», che, come si può leggere in una scritta sulla facciata dell’edificio, era stata fondata il 7 giugno 1936. Qui abbiamo l’opportunità di scambiare due chiacchiere con Laura

Vera Righi, Consultrice della Provincia Autonoma di Trento per l’Uruguay. SI TORNA A MONTEVIDEO PASSANDO PER COLONIA

Nel pomeriggio riprendiamo la strada in direzione di Colonia del Sacramento, dove ci aspetta una visita guidata nella parte antica della città, che fu contesa tra portoghesi e spagnoli, le cui vestigia sono patrimonio UNESCO. Siamo a 45 km in linea d’aria dal Buenos Aires (all’orizzonte si vede lo skyline dei grattacieli della capitale argentina), nella parte alta del grande estuario del Rio de la Plata, dove si mischiano le acque dolci del fiume Uruguay e quelle salate dell’Oceano Atlan-

tico. Il clima temperato favorisce una vegetazione colorata come il «ceibo», un albero con caratteristici fiori rossi o la «jacaranda» con fiori di colorazione lilla. Dal momento che il nostro gruppo prende il nome dall’abete bianco (Abies alba è la sua denominazione scientifica) decidiamo di abbarbicarci su un albero per tentare un esperimento botanico: un innesto di abete bianco su ceibo, immortalato in una foto (qui sopra a destra). In una delle antiche case lungo la suggestiva via «Calle de los suspiros», abbiamo la possibilità di assaggiare la grappa di Tannat, il vitigno tipico dell’Uruguay, prodotta dalla Cantina Bernardi, la famiglia alla quale appartiene anche la presidente del Circolo

trentino di Colonia del Sacramento, Maria Bernardi. Il programma della trasferta prevede che la giornata di lunedì sia dedicata a scoprire la città di Montevideo, in completa libertà al mattino e con una visita guidata offerta dal Circolo trentino nel pomeriggio. La proposta di noleggiare delle biciclette per percorrere lo sterminato «lungofiume» intravvisto all’arrivo dall’aeroporto viene subito accolta e ci lanciamo con l’entusiasmo dei bambini per le immense Rambla che si susseguono per chilometri, sperimentando un senso di libertà ineguagliabile, fino ad arrivare quasi in prossimità del porto e della città vecchia, da dove facciamo marcia indietro, per ritrovarci tutti con Gisella,

LE «IMPRESSIONI DI VIAGGIO» RIPORTATE DAI QUATTRO COMPONENTI DEL GRUPPO FOLKLORISTICO DI CASTELLO TESINO

È stata un’esperienza davvero indimenticabile L ’accoglienza è sempre stata festosa in ogni luogo, con la presenza di molte autorità, alle quali abbiamo lasciato la stampa creata nel 2008 dalle stamperie Tassotti, eredi diretti dei leggendari Remondini di Bassano del Grappa intitolata “ Scene di ballo e corteggiamento”, realizzata in occasione dell’ 80° anniversario dalla fondazione del nostro gruppo, la quale racchiude una sintesi della storia epica dei venditori ambulanti Tesini e della cultura “cosmopolita” che il Gruppo Folk ancora preserva. Fra i tanti incontri, tutti belli, vogliamo ricordare quello con Alfiero Vivaldelli, 82 anni, cuore alpino, originario di Varone di Riva, emigrato in Uruguay a soli 13 anni. Ci ha resi partecipi di tante storie belle ma anche dolorose, raccontandoci le difficoltà che ogni persona deve 1 - 2018

affrontare quando si trasferisce in un altro Paese. Ha lavorato molto quando era giovane e questo gli ha permesso di farsi voler bene, guadagnare soldi e condurre una vita serena. Il prossimo maggio ci verrà a trovare a Trento in occasione dell’adunata degli alpini. “Grazie per averci portato il nostro bellissimo Trentino in Uruguay… una serata veramente

bella, piena di ricordi ed emozioni”... così ci disse una signora finito uno spettacolo, lasciandoci increduli ed inconsapevoli di quanto potevamo trasmettere. Come non ricordare Sergio Sartori, originario di Telve Valsugana, presidente del Circolo Trentino di Montevideo. Non dimenticheremo mai i suoi occhi lucidi, carichi di emozione,

quando tutti insieme tenendoci per mano, accompagnati dalle note degli Abies Alba, cantavamo tutti insieme “Merica Merica”, rivelandoci quanto è ancora forte il loro attaccamento per la loro terra d’origine. E poi il nostro amico Liber Noria Fulcheri, che ci ha fatto conoscere e gustare “El Mate”, la tradizionale bevanda dell’Uruguay che si beve in qualsiasi momento e in qualunque posto. Che dire, un’esperienza con i trentini dell’Uruguay davvero indimenticabile, dove musica e danza sono linguaggi universali capaci di creare legami unici e speciali. Strumenti in grado di unire anche chi, distante migliaia di chilometri, trova nel ballo un modo per esprimere se stesso, le proprie tradizioni e la propria cultura. Gabriella, Manuel, Sirio, Tiziana

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REPORTAGE LA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO DELLA SCUOLA ITALIANA

«Ci avete scaldato il cuore» «Il Consiglio direttivo della Scuola Italiana di Montevideo ringrazia vivamente i gruppi folkloristici Abies alba e Castello Tesino per la meravigliosa esibizione che si è tenuta presso la nostra Istituzione. Ci avete scaldato il cuore, ci avete fatto rivivere le nostre tradizioni, ma soprattutto avete dato la possibilità ai nostri alunni di conoscere attraverso la musica e i balli del

partendo da piazza Indipendenza dove ammiriamo il Palazzo Salvo (1928) e la sede del Presidente, ma la passeggiata nella zona storica pedonale è solo un assaggio per carenza di tempo e ci rimangono ancora molte cose da scoprire. NELLA SEDE DEL CIRCOLO E ALLA SCUOLA ITALIANA

la nostra guida per la visita della città. Montevideo (letteralmente. Monte VI De Este a Oeste, cioè «Il sesto monte da est ad ovest») è una città piena di verde, con grandi parchi popolati di persone che fanno attività sportiva di gruppo o si rilassano con il mate, la pratica di bere l’infuso così diffusa da assurgere ad autentico rito identitario. Ci sono molte opere d’arte open air, le più importanti sono legate all’emigrazione e alla colonizzazione del territorio, ma una in particolare va ricordata per il suo autore, lo scultore di origini trentine Edmundo Prati e per il soggetto, una famiglia Guaranì, il popolo indigeno praticamente sterminato (foto a fianco). Entriamo nella città vecchia,

La giornata di lunedì si conclude presso la sede del Circolo di Montevideo, uno spazio molto accogliente e attrezzato, dove è stata preparata una gustosa cena, p con la presenza anche di ospiti ntoistituzionali tra cui Antonella Vallati, Capo della Cancelleria Consolare Ambasciata d’Italia a Montevideo e Italo Monetti, segretario della SIM, Scuola Italiana dii etta Montevideo. Ci aspetta oruna graditissima soriene presa: ad ognuno viene egalo consegnata come regalo una tazza con le nostre ffoto e la data della trasferta. La serata si trasforma in una bella festa con tanta musica, molte canzoni e un finale scoppiettante nel segno delle danze popolari, con molti dei presenti che si sono lasciati trascinare in

pista dalle polche, dalle mazurche e soprattutto da una lunga suite di valzer di montagna con cui la serata si è chiusa in bellezza. L’ultimo impegno musicale è fissato per martedì 7 novembre alla SIM, Scuola Italiana di Montevideo, dove a darci il benvenuto è Italo Monetti (quinto da destra nella foto sotto), conosciuto la sera prima. L scuola è un La co college ospitato in una struttura s di stile neoclassico ccon grandi spaanc all’aperto zi anche edd è un’istituzione riconosciuta anche dal nostro paese, nella quale era stato in visita da poco il presidente Mattarella. La direzione della scuola (anche con una lettera inviata nei giorni seguenti) esprime un

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Trentino parte della nostra cultura». Questo il testo della lettera inviata dalla Scuola Italiana di Montevideo a firma della presidente Gabriella Benini e del segretario, Italo Monetti. grande interesse per il nostro intervento e questo ci lusinga perché esprime il riconoscimento del valore culturale di quanto proponiamo, mentre talvolta parlare di folk o di tradizioni sembra relegarci in una dimensione di marginalità. Prima del concerto incontriamo il prof, Roberto Brezzo, rettore dell’Universidad de la Empresa di Montevideo e Alessandro Costa, primo segretario dell’Ambasciata italiana di Montevideo (quarto da sinistra nella foto), che poi siederanno in prima fila durante il concerto. Davanti ad un’aula magna gremita di studenti molto disciplinati, riusciamo a trasformare lo spettacolo in una informale lezione di cultura popolare. Un bel momento che chiude di fatto la nostra intensa permanenza in Uruguay che consolida i rapporti tra Abies alba, Gruppo folk di Castello Tesino e il mondo dell’emigrazione trentina. Mauro Odorizzi

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MODULO DI PARTECIPAZIONE Il Signor _______________________________________________________________________ Residente a ____________________________________________________________________ Stato _________________________________________________________________________ Associazione ___________________________________________________________________ Telefono____________________________ Email _____________________________________ Accompagnatori: ______________________________________________________________________________ ______________________________________________________________________________ Intende partecipare al Primo Raduno internazionale degli arrotini, che si terrà a Spiazzo il 30 giugno e 1° luglio 2018 Pasti* sabato 30 giugno 2018 pranzo n° cena n° domenica 1° luglio 2018 pranzo n° Pernottamenti Hotel **** Euro 50,00 pernottamento e prima colazione Hotel *** Euro 35,00 pernottamento e prima colazione N° singole ___ N° doppie ____ *I pasti verranno offerti dall’organizzazione a massimo due membri per famiglia di arrotino.

_____________________________________________________________________________ Da inoltrare a Centro Studi Judicaria, Viale Dante 46 – 38079 Tione di Trento – Italia Fax. 0465.322624 Email: centrostudi@judicaria.it


Foto di Lorenzo Zancanella


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