Mensile dell'Associazione Trentini nel Mondo del mese di gennaio 2019

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

1/2019

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 62°

01 memoria Merlin» la sua biblioteca con oltre mille libri Il Circolo di Bento Gonçalves (Brasile) ha donato alla «Casa della e riviste. 1- 2019


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 5 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 2 circolo Londra, Trentini UK-Irlanda Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

61 circoli

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it 02 1- 2019

Venezuela Caracas

Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) - 1 circolo


EDITORIALE SOMMARIO Pagina 2 AGENDA Pagina 3 GIOVANI Pagina 4 60 ANNI D’EUROPA Pagine 5-6 ATTUALITÀ Pagine 7-11 GENTE E FATTI Pagine 12-13 UNIVERSITÀ DI TRENTO Pagine 14-19 CIRCOLI (Stoccarda, Charleroi, Montevideo, Rodeio, Florianopolis, Bento Gonçalves, Colonia Manuel Gonzalez) Pagina 20 LI RICORDIAMO COSÌ Pagina 21 EDITORIA Pagine 22 - 23 DALL’ITALIA Pagina 24 ELEZIONI EUROPEE 2019

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, A. Degaudenz, M. Fia, B. Fronza, L. Imperadori, H. La Nave, E. Lenzi, A. Maistri, G. Michelon, P. P. Mini, F. Pisoni, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, M. Setti, P. Svaldi, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco - A. Panizza Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa: Euro 20,00; Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 1 GENNAIO 2019 Stampato il 26 FEBBRAIO 2019 Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.

IL 2019 NON SARÀ UN ANNO FACILE PER NESSUNO E TANTO MENO PER IL VOLONTARIATO

Lo spirito «orchestrale» della nostra associazione

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l 2019 è iniziato da poco e, come è consuetudine nel momento di passaggio tra un anno e l’altro, si fanno necessariamente due cose: una riflessione sul recente passato ed un ragionamento sul prossimo futuro. Anche la Trentini nel Mondo ovviamente non sfugge a questa regola e se un bilancio consuntivo è stato predisposto già a fine 2018, adesso è arrivato il momento di programmare le prossime mosse. E questa è la parte forse più complicata. Infatti, se è importante continuare a svolgere le molteplici attività avviate, è anche indispensabile occuparsi dei cambiamenti sempre più veloci e spesso imprevedibili, che stanno trasformando gli assetti mondiali. In verità, di avvenimenti difficilmente prevedibili ne sono accaduti a bizzeffe: basti pensare alle catastrofi naturali che hanno sconvolto popoli e territori un po’ ovunque e agli scossoni socio/politici ancora di difficile interpretazione, ma che stanno mutando profondamente i rapporti tra le persone e gli assetti del mondo. In questo contesto, pur non avendo la presunzione di poter intervenire tangibilmente su problemi di così vasta universalità, la Trentini nel Mondo - nel suo piccolo - si sente comunque in dovere di mantenere e difendere una linea di continuità che si basa sui principi fondamentali della solidarietà, del rispetto delle persone e della difesa di una convivenza civile, così come ha sempre fatto. Questo 2019 non sarà comunque un anno facile per nessuno e tanto meno lo sarà per l’Associazionismo ed il Volontariato che, con il passare degli anni, risultano sempre meno considerati e sempre più intrappolati da vincoli di ogni tipo. A questo proposito c’è da sottolineare come la Trentini nel Mondo abbia appena messo mano ad alcune normative inerenti il campo della privacy e dell’anticorruzione, così come impone la legge europea ed ora

La Trentini nel mondo possiede grandi potenzialità che potranno esprimersi appieno solo attraverso un costante aggiornamento e puntando sullo scambio reciproco di conoscenze ed esperienze maturate dai trentini nel mondo

Un momento dell’assemblea annuale che si è tenuta nel 2018.

debba affrontare le gravose problematiche legate all’entrata in vigore della legge che trasforma sostanzialmente l’ambito del Terzo Settore. In primo luogo ci sarà da fare il cambio dello status di ONLUS (di cui è prevista l’abolizione) con un diverso ordinamento che ci consenta comunque di proseguire nel nostro lavoro che, non dobbiamo dimenticare, si svolge in gran parte in ambito internazionale. La conseguenza più immediata di questo cambio sarà poi quella di stendere un nuovo Statuto che sappia coniugare le nuove norme con le esigenze dell’Associazione, che opera nel sempre più complesso ambito dell’emigrazione. Ci spetta dunque un lavoro difficile e delicato che, però, offre l’opportunità di effettuare quelle variazioni necessarie ed utili per rendere sempre più chiara la nostra mission e stabilire rapporti sempre più efficienti con le Istituzioni e gli Enti pubblici e privati con i quali collaboriamo. L’Associazione infatti possiede grandi potenzialità che potranno esprimersi appieno solo attraver-

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so un costante aggiornamento e puntando sullo scambio reciproco di conoscenze ed esperienze maturate dai trentini nel mondo. In quest’ottica, ad esempio, si deve leggere la recente modifica allo Statuto che consente ai Circoli Trentini di farsi Soci a tutti gli effetti e rappresentare così, in modo attivo e consapevole, la Trentini nel Mondo sul territorio. Si tratta di un ulteriore passo avanti verso la realizzazione di una rete diffusa ed unitaria che, attraverso i diversi punti nodali rappresentati dai vari Circoli Soci, può favorire lo sviluppo e la crescita dell’intera Comunità Trentina. In sostanza la Trentini nel Mondo così strutturata può essere paragonata ad una grande orchestra dove ogni singolo strumentista (in particolare il Circolo Socio) è un valido ed autonomo musicista che però, quando suona assieme agli altri orchestrali, sprigiona una sinfonia così maestosa ed armoniosa da coinvolgere il cuore e la mente di chiunque ascolti. Alberto Tafner 1- 2019


AGENDA

Toni Ricciardi ospite in sede per presentare «Breve storia dell’emigrazione italiana in Svizzera»

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n fatto di migrazione, la Svizzera rappresenta un caso emblematico e, insieme, un modello ricco di paradossi: è stato questo il filo conduttore dell’incontro che si è svolto sabato 9 febbraio nella sala «Rino Zandonai» presso la sede della Trentini nel mondo a Trento, quando è stato presentato il libro «Breve storia dell’emigrazione italiana in Svizzera» (Donzelli Editore), alla presenza dell’autore, Toni Ricciardi, storico delle migrazioni presso l’Università di Ginevra. L’incontro è stato aperto dal saluto del presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner, che ha poi passato la parola a Maurizio Tomasi, direttore del perodico dell’Associazione. Nell’introdurre l’ospite, al quale ha poi rivolto una serie di domande sul libro, ha ricordato come sia stata proprio la Svizzera uno dei paesi nei quali la Trentini nel mondo è stata impegnata fin dalla sua fondazione.

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ripresa di una nuova mobilità italiana: alle professioni specializzate si è unito il crescente numero di frontalieri e di chi è alla ricerca di un lavoro qualsiasi. Il rischio è

Tra i paradossi citati da Ricciardi, che ha risposto alle domande poste da quello che nel 2014, quando per una manciata di voti passò l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, la Svizzera espresse anche la nazionale più cosmopolita del Mondiale di calcio in Brasile. La Svizzera è il paese europeo che nel secolo scorso ha conosciuto il tasso d’immigrazione più alto del continente, assorbendo quasi la metà dell’emigrazione italiana del secondo dopoguerra. In settant’anni ha raddoppiato la sua popolazione, passando da quattro milioni agli oltre otto odierni, e la migrazione è al centro del dibattito da sempre. Ancora oggi, quella in Svizzera è la terza comunità italiana nel mondo. La Svizzera è l’unico paese al mondo, oltre all’Italia, in cui l’italiano è lingua ufficiale. E l’italianità, pur tra alti e bassi, è riconosciuta, ricercata, apprezzata. Da un decennio si registra la

che si ripropongano le questioni di un passato ricco di suggestioni e contraddizioni, che fanno della migrazione italiana in Svizzera un unicum senza precedenti.

L’AUTORE. Toni Ricciardi è storico delle migrazioni presso l’Università di Ginevra. Condirettore della collana «Gegenwart und GeschichtePrésent et Histoire» (Seismo), è tra i coautori del «Rapporto italiani nel mondo» della Fondazione Migrantes, del primo «Dizionario enciclopedico delle migrazioni italiane nel mondo» (Ser, 2014) e membro del comitato editoriale di «Studi Emigrazione». Ha scritto, tra l’altro, «Associazionismo ed emigrazione. Storia delle Colonie Libere e degli Italiani in Svizzera» (Laterza, 2013) e «L’imperialismo europeo» (Corriere della Sera, 2016). Per i tipi di Donzelli ha pubblicato «Morire a Mattmark. L’ultima tragedia dell’emigrazione italiana» (2015, Premio «La valigia di cartone 2015») e «Marcinelle, 1956. Quando la vita valeva meno del carbone» (2016).

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GIOVANI IL 21 FEBBRAIO SI È SVOLTO A ROMA UN SEMINARIO CHE HA PRESO IN ESAME ALCUNI RILEVANTI TEMI DEL FENOMENO

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i è tenuto il 21 febbraio, nella Sala Nilde Iotti della Camera dei deputati, un seminario dal titolo «Giovani italiani all’estero. Rientro. Popolamento. Solidarietà». Tanti i presenti, soprattutto i rappresentanti del governo ed eletti all’estero di quasi tutti gli schieramenti politici, intervenuti nonostante fosse giornata di voto in aula. A moderare l’evento, Gianni Lattanzio, che leggendo una lettera all’inizio ha portato i saluti di Fucsia Nissoli (FI), tra i promotori di questo seminario, trattenuta in Nord America (circoscrizione in cui è stata eletta) per un imprevisto. Nell’introduzione si è parlato della necessità di creare le condizioni in Italia per un rientro di quanti partiti per l’estero. Fare, in poche parole, dell’Italia un paese attrattivo. Per ogni giovane partito, infatti, il nostro Paese riscontra un danno economico non da poco, calcolato in 90 mila euro per un diplomato, tra i 150 e 170 mila euro per un laureato, fino a 228 mila euro per un dottorando. «L’immigrazione di ritorno - ha detto Maddalena Tirabassi, direttrice del Centro Studi Altreitalie, - è un argomento ancora poco studiato. Certamente - ha proseguito - la sprovincializzazione dell’Italia grazie a programmi scolastici e universitari come l’Erasmus negli ultimi decenni è un dato positivo, ma occorre gettare le basi perché la circolarità delle partenze diventi un fatto concreto». Di “generazione Esodo”, in contrapposizione all’abusato “generazione Erasmus” ha parlato Massimo Ungaro (PD): «Stiamo tornando ai livelli degli anni Settanta», ha affermato con riferimento al fenomeno migratorio. «A Londra - ha raccontato in base alla sua esperienza di-

Giovani italiani all’estero, «generazione esodo»?

retta - arrivavano oltre duemila ragazzi e ragazze ogni mese, al netto delle partenze. Si cercano opportunità, lavoro, meritocrazia. Troppo spesso in Italia ci si basa per il merito sulle conoscenze. Noi siamo il Paese con la più bassa mobilità sociale e questo è un tema gigantesco cui la politica deve rispondere. Investiamo pochissimo nell’Università. Ci scaviamo la fossa con le nostre mani». Dopo il saluto di Simone Billi (Lega), si è registrato l’intervento di Riccardo Giumelli (Università di Verona), che ha parlato della differenza tra i giovani sulla soglia dei trent’anni e i cosiddetti “millenials”. Se i primi hanno più remore a partire, un po’ per

senso di colpa, un po’ per l’affetto che li lega alle proprie radici, i millenials, ovvero i giovani che si affacciano oggi al mondo universitario, sono più smaliziati. Lieta per questo confronto bipartisan si è detta Laura Garavini (PD). «Se da una parte sono lieta di questa crescente attenzione verso il tema della nuova migrazione - ha detto la senatrice - dall’altra non posso che rammaricarmi, perché questo significa che il fenomeno ha raggiunto livelli davvero preoccupanti». Anche Garavini sostituisce il termine “mobilità” con “emorragia”, «che rischia di lasciare interi territori deserti. Non solo al Sud, ma anche in molte zone del Nord e sull’Appennino». Per

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questo «sono necessari interventi alla base, per creare le condizioni necessario affinché chi è partito possa anche ritornare». Il Direttore Generale per gli italiani nel mondo, Luigi Maria Vignali è intervenuto parlando della situazione della nostra rete diplomatica, che nonostante negli ultimi 5 anni abbia visto il suo organico ridotto di 600 unità, negli ultimi due anni è riuscita, non senza sforzi e sacrifici, a far registrare un +16% nelle pratiche di rilascio dei passaporti. «La legge sul rilascio della cittadinanza italiana - ha spiegato - è tra le più generose al mondo. Questo genera un flusso di domande assai ampio, cui non è facile dare risposta se non si potenzia la rete consolare e quella dei comuni. L’età media dei funzionari del MAECI, poi, è di 55 anni. Persone che non hanno grande dimestichezza con i social e con le nuove tecnologie». Le conclusioni sono state poi affidate a Fabio Porta (PD): «La nostra idea - ha detto - è quella di dare impulso a realtà che avrebbero bisogno di risposte più rapide rispetto a quelle offerte dalla politica, dal mondo istituzionale, dalla burocrazia. Non vogliamo sostituirci né al Parlamento né al CGIE, ma vogliamo aiutare a snellire certe procedure». «Il tema del rientro dei giovani italiani all’estero - ha concluso Porta - ha una valenza politica, culturale e amministrativa. Siamo il Paese europeo più vecchio con l’esigenza di rinnovarsi attraverso le nuove generazioni, ma siamo anche quello che mette più impedimenti ai giovani che arrivano dall’estero. Per questo, volta per volta, le proposte che verranno dai nostri tavoli saranno proposte agli interlocutori istituzionali competenti». (gianluca zanella\aise)

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60 ANNI D’EUROPA LA «CREATURA» NATA DOPO LA 2A GUERRA MONDIALE HA MOLTI DIFETTI E ZOPPICA MA VIVE E HA VOGLIA DI VIVERE

Una nuova alba per l’Europa I n un articolo pubblicato l’8 maggio 1916 su «Vossische Zeitung« (1721-1934) dal titolo «Der Turm zu Babel» (La Torre di Babele), Stefan Zweig scriveva: «Questo è il terrificante momento del nostro oggi. La nuova Torre di Babele, il grande monumento all’unità spirituale d’Europa, è andata in rovina, i costruttori si sono smarriti. Esistono ancora i suoi merli, ancora si ergono sopra il mondo confuso i suoi conci invisibili, tuttavia, senza un sforzo comune, manutentore e perseverante, essa cadrà in oblio». Erano i giorni del primo conflitto mondiale e il mondo in cui Zweig aveva creduto, stava andando in frantumi. Nella prefazione a «Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo», il grande scrittore austriaco descriveva il proprio sconforto per lo scoppio della grande guerra nel 1914: «Inerme e impotente, dovetti essere testimone della inconcepibile ricaduta dell’umanità in una barbarie che si riteneva da tempo obliata e che risorgeva invece col suo potente e programmatico dogma dell’antiumanità». Oggi, l’Europa, se escludiamo le tristi vicende che hanno caratterizzato l’implosione della Jugoslavia di Tito, beneficia di settant’anni di pace e di sostanziale prosperità. E questo lo si deve a ciò che la Comunità Economica Europea prima e all’Unione Europea poi, assieme ai loro popoli e ai loro leader, hanno saputo costruire con tenacia, giorno per giorno. Certo, la creatura che ne è emersa ha molti difetti, zoppica, ma vive e ha voglia di vivere. Se vogliamo rifarci alla torre di Zweig, è una torre con molte fessure, sottoposta com’è agli attacchi di tanti che non le vogliono bene e l’accusano di essere la fonte di tutti i mali che hanno colpito i nostri Paesi. Crisi economica, globalizzazione, crisi migratoria? È l’Europa, sono l’euro e le politiche europee che hanno impoverito i cittadini europei, salvato le banche, aperto le porte ai migranti. È l’Europa che ha tolto la sovranità ai nostri Paesi, che ha aperto i confini, che ci impedisce di essere padroni a casa nostra. Questa è la litania degli eu1- 2019

Coloro che l’accusano di essere la fonte di tutti i mali che hanno colpito i nostri Paesi - crisi economica, globalizzazione, migranti dimenticano deliberatamente i benefici dell’integrazione europea, la ritrovata concordia fra i popoli, la libertà di muoversi, di studiare, lavorare, di conoscersi meglio senza le chiusure e gli impedimenti del passato

roscettici, dei sovranisti e degli ignoranti. Che deliberatamente dimenticano i benefici dell’integrazione europea, la ritrovata concordia fra i nostri popoli, la libertà di muoverci, di studiare, lavorare, di conoscerci meglio senza le chiusure e gli impedimenti del passato. Ma questi discorsi non scaldano le persone, il popolo ha bisogno di demagoghi che lo incitino verso qualche nemico. E siccome non è facile individuare chi è il nemico nella crisi che stiamo attraversando perché questo esercizio implica informazione corretta, conoscenza di fatti, persone, decisioni, il nemico è l’Europa dei burocrati, sono i migranti che vengono a togliere il lavoro agli italiani, a minacciare le nostre donne, a prendersi le nostre case. Questo, purtroppo, è il vocabolario della politica che oggi ci governa, questa la visione riproposta quotidianamente con una violenza e una volgarità spesso inaudite attraverso quel potente strumento di comunicazione che sono i social. Oggi, fare pratica di umanità, di accoglienza, di ascolto e di

rispetto reciproci viene considerata, quasi con disprezzo, buonismo. Eppure tante persone, tanti gruppi, tante associazioni, quotidianamente, hanno il coraggio di disobbedire alla volgarità, di dire basta all’esclusione e al razzismo. Ne è riprova la manifestazione pacifica di tanti cittadini trentini, assieme a tanti migranti, che, domenica 3 febbraio, hanno manifestato in Via Belenzani davanti al Municipio di Trento. Lunedì 14 gennaio, presso la Chiesa di Cristo Re, tantissime persone si sono strette ai famigliari e a Luana per fare memoria di Antonio Megalizzi nel trigesimo della sua morte. Il Vescovo Lauro, ricordando l’impegno e la passione di Antonio per l’Europa, per un’Europa che deve rinnovarsi, ha invitato ad abitare le parole che si pronunciano, abitarle con espressioni della ragione che attraversano il cuore e diventano, appunto, parole di dialogo, di condivisione, di perdono. L’Europa ha bisogno di tornare a sognare con i suoi popoli, con il popolo europeo dei suoi giovani che in Europa si sentono a casa perché vi possono studiare, amare, lavorare. Un popolo,

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un’Europa che non ha sogni è un popolo senza futuro, sono sempre le parole di don Lauro. Proprio il giorno prima della celebrazione del trigesimo di Antonio, il quotidiano «la repubblica» riportava un notizia incoraggiante di quella che è la più bella Europa oggi. La notizia riportata dal quotidiano con il titolo “ Alla messa infinita per salvare i rifugiati. Questa è l’Europa”, si riferiva alla famiglia Tamrazyam, 5 persone, che ha trovato rifugio nella chiesa battista di Bethel l’Aia. Per la legge olandese, la polizia non può entrare durante una funzione, quindi da ottobre si prega senza pause, giorno e notte per proteggere la famiglia armena che si trova in Olanda da più di otto anni. Oltre 700 preti cattolici, diaconi, pastori protestanti ed evangelici provenienti anche dall’estero, celebrano messa, recitano preghiere anche in italiano, francese, tedesco e inglese, per impedire che la famiglia venga rispedita in Armenia, dove le tre figlie non riuscirebbero più ad integrarsi. Questa è l’Europa migliore. Il 15 gennaio Pawel Adamowicz, sindaco di Danzica da oltre vent’anni, europeista convinto, sostenitore deciso di Danzica citta aperta, inclusiva di tutti, profondamente europea, è stato barbaramente assassinato da un fanatico con simpatie razziste. Ho vissuto e continuo a vivere il ricordo di Antonio con queste due notizie e con la certezza che l’Europa rappresenta il nostro destino comune, anche se deve cambiare, deve tornare a far sognare i suoi cittadini. Mi piace chiudere queste note pensando che Antonio, se avesse potuto lasciarci un ricordo prima di morire in un’ospedale di Strasburgo, forse avrebbe usato le stesse parole di Stefan Zweig prima di suicidarsi, con la seconda moglie, a Petropolis-Brasile nel 1942: «Saluto tutti i miei amici. Che dopo questa lunga notte possano vedere l’alba! Io che sono troppo impaziente, li precedo». L’auspicio è che anche noi possiamo vedere una nuova alba per l’Europa, con la sua bandiera che svetta sulla ‘torre’ ricostruita e messa in sicurezza. Vittorino Rodaro


ATTUALITÀ

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a città di Rio dos Cedros (stato di Santa Catarina – Brasile) ha un forte legame con la provincia di Trento, in particolare con Albiano. Dal 2008, tra le due località esiste un patto di reciproca collaborazione nel contesto storico-culturale. Ora, nel 2019, questo patto è stato riaffermato nel corso di una visita molto speciale di una delegazione di sedici componenti guidata dal sindaco di Albiano, Erna Pisetta. Come quasi tutti i paesi trentini, Albiano era molto povero al momento delle grandi migrazioni (fine XIX secolo): oggi è fiorente ed è conosciuta nel mondo come la «città del porfido», un tipo di roccia molto resistente utilizzata per pavimentazioni e rivestimenti esterni, che viene estratta nei suoi dintorni. Il legame tra le due città risale ai tempi delle grandi migrazioni, quando è stata colonizzata Rio dos Cedros. Molte delle famiglie che vi si stabilirono erano provenienti da Albiano: Pisetta, Filippi, Marchetti, Odorizzi, Sevegnani, Nicolodelli, Negri, ecc. Nel 2000, Piergiorgio Pisetta di Albiano era in visita a Santa Catarina, e ha deciso di conoscere la comunità di S. Antonio di Rio dos Cedros, che riveste una grande importanza nell´ambito della stroria della colonizazzione trentina. In quella occasione, incontrò Marildo Felippi, che era nel suo primo mandato come sindaco di Rio dos Cedros. Così è cominciata un’amicizia e anche un contatto permanente tra i due comuni. Dopo quel primo incontro, delegazioni di Albiano hanno fatte visita a Rio dos Cedros, così come alcune delegazioni di Rio dos Cedros hanno visitato Albia-

Rinnovato il patto di gemellaggio fra Albiano e Rio dos Cedros no. Nel 2008, è stato sottoscritto l’«Accordo di collaborazione storico-culturale» tra le due amministrazioni comunali. Hanno firmato il documento Hideraldo Giampiccolo (ex-sindaco di Rio dos Cedros) e Giuliano Ravanelli (ex-sindaco di Albiano). Da allora in poi, è stato creato ufficialmente il gemellaggio.

Negli anni successivi, ci sono state visite tra le due città per approfondire i legami e migliorare la collaborazione reciproca. Quest’anno ancora una volta Rio dos Cedros è stato visitato da una delegazione ufficiale di Albiano, con l’obiettivo principale di riaffermare e approfondire il gemellaggio esistente.

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La visita della delegazione si è iniziata il 7 febbraio.2019, con l’arrivo e tappe a Florianópolis e a Nova Trento (in particolare al Santuario di Santa Paulina). Alla sera, i membri della delegazione sono stati accolti a Rio dos Cedros. L’8 febbraio sono state effettuate visite ai comuni di Rodeio e Timbó. In entrambe le città, la delegazione è stata accolta dai sindaci e altre autorità. La sera dell’8 febbraio c’è stato il punto massimo della visita, con un incontro che si è svolto nell’auditorium del Museo dell’immigrazione di Rio dos Cedros, con la partecipazione del gruppo musicale «Cuore Trentino». Dopo i discorsi delle autorità, è stato riaffermato il patto di gemellaggio esistente tra le due città. Il documento è stato firmato dal sindaco di Rio dos Cedros, Marildo Felippi, e dal sindaco di Albiano, la Erna Pisetta (e anche dalle altre autorità presenti). Dopo la solenne cerimonia, c’è stata la cena con accompagnamento musicale del Gruppo Folkloristico «Compagni Trentini», nello spazio per eventi «Novo Espaço», a Rio dos Cedros. Prima della partenza, il 12 febbraio, la delegazione ha avuto l’opportunità di conoscere altre città della Valle di Itajaí e della costa di Santa Catarina. Tra le varie iniziative in essere a Rio dos Cedros per la conservazione della sua cultura trentina, il patto di gemellaggio è uno dei più rilevanti. Il rinnovato accordo di cooperazione firmato quest’anno, apre anche un grande potenziale di cooperazione culturale storica reciproca, così importante per entrambe le città. Andrey José Taffner Fraga 1- 2019


ATTUALITÀ LA MANIFESTAZIONE SPORTIVA, ALLA SUA 102A EDIZIONE, È IN PROGRAMMA DALL’11 MAGGIO AL 2 GIUGNO

Il Passo Manghen e il Rolle «arbitri» del Giro d’Italia 2019 I n 102 edizioni il Trentino ha ospitato il Giro d’Italia 158 volte: 71 partenze, 72 arrivi e 15 tappe con partenza e arrivo. Sono i numeri di matrimonio duraturo e affascinante che il Trentino riproporrà per entrare nuovamente nella storia, quella che dall’11 maggio al 2 giugno ci consegnerà il Giro d’Italia numero 102. E il nostro territorio, ancora una volta, giocherà il ruolo di arbitro della popolare gara rosa, ospitando le decisive tappe finali. Sulle strade, sui tornanti di montagna fra strette ali di folla che sembrano abbracciare i ciclisti, saranno scritti nuovi capitoli di una storia che continuerà ad essere definita “epica” anche nell’era 4.0. Uno spettacolo amplificato dalla bellezza delle montagne delle valli nel pieno della fioritura, uno stadio naturale nel quale celebrare la bellezza e la fatica di questo sport. Il 12 febbraio a Trentino Marketing sono state presentate le tappe trentine del Giro d’Italia n. 102, partenza da Bologna l’11 maggio e traguardo finale a Verona il 2 giugno dopo aver pedalato per 3.518,5 chilometri. «Il Giro d’Italia - ha ricordato Maurizio Rossini CEO di Trentino Marketing - è una grande cartolina che di fatto lancia la stagione estiva. Il sistema del turismo trentino riconosce in questo grande evento un canale importantissimo di promozione per far conoscere il nostro territorio, non solo ai moltissimi appassionati, ma un po’ a tutto il mondo. E i risultati ci stanno

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Dal 29 maggio all’1 giugno il Trentino diventa palcoscenico per le decisive tappe finali della corsa ciclistica. Dopo Gavia e Mortirolo ripartenza da Commezzadura in val di Sole. Si arriva a San Martino di Castrozza il 31 maggio e il 1° giugno «tappone dolomitico» «Siamo stati impegnati in un grande lavoro di internazionalizzazione della manifestazione e di questa maggiore riconoscibilità oggi ne vediamo finalmente i frutti: in 15 anni siamo passati da 40 a circa 200 paesi collegati, siamo tra gli eventi mediatici più importanti al mondo, con oltre 10 milioni di spettatori sulle strade, 2500 giornalisti accreditati, oltre 8 milioni di spettatori televisivi, ben 100 ore di trasmissioni tv, 2, 5 milioni quelli che ci seguono sui social. Anche questo sarà un giro importante, con due cronometro nella prima settimana, una seconda più transitoria prima delle montagne valdostane e poi la settimana finale, certamente la più complicata per i corridori, e con le tappe trentine».

dando ragione: il turismo delle due ruote sta crescendo anno dopo anno. Ma il Giro è anche una grande macchina organizzativa che porta sul territorio un importante indotto: sono oltre 2000 le persone che per tre giorni soggiorneranno in Trentino. Siamo infine onorati di essere quest’anno il palcoscenico della fase finale del Giro: sulle nostre strade si disegnerà la classifica finale e questo è importante per valore di audience e per i numeri degli spettatori che seguiranno questi tre giorni di sport tra i nostri paesaggi più belli». Al Direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni è toccato il compito di presentare l’edizione n° 102 del Giro Rosa e le tre tappe che toccheranno il nostro territorio.

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Il 29 maggio la partenza di tappa da Commezzadura in Val di Sole, il 31 maggio l’arrivo di tappa a San Martino di Castrozza e poi l’1 giugno con le decisive ascese di Passo Manghen e Passo Rolle nel corso dell’impressionante tappone dolomitico di oltre 5.000 metri complessivi di dislivello. «Stiamo anche pensando - ha aggiunto Vegni - ad un riconoscimento speciale nel corso di questa tappa per quanti stanno lavorando per rendere percorribile Passo Manghen». L’ingegnere Paolo Nicolussi Paolaz, del Servizio Opere stradali e ferroviarie della Provincia autonoma di Trento, ha invece fatto il punto sui lavori in corso sulla provinciale del Manghen, fortemente colpita dall’evento meteorologico del 29 ottobre scorso (foto in basso). «Nei giorni immediatamente successivi ci siamo trovati di fronte ad una situazione davvero drammatica. I circa 30 chilometri di provinciale erano devastati in vari punti. Inoltre oltre 5 chilometri di strada erano stati invasi completamente dagli schianti, impossibili anche da percorrere. La nostra gara è partita in quel momento e all’inizio sembrava impensabile pensare di far transitare il Giro il primo di giugno. Ci siamo attivati con vari contratti di somma urgenza per circa 5 milioni di interventi e nonostante le difficoltà dovute alle temperature e all’ambiente montano stiamo operando al meglio. Siamo oltre il 60% degli interventi e ora vediamo il traguardo». Uff. Stampa Trentino Marketing


GENTE E FATTI IL GIOVANE GIORNALISTA TRENTINO È UNA DELLE VITTIME DELL’ATTENTATO DELL’11 DICEMBRE 2018 NELLA CITTÀ FRANCESE

Strasburgo ricorda Antonio Megalizzi L’Europarlamento ha nominato uno studio radiofonico in onore di Antonio Megalizzi e Bartosz Orent-Niedzielski, i due giornalisti assassinati durante l’attentato dell’11 dicembre 2018 a Strasburgo. La targa commemorativa è stata svelata dal Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, alla presenza di membri delle famiglie dei due giornalisti. Tajani ha dichiarato: «Antonio e Bartosz erano parte di noi e il loro progetto, che è ripartito, trasformerà il loro ricordo in una presenza viva di questi due

giovani giornalisti, non soltanto dentro il Parlamento, ma anche in quel mondo universitario che loro cercavano di informare su che cos’è l’Europa. Noi faremo tutto ciò che è nel nostro potere per fare sempre vincere i nostri valori, i valori di Antonio e Bartosz». Tajani, subito dopo la commemorazione, si è unito ai colleghi di Megalizzi e Orent-Niedzielski per la prima trasmissione radiofonica dopo l’attentato di Europhonica, la stazione radio per cui i due giornalisti lavoravano. (aise) MONICA DEL CARMEN FADANELLI CI DESCRIVE UN PAESAGGIO AFFASCINANTE

Quando in Messico fiorisce il caffè le piantagioni sembrano innevate Nei primi giorni del mese di febbraio, con un clima piovoso e caldo, avviene la fioritura delle piante di caffè. Nel comune di Zentla, situato nel centro di Veracruz in Messico, ad un’altitudine di circa 1.200 metri sul livello del mare, le piantagioni di caffè appaiono bianche come la neve grazie al colore bianco dei loro fiori profumati, che si trasformeranno poi in chicchi di caffè: è nei mesi da ottobre a gennaio che avverrà la raccolta del caffè. I chicchi di caffè saranno ulteriormente lavorati in maniera artigianale o semiindustriale fino ad ottenere un caffè tostato e macinato con un grande gusto e aroma che soddisferà anche i palati più esigenti. Con l’emigrazione trentina del 1881 e la fondazione della Colonia Manuel González, gli emigranti italiani iniziarono a lavorare la terra, imparando nuove tecniche tra cui la

coltivazione del caffè. Ogni famiglia coltivava e trasformava il proprio caffè, questa è stata la migliore eredità lasciata ai loro figli e nipoti, dal momento che il comune di Zentla è sempre stato uno dei maggiori produttori di caffè in Messico. Mónica del Carmen Fadanelli Figueroa

Medaglia di bronzo per André Gadotti ai Mondiali di karate André Ricardo Gadotti, 20 anni, che è nato e vive a Rodeo (Santa Catarina - Brasile) ha vinto lo scorso novembre la medaglia di bronzo nella categoria 18-35 anni cintura nera, peso da 80 a 85 kg. al Mondiale di Karate che si è svolto a Liegi, in Belgio. Gadotti è cintura nera da quando aveva 15 anni. Al Mondiale hanno partecipato tredici atleti brasiliani: André è stato l’unico di Santa Catarina a classificarsi, dopo aver conquistato un importante risultato nel campionato brasiliano di karate. L’intera città di Rodeio è orgogliosa di avere fra i propri cittadini il terzo miglior karateca al mondo, che per di più è anche discendente di un emigrato trentino. Dal Circolo Trentino di Rodeio, complimenti ad André per l’importante conquista!

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GENTE E FATTI È STATO NOMINATO GIUDICE IN MATERIA CIVILE E COMMERCIALE NELLA CITTÀ DI RECONQUISTA (SANTA FE - ARGENTINA)

Auguri a Fabian Lorenzini valente «trentino di legge» I Circoli trentini di Reconquista, Romang, Malabrigo, Avellaneda e Lanteri (Argentina) sono molto felici e orgogliosi perché nel mese di gennaio Fabian Lorenzini, è stato nominato Giudice in materia Civile e Commerciale nella città di Reconquista. Fabian, da giovane, ha partecipato attivamente alla vita del Circolo Trentino di Reconquista, del quale è stato uno dei fondatori, ed è sempre stato un attivo collaboratore degli altri Circoli della zona. Ha partecipato al secondo «Congresso

mondiale della Gioventù Trentina» che si è svolto in Trentino nel 2003. Fabian raggiunge questo meritato traguardo nel ramo giudiziario della Provincia di Santa Fe, dopo aver prestato servizio come avvocato presso il Banco de la Nación Argentina e aver sviluppato la propria attività privatamente nel suo studio legale con la moglie Leticia Sánchez. Questo piacevole evento riempie di orgoglio tutti i Circoli trentini della zona. Auguriamo a questo “TRENTINO DI LEGGE”, il più grande successo e la mi-

gliore performance in questa nuova fase della sua professione.

Trentini e «Miss America 2014» alla presentazione a New York dell’album di Alberto Beltrami Anche alcuni soci del Circolo trentino di New York (foto qui sopra) hanno preso parte alla presentazione in anteprima del nuovo album di Alberto Beltrami, che si è tenuta venerdì 25 gennaio presso l’Hotel Broadway Plaza nella città americana. Al lancio dell’album, prodotto da Aurora Vision, era presente anche Nina Davuluri (a sinistra nella foto a fianco), Miss America 2014, attivista dei diritti umani. L’album «Luci del deserto – Lights of the Desert» – raccoglie le colonne sonore di dodici documentari di Aurora Vision, composte da Alberto Beltrami e due nuovi brani inediti del cantautore. Le colonne sonore conducono l’ascoltatore in un viaggio con atmosfere dal Giappone, allo Sri Lanka, Medio Oriente, Etiopia, 1- 2019

Ghana, Europa, Stati Uniti, Messico, Ecuador. Da segnalare poi due brani, «Andare, forse restare» ispirato all’attraversata dell’oceano degli emigranti trentini sul piroscafo Atlantico a fine ‘800 e «Luci del deserto», con testo composto da Marianna Beltrami (a destra nella foto a centro pagina), che

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riporta alle speranze di chi attraversa i vari deserti nel mondo e nella vita. Nina Davuluri ha manifestato il suo grande apprezzamento per la musica e tutto il lavoro di Aurora Vision. Emozionante è stato poi l’ascolto dei racconti dei trentini che si sono ritrovati nel testi della canzone.


GENTE E FATTI L’OPERA DEL POETA TRENTINO EMIGRATO A BASILEA È ANALIZZATA IN UN VOLUME SULLA LETTERATURA ITALIANA IN SVIZZERA

Franco Aste, ispirato dall’emigrazione dall’amore terreno e da quello divino «Franco Aste è uno degli autori che ha attraversato tutta l’esperienza della scrittura in emigrazione, grazie a una formazione culturale e spirituale da autodidatta e a una intensa esperienza di vita»: parte da questa descrizione Jean-Jacques Marchand nel libro «A l’italienne. Narrazioni dell’italianità dagli anni Ottanta a oggi», per introdurre la produzione poetica di Franco Aste, nato a Isera nel 12930, cresciuto a Rovereto, emigrato nel 1948 in Svizzera, prima a S. Imier e La Chaux-de-Fonds, poi a Basilea. Dal 1983 Aste è autore autodidatta e le sue opere compaiono in antologie in Svizzera, Usa, Italia e molte sono state premiate in diversi concorsi. Parlando degli esordi di Aste, Marchand sottolinea come le poesie scritte dall’inizio degli anni Ottanta siano ispirate a numerose letture, al suo impegno sociale e religioso, al ricordo delle sue esperienze di emigrato condivise con altri connazionali. Nel volume «Fame d’amore», dal sottotitolo significativo «Meditazioni di un piccolo emigrato» (Aste, 1983), predominano tre tematiche: l’emigrazione, l’amore

Il volume «A l’italienne. Narrazioni dell’italianità dagli anni Ottanta a oggi» (Carocci Editore), contiene un articolo sull’evoluzione della letteratura dell’emigrazione italiana in Svizzera negli ultimi anni, nel quale si parla anche dell’opera del poeta trentino, Franco Aste. L’autore è Jean-Jacques Marchand, ricercatore e docente di letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Losanna e membro del Consiglio di fondazione del Dizionario storico della Svizzera. Su questa pagina riportamo alcuni stralci del capitolo.

terreno e l’amore divino. «Il tema migratorio - scrive in proposito Marchand - non è solo evocato al primo livello, come sradicamento dal paese natio e inserimento in una realtà diversa ed estranea, ma anche come metafora del credente che deve compiere un lungo e difficile percorso per avvicinarsi a Dio. La tematica amorosa viene vista non solo come incontro e fusione tra due esseri, ma come attrazione voluta da una volontà divina; la tematica religiosa dell’avvicinamento al mistero divino si carica di una forte concretezza data da metafore ispirate alla vita quotidiana e terrena». Marchand rileva poi che «con il passare degli anni i motivi vanno concentrandosi sull’individuo, sulla riflessione circa il proprio percorso di ricerca e di “conquista” del divino (nel senso della

conquista del riconoscimento da parte di Dio). A detta stessa dell’autore, le sue liriche sono meno poesia e più preghiera». Nel 2004 esce la raccolta «Tardive faville» (Aste, 2004), che nel titolo stesso contiene un pri-

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mo segnale di evoluzione. «La poesia di Aste - scrive Marchand - non è più concepita come totalizzante e raziocinante, maa come bagliori chee gli fanno intrave-dere, nella saggezza della tarda età, alcune verità. «Meditazioni» (Aste, 2011) rappresenta il punto estremo di questa sorta di purificazione, di concentrazione sul proprio pensiero, in un’astrazione fugace dal mondo che lo circonda. La riflessione sull’io e sulla realtà circostante si è mutata in preghiera e diviene adesso ricerca di un percorso mistico. D’altra parte, il motivo dell’esperienza migratoria viene totalmente “bruciato” e sublimato in una metafora dell’esodo o addirittura come liberazione dell’anima dalla prigionia del corpo nell’attimo della morte».

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GENTE E FATTI FREQUENTANO LA SCUOLA «DE CASTRO NEVES» IN BRASILE

Studenti di origine trentina «campioni» di matematica La scuola «Dr. Samuel de Castro Neves», che si trova nei quartieri di Santa Olimpia e Santana (stato di São Paulo - Brasile) il 27 novembre scorso, ha ottenuto il miglior risultato dello Stato di São Paulo all’ OBMEP, vale a dire i «Giochi olimpici Brasiliani di Matematica delle Scuole Pubbliche»: dei diciassette studenti che hanno partecipato alla seconda fase, ben sette han-

no ottenuto una medaglia: una d’oro, quattro d’argento e due di bronzo. Ci sono inoltre state otto menzioni d’onore. La stragrande maggioranza degli studenti della scuola «Dr. Samuel de Castro Neves» sono discendenti di emigrati trentini. Il risultato è frutto del lavoro fatto proprio in funzione delle Olimpiadi, condotto dal professor Carlos Sunto. Congratulazioni

all’insegnante e ai «medagliati»! Inoltre, alla fine di novembre, si è tenuto il primo OBMEP di livello A, per studenti del 4 ° e 5 ° grado e - non poteva essere altrimenti - abbiamo ottenuto

grande risalto nel dipartimento di Piracicaba. Congratulazioni a tutti coloro che sono coinvolti nell’ottenimento di questi risultati! Circolo trentino di Santa Olimpia

Restituita alla comunità di Prezzo la chiesa restaurata di San Giacomo Alla presenza dell’arcivescovo Mons. Lauro Tisi e del vicepresidente della Provincia di Trento Mario Tonina, è stata inaugurata il 17 febbraio la restaurata Chiesa di San Giacomo Maggiore di Prezzo, ex comune autonomo, dal 2016 frazione del Comune di Pieve di Bono-Prezzo. La Chiesa, che sorge al centro dell’abitato sito ai piedi dell’Altopiano di Boniprati, era stata fortemente danneggiata nel 2011 a seguito di alcune scosse di terremoto i cui danni hanno portato in un primo momento ad una verifica strutturale accurata e successivamente, in base alle risultanze della stessa, a importanti interventi di consolidamento statico per permettere a tutti i fedeli della comunità di Prezzo di riutilizzare la Chiesa per le celebrazioni religiose in completa sicurezza. Nel 2011 la chiesa parrocchiale di Prezzo venne chiusa perché si era resa necessaria un’importante opera di restauro; il fabbricato è, tra l’altro, ubicato sul versante del movimento franoso che interessa l’abitato di Prezzo, monitorato quotidianamente ormai da qualche lustro dalle strutture

provinciali di prevenzione rischi. Gli interventi di consolidamento statico, pertanto, sono stati particolarmente curati ed

effettuati realizzando dei cordoli perimetrali, posizionando due tiranti al di sotto della pavimentazione e ripristinando la con-

tinuità strutturale con l’utilizzo di rinforzi in grado di assorbire eventuali future deformazioni. Nel corso di questi anni di chiusura, le celebrazioni religiose e i vari momenti di preghiera della comunità si sono tenuti nel vicino teatro comunale o, nel caso dei funerali, nella Chiesa Arcipretale di Santa Giustina di Creto. La solenne inaugurazione che ha restituito la casa parrocchiale agli abitanti di Prezzo, è stata presieduta dall’Arcivescovo Mons. Lauro Tisi che ha sottolineato il valore di questo tempio, testimonianza della comunità di Prezzo che intende essere parte viva della Chiesa che cammina nella storia. La S.Messa, concelebrata dall’Arcivescovo e dal nuovo parroco dell’Unità pastorale Madonna delle Grazie, don Vincenzo Lupoli, subentrato nello scorso autunno a Padre Artemio Uberti, è stata preceduta dai saluti delle autorità locali e provinciali, dai rappresentanti dell’impresa Effeffe Restauri che ha effettuato i lavori e dai tecnici dello studio di ingegneria Eng Group Srl che hanno presentato alla comunità il dettaglio dei lavori effettuati. (Uff. Stampa PAT)

Per comunicare con la redazione del mensile:

redazione@trentininelmondo.it 1- 2019

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GENTE E FATTI LA TRASFERTA, CON UNA TAPPA ANCHE IN BRASILE, È STATA ORGANIZZATA DALL’UFFICIO EMIGRAZIONE DELLA PROVINCIA

Apprezzato ciclo di conferenze in Uruguay per lo storico trentino Giuseppe Ferrandi

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70 anni dalla Costituzione della Repubblica italiana. Riflessioni sulla storia del Trentino e sulla figura di Alcide de Gasperi»: questo il titolo della relazione che Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo Storico del Trentino, ha tenuto il 26 settembre scorso preso la sede del Circolo trentino di Montevideo (le fotografie si riferiscono a questo evento). «Estremamente preziosa, arricchente e illuminante per tutti i presenti»: così la presidente del Circolo, Silvia Norbis (a sinistra nella foto qui sotto, mentre gli consegna il gagliardetto del Circolo) ha definito la relazione tenuta da Ferrandi. All’iniziativa presso il Circolo hanno partecipato un folto pubblico, l’Ambasciatore d’Italia, Gianni Piccato, e il Direttore dell’Istituto italiano di cultura, Renato Poma. La trasferta in Uruguay del direttore del Museo storico del Trentino, iniziata il 24 settembre, era stata organizzata dall’Ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento.

«Il Trentino e la Prima Guerra Mondiale», Generazione ’68. Sociologia a Trento. Il mondo», «A 70 anni dalla Costituzione della Repubblica italiana. Riflessioni sulla storia del Trentino e sulla figura di Alcide de Gasperi», sono i titoli delle relazioni tenute a Montevideo e Colonia del Sacramento Nel giorno del suo arrivo a Montevideo, Ferrandi ha tenuto una conferenza presso la Scuola Italiana ed ha poi partecipato all’inaugurazione della mostra fotografica «Solo il vento», allestita presso l’Istituto italiano di cultura, dove ha anche svolto una relazione su «Il Trentino e la Prima Guerra Mondiale». Sullo stesso tema ha parlato il giorno successivo alla Casa della cultura di Colonia del Sacramento. Il 27 settembre a Montevideo Ferrandi ha incontrato, Irene Cabrera, direttrice del «Museo de las Migraciones» con la quale ha parlato di una possibile collaborazione

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fra i due musei e alla sera, su invito della professoressa Marina Cardozo, è stato ospite del Dipartimento di storia universale all’Università della Repubblica, dove ha tenuto una conferenza intitolata «Generazione ‘68. Sociologia a Trento. Il mondo». Prima di raggiungere l’Uruguay, il 22 settembre Ferrandi aveva fatto tappa in Brasile a Piracicaba (stato di San Paolo) per visitare le comunità trentine di Santa Olimpia e Santana: durante l’incontro, presso la Chiesa Igreja Matriz Imaculada Conceição di Santa Olimpia, ha presentato la sua relazione su «Il Trentino e la Prima Guerra Mondiale».

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UNIVERSITÀ È STATA PROGETTATA DAGLI STUDENTI DEL DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA INDUSTRIALE DELL’UNIVERSITÀ DI TRENTO

In Alaska sulle orme dei cercatori d’oro con una slitta che non teme gli ostacoli

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na slitta che si trasforma in carro, capace di percorrere 1300 chilometri tra i ghiacci dell’Alaska in una traversata da Nord a Sud e poi da Est a Ovest. L’ha costruita un gruppo di studenti del Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Trento su incarico di Maurizio Belli e Fulvio Giovannini, gli esploratori che a fine febbraio sono partiti alla volta di Yukon, cittadina a nord del Circolo polare artico per iniziare l’impresa. Obiettivo, ripercorrere il cammino dei cercatori d’oro e raggiungere Anchorage in 40 giorni, sfidando le difficoltà del percorso e le temperature rigide - vicine ai meno 30 gradi - con il solo aiuto della propria forza fisica e determinazione. Nel lungo percorso con gli sci lungo un fiume ghiacciato e poi su strada asfaltata e innevata dovranno trasportare cibo, attrezzature, tende proteggendo il loro carico dal freddo, dagli urti e dalle abrasioni. A dar loro una mano ci sarà «3ska», la slitta progettata per essere un mezzo anfibio terraneve capace di trasformarsi velocemente in funzione dello stato del terreno e delle necessità degli esploratori. Quasi un anno di lavoro per nove studenti guidati dai professori Stefano Rossi e Luca Fambri per dare vita a un mezzo ibrido, mai visto prima, versatile ma anche semplice da usare. Niente libretto di istruzioni per gli esploratori, quindi, ma un mezzo intuitivo da montare e adattare. Il progetto è partito ad aprile 2018 con la prima riunione tecnica. «Gli esploratori ci hanno comunicato i requisiti indispensabili della slitta - spiega Matteo Simeoni, uno degli studenti del team - e fondamentale era rispettare le dimensioni massime del mezzo, garantire la capacità di carico richiesta e il peso. Ma la slitta doveva essere anche leggera, per ridurre al minimo lo sforzo necessario al traino, impermeabile per evitare infiltrazioni di acqua e neve nel carico e capace di resistere alle basse temperature, soprattutto nelle giunzioni». Gli studenti hanno scelto di

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Per seguire in tempo reale la spedizione:

https://alaskaadventures.it/blog/ realizzare uno scafo dalla forma tradizionale su cui montare all’occorrenza due perni a sbalzo, rimovibili. Sui perni possono essere fissate due ruote, una per lato per consentire allo scafo di scivolare bene sulla neve. Per far scorrere la slitta sulla strada è sufficiente inserire i perni e le ruote e trasformarla così in un carro. Poi la ricerca sui materiali: “Per lo scafo abbiamo scelto fibre di

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carbonio e aramidiche, capaci di coniugare leggerezza e resistenza. Per evitare che il materiale

composito si danneggi strisciando su superfici dure, abbiamo dotato lo scafo di due pattini rivestiti da strisce sottili in lega di alluminio, anche queste molto leggere. Dato che era impossibile fissare le ruote direttamente al materiale composito, abbiamo inglobato nello scafo un tubo, sempre in lega di alluminio, per rendere più solida la struttura e permette di fissare i perni con una filettatura. Abbiamo usato l’acciaio solo in alcune parti esposte a particolari sollecitazioni, per garantire più sicurezza». Ultimato lo studio sui materiali e sul funzionamento della slitta il team si è dedicato al disegno dei vari componenti tramite modellazione 3D. Un’esperienza didattica unica che si è arricchita con il contatto diretto con alcune aziende produttrici di componenti. Gli studenti che hanno seguito il progetto sono Matteo Simeoni, Sebastiano Furlani, Domenico Dalpiaz, Andrea Ometto, Matteo Bettinelli, Silvio Plazzer, Andrà Zambotti, Luca Bortoluzzi, e Redae Fisseha Asfaw. (Uff. Stampa Università Trento)


À DI TRENTO L’OPERA DEL POETA TRENTINO EMIGRATO IN SVIZZERA È ANALIZZATA IN UN VOLUME SULLA LETTERATURA ITALIANA IN SVIZZERA

Te lo leggo negli occhi

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LA RICERCA. Come è possibile sapere se queste persone stan-

In un piccolo, involontario, movimento c’è la chiave per decodificare se una persona abbia appreso, senza bisogno che lo esprima. La ricerca, condotta dal «Centro Mente Cervello» dell’Università di Trento, apre nuovi scenari nello studio dell’apprendimento in persone che potrebbero avere difficoltà nel manifestare riscontri, tra cui ad esempio soggetti autistici, con deficit fisici e anche nei bambini no davvero imparando, stanno assimilando informazioni utili per loro? Lo studio del CIMeC offre una risposta: è possibile osservare il movimento inconsapevole degli occhi, che riflettono la capacità del cervello di apprendere. Nel corso dell’esperimento che ha dato origine allo studio, i ricercatori hanno raccolto dati utilizzando un eye tracker, un dispositivo che permette di misurare dove stiamo guardando.

«Abbiamo mostrato più volte ai volontari una serie di immagini a destra a sinistra del campo visivo secondo alcuni schemi identificabili e prevedibili», spiega Notaro. «Abbiamo osservato la velocità con cui le persone guardavano queste immagini, seguendo degli schemi ben precisi che potevano essere appresi. Osservavano più velocemente le immagini se presentate nelle posizioni attese, e sorprendentemente, la posizione degli occhi prima che

©Giovanni Cavulli

ome si fa a sapere cosa pensa una persona? Basta guardare i suoi comportamenti, come risponde a uno stimolo. E come capire se ha appreso una lezione o valutare il suo livello di attenzione? Ancora, ce lo dicono le sue reazioni. Fin qui quello che sappiamo – o ci hanno sempre insegnato – dei meccanismi che regolano l’apprendimento negli individui. E se questo sistema di valutazione che adottiamo da sempre non fosse davvero il più attendibile? È possibile misurare il livello di apprendimento in modo diverso, più preciso? Se lo sono chiesto due ricercatori del CIMeC di Rovereto (C (Centro Mente Cervello dell’Università di T Trento) in uno studio ppubblicato sulla rivissta scientifica «Journal of Vision». Giuseppe Notaro, primo firmatario dell’articolo, e Uri Hasso Hasson, coordinatore dello studio. I ricercatori hanno osservato quanto alcuni fattori possano interferire con il riscontro che le persone restituiscono (es. dov’è l’immagine?). A entrare in gioco nel trasformare la percezione del messaggio in risposta sono innanzitutto i sensi, ma anche lo stato d’animo, le inibizioni a rispondere e le aspettative che una persona può avere. Questi fattori intervengono invece molto meno nei movimenti anticipatori. Un caso estremo della ricaduta di questi risultati si ha nelle persone le cui condizioni fisiche o mentali non consentono di prestare attenzione a stimoli e a rispondere. Come bambini molto piccoli, persone autistiche o affette da deficit motori invalidanti (ad esempio il morbo di Parkinson). In tutti questi casi, misurare il grado di attenzione e comprensione tramite le loro risposte può essere davvero difficile.

l’immagine fosse presentata indicava proprio dove fosse attesa l’immagine. L’occhio si muove quindi anticipando istintivamente il movimento verso il punto dove il soggetto si aspetta che compaia l’immagine successiva. Questo piccolo movimento dell’occhio ci dà molte informazioni. Lascia dedurre che il cervello sappia prepararsi in anticipo una volta appresa un’informazione. Ci permette di catturare uno stato cognitivo prima ancora di ricevere dal soggetto una reazione “consueta”, come una risposta a voce, un gesto del capo o un clic su un pulsante». GLI SCENARI APPLICATIVI. Questi risultati hanno il potenziale di aprire interessanti scenari applicativi soprattutto in ambito sanitario ed educativo, nell’apprendimento rivolto a soggetti con deficit di attenzione e di comunicazione. «La presenza di questi segnali anticipatori – aggiunge Hasson – ci dà la possibilità di misurare la capacità di attenzione o di apprendimento con maggiore precisione. Sono segnali piccoli e che probabilmente vengono inviati senza consapevolezza da parte del soggetto, tuttavia sono molto affidabili. Ci permettono di fare delle previsioni su come le persone potranno rispondere. Questa osservazione ci riporta all’origine, alle basi sui meccanismi di apprendimento. Un tema di studio che desta molto interesse trasversalmente non soltanto nella comunità scientifica e che va a toccare, nelle sue evoluzioni e applicazioni, ambiti molto vicini alla nostra vita quotidiana. Basti pensare ai grandi investimenti che vengono fatti sul web e nella pubblicità per indagare le nostre opinioni e i nostri futuri comportamenti d’acquisto basandosi sui nostri movimenti oculari». Lo studio si inserisce nel solco delle attività condotte dal CIMec di Rovereto sul cervello e sui meccanismi di apprendimento. (Uff. Stampa Università Trento)

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CIRCOLI NATO A VOLANO NEL 1936 ERA EMIGRATO A DICIANNOVE ANNI IN GERMANIA DOVE HA POI FORMATO UNA FAMIGLIA

Cordoglio a Stoccarda per Boris Potrich a lungo presidente del Circolo trentino All’età di 82 anni, il 29 luglio dell’anno scorso è scomparso Boris Potrich, per anni presidente del Circolo trentino di Stoccarda (Germania), del quale nel 1972 fu uno dei fondatori. Nato a Volano, emigrò nel 1956. Ha lasciato la moglie Ingeborg, i figli Carlo, Diana e Susanne.

Qui sotto riportiamo la sua autobiografia, che aveva scritto per essere pubblicata nel primo volume della trilogia «Tanti volti, un’unica comunità - Storia e realtà del Circoli trentini nel mondo», edita dalla Trentini nel mondo in occasione del cinquantesimo anniversario della sua fondazione.

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ono nato a Volano il 4 ottobre 1936. Sono partito da Verona il 17 giugno 1956, quando avevo 19 anni, con la qualifica di falegname. In quel periodo in Italia il lavoro era scarso: quello che io guadagnavo dal lunedì al sabato dovevo darlo ai miei genitori per i bisogni famigliari e solo quello che guadagnavo la domenica mattina potevo tenerlo per andare al cinema. Così ho deciso di venire in Germania dove richiedevano operai per costruzioni edili. Assieme a tanti altri trentini abbiamo passato la visita medica, che consisteva nella radiografia ai polmoni e nel controllo dell’urina, e, superata positivamente questa, abbiamo dovuto andare a Verona. Lì ci siamo incontrati con una folla di emigranti di tutte le regioni italiane; la maggior parte veniva dal Meridione. Mi sembra che fossimo sistemati in caserme militari. Passata una notte in branda, alla mattina siamo stati nuovamente visitati da una commissione di dottori tedeschi e finalmente alla sera siamo partiti per la Germania. Per noi giovani era anche un’avventura, ma per chi era sposato, e magari con figli, era un problema. Mi ricordo che sul treno ho chiesto a uno dell’altopiano di Folgaria seduto vicino a me perché piangesse e lui mi ha detto: «Ragazzo, io devo lasciare la moglie con due bambini piccoli». Quando il treno è passato vicino al mio paese di Volano, allora sì che anche a me è venuto un nodo in gola. Il treno era pieno di emigranti per la Germania. Dopo Kufstein il treno ogni tanto si fermava nelle stazioni per far scendere quelli destinati in quella zona. Arrivati a Monaco, noi diretti verso Stoccarda e altre zone abbiamo dovuto cambiare treno e mi ricordo che, intanto che aspettavamo la coincidenza, sono venute delle suore evangeliste e ci hanno offerto del caffè e del pane Quando siamo arrivati a Stoccarda c’era un anziano tedesco che ci aspettava; era molto cordiale e più tardi abbiamo saputo che era il «Lagerführer» (dirigente delle baracche). Da questa ditta edile, chiamata «Paul Stephan», eravamo stati assunti in due: io e un altro della mia età, poi diventato mio grande amico: Angelo Lutterotti di Arco. Alla ditta ci hanno assegnato la stanza in una baracca di legno. Era costruita molto 1- 2019

bene, con cucina e servizi igienici e già ci abitavano altri tedeschi, italiani del Friuli, sardi e meridionali. Più tardi sono venuti anche altri due trentini, uno della Val di Sole e uno della Val di Non. Il motivo per cui ci avevano messi nelle baracche lo abbiamo capito più tardi, quando abbiamo visto che c’erano anche delle famiglie tedesche che abitavano nelle baracche, perché la città era ancora distrutta dai bombardamenti. All’inizio ho avuto un po’ di problemi con la lingua, perché né io né il mio amico Lutterotti sapevamo una parola di tedesco. Così mi sono acquistato un dizionario e la sera, dopo lavoro, si facevano esercizi di tedesco:

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in questo modo non ho mai avuto bisogno di un interprete. In genere noi trentini non abbiamo avuto grossi problemi con la lingua tedesca. La mia esperienza mi ha fatto capire che a far nascere incomprensioni fra gente di lingua diversa è proprio l’incapacità di capire e di farsi capire. Anche sul cantiere, dove lavoravo in qualità di carpentiere, io non ho avuto problemi, avendo fatto la scuola professionale di falegname a Rovereto, che frequentavo alla sera dopo il lavoro, ed in particolare mi è servita molto la conoscenza del disegno. Qui in Germania mi sono reso conto di come noi trentini eravamo avvantaggiati dal nostro grado di istruzione. Tante sere il tavolo della nostra stanza sembrava una scrivania: quante lettere abbiamo scritto per le famiglie degli altri italiani! Dopo un paio d’anni fatti come carpentiere, io ho deciso di andare in una fabbrica di pistoni. Qui ho imparato il meccanico, facendo le scuole professionali tedesche e in questa fabbrica, la «Mahle», sono rimasto per 34 anni, fino alla mia pensione. Negli anni di lavoro alla “Mahle” ho lavorato sulle torniture di pistoni di diverse marche, fra le quali «Alfa Romeo» e «Ferrari»Formula1; per la Ferrari i pistoni vengono prodotti anche oggi qui a Stoccarda. Per noi trentini i problemi di integrazione sono stati veramente rari. Di trentini qui a Stoccarda ce n’erano molti. Quando al sabato si andava a fare la spesa in un grosso supermercato in centro città, oppure alla “Hauptbahnhof” (stazione centrale), si incontravano sempre dei trentini, tanto che si diceva che alla stazione si poteva parlare trentino. Mi è difficile dire da che parti del Trentino provenissero. Penso che eravamo un po’ di tutti i paesi. Però ricordo che ero andato a trovare dei miei paesani di Volano e molti altri che venivano dai paesi della destra Adige. Questi erano arrivati nel 1955 e lavoravano per ditte edili alla costruzione del porto sul fiume Neckar, diventato navigabile. I trentini che lavoravano qua in maggioranza erano su imprese edili ed erano molto conosciuti ed apprezzati, in particolare i muratori. Fra il 1965 e il 1975 la maggior parte rientrò trovando lavoro nel Trentino; altri, come me, si fermarono, formando una famiglia con mogli tedesche; altri ancora restarono avendo ottenuto un buon posto di lavoro, per esempio alla “Mercedes”.


CIRCOLI

Charleroi, tre riusciti appuntamenti

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onsapevole che finita la bella e tradizionale «Polentada d’autum», commentata in una precedente edizione di questo giornale, l’inverno si annuncia subito dopo con la sua carica di maltempo, che qui in Belgio, si manifesta più che altro con un freddo umido e una pioggia pungente, il Circolo trentino di Charleroi, volendo aiutare i suoi soci ad affrontarlo con forza e coraggio, ha anche quest’anno affilato le proprie armi proponendo tre importanti appuntamenti. Nei primi giorni di dicembre, anche se oggigiorno le miniere e le grandi acciaierie sono chiuse, la tradizione vuole che il mondo del lavoro celebri i suoi Santi Patroni, festeggiando degnamente quelle giornate: chi ha lavorato nella siderurgia invoca Sant’Eligio (St Eloi) mentre il minatore chiede la protezione di Santa Barbara (Ste Barbe). Una bella occasione alla quale il Circolo non manca mai per rendere omaggio ai soci, degni rapresentanti di queste corporazioni. Ed è stato così che domenica 2 dicembre, la nostra sede (foto in alto a sinistra) ha accolto una cinquantina di «degni celebranti» per condividere una copiosa spaghettata fra amici. Per l’occasione è stata accolta la lampada gigante del minatore (foto a centro pagina), che dopo essere stata decorata dalla nostra amica Liliane Migeotte, è stata esposta nel museo del «Bois du Cazier», in occasione della riccorenza dei sessant’anni della tragedia in quella miniera di Marcinelle. La partecipazione al «Villaggio di Natale» (foto in alto a detra) promosso dalla municipa-

lità di Châtelet, nelle giornate del 7, 8 e 9 dicembre è stato il secondo momento di ritrovo offerto ai soci, che nonostante il diluvio e le bufere, si sono presentati numerosi per gustare i prodotti tipicamente trentini, quali speck, mortandela nonesa e Trentingrana e anche la più che apprezzata «menestra da orz».

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Ma i «clous» dello chalet trentino sono stati il classico bombardino, già scoperto da molti amici belgi sulle piste innevate del Trentino, ed il parampampoli, che con le sue lancette fiammeggianti illuminava il banco e ha conquistato e riscaldato i cuori dei nostri visitatori. Per il comitato è stato un fine settimana molto impegnativo ma l’iniziativa è stata una bella promozione per il turismo e la gastronomia del Trentino. Il terzo appuntamento «anti morosità» proposto (foto in basso a destra) è stato il tradizionale ritrovo per gli auguri… e per la «cerimonia» del rinnovo delle tessere. Come al solito, cassiere e segretario ostacolavano simpaticamente, l’ingresso della Sede finché non veniva versata la simbolica quota. Per tutti coloro che poi hanno potuto varcare la soglia, ci sono stati il brindisi all’Anno Nuovo, con tanto di Auguri reciprochi, ed il simpatico spuntino offerto per l’occasione: ma a rallegrare la comitiva così riunita sarebbe bastato il solo piacere di ritrovarsi, ancora un’altra volta insieme. Durante la serata sono stati festeggiati Incoronata Priore e Fabio Giuliani, che hanno raggiunto il notevole traguardo dei sessant’anni di matrimonio (foto in basso a sinistra). Al momento di concludere e tornare a casa, alcuini soci hanno suggerito di rinnovare questi momenti di aggregazione, organizzando laboratori gastronomici e serate tematiche e di giochi. Un vero stimolo che ripaga il comitato dei suoi sforzi ad essere, sempre più, ideatore di momenti di trentinità

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CIRCOLI

Circolo trentino di Montevideo (Uruguay)

Per l’Immacolata, processione e messa alla «Vergine degli Alpini» di Piriapolis Un folto gruppo di dirigenti e soci del Circolo trentino di Montevideo (Uruguay) , ha partecipato il 12 dicembre scorso alla Festa dell’Immacolata Concezione che si è svolta al Cerro San Antonio di Piriapolis, dove si trova la Vergine degli Alpini, opera dello scultore trentino Mirco Prati. La scultura, danneggiata dalle intemperie, era stata restaurata grazie all’interessamento di soci e amici del Circolo trentino di Montevideo e poi sistemata nel luogo originario l’8 dicembre 2017 con una solenne cerimonia alla quale erano presenti la presenza di autorità dipartimentali, ecclesiastiche e dell’Ambasciata d’Italia (nella foto in basso a sinistra, l’articolo dedicato a quella occasione). Il 12 dicembre scorso, dopo aver raggiunto Piriapolis, la comitiva del Circolo trentino è salita in processione ed ha seguito la messa celebrata da padre Francisco Gordalina, appartenente alla chiesa di San Francisco di Piriapolis, ai piedi della Vergine degli Alpini. Silvia Norbis La posizione di Piriapolis rispetto a Montevideo e l’articolo pubblicato nel gennaio 2018 sul restauro dell’opera di Mirco Prati.

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CIRCOLI LA MANIFESTAZIONE, PROMOSSA DAL CIRCOLO TRENTINO, SI SVOLGE OGNI DUE ANNI

Ottava edizione sotto la pioggia per la «Magnalonga» di Rodeio Si è svolta il 2 settembre, l’ottava edizione della «Magnalonga» a Rodeio (Santa Catarina - Brasile). La pioggia non ha scoraggiato né disturbato i vivaci gruppi di partecipanti provenienti da varie città della regione, molti dei quali legati ai loro rispettivi Circoli Trentini, che con la loro presenza hanno dimostrato la loro integrazione e i loro legami d’amicizia. Prima della camminata su un grande tavolo sono stati serviti prodotti coloniali, per una nu-

triente colazione. Durante la camminata c’è stata la distri-

buzione del vino della Cantina San Michele, consede a Rodeio,

attraverso la tradizionale «carretela del vin». Il percorso è stato accompagnato da musica italiana, manifestazioni culturali, spuntini o aperitivi (formaggi, salumi, bonicamp, Cuca, rapadura, tortei e birra dolce) offerti dalle persone che abitano lungo il percorso. All’arrivo, un grande pranzo per tutti. La «Magnalonga» è promossa dal Circolo Trentino di Rodeio e si tiene ogni due anni. La prossima edizione sarà nel mese di giugno del 2020!

Festa per Natale e l’anno nuovo per concludere l’attività 2018 del Circolo di Florianopolis Il Circolo trentino di Florianopolis (Santa Catarina - Brasile), ha voluto concludere l’attività sociale del 2018, organizzando una «piccola festa» in occasione del Natale e dell’inizio dell’anno nuovo. All’appuntamento erano presenti soci del Circolo appartenenti alle famiglie Ferrari, Scoz, Belli, Moser, Floriani, Tshumi, Piazza e Nardelli.

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Donata alla «Casa della memoria Merlin» la biblioteca del Circolo di Bento Gonçalves Il 6 gennaio il Circolo Trentino di Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul - Brasile) ha compiuto un altro passo verso il mantenimento delle tradizioni trentine in quell’area. In quella data è stata infatti ufficialmente consegnata alla «Casa della Memoria Merlin», situata lungo l’itinerario denominato

«Caminhos de Pedra» la collezione di libri del Circolo Trentino, alla quale è stato riservato un apposito spazio. Si tratta di oltre 1.150 libri e riviste, per lo più in italiano, che saranno ora disponibili per la comunità e i ricercatori che desiderano conoscere il patrimonio storico dei Sentieri di

Pietra e della Casa Merlin. Questa partnership con l’Associazione «Caminhos de Pedra» ci rende profondamente orgogliosi perché ora finalmente questa importante raccolta sarà disponibile per tutti coloro che visitano uno dei più importanti itinerari turistici e storici del Brasile.

Nuovo direttivo del Circolo Inizia un altro anno e a Bento Gonçalves è stata costituito il nuovo direttivo del Circolo trentino, che rimarrà in carica per il biennio 2019-2020. Dopo due anni riccchi di iniziative e attività, abbiamo iniziato il 2019 con novità e altri amici che ci aiuteranno in questo viaggio. Questa la composizione del nuovo direttivo. Presidente, Cleusa Longhi; vice presidente, Sandro Giordani; segretaria, Karoline Pavoni; vice segretaria, Zenaide Redante; tesoriere, Janice Maria Todescato; vice tesoriete: Ademir José Gugel. Consiglieri effettivi: Marcelo Erondi Galvagni; Firmino Splendor; Genesio Giordani. Consiglieri supplenti: Remy Valduga; Leonel Giordani; Odacir Giordani.

Per comunicare con la redazione del mensile:

redazione@trentininelmondo.it 1- 2019

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CIRCOLI LA MANIFESTAZIONE HA RICORDATO IL 137° ANNIVERSARIO DELLO SBARCO NEL PORTO MESSICANO DI VERACRUZ

Celebrato a Colonia Manuel Gonzàlez l’arrivo dei primi emigrati dal Trentino

L

o scorso sabato 20 ottobre presso il paese di Colonia Manuel Gonzàlez (Messico) si è festeggiato il 137° anniversario dell’arrivo dei primi emigranti trentini al porto di Veracruz, portati qui per formare una nuova comunità, chiamata per l’appunto Colonia Manuel Gonzàlez. La Santa Messa in onore delle grazie ricevute si è tenuta nella cappella di Nostra Signora del Rosario, presso la località di Zocapa del Rosario. In questa cappella si trova la Vergine del Rosario portata dall’Italia nel 1881 dai nostri predecessori che lasciarono la loro terra natale per migrare qui. Durante la celebrazione eucaristica il parroco ha voluto sottolineare l’importanza della famiglia, dell’unità e del lavoro, valori ereditati dai nostri nonni. Al termine della Messa, Mònica del Carmen Fadanelli, presidentessa del Circolo trentino di Colonia Manuel González, ha consegnato un premio composto da prodotti regionali, quali caffè, farina per polenta, vino di mora, piloncillo (dolce alla canna da zucchero), miele d’api, pane italiano e dulce de leche (crema al

caramello). Il vincitore di questo ricco premio sarebbe stato chi, rispondendo ad un concorso lanciato qualche tempo prima sulla pagina Facebook del Circolo, avrebbe ottenuto fino a quel momento più «mi piace» sotto una propria fotografia, postata proprio sulla pagina e scattata nel municipio di Zentla (di cui fa parte anche il paese di Colonia Manuel González). La vincitrice è stata Cinthia Córdoba Jiménez che con la sua fotografia del Tempio di San Geronimo (qui sotto) ha ottenuto piú di 800 «mi piace».

Dopo questo momento dedicato ai “social”, Jaime Crivelli, presidente del Circolo trentino di Córdoba ha riportato l’assemblea indietro nel tempo, a quando la sua nonna donò i propri orecchini d’oro alla Vergine del Rosario, che li indossa tuttora. Ha raccontato, inoltre, di quando al ritorno da un suo viaggio in Italia ha portato con sé una statuetta di legno della Vergine del Rosario regalata alla comunità, statua che, a distanza di tanti anni, si trova ancora lì, in quella stessa cappella. Durante la celebrazione era presente anche il consultore della

Provincia Autonoma di Trento, Leobardo Manica, che ogni anno viene a trovarci da Monterrey (stato di Nuevo León), accompagnato dal giovane trentino Paolo Perissinotto Tomasi, pure lui residente a Monterrey. Alla festa ha partecipato anche il presidente del Circolo trentino di Veracruz, Rubén Conzatti, che con entusiasmo ci è venuto a trovare dal porto di Veracruz. La presidentessa del Circolo trentino di Xalapa, Marisol Sampieri ci ha invece presentato, per l’occasione, il libro “José Benigno Zili Mánica para rato”, dell’autore Denis Hailet Ríos Del Valle. Non poteva mancare la foto ricordo dove tutti hanno sorriso e dimostrato felicità per l’anniversario dell’arrivo dei nostri nonni in Messico. Come ultimo momento conviviale abbiamo deciso di riunirci al Bocciodromo “Armando Marini” per condividere un ottimo pasto tradizionale con carnitas (sfilacci di carne di maiale), cueritos (pelle del maiale), tamales (involtini con impasto di mais e ripieni di carne), chiles rellenos (peperoni ripieni fritti), un’incredibile varietá di salse, caffé e jugo de caña (succo di canna da zucchero). Dopo aver consumato il pasto, tutti i presenti hanno giocato a bocce, tradizione mai persa, fino a quando al calar della notte, tra risate e molte chiacchiere ci siamo salutati con la promessa di ritrovarci il prossimo anno. Circolo trentino di Colonia Manuel Gonzalez

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LI RICORDIAMO COSÌ HA LASCIATO GRANDE VUOTO E SGOMENTO FRA I SOCI E SIMPATIZZANTI CHE NE APPREZZAVANO LA DEDIZIONE E LA CORDIALITÀ

I trentini di Como e Lecco in lutto per la perdita di Guido Endrizzi Ci ha lasciati improvvisamente il nostro Presidente del Circolo Trentino di Como e Lecco, Guido Endrizzi, lasciando un grande vuoto e sgomento in tutti noi soci e simpatizzanti. Guido Endrizzi era l’ultimo dei padri fondatori della Famiglia Trentina di Como, nata nel 1975 e di cui fu eletto subito Presidente. Si sono aggiunti successivamente i Trentini di Lecco. Il nostro Presidente ha diretto la Famiglia Trentina con tanto zelo e dedizione e sempre si è prodigato ad organizzare viaggi e incontri culturali di

vario genere intrattenendo rapporti con le altre famiglie della Lombardia e anche della vicina Svizzera. Sempre ricorderemo la sua gioia di stare insieme con gli amici nelle ricorrenze dell’Associazione di cui era molto orgoglioso. Apprezzavamo la sua cordialità, la sua serena allegria, la grande disponibilità a dare aiuto, conforto, consiglio, anche medico, a chi si rivolgeva a lui. Gli saremo sempre grati e gli assicuriamo che andremo avanti con lui nel cuore. Circolo Trentino di Como-Lecco

AVEVA 86 ANNI, ERA ORIGINARIA DI BREZ E NEL 1950 ERA EMIGRATA CON LA FAMIGLIA IN COLORADO DOVE SI È SPOSATA

È scomparsa Elena Fiorenta Aspromonte Elena Fiorenta Aspromonte è morta con la famiglia al suo fianco, il 30 gennaio, all’età di 86 anni. Elena era nata a Brez (Val di Non - Trentino) figlia di Giovanni Battista Zuech e Fiorella Menghini. Elena è cresciuta parlando il dialetto «nones». Nel 1950, all’età di 17 anni, emigrò con la sua famiglia negli Stati Uniti in Colorado, prima nella piccola città mineraria di Silverton e poi a Durango. Elena e sua madre lavoravano come governanti in un piccolo motel. Imparò così bene l’inglese da poter frequentare la scuola e ottenere un diploma. Nel 1954 si sposò con Joe Aspromonte ed ebbe i primi due 1- 2019

figli, Dan(ny) e Bill, mentre faceva la cameriera al Silver Spur. Ha servito molte celebrità di Hollywood, che avevano fatto del motel e del ristorante la loro casa durante le riprese di film western nella zona di Durango. John Wayne era un ospite abituale. Nel 1960 Joe ed Elena fecero i bagagli e si diressero in California per cercare una vita migliore.

Scelsero Santa Cruz per essere vicini ai parenti di Elena. Nel 1967, anno della nascita del terzo figlio, Mark, costruirono e gestirono il motel «Islander» su Ocean Street. Nel 1969 Joe morì. Nel 1976, giovane vedova con tre figli, Elena costruì un secondo hotel su Ocean Street, il Continental Inn. Elena ha poi trovato il secondo

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amore della sua vita, Dennis Wall, che era il manager del Continental Inn. Entrambi avevano perso i loro coniugi e avevano una passione per l’attività alberghiera. Con il sostegno di Dennis, ha continuato a costruire e gestire alberghi - 18 in tutta la California settentrionale e centrale - oltre a una varietà di altre proprietà. Attualmente la famiglia gestisce due hotel premiati a Capitola, il Marriott Fairfield e il Best Western, insieme ai Best Western di Watsonville e Angels Camp. Ha lasciato i figli Dan, Bill con la moglie Rebecca, Mark con la moglie Papaya, oltre ai nipoti Daniel, Amira, Liliana, Ilaria, Josephine, Matteo e Alexander.


EDITORIA IL TEMA È AL CENTRO DELL’ULTIMO NUMERO DELLA RIVISTA DELL’ASSOCIAZIONE «GESCHICHTE UND REGION - STORIA E REGIONE»

Come costruiscono «appartenenze» le persone che sono emigrate?

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i parla anche di emigrazione italiana in «Community of Images: Zugehörigkeiten schaffen / Costruire apparten e n z e » , sezione monografica de dell’ultimo numero de della rivista «Storia e regione/Geschichte uund Region» edita ddall’omonima assocciazione con sede a B Bolzano. Tra i contributi pubblicati anche quelli di Edith Picchler (nella foto), ricercatrice e docente in Germania (Università di Potsdam) e consigliere del Cgie. «Almeno a partire dal XVIII secolo – si legge nell’abstract della rivista – l’emigrazione transoceanica ha rappresentato uno dei più grandi fenomeni della storia mondiale. Nel corso del XIX secolo i movimenti di popolazione, volontari o forzati, sono diventati sempre più marcati anche all’interno dei continenti. Tali spostamenti – dovuti a ragioni economiche o a fenomeni conseguenti alle guerre come fughe, deportazioni o espulsioni – manifestarono la loro enorme portata nella “vecchia Europa” già nel XIX secolo e poi soprattutto all’epoca delle guerre mondiali. Lo sradicamento delle relazioni personali e sociali da contesti precedentemente stabili e il venir meno dei riferimenti spaziali e temporali sono fenomeni di enorme portata che spesso coinvolgono persone e gruppi sociali fino alle estreme conseguenze. Come fanno le popolazioni e i grandi gruppi sociali a costruire una nuova rappresentazione di sé, una volta intrapreso il difficile e

Il sommario

Edith Pichler, docente all’Università di Potsdam (Germania), è la referente a Berlino dell’Associazione Trentini nel mondo.

spesso estremamente impegnativo cammino della migrazione temporanea o permanente? Come stabilizzano la loro appartenenza e come ricostruiscono il loro contesto sociale, culturale e religioso?». Proprio l’autopercezione delle persone coinvolte è al centro dei contributi della sezione monografica di questo numero della rivista. «In questo contesto – si legge ancora nell’abstract – torna utile il ricorso alla diffusa, ormai classica, nozione delle “Imagined Communities”. Il concetto di “comunità immaginata” dello storico Benedict Anderson si riferisce al carattere fittizio e costruttivista delle nazioni e dei gruppi definiti in chiave nazionale. Giocando coi termini, si può anche trasformare la sua formula

L’associazione «Geschichte und Region/Storia e regione,» con sede a Bolzano, opera da oltre vent’anni con l’obiettivo di promuovere la ricerca storica e favorire l’interscambio scientifico al di là dei confini regionali. Per perseguire tali scopi, nel 1992 l’associazione ha dato vita alla rivista

e parlare di una “community of images” per indagare quelle immagini capaci di produrre legami, stabilità e consolidamento di un gruppo. In questo numero il concetto di “community of images” offre una chiave per penetrare spazi di possibilità e mondi di immaginazione dai quali possono svilupparsi le appartenenze. Si tratta di appartenenze che si formano in condizioni di estrema pressione: guerra, emigrazione come anche intense esperienze di abitanti di villaggi che vivono in regioni in cui i confini sono più volte cambiati nel corso della storia lontana e recente». I territori presentati dai contributi ci portano dall’America del Nord e del Sud fino all’Africa e all’Europa centrale e orientale» (aise)

omonima, concepita come luogo di confronto storiografico. L’associazione è altresì impegnata nell’organizzazione di convegni, nella presentazione di libri e in ulteriori iniziative di diffusione culturale, e coordina progetti di ricerca. https://storiaeregione.eu/it/home

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Francesco Frizzera “Tra valle, regione, Stato e Impero. I profughi trentini nella Prima guerra mondiale e il concetto di spazio”. Markus Wurzer (Gruppenzugehörigkeit als fotografisches Ereignis. Gruppenbilder aus dem Italienisch-Abessinischen Krieg 1935–1941), Susanne Korbel (Die Austrian Refugee Groups am Central Park. Identifikationen mit und (Raum-)Wahrnehmungen von „Ur-Wiener-Gemütlichkeit“ im New York der 1930er und 1940er Jahre), John Starosta Galante (Buenos Aires and the making of italo-argentinidad, 1915–1919), Sabine von Löwis (Konfessionelle Räume in der Westukraine: Annäherungen, Abgrenzungen und Überlagerungen), Michael M. Hammer (Das Frauenhaus in Bozen. Ein Fallbeispiel für das spätmittelalterliche Bordellwesen), Liliana De Venuto (Franz Gottfried Troilo: dalla Valle Lagarina alla corte dell’imperatore Rodolfo II), Edith Pichler (Migrazioni e milieus: diversificazioni di comunità e immagini), Francesca Brunet (“Verrei a vivere, ove ora tu vivi, terra libera, terra beata!”. Esuli austriaci negli Stati Uniti d’America (XIX secolo): un progetto in corso), Lienhard Thaler (Missionskreuz – Kruckenkreuz – Hakenkreuz. Die Tiroler Kapuzinermissionare in der Mandschurei und der „Anschluss“ 1938), Thomas Götz (Diroll divers – oder: Die Dialektik von Einheit und Vielfalt regionalgeschichtlich betrachtet. Ein Rezensionsessay zu Francesca Brunet/ Florian Huber (Hg), Vormärz. Eine geteilte Geschichte Tirols / Una storia condivisa trentinotirolese, Innsbruck 2017).

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DALL’ITALIA L’ARTISTA DI LEVICO TERME È NOTO A LIVELLO INTERNAZIONALE PER LE SUE OPERE REALIZZATE CON DIVERSI MATERIALI

Doppia mostra a Pordenone per le sculture di Bruno Lucchi «Pordenone Fiere» aveva scelto Bruno Lucchi - scultore contemporaneo di Levico Terme, noto a livello internazionale per le sue opere pubbliche in terracotta, bronzo, porcellana e recentemente anche in corten abbinato a refrattario o mosaico - per una doppia mostra in fiera e in città. Le sue opere sono state in mostra nell’ambito di «Pordenone Antiquaria» e «Pordenone Arte 2019», dal 12 al 20 gennaio, nel padiglione 8 di Pordenone Fiere. Inoltre, dal 18 gennaio, circa trenta grandi opere dell’«artista dell’anima», come viene definito Bruno Lucchi, sono state posizionate in angoli suggestivi di piazze e vicoli di Pordenone, grazie ad un’iniziativa realizzata con il Comune di Pordenone, mirata a creare

un percorso artistico di cui tutti potessero essere fruitori. Il sindaco della città, Alessandro Cipriani, e il presidente di Pordenone fiere, Renato Pujatti, hanno poi voluto che due grandi installazioni presentate all’evento «Pordenone Arte» rimanessero in città. Sotto la splendida Loggia

del municipio, palazzo originario del 1200, è stata collocata la grande installazione «Il bosco dei sentieri del silenzio», cinque grandi figure in semire (un impasto plastico) che abitano nel silenzio un bosco di betulle. Per ospitare l’altra installazione dal titolo «Beato il popolo che non ha bisogno di eroi», uno schieramento composto da ventinove elmi in semire, ossidi e smalti e cinque formelle sempre in semire e ossidi, è stato scelto il Museo civico d’arte, palazzo Ricchieri, a fianco del municipio.

L’INIZIATIVA È FRUTTO DI UN PROTOCOLLO DI INTESA SIGLATO CON REGIONE VENETO E L’ UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE

Il Museo Interattivo delle Migrazioni di Belluno pronto ad accogliere un migliaio di studenti Il MiM Belluno, Museo interattivo delle Migrazioni, è pronto a ospitare quasi mille studenti del territorio bellunese che tra febbraio, marzo e aprile visiterannno l’area museale dell’Associazione Bellunesi nel Mondo a Belluno. A dare il via sono stati gli studenti delle Scuole medie di Agordo, che oltre alla visita con la guida Giulia Francescon hanno avuto la possibilità di mettersi in contatto, in video conferenza, con Fabiola e Alberto, due giovani bellunesi residenti da sette anni in Australia. Nel calendario sono in programma visite da parte delle Medie di Belluno, Cesiomaggiore e Santa Giustina. Non mancherà anche la partecipazione di diverse Scuole primarie, oltre a quella degli istituti superiori della provincia. «Siamo davvero soddisfatti per questo interesse da parte dei docenti bellunesi - sono le parole del presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, Oscar De Bona - di certo il protocollo di intesa siglato l’anno scorso da Regione Veneto, Ufficio scolastico regionale e associazioni venete per l’emigrazione sta dando i primi risultati». (aise) 1- 2019

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DALL’ITALIA HA OTTENUTO IL TERZO POSTO NELL’AMBITO DEL CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE «SALVA LA TUA LINGUA LOCALE»

Uno studente dell’Istituto Agrario S.Michele premiato a Roma per una poesia in dialetto Un terzo posto ed una menzione d’onore: grande soddisfazione per il Trentino nell’ambito del celebre concorso letterario nazionale «Salva la tua lingua locale», dedicato alle opere in dialetto o lingua locale, in prosa, poesia e musica. La cerimonia si è svolta il 21 febbraio nella sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma, in occasione della «Giornata internazionale della Lingua Madre» promossa dall’Unesco, la premiazione ufficiale delle opere vincitrici della sezione Scuola del premio letterario nazionale indetto dall’Unione

Nazionale delle Pro Loco (Unpli) e da Legautonomie Lazio. Il Trentino si è aggiudicato il terzo posto ex aequo grazie all’opera «El Castel Beseno – Il Castel Beseno», poesia in dialetto di Denis Battisti, studente al terzo anno dell’Istituto Agrario S. Michele all’Adige (classe III C – OTA Operatore Tecnico Agricolo). Menzione d’onore, inoltre, è stata conferita alla professoressa Eliana Gruber, quale referente dell’iniziativa, “per essersi distinti per la competenza linguistica e

l’attiva collaborazione con le scuole del territorio”. L’insegnante ha espresso grande soddisfazione per l’importante riconoscimento: «Questo premio è importante perché dà voce al linguaggio quotidiano dei ragazzi, il dialetto, in cui si rispecchiano talvolta maggiormente che nell’italiano insegnato a scuola. Ho apprezzato molto che la partecipazione al premio da parte dei ragazzi sia stata volontaria e spontanea, ed il lavoro stesso di Denis Battisti mi è arrivato finito, non vi è stato fatto alcun intervento da parte dei docenti».

A

consegnare il premio all’autore e alla professoressa sono stati il Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Salvatore Giuliano, il presidente dell’UNPLI Antonino La Spina, ed il presidente onorario del premio, Giovanni Solimine. Alla cerimonia era presente anche la consigliera regionale della Federazione Trentina Pro Loco e loro Consorzi – UNPLI Trentino, Monica Viola, che ha fatto i suoi complimenti “in primis a Denis, e poi alla scuola e alla docente Gruber, che sono riusciti a trasmettere ai ragazzi il senso profondo di questa opportunità. Sensibilizzare i ragazzi all’importanza del dialetto come veicolo di tradizioni, cultura e storia dei nostri territori, è un tema fondamentale”. “Grazie all’impegno delle Pro Loco, all’adesione delle scuole e al lavoro degli insegnanti, il concorso consente ai più giovani di scoprire, apprezzare e valorizzare, spesso per la prima volta, il patrimonio culturale immateriale di cui sono portatori dialetti e lingue locali, contribuendo a rinsaldare il legame fra le nuove generazioni e l’identità dei territori” sottolinea il presidente dell’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia (Unpli), Antonino La Spina; “un’azione in piena sintonia con la Convenzione Unesco per la tutela del patrimonio culturale immateriale. L’iniziativa allo stesso tempo incentiva la collaborazione tra gli istituti scolastici e le Pro Loco per la formazione dei giovani e la sensibilizzazione degli adulti ai

El Castel Beseno

temi del patrimonio immateriale promossi dall’Unesco”. Stimoli, questi, pienamente raccolti dalle scuole, come dimostrano l’aumento dei partecipanti a questa edizione e, soprattutto, il più esteso coinvolgimento geografico, con opere pervenute da tutte le regioni d’Italia. IL PREMIO “Salva la tua lingua locale” è l’unico concorso nazionale (giunto quest’anno alla sua sesta edizione), dedicato alle opere in dialetto o lingua locale, in prosa, poesia e musica. Il premio è stato istituito dall’Unione Nazionale delle Pro Loco (Unpli) e da Legautonomie Lazio, ed è

organizzato in collaborazione con il Centro Internazionale Eugenio Montale, e, per la sezione scuola, con l’ong “Eip-Scuola Strumento di Pace”. Si compone di due sezioni: quella principale, la cui premiazione si è svolta lo scorso dicembre, e la sezione Scuole. L’iniziativa si inscrive nell’ambito dei progetti e delle azioni avviate da UNPLI in seno alla sua funzione di ente dedito alla salvaguardia dei patrimoni culturali immateriali (saperi, tradizioni, artigianato, memorie), funzione riconosciuta dall’UNESCO nel 2012. Da quell’anno UNPLI è infatti Ong accreditata per fornire consulenza e supporto al Comitato intergovernativo per i patrimoni culturali immateriali.

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Ai pei del castel g’è en picol paesèl vizim al castel gh’è en capitel. Tut entorno ed stradèl, davanti gh’è en gran portòn, che riciama ani de pasiòn. Quando te vai dentro te se enlumina i òci e te se daverze el còr. L’è na grande emozion. El prà dei tornei, i muri e i cancèi tra i bastioni e la so maestosità, nelò vardar zó la val, te senti la paze che el te dà, te senti na magia che co la testa te voli via en den pasà che l’è nà e nol tornerà LA GIURIA La giuria della sezione Scuola, coordinata dall’EIP Italia, è composta da: Elio Pecora (presidente); Anna Paola Tantucci (presidente E.I.P Italia); Catia Fierli (coordinatrice); Danilo Vicca; Luigi Matteo; Sara Matteo; Teresa Lombardo; Loredana Mainiero; Adele Terzano; Antonino Arrigo. Presidente onorario del premio: Giovanni Solimine. (Uff.StampaPAT) 1- 2019


Elezione dei membri del Parlamento europeo 2019 Sei un cittadino italiano che vive in un Paese membro dell’Unione Europea? In occasione delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, che si svolgeranno in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea nel periodo compreso tra giovedì 23 e domenica 26 maggio 2019, i cittadini italiani residenti nei Paesi UE possono scegliere di votare per i rappresentanti del Paese dove risiedono oppure, in alternativa, per i rappresentanti italiani. I cittadini italiani che invece sono permanentemente residenti in un Paese UE e iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) e che non hanno optato per il voto a favore dei candidati locali saranno ammessi al voto per i candidati italiani senza necessità di presentare alcuna dichiarazione. Gli elettori italiani residenti o temporaneamente presenti in un Paese membro dell’Unione Europea per motivi di studio o di lavoro possono votare per i rappresentanti italiani presso le sezioni elettorali istituite

dalle Ambasciate e dai Consolati. Chi rientra nelle categorie di cui sopra riceverà a casa, da parte del Ministero dell’Interno italiano, il certificato elettorale con l’indicazione della sezione presso la quale votare, della data e dell’orario delle votazioni. In caso di mancata ricezione potrà contattare l’Ufficio consolare competente per verificare la propria posizione ed eventualmente richiedere il certificato sostitutivo. Coloro che invece desiderano votare in Italia pur essendo residenti in un Paese membro dell’Unione Europea devono presentare richiesta, entro il giorno precedente le elezioni in Italia, al Sindaco del Comune italiano nelle cui liste elettorali sono iscritti. È penalmente sanzionato il doppio voto: - chi vota per i candidati al Parlamento Europeo per il Paese di residenza non potrà votare anche per quelli italiani, e viceversa; - chi vota per i candidati italiani presso

ELETTORI CHE SI TROVANO TEMPORANEAMENTE IN UN PAESE MEMBRO DELL’UNIONE EUROPEA. Anche coloro che si trovano temporaneamente in un Paese membro dell’Unione Europea per motivi di studio o di lavoro, nonché i familiari conviventi, possono

Nessuno può votare più di una volta nel corso delle stesse elezioni: gli elettori in possesso di più cittadinanze di Paesi membri dell’Unione Europea possono esercitare il loro diritto di voto per i candidati di uno solo degli Stati di cui sono cittadini. Sei un cittadino italiano residente in un Paese non membro dell’Unione Europea? I cittadini italiani residenti nei Paesi non membri dell’Unione Europea possono votare per i rappresentanti italiani al Parlamento Europeo presso il Comune di iscrizione elettorale in Italia. A tal fine, entro il ventesimo giorno successivo a quello della pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi elettorali, riceveranno dal Ministero dell’Interno apposita cartolina avviso

votare per i rappresentanti italiani: per poterlo fare, entro il 7 marzo 2019, termine tassativo e non derogabile, andava presentata per il tramite dell’Ufficio consolare di riferimento apposita domanda diretta al Sindaco del Comune nelle cui liste elettorali sono iscritti.

Foto: Fred Marvaux - © European Union 2017 - Source : EP

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le sezioni elettorali istituite all’estero dagli Uffici diplomatico-consolari non potrà farlo anche presso le sezioni elettorali in Italia, e viceversa.

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CALENDARIO 12 – 19 gennaio C.T. Toronto (CA): settimana bianca a Madonna di Campiglio

16 maggio C.T. Charleroi (BE): gita alla scoperta di Liegi

13 gennaio C.T. Charleroi (BE): festa per lo scambio auguri e tesseramento C.T. Denver - Colorado (USA): pranzo sociale e torneo di bocce

27 maggio C.T. New York (USA): cena a tema “Torta di patate” 27 maggio – 1 giugno: A Trento seminario dei coordinatori dei circoli trentini all’estero

19 gennaio C.T. New York (USA): cena a tema “gnocchi”

31 maggio Commemorazione 10° anniversario Rino Gianbattista Lenzi e Luigi Zortea

22 gennaio C.T. Villa Regina (AR): inizio laboratorio di “Tango Contemporaneo” per giovani tra 16 e 25 anni

Zandonai,

26 gennaio C.T. Vancouver (CA): Assemblea generale C.T. Bruxelles (BE): brindisi per il nuovo anno C.T. Toronto (CA): cena a tema “Canederli”

10 – 24 giugno Comunità del Tesino (TN): Mostre “e-Migr@zione Storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità” e “Vitigni migranti” a cura dell’Associazione Trentini nel Mondo

7-10 febbraio C.T. Toronto (CA): gita sciistica a Mt. Tremblant

12 giugno Incontro circoli trentini Paraguay

16 febbraio C.T. New York (USA): cena a tema “Canederli”

15-16 giugno Incontro dei circoli trentini del Rio Grande do Sul - Brasile

23 febbraio A Guaramirin (BR): Incontro circoli trentini di Santa Catarina e Parana C.T. Denver -Colorado (USA): Torneo annuale di bocce C.T. Toronto (CA): incontro e cena del direttivo C.T. Zofingen (CH): pranzo sociale

16 giugno C.T. Zofingen (CH): gita sociale 17 – 27 giugno C.T. Montevideo (UY): viaggio alla scoperta del Trentino 18 giugno C.T. New York (USA): cena a tema “Ravioli”

2 marzo C.T. Bento Gonçalves (BR): 5° festa della Cuccagna

22 giugno C.T. Toronto (CA): torneo di Golf

15 marzo C.T. Charleroi (BE): Festa della donna

27 giugno C.T. Seattle (USA): Assemblea generale C.T. Toronto (CA): 7° torneo di Golf

16 marzo C.T. New York (USA): cena a tema “Polenta”

27 giugno al 28 luglio Canal San Bovo (TN): Mostre “e-Migr@zione Storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità” e “Vitigni migranti” a cura dell’Associazione Trentini nel Mondo

30 marzo C.T. Toronto (CA): cena “Polenta e crauti” 1-14 aprile A Roncegno (TN): Mostra “e-Migr@zione Storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità” a cura dell’Associazione Trentini nel Mondo

6-7 luglio A Storo (TN) Festa Provinciale dell’Emigrazione

7 aprile C.T. Denver - Colorado (USA): Incontro mensile e gita a Z Casino

3-18 agosto A Ledro Mostra “e-Migr@zione Storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità” a cura dell’Associazione Trentini nel Mondo

17 aprile Assemblea Associazione Trentini nel mondo

8 agosto A Ledro (TN): incontro circoli trentini d’estate

Prima settimana di maggio A Levico: Mostra “e-Migr@zione Storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità” a cura dell’Associazione Trentini nel Mondo 4-5 maggio A Canberra (AUS): incontro Presidenti dei Circoli trentini dell’Australia

18 agosto C.T. Toronto (CA): Picnic Anuale 23-25 agosto Ad Albany (New York): Incontro presidenti dei Circoli trentini degli Stati Uniti e Canada

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Piazza a Trento durante la nevicata del 1° febbraio. 1- Duomo 2019

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