Gennaio 2017

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

1/2017

Foto Diego Dalmonech

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 60°

La Trentini nel mondo ha partecipato alla «Giornata mondiale del migrante e del rifugiato» che si è svolta il 15 gennaio a Gardolo.


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 5 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

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EDITORIALE SOMMARIO Pagina 2 AGENDA Pagine 3 IL SALUTO DEL DIRETTORE FRANCESCO BOCCHETTI Pagine 4-5 PADRE EFREM TRETTEL Pagina 6 CORO TRAMONTINA A TRENTO Pagine 7-9 GENTE E FATTI Pagine 10-11 VISITE IN SEDE Pagine 12-13 GIOVANI OLTRECONFINE: MICOL CHIESA Pagine 14-15 TRENTINO “SUPER” Pagine 16-22 CIRCOLI (Presidente Getulio, Venda Nova do Imigrante, Florianopolis, Rodeio, Caxias do Sul, Carmelo, Rivera/Livramento, Lorena, Como/Lecco) Pagina 23 DALLE VALLI

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. ZorzI Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 1 GENNAIO 2017 Stampato il 7 febbraio 2017

In copertina: tre componenti del Coro Tramontina che si è esibito a Trento il 12 gennaio.

ALCUNE RIFLESSIONI INDOTTE DALLA «GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO

Paura e indifferenza si battono praticando il rispetto reciproco

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ome ormai è consuetudine, anche quest’anno a metà gennaio si è svolta la «Giornata mondiale del migrante e del rifugiato» che in Trentino è organizzata dall’Arcidiocesi con la collaborazione della Trentini nel Mondo. Quest’anno la ricorrenza si è celebrata a Gardolo ed è stata una bella occasione d’incontro, di amicizia, di suoni e di colori che hanno aperto uno squarcio su quello che potrebbe essere il mondo. In quest’occasione ognuno ha portato un pezzetto delle proprie tradizioni, della propria cultura e delle proprie usanze cercando di dare un senso vero e compiuto alla realtà in cui viviamo, anche se più correttamente sarebbe meglio dire a «quella realtà in cui sarebbe bello vivere», visto che in pratica non è proprio così. Infatti basta guardarsi intorno per vedere le tragedie che si susseguono ogni giorno e che sono ben rappresentate da quella che è stata definita «foto dell’anno»: un bambino siriano di cinque anni seduto tra le macerie della sua casa bombardata, lacero e sporco di sangue, con gli occhi invasi dal terrore e persi nel vuoto del suo futuro che forse non ci sarà nemmeno. È un’istantanea che nella sua cruda immediatezza ci sbatte in faccia tutta la cattiveria e la disumanità di un mondo che sta affondando e che facciamo finta di non vedere per non doverci vergognare troppo di come è ridotta l’umanità. Per questo cerchiamo di alzare muri e recinti sempre più alti, a protezione della nostra routine giornaliera, a difesa dei nostri piccoli affari quotidiani, a salvaguardia di uno stile di vita che nella realtà appare invece sempre più indifendibile. Davanti al propagarsi di un egoismo sempre più diffuso e all’indifferenza che stanno prendendo il sopravvento nei rapporti tra le persone, c’è però chi si sforza di tenere ancora viva un po’ di dignità umana. ’è ancora chi guarda oltre i propri interessi immediati e personali, vorrebbe fare qualche cosa di più per aiutare chi soffre e chi muore nella ricerca di una so-

Viviamo in un’epoca di «monoteismo culturale», un pensiero che porta verso una società nella quale l’ascolto dell’altro viene considerato perdita di tempo, l’etica diventa solo un inutile fardello e l’emozione immediata prende il posto della riflessione ponderata pravvivenza per i loro figli, anche se purtroppo quello che emerge con sempre maggiore evidenza è un senso diffuso di chiusura e di intolleranza. Oggi viviamo in una società globale sempre più condizionata dalla paura e dagli egoismi economici che promettono solo soddisfazioni, senza mai parlare dei doveri . Oggi viviamo un una società che si dimostra incapace di esprimere una classe politica e dirigente adeguata a guidare una trasformazione epocale come quella che stiamo attraversando. E per questo si sceglie la strada più facile che porta ad alzare cortine fumogene, alimentare facili paure, chiudere porte e finestre e adorare i soli dei che oggi regolano il passo delle società: il dio mercato ed il dio denaro. Oggi viviamo in un’epoca che i moderni filosofi hanno definito «monoteismo culturale»: un pensiero che porta in direzione di una società dove l’ascolto dell’altro viene considerato una perdita di tempo, dove l’etica diventa solo un inutile fardello e dove l’emozione immediata prende il posto della riflessione ponderata. Per questo la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato deve essere vista anche come un momento nel quale persone di diversa provenienza e di diversa cultura si trovano assieme per

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respingere l’idea che non ci possano essere altre soluzioni, se non quelle della chiusura e del rifiuto di quelle persone che non ce la fanno o che sono diverse da noi. In questa occasione emerge evidente la volontà di esprimere coralmente un no forte e chiaro ai molti atteggiamenti negativi che vengono esibiti proprio da chi avrebbe invece il dovere civico e morale di dare il buon esempio cercando soluzioni rispettose, se non altro, del buon senso. L’incontro di colori, di parole, di usi e costumi diversi che è avvenuto a Gardolo di Trento in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato ha testimoniato come vi sia la possibilità reale e concreta di una possibile convivenza, se solo si volesse praticare il rispetto reciproco al posto della paura e la tolleranza al posto dell’egoismo e dell’indifferenza. C’è da augurarsi quindi che la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato non rimanga solo un avvenimento isolato nell’arco di un anno, ma che il suo insegnamento possa durare nel tempo contribuendo così a riportare a galla i valori fondamentali che stanno (o dovrebbero stare) alla base della civiltà, indipendentemente dal colore, dalle tradizioni, dagli usi e dalla fede degli uomini. Alberto Tafner 1 - 2017


AGENDA AD ALBERTO TAFNER, DELLA TRENTINI NEL MONDO, L’INCARICO DI VICE PRESIDENTE VICARIO

Ilaria del Bianco eletta presidente dell’UNAIE L’assemblea elettiva dell’UNAIE (Unione nazionale associazioni immigrati ed emigrati), convocata a Mestre-Venezia sabato 4 febbraio, ha rinnovato le cariche statutarie per il mandato che andrà a scadenza nel mese di febbraio 2020. Alla presidenza della storica unione delle associazioni regionali e provinciali che nel 2016 ha festeggiato il suo 50° compleanno – è stata eletta Ilaria del Bianco, presidente in pari tempo della benemerita Associazione Lucchesi nel Mondo, che all’epoca era nel gruppo delle associazioni fondatrici dell’UNAIE. Per la prima volta la presidenza dell’UNAIE è stata affidata a una donna, ma anche nel neoeletto Consiglio Direttivo, completamente rinnovato, che affiancherà la presidente vi è un’equilibrata rappresentanza di genere. «Raccolgo un’eredità pesante - ha dichiarato Ilaria Del Bianco - dopo i dieci anni di presidenza di Franco Narducci, che tanto si è prodigato e tanto ha fatto per le associazioni che rappresentano le comunità italiane all’estero, legate profondamente ai loro luoghi di origine, spesso coincidenti con il proprio Comune di nascita oltre che con la

Ilaria del Bianco insieme con (da sinsitra) Franco Narducci (presidente uscente), Alberto Tafner (nuovo vice presidente vicario) ed Oscar De Bona (nuovo vice presidente)

Regione di appartenenza. Tutti noi abbiamo ringraziato Franco Narducci e riteniamo che il miglior riconoscimento per lui sia proseguire con la stessa forza con cui ha guidato l’UNAIE. Ho ben presente le sfide che mi attendono – ha proseguito Ilaria del Bianco – perché sono quelle che affronto già come presidente della Lucchesi nel Mondo, potendo contare sulla lunga esperienza di tanti collaboratori e sullo straordinario patrimonio storico, artistico e produttivo della nostra Regione. Un patrimonio che ci accomuna a tante altre Regioni italiane». La neoeletta Presidente dell’UNAIE è stata molto attiva du-

rante la lunga fase degli Stati Generali dell’associazionismo italiano nel mondo e a lei fu affidata la relazione introduttiva di quell’assemblea mondiale svoltasi a Roma. Ma anche il suo qualificato attivismo con la Lucchesi nel Mondo, che spesso l’ha vista fianco a fianco delle istituzioni, delle fondazioni bancarie e delle forze politiche per promuovere Lucca, i suoi tesori e il suo territorio, sarà un buon punto di riferimento. «Ho la fortuna di poter contare su due pesi massimi che mi affiancheranno, ha evidenziato Ilaria Del Bianco, cioè i due vice presidenti eletti, Alberto Tafner (presidente della Trentini

nel Mondo) vicario e Oscar De Bona (presidente della Bellunesi nel Mondo e già assessore della Regione Veneto con delega all’emigrazione). Ma anche sull’entusiasmo e la professionalità dei membri del Consiglio Direttivo: Mario Algeo (Trevisani nel Mondo), Lia Di Menco (Abruzzo Mondo), Federica Merlo (Fondazione Verga), Luigi Papais (Ente Friuli nel Mondo) e Stefania Schipani (Filitalia)». Per la Trentini nel mondo hanno partecipato all’assemblea il presidente Tafner, Aldo Degaudenz (membro di giunta dell’Associazione), Ferruccio Pisoni (past president) e il direttore Francesco Bocchetti.

È STATO UNO DEI TEMI TOCCATI DURANTE L’«INCONTRO DI PROGRAMMAZIONE» CHE SI È SVOLTO IL 28 GENNAIO

Attenzione verso la «nuova emigrazione» Sono quattro le «linee» lungo le quali la Trentini nel mondo intende sviluppare la sua attività nel corso dell’anno: sociale, culturaleistituzionale, nuova emigrazione, impresa. La proposta è stata avanzata dal presidente dell’Associazione, Alberto Tafner, in occasione dell’«incontro di programmazione» che da qualche anno la Trentini nel mondo organizza nel mese di gennaio, all’avvio del nuovo anno, alla quale vengono invitati consiglieri e dipendenti, «per riflettere assieme sul futuro della nostra Associazione», come si poteva leggere nella lettera di convocazione. L’incontro si è svolto presso la sede dell’Associazione sabato 28 gennaio. La linea «sociale» si traduce nell’attuazione di quanto previsto dallo statuto e si riferisce in particolare al rapporto con i Circoli e i soci. Sul 1 - 2017

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versante «culturale/istituzionale» si intensificheranno i rapporti con enti pubblici e privati, come la Provincia, l’Università, i Consolati, per promuovere insieme iniziative di grande respiro. La «nuova emigrazione» rappresenta un fenomeno sempre più rilevante, che richiede particolare attenzione da parte dell’Associazione; la linea «impresa» punta ad una collaborazione con il mondo imprenditoriale, per il quale l’Associazione, attraverso la sua rete di Circoli, può rappresentare un punto di riferimento nell’internazionalizzazione dei vari settori. Le proposte del presidente, illustrate in apertura dell’incontro, sono state apprezzate e condivise dai presenti. Il direttore Bocchetti ha esposto sinteticamente il programma delle principali attività già in calendario per il 2017.


AGENDA HA 41 ANNI È LAUREATO IN ECONOMIA E COMMERCIO E DAL 1° LUGLIO 2014 RICOPRIVA L’INCARICO DI VICE DIRETTORE

Francesco Bocchetti nuovo direttore dell’Associazione Trentini nel mondo Dal 1° gennaio 2017 Francesco Bocchetti è il nuovo direttore della Trentini nel mondo. Nella sua riunione del 12 dicembre 2016 il Consiglio dell’Associazione ha condiviso e approvato la proposta di nomina avanzata dalla giunta. Quarantuno anni (è nato a Roma nel 1975), laureato in Economia e commercio all’Università di Trento, Bocchetti ha frequentato un dottorato di ricerca in Scienza

e metodi per la città e il territorio europei presso l’Università di Pisa. Ha iniziato a lavorare presso la Trentini nel mondo nel febbraio 2009, con l’incarico di seguire i progetti di cooperazione e solidarietà gestiti dall’Associazione. Dal 1° luglio 2014 ricopriva l’incarico di vice direttore. Alla Trentini nel mondo si era avvicinato già nel 2003, entrando a far parte del gruppo Giovani e volontariato, del quale

ha continuato a far parte per molti anni. Francesco Bocchetti è il quinto direttore dell’Assocoazione. Quando la Trentini nel mondo fu fondata, nel novembre 1957, la direzione fu affidata a Simone Gabrielli. L’anno successivo l’incarico fu assunto da Rodolfo Abram; nel 1991 gli subentrò Rino Zandonai, tragicamente scomparso nel 2009; dal 2010 al 2016 la direttrice è stata Anna Lanfranchi.

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uando, tanti anni fa, mi sono avvicinato all’Associazione, non avrei mai immaginato di diventare direttore della Trentini nel mondo. Ero ancora studente universitario e mi incuriosiva l’Associazione, a cui mi ero avvicinato grazie al mio amico Matteo. Era un posto interessante, internazionale, che mi dava la possibilità di conoscere da vicino persone provenienti da tanti paesi diversi e in particolare tanti giovani come me che vivevano in diverse città del mondo. Mi piaceva viaggiare, ero curioso, lo sono ancora, e l’idea di conoscere qualcuno con cui bere un caffè in ogni angolo del pianeta era per me qualcosa di irresistibilmente affascinante. Da allora sono passati diversi anni in cui ho potuto, grazie all’Associazione, partecipare ad eventi indimenticabili e conoscere persone meravigliose, sperimentando in prima persona la ricchezza dei Circoli Trentini e la bellezza dello stare assieme uniti dall’amore verso la propria terra e verso sua cultura, i suoi paesaggi, i suoi valori. Dalla Trentini nel mondo ho imparato tante cose e tante altre le imparo ogni giorno. Innanzitutto il rispetto per la diversità. Siamo tanti: parliamo lingue diverse, viviamo in paesi diversi, tra i trentini ci sono professori universitari e persone che hanno frequentato solo le elementari, ci sono grandi imprenditori e persone molto povere, ci sono personaggi famosi e sconosciuti, persone nate e vissute in Trentino e altre che non hanno mai visto le montagne, centenari e neonati, sportivi, musicisti, operai, contadini, cuochi, persone semplici, furbe, intelligenti, dispettose…

Francesco Bocchetti nella sede dell’Associazione e (primo a destra nella foto sotto) durante l’incontro di coordinamento con i Circoli trentini dell’Argentina che si è svolto a La Plata nel novembre 2016.

Tutti però valgono e danno il loro contributo per la comunità trentina e per il Trentino. Un’altra cosa importante per me è il volontariato. Ogni Circolo Trentino nel mondo esiste e lavora perché alle sue spalle ci sono persone che mettono gratuitamente il loro tempo e i loro talenti a disposizione della comunità. Senza volontari i Circoli si spengono, non sono le risorse o i finanziamenti che tengono viva l’Associazione, ma il lavoro dei volontari. Oltre ai tantissimi volontari dei Circoli vorrei ricordare anche gli altri che singolarmente, in Trentino e all’estero, sostengono

l’Associazione con affetto e con dedizione. Infine che un altro punto essenziale: è quello di fare le cose assieme, di sentirsi comunità. È il vero valore in più di essere Associazione, di lavorare assieme per qualcosa di più grande di noi come persone e come singoli Circoli. Chi lavora per un Circolo sa quanto è importante, bello e produttivo poter contare su una comunità, non essere soli ma squadra. Si possono fare tante cose in più, si è più visibili, più riconosciuti, più sostenuti. Questo è importante tanto per l’Associazione che per i singoli che ne fanno parte.

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A volte facciamo fatica a capire quanto possiamo essere forti e importanti se lavoriamo assieme. Immaginiamo i Circoli Trentini: più di 200. Se ogni singolo Circolo organizzasse, per esempio, un evento ogni due mesi - una cena, un corso di italiano, una sfilata, un ballo, una gita … non importa cosa - e ci limitassimo considerare il singolo Circolo, questo rimarrebbe un evento ogni due mesi. Ma se guardiamo tutti i circoli, ciascuno con i suoi eventi, sono più di 1.200 attività all’anno. Vuol dire che quattro volte al giorno – quattro volte al giorno!! - in un pezzetto di mondo lontano, il nome del Trentino, la sua gente e i suoi valori, vengono fatti conoscere e presentati con orgoglio. Per me è un grande onore e una grande responsabilità il ruolo che mi è stato affidato all’interno dell’Associazione. So che richiederà tanto impegno da parte mia, ringrazio tanto tutti quanti per i bellissimi messaggi di sostegno e di auguri che ho ricevuto in questi giorni. Non sarà facile essere all’altezza di tante aspettative, ma con il vostro aiuto sono convinto che potremo fare cose belle e grandi per l’Associazione e per le comunità trentine di tutto il mondo. Francesco Bocchetti

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PROFILI NATO A PREDAZZO IL 17 MAGGIO 1921, ORDINATO NEL 1944, È SCOMPARSO IL 20 GENNAIO SCORSO IN CALIFORNIA

Padre Efrem Trettel, un personaggio che ha lasciato un segno indelebile

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na vita lunga novantacinque anni si è spenta in California ed è entrata definitivamente nella storia del Trentino e della sua emigrazione. Padre Efrem Trettel ha cessato di vivere lo scorso 20 gennaio nel “Mercy Retirement & Care Center”, al numero 3431 del Foothill Boulevard di Oakland, nella Baia di San Francisco. Con la sua morte il Trentino, la grande famiglia dell’emigrazione trentina del Nord America e la stessa società californiana rimangono orfane di un personaggio che ha lasciato un segno indelebile in tutte le realtà religiose, sociali e culturali nelle quali, con una generosità senza limiti, eccezionale intelligenza e creatività, si è donato. Nato a Predazzo, in Val di Fiemme, il 17 maggio 1921 da Andrea Trettel e Maria Dallagiacoma, Efrem Trettel dopo le elementari frequenta le scuole francescane ed è ordinato sacerdote il 29 giugno 1944. Dopo aver trascorso un anno al convento dei francescani di Arco va a Tropea, in provincia di Catanzaro, come aiuto nella provincia francescana calabrese. Il suo desiderio di testimoniare il Vangelo in terre lontane lo porta a chiedere di recarsi missionario in Cina, dove a Kichov, sul Fiume Azzurro, operano frati trentini. Nel febbraio del 1947 parte unitamente ad alcuni giovani confratelli per l’Estremo Oriente. Nel 1949 i comunisti lo mettono agli arresti domiciliari ed è perseguitato; nel 1951 viene espulso dal Paese. Rientrato a Trento, i superiori vorrebbero che rimanesse in Italia ma egli riesce a far prevalere la sua vocazione missionaria e nel 1953 parte per gli Stati Uniti d’America. Raggiunge la California e a San Francisco viene accolto dal francescano Vittorio Bazzanella, delle Piscine, in val di Cembra, presso la parrocchia dell’Immacolata, a Folsom Street. Durante la Quaresima del 1954, invitato da un amico a predicare ad una radio, scopre lo straordinario potere dei mezzi di comunicazione anche per diffondere il messaggio evangelico. Passano poche settimane e lo troviamo in 1 - 2017

Eccezionale produttore di rapporti umani, ha sempre rappresentato un importante punto di riferimento per la Trentini nel Mondo e per la comunità trentina in California e negli Stati Uniti

un modesto locale che ottiene con l’aiuto di amici e dove diviene un vulcanico produttore di programmi radiofonici su temi religiosi e con attinenza a questioni sociali riguardanti la comunità italiana dell’estesa Baia di San Francisco. Alle trasmissioni in lingua italiana si aggiungono ben presto emissioni in lingua inglese. I suoi programmi sono molto ascoltati e richiesti anche al di là della Baia. L’entità del lavoro richiede un’organizzazione e spazi maggiori. È così che nel 1964 fonda l’Associazione «Apostolato Radio Cristiana” (ARC) con il moto «Cristo Regni!». Nel 1971 inizia un programma televisivo

bisettimanale sul Canale 38. Nel 1975 le Suore Domenicane della Parrocchia di Sant’Antonio di Folsom Street, si trasferirono presso l’Immacolata, e padre Efrem coglie l’occasione per entrare nel convento che in poco tempo trasforma in uno studio radiotelevisivo. Dal nuovo centro ARC il numero dei programmi radiofonici e televisivi si moltiplica e la loro diffusione si estese oltre la Baia, in altre parti della California, fino alla capitale Sacramento. I programmi radio, direttamente o con l’invio di audiocassette, iniziarono inoltre ad essere diffusi nel Nevada, in Arizona, a New York in Canada e persino ad

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Hong-Kong, in Estremo Oriente. È la nostalgia per la Cina che lo spinge verso l’Oriente. Come sottolinea padre Bonifacio Bolognani nel suo libro su “Il Clero Tridentino in Nord America”, “i programmi radio-televisivi di padre Efrem divennero un nutrimento spirituale e culturale per tutti gli italiani e non, con risultati morali e spirituali non misurabili”. È un servizio particolarmente importante per gli anziani, che padre Efrem visitava molto frequentemente nelle loro abitazioni per portare i Sacramenti od una parola di amicizia e conforto. Tanti sono gli anziani che accompagna a visite mediche od in ospedale. L’attività di produzione radiotelevisiva del centro ARC comporta spese crescenti. Un gruppo di amici, animato soprattutto dal coniugi Chris e Nik Papapietro, dà vita al sodalizio “ARCangels”, e con conviviali periodiche i suoi Angeli raccolgono parte degli aiuti necessari; al resto ci pensa la Provvidenza. Padre Efrem, mente eccezionalmente intelligente e creativa, trovava inoltre il tempo per la stesura di articoli per il giornale della Federazione Cattolica Italiana (ICF). Emette mensilmente un bollettino bilingue che diffonde nella comunità della Baia e invia inoltre ad un esteso gruppo di amici in Trentino. Numerosi sono i libri che scrive su temi religiosi e di poesia. Con la musica nel sangue, compone molte canzoni in italiano e inglese e suona molti strumenti, dalla fisarmonica al violino, al pianoforte alla tromba; la fotografia è in lui passione ed arte che gli fa immortalare incontri e realtà di un’America dai mille volti. Eccezionale produttore di rapporti umani genera attorno a sé un incalcolabile numero di amici di vari continenti. Anche la grande California gli va un po’ stretta. Sollecitato dagli studi dell’amico fraterno padre Bonifacio Bolognani, per il quale nutre immensa ammirazione, si mette in viaggio sulle tracce di padre Eusebio Chini e dopo l’Arizona va in Messico per girare una pellicola sulle terre in cui svolse la


PROFILI

Qui sopra padre Efrem (al centro) e padre Bonifacio Bolognani (primo a sinistra), nel 1988 alla Convention ITTONA di Denver. Nella foto a destra, è con l’amico Paolo Magagnotti, autore dell’articolo su queste due pagine.

sua missione il Gesuita di Segno, in Val di Non. Per alcuni anni passa qualche settimana estiva in Giappone, dove a Tokio aiuta nella missione padre Lino Micheletti, con il quale era in Cina e che dopo l’espulsione fa tappa a formosa per poi approdare nella terra dei Samurai. Con gli amici di “Apostolato Radio Cristiana” organizza vari tour in Italia, in altri paesi europei ed in Alaska come parte della sua missione. Porta gruppi di persone in Trentino, al quale è sempre strettamente legato e che visita frequentemente. Numerosissime sono le predicazioni in California ed in altre parti del Nord America. Ottiene molti riconoscimenti in America; sia per la sua attività nel settore radiotelevisivo sia per la sua vicinanza agli anziani, agli ammalati ed ai più bisognosi in generale. Particolarmente gradito gli è stato il riconoscimento di una comunità afroamericana della quale per un periodo è stato parroco molto apprezzato. Il 30 luglio 2004 la sua attività divulgativa nel settore radiotelevisivo viene riconosciuta anche con il conferimento del “Premio Internazionale del Consiglio Provinciale di Trento” nell’ambito del “Premio giornalistico Val di

Sole”. Costanti sono stati i suoi contatti con il Trentino dove per vari anni ha fatto sentire la sua presenza anche attraverso l’emittente televisiva RTTR e le reti di “Radio Dolomiti”. Un capitolo a parte merita la vicinanza di padre Efrem ai trentini d’America e ai molti trentini ospitati nel centro ARC, dove giungevano e si trattenevano per motivi di studio, di salute e per altre ragioni. Ad ogni ora del giorno e della notte le sue porte sono sempre aperte, e nonostante i suoi molteplici impegni trova il tempo per stare con gli ospiti, per accompagnarli, assisterli ed aiutarli. Egli ha sempre rappresentato un importante punto di riferimento per la Trentini nel Mondo. Il Circolo della Trentini nel Mondo di San Francisco è stato costituito presso il suo centro, dove si sono svolte di norma le relative riunioni. Presente a numerose Convention ed altre manifestazioni delle nostre comunità d’America, porta sempre la sua inconfondibile nota di entusiasmo, allegria e speranza, allietando gli incontri con la fisarmonica, accompagnato talvolta dal fratello francescano padre Flavio, tragicamente scomparso

nel 1994 in un incidente lungo le strade della California e per la cui perdita molto ha sofferto. La Convention ITTONA del 2004, a San Francisco, con la partecipazione di oltre quattrocento emigrati trentini e loro discendenti, viene meritatamente dedicata a lui, che in quell’anno purtroppo inizia a registrare qualche problema di salute. Nel 2005 l’imponente mole di materiale e documentazione relativa alla sua attività viene portata presso il Museo Storico Trentino e classificata in sei sezioni. Ho avuto la fortuna di essergli particolarmente amico per quasi quarant’anni, durante i quali sono stato con lui moltissime volte presso il centro ARC, ed in vari incontri in California ed altri Stati USA. Ricorderò sempre con grande nostalgia le serate trascorse assieme dopo cena quando ci si intratteneva in cucina o nella sala delle celebrazioni eucaristiche e dei ritrovi conviviali, dove spesso mi suonava al piano canzoni trentine ed ultimamente si impegnava nel suono della tromba. Memorabile per me rimarrà sempre il viaggio compiuto con lui e padre Bonifacio Bolognani nell’ottobre del 1985 sulle tracce

Il messaggio di cordoglio della Trentini nel mondo Partecipiamo con tristezza e commozione al dolore del Circolo per la scomparsa di padre Efrem Trettel, figura straordinaria nel vero senso del termine. Come avete scritto nel vostro messaggio, con la sua intensa attività di comunicazione attraverso la radio e la televisione, era diventato un pilastro della comunità trentina e italiana di San Francisco. Era un uomo dalla personalità carismatica, un religioso che ha incarnato gli insegnamenti di San Francesco, un artista poliedrico e sensibile, un esempio di umanità e fratellanza, un trentino del quale essere fieri. Lascia un grande vuoto su tutte due le sponde dell’oceano ma eterno sarà il ricordo della sua personalità e della sua attività. Esprimiamo al Circolo le nostre condoglianze e ci stringiamo a voi in questo momento di cordoglio.

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dei minatori trentini che lavorarono, soffrirono e spesso morirono nelle miniere d’America, per realizzare il filmato “Il Pane della Miniera”. Ci sentivamo più volte al mese al telefono. Purtroppo negli ultimi tempi la sua percezione dell’interlocutore era difficile. Andai a trovarlo l’ultima volta in California al “Mercy Retirement” di Oakland lo scorso settembre. Nella sua pur provata memoria vi erano ancora canzoni trentine che mi suonò al pianoforte. Provava ancora in sé il desiderio di essere fra la gente per iniziare progetti e rendersi utile; pur essendo seguito con tanta cura mi ripeteva “qui mi sento in prigione”. Ora riposa nel “Colma Cemetery”, presso San Francisco, accanto al fratello Flavio. Molti trentini, altri italo-americani e statunitensi gli hanno reso l’ultimo saluto. Per parte italiana, alla cerimonia funebre vi sono stati vari messaggi: il Console Generale d’Italia a San Francisco Lorenzo Ortona, con testo letto dalla trentina Paola Ebranati, addetta culturale presso il Consolato; il presidente della Giunta provinciale Ugo Rossi e il presidente della Trentini nel Mondo Alberto Tafner, con testi letti da Luca Dorigatti, Consultore della Provincia per gli Stati Uniti, che ha pure avuto personali parole di gratitudine ed ha ringraziato il trentino Marco Di Ianni e sua moglie Kim, cittadina cinese, per l’amorevole vicinanza avuta al Francescano nei suoi ultimi giorni di vita. L’ultimo saluto della comunità trentina di San Francico lo ha portato la presidente del locale circolo Giuseppina Pesenti Daves. L’intera comunità trentina deve molta riconoscenza a padre Efrem, ed può essere orgogliosa di un Francescano che lascia un capitolo importante della storia di questa terra. Paolo Magagnotti 1 - 2017


GENTE E FATTI

Trasferta italiana del Coro Tramontina per festeggiare i 15 anni di fondazione È arrivata anche la neve a rendere indimenticabile una giornata già del tutto speciale per i componenti del Coro Tramontina ed i loro accompagnatori, che il 12 gennaio hanno fatto tappa a Trento, durante la trasferta in Italia, organizzata per festeggiare i quindici anni di attività del coro. Il coro prende il nome dall’azienda con sede principale a Carlos Barbosa (Rio Grande do Sul – Brasile), fondata 141 anni fa da emigrati friulani, che produce coltelli, utensili per la cucina, elettrodomestici. Nella sua prima trasferta in Italia il Coro si è esibito nelle terre di origine di molti dei suoi componenti: San Gregorio nelle Alpi e San Vito di Cadore (in provincia di Belluno), Chiampo in ( Vicenza), Vittorio Veneto e Conegliano (Treviso), Maniago (Pordenone), Padova, Verona, Venezia, Latina e Roma. La tappa a Trento è stata organizzata in collaborazione con la Trentini nel mondo. Quando il programma della trasferta era in fase di definizione, il Coro aveva espresso il desiderio di poter incontrare il Coro della Sosat. Il desiderio è stato esaudito e la sera del 12 gennaio, il presidente del Coro della Sosat, Andrea Zanotti, ha dato il benvenuto al gruppo

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Qui sopra, un momento dell’esibizione del Coro Tramontina nel Centro servizi anziani «Contrada Larga» in via Belenzani a Trento e, in basso a sinistra, uno scorcio della sala con il pubblico. In basso al centro, la consegna del gagliardetto della Trentini nel mondo ad Andreia Regina Boscaini, coordinatrice del Coro. Nell’altra foto in basso, il maestro Alcides Verza dirige il Coro nella sede del Coro della Sosat.

brasiliano nella storica sede del coro in via Malpaga a Trento. Gli affreschi che abbelliscono il soffitto della sala principale ha suscitato stupore e ammirazione. Sotto la direzione del maestro Roberto Garniga, il Coro della Sosat ha trasformato l’usuale sessione di prove del giovedì sera, in un piccolo concerto per gli ospiti brasiliani, che hanno ringraziato con lunghissimi applausi al termine di ogni canzone. Poi è toccato al Coro Tramontina esibirsi. Dapprima due canzoni folcloristiche, con la direzione

del maestro Alcides Verza e poi tre brani popolari con il direttore Pablo Trindade Roballo, che ha suonato anche il pianoforte. Gli applausi sono stati ricambiati e al termine dell’esecuzione coristi e accompagnatori si sono mescolati in un cordiale momento conviviale, concluso da un brindisi. Nel pomeriggio, al suo arrivo a Trento, il Coro Tramontina aveva tenuto un concerto presso il Centro servizi anziani «Contrada Larga» in via Belenzani a Trento. Anche in questo caso l’esibizione era stata divisa in due parti. La

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prima con un repertorio di canzoni tradizionali e folcloristiche, sia in portoghese che in italiano (come «Verdes campos da minha terra» e «Campane di Montenevoso») e poi con le canzoni popolari brasiliane d’autore (come «Shimbalaiè» e «Mas que nada»). Il pubblico ha molto gradito lo spettacolo. Dopo il concerto in via Belenzani, il Coro Tramontina ha raggiunto la sede della Trentini nel mondo, dove sono stati accolti dal presidente Alberto Tafner e dal vice presidente Cesare Ciola e dove è stato offerto un rinfresco. L’incontro è stato l’occasione per ribadire, nelle parole dei rappresentanti della Trentini nel mondo e di Cesar Prezzi, che accompagnava il Coro, lo stretto legame che unisce il Trentino e il Rio Grande do Sul, che è stato la destinazione di molti emigranti trentini partiti alla fine del 1800. La giornata trentina del Coro Tramontina ha avuto un finale inaspettato: dopo settimane di assenza di precipitazioni è infatti scesa la neve. L’evento atmosferico ha suscitato grande entusiasmo e prima di salire sul pullman che li avrebbe portati a Latina, in molti hanno voluto lasciare la loro firma sulla neve fresca (foto in alto a destra).


GENTE E FATTI LA GIOVANE PROFUGA ETIOPE AVEVA PERSO LA VITA LUNGO LA LINEA FERROVIARIA DEL BRENNERO NEI PRESSI DI BORGHETTO

Grazie alla solidarietà di molti trentini Rawda è stata sepolta nel suo paese Nel numero 10/2016 del nostro periodico, a pagina 6 era stato pubblicato un articolo intitolato «Un’ingiustizia palese e inaccettabile», che prendeva spunto da un fatto di cronaca: la sera del 16 novembre 2016, lungo la linea ferroviaria del Brennero, nei pressi di Borghetto, un treno in transito aveva urtato e ucciso una giovane donna africana, della quale non era nota l’identità. Il suo corpo senza vita era stato trasferito nella cella frigorifera della camera mortuaria del cimitero di Avio. Della vicenda hanno cominciato ad interessarsi alcune giovani del posto e il 25 novembre la «Casa delle donne» di Rovereto ha voluto rendere omaggio a quella salma ancora sconosciuta, con una cerimonia che si è tenuta nel cimitero. Partendo dai pochi effetti personali che aveva con sé, custoditi

in una borsetta, con un lavoro di ricerca al quale ha collaborato Zebenay un etiope che vive in Trentino, si è riusciti a risalire alle generalità della donna, che si chiamava Rawda e aveva 29 anni. Sono stati poi contattati i genitori, che quando hanno saputo la

tragica notizia, hanno espresso il desiderio di poter seppellire Rawda nel villaggio dove abitava, a qualche centinaio di chilometri da Addis Abeba. Per raccogliere i fondi necessari per coprire le spese burocratiche e di trasporto della salma in

L’azione di monitoraggio di «Antenne migranti»

È il momento di indignarsi Oggi che l’obiettivo di restituire Rawda ai suoi cari è stato raggiunto, è il momento di andare oltre la commozione, e dare voce a quell’indignazione che ci muove di fronte a queste situazioni: perché? Perché Rawda stava camminando sola lungo i binari? Perché e come il suo viaggio è stato interrotto a Borghetto? Perché non le è stato garantito l’accesso alle informazioni necessarie per chi intraprende un viaggio del genere? Quanti migranti stanno passando in questo momento sui nostri binari, nascosti? Chi può garantirne l’incolumità? Sono ormai evidenti le responsabilità di chi decide di chiudere le frontiere senza preoccuparsi di garantire informazioni, assistenza nelle emergenze, tempi ragionevoli di analisi delle domande d’asilo, accesso alle cure mediche… Chi sta cercando di portare la propria solidarietà ai migranti in transito nella nostra regione sa bene che più si chiudono le frontiere e più il viaggio

Etiopia, i volontari che avevano iniziato le ricerche su Rawda hanno avviato una campagna di informazione e sensibilizzazione, alla quale ha collaborato fin dall’inizio il parroco don Luigi. Sono state organizzate diverse iniziative di solidarietà ed è stato usato il conto corrente dell’Associazione Amici dell’Etiopia per raccogliere i fondi. La risposta della comunità locale (e di tutto il Trentino) è stata sorprendente e nel giro di poche settimane è stata raccolta una somma superiore alle aspettative, con la quale sono stati interamente coperti i costi per il rimpatrio della salma. Il rimanente sarà utilizzato per garantire gli studi alla figlia minorenne di Rawda. Il viaggio di ritorno di Rawda è iniziato venerdì 20 gennaio, dopo una toccante cerimonia di saluto nel cimitero di Avio e si è concluso il giorno dopo.

Le recenti crisi umanitarie, hanno determinato un crescente flusso di uomini e donne richiedenti asilo e rifugiati verso l’Italia e in generale verso l’Europa. La risposta arrivata dagli Stati e dalle istituzioni dell’Unione Europea si è concretizzata nell’erezione di muri fisici e legali al fine di ostacolare il libero movimento dei migranti verso e all’interno dell’Europa. Il Trentino Alto Adige, che da sempre rappresenta un luogo di transito, è particolarmente colpito da queste politiche. Scongiurato (almeno per ora) il muro con l’Austria, il libero movimento dei migranti viene prevenuto per mezzo di controlli nelle varie stazioni che precedono il Brennero. L’inasprimento dei controlli ha portato i migranti ad assumersi rischi sempre maggiori pur di attraversare il confine, come testimoniano i recenti fatti di cronaca.

diventa rischioso. Non è un caso che a pochi giorni dalla morte di Rawda anche Adel sia finito sotto un treno, a Bolzano, e poco dopo due persone siano state trovate morte su un treno merci poco oltre il confine con l’Austria. Non sono tragedie isolate, sono effetto di un sistema che obbliga tante persone a nascondersi, rendendole sempre più vulnerabili ed esposte a sfruttamento e tragedie. Un sistema a cui stiamo reagendo, con la solidarietà, con la denuncia. Un sistema che esige la creazione di alternative reali, se non vogliamo essere travolti da un pericoloso vortice di tragedie e violenza. Sara Ballardini

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«Antenne Migranti», gruppo di attivisti volontari, e la Fondazione Alexander Langer Stiftung hanno deciso di dare seguito all’esperienza iniziata negli anni scorsi, promuovendo un monitoraggio della situazione dei migranti nelle stazioni e nelle città, sulla linea VeronaBrennero. L’attività di monitoraggio sarà finalizzata ad osservare, e ove possibile prevenire, eventuali violazioni dei diritti dei migranti; fornire supporto in termini di orientamento e accesso alle informazioni al fine di una scelta consapevole; raccogliere i bisogni dei migranti in modo da poter sensibilizzare e stimolare le istituzioni rispetto alle problematiche esistenti. Inoltre, scopo del monitoraggio è quello di aprire un dialogo sui temi dell’accoglienza e della libertà di movimento con tutti gli attori coinvolti, per contribuire alla diffusione di modalità maggiormente rispettose dei diritti umani. 1 - 2017


GENTE E FATTI

Attestato di ringraziamento alla Console Aurora Russi Per il suo impegno a favore della comunità italiana nello stato di Minas Gerais (Brasile), la Console Aurora Russi ha ricevuto una «mozione di congratulazioni» da parte del comune di Monte Sião, per iniziativa del consigliere comunale Juliano Riguetto. Alla cerimonia di consegna, avvenuta nella sede municipale di Monte Sião, ha partecipato anche Paulo Henrique Chistè Silva, componente del direttivo del Circolo trentino di Ouro Fino. Nella foto (da sinistra): il consigliere comunale Juliano Riguetto; la responsabile del settore passaporti del Consolato, Rossella Iacobis; la Console Aurora Russi; il componente del direttivo del Circolo trentino di Ouro Fino, Paulo Henrique Chistè Silva; il presidente del Circolo italiano di Monte Sião, José Ayrton Labegalini. L’EVENTO SI È SVOLTO A COLONIA TIROLESA IN ARGENTINA. TRENTASETTE PARTECIPANTI PROVENIVANO ANCHE DAL BRASILE

Prima riunione familiare per 303 Conci

Ha avuto grande successo il primo incontro delle famiglie Conci che vivono in Argentina: sono stati 303 i partecipanti all’evento, dei quali 37 provenienti dal Brasile, che si è svolto il 18 settembre a Colonia Tirolesa, località nella quale almeno un terzo dei suoi quasi 700 abitanti porta il cognome Conci. Sono tutti discendenti dei fratelli Francesco e Arcangelo Conci, emigrati in Brasile dal Trentino (allora parte del Tirolo) rispettivamente nel 1875 e nel 1881. Francesco nel 1889 si trasferì a Colonia Tirolesa in Argentina, con la moglie e i nove figli. La messa è stata concelebrata dai sacerdoti Sergio Conci Magris (Argentina) e Luis Carlos Conci (Brasile). NE SONO STATE RACCOLTE 2.034 TONNELLATE, UNA QUANTITÀ MOLTO SUPERIORE ALLA MEDIA DEGLI ULTIMI CINQUE ANNI

Olive in Trentino, nel 2016 record di produzione I dati sulla produzione di olive dell’annata 2016 raccolti dalla Fondazione Edmund Mach presso i frantoi dell’Alto Garda confermano le grandi potenzialità dell’olivicoltura trentina. Con 2.034 tonnellate di olive, la stagione appena conclusa risulta essere la più produttiva, sicuramente dal 1974, ma con buona probabilità anche dal 1936, considerata l’assenza di dati del periodo 1961-1973. Il dato supera fortemente la media delle ultime cinque annate che risulta pari 1.614 tonnellate di olive. «Il merito del boom 2016 - spiega il tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico, 1 - 2017

più frequente e meno intensa potatura, una maggiore attenzione alla fertilità dei terreni e sostegno alla crescita vegetativa degli olivi

Franco Michelotti - è da attribuire, soprattutto, ad un generale miglioramento della conduzione degli oliveti, in particolare una

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ed una maggiore precisione nella difesa dalla mosca olearia, oltre che alla crescita di nuovi impianti ed all’andamento stagionale favorevole in fase di fioritura e allegagione». La produzione di olio, 271,3 tonnellate, è stata molto buona e ampiamente superiore alla media degli ultimi cinque anni (233 tonnellate), ma leggermente penalizzata da una resa di estrazione piuttosto bassa (13,3 %), causata dalla prolungata siccità (gran parte degli oliveti trentini non sono irrigabili) di settembre e inizio ottobre, proprio nel periodo di maggior sintesi ed accumulo di olio nelle olive. (s.c.)


GENTE E FATTI NATO A CARISOLO NEL 1926 È SCOMPARSO IL 17 GENNAIO 2017. ERA STATO PRESIDENTE DEL CIRCOLO TRENTINO DI LONDRA

Si è spento il sorriso di Luigi Povinelli C

hi ha letto la biografia di Luigi Povinelli, pubblicata alcuni anni fa intitolata «Il più bel bambino nel mondo» in omaggio a come lo definiva sua madre, sa bene come la sua vita sia stata davvero un romanzo: una storia da libro «Cuore» gli anni della sua fanciullezza, quasi incredibili le vicende che lo hanno portato poi, nell’età adulta, fino a Buckingham Palace. Figlio illegittimo di una vedova, già madre di tre figli, possiamo immaginare come potesse essere la sua condizione nei primi decenni del Novecento, nel piccolo paese trentino di Carisolo; come se ciò non bastasse fu anche colpito dalla poliomielite quando aveva solo un anno e mezzo. Leggendo le pagine del suo libro possiamo quasi vederlo questo bimbetto zoppo che non può correre e giocare con gli altri ragazzini del paese, costretto ad indossare un aggeggio metallico, costruitogli da uno zio per sostenere il suo piede malato, che, se gli regala un po’ d’equilibrio, ad ogni passo però fa un gran sferragliare. È difficile capire come, in una tale situazione, egli riesca a crescere con un carattere non solo forte e determinato, ma anche capace di cogliere sempre il lato positivo delle cose, capace di accettare le difficoltà e le umiliazioni senza mai perdersi d’animo. Era nato in una terra di montagne bellissime, ai piedi dell’Adamello con i suoi ghiacciai immacolati, di fronte alle incantevoli Dolomiti di Brenta; montagne che egli amava, pur nella consapevolezza che non avrebbe mai potuto raggiungerne le cime. Forse da loro aveva ereditato tanta forza e forse, non potendo scalare le vette, aveva deciso di “scalare” la vita. Proprio così. Dovendo definire la vita di Luigi non posso che pensare ad una scalata, ripida, difficile, ma anche emozionante e vittoriosa.

Da adolescente pastore di capre, a venditore improvvisato di gelati su una bicicletta munita di carretto; da gestore di tabaccheria e bar ad autista e cameriere presso una contessa di Milano. Quindi al servizio di conti e marchesi a San Remo e poi cameriere ai piani in un prestigioso albergo di Montecarlo. Poi il salto oltre la Manica, l’arrivo a Londra, l’impiego in grandi hotel e infine, quasi per puro caso, l’approdo a Buckingham Palace, all’inizio come “palace attendant”, cioè addetto alla cura del palazzo, ma successivamente con l’incarico di fare da collegamento fra il personale e le delegazioni in visita ufficiale. Un ruolo che lo metterà in contatto con le più alte personalità politiche di tutto il mondo: regnanti, capi di stato, primi ministri… Questi sono solo alcuni dei “gradini” saliti

da Luigi: impossibile riassumerli tutti nello spazio di un articolo. Una favola dunque? Forse, ma anche un’esistenza costellata di tanti sacrifici, tanti ostacoli, tanti dolori, come rischiare di essere ucciso. Quello che mi ha colpito maggiormente quando ho conosciuto Luigi, ormai quasi ottantenne, aldilà della sua vitalità e dell’incredibile memoria, è stato il suo costante sorriso, la sua scherzosa ironia, quel vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. In quel periodo la sua forza di carattere aveva avuto la meglio sui problemi di salute che l’avevano colpito pochi anni prima, fra i quali un’emiparesi alla parte destra del corpo. Aveva recuperato quasi completamente e, pur camminando con l’aiuto di un bastone, continuava anche a guidare la macchina. Ho passato ore a sentirlo raccontare la sua storia, meravigliandomi di come ne ricordasse ogni minimo particolare e di quante, incredibili vicende gli fossero capitate. Non saprei dire se nella vita di Luigi Povinelli siano state più le sfortune o le fortune. Sicuramente la vita gli ha riservato molte prove difficili, ma lo ha anche dotato della forza d’animo e della pazienza per affrontarle. Del resto, per arrivare dove lui è arrivato, ci è voluta indubbiamente tutta la sua intelligenza, tutta la sua determinazione, tutta la sua voglia di riscatto, ma anche, come lui stesso sottolineava, un bel po’ di fortuna. Quello che posso dire con certezza è che Luigi era una persona speciale. Doveva averlo capito anche la regina Elisabetta se dopo tanti anni dal suo pensionamento, avvenuto nel 1986, da Buckingham Palace continuavano ancora ad arrivargli gli auguri di Natale, cosa di cui Luigi andava giustamente orgoglioso. Mariacarla Failo

Profondo cordoglio per la scomparsa di Bruno Caviola artista sensibile e amico vero della Trentini nel mondo Il 21 gennaio, all’età di 79 anni, è scomparso a Roma, dove era nato e dove risiedeva, Bruno Caviola, originario della Val di Ledro. Qui di seguito riportiamo il testo del messaggio inviato dalla Trentini nel mondo ai suoi famigliari, la moglie Giuseppina e i figli Luciano e Leonardo. «La notizia della scomparsa di Bruno ci ha profondamente addolorato. È di poche settimane fa la sua visita alla sede dell’Associazione e nulla faceva presagire quello che è accaduto. L’incontro era stato, come sempre, nel segno della simpatia e della cordialità. Il pensiero corre alle molteplici occasioni in cui abbiamo avuto la possibilità di condividere il nostro tempo con Bruno e la sua amata e inseparabile Pina: quando era in Trentino almeno una visita in sede era una priorità della sua agenda e quando poteva era sempre presente alle iniziative organizzate dalla Trentini nel mondo. Bruno era un vero amico della nostra Associazione; era orgoglioso delle sue radici

trentine; era entusiasta di far parte della grande famiglia della Trentini nel mondo. La sua anima di artista ha dato una forte impronta al suo carattere: sempre garbato nei modi, caloroso nel rapportarsi con gli altri, con lo sguardo rivolto al futuro. È stato un socio attivo e propositivo della Famiglia trentina di Roma, per la quale aveva organizzato apprezzate visite ad alcuni luoghi artistici della capitale. Lascia in tutti noi un ricordo indelebile di persona ricca di spirito e di umanità, aperta e disponibile, sincera e coerente. Nella sede di via Malfatti, la «casa» di tutti i trentini nel mondo, la sua opera «Trentine fonti nel cuore», la grande tela che ha dipinto e che si trova collocata su una parete della sala intitolata a Rino Zandonai, continuerà ad essere concreta e preziosa testimonianza della sua arte e del suo profondo legame con la sua terra di origine e con la nostra associazione. Nell’esprimere le nostre condoglianze vi abbracciamo con affetto».

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VISITE IN SEDE Non sempre nel corso del 2016 siamo riusciti a rendere conto tempestivamente sul giornale delle visite ricevute nella sede dell’Associazione. Per «rimediare» a questa mancanza, dedichiamo queste due pagine alle foto scattate con i graditi ospiti e non ancora pubblicate

Rodeio

Wyoming

Durante il suo soggiorno in Trentino a Fornace, paese natale del nonno, ci ha fatto visita Celso Cristofolini, commercialista in pensione che vive a Rodeio (Santa Catarina -Brasile).

Ada Profaizer (nella foto insieme con Sabina Corradini) è una socia del Circolo trentino del Wyoming (USA) del quale sua sorella Josephine è stata per molti anni la presidente.

Circolo

Foto da «beato fra le donne» per João Zuffo, vice presidente del Circolo trentino di Caxias do Sul.

Rio de Janeiro o

Montreal M

Espirito Santo

Fernando Luiz Bastian è professore all’Università federale di Rio de Janeiro, alla facoltà di ingegneria metallurgica e dei materiali. I suoi avi emigrarono in Brasile dal Trentino nel 1874. Alla sua sinistra, la moglie Vera Regina Figuereido Bastian.

Insieme con il presidente Alberto Tafner, ci sono la presidente del Circolo trentino di Montreal, Franca Calliari, e il marito Mario, genitori del cantautore Marco Calliari (Franca mostra un articolo a lui dedicato apparso su una rivista canadese).

Roger Gaggiato (al centro), di origini venete, è il Console onorario italiano nello stato di Espirito Santo. Nella foto è con il padre Franco (primo a sinistra), che è stato vice console onorario, e con Cesare Ciola, vice presidente della Trentini nel mondo.

Rosario Gaston Ossanna è il tesoriere del Circolo trentino di Rosario. Suo nonno Olivo era emigrato in Argentina da Sfruz. Nel 2016 Gaston è tornato in Trentino per la terza volta ed è stato ospite dei suoi parenti della Val di Non. Pochi giorni prima di fare visita all’Associazione, Gaston aveva partecipato all’udienza generale del mercoledì di Papa Francesco e con emozione ha raccontato di aver avuto la possibilità di scambiare alcune parole con il Papa, che è stato felice di poter incontrare e salutare un suo conterraneo argentino.

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Barcellona Le vacanze di Natale hanno portato Florencia Queto Pedrotti e suo fratello Francisco dalla Spagna a Trento. La Coruña, nell’estremo nord-ovest della Spagna, è la loro città di residenza. Il lavoro ha però portato Florencia a trasferirsi in una città geograficamente collocata in posizione diametralmente opposta: Barcellona, in Catalogna, nell’estremo est del paese. Nella foto sono con Francesco Bocchetti (allora ancora vice direttore della Trentini nel mondo) e con Rosanna Barchiesi.

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Bento Gonçalves Sandro Giordani, presidente del Circolo trentino di Caxias do Sul, nel corso del 2016 ha trascorso un periodo in Trentino con la famiglia, in visita ai parenti in Vallagarina, luogo di partenza dei suoi avi. Ha trovato anche il tempo per una visita all’Associazione: ad accogliere Sandro, la moglie Silvane Nichet Giordani e la figlia Lauren Nichet Giordani sono stati Francesco Bocchetti e Giada Degasperi.


VISITE IN SEDE

u Blumenau

trentino di Caxias do Sul Era la loro prima volta in Trentino e hanno fatto tappa anche presso la sede dell’Associazione, per visitare la «casa» di tutti i trentini nel mondo. La delegazione del Circolo di Caxias do Sul era guidata da Bernadette Pergher (terza da sinistra) che indossa (come il marito Celso José Gödel al suo fianco) la maglietta bianca del Circolo. Con loro c’erano Wilmar Slomp e Maria Ines Lazzeri Slomp.

Il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner, ha dato il benvenuto a Mari Lucia Mattedi, vice presidente del Circolo trentino di Blumenau (Santa Catarina- Brasile).

Circolo di Zofingen

Circolo di Azul Marisa Rado (seconda da sinistra), segretaria del Circolo trentino di Zofingen (Svizzera), insieme con il marito Franz ha fatto visita alla Trentini nel mondo per un saluto e per portare una copia della pubblicazione realizzata con le foto scattate durante il viaggio organizzato per festeggiare il 45° di fondazione del Circolo. Sono con loro (da destra) Rosanna Barchiesi e Ilaria Turco.

Gustavo Perli (primo a sinistra) è il presidente del Circolo trentino di Azul, in Argentina. Ha 56 anni, è medico, con specializzazione in urologia pediatrica. Ad emigrare con destinazione Buenos Aires, nel 1896, fu suo nonno Fortunato Carlo Perli, nato a Nave San Rocco ma che era poi andato ad abitare a Zambana. E proprio Zambana, dove ancora risiedono suoi parenti, è stata la meta del viaggio in Trentino di Gustavo. Con lui nella foto ci sono la mamma Ilda (seconda da sinistra) e il cugino Renato Perli con la moglie Antonia.

Circolo di New York

Circolo di Laurentino

Tutti sorridenti i componenti della famiglia Kussman, arrivata in Trentino da New York (Stati Uniti). Da sinistra: Benjamin, Maria Luisa Dalpiaz, Elizabeth e Richard. Benjamin ed Elizabeth mostrano la copia del giornale con in copertina la foto scattata in occasione di «Blueprint 2016», il soggiorno formativo per giovani nord americani discendenti di emigrati trentini, organizzato dall’Ufficio emigrazione della Provincia, che si era svolto nel mese di maggio a Rock Springs (Wyoming - USA) e al quale entrambi avevano partecipato.

È stato Cesare Ciola (primo a destra), vice presidente della Trentini nel mondo, a dare il benvenuto ad Arno Herminio Girardi (secondo da destra), 75 anni, socio del Circolo trentino di Laurentino (Santa Catarina - Brasile), che ha fatto visita all’Associazione insieme con la sorella Celina Imaculada e suo marito, Mario Gama.

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M

i chiamo Micol sono nata il 21 giugno 1990 a Trento e oggi, dopo anni in giro per il mondo, sono una dottoranda ricercatrice in economia ambientale all’Università di Oxford. Cresciuta in Valsugana a Strigno (oggi Castel Ivano, dopo la fusione con i Comuni di Spera e Villa Agnedo), amo viaggiare fin da quando sono piccola: me ne hanno fatta innamorare i miei genitori che non hanno esitato a mettermi su un aereo a neanche un anno di età. A 16 anni ho capito che avrei voluto frequentare il 4° anno del liceo all’estero. Stavo passeggiando in montagna con la mia mamma quando ne parlai: lei mi guardò e dopo un momento di smarrimento, mi rispose che se questa era la mia decisione, lei e papà mi avrebbero appoggiata e sostenuta. Pensavo ad Hong Kong o all’America, invece vinsi una borsa di studio della Regione Autonoma Trentino Alto Adige e nel settembre del 2007 mi ritrovai in Irlanda, precisamente a Carlow in una scuola completamente nuova con una famiglia completamente nuova. Da quel giorno non mi sono più fermata perché il mondo mi ha fatto diventare una persone determinata, dinamica e responsabile. Conseguita la maturità irlandese, ho potuto iscrivermi subito all’Università ed ho scelto la facoltà di Scienze internazionali e diplomatiche a Forlì. Amavo l’idea di studiare il mondo e le sue dinamiche, di conoscere paesi nuovi, nuove lingue, nuove culture. A Forlì sono rimasta solo il primo anno poiché, sempre vincendo borse di studio, ho trascorso il secondo anno in Portogallo a Lisbona (Erasmus) e il terzo in Argentina a Buenos Aires (Windows Cooperation). Sono tornata in Italia per un breve periodo solo nel 2011 per uno stage al quotidiano «Corriere del Trentino» che mi ha aperto le porte del mondo del lavoro e mi ha fatto conoscere gente meravigliosa. Grazie a questa esperienza e al supporto di tutti i miei professori è arrivata la svolta decisiva del mio percorso di studi: la lettera di accettazione all’università americana John Hopkins SAIS di Washington D.C. per frequentare un master in economia e relazioni internazionali. Io, ragazza trentina, della 1 - 2017

«Non ho avuto paura ad dalle difficoltà ho tratt

Valsugana orientale, senza favoritismi o agganci di ogni genere, senza un cognome importante, ma con tanta voglia di imparare, con tanto impegno, rigore e senso del dovere, solo per il mio valore e le mie capacità, sbarcavo in

America. La cultura, le abitudini, i ritmi mi hanno subito travolta ma la bellezza di studiare in un posto così prestigioso e ricco di storia, così come di amici da ogni parte del mondo mi hanno sempre fatta sentire protetta e considerata importante. Tra il primo e il secondo anno di Università, per rafforzare il mio profilo professionale, ho lavorato come ricercatrice nel dipartimento ambientale del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, prima a Ginevra, per sei mesi, e poi sul campo, in Sud Africa. Proprio quest’ anno vissuto in due luoghi così diversi, tra la rigorosità della Svizzera e l’allegria di colori del Sud Africa, mi ha aperto la mente insegnandomi ad accogliere più facilmente situazioni nuove ma soprattutto diverse, senza però mai giudicarle. La difficoltà di vivere in un Paese con un’economia crescente ma con moltissimi problemi di sicurezza mi ha trasformata: mi ha insegnato a diventare una donna forte e pronta ad affrontare qualsiasi circostanza. Nel maggio del 2013 parto per Washington continuando a lavorare sullo stesso progetto di sostenibilità attraverso una posizione all’interno della Banca Mondiale. L’estate del 2013 è anche l’estate in cui conosco la mia meravigliosa famiglia americana. Mia madre, conoscendo l’importanza del lavoro dell’Associazione dei Trentini nel Mondo, pensa di contattare il Circolo di

Micol Chiesa, 26 anni, cresci il quarto anno delle superiori si è iscritta alla facoltà di Scienz Ha lavorato come ricercatrice p e in Sud Africa. Si è laureata John Hopkins di Washington D ad Oxford come dottoranda n e management aziendale» gu

Dopo la laurea ha lavorato nella e la Cooperazione in Europa cittadina italiana a ricoprire que di quello che ho fatto e non ho Ho incontrato alcune persone d mio “viaggio” , che hanno cam migliore e con le quali ho s 12


d aprirmi a nuove esperienze; to stimolo per perfezionarmi»

iuta a Strigno, ha frequentato i in Irlanda; dopo la maturità ze internazionali e diplomatiche. per le Nazioni Unite a Ginevra nel 2014 presso l’Università D.C. (Stati Uniti). Ora si trova nel team di ricerca «Strategia idato dal prof. Gordon Clark

a Commissione per la Sicurezza del Senato Americano, prima esto ruolo. «Sono davvero felice alcuna intenzione di smettere. davvero straordinarie in questo mbiato la mia vita rendendola stretto legami indissolubili»

Washington per darmi sostegno. È cosi che conosco Carla (con mamma oriunda della Val di Non e papà valsuganotto) e suo marito Mike. L’incontro all’aeroporto, a notte inoltrata, è stato tutto un abbraccio naturale e da allora loro sono la mia seconda mamma e il mio secondo papà. Mike è una persona buona, tranquilla, rassicurante e amorevole mentre Carla è un vulcano piena di iniziative, sorprese, regali e tanto affetto! Con loro mi sono sentita a casa e sono riusciti a mitigare la nostalgia per la mia famiglia lontana. È questa solidarietà piena di amore incondizionato il vero dono dei Trentini nel Mondo. Mi laureo nel maggio del 2014 «with honors» e soprattutto con un’emozione indescrivibile: le mie due famiglie si sono incontrate e hanno creato un’unica grande meravigliosa famiglia che segue il percorso della mia vita e che è sempre orgogliosa di me! Dopo la laurea inizio a lavorare per il Senato Americano nella Commissione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, la prima cittadina italiana mai accettata a ricoprire questo ruolo. Lavoro intensamente su problematiche ambientali facendomi travolgere dalla bellezza della politica, delle regole e delle leggi del parlamento americano. Lavorare nel mondo delle lobby mi ha aiutata a prendere coscienza di quanto ero in grado di imparare e di fare e mi ha fatto capire quale problematica aziendale avrei voluto approfondire e studiare. Perciò, maturati due anni lavorativi in questo mondo, ho deciso di accettare un’offerta come dottoranda all’Univerità di Oxford, in Gran Bretagna, e perciò continuare il mio lavoro con il più grande esperto del mondo di «Corporate Environmental Management» (strategia ambientale societaria), il professore Gordon Clark. Ricordo ancora quando studiavo sui suoi libri e lo vedevo così irraggiungibile ed ora invece è il mio «Stephen Hawkings», come mi piace chiamarlo (Stephen Wil-

Nella foto a centro pagina, Micol con Carla Rollandini e Mike Dzatko, la sua «famiglia» di Washington D.C. Qui sopra, al centro, con i componenti del gruppo nel quale lavora presso l’Università di Oxford (da sinistra): prof. Gordon Clark, Michael Urban, Theodor Cojoianu, Angelika Kaiser.

liam Hawking, è un cosmologo, fisico, matematico e astrofisico britannico, fra i più influenti e conosciuti fisici teorici del mondo, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri e l’origine dell’universo). Il prof. Clark è adesso la persona che ogni mattina in ufficio mi prende in giro per il mio modo di ordinare un cappuccino. Questo dottorato mi fa capire ogni giorno che, se si deve sognare, tanto vale farlo in grande e che nulla è in grado di limitare la buona volontà e la forza di carattere. Il mio team di ricerca, «Strategia e Management Aziendale» si trova alla Oxford Smith School per le Imprese e l’Ambiente (Smith School of Enterprise and the Environment). Qui mi occupo di come le multinazionali (quotate nel mercato finanziario) gestiscono la sfida delle loro passività ambientali, di come coordinano i loro rapporti con gli azionisti, i dipendenti e le parti interessate, con un interesse specifico al legame tra impresa e l’ambiente. Inoltre, assisto la cattedra di economia ambientale, contabilità ambientale e strategia ambientale e societaria.

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Sono davvero felice di quello che ho fatto fino ad ora e non ho alcuna intenzione di smettere di migliorare. Ho incontrato alcune persone davvero straordinarie in questo mio «viaggio» , che hanno cambiato la mia vita rendendola migliore e con le quali ho stretto legami indissolubili. Non ho avuto paura ad aprirmi a nuove esperienze e dalle difficoltà incontrate ho tratto lo stimolo per perfezionarmi, senza mai perdere la fiducia e la speranza. Spesso sono stata messa alla prova ed ho scoperto di essere forte e interiormente e profondamente cambiata, perché quando si sceglie un’esperienza tanto ricca, il viaggio è dentro di noi. La mia citazione preferita è per l’appunto «Tra tutti i libri del mondo, le storie più belle si trovano tra le pagine di un passaporto». Anche a Oxford ho avuto l’onore di incontrare altri trentini ed insieme stiamo cercando di creare un gruppo per rafforzare l’incontro tra i giovani universitari e ricecatori trentini nel mondo. Il mio territorio mi ha dato tanto e voglio poter contraccambiare questo affetto. Micol Chiesa 1 - 2017


di Mario Anelli A ZIANO DI FIEMME LAVORANO 260 DIPENDENTI: ALTRI STABILIMENTI SI TROVANO IN VENETO, ROMANIA E CINA

«La Sportiva», da calzoleria di paese a marchio famoso in tutto il mondo

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uest’anno La Sportiva spa destina alla ricerca il 6 per cento del fatturato, stimato in 100 milioni di Euro. Nei due precedenti gli investimenti avevano sfiorato i 6 milioni per esperimenti sofisticati e prototipi, in nuovi macchinari e strutture. Sostenuti, nonostante la lunga crisi economica internazionale, da fatturati crescenti: 81 mln di Euro nel 2015, saliti a 91 l’anno scorso. «La ricerca alimentata di continuo ci consente di rinnovare modelli, qualità e design e di entrare in nuovi mercati» sottolinea Lorenzo Delladio, presidente e Ceo della spa. La Sportiva è ormai un brand globale dell’outdoor. Da semplice calzoleria di paese avviata 85 anni fa, si è evoluta fino a proporre ogni prodotto necessario ad arrampicare, fare trekking, sci alpinismo, trail running ed alpinismo, nonché abbigliamento tecnico invernale/estivo, hardgoods compresi. Attira sia il professionista sia l’amatore che desidera indossare il marchio trentino anche nel proprio tempo libero. La spa vende l’82 per cento della produzione in 74 Paesi del mondo. I maggiori acquirenti sono gli Usa dove l’azienda trentina ha conquistato il 67 per cento del mercato di settore ed a scendere Italia, Germania, Francia, Spagna. Nella House Factory di Ziano di Fiemme (Trentino) in un laboratorio sotto alte arcate e massicce

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Il catalogo comprende ogni prodotto necessario ad arrampicare, fare trekking, sci alpinismo, trail running ed alpinismo, oltre ad abbigliamento tecnico invernale/estivo. L’82 per cento della produzione viene esportato in 74 paesi travi in legno lamellare sono al lavoro 260 dipendenti (età media 31 anni), altri 148 in Veneto, altri ancora in Romania ed in Cina, a Xiamen, dove è attivo pure un centro di ricerca e sviluppo e dove opera la Fujian La Sportiva Co, Ltd. Le calzature prodotte annualmente hanno raggiunto il milione: una montagna. L’azienda rimane comunque del tutto familiare, ricorda con orgoglio Lorenzo Delladio. Vette dolomitiche si scorgono oltre le vetrate del suo ufficio. Estesa su una superficie di 13.000 mq, la Factory ne dedica 3.000 alla produzione, gli altri a show-room, ricerca, sviluppo, megastore, costumer satisfaction, salone campionario, uffici e grandi magazzini sotterranei spalmati su 6000 mq. C’è anche lo spazio riparazioni, dove lavora un calzolaio provetto per il prezioso servizio post-vendita. Nella sala prototipi

è all’opera una macchina ideata in ditta per simulare i movimenti dello sci. Poco distante un nuovo banco da taglio da 250.000 Euro. La Germania fornisce il pellame pesante, mentre le pelli di vitello per scarpette da arrampicata provengono da Nuova Zelanda, Argentina ed Australia. L’abbigliamento invece è prodotto altrove: Filippine, Portogallo, Germania, Cina. Magazzini di distribuzione sono disseminati in Italia, ma pure in Usa (a Boulder, Colorado) ed a Fujian (Cina). Un motto aziendale afferma «la nostra guida è la passione, la nostra passione è la montagna». Ideale ancoraggio al territorio: l’azienda è diventata leader mondiale nella produzione di scarpette d’arrampicata, di scarponi per l’alta montagna e dell’abbigliamento outdoor. Tra le foto storiche poste all’ingresso principale spicca

I continui investimenti nella ricerca consentono di rinnovare modelli, qualità e design, migliorandone leggerezza, termicità e resistenza

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un prezioso brevetto incorniciato, rilasciato dalla Camera di Commercio di Trento a Narciso Delladio, il capostipite: aveva inventato una speciale allacciatura per gli scarponi di montagna. Ed accanto si legge l’attestato originale di partecipazione alla Fiera campionaria di Milano, anno 1928. Oggi in azienda lavora la quarta generazione ovvero Giulia Delladio (figlia del presidente), responsabile del progetto retail e dei brand stores. Lo zio Marco è responsabile della produzione. Tra il vasto campionario dello show room, figurano anche prodotti di punta noti a livello internazionale e pluripremiati. Nell’Innovation center nuovo di zecca giovani diplomati in scuola d’arte con formazione specifica ideano nuove linee, prototipi e colori. Puntano a migliorare calzature che già sono da record per leggerezza, termicità e resistenza, per soddisfare il desiderio di pratiche sportive entrate a pieno titolo negli stili di vita comuni. Li aiutano 150 brand ambassadors della spa, noti campioni e testimonial che sperimentano i prototipi, testano calzature ed abbigliamento, suggeriscono con le loro visioni e la loro esperienza nuovi prodotti. Tra i nomi famosi, quelli dei climber Adam Ondra e Caroline Ciavaldini, dei runner Anton Krupicka ed Urban Zemmer, degli sci-alpinisti Nadir Maguet e William Bon Mardion.


L’ESPANSIONE SUL MERCATO MONDIALE È UNO DEGLI OBIETTIVI DEL PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ, LORENZO DELLADIO

«Vorremmo lavorare con chi ha radici trentine dove siamo già presenti e dove non lo siamo» L a prima edizione de «La Sportiva Epic Ski Tour» è appena terminata con successo per gli oltre 400 tra campioni ed appassionati di sci alpinismo in gara per tre giorni sulle nevi delle valli di Fiemme e Fassa. «Puntiamo a farne un appuntamento annuale per gli amanti della montagna», anticipa Lorenzo Delladio (foto in alto a destra). Alle pareti del suo ufficio a Ziano di Fiemme varie foto di Porsche 911, la sua passione, è pilota di rally. Ed un motto aziendale: innovation with passion. Presidente, quali obiettivi ha fissato per la sua spa nel 2017? L’incremento a due cifre di vendite e fatturato e la costruzione di una nuova ala destinata alla produzione da aprire entro fine anno; è un investimento di 2,4 mln per la infrastruttura più uno in macchinari. Ci lavoreranno 30 nuovi addetti. Corre la domanda rivolta soprattutto a prodotti di alta gamma e molto tecnici. Sono proprio la nostra specialità. Prevede anche nuove funzioni e nuovi modelli? Spingeremo forte sul settore vendite, sul customer satisfaction e sulla ricerca/ sviluppo, anche introducendo nuove figure. Tutte le collezioni avranno nuovi modelli, per arrampicata, montagna, sci alpinismo e mountain running. La clientela e gli stili di vita ce lo chiedono. Mirate ad espandervi ulteriormente nel mercato mondia-

Nell’ottobre 2016 è stato aperto il negozio on-line incrociato con i «social»: gli acquirenti possono così anche partecipare a gare, eventi, manifestazioni e fare visite aziendali le? Vorremmo lavorare con persone ed aziende con radici trentine sia dove siamo già presenti sia dove non lo siamo, ad esempio in Centro e Sudamerica. La nostra copertura attuale è equilibrata, ma si può espandere, anche là dove il nostro interesse è ora stoppato dai vari embarghi decisi dall’Onu, come in

Nigeria ed in alcuni Paesi islamici. Ad ottobre 2016 avete aperto il vostro «store» on-line, incrociandolo con i social. Che significa? Chi fa un acquisto on line potrà partecipare a gare, manifestazioni, eventi, fare visite aziendali e comunicare direttamente con noi. Nel nostro sito potrà trovare tutto il nostro campionario, mentre ciò è impossibile nel negozio sotto casa. Quali traguardi s’è posto per gli anni futuri? Consolidare i risultati a due cifre su ogni gamma di prodotto. Certo lo sforzo sarà importante perché noi siamo impegnati in tutte le categorie di calzature e nell’abbigliamento, mentre i nostri concorrenti fanno solamente scarpe. Sarete alle Olimpiadi di Tokyo nel 2020 per l’arrampicata sportiva? Siamo già all’opera per formare delle squadre, in accordo con le federazioni sportive ed abbiamo cominciato proprio con il Giappone.

www.lasportiva.com www lasportiva com

Premiata per il secondo anno consecutivo per la capacità di internazionalizzazione Anche nel 2016 (come nell’anno precedente), La Sportiva spa ha ricevuto il premio «Save The Brand» dedicato da Icm Advisors alle aziende italiane che più si sono distinte per capacità di internazionalizzarsi nei settori Fashion, Food e Forniture. Premi con radici solide. Dopo il capostipite Narciso Delladio, il figlio Francesco ha sviluppato e

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reso famosa la ditta in Italia ed Europa, sostenuto dai suoi figli Lorenzo, Luciano e Marco. L’evoluzione dei prodotti calzaturieri e dell’abbigliamento, l’ampliamento della sede aziendale in Trentino e l’approdo anche all’estero di produzione, distribuzione e magazzini assomigliano ad una galoppata d’un puledro di razza. Successi firmati da incrementi a due zeri dei fatturati. 1 - 2017


CIRCOLI

Ben venticinque «regine» in passerella alla «Festa della polenta» di Venda Nova P

er festeggiare i 25 anni del concorso più ambito dalle ragazze di Venda Nova do Imigrante (Espirito Santo – Brasile), in occasione della 38a edizione della «Festa della Polenta» è stata organizzata una sfilata delle 25 «regine», che si è svolta la prima sera dell’evento. Quando il sipario si è alzato, il pubblico ha potuto vedere la più grande concentrazione di «regine» mai vista prima nella storia della Festa: sul palco, in fila, c’erano tutte le vincitrici delle venticinque edizioni del concorso, dal 1991 al 2015, vestite con abiti speciali, realizzati per l’occasione. Tra di loro, madri, avvocatesse, fisioterapeute, ingegnere. Per queste discendenti dei primi emigranti italiani che colonizzarono la regione, il

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tempo sembra non essere passato, è stato il commento generale dei presenti, perché la loro bellezza è rimasta immutata. Per tutte è stato un momento indimenticabile: sul palco tutte hanno rivissuto l’emozione provata quando conquistarono il titolo di «Regina». Vestite con abiti molto curati e ricamati, realizzati dalle volontarie Pró-Hospital Padre Máximo e con in testa una nuova corona, una alla volta sono state chiamate alla ribalta per una passerella davanti al pubblico. Delle venticinque regine, sei sono di origini trentina. Il «lusso» con cui si è svolta l’iniziativa ha rappresentato una novità per le vincitrici delle prime edizioni del concorso, quando gli abiti venivano preparati con stoffe di recupero, in

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stile contadino e molto spesso erano le stesse candidate a confezionarli, basandosi sulle ricerche fatte dalle sorelle Haydèe e Izabel Bernabé Feitoza. «Le scarpe di tessuto che avevo indossato – dichiara Andrea Bernabè, regina nel 1992 e prima trentina a salire sul trono - le avevo preparate io. Quello che sto vivendo oggi è qualcosa che difficilmente potrò rivivere. Sono davvero molto felice». E nel passato, l’ambita corona anziché brillare talvolta provocava delle piccole ferite alla testa delle regine, perché veniva preparata con fiori naturali, come afferma Andressa Sossai, la prima regina della Festa della polenta, l’unica a sedersi sul trono durante la serata che ha aperto l’edizione 2016 della Festa.


CIRCOLI

«Nel 2000 – ricorda Andressa, considerata la “madre” di tutte le regine – ho auto il piacere di ricevere una corona di pietre in occasione del primo omaggio alle ex regine. È incredibile come la sfilata si è evoluta negli anni successivi. Sulla mia fascia le lettere erano di carta mentre adesso sono ricamate». Oltre che alla passerella nella prima serata dell’evento, le regine hanno partecipato su un carro aperto alle sfilate delle famiglie che si sono svolte per le vie della città, accolte da applausi. Tantissimi sono stati i complimenti che hanno ricevuto e i turisti hanno voluto fare molto foto con loro. A dimostrazione che, come dice il proverbio, quando si è regine non si perde mai la maestà. Leandro Fidelis

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CIRCOLI

Inaugurato a Presidente Getúlio il monumento all’immigrato italiano

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Presidente Getúlio (Santa Catarina – Brasile) sabato 22 ottobre è stato ufficialmente inaugurato il «Monumento all’immigrante italiano», eretto sulla strada di accesso al rione Revólver , vicino a Recanto Italiano. La proposta di realizzare il monumento era venuta dal Circolo trentino di Presidente Getúlio. I soci hanno presentato diversi progetti ed è stato poi selezionato quello elaborato dal socio Osnir Cucco. Il costo della sua costruzione è stato coperto con fondi raccolti dal Circolo. Il Comune ha collaborato mettendo a disposizione il terreno sul quale è stato costruito, condividendo l’idea che il monumento rappresenti un doveroso omaggio agli avi degli abitanti di Presidente Getúlio di origine italiana, e in particolare trentina. Durante la cerimonia di inaugurazione la

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presidente del Circolo trentino, Lindamir Carolina Murara, ha spiegato che si è scelto un monumento che richiama la forma di una botte di vino, per rappresentare una delle attività più significative, come la coltivazione della vite e la produzione di vino, arrivate in Brasile con gli emigrati italiani, espressione della loro cultura e delle loro tradizioni. Oltre alla presidente del Circolo, alla cerimonia di inaugurazione erano presenti: il sindaco, Nilson Francisco Stainsack con la moglie Lúcia Stainsack; la coordinatrice dei Circoli trentini di Santa Catarina, Oeste e Vale do Itajaí, Iracema Moser Cani; il Consultore della Provicia Autonoma di Trento per il Sud Brasile, Alceu Xenofontes Lenzi; il vice sindaco Ingo Braatz con la moglie Maria Braatz; gli ex sindaco e vicesindaco Nelson Virtuoso e Dr. José Carlos dos Santos, quest’ultimo

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insieme con la moglie Belinha Bonin; padre Alirio Vicenzi; gli ex-presidenti del Circolo trentino Rafael Rossi Schafer, Ricardo Devigili e Nilo Poffo; rappresentanti della Polícia Militar, della cittadinanza, del Circolo trentino, consiglieri comunali, assessori, giornalisti di quotidiani, periodici, radio e televisioni. A scoprire la targa del monumento sono stati l’attuale presidente del Circolo, Lindamir Carolina, e gli ex presidenti Rafael, Ricardo e Nilo. «Questa cerimonia – ha affermato il sindaco Nilson Francisco Stainsack – dimostra la forza della cultura italiana e dei cittadini getuliensi, perché è attraverso la collaborazione fra l’ente pubblico e l’iniziativa privata che si possono concretizzare iniziative importanti a beneficio di tutta la comunità». Testo e foto: Bianca H. C. Lima


CIRCOLI

Circolo di Florianopolis in trasferta a Rodeio per il sedicesimo anniversario di fondazione I

l 13 novembre il Circolo Trentino di Florianópolis (Santa Catarina – Brasile) ha festeggiato i suoi sedici anni di fondazione, facendo una visita a Rodeio, città colonizzata da emigranti trentini e sede di un Circolo trentino. Il gruppo, composto da venti persone fra soci e dirigenti, accompagnato da alcuni soci del Circolo di Rodeio, durante la giornata ha avuto modo di visitare la Chiesa di San Francesco, ed ammirare l’Affresco e l’organo tedesco del 1940, la cantina San Michele, il ristorante Camineto, il Museo degli usi e costumi del Trentino, realizzato e curato dal Circolo di Rodeio. Il viaggio a Rodeio e l’incontro con il Circolo aveva anche lo scopo di rafforzare i legami culturali e di amicizia tra le due associazioni e di ringraziare Iracema Moser Cani, coordina-

trice generale dei Circoli trentini del Brasile, per il suo prezioso supporto e incoraggiamento al Circolo di Florianopolis, fin dalla sua fondazione. Il programma del viaggio ha permesso ai partecipanti di conoscere gli aspetti storici, culturali e artistici della comunità di origine trentina di Rodeio: dalla cantina che produce vini che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali alla chiesa, dagli aspetti geografici e architettonici del luogo all’incontro nella sede del Circolo trentino. Tutti i momenti sono stati vissuti con grande attenzione ed ammirazione dai partecipanti. La bella collezione del Museo degli usi e costumi, le storie ricordate dalla vecchia guardia dei discendenti, l’impegno dei giovani nel preservare le tradizioni, il folklore e i costumi, sono stati

accompagnati dalla bella musica tradizionale trentina, suonata dai musicisti della città. Nei suoi sedici anni di attività, il Circolo trentino di Florianópolis è stato molto presente nella vita della comunità, ospitando bande musicali, gruppi di danza e cori provenienti dal Trentino, che si sono esibiti per la comunità di Florianopolis. I dirigenti del Circolo hanno accolto, assistito e accompagnato visitatori illustri e turtisti arrivati dal Trentino. Il Circolo ha offerto costantemente ai suoi soci corsi per l’insegnamento della lingua italiana; ha garantito aiuto alle persone che hanno chiesto il riconoscimento della cittadinanza italiana in base alla legge 379/2000; il suo Gruppo giovani ha partecipato attivamente alle attività promosse nella regione dalle comunità trentine. Molte sono state le iniziative

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realizzate in questi sedici anni, ma sono ancora molti i capitoli da scrivere nella storia del Circolo. A tutti i soci, sostenitori, collaboratori, stagisti e soprattutto ai fondatori del Circolo, esprimiamo le nostre congratulazioni e la nostra gratitudine. Esprimiamo riconoscenza al Coordinamento generale dei Circoli trentini del Brasile, ai Coordinatori regionali e in particolare alla nostra «centrale di appoggio» per i processi di doppia cittadinanza. Auguriamo successo a tutti i volontari che abbracciano la causa della «trentinità», perché proseguano nel loro compito di mantenere in vita le radici e la cultura trentine, in un’epoca in cui la tecnologia domina fra giovani e adulti. I dirigenti del Circolo trentino di Florianopolis

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CIRCOLI Caxias do Sul, foto di gruppo al termine del corso d’italiano I loro sorrisi dimostrano la soddisfazione per aver frequentato con profitto il corso di lingua e cultura italiana, organizzato dal Circolo trentino di Caxias do Sul (Rio Grande do Sul - Brasile) e tenuto da Adele Rizzardo (prima a destra). In occasione della conclusione delle lezioni e della consegna del diploma, il presidente del Circolo, João Felix Andreis (primo in seconda fila nella foto) si è complimentato con i partecipanti (da sinistra a destra): Roberto de Oliveira, Marlei Skaschinski de Oliveira, Liange Finardi, Claudia Tessari, Vanoli Maggi Junior (dietro), Elisabeth Guimarães Maggi, Francine Spiller.

Fitta agenda per il Coro del Circolo di Carmelo

Il 2016 è stato un anno che ha visto il Coro del Circolo trentino di Carmelo (Uruguay) partecipare ad alcuni importanti appuntamenti musicali. Il 19 agosto è stato uno dei tre cori protagonisti di «Noche italiana», la serata organizzata dal professor Fernando Maddalena,

per festeggiare i diciannove anni di attività dell’«Agrupación Coral Miguelete». Il mese successivo, il 24 settembre, il Coro del Circolo si è esibito nel Teatro Uamà, principale sede di spettacoli della città, inaugurato il 7 luglio 1928: il suo nome significa «amico», in

lingua «chaná» (una popolazione indigena ora scomparsa). Il 1° ottobre il Coro ha partecipato con altri cinque gruppi,

al quarto incontro internzionale «Canta y Baila el Litoral», che si è svolto a Trinidad, capitale del dipartimento di Flores.

«Battesimo» per il gruppo vocale del Circolo di Rivera-Livramento Il 29 ottobre 2016, nella sala del Club Uruguay nella città di Rivera (Uruguay), il gruppo vocale del Circolo Trentino binazionale Rivera-Livramento si è esibito per la prima volta in pubblico durante un evento organizzato dalla «Asociación Cultural Recreativa Adulto Mayor Riverense», denominato «Dance and Show Nancy Vita», in occasione del «mese dell’anziano». Il gruppo vocale si è presentato, accom1 - 2017

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pagnato dal suo maestro, il tenore Walter Modernel, e dall’insegnante di musica, Olga Paz. Per il gruppo è stato un momento molto emozionante nel quale ha acquistato fiducia delle proprie capacità, in vista di future esibizioni, previste per le commemorazioni del 30° anniversario del Circolo. Le canzoni eseguite dal gruppo sono state: «Santa Lucia», «La Paloma» e «La Reginella».


CIRCOLI

Tre belle iniziative del Circolo della Lorena È stato un autunno denso di appuntamenti per il Circolo trentino della Lorena (Francia). Il 23 ottobre (fotografie qui sopra) i soci del Circolo si sono

ritrovati per l’annuale «festa», alla quale hanno partecipato 160 persone, che hanno molto apprezzato il menù che prevedeva risotto e polenta. Il direttivo del

Circolo è stato molto soddisfatto del successo avuto dall’iniziativa, sia per l’alto numero di presenti, sia perché alla «festa» hanno partecipato il Console generale

italiano della Circoscrizione di Metz, Adolfo Barattolo, e alcuni rappresentanti dell’amministrazione comunale di Fontoy. All’altro tradizionale appuntamento autunnale del Circolo, la «castagnata» (foto in basso a sinistra) si è registrata la presenza di 130 soci. Sono stati preparati 35 chili di castagne, accompagnate da noci, clementine, vin brulè e panettone. Infine, in occasione della manifestazione «Telethon» a Fontoy, il Circolo ha dato il proprio contributo di solidarietà, preparando 150 chili di polenta (nella foto qui a fianco i paioli durante la cottura), distribuita poi a oltre 250 persone.

Incontro di Natale dei trentini di Como e Lecco L’11 dicembre si sono ritrovati trentini ed amici di Como e Lecco per scambiarsi gli auguri, per passare una giornata assieme nel ricordo degli anni giovanili passati nel Trentino, aspettando i doni portati il giorno di S. Lucia e approntando il necessario per allestire il presepe e l’albero di Natale, secondo le tradizioni nordiche. In questo periodo sono più appariscenti le differenze sociali fra coloro che possono permettersi

un’esistenza buona e qualche regalo in più, talvolta anche superfluo, e coloro che vivono nell’indigenza. Differenze che appaiono più evidenti con il nuovo ed imprevisto evento dell’immigrazione dal terzo mondo. Anche nel passato avevamo vissuto situazioni migratorie, ma esse si sviluppavano in un contesto sociale diverso: non eravamo vittime di necessità brutali quali quelle vissute dai migranti attuali. Da ciò deriva il dovere

morale di una solidarietà totale, multietnica. Il nostro incontro pertanto viene vissuto con gioia, ma con l’ombra di questi problemi, in aggiunta a quelli della crisi economica, della disoccupazione giovanile, degli anziani sempre più vecchi e bisognosi. La vicepresidente Pellegrini ha accolto i conterranei con un cordiale saluto e, dopo la S. Messa, e fatta la fotografia di gruppo dal consigliere Amistadi, ci siamo re-

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cati per un pranzo amichevole al ristorante «Capanna» di Lurago D’Erba, ove il Presidente ha distribuito la graditissima «Strenna Trentina», offerta dall’Associazione Trentini nel Mondo, ringraziando il Sen. Aldo Degaudenz e l’On. Renzo Pigni per la loro presenza ed amicizia, nonché il segretario-tesoriere Luigi Moser e tutto il Consiglio della Famiglia Trentina per l’impegno svolto, ed augurando ogni bene a tutti i presenti. Guido Endrizzi

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CIRCOLI NATO IN VALSUGANA A SCURELLE ED EMIGRATO IN AUSTRALIA NEL 1955 È SCOMPARSO IL 9 DICEMBRE SCORSO

Addio a Pompeo Paterno, «pioniere» dei trentini di Myrtleford e Melbourne Le comunità trentine di Melbourne e di Myrtleford (Australia) hanno perso un altro pioniere, nella persona di Pompeo Paterno, deceduto improvvisamente il 9 dicembre 2016 a casa sua. Al funerale, celebrato da Padre Bertagnolli, hanno partecipato numerosi trentini di Melbourne, soprattutto originari del Primiero, e un bel gruppo di Myrtleford, guidati dal presidente del Circolo, Jimmy Borsi, con la bandiera del Circolo. Era presente anche Silvano Rinaldi, Coordinatore dei Circoli d’Australia, in rappresentanza della Trentini nel Mondo. Pompeo era emigrato da Scurrelle in Valsugana, ma la famiglia veniva da Primiero, e nella sua gioventù aveva trascorso qualche anno in entrambi i luoghi. Arrivato in Australia nel 1955, a Melbourne conobbe Lara, originaria di Lucca, e dopo pochi mesi si sposarono. Da un amico italiano venne a conoscenza della possibilità di lavoro a Myrtleford nella coltivazione del tabacco. E qui si trasferì con la moglie. A Myrtleford nacquero i due figli (Richard e Walter) e la figlia Grace. Quando fu fondato il Circolo Trentino,

Pompeo fu eletto primo presidente, carica che ricoprì con impegno e successo per vari anni. Fu anche presidente del locale Football Club per ben 14 anni, anche in questo caso con

grande competenza. L’attuale presidente di questo Club calcistico è venuto da Myrtleford per il funerale. Nel frattempo, Pompeo si era comperato un negozio di generi alimentari e in seguito un altro negozio di scarpe, sempre a Myrtleford. Quando i figli per ragioni di lavoro si stabilirono a Melbourne, Pompeo li seguì nella metropoli, godendosi così anche i nipoti quando arrivarono. Pompeo rimase sempre molto attivo anche da pensionato, sia frequentando nuovi e vecchi amici, sia dedicandosi alla famiglia, che coltivando il suo orto. Con la moglie Lara partecipava volentieri alla messa domenicale e alle feste religiose nella parrocchia di Coburg, un sobborgo di Melbourne molto conosciuto e abitato da Italiani. La parteciazione di molti trentini e italiani al funerale ha rappresentato una vera testimonianza della stima che Pompeo godeva nella comunità. Alla moglie Lara, alla famiglia e agli amici anche dalle colonne del suo giornale l’associazione Trentini nel mondo rinnova le sue condoglianze.

AVEVA 93 ANNI. È STATA PER TUTTI UN ESEMPIO DI GENEROSITÀ E DI DISPONIBILITÀ

Grande cordoglio per Maria Rigotti, tra i fondatori del Circolo di Basilea Il 25 dicembre 2016 è deceduta Maria Rigotti, all’età di 93 anni, socia del Circolo trentino di Basilea (Svizzera), del quale era stata una delle fondatrici. Il 12 gennaio è stata celebrata una messa in suo suffragio. Qui di seguito il ricordo di Maria e il messaggio di cordoglio che il Circolo ha voluto esprimere attraverso il nostro giornale ai suoi famigliari (la foto qui a fianco che ritrae Maria Rigotti, è stata scattata in occasione della celebrazione dei 50 anni del Circolo di Basilea). Cara Maria, del nostro Circolo sei stata fondatrice (nel 1965) e gli sei sempre stata fedele fino all’ultimo. Ricordiamo la tua carriera: per 49 anni sei stata la nostra cassiera e consigliera.

Hai sempre fatto tornare i conti. Corretta ed esigente e allo stesso tempo disponibile verso tutti e generosa. Per aiutare, specialmente i più bisognosi, hai fatto il tuo possibile e spesso anche l’impossibile. Hai messo i tuoi talenti a servizio degli altri e sempre hai agito in silenzio, senza fare pubblicità. E serena e in silenzio te ne sei andata... Rimane il tuo buon esempio da seguire. Ci vorebbero proprio più Marie in questo mondo!!! Ti ricordiamo e ringraziamo di cuore per tutto quello che hai fatto. Meriti un grande applauso. Riposa in pace. Ai tuoi famigliari le più sentite condoglianze dal nostro Circolo Trentino di Basilea.

sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840

e-mail: info@trentininelmondo.it / sito internet: www.trentininelmondo.it 1 - 2017

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DALLE VALLI

Serate speciali a Grumes e Verla A Grumes alla messa di Natale, in Chiesa si finalizza il progetto musicale, una messa speciale con due cori espressione della gente di Grumes per rendere omaggio a Emilio Santuari Nella foto con la fisarmonica) deceduto in ottobre a 87 anni: una Messa cantata a quattro voci pensata e preparata sotto la guida del maestro Luigi Telch, per l’anniversario di matrimonio del “Milioti”. La sua morte è arrivata pochi giorni prima di celebrare il 60° di matrimonio e se un primo omaggio è stato fatto ai funerali, la Messa cantata col pieno di voci e coristi e con la suggestione della festa di Natale è stata uno splendido dono di Grumes che al suo Milioti. “El Milioti da Grumes” è stato una figura centrale nella vita della comunità di Grumes a partire dal secondo dopoguerra fino ai suoi ultimi giorni. Era noto e apprezzatissimo musicista per la sua fisarmonica, per la sua voce, per la conoscenza profonda della canzone popolare e la sua capacità di aggregare chiunque avesse voglia di cantare. Con uno sconfinato repertorio di canzoni, aneddoti e battute, con il suo sorriso e simpatia è stato l’anima, la colonna sonora di centinaia di matrimoni, di feste, di cerimonie, di gruppi di bambini, giovani e anziani un po’ in tutta la Regione. Ha suonato e cantato per i circoli della Trentini nel mondo dalla Francia alla Svizzera, dal Belgio alla Germania, in centinaia di occasioni, di sfilate degli alpini, di raduni, di eventi da Milano a Verona, da Torino a Modena, in montagna, in pianura, in città e in paesini sperduti. Ovunque riusciva a far festa, a essere motore di aggregazione e di cultura popolare. È stato protagonista e anima in tutti i campi della vita sociale di Grumes svolgendo ruoli di responsabilità, di stimolo, riferimento e animazione della vita del paese per quattro generazioni: è stato Comandante dei VVFF, Presidente della Pro Loco, della Famiglia Cooperativa, Capogruppo degli Alpini, Consigliere in più legislature in Comune a Grumes, presidente ed animatore del Gruppo Anziani di Grumes, Grauno e Valda, fondatore e Direttore del Coro Vallaccia di Cembra, del Coro Castion di Faver, del coro “Gh’era ‘na volta” di Grumes, direttore di quelli parrocchiali di Grumes e Capriana. Ha coltivato la musicalità tradizionale di

Due eventi musicali hanno segnato il Natale 2016 delle due comunità della Valle di Cembra, legati dalla musica, dal senso di appartenenza, da un filo sottile che unisce entrambi all’emigrazione che ha dissanguato le montagne del Trentino, specie le valli secondarie, dure da coltivare A Verla il 18 dicembre in una serata davvero speciale il Gruppo Alpini di Verla ha presentato il CD autoprodotto con canzoni originali con testi e musica frutto della sensibilità di Gianni Rizzoli, cantate con una coralità spontanea e piena di calore dal Gruppo Alpini di Verla: atto cocnclusivo delle celebrazioni dell’ 80° di fondazione del gruppo. La particolarità e il pregio di questo lavoro sta nell’averlo portato a termine in toto con risorse proprie dall’idea iniziale a tutte le fasi di realizzazione e nell’aver messo al centro di tutte le canzoni la vita di paese, il sapore delle lucaniche, le corse dei bambini, gli amori a primavera, gli incontri all’osteria, le guerre, le fatiche, gli strumenti del lavoro nei campi, la vendemmia, il fieno, le albe e le sere al calde delle stalle a far filò, a cantare, a ballare al suono dell’armonica. La leggerezza ed il fascino dei ricordi espressi dalla verve poetica di Gianni Rizzolli “Rizolet”sono sottolineati dall’arrangiamento musicale di Eugenio Sartori “Saio” che accompagna i canti con delicati arpeggi di chitarra a cui l’ antico ed intimo suono di armonica a bocca di Pino Libardi da ulteriore forza evocativa. E fra le canzoni spicca per particolare sensibilità quella dedicata all’emigrazione di tante famiglie in Cile fra il 1951 e 1953 dal titolo “L’era ’n dì così”

L’era ’n dì cossì, quando son partì la me sbrega l’anima la sirena a Genova Lì su quela nave, struchi giò ’n le stive e nissun che völ parlar, ven da gomitar Sgola sul mar, sgola sul mar, ’l pensier de la me mama al fogolar Con le orazion, con le orazion, le lagrime ’n la cela ’l minestron “ A balar su le onde, pianger e sperar via da quele sponde, persi ‘n mez al mar E aven trovà rove, sassi e vent altro che la tera che i n’avea ’npromess a Trent Vardi lontan, vardi lontan, co’ i oci basi e testa ’n tra le man Voria tornar, voria tornar, ghe fuss ’na strada che traversa ’l mar Vegnerà quel dì, naren via da chi faren ’na gran festa e mi resterai con ti Vardi lontan, vardi lontan, co’ i oci basi e testa ’n tra le man Nella foto storica in alto, un gruppo di emigrati trentini sta per sbarcare a Coquimbo, in Cile.

Grumes insegnando con pazienza, costanza e competenza musica e canzoni a generazioni e generazioni di bambini che da adulti cantano nei cori del paese e della valle. E’ stato la colonna sonora di Natali, Pasque, processioni, matrimoni, battesimi e funerali innovando repertori, motivando tutti alla ricerca del buon canto ed ha costruito nei decenni della sua vita la riconosciuta musicalità diffusa della gente

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di Grumes, facendo amare con il canto la vita del paese, i suoi riti e ritmi, le sue storie, il suo sentirsi ed essere comunità. All’Epifania 2017 i due eventi musicali si sono incrociati nel concerto delle canzoni degli alpini di Verla, ospiti a Grumes in occasione della tradizionale festa dedicata agli anziani di Grumes organizzata dal gruppo alpini di Grumes. 1 - 2017


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CALENDARIO 1 novembre A Salto (UY): firma del patto di amicizia tra il Comune di Caldonazzo e il Comune di Salto

27 novembre C.T. Belo Horizonte (BR): Festa italiana 20° anniversario di fondazione

4 novembre C.T Toronto (CA): commemorazione per i defunti

C.T. Basilea (CH): pranzo sociale

12 novembre C.T. Liegi (BE): Castagnata 12 – 13 novembre C.T. Santa Teresa (BR): incontro di bande e cori 13 novembre C.T. Carmelo (UY): partecipa alla Fiesta de las colectividades

2 dicembre C.T. Bento Gonçalves (BR): Assemblea elettiva 4 dicembre Circolo Ex emigrati trentini in Svizzera (IT): pranzo di Natale C.T. Monaco di Baviera (DE): Festa di Natale C.T. Garibaldi (BR): pranzo di amicizia

C.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale

10 dicembre C.T. Montevideo (UY): Festa 70° anniversario di fondazione

C.T. Florianopolis (BR): visita alla comunità trentina di Rodeio

C.T. Myrtleford (AUS): Christmas BBQ

C.T. Villa Regina (AR): conferenza “Italia e le sue regioni: Lazio e Toscana” 19 novembre C.T. Montreal (CA): Festa delle Castagna 20 novembre Gruppo Donne del C.T. Toronto (CA): 33° anniversario

10, 16, 17 dicembre e 6 gennaio C.T. Bento Gonçalves (BR): “Encanto Trentino” 11 dicembre C.T. Denver – Colorado (USA): Holiday Brunch C.T. Como e Lecco (IT): Natale Trentino C.T. San Francisco (USA): pranzo di Natale

24 novembre C.T. Buenos Aires (AR): Te culturale

C.T: Buenos Aires (AR): Pranzo di Natale

25 novembre C.T. Jaragua do Sul (BR): Cena 25° anniversario

C.T. La Louviere (BE): Mercatinbo di Natale con degustazione di prodotti tipici trentini

26 novembre C.T. Londra (GB): cena danzante C.T. Toronto (CA): cena dei cacciatori C.T. Carmelo (UY): festa di fine anno C.T. Charleroi (BE): 20° anniversario della sede del Circolo C.T. Porto Alegre (BR): cocktail 25° anniversario di fondazione C.T. Buenos Aires (AR): concerto del “coral trentino” diretto da Guillermo Suar 26 - 27 novembre A La Plata (AR): Incontro di lavoro con i coordinatori dei circoli trentini dell’Argentina

C.T. Cordoba (AR): pranzo di fine anno

15 dicembre Incontro di Natale dell’Associazione Trentini nel Mondo

16 dicembre C.T Toronto (CA): ultima serata dell’anno 12 gennaio Trasferta a Trento con concerto del Coro Tramontina del Rio Grande do Sul (BR) in collaborazione con Cooperativa Kaleidoscopio 15 gennaio A Gardolo, Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

Il 12 gennaio il «Coro Tramontina» (Rio Grande do Sul - Brasile) si è esibito a Trento per iniziativa della Trentini nel mondo: dall’alto in basso, nella sede del Coro Sosat, nella sede dell’Associazione e al Centro Servizi Anziani «Contrada Larga». Articolo a pagina 6.


Foto Diego Dalmonech

La Trentini nel mondo ha partecipato alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si è svolta il 15 gennaio a Gardolo.


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