TRENTINI
MONDO
nel
MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E
6/2019
Foto di Leandro Fidelis
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue
anno 62°
Il Circolo trentino di Venda Nova do Imigrante (Espirito Santo - Brasile) per il01 suo 28° anniversario di fondazione ha organizzato la seconda «Cena trentina» 6 - 2019
CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus
Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay
Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)
Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia
Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca
Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 4 circoli - 2 delegazione Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo, Bruxelles Bolivia La Paz
- 1 circolo
Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -
Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá
- 1 circolo
Danimarca Copenaghen
- 1 circolo
Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera
Peru Lima
Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi
Portogallo Portogallo
Germania - 6 circoli - 3 delegazioni Colonia, Dortmund, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino, Monaco, Norimberga
Romania Romania
Gran Bretagna - 2 circolo Londra, Trentini UK-Irlanda Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo
- 1 circolo
61 circoli
Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè
L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it 02
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Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù - 1 circolo
Serbia Indija
- 1 circolo
- 1 circolo
- 1 circolo
Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 6 circoli - 1 delegazione Amriswil, Basilea, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug - Sciaffusa Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas
- 1 circolo
EDITORIALE SOMMARIO Pagine 2-3 RIUNIONE AD ALBANY DEI PRESIDENTI «ITTONA» Pagina 5 AGENDA Pagina 7 ATTUALITÀ Pagina 8 60 ANNI D’EUROPA Pagine 9-13 GENTE E FATTI Pagine 14-15 «LECTIO DEGASPERIANA» Pagine 16-21 CIRCOLI (Venda Nova do Imigrante, Bento Gonçalves, Pres. Getulio, Gen.José San Martin, Colonia del Sacramento, Seattle) Pagine 22-23 LA «CARTA DELL’ADAMELLO» Pagine 24-26 LORENZO FRACCHETTI Pagina 27 EDITORIA
ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner
Direttore Francesco Bocchetti
TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione
Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, A. Degaudenz, M. Fia, B. Fronza, L. Imperadori, H. La Nave, E. Lenzi, A. Maistri, G. Michelon, P. P. Mini, F. Pisoni, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, M. Setti, P. Svaldi, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Per ricevere il giornale: Dal 2020 il giornale dell’Associazione cambia il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati ma soci della Trentini nel mondo: tutte le informazioni a pagina 12. A pagina 28 il modulo per la richiesta di adesione in qualità di socio. N. 6 GIUGNO 2019 Stampato il 13 SETTEMBRE 2019 Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.
C’È UN’IMPORTANTE NOVITÀ IN ARRIVO CHE RIGUARDA QUESTO NOSTRO GIORNALE
Non più «semplice» lettore ma socio a tutti gli effetti
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più attenti fra i nostri lettori avranno sicuramente notato che da alcuni numeri viene pubblicata una pagina, con una grafica diversa dalle altre, che informa su un’importante novità che riguarda questa rivista: dal 2020, infatti, l’abbonato non sarà più un «semplice» lettore ma diventa un socio a tutti gli effetti della Trentini nel mondo. In sostanza, sparisce l’abbonamento, sostituito dal versamento della quota di adesione all’Associazione, che dà diritto a ricevere tutti i numeri della rivista «Trentini nel Mondo». L’operazione da fare è quanto mai semplice: è sufficiente compilare - basta una volta sola - il modulo che si trova su ogni numero della rivista (a pagina 28) e inviarlo all’Associazione Trentini nel Mondo per posta, fax o email e versare annualmente la quota sociale di 30 euro. La novità è stata introdotta per offrire la possibilità di diventare protagonisti della grande comunità dei Trentini nel Mondo, entrando a far parte di una grande rete di solidarietà, di conoscenze e di reciproco scambio, che si estende su tutti i Continenti. Il Socio, come si può leggere sulle pagine informative, «ha il dovere di condividere lo spirito e le norme contenute nello Statuto ed ha il diritto di partecipare all’Assemblea annuale, votare, candidarsi ed essere eletto per le cariche sociali, ricevere la tessera dell’Associazione che lo fa riconoscere in tutto il mondo, ricevere notizie su eventi e manifestazioni organizzate sia in Italia che all’estero». L’iniziativa punta ad allargare e rafforzare quella «comunità coesa» alla quale fa spesso riferimento il presidente dell’Associazione, Alberto Tafner, della quale fanno parte sia i trentini che risiedono all’interno dei confini provinciali, sia tutti quei trentini che sono emigrati o sono discendenti di emigrati ma che continuano a coltivare rapporti con la terra d’origine, attraverso i contatti con i loro parenti o l’interesse per la storia, la cul-
Dal 2020 chi vorrà continuare a ricevere la rivista non dovrà più versare la quota di abbonamento bensì quella di adesione all’Associazione. A pagina 28 il modulo per fare la richiesta
MODULO PER LA RICHIESTA DI ADESIONE IN QUALITÀ DI SOCIO ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ONLUS VIA MALFATTI 21 - 38122 TRENTO
IL SOTTOSCRITTO/A IL
NATO/A A RESIDENTE IN VIA
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Autorizzo l’invio delle comunicazioni ufficiali tramite l’indirizzo di posta elettronica Avendo preso visione dello Statuto che regola l’Associazione (*) Condividendo la democraticità della struttura, l’elettività e la gratuità delle cariche associative Essendo consapevole della gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti Essendo consapevole delle finalità di solidarietà sociale che l’Associazione promuove Avendo preso visione dell’informativa sui dati personali (*)
CHIEDE al fine di poter ricevere la rivista Trentini nel Mondo e partecipare alla vita dell’Associazione, di essere iscritto/a all’associazione di volontariato ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ONLUS in qualità di aderente Socio. Distinti saluti.
LUOGO E DATA
FIRMA
(*) Disponibili sul sito www.trentininelmondo.it
tura, le tradizioni, l’ambiente del Trentino contemporaneo. Una comunità che negli ultimi anni ricomprende anche i giovani della «nuova mobilità», ai quali l’Associazione dedica da sempre attenzione. Posto che l’emigrazione come affermava il presidente Tafner nell’editoriale del precedente numero - costituisce un elemento fondante della società trentina - dal momento che non esiste una famiglia in Trentino che non abbia qualche emigrato tra i suoi parenti, la Trentini nel mondo è convinta che il tema non abbia mai perso la sua rilevanza e attualità all’interno della società, sia trentina che italiana. Proprio per questo è importante dare la possibilità a coloro che già seguono l’attività dell’Associazione attraverso la lettura del giornale, di cono-
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scerne ancora meglio metodi e obiettivi, iscrivendosi e diventando socio. Perché, come spiegano le pagine informative già pubblicate e quelle che usciranno nei prossimi numeri, in oltre sessanta anni di attività l’Associazione è diventata una realtà riconosciuta e rispettata ed ha costruito relazioni con numerosi enti e organizzazioni in Trentino, in Italia e all’estero e il socio della Trentini nel mondo «è collegato al Trentino, partecipa alla vita dell’Associazione, è collegato a tutto il mondo, ha una “casa” in Trentino, sostiene e diffonde la memoria dell’emigrazione trentina»: e la memoria di questi fatti è tanto più preziosa oggi in cui il Trentino è terra di immigrazione e al tempo stesso ha ricominciato ad essere terra di emigrazione. Maurizio Tomasi 6 - 2019
AGENDA Durante l’incontro che si è svolto nella città americana dal 23 al 25 agosto, l’organizzazione della prossima Convention ITTONA era uno dei temi all’ordine del giorno. È stato ricordato Eugene Pellegrini Sr
Riuniti ad Albany i presidenti dei Courtesy of Discover Albany
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iunire ogni due anni i trentini presenti sul territorio nordamericano: è questa la finalità con la quale nel 1974, ad Hazleton in Pennsylvania, hanno preso il via le convention organizzate da ITTONA, acronimo di «International Tyrolean Trentino Organization of North America», istituzione creata con lo scopo di mettere in rete e coordinare i rapporti tra i vari Circoli trentini presenti sul terriorio. Inizialmente nata come collaborazione informale tra volontari, ITTONA si è poi costituita in una realtà ampia e consolidata, che negli anni ha saputo organizzare la convention in maniera sempre più strutturata. Il format degli incontri si ripete immutato da allora: a cadenza
biennale si svolge una convention di tre giorni che riunisce i cittadini americani e canadesi di origine trentina; a precedere l’evento, l’incontro con un anno di anticipo dei presidenti dei Cir-
coli trentini presenti sul territorio, nella città designata ad ospitare il meeting, per una sorta di «verifica sul campo» di location, eventuali problemi pratici, organizzazione e programma della tre giorni.
Tale incontro preparatorio si è svolto quest’anno dal 23 al 25 agosto ad Albany (nella foto a fianco), e ha visto la presenza oltre che del presidente di ITTONA, Terry Tremea, di una ventina di presidenti e delegati di circa dodici Circoli, e del direttore della Trentini nel mondo, Francesco Bocchetti. Albany, capitale dello Stato di New York, è la città scelta per ospitare la convention 2020, che si svolgerà dal 31 luglio al 2 agosto. «Si tratta di un luogo storico indubbiamente importante per l’America - spiega Bocchetti - ma la particolarità di Albany è che nella città non ha sede nessun Circolo trentino. Si tratta quindi di una “prima volta” per la convention ITTONA, che
Albany ospiterà la Convention del 2020 C
Courtesy of Discover Albany
apitale dello Stato di New York e capoluogo dell’omonima contea, la città di Albany sorge sulle rive del fiume Hudson, a 230 km dalla più celebre New York. Le origini di Albany risalgono al 1624, quando nella zona venne costruito dalla “compagnia olandese delle indie orientali” un avanposto miliare, denominato Fort Orange. Col passare degli anni, Fort Orange iniziò la sua espansione, annettendo i vari villaggi limitrofi, fino a quando nel 1664, venne occupato dagli inglesi al termine della guerra anglo-olandese, i quali lo ribattezzarono Albany in onore del duca di York e Albany
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(da Alba, nome celtico dell’attuale Scozia), futuro Re Giacomo II. Nel 1686 il governatore Thomas Dongan, ufficializzò per Albany l’investitura di città a tutti gli effetti, mentre nel 1797, all’indomani della nascita degli Stati Uniti d’America, divenne definitivamente capitale dello Stato di New York, soppiantando la vecchia capitale coloniale, Kingston. Situata ad un’altezza di 60 metri sul livello del mare e con una superficie di 56,6 km2, oltre alle vie dell’acqua che la collegano a New York tramite il fiume Hudson e al Canada tramite il Canale Erie, Albany è dotata anche di
AGENDA
I partecipanti al meeting Nella foto, i rappresentanti dei Circoli che hanno partecipato all’incontro di Albany. In piedi, da sinistra: Edward Blair (Cleveland); Joe Chemotti (tesoriere di ITTONA, Solvay); Kevin Dalpias (Utah); Terry Tremea (presidente di ITTONA, Utah); Eugene Pellegrini Jr (Chicago); Luca Dorigatti (coordinatore dei Circoli trentini negli USA, area centro - ovest); Toni Dalla (Denver); Sharon Kearney (Minnesota); Cathy Savo (Solvay); Maria Mortati (San Francisco); Michael Cristofolini (Vermont); Francesco Bocchetti (direttore Trentini nel mondo); David Corazza (Toronto). Seduti, da sinistra: Stephanie Auman (Youth/NYC); Thomas Antonini (vicepresidente di ITTONA, Solvay); Andrew Zatik (segretario di ITTONA, Cleveland); Gary Schneider (Alliance); Michael Pancheri (NYC); Anna Vann (Colorado); Anne Zadra (Seattle). Nella foto manca Ben Maganzini (New England).
Circoli trentini del Nord America
L’edizione 2018 della Convention ITTONA si è svolta a Cleveland.
ogni mese per tutto il periodo precedente la convention. Il loro obiettivo è quello di organizzare un incontro che possa essere sia
conviviale che formativo, per ravvivare il senso di appartenenza alla comunità trentina. La risposta è sempre stata ottima, anche
ricordato l’Empire State Plaza (foto qui sopra): situato nella zona sud della città, è un edificio composto da cinque torri, la più alta delle quali, con i suoi 180 metri di altezza, si classifica come
l’edificio più alto dello Stato al di fuori della città di New York. Altra costruzione interessante è il New York State Capitol (foto sulla pagina a fianco): sede del governo statale e risalente al 1899, all’epoca fu definito il più costoso edificio governativo mai costruito. Nell’area a nord -ovest della città sorge invece il Pine Bush, oasi naturale compresa all’interno di un’area metropolitana. Si tratta infatti di una pineta cresciuta su terreno sabbioso marino, di importanza strategica per la sopravvivenza di numerose specie animali e vegetali, alcune tipiche unicamente di questo ecosistema.
Courtesy of Discover Albany
finora si era sempre svolta nelle città in cui hanno sede i Circoli». La decisione non è stata frutto di un colpo di testa ma di un’analisi logistica ragionata: molte città che ospitano i Circoli, infatti, risultano difficilmente raggiungibili o inadatte ad ospitare un evento di tale portata e si è scelto, pertanto, di optare per un luogo che possa garantire una serie di elementi necessari alla buona riuscita della convention: costi accessibili, facilità di collegamenti, spazi adeguatamente ampi e possibilità di svolgere attività turistico-ricreative per conoscere il territorio. «I vertici di ITTONA sono molto ben coordinati - spiega ancora Bocchetti - tanto che mantengono contatti di aggiornamento
linee ferroviarie e di un proprio aeroporto internazionale. La città è sede di diversi college, università, accademie e del Museo dello Stato di New York. Tra i siti principali della città, va
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se negli ultimi anni le persone presenti sono diminuite, attestandosi attorno alle 200. Non solo, lo scorrere del tempo ha portato dei cambiamenti di cui è stato ed è necessario tenere conto: se i primi anni a partecipare erano soprattutto nativi trentini, oggi a riunirsi sono i discendenti, le nuove generazioni, e questo ha portato ad una modifica dei contenuti della convention. Rimane l’aspetto conviviale, ma si aggiungono anche contributi che possano facilitare la riscoperta e l’approfondimento di temi legati al Trentino, territorio che i discendenti dei primi emigrati conoscono quasi sempre parzialmente e mai in maniera esauriente». L’incontro di Albany si è svolto con successo: è stato fatto un bilancio della precedente convention, che ha avuto luogo a Cleveland e rivelatasi molto apprezzata da quanti hanno partecipato. «A colpire particolarmente - conclude Bocchetti - è stata la presenza ad Albany di delegati giovani, segno evidente che il ricambio generazionale è ormai avvenuto, e l’entusiasmo dimostrato dai rappresentanti di diversi Circoli, che hanno espresso il desiderio di poter ospitare la convention successiva a quella di Albany sul loro territorio». Durante l’incontro, si è inoltre tenuto un momento di ricordo in memoria dello scomparso Eugene Pellegrini Sr, ex presidente del Circolo trentino di Chicago, per 23 anni presidente di ITTONA, della quale era stato uno dei fondatori. Alice Sommavilla 6 - 2019
AGENDA
DAL 2020 L’ABBONATO
DIVENTA SOCIO A partire dall’inizio del prossimo anno il giornale dell’Associazione cambia il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati, ma Soci della Trentini nel Mondo a tutti gli effetti. Essere soci significa diventare protagonisti della grande comunità dei Trentini nel Mondo, entrando a far parte di una grande rete di solidarietà, di conoscenze e di reciproco scambio, che si estende su tutti i Continenti. Il Socio ha il dovere di condividere lo spirito e le norme contenute nello Statuto ed ha il diritto di : • partecipare all’Assemblea annuale
• votare, candidarsi ed essere eletto per le cariche sociali • ricevere la tessera dell’Associazione che lo fa riconoscere in tutto il mondo • ricevere notizie su eventi e manifestazioni organizzate sia in Italia che all’estero • ricevere tutti i numeri della rivista “Trentini nel Mondo” Dal 2020 infatti la rivista verrà inviata solo ai Soci per cui chi vorrà continuare a ricevere il giornale non dovrà più versare la quota dell’abbonamento, bensì quella di Socio per entrare a arte integrante ed effettiva far parte della Trentini nel Mondo.
L’operazione è semplice: è sufficiente compilare – basta una volta sola – il modulo che si trova su ogni numero della rivista e inviarlo all’Associazione Trentini nel Mondo per posta, fax o email e versare annualmente la quota sociale di 30 euro che al suo interno comprende anche l’abbonamento alla rivista. Attenzione ! Tutti gli abbonamenti in essere sono validi fino alla fine del 2019, dopo di che è necessario farsi Soci versando la quota entro il 30 di marzo di ogni anno.
il socio...
i soci tra cui presentazioni di libri, mostre, visite guidate, viaggi alla scoperta delle comunità estere; è presente alla Festa Provinciale dell’emigrazione che si tiene ogni anno in un diverso comune del Trentino, ricorda ogni anno la ricorrenza dell’8 di agosto – la giornata in memoria del sacrificio del lavoro italiano nel mondo – organizza un incontro natalizio in sede e molte altre iniziative che vengono comunicate ai soci con inviti speciali.
PROSSIMAMENTE: • Il socio... è collegato a tutto il mondo • Il socio... ha una “casa” in Trentino • Il socio... sostiene e diffonde la memoria dell’emigrazione trentina
partecipa alla vita dell’Associazione Sono molte le occasioni in cui i soci possono non solo far sentire la propria voce, ma anche partecipare e incontrare gli altri soci e gli emigrati trentini di ieri e di oggi. L’appuntamento più importante dell’anno è l’Assemblea dei soci, che si tiene nel mese di aprile, e che è l’occasione per informare ufficialmente i soci sull’andamento dell’Associazione, per valutare e approvare il bilancio annuale e per rinnovare periodicamente le cariche sociali. Ma non è la sola occasione, all’Assemblea, si affiancano molte iniziative meno formali in cui condividere la propria appartenenza in modo conviviale. L’Associazione organizza incontri culturali, commemorazioni e momenti di condivisione per 6 - 2019
(continua...)
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a pagina 28 il modulo da compilare
AGENDA
Il regalo della Trentini nel mondo per i 95 anni di Bruno Fronza Il 4 luglio scorso Bruno Fronza, presidente onorario della Trentini nel mondo del quale è stato uno dei fondatori, ha compiuto 95 anni. Qualche giorno dopo, in occasione di una visita alla sede da parte di Fronza, il presidente della Trentini nel mondo, gli ha consegnato il regalo di compleanno: la riproduzione in dimensioni originali della prima pagina del primo numero del periodico «Trentini nel mondo», uscito nel gennaio 1958. L’omaggio è stato molto gradito da Bruno Fronza, che aveva fortemente voluto che l’Associazione avesse un suo giornale fin dall’inizio della sua attività. Fronza continua tra l’altro ad essere un fedele e attento lettore della rivista e non fa mancare i suoi stimoli e suggerimenti alla redazione.
Nel momento della consegna con il presidente Tafner (a
fianco di Fronza) c’erano anche il vice presidente Armando
Maistri (primo a sinistra) e il membro di giunta Paolo Rossi.
LA SUA REALIZZAZIONE È STATA IDEATA E PROMOSSA DALLA TRENTINI NEL MONDO
Pronto il documentario «’NdoVat?» sulla nuova emigrazione trentina Si è svolta venerdì 13 settembre la presentazione in anteprima di «‘NdoVat? Laboratorio creativo di ricerca sulla nuova emigrazione trentina», documentario che raccoglie interviste fatte a giovani trentini che ono vivono all’estero o che sono nto rientrati, mettendo a confronto maidee, prospettive e problematiche della «generazione in mobilità». iTrenta interviste, 8 partecipanti, 5 set e 2 anni per la suaa realizzazione: sono i numerii del documentario che è stato promosso dall’Associazione Trentini nel Mondo in collaborazione con l’Ufficio Emigrazione della Provincia.. I ragazzi che lo hanno realizzato, sono stati debitamente formati con incontri laboratoriali sulle tecniche di ripresa e sull’utilizzo degli strumenti. Hanno in seguito intrapreso la fase di ricerca che li ha visti impegnati in un censimento, prima, e nelle video interviste, poi, realizzate sia ai coetanei rientrati dopo un
periodo all’estero sia ai coetanei attualmente all’estero e precisamente in Europa. Il documentario rappresenta dunque anche un confronto tra coloro che sono rientrati e coloro che invece vivono all’estero, dando spaz a motivazioni, prospazio spettive, bisogni e problematiche di chi rientra e di chi resta all’estero. Alla presentazione in a anteprima del documenta (presso il Centro Cotario op operazione Internazionale a Trento) erano presenti i rag ragazzi che lo hanno realizz lizzato in qualità di ricercato e registi, insieme con catori te i tecnici del montaggio, le asso associazioni che si occupad fenomeno e i giovani no del emig emigrati. La presentazione, affiancata un tavola rotonda interatda una tiva ccon la partecipazione dei protagonisti, ha rappresentato l’ultimo atto di un percorso iniziato due anni fa e partito da una riflessione sulle tematiche dell’emigrazione giovanile.
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MERAVIGLIE ITALIANE IL TURISMO DELLE RADICI CON L’UNAIE
a Montreal
VENERDÌ 4 OTTOBRE 2019 Montreal / Canada CASA D’ITALIA, 505 Jean Talon St E
Evento realizzato con il sostegno della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano 6 - 2019
PROGRAMMA // ore 10.30 - 12.30 Workshop Lucchesia, Dolomiti e Trieste r Andrea Bonfanti Sindaco di Pescaglia r Georg Tappeiner Fondazione Dolomiti Unesco r Paolo Degavardo Giuliani nel Mondo IL WORKSHOP È APERTO AGLI OPERATORI TURISTICI
// ore 18.30 Evento di presentazione Meraviglie italiane
INGRESSO LIBERO PER LA PRESENTAZIONE DI “MERAVIGLIE ITALIANE” E IL CONCERTO PUCCINIANO
// ore 20.30 Concerto Puccini e la sua Lucca Festival
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© Giovanni Cavulli
ATTUALITÀ
Innovativa «vetrina web» per sapere «chi fa cosa» nell’Università di Trento
© Giovanni Cavulli
S
ette banche dati, tremila voci, 1.500 esperti profilati, un unico punto di accesso, aperto e disponibile per tutti: sono i numeri di «UniTrento Digital University», l’innovativa piattaforma web che punta a rendere più trasparenti e accessibili le informazioni sulle competenze di ricerca che si possono trovare nell’Ateneo trentino. Il nuovo sistema dell’Università di Trento potrà essere utile, oltre che agli studenti, anche a professionisti, imprenditori, giornalisti e a tutta la cittadinanza perché permette di interrogare la banca dati tramite semplici parole chiave. Basta digitare l’argomento di interesse sul portale di Ateneo alla sezione «Esperti e competenze» e con un click il sistema propone le persone che in UniTrento si occupano della ricerca in quell’ambito. Informazioni che poi si possono approfondire con l’accesso immediato al curriculum, agli studi condotti e alle pubblicazioni, alle tesi di laurea e a tanti altri dettagli. E soprattutto ai contatti diretti. Unica esperienza in questo senso in Italia e tra le poche al mondo così complete e avanzate, UniTrento Digital University ribalta la prospettiva nei rapporti tra mondo accademico e società. Per la prima volta non servono particolari conoscenze dirette o intermediari: ognuno può ricercare direttamente i propri temi di interesse nell’ampio ventaglio
Si chiama «UniTrento Digital University» e potrà essere utile, oltre che agli studenti, anche a professionisti, imprenditori, giornalisti e a tutta la cittadinanza, perché permette di interrogare la banca dati tramite semplici parole chiave di competenze e studi condotti in Ateneo. Un modo per accorciare le distanze e sentire l’Università più utile e vicina anche alla propria specifica attività. Semplice nelle modalità di consultazione, ma complessa da mettere a punto, la piattaforma UniTrento Digital University è stata presentata nel corso di una conferenza stampa da Vincenzo Maltese (foto in alto a sinistra), responsabile di Ateneo per la gestione e valorizzazione del patrimonio informativo. «Garantire trasparenza e accesso alle infor-
mazioni in modo efficiente è ciò che viene chiesto alle pubbliche amministrazioni dall’Agenda Digitale Europea, uno dei sette pilastri per la crescita della Strategia “Europa 2020”. Siamo stati il primo ateneo in Italia ad adeguarci e ad essere presenti sui portali nazionale ed europeo dei dati aperti. Ma abbiamo voluto fare un passo ulteriore per offrire un sistema di ricerca davvero semplice ed efficace. Non un solo un motore di ricerca esclusivamente automatico, però. Per evitare errori, carenze o informazioni fuorvianti
abbiamo chiesto direttamente alle persone di elencare le proprie specifiche competenze tramite un questionario. Le informazioni raccolte sono state poi integrate facendo dialogare in modo automatico ben sette banche dati diverse. Uno sforzo durato circa quattro anni, che ha restituito un prodotto estremamente avanzato e preciso». Tanti i termini di interesse che possono esser ricercati tra oltre tremila voci a disposizione, sia in lingua italiana sia in inglese. Parole semplici e di attualità come “cambiamento climatico”, “genoma”, “malattie neurodegenerative”, fino a termini più scientifici, specialistici o settoriali. Il vocabolario dei termini – o “tag” in linguaggio informatico – potrà ampliarsi ulteriormente in futuro per adattarsi a nuove esigenze dall’esterno o linee di ricerca. «Allo sviluppo di questo progetto hanno lavorato circa 120 persone del nostro Ateneo in quattro anni» ha aggiunto il rettore Paolo Collini. «In questo senso possiamo dire che sia stato uno sforzo corale. Il progetto è unico nel suo genere anche perché è frutto di uno specifico lavoro di ricerca in ambito informatico. Possiamo considerarlo come un esempio riuscito di trasferimento tecnologico che porta un vantaggio all’Ateneo ma che poi si potrà anche esportare come modello». (Uff. Stampa UniTrento)
Per approfondire o provare la nuova piattaforma «UniTrento Digital University» basta andare sul portale UniTrento (“people”) o accedere dal link: https://www.unitn.it/du 7
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60 ANNI D’EUROPA NELLE SUE PAROLE PRONUNCIATE NEL 2016 VI È UN «FORTE, CHIARO, NON ELUDIBILE MESSAGGIO CRISTIANO»
u «l’Adige» di venerdì 23 agosto, Davide Zaffi ha proposto una lettura delle posizioni degli ultimi tre papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, sul destino e sul futuro dell’Europa. Zaffi sembra scorgere una discontinuità, un cambio di passo di Francesco rispetto ai suoi predecessori. Scrive infatti che «non ci si può sottrarre all’impressione che in breve tempo si sia portato a termine un brusco cambiamento e con esso una certa omologazione della posizione del Papato (se non ancora della Chiesa cattolica) a quella diffusa sensibilità che sminuisce o marginalizza il contributo specificamente religioso e cristiano all’Europa». A sostegno della sua tesi Zaffi fa riferimento al discorso di Francesco al Parlamento europeo del 25 novembre 2014 e ad una sua recente intervista alla Stampa. In particolare, sottolinea come nel discorso all’Assemblea parlamentare, il Papa evochi solo tre volte il nome di Dio, mentre quello di Gesù, più divisivo a suo avviso, nemmeno una. E conclude dicendo che «è sufficiente rimarcare, come base per ogni seria analisi sull’attualità, che con Francesco profondi cambi di posizione del Papato (se non della Chiesa) possono essere repentini». Mi sembra una conclusione affrettata e superficiale. Cerco di spiegare perché. Parto dalle caratteristiche personali, dalla sensibilità, dalla formazione e dalle esperienze pastorali dei tre pontefici. Wojtyla, polacco, ha compiuto la sua formazione, è diventato prete e vescovo sotto il regime comunista. La sua è stata un’esperienza pastorale vissuta e testimoniata di un cristianesimo in trincea, intransigente, rigidamente ancorato alla tradizione. Ratzinger è stato soprattutto un grande teologo, un professore, un po’ a disagio nella complessità del governo della diocesi di Monaco prima, del governo della Chiesa universale poi. Il cardinale si è trovato a suo agio come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, mostrandosi rigidamente intransigente anche su questioni teologiche e dottrinali talvolta discutibili e 6 - 2019
Foto: Mecedes Lopez Osornio
L’Europa di Papa Francesco S
«All’origine vi è la figura e la responsabilità della persona umana con il suo fermento di fraternità evangelica, con la sua volontà di verità e di giustizia acuita da una esperienza millenaria» opinabili. Sospettoso e tendenzialmente chiuso di fronte alla ricerca teologica e alla modernità. Ne hanno fatto esperienza tanti teologi preparati e stimati che sono stati pesantemente sanzionati e privati, spesso, dell’insegnamento. Bergoglio proviene dal mondo latino-americano, dalla «fine del mondo» come lui stesso ha dichiarato nel suo primo discorso dalla loggia di S. Pietro dopo l’elezione. È un gesuita temprato nella complessità del contesto sudamericano, dove ancora convivono enormi disparità sociali e dove, spesso, la Chiesa è stato ed è l’unico baluardo contro dittature militari, sfruttamento indiscriminato di risorse naturali e umane, persecuzioni e torture contro i dissidenti. È un pastore che ha imparato a sentire l’odore del gregge e che per il gregge perseguitato, vilipeso, calpestato nei suoi diritti fondamentali ha saputo indicare e testimoniare il valore liberante del Vangelo. Questa è, sostanzialmente, la teologia della liberazione, tanto invisa a papa Wojtyla e a papa Ratzinger, che Bergoglio ha praticato, direi silenziosamente e con discrezione, sotto la dittatura militare argentina. Tre esperienze formative, sensibilità e caratteristiche personali diverse che, comunque, esprimono una sostanziale unità e condivisione del ruolo del
cristianesimo nella storia, del suo messaggio di liberazione contro ogni schiavitù, sia essa economica, politica o sociale, che rappresenti una minaccia alla dignità delle persone, donne e uomini, figlie e figli di un medesimo Padre comune. Forse sarebbe opportuno riprendere in mano le encicliche sociali dei tre pontefici evocati da Zaffi per cogliere una strettissima interdipendenza e condivisione di pensiero. Ma è sufficiente scorrere l’enciclica «Laudato si’» di papa Bergoglio per osservare i numerosi rimandi ai pontefici suoi predecessori, a partire da Giovanni XXIII. Il Papa conclude questa enciclica con due preghiere: «…una che possiamo condividere tutti quanti crediamo in un Dio creatore onnipotente, e un’altra affinché noi cristiani sappiamo assumere gli impegni verso il creato che il Vangelo di Gesù ci propone». Tornando all’articolo di Zaffi: è sufficiente effettuare una contabilità della citazione del nome di Dio in un discorso o in una intervista papale per dedurre un cambiamento di paradigma nella posizione del papato e della chiesa sul ruolo del cristianesimo in Europa? Francamente mi sembra un’enorme cavolata. Anche perché non bisognerebbe mai abusare del nome di Dio quando si opera in ambito politico e sociale, cosa che Salvini fa con
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un cinismo e una spregiudicatezza che, a mio avviso, rasentano la bestemmia, osservando poi come si comporta nei confronti di migranti e richiedenti asilo. Giova ricordare al riguardo la parola di Gesù riportata nel Vangelo di Matteo: «Non chiunque mi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt, 7,21). Concludo citando un passo del discorso di Papa Francesco tenuto nel maggio del 2016 quando gli fu conferito il premio Carlo Magno: «i Padri fondatori ci ricordano che l’Europa non è un insieme di regole da osservare, non un prontuario di protocolli e procedure da seguire. Essa è una vita, un modo di concepire l’uomo a partire dalla sua dignità trascendente e inalienabile e non solo un insieme di diritti da difendere, o di pretese da rivendicare. All’origine dell’idea di Europa vi è la figura e la responsabilità della persona umana con il suo fermento di fraternità evangelica, (…) con la sua volontà di verità e di giustizia acuita da una esperienza millenaria». Non è un forte, chiaro, non eludibile messaggio cristiano questo, facile da cogliere anche da un agnostico o da qualche ateo devoto, preoccupato del futuro dell’Europa? Vittorino Rodaro 2 settembre 2019
GENTE E FATTI ANCHE LA TRENTINI NEL MONDO HA PARTECIPATO ALL’INCONTRO CHE SI È SVOLTO IL 22 AGOSTO PRESSO IL COMUNE
L’abbraccio di Tenna alla famiglia Motter tornata in Trentino sulle tracce degli avi «Alto Feliz - Caxias do Sul (Brasile). Un pezzo di storia di Tenna» era il titolo che compariva sulla locandina che annunciava l’evento, organizzato il 22 agosto dal Comune di Tenna e dalla Provincia Autonoma di Trento, per rendere omaggio ai componeneti della famiglia di Osvaldo Motter, discendente di Valentino Motter e di Giuditta Angeli, emigrati nel 1880 da Tenna con destinazione il Brasile, che in quei giorni si trovavano in Trentino sulle tracce dei loro antenati. È stata l’emozione a fare da filo conduttore alla serata che si è svolta presso la sala consiliare del Comune di Tenna: emozione evidente negli sguardi del folto pubblico presente, nelle parole del sindaco, Antonio Valentini (primo a sinistra nella foto a fianco), nella voce di Salete Uez che ha raccontato la storia della famiglia Motter. Durante il viaggio in nave di Valentino e Giuditta nacque Luigi, nonno di Osvaldo, il cui padre si chiamava Guerino. E proprio «Don Guerino» è il nome della cantina vitivinicola gestita dalla famiglia Motter che produce vini e spumanti di qualità, presente anche con un pannello nella mostra «Vitigni migranti» che sta «girando» sul territorio provinciale, per iniziativa della Trentini nel mondo. Un video proiettato all’inizio della serata, dopo l’esibizione del coro «La Tor» di Caldonazzo, ha presentato la storia di successo della cantina. Il prodotto più recente della cantina è un vino Teroldego,
al quale è stato dato il nome di «Origine 1880», per ribadire lo stretto legame che ancora esiste con la terra degli avi. A questo proposito, c’è stato chi ha suggerito ad Osvaldo Motter di pensare ad inserire su una prossima etichetta lo stemma di Tenna (foto in alto a destra), nel quale compare un grappolo d’uva. Una bottiglia del nuovo vino è stata consegnata al sindaco di Tenna, insieme con un invito del sindaco di Alto Feliz a partecipare alla manifestazione «Alto Fest», che si svolge in autunno, per gettare così le basi di un rapporto di amicizia fra i due Comuni, che potrebbe portare anche ad un gemellaggio. Un’ipotesi alla quale si è dichiarato favorevole il sindaco di
Tenna e che è stata «caldeggiata» anche dagli interventi della sindaca di Albiano, Elsa Pisetta, del presidente della Comunità di Valle Alta Valsugana Bersntol, Pierino Caresia, e del rappresentante della Comunità di Valle Bassa Valsugana, Enrico Lenzi. Tutti e tre hanno testimoniato l’alto valore delle esperienze di gemellaggio in atto nei rispettivi territori, fra comuni trentini e comunità di origine trentina in Brasile. Antonella Giordani, a nome dell’Ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento, ha spiegato come funziona il progetto di interscambio giovanile, che da vent’anni porta in Trentino discendenti di emigrati trentini, che
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vengono ospitati da coetanei: un’iniziativa che favorisce la conoscenza della terra degli avi, che crea vincoli di amicizia ed è molto apprezzata dalle persone che ne sono coinvolte, come confermato da alcuni partecipanti al progetto, presenti in sala. Il saluto della Trentini nel mondo è stato portato dal vice presidente, Armando Maistri (foto in alto a sinistra), che ha ricordato il lavoro che l’Associazione svolge da oltre sessant’anni nel mantenere vivi i rapporti con gli emigrati trentini ed i loro discendenti, adeguando modalità e strumenti all’evoluzione della società. All’intervento di Maistri è seguita la proiezione di un video (curato dalla Trentini nel mondo) nel quale Edi Debenetti, del Circolo trentino di Garibaldi, città a poca distanza da Alto Feliz, ha ripercorso la storia dell’emigrazione trentina nello stato del Rio Grande do Sul. 6 - 2019
GENTE E FATTI IL LIBRO, CON UNA PREFAZIONE ANCHE DEL PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO, È STATO PRESENTATO NEL SUO PAESE NATALE
«Dal Trentino all’Africa», vita e ricordi di Diego Chisté emigrato da Calavino
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a storia di Diego Chistè parte dal Trentino ed arriva fino in Sudafrica. Chistè, ad oggi presidente del Circolo trentino di Città del Capo, ha voluto raccontare e raccontarsi, e l’ha fatto attraverso il linguaggio che più gli è caro: quello della poesia. Presentato nella sede del Circolo Alcide Degasperi di Calavino (foto in basso), di cui Diego è socio onorario, «Dal Trentino all’Africa» è una raccolta di poesie che racconta momenti della vita dell’autore, un viaggio introspettivo che ha ispirato il sottotitolo: «Scoprirsi guardandosi dentro». Una prefazione al libro è stata scritta anche dal presidente di Trentini nel mondo, Alberto Tafner, che ha posto l’accento sulla difficoltà umana di concentrarsi sulla propria interiorità. «Guardarsi dentro non è facile - scrive Tafner - anzi, forse è l’impresa più difficile che un uomo possa intraprendere. Ci vuole coraggio, perché si rischia di scoprire la verità, ed è come compiere un salto nel buio dove non ci sono appigli ed è possibile precipitare all’infinito». Tafner sottolinea poi come «guardarsi dentro significa abbandonare la strada segnata e conosciuta per inoltrarsi lungo territori misteriosi e luoghi stranieri. Proprio come ha fatto Diego Chistè tanti anni fa partendo da territori conosciuti e cari come i boschi e la valle ventosa di Calavino per avventurarsi in luoghi forestieri ed ignoti come il Sud Africa: alla ricerca della propria strada». Diego Chistè è partito da Calavino nel 1965 e come scrive Michele Bortoli, sindaco di Madruzzo (comune nato nel 2016 dalla fusione di Calavino e Lasino) nell’introduzione al libro, «ne prova giustamente nostalgia». Nostalgia per «un mondo di “mani che lavorano” e scene quotidiane, come quando “lenti, i carri passan, tentenna il bove”». Questa raccolta di componimenti, scrive ancora il sindaco, dimostra senza dubbio «che i ricordi del suo passato sono sempre presenti in lui», anche se vive in «una terra diversa, ma con un suo fascino, un Paese unico che
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I versi delle sue poesie sono pieni di riflessioni personali e della voglia di condividere il proprio stato d’animo. Un dialogo con sé stesso e allo stesso tempo con chiunque sia disposto a cogliere gli aspetti più intimi della sua esperienza l’aveva appassionato a tal punto da spingerlo a partire». In Sud Africa le difficoltà non sono mancate: imparare una nuova lingua, approcciarsi ad una cultura diversa e ad una situazione politica ancora gravata dall’apartheid, la ricerca di un lavoro. Diego non si è arreso, ha superato ogni ostacolo con coraggio, suppor-
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tato dall’amore della famiglia che è riuscito a costruire dopo il matrimonio con Sophia: due figli, Claudio e Rosalba, e quattro nipotini. Ed è proprio il figlio Claudio ad aver curato la pubblicazione del libro, con il rispetto e l’amore di un figlio che ha creduto nel percorso del padre e nel valore delle sue parole che, dice, «spero possano aiutare chiunque si identificherà nel viaggio di questa lettura. La curiosità verso la scoperta di nuovi orizzonti ha spinto mio padre a viaggiare per il mondo - prosegue Claudio - e proprio il contatto con tradizioni nuove, paesaggi sconosciuti e deserti, lo ha reso ancora più consapevole delle bellezze della sua regione natale, quel Trentino che considera come un porto sicuro nel mare burrascoso del mondo, una tela dipinta da cime torreggianti e amene vallate, laghi e torrenti, impreziosito dalle verdi pennellate di prati e boschi. I versi delle sue poesie sono pieni di riflessioni personali e della voglia di condividere il proprio stato d’animo. Un dialogo con sé stesso e allo stesso tempo con chiunque sia disposto a cogliere gli aspetti più intimi della sua esperienza». L’autore dedica il libro ai suoi «cari genitori» Claudio e Alice, «per avermi inculcato i primi valori della vita» e a Sophia «compagna affettuosa e madre ideale, con infinita gratitudine». Sulla stessa pagina Diego ha voluto scrivere anche «una nota d’orgoglioso affetto per l’incoraggiamento che non è mai mancato dai miei figli Rosalba e Claudio»
GENTE E FATTI
Appuntamento a Patone il 19 ottobre per la famiglie «Conzatti - Gonzatti» Dopo i successi delle iniziative organizzate in Brasile, Gilson Conzatti, di Encantado (Rio Grande do Sul - Brasile) ha deciso di organizzare per la prima volta in Trentino un «Incontro delle famiglie Conzatti - Gonzatti». Il luogo prescelto è Patone di Isera, in Vallagarina, da dove era emigrato l’avo di Gilson. L’appuntamento è fissato per domenica 19 ottobre e sono già arrivate adesioni dall’Italia, dal Brasile, dal Messico e dalla Germania. L’invito a partecipare è rivolto a tutte le perso-
ne il cui cognome è Conzatti (o Gonzatti). Gilson spera di poter dare il benvenuto ad almeno un centinaio di partecipanti al pranzo ufficiale previsto a mezzogiorno del 19 ottobre. Gli interessati possono prendere contatto con gli organizzatori dell’evento attraverso WhatsApp, al numero +55 51 980482929, o Facebook, cercando la pagina «Conzatti - Gonzatti Encontro das familias». L’anno prossimo l’incontro di svolgerà a Palmitos (Santa Catarina - Brasile) nel mese di maggio.
NATA A RECONQUISTA (ARGENTINA) NEL 1995 È DISCENDENTE DI CARLO MOSCHEN, CLASSE 1858, EMIGRATO DA LEVICO
Congratulazioni a Ileana Judith Moschen diventata professoressa di matematica Dal 2 agosto 2019, Ileana Judith Moschen è ufficialmente una professoressa di matematica. Nata a Reconquista (Santa Fe, Argentina) nel 1995, Ileana appartiene ad una famiglia di origine trentina. Il capostipite, Carlo Moschen, era infatti nato a Levico nel 1858. Ileana ha potuto concludere il suo percorso di studio grazie alla borsa di studio del «Piano solidarietà», erogata dalla Trentini nel mondo, e ha ringraziato l’associazione attraverso un messaggio nel quale ha espresso gratitudine, soddisfazione e interesse verso la terra d’origine della sua famiglia. «Oltre che per il fondamentale appoggio economico - scrive Ileana - desidero ringraziare l’Associazione per il grande sostegno che offre alle nuove generazioni di trentini nel mondo, incoraggiandoli e supportandoli nel percorso verso il raggiungimento dei propri obiettivi. Spero, un giorno, di poter visitare la terra dalla quale sono partiti i miei antenati». In allegato ha inviato l’attestato di laurea, a conferma che è diventata ufficialmente la «Professoressa Moschen».
Victoria Mature in visita alla mostra su Borzage Victoria Mature, figlia dell’attore americano di origini trentine Victor Mature (1913 - 1999), originario di Pinzolo, ha visitato la mostra dedicata a Frank Borzage, allestita presso i Musei di Ronzone fino al 13 ottobre. Victoria Mature è arrivata appositamente dagli Stati Uniti per rendere omaggio sia al grande regista Borzage, sia per ricordare il padre che, con Borzage, aveva lavorato come attore nel film «Bambola Cinese». Dopo aver visitato la mostra, accompagnata dal sindaco Stefano Endrizzi e dall’assessore comunale Loretta Abram, Victoria si è com-
plimentata con l’amministrazione di Ronzone e con la Provincia autonoma di Trento per questa iniziativa, che di fatto ricorda due percorsi professionali paralleli. Figli di emigrati trentini Victor Mature e Frank Borzage (i cognomi originari Maturi e Borzaga vennero modificati dall’anagrafe americana) sono stati due personaggi di origine trentina che hanno saputo affermarsi nel mondo di Hollywood, tra l’altro incontrandosi e lavorando assieme. Victoria Mature ha annunciato che sta scrivendo un libro su suo padre, con testo in italiano e inglese, ed ha promesso che verrà a presentarlo il prossimo (Uff. St. PAT) anno proprio in Trentino.
Foto Bruno Battocletti
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GENTE E FATTI ALL’EVENTO CHE SI È SVOLTO IL 10 AGOSTO HA PARTECIPATO ANCHE IL VICE PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO
Celebrazione a Segno per «Padre Kino» nel 374° anniversario della sua nascita «U
n’importante opportunità di scambio e conoscenza». Così le autorità presenti all’incontro annuale tenutosi lo scorso 10 agosto a Segno, nel comune di Predaia in valle di Non, per celebrare il 374° anniversario della nascita di Padre Eusebio Chini, hanno definito l’evento. La figura di Chini è da sempre un punto di riferimento fondamentale per la storia passata e moderna: missionario gesuita, esploratore, storico e «apostolo degli indiani» per definizione, tra il 1687 e il 1711, ha contribuito allo sviluppo territoriale ed economico, nonché all’evangelizzazione, dell’area tra il Messico e la California. (vedi box di approfondimento sulla pagina a fianco). L’incontro si è aperto con la celebrazione della S. Messa in ricordo di Padre Kino, come era solito essere chiamato Padre Eusebio, celebrata dall’arcivescovo emerito di Trento, mons. Luigi Bressan e da mons. Michele
Da sinistra: Aldo Albasini Broll, console onorario del Cile in Trentino-Alto Adige; mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso; Armando Maistri, vicepresidente della Trentini nel mondo; Alberto Chini, presidente della «Fondazione Padre Kino»; i coniugi Maria Luisa Corno e Sergio Morales Sosa, quest’ultimo direttore generale del Gruppo consolare di America latina e Caraibi nel nord Italia.
Tomasi, nuovo Vescovo della città di Treviso, accompagnati dal coro parrocchiale di Segno. Successivamente, ci si è spostati nella piazza del paese, dove, ai piedi del monumento equestre dedicato a Padre Eusebio, donato nel 1991 dalla città di Tucson (Arizona), il
saluto delle autorità ha aperto la serata di commemorazione. Presenti presidente della «Fondazione Padre Kino», Alberto Chini, il sindaco del comune di Predaia, Paolo Forno, l’assessore alla cultura, Elisa Chini e il consigliere provinciale Lorenzo
Ossanna. Un messaggio di saluto, vicinanza e sostegno, è stato inviato da Alfredo Feria, il console messicano incaricato ministro in Italia, mentre erano presenti a Segno il console onorario del Cile in Trentino-Alto Adige, Aldo Albasini Broll, e il direttore generale del gruppo consolare dell’America latina e i Caraibi nel nord Italia, Sergio Morales Sosa. Un messaggio è stato portato anche dal vicepresidente della
ENTRAMBI GLI ENTI PROMUOVONO INIZIATIVE LEGATE ALLA CULTURA DELLA PACE E ALLA CONVIVENZA TRA I POPOLI
Rinnovata la convenzione di collaborazione tra Trentini nel mondo e Campana dei Caduti È
stata ufficialmente rinnovata il 26 luglio 2019 la convenzione di collaborazione tra l’associazione Trentini nel mondo e la Fondazione Opera campana dei caduti di Rovereto. Sottoscritta la prima volta nel marzo del 2008, con una validità di dieci anni, la convezione è stata stipulata con l’intento di sviluppare a livello provinciale, nazionale ed internazionale, interventi per sensibilizzare alla cultura della pace e della convivenza tra i popoli; realizzare iniziative di formazione e informazione e creare e sostenere momenti di incontro tra culture, con specifico riferimento alle realtà in cui è forte l’esperienza dell’emigrazione trentina. Grazie all’accordo, i Circoli aderenti all’associazione Trentini nel mondo hanno ricevuto il mandato di rappresentanza della 6 - 2019
Fondazione Opera campana dei caduti all’interno dei loro ambiti territoriali di riferimento. La presenza capillare dei Circoli sul territorio e la nuova dimensione
internazionale così acquisita, hanno permesso alla Fondazione di raggiungere nel gennaio 2009 quello che il suo Reggente, Alberto Robol, ha definito «il mas-
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simo obiettivo possibile», ovvero lo status di «osservatore speciale» presso le Nazioni Unite. Grazie a questo risultato, la Fondazione ha acquisito il diritto di partecipazione a dibattiti sulla pace, sulla soluzione dei conflitti e sulla tutela dei diritti umani, oltre a quello di prendere parte alle iniziative dell’Ecosoc, l’organo dell’Onu che coordina le attività in materia economica, sociale, culturale ed umanitaria. Dal 26 luglio è stata quindi data nuova linfa alla collaborazione tra le due realtà trentine, e confermato l’impegno dei Circoli trentini ad essere la sede di rappresentanza di una Fondazione che da sempre condivide finalità e valori propri delle Nazioni Unite. La vocazione internazionale della Fondazione Opera campana dai caduti, infatti, è stata da subito
GENTE E FATTI
L’attualità di padre Kino: portano il suo nome i centri di accoglienza sul confine Messico-USA
Trentini nel mondo, Armando Maistri, che ha evidenziato gli obiettivi comuni che legano l’associazione alla Fondazione Padre Kino, e si concretizzano nel lavoro di azione culturale, storica e di indagine sociale, e nella disponibilità ad aiutare concretamente i giovani per portare avanti i loro percorsi di studio. Più di un centinaio le persone presenti, che hanno potuto godere anche di un momento conviviale con aperi-pizza e buffet di dolci, e dell’accompagnamento musicale con il saxofono di Attilio.
Una serata che ha unito due terre, quella trentina e quella americana tramite cultura, gastronomia e arte. In via straordinaria, per l’occasione è infatti stato aperto il museo dedicato a Padre Kino, dove i presenti hanno potuto visitare un’esposizione di huipiles, tipici indumenti di origine Maya variamenti colorati, pezzi unici realizzati a mano da donne del Guatemala e appartenenti alla collezione di Maria Luisa Corno, moglie del direttore Morales Sosa, anch’essa presente alla serata. Alice Sommavilla
Il rinnovo della convenzione è stato firmato dal presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner (primo a destra nella foto), e dal Reggente della Fondazione Opera Campana dei Caduti, Alberto Robol (al centro), il 26 luglio, giornata nella quale era presente a Rovereto Jean-Louis Delaet (primo a sinistra), direttore del Museo Bois du Cazier di Marcinelle (Belgio). Sulla pagina a fianco, l’articolo con la notizia della prima sottoscrizione della convenzione.
inscritta nell’atto fondativo del memoriale Maria Dolens, nato dalla fusione dei cannoni appartenuti alle nazioni vinte e vincitrici del primo conflitto mondiale. Le attività proposte nel corso degli anni sono state dedicate all’approfondimento delle cause dei conflitti e alla promozione attiva di una cultura di pace che ha dato vita a importanti realtà come «Unip», Università internazionale delle istituzioni dei popoli per la pace e l’«Osservatorio sui
Balcani», diventato una delle più autorevoli fonti per notizie e approfondimenti sulle zone dell’ex Jugoslavia e del Caucaso. Gli statuti della Trentini nel mondo e della Fondazione Opera campana dei caduti contengono fin dalla loro redazione obiettivi di pace e fratellanza universale che continueranno ad essere perseguiti grazie al rinnovo della convenzione di collaborazione, alla quale questa volta non è stata posta alcuna scadenza.
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adre Eusebio Francesco Chini (il nome verrà poi trasposto in spagnolo, rendendolo per tutti «Padre Kino»), nacque nel 1646 a Segno, oggi frazione di Predaia, nella Valle di Non. Missionario gesuita, geografo, esploratore, cartografo e astrologo, è ricordato principalmente per la sua opera di esplorazione ed evangelizzazione svolta in Messico e California. Era il 1687 quando Padre Kino arrivò a Sonora, nel Messico nord occidentale, per creare la prima missione cattolica della provincia. Il suo lavoro, svolto sempre nella convinzione che fosse necessario un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione autoctona, portò alla messa in opera di progetti volti allo sviluppo economico, che si concretizzarono con l’insegnamento agli indigeni delle tecniche adatte all’allevamento del bestiame, alla lavorazione del ferro e alla coltivazione di piante fino a quel momento sconosciute. Riconosciuto come uno dei padri fondatori dello stato dell’Arizona, Padre Kino isitituì 27 centri missionari e numerose visitas (parrocchie di campagna) tra Messico e Stati Uniti, dimostando grandi capacità nel costruire rapporti tre le popolazioni indigene e l’ordine religioso da lui rappresentato. Ad oggi, rimane l’unico tirolese-italiano presente nel famedio di Washington, in rappresentanza
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dello Stato dell’Arizona. Si spense nel 1711 in Messico, nella città che lo Stato di Sonora ha voluto dedicargli: Magdalena de Kino. In seguito alla scomparsa del gesuita, l’arcidiocesi di Hermosillo (Messico), ha avviato un processo di beatificazione, attualmente ancora in corso. La storia del religioso non si interrompe però con la sua morte, ma continua a vivere attraverso la «Kino Border Initiative», una rete di centri di accoglienza situati sul confine tra Messico e Stati Uniti, che portano avanti l’opera di Padre Eusebio, offrendo aiuto a clandestini e deportati ai piedi del muro che divide le due nazioni. Come spiega il direttore del progetto, Samuel Lonzano, anch’egli appartenente all’ordine dei gesuiti: «Ci occupiamo quotidianamente di immigrati in transito e deportati. Non si tratta di criminali, ma di esseri umani in cerca di una vita migliore. Ci sono persone che sono state espulse dagli Stati Uniti dopo tanti anni di permanenza, perché non sono riuscite a mettersi in regola con i documenti; c’è chi vive in una costante situazione di incertezza e privazione dei propri diritti. Nei nostri centri tutte queste persone trovano compassione, misericordia, fraternità e speranza. Come ci ha inseganto Padre Kino, nella casa di Dio non esiste segregazione». 6 - 2019
EVE
«Lectio Degasperiana» con i testi d
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LO SPARTIACQUE DELLA 1A GUERRA MONDIALE
La prima guerra mondiale segna uno spartiacque fondamentale: da una lettera inedita sappiamo che fra il 1915 e il 1917 non è mai potuto rientrare in Trentino perché gli era stato ritirato il passaporto. Preziosa la lettera che documenta l’impegno profuso da De Gasperi per ottenere la scarcerazione della giovane Bice Rizzi, futura prima direttrice del Museo del Risorgimento di Trento e figura di spicco del Novecento trentino. Da uno spartiacque all’altro: la
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erano circa 450 persone il 18 agosto a Pieve Tesino, paese natale di Alcide De Gasperi, per la sedicesima edizione della «Lectio degasperiana», l’evento pubblico che la «Fondazione Trentina Alcide De Gasperi» ha organizzato per onorare la memoria dello statista trentino nel sessantacinquesimo anniversario della sua morte. Dopo quindici edizioni «tradizionali» della Lectio che hanno visto la presenza di storici, giornalisti, studiosi e uomini politici, per l’appuntamento del 2019 si è adottata una formula diversa, dando voce direttamente al protagonista, Alcide De Gasperi, attraverso sue lettere inedite. L’«Edizione nazionale dell’Epistolario di Alcide
corrispondenza privata del futuro statista mostra il progressivo affermarsi del fascismo e la difficoltà degli osservatori contemporanei nel percepirne la portata: così De Gasperi nel luglio del 1923 rivela a Enrico Conci che «Non so che pensi Mussolini di me, ora. So che fino ad un mese fa mi riteneva, tra i popolari, un equilibrato e un acquisibile alla nuova situazione». Ipotesi che lasceranno il tempo che trovano: di lì a un paio d’anni le confidenze a don Guido de Gentili saranno di tutt’altro tenore: «sono triste fino all’esaurimento in seguito alla campagna personale, scoppiata, mentre reggo in mezzo a difficoltà molteplici e paurose. È quasi escluso di poter sostenere la polemica, date le condizioni della stampa. Bisogna lasciarsi massacrare in silenzio; e la stampa fascista fa di me un vero massacro».
Andrea Castelli
Lette una dopo l’altra, le lettere degli anni Venti mostrano l’incredibile coincidenza tra le sue vicende personali, quelle collettive di un Paese e quelle del movimento cattolico per le quali il regime fascista, sempre più trionfante e illiberale, rappresenta un elemento di divisione. L’antifascismo di De Gasperi è cresciuto sulla sua pelle: si arriva così alle commoventi lettere dal carcere, dove a un De Gasperi che ha perso tutto sembrano restare solo gli affetti familiari e il conforto di pochi amici e ammiratori.
Foto Archivio Fondazione Trentina Alcide De Gasperi
L’EMARGINAZIONE DOPO IL CARCERE
Alla «Lectio» hanno assistito anche Paola e Cecilia De Gasperi, figlie di Alcide
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De Gasperi» - il pr biettivo di raccogli
Foto Archivio Fondazione Trentina Alcide De Gasperi
e circa trenta lettere scelte per la «Lectio» hanno accompagnato i presenti attraverso un viaggio nel Novecento e nella singolare parabola umana dello statista nato a Pieve Tesino nel 1881. Il suo percorso prende inizio nei primissimi anni del Novecento, quando si assiste all’affacciarsi di un giovane De Gasperi al panorama dell’impegno civile nel contesto trentino tirolese. Animato da un forte sentimento religioso e sociale, De Gasperi in una lettera si dichiara seguace del «vecchio Leone XIII», il papa della «Rerum novarum». Appena ventenne è un punto di riferimento anche per le Società operaie cattoliche delle valli più periferiche del Trentino. L’entusiasmo giovanile si educa in un decennio di studio e di impegno politico e anche la sua prosa diventa più incisiva.
Uscito dal carcere dopo 16 mesi, De Gasperi è un emarginato. Si sfoga così con don Luigi Sturzo: «Vivo – come saprai – tra la famiglia e la biblioteca, all’ombra del Cupolone, ringraziando la Provvidenza d’avermi riservata almeno un po’ di pace esteriore. La pace interna difficilmente si raggiunge, quando lo spirito, abituato alla dilatazione sociale, deve venir compresso entro la
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sfera limitata della persona. Penoso è particolarmente il dover assistere inerti all’oscuramento d’idee che avevano illuminato tanto cammino della nostra vita.» Tra le righe delle lettere continuano così a mescolarsi grande e piccola storia: si commenta l’attualità con quella confidenza che difficilmente si trova in altri scritti, ci si confida, si lascia affiorare qualche aspetto frivolo o quell’elemento sentimentale che raramente si associa all’immagine pubblica dello statista. È un altro De Gasperi, un De Gasperi «segreto» quello che nel bel mezzo della seconda guerra mondiale scrive a Giuseppe Spataro in occasione di un onomastico, rivolgendogli queste parole: «Io poi che ebbi in te, in tutte le occasioni un amico di una devozione fraterna e di una solidarietà costante ed effettiva, mi dichiaro tuo grandissimo debitore e ti abbraccio, pregandoti di conservarmi in tua preziosa amicizia.» Al giovane e brillante economista Sergio Paronetto scrive una lettera che dovrebbe essere studiata ancora oggi per capire
ENTI
delle lettere dello statista trentino
la corrispondenza degasperiana - si è rivelata una straordinaria miniera di fonti e di personaggi.
Dopo quindici edizioni «tradizionali», che hanno visto la presenza di storici, giornalisti, studiosi e uomini politici, per l’appuntamento del 2019 si è adottata una formula diversa, dando voce direttamente al protagonista, attraverso sue lettere inedite, che hanno accompagnato i presenti attraverso un viaggio nel Novecento le basi morali della nostra Repubblica: «Senza dubbio l’immediato domani esige lavoro ricostruttivo, ma l’antifascismo a cui dobbiamo ancora tenere non è quello impastato di rappresaglie, di bandi e di esclusioni, ma è il criterio che ci serve a identificare, misurare e giudicare gli stessi antifascisti e non fascisti.» L’antifascismo di De Gasperi non è quindi una contro-ideologia, ma un criterio democratico da osservare con coerenza e senza scorciatoie.
sua collocazione internazionale e alla ricostruzione. Giorgio la Pira, grande sindaco di Firenze, nel 1948 gli scrive: «Il tema è uno solo: manca il pane perché manca il lavoro (per una ragione o per l’altra): e quando manca il pane si spegne la speranza e non resta che l’abbattimento, vigilia della morte!». Sono l’eco di un’Italia ferita, che, anche dopo la fine della guerra, vive una stagione di fatica e di prova senza eguali. I governi De Gasperi si mettono al lavoro e le
lettere ne ripercorrono le paure, la determinazione, il senso d’urgenza, la complessità del quadro politico interno, ma anche della situazione internazionale, con la questione di Trieste più aperta che mai che diviene oggetto, ad esempio, di uno scambio con monsignor Antonio Santin, vescovo di Trieste-Capodistria, a cui De Gasperi non nasconde che «Momenti duri ci attendono». Quando nelle lettere inizia ad entrare il tema europeo, assistiamo ad un De Gasperi «padre nobile», determinato a mettersi al servizio di un grande progetto collettivo che rappresentava, come ci ricorda il titolo dell’«Agosto degasperiano» di quest’anno, una «Lotta contro il tempo». Nell’ultima lettera che scrive a Fanfani, quattro giorni prima di morire, prendendo atto che la CED, il progetto di costituire un esercito unico europeo, è destinato al fallimento, De Gasperi non trattiene lo sconforto: «se le notizie che giungono oggi dalla Francia sono vere, anche solo per metà, ritengo che la causa della
TOGLIATTI, NENNI, DOSSETTI, FANFANI
Foto Archivio Fondazione Trentina Alcide De Gasperi
rogetto avviato nel 2016 con l’oere e rendere disponibile online
Quest’anno si è voluto mostrare quale sia ancora oggi il fascino dei documenti storici che sono stati proiettati su un grande schermo. La scelta si è dimostrata vincente: un incontro vissuto con grande intensità durante il quale è passata davanti agli occhi la vita di De Gasperi e la storia del nostro Paese. Il titolo della Lectio degasperiana era «L’autobiografia di una nazione nelle lettere di De Gasperi» e proprio le lettere sono state le vere «protagoniste» dell’evento, interpretate dall’attore Andrea Castelli e presentate da Giuseppe Tognon, presidente della Fondazione e dell’«Edizione nazionale dell’Epistolario degasperiano».
Giuseppe Tognon
CED sia perduta e ritardato di qualche lustro ogni avviamento all’Unione Europea. Che una causa così decisiva e universale sia divenuta oggetto di contrattazione ministeriale proprio fra gruppi democratici e gruppi nazionalisti, che sognano ancora la gloria militare degli imperatori è veramente spettacolo desolante e di triste presagio per l’avvenire». FIDUCIA NELL’UOMO E NEI SUOI DESTINI
Solo le ultime parole rivelano una fiducia profonda nell’uomo e nei suoi destini, che è forse meno eclatante della constatazione dei tempi duri in cui De Gasperi dovette camminare, ma allo stesso appare allo studioso attento delle lettere degasperiane la costante più incrollabile di questa grande storia personale e collettiva: «Sono molto buio, e spero che forse il mio isolamento mi faccia vedere più nero di ciò che sarà. Auguriamocelo!»
La corrispondenza si assottiglia un poco negli anni della guerra, per riprendere abbondante nel 1943, quando De Gasperi intraprende il percorso che lo porterà alla guida del Paese. Lo troviamo a discutere con Togliatti del suffragio femminile, con Nenni del rischio di una guerra civile in Italia, trattare con Dossetti e Fanfani questioni interne alla Democrazia Cristiana… De Gasperi guardava soprattutto alla situazione del paese, alla
Uff. St. Fond. Trentina A. De Gasperi
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CIRCOLI
Circolo trentino di Venda Nova do Imigrante
L’evento, tenutosi lo scorso 17 agosto, è stato un successo. La presidente ha annunciato che per il 30° anniversario ci saranno grandi festeggiamenti
Con la seconda «Cena trentina» festeggiati i 28 anni di attività
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l Circolo trentino di Venda Nova do Imigrante (Espirito Santo, Brasile) ha organizzato, lo scorso 17 agosto presso l’hotel Alpes, la seconda edizione della “Cena trentina”. I partecipanti sono stati 65, ed hanno celebrato il 28° anniversario della fondazione del Circolo. Ad animare la serata, una lotteria e l’accompagnamen-
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to musicale dei fratelli Solange e Luciano (Toni) Boni. Tra le autorità che hanno presenziato all’incontro il presidente del Circolo trentino di Vitòria, Josè Renato Margon, con la sua famiglia; il direttore generale dell’archivio pubblico dello Stato di Espìrito Santo, Cilmar Franceschetto; il sindaco
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di Venda Nova, Joao Paulo Schettino Minete; il presidente del consiglio comunale di Venda Nova, Francisco Foletto, e il consigliere Marco Grillo, ex presidente del Circolo. Altra presenza illustre, quella di Romulo Felippe, giornalista e scrittore di origini trentine, autore di numerosi libri ambientati durante l’epoca medievale,
CIRCOLI
Il Circolo promuove iniziative socio-culturali F
ondato nel 1991, il Circolo trentino di Venda Nova do Imigrante, si propone da sempre come obiettivo della sua attività, la promozione di iniziative socioculturali che possano coinvolgere tutta la comunità: ne sono esempio il corso di lingua italiana promosso dall’associazione «Festa da polenta - Afepol», che ha donato anche il materiale didat-
tico; il gruppo di danza italiana «Piccoli alpini»; la creazione di una biblioteca con testi in lingua italiana, all’interno dello spazio «Amena- Casa do cultura»; la vendita di video e materiale multimediale, tra i quali il film «La montagna danza», che ha finanziato la creazione del gruppo di ballo «Granello giallo». Va inoltre ricordata la collabo-
razione con l’Agenzia consolare italiana, che fino al 2010 ha curato la gestione burocratica dei procedimenti per l’ottenimento della cittadinanza italiana. Inoltre, il Circolo ha contribuito alla realizzazione delle divise sportive per i giovani atleti allenati da Aldi Caliman a Venda Nova, e sponsorizzato il viaggio a Pinhalzinho del gruppo
«Granello giallo», in occasione della prima riunione dei gruppi di danza folcloristica. Il consiglio di amministrazione del Circolo in carica per il biennio 2018-2020 è così composto: Bruna Zandonade Feitoza (presidente); Andressa Bernabè (vicepresidente); Glaucia Maria Madeza Altoè (segretaria); Cristina Brunelli Zardo (tesoriere).
Le foto su queste due pagine sono di Leandro Fidelis.
tra cui “Il guerriero templare”, scritto in italiano e pubblicato in Europa, che nel corso della serata è stato distribuito ai partecipanti alla cena. Il menù della cena è stato a base di pietanze trentine ma con «contaminazioni» brasiliane e utilizzo di prodotti locali: bruschetta di pane d’orzo con robiola,
zucchine e pomodori secchi, zuppa di pollo, risotto, brie, rucola, polenta di mais bianco, funghi e agnello «alla dinda». Come dessert, è stata servita torta di mele accompagnata da gelato ai frutti rossi. La presidente del Circolo trentino di Venda Nova do Imigrante, Bruna Zandonade Feitoza, ha ringraziato tutti i
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partecipanti e anticipato che per i 30 anni del Circolo, nel 2021, sono in previsione grandi festeggiamenti grazie anche alla collaborazione di “team molto attivi nell’organizzazione di una festa alla quale parteciperanno anche altri Circoli, per favorire una maggiore diffusione delle nostre tradizioni”.
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CIRCOLI
«Tra sasi & storie» a Bento Gonçalves, omaggio ai coloni arrivati dal Trentino S
i è svolto il 19 agosto, presso Casarão Merlin, sede dell’associazione «Caminhos de Pedra», l’evento «Tra sasi & storie», promos dal Circolo trentino di Bento Gonçalves promosso (Rio Grande do Sul, Brasile) in collaborazione c l’associazione Caminhos de Pedra, con con lo scopo di rendere omaggio alle origini medievali di quelli che furono i primi colonizzatori provenienti dall’area che oggi comprende l’attuale Trentino-Alto Adige e l’Austria meridionale. Ad illustrare al pubb pubblico presente la storia delle radici, delle tradizioni e del contesto culturale che ha preceduto l’inizio della grande migrazione italiana e austriaca in Brasile e nel mondo, è stato Fernando Menegatti (foto a centro pagina), socio del Circolo trentino di Bento Gonçalves. L’incontro è stato inoltre occasione per una relazione sulla coltivazione della vite e sulla produzione di vino tenuta da Firmino Splendor, scrittore e viticoltore (nella foto a destra).
Successivamente, il vicepresidente del Circolo, Sandro Giordani, ha consegnato il «Certificato di amico della cultura italiana» alle presidenti di ANEA Brasile, Gabrielle Gugel, e dell’associazione Caminhos de Pedra, Maristela Lerin (foto in alto a sinistra). Il riconoscimento è stato istituito in occasione del 30° anniversario del Circolo trentino, e destinato a cittadini ed enti che si sono dimostrati fondamentali nel contribuire attivamente alla salvaguardia delle radici trentine della comunità. Il pubblico è stato molto partecipe e non sono mancati socializzazione e svago, con l’esibizione musicale in lingua veneziana antica del gruppo musicale «Caligo» (nella foto in alto a destra uno dei due componenti) e un momento conviviale a base di polenta con sugo, idromele, e vino.
Da Bento Gonçalves a Nova Alvorada per l’11a edizione di «In cantina» Lo scorso 1 agosto, simpatizzanti e soci del Circolo trentino di Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul, Brasile), si sono recati in visita ai discendenti delle famiglie Giordani, Longhi e Baldissarelli, i cui antenati si stabilirono ben cento anni fa nelle terre che oggi corrispondono ai comuni di Itapuca e Nova Alvorada. E proprio a Nova Alvorada i partecipanti hanno avuto modo di 6 - 2019
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assistere all’undicesima edizione di «In cantina», tradizionale festival del vino e della gastronomia locale. Il festival è stato un’occasione per socializzare e incontrare i residenti di una zona dello Stato abitata da numerose famiglie di origine trentina e veneta, dove purtroppo non esiste alcuna associazione italiana che possa promuovere attività culturali.
CIRCOLI
Notizie dal Circolo trentino di Presidente Getulio
La vice segretaria del Circolo trentino di Presidente Getulio (Santa Catarina, Brasile), Carla Nardelli, ha inviato alla Trentini nel mondo una nota informativa per illustrare le attività svolte dal Circolo nel corso degli ultimi sei mesi. La prima iniziativa riguarda l’apertura dell’archivio del Circolo (foto qui sopra): libri, riviste e testi d’istruzione in portoghese, spagnolo e italiano, sono stati messi a disposizione per consultazioni e prestiti presso la biblioteca comunale. Nino Poffo, presidente del Circolo, ha sottolineato l’importanza di questo materiale per la comunità, in quanto
da modo a tutti di conoscere la storia dell’emigrazione trentina e gli elementi culturali della regione dalla quale provengono le famiglie di buona parte degli abitanti del comune di Presidente Gentulio. Attivati anche due corsi di lingua italiana (foto in alto a destra e subito sotto), al termine dei quali
gli studenti si sono cimentati con una piccola rappresentazione in italiano e hanno inoltre intervistato Francesca Dallago, proveniente da Aldeno e attualmente in Brasile per un progetto di interscambio. Previsti per il prossimo anno, oltre ai già citati corsi di lingua, un corso di conversazione in italiano e dialetto
trentino, e uno di introduzione al lessico della lingua italiana rivolto ai più piccoli. Non sono mancati i momenti di socializzazione e svago: lo scorso giugno il Circolo ha infatti partecipato alla tradizionale sfilata in programma all’interno della Festa del latte (foto a centro pagina), evento che festeggia anche la fondazione della città. Il 28 aprile c’è stata invece la visita al Circolo trentino di Laurentino (foto in alto a sinistra), nell’ambito del progetto «Intercircoli», che si propone di promuovere incontri e scambi culturali tra i Circoli presenti nello Stato di Santa Catarina.
Circolo trentino di General José San Martin, il 2019 è un anno ricco di attività e iniziative Per il Circolo trentino di General Josè de San Martìn (Chaco Argentina), l’anno in corso è stato ricco di iniziative. Alla presenza delle ballerine all’interno della festa nazionale si è affiancata quella dei giovani in costume tradizionale durante la «Fiesta del immigrante en Resistencia», con allestimento anche di uno stand gastronomico. Dai soci sono state inoltre preparate composizioni
floreali realizzate a mano, esposte in occasione di feste nazionali e altri eventi. Grande soddisfazione anche per il progetto culinario
delle famiglie trentine della comunità, che nei fine settimana hanno realizzato piatti veloci come pizze, empanadas, zuppe.
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CIRCOLI
Festa con cento persone a Colonia del Sacramento per il trentesimo anniversario del Circolo trentino
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l Circolo trentino di Colonia del Sacramento (Uruguay) ha spento il 4 agosto trenta candeline. Tanti anni sono passi infatti dalla sua fondazione, nel 1989, su iniziativa di alcune famiglie di discendenti trentini. Un Circolo che ha saputo resistere al passare del tempo maturando esperienza e diventando un vero e proprio esempio per tante associazioni e Circoli. Oltre a numerose attività che coinvolgono la popolazione locale, il Circolo di Colonia organizza da 25 anni corsi di italiano, con lo scopo di tramandare non solo la lingua, ma anche la cultura locale. In occasione della ricorrenza è stata organizzata una giornata di festeggiamenti che ha incluso un progetto di collaborazione con l’Istituto Alberghiero e di Gastronomia di Colonia, dove sono state tenute delle lezioni di cucina tipica trentina, con il contributo dello chef responsabile dei corsi di gatronomia Josè Oradini, anche lui di origini trentine. Solo state oltre cento le persone che hanno partecipato alla festa per il trentesimo anniversario di fondazione, fra le quali anche mons. Pedro Olano Wolcan, vescovo di Tacuarembó.
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«È stata una giornata molto emozionante che abbiamo trascorso in compagnia di tanti amici provenienti da diversi circoli dell’Uruguay- ha affermato la presidente del Circolo, Maria Bernardi- ai presenti sono state date una serie di informazioni generali per permettere loro di conoscere meglio il Trentino ed è stato offerto un pranzo a base di piatti tipici». Gli auguri sono arrivati anche
dal presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner, che in una lettera indirizzata al Circolo ha espresso le sue felicitazioni e la sua ammirazione per come i rapporti di amicizia e solidarietà, da sempre principi fondanti dell’associazione, siano riusciti a rimanere saldi, resistendo allo scorrere del tempo e ai cambiamenti di un mondo articolato, frenetico ed in continuo mutamento. «Voi ce l’avete fatta – ha scritto
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Tafner a conclusione del suo messaggio - e siamo tutti sicuri che avrete ancora tantissimi anni davanti a voi per continuare a lavorare, a costruire ed a proporvi come un esempio da seguire e da imitare». Alice Sommavilla
CIRCOLI
Grandi e bambini attorno al paiolo per far vivere cultura e tradizioni «Una volta all’anno ci raduniamo attorno alla pentola per mescolare la polenta, è un modo per celebrare la nostra cultura, ed è significativo che nel giorno in cui ricordiamo la nostra identità ci siano sempre tanti bambini presenti»: con queste parole la presidente del Circolo trentino di Seattle (USA), Mary Beth Moser, ha commentato l’annuale «Polenta pic nic», che si è svolto lo scorso 11 agosto. «Il cibo trasmette valori culturali - ha affermato Moser - e questi incontri aiutano la comunità dei trentini americani a sentirsi parte di una realtà più ampia, che si estende oltre il tempo e il vasto spazio dell’oceano»
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DALL’ITALIA ALL’INIZIATIVA, PROMOSSA DALL’UNIVERSITÀ DI BRESCIA, ADERISCE ANCHE QUELLA DI TRENTO
La «Carta dell’Adamello» per salvare i ghiacciai La dichiarazione impegna le istituzioni aderenti a collaborare con la società civile per combattere il riscaldamento globale «CFC – Climbing For Climate» è il titolo scelto per l’evento che il 19 luglio ha portato rettori, prorettori e delegati delle Università Italiane a salire a piedi fino ai tremila metri di quota sul Ghiacciaio dell’Adamello, simbolo dei danni climatici contro il nostro Pianeta, per sottoscrivere la «Carta dell’Adamello», promossa da Università degli Studi di Brescia, Rete delle
Università Sostenibili (RUS), Club Alpino Italiano (CAI) e Comitato Glaciologico Italiano (CGI). La dichiarazione impegna le istituzioni aderenti a collaborare con la società civile per combattere il riscaldamento globale attraverso la formazione di studenti e studentesse, l’avvio di ricerche finalizzate allo sviluppo sostenibile e la sensibilizzazione
della cittadinanza. Per l’Università di Trento c’era Riccardo Rigon (professore del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica), relatore anche del seminario «I ghiacciai, sentinelle del cambiamento climatico» che si è svolto dopo la firma. Il progetto è un’iniziativa dell’Università degli Studi di Brescia.
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on si tratta più di un allarme ma di un dato scientifico: entro la fine del secolo, il ghiacciaio dell’Adamello, che con i suoi quindici chilometri quadrati di superficie rappresenta il più grande ghiacciaio italiano e uno dei rari esempi per le Alpi di ghiacciaio sommitale scandinavo, sarà destinato a scomparire per effetto del riscaldamento globale. Alla luce di questa evidenza, l’università di Brescia ha lanciato l’evento «Climbing for Climate», che ha visto unirsi Rete delle università sostenibili, Club Alpino Italiano e Comitato glaciologico italiano nella firma della «Carta dell’Adamello», dichiarazione che impegna le realtà citate ad una collaborazione con la società civile per combattere il riscaldamento globale attraverso formazione, sensibilizzazione e ricerca. La firma è avvenuta il 19 luglio 2019 in cima al ghiacciaio, dopo una salita a tremila metri di quota affrontata da rettori, prorettori e
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delegati delle associazioni partner. «L’Università riveste un ruolo fondamentale nella formazione delle giovani generazioni e nella ricerca- spiega il prof. Maurizio Tira, rettore dell’università di Brescia- per questo abbiamo deciso di inserire all’interno del piano strategico di ateneo la promozione degli obiettivi di sviluppo sosteni-
Università degli Studi di Brescia, la Rete delle Università Sostenibili presso la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, il Club Alpino Italiano e il Comitato Glaciologico Italiano - vista la dichiarazione adottata dalla Assemblea Mondiale delle Nazioni Unite in data 25 settembre 2015 «Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile»; - consapevoli delle enormi sfide economiche, ambientali e di equità sociale che gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile pongono a tutte le persone e le istituzioni del mondo; - consapevoli dell’urgenza estrema di porre in essere misure di contenimento soprattutto a livello ambientale; 6 - 2019
bile delle Nazioni Unite. La salita al ghiacciaio e la firma della carta sono un simbolo dell’urgenza di azioni mirate alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico». Il ritiro e la scomparsa del ghiacciaio avranno effetti rilevanti a livello locale sul microclima, il paesaggio e il regime idrologico
Il testo integrale della «Carta dell’Adamello» - consapevoli del ruolo cruciale della ricerca e della formazione nella messa a punto di metodologie e tecnologie innovative per il raggiungimento dei 169 targets degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile; - consapevoli della responsabilità nell’educazione delle giovani generazioni alla cultura
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dei corsi d’acqua che alimenta; senza contare che la scomparsa coinciderebbe anche con la perdita di una delle principali palestre scientifiche per la ricerca glaciologica. Ma cosa possiamo fare per rallentare la fusione dell’Adamello? Le indicazioni della comunità scientifica mondiale sono chiare: il primo passo sarebbe quello di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, a cominciare da quelli prodotti dai combustibili fossili, ma i tassi attuali dell’aumento di anidride carbonica mostrano che siamo ancora lontani dall’inversione di tendenza che sarebbe necessaria. La Carta dell’Adamello promuove inoltre la consapevolezza della necessità di conservare ed utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile, controllando l’inquinamento e gli effetti dell’innalzamento del livello dei mari.
della sostenibilità; riunite presso il Ghiacciaio dell’Adamello, emblematicamente identificato come simbolo dei danni climatici al nostro Pianeta, oltre che di un passato di conflitti, si impegnano, nei rispettivi ruoli, a collaborare tra loro, con la società civile e i cittadini per promuovere 1. la cultura della sostenibilità nei propri Corsi di studio nell’ambito delle proprie finalità didattiche; 2. la ricerca e la formazione negli ambiti contemplati dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nell’ambito delle proprie finalità scientifiche; 3. la sensibilizzazione dei cittadini e della
DALL’ITALIA
«Effetto serra», i danni sono evidenti
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l volume dei ghiacciai si sta riducendo su tutto il pianeta, dai poli all’equatore, con velocità più elevate alle quote più basse e contribuendo per quasi il 65% all’attuale innalzamento del livello degli oceani pari a circa 3,2 millimetri all’anno. La grande perdita di massa dei ghiacciai sulle Alpi è una delle evidenze più tangibili di un cambiamento in atto nel sistema climatico, molto rapido ed esteso su scala globale. Lunghe serie temporali di misure raccolte dalla fine del XIX secolo dal Comitato Glaciologico Italiano indicano un continuo regresso dei ghiacciai alpini dalla fine del XIX secolo, ma la velocità di riduzione è aumentata notevolmente dagli anni ‘80 del XX secolo e i ghiacciai alpini hanno perso più del 50% della loro massa dalla fine del XIX secolo, passando dai quasi 820 km2 della metà del XIX secolo ai circa 370 km2 dei giorni nostri. Il ritrovamento della mummia di Ötzi nel 1991, perfettamente conservata nel ghiaccio, e la perforazione in ghiaccio sulla cima del Monte Ortles mostrano che i ghiacciai sulle nostre Alpi sono alla loro minima estensione degli
Il ritrovamento della mummia di Ötzi nel 1991, perfettamente conservata nel ghiaccio, e la perforazione sulla cima del Monte Ortles mostrano che i ghiacciai sulle nostre Alpi sono alla loro minima estensione degli ultimi seimila anni ultimi seimila anni. I ghiacciai rappresentano l’icona negativa più evidente dei cambiamenti climatici in atto a causa dell’immissione dei gas a “effetto serra” da parte dell’uomo negli ultimi due secoli. Inoltre i ghiacciai amplificano gli effetti delle fluttuazioni del clima e le rende evidenti meglio di ogni altro elemento naturale. Infatti, a fronte di un aumento medio globale delle temperature di poco meno di 2°C dalla metà del XIX secolo, i ghiacciai di maggiori dimensioni hanno visto arretrare verso monte le loro fronti anche di due chilometri, rendendo così evidente sia il cambiamento climatico in atto che i suoi effetti sull’ambiente dell’alta montagna. Le misure indicano chiaramente che le concentrazioni di gas a «effetto serra» in atmosfera,
società rispetto ai 17 Obiettivi nell’ambito della propria finalità di terza missione e delle proprie attività istituzionali; e, in particolare, la consapevolezza della necessità di 4. combattere il riscaldamento globale, favorendo la transizione dall’uso di combustibili fossili a fonti di energia rinnovabili e proteggendo le aree più sensibili come le montagne e le aree costiere (Obiettivo 13); 5. conservare ed utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile, controllando l’inquinamento e gli effetti dell’innalzamento del livello dei mari (Obiettivo 14);
quali l’anidride carbonica (CO2) e il metano, sono in continua crescita, soprattutto a partire dagli anni successivi alla metà del XX secolo, in seguito ad un utilizzo sempre più imponente di combustibili fossili e al crescente diffondersi di intensive pratiche agricole. Il valore medio globale della concentrazione di CO2 in atmosfera nel dicembre 2018 è stato di circa 410 parti per milione (ppm), con un aumento del 46% rispetto al valore pre-industriale (280 ppm) della fine del XVIII secolo. È importante notare che concentrazioni come quelle attuali non sono mai state rilevate negli ultimi 800 mila anni nelle perforazioni in ghiaccio. Anche la velocità dell’aumento è un elemento nuovo e mai registrato negli ultimi 800 mila anni:
6. favorire lo sviluppo di società pacifiche e inclusive, per risolvere tramite il dialogo tra i popoli le possibili ragioni di dissidio (Obiettivo 16). Il perseguimento di questi obiettivi specifici, esemplificativi del rispetto che il nostro Pianeta esige per conservare la propria armonia ambientale e sociale, è inoltre funzionale al raggiungimento di tutti gli altri Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che rappresentano la maestra ed unica via indicata dal consesso internazionale per consentire alle generazioni future di poter soddisfare i propri bisogni in un mondo equo e prospero.
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l’aumento di CO2 misurato negli ultimi 60 anni è analogo a quello avvenuto in 7000 anni circa, durante la transizione dall’ultimo picco glaciale (180 ppm, venti mila anni fa), all’attuale interglaciale (280 ppm). Inoltre, l’aumento antropico di CO2 ha subito una notevole accelerazione negli ultimi anni, passando da circa 0,85 ppm all’anno di aumento negli anni ’60 del XX secolo a oltre 2,0 ppm nell’ultimo decennio. I ghiacciai oltre ad essere dei formidabili indicatori climatici e rappresentano un’importante risorsa idrica, energetica, paesaggistica e turistica. Questo patrimonio “economico” sta scomparendo, le simulazioni ipotizzano per la fine del XXI secolo una perdita maggiore del 75% del loro volume, che riguarderebbe in particolare i ghiacciai posti al di sotto dei 3000 m. I ghiacciai nelle Dolomiti scompariranno nei prossimi due decenni. Se l’attuale tendenza climatica continuerà con questi ritmi o peggiorerà i nostri figli e nipoti non potranno fruire di questo patrimonio ambientale. Comitato Glaciologico Italiano
Alle pagine 24-25 «Lorenzo Fracchetti pittore dell’Artico»
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DAL TRENTINO UNA SELEZIONE DELLE SUE OPERE È STATA ESPOSTA DAL 13 LUGLIO AL 6 AGOSTO NELLA GALLERIA «IL TRANSITO» DI ARCO
La corrispondenza di Alcide De Gasperi, «monumento alla vita del popolo italiano»
Lorenzo Fracchetti, trentino in Canada, artista innamorato dell’ambiente artico La Galleria «Il transito» ad Arco, gestita dal «Gruppo Arti Visive Arco», ha ospitato fino al 6 agosto la mostra intitolata «Visione artica. Ghiacci, animali, Inuit e natura nell’arte», allestita per iniziativa di un gruppo di amici dell’artista: i quadri esposti erano di Lorenzo Fracchetti. Nato ad Avio nel 1946, lascia da bambino il paese natale per emigrare con la famiglia in
Svizzera. Negli anni della scuola emergono subito l’abilità nel disegno e la natura artistica, quindi lo spirito avventuroso e il profondo amore per la natura e l’esplorazione. Frequenta la Scuola di Belle Arti di Milano e per due anni studia design artistico in Svizzera. A 21 anni si avventura in Canada. Frequenta l’Ontario College of Art e subito si ritrova all’interno della comunità artistica
di Toronto. La prima attività nel nuovo paese cambia per sempre la sua prospettiva di vita: lavora infatti come illustratore per George Lonn, rinomato editore di libri sull’Artico e professore all’Accademia degli Artisti dell’Ontario. Qualche anno più tardi Lonn manda il giovane artista sull’isola di Baffin a disegnare bozze, a fare fotografie, a prendere appunti.
LA MOSTRA È STATA INAUGURATA DA UN INTERVENTO DEL GIORNALISTA AUSTRIACO FRIEDRICH HARING
L’Artico sempre più... a nudo L’Artide è la regione della terra circostante il polo nord e contrapposta all’Antartide, caratterizzata dalla presenza della calotta artica e della banchisa artica. Non ha, di fatto, un’estensione definita perché non è un continente unico, in quanto formata da varie parti di altri continenti e dalla banchisa del Mar Glaciale Artico. Si estende su una superficie di circa 27 milioni di km2. La parola Artide viene dal greco «arktikos», vicino all’Orsa, settentrionale, poiché la parola «arktos», significa proprio orso. Il nome si riferisce sia alla costellazione dell’Orsa maggiore, che si staglia nell’emisfero settentrionale della volta celeste, che alla costellazione dell’Orsa minore che contiene Polaris, la stella polare, stabilmente fissa al nord geografico, secondo la percezione umana. Non si tratta di un allarme infondato. Il Canada sta sof6 - 2019
frendo il riscaldamento globale probabilmente più di altre zone del pianeta. L’aumento delle temperature è preoccupante soprattutto più a Nord, nell’Artico appunto, che si riscalda a una velocità almeno doppia rispetto alle medie globali. Il timore che muove questa iniziativa è che gli appetiti internazionali sulle risorse dell’estremo Nord del pianeta stiano risvegliando conflitti geopolitici latenti, che potrebbero consumarsi proprio nelle acque canadesi. Secondo un team dell’Alaska Fairbanks University che ha da poco terminato una spedizione di studio nell’Artico canadese, il paesaggio è ormai irriconoscibile, anche rispetto a solo tre anni fa. I dati, pubblicati su «Geophisical Research letters» a ridosso dei negoziati intermedi sul Clima di Bonn, rivelano che il clima artico non è mai stato così caldo negli ultimi 5000 anni, i ghiacci si ritirano a velocità crescente e anche il temutissimo permafrost si sta sciogliendo con almeno settant’anni di anticipo sul previsto. Il territorio artico, con le sue
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preziose risorse energetiche di greggio, gas naturale e metalli preziosi, perde le sue difese naturali di ghiaccio pluriennale e diventa così più esposto, più fragile e più facilmente accessibile. Come mostra invece chiaramente l’«Ocean state report» aggiornato da Copernicus poco tempo fa, dalla fine degli anni ’70 al 2017 nell’Artico si è registrata una riduzione di circa 2 milioni di kmq dell’estensione dei ghiacci marini: è come se fosse scomparsa un’area grande quasi quattro volte la superficie della Spagna, in appena 40 anni. Un fenomeno che si è dimostrato finora irrefrenabile; riducendo anzi il periodo d’osservazione agli anni più recenti, dal 1993 al 2017, si nota un calo nell’estensione del ghiaccio marino di quasi 770.000 kmq (-5,89%) per decennio, che equivale ad aver perso ogni dieci anni una quantità di ghiaccio marino equivalente a ben oltre due volte la superficie della Germania. Un trend che oltre a sconvolgere i delicati equilibri ecosistemici evolutisi nell’area cambierà per sempre
DAL TRENTINO
Su quell’isola l’Artico canadese è rappresentato al meglio e in Lorenzo scatta una passione profonda. Si innamora di quell’ambiente: orizzonti illimitati, effetti di luce straordinari, contrasto di colori, iceberg maestosi, animali liberi e felici, silenzio e solitudine. Tutto così diverso dai panorami, dalla fauna e dalla flora visibili altrove. E tutto così congeniale alla sua indole riservata e solitaria.
Da allora non ha smesso di dipingere l’Artico e gli «Inuit», la popolazione nativa, consapevole che la magia di quei luoghi e la fragilità di quell’ambiente, generalmente ignorate, dovevano essere rappresentate e divulgate il più possibile. L’arte era un veicolo privilegiato ed efficace per farle conoscere, per farle amare e per farle rispettare, per contribuire, in definitiva, alla loro difesa
dalla minaccia ambientale sul «frigorifero del pianeta» che l’artista intravvide già nei primi anni ’80. Durante l’inaugurazione della mostra, la vice sindaco di Avio, Lorenza Cavazzani, ha consegnato al «concittadino» Fracchetti una riproduzione dello stemma del Comune. Sulla pagina seguente, altri articoli su Lorenzo Fracchetti
Negli ultimi 40 anni si è registrata una riduzione di circa 2 milioni di kmq dell’estensione dei ghiacci
anche la relazione tra la nostra specie e l’Artico. E l’uomo? Gli Inuit non possiedono il concetto di possesso o proprietà privata con riferimento tanto a cose materiali, quanto a persone. Abituati ad autogestirsi, non hanno capito e faticano a concepire l’idea di una struttura
politica che regoli la loro vita dall’alto. L’educazione dei bambini riveste una grande importanza e i piccoli, pur ricevendo attenzioni continue, crescono liberi di fare di tutto privi d’inibizioni e di limiti imposti ed ignari dei concetti di punizione e castigo. Attualmente la cultura Inuit e
la stessa sopravvivenza di queste popolazioni risultano fortemente minacciate a causa dei mutamenti economico-sociali e delle condizioni di vita derivanti in gran parte dai cambiamenti climatici e ambientali, dalla maggiore influenza e penetrazione della cultura e degli stili di vita occidentali, oltreché dalle forti pressioni provenienti dalle potenze economiche interessate ad un più libero e disinvolto sfruttamento delle risorse naturali di cui le loro terre sono ricchissime. A causa di ciò le popolazioni stanno progressivamente modificando i propri stili di vita adattandosi a nuovi modelli culturali, perdendo di fatto il contatto con le proprie radici ancestrali. Questo progressivo snaturamento della cultura Inuit e delle abitudini di vita sta portando ad un’evidente alienazione sociale che si manifesta con altissimi tassi di alcoolismo e di suicidio. Purtroppo anche la campagna di Greenpeace, che ha portato al divieto della caccia alle foche, ha creato dei gravissimi problemi di sopravvivenza ai nativi a cui è ve-
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nuto a mancare il principale mezzo di sostentamento che per secoli ha consentito loro di sopravvivere in un ambiente estremo e inospitale. Saranno tutti questi fatti e pensieri che probabilmente hanno anche ingrandito l’amore di Lorenzo per l’Artico. Lorenzo emana per me quella calma, modestia e riservatezza che dimostra la sua parentela con il silenzio e la discrezione della natura dell’Artide. Così lui è diventato l’ambasciatore di uno scambio comunicativo. Attraverso la sua arte può trasmettere i sentimenti che l’Artico suscita in lui e in noi: una realtà fantastica e fantasiosa, purtroppo anche una realtà che sembra destinata a morire se certi uomini continuano a trattarla così come finora. Vedo nei quadri di Lorenzo momenti di una storia d’amore, un amore che lui probabilmente non lascerà mai più. Le sue opere emanano sempre dolcezza e non fanno mai vedere momenti crudeli, ci fanno vedere persone gentili nonostante la vita dura nell’Artico. Friedrich Haring 6 - 2019
DAL TRENTINO
Visione e colloquio intimo Una mostra d’arte, certo, ma molto diversa dal solito. Quella di Lorenzo Fracchetti (nella foto a fianco) presso la Galleria «Il Transito» di Arco. Dedicata ai paesaggi artici, anima e corpo e intitolata opportunamente «Visione artica». Dico questo perché il problema di questa ricerca pittorica non è tanto e non solo la qualità notevole del segno e del disegno, la profonda capacità espressiva del colore, ma ancor più e ancora prima la tensione spirituale che accompagna le visioni, la relazione d’anima che lega l’artista e il suo sguardo sulla vastità della natura che si trova davanti, una
vastità che lo contamina e lo trasfigura. Si è detto e scritto molto sulle particolarità assolute del paesaggio artico, meglio dei paesaggi artici, ma Lorenzo Fracchetti ci guida in un’esplorazione senza fine che certo è di una natura unica, ma che assomiglia progressivamente sempre più ad un’esplorazione interiore, ad un serrato colloquio intimo, di sé con sé, attraverso le poetiche variazioni della creazione, che per quanto direttamente ispirata dal reale, resta sempre per fortuna una creazione, sfuggendo al pericolo della riproduzione. Mario Cossali
www.florenzart.com
In visita all’Associazione prima del rientro in Canada Qualche giorno prima di ripartire alla volta del Canada, Lorenzo Fracchetti ha fatto visita alla sede della Trentini nel mondo. Nell’occasione, ha avuto modo di conoscere il presidente Alberto Tafner e il direttore Francesco Bocchetti, oltre a tutti gli altri collaboratori, dai quali è stato accolto con entusiasmo. A colpire Fracchetti durante la visita ai vari uffici della sede, la quantità di quadri e materiale artistico presente, che ha osservato con interesse, soffermandosi ad apprezzare i lavori di tutti i suoi «colleghi» che negli anni hanno donato una loro opera all’associazione. 6 - 2019
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EDITORIA L’AUTORE DEL LIBRO EDITO DA «ATHESIA», È MONS. LUIGI BRESSAN, VESCOVO EMERITO DELLA DIOCESI DI TRENTO
Le idee del vescovo Celestino Endrici, un esempio anche per le sfide di oggi «È
stata un’esperienza appassionante riscoprire un tratto della storia di un vescovo, del suo clero e di un popolo. Quest’opera descrive un esempio al quale tutti possiamo guardare per le sfide di oggi»: con queste parole il vescovo emerito di Trento, mons. Luigi Bressan, introduce il libro «Celestino Endrici contro il Reich - gli archivi svelano» del quale è l’autore (casa editrice Athesia, in collaborazione con la Fondazione Museo storico del Trentino). Secondo quanto sostenuto dallo stesso monsignor Bressan, il libro è nato «dall’idea di conoscere meglio un predecessore, l’arcivescovo di Trento Celestino Endrici (1866-1940), capo di una vasta diocesi alla quale apparteneva oltre al Trentino anche gran parte del Sudtirolo, ed in particolar modo il suo atteggiamento verso l’ideologia nazista, per riuscire a comprendere i diversi aspetti di un’epoca carica di eventi e messaggi per il Trentino-Alto Adige, come quella dal 1930 al 1940». Nella sua prefazione al testo, Josef Gelmi, presidente del Museo Diocesano di Bressanone, pone l’attenzione sull’attitudine di mons. Bressan a «occuparsi del passato per servire il presente ed il futuro». L’analisi di una figura come quella dell’arcivescovo, vuole essere uno stimolo a ricordare per non ripetere mai più, attingendo agli insegnamenti che Endrici ci ha lasciato, uno su tutti il rifiuto del razzismo. «In un’epoca in cui correnti razziste o almeno discriminatorie e fortemente etnocentriche si insinuano all’interno dei movimenti populisti presenti in numerose nazioni - scrive Bressan - la lezione che la condotta di Endrici tramanda è chiara: non esiste alcuna possibilità di accordo tra Cristianesimo e dottina della razza, come era solito definire il nazismo». Nella prima parte del suo lavoro, Bressan si concentra sulla lotta di Endrici a favore della cultura tedesca e sulle reazioni del presule contro il nazionalsocialismo a partire già dal 1926. Nella seconda parte invece, viene dimostrato come l’arcivescovo abbia combattuto contro le opzioni e affiché i sudtirolesi potessero rimanere nella loro patria, assieme con il suo provicario per la parte tedesca della diocesi, Josef Kögl, e con i sacerdoti sudtirolesi Mi-
In un’epoca in cui correnti razziste o almeno discriminatorie e fortemente etnocentriche si insinuano all’interno dei movimenti populisti presenti in numerose nazioni - scrive Bressan la lezione che la condotta di Endrici tramanda è chiara: non esiste alcuna possibilità di accordo tra Cristianesimo e dottina della razza chael Gamper e Rudolf Posch. Viene inoltre ricordato come Endrici difese non solo il popolo sudtirolese, ma anche il suo patrimonio artistico-culturale. Nella sua opera mons. Bressan non sostiene tesi, ma espone al lettore in maniera oggettiva e imparziale un percorso storico drammatico,
basandosi su documenti in gran parte inediti trovati negli Archivi Vaticani e in quelli di Trento, Bressanone e Venezia. Nell’analizzare il comportamento manifestato da Endrici, viene posto l’accento sulla sua tolleranza e totale mancanza di rancore nei confronti dei sudtirolesi che, non seguendo il suo consiglio, avevano scelto, in seguito all’accordo di Berlino, di emigrare verso il territorio germanico. Giorgio Postal, presidente della Fondazione Museo storico del Trentino, nella sua presentazione al testo ricorda l’importanza di questa opera storica nell’apertura di nuovi filoni di ricerca. «Tra le finalità del nostro museo afferma Postal - c’è quella di sviluppare la ricerca e la divulgazione storica facendo riferimento principalmente al Trentino», e si complimenta con mons. Bressan per il «coraggio intellettuale dimostrato nell’intraprendere questa ricerca».
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CALENDARIO 10 agosto C.T. Montevideo (UY): “fiesta del reencuentro” per i partecipanti del viaggio alla scoperta delle radici C.T. Laurentino (BR): XVII Incontro Italiano C.T. Denver – Colorado (USA): Carnation festival
20 - 22 settembre A Lille (FR): “Generazione in mobilità: un capitolo da scrivere”, incontro giovani trentini in Europa (Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo) 20 – 23 settembre C.T. Denver – Colorado (USA): medici del Circolo trentino fanno i volontari al Seattle King County Clinic “helping to create a community of compassionate care”
11 agosto C.T. Seattle (USA): Polenta picnic annuale C.T. Salete (BR): XXIII Festa del Pollo C.T. Montevideo (UY): festeggiamenti per il giorno del bambino
21-22 settembre C.T San Jose (AR): Incontro dei giovani trentini dei circoli trentini dell’Argentina
16-18 agosto C.T. Denver – Colorado (USA): St. Rocco’s Fest 17 agosto C.T. Venda Nova do Imigrante (BR):2 cena trentina C.T. Salete (BR): XXIII Festa del Pollo C.T. Gaspar (BR): Festa Italiana
Circolo Ex Emigrati
22 settembre trentini in Svizzera (TN): gita al Santuario di Monteberico
28 settembre C.T. New York (USA): Karaoke Party!
18 agosto C.T. Toronto (CA): Picnic Annuale C.T. Montevideo (UY): Festa del bambino
4-13 ottobre C.T. Venda Nova do Imigrante (BR): partecipazione alla Festa della Polenta
19 agosto C.T. Bento Gonçalves (BR): Trà Sasi&Storie - Caminhos de Pedra
5 ottobre C.T. Caxias do Sul (BR) cena enogastronomica
20 agosto - 20 settembre Fai della Paganella (TN): Mostra “Vitigni migranti” ed a Andalo (TN): Mostra “e-Migr@zione Storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità” a cura dell’Associazione Trentini nel Mondo
5-6 ottobre C.T. Montevideo (UY): porte aperte per il giorno del patrimonio artistico 6 ottobre Gruppo folkloristico del CT di Santa Teresa e del Gruppo di ballo di Nova Trento (BR): presentazioni alla Festa della polenta di Venda Nova do Imigrante
23-25 agosto Ad Albany (New York): Incontro presidenti dei Circoli trentini degli Stati Uniti e Canada
13 ottobre C.T. La Lorena (FR): cena sociale
24 agosto C.T. Caxias do Sul (BR): “oficina de canederli”
17-20 ottobre A Riva del Garda (TN): convegno EZA-UNAIE “Europa di domani: 5 scenari per il nostro futuro”
25 agosto C.T. Alberta (CA): Assemblea generale C.T. Villa Regina (AR): 5° incontro del ciclo culturale 2019 “Identità, territorio e umore”
19 ottobre C.T. Colonia Manuel Gonzalez (MX): celebrazione del 138° anniversario dell’emigrazione Trentina in Messico e della fondazione della Colonia Manuel Gonzalez A Carmelo (UY): incontro dei professori d’italiano dei circoli trentini dell’Uruguay
31 agosto C.T. Montevideo (UY): festa della Polenta 1 settembre C.T. Buenos Aires (AR): Incontro Coral con la partecipazione del Coral Trentino del Circulo e il Coro de la Mutual del personal del Diario La Nacion
20 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): 8° Mèrica Mèrica MagnaBento 25-27 ottobre C.T. Solvay (USA): festeggiamenti per il 90° anniversario di fondazione
6 settembre Coro del CT Carmelo (UY): presentazione a Tarariras nel dipartimento di Colonia
16 novembre C.T. La Lorena (FR): castagnata
7 settembre C.T. Bento Gonçalves (BR): II° Mediaval Bento A Piriapolis (UY): il coro del CT Montevideo “Stella alpina” partecipa a un incontro coral
22 novembre C.T. Caxias do Sul (BR): cena enogastronomica
8 settembre C.T. New York (USA): picnic annual C.T. Buenos Aires (AR): pranzo di primavera Coro del CT Carmelo (UY): partecipazione al festival “Canta y Baila el litoral”
8 dicembre C.T. Montevideo (UY): visita alla vergine degli alpini
1 dicembre C.T. Perth (AUS): Festa di Natale
12 dicembre C.T. Caxias do Sul (BR): cena chiusura attività del circolo
13 settembre A Trento (IT): Presentazione del documentario generazioni in mobilità ‘NdoVAT?
14 dicembre C.T. Montevideo (UY): festa anniversario del circolo
15 settembre C.T. Villa Regina (AR): 6 incontro del ciclo culturale 2019 “identità, territorio e umore - Folklore Argentino”
14 – 16 dicembre C.T. Centre& Borinange (BE): visita ai Mercatini di Natale in Alsazia 6 - 2019
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30 grande successo il Polenta pic nic (articolo e foto a pagina 21). 6 - 2019il Circolo trentino di Seattle (Stati Uniti) ha organizzato con L’11 agosto