Giugno 2018

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

6/2018

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 61°

01 della sfilata della «Festa provinciale dell’emigrazione I giovani del «Progetto Interscambio» in versione «alfieri» in occasione 2018» 6 - 2018


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 5 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna Londra

- 1 circolo

Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it 02 6 - 2018

Venezuela Caracas

Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) - 1 circolo


EDITORIALE SOMMARIO Pagine 2-3 FESTA PROVINCIALE DELL’EMIGRAZIONE Pagine 3-5 LA NUOVA EMIGRAZIONE: UN FENOMENO «FLUIDO» Pagina 6 L’«ALBERO DELLA MEMORIA» DI GRUMES Pagine 8-11 GENTE E FATTI Pagine 12-13 60 ANNI D’EUROPA Pagine 14-16 CIRCOLI (Rio dos Cedros, Gruppo giovani trentini-brasiliani, Bento Gonçalves, Sydney, Montevideo) Pagina 17 DAL MONDO Pagine 18-21 RADUNO INTERNAZIONALE DEGLI ARROTINI Pagine 22-23 CULTURA

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, A. Degaudenz, M. Fia, B. Fronza, L. Imperadori, H. La Nave, E. Lenzi, A. Maistri, G. Michelon, P. P. Mini, F. Pisoni, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, M. Setti, P. Svaldi, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa: Euro 20,00; Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 6 GIUGNO 2018 Stampato il 31 LUGLIO 2018 Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.

LA FESTA PROVINCIALE DELL’EMIGRAZIONE SI È CONFERMATA UN APPUNTAMENTO CHE FA RIFLETTERE

Al migrante non si può negare la sua dignità né la sua storia

È

toccato alla bellissima Altavalle di Cembra accogliere in luglio l’ormai tradizionale Festa Provinciale dell’Emigrazione che di anno in anno si svolge in un luogo diverso del Trentino. Sono stati giorni intensi ed estremamente interessanti quelli passati tra Grumes, Valda, Grauno e Faver che hanno ospitato manifestazioni folcloristiche e teatrali, tavole rotonde e mostre capaci di rappresentare il complesso tema dell’emigrazione trentina in tutti i suoi aspetti. Al di là della positiva e calorosa partecipazione del pubblico, la Festa Provinciale dell’emigrazione ha saputo dimostrare in primo luogo come si possa ancora parlare di emigrazione e di migranti con serietà e autorevolezza, senza scadere nella retorica e negli stereotipi che ormai rappresentano il chiacchiericcio quotidiano sull’argomento. Già questo risultato - senza trascurare gli aspetti fondamentali legati alla componente affettiva ed emozionale dell’avvenimento – può essere la risposta positiva agli sforzi compiuti dalla Provincia, dalle Associazioni e dalle Amministrazioni locali per la buona riuscita della manifestazione, senza però dimenticare come i temi dell’associazionismo, del volontariato e della solidarietà legati soprattutto al mondo dei migranti, diventino ogni giorno sempre più difficoltosi e complicati da trattare. In verità di questo argomento se ne parla fin troppo, tanto che i dietrologi di professione hanno già avanzato il dubbio che dietro questo atteggiamento ci possa essere un disegno studiato ad arte per dirottare l’attenzione dai problemi nostrani, ben più reali ed incombenti. Invece, per non apparire troppo maliziosi, si può invece ipotizzare che tutto ciò non avvenga solo per malanimo, per incapacità o per opportunismo, bensì per la mancanza di una visione concordata e complessiva nell’affrontare un passaggio epocale come l’attuale, destinato - come già è avvenuto in passato - a modificare alcuni parametri

È necessario riflettere sul fatto che pochi ritengono necessario approfondire i motivi veri per i quali le persone scappano da alcuni Paesi sostanziali della nostra società. In ogni caso, che sia veritiera la prima tesi o sia più giusta la seconda ipotesi, resta il fatto che parlare del fenomeno migratorio con cognizioni di causa, oggi diventa sempre più difficile. Ed è tanto più difficile quanto più cresce il clima di insofferenza e di intolleranza, che a sua volta spinge la gente a chiudersi in una logica di difesa acritica del proprio esclusivo orticello. Se di tutto questo siamo costretti a prendere atto, non è detto però che si debba subire passivamente tutte le soluzioni spesso semplicistiche ed inconcludenti, quando non addirittura disumane. Per contrapporsi a questo andamento è necessario riflettere con onestà intellettuale sul fatto che pochi ritengono necessario approfondire i motivi veri per i quali le persone scappano da alcuni Paesi, mentre è più facile lavarsi la coscienza facendo magari finta di credere che quelli che annegano nel mare non sono donne e bambini, ma bambolotti di plastica. È più facile e sicuramente più sbrigativo erigere steccati ed innalzare muri sempre più alti per preservare la propria cultura, la propria religione o più semplicemente per difendere le proprie abitudini ed il livello dei propri benefici, non accorgendosi così che viene dimostrata solo la estrema debolezza delle proprie

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certezze. Con questo comunque non si vuol dire che il problema non sia ben presente, che non provochi un’angoscia permanente e che tra la gente non serpeggi un profondo senso di malessere e di fastidio. Tutto ciò esiste, ma proprio per questo motivo le persone con un briciolo di principi e di valori civili ed umani dovrebbero anzitutto chiedersi il perché di tutto questo! Abbiamo constatato che la risposta non si trova nelle chiacchiere infinite e nemmeno negli slogan semplicistici e approssimativi e quindi sarebbe il caso di prendere in considerazione l’assunto espresso da Zygmunt Bauman – uno dei maggiori intellettuali europei del ’900 – dove afferma una cosa semplicissima :”un solo pianeta, una sola umanità”. Un’umanità che ha fatto da motivo conduttore per tutta le Festa Provinciale dell’Emigrazione e che, per chi ha voluto capirlo, ha espresso il livello più alto nella mostra di fotografie allestita per l’occasione. Nell’espressione di quelle facce, negli occhi dei vecchi emigranti trentini, in quei visi scavati dalla fatica era presente l’essenza del sacrificio di chi parte, ma anche la fierezza di chi sa che nessuno potrà mai toglierli la sua dignità di uomo, la sua storia ed i suoi sogni: in qualunque parte del mondo si troverà. Alberto Tafner 6 - 2018


AGENDA

La messa celebrata da mons. Zendron Mons. Guido Zendron, è nato nel 1954 a Lisignago, in Val di Cembra, è stato ordinato sacerdote nel 1978 a Trento, dal 2008 è vescovo della diocesi di Paulo Afonso, nello stato di San Paolo in

L’edizione 2018 della Festa provinciale dell’emigrazione si è svolta dal 5 all’8 luglio. Su queste pagine ricordiamo in estrema sintesi i momenti più significativi del suo ricco programma

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Brasile: è stato lui a celebrare la messa per la Festa provinciale dell’emigrazione nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo a Faver, con brani cantati dal coro parrocchiale di Faver e dal Coro Castion.

Premiazione del concorso fra le scuole elementari Creatività, ricerca, innovazione, cura, approfondimento, tecnica e lavoro di gruppo sono stati i criteri seguiti dalla giuria che ha esaminato i progetti didattici sul tema delle migrazioni elaborati in occasione della Festa provinciale dell’emigrazione dalle classi IV e V (anche pluriclasse) di Cembra, Faver, Sover, Segonzano e Lases. La giuria era composta da rappresentanti dell’Ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento, Associazione Trentini nel Mondo, Unione delle Famiglie Trentine all’estero, Comune di Altavalle. Gli esiti sono stati comunicati sabato 7 luglio a Valda. Si sono distinti, ed hanno quin-

di vinto il viaggio di due giorni a Genova per visitare il Museo del mare e dell’emigrazione e l’Acquario, il progetto realizzato dalla pluriclasse (IV e V) di Sover, quello della classe IV di Faver e della pluriclasse (IV e V) di Lases. Secondo la giuria, gli alunni di Sover, «abbinando alla ricerca storica di documenti e storie di vita dell’emigrazione locale e familiare fatti più recenti legati alla cronaca e all’attualità migratoria» gli alunni di Sover hanno realizzato un lavoro che «spicca per

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completezza e qualità generale», La pluriclasse di Faver «ha presentato una serie di slide in Power Point che interpreta dal punto di vista artistico, con disegni accurati e particolarmente raffinati, il lavoro di ricerca sull’esperienza migratoria della loro comunità di riferimento». Gli alunni di Lases «hanno proposto un video di interviste parallele tra le storie familiari di emigrazione trentina dello scorso secolo e quelle relative alla recente immigrazione sul territorio di Lases».


AGENDA

La sfilata si è conclusa nella piazza di Grumes

I ragazzi dell’«Interscambio»

Le mostre e le esposizioni Nel pomeriggio di sabato 7 luglio i partecipanti al progetto «Interscambio giovanile» organizzato dall’Ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di

Trento, sono stati coinvolti nel «gioco» proposto dalla Trentini nel mondo, con il quale hanno avuto modo di conoscere alcuni aspetti dell’emigrazione trentina.

“Vitigni migranti. Dinastie e cantine trentine nel mondo” era il titolo della mostra allestita a Grumes in collaborazione con il Comitato Mostra Müller Thurgau di Cembra sulla storia e l’attualità dei vini trentini nel mondo. Nella stessa sala era esposta anche la mostra «L’emigrazione italiana in un bicchier di vino» curata dall’Università La Sapienza di Roma, Fondazione Migrantes e Società geografica italiana. A Valda era invece possibile visitare la mostra “e-Migr@zione: storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità”, allestita dalla Trentini nel mondo (foto qui sotto).

Un pranzo per oltre 400 persone Ha lasciato tutti soddisfatti il saporito pranzo che è stato servito nella palestra di Grumes, organizzato in collaborazione con Associazione «Donne rurali» di Faver, Gruppo Alpini, Circolo culturale di Grumes, Circolo culturale di Valda e Pro-loco di Grauno.

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AGENDA

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li iscritti AIRE nel 2017 in Trentino sono stati 54.232 (fonte Migrantes ISTAT), e quelli iscritti per espatrio diretto 1.689. Una cifra di tutto rispetto. Quindi possiamo dire che dal Trentino sono partite 1.689 persone? Come si stabilisce questa cifra? Semplicemente contando gli iscritti all’anagrafe degli italiani all’estero dove è obbligo di legge registrarsi se si risiede da più di un anno all’estero. Pur essendo un obbligo di legge, rimane un atto volontario, quindi aleatorio. Non tutti si iscrivono, ma se si può evitare di iscriversi all’AIRE, è inevitabile doversi iscriversi alle anagrafe locale del comune dove si vive, essenziale per lavorare, avere un conto e l’assistenza sanitaria. Si è visto che tra i dati AIRE (quindi lo strumento con cui l’Italia sa quanti italiani vivono all’estero) e i dati delle anagrafi locali (dove si iscrivono tutti gli italiani che vivono effettivamente all’estero) c’è un divario abissale. Portando un esempio pratico, nel 2015 secondo i dati italiani si sono registrati 13 mila residenti in Gran Bretagna, secondo il NIN (l’anagrafe britannica) erano più di 50 mila. I dati italiani sono al ribasso, si stima siano in rapporto di 1 a 5 rispetto ai dati effettivi (poi dipende da zona a zona, questo fenomeno è molto più marcato in Europa). Il fenomeno della nuova emigrazione si definisce come «fluido» perché, grazie all’alta mobilità garantita e permessa dall’Unione Europea, la gente si muove molto facilmente e senza nessuna comunicazione ufficiale, rendendo ostico inquadrare il fenomeno. La mobilità europea ha così contorni sfumati e risulta più difficile attivare progetti o azioni in aiuto, o di tutela e fare politiche a favore di chi è all’estero, semplicemente perché non ci sono veri riferimenti e non ci riesce a delineare la dimensione del fenomeno e i bisogni correlati. Cosa possono fare le associa6 - 2018

Nuova emigrazione: un fenomeno «fluido» che pone molte sfide «Migranti di ieri e di oggi: il Trentino in movimento»: questo il titolo della tavola rotonda, che si è svolta a Grauno il 6 luglio. Introdotta dal saluto del sindaco di Altavalle, Matteo Paolazzi e moderata da Tommaso Pasquini, ha avuto come relatori Riccardo Giumelli dell’Università di Verona, e Ilaria Turco, della Trentini nel mondo, che nella sua relazione, riportata in sintesi su queste pagine, ha presentato i risultati della ricerca e dell’attività svolte dall’Associazione sul versante della «nuova emigrazione» È stato fatto un incontro a Charleroi (Belgio) nel 2017 da cui sono emerse richieste che si possono sintetizzare in tre punti: creare occasioni di incontro,

zioni che si occupano di emigrazione quindi? Noi come prima cosa ci siamo posti in ascolto, per capire direttamente dagli interessati i bisogni e le criticità.

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informare su nozioni pratiche e verificate su AIRE, fisco e sanità, creare contatti con la rete già esistente della Trentini nel Mondo. Per soddisfare questa richiesta stiamo organizzando una serie di incontri territoriali nelle macro regioni europee dove i ragazzi possano prima di tutto incontrarsi e conoscersi e in secondo luogo essere informati su nozioni fondamentali per chi vive all’estero, spesso trascurate. Per l’occasione è stato creato un breve vademecum che illustra in modo sintetico le principali questioni burocratiche, fonte spesso di dubbio e confusione. Il vademecum non è rivolto solo ai ragazzi all’estero ma anzi è a servizio soprattutto di chi deve ancora partire, poiché partire informati spesso risolve molti futuri problemi direttamente alla radice. Un ulteriore tassello nelle politiche dell’associazione a favore della nuova emigrazione, è la sensibilizzazione sul fenomeno e la ricerca. È stato avviato infatti un progetto chiamato dagli stessi partecipanti «Ndovat?» (cioè «dove vai», in dialetto trentino) creato con la logica della co-progettazione, volto ad approfondire la tematica tramite la creazione di un documentario che confronti l’esperienze, i sogni e le prospettive di chi vive all’estero e di chi


AGENDA L’opinione pubblica è spesso spaccata tra attribuire al nuovo emigrato una positività avventuriera (si va all’estero in cerca di esperienze), e tra il vedere il nuovo emigrato amareggiato e costretto da una Patria che non offre niente e non l’apprezza è rientrato in Trentino dopo un periodo oltre confine. Nella fase iniziale del progetto è stato fatto un questionario da cui son emersi spunti di riflessione interessanti: la maggior parte di chi vive all’estero parte per cercare lavoro, mentre tra quelli che sono rientrati il motivo principale che li aveva portati a partire è stata la voglia di fare un’esperienza diversa, conclusa la quale, si è deciso di tornare. Tra coloro che sono all’estero, più del 60% lavora nel proprio campo di formazione, mentre tra i rientrati coloro che lavoravano nel proprio campo erano in netta minoranza (anche tra coloro che erano partiti per cercare un’occupazione), e comunque anche una volta in Italia lavora nel proprio campo di formazione solamente

La maggior parte di chi vive all’estero parte per cercare lavoro, mentre tra quelli che sono rientrati il motivo principale che li aveva portati a partire è stata la voglia di fare un’esperienza diversa, conclusa la quale, si è deciso di tornare il 44%, e tra questi ragazzi 2 su 3 vorrebbero tornare all’estero. L’esperienza e le molte storie ascoltate grazie al questionario, agli incontri con i ragazzi all’estero e a coloro che arrivano direttamente in ufficio, hanno contribuito a creare un profilo dei nuovi emigrati. È vero, sono spesso giovanissimi under30, ma ci sono anche

molti over50. È vero che ci sono molti laureati, ma partono anche tecnici altamente qualificati, professionisti e artigiani, e molte persone con profili medio bassi e poca specializzazione. È vero che partono molte più ragazze in autonomia e non a seguito di mariti o compagni (chiaramente un dato che emerge

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di riflesso dalla mutata società di oggi rispetto a quella di ieri), ed è vero che molti hanno già avuto un’esperienza all’estero nel periodo scolastico o universitario. L’opinione pubblica è spesso spaccata tra attribuire al nuovo emigrato una positività avventuriera (si va all’estero in cerca di esperienze), e tra il vedere il nuovo emigrato amareggiato e costretto da una Patria che non offre niente e non l’apprezza. Sono vere entrambe le cose ed è discriminante l’età di chi parte. Molti giovanissimi partono per fare esperienza, conoscere il mondo e vivere fuori dalla propria zona di comfort, spesso spinti da precedenti esperienze in ambienti multiculturali. Chi è nella fascia  CONTINUA A PAG. 6

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AGENDA

Un fenomeno «fluido» che pone molte sfide  CONTINUA DA PAG. 5 giovane-adulta invece si sposta sì per migliorare il curriculum o fare esperienze mirate per la carriera professionale, ma a volte parte perché non trova sbocchi lavorativi soddisfacenti e vede l’estero come unica soluzione per la realizzazione, o per garantirsi una sicurezza economica e una posizione non precaria. Spesso il quarantenne parte amareggiato dopo tentativi fatti invano in un paese che sembra non lasciare spazi. Il sentimento degli over50 invece è molto simile a quello degli emigrati storici: rassegnazione, delusione, rabbia, nostalgia, il sentirsi traditi dal proprio Paese. La maggior parte di coloro che partono sono esodati o lavoratori stagionali o neo disoccupati, che non riescono più a rientrate nel mondo del lavoro italiano. La situazione cambia nuovamente per i pensionati: infatti, se qualcuno parte per aiutare i figli al seguito dei nipotini, e qualcuno sceglie mete più eonomiche dove vivere dignitosamente con la pensione, vi sono molti che si trasferiscono in piccoli paradisi per godersi il meritato riposo del tutto sereni e privi di rancore verso il Bel Paese. Anche le motivazioni per la partenza son legate all’età: generalmente i più giovani partono per imparare la lingua, fare un’esperienza e specializzarsi; i giovani-adulti per arricchire il curriculum per professioni in cui l’estero è un naturale sbocco, o semplicemente cercare lavoro e costruirsi una vita; adulti fino all’età pensionabile per cercare lavoro (spesso come pendolari stagionali tra l’estero e la famiglia rimasta in Italia). C’è da dire che per i così detti «millenians» cresciuti con l’idea di un’Europa senza confini e della cittadinanza globale, il concetto di confine è differente rispetto al passato, il primo orizzonte è l’Europa e non più l’Italia o il Trentino, e grazie ai viaggi low cost e agli accordi comunitari, fare un periodo all’estero anche senza prospettive precise è molto più facile. Per i meno giovani la motivazione principale per muoversi è senza dubbio il lavoro (proprio o del proprio partner), ma all’estero 6 - 2018

meritocratico funzionante. La gavetta viene vista quindi come momento iniziale di un percorso, e non come un’interminabile normalità che si trascina avanti per anni. All’affermazione che si sente spesso, che i giovani non vogliono più fare certi lavori, rispondo dicendo che quei lavori all’estero si fanno, e che quindi c’è da chie-

esiste il lavoro perfetto? La risposta è no. Sfruttamento, paghe basse, poche tutele, mansioni inique esistono anche oltre confine, con l’aggiunta di una grande competizione e le difficoltà linguistiche. Tuttavia c’è da sottolineare una cosa: il lavoro è generalmente più tutelato e giustamente retribuito, con una prospettiva reale di crescita grazie a un sistema

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dersi come mai. Il motivo non è da ricercarsi nel tipo di lavoro, ma forse nel contesto e da come quel lavoro è tutelato, riconosciuto e retribuito. Questa la percezione anche di chi vive fuori. Su questa pagina sono riportate alcune significastive risposte alla domanda «torneresti a vivere in trentino?» del questionario. Ilaria Turco


AGENDA QUASI TRECENTO BANDIERINE DI QUATTORDICI PAESI A RAPPRESENTARE TUTTI COLORO CHE SONO PARTITI DAL PAESE

Sull’«Albero della memoria» e sulle lapidi il tributo dato da Grumes all’emigrazione

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ngelo Franchini nel suo volume «Epigrafi di emigrati Trentini Tirolesi» editato nel 1996 dal Servizio emigrazione della Provincia, descrive il cimitero di Grumes «impregnato di storia» dell’emigrazione e ne sottolinea la ricchezza di sensibilità del «povero paese cembrano» verso i tanti che nel secolo scorso sono dovuti emigrare. Grumes ha dato e stra-dato all’emigrazione e al mondo intero intere generazioni, tanti giovani e tante forze che partite da Grumes (come dai paesi vicini) sono andate per il mondo a cercare di che vivere, come costruire la propria famiglia, il proprio futuro. Tutto questo Grumes lo ha ricordato in più occasioni. È l’unico paese della Valle ad avere un monumento all’emigrazione; ha organizzato mostre (nel 2003 «L’emigrazione nelle miniere di ferro in Francia», nel 2006 «Un vagone di…..», nel 2012 «GrumesTango»), spettacoli (nel 2003 «La cantada degli emigranti», nel 2004 «Con la valigia nel cuore», 2016 «Ci sarà una volta»), ricerche e recite di bambini della scuola, conferenze, cinema, visite istituzionali e di comunità a Fontoy e infiniti viaggi di privati in visita ai propri parenti, dalla Francia alla Svizzera, dall’Argentina all’Australia, dal Belgio alla Germania per tener vivo il filo che lega e tiene viva la comunità dei Grumaiseri d’ognidove. Quella sensibilità evidenziata da Angelo Franchini è emersa appieno anche alla Festa provinciale dell’emigrazione organizzata per la prima volta in Valle di Cembra e nelle frazioni di Grumes, Grauno, Valda e Faver del Comune di Altavalle. Una sensibilità, una partecipazione generale che hanno voluto far coincidere, non a caso, la Festa dell’Emigrazione con la tradizionale «Sagra de Lui», la sagra del paese in una visione e celebrazione univoca della storia del simbolo del paese: la chiesa con i suoi 251 anni, con l’emigrazione, il fenomeno che più ha segnato l’intera comunità negli ultimi 150 anni. La Chiesa, il Campanile «alto e slanciato» sopra il paese, le sue campane

che da sempre scandiscono i ritmi dei giorni e delle stagioni della vita, il cimitero sottostante, luogo e giardino di memorie curate e accudite, sono parte del paesaggio di Grumes, soprattutto del paesaggio intimo di ciascuno dei suoi abitanti, di ieri e di oggi, degli emigrati e dei rimasti. È bastata una lettera dell’ associazione degli artigiani locali «Grumestieri» alle famiglie di Grumes per trovare l’unanime adesione della gente a realizzare l’«albero della memoria» per la Festa dell’Emigrazione come omaggio e ricordo dei tantissimi figli di Grumes che se ne sono andati altrove a cercar lavoro, a costruire la propria vita e quella dei propri figli. Un semplice segno coi colori delle bandiere dei paesi di emigrazione da apporre sulle lapidi e una bandierina per quanti non presenti sul cimitero con cui realizzare i rami dell’albero, predisposto dalla «Grumestieri», su una grossa ceppaia, forte simbolo di radicamento al paese. Risultato: oltre duecento bandierine di 14 diverse nazioni di destinazione affisse sulle lapidi e 98 bandierine posizionate di persona sull’albero hanno dato dimensione visiva della enorme incidenza del fenomeno migratorio sulla vita di una comunità che conta poco più di 400 abitanti. II ricordo coreografico degli emigrati di Grumes durante la festa dell’Emigrazione hanno emozionato tutti i partecipanti alla sfilata: il cimitero stracolmo di gente, pieno di sole e dei colori delle nazioni, «Il Signore delle Cime» suonato dalla banda di Faver, «Montagne addio» cantata dal coro «Gh’era ’na volta» di Grumes, la fila dei parenti a posizionare la bandierina col nome dei propri cari sull’albero della memoria, il silenzio delle parole e il minuto di raccoglimento al suono grave dell’«ultima» campana, hanno riempito il cimitero e gli animi dei volti, delle vite, delle fatiche, dei successi e delle sconfitte, dei drammi e delle gioie degli emigrati di ogni paese, latitudine, razza e colore, anche di oggi. Pio Rizzolli

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GENTE E FATTI

Cordoglio dell’Associazione per Djuzepe «Bepi» Moreti Un grave lutto ha colpito la comunità trentina di Stivor (Bosnia Ergezovina) Djuzepe Moreti, da tutti chiamato Bepi. Il 14 marzo avrebbe compiuto 63 anni ma è purtroppo scomparso il 21 febbraio scorso, lasciando nello sconforto la moglie Dragana e la figlia Daniela. Anche l’Associazione Trentini nel mondo ha espresso alla famiglia il suo cordoglio per la scomparsa di Bepi, che nel 2003 era

diventato presidente del Circolo trentino di Stivor. In questa sua veste aveva seguito le prime fasi del progetto per la realizzazione dell’acquedotto di Stivor e nel 2007 aveva partecipato alle cerimonie a Trento per il cinquantesimo anniversario di fondazione della Trentini nel mondo. È stato promotore di inziative di carattere culturale e sociale che hanno animato la comunità di Stivor e delle località vicine.

MENTRE ERANO IN SICILIA SONO INTERVENUTI IN SOCCORSO DI DUE DONNE E QUATTRO BAMBINI CHE STAVANO ANNEGANDO

Sono stati premiati con l’Aquila di San Venceslao i giovani di Arco che hanno salvato sei persone

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l presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha consegnato l’Aquila di San Venceslao ai giovani di Arco che hanno salvato da annegamento due donne e quattro bambini nel mare di Sicilia. «Pensiamo sia giusto dare un piccolo segnale e lanciare un messaggio di positività - ha detto il presidente - Credo che il vostro sia stato un gesto spontaneo ma molto indicativo. Fra l’altro, bisogna anche avere prontezza. Siamo orgogliosi di voi e volevamo dirvelo. Vi abbiamo portato un piccolo ma importante segno che viene dato, normalmente, alle persone che hanno lavorato con

dedizione per magari 40 e più anni al servizio dell’amministra-

zione pubblica o a chi si è distinto nel fare qualcosa di significativo.

E questo è il vostro caso. Grazie ragazzi». La consegna delle aquile di San Venceslao a Margherita Planchestainer, Alessandra Zanetti, Luca Cerutti e Mattia Vicari, è avvenuta in un’atmosfera di commozione e gioia. Alla breve cerimonia erano presenti il sindaco di Arco Alessandro Betta, i consiglieri provinciali Baratter e Giuliani e anche alcuni dei genitori con i quali il presidente Rossi ha conversato e si è complimentato per l’educazione data ai figli. Poi il governatore si è intrattenuto con i ragazzi in un momento di pausa e si è informato sui progetti del loro futuro.

Trentino ai primi posti per auto elettriche Trento, con 14,2 auto elettriche ogni 1000 abitanti, è al primo posto, nel rapporto tra autovetture elettriche e ibride ogni 1000 abitanti, tra i capoluoghi di Provincia/Città metropolitana, seguita da Bolzano con 9 e Aosta con 4,3. Inoltre, Trento è la città dove è più facile ricaricare le batterie delle eCars. Questi dati sono stati diffusi dal quotidiano online “key4biz” in un articolo dedicato alle auto elettriche ed ibride. “Con le nuove opportunità offerte dalla tecnologia sta cambiando la cultura della mobilità e di conseguenza il mercato. Il Trentino vuole essere all’avan6 - 2018

guardia nel campo della mobilità elettrica, per essere sempre più sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Non a caso lo scorso anno

abbiamo adottato un piano che prevede incentivi e infrastrutture sul territorio per diffonderla sia tra gli utenti privati che tra

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le aziende”: così l’assessore provinciale alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi ha commentato l’articolo. Dal settembre del 2017 sono oltre 20 i milioni di euro stanziati dalla Provincia autonoma di Trento in cinque anni per promuovere azioni rivolte ai privati, alle aziende e agli enti locali. Si tratta di agevolazioni per l’acquisto di autoveicoli elettrici ed ibridi plug-in per i cittadini, incentivi per l’installazione di colonnine per la ricarica per privati e aziende e contributi per le aziende su progetti che incentivano i percorsi casa-lavoro con bici elettriche.


GENTE E FATTI LA NOSTRA TESTATA HA DECISO DI ACCOGLIERE L’APPELLO RIVOLTO DA PADRE ALEX ZANOTELLI AI GIORNALISTI ITALIANI

Rompiamo il silenzio sull’Africa

N

on vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo. Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo, come missionario e giornalista, uso la penna per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei massmedia italiani, come in quelli di tutto il modo del resto. Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale. So che i mass-media , purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che veramente sta accadendo in Africa. Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa. È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga. È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur. È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni. È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa. È inaccettabile il silenzio sul

Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai. È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera. È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi. È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa, soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi. È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU. È inaccettabile il silenzio sui

c a m biamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile. È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha

Padre Alex Zanotelli, trentino, è missionario della comunità dei Comboniani, profondo conoscitore dell’Africa e direttore della rivista «Mosaico di Pace». 9

esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!). Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi. Questo crea la paranoia dell’«invasione», furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi. Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact, contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti. Ma i disperati della storia nessuno li fermerà. Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica. E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tutto questo non possiamo rimane in silenzio. (I nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?). Per questo vi prego di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa, forzando i vostri media a parlarne. Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa. Alex Zanotelli 6 - 2018


GENTE E FATTI STEPHANIE AUMAN, DEL CIRCOLO TRENTINO DI NEW YORK, È STATA PER LA PRIMA VOLTA NEL PAESE NATALE DEI NONNI

Martedì 3 luglio 2018 a Cavedago: il più grande giorno della mia vita «Non ho parole per descrivere come mi sento»: il nodo alla gola per la commozione si scioglie quasi in lacrime quando il sindaco di Cavedago prende in mano il suo cellulare e mostra a Stephanie Auman la foto di un mobile che era stato fatto da suo nonno, Luigi Smaniotto, detto Gigioti, abilissimo falegname, che nel 1949 emigrò a New York con la moglie Ester Viola. In Italia per la prima volta per partecipare al matrimonio di un carissimo amico, Stephanie - 28 anni, segretaria del Circolo trentino di New York - ha approfittato del suo breve soggiorno a Milano, per raggiungere Trento, con l’intento di andare a Cavedago - paese natale del nonno, che non ha conosciuto, e della nonna, scomparsa quando lei aveva tre anni - del quale la madre Esterina, che in passato ha avuto modo di visitarlo alcune volte, le ha sempre parlato con grande entusiasmo e affetto. La Trentini nel mondo è stata il punto di riferimento per questa breve sortita in Trentino di Stephanie. Accolta in stazione è stata prima accompagnata in Provincia, dove era in corso l’incontro tra i partecipanti all’edizione 2018 del «Progetto interscambi» dell’Ufficio emigrazione della

Stephanie con il sindaco di Cavedago, Silvano Daldoss, nella sede del Comune.

Provincia, poi a pranzo e infine, dopo una passeggiata nel centro storico della città, nella sede della Trentini nel mondo (nella foto sulla pagina a fianco Stephanie è con Ilaria Turco e Francesco Ober, nella sala Rino Zandonai). L’appuntamento con il sindaco

di Cavedago, Silvano Daldoss era fissato alle 17.00 e la prima forte emozione Stephanie l’ha provata quando si è fatta scattare una foto davanti al cartello all’inizio del paese. E il cuore poi ha continuato a battere più forte per tutto il tempo trascorso a Cavedago.

Il sindaco le ha consegnato copia dei documenti relativi ai suoi nonni custoditi nell’anagrafe comunale, alcuni libri sulla storia del paese, un gagliardetto e una spilla con lo stemma del Comune ed ha scattato con lei una foto nella sala consiliare. In Comune è arrivato anche don Augusto Angeli, che le ha fatto sfogliare il registro parrocchiale sul quale erano annotati gli atti di nascita dei nonni e l’ha poi portata nell’adiacente chiesa di San Lorenzo, dove i nonni erano stati battezzati e dove si erano sposati. Enrico Zeni, assessore ai lavori pubblici, l’ha poi accompagnata a visitare alcuni luoghi di grande rilevanza per Stephanie: il cimitero, accanto alla chiesa di San Tommaso, dove c’è una lapide che ricorda la scomparsa del nonno Luigi avvenuta nel 1985 negli Stati Uniti; la casa con il numero civico 189 (foto sulla pagina a fianco) dove i nonni abitavano e dove c’era il laboratorio di falegnameria, «zo al pont», una sperduta frazione raggiunta dopo un tortuoso percorso in macchina lungo una strada in mezzo al bosco; e poi al ponte sul rio Forego, che compare anche nello stemma del Comune, caratteristico per le tre strutture sovrapposte. Il ponte più antico, che collega le sponde

I 90 anni di don Italo Cemin Don Italo Cemin (primo a sinistra nella foto) il 6 luglio ha festeggiato il suo 90° compleanno. Nato a Doutor Pedrinho, nello stato di Santa Catarina (zona Sud del Brasile) nel 1928, è figlio di Giovanni Cemin e di Felicita Longo. I genitori sono nati a Siror, nella Valle del Primiero (Trentino) e sono emigrati in Brasile dopo la prima guerra mondiale. A San Paolo (SP), si unirono in matrimonio, dalla cui unione nacquero nove figli, quattro dei quali sono diventati sacerdoti. Don Italo, dopo la sua formazione filosofica e teologica, è stato ordinato sacerdote a San Paolo l’8 dicembre 1957 (nella foto a fianco, l’articolo pubblica6 - 2018

to nel numero di dicembre 2017 con l’articolo sui 60 anni di sacerdozio). Ha esercitato il sacerdozio, sia nel campo educativo, come insegnante, formatore e direttore. Ha lavorato in quattro stati brasiliani: San Paolo, nella Valle del Paraìba; Mato Grosso do Sul, in Campo Grande; Rio Grande do Sul, a Porto Alegre, Taquari e Canela; Santa Catarina, ad Ascurra, Rio dos Cedros, Itajaì, Joinville, Guaramirim e Jaraguà do Sul, dove attualmente risiede, aiutando come cooperatore nella parrocchia di San Giuda Taddeo. Mentre festeggiamo il suo 90° compleanno, lodiamo e benediciamo

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il Signore per tutto ciò che ha realizzato e continua a realizzare nella vita di Don Italo Cemin e attraverso la sua nella vita di tanti altri. È anche un pezzo della storia dei trentini in Brasile. Giuliano Berti


GENTE E FATTI

del rio al livello più basso, si fa risalire al 1200; il secondo ponte, sovrapposto al primo, risale al 1860; l’ultimo, su cui scorre il traffico oggi, fu costruito nel 1912 (nella foto in basso a destra Stephanie è con Francesco Ober ed Enrico Zeni). Nei pressi del ponte Stephanie ha anche incontrato una persona, per oltre vent’anni emigrata a New York, che aveva conosciuto

i suoi nonni. Nati rispettivamente nel 1914 e nel 1918, il nonno e la nonna di Stephanie erano emigrati negli Stati Uniti nel 1949, dove hanno avuto cinque figli, fra i quali Esterina, la mamma di Stephanie. La giornata a Cavedago si è «saporitamente» conclusa presso l’agritur Maso Dorec, per una cena a base di «torta de patate», un piatto tipico di Cavedago, che

la mamma di Stephanie prepara almeno una volta al mese. «Ieri è stato sinceramente il gio rno più grande della mia vita», ha scritto Stephanie sulla sua pagina Facebook il 4 luglio. Nel suo «post» - corredato da una quarantina di fotografie - riassume quanto successo a Cavedago e scrive: «sono riuscita a sperimentare emozioni che non avrei mai pensato di poter provare e anche

se sono solo mezza trentina, tutto il mio cuore è a Cavedago. Nonno e nonna vi ho sentiti lì con me».

MARCO DE CET HA SVOLTO PRESSO LA TRENTINI NEL MONDO UN PERIODO DI «ALTERNANZA SCUOLA - LAVORO»

«Cinque settimane fortemente arricchenti» Nelle cinque settimane che sono seguite alla conclusione dell’anno scolastico ho avuto il piacere di svolgere un periodo di «alternanza scuola-lavoro» presso la sede dell’Associazione Trentini nel Mondo di Trento. È stato un mese fortemente arricchente nel quale, non solo ho potuto sperimentare la realtà lavorativa ma anche scoprire condizioni che altrimenti difficilmente avrei mai affrontato. Ho partecipato pure alla Festa dell’emigrazione, dove ho incontrato persone piene di entusiasmo provenienti da molti paesi distan-

Marco De Cet (al centro) con (da sinistra) il presidente Alberto Tafner, Ilaria Turco, Giada Degasperi e il direttore dell’Associazione, Francesco Bocchetti.

ti tra loro ma legati dalla stessa origine trentina. Mi sono inoltre reso conto quanto l’associazione svolga una

attività vitale sia per i trentini che risiedono in provincia, per quelli che partono, come per quelli che sono radicati all’estero da ormai

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alcune generazioni, affiancandoli e aiutandoli a risolvere qualsiasi situazione. È stato stupendo vedere come il personale promuove una cultura che privilegia il dialogo come forma di incontro. Infine desidero ringraziare tutto il personale dell’ufficio che è sempre stato gentilissimo e cordiale, spiegandomi nel dettaglio ogni incarico che mi veniva affidato e aiutandomi ad approfondire ogni mio dubbio, facendomi analizzare temi e argomenti molto interessanti. Grazie. Marco De Cet 6 - 2018


60 ANNI D

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del patto di Visegrad, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca dove si assiste a un progressivo allontanamento dai valori fondanti la costruzione europea, in particolare il rispetto della separazione dei poteri sui quali si regge uno stato democratico. È di questi giorni il deferimento dell’Ungheria, da parte della Commissione, alla Corte di Giustizia europea per “violazione delle normative, della Carta dei diritti fondamentali e dei Trattati dell’Unione europea”. Il deferimento riguarda, in modo particolare, l’inosservanza del diritto comunitario nelle sue leggi in materia di asilo e di rimpatrio. Finalmente, è il caso di dirlo, perché è inaccettabile che si consideri l’Unione esclusivamente come un bancomat da cui spillare soldi, facendo strame dei suoi valori costitutivi. Anche il panorama politico italiano è sconfortante. Il ministro dell’interno Salvini, grande estimatore del premier ungherese Orban, ha dichiarato che i confini vanno sigillati. C’è da chiedersi cosa abbia mai capito Salvini dei vantaggi e delle grandi opportunità offerte agli Stati che hanno sottoscritto, a suo tempo, gli accordi di Schengen…ma probabilmente Salvini ha frequentato il

Parlamento europeo solo per lo stipendio che pare abbia oscillato tra i 16.000 e i 19.000 euro mensili a seconda, naturalmente, di quante volte il nostro si è recato a Bruxelles. Salvini era noto per il suo assenteismo e per la sua scarsa produttività. L’Italia di Conte, Salvini e Di Maio nell’Unione europea: inesperienza, cretinismo culturale, arroganza, sovranismo becero sono ingredienti che rischiano di marginalizzare ulteriormente il nostro Paese. Senza visione e senza progetto non si va da nessuna parte, non serve mostrare i muscoli contro qualche barcone di poveri disperati per essere considerati in Europa. Nemmeno da parte degli ungheresi e dei polacchi che pensano esclusivamente ai propri interessi. Contro l’idea di un’Italia piccola piccola, autarchica, chiusa in se stessa e nelle sue paure, serve uno scatto di dignità da parte di coloro che non si rassegnano a questa prospettiva: serve indignazione e ribellione per costruire un’alternativa per il nostro Paese e per l’Europa. Per costruire questa alternativa ci vuole meno pigrizia, meno superficialità di valutazione, meno senso di superiorità. Per Michela Murgia che si chiede come sia possibile il consenso di persone insospettabili a queste derive della destra populista, in Italia e in Europa, è che, probabilmente, “ si sono perse le distinzioni tra fascismo e democrazia, tra essere popolari e populisti. Sei popolare quando ti riconosci nel popolo, quando gli appartieni, sei populista quando costruisci un feticcio in cui il popolo possa riconoscersi”. E’ necessario combattere con la cultura, andare a cercare e riprenderci quello che abbiamo dimenticato, riprenderci le parole perdute. In una recente intervista a Repubblica, Roberto Saviano ci invita a “ricostruire tempo e orgoglio, non battere in ritirata, boicottare le loro menzogne senza paura dei social. E’ un lavoro da fare lentamente, senza scor-

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La storia della costruzione europ e momenti difficili, ma la crisi at nuove rispetto alle difficoltà d un atteggiamento rinunciatario e internazionale richiederebbe u È un clima generale che sembra nella nebbia del sospetto, dell’un sé in una ubriacatura contagio contro ogni progetto di soluzi

Foto: Multimedia Centre European Parliament

onfesso che provo imbarazzo a parlare e a scrivere di Europa nei giorni che stiamo vivendo. Eventi, comportamenti, notizie di cui siamo quotidianamente testimoni ci offrono un’immagine dell’Unione europea imbarazzante e incredibile agli occhi di chi, penso siano ancora molti, ha fermamente creduto e continua a credere nel progetto di integrazione del vecchio continente. La storia della costruzione europea ha conosciuto tanti passaggi e momenti difficili, ma la crisi attuale ha caratteristiche del tutto nuove rispetto alle difficoltà del passato. Non si tratta di singoli episodi o di qualche Paese che punta i piedi per ottenere qualche vantaggio in più: è un clima generale che sembra avvolgere tutta la casa europea nella nebbia del sospetto, dell’uno contro l’altro, dell’ognuno per sé in una ubriacatura contagiosa di rivendicazioni sovraniste contro ogni progetto di soluzioni condivise. In tutti i campi: dal problema dei migranti alla riforma della zona euro, dalla lotta contro terrorismo e criminalità alla realizzazione, sia pur graduale, di una difesa comune. Si va diffondendo un atteggiamento rinunciatario e minimalista quando il contesto internazionale richiederebbe un rinnovato slancio unitario per far fronte alle conseguenze, nefaste per tutti, delle politiche protezioniste che Trump è intenzionato a intensificare. Sembra proprio che quella ventata di stupidità collettiva che Robert Musil tanto paventava nel 1937 abbia contagiato le élite politiche nazionali ed europee. La stupidità delle élite al potere ha delle declinazioni nazionali inquietanti che sono accomunate da un pericoloso collante nazional fascistoide e razzista. Il panorama è sconfortante, da nord a sud dell’Europa: il vento delle destre sovraniste ed euroscettiche spira un po’ ovunque, anche nei Paesi fondatori e tradizionalmente europeisti come Germania, Benelux, Italia. Per non parlare dei cosiddetti Paesi

Foto: Multimedia Centre European Parliament

Per Europa, Italia e Trentino è avviare una «ribellione milita C

Contro l’idea di un’Italia picco in se stessa e nelle sue paure da parte di coloro che non si ra serve indignazione e ribellion per il nostro Paese e per l’E alternativa ci vuole meno p di valutazione, meno


D’EUROPA

è fondamentale ante e pacifica»

pea ha conosciuto tanti passaggi ttuale ha caratteristiche del tutto del passato. Si va diffondendo e minimalista quando il contesto un rinnovato slancio unitario. a avvolgere tutta la casa europea no contro l’altro, dell’ognuno per osa di rivendicazioni sovraniste ioni condivise. In tutti i campi

ola piccola, autarchica, chiusa e, serve uno scatto di dignità assegnano a questa prospettiva: ne per costruire un’alternativa Europa. Per costruire questa pigrizia, meno superficialità o senso di superiorità

ciatoie (…) Ci vuole l’orgoglio non di vincere ma di convincere, recuperando tutte le forze che sono state messe ai margini dalla sinistra italiana. Chi non ne può più delle menzogne perenni deve smentirle dappertutto: a tavola, sui social, in ufficio, in autobus, in palestra. Si può ancora ricostruire qualcosa oltre il livore, contro il governo del risentimento che ha solo bisogno di bersagli”. Questa ribellione militante e pacifica è fondamentale per l’Italia, il Trentino, l’Europa. Ci attendono due appuntamenti elettorali molto importanti, le elezioni provinciali a ottobre, le elezioni europee a maggio 2019. Espressioni della società civile, associazioni, scuole e università, agenzie educative, religioni e chiese possono svolgere un ruolo fondamentale, educativo, formativo nel richiamare i valori fondativi della cultura occidentale, laica e cristiana. Stupisce l’assordante silenzio di tante conferenze episcopali nazionali di fronte alle derive populiste e razziste dei loro Paesi. Proviamo a chiedere ai tre milioni e mezzo di studenti che hanno beneficiato del programma europeo Erasmus cosa ha rappresentato e cosa rappresenta per loro l’Europa: non solo studio ed esami universitari, ma confronto fra culture diverse, incontri, relazioni dalle quali sono nati un milione di figli Erasmus. È una bella notizia quella che abbiamo appreso dalla stampa locale in questi giorni: l’assegnazione del premio De Gasperi a Sofia Corradi, la pedagogista romana che ha ideato il programma di studi universitari in Europa (ne parliamo nel riquadro a fianco). Ecco, lavorare con urgenza, quotidianamente senza perdere tempo, all’interno della società civile per liberare l’informazione dalla corruttela e dalla falsità che oggi l’avvolgono e ridare dignità alle parole con le quali ricostruire un confronto civile per la ‘salvezza’ del Trentino, dell’Italia, dell’Europa. Vittorino Rodaro

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Il «Premio De Gasperi 2018» sarà assegnato a Sofia Corradi

S

arà Sofia Corradi a ricevere, il prossimo 5 settembre, il «Premio Alcide De Gasperi 2018» dedicato ai «costruttori d’Europa»: lo ha deciso il 19 luglio a Roma la giuria dell’importante riconoscimento. Nata a Roma il 5 settembre 1934, Sofia Corradi è l’ideatrice del Programma Erasmus. Lanciato ufficialmente dall’Unione Europea nel 1987, il programma ha permesso a migliaia di studenti universitari di fare esperienze di studio presso atenei diversi da quello di appartenenza e di conoscere la cultura dei paesi ospitanti, tessendo nel contempo importanti relazioni con altri studenti provenienti dai diversi paesi europei. Sofia Corradi vanta inoltre una importante carriera accademica che l’ha vista impegnata in Italia e all’estero. Fino al 2004 è stata professore ordinario di Educazione degli adulti nel Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi Statale «Roma Tre», dove è stata anche direttore del «Laboratorio di Educazione Permanente» e del «Corso di Perfezionamento in Teoria e Prassi dell’Educazione degli

Adulti». «La professoressa Corradi – ha sottolineato il presidente della Provincia Autonoma di trento, Ugo Rossi – ha speso le sue competenze e capacità nel dare un contributo rilevante alla costruzione di un’Europa che non alza muri e non chiude le frontiere ma che favorisce lo scambio di idee e la condivisione di valori attraverso la conoscenza e il confronto delle giovani generazioni, chiamate a dare linfa ad un’intuizione, quella di un’Europa unita, che da decenni garantisce pace e sviluppo equilibrato a tutto il continente».

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CIRCOLI SUBENTRA A DORALICE PANINI CHE HA RICOPERTO LA CARICA PER OLTRE DIECI ANNI. ANDREY TAFFNER RICONFERMATO VICE

Jaime Luiz Visentainer nuovo presidente del Circolo trentino di Rio dos Cedros

I

l Circolo Trentino di Rio dos Cedros (Santa Catarina – Brasile) ha eletto il suo nuovo consiglio di amministrazione. Doralice Panini, che è stata la presidente per oltre dieci anni, ha ritenuto che fosse giunto il momento di cambiare. Ha ringraziato tutti per la collaborazione ed è stata onorata dai membri del Gruppo Folkloristico Compagni Trentini (il coro del Circolo). Alla presidenza, è stato eletto Jaime Luiz Visentainer, nato il l’11 dicembre 1956 a Rio dos Cedros. È discendente di emigrati trentini di Vigolo Vattaro, il paese di Santa Paulina. È sposato con Ilvana Tomazelli Visentainer e ha due figli: Alana (laureato in medicina) e Fabio (che frequenta la Facoltà di Ingegneria Elettrica). Jaime è laureato in Economia e Giurisprudenza ed ha conseguito

una post-laurea in diritto tributario e in gestione di dipartimento delle Finanze pubbliche. Lavora come fiscalista nel dipartimento Affari Finanziari della provincia di Santa Catarina, preso il quale svolge anche altre funzioni (attualmente, è coordinatore del gruppo regionale dei fiscalisti del «Medio Vale do Itajaí»). Jaime porta al Circolo Trentino una vasta esperienza in organismi rappresentativi: è stato presidente della Fondazione Ospedale di Rio dos Cedros nel 2004 e nel periodo 2009-2014 (è ancora responsabile per la presidenza), governatore distrettuale del Rotary International (distretto 4650 – 2016-2017), presidente del Rotary Club di Rio dos Cedros per diversi anni. Dal 1993 al 200 è stato anche consigliere comunale di Rio dos Cedros. Alla vicepresidenza, è stato ri-

confermato Andrey José Taffner Fraga, che è membro del consiglio del Circolo Trentino dal 2007. Andrey è un discendente di Angelo Tafner, originario di Mattarello, una delle famiglie pioniere della colonizzazione di Rio dos Cedros, nel 1876. È avvocato specializzato in diritto costituzionale, fiscale e commerciale. Suoi articoli, sia legali che storici, sono stati pubblicati in Brasile e all’estero. È autore del libro «Família Tafner: história e trajetória, na Europa e no Brasil» (2017). Ha sviluppato progetti e ha tenuto conferenze sul tema dell’immigrazione, come quella al Congresso Brasiliano di Diritto Internazionale (che si è svolto nel 2011 a Brasília, nel Palazzo «Itamaraty», sede del Ministero degli Affari Esteri del Brasile). È sposato con Daniela Destefani.

Presidente Jaime Luiz Visentainer Vicepresidente Andrey José Taffner Fraga Primo tesoriere Joanicio Umberto Gretter Secondo tesoriere Lusimar Ropelatto Primo segretario Ana Paula Mauricenz Secondo segretario Avalcir Bona Direttore della pubblicità Christian Eduardo Gretter Direttore musicale: Nilo Ossemer Direttore corale Cristian Giesse

Luís Rossi Neto nominato coordinatore del «Gruppo Giovani Trentini Brasiliani» Il 23 giugno il «Gruppo Giovani Trentini Brasiliani» ha tenuto un incontro nella città di Rodeio (Santa Catarina), nel tradizionale ristorante italiano «Caminetto». L’intento era quello di discutere idee, valutare il lavoro del gruppo ed eleggere il nuovo direttivo. Luís Rossi Neto è stato scelto come nuovo coordinatore. Ha 23 anni, è nato a Ibirama (Santa Catarina), si è laureato in ingegneria civile (attualmente fa una post-laurea), è discendente di emigrati trentini partiti da Pergine Valsugana. Luís è anche funzionario pubblico ed è membro del direttivo del Circolo Trentino di Presidente Getúlio (Santa Catarina). 6 - 2018

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Per curare la comunicazione del Gruppo, sono stati nominati Diego Poffo e Andrey José Taffner Fraga. Come segretari, Rosiana Cristina Petris Fischer e Carla Nardelli. Come tesoriere, Simone Sehnem. L’ex coordinatore, Diego Poffo, ha ringraziato tutti gli amici e i membri del Gruppo che hanno aiutato e partecipato alle attività. Ha affermato che, dopo tre anni, era giunto il momento di dare spazio a nuovi leader, in modo che i nuovi membri possano prendere in mano il Gruppo e continuare il lavoro di conservazione della tradizione e della cultura degli antenati immigrati.


CIRCOLI

Seconda cena italo-gaucha «Pampa Pietà» Grazie alla riconfermata collaborazione tra il Circolo Trentino di Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul - Brasile) e CTG Laço Velho per il secondo anno consecutivo sabato 23 giugno è stata organizzata, la cena italogaucha «Pampa Pietà» che ha richiamato un folto pubblico che ha riempito la sala che l’ha ospitata. Scopo della cena è offrire l’occasione per scoprire in un unico luogo la cultura e la gastronomia italiana e gaucha, con esibizioni

che riecono ad incantare tutti. Il pubblico che ha partecipato ha potuto assistere alla rappresentazione teatrale del gruppo «Artistas no Palco»e alla «Invernada Mirim», gustare l’eccellente gastronomia tipica del posto e ballare fino a notte fonda sulle note del gruppo «Recordação Gaucha». Il rappresentante del CTG, Leandro Magnaguagno, ha affermato che la cena è stata eccellente e ha soddisfatto le aspettative non solo di chi l’ha organizzata ma anche del pub-

blico presente. Sandro Giordani, intervenuto in rappresentanza del Circolo Trentino, ha definito eccezionale la serata, che era iniziata con la cerimonia di premiazione dei vincitori della terza edizione del «Bento Gonçalves Film Festival» ed è poi proseguita con esibizioni artistiche di qualità ed un’ottima cena. La partecipazione della comunità e degli appassionati della cultura e della tradizione italiana è stato il punto di forza che ha reso possibile il successo di una piacevole serata.

A Sydney una messa per la festa di S. Vigilio patrono di Trento Da più di 40 anni la comunità trentina di Sydney (Australia) onora San Vigilio. Anche quest’anno, domenica 8 luglio, un bel gruppo di trentini si sono incontrati a Sydney per celebrare la festa del Patrono di Trento. Alla santa messa, celebrata da padre Feruccio «Frank» Bertagnolli, venuto da Melbourne per l’occasione, erano presenti anziani e giovani, con rappresentanti anche dei Circoli di Wollongong e di Canberra e con ospiti da Trento! La messa è servita anche per «far memoria» dei trentini che sono già entrati nella vita eterna e per pregare per gli anziani e gli ammalati che non hanno potuto partecipare. Come sempre, la bandiera del

Circolo di Sydney ci ha ricordato del legame con la «Trentini nel Mondo» e con tutti i Circoli Trentini sparsi nel mondo. È seguito il pranzo presso la sede di uno dei Club della città. Alla fine del pranzo si è tenuto

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l’«Incontro Annuale» del Circolo di Sydney, con le elezioni di un nuovo comitato. Sono stati confermati Joanna TerziCallegari, Suzie Pedri-Cruzado e Ugo Bergamo. Inoltre sono stati eletti Lorenzo Sommadossi e le

signorine Gionta, che rappresentano i giovani trentini. Un ringraziamento particolare va ai membri del Comitato uscente per l’ottima organizzazione della festa. Padre F. Bertagnolli 6 - 2018


CIRCOLI

Meritata onorificenza a Jorge Zas

Durante l’evento è stato premiato anche Juan Carlos Calza, «in riconoscimentoi della sua permanente adesione» al Circolo trentino.

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Sabato 21 luglio, presso la sede del Circolo trentino di Montevideo, in Uruguay, si è svolta l’ottava edizione della «Festa della polenta», alla quale ha partecipato anche l’Ambasciatore d’Italia, Gianni Piccato (nella foto a sinistra), al quale ha dato il benvenuto la presidente del Circolo, Silvia Norbis (foto a destra). Oltre al piatto principale - vale a dire polenta e gulasch - il menù prevedeva un brindisi di benvenuto, un piatto con crauti e cotechino, un assaggio di polenta di grano saraceno, strudel, vin brulè, acqua, vino e caffè. Durante la «Festa» si è esibito il «Coro Stella Alpina» (del Circolo Trentino di Montevideo) che ha cantato «Che gusto è mai questo (un brano a tre voci che risale al XVII secolo), «A los árboles altos», «La bella polenta», «La Montanara» e «Montevideo». Inoltre, «Cono y Giovanni» hanno presentato un repertorio di canzoni popolari italiane suonate con la fisarmonica e i cantanti lirici Vanina Soldevilla e Santiago García, accompagnati dalla pianista Mariana Airaudo, hanno proposto alcune arie del repertorio classico. Uno dei momenti più significativi dell’evento è stato quando l’ambasciatore ha dato la notizia che a Jorge Zas Fernandez, recentemente riconfermato segretario del Circolo trentino di Montevideo e coordinatore dei Circoli trentini dell’Uruguay, era stato assegnato il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia. L’onorificenza è concessa dal Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro degli Affari Esteri, sentito il Consiglio dell’Ordine. Il conferimento della «Stella d’Italia» è riservato ai cittadini italiani e stranieri che, all’estero, abbiano acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e collaborazione tra l’Italia e il Paese in cui operano, e nella promozione dei legami con l’Italia. La Trentini nel mondo esprime le sue felicitazioni a Jorge Zas per questa onorificenza sicuramente più che meritata proprio per l’impegno che il neo cavaliere da anni profonde nel rafforzare i legami fra l’Uruguay il Trentino e l’Italia.

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DAL MONDO Alex Scarpa, 30 anni, di Fornace, di professione fa il bancario. Nel 2014 si è avvicinato al cinema e recentemente ha realizzato il suo secondo cortometraggio come regista. Il film, intitolato «Stakhanov» in giugno è stato presentato a Toronto all’«Italian Contemporary Film Festival». La trasferta in Canada si è conclusa presso il Circolo trentino di Toronto

Che bella sensazione sentirsi a casa anche a 7.000 chilometri dal Trentino

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on so dire con precisione se sono stato io ad avvicinarmi al mondo del cinema o se è quest’ultimo che si è avvicinato a me in un modo che non riesco a ricordare in maniera razionale. Quello che so, è che ricordo ancora il brivido che ogni volta provavo quando da bambino tenevo in mano una nuova VHS: non mi importava quale film stessi per guardare, mi affascinava la magia che si creava e le storie impossibili da immaginare per un piccolo uomo che abitava in un paese di 1.200 abitanti in Trentino Alto Adige. Poi la passione e l’amore per la settima arte sono aumentati di pari passo, anche se non sono mai diventato realmente “produttivo” in quest’ambiente. In ogni caso questo desiderio era latente in me, come un fiammifero chiuso in una scatola e pronto ad accendersi al passaggio della prima scintilla. Nella mia vita questa “scintilla” è stato l’incontro casuale nel 2014, all’età di 26 anni, con i registi di origine afghana Razi e Soheila Mohebi. Quest’ultimi sono arrivati a Trento nel 2007 come rifugiati politici e, prima di essere obbligati a scappare dalla loro terra natia, hanno ricevuto diversi riconoscimenti a livello internazionale e lavorato a molti film/ progetti con artisti come Atiq Rahimi, Siddiq Barmak e Samira Makhmalbaf. L’incontro con una nuova ed affascinante cultura, la nascita di una grande amicizia e la possibilità di imparare molto da loro mi hanno fatto decidere di provare a percorrere questa strada e, dopo aver fatto alcuni esperimenti, ho realizzato il mio primo piccolo cortometraggio e ho collaborato a molti dei loro lavori in qualità di aiuto regista (su tutti spicca “Cittadini del Nulla” di Razi Mohebi, premio Mutti 2014 per il miglior trattamento sul cinema migrante, conse-

gnato nell’ambito della 71esima Mostra del Cinema di Venezia). Nel 2017 poi, partendo da una sceneggiatura scritta da Ivan Pavlović, ho girato il mio secondo cortometraggio “Stakhanov”. E proprio parlando di “Stakhanov”, mi collego a quello che più c’interessa per quest’in-

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tervista, infatti tra le svariate selezioni ai festival ricevute da questo cortometraggio in Italia ed all’estero, una di queste mi ha portato ad attraversare l’Oceano Atlantico per andare in Canada a Toronto: il mio film è stato infatti selezionato per l’Italian Contemporary Film Festival, il più importante festival di cinema italiano fuori dai confini del nostro bel paese. Quest’esperienza è stata davvero magnifica, non ero mai stato così lontano da casa e fare un viaggio del genere per portare un mio film dall’altra parte del Mondo è stata un’emozione che difficilmente scorderò. Questa però non è stata l’unica emozione del viaggio, infatti il giorno della proiezione al Cineplex Cinemas a Vaughan il 20 giugno scorso, poco prima della mia presentazione al pubblico, ho trovato in sala molti trentini emigrati tanti anni fa in Canada, venuti a conoscermi, ad ascoltarmi e a tifare per il mio cortometraggio. Devo dire che la cosa mi ha fatto enorme piacere ed è stato bello anche quello che è successo dopo, sono stato infatti invitato presso la sede del Trentino Club of Toronto, presieduta da David Corazza, per passare una serata con tutta la cara gente originaria della nostra terra. Qui ho potuto ascoltare molte storie del passato, portare i saluti e le storie recenti della nostra regione e constatare di persona come le radici di questa gente, anche se magari partita alla ricerca di fortuna più di 50 anni fa, sono ancora ben salde nelle tradizioni e nell’amore per il Trentino. In conclusione, nel tempo passato al circolo assieme a tutte queste brave persone, quello di cui mi sono accorto è stato il fatto che pur essendo a 7000 km di distanza dall’Italia mi sono sentito come a casa. Alex Scarpa 6 - 2018


DAL TRENTINO PER INIZIATIVA DELL’ASSOCIAZIONE «LA TRISA» DAL 30 GIUGNO AL 1° LUGLIO LA VAL RENDENA HA OMAGGIATO I «MOLÉTA»

Oltre duemila persone hanno animato il «Raduno internazionale degli arrotini»

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Il programma della manifestazione prevedeva due giorni di attività e proposte, che sono culminati in una lunga, colorata e rumorosa sfilata che si è snodata tra le vie dei paesi di Mortaso, Borzago e Fisto

Foto L. Imperadori

Spiazzo… «è arrivato l’arrotino»! A ritmare il weekend del 30 giugno – 1 luglio nel piccolo borgo della Val Rendena è stata infatti la prima edizione del «Raduno internazionale degli arrotini». Una manifestazione che ha visto gravitare in paese più di 2000 persone tra «moleta», ospiti e visitatori. Due giorni di attività e proposte che sono culminati domenica in una lunga, colorata e rumorosa sfilata che si è snodata tra le vie dei paesi di Mortaso, Borzago e Fisto. Allo stesso tempo un’occasione per riaccendere i riflettori su una professione che, nel recente passato, ha permeato molte comunità trentine e non solo grazie ai convegni che, sabato, hanno animato la palestra di Spiazzo. Spazio anche alle mostre tra cui una piccola parte della «Collezione di Coltelli» di Aldo e Edda Lorenzi – della coltelleria dei Lorenzi, aperta nel 1929 in Via Montenapoleone a Milano. Cuore pulsante dell’iniziativa sono stati la palestra del polo scolastico di Spiazzo - Istituto Comprensivo Val Rendena e il piazzale antistante gli edifici della Protezione civile. Se si trattasse di uno spettacolo i promotori potrebbero, a ragione, affermare: «Buona la prima». «Non possiamo che essere soddisfatti – ha sottolineato il presidente dell’associazione Olimpio Lorenzi – perché, nonostante fosse la prima edizione ha avuto

un bel riscontro sia in termini di passaggi che di apprezzamenti». A dimostrare il grande interesse suscitato dall’iniziativa stanno sicuramente le adesioni e gli attestati di stima raccolti dagli organizzatori con arrotini giunti

da molte regioni italiane –come ad esempio Lombardia, Friuli e Molise – e dall’estero - Australia, Stati Uniti e Europa. Momento clou del fine settimana è stata la grande sfilata che domenica, sulle note del Corpo

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Musicale di Vigo-Darè, ha attraversato il comune. Ad accompagnare gli arrotini e le loro mole, molti tra autorità e figuranti. Un plauso all’iniziativa è arrivato anche dal vescovo, monsignor Lauro Tisi che ha ricordato come «il senso di Comunità è un elemento molto importante perché permette di aiutarsi e sostenersi soprattutto in momenti come questi in cui l’indifferenza è sempre di più. Grazie quindi alla Trisa che, con questa iniziativa, riporta la Comunità al primo posto». Un modo inoltre per coronare il 60esimo anniversario dell’associazione, raggiunto nel 2015 «grazie alla collaborazione di tanti volontari, enti e associazioni – ha sottolineato il presidente Lorenzi - tra cui il Centro Studi Judicaria e la Pro Loco di Spiazzo che ci hanno creduto e si sono prodigati per ottenere questo risultato». «Una manifestazione da ripetere – gli ha fatto eco il sindaco di Spiazzo, Michele Ongari - perché è importante valorizzare questo nostro passato». Un evento infine, come ha aggiunto il vice presidente del Centro Studi Judicaria, Danilo Mussi «che affronta un tema a noi caro. Quello dell’emigrazione di tanti giudicariesi, all’estero ed in altre regioni d’Italia. Una professione inizialmente umile e dettata dalla povertà che, per alcuni, è diventata negli anni un lavoro redditizio e in grado di sostenere intere famiglie in Italia e fuori. Il Centro Studi in questi anni ha raccolto molto materiale e siamo


Foto O. Lorenzi

DAL TRENTINO

convinti che sia fondamentale conoscere, analizzare e riflettere su questo fenomeno. Mi piace inoltre ricordare che proprio Basilio Mosca aveva iniziato ad approfondire e fare ricerche su questo tipo di emigrazione e sulle sue caratteristiche, come ad esempio la lingua del Taròn». Non solo tradizione e folclore però, ad aprire la due giorni, sabato, sono stati infatti momenti di riflessione e di confronto che

hanno visto salire sul palco professionisti e studiosi provenienti da tutt’Italia per i convegni «Arrotini: passato, presente e futuro» e «Il futuro della professione», magistralmente presentati e condotti da Mario Malossini. Interventi di tipo storico e relazioni legate al vissuto personale e familiare dei relatori hanno scandito il primo incontro con un focus sulla situazione attuale e le iniziative messe in campo da artigiani di tutt’Italia per lavorare sul futuro. Il tutto non dimenticando l’iperbole attraverso cui la professione è passata da un lavoro umile a redditizio. Una situazione su cui si è soffermato il parterre di relatori del secondo incontro che ha permesso di fotografare le possibilità e le difficoltà a venire. Molto apprezzate anche le mostre allestite nella palestra inaugurate nella mattinata di sabato con il saluto del presidente de La Trisa, Lorenzi, del

sindaco di Spiazzo, Ongari e del vice presidente del Centro Studi Judicaria Mussi. L’onere e l’onore di entrare nel merito degli allestimenti è andato invece ad Aldo Lorenzi, Claudio Cominotti e Alessandro Togni. Infine, le premiazioni di alcuni dei moleti presenti tra cui il più

giovane, Massimo Lorenzi di Piacenza classe ‘84, il più anziano in attività Pietro Lorenzi di Piacenza del ‘44, il più anziano in pensione Biagio Mosca, del 1922 di Melbourne e il più lontano Pio Fedrizzi, anche lui proveniente da Melbourne – Australia. Jessica Pellegrino

Un evento ideato e promosso dall’associazione «La Trisa» L’evento è stato ideato dall’Associazione culturale «La Trisa» e organizzato in collaborazione con il Centro Studi Judicaria e la Pro Loco di Spiazzo. A supportarlo la Provincia Autonoma di Trento, la Regione oltre che la Comunità di Valle delle Giudicarie e le amministrazioni comunali della valle. Alla sfilata hanno partecipato il Corpo Musicale Vigo-Darè, il Gruppo Folk di Caderzone Terme, il Gruppo folkloristico Vecchia Rendena e il Gruppo «Li Castalàni – La Compagnia del Castél».

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Foto Mijkail

Foto L. Imperadori

Foto Mijkail

Foto L. Imperadori

Accanto ai due convegni (nella foto qui sopra uno scorcio della sala in cui si sono svolti) molto importante è stata anche la mostra allestita con il contributo dell’Associazione Judicaria, che riportava vecchie foto e documenti a confronto con i disegni e i lavori dei ragazzi delle scuole che hanno «scoperto» uno tra i mestieri che i propri padri hanno portato in tutto il mondo.


DAL TRENTINO ALCUNE RIFLESSIONI ISPIRATE DAL «PRIMO RADUNO INTERNAZIONALE» CHE SI È SVOLTO A SPIAZZO IN VAL RENDENA

Fiducia nella forza delle loro mani e in un mestiere proiettato al futuro

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ome riportato nelle due pagine precedenti, il 30 giugno e il 1° luglio si è tenuto a Spiazzo in Val Rendena il «Primo Raduno Internazionale degli Arrotini», organizzato dall’Associazione «La Trisa» in collaborazione con enti e istituzioni della valle, con l’intento di dare lustro a questo «mondo affascinante» diviso fra passato e futuro. Siamo nel 1800 quando dei caparbi «pionieri» rendeneri decisero che l’arte di affilare coltelli fosse un lavoro, che poteva essere svolto anche oltre i confini dove erano soliti spostarsi tramite le loro mitiche ed eroiche biciclette munite di mola. I mezzi di cui si muniva «el moleta», non a caso, sono esposti infatti sia al Deu-tsches Museum di Monaco che nell’analogo Museo a Londra, a rimarcare l’importanza del «simbolo» degli emigrati rendenesi o rendeneri nei luoghi dove si sono spostati per lavorare. Nell’Ottocento si partiva per necessità, sapendo quanto fosse importante anche per l’economia della Valle medesima che, poteva così contare sui risparmi inviati dai «moleta» ai loro paesi d’origine. Spinti dalla miseria e dalla fame sentivano doveroso raggiungere luoghi lontani per assicurare alla loro progenie un futuro. Del resto avendo imparato questo lavoro si poteva sapere quanto fosse «importante» anche altrove; pur continuando comunque a mantenere rapporti umani, di cui «i moleta» furono maestri, sia con la Valle che con altre realtà diverse dalla loro. Stati Uniti, Australia,

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Gli arrotini sono accomunati da spirito orgoglioso di appartenenza a terre aspre che hanno consentito di forgiare un carattere forte e fiero delle proprie origini tanto da essere da stimolo nell’affrontare percorsi «nuovi» e «faticosi»di vita. Londra,Germania, Svizzera furono i paesi dove decisero di trasferire le loro competenze. Ed alla prima emigrazione di Arrotini seguì una seconda a partire dal 1952 sino al termine degli anni sessanta per la stessa ragione , per le difficoltà di sempre legate a questa Valle come i pochi campi da coltivare, la fame, la povertà. Questi ultimi emigrati non trovarono però nessuno ad attenderli anche perché la stragrande maggioranza di chi era partito rientrò, per cui a differenza della prima ondata migratoria riscontrarono ulteriori difficoltà di inserimento in comunità per loro completamente estranee. Furono le preziose attività dei Circoli Trentino-Tirolesi, in particolare nel Nord America, a San Francisco in California come a New York, a costituire un nucleo di aggregazione importante per condurre una vita umanamente soddisfacente . Usarono mezzi diversi di spostamento, rispetto ai «pionieri», si servirono infatti di furgoni per svolgere pur sempre « in strada» il loro lavoro. In modo diverso e con attrezzature diverse e modalità, ora i coltelli si danno a prestito e settimanalmente vengono ritirati per essere affilati e rimpiazzati con altri perfetti all’uso. Può apparire dal punto di vista «umano» un rapporto con la clientela certamente meno diretto, ma questo non svilisce comunque il senso di «fiducia» riposto negli arrotini che da sempre si sono adeguati al mercato. Al vocìo dei ragazzini che curiosi si approssimavano alla «bici del moleta» anticipato dallo scampanellio, si sono sostituiti degli «ambulanti» professionisti del coltello, in grado ampliare le loro conoscenze aprendo un negozio con annesso laboratorio.

La loro proverbiale organizzazione sul territorio per quanto attiene il lavoro è testimoniata dalla costituzione, come ad esempio a Londra, della «Società Trentina degli Arrotini», una sorta di Sindacato a tutela dei diritti conseguiti in qualità di Artigiani. Un Sindacato che garantì il mantenimento della posizione assunta dagli Arrotini rendeneri nel sistema economico, dettato dalla competizione e competenza; due componenti essenziali nell’agire economico di categoria. A questo si aggiunge il rispetto fra gli arrotini «trentini», come la tutela del territo-rio, per cui regola principe: il non invadere un ambito già di competenza altrui sul territorio. The First Inter-

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Domenico Vidi, Londra, 1929

national Knife- Sharpener’s Meeting curato dall’Associazione Culturale « La Trisa» è stato introdotto dal suo presidente, Olimpio Lorenzi e a seguire gli interventi di Graziano Riccadonna, presidente « Centro Studi Judicaria» (dedita alla conservazione e trascrizione di documenti di archivio) nonchè dal sindaco di Spiazzo Rendena, Michele Ongari. Giuseppe Ferrandi , direttore del Museo Storico del Trentino, Enzo Giovanazzi Mondin proprietario della storica Coltelleria di Mortaso, e Sara Maganzini (inserita a pieno titolo nella compagine familiare di falegnameria)


Foto O. Lorenzi

DAL TRENTINO

hanno trattato del «passato» degli Arrotini. Eligio Ambrosioni, in rappresentanza degli Arrotini e Domenico Lettig, in rap-presentanza degli Arrotini della Val Resia in Friuli Venezia Giulia ( i quali si spostarono nelle varie Città dell’Impero Austro-ungarico, in Serbia e in Romania e vissero condizioni ed esperienze simili agli Arrotini della Val Rendena) sono intervenuti a trattare del «presente» . A conclusione Aldo Lorenzi Culinac , di stirpe di arrotini, che sino al 2014 ha gestito una Coltelleria a Milano in Via Montenapoleone, grazie alla «lungimiranza» del padre ha potuto svolgere questo lavoro con estrema competenza e dedi-zione. Andando «oltre» la semplice lavorazione con una sguardo al «futuro» di questa professione e con passione «estrema» , il quale allo «scampanellio» così soave ha sostituito una collezione di utensili taglienti di pregio. Parte di questa preziosa collezione è stata esposta in vetrina in occasione del Convegno. Splendidi manufatti di valore che hanno reso la Manifestazione unica nel suo genere. Dalle foto innumerevoli che ritraevano i visi, di un tempo, legati al lavoro di questi «pionieri» , nei vari luoghi dove si sono fermati, si desume quello «spirito» con cui hanno intrapreso questi viaggi partendo da questa «luminosità» della Valle per destinarla altrove. Spirito orgoglioso di appartenenza a terre aspre che hanno consentito di forgiare un carattere forte e fiero delle proprie origini tanto da essere da stimolo nell’affrontare percorsi «nuovi» e «faticosi»di vita. Il legame fra l’arrotino di oggi,

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di allora, e del futuro permea la consapevolezza di chi è legato a questo mondo di particolare «gratitudine» verso coloro i quali credettero nella forza delle loro mani , e seppero creare con maestria una professione proiettata al «futuro» che si fonda sul passato di Artigiani capaci e fieri della loro professione. Come a Frosolone in Molise, terra di lavorazione delle forbici e dei coltelli, la Val Rendena deve molto agli Arrotini viandanti che grazie ai lori risparmi con-sentirono persino investimenti tali da realizzare strutture alberghiere. Quelle stesse che oggi ospitano turisti di un certo rango. La storia di questa meravigliosa Vallata Alpina è stata descritta e disegnata anche dagli alunni delle Scuole della Valle, seguiti attentamente dai loro Insegnan-ti, e i loro lavori sugli Arrotini sono stati messi « sapientemente «in Mostra . A conferma che il legame e l’identità di una Valle con la propria «Storia» si mantiene nel tempo, per cui che il Primo Convegno Internazionale degli Arrotini sia stato organizzato proprio in Val Rendena altro non è se non il riconoscimento verso questa realtà estremamente vitale di questo modo di sentirsi parte di un mondo da sempre «affascinante». Roberta Sembenotti 6 - 2018


CULTURA INAUGURATA IL 13 LUGLIO L’ESPOSIZIONE RIMARRÀ APERTA FINO AL 14 OTTOBRE NEI LOCALI DI VIA BELENZANI

Alla Civica di Trento uno «spaccato» del cosmopolitismo dell’arte trentina

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na mostra che accorcia le distanze, un viaggio tra gli eterogenei linguaggi della cultura contemporanea, dalle arti visive alla letteratura, dal cinema alla musica, dall’architettura alla fotografia. È «Vicino. Non qui» l’esposizione estiva organizzata dal Mart nella sua sede di Trento, la Galleria Civica. Il progetto è stato ideato dall’artista trentino Luca Coser, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, con i curatori della Galleria Civica, Margherita de Pilati e Gabriele Lorenzoni. Allestimento e immagine coordinata del collettivo di architettura Campomarzio. Fino al 14 ottobre la Galleria Civica sarà un insolito deposito, un luogo di transito che ricorda i docks delle grandi città industriali che negli ultimi anni hanno attratto, oltre ai lavoratori tradizionali, sempre più professionisti della cultura e knowledge workers. Cosmopoliti per antonomasia, artisti e creativi costituiscono una community in continuo movimento, che si nutre di esperienze, luoghi, confronti generativi. La selezione ha portato all’individuazione di ventuno creativi, che offrono un’istantanea di una realtà certamente più ampia. Rilevante è stato il ruolo conoscitivo svolto da «ADAC», Archivio trentino Documentazione Artisti Contemporanei, che si conferma database affidabile nella ricerca riguardante gli artisti che abbiano un rapporto con il territorio trentino. Dodici gli artisti visivi a cui si aggiungono tre registi, un fotografo, un architetto, una cartoonist, uno stilista, un compositore,

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«Vicino. Non qui.» porta a Trento alcuni artisti trentini, di nascita o di origine, che hanno costruito la propria carriera internazionale in altri contesti territoriali, in Italia e all’estero. La Galleria Civica presenta le ricerche di chi si trova ad abitare «idealmente e fisicamente» in un altrove non solo geografico uno scrittore. Si tratta di grandi nomi della cultura internazionale: il regista Andrea Pallaoro presenta alcune sequenze estratte dai film Medeas, 2013 e Hannah, 2017, con cui ha riscosso grande successo di critica all’ultima Mostra del Cinema di Venezia; la documentarista Loredana Dordi, le cui opere “sono da considerare, senza ombra di dubbio, all’altezza della migliore produzione documentaristica europea degli ultimi trent’anni.” (C.A. Pinelli, La vita colta in flagrante. Breve storia del documentario, 2008), ha messo a disposizione Vite violate, un testo televisivo in due puntate che racconta le storie di violenza e umiliazione di giovanissime straniere vittime di tratta. Presente anche l’animatrice cinematografica e story artist Cinzia Angelini che ha lavorato nelle produzioni di film come Balto, i Minions e Cattivissimo me 3. Per la Civica, Angelini ha realizzato un video sul suo progetto più ambizioso: Mila, un cortometraggio che racconta la vita di una bambina durante il bombardamento di Piazza Duomo a Trento del 1944. Il film è frutto del lavoro di una squadra di volontari composta da trecentocinquanta professionisti

Tutte le foto sono di Jacopo Salvi.

dell’animazione provenienti da trentacinque paesi. L’architetto Fabrizio Barozzi, vincitore del Mies van der Rohe Award 2015, il prestigioso premio dell’Unione Europea per

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l’architettura contemporanea, ha selezionato per la mostra cinque tra i suoi progetti più noti e conosciuti. Il fotografo Antonello Veneri, autore di reportage e pubblicazioni fotografiche per La Repubblica, National Geographic, Le Monde, El Pais, Il Corriere della Sera, allestisce una suggestiva sequenza cromatica, costituita da trentasei tra le sue immagini più significative. Anna de Manincor, video artista e regista che nel 2003 ha esposto alla Biennale di Venezia, propone il video La valle, nel quale indaga il tema della casa, della permanenza e della partenza. Lo scrittore Giacomo Sartori, lo stilista Giancarlo Ferrari e il compositore Matteo Franceschini hanno realizzato dei lavori site specific che in Galleria suggeriscono un insolito dialogo tra diversi linguaggi culturali. Attraverso medium e ricerche differenti, dodici artisti visivi presidiano il fronte dell’arte contemporanea. La grande tessitura di alluminio dal titolo Ultima cena di Carmelo Arnoldin (foto in alto sulla pagina a fianco) è posta in dialogo con Last, l’opera di Valentina Miorandi, realizzata appositamente per la mostra, che tratta la medesima tematica. Veronica de Giovanelli e Piermario Dorigatti scelgono la pittura di paesaggio e presentano grandi tele nelle quali si intersecano valori cromatici e forza gestuale. Micol Grazioli e Flavio Marzadro si misurano con la scultura contemporanea, non rinunciando


CULTURA

Nomi e ambiti di attività dei ventuno artisti Cinzia Angelini (Los Angeles - USA) cinema d’animazione Carmelo Arnoldin (Toronto - Canada), artista Fabrizio Barozzi (Barcellona - Spagna), architetto Marco Dalbosco (Berlino - Germania), artista Veronica de Giovanelli (Bruxelles - Belgio), artista Anna de Manincor ZimmerFrei (Varignana/Bologna), regista e video artista Loredana Dordi (Roma), regista documentarista Piermario Dorigatti (Milano/Bologna), artista Giancarlo Ferrari (Milano), stilista Matteo Franceschini (Parigi - Francia), compositore e musicista a un marcato impegno di stampo ambientalista e sociale. Matteo Peterlini e Matteo Rosa rielaborano il genere della fotografia di paesaggio attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Rafael Pareja, Mariella Poli e Gino Tavernini propongono dei lightbox che sottolineano gli snodi cruciali del percorso espositivo: Pareja è uno dei primi artisti in Italia a interessarsi all’arte digitale e, appena ventiseienne, realizza l’opera Love me, esposta nella rassegna Fuori Uso 99, a cura di Ludovico Pratesi; Poli esplora un ex stabilimento industriale, la fabbrica ex Montecatini di Mori, oggi in stato di abbandono; GinoTavernini, in maniera dissacratoria, offre una visione splendidamente estetizzante del

tema della morte. Nati tra il 1943 e il 1989, gli autori vivono e operano in Belgio, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna, Svezia, Brasile, Canada, Stati Uniti e

Micol Grazioli (Marsiglia - Francia), artista Flavio Marzadro (Salvador di Bahia - Brasile), artista Valentina Miorandi (Londra - GB/Palermo), artista Andrea Pallaoro (Los Angeles - USA), regista cinematografico Rafael Pareja (Roma), artista Matteo Peterlini (Berlino - Germania), artista Mariella Poli (San Francisco - USA), artista Matteo Rosa (Malmö - Svezia), artista Giacomo Sartori (Parigi - Francia), scrittore Gino Tavernini (Hannover - Germania), artista Antonello Veneri (San Paolo - Brasile), fotoreporter

hanno tutti partecipato a rassegne e manifestazioni internazionali. I lavori in mostra restituiscono uno spaccato fatto da una molteplicità di tecniche e di linguaggi. Ne risulta un racconto a più voci, che

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svela l’eterogeneità di identità ed esperienze creative. Scrive Luca Coser nel testo in catalogo di prossima pubblicazione: “Ci siamo imposti di trascurare la distanza, il distacco, immergendoci nei dettagli, nelle storie, nelle biografie, così che l’immagine di insieme è risultata infine il farsi di un racconto, o meglio di molti racconti tra loro diversi accostati di fianco uno all’altro. Non il primo sguardo sulle cose ma uno sguardo ricostruito, reinventato come la memoria che ricostruisce le nostre esperienze, narrato, non cercando similitudini ancestrali ma applicando la condizione minima per cui una narrazione possa definirsi tale, ovvero, che due persone si dicano qualcosa rispetto a un fatto vero o immaginato”.

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ELEZIONI

Domenica 21 ottobre 2018 si vota per l’elezione del Consiglio Provinciale di Trento e del Presidente della Provincia. Questi i criteri e le modalità per la concessione dei sussidi agli elettori residenti all’estero che rientrano per votare Prendendo spunto dall’allegato alla deliberazione della Giunta provinciale di Trento n. 709 del 27 aprile 2018, disponibile sul sito www.mondotrentino.net (sul quale è possibile leggere il testo completo) pubblichiamo le principali informazioni di interesse REQUISITI PER L’AMMISSIONE AL SUSSIDIO Hanno diritto di ottenere un sussidio i cittadini residenti all’estero per motivi di lavoro, iscritti nelle liste elettorali dei comuni per l’elezione del Presidente e del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, che ricadano in una delle seguenti categorie: a) lavoratori dipendenti, autonomi o che svolgono un’attività libero-professionale, secondo la legislazione del paese di residenza all’estero; b) pensionati con pensione maturata, almeno parzialmente, con attività lavorativa svolta all’estero; c) coniugi e figli a carico dei cittadini di cui alle precedenti lettere. Gli elettori indicati alle lettere a), b) e c) devono essere rimpatriati per esercitare il diritto di voto in occasione delle elezioni del Consiglio provinciale e del Presidente della Provincia di Trento. Sono considerati rimpatriati per esercitare il diritto elettorale attivo per le elezioni provinciali i cittadini che siano rientrati successivamente al trentesimo giorno antecedente quello della votazione e siano espatriati non oltre il quarantacinquesimo giorno successivo a quello della votazione. L’effettiva permanenza in provincia non deve superare complessivamente trenta giorni, per i cittadini provenienti da paesi europei e sessanta giorni per quelli provenienti da paesi extra-europei. Qualora i termini di permanenza non risultino dalla documentazione di viaggio, l’elettore - all’atto della riscossione del sussidio - deve dichiarare l’effettiva durata del soggiorno in territorio provinciale.

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ENTITÀ DEL SUSSIDIO L’entità del sussidio concesso a titolo assistenziale agli elettori residenti all’estero è riportata nella tabella a fianco. Gli elettori residenti all’estero in Paese europeo, purché residenti in località che distino almeno 500 chilometri da Trento, possono chiedere, in alternativa ai rimborsi indicati alle lettere da a) a d), un rimborso del 50 per cento delle spese di viaggio in aereo. Gli elettori residenti all’estero in Paese europeo in località che distino almeno 500 chilometri da Trento e che optino per il rimborso del 50 per cento delle spese di viaggio, nonché gli elettori provenienti da Paesi extraeuropei, hanno titolo al rimborso del costo del biglietto di viaggio, nella misura indicata, se è documentato che il biglietto è riferito alla classe turistica per il trasporto aereo e alla seconda classe per il trasporto ferroviario o marittimo.

a) Euro 77,46 se provenienti da Austria (limitatamente a Tirolo e Vorarlberg), Liechtenstein, Svizzera; b) Euro 103,29 se provenienti da Austria (escluso Tirolo e Vorarlberg) e Germania (limitatamente a Baviera e BadenWürttemberg); c) Euro 154,93 se provenienti da altri Paesi dell’area europea, compresa la Germania (esclusi Baviera e BadenWürttemberg), ad eccezione di Finlandia, Inghilterra, Irlanda, Islanda, Norvegia, Svezia; d) Euro 206,58 e provenienti da Finlandia, Inghilterra, Irlanda, Islanda, Norvegia, Svezia;

MODALITÀ DI EROGAZIONE Gli interessati potranno rivolgersi servizio di economato dei Comuni esclusivamente il giorno stesso della votazione o nei due giorni seguenti. La qualità di residente all’estero per motivi di lavoro dovrà essere accertata dall’anagrafe o, qualora ivi non risultasse, sarà dichiarata dall’interessato con dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Al fine di ottenere il rimborso alternativo delle spese di viaggio aereo, l’elettore deve inoltre dichiarare di risiedere all’estero in paese europeo in località distante più di 500 chilometri da Trento. I sussidi saranno erogati, anche in deroga ai limiti previsti dai regolamenti comunali sul servizio di economato,

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e) 50 per cento delle spese di viaggio in nave, treno ed aereo se provenienti da Paesi extraeuropei.

direttamente all’interessato, il quale ne rilascerà ricevuta, su presentazione: - del documento di ammissione al voto, munito del bollo dell’ufficio elettorale di sezione presso il quale è stato espresso il voto, per tutti gli elettori residenti all’estero; - del biglietto di viaggio, per gli elettori provenienti da paesi extra-europei nonché per quelli provenienti da paesi europei, residenti in località distanti almeno 500 chilometri da Trento e che optino per il rimborso delle spese di aereo.


CALENDARIO 10 giugno C.T. Como (IT): Festa della Primavera

22 luglio C.T. Montreal (CA): picnic annuale

9-16 giugno C.T. Centre&Borinage (BE): viaggio in Trentino ad Andalo

24 luglio C.T. Buenos Aires (AR): Te in compagnia per festeggiare il giorno dell’amico

15-17 giugno C.T. Piracicaba (BR): 11° Festa del Vino C.T La Plata (AR): in occasione del 82° anniversario del circolo 7° esposizione di pittura, artigianato e porcellana

28 luglio C.T. Taio (BR): Festa del Vino artigianale con la partecipazione della banda “Ragazzi dei monti” C.T. Buenos Aires (AR): incontro corale tra il coro “San Vigilio” della Famiglia trentina di Rafaela e il “CoralTrentino” del CT Buenos Aires

18 - 23 giugno C.T. Bento Gonçalves (BR): 3° Festival del cinema di Bento Gonçalves

28 - 29 luglio A Melbourne (AUS): incontro dei presidenti dei Circoli Trentini dell’Australia

20 giugno C.T. Toronto (CA): proiezione del film italiano “Il Premio” con rinfresco nella sede del Circolo

28 - 30 luglio A Berlino e Amsterdam, interviste per il progetto “Ndovat - laboratorio creativo di ricerca sulla nuova emigrazione trentina”

22 giugno C.T. Jaragua do Sul (BR): notte di risotto 23 giugno C.T. Bento Gonçalves (BR): cena “Pampa pietà” C.T. Toronto (CA): Torneo annuale di golf

29 luglio C.T. Toronto (CA): Picnic annuale C.T. Rodeio (BR): Ballo in maschera con la partecipazione del gruppo Folk C.T. Villa Regina (AR): quarto incontro del ciclo culturale “Italia, celebrità, arte e musica” in collaborazione con l’Agenzia consolare onoraria d’Italia e l’Università del Rio Negro

23 giugno - 1 luglio C.T. Santa Teresa (BR): XXVII Festa dell’Immigrante italiano 24 giugno C.T. Villa Regina (AR): terzo incontro del ciclo culturale “Italia, celebrità, arte e musica” in collaborazione con l’Agenzia consolare onoraria d’Italia e l’Università del Rio Negro

4 agosto A Joinville (BR): incontro del Gruppo giovani trentini Brasiliani

28 giugno C.T. Stivor (BIH): 9° Festival Nazionale delle Minoranze

4-5 agosto C.T. Readsboro (USA): picnic annuale

30 giugno C.T. Buenos Aires (AR): Incontro corale tra il Coral del Huerto e Coral Trentino

2- 13 agosto Visita delegazione dei soci ai circoli trentini di USA e Canada (Cleveland, Windsor-Detroit, Toronto, Solvay e New York)

30 giugno - 1 luglio A Spiazzo Rendena (IT): primo raduno internazionale degli arrotini

3-5 agosto A Cleveland (USA): 23° convention Ittona

1 luglio C.T. Villa Regina (AR): pranzo di San Vigilio C.T. Santa Rosa della Pampa (AR): pranzo sociale

8 agosto A Cadine, incontro d’estate dei Circoli Trentini d’Italia e d’Europa

7-9 luglio Ad Altavalle (Val di Cembra), Festa provinciale dell’emigrazione

12 agosto C.T. Montevideo (UY): Festa per il giorno del bambino

8 luglio C.T. Denver –Colorado (USA): incontro mensile C.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale C.T. La Plata (AR): teatro “En el país del nunca más: escenas Argentinas”

18 agosto C.T. Salete (BR): XXII Festa del Pollo C.T. Seattle (USA): Polenta Picnic 18 – 19 agosto C.T. Piracicaba (BR): Festa dell’Immigrazione

8 - 9 luglio C.T. La Plata (AR): 2° laboratorio di canti tradizionali italiani

7-9 settembre A New York (USA): incontro giovani trentini

13 luglio C.T. Presidente Getulio (BR): cena italiana C.T. Jaragua do Sul (BR): 28° festa italiana

8 settembre Costituzione del Circolo Trentino di Regno Unito 10-16 settembre C.T. Rodeio (BR): La Sagra

20 e 27 luglio C.T. Carmelo (UY): lezioni di artigianato a cura della prof. Maria Bardier 21 luglio C.T. Montevideo (UY): Festa della Polenta

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19-21 ottobre Convegno EZA – UNAIE “Nuove forme di lavoro e mobilità europea”

6 - 2018


La sfilata che ha concluso la «Festa provinciale dell’emigrazione 262018 » si è svolta a Grumes (articoli da pagina 1 a pagina 5) 6 - 2018


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