Luglio 17

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

7/2017

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 60°

Foto di gruppo con i partecipanti alla prima «Trentini Youth Convention» che si è svolta a Toronto (Canada) dal 28 al 30 luglio 2017


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 5 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

- 1 circolo


EDITORIALE

Pagine 2-3 CELEBRAZIONI DELL’8 AGOSTO Pagina 4 INCONTRO DEI CIRCOLI DI SANTA CATARINA E PARANÀ Pagine 5-8 LA PRIMA «TRENTINI YOUTH CONVENTION» DI TORONTO Pagina 9 GENTE E FATTI Pagine 10-11 FOREVER TRENTINI Pagine 12-13 «60 ANNI D’EUROPA» Pagine 14-15 SIMPOSIO INTERNAZIONALE SU p. ANGELO CONFALONIERI Pagine 16-21CIRCOLI (Buenos Aires, Villa Regina, Carmelo, Piracicaba, Presidente Getulio, Toronto) Pagine 22-23 DAL TRENTINO (Il Festival «Contavalle»)

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. ZorzI Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 7 LUGLIO 2017 Stampato il 5 settembre 2017

In copertina: il gruppo che ha dato vita alla «Trentini Youth Convention» di Toronto.

NEL CORSO DEL TEMPO SONO CAMBIATE LE CONDIZIONI MA NON LA LORO SOSTANZA

Emigrazione e lavoro sono facce della stessa medaglia

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el mese di luglio sull’altopiano della Vigolana si è svolta la Festa dell’Emigrazione. Un mese dopo a Faver si è celebrata la Giornata del Sacrificio del Lavoro italiano nel Mondo: sono state due manifestazioni belle ed interessanti che, pur diverse tra loro, hanno mostrato le due facce della stessa medaglia, realizzata dalla sintesi del lavoro con l’emigrazione. La festa di luglio ha messo in luce una faccia della medaglia: quella legata al mondo dell’emigrazione. Ci sono stati incontri, testimonianze e riflessioni sui fatti e gli avvenimenti che, a partire dalla fine dell’800, hanno determinato il grande esodo dei trentini verso terre lontane e poco conosciute. Ne è uscito un quadro spesso tragico e a volte molto crudo di un’epopea che ha coinvolto migliaia di persone e di famiglie trentine nella drammatica ricerca di un lavoro in grado di toglierli dalla miseria e dalla povertà. Oggi le condizioni sociali ed economiche del Trentino sono ben diverse da quelle di un tempo, ma nonostante ciò non si può dire che il fenomeno dell’emigrazione sia stato sradicato. Ovviamente la situazione attuale e quella di fine ‘800 non sono paragonabili e per avere un riscontro è sufficiente pensare, ad esempio, a come si viaggiava allora, ammassati per settimane e settimane su bastimenti spesso precari, al confronto di come ci si sposta oggi da un capo all’altro del mondo, comodi ed in poche ore. E se non bastasse, basta considerare come una volta si partiva senza sapere bene cosa si sarebbe trovato al di là dell’oceano, mentre oggi basta un click sulla tastiera del computer per conoscere qualsiasi cosa in tempo reale relativamente all’ambiente , ai sistemi del lavoro, agli usi, costumi e abitudini locali. C’è però una cosa che è rimasta immutata nel tempo ed è la motivazione per cui si parte: la ricerca di un lavoro che consenta di costruirsi una vita migliore. Se oggi la maggiore conoscenza e la velocità delle comunicazioni possono facilitare

Adesso come in passato si parte alla ricerca di un’occupazione che consenta di mettere a frutto i propri talenti e costruirsi un futuro migliore, con la speranza di poterla svolgere con dignità

Foto esposta nella mostra «Sottoterra»

SOMMARIO

l’emigrazione, rimangono invece inalterati i sentimenti di nostalgia e di abbandono dovuti al distacco dagli affetti, dalla casa e dalla rottura con le abitudini e con i comportamenti usuali. La festa di agosto ha messo in luce l’altra faccia della medaglia: quella legata al tema del lavoro. Anche in questa occasione ci sono stati incontri e narrazioni che, partendo dal disastro minerario avvenuto 61 anni fa a Marcinelle in Belgio dove morirono 262 persone, hanno consentito di approfondire i legami esistenti tra il mondo del lavoro e quello dell’emigrazione. Un tempo chi lasciava la propria terra per andare alla ricerca di un lavoro si poteva portare appresso il valore della propria determinazione e la forza delle proprie capacità fisiche e manuali. Queste erano le qualità richieste prevalentemente da chi offriva lavoro e per questo il più delle volte si era costretti ad affrontare enormi sacrifici e spesso si dovevano subire parecchie umiliazioni. Per avere un’idea di tutto ciò, basti pensare alla disumana fatica richiesta nell’opera di bonifica delle pericolose e sconosciute foreste sudamericane per ricavare, giorno dopo giorno, qualche metro di terra coltivabile. Oppure basta immaginare

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le enormi difficoltà e lo sforzo brutale che i minatori, sepolti a mille metri sotto terra, dovevano compiere quotidianamente per strappare alla roccia qualche sacco di prezioso carbone. Chi parte in questi tempi – almeno per la grande maggioranza dei casi – non è più obbligato a sottostare a questo tipo di sofferenze fisiche, sebbene ancora oggi il prezzo del lavoro richieda un tributo altissimo di vite umane, così come troppo spesso ci ricordano le cronache. Con il trascorrere del tempo, le due facce della medaglia hanno forse potuto cambiare nella forma, ma non hanno certamente potuto mutarne la sostanza. Oggi fortunatamente questo rapporto è notevolmente cambiato e potrebbe ulteriormente migliorare se solo si ascoltassero le parole di buonsenso degli uomini saggi: Ieri Confucio diceva «scegli il lavoro che ami e non lavorerai un giorno in tutta la tua vita». Circa 2500 anni dopo papa Francesco dice «non devono esserci poveri e non c’è peggiore povertà di quella che priva l’uomo della dignità del lavoro»«. Anche in questo caso la possibilità di scegliere un lavoro e la possibilità di poterlo svolgere con dignità costituiscono le due facce della stessa medaglia. Alberto Tafner 7 - 2017


AGENDA IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO PER RICORDARE MARCINELLE SI SVOLGE OGNI ANNO IN UNA LOCALITÀ DIVERSA DEL TRENTINO

«Incontro estivo» in Val di Cembra per i Circoli d’Italia e d’Europa

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n occasione dell’8 agosto, Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, l’Associazione Trentini nel mondo ha organizzato come ogni anno il consueto Incontro d’Estate dei Circoli Trentini d’Italia e d’Europa. Quest’anno l’incontro si è svolto a Faver, in valle di Cembra, dove una settantina di persone provenienti dai diversi sodalizi trentini, soci e simpatizzanti dell’associazione hanno potuto partecipare a una intensa giornata organizzata grazie all’impegno e alla disponibilità del Comune di Altavalle. Il ritrovo la mattina alle nove si è aperto con il saluto del Sindaco Matteo Paolazzi che ha accolto i presenti. Poi la Banda San Valentino ha suonato qualche pezzo che ha aiutato tutti quanti a svegliarsi per bene e a entrare nello spirito giusto per affrontare una mattinata piena di interventi e di attività. Dopo questa introduzione musicale la giornata è entrata nel vivo grazie alla conduzione di Tommaso Pasquini che ha diretto e animato la mattinata, coordinando gli interventi e coinvolgendo il pubblico che ha partecipato attivamente con testimonianze, considerazioni e domande. Il presidente Tafner ha introdotto i lavori ricordando gli emigrati Trentini di ogni epoca e le loro peripezie alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliore, da quanti

hanno affrontato il mare per attraversare l’oceano a fine del XIX secolo ai giovani di oggi in viaggio alla ricerca di prospettive che in Italia non trovano, senza dimenticare quanti hanno lasciato la vita e la salute sul fondo delle miniere e nelle fabbriche dell’Europa e del mondo. Anche il Presidente del Consiglio Provinciale, Bruno Dorigatti, la rappresentante della Consulta dell’Emigrazione Lucia Maestri e il presidente della Comunità della Valle di Cembra Simone Santuari hanno partecipato con interesse all’incontro e hanno

portato il saluto delle istituzioni, offrendo anche il loro contributo ricordando le fatiche dei lavoratori e la lunga lotta per migliorare le condizioni di lavoro e i rischi che ancora oggi i lavoratori soffrono a causa di un’economia avida di profitto. Aldo Degaudenz ha poi chiuso le commemorazioni per le vittime del lavoro italiano nel mondo rievocando alcuni dei più gravi disastri occorsi agli emigrati Italiani, dai disastri minerari di Marcinelle (Belgio 1956), di Dawson (USA – New Mexico 1916 e 1923) e Monongah (USA 1907), ai nau-

fragi delle navi transatlantiche con centinaia di migranti italiani inghiottiti dall’Oceano Atlantico, fino alla catastrofe nel cantiere di Mattmark (Svizzera - 1965). Un doveroso e sentito ricordo è stato infine dedicato alla memoria di Remo Savoi, nato a Faver e caduto sul lavoro nelle miniere del Belgio a 38 anni nel 1962. In sua memoria nell’atrio del municipio è stata allestita una piccola mostra con fotografie e giornali dell’epoca che i presenti hanno visitato con interesse e commozione. Il ricco programma della mattinata è continuato con la presentazione del progetto «Le nostre radici ai fornelli» realizzato dal gruppo Donne Chef del Trentino in collaborazione con l’Associazione Trentini nel mondo. Grazie alla preziosa partecipazione dei Circoli Trentini il Gruppo Donne Chef sta raccogliendo e studiando le ricette della tradizione trentina utilizzate dai nostri trentini all’estero. Nei nuovi paesi, infatti, le nonne e le mamme conservano un ricchissimo patrimonio di ricette tradizionali che vengono tramandate di generazione in generazione. Le differenze di clima, di cultura alimentare, di ingredienti e strumenti disponibili hanno però costretto i trentini ad «adattare» le ricette al nuovo contesto di residenza realizzando creazioni nuove ed originali Dopo l’interessante presenta-

Il saluto del sindaco del Comune di Altavalle, Matteo Paolazzi.

Il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti.

Lucia Maestri, della Consulta provinciale dell’emigrazione.

Simone Santuari, presidente della Comunità di Valle.

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Le iniziative organizzate dalla Trentini nel mondo l’8 agosto per celebrare la «Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo» si sono svolte quest’anno nel comune di Altavalle

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AGENDA

zione le Chef Emanuela Casagranda e Serena Romeo hanno anche offerto una dimostrazione dal vivo preparando e offrendo ai presenti dei deliziosi grostoli preparati secondo due differenti ricette: una tradizionale ricetta «trentina-trentina» e una altrettanto tradizionale ricetta «trentina-brasiliana» raccolta presso il Circolo di Rio dos Cedros. I partecipanti all’incontro hanno apprezzato molto entrambe, sia quella più conosciuta che quella esotica, arricchita con cannella e noce moscata. L’intermezzo alimentare ha rinvigorito i partecipanti che nella seconda parte della mattinata hanno assistito alla presentazione dell’ente di promozione turistica dell’Altopiano di Piné e Valle di Cembra che ha presentato attraverso un filmato e le parole della presidente, Maria Pia Dall’Agnolo, le attrazioni e le caratteristiche del territorio. La presidente, tra l’altro, si è sentita particolarmente coinvolta dall’incontro in

È stato presentato il progetto «Le nostre radici ai fornelli» curato dal gruppo «Donne Chef del Trentino», con il quale si intende analizzare come le ricette della cucina tradizionale sono state tramandate, modificate e adattate dalle comunità di origine trentina in giro per il mondo quanto figlia e nipote di minatori emigrati in Belgio. La presentazione è stata inoltre «incorniciata» da due toccanti interventi poetici: Maria Grazia ha recitato una sua poesia dal titolo «Faver» dedicata al paese di Faver in cui rievoca le sue impressioni di bambina quando con i genitori tornava da Milano, dove lavoravano, a visitare il paese d’origine. Maria Rosa Andreatta, originaria di Segonzano, ha recitato invece una poesia dialettale intitolata «La valis» dedicata all’immancabile compagna di ogni emigrante. Al termine della mattina c’è stato ancora tempo per alcuni

interventi e considerazioni da parte dei presenti che hanno voluto lasciare una traccia delle loro memorie o un personale ricordo delle storie di emigrazione e della storia dell’Associazione. Dopo tanto lavoro, il pranzo è giunto graditissimo, sotto il tendone allestito nella piazza della chiesa ed addobbato con i labari dei Circoli Trentini e le bandiere del Belgio. Una lunga tavolata ha accolto tutti quanti per gustare il pranzo davvero delizioso preparato dalle Donne Rurali: il menù comprendeva un antipasto di salumi locali, gnocchi al pomodoro e alle sarde, «capusi», coniglio e «patugo», quest’ultimo un piatto tipico della tradizione gastronomica cembrana a base di patate, zucchine e fagiolini. Infine lo strudel fatto in casa e l’immancabile caffè. Per concludere in bellezza

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mancava solo un bicchierino di grappa che aiutasse la digestione, così tutto il gruppo si è trasferito alla distilleria Pilzer per una degustazione guidata allietata dallo spettacolare panorama che si gode dalla sala vetrata e dalle voci del coro «Ghera ’na volta” che ha accompagnato con alcuni canti la chiusura di questa bella giornata (della proiezione di due documentari che ha concluso la giornata, ne parliamo a pagina 20) Dopo i saluti e un sicuro arrivederci all’anno prossimo in una nuova località del Trentino per la commemorazione dell’8 agosto, un grande e doveroso ringraziamento al Comune di Altavalle, al nostro socio Pio Rizzolli e a tutte le persone e i gruppi che hanno contribuito a rendere questa giornata davvero coinvolgente e ricca.

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AGENDA L’«INCONTRO DEI CIRCOLI TRENTINI DI SANTA CATARINA E PARANÀ» (BRASILE) SI È SVOLTO DAL 19 AL 20 AGOSTO A JARAGUÀ DO SUL

Due giorni di discussione e riflessione sul ruolo attuale e futuro dei Circoli «L’organizzazione dell’evento è stata perfetta e questo ha posto le condizioni perché anche il clima del seminario fosse produttivo e cordiale; le persone si sono sentite bene e ben accolte, hanno partecipato con piacere ai diversi momenti culturali, di lavoro e di convivialità e sono emerse molte idee interessanti»: con queste parole il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner in una lettera inviata agli organizzatori (Giuliano Berti e Simone Sehnem), ha sintetizzato il bilancio più che positivo dell’incontro dei Circoli trentini degli stati di Santa Catarina e Paranà, in Brasile, che si è svolto a Jaraguà do Sul (Santa Catarina), dal 19 al 20 agosto. Per i circa settanta partecipanti, in rappresentanza di ventiquattro Circoli, i lavori sono iniziati nella mattinata di sabato 19 agosto, con gli interventi di saluto del presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner, del presidente del Circolo Trentino di Jaraguà do Sul, José Dalmarco Filho, e della Coordinatrice generale dei Circoli trentini in Brasile, Irace-

ma Moser. Sono seguite le relazioni del prof. Andrea Leonardi, dell’Università di Trento, sul tema «Fine di un’epoca, inizio di una nuova realtà. Le motivazioni e le conseguenze economiche della Prima Guerra Mondiale in Europa e nell’area trentino tirolese» (foto qui sopra) e quella del consigliere della Trentini nel mondo, Paolo Rossi, intitolata «Trentino oggi, prospettive economiche oltre la crisi». Nel pomeriggio i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi di lavoro, nei quali sono stati discussi altrettanti iportatnti argomenti: «Ruolo e significato dei Circoli

Trentini nei contesti in cui sono inseriti», «I Circoli Trentini e le relazioni con l’Italia e il Trentino: in quali campi e in che modo» e «Circoli, giovani e volontariato: volontà di rinnovamento, disponibilità di tempo e assunzione di responsabilità». Le conclusioni dei singoli gruppi sono state poi illustrate e discusse in una sessione plenaria. Domenica 20 agosto i rappresentanti della Trentini nel mondo hanno presentato il piano operativo dell’Associazione per l’anno in corso. Poi la parola è passata ai Circoli, che hanno così avuto l’opportunità di illustrare le loro

L’apertura dell’incontro (da sinistra): Francesco Bocchetti (direttore della Trentini nel mondo); Simone Sehnem (Coordinatrice dei Circoli trentini di Santa Catarina Sud); Paolo Rossi, membro di giunta della Trentini nel mondo; Silvia Regina Toassi Kita, direttrice dell’Archivio Storico di Jaraguà do Sul; Pedro Anacleto Garcia, Presidente del Consiglio Comunale di Jaraguà do Sul; Alberto Tafner,

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singole realtà e la loro attività. Per la Trentini nel mondo erano presenti all’incontro il presidente Alberto Tafner, il direttore Francesco Bocchetti e Paolo Rossi., componente della giunta Il programma della trasferta in Brasile della delegazione della Trentini nel mondo, prevedeva anche la visita anche ai Circoli trentini di São Bento do Sul e Blumenau. L’incontro ha avuto un prologo nella serata di venerdì 18 con la messa in scena da parte della Filodrammatica San Martino di Fornace dello spettacolo teatrale intitolato «Viagio di Sol Andata».

presidente della Trentini nel mondo; il prof. Andrea Leonardi, dell’Università di Trento; Alceu Lenzi, Consultore della Provincia di Trento per il Brasile; Giuliano Berti (Coordinatore del Circoli trentini di Santa Catarina Nord e Paranà); José Dalmarco Filho (presidente del Circolo trentino di Jaraguà do Sul); Iracema Moser Cani (Coordinatrice generale dei Circoli trentini del Brasile).

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GIOVANI ALL’INCONTRO HANNO PRESO PARTE ANCHE SABINA CORRADINI E ILARIA TURCO DELLA TRENTINI NEL MONDO

Prima «Trentini Youth Convention» dei giovani di Stati Uniti e Canada

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l 28 luglio l’appuntamento per i giovani tra i 18 e i 35 anni del Nord America era alle 14 al Club Trentino di Toronto (Canada), per dar vita alla «Trentini Youth Convention». Idea nata sull’entusiasmo dell’esperienza di «Blueprint» tenutosi l’anno scorso in Wyoming, ha avuto come organizzatori e promotori i giovani del Club di Toronto (Luciano Davero, Stephanie Corazza, Joseph Tanel e Sage Franch), e ha chiamato giovani delegati da New York, Philadelphia, Montreal e Vancouver. Le attività si sono svolte presso il Tyrolean Village - Collingwood nella zona delle Blue Mountain, in due chalet autogestiti, dove i ragazzi si sono occupati di tutto, dal cucinare al pulire. In rappresentanza della Trentini nel mondo, per dare supporto nelle questioni amministrative e alle attività culturali, all’incontro residenziale hanno preso parte anche Sabina Corradini e la sottoscritta, Ilaria Turco.

L’iniziativa, che si è svolta dal 28 al 30 luglio presso il Tyrolean Village a Collingwood, nella zona delle Blue Mountain in Canada, ha avuto come promotori e organizzatori i giovani del Circolo di Toronto: Luciano Davero, Stephanie Corazza, Joseph Tanel e Sage Franch. I partecipanti sono arrivati da New York, Philadelphia, Montreal e Vancouver La convention è iniziata il venerdì pomeriggio con un sano spuntino a base di pizza nella sede del Club, dove i ragazzi hanno potuto vedere il bellissimo murales di Paola De Manincor e ammirare i disegni delle chiese dei comuni trentini da cui provengono i membri del Circolo. Gli organizzatori hanno illustrato il programma e David Corazza, presidente del Circolo, dopo aver raccontato la storia del club, ha tenuto un discorso di incoraggiamento per il meeting, sottolineando l’im-

portanza di essere membri attivi della comunità e l’importanza di saper lavorare in gruppo per raggiungere il benessere della collettività. È stato brevemente spiegato perché la Trentini nel Mondo e l’Ufficio Emigrazione della Provincia credono in questo progetto, complimentandosi con gli organizzatori per l’impegno dimostrato e con i partecipanti per la voglia di mettersi in gioco ed essere membri attivi della comunità. Saltati su un pulmino delle

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scuole elementari noleggiato per l’occasione, i ragazzi hanno percorso i 150 chilometri che li separavano dalle Blue Mountain, chiacchierando e conoscendosi. Preso possesso delle camere, in due chalet adiacenti immersi nel verde, i ragazzi si sono riuniti nella sala comune per dare inizio alle attività. Ognuno si è presentato, e ha raccontato la propria storia familiare e le difficoltà affrontate dagli avi durante il primo periodo dell’emigrazione. I ragazzi erano completamente coinvolti ora nel racconto, ora nell’ascolto, mostrando una forte sensibilità verso il passato e le loro origini, consapevoli degli sforzi fatti da nonni e bisnonni. Molti hanno parlato dei paesi di origine (talvolta visti solo su vecchie foto o esplorati virtualmente con google map) con amore, curiosità, e tutti hanno manifestato il desiderio di  CONTINUA A PAG. 6

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 CONTINUA DA PAG. 5 poterli visitare o rivedere. Nelle loro parole si sente la voglia di conoscere la terra dei loro avi e la gente che la abita oggi. Non senza momenti di commozione, hanno portato oggetti come testimonianza del passato: una fibbia di cintura della divisa da soldato, un cappello da schützen, un vecchio passaporto, un campanaccio, una chiave della casa dei nonni che ormai nessuno sa più cosa dovesse aprire. Durante la serata hanno parlato delle realtà dei Circoli, delle loro città ed infine sono giunti a parlare delle diverse difficoltà trovate durante i primi anni di emigrazione dai loro avi tra Stati Uniti e Canada, e le loro difficoltà oggi come “italiani” in Nord America, divisi tra l’integrazione ormai riuscita completamente e il dispiacere di aver perso qualcosa, prima di tutto la lingua. Durante la cena si sono posti domande circa la diversità dell’emigrazione nord americana e sud americana, guardando con ammirazione al Sud America, dove i trentini parlano ancora dialetto e a volte italiano e la comunità è eccezionalmente coesa. È stata questa l’occasione anche per affrontare temi quali razzismo, integrazione e diversità culturale, su cui i ragazzi hanno mostrato notevole sensibilità. Per portare esempi concreti della varietà etnica dei discendenti trentini, sono state mostrate foto dell’interscambio giovanile (organizzato dsall’Ufficio emigrazione della Provincia), dove persone in apparenza completamente diverse e lontane, capivano lo stesso dialet-

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Erano tre i temi centrali della convention: come coinvolgere altri ragazzi negli incontri, come trasmettere il sentimento di unione e appartenenza alla comunità trentina, quali passi concreti fare per continuare a mantenere vivi gli incontri

to e mangiavano abitualmente le stesse cose grazie agli avi partiti dalla stesso paese. Questo è il bello di appartenere, a dispetto delle distanze, a una comunità diffusa che condivide la stessa “trentinità”. Sabato mattina, i ragazzi avevano organizzato un escursione sulla cima delle Blue Mountain e una volta su, ammirando il panorama di un lago immenso e del villaggio in stile “tirolese” alle pendici, si sono seduti nell’erba per riflettere sui tre temi centrali della convention: come coinvolgere altri ragazzi negli incontri, come trasmettere il sentimento di unione e appartenenza alla comunità trentina, quali passi concreti fare per continuare a mantenere vivi

gli incontri. Per calarsi mentalmente nel sentimento di appartenenza è stato chiesto a tutti di lasciarsi andare a un momento di meditazione guidata. Ognuno allora ha scelto una postazione tranquilla, è stato messo in sottofondo un canto di montagna, e Sage ha iniziato a leggere ad alta voce un racconto che li potesse trasportare in un piccolo paese del Trentino. L’atmosfera creata è stata molto bella, sono riusciti a portare sulle colline di Collingwood un po’ di Trentino. Rientrati alla base, il cappello da schützen portato dai fratelli Davero il giorno prima, ha dato l’occasione per introdurre il tema dell’attività preparata dall’Associazione: Trentino terra

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di confine. I ragazzi si sono mostrati curiosi e interessati alle vicende del passato più recente. L’attività preparata dalla Trentini nel Mondo aveva due obiettivi: conoscere quale immagine mentale hanno i ragazzi del Trentino e renderli coscienti della complessità della cultura trentina, nata sotto l’influsso di culture diverse, ricca di spunti e contraddizioni, con molte sfaccettature quante sono le valli. Sono stati divisi in due squadre, e si è usato il gioco di carte Spoon per attribuire dei punteggi (il gioco di carte usato, è stato insegnato durante l’interscambio da Emma, la ragazza australiana del circolo di Myrtleford). Ad ogni punto conquistato, i ragazzi dovevano costruire una mappa del loro Trentino ideale, scegliendo tra varie immagini divise per argomento: cibo, paesaggio, sport, feste, tradizioni, personaggi etc. Finito di collezionare le immagini ogni squadra aveva di fronte a sé un mosaico di immagini tipiche. L’attività diventava poi più impegnativa, perché è stato loro chiesto di ragionare sull’origine culturale di quelle immagini: vengono dalla tradizione italiana (come i grostoli, diffusi in tutte le regioni italiane, o il carnevale), da quella austriaca (come i pompieri volontari o l’immagine di Francesco Giuseppe), o sono frutto di una rielaborazione tipicamente trentina (come l’abbinamento crauti, polenta e luganega e le Ape Piaggio truccate)? Le squadre ragionano, discutono, si confrontano e presentano le loro idee. Questo gioco ha dato l’occasione per parlare di varie usanze e tradizioni che sopravvivono anco-


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ra oggi, come la coscrizione; per raccontare la vita quotidiana di un loro coetaneo che cresce in Trentino; per raccontare di alcuni eventi storici e parlare di attenzioni e valori molto sentiti oggi, come le politiche per la tutela ambientale e del paesaggio e il fenomeno del volontariato. Questo gioco li ha spinti a ragionare sull’importanza dell’unione, di quanto hanno in comune e del sentirsi eredi e custodi di un mondo ricco e da tramandare. Il resto del pomeriggio è stato dedicato alla progettazione verso il futuro dei giovani trentini del Nord America. Riunitisi in seduta plenaria, ogni gruppo ha riportato prima le difficoltà che vedono nell’organizzazione degli incontri e poi un elenco di proposte per coinvolgere nuove giovani, espli-

citando l’impegno di ognuno per la realizzazione di futuri incontri. Il fronte comune è volersi ritrovare, ancora come in Wyoming e come a Toronto, avere l’occasione di parlare, di confrontarsi, di sentirsi parte di una grande comunità che si estende in tutto il mondo. I ragazzi hanno proposto New York come sede del Blueprint del prossimo anno: sarà una scommessa vedere se nonostante le difficoltà che potranno incontrare riusciranno ad organizzarlo. La domenica hanno partecipato al pic nic del Club di Toronto dove c’è stata una breve restituzione alla comunità di quanto emerso. Questo momento è stato molto importante perché hanno avuto l’occasione di conoscere persone coinvolte nella comunità e nella vita del club, e soprattutto

trovare compaesani che li hanno fatti sentire orgogliosi di appartenere a questo o a quel paese. Al momento dei saluti hanno mostrato attaccamento: quanto si lega durante questi eventi, dove si cucina, si mangia, si dorme, si parla insieme, è noto, ed è importante che si sentano amici prima di tutto. Se sono importanti le attività che danno contenuti e costrutto, altrettanto lo sono i momenti liberi, dove si finisce per parlare e confrontarsi, avere dei momenti di svago insieme e tanti ricordi da portare a casa. La «Trentini Youth Convention» ha confermato che questi momenti sono importanti per i ragazzi, che scoprono legami e mantengono viva la forza di una tradizione di cui sono portavoce, e che non deve morire con loro.

Se non si sentiranno parte del Trentino, non lo trasmetteranno né ad altri coetanei, né alle nuove generazione, e tutto quello che è stato, la lingua, le storie, le fatiche, le immagini dei paesi e delle tradizioni, dei loro nonni, scomparirà. Abbiamo l’occasione di portare il Trentino nel mondo, e di non farlo diluire e perdere in un mare di altre culture. E questo deve andare oltre la singolarità della storia familiare, devono conoscere, portare con sé e trasmettere tutta la realtà regionale. Iniziative come la Trentini Youth Convention» sono occasioni di incontro, dialogo e confronto, fucina di nuove idee per il futuro e terreno fertile per creare vincoli indissolubili che legano maggiormente alla comunità dei trentini all’estero. Ilaria Turco

Alcuni messaggi dal gruppo whatsapp ««Ciao da New York. Grazie a tutti per questo fan fantastico fine settimana. È stato bello incontrarvi e non vedo l’ora di organizzarne uno a New Y York City. Voglio anche ringraziare il Circolo di Toronto: il meeting di ieri è stato per me incredibile e m molto emozionante, con così tante persone che aavevano così tante belle cose da dire sui miei nnonni. Come sapete, non li ho conosciuti bene pperché sono scompasri prima che io nascessi e quando eero molto piccola. Ma è stato eccezionale venire a sapere che alcuni soci del Circolo di Toronto li andavano a trovare a Cavedago e scoprire che il loro spirito vive grazie a queste storie. Spero che avrete la possibilità di fare esperienze simili a New York l’anno prossimo. n Stephanie Auman

con altri. Manteniamo bello vivo questo gruppo whatsapp. Grazie e spero di vedervi tutti presto a New York! Karen Jablonski Un bacione a tutti per questo fine settimana ricco di cibo, risate e legami. Voglio bene a tutti. Steme ben bellissima famiglia trentina! Popi… von a dormer! Erik Paternoster Grazie a tutti per aver organizzato un fine settimana così splendido e per avervi partecipato. Siete tutti persone speciali. Deve ess essere qualcosa nel sangue!! Ben Kussman

È stato grande incontrare alcuni di voi questo fine settimana e riunirsi

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A pagina 8  le impressioni di Joseph Tanel e Stephanie Auman

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GIOVANI LE IMPRESSIONI DI DUE PARTECIPANTI AL TERMINE DELLA «TRENTINI YOUTH CONVENTION»

Stephanie: «Siamo la voce delle generazioni future» L’

eredità è importante in tutte le culture. È quello che fa di una persona ciò che è. Puoi avere il mento del nonno o gli occhi della bisnonna. L’eredità dà un senso di appartenenza. Dimostra che in questo grande grande mondo ci saranno sempre persone, nel passato e nel presente, che fanno parte di te. L’anno scorso ho avuto l’opportunità di partecipare a «Blueprint 2016» a Rock Springs (Wyoming - USA) dove ho incontrato altri giovani: è stata un’esperienza stupenda, che mi ha messo veramente in contatto con le mie radici. Per questo mi sono subito iscritta con entusiasmo alla Convention promossa a Toronto, che anche se non è stata intensa come Blueprint, per me è stata più significativa. È stato bello rivedere molti dei miei nuovi amici conosciuti in Wyoming, così come alcuni nuovi arrivati. La cosa più importante per me è venire a sapere che tutti ci siamo in qualche modo dedicati alla nostra eredità, sia partecipando alle attività dei Circoli, sia frequentando il Trentino. Durante l’incontro, salendo lungo le pendici di una montagna abbiamo avuto la possibilità di riflettere sulle difficoltà che i nostri antenati

hanno dovuto affrontare e una volta arrivati in cima, abbiamo avuto un po’ di tempo a disposizione per fare una profonda riflessione. Per finire il weekend abbiamo partecipato al picnic annuale organizzato dal Circolo di Toronto e questo è stato l’evento più importante per me, perché ho incontrato molte persone che conoscevano i miei nonni. Durante l’incontro di Toronto abbiamo parlato delle storie di immigrazione delle nostre famiglie, notando tante analogie e differenze. Tutti i nostri antenati sono stati così coraggiosi: hanno imballato tutto quello che possedevano, conoscevano poco o per niente la lingua inglese ma si sono imbarcati su una nave o un aereo verso una nuova terra. Noi come rappresentanti della gioventù trentina in Nord America dobbiamo mantenere vivo questo coraggio nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo farlo impegnandoci nel nostro lavoro, nei nostri rapporti e soprattutto nei Circoli trentini. Siamo la voce delle generazioni future, e gli incontri come quelli di Rock Springs e di Toronto sono molto impor-

tanti per assicurarsi che le nostre voci siano ascoltate. Per questo stiamo già pensando di organizzare a New York un altro incontro come quello di Toronto, per rafforzare ancora di più il legame tra di noi, i nostri cuori trentini e la nostra eredità. Stephanie Auman

Joseph: «L’obiettivo è stato raggiunto» I

nnanzitutto ringraziamo la Trentini nel Mondo per l’aiuto fornito per questo ritiro culturale. Senza il supporto finanziario dell’Associazione e senza il contributo ai lavori di gruppo di Ilaria Turco e Sabina Corradini, questo arricchente evento non sarebbe stato lo stesso, o probabilmente non avrebbe nemmeno avuto luogo. Quest’anno sono stato fortunato non solo per aver partecipato al convegno, ma anche per essere stato coinvolto nella sua

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organizzazione, dall’inizio alla fine. L’idea di questo convegno è frutto di Blueprint 2016, il seminario che si è svolto l’anno scorso a Rock Springs in Wyoming (USA) al quale avevano partecipato giovani canadesi e statunitensi, accomunati dalla volontà di conoscere, conservare e valorizzare cultura e tradizione dei nostri avi emigrati dal Trentino. In quei giorni ci siamo sentiti come in famiglia, c’era una grande intesa e tutti si sono dimostrati interessati: tutto questo ha rappresentato la scintilla che ha fatto scatutire l’idea di riunire di nuovo quelle persone a Toronto. Anche se vi hanno partecipato meno persone, l’incontro di quest’anno è stato a dir poco

un successo: l’obiettivo primario di riunire giovani trentini che condividono la volontà di rafforzare la nostra cultura e conoscenza familiare, tanto all’evento come dopo, è stato infatti pienamente raggiunto. Il nostro luogo di ritiro, appartato all’interno del Blue Mountain Village, ci ha tenuto lontano dal caos della vita cittadina e ci ha ricordato il periodo in cui la vita era solo stare con la famiglia e gli amici. La differenza primaria tra Blueprint e la Convention di Toronto è che gli organizzatori di Toronto non erano affatto esperti della vita dei Trentini, della loro emigrazione o della storia delle loro stesse famiglie. Sebbene questo abbia rappresentato una piccola limitazione nello svolgimento della attività culturali, ha però costituito una base comune tra gli organizzatori e i partecipanti e cioè il desiderio di conoscere di più. Parlare con altri giovani trentini ha fatto sì che ci emozionassimo per il passato della nostra famiglia e per le tradizioni di oggi. Il

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vantaggio di avere con noi due rappresentanti dalla Trentini nel Mondo è stato enorme. La loro abilità nel rispondere alle domande e nel darci informazioni su Trento, il Trentino, la terra e la vita da dove le nostre famiglie provengono, è stata davvero inestimabile. La Convention di Toronto non è stata pensata come l’ultimo degli incontri da organizzare ma piuttosto come un’opportunità per mantenere viva la fiamma di «Blueprint 2016», l’evento che ha cambiato la nostra vita. La nostra speranza è che tutte le famiglie trentine continuino ad abbracciare il loro passato culturale. Va sottolineato che molte altre nazioni e culture non promuovono o supportano i discendenti che vivono all’estero, e così il loro legame con il passato si riduce con l’avanzare delle generazioni. È davvero una fortuna appartenere a una famiglia, ad una cultura e ad una provincia che invece si preoccupano di mantenere vivo questo legame. Joseph Tanel


GENTE E FATTI SONO RAFFIGURATI IN UNA SCULTURA IN LEGNO REALIZZATA DA NOVAK SEBASTIAN

Trento, a Palazzo Thun l’aquila e il cotone simboli di amicizia Una scultura come simbolo dell’amicizia tra il Comune di Trento e il Comune di Presidencia Roque Sáenz Peña, in Argentina: l’ha realizzata all’inizio di agosto Sebástian Luis Novak, artista che aveva appena partecipato al simposio «Summer Art 2017» di Edolo in Val Camonica, il campionato del mondo di scultura veloce a disciplina mista. L’iniziativa, organizzata dal Comune in collaborazione con l’Associazione Trentini nel mondo, ha avuto come palcoscenico il

cortile interno di palazzo Thun, dove l’artista di origini argentine ha dato forma al tronco di un albero messo a disposizione dall’Azienda forestale Trento Sopramonte. L’opera rappresenta l’unione dell’aquila con la pianta di cotone, simboli delle due municipalità, unite nel tempo dall’immigrazione e da un conseguente legame di solidarietà e amicizia, simboleggiato dalle mani intrecciate. La Trentini nel mondo rivolge un sentito ringraziamento alla socia Silvana Cura, che ha fatto da interprete all’artista.

È nata la nuova Banda Rappresentativa Giovanile La realtà bandistica trentina ha una nuova formazione musicale che la rappresenta. La Federazione del Corpi Bandistici della Provincia di Trento (nella foto il logo della Federazione), in sinergia con il suo comitato tecnico, ha fortemente voluto e ora portato a concretizzazione la nascita di questa nuova formazione musicale di ambito provinciale, dove ad essere protagonisti sono i giovani. Il progetto della Banda Rappresentativa Giovanile nasce dall’esigenza di avere una realtà

che artistico alla quale le bande trentine possono ispirarsi. Un altro obiettivo di questa formazione è creare un centro gravitazionale musicale attorno al quale possa orbitare tutta l’attività artistica futura della Federazione, come ad esempio le prove pratiche d’esame del corso triennale per direttori di banda, la partecipazione a particolari progetti artistici, la presenza ad importanti appuntamenti (festival o concorsi) internazionali. La nuova formazione, che ha debuttato ufficialmente il

musicale solida che sia una meta da raggiunge per i giovani allievi delle bande, ma anche un faro dal punto di vista gestionale oltre

3 settembre a Riva del Garda, vede coinvolti i migliori bandisti trentini di età compresa fra i 16 e i 30 anni. Fino al 2020 il direttore artistico sarà il valenciano maestro José Alcacér Durà: la Federazione ha infatti deciso di affidare la direzione artistica della banda ad un direttore estraneo al mondo musicale provinciale, in modo da non avere contaminazioni o vincoli di alcun tipo, e che possa portare una ventata di freschezza e nuove idee prese da esperienze svolte in campo internazionale.

È SCOMPARSA A 83 ANNI. IL SUO LOCALE A PALÙ DI GIOVO È STATO PER ANNI PUNTO DI RIFERIMENTO DEL CIBO SANO E GENUINO

Addio alla Mariota, pioniera dell’agriturismo trentino «La zènt no l’è famada de polenta, l’è famada de cortesia»: Maria Dalvit in Pellegrini, per tutti la Mariota, usava queste parole per raccontarci ciò che intendeva per agriturismo. Riassumono la cordialità, la gentilezza, la passione con la quale accoglieva sempre tutti in casa sua. La Mariota, scomparsa a Palù di Giovo il 27 agosto scorso all’età di 83 anni, è stata una grande donna pioniera dell’agriturismo. Quando ancora in Trentino non c’era la legge agrituristica (la prima stesura è del 1972) lei fu tra le prime a capire la potenzialità del portare in tavola i prodotti della terra, valorizzandoli dal punto di

vista turistico. Si adoperò moltissimo per far nascere il mondo agrituristico, per dare la possibilità ai contadini più illuminati di accogliere nelle loro case i turisti per mangiare o dormire, per fargli

vivere un’esperienza a contatto con il territorio. Il suo agriturismo, «El volt» di Palù di Giovo, è stato per anni un pittoresco punto di riferimento del cibo sano e genuino. Ospita-

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va tutti nei vòlti della sua antica casa contadina, negli spazi una volta adibiti a stalle, mangiatoie, fienili. Cucinava sulla sua stufa, nella sua cucina, padrona di casa di grande umanità e perseveranza. Insieme al marito Quinto, instancabile uomo di campagna, ha cresciuto cinque figlie e visto la famiglia allargarsi con nipoti e pronipoti. «Mariota - ha scritto l’Associazione Agriturismo Trentino in una nota il giorno successivo alla scomparsa - è stata una grande donna, un esempio per le tante donne agrituriste che dopo di lei hanno deciso di impegnarsi in questa appassionante attività». 7 - 2017


FOREVER TRENTINI IL RESOCONTO DEL VIAGGIO DI ANDREY TAFFNER FRAGA, DEL CIRCOLO TRENTINO DI RIO DOS CEDROS (BRASILE)

«Al Circolo di Montevideo mi sono sentito nel bel mezzo di una grande famiglia»

A

lla fine del 2016, dopo aver saputo del concorso «Forever Trentini», promosso dall’Associazione Trentini nel Mondo, ho deciso di realizzare un documentario sul dialetto trentino parlato ancora oggi a Rio dos Cedros (Santa Catarina – Brasile), il mio paese d’origine. Dopo aver registrato diverse testimonianze in dialetto trentino con anziani, adulti, adolescenti e bambini, ho curato il documentario «El Parlar dela Zent del Cedro» (La parlata della gente di Rio dos Cedros). L’intenzione di questo documentario è stata quella di dimostrare come il dialetto trentino con le sue variazioni e adattamenti, sia ancora parlato da persone anziane, adulti e giovani (ad oltre140 anni dall’arrivo dei primi immigrati), mantenendo vivo il legame tra Rio dos Cedros e la patria d’origine, il Trentino. Il documentario ha ricevuto «menzione d’onore» al concorso «Forever Trentini», e così ho potuto usufruire del contributo finanziario previsto, per visitare un’altra comunità trentina all’estero. Da tempo volevo conoscere il Circolo Trentino di Montevideo, in Uruguay, un’associazione con molti anni di attività alle spalle (è stata fondata nel 1946), riconosciuta da tutta la comunità trentina,

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Andrey Taffner Fraga (primo a sinistra) davanti alla sede del Circolo trentino di Montevideo (Uruguay) insieme con la moglie Daniela e il segretario del Circolo, Jorge Zas. Sotto la stretta di mano con il presidente del Circolo, Sergio Sartori. Sull’altra pagina, due momenti della serata presso il Circolo.

che ha già fatto diverse opere e progetti. Ho scelto, così, quel Circolo per fare la visita. Attraverso la Trentini nel Mondo, sono stato messo in contatto con Jorge Zás Fernandes, segretario del Circolo Trentino di Montevideo e Coordinatore dei Circoli Trentini in Uruguay. Jorge ha organizzato un programma che ci ha

permesso (a me e a mia moglie che mi accompagnato con spese a nostro carico) di conoscere la città di Montevideo e le varie attività sviluppate dal Circolo Trentino. Siamo arrivati a Montevideo il 6 agosto. A cena, abbiamo incontrato Evelina Molinari e il suo fidanzato. Evelina è trentina e vive da più di un anno in Uruguay ed insegna lin-

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gua italiana e danza tradizionale ai bambini del Circolo Trentino. Il giorno dopo, anche attraverso Jorge, abbiamo incontrato Gisella Mion Bosca, che ci ha accompagnato in un tour nella città di Montevideo, per conoscere la sua storia e cultura. Lungo la strada, abbiamo visitato per la prima volta la sede del Circolo Trentino. Siamo stati accolti dal Jorge Zás Fernandes, che ci ha mostrato tutta la struttura del Circolo (costruito dagli immigrati e dai loro discendenti), così come il lavoro ed i progetti sviluppati (sin dagli anni 40 del secolo scorso). Quella stessa sera, abbiamo cenato insieme ad alcuni dei membri del Circolo Trentino di Montevideo, in un ristorante tradizionale della capitale uruguayana chiamato «El Fogón». Hanno partecipato alla cena: Elisa Rosa (nata a Molina di Ledro, ex segretaria del Circolo Trentino e attualmente membro del coro trentino del Circolo), Silvia Norbis (discendente di immigrati trentini e responsabile per la comunicazione del Circolo Trentino), Jorge Carignani (membro del consiglio del Circolo Trentino e del COMITES dell’Uruguay), Sergio Sartori (discendente di immigrati trentini e attuale presidente del Circolo Trentino), Vigilio Bresciani (trentino nato a Arco, membro del consiglio del Circolo Trentino), Alfiero Vivaldelli (trentino


FOREVER TRENTINI Il concorso era riservato ai giovani per favorire la conoscenza reciproca fra le comunità trentine Un primo premio, un secondo premio e alcune menzioni speciali: questo prevedeva il concorso «Forever Trentini», promosso dalla Trentini nel mondo in occasione del suo 60° anniversario di fondazione (nella foto a fianco, il bando pubblicato sul giornale). C’era tempo fino al 31 marzo scorso per preparare filmati, interviste, racconti, raccolte di immagini e documenti, lavori artigianali o artistici, performance pubbliche, attività sportive e culturali, siti web, attività di solidarietà, che avessero «attinenza con le comunità trentine all’estero e che possano testimoniare il legame

nato a Varone di Riva, membro del consiglio ed ex presidente del Circolo Trentino), Graciela Vivaldelli (membro del consiglio del Circolo Trentino, moglie di Jorge Fernández e sorella di Alfiero) e Jorge Zás Fernández. Oltre a conoscere meglio queste persone, abbiamo avuto occasione di parlare anche in dialetto trentino con alcuni dei presenti. Il giorno successivo, l’8 agosto, abbiamo visitato la città storica di Colonia del Sacramento, dove siamo stati accolti dalla presidente del Circolo locale, Maria Bernardi, che ci ha portati nel centro storico della città. Abbiamo anche visitato il centro sociale che è stato costruito con l’aiuto della Provincia Autonoma di Trento, che serve come luogo di incontro di diverse associazioni e gruppi, tra cui il Circolo Trentino di Colonia del Sacramento. Il 9 agosto abbiamo partecipato ad alcune delle attività del Circolo Trentino di Montevideo. Nel pomeriggio, abbiamo seguito la lezione d’italiano, tenuta da Evelina Molinari, per i bambini, quella di danza per i bambini, sempre curata da Evelina Molinari, e quella di conversazione

tra l’emigrazione trentina e la terra di origine». Una volta scaduti i termini, la giuria ha assegnato i premi in palio, che consistono nel rimborso delle spese di viaggio per incontrare una comunità trentina all’estero (a scelta, del vincitore) fino al tetto massimo stabilito per ogni premio: 800 euro per il primo, 500 euro per il secondo e 400 euro per le menzioni, oltre ad un contributo a sostegno del Circolo visitato. Su questo numero del giornale iniziamo a pubblicare i resoconti dei viaggi effettuati dai vincitori.

Con il suo filmato «El Parlar dela Zent del Cedro», dedicato all’uso del dialetto trentino a Rio dos Cedros, Andrey ha ottenuto una menzione speciale al concorso «Forever Trentini», che come premio prevedeva la copertura delle spese di viaggio per andare a visitare una comunità trentina in lingua italiana per gli adulti. Dopo queste attività, abbiamo preso parte alla cena presso il Circolo Trentino, con molti membri e simpatizzanti, durante la quale è stata proiettata una piccola parte del documentario «El Parlar dela Zent del Cedro». Ho avuto anche l’occasione di dire alcune parole ai presenti, spiegando il proposito del documentario e di parlare della

comunità trentina di Rio dos Cedros. Poi c’è stato uno scambio di doni tra i Circoli Trentini di Rio dos Cedros (al quale appartengo e che ho rappresentato in questa occasione) e di Montevideo, al quale è seguita la cena (menu: la tradizionale «parrilla», un piatto uruguaiano a base di carne). Quella stessa sera è stato presentato l’itinerario del viaggio in Italia e in Trentino, in programma

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all’inizio di settembre, organizzato dal Circolo di Montevideo per i propri soci e simpatizzanti. Dopo cena, sono state fatte alcune foto ufficiali della riunione. Inoltre, sempre a nome del Circolo trentino di Rio dos Cedros, ho consegnato del materiale informativo sulla città e ho rivolto l’invito a partecipare alla «Festa Trentina», che si tiene ogni anno a Rio dos Cedros. Si è conclusa così la visita agli amici del Circolo Trentino di Montevideo. L’accoglienza e la disponibilità con cui siamo stati accolti ci ha fatto sentire nel bel mezzo di una grande famiglia. Porteremo sempre inseme a noi l’insegnamento e le amicizie fatte in questi giorni. Andrey Taffner Fraga

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60 ANNI D

N

ell’articolo pubblicato sul precedente numero del giornale, giovandomi dell’analisi del giornalista del quotidiano francese Liberation, Jean Quatrémer, mi sono soffermato su un paio di questioni sullee n quali gli euroscettici, in maniera piuttosto parzialee e strumentale, attaccano l’Europa: l’Europa si è fatta sulle spalle dei popoli, l’Europa è l’URSS. Proseguo l’analisi di un’altra, importante criticità, cercando, sempre con l’aiuto dell’autore di «Les salauds de l’Europe, guide à l’usage des eurosceptiques» (in italiano «I bastardi dell’Europa, guida ad uso degli euroscettici») di sbrogliare il vero dal falso.

cesso legislativo una legittimità che prima non aveva. Ciò malgrado, il Parlamento non ha la pienezza dei poteri di un parlamento nazionale: ha quasi nessuna competenza in materia di bilancio dal momento che non decide su imposte, né sui grandi capitoli di spesa, rimanendo questi di competenza degli Stati; non dispone di alcun potere di iniziativa legislativa che appartiene esclusivamente alla Commissione e, informalmente, al Consiglio europeo; infine il suo potere di emendamento dei testi legislativi è regolato dalla Commissione, non eletta, che convalida gli emendamenti di un Parlamento eletto. Anche il potere di valutare i commissari designati prima della loro conferma e la funzione di controllo sulla Commissione anche attraverso la mozione di censura, poteri importanti, ma non sono sufficienti a qualificare il Parlamento europeo

3A CRITICA

Prima che il Parlamento europeo venisse investito di veri poteri legislativi, il Consiglio dei ministri rappresentava un autentico buco nero democratico: ministri nazionali privi di legittimità democratica diretta adottavano in segreto i testi proposti da una Commissione composta da commissari nominati dagli Stati su impulso di un Consiglio europeo con decisione adottata in riunione segreta. Le cose sono cambiate, ma questa immagine di democrazia opaca di secondo grado resta ancora in gran parte incollata sulla pelle dell’Unione. Il cambiamento, soprattutto per quanto riguarda i poteri del Parlamento, è stato particolarmente lento. L’elezione a suffragio universale dei deputati europei è avvenuta a partire dal 1979 con, tuttavia, scarsi poteri legislativi. Solo attraverso i trattati successivi al trattato di Roma del 1957 e grazie alle costanti pressioni della Germania in particolare, il Parlamento europeo verrà collocato sullo stesso piano del Consiglio dei ministri. Questo organismo, la cui legittimità democratica è di secondo grado, deve misurarsi con un Parlamento la cui legittimità è di primo grado per adottare le leggi europee: ciò offre al pro7 - 2017

© European Union 2017 - Source : EP.

L’Europa non è democratica

c come effettivo rappresentante del p popolo europeo. In modo particolare, il Parlam mento non ha la possibilità di fa sentire su ciò che succede farsi a all’interno della zona euro: certo, e deve adottare la legislazione egli a applicabile ai 19 Paesi che hanno s scelto la moneta unica, ma i piani d salvataggio dei Paesi attaccati di d mercati sfuggono al suo condai trollo, come pure gli orientamenti di politica economica (semestre europeo) o l’applicazione del patto di stabilità. Da questa assenza di controllo parlamentare, il potere politico della zona euro risulta opaco, non identificabile e irresponsabile. La crisi di Cipro nel 2013 e le misure adottate dal Consiglio dei ministri della zona euro per risolvere la crisi bancaria dell’isola, fra cui l’imposizione di una tassa del 6,75% sui depositi inferiori ai 100.000 euro, sono testimonianza dei vari livelli di irresponsabilità che si sono manifestati nella gestione della crisi. In conclusione, se il Parlamento europeo o un parlamento della zona euro fosse stato competente per valutare il piano di salvataggio di Cipro, tale piano non sarebbe stato approvato. Ma questo controllo non è previsto dai trattati, nonostante parecchi Paesi, fra cui l’Italia e

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© European Union 2015 - Source : EP.

Le ragioni degli euroscettic

Prima che il Parlamento euro poteri legislativi, il Consiglio un autentico buco nero democr di legittimità democratica dire da una Commissione compos dagli Stati su impulso di un Co adottata in riunione segreta. questa immagine di democra resta ancora in gran parte inc


D’EUROPA

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la Germania, lo richiedano; la Francia, fino ad ora, non ne ha voluto sentir parlare. Anche la Commissione europea, sostanzialmente, rimane un organismo tecnocratico la cui legittimità procede dai soli Stati e non è per nulla un governo europeo poggiante su una maggioranza parlamentare. La sua composizione non è decisa dal presidente con l’approvazione del Parlamento europeo come avviene in qualsiasi democrazia, ma dagli Stati. Ogni capitale dell’Unione ha il diritto di nominare il suo rappresentante senza obbligo di consultazione del proprio parlamento nazionale. Il presidente della Commissione viene consultato, ma il suo ruolo non va oltre la ripartizione delle competenze dei commissari. Ne risulta un collegio che è il riflesso della composizione politica del Consiglio europeo che lo nomina. All’interno della Commissione ci saranno pertanto conservatori, socialisti e liberali nella misura in cui queste forze politiche sono rappresentate nel Consiglio europeo. Ma non basta, queste appartenenze politiche non rispecchiano la stessa realtà da un paese all’altro: cosa c’è in comune, ad esempio, fra un socialista britan-

nico e un rappresentante del PD italiano o un socialista francese? I due organismi che dirigono l’Unione sono dunque, in ragione della loro composizione, nella impossibilità di condurre una politica chiaramente di destra, di sinistra o di centro-sinistra secondo i criteri in vigore nelle democrazie nazionali. A ciò si deve aggiungere l’amara constatazione che la politica europea occupa un posto generalmente marginale nei programmi dei candidati alle elezioni nazionali e che il tema è totalmente assente nelle campagne elettorali. Ne sanno qualcosa i francesi, ma anche in Italia è assente un vero dibattito sulle questioni europee, non solo in occasione delle elezioni politiche, ma anche in occasioni importanti della vita nazionale. Ne consegue che solo una piccola élite in ambito governativo gestisce la politica europea. Questa confisca della politica europea da parte di queste élite che agiscono senza un reale mandato democratico è sempre più mal vissuta dai cittadini e offre il terreno ideale ai populisti di estrema destra e di estrema sinistra per le loro becere e sguaiate campagne antieuropee. Secondo Quatrémer, con la

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crisi del debito sovrano del 20102012, la preferenza, soprattutto tedesca, per un ‘autoritarismo illuminato europeo’ ha raggiunto i suoi limiti: l’integrazione comunitaria, che è la sola risposta possibile ai mercati, non potrà realizzarsi senza l’approvazione dei popoli e un controllo democratico rafforzato; emettere delle obbligazioni in comune potrà responsabilizzare l’insieme dei cittadini europei rispetto alle spese dei vari Stati e ciò potrà portare a un controllo esercitato in comune sui bilanci nazionali e, dunque, sulle politiche economiche e sociali. Togliere competenze ai parlamenti nazionali, perché è di questo che si tratta, non si potrà fare che a favore di un’altra istanza legittima, ossia un parlamento della zona euro. Di questo avviso è pure l’economista Thomas Piketty, autore del famoso volume «Il capitale nel XXI secolo». In un breve saggio scritto con la collaborazione della giurista Stephanie Hennette e del politologo Guillaume Sacriste, pubblicato anche in Italia con il titolo «Democratizzare l’Europa. Per un trattato di democratizzazione dell’Europa», l’economista francese offre una importante occasione di dibattito al quale sono invitati ogni cittadino e ogni forza sociale e politica a sentirsi parte attiva nel dare nuovo vigore e più partecipazione democratica al progetto europeo. Per porre termine alle politiche economiche penalizzanti, mettere all’angolo l’austerità e combattere le diseguaglianze, è urgente democratizzare il governo dell’eurozona. Serve un trattato che istituisca un’assemblea parlamentare dell’eurozona per tutelare e promuovere la giustizia sociale e fiscale. Questo trattato potrebbe essere adottato subito dai paesi che intendono aderirvi, senza bisogno di modifiche al trattato di Lisbona che regola il funzionamento delle istituzioni e delle politiche per tutti i 27 paesi membri. Purtroppo, questo non è il percorso che l’Europa intende intraprendere. Almeno per il momento. Vittorino Rodaro (fine seconda parte, continua nel prossimo numero) 7 - 2017


ATTUALITÀ

Simposio internazionale a Darwin dedicato ad Angelo Confalonieri

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In senso orario: Padre Frank Bertagnolli durante la sua relazione; foto di gruppo dei relatori; Rolando Pizzini; uno scorcio della mostra su padre Confalonieri allestita per il simposio.

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170 anni dalla sua presenza in una terra selvaggia in mezzo alle tribù aborigene, l’Australia ha riscoperto la figura del trentino padre Angelo Confalonieri, nato a Riva del Garda nel 1813 e morto in terra di missione nel 1848, a soli 35 anni di età, senza dubbio un “Trentino nel mondo” ante litteram! Ordinato sacerdote a Trento, padre Angelo celebrò la sua prima Santa Messa in Valsugana, a Castelnuovo, dove rimase per un breve periodo prima di spostarsi in altre parrocchie e poi ben presto partire per l’Australia, lasciando in Trentino il fratello decano ad Ala. “Il ministero di padre Angelo Confalonieri fra la popolazione aborigena della Penisola di Cobourg: religione, linguaggio e cultura” era il titolo del simposio internazionale svoltosi il 12 luglio a Darwin, all’estremo nord del continente, promosso dal Consolato italiano del Queensland e Territorio del Nord e dalla Diocesi Cattolica di Darwin. Padre Confalonieri, secondo la ricerca portata avanti per anni da

Il 12 luglio, per iniziativa del Consolato italiano del Queensland e della Diocesi cattolica, è stata ricordata la figura del missionario trentino giunto in Australia nel 1846 e scomparso due anni dopo Rolando Pizzini con la collaborazione di padre Frank Bertagnolli, fu il primo “uomo bianco” ad aver scelto di vivere liberamente con e per gli aborigeni australiani, tanto da venir riconosciuto e chiamato da loro “Nagoyo”, che

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significa “Padre”. A lui va il merito di essere riuscito a parlare con queste tribù, lasciandoci anche un piccolo dizionario con le principali frasi del dialogo quotidiano. Tutto questo si è scoperto con una spedizione che padre Berta-


ATTUALITÀ

Padre Bertagnolli (nella foto sotto con Cesare Ciola) mentre celebra la messa sulla tomba di padre Confalonieri

gnolli ha organizzato nel 2009 sui luoghi di missione assieme a Pizzini per individuare la tomba di padre Angelo, accompagnato dai Trentini d’Australia Marco e John Pradel da Sydney, Joe Berti da Perth, Jim Borsi da Myrtleford. La breve vita del missionario, raccontata da Pizzini nel libro “Nagoyo: la vita di don Angelo Confalonieri fra gli Aborigeni d’Australia 1846-1848”, edito nel 2011 dalla Fondazione Museo Storico del Trentino e ripresa in forma romanzata nel 2016 con “L’incredibile storia di Nagoyo” non fu certamente facile e tranquilla. Nel 1846 con lungo viaggio assieme a due religiosi irlandesi circumnavigando l’Africa, padre Confalonieri arrivò dapprima a Perth e poi a Sydney, dove non potè incontrare il Vescovo e ripartì in nave – con pochi mezzi – verso il nord del continente australiano, ma la nave naufragò portandosi con sé – tra le molte vittime - anche i due religiosi irlandesi che erano con lui. Lui perse tutto ma riuscì mira-

colosamente a salvarsi, con pochi altri, proseguendo così senza più nulla il suo lungo viaggio fino alla penisola di Cobourg, dove 8 anni prima si erano insediati i militari inglesi per fondare Port Essington, quello che doveva diventare la Singapore del sud ma che nel 1849 fu ben presto abbandonato a causa dei periodici cicloni tropicali durante la stagione delle piogge che impedivano – ed

impediscono anche oggi – la vita in quei luoghi. Padre Confalonieri si insediò lì, vivendo con i selvaggi aborigeni per un anno e mezzo, fino a quel 31 maggio 1848 quando fu trovato dagli inglesi nella sua capanna febbricitante per la malaria. Trasportato nel piccolo ospedale inglese, vi morì il 9 giugno e fu sepolto in una piccola radura nella foresta.

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Un ritratto di padre Confalonieri e, nel cerchio rosso, la Penisola di Cobourg, dove svolse il suo ministero.

Dopo un viaggio avventuroso (foto in basso), abbiamo potuto raggiungere la sua tomba e ricordarlo con una santa messa campale celebrata da padre Frank Bertagnolli. A Darwin doveva esserci anche il nostro Arcivescovo emerito mons. Luigi Bressan, che ha contribuito decisamente alla riscoperta dell’opera di padre Confalonieri, ma un impedimento sopraggiunto all’ultimo glielo ha impedito, lasciando a me – già presente come vicepresidente di Trentini nel Mondo – anche la guida della rappresentanza trentina, composta anche da Gabriele Bressan e Patrizia Festi. Al simposio la relazione di mons. Bressan è stata letta da padre Malcolm Fyfe, a cui sono seguiti Rolando Pizzini, Stefano Girola (Università cattolica di Brisbane), Michael Walsch (Istituto australiano di studi aborigeni), Greg Anderson (Vescovo anglicano dei Territori del Nord), Daniel Kelly (Università Charles Darwin) e padre Frank (Ferruccio) Bertagnolli. Cesare Ciola

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CIRCOLI FRA I PARTECIPANTI C’ERA ANCHE IL CONSOLE GENERALE D’TALIA, RICCARDO SMIMMO

«L’85° anniversario è stato un evento indimenticabile» Il Circolo trentino di Buenos Aires (Argentina) domenica 11 giugno ha festeggiato il suo ottantacinquesimo anniversario di fondazione. È stata proprio una bella giornata, con un pranzo tipico trentino: il menù prevedeva antipasto, polenta e crauti, dessert ed il classico vin brulè, seguito di un brindisi. Le prelibatezze portate in tavola sono preparate con molta cura dai componenti del Comitato Amministrativo del Circolo ed hanno deliziato il palato dei molti presenti, che hanno reso ancora più bello l’evento con la loro amicizia e la loro allegria: a tutti rivolgo un ringraziamento di cuore. Tra i partecipanti c’erano anche il Console Generale d’Italia a Buenos Aires, dott. Riccardo Smimmo (nella foto qui a fianco), e rappresentanti dei Circoli Trentini di Zarate e La Plata. Sono state lette numerose lettere con messaggi di auguri e di congratulazioni, inviate da altri Circoli trentini. Luis di Santis e la sua orchestra hanno animato il pranzo con la loro musica. Prima del pranzo, presso la sede del Circolo padre Italo Serena ha celebrato una messa di ringraziamento (foto in alto a destra).

L’85° anniversario è stato un’altra importante tappa sul nostro cammino, che proseguiremo portando avanti la bandiera dei nostri cari antenati, che hanno reso realtà questo Circolo tanti tanti anni fa, conservando le forti radici di questo albero trentino. Grazie a tutti coloro che hanno reso questo anniversario un evento indimenticabile. Delfina Marta Turrina Presidente Circolo Trentino di Buenos Aires

La visita di Nelly Mich del Circolo trentino di Villa Regina Ad emigrare in Argentina nel 1927 da Tesero erano stati i nonni Giovanni Mich e Tomassa Carpella: con loro c’era anche Ferruccio, il papà di Nelly Mich, socia del Circolo trentino di Villa Regina (Argentina) che in agosto è venuta in Trentino per visitare la «terra dei padri» e durante la sua permanenza ha fatto tappa anche a Trento ed è stata ospite nella sede della Trentini nel mondo. 7 - 2017

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Nelly era con il marito Nestor Larraude (di origini basche) e con i due figli Santiago (primo a sinistra nella foto) di 22 anni e Juan Manuel, 26 anni, studente universitario. Il loro viaggio in Italia era cominciato qualche giorno prima con l’arrivo a Roma ed è proseguito con destinazione la Val di Fiemme, per vedere sia Tesero che le Dolomiti.


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«L’85° anniversario è stato un’altra importante tappa sul nostro cammino, che proseguiremo portando avanti la bandiera dei nostri cari antenati, che hanno reso realtà questo Circolo tanti tanti anni fa, conservando le forti radici di questo albero trentino»

Prosegue intensa l’attività del Coro del Circolo di Carmelo Domenica 9 luglio, sabato 23 luglio e sabato 5 agosto: in queste date il Coro del Circolo trentino di Carmelo (Uruguay), diretto dal maestro Enrique Pittamiglio, si è esibito in altrettante diverse occasioni. Il 9 luglio è stato invitato, come già negli anni scorsi, a partecipare alla manifestazione intitolata «El pueblo le canta a María», che si svolge ogni anno presso il San-

tuario de la Virgen del Carmen a Carmelo. Il 23 luglio il Coro si è trasferito a Montevideo per l’incontro organizzato dall’Accademia «Corazón de María». Sempre a Montevideo, il 5 agosto, presso la Casa degli Italiani, insieme con altri tre cori, è stato fra i protagonisti della festa per celebrare i ventinove anni di attività del Coro Gioia.

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CIRCOLI

30° anniversario e «10a Festa del vino» ricca agenda per il Circolo di Piracicaba P

er Santana, il rione «trentin» della città di Piracicaba nello stato di San Paolo (Brasile), il 2017 è un anno di commemorazioni. Il 21 aprile il Circolo trentino di Piracicaba ha celebrato il suo trentesimo anniversario di fondazione e per festeggiare in maniera adeguata questo importante traguardo, ha organizzato il 23° «Jantar trentino», al quale hanno partecipato oltre trecento persone, fra soci del Circolo, amici e collaboratori, che come succede in tutte le vere famiglie trentine, si sono riunti per gustare insieme un pranzo tipico, con canederli, polenta, pollo, crauti e riso. Il pranzo è stato accompagnato da buon vino, musica, balli e allegria, e dall’animazione della «Banda Nostalgia. Il Cirolo di Piracicaba è attivo da trent’anni e da sempre collabora com l’Associazione Trentini nel mondo, con l’obiettivo

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italiana, per coloro che nel periodo 2000 - 2010 hanno presentato domanda, in base a quanto previsto dalla legge 379/2000. LA FESTA DEL VINO

di riscoprire e mantenere viva la tradizione trentina italiana, lasciando ai giovani un’eredità: una storia di vita che vale la pena essere raccontata per tutte le generazioni. Il Circolo ha una sede propria (i lavori di costruzione sono ancora in corso) e ai propri soci e a tutti

gli interessati offre la possibilità di partecipare ad una serie di iniziative, fra le quali ad esempio corsi di lingua italiana e di balli tradizionali. Il Circolo collabora inoltre con le istituzioni e gli enti locali e continuia a seguire le pratiche del processo per il riconoscimento della cittadinanza

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Dal 16 al 18 giugno si è svolta la decima edizione della «Festa do Vinho», che fa parte del calendario annuale delle iniziative del Comune di Piracicaba, che viene organizzata con l’appoggio dell’Associação dos Moradores (l’associazione deio residenti) e del Circolo trentino di Piracicaba. Sono i volontari a rendere possibile lo svolgimento della manifestazione, che si propone di valorizzare la tradizione trentina della coltivazione delle vite e della preparazione di vino. A Piracicaba è operativa la cooperativa «Copervin», che produce il «Vinho Trentino-Tiroles», con uve coltivate sul posto.


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Il programma della Festa prevede gastronomia tradizionale trentina, esibizioni di gruppi di balli popolari, musica dal vivo: tutto contribuisce a rendere particolarmente gioiosa e allegra la mani-

festazione, alla quale si calcola che quest’anno abbiano preso parte oltre diciottomila persone, provenienti da Piracicaba e da altre città limitrofe. Sono arrivati anche alcuni amici dei Circoli trentini di Santa Catarina e del Paranà. Tutti i proventi della Festa, vengono spesi per iniziative a favore della comunità trentina. Tutti questi eventi, che puntano a mantenere vive le tradizioni e l’eredità lasciata dai nostri antenati, sono diventati realtà perché esiste un forte spirito di volontariato nella comunità, sostenuto dalla

«Associação dos Moradores do Bairro de Santana» e incentivato dal Circolo di Piracicaba, che insieme vogliono cogliere questa occasione per riconoscere l’importanza della Trentini nel mondo, che quest’anno festeggita i suoi sessant’anni e che con la sua attività mantiene vivo il nostro legame con il Trentino e l’Italia, nostra terra natale. Così anche noi riusciamo a far comprendere e a trasmettere ai nostri discendenti l’importanza di coltivare la tradizione, perché un popolo senza

cultura è un popolo senza vita. Rivolgiamo un sentito ringraziamento all’Associazione Trentini nel Mondo per tutto quello che ci fornisce in questo percorso che stiamo facendo insieme con l’augurio di continuare ad avere successo nelle iniziative che vengono organizzate. Parabéns (congratulazioni) Trentini nel Mondo!!! Sempre Avanti!!! Graziela Vitti, Rodrigo Negri Vitti, Dirce Gobette Vitti, Maria Emília Vitti

NELLE FOTO. A pagina 18: Sofia Fialho Vitti e Flávia Vitti Correr, rispettivamente «Embaixadora» e «Rainha» della decima «Festa do Vinho» e il gruppo che ha ufficialmente aperto e chiuso la Festa. A centro pagina, il punto di ingresso ed uscita dell’area che ha ospitato la Festa, che riproduceva una nave. In basso, uno scorcio della sala che ha ospitato il pranzo per il trentesimo anniversario del Circolo. Su questa pagina. In alto, una rappresentanza del Circolo sfoggia i costumi tradizionali e nelle altre due foto, due momenti della festa per i 30 anni del Circolo.

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Anno «movimentato» a Presidente Getúlio Per la nuova dirigenza del Circolo Trentino di Presidente Getúlio (Santa Catarina - Brasile) l’inizio del 2017 è stato movimentato. A febbraio (foto in alto a sinistra), ha ricevuto la Filodrammatica «Arca di Noè» di Mattarello, che ha accompagnato a fare un giro della città, per far conoscere un po’ della nostra realtà. Poi, in occasione della festa per l’anniversario di fondazione della città, ha partecipato alla sfilata allegorica, rappresentando l’immigrazione italiana,

distribuendo asaggi di vino agli spettatori lungo la strada (foto in alto al centro). A luglio, insieme

con il Coro Italiano della città, ha curato l’organizzazione di una cena tipica, con piatti della tradi-

zione gastronomica delle regioni di provenienza degli immigrati italiani della zona. Attualmente il Circolo è uno degli sponsor del programma radiofonico «Momenti d’Italia», in onda tutte le domeniche dalle 6 alle 8. Prossima iniziativa in programma, è la realizzazione di una messa in lingua italiana. Il Circolo è attivo dal 2004, conta circa 20 famiglie associate, che si incontrano l’ultima domenica di ogni mese (foto a fianco). Il direttivo del Circolo trentino di Presidente Getúlio

Cordoglio a New York e Spormaggiore per Erminia Viola È deceduta nelle settimane scorse a New York (Stati Uniti) Erminia Viola ved. Endrizzi, originaria di Spormaggiore. Avrebbe compiuto 101 anni il prossimo 29 novembre. La notizia del decesso, dopo una breve malattia, nel paese natale è stata annunciata dal suono della campana da morto, nel rispetto della tradizione. A Spormaggiore ci sono ancora suoi parenti, così come a Cavedago che aveva dato i natali al marito Rodolfo Endrizzi con il quale era convolata a nozze nel 1937. Lo scorso anno aveva festeggiato il secolo di vita insieme alle due figlie, al figlio, ai numerosi nipoti ed amici. Per l’occasione era giunto da Toronto anche il nipote Mario Tanel con la consorte e dalla Valsugana una nipote e pronipote da parte del marito. L’eco della festa per in genetliaco era rimbalzata anche a Spormaggiore che l’annoverava come la persona più anziana della comunità dalla quale si era separata per emigrare negli Stati Uniti nel 1934 insieme con il padre e la sorella Giulia. Aveva altri sette fratelli: Angelina, Ce7 - 2017

sare, Giuseppe, Giulia, Luigi, la gemella Luigia e Maria. Ora resta solo la sorella più giovane Maria di 95 anni. Era sbarcata negli Stati Uniti negli anni difficili della Grande Crisi. Nonostante la difficoltà della lingua, superata la prima fase dell’integrazione in una collettività distante mille miglia da quella di nascita era riuscita a trovare lavoro dapprima come operaia in una fabbrica e poi come inserviente e «tata» in una famiglia italiana. Madre di tre figli, Rosemarie, Joan e Rudy, non ha mai dimenticato i luoghi cari della

sua infanzia e giovinezza, che periodicamente raggiungeva con uno dei famigliari. L’ultima visita

risale al 2010, a 94 anni insieme con la figlia Rosemarie, ancora carica di vitalità, di umorismo, di grande affetto per parenti e conoscenti, di coraggio, lei che, vedova a 50 anni, aveva tirato su la famiglia da sola superando ogni tipo di difficoltà. Si sta affievolendo con la sua morte la comunità, una volta assai numerosa di Sporezi nella Grande Mela, anche se nei numeri fra prima, seconda e terza generazione la rappresentatività è da folla. Il processo di integrazione però nella maggior parte dei casi ha ha allentato il legame con le radici degli avi. (m. z.)

Ettore Amos Francesco de Borzatti Il 3 agosto scorso il Circolo trentino di Canberra (Australia) ha perso un altro carissimo amico: Ettore Amos Francesco de Borzatti. Ettore era nato a Fiume il 18 giugno 1928. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale la famiglia si traferì a Valdagno ma Ettore completò i suoi studi a Rovereto, dove conobbe e si innamorò della bella Fabia. Nel 1949, con la famiglia emigrò in Australia e nel 1954 Fabia lo raggiunse. Ettore era uno stimato membro del Rotary Club. Alla moglie Fabia, alla figlia Gabry, ia nipotini Bianca e Luca e al genero Ian, le più sentite condoglianze da tutti i soci del Circolo Trentino di Queanbeyan/Canberra.

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CIRCOLI IL CIRCOLO TRENTINO DI TORONTO HA OSPITATO NELLA SEDE UN GRUPPO GUIDATO DA PADRE CLAUDIO HOLZER

Cena canadese per trentatre trentini Il 27 luglio il nostro Circolo è stato contento di aver avuto l’opportunità di ospitare per una cena trentatre persone provenienti dal Trentino. Oltre a Sabina Corradini ed Ilaria Turco, della Trentini nel mondo, arrivate a Toronto per partecipare alla «Trentini Youth Convention» (articoli da pagina 5 a pagina 8), il Circolo ha aperto le porte ad una comitiva guidata da padre Claudio Holzer: tra di loro c’erano anche don Ferdinando Pircali, presbitero diocesano a Cloz e padre Ruggero Zucal, parocco di Livo. Il gruppo di padre Holzer era «sbarcato» a Toronto il 27 luglio come ultima

tappa dopo aver visitato Victoria, Vancouver e Alberta. Dopo la gita alle Cascate del Niagara, accompagnato dal presidente del nostro Circolo, David Corazza, il gruppo è arrivato in pullman alla nostra sede dove ha sperimentato la calda ospitalità per cui il nostro Club è ben conosciuto! Tutti sono stati contenti di assaporare una cena «canadese» a base di pollo souvlaki, riso e verdure. Dopo cena, molti dei nostri soci si sono fermati per salutare e chiacchierare con il nostro graditi visitatori. Claudio Holzer, parlando a nome dell’intero

gruppo, ha rivolto un cordiale ringraziamento al nostro Circolo, affermando che nonostante la distanza c’è un legame forte e affettuoso tra il Trentino e i suoi emigrati all’estero. La serata si è conclusa con un ulteriore ringraziamento da parte di padre Holzer, e con una molto commovente e spontanea interpretazione della bellissima canzone trentina «La Madonnina». Nell’intonare insieme quella splendida melodia, tutti i presenti hanno sentito il senso dell’unità e dell’amore della nostra patria, il Trentino.

Tutti soddisfatti al picnic estivo di Toronto Un cielo sereno da cartolina ha fatto da splendida cornice al picnic che ogni anno il Circolo trentino di Toronto (Canada) organizza d’estate. Quest’anno l’appuntamento era stato fissato per domenica 30 luglio presso il Veneto Centre, con un programma che ha soddisfatto i partecipanti di tutte le età. I più piccoli sono stati tenuti occupati con numerosi giochi e attività (dal trucco al castello gonfiabile), i giovani si sono divertiti con la pallavolo e si sono sfidati sulla giostra, genitori e nonni hanno socializzato fra di loro e con i molti amici presenti. Fra i partecipanti c’erano anche i ragazzi appena rientrati da Blue Mountain, dove si era svolta la «Trentini Youth Convention». Il presidente del Circolo, David

Corazza, ha presentato uno ad uno i giovani che avevano preso parte alla Convention. Tutti hanno molto gradito il vitto preparato per il picnic: hamburger fatti al momento per i più piccoli e un sontuoso menù

trentino per tutti gli altri, con polenta col sugo e salsicce. Il torneo di bocce è stato vinto dalla coppia formata da Anna e Mario Tanel, al termine di un’avvincente sfida contro Domenica Vanier e Laura Santoni.

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I bambini, suddivisi in base all’età, hanno dato vita ad un’entusiasmante corsa nei sacchi. I vincitori sono stati Monica An (meno di 5 anni), Michela Cologna (età 6-9), Aidan Cologna (età 10-13) e Leonardo Cortellucci (oltre 13 anni). Il grande successo dell’iniziativa è stato reso possibile dall’incredibile entusiasmo e dall’energie e dall’impegno di molte persone che hanno lavorato duramente e volontariamente per ideare, organizzare, preparare, servire e seguire ogni singolo dettaglio. A tutti, il direttivo del Circolo trentino di Toronto rivolge un sentito ringraziamento per il loro indispensabile apporto. 7 - 2017


DAL TRENTINO SI È SVOLTO DAL 13 AL 20 AGOSTO NELLE LOCALITÀ DEL COMUNE DI ALTAVALLE: GRUMES, GRAUNO, VALDA E FAVER

«Contavalle», un festival che valorizza storia, luoghi e cultura del territorio

C

os’è un festival? È una rassegna di eventi, inserita preferibilmente nell’offerta estiva di città, paesi, valli, territori. Esistono festival legati al teatro, alla musica, al giornalismo, al cinema, alla filosofia. Ogni ambito della cultura, dell’arte e dello spettacolo ha ormai un proprio festival di riferimento e ogni luogo, di centro o di periferia, è in grado di proporne almeno uno. Perché dunque l’associazione «.doc» ha deciso di aggiungersi oggi a questo affollato elenco proponendo alla cittadinanza del comune di Altavalle la realizzazione del festival di teatro civile e partecipato «Contavalle»? Semplicemente perché possiede un’idea originale e articolata di cosa dovrebbe essere un festival. Legata a progetti culturali che si sviluppano su questo territorio da diversi anni. Progetti che muovono dalla narrazione di comunità e avanzano, a piccoli passi, verso più direzioni: la storia del territorio, la coscienza dei luoghi, il futuro dei piccoli paesi. Proposte che non vogliono soltanto intrattenere il cittadino, ma coinvolgerlo nella costruzione attiva della memoria locale. Inserirlo in un discorso critico sul suo presente e su quello del paese in cui vive. Perché organizzare un festival non significa soltanto scegliere

Il programma della prima edizione Il festival «Contavalle - Incontri di teatro civile e di comunità», che si è svolto dal 13 al 20 agosto, è stato organizzato dall’associazione «.doc» con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e il sostegno del comune di Altavalle, dell’Apt Piné e Val di Cembra e la collaborazione di Sviluppo Turistico Grumes. Il programma ha avuto un prologo l’8 agosto (ne parliamo nell’articolo qui sotto e alle pagine 4-5), in occasione della «Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo». Gli spettacoli presentati sono stati «Ci sarà una volta - Ognida un’infinita lista di artisti, compagnie, musicisti, i nomi più importanti per garantirsi i migliori eventi e il relativo pubblico. Così facendo infatti, ci si preoccupa semplicemente di offrire allo spettatore un generico intrattenimento, uno svago, un evento, spesso slegato da altri eventi. Operazione assolutamente legittima ma altrettanto scissa dalle

dove», il 13 agosto a Grumes; «R&G: la lacrimosa stroria di Romeo e Giulietta», i8l 15 agosto a Grauno; «Sogni d’oro. La favola vera di Adriano Olivetti» il 18 agostio a Valda ed «Emigrantes Express» il 20 agosto a Faver. Hanno completato il programma due «Aperitivi con l’autore»a Grumes: il 18 agosto l’incontro con la storica Olga Massari, che ha tradotto e aggiornato il libro di Anne Morelli «La partecipazione degli emigrati italiani alla Resistenza belga» e il 20 agosto la presentazione del «Piccolo museo del diario» di Pieve Santo Stefano (Arezzo). specificità del luogo in cui viene proposta e priva di un filo conduttore concettuale. Un’operazione che in questi termini può svolgere chiunque, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Organizzare «Contavalle» ha significato avere, prima di tutto, un perché legato alla proposta ricreativa che è stata avanzata. Un perché legato non esclusivamente

a orizzonti economici o ritorni d’immagine, ma ad esigenze prima di tutto culturali, sociali, perché no, etiche, specificamente legate a un territorio. Quello dell’alta val di Cembra, e più specificamente quello dei quattro paesi del comune di Altavalle: Faver, Grauno, Grumes e Valda.

L’8 AGOSTO FAVER HA OSPITATO UN’INIZIATIVA COLLEGATA AL FESTIVAL «CONTAVALLE»

Il ricordo di Primo Leonardelli vittima trentina di Marcinelle I temi della memoria, dell’emigrazione e del lavoro affrontati da Contavalle sono stati al centro di un’altra importante giornata, quella del 8 agosto. A Faver, uno dei quattro paesi del comune di Altavalle, è stata infatti celebrata la »Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo» (articolo alle pagine 2-3). La data dell’8 agosto ovviamente non è casuale: è il giorno della tragedia di Marci7 - 2017

nelle del 1956. Una catastrofe in cui perirono 262 persone tra cui 136 italiani. Tra quelle persone anche un trentino: Primo Leonardelli di Viarago, una frazione di Pergine Valsugana. La storia della sua vita e della sua tragica fine è raccontata in un documentario di Guido Laino e Tommaso Pasquini. Alcuni spezzoni di questo film e di altri prodotti video realizzati da Tommaso Pasquini sul mondo

delle miniere sono stati presentati e introdotti dall’autore durante l’appuntamento di chiusura della giornata del 8 agosto, nella sala polifunzionale di Faver. L’emigrazione trentina (e ancora più specificamente quella dei paesi dell’alta val di Cembra), è stata discussa e raccontata attraverso le principali «rotte» europee su cui si incamminavano gli emigranti del posto: quella verso il Belgio e quella verso la Lorena

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La foto di Primo Leonardelli nel museo del Bois du Cazier a Marcinelle e, sull’altra pagina, il suo nome inciso sul monumento che nello stesso luogo ricorda la tragedia.

francese. Se Belgio infatti, come ben sanno gli abitanti di Faver, faceva rima spesso con miniere di carbone, baracche e terrils,


DAL TRENTINO

Qui, sia l’associazione «.doc» che il direttore artistico del festival, Tommaso Pasquini, portano avanti da anni una serie di progetti più o meno interconnessi, che si pongono l’obiettivo del recupero della coscienza dei luoghi e della loro valorizzazione. Scavando nei ricordi della gente, soffermandosi sulla storia del loro abitato, cercando un elemento comune nel passato delle comunità dei quattro paesi che dopo la fusione amministrativa di due anni fa sono diventati un unico Comune, l’emigrazione emerge come fenomeno ed esperienza vissuta dalla gran parte della popolazione. Un vero e proprio «capitale culturale» da cui non si può prescindere per un qualsiasi tentativo di ricostruzione e divulgazione della memoria di questi luoghi e delle persone che li abitano. Se raccogliere interviste, reperire documenti, riscoprire diari e rccogliere fotografie è operazione avviata e praticamente sempre in corso (una parte del Festival Contavalle è stata dedicata proprio

Scavando nei ricordi della gente, soffermandosi sulla storia del loro abitato, cercando un elemento comune nel passato delle comunità dei quattro paesi - Grumes, Grauno, Valda e Faver - diventati un unico Comune dopo la fusione, l’emigrazione emerge come fenomeno ed esperienza vissuta dalla gran parte della popolazione. Un vero e proprio «capitale culturale» all’archiviazione della memoria, grazie al dialogo aperto con il teatro Povero di Monticchiello (Siena) e l’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano (Arezzo) ospiti di due incontro organizzati a Grumes il 18 e il 20 agosto), è nella valorizzazione e nella divulgazione di questo patrimonio culturale che l’impegno della cittadinanza e dei coordinatori del progetto si è concentrato principalmente. Così è nato «Ci sarà una volta», l’esperimento di teatro partecipato che è attivo ormai da quattro anni e vede i cittadini

delle quattro frazioni direttamente impegnati in piazza come attori. Quello che recitano in varie repliche tra agosto e dicembre, è un testo teatrale costruito attraverso una serie di incontri organizzati nei nove mesi precedenti, tutti aperti al pubblico e organizzati a rotazione in ognuno dei quattro paesi. In queste assemblee pubbliche la gente si confronta, discute, dialoga su quelli che sono i temi di attualità riguardanti la vita della propria comunità, attingendo in continuazione alla storia e alla

memoria per confrontare, comprendere, immaginare il futuro del proprio paese. E proprio sulla vita delle comunità dei piccoli paesi, sul loro forte legame con la storia migratoria, sui vari modi in cui la cittadinanza può diventare protagonista del proprio racconto, si è voluta concentrare la prima edizione del Festival Contavalle. Gli incontri e gli spettacoli proposti tra il 13 e il 20 agosto nelle piazze dei paesi hanno dato vita a un vero e proprio laboratorio di confronti, suggestioni, buone pratiche sulla vita delle picole comunità. La grande partecipazione del pubblico e il coinvolgimento attivo della cittadinanza, oltre che dare per scontata una seconda, più ricca edizione, hanno confermato le solide basi su cui poggia questa proposta culturale. E instillato negli organizzatori la motivazione necessaria per cominciare da subito a lavorare per la prossima edizione. Arrivederci dunque, a «Contavalle»!

Oltre ad alcuni contributi video sulla tragedia mineraria dell’agosto 1956 in Belgio, sono stati proiettati alcuni spezzoni di «Una memoria di ferro», documentario dedicato all’emigrazione trentina verso la Lorena, in Francia anche la rotta francese aveva i suoi consueti simboli di rinascita, sofferenza e speranza, legati al ferro estratto dal suolo lorenese, come ben sanno gli abitanti di Grumes, che nel corso del ’900 si sono trasferiti in massa nel paese di Fontoy sulle tracce del loro primo migrante: Erminio Faustini. Una storia che Pasquini racconta in «Una memoria di ferro» (2012) il documentario che mostra luoghi, persone e protagonisti

di un’epopea così lontana ma, anche, così vicina. Al termine della proiezione, i temi affrontati dai contributi video hanno spinto i presenti ad intervenire in un coinvolgente dibattito, soprattutto grazie al grande valore di testimonianza diretta che molti tra i partecipanti hanno «portato in dote» alla serata, al paese e alla memoria del sacrificio del lavoro italiano nel mondo.

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CALENDARIO 3 – 6 agosto C.T. Nova Trento (BR): XXV Incanto trentino

22 settembre C.T. Brusque (BR): cena sociale

5 agosto C.T. Gaspar (BR): XXIII festa italiana C.T. Readsboro (USA): picnic annuale

23 settembre C.T. Guaramirin (BR): Festa della porchetta

6 agosto C.T. Villa Regina (AR): VI conferenza del ciclo “Italia e le sue regioni: paesaggi, storia e musica” – Toscana e Sardegna 8 agosto A Faver, incontro d’estate dei Circoli Trentini d’Italia e d’Europa 9 agosto C.T. Villa Regina (AR): inizio lezioni d’appoggio gratuite per studenti di liceo 11 agosto C.T. Bento Gonçalves (BR): Calice de estrelas – Caminhos de Pedra C.T. La Plata (AR): inaugurazione dell’esposizione di pitture, ceramiche e porcellane nell’ambito dei festeggiamenti del 81 anniversario del Circolo 12 agosto C.T. Villa Regina (AR): partecipazione con stand alla Fiera “Savia la terra” 12, 19 e 26 agosto C.T. Villa Regina (AR): nel ciclo “Capacitacián emprender” laboratorio di panificazione organizzato dal Ministero dello Sviluppo della Provincia di Rio Negro 13 agosto C.T. Seattle (USA): Polenta picnic annuale 18-20 agosto A Jaragua do Sul (BR): incontro circoli trentini dello stato di Santa Catarina e Parana 19 agosto C.T. Salete (BR): XI Festa del Pollo 20 agosto Circolo ex emigrati trentini in Svizzera (IT): incontro d’estate 25 agosto C.T. Jaragua do Sul (BR): cena italiana 27 agosto C.T. Villa Regina (AR): VII conferenza del ciclo “Italia e le sue regioni: paesaggi, storia e musica” – Trentino Alto Adige e Abruzzo 5-14 settembre Viaggio in Trentino del CT Montevideo (UY) 6-10 settembre C.T. Rio dos Cedros (BR): Festa trentina 10 settembre C.T. Buenos Aires (AR): pranzo di primavera 16-17 settembre C.T. Rodeio (BR): 29° edizione “La Sagra”

28-30 settembre A Buenos Aires, Argentina: Consulta provinciale dell’Emigrazione 8 ottobre C.T. Denver – Colorado (USA): riunione del club 11 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): sfilata per la giornata del Municipio 14 -15 ottobre A Huatusco (MX) Incontro dei circoli Trentini del Messico 15 ottobre Colonia Manuel Gonzalez (MX): commemorazione 136 anniversario dell’emigrazione Trentina 15 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): 6° Mèrica Mèrica MagnaBento, e dal 16 al 22 ottobre festival del cinema di Bento Gonçalves 20-22 ottobre A Riva del Garda, Convegno EZA – UNAIE “Il pilastro europeo dei diritti sociali” 28 ottobre C.T. Centre Borinage (BE): cena d’autum 29 ottobre C.T. Charleroi (BE): polentada d’autum 4-5 novembre 3° Incontro nazionale trentino dei circoli trentini dell’Uruguay 11 novembre Celebrazione del 60° Anniversario dell’Associazione 17-19 novembre A Cleveland (USA): Incontro di Presidenti ITTONA 19 novembre ottobre C.T. Città del Messico (MX): “Porte aperte Piemonte, Veneto e Trentino” 26 novembre C.T. Centre Borinage (BE): castagnata 3 dicembre C.T. Toronto (CA): colazione con Babbo Natale e vendita di dolci organizzata dal gruppo Donne di Toronto 12 dicembre C.T. Bento Gonçalves (BR): Natale “Incanto Trentino” 13 dicembre C.T. Denver – Colorado (USA): Christmas Brunch 16-18 dicembre C.T. Centre Borinage (BE): gita ai mercatini di Natale di Alsazia


La scultura in illegno da Sebastian Novak come simbolo di Trentini amicizianel framondo, Trento eche Presidencia Roque Sáenz Peña a(Argentina) È stato scelto logo realizzata che contraddistinguerà il 60° anniversario della ricorre quest’anno (articolo pagina 3)


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