Luglio 2016

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

7/2016

Foto Diego Dalmonech

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 59°

La sfilata delle bandiere alla «Festa provinciale dell’emigrazione» che quest’anno si è svolta ad Aldeno il 16 e 17 luglio.


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Germania, Messico, Paraguay e Uruguay Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 4 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 3 circoli Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti) Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

- 1 circolo


EDITORIALE

Pagina 2 AGENDA Pagine 3-7 FESTA PROVINCIALE DELL’EMIGRAZIONE AD ALDENO Pagine 8-9 COMMEMORAZIONE ALLA CAMPANA DEI CADUTI DEL 60° DI MARCINELLE Pagina 10-11 GENTE E FATTI Pagine 12-13 GIOVANI OLTRECONFINE: YASMEEN VILIOTTI Pagine 14-15 TRENTINO “SUPER” Pagine 16-17 INTERVISTA A PETER FACINELLI Pagine 18-22 CIRCOLI Pagina 23 ATTUALITÀ Pagina 24 ABBONAMENTI

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Anna Lanfranchi

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, A. Lanfranchi, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 7 LUGLIO 2016 Stampato il 9 settembre 2016

In copertina: la «Festa dell’emigrazione provinciale 2016» ad Aldeno.

È IMPORTANTE NON DIMENTICARE E PORRE UN ARGINE AL DISINTERESSE E ALL’OPPORTUNISMO

È l’intelligenza a dare un senso alla memoria e alla conoscenza

L

’estate è il momento in cui le sagre, le ricorrenze e gli avvenimenti più festosi e popolari si rincorrono e si moltiplicano un po’ in tutti i paesi del Trentino. È l’occasione per rinsaldare amicizie e fare nuovi incontri, ma è anche il momento in cui molti trentini che vivono all’estero tornano al paese per ritrovare i parenti e gli amici ed anche per respirare ancora una volta l’aria di casa. Il maggior numero di eventi si concentra ovviamente nel periodo di luglio e di agosto: mesi nei quali si sono svolte tra l’altro la «Festa Provinciale dell’Emigrazione», ad Aldeno il 16-17 luglio, e la «Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro italiano nel Mondo», a Rovereto l’8 agosto, data che è coincisa con l’«Incontro d’Estate dei Circoli Trentini d’Europa», tradizionale appuntamento estivo organizzato dall’Associazione Trentini nel mondo, al quale è abbinato anche l’«Incontro dei Circoli Trentini d’Italia» (giunto alla sua tredicesima edizione). Il valore di questi avvenimenti va però ben oltre le pur significative manifestazioni di affetto e di amicizia che puntualmente si rinnovano in queste occasioni, perché vanno ad incidere direttamente sui sentimenti più profondi che da sempre caratterizzano il mondo dell’emigrazione. Questi incontri infatti riportano alla luce fatti ed avvenimenti che fanno parte inscindibile della storia del Trentino e che non possono e non devono essere dimenticati se non si vuole tagliare alla base le radici del patrimonio culturale, etico e sociale che ha contribuito a far crescere i trentini ed il Trentino fino a diventare un esempio da seguire e – almeno qualche volta – da invidiare. Questi avvenimenti dunque non devono venir interpretati solo per l’aspetto esteriore di festa e di allegria – pur necessari e doverosi – ma costituiscono anche l’espressione più vera e popolare della volontà di non dimenticare. Sull’importanza del recupero vero e cosciente della memoria ci siamo spesso dilungati, convinti che non sia sufficiente ricordare

Foto Diego Dalmonech

SOMMARIO

Non è sufficiente ricordare solo con nostalgia e rimpianto ma è doveroso farlo per riflettere e imparare, traendone gli insegnamenti necessari per andare avanti senza ripetere gli errori del passato e per trovare il coraggio e la capacità di guardare al futuro, come hanno fatto coloro che sono emigrati solo con nostalgia e rimpianto, ma che sia doveroso farlo per riflettere e imparare traendone gli insegnamenti necessari per andare avanti senza ripetere gli errori – spesso tragici – del passato. Purtroppo oggi gran parte degli uomini risultano avviluppati in una realtà sempre più livellata da una distorta globalizzazione che tende ad omogeneizzare qualsiasi attività (anche quella del pensiero) escludendo di conseguenza ciò che non va specificamente in questa direzione. La memoria oggi non sembra rientrare in questa sfera d’interessi (se non nei casi in cui si cerca di piegarla alle esigenze e alle opportunità del momento) e di conseguenza viene abbandonata o relegata in fondo alla lista delle cose utili da fare. Eppure sul valore della memoria si sono cimentati tutti i più grandi filosofi ed i pensatori che hanno fatto crescere la civiltà. Sant’Agostino ad esempio indicava la «memoria come il luogo dove si conservano le conoscenze», mentre Aristotele completava il pensiero affermando che «la conoscenza esiste solo quando un’intelligenza può essere in

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grado di utilizzarla». Appare chiaro da queste due semplici citazioni come la memoria e la conoscenza risultino strettamente interconnesse, ma diventano operativamente utili solo se c’è il collante dell’intelligenza. Purtroppo oggi sembra che quest’ultimo elemento venga superato da altri requisiti come l’indifferenza e l’egoismo. D’altra parte diventa anche sempre più difficile trovare validi punti di riferimento (in particolare tra chi avrebbe il dovere istituzionale di dare il buon esempio) per cui non possiamo meravigliarci se il disinteresse e l’opportunismo dilagano. Ciò comunque non vuol dire che tutti dobbiamo uniformarci e rinunciare ad esercitare l’uso corretto della memoria. Anzi, spetta tanto più ai singoli o alle associazioni come la Trentini nel Mondo esprimere il coraggio e la capacità di guardare al futuro (come hanno avuto i nostri emigranti quando sono partiti) per contrapporlo all’incompetenza e all’inettitudine di chi non ha la capacità di assumersi la responsabilità di farlo. Alberto Tafner 7 - 2016


AGENDA IL SALUTO DI COMMIATO DEL DIRETTORE DELL’ASSOCIAZIONE IL CUI RIENTRO, DOPO LA MATERNITÀ, ERA PREVISTO A FINE SETTEMBRE

Anna Lanfranchi lascia la «Trentini nel mondo»: «intendo dedicarmi a tempo pieno alla famiglia»

C

ari Amici, come alcuni di voi avranno già saputo, a fine settembre non rientrerò a lavorare e, con grande gratitudine e già un po’ di nostalgia, condivido con tutti voi la decisione che ho preso e che riguarda il mio futuro. Come molti sanno, è proprio nell’ambiente dell’Associazione che ho conosciuto mio marito, trentino nel mondo. Dopo la nascita di nostro figlio a settembre 2015, il senso della mia vita, come donna, come madre e come professionista, è cambiato radicalmente ed è per questo che intendo dedicarmi a tempo pieno alla famiglia, contenta che la mia biografia sia indissolubilmente intrecciata alla storia di questa grande Associazione. Non è difficile comprendere che, anche per questo motivo, il legame umano, di amicizia e simbolico con la Trentini nel Mondo, resterà per me un legame profondo, saldo e indissolubile. In questi anni, grazie all’Associazione ho potuto fare un’esperienza lavorativa straordina-

«In questi anni ho potuto fare un’esperienza lavorativa straordinariamente ricca sia sotto il profilo professionale che personale»

riamente ricca sia sotto il profilo professionale che personale. Ho viaggiato in tanti paesi, ho conosciuto i Circoli con le loro specificità culturali ma sempre

con i tratti persistenti della comune matrice trentina, ogni volta scoprendo storie incredibili di persone e imprese. La Trentini nel Mondo è stata la

mia casa e continuerà ad esserlo, in modo diverso. Seguirò infatti con interesse, affetto e partecipazione, pur da “lontano”, le future evoluzioni dell’Associazione che io ho preso in mano in un momento delicato e doloroso della sua storia e che oggi, sono certa, troverà dedizione, impegno e passione sotto la guida di chi mi succederà, a cui faccio tutti i miei auguri di buon lavoro. Cambiano le persone, infatti, ma non cambia l’obiettivo: continuare a rinforzare il ruolo dell’Associazione come punto di riferimento internazionale per tutti i trentini nei diversi Paesi del mondo. È questo ciò che ho cercato di fare in questi anni, con il sostegno del presidente Tafner, del Consiglio d’Amministrazione e soprattutto dell’ufficio (Sabina, Rosy, Giada, Francesco, Roberto e Maurizio) che ringrazio per la condivisione del nostro operato e dei progetti realizzati. A presto... Anna Lanfranchi

IL DIRETTORE DI QUESTO GIORNALE HA TENUTO UNA RELAZIONE ALL’EDIZIONE 2016 DEL FESTIVAL ORGANIZZATO IN VALLARSA

Emigrazione trentina a «Tra le rocce e il cielo» Maurizio Tomasi, direttore del periodico «Trentini nel mondo», è stato uno dei relatori al convegno «Confine o frontiera? L’Europa fra soglia e limite» che si è tenuto sabato 20 agosto presso il teatro di Sant’Anna in Vallarsa, nell’ambito dell’edizione 2016 del festival «Tra le rocce e il cielo»: titolo dell’intervento era «Quando i migranti eravamo noi: sofferenza e accoglienza dei trentini nel mondo». Nel suo intervento Maurizio Tomasi ha ricordato le cause dell’emigrazione trentina nel corso degli anni, ha descritto l’attività dell’Associazione, ha fatto ascoltare alcune testimonianze registrate (sia audio che video), ha parlato della legge 379/2000, ha raccontato dell’attaccamento al Trentino che anima gli emigrati e i loro discendenti ed ha in particolare richiamato l’attenzione 7 - 2016

che emigrare non è solo varcare un confine. «La sofferenza citata nel titolo di questa relazione - ha affermato - si riferisce al fatto che oltrepassare per sempre una frontiera, specialmente quando non lo si fa per scelta ma per

costrizione e disperazione, rappresenta sempre una lacerazione per la vita di una persona, che si lascia alle spalle luoghi, affetti, usi, abitudini, che sono parte integrante del suo essere». Nella sua relazione ha poi sotto-

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lineato che «emigrare non è varcare un solo confine». C’è quello politico che divide due nazioni. Ma c’è anche quello geografico e culturale, che porta a doversi inserire in un contesto ambientale e sociale completamente nuovo. E c’è quello del pregiudizio, della discriminazione, del sospetto, se non addirittura dell’odio e della xenofobia, con cui l’emigrante può venire accolto. Gli altri relatori sono stati Andrea Anselmi (Medici senza frontiere), Raffaele Crocco (giornalista, direttore dell’«Atlante dei conflitti»), Francesco Palermo (senatore), Riccardo Pennisi (analista per Aspenia e Limes), Ozlem Tanrikulu (presidente dell’associazione curdo-italiana UIKI onlus). Il convegno è stato accompagnato dalle musiche del gruppo «Terne Sinti».


FESTA EMIGRAZIONE Si è svolta il 16 e 17 luglio, organizzata dall’Associazione Trentini nel Mondo, dall’Unione Famiglie Trentine all’estero, dall’Ufficio Emigrazione della Provincia di Trento, in collaborazione con il Comune di Aldeno e altre associazioni locali

In due distinte tavole rotonde è stato discusso il tema che ha fatto da filo conduttore all’iniziativa: «Dalle migrazioni alla nuova mobilità». Sulla «Festa» sono stati realizzati tre brevi video, che sono stati messi on-line su «You Tube»

«Dalle migrazioni alla nuova mobilità» è il tema che ha fatto da filo conduttore all’edizione 2016 della «Festa provinciale dell’emigrazione», che si è svolta ad Aldeno il 16 e 17 luglio scorso. La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione Trentini nel Mondo, dall’Unione delle Famiglie Trentine all’estero, dall’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con il Comune di Aldeno e altre associazioni del territorio. Il tema è stato approfondito in

«Cassiano Conzatti Pedagogo e Botanico» a cura del Museo Civico di Rovereto, «Immagini dell’emigrazione da Garniga Terme» a cura della Pro Loco di Garniga Terme e quella con i disegni fatti dai bambini della scuola elementare di Aldeno. La «Festa» è raccontata in tre brevi video che si possono vedere su You Tube (link a pagina 7), realizzati da Luca Larcher e Lorenzo Ferrulli, studenti dell’Istituto Artigianelli di Trento.

Aldeno ha ospitato la Festa provinciale dell’emigrazione due distinte tavole rotonde nel pomeriggio di sabato 16 luglio, giornata che è stata conclusa dallo spettacolo folcloristico in piazza con il gruppo «I quater sauti rabiesi». Il programma della

domenica prevedeva la sfilata per le vie del centro, la santa messa e i saluti delle autorità. Durante le due giornate, presso la sala Polifunzionale «Co-residenza» erano allestite le mostre

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FESTA EMIGRAZIONE

Tre voci per parlare dell’emigrazione storica È stata la tavola rotonda «Migrazione dal Trentino verso la Bosnia Erzegovina», che si è svolta presso il teatro di Aldeno, il primo appuntamento della Festa provinciale dell’emigrazione. Prima dei relatori, hanno preso la parola il sindaco di Aldeno, Nicola Fioretti, che ha portato il saluto dell’amministrazione comunale ai partcipanti, e il sindaco di Cimone, Damiano Bisesti, che ha anche brevemente descritto la «Barcarola», la manifestazione che si svolge ogni 25 anni a Cimone per ricordare l’emigrazione dal paese. La tavola rotonda è stata aperta dall’intervento di Renata Boni, che nel 2001 si era laureata in pedagogia all’Università di Verona con la tesi di laurea intitolata «Quan-

do da Aldeno si emigrava. Riproposizione attraverso documenti e testimonianze della emigrazione da Aldeno verso la Bosnia». Nel suo intervento sono state ricordate le cause dell’emigrazione da Aldeno e le principali destinazioni (fra le quali l’Argentina, dove emigrò la famiglia Alberto Alberti, di cui parliamo a pagina 6). L’esperienza degli «aldeneri» (e non solo) in Bosnia e la loro successiva emigrazione nell’Agro Pontino, sono state al centro dell’intervento di Paolo Perotto, presidente del Circolo trentino del Pontino, e autore del libro «Nella terra dell’airone. La straordinaria storia dei trentini di Aprilia Ardea Pomezia». Renata Boni ha poi concluso l’approfondi-

mento su questo argomento, con una riflessione su come la «doppia emigrazione», prima in Bosnia e poi in Pontino, ha influenzato, in termini di identità e di legame con la terra di origine, i protagonisti e i discendenti di quel flusso migratorio. Osvaldo Tonina, consigliere dell’Unione delle famiglie trentine all’estero, ha concluso i lavori con una relazione intitolata «Le doppie radici di mio padre». Nato in Argentina da trentini emigrati, il padre di Osvaldo era poi rientrato in Trentino: questi eventi hanno contribuito a formare il carattere del padre ed anche quello di Osvaldo, che è diventato un profondo conoscitore dell’Argentina, paese nel quale promuove progetti di solidarietà.

È IL FIGLIO DEL PRESIDENTE DI «COIMEX», GRANDE GRUPPO IMPRENDITORIALE CHE IN BRASILE OPERA IN DIVERSI SETTORI

Il messaggio di Otacilio José Coser Filho ai concittadini del bisnonno Valerio Emilio Export, infrastrutture, logistica, energia, immobiliare, servizi finanziari, industria: sono questi i settori in cui opera Coimex, il gruppo imprenditoriale fondato a Vitoria (Espirito Santo - Brasile) da Otacilio Coser, discendente di Valerio Emilio, emigrato da Aldeno. In occasione della Festa provinciale dell’emigrazione, Otacilio José Coser Filho, ha inviato un messaggio ai suoi «concittadini», che è stato letto sabato pomeriggio al termine delle due tavole rotonde (foto a destra) e domenica mattina in piazza, come momento conclusivo della manifestazione: in questa seconda occasione è stato letto dal sindaco di Aldeno. Questo il testo del messaggio: «Sono Otacilio Coser Figlio: con Evandro, Claudio, Bernardette, Carlos Alberto, Rachel, siamo pronipoti di Valerio Emilio Coser, cittadino di Aldeno, immigrato che ha affrontato la sfida 7 - 2016

dando modo ai suoi successori di svilupparsi sia numericamente che come impresa. Ai Trentini invio il mio cordiale saluto, in particolare ai cittadini di Aldeno, la terra natale di mio bisnonno,

per rendere coltivabile il Brasile, affrontando malattie tropicali, animali selvatici, riuscendoci e

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che con la sua scelta di emigrazione ha permesso la nascita del Gruppo Coimex, realtà che oggi comprende varie aziende nel paese e che è già arrivato nella comunità europea, in Portogallo».


FESTA EMIGRAZIONE IL PROGETTO «ALTROVE» E LE TESTIMONIANZE DI ALCUNI GIOVANI DI ALDENO AL CENTRO DELLA SECONDA TAVOLA ROTONDA

Prospettive e difficoltà della nuova mobilità Non scappano da situazioni di miseria, come chi è migrato in passato ma proprio come loro sono alla ricerca di condizioni che permettano loro di esprimere al meglio le loro capacità e di costruire solide basi per un futuro professionale e familiare. Sono i giovani protagonisti della «nuova mobilità», fenomeno che porta sempre più giovani a «tentare la fortuna» all’estero. Alcune significative esperienze di questa realtà sono state raccontate in prima persona da alcuni giovani di Aldeno, nel corso della seconda tavola rotonda che si è svolta sabato 16 luglio presso il teatro di Aldeno. Coordinata da Chiara San Giuseppe, dell’Ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento, è stata aperta dall’intervento di Monica Ronchini e Simone Casciano, che hanno illustrato contenuti e obiettivi del progetto «Altrove», promosso dal Comune di Riva del Garda, che ha portato alla creazione del portale (www.altrovereporter.it) Il progetto è partito dall’idea che i percorsi di studio, lavoro, passione e necessità che portano i giovani verso mete lontane

possono diventare un’occasione di crescita per tutti, per chi va e per chi resta. Poi la parola è passata a cinque giovani nati ad Aldeno che lavorano all’estero. La prima testimonianza (foto in alto) è stata quella di Daniele Pancheri che, impossibilitato ad essere presente, era stato intervistato via Skype. Attualmente residente a Vienna, dove lavora come funzionario politico dell’Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa (OSCE), vive e lavora all’estero ininterrottamente dal 2007 ed è stato Bosnia, Kossovo, Olanda, Israele, Palestina e Stati Uniti. Gli altri protagonisti della tavola rotonda sono stati (da sinistra

nelle foto qui sopra) Nicola Buratti, Mattia Coser, Alessandro Condini Mosna e Michele Battisti. Nicola Buratti ha lavorato per otto anni a Vienna come assistente educatore in un asilo infantile. Si è poi iscritto ad una scuola per specializzarsi come educatore vero e proprio: sta seguendo il quarto dei sei semestri previsti dal piano di studi e grazie ad un sussidio erogato dallo stato, può concentrarsi totalmente sugli studi senza doversi preoccupare del lavoro. Vienna è anche la città di Mattia Coser, dove ha frequentato un dottorato di ricerca in filosofia e dove ha trovato lavoro, principalmente come insegnante, anche se spesso gli capita di fare prestazio-

ni occasionali come traduttore dal tedesco all’italiano e viceversa. Michele Battisti lavora invece a Monaco di Baviera come ricercatore, in particolare nei settori economia del lavoro e immigrazione. Fa invece «il pendolare» Alessandro Condini Mosna, che trascorre sei mesi in Italia e gli altri sei alle Canarie. Sulle isole spagnole lavora come insegnante di italiano mentre quando è in Italia si occupa di agronomia, come libero professionista. La tavola rotonda si è conclusa con una serie di domande poste dal pubblico presente e dalla lettura del saluto di Otacilio José Coser Filho (articolo sulla pagina a fianco), discendente di un trentino emigrato proprio da Aldeno.

L’ esibizione del Coro Tre Cime e il ricordo di Camillo Stedile

Fra lo svolgimento delle due tavole rotonde ci sono stati due momenti significativi: il ricordo di Camillo Stedile, recentemente scomparso e per anni consigliere della Trentini nel mondo e l’esibizione del Coro Tre Cime. A nome della Trentini nel mondo, Armando Maistri ha consegnato un omaggio ai familiari di Camillo Stedile, la moglie Frida, la figlia Gloria e il figlio Alberto.

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FESTA EMIGRAZIONE

Come alfieri i giovani del progetto «Interscambi»

Anche quest’anno alla «Festa provinciale dell’emigrazione» erano presenti i partecipanti all’edizione 2016 del progetto «Interscambi giovanili», organizzato dall’Ufficio emigrazione della Provincia: ventidue giovani provenienti da Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Paraguay, Messico, Guatemale, Australia e

Stati Uniti. Alcuni di loro provenivano da zone in cui sono attivi Circoli trentini o Famiglie trentine. Così, i giovani di Perth, New York, Joinville, Mendoza e Resistencia sono stati ben felici di fare gli alfieri e portare in sfilata le bandiere dei Circoli di quelle località. Ai due giovani di Carmelo (Uruguay) sono state

invece affidate le bandiere di Montevideo e Colonia del Sacramento. Qui sopra, foto di gruppo dei partecianti al progetto e i loro ospitanti, insieme al presidente della Provincia, all’Arcivescovo, al sindaco di Aldeno, alla presidente dell’UFTE e al vice presidente della Trentini nel mondo

IN UN’APPOSITA MOSTRA ERANO ESPOSTI I DISEGNI REALIZZATI PER IL CONCORSO LEGATO ALLA «FESTA DELL’EMIGRAZIONE»

L’emigrazione «vista» dagli alunni delle elementari In considerazione dell’impegno artistico di ognuno, della sensibilità dimostrata e del buon livello dei risultati ottenuti, le classi che hanno partecipato al concorso di disegno promosso in occasione della «Festa provinciale dell’emigrazione» sono state considerate «vincitrici a pari merito»: così si è espressa la giuria che ha esaminato i lavori preparati dalle calssi IV A e IV B della scuola elementare di Aldeno. Nella primavera del prossimo anno, gli alunni di entrambe le classi parteciperanno al viaggio a Genova, offerto dalla Provincia Autonoma di Trento, per visitare la mostra «Memoria e migrazioni», presso il Galata Museo. Durante la «Festa» i disegni sono stati esposti presso la sala Polifunzionale «Co-residenza».

I disegni sono stati realizzati con diverse tecniche: espansione di immagine, collage, pastelli acquarellati, cera. «La scelta di accompagnare

ogni disegno con un titolo e una breve frase descrittiva di luoghi, situazioni e stati d’animo - ha affermato la giuria nelle motivazioni della premiazione - eviden-

zia l’impegno individuale degli alunni nel cercare di trasmettere, non solo attraverso il disegno, le sensazioni provate dagli emigranti e da loro stessi nell’apprendere e approfondire la conoscenza di quel fenomeno». Gli spunti per i disegni erano stati dati in occasione di una «lezione» in classe, tenuta dalla Trentini nel mondo nel mese di aprile «I disegni elaborati - si legge ancora nel verbale della giuria - testimoniano che gli alunni hanno seguito con interesse la lezione tenuta in classe e che gli insegnanti hanno poi integrato le informazioni in possesso degli alunni e li hanno seguiti e orientati con competenza e coinvolgimento nella realizzazione delle loro opere».

«Grazie per aver ricordato il mio bisnonno Alberto Alberti» «Con profonda emozione ho letto in un comunicato dell’Ufficio stampa della Provincia di Trento sulla Festa provinciale dell’emigrazione, che è stata ricordata la figura del mio bisnonno dott. Alberto Alberti, che era oriundo di Aldeno»: inizia così il messaggio inviato da Gustavo Vera Ocampo anche alla Trentini nel mondo. Nella sua relazione nella prima tavola rotonda di sabato promeriggio (articolo a pagina 4), Renata Boni aveva citato l’Argentina come una delle terre di destina7 - 2016

zione di coloro che emigrarono da Aldeno. Prendendo spunto da questo dato, Maurizio Tomasi, direttore del periodico «Trentini nel mondo» e moderatore della tavola rotonda, ha in particolare ricordato la figura di Alberto Alberti. Nato ad Aldeno nel 1855, si laureò in neurochirurgia all’Università di Torino e quando emigrò in Argentina per raggiungere la famiglia, si guadagnò stima e fama di uomo di scienza lavorando all’ospedale San Felipe di San Nicolas de los Arroyos.

Giovanni Petrolli ha dedicato un libro alla figura e all’opera di Alberto Alberti. «Peccato che sua nipote, e mia madre, scomparsa a 91 anni nel dicembre 2014, che ci ha trasmesso il senso di appartenenza degli Alberti all’Italia, non abbia potuto essere testimone di questa notizia, che l’avrebbe sicuramente riempita di gioia e di orgoglio. Grazie per questo ricordo e per il lavoro che svolgete per il mondo dell’emigrazione».

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FESTA EMIGRAZIONE LA «FESTA» SI È CONCLUSA DOMENICA MATTINA CON LA SFILATA PER LE VIE DEL CENTRO, LA MESSA E I SALUTI DELLE AUTORITÀ

«Valori saldi che vanno ricordati e valorizzati»

Per Ugo Rossi (foto qui sopra a sinistra), presidente della Provincia di Trento, la Festa dell’emigrazione è «un’occasione importante per riscoprire le nostre radici ma anche per nutrire la pianta della fiducia e della collaborazione, è un momento per condividere e fare memoria della nostra storia, dei nostri valori ma allo stesso tempo può essere occasione per dare nuovo impulso alla collaborazione tra le molte realtà che operano in questo settore»: nel suo intervento, domenica 17 luglio, ha anche affermato che «quando le persone si incontrano e portano con se valori autentici il futuro può essere positivo. Feste come queste ci possono aiutare e i valori dei trentini, quelli che vivono in Trentino o in giro per il mondo sono valori saldi che vanno ricordarti e valorizzati». Oltre al presidente della Provincia, hanno preso la parola (nelle foto sopra da sinistra verso destra) il sindaco di Aldeno, Nicola Fioretti, quello di Cimone, Damiano Bisesti (che si sono fatti portavoce

del saluto anche del sindaco di Garniga, Valerio Linardi), la presidente dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, Giorgia Pezzi, il presidente della Trentini

nel mondo, Alberto Tafner, il senatore Franco Panizza, il vice presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Ossanna, e Aldo Albasini, Console onorario del

Cile e rappresentante in Trentino del Gruppo consolare America Latina e Caraibi. Il saluto degli emigrati è stato portato da padre Ferruccio Bertagnolli, dall’Australia (primo a sinistra nella foto in basso), che aveva affiancato l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, nella celebrazione della messa. Durante la lettura del verbale della giuria che ha esaminato i disegni realizzati dai bambini delle classi quarte della scuola elementare di Aldeno (articolo sulla pagina a a fianco), sul palco sono salite anche le insegnanti Dolores Chini e Cristina Imoscopi, con alcuni alunni: il presidente della Provincia (che ha poi visitato la mostra) ha consegnato alle insegnanti degli zainetti, uno per ogni alunno delle due classi. La mattinata, che era stata aperta dalla tradizionale sfilata con le bandiere dei Circoli per le vie del centro, con l’accompagnamento della Banda Sociale di Aldeno, si è conclusa con un pranzo tipico preparato dai «NuVolA».

Da Aprilia l’invito ad Aldeno ad intensificare i rapporti Tra Aldeno ed Aprilia (uno dei comuni nei quali vive anche la numerosa comunità originaria di Aldeno, discendente di coloro che si trasferirono nell’Agro Pontino da Mahovljani in Bosnia, dopo essere emigrati nel 1883), è opportuno che ci siano rapporti di amicizia e collaborazione: è stato questo l’invito rivolto al sindaco di Aldeno, Nicola Fioretti, dal presidente del Circolo trentino del Pontino, Paolo Perotto, e da Angelo Zanlucchi, consigliere del Comune di Aprilia, in chiusura della Festa provinciale dell’emigrazione. Il sindaco Fioretti, al quale sono stati consegnati alcuni omaggi (foto a fianco), ha dichiarato di accogliere con piacere l’invito.

Qui si possono vedere i filmati sulla «Festa provinciale dell’emigrazione 2016» ad Aldeno:

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60° MARCINELLE AL TERMINE DELL’ESIBIZIONE DEI «POEMUS» C’È STATO UN LUNGO APPLAUSO DEL PUBBLICO CHE SI È ALZATO IN PIEDI

Commozione alla Campana di Rovereto per il lavoro teatrale di Roberto Scarpa «M

a dei due paesi chi è più disumano? Quello che caccia via suo figlio da casa sua e lo vende al suo vicino come schiavo o il vicino che gli dà un lavoro da schiavo?»: la domanda fa parte del testo di «Marcinelle estate 1956», un lavoro teatrale di Roberto Scarpa, nipote di un trentino emigrato in Belgio da Fornace, che il gruppo trentino «Poemus» (foto a fianco) ha presentato l’8 agosto presso la sede della Fondazione Opera Campana dei Caduti a Rovereto. La domanda prende spunto dal protocollo fra Italia e Belgio, sottoscritto nel 1946, che prevedeva l’invio di 50.000 lavoratori italiani in cambio di carbone: 24 quintali per ogni minatore assunto. In quegli anni, nell’Italia messa in ginocchio dalla Seconda guerra mondiale, la disoccupazione era altissima e le famiglie in miseria. L’emigrazione diventava una possibile via d’uscita da quella drammatica situazione e in molti decisero di andare in Belgio. Ad attenderli, come alloggi c’erano

Il testo teatrale è stato interpretato da Antonia Dalpiaz, Piergiorgio Lunelli, Gaia Zorzini, Paola Paoli, Maria Zini,

le baracche usate per i prigionieri durante la guerra, senza servizi e acqua corrente. E lavorare nelle miniere era faticoso, massacrante, disumano e pericoloso. L’8 agosto 1956, a causa di un incidente nella miniera del Bois dui Cazier, a Marcinelle, morirono 262 minatori tra cui 136 italiani e fra di loro anche il trentino Primo Leonardelli, di

Silvio de Simone ed Erica Zambaldi, con musiche suonate dal vivo da Alessio Di Caro e Piergiorgio Lunelli.

Viarago. Quella data segnò il momento di una presa di coscienza sulle condizioni di lavoro dei minatori e l’opinione pubblica cominciò a considerarli come persone umane, anziché semplici forze lavoro. «Marcinelle estate 1956» racconta come la tragedia è stata vissuta dai familiari di un minatore. E lo fa con grande forza evocativa,

che coinvolge emotivamente gli spettatori (che a fine rappresentazione hanno applaudito alzandosi in piedi): il testo di Scarpa scava nei sentimenti delle persone, descrive lo sgomento e il dolore di fronte a così tante vittime, denuncia l’insensatezza della logica che antepone il profitto all’uomo, invita a riflettere sul valore della vita e ribadisce la necessità di non

Nel libro di Toni Ricciardi «Marcine Quando la vita valeva meno del carbone è il significativo sottotitolo scelto per «Marcinelle 1956» (Donzelli Editore), l’ultimo libro di Toni Ricciardi, storico delle migrazioni presso l’Università di Ginevra (Svizzera), con un capitolo di Annacarla Valeriana sulla tragedia, tra cronaca, documenti e immagini. Marcinelle è comunemente 7 - 2016

riconosciuta come la catastrofe per antonomasia degli italiani

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all’estero. Non fu la prima né l’ultima, ma rappresenta uno dei tasselli più dolorosi del variegato mosaico della migrazione italiana nel mondo. L’incendio nella miniera di Marcinelle non costituì solo l’ennesimo tributo di migranti allo sviluppo economico europeo, ma anche il momento più drammatico di un’intera epopea


60° MARCINELLE

Il 60° anniversario della tragedia mineraria di Marcinelle è stato ricordato con una cerimonia, conclusa dai rintocchi della «Maria Dolens», durante la quale è stato rappresentato il testo scritto da un autore di origini trentine dimenticare tragedie come quelle di Marcinelle. Era stato Giuseppe Filippi, del Circolo trentino di Charleroi e collaboratore del Museo del Bois du Cazier di Marcinelle, ad introdurre lo spettacolo, che aveva visto in anteprima nei giorni precedenti. Con voce rotta dalla commozione aveva annunciato che quanto si stava per vedere avrebbe toccato il cuore di tutti: esattamente quello che è successo. Al termine della rappresenta-

zione, i presenti si sono trasferiti nello spazio antistante la Campana dei Caduti, che a mezzogiorno ha fatto sentire i suoi rintocchi in memoria delle vittime di Marcinelle (Maria Doles, la Campana di Rovereto, è tra l’altro gemellata con Maria Mater Orphanorum, la campana del memoriale del Bois du Cazier). Il suono della campana ha concluso con un altro momento di grande emozione, la cerimonia organizzata dalla Trentini nel mondo, in collaborazione con

la Fondazione Opera Campana dei caduti, per commemorare il sessantesimo anniversario della tragedia di Marcinelle. La cerimonia ha avuto un’inattesa ma molto gradita appendice: fra i presenti c’era infatti anche Alessandro Mosna, del Circolo trentino di Colonia, cantante lirico direttore di coro, che ha intonato l’«Ave Maria». L’8 agosto si celebra la «Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro italiano nel Mondo», ricorrenza istituita per ricordare

idealmente, insieme alla tragedia di Marcinelle, tutte le sofferenze degli emigrati italiani nel mondo. L’8 agosto è anche la data nella quale ormai da diversi anni coincide con la data nella quale la Trentini nel mondo organizza l’«Incontro d’Estate dei Circoli Trentini d’Europa», al quale è abbinato anche l’«Incontro dei Circoli Trentini d’Italia». Prima dell’esibizione del gruppo «Poemus», avevano preso la parola (da sinistra verso destra nelle foto in basso), il Reggente della Fondazione Opera Campana dei caduti, Alberto Robol; il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner; il senatore Franco Panizza; il consigliere provinciale Mario Tonina; Aldo Degaudenz, membro di giunta della Trentini nel mondo, e Giuseppe Filippi.

elle, 1956» un rigoroso bilancio storiografico migratoria. Alla faticosa ricerca di un nuovo assetto istituzionale e in una condizione di incertezza totale sul proprio futuro, l’Italia, fin dal 1946, aveva gettato le basi organizzative di uno dei più imponenti sistemi di esportazione di manodopera che la recente storia occidentale ricordi. Le piazze e i bar dei paesini, da Nord a Sud, furono tappezzati di

manifesti rosa che incitavano a partire per le miniere del Belgio. Parallelamente ai centri di emigrazione, si sviluppò anche la rete dei trafficanti di migranti. Regolari o irregolari, l’importante era che fossero tanti, un esercito chiamato a combattere la «battaglia del carbone», scavando nelle viscere della terra quella risorsa necessaria al rilancio economico

dell’Europa. Molti, dopo i primi mesi, rimpatriarono o furono arrestati per il rifiuto di sottostare alle condizioni disumane su cui Bruxelles e Roma si erano accordate: un flusso di almeno 2000 minatori a settimana, in cambio di una fornitura di carbone, che però non arrivò mai. Oggi, a sessant’anni da quella tragedia, è venuto il

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momento di stabilire un rigoroso bilancio storiografico, di diffondere le testimonianze più dirette e toccanti, di rivisitarne le drammatiche immagini e di ripristinare una memoria collettiva all’altezza di quella dolorosa tragedia, in cui si riscoprono momenti e contesti che per molti aspetti assomigliano alle tristi pagine attuali di cronaca delle migrazioni. 7 - 2016


GENTE E FATTI IL RICORDO DI FRANCO NARDUCCI, SUO SUCCESSORE ALLA PRESIDENZA DELL’UNAIE

È scomparso Mimmo Azzia, presidente di «Sicilia mondo»

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ella notte tra il 27 e il 28 agosto. l’Avv. Mimmo Azzia, presidente di Sicilia Mondo e tra i fondatori dell’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati), ci ha lasciati per sempre ed è tornato alla casa del Signore. Il vuoto che lascia nell’Associazione che ha diretto per tantissimi anni è grande, ma anche l’intero mondo dell’associazionismo regionale e dell’UNAIE piange la sua scomparsa con affetto e riconoscenza per il contributo inestimabile che per anni ha donato con generosità e altruismo. Ho conosciuto Mimmo alla fine degli anni ’90, subito dopo essere stato eletto Segretario Generale del CGIE, e mi colpirono subito la grande umanità, l’intelligenza e la cortesia di stampo antico che caratterizzavano la sua personalità. Ma anche la sua determinazione nel difendere i valori e i diritti dei siciliani e di tutti gli italiani emigrati. Ho avuto l’onore di raccogliere l’eredità di Mimmo Azzia alla presidenza dell’UNAIE nel 2006 e soprattutto di poter contare sulla sua preziosa collaborazione fino alla fine di giugno in vista delle celebrazioni del 50° anno di fondazione dell’UNAIE, la creatura che Mimmo amava profondamente e difendeva senza esitazioni di sorta. E proprio in

Uomo politico lungimirante, espressione di disponibilità senza eguali e apertura al dialogo, esponente di spicco del cattolicesimo democratico siciliano e italiano, è stato un punto di riferimento al quale l’associazionismo ha attinto a piene mani questi anni ho potuto apprezzare la personalità di Mimmo Azzia, la sua capacità di ragionamento e le sue parole misurate, anche quando potevano apparire focose. Sostenitore inesauribile della “sicilianità” – all’interno sempre e comunque dei valori d’italianità di cui le comunità emigrate sono portatrici – ha dato a molti di noi una lezione vivente di solidarietà con il mondo dell’emigrazione, incarnando per molte generazioni la figura di un Maestro stimatissimo. A tale ruolo denso di significati simbolici lo avevano elevato, tra l’altro, la sua disponibilità all’impegno e la sua grande esperienza e capacità politica, affinata con anni di militanza nella Democrazia Cristiana di Carlo Donat-Cattin. Uomo politico lungimirante, espressione di disponibilità senza eguali e apertura al dialogo, esponente di spicco del cattolicesimo democratico siciliano e italiano, difensore estremo della moralità nell’amministrazione pubblica,

Mimmo è stato un punto di riferimento al quale l’associazionismo regionale ha attinto a piene mani. Ma anche maestro d’insegnamento che sapeva saldare in un unicum le diverse spinte dinamiche sprigionate dall’associazionismo dal Nord al profondo Sud dell’Italia, riconducendole ad un progetto più ampio e complessivo, grazie anche ad una “curiosità culturale” innata che lo spingeva a interessarsi di tutto e a intercettare il nuovo, aspetti che rendevano la sua amicizia preziosa e la sua compagnia amabile oltre che gradita. Mimmo era un conservatore dei principi ma, quando si parla dei valori dell’emigrazione, la parola conservazione assume un significato opposto a quello che tradizionalmente e nel linguaggio comune questa parola assume. Perché per Mimmo difendere i valori culturali dei milioni di siciliani e d’italiani all’estero era un valore che richiede coraggio e innovazione, fondato sull’idea

di una nazione unita sui principi e sulla cultura, dentro e fuori dai confini nazionali. Non “l’una” e “l’altra” realtà, bensì affratellate insieme dalla comune percezione della storia e della propria identità culturale. Ci mancherà Mimmo; mancherà ai suoi familiari e a tutti gli emigrati siciliani che lo hanno conosciuto in ogni parte del mondo e ne hanno apprezzato l’eloquio e la profonda umanità. All’UNAIE e alle sue associazioni resterà l’eredità di Mimmo che ci deve vedere impegnati a valorizzare la sua dedizione alle comunità emigrate e alla tutela dei diritti non solo degli italiani emigrati ma di tutti i migranti. Al dolore della famiglia, al dolore della sua famiglia siciliana nel mondo, al dolore della famiglia UNAIE che tutti noi siamo stati, credo si possa associare davvero, con riconoscenza, il dolore e la gratitudine di tutti gli italiani emigrati. Franco Narducci

IL MESSAGGIO DI CORDOGLIO INVIATO AI FAMILIARI DI MIMMO AZZIA DAL PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO

Un esempio di dedizione e amore per gli emigrati Questo il testo del messaggio inviato ai familiari dal presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner. La notizia della scomparsa di Mimmo Azzia ci addolora profondamente. Con lui viene a mancare una figura di riferimento per l’intero mondo dell’emigrazione Italiana, un esempio di dedizione e di profondo amore per gli emigrati e la loro storia. La sua contagiosa passione per l’emigrazione era pari al grande rispetto che nutriva verso coloro che, a tutte le latitudini, avevano dovuto lasciare la loro terra madre per cercare fortuna, lavoro e futuro in un altro paese. È sempre stato in prima linea in tutte le iniziative per tutelare i diritti degli emigrati e dei loro discendenti, nel promuovere azioni per custodire e tramandare la loro storia. Ha tessuto intensi 7 - 2016

rapporti di collaborazione con le altre associazioni di emigrazione, con enti e istituzioni in Italia e all’estero, ha assunto incarichi di rappresentanza e di responsabilità, mosso da grande entusiasmo e da un’inesauribile energia. La sua presenza ai convegni EZA-UNAIE organizzati dalla Trentini nel mondo era una costante; sempre meditati e ricchi di spunti di riflessione i suoi interventi; sempre garbati e signorili i suoi modi; accorate le sue dichiarazioni di ammirazione per il ruolo delle donne nella società. La Trentini nel mondo, che lo ricorderà con l’affetto e la stima di sempre, esprime ai familiari profondo cordoglio. (Nella foto: Mimmo Azzia e Franco Narducci a Trento, in occasione delle celebrazioni per il 50° anniversario della Trentini nel mondo).

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GENTE E FATTI NELL’AGOSTO DI 60 ANNI FA SI SONO SPOSATI A CORDOBA (MESSICO).LUI È DI ORIGINI TRENTINE. HANNO AVUTO 5 FIGLI

Nozze di diamante per Efrain ed Esmeralda A Cordoba (Messico) Efrain e Esmeralda Lazzeri, i genitori di Gerardo (primo in basso a destra nella foto), presidente del Circolo trentino di Citlaltepetl attualmente in Cile, festeggiano 60 anni di matrimonio, un traguardo davvero invidiabile. Esmeralda conosceva di vista Efrain perché i camion della ditta in cui lei lavorava come impiegata si rifornivano alla stazione di servizio carburanti della famiglia Lazzeri. Finché giunse un giorno in cui ad una festa da ballo di società Efrain, mentre stava con gli amici a divertirsi, la scorse lì, da sola in disparte. Si fece coraggio e la invitò a ballare. Da quel momento in poi per due

anni, due volte alla settimana, la andò a trovare a casa dei suoi di lei, che non li lasciavano mai da soli. La tenacia di Efrain dipanò

famiglie dei loro cinque figli, per celebrare coralmente la loro giornata di giubilo per le «nozze di diamante». (R.T.)

I saluti di zio Vic dall’Australia

Da Florianopolis a Rio per incontrare il presidente FIFA Francisco José Battistotti (a sinistra nella foto), socio e presidente del collegio dei revisori dei conti del Circolo trentino di Florianopolis è anche presidente della squadra di calcio Avaí Futebol Clube di Florianopolis. In questa sua veste e come rappresentante del calcio di Santa Catarina, ha partecipato all’incontro organizzato presso la sede della CBF - Confederação Brasileira de Futebol a Rio de Janeiro, con il presiden-

ogni dubbio. Sconfitta la diffidenza convolarono a nozze nel lontano agosto del 1956. Ci uniamo a loro, assieme alle

te della FIFA, Gianni Infantino, che si trovava in Brasile per seguire le Olimpiadi.

«Colgo l’occasione per mandare un saluto ai tanti ex australiani e buoni trentini sparsi per il mondo», ha scritto Victor Facchini, «zio Vic», in un biglietto fatto pervenire alla redazione tramite Franco e Agnese Terzi. «La mia salute è buona ma le gambe ogni tanto si lamentano: sono 99 anni che le me porta en giro. Me toca tasèr», prosegue il biglietto. Zio Vic chiude il suo messaggio così: «Ve saludo tutti, anche la Paganella e el Doss Trent» (nella foto, arrivata insieme al biglietto, zio Vic sul Doss Trento nel 1966).

«Ora de polenta in Australia» per mantenere le tradizioni Guido Zanella (del Circolo trentino di Sydney in Australia, un fedele lettore della nostra rivista, nella foto a sinistra mentre festeggia il suo novantesimo compleanno nel febbraio scorso), ha inviato alla redazione la foto pubblicata qui a destra, con la seguente didascalia «Per mantenere le tradizioni». Nella foto, insieme ad una copia della nostra rivista (alla quale è stata sostituita la foto di copertina), si vedono un paiolo, una polenta e un saporito piatto di crauti con cotechino e puntine di maiale. Grazie Guido!

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«Ogni singolo gi la “miglior avven

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i chiamo Yasmeen e la mia storia è un po’ diversa da quella degli altri «giovani oltreconfine» che hanno condiviso la loro esperienza sulle pagine di questo giornale. Io ho (solamente) 18 anni e vivo a Baselga di Piné, da dove è nata la mia voglia di partire e fare un anno diverso dal solito. Tutto è nato da una conversazione con un amico che aveva fatto in precedenza l’esperienza e ha aperto dentro me la voglia di provare a superare me stessa. Oltre la voglia di partire, anche la stanchezza di vivere sempre la stessa vita ed essere immersi sempre nella stessa realtà mi hanno convinta a lasciare tutto in direzione Irlanda. Ho lasciato l’Italia il 26 agosto 2015 per andare nell’«Isola di smeraldo», più precisamente a Cork, e lì trascorrere nove mesi tra scuola e divertimento. Come appena detto la mia esperienza è stata prettamente legata alla scuola, infatti ho frequentato il quarto anno di scuola superiore in una scuola secondaria di Cork. Devo dire che prima della partenza ero eccitata dal fatto di partire per questa nuova avventura, ma una volta ritrovatami nel piccolo aeroporto di Cork, il mio entusiasmo si è trasformato in paura. Mille domande e preoccupazioni giravano per la mia mente: e se la famiglia non è come si era descritta nella email? e se non incontro nessuno in tutti i nove mesi? e se non riesco a fare amicizia a scuola e fuori scuola? e se non riesco a superare l’anno scolastico? IN DUE MESI HO PIANTO TUTTE LE MIE LACRIME

I primi mesi sono stati tutt’altro che semplici: tutto era diverso, dal cibo al paesaggio, dalle abitudini della famiglia al comportamento della gente per strada. Il pensiero che mi tormentava ogni

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giorno era quello di gettare la spugna e richiedere di tornare a casa alla mia normalità che tanto ho odiato, ma il mio orgoglio ha avuto la meglio. Dopo il secondo mese, dopo aver pianto tutte le mie lacrime, ho deciso di farmi forza e di vivere al meglio questa esperienza che i miei genitori mi avevano regalato e che, soprattutto, non mi tornerà mai più indietro. Da quel giorno ho imparato ad adeguarmi alle abitudini della mia famiglia e alla mentalità delle mie compagne di scuola. Una volta capito il meccanismo della vita irlandese ho cominciato veramente il mio viaggio. Ho conosciuto molta gente, ho stretto legami con persone anche di altre nazionalità che perdureranno negli anni e, cosa più importante di tutte, ho conosciuto a fondo un’altra cultura che mi ha aiutato ad aprire i miei orizzonti. La parte più significativa della mia esperienza all’estero è stata sicuramente la scuola. C’è da sapere che il sistema d’istruzione irlandese è molto diverso da quello italiano, proprio a partire dalla struttura della scuola in quanto si hanno scuole solo maschili e scuole solo femminili, rigorosamente cattoliche.

Quindi gli irlandesi dalla scuola materna fino all’equivalente della nostra quinta superiore hanno a che fare solo con maschi o solo con femmine. Questo fatto mi è stato difficile da accettare, perché sempre abituata a condividere i banchi di scuola sia con maschi che con femmine della mia età. La realtà scolastica era molto strana: dalle 9 di mattina fino alle 16 nel pomeriggio ero circondata da solo ragazze che, come si sa, tendono a criticare e fare commenti poco carini. Il problema più grande è stato fare amicizia con le ragazze irlandesi della mia scuola, in quanto avevo paura delle critiche e delle risatine che sentivo al mio passaggio tra i corridoi i primi giorni. Una volta che hanno imparato a conoscermi però sono state tutte cordiali con me e ho anche stretto buone amicizie con alcune ragazze all’interno della scuola, che mi hanno aiutato ad amare la vita irlandese. LA SCUOLA IN IRLANDA

Per quanto riguarda l’educazione in sé, mi sento di dire che non è la migliore che ci sia. Il corso di studio delle scuole irlandesi comprende lo studio di sei materie, tre delle quali sono a scelta dello studente e le tre obbligatorie sono matematica, inglese e gaelico, l’antica lingua irlandese. Inoltre, un’altra peculiarità del sistema scolastico irlandese è che per ogni materia esistono due livelli: «ordinary» e «higher level». Ciò comporta che gli studenti a cui piace andare a scuola si trovano tutti nello «higher level», mentre gli scansafatiche sono nell’«ordinary». La differenza di livello non è di troppa importanza, entra in gioco solamente nel conteggio dei punti del «leaving certificate» (l’equivalente della nostra maturità). Parlando di maturità, il loro «leaving certificate» è, credo, molto più semplice della nostra prova di maturità. Io devo dire di aver trovato l’istruzione irlandese più facile rispetto a quella italiana, so-

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Yasmeen Viliotti, 18 anni, ha tr dove ha frequentato il quarto a scuola di Cork. Ritiene che que molto, sia in positivo che in a crescere in un modo differen rimanendo a casa nella sua «pi ha imparato ad essere autonoma bene ogni situazione, è riuscit e ha imparato «a non giudic perché il contenuto riserva s


iorno mi ha fatto vivere ntura” mai avuta finora»

rascorso nove mesi in Irlanda, anno di scuola superiore in una esta esperienza l’abbia segnata negativo, perché è riuscita nte da come sarebbe successo iccola bolla» a Baselga di Piné, a e a risolvere da sola più o meno ta ad ampliare i suoi orizzonti care il libro dalla copertina, sempre stupende sorprese».

«I primi mesi sono stati tutt’altro che semplici: tutto era diverso, dal cibo al paesaggio, dalle abitudini della famiglia al comportamento della gente per strada. Il pensiero che mi tormentava ogni giorno era quello di gettare la spugna e richiedere di tornare a casa» prattutto in campo linguistico. Io in Italia frequento il Liceo Linguistico Sophie M. Scholl a Trento e grazie alle competenze che mi sono state insegnate dai miei professori mi sono trovata in grande vantaggio, soprattutto per quanto riguarda il tedesco. Nonostante queste e altre «pecche» ho imparato molto: sia per quanto riguarda la conoscenza che ad apprezzare i metodi d’insegnamento italiano e allo stress che gli studenti credono di avere a frequentare un liceo in Italia. HO CONOSCIUTO UNA CULTURA DIVERSA

Un altro aspetto cruciale della mia esperienza è stata la famiglia che mi ha aperto le porte di casa per nove mesi. Parto col dire che le uniche informazioni che avevo sulla mia famiglia ospitante le avevo lette su un’email che la mia agenzia mi aveva mandato mesi prima della mia partenza: un completo salto nel buio. Grazie a tanta ingenuità e poca consapevolezza dei rischi che avrei potuto incontrare, sono partita, sperando che la famiglia sarebbe poi venuta a prendermi all’aeroporto. A primo impatto ero tranquilla, in quanto ho fatto svariate esperienze all’estero in famiglia ospitante tramite la mia scuola, ero abituata a condividere la casa con gente più o meno sconosciuta. C’è da dire che la mia esperienza si fermava alle classiche due, massimo tre settimane di soggiorno linguistico, niente a che fare con nove mesi di permanenza. I primi periodi sono stati tutt’altro che semplici, tra la nostalgia che mi pervadeva in ogni attimo della giornata, e le diverse abitudini della mia famiglia, tutto

mi portava a mollare e tornare a casa. La mia famiglia ospitante era composta dai due genitori e da quattro figli maschi: in più dovevo condividere la stanza con una studentessa tedesca, anche lei partita per un’«exchange year» Ritornando alle abitudini della famiglia la cena si faceva rigorosamente alle 5, appena tornati da scuola e spesso e volentieri si mangiava cibo preconfezionato. Abituata alla tipica mamma italiana che cucina manicaretti a pranzo e cena non è stato facile abituarsi al «take away» cinese per cena. Devo dire che col tempo anche la mamma ci è venuta in contro ed ha cominciato a cucinare più spesso in quanto le abbiamo fatto presente che era difficile per noi mangiare così tanto «junk food». Mi sento di dire che questa esperienza mi ha segnata molto sia in positivo che in negativo. Sono riuscita a crescere in un modo differente da come sarei potuta crescere restando a casa nella mia piccola bolla. Ho imparato ad essere autonoma e a risolvere da sola più o meno bene ogni situazione. Sono riuscita ad ampliare i miei orizzonti e ho e ho imparato a non giudicare il libro dalla copertina, perché

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il contenuto ci riserva sempre stupende sorprese: persone con cui non avrei mai legato in precedenza sono ora le più importanti; luoghi in cui non avrei mai messo piede prima di partire mi hanno regalato viste ed emozioni indimenticabili. Ho imparato a conoscere una cultura diversa dalla quale ho acquisito molto e ho fatto mie molte abitudini che prima consideravo banali. Grazie a questa esperienza sono cambiata, forse in meglio, forse in peggio, ma dentro me so che è valso ogni singolo giorno di sofferenza e voglia di mollare la spugna che mi hanno portata a vivere la miglior “avventura” che io abbia mai fatto.

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di Mario Anelli FLAVIO TOSI HA FONDATO LA SUA AZIENDA PUNTANDO SULLA RICERCA COSTANTE DELL’ECCELLENZA QUALITATIVA

I serramenti di nuova generazione sono progettati e prodotti ad Arco

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al 2008 la Flavio Tosi Serramenti ha cresciuto il fatturato del 53 per cento, portandolo a fine 2015 ad oltre 3 milioni di Euro. Un incremento riuscito a pochi in questa crisi perdurante. Flavio Tosi, il proprietario, ne parla con soddisfazione, ma senza enfasi, mentre illustra il ciclo produttivo delle macchine in azienda. Nella sede di Arco, in località Linfano a pochi passi dal fiume Sarca, produce serramenti in pvc e metariale composito, persiane, scuri, portoncini e cassonetti. L’innovazione tecnologica dei prodotti è palese nell’elenco dei partner con cui ha spinto forte la ricerca continua di nuovi materiali specialmente sul fronte dei compositi (fibre di vetro, carbonio, ecc.). Tra i nomi noti, anche quelli del Mit di Boston, della Nasa e del Politecnico di Milano. Non male per una ditta artigiana, anche se tra le più evolute del Trentino e non solo. Ne ha ricavato (e brevettato) particolari materiali in fibra di vetro derivati dalla ricerca aerospaziale e dal mondo della Formula Uno, impiegati in serramenti altamente specializzati. Nel 2014 con il Mit ha partecipato alla creazione di particolari abitazioni domotiche dove i serramenti si muovono automaticamente secondo le previsioni meteo, il pc gestisce tutte le finestre. Nonostante la sua azienda sia tra le più avanzate del settore,Tosi dà netta l’impressione di non sentirsi arrivato, ma di essere sempre in corsa per fare meglio. Certo il dato di bilancio stupisce, visto il lungo elenco di fallimenti, di cifre sgonfiate o di conti in rosso derivati dalla lunga crisi italiana. Come c’è riuscito? «La crisi ha spinto le persone a fuggire dai prodotti finanziari verso la solidità - spiega - gli incentivi fiscali hanno aiutato molto e pure il trend ambientale». La clientela è costituita da falegnamerie e privati cittadini per un mercato tripartito in quote simili fra Trentino, Veneto e Nord-Centro Italia, con puntate in Svizzera ed in Canada (qui per il solo composito in fibre di vetro). 7 - 2016

Materiali compositi dalla ricerca aerospaziale, pvc termoplastico senza sostanze nocive, vetro incollato sul serramento: dalla ricerca i brevetti di successo

Nulla è lasciato al caso: ogni finestra ha un numero di matricola per tracciabilità e rintracciabilità per assistenza, manutenzione, interventi, ecc. Mentre altri si leccano le ferite in attesa di tempi migliori, la Tosi Serramenti è un cantiere da almeno due anni. Sta rimodellando la sede aziendale con interventi strutturali e riorganizzando gli spazi. Opera con 26 dipendenti su

3.200 mq di superficie, ampliata di recente con l’acquisto di aree nei pressi. Ora sta rifacendo la seconda ala dello stabilimento, facciata, ingresso ed interni. Dal 2014 ha investito un milione e 400.000 Euro in interventi sulla struttura ed in nuovi mac-

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chinari. Nel capannone maggiore troneggia un magazzino automatico di ultima generazione che rifornisce personale e macchine, quindi, in filiera, operano centri di taglio per barre in entrata, centri di lavoro, linee di saldatura, un banco per scuri esclusivo per la clientela veneta, area assemblaggio (ogni prodotto viene testato), area per lavoro manuale di alta qualità artigiana dove l’esperienza dell’addetto è decisiva. Ed ancora, zona telai e battenti, cassonetti, prodotti speciali e prove di rottura. Nulla è lasciato al caso, ogni finestra, ad esempio, ha un suo numero di matricola per tracciabilità e rintracciabilità per assistenza, manutenzione, interventi, ecc. La continua ricerca ha consentito di produrre serramenti in pvc di nuova generazione ovvero un materiale termoplastico senza sostanze nocive (costituto da sale al 57 per cento) e riciclabile per il 97%. Proprio gli investimenti nella ricerca tecnologica hanno consentito all’azienda di ottenere un ambizioso brevetto internazionale per l’innovativo metodo di assemblaggio con il vetro direttamente incollato al serramento. È presente nel sistema Dolomiti design, composito in fibra di vetro, offre vantaggi mai visti prima e dà la possibilità di creare serramenti con dimensioni proibitive, di alta rigidità e stabilità grazie all’intreccio che le fibre subiscono durante la saldatura anche negli angoli. Sono prodotti in grado di rispettare il protocollo Habitech (distretto tecnologico trentino per l’energia e l’ambiente) e di possedere i requisiti richiesti da Leed. Si trovano in alberghi, centri benessere, piscine e case d’abitazione.


È un’iniziativa singolare sviluppata con Agraria Riva del Garda, Ingarda Trentino e Habitech per far conoscere l’azienda, il paesaggio e i sapori

All’avanguardia anche nel «co-marketing» «1 viaggio 3 scoperte: azienda, prodotti, territorio» si legge nel web della Tosi Serramenti. È un’iniziativa singolare di co-marketing sviluppata dall’azienda con Agraria Riva del Garda, Ingarda Trentino e Habitech.

Ovvero prodotti d’eccellenza come l’olio d’oliva (ma non solo) della piana del Basso Sarca, il turismo organizzato del lago ed il distretto tecnologico trentino per l’energia e l’ambiente. La formula è particolare. A chiunque

la visiti, l’azienda propone un pacchetto dedicato per conciliare innovazione, macchinari, pvc e compositi con il paesaggio e l’enogastronomia del Trentino. Offre pure proposte per le scuole, non solo per tecnici (progettisti, architetti, ecc.).

LA DINAMICITÀ È LA CARATTERISTICA PRINCIPALE DI FLAVIO TOSI E DELLA SUA AZIENDA

«Le nostre carte vincenti? Idee qualità, servizio e... trentinità» Nel web aziendale Flavio Tosi è ritratto mentre cammina, abbigliamento e stile informali. «Ho inteso comunicare dinamicità, è la vera caratteristica della ditta e la mia» sostiene, alla soglia dei 50 anni. Conseguita la qualifica di congegnatore meccanico Enaip, a 17 anni inizia a lavorare in una ditta artigiana di infissi in PVC, nell’88 apre la partita iva e inizia a produrre serramenti nel garage di casa mentre contemporaneamente è dipendente, responsabile del reparto produzione della ditta Komarek. Nel 1990 lascia il lavoro da dipendente e inizia l’attività in proprio: fonda la Tosi Serramenti per produrre in pvc ed in seguito si tuffa nel composito. Nel frattempo si specializza e trova il tempo per ideare, sviluppare e brevettare un nuovo tipo di serramento con tesi al Politecnico di Milano, dove fa pure della docenza (facoltà di architettura), con pubblicazioni su riviste di settore italiane ed estere. Gli interessi si moltiplicano come il numero di incarichi di vertice associativi, imprenditoriali, bancari, scolastici, sportivi, ecc. Ad esempio, la presidenza del Centro Europeo di Impresa e

Dall’Enaip al Mit di Boston, passando per la Nasa ed il Politecnico di Milano. Guardando al futuro della «finestra meccatronica» Innovazione, dell’Associazione artigiani e piccole imprese del Trentino, di Trentino Sviluppo spa, è nel Cda di Enaip e vice di Gardascuola. «Ho frequentato la formazione professionale e ne sono orgoglioso» sottolinea. Perché? «La formazione fatta bene apre la testa alle persone, non è solo fornire competenze». Quali criteri segue per assumere il personale? «Cerco di valutare la persona che ho

difronte, cerco teste flessibili, solo in seguito si parla di competenze. In produzione ho anche tre cuochi diplomati presso la formazione professionale perché per loro la flessibilità è la normalità, altri sono diplomati in falegnameria o sono meccanici ed elettricisti. I laureati sono negli uffici. Per tutti facciamo formazione ricorrente. Anche i nostri orari di lavoro sono flessibili; ad esempio, per consentire entrate ed uscite lontane dagli orari di punta del traffico».

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«La forza delle idee» recita lo slogan accanto al nome dell’azienda. Perché l’ha scelto? «Non vale solo nei nostri prodotti. Ai dipendenti chiedo infatti di produrre idee, piccole o grandi che siano, ogni giorno. La concorrenza straniera ci batte sui prezzi, la Polonia è il distretto finestre secondo l’Unione Europea e forte vanno Romania e Bulgaria. Noi ce la facciamo con le idee, la qualità, il servizio e la trentinità». Che c’entra la trentinità? «A parità di prodotto si acquista quello trentino, evocativo di montagna, dunque il nostro serramento gira bene per isolazione termica, durata, sicurezza, stabilità, ecc. La nostra gamma di prodotti propone nomi come Dolomiti, Everest, Gran Paradiso». Cosa riserva il futuro del suo settore? «La finestra meccatronica: conterrà l’intelligenza dell’informatica, della elettronica per serramenti e della meccanica». 7 - 2016


L’INTERVISTA L’INTERVISTA, IN ESCLUSIVA PER IL NOSTRO GIORNALE, È STATA FATTA DURANTE LA SUA VISITA ALLA TRENTINI NEL MONDO

Peter Facinelli, vampiro di «Twilight»: «c’è molto Trentino nelle mie vene...» P

eter Alexander Joseph Facinelli, attore statunitense diventato famoso per aver impersonato il capofamiglia del clan dei vampiri-vegetariani Carlisle Cullen nella saga di Twilight, senza il trucco pesante necessario a impallidirlo, ha tutto un altro aspetto. Abbronzato, occhi azzurrissimi, atteggiamento sicuro di sé e modi spigliati, si fa fatica a riconoscere in lui il compassato medico succhia-sangue che lo ha reso famoso in tutto il mondo. L’attore statunitense a luglio ha trascorso due settimane in Val di Non per riscoprire le sue origini trentine. All’intervista, ospitata nella sede dell’associazione Trentini nel mondo, Peter Facinelli, 43 anni, si è presentato indossando una coppola very italo-americana con attaccata una penna da alpino, regalo

Q

uando è stata la sua prima volta in Trentino? La prima volta avevo 12 anni; mia sorella doveva partecipare alla sagra della Madonna del Carmine. Poi sono tornato altre due volte, una ovviamente per la mia festa dei coscritti. Era da 24 anni che non mettevo piede in Trentino, perché sono stato molto occupato per lavoro. Che cosa ha provato durante questo viaggio alla scoperta delle sue radici? I miei genitori in America avevano fatto di tutto per mantenere la loro cultura di origine. Ora riconosco che c’è molto

L’attore che interpreta il dott. Carlisle Cullen nella notissima saga cinematografica, è figlio di un trentino emigrato da Revò negli Stati Uniti. Dopo 24 anni, in luglio è tornato in Val di Non per far partecipare la figlia alla «festa dei coscritti» nel paese natale del padre di papà Pietro. Con lui, alla scoperta della terra di origine e delle Dolomiti ha portato le tre biondissime figlie Luca Bella, 19 anni, Lola Ray, 14, e Fiona Eve, 10, avute dalla ex moglie

Jennie Garth, celebre per aver interpretato Kelly nella serie tv «Beverly Hills 90210». Proprio la figlia maggiore ha partecipato alla «festa dei coscritti» di Revò e per quest’oc-

«Mio papà suona la fisarmonica e quando ero piccolo amava raccontarmi storie e qui in Trentino mi rendo conto che a tutti piace farlo. Penso quindi che questa mia inclinazione a intrattenere, abbia le sue radici in Italia, nelle mie origini» Trentino nelle mie vene. Qui ci sono molte cose simili alla mia casa materna di New York, ad esempio i gerani alla finestra o il simbolo della stella alpina che rivedo ovunque. Inoltre, conoscevo già la cucina trentina, perché mia mamma ha sempre fatto da mangiare così. Anche per questo io a Los Angeles evito di andare

nei ristoranti italiani, perché non sono mai buoni come quelli di mamma Bruna. Come ha trascorso le sue giornate in Val di Non? Siamo stati a Revò e a Spormaggiore, abbiamo incontrato i parenti e mangiato molto. Se non parto subito rischio veramente di ingrassare. Alla festa di Santa

casione sono tornati in Trentino anche papà Pietro, mamma Bruna, lo zio Cornelio e le tre sorelle maggiori di Peter, con rispettivi figli. Una corposa reunion da oltreoceano. Dopo una decina di giorni trascorsi tra pasti sontuosi, strette di mano e abbracci, la famiglia Facinelli ha proseguito le vacanze in giro per il mondo prima di tornare alla vita di tutti i giorni tra New York e Los Angeles. L’attore, che oggi è anche sceneggiatore e produttore, è nato negli Stati Uniti da genitori emigrati. Parla qualche parola di italiano, altrettante di noneso imparato con la nonna Corinna, adora la polenta ed è così fiero della sua discendenza che ha voluto la cittadinanza italiana anche per le sue figlie. Laura Galassi Maria del Carmine ho firmato molti autografi, mi sono fatto immortalare in molto foto. Una volta che uno ti riconosce, poi tutti lo imitano. I paesi sono bellissimi e la gente è così amichevole, accogliente; tutti cucinano per te e capita spesso di ritrovarsi a cantare alla fine dei pasti. Anche le mie figlie sono contente di essere qui. Sapevano cosa era la festa dei coscritti, perché gli avevo anticipato tutto, come una volta aveva fatto mio papà con me. Prima di oggi, conosceva l’associazione «Trentini nel mondo»?

Dal teatro, al cinema alle serie tv Peter Facinelli, classe 1973, è conosciuto al grande pubblico soprattutto per la sua interpretazione di Carlisle Cullen, capofamiglia del clan di vampiri Cullen nella saga di «Twilight». Dalla prima apparizione nel 2008 all’ultimo capitolo nel 2012, Facinelli ha raccolto sempre più il consenso dei fan, che hanno apprezzato la sua recitazione nelle vesti di un morigerato e saggio medico succhia-sangue. Oltre a «Twilight», la sua carriera è ricca di interpretazioni sia sul grande sia sul piccolo schermo. 7 - 2016

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Dopo l’esordio a teatro, la sua prima comparsa al cinema è datata 1995 nel film «Angela» di Rebecca Miller, dove ha interpretato il diavolo. In seguito sono da menzionare i ruoli in «Foxfire» con Angelina Jolie, in «The big Kahuna» con Danny De Vito e Kevin Spacey e ne «Il re scorpione». Ha anche preso parte a serie tv di successo come «Fastlane», «Six feet under», «Supergirl» e «Nurse Jackie», prodotta dal 2009 al 2015, nella quale interpretava il dott. Fitch Cooper (nella foto). Oggi è anche produttore e sceneggiatore.


L’INTERVISTA

Peter Alexander Joseph Facinelli nella sede della Trentini nel mondo: sono con lui (da sinistra) lo zio Cornelio, il papà Pietro, il presidente della Trentini

Sì, certo. Ogni anno partecipavo al picnic organizzato dal club di New York. Ora che vivo a Los Angeles però mi risulta più difficile. In quei momenti mi sentivo parte di una comunità, una sensazione che ho recuperato in questi giorni. Cosa ha significato per lei essere figlio di immigrati italiani? A New York ci sono un sacco di italiani, ma a essere sincero io volevo essere americano. Ero molto imbarazzato quando i miei cucinavano la polenta e nessuno dei miei amici sapeva cosa fosse, perché ai loro tavoli si mangiavano hamburger e patatine. Adesso, al contrario, vado molto fiero di questa ricetta, perché si trova in molti menù, è un piatto ricercato e molto costoso. Poi mio papà suonava la fisarmonica e anche di quello mi vergognavo, mentre adesso sono orgoglioso. A pensarci bene, da giovane sono molte le cose che non apprezziamo; man mano che si cresce i sentimenti cambiano. E sul lavoro? Quando ero giovane volevo

nel mondo, Alberto Tafner, le figlie Fiona Eve, Luca Bella e Lola Ray, e Sabina Corradini. Qui sotto, Peter intento a contemplare la bellezza delle Dolomiti.

cambiare il mio cognome in qualcosa di meno etnico perché non volevo che mi assegnassero esclusivamente ruoli da italiano. All’inizio mi sono anche rifiutato categoricamente di fare parti di quel genere. Poi però non ho più voluto mancare di rispetto alle mie origini e così ho deciso di abbracciare la mia provenienza e ora che ho recitato in tanti film

diversi, sono pronto anche a rivestire quel ruolo. È vero che all’inizio aveva rifiutato la parte in Twilight? Quando mi hanno proposto un film di vampiri ho pensato a Dracula e al sangue. Poi, leggendo il libro, ho capito che era una storia romantica e che i vampiri erano solo un modo per raccontarla. Così ho cambiato idea e ho

Prima di Peter, Victor Mature dalla Val Rendena a Hollywood Peter Facinelli non è l’unico attore di origini trentine ad aver avuto successo Oltreoceano. Prima di lui Victor Mature - nome d’arte di Vittorio Maturi - aveva conquistato Hollywood con le sue interpretazioni nei colossal storici e nei film noir. Nato nel 1913 sul suolo americano da un arrotino di Pinzolo emigrato negli States, Maturi ha lavorato per i più grandi registi del suo tempo: da John Ford a Cecil B. De Mille, passando per Henry Kostner.

Accanto a lui, sulla scena, nomi di peso del calibro di Henry Fonda, Betty Grable, Hedy Lamarr, Richard Burton e Jean Simmons. Tra le sue interpretazioni più riuscite quella del gigante Sansone in «Sansone e Dalila» e di Demetrio in «La Tunica». «Dalla Val Rendena a Hollywood» è il titolo di un libro-catalogo (nella foto) curato da Roberto Festi (Editrice Stampalith) dedicato a Victor Mature.

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accettato. Lavorare per Twilight è stato come lavorare in una famiglia. I ragazzini che hanno recitato con me nella saga ora sono miei amici. Adesso ognuno fa cose diverse, ma quando ci vediamo non c’è imbarazzo, è come essersi visti l’altro giorno. Con il senno di poi Twilight mi ha fatto viaggiare molto. Adesso scrivo e produco film: prima era molto più difficile raccogliere i finanziamenti, mentre la mia visibilità attuale mi facilita il compito. Mi considero un narratore: come attore racconto storie attraverso il mio corpo, come scrittore le creo e come produttore le rendo reali. Quando ero piccolo mio papà amava raccontarmi storie e qui mi rendo conto che a tutti piace farlo. Penso quindi che questa mia inclinazione a intrattenere, abbia le sue radici in Italia e corra nelle mie vene grazie alle mie origini. Come se la cava con l’italiano? Diciamo che lo capisco più che parlarlo. Ho tre sorelle più grandi e con loro i miei genitori si esprimevano in italiano, mentre quando stavo crescendo io si sono sforzati di parlare inglese, perché dovevano impararlo per potersi integrare nella loro nuova vita. Mia nonna Corinna invece comunicava solo in dialetto e giocoforza dovevo adattarmi. Ora che si è innamorato della Val di Non, tornerà più spesso? Ventiquattro anni sono troppi per stare lontano da qui. Mia figlia Lola Ray tra cinque anni avrà l’età per partecipare alla festa dei coscritti, credo che torneremo per quell’occasione. (L.G.) 7 - 2016


CIRCOLI LA COMITIVA, FORMATA DA 54 PERSONE, HA VISITATO LA VAL DI NON E HA FATTO UN VIAGGIO SUL «BERNINA EXPRESS»

Tre intense giornate in compagnia per celebrare una bella ricorrenza «Per coloro che ci sono già stati, sarà un’occasione per poterci ritornare, e per gli altri ci sarà la possibilità di scoprire paesaggi nuovi»: questo l’invito rivolto ancora l’anno scorso dal direttivo del Circolo trentino di Zofingen (Svizzera) ai propri soci, nella lettera con la quale si annunciava che in occasione del quarantacinquesimo anniversario di fondazione del Circolo, nel 2016 sarebbe stata organizzata una trasferta di tre giorni che prevedeva tappe in Val di Non e a Mezzocorona (in Trentino) e un viaggio a bordo del Bernina Express da Tirano a Saint Moritz. L’invito è stato raccolto da 54 persone che alle sei del mattino di giovedì 5 maggio si sono ritrovate per salire sul pullman che le ha portate fino a Coredo, dove presso l’Hotel Sport, alla sera, si è svolta la cerimonia ufficiale per celebrare il 45° anniversario di fondazione. All’appuntamento ha partecipato anche Francesco Bocchetti, vice direttore della Trentini nel mondo che, nel portare il saluto dell’Associazione, si è complimentato con il Circolo per la sua vitalità e intraprendenza. Durante la serata è stato letto un messaggio di Giovanni Petrolli (di Sacco di Rovereto), primo

presidente del Circolo e uno dei fondatori, insieme a Gino Bortolotti (di Drena), Bruno Nardon (di Cembra), Giovanni Turella (di Mori) e Giuseppe Zanin (di Capriana). «Potete immaginare quanto sia problematico per me non poter essere presente a questo vostro incontro ma il 45° di fondazione è per tutti un traguardo e il poterlo festeggiare assieme

è una particolare e collettiva occasione», ha scritto Petrolli, che citando i primi tempi del Circolo ha ricordato «l’impegno e la costante determinazione nel concretizzare qualcosa di utile in quel non facile momento». Il riferimento era alla creazione di due asili italiani, «di fondamentale importanza per le famiglie dei nostri connazionali,

SUL PIÙ DIFFUSO QUOTIDIANO DELLA SVIZZERA ITALIANA

Circolo trentino del Ticino agli onori della cronaca «La diga, don Dino e le feste con i crauti» è il titolo di un ampio articolo che il Corriere del Ticino, il più diffuso e importante quotidiano della Svizzera Italiana, nella sua edizione del 4 agosto scorso ha dedicato al Circolo trentino del Ticino, fondato 36 anni fa. La diga e don Dino citati nel titolo fanno riferimento al cantiere per la costruzione dello sbarramento in Valle Verzasca, nel quale lavorarono molti trentini, e al sacerdote che sollecitò i trentini a creare un gruppo che li riunisse. 7 - 2016

L’articolo è frutto di un’intervista a Gianni Busacchi, attuale presidente del Circolo trentino del Ticino. «Ci incontriamo tre volte all’anno - ha tra l’altro raccontato Busacchi al giornalista - facciamo la festa di primavera con dei piatti trentini, un incontro prima dell’estate ed una gita di tre giorni. In più ogni anno dedichiamo una giornata a visitare un luogo del Ticino». L’articolo è stato il primo di una serie che il giornale sta dedicando alle associazioni regionali italiane presenti in Ticino.

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nelle quali ambedue i genitori lavoravano e non potevano trovare un aiuto adeguato negli asili svizzeri», come si può leggere nelle pagine dedicate al Circolo di Zofingen nel primo volume della trilogia «Tanti volti, un’unica comunità», edita dalla Trentini nel mondo nel 2007 in occasione del suo 50° anniversario di fondazione. Petrolli venne anche eletto


CIRCOLI

nel consiglio di amministrazione di uno dei due asili. «Ricordandovi con fraterna amicizia, auguro ad ognuno di voi ogni personale successo e al Circolo meritate e lusinghiere realizzazioni»: queste le parole con cui si conclude la lettera di Petrolli. Ai fondatori Bruno Nardon e Giuseppe Dallio, che sono stati anche presidenti del Circolo, e a Silvana Zanin, vedova di un altro fondatore, Giuseppe Zanin, l’attuale presidente, Markus Schlatter (secondo da destra nella foto qui sopra) ha consegnato un omaggio (che il giorno successi-

vo è stato portato anche a Giovanni Petrolli). La serata di Coredo si è conclusa con l’esibizione del gruppo musicale trentino «Abies alba» (foto qui sotto). Venerdì 6 maggio è stata una giornata molto intensa. Al mattino la comitiva è stata a Castel Thun (davanti al quale è stata scattata la foto di gruppo pubblicata sulla pagina a fianco) e nel pomeriggio ha raggiunto la Cantina Mezzacorona, a Mezzocorona, dove alla visita alla struttura è stata abbinata una degustazione dei vini prodotti (offerta dalla Trentini nel mondo).

Sabato mattina, lasciato Coredo, il pullman ha percorso la Val di Sole, valicato il passo del Tonale fino a raggiungere Tirano, in Valtellina, dove la comitiva è salita sul Bernina Express, la spettacolare linea ferroviaria che attraversa le Alpi Svizzere, fino a Saint Moritz. Da lì il viaggio è proseguito di nuovo in pullman fino a Zofingen. Tutto il viaggio ha offerto splendidi spunti per fare belle fotografie, che sono state raccolte in un fotolibro, al quale è stato dato il titolo «Tradizione è quello che siamo» (nella foto qui sopra): un bellissimo scrigno di

ricordi per una bellissima iniziativa, organizzata con il consueto entusiasmo dalla segretaria del Circolo, Marisa Rado. Il prossimo appuntamernto in calendario per i soci del Circolo, è la «castagnata» del 23 ottobre.

Dal Circolo di Monaco un invito alla tolleranza e alla serenità Anche in Italia hanno suscitato grande scalpore e commozione gli episodi accaduti a fine luglio in Germania, culminati nell’uccisione di nove persone in un centro commerciale a Monaco di Baviera da parte di un giovane che si è poi tolto la vita. A seguito di quei fatti il Circolo trentino di Monaco di Baviera ha inviato ai propri soci un messaggio, del quale qui di seguito riportiamo il testo. «Siamo perplessi, sconvolti e scossi dagli attacchi che si sono verificati a Würzburg, ad Ansbach e dall’attentato disuma-

no a Monaco di Baviera. Ognuno di noi, a modo suo, per manifestare solidarietà alle vittime ha recitato una preghiera, ha acceso una candela, ha espresso

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vicinanza e compassione ai sopravvissuti. Di fronte a questi fatti non dobbiamo perdere la gioia di vivere insieme nella società contemporanea. Non dobbiamo barricarci, e dobbiamo riportare la normalità e contrapporre la speranza alla disperazione. Dobbiamo continuare a vivere. Senza paura, nel segno della tolleranza e in serenità con tutte le religioni e con tutte le etnie e nel rispetto di coloro che non hanno il nostro stesso pensiero. Con l’augurio di un futuro umano, amorevole e di pace». 7 - 2016


CIRCOLI

I due secoli di indipendenza argentina festeggiati anche dal Circolo trentino Cari amici della Trentini nel mondo, vorrei condividere con voi e tutto il mondo il «Bicentenario della Repubblica Argentina»; l’Indipendenza fu dichiarata nella provincia di San Miguel di Tucuman il 9 luglio 1816, da un gruppo di eroici patrioti, che volevano l’indipendenza della Spagna, dalla quale l’Argentina era stata dominata per molti anni. Da quella storica data sono trascorsi ben duecento anni e la ricorrenza è stata festeggiata in ogni punto della Repubblica Argentina e onorata da Europa, Centro e Sudamerica. A Buenos Aires ci sono state sfilate di bande musicali, la parata militare con diverse forze dell’esercito, concerti ed anche una bella «Fiera delle collettività» che abitano nel nostro paese. Anche il nostro Trentino era presente e nello stand curato dal

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Circolo sono stati offerti prodotti tipici, come strudel e grappa. Una delegazione del Circolo (foto qui sopra) ha partecipato alla sfilata gauchista. Siamo molto contenti di essere stati presenti e di aver animato

le manifestazioni organizzate in ricordo di tan magna data. VIVA LA PATRIA!!! EVVIVA. Delfina Marta Turrina Presidente Circolo trentino di Buenos Aires

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CIRCOLI TRA GLI OSPITI INTERVENUTI ANCHE RAPPRESENTANTI DEI CIRCOLI TRENTINI DI BUENOS AIRES, VILLA REGINA E MONTEVIDEO

Circolo di La Plata (Argentina) in festa per l’80° anniversario di fondazione Il 21 agosto il Circolo trentino di La Plata, in Argentina, ha festeggiato il suo ottantesimo anniversario di fondazione. All’appuntamento hanno partecipato oltre 160 persone, fra le quali il Console italiano a La Plata, Iacopo Fotti, rappresentanti di enti e istituzioni italiane e dei Circoli trentini di Buenos Aires, Villa Regina e Montevideo. A fare gli onori di casa è stata la presidente del Circolo, Rosa Maino. Polenta, crauti e cotechino, erano i piatti del pranzo, tutto preparato artigianalmente dai soci del Circolo, concluso con una grande torta e un brindisi. «Se è vero che l’amicizia è uno dei sentimenti più profondi e più difficili da portare avanti nel tempo – ha scritto il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner, nel messaggio al Circolo - l’anniversario degli

80 anni del Circolo Trentino di La Plata stanno a dimostrare come sia possibile celebrare un amore così lungo e duraturo, quando alla base c’è la volontà di costruire assieme un futuro comune e partecipare tutti

quanti alla sua realizzazione. L’augurio che l’Associazione vuole esprimervi - prosegue il messaggio di Tafner - è quello di continuare ad essere un punto di riferimento non solo per i trentini di La Plata, non

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solo per tutti i trentini dell’Argentina, ma per tutti i Circoli Trentini che si trovano nei vari Continenti e che si riconoscono e fanno parte integrante e indissolubile della Trentini nel Mondo».

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CIRCOLI PRIMA IL COORDINATORE DIEGO POFFO E POI UNA DELEGAZIONE HANNO FATTO VISITA ALLE COMUNITÀ TRENTINE

«Gruppo Giovani» in trasferta a Piracicaba Il Gruppo Giovani Trentini Brasiliani (regione Centro), sempre allo scopo di mantenere vivo lo spirito dell’associativismo che anima e guida i Circoli trentini, ha fatto delle visite alle comunità trentine di Santana e Santa Olímpia, nella città di Piracicaba (stato di San Paolo). Nel mese di aprile, Diego Poffo (coordinatore del Gruppo, al centro nella foto qui a fianco) è stato nelle due comunità, dove è stato accolto con calore e simpatia ed è stato ospite in diverse case, conoscendo famiglie e storie. Ha potuto conoscere il modo in cui vengono mantenute e portate avanti le tradizioni, la musica e la cucina degli antenati. Dopo questa visita, altri membri del Gruppo Giovani Trentini Brasiliani hanno deciso di partecipare alla «Festa da Polenta», che si tiene nella comunità di Santa Olímpia, nel mese di luglio. Della delegazione del Gruppo che il 23 luglio è stata nella co-

munità di Santa Olímpia (foto a destra), facevano parte Andrey José Taffner Fraga (Rio dos Cedros), Diego Poffo (Ascurra), Simone Sehnem (Taiò) ed Elton Stolf (Curitiba), attualmente consultore della Provincia autonoma di Trento. I membri del Gruppo sono stati alloggiati nella comunità di Santana, presso le famiglie di Luciana Cristina Vitti e Dirce Gobette Vitti, che è presidente del Circolo Trentino di Piracicaba. Così tutti hanno potuto interagire

con la comunità, conoscere le attività locali, nonché il lavoro del Circolo Trentino di Piracicaba, che esiste già da decenni e ha una bella sede in stile alpino, nel centro di Santana. A Santa Olímpia, oltre alla Festa della polenta, i membri hanno potuto visitare il museo locale, la bella chiesa con le campane fatte con il metallo delle armi della Prima guerra mondiale (che suona tutte le notti in memoria dei caduti), e l’accogliente piazza e che, insieme con la chiesa e le case, fa

assomigliare Santa Olímpia a un piccolo villaggio alpino. I membri del Gruppo, oltre a congratularsi con la comunità per per aver conservato le tradizioni, sperano di mantenere questo contatto creato per promuovere sempre di piu l’integrazione fra i Circoli trentini.

LA MANIFESTAZIONE, ORGANIZZATA OGNI DUE ANNI DAL CIRCOLO TRENTINO, È GIUNTA ALLA SUA SETTIMA EDIZIONE

Sempre in tanti alla «Magnalonga» di Rodeio Il Circolo di Trentino di Rodeio ha realizzato il 5 Giugno 2016, la settima edizione della Magnalonga. L’evento è già presente nel calendario regionale e attrae un grande numero di amici e parenti delle varie città e Comune dei dintorni. L’evento succede a Rodeio ogni due anni e cambia il suo percorso ogni edizione con lo scopo di dare l’opportunità alle diverse frazioni e quartieri della città e favorire la partecipazione delle entità, imprese e ai residenti per arredare le loro case e che in

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genere offrono sempre con piacere aperitivi e cibo ai partecipanti della camminata. I partecipanti sono accompa-

gnati della «carretela del Vin», musica e tanti sapori della cucina tipica locale. Il Circolo di Trentino di Ro-

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deio si sente orgoglioso di questo evento, mantenendo viva la cultura e la memoria dei Trentini che si stabilirono in questa terra.


ATTUALITÀ

«La nostra Repubblica ha settant’anni. È sorta ricomponendo l’unità del Paese. Dopo il duro ventennio fascista e la sciagura della guerra, un’Italia sconfitta riusciva ad entrare a far parte delle nazioni libere e democratiche. Ritrovata la libertà, con la partecipazione al voto di tutti, donne e uomini del nostro Paese, si realizzava una piena democrazia, imperniata sul Parlamento. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il coraggio e la visione da statista di Alcide De Gasperi»: con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto la sua «lectio magistralis» intitolata «70 anni di una Repubblica europea. La visione e il coraggio di Alcide De Gasperi», che ha tenuto il 18 agosto a Pieve Tesino, su invito della «Fondazione Trentina Alcide De Gasperi». La «Lectio degasperiana» è

Tutte le foto: Caranti - Archivio Fondazione Trentina Alcide De Gasperi

Il Presidente Mattarella a Pieve Tesino per la «lectio magistralis» su De Gasperi

Il Presidente della Repubblica riceve il benvenuto a Pieve Tesino da Giuseppe Tognon (a sinistra), presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, e dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi.

un grande evento pubblico (alla sua tredicesima edizione) che la Fondazione, d’intesa con l’Istituto Sturzo di Roma, organizza per onorare la memoria dello statista trentino nei giorni dell’anniver-

sario della sua morte, nel paese dove De Gasperi nacque. La libertà, la giustizia, la pace e l’unione dei popoli europei, nel rispetto delle loro diversità, sono stati i cardini della politica

internazionale di De Gasperi che ha guidato il governo della Repubblica per un decennio. Con lo statista trentino, che fu anche il primo Capo provvisorio dello Stato, si aprì «la via repubblicana dell’Italia», una sintesi complessa tra istituzioni, partiti e società. «De Gasperi assunse la guida della Repubblica con mano sicura. Prese con decisione le redini della giovane Repubblica, proteggendola con cura, prima di tutto dall’insidia del passato, sempre in agguato», ha poi affermato il Presidente Mattarella in un altro passaggio della «lectio». «Tutti abbiamo il dovere di guardare al suo insegnamento, e al suo coraggio, per trarne ispirazione di fronte ai problemi attuali, difficili ma certamente non di più di quelli che De Gasperi, nel suo tempo, ebbe il compito di affrontare», ha concluso il Presidente Mattarella.

Terremoto: il Trentino costruisce due scuole ad Amatrice Dopo aver assemblato il prefabbricato destinato ad ospitare circa 200 tra bambini della scuola per l’infanzia e alunni delle scuole elementari, primaria e secondaria di primo grado, ad Amatrice, uno dei paesi danneggiati dal terremoto che il 24 agosto ha colpito il centro Italia, la Protezione civile trentina costruirà un secondo edificio scolastico provvisorio che ospiterà, in otto vani, le cinque classi del Liceo scientifico più i locali di servizio, segreteria e bagni. Materiali e tipologia costruttiva sono simili alla prima scuola: anche in questo caso si tratta infatti dell’assemblaggio di moduli prefabbricati ed anche per il liceo è prevista una copertura in legno. Nelle zone colpite dal sisma sono al lavoro anche i tecnici agibilitatori appartenenti al Nucleo tecnico della Provincia autonoma di Trento, che hanno il compito di effettuare sugli edifici pubblici e privati lesionati dalle scosse l’entità dei danni e fare una stima sulla loro agibilità.

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CALENDARIO 22-24 luglio C.T. Santa Olimpia (BR): Festa della Polenta

24 luglio C.T. Toronto (CA): picnic annuale C.T. Buenos Aires (AR): Incontro corale: coro alpino, coro Giuliano e coral Trentino

2 - 12 settembre Trasferta in Messico del Vicepresidente Cesare Ciola, del consigliere Armando Maistri e dello storico dell’emigrazione trentina in Messico Renzo Tommasi per incontrare i circoli trentini di San Luis de Potosì, Colonia Diez Gutierrez, Città del Messico, Cordoba, Citlaltepetl, Huatusco, Colonia Manuel Gonzalez, Veracruz e Xalapa, per visitare la comunità trentina di Oaxaca e per partecipare all’inaugurazione della mostra su Cassiano Conzatti

29 luglio C.T. Blumenau (BR): “noite de Nhoque”

3 settembre C.T. San Luis de Potosì (MX): Assemblea generale

31 luglio C.T. Villa Regina (AR): 4 conferenza nel ciclo “Italia e le sue regioni: Sardegna, Puglia e Piemonte” C.T La Plata (AR): pranzo sociale

4 settembre C.T. Colonia Diez Gutierrez (MX): 10° Anniversario di Fondazione

23 luglio C.T. Rio do Oeste (BR): cena italiana

31 luglio – 3 agosto C.T. Toronto (CA): Tour a Los Angeles C.T. Myrtleford (AUS): riunione e pranzo 3-7 agosto Negli Stati Uniti, nel Southern California, Convention Ittona (circoli Trentini degli Stati Uniti e Canada) 4-6 agosto C.T. Villa Regina (AR): partecipazione alla 18° Expo fiera Italiana 2016 6 agosto C.T. Readsboro (USA): Picnic annuale C.T. Tucunduva (BR):14° Filò C.T. Rio do Sul (BR): torneo di Mora 7 agosto C.T. Myrtleford (AUS): Polenta per “Celebrating immigration” 8 agosto A Rovereto Incontro d’estate e Giornata del lavoro A seguire Spettacolo “Marcinelle … Estate’56” di M. Robert Scarpa, interpretato dal Gruppo PoeMus 13 agosto C.T. Laurentio (BR): XIV Incontro italiano C.T Bento Gonçalves (BR): “Calice de Estelas” 14 agosto C.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale 19 agosto C.T. Bento Gonçalves (BR): passeggiata nella Vale dos Vinhedos per festeggiare il Giorno mondiale della Fotografia 20 agosto C.T. La Plata (AR): Santa Messa in ricordo dei defunti trentini in occasione dell’ 80° anniversario del Circolo C.T. Venda Nova do Imigrante (BR): Cena trentina 25 anniversario C.T Gasparin (BR): Festa italiana C.T. Guaramirin (BR): 14° Festa della Porchetta 21 agosto Ad Alberé di Tenna 30° Anniversario Circolo Ex emigrati Trentini in Svizzera C.T. La Plata (AR): pranzo 80° anniversario del Circolo

6-11 settembre C.T. Rio dos Cedros (BR): 26° Festa Trentina 16 settembre C.T. Toronto (CA): riapertura del Club 17-18 settembre C.T. Rodeio (BR): 28° La Sagra 18 settembre Circolo Ex emigrati Trentini in Svizzera gita al Santuario di Monte Berico (VI) 23 settembre C.T. Brusque (BR): 15 notte del Brodo 25 settembre C.T. Montevideo (UY): Festa della Polenta 30 settembre C.T. Toronto (CA): Cena tipica “Tortei di patate” 9 ottobre C.T. Denver – Colorado (USA): incontro sociale 10 -12 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): Festival de Cinema “Vale dos Vinhedos” 14-16 ottobre A Comano Terme Convegno EZA - UNAIE “Etica, Politica e Migrazioni” C.T. Londra (GB): gita a Chatswort & The Peak District 16 ottobre

C.T. Bento Gonçalves (BR): V Merica Merica MagnaBento “Sagra Trentina” A Veracruz (MX): 135° anniversario dell’emigrazione Trentina 22 ottobre C.T Toronto (CA):cena d’autunno 23 ottobre C.T. Charleroi (BE): Polentada d’Autum C.T. Zofingen (CH): Castagnata 12 novembre C.T. Liegi (BE): Castagnata 26 novembre C.T. Londra (GB): cena danzante


Foto Matteo Bazzocco

Gli articoli sull’edizione 2016 della «Festa provinciale dell’emigrazione» sono pubblicati da pagina 3 a pagina 7.


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