Maggio 2015

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

5/2015

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 58°

Il Circolo trentino di Basilea (Svizzera) il 10 maggio ha celebrato il suo cinquantesimo anniversario di fondazione.


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Germania, Messico, Paraguay e Uruguay Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 4 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 3 circoli Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti) Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

- 1 circolo


EDITORIALE SOMMARIO Pagine 2-3 ASSEMBLEA Pagina 4 IL NUOVO CONSIGLIO DELL’ASSOCIAZIONE Pagina 5 PATTO DI AMICIZIA LEVICO-PRESIDENTE GETULIO Pagine 7-10 ATTUALITÀ Pagine 11-13 Presentazione del libro NEL SOLCO DEGLI EMIGRANTI. I VITIGNI ITALIANI ALLA CONQUISTA DEL MONDO Pagina 14 EDITORIA Pagine 15-17 GENTE E FATTI Pagine 18-23 CIRCOLI (Basilea, Rodeio, Australia, New York, Londra) Pagina 24 ABBONAMENTI

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Anna Lanfranchi

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, A. Lanfranchi, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 5 MAGGIO 2015 Stampato il 22 MAGGIO 2015

In copertina: foto di gruppo al 50° di fondazione del Circolo di Basilea (Svizzera).

L’ANDAMENTO DEL VOTO ALLE ELEZIONI COMUNALI IN TRENTINO IMPONE UNA RIFLESSIONE

Solidarietà e collaborazione contro disimpegno e sfiducia C’è un sentimento comune che, in questo periodo, ha contraddistinto due momenti particolarmente importanti per la Comunità Trentina: le elezioni amministrative in gran parte dei Comuni trentini e l’Assemblea della Trentini nel Mondo che ha rinnovato gli organi direttivi per il prossimo triennio: quello della speranza, quello stato d’animo altruistico e generoso che dovrebbe guidare le scelte di chi decide di mettersi a disposizione degli altri. Dalla speranza alla realtà dei fatti però spesso c’è un abisso difficile da colmare, anche se non sempre la colpa è dovuta alla cattiva volontà o all’incapacità delle singole persone. Stiamo infatti vivendo in un sistema che si avvita sempre più su se stesso, frenato e condizionato da un complesso di fattori interni ed esterni come una diffusa crisi economica, una burocrazia indecente, un egoismo sociale imperante, un sempre più limitato senso della responsabilità civile. Di fronte a questa realtà, non c’è dubbio che la cosa peggiore sia quella di abbandonarsi all’indifferenza e alla inoperosità, come purtroppo invece sembra stia succedendo sempre più spesso. Lo stanno a dimostrare anche i risultati della recente tornata elettorale amministrativa che si è svolta nel Trentino e che ha evidenziato principalmente due caratteristiche di fondo, entrambe legate in qualche modo all’indifferenza ed al rifiuto della partecipazione. Il calo di affluenza alle urne infatti non è mai stato così vistoso come in questa occasione; così come la sostanziale staticità del voto, in particolare a Trento, il maggiore comune della provincia. Proprio la minima percentuale di chi nel capoluogo ha espresso il diritto/dovere del voto - il 55% degli aventi diritto - è la dimostrazione più evidente di come , anche in un territorio tradizionalmente abituato a partecipare direttamente alla gestione della cosa pubblica, stia soffiando prepotentemente il vento del disimpegno e della sfiducia. Da che cosa dipende questa situazione? In larga misura può dipendere dal fatto che anche in

In questo momento di grandi mutamenti, la Trentini nel mondo intende continuare ad agire ispirata da principi e valori etici che possono alimentare la speranza di una società migliore un Trentino, storicamente abituato sostanzialmente ad autogestirsi, si avvertono le conseguenze delle mancate o sbagliate decisioni prese per governare gli effetti di una crisi economica, etica e sociale che sta cambiando il mondo. In pratica è una reazione conseguente all’inadeguatezza delle risposte, che spinge un po’ alla volta i cittadini verso una rabbia dovuta alla consapevolezza della propria impotenza o verso l’indifferenza e la chiusura nei recinti dei propri interessi esclusivi e personali. E tutto questo si avverte anche in un territorio come il Trentino che fino a pochi anni fa grazie alla propria capacità, al proprio spirito di sacrificio e alle risorse economiche derivanti dalla propria Autonomia, poteva ancora fregiarsi dell’appellativo di «isola felice». Se a questo poi si aggiungono le sempre più frequenti pressioni delle regioni vicine tese a cancellare la nostra Autonomia e un contestuale affievolirsi del senso di appartenenza che ha sempre caratterizzato la Comunità Trentina, si arriva a quel 45% dei cittadini che non se la sentono più di andare a votare.

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Ecco dunque che a questo punto deve entrare in campo il sentimento della speranza : la speranza che si ritrovi la voglia di partecipare, di impegnarsi e di assumersi delle responsabilità, in primo luogo per liberare il buon senso dalla gabbia in cui delle regole assurde e una burocrazia mortale lo hanno chiuso e sepolto. Ed è proprio lo stesso sentimento di speranza che unisce come abbiamo detto in apertura - la tornata elettorale comunale all’Assemblea della Trentini nel Mondo . Una speranza abbiamo voluto indirizzare verso un obiettivo ben preciso e cioè quello di capire come si può rispondere ai cambiamenti prospettati da una globalizzazione egoista, basata sostanzialmente sui rapporti economici anziché su quelli umani e culturali. La Trentini nel Mondo è consapevole di vivere in un momento di grandi mutamenti generali, che molto spesso vanno nella direzione opposta ai valori sui quali riteniamo debba poggiare la civiltà e sui quali si basa la nostra attività. La speranza che intendiamo portare avanti è dunque quella di poter continuare ad operare all’interno di questa società, sforzandoci di mantenere il timone dritto sulla rotta di un sistema etico e sociale che affonda profondamente le radici nei principi di solidarietà e di collaborazione reciproca. D’altra parte il concetto della speranza è quello che ha sempre fatto camminare il pensiero e la storia dell’uomo. Dai tempi di Aristotele - per il quale la speranza era un atto della volontà che tende al raggiungimento di un bene futuro difficile, ma non impossibile da realizzare - per arrivare al post esistenzialismo di Ernst Bloch - per il quale la speranza e l’utopia costituiscono gli elementi essenziali dell’agire e del pensare umano - la speranza è stata il motore del cammino dell’umanità. E noi questo motore vogliamo che continui ad indicarci la strada e a portarci avanti. Alberto Tafner 5 - 2015


AGENDA I LAVORI SI SONO SVOLTI IL 18 APRILE E IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SI È RIUNITO PER LA PRIMA VOLTA IL 22 APRILE

L’assemblea ha eletto i nuovi organi sociali e ha approvato il bilancio consuntivo 2014 L’Associazione Trentini nel mondo ha un’ambizione: diventare sempre più il perno di un sistema di rapporti internazionali utili per chi vive nel Trentino e per i trentini, grazie alla rete di contatti con gli emigrati e i loro discendenti creata in quasi sessant’anni di attività. Rientrano in questo contesto l’impegno dell’Associazione a seguire le nuove necessità e i nuovi scenari sul piano dell’internazionalizzazione, che hanno innestato un nuovo flusso migratorio che non coinvolge solo i giovani in cerca di prima occupazione, ma anche i meno giovani espulsi dal mondo del lavoro, e la decisione di mettere a disposizione dei Consolati Onorari della Polonia, della Romania e della Russia (quelli cioè riconosciuti dal Ministero degli Esteri) uno spazio all’interno della sede di via Malfatti, come punto di riferimento ufficiale per le loro attività. Sono state proprio la situazione attuale e le prospettive di sviluppo a fare da filo conduttore alla relazione che il presidente uscente Alberto Tafner ha tenuto all’assemblea annuale dell’associazione, che si è svolta il 18 aprile presso l’Aula Magna del Seminario Maggiore di Trento. «La Trentini nel Mondo oggi si deve concentrare sull’interpretazione dei cambiamenti – ha affermato Tafner - orientando la

Tafner riconfermato presidente Cesare Ciola alla vicepresidenza Altro importante punto all’ordine del giorno dell’assemblea era il rinnovo degli organi sociali - Consiglio di amministrazione, Collegio dei Probiviri e Collegio dei revisori dei conti – che rimarranno in carica fino al 2018. Nel corso della sua prima riunione, mercoledì 22 aprile, il consiglio (di quindici membri, nove riconfermati e sei nuovi ingressi) ha eletto Alberto Tafner alla presidenza (al suo terzo mandato) e Cesare Ciola alla vice presidenza. Gli altri componenti del consiglio sono: Grapropria attività lungo due grandi linee: la prima - che si potrebbe definire “più tradizionale” - deve essere diretta all’aggiornamento delle attività di contatto e collaborazione con i Circoli Trentini che rimangono pur sempre la spina dorsale della Trentini nel Mondo;

È stato Francesco Squarcina, Commissario del Governo per la Provincia di Trento, ad aprire la serie di interventi dopo la relazione del presidente Tafner, con un invito ad attuare iniziative di richiamo per i giovani. Invito ribadito anche dal sen. Franco Panizza, secondo il quale non si può perdere la memoria dell’emigrazione trentina ma è

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ziano Bacca, Claudio Barbacovi, Fabio Casagrande, Mauro Dallapè, Aldo Degaudenz, Egidio Formilan, Armando Maistri, Luciano Pontalti, Stefano Regazzola, Vittorino Rodaro, Paolo Rossi, Giovanni Sbetti. Il Collegio dei revisori dei conti è composto da Bruno Cesconi, Pio Dalla Valle e Danilo Zatelli (revisori supplenti sono Stefano Margheri e Giuseppe Michelon). Del Collegio dei probiviri fanno parte Luciano Imperadori, Erminio Lorenzini e Noemie Paulus.

la seconda – che si potrebbe definire “in progress” – è diretta al monitoraggio e all’analisi costante della situazione internazionale, con particolare riguardo a quei Paesi dove più forte è la presenza trentina». Altra priorità della Trentini nel

indispensabile riuscire a coinvolgere le giovani generazioni. Don Giuseppe Caldera, direttore del Centro Missionario Diocesano, ha detto che i Circoli della Trentini nel mondo rappresentano un esmepio, anche per gli stranieri che vivono adesso in Trentino, di come si può agire conservando la propria identità in

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mondo è «realizzare una fedele e attuale mappatura dei Circoli Trentini per poter conseguentemente studiare e adottare adeguate e corrispondenti azioni di intervento, in modo che nessuno si senta escluso o marginalizzato nella realizzazione della grande,

un altro paese e nel contempo promuovere l’integrazione. Maurizio Passerotti, ha ringraziato la Trentini nel mondo per aver deciso di ospitare nella sua sede di via Malfatti il Consolato onorario di Romania. Paolo Magagnotti ha dichiarato di condividere la linea di azione indicata dal presidente,


AGENDA «La Giunta, il Consiglio, i soci ed i volontari hanno continuato a lavorare sul presente e a ragionare sul futuro dell’Associazione, con particolare attenzione allo sviluppo dei rapporti con i Circoli Trentini e con tutti i trentini che si trovano all’estero» forte e coesa Comunità Trentina che l’Associazione sta cercando di realizzare». A questo proposito il presidente non ha nascosto che esiste «una difficoltà strutturale, che risulta più evidente nei Circoli di più antica data, e che si manifesta nella scarsa capacità di attrarre i giovani con conseguente difficoltà nel ricambio generazionale». Per far fronte a questa situazione da qualche anno si sta lavorando per organizzare un sistema reticolare che unisca responsabilmente i Circoli fra di loro e con l’Associazione «in modo che da tale reciproca collaborazione possa nascere la Trentini nel Mondo del futuro». Sul versante dell’attività è stato ricordato che i casi di solidarietà che la Trentini nel Mondo gestisce per conto della Provincia stanno diminuendo anno dopo anno e che la stagione dei Progetti di Sviluppo iniziata nel 1991, è ufficialmente terminata nel 2012 dopo aver realizzato oltre 40 interventi. Tafner ha poi definito particolarmente critico il momento in cui

Nella sua relazione il presidente ha affermato che la Trentini nel mondo ha un’ambizione: diventare sempre più il perno di un sistema di rapporti internazionali utili per chi vive nel Trentino e per i trentini, grazie alla rete di contatti con gli emigrati e i loro discendenti avviene l’assemblea, determinato sia dai grandi mutamenti economici, culturali e sociali che stanno stravolgendo il mondo intero, sia per determinate e specifiche situazioni che toccano più da vicino la vita della Trentini nel Mondo. «Scorrendo i bilanci degli ultimi sei anni - ha affermato Tafner - si può ben constatare come la Trentini nel Mondo abbia subito una complessiva decurtazione finanziaria pari a circa il 50% del suo budget totale. Ma nonostante questo periodo non sia da annoverare tra quelli migliori, la Giunta, il Consiglio, i soci ed i volontari (tra cui vanno riconosciuti i meriti particolari del Gruppo Giovani) hanno continuato a lavorare sul presente e a ragionare sul futuro dell’Associazione, con partico-

che punta a rafforzare i legami con i Circoli. Per Vittorino Rodaro, il richiamo alla memoria dell’emigrazione è imprescindibile per la Trentini nel mondo ma vanno affrontate nuove sfide per coinvolgere i giovani, soprattutto in Europa, nella quale i discendenti degli emigrati trentini «si sentono a casa». Aldo Degaudenz ha notato con rammarico

lare attenzione allo sviluppo dei rapporti con i Circoli Trentini e con tutti i trentini che si trovano all’estero». Toccando il tema della vicenda che vede la Trentini nel Mondo interessata assieme alla Provincia da un’indagine della Corte dei Conti, Tafner ha usato espressioni molto nette: «I titoloni sparati sui giornali, le locandine ed i fiumi d’inchiostro spesi per creare un mostro da sbattere in prima pagina non hanno certo contribuito a dare limpidezza all’intera vicenda. In questo modo – ha affermato - l’opinione pubblica, ormai sommersa dalle cronache del malaffare che alligna a tutti i livelli, è stata facilmente indotta ad equiparare l’inchiesta aperta dalla Corte dei Conti su presunti

l’assenza all’assemblea di rappresentanti della Provincia e ha sollecitato l’Associazione ad intensificare la sua presenza sul territorio, per evitare il rischio che la memoria dell’emigrazione vada persa in Trentino. Cesare Ciola ha ricordato il ruolo di «facilitatore» che l’Associazione sta svolgendo nell’ambito del «Progetto Brasile», nel fa-

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danni erariali ad uno dei tanti casi di latrocinio e disonestà che affollano quotidianamente le pagine dei giornali». A questo proposito Tafner ha voluto ribadire con fermezza «che la Procura della Corte dei Conti ha scritto ben chiaro fin dall’inizio della sua istruttoria che :... “ questa Procura in primo luogo non ha MAI ipotizzato appropriazioni indebite di fondi o percezioni di vantaggi economici da parte dei Presidenti di AtM” ». L’auspicio è che l’iter giudiziario abbia un corso il più rapido possibile per poter mettere finalmente la parola fine ad una vicenda che ha segnato fortemente le persone e la vita dell’Associazione in questi ultimi anni. Alla relazione del presidente è seguito un dibattito animato dagli interventi di diversi soci presenti. I lavori sono poi proseguiti con l’illustrazione del bilancio consuntivo 2014, che è stato approvato dall’Assemblea e con l’elezione per il rinnovo degli organi sociali (a pagina 4 la nuova composizione).

vorire contatti fra il mondo imprenditoriale trentino e il Brasile. Armando Maistri ha condiviso la scelta di impostare sulla «reciprocità» il rapporto con i Circoli. Nel suo intervento Piergiorgio Trapin ha chiesto un chiarimento su una voce del bilancio.

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AGENDA

I Componenti del nuovo Consiglio dell’Associazione Trentini nel mondo PRESIDENTE

Alberto Tafner

VICE PRESIDENTE

Cesare Ciola

MEMBRI DI GIUNTA

Aldo Degaudenz

Armando Maistri

Giovanni Sbetti

CONSIGLIERI

Graziano Bacca

Claudio Barbacovi

Fabio Casagrande

Mauro Dallapè

Egidio Formilan

Luciano Pontalti

Stefano Regazzola

Vittorino Rodaro

Paolo Rossi

Giuseppe Zorzi

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Bruno Cesconi Pio Dalla Valle Stefano Margheri Giuseppe Michelon Danilo Zatelli Danilo 5 - 2015

COLLEGIO DEI PROBIVIRI

Luciano Imperadori Erminio Lorenzini Noemie Paulus

PRESIDENTE ONORARIO

Bruno Fronza PAST PRESIDENT

Ferruccio Pisoni 4


AGENDA

Firmato un «Patto di amicizia» fra Levico e Presidente Getulio Le amministrazioni comunali di Levico Terme e di Presidente Getulio (Santa Catarina - Brasile) si sono impegnate «ad affrontare un percorso di approfondimento della conoscenza reciproca e al consolidamento dei legami affettivi, culturali e sociali fra le due comunità». Questo è quanto si afferma nel «Patto di amicizia» che i sindaci delle due città, Michele Sartori per Levico, e Nilson Francisco Stainsack per Presidente Getulio, hanno sottoscritto il 27 aprile nella sala del Consiglio comunale di Levico. Promotori di questo Patto di Amicizia sono stati il Circolo trentino di Presidente Getulio e l’Associazione Trentini nel mondo onlus, che a loro volta si impegnano «ad operare, in collaborazione con tutti i soggetti coinvolti, per il raggiungimento degli obiettivi» del Patto. Obiettivi che sono la conoscen-

za, l’incontro e la collaborazione tra persone; lo scambio di esperienze e strategie; la realizzazione di progetti comuni, basati sul rispetto reciproco di tradizioni, usanze e diversità culturali e sociali; il rafforzamento dei legami tra popoli, per un arricchimento

reciproco, la diffusione dei valori della pace e della solidarietà. Con la firma del «Patto» è ufficialmente iniziato «un percorso di avvicinamento fra le due comunità» che riconoscono «di essere unite da comuni origini e dallo stesso desiderio di coltivare

una più profonda conoscenza reciproca in ambito sociale, culturale, economico, turistico e territoriale». All’incontro per la firma del «Patto» erano presenti una delegazione della giunta comunale di Levico, il presidente e il vice presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner e Cesare Ciola, alcuni consiglieri dell’Associazione e una rappresentanza del Circolo trentino di Presidente Getulio (con le magliette rosse nella foto sopra), che il giorno successivo, 28 aprile, ha visitato la sede della Trentini nel mondo (la foto qui a fianco è stata scattata nella Sala Rino Zandonai). Tra di loro c’era anche Nilo Poffo (secondo da destra, in prima fila, nella foto a fianco), particolarmente soddisfatto per la firma del «Patto di amicizia» in quanto discendente di emigrati trentini partiti proprio da Levico.

È STATO SOTTOSCRITTO UN IMPORTANTE ACCORDO DI COLLABORAZIONE TECNICA CON UN’AZIENDA PUBBLICA DI FLORIANOPOLIS

Primi positivi risultati del «Progetto Brasile» Un importante accordo di collaborazione tecnica tra Brasile e Trentino è stato sottoscritto il 16 marzo scorso a Florianopolis (Santa Catarina - Brasile), alla presenza di Cesare Ciola (attuale vice presidente della Trentini nel mondo e in quel momento componente della giunta dell’Associazione). Si tratta di uno dei primi risultati concreti di «Progetto Brasile», il laboratorio aperto partito un anno fa per individuare e verificare possibilità di lavoro nel grande paese sudamericano per aziende e manodopera specializzata del Trentino, in questo momento di grave crisi economica. Con il determinante appoggio della Trentini nel Mondo, il consigliere Mauro Dallapè ha promosso e coordina l’Upit (Unione Professionisti Imprenditori Trentini), soggetto che gestisce il progetto in Trentino, mentre Cesare

Cesare Ciola con Laercio Moser (Presidente del Circolo Trentino di Florianopolis), Antonio Marius Bagnati e Wilson Cancian (rispettivamente Presidente e Direttore Operativo di Comcap)

Ciola accompagna l’iniziativa nei tre stati del sud del Brasile: Paranà, Santa Catarina e Rio Grande do Sul. L’accordo sottoscritto a Florianopolis dal

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Presidente del Circolo Trentino, Laercio Moser, e dal Presidente dell’azienda che si occupa di raccolta differenziata COMCAP, Antonio Marius Bagnati, controfirmato da Cesare Ciola, mira alla riqualificazione tecnologica in campo ambientale, al fine di aumentare sostanzialmente la raccolta differenziata con conseguenti ricadute positive di carattere socio-economico. Il progetto è patrocinato anche dall’azienda trentina ACTIVA e dall’Università di Trento, con il professore Marco Bezzi: la prima fase, iniziata il 16 marzo, prevede la presenza a Florianopolis per tre mesi di Marc Rossetto, laureando in ingegneria ambientale a Trento e con esperienza precedente in Tanzania, il quale sta elaborando un quadro della situazione attuale, per poi passare alle proposte operative coinvolgendo le aziende trentine. 5 - 2015


ATTUALITÀ FRANCO NARDUCCI, PRESIDENTE DELL’UNAIE, FA IL PUNTO SULL’IMPORTANTE INTESA RAGGIUNTA IL 23 FEBBRAIO SCORSO

«Accordo fiscale» fra Italia e Svizzera, norme e scadenze per mettersi in regola Dopo anni di negoziati a rilento, l’Italia e la Svizzera hanno sottoscritto – il 23 febbraio 2015 – un accordo bilaterale che, tra l’altro, ha posto fine alle diatribe che negli ultimi anni hanno avvelenato i rapporti tra Roma e Berna. L’accordo regola in particolare due temi molto controversi: a) l’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri; b) la regolarizzazione dei capitali detenuti illegalmente in Svizzera da parte di soggetti residenti in Italia, indipendentemente se frontalieri o non. Contestualmente, l’accordo determina la fine del segreto bancario per i cittadini stranieri per cui, a partire dal 2018, la Svizzera trasmetterà all’Italia le informazioni relative ai depositi e agli investimenti effettuati dai cittadini italiani nella Confederazione. La Svizzera rappresenta per l’Italia un punto di riferimento che va ben oltre la vicinanza geografica e i reciproci interessi economici, per altro intensissimi. Stante i dati Aire nel 2013 risiedevano stabilmente in Svizzera 558.545 cittadini italiani, con un aumento del 2,2% rispetto al 2012. Inoltre, la Svizzera, accogliendo quasi la metà dei lavoratori transfrontalieri d’Europa (dei quali oltre 60mila cittadini italiani) è nei fatti parte significativa dello sviluppo europeo e delle norme fiscali che ne regolano i rapporti. Dopo il fallito tentativo di trovare l’accordo sul cosiddetto “Modello Rubik”, il Governo italiano ha emanato il decreto sulla Voluntary Disclosure (24 gennaio 2014), tracciando alcune red lines di un ipotetico accordo bilaterale tra Italia e Svizzera.

Vengono regolati in particolare due temi molto controversi: l’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri e la regolarizzazione dei capitali detenuti illegalmente in Svizzera da parte di soggetti residenti in Italia, indipendentemente se frontalieri o non

zioni relativamente agli ultimi cinque periodi d’imposta, vale a dire dal 2009 al 2014 e poi a seguire. 3) le parti avranno come scopo di trovare un’intesa sui seguenti punti (in un secondo momento): riduzione tasso residuo di imposta alla fonte per dividenti e interessi; residenza fiscale per casse pensioni per contributi obbligatori; adattamento delle disposizioni antiabuso. L’accordo fiscale poggia, relativamente al versante italiano, sulla normativa vigente (in particolare TUIR e quadro RW) in base alla quale gli ex emigrati e gli ex frontalieri detentori di conti in Svizzera devono effettuare ogni anno il monitoraggio fiscale, cioè

Il decreto fu annunciato con chiarezza dal Ministro Fabrizio Saccomanni nell’incontro con l’omologo Ministro svizzero delle finanze, Eveline WidmerSchlumpf, il 30 gennaio 2014 a Berna. I TERMINI DELL’ACCORDO FISCALE

L’accordo bilaterale siglato il 23 febbraio 2015 disciplina, fra l’altro, tre principi operativi che occorre tenere ben presenti: 1) l’Italia e la Svizzera si accordano di aderire al principio dello scambio automatico delle informazioni. 2) regolarizzazione del passato: l’Italia potrà chiedere informa-

denunciare gli averi finanziari posseduti all’estero. Il monitoraggio fiscale, tra l’altro, incombe anche sulle persone residenti in Italia che hanno ereditato beni in Svizzera. Gli adempimenti fiscali riguardano evidentemente tutte le persone che hanno effettuato investimenti in Svizzera (valori azionari e obbligazioni, assicurazioni private, partecipazioni a società) e sono pertanto tenute a dichiararli in Italia e a tassare gli eventuali proventi derivanti da detti investimenti. Considerando che soltanto negli ultimi 50-60 anni in Svizzera vi è stata una turnazione stimata in oltre due milioni di cittadini italiani, si può intuire che l’accordo raggiunto riguarda un gran numero di persone chiamate ora a regolarizzare situazioni sviluppatesi sotto l’ombrello del segreto bancario. Su questo piano, occorre evidenziare che i redditi dei cittadini residenti in Italia, anche quelli prodotti all’estero, sono soggetti all’IRPEF e devono essere dichiarati a tal fine. Per quanto concerne l’accordo raggiunto, in generale sono imponibili a IRPEF e a dichiarazione i seguenti redditi o beni: - i proventi da prepensionamento, rendite derivanti dal 2° pilastro (LPP) e dalle assicurazioni facoltative (3° pilastro). - i redditi prodotti dal lavoro in Svizzera per quanto concerne i frontalieri residenti oltre la fascia di confine di 20 chilometri. - i conti correnti posseduti in Svizzera da ex lavoratori frontalieri, soggetti a IVAFE (imposta di bollo) qualora abbiano una giacenza media di oltre 5mila euro. - gli immobili di proprietà posseduti in Svizzera, soggetti a

Ascolta la trasmissione

Trentino nel mondo in onda il giovedì dopo il giornale radio delle ore 13.00 venerdì alle ore 18.05.

Visita il sito: www.radioitaliatrentinoaltoadige.it 5 - 2015

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ATTUALITÀ La Svizzera rappresenta per l’Italia un punto di riferimento che va ben oltre La vicinanza geografica e i reciproci interessi economici Secondo i dati Aire nel 2013 risiedevano stabilmente in Svizzera 558.545 cittadini italiani, con un aumento del 2,2% rispetto al 2012. Dopo anni di negoziati a rilento, i due paesi hanno sottoscritto un accordo bilaterale che, tra l’altro, ha posto fine alle diatribe che negli ultimi anni hanno avvelenato i rapporti tra Roma e Berna in Italia, non sono imponibili a IRPEF in quanto già tassate alla fonte in Svizzera.

oggi. Con l’autodenuncia si dovranno versare le tasse pregresse dovute al fisco italiano, ma con il beneficio di sanzioni ridotte alla metà o ad un terzo, a seconda dei casi, sanzioni dovute per evasione fiscale. Attenzione, l’autodenuncia ha una scadenza: potrà essere effettuata entro e non oltre il 30 settembre 2015, dopo di che non sarà più possibile approfittare della sanatoria. È evidente che potranno ricorrere all’autodenuncia tutte le persone, residenti in Italia, non in regola con gli adempimenti fiscali elencati in precedenza (coloro che non hanno effettuato il monitoraggio fiscale, ex-emigrati, exfrontalieri, detentori di depositi e investimenti in Svizzera, ecc.).

LA REGOLARIZZAZIONE CON AUTODENUNCIA

IVIE (analogamente, i cittadini italiani residenti in Svizzera sono tenuti a dichiarare al fisco elvetico gli immobili posseduti in Italia). - le pensioni AVS (1° pilastro) erogate a ex-emigrati ed ex-frontalieri, qualora siano versate su un conto in Svizzera, per cui devono essere dichiarate al fisco italiano. Al contrario, le pensioni AVS erogate ai titolari direttamente

Come detto, il decreto emanato dal Governo italiano e successivamente convertito in legge dal Parlamento (legge n. 186 del 2014), denominato “Voluntary Disclosure”, consente ai cittadini italiani la possibilità di mettersi in regola con il fisco autodenunciandosi all’Agenzia delle Entrate (esclusa l’imposta di bollo a valere per i frontalieri, che dovranno presentare la dichiarazione tardiva). In concreto ciò comporta la notifica di tutte le attività finanziarie detenute in Svizzera dal 2009 ad

LA LETTERA DI NOTIFICA DELLE BANCHE

La fine del segreto bancario a partire dal 2018 ha indotto gli istituti bancari elvetici ad agire con immediatezza verso i propri clienti italiani. L’accordo, infatti, prevede che gli intermediari finanziari, banche in primis, invitino i detentori di conti e depositi a regolarizzare la loro posizione. A tal fine, essi hanno ricevuto una informativa con cui la banca invita il cliente a firmare una dichiarazione di conformità fiscale, ovvero ad assicurare che le proprie attività finanziarie non violano il diritto tributario italiano. In altre parole, ad assumersi in toto la responsabilità. Franco Narducci

«EMIGRAZIONE E PRIMA GUERRA MONDIALE» ERA IL TEMA DELLE RELAZIONI DELL’EVENTO CHE SI È SVOLTO SABATO18 APRILE

Il ventennale dell’Unione Triveneti nel mondo è stato celebrato con un convegno a Treviso Un folto pubblico ha fatto da cornice alla celebrazione del ventennale dell’UTRIM (Unione Triveneti nel Mondo) che per l’occasione ha organizzato a Treviso un convegno dedicato a «Emigrazione e Prima Guerra Mondiale». La manifestazione si è svolta sabato 18 aprile sotto l’egida di UTRIM, Fondazione Cassamarca, dell’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni dell’Immigrazione e dell’Emigrazione), del Gruppo Giovani dell’Associazione Trevisani nel Mondo e con il patrocinio del Comitato Centenario Grande Guerra della Regione Veneto. Dopo i saluti del Presidente dell’UTRIM Guido Campagnolo, che ha portato il saluto anche di Dino De Poli, fondatore dell’UTRIM, e di Franco Narducci Presidente UNAIE, la parola è passata agli ospiti. Cinzia Zanardo con il suo recital «Voci di guerra», una lettura

delle missive dei soldati al fronte, ha catturato l’attenzione della platea regalando un momento di alta suggestione. È seguito l’intervento di Ulderico Bernardi dal titolo «Far e desfar xe tuto un lavorar!»; e quello di Alessandro Facchin su «Fronte del Piave: riconoscibilità dei luoghi oltre

cippi e monumenti». Una particolare attenzione l’hanno suscitata i ragazzi delle classi classi quinte B, G , M, sezioni di Scienze Applicate, del Liceo Scientifico «L. Da Vinci» di Treviso, che nel corso del corrente anno scolastico hanno svolto un percorso di approfon-

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dimento sulla Grande Guerra. Una delegazione di studenti ha presentato una originale App, da loro ideata, intitolata «Uomini in trincea: una App tra Piave e Monte Grappa», che fornisce uno strumento utile per orientarsi nei luoghi del primo conflitto mondiale. 5 - 2015


ATTUALITÀ LA 63A EDIZIONE DELLA RASSEGNA INTERNAZIONALE SI È SVOLTA DAL 23 APRILE AL 10 MAGGIO La giuria del 63° Trento Film Festival - composta da Kavita Bahl documentarista indipendente, da Hervé Barnasse alpinista e regista di film di montagna, da Nancy Rosenthal, fondatrice e direttrice organizzativa del New York WILD Film Festival, dal regista Alessandro Rossetto e da Colin Thubron scrittore di viaggi e romanziere inglese - dopo aver visionato i ventisei film in concorso, il 9 maggio ha assegnato i premi. Il vincitore della Genziana d’Oro - Gran Premio Città di Trento del 63° Trento Film Festival è il regista Teboho Edkins con il suo film «Coming of Age», nel quale un villaggio sulle montagne innevate del Lesotho nell’Africa del Sud fa da sfondo a una toccante storia di amicizia tra due coppie di amici. «Davanti all’obiettivo discreto del regista - si legge nelle motivazioni della giuria - queste relazioni si sviluppano in un’affascinante aura di assoluta onestà, e la durezza dell’ambiente naturale è evocata in scene coinvolgenti. Un film di rara delicatezza». A «Ninì», del regista Gigi Giustiniani, piemontese d’origine milanese d’adozione, è andata la Genziana d’oro del Club Alpino Italiano per il miglior film di alpinismo. Nato dalla collaborazione tra il regista Giustiniani e l’autore Raffaele Rezzonico, il film fa rivivere, esclusivamente attraverso la rielaborazione di straordinario materiale fotografico e diaristico, le scalate e la storia d’amore di Gabriele Boccalatte e Ninì Pietrasanta. Per la giuria, «Questo straordinario recupero di un’epoca dell’alpinismo da tempo conclusa, presenta un’eroina dell’alpinismo in un periodo in cui quasi non esistevano donne

La «Genziana d’oro» 2015 del Filmfestival di Trento a una toccante storia ambientata in Lesotho

alpiniste». La Genziana d’Oro della Città di Bolzano per il miglior film di esplorazione e avventura è andata all’epico «Valley Uprising» di Nick Rosen, Peter Mortimer e Josh Lowell che celebra, attraverso straordinari materiali d’archivio e aneddoti, l’epopea della valle di Yosemite, scoperta dai pionieri del climbing negli anni ’60 e recentemente scenario dell’impresa di Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson. Un film che «con grande abilità evoca anche il contesto sociale in cui gli scalatori si muovevano: la cultura hippie

- di cui costituivano una sorprendente declinazione - le amicizie e i legami degli esordi utopici, le fratture e infine l’ostinata sopravvivenza di quel movimento. È un film reso ricco dalla varietà dei suoi diversi personaggi, dalle loro tecniche di arrampicata sempre più rischiose e dalla rievocazione di una contro-cultura vivace e a tratti ossessiva». Il Premio della Giuria se lo è aggiudicato «DamNation» di Ben Knight e Travis Rummel, cronaca di un crescente movimento di attivisti che attraverso azioni spettacolari si battono affinché

i fiumi possano tornare nei loro alvei liberi dalle dighe, definita dalla giuria «Un’opera magistrale e perentoria, imbevuta di un entusiasmo vivace e contagioso». Le Genziane d’Argento sono state così assegnate: per il miglior mediometraggio al documentario «Resuns» delle svizzere Aline Suter e Céline Carridroit; per il miglior cortometraggio a «House with small windows» di Bülent Öztürk. La Genziana d’Argento per il miglior contributo tecnico artistico a «Volta à terra» del regista João Pedro Plácido.

In programma anche il video sui fiemmesi a Rodi Dura 53 minuti il video «Il sogno breve di Campochiaro», presentato al Filmfestival nella sezione «Orizzonti vicini», che racconta la storia di un gruppo di boscaioli e segantini della Valle di Fiemme partiti con le rispettive famiglie nel 1935 per raggiungere l’isola di Rodi, possedimento italiano dal 1912, lasciandosi alle spalle una regione in preda ad una crisi profonda. Nell’area dell’Egeo il governatore Mario Lago sta realizzando il suo progetto di creare una vetrina dell’impero italiano: per questo fa arrivare i trentini 5 - 2015

per conservare e sviluppare le foreste locali e realizza per loro uno splendido villaggio a Campochiaro. Ma la guerra è alle porte. Il documentario prende spunto dal libro «Gli uomini del legno sull’isola delle rose» di Renzo Maria Grosselli (foto a destra), giornalista, sociologo e storico dell’emigrazione e regista del video insieme ad Agrippino Russo, insegnante presso l’Istituto Comprensivo di Levico Terme (Trentino), filmaker indipendente, che ha realizzato documentari e brevi film a soggetto.

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ATTUALITÀ È STATA PROMOSSA E REALIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE «PRIMIERO OLTRE MONDO» ATTRAVERSO UN QUESTIONARIO

«Primierotti nel mondo», un’utile ricerca sul fenomeno dell’emigrazione giovanile Perché i giovani del Primiero hanno ripreso ad emigrare? Perché la scelta di un determinato stato o di una città? Cosa manca in valle ed a quali condizioni si potrebbe tornare? Sono queste alcune delle molte domande che l’Associazione P.O.M. (Primiero Oltre Mondo) ha posto ai giovani che negli ultimi anni hanno deciso di uscire dalla Valle per mettersi in gioco in tutto il mondo. Con la collaborazione del Tavolo delle Politiche Giovanili della Comunità di Primiero, Gianna Zortea e Martina Salvadori assieme agli altri giovani del gruppo hanno realizzato la ricerca “Primierotti nel mondo”, con l’obiettivo di indagare sul fenomeno migratorio giovanile in questa epoca di crisi socio-economica ma anche di globalizzazione, dove grazie alla tecnologia ogni angolo del mondo è connesso e più vicino. Si tratta di un fenomeno migratorio complesso e diverso dal passato, in quanto volontario, legato non a gruppi ma alla singola persona che decide di partire, dove il 67% dei giovani protagonisti non è iscritto all’AIRE. La ricerca ha individuato 72 giovani dai 20 ai 41 anni di età cresciuti in tutti gli otto paesi della Valle di Primiero e del Vanoi che si trovano all’estero per lavoro, inviando loro un questionario che in 54 hanno restituito con tante risposte e suggerimenti. Il 62% del campione ha una preparazione specialistica, nel 15% conseguita all’estero. Il 48% dei giovani emigrati svolge un lavoro professionale (cameriera, infermiere, barista, commessa in negozio, baby sitter, meccanico, pizzaiolo, cuoco, bar, fioraia, artigiano), mentre il 52% svolge un lavoro specialistico (traduttrice, insegnante, sviluppatore, farmacista, ricercatore, veterinario, redattore tecnico). Ben il 58% degli intervistati sta facendo il lavoro per cui ha studiato, il 38% quello che ha trovato. Il 31% dei giovani si è trasferito solo per mancanza di

I PAESI DI DESTINAZIONE IN EUROPA

le ed etica consona alle ri morale richieste della nuova società in cui sono inseriti, così come i valori e gli insegnamenti forniti dalla comunità di origine e dalla famiglia, come la sobrietà, il rispetto delle regole, la parsimonia, il fare le cose bene, con serietà. Analizzando la cerchia di amici solo il 33% è riuscito a creare legami importanti con le persone del luogo, per il 50% i migliori rapporti sono stati instaurati con immigrati di altre nazionalità, mentre un 17% ha trovato amici in altri italiani all’estero. Solo il 25% dei giovani si è rivolto alle istituzioni per programmare il periodo all’estero, trovando un discreto livello di aiuto. La nuova emigrazione non ha confini, in quanto i giovani primierotti vivono il 23 diversi stati sparsi in tutti i

opportunità di lavoro in valle ed il 12% per mancanza di prospettive: dati che fanno emergere la ricerca di un lavoro adeguato alle aspettative, il desiderio di essere valorizzati professionalmente e di crescere in un mercato del lavoro capace di offrire opportunità, prospettive e sicurezza: elementi che non trovano in Valle o in Italia. Alla domanda “Ma dove ti vedi tra tre anni?” ben il 77% ha risposto “ancora all’estero”, dove si trova attualmente o in Europa: appena il 10% delle persone pensa di rientrare. Solo il 13% però si dice certo di rimanere definitivamente all’estero, mentre il 79% ancora non lo sa. Per la maggior parte dei giovani quanto appreso in Italia ha avuto un ruolo importante nel trovare lavoro all’estero, ritenendo la formazione professionale,

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cinque continenti, anche se due terzi sono in Europa con Londra e Regno Unito in testa, seguiti da Germania e Irlanda. Nel questionario c’è spazio anche per dire che all’estero manca qualcosa del Primiero: affetti legati all’ambiente familiare ed amici d’infanzia, ma anche le montagne e l’ambiente rurale. Dall’estero i giovani vorrebbero importare varie cose: maggiore tolleranza, il rispetto e l’apertura verso l’altro, la volontà di tras smettere l’importanza di muov versi e conoscere nuovi scenari e culture, perché “dopo Pontet e esiste un mondo meraviglioso”. M anche un pensiero più flessiMa b e creativo, con innovazione, bile f fantasia, positività e soprattutto s speranza, ed ancora il desiderio d modificare la mentalità attuale di d della gente, considerata troppo c chiusa, così come una migliore o organizzazione della società e t tante nuove idee. Una specifica domanda era r rivolta al turismo, se può offrire valide opportunità professionali ed in quale settore o ruolo. Concordi le risposte sul fatto che il turismo deve essere un settore fondamentale dell’economia di valle, anche se spesso questo settore offre impieghi stagionali, precari e poco qualificati, costringendo così i giovani che hanno intrapreso un percorso di studi universitari a cercare lavori più vicini ai loro interessi e alle loro competenze specifiche. Infine alcuni consigli per chi vuole partire: iniziare a studiare le lingue prima per arrivare all’estero almeno un po’ preparati, avere le idee chiare su dove andare e cosa fare, mettendo in valigia umiltà e desiderio di conoscenza, non scappando dalla Valle solamente per disperazione. Un’esperienza all’estero viene consigliata a tutti i giovani: è un’opportunità unica per aprire la mente a nuove culture, senza avere paura e farsi prendere dal panico, senza demordere anche nei momenti più difficili, perché si troverà sempre qualche persona gentile disposta ad aiutare. Cesare Ciola 5 - 2015


ATTUALITÀ TRIONFO DELLA SQUADRA DI TRENTO NELLA PALLAVOLO

«Un successo davvero straordinario, merito di una squadra composta da grandi campioni e da giovani speranze, da uno staff tecnico e da una dirigenza che ha saputo coniugare bilancio e competitività. Senza dimenticare il tifo caldo degli appassionati trentini che durante la stagione non hanno mai smesso di sostenere la squadra»: con queste parole il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, e l’assessore provinciale allo sport, Tiziano Mellarini, si sono complimentati con la squadra Trentino Volley, all’indomani della conquista del quarto scudetto nel campionato italiano di pallavolo. «È una vittoria - prosegue il messaggio - ottenuta attraverso il lavoro e la caparbietà di una squadra che non molla mai, come dimostra gara 1 della finale scudetto, quando Trento, sotto di due set, ha saputo rimontare e vincere la partita. Non possiamo che esprimere, a nome della comunità trentina, il nostro ringraziamento per questo successo che proietta la nostra terra ai vertici dello sport nazionale. Ancora una volta - scrivono presidente e assessore - il Trentino mette

Foto Trabalza - Trentino Volley

«Campioni d’Italia» per la quarta volta

in bacheca un prestigioso trofeo. Una vittoria che, al di là del pur importante fatto agonistico, rappresenta anche un’importante iniezione di fiducia e di energia per l’intero movimento sportivo trentino e pallavolistico in particolare. Simili imprese sono di esempio e di stimolo per tanti ragazzi che vi trovano legittimi motivi di passione ed entusiasmo. Grazie ancora per questa nuova, bella pagina di sport che la pallavolo trentina ha saputo scrivere».

I CAMPI DI APPLICAZIONE SI ESTENDONO DA QUELLO MEDICO, AI CONTROLLI DOGANALI, ALLE ANALISI SULLA SICUREZZA ALIMENTARE

«DNA Field Lab», un progetto innovativo sviluppato in collaborazione con il MUSE Il MUSE (Museo delle scienze di Trento) e l’Università di Verona hanno presentato il 4 maggio a Trento, «DNA Field Lab», progetto di innovazione tecnologica sviluppato in collaborazione con Oxford Nanopore Technologies e Biodiversa Trento. «DNA Field Lab» è il primo prototipo sviluppato per permettere il sequenziamento del DNA fuori dall’ambiente controllato del laboratorio, un kit che porta le analisi molecolari direttamente sul campo, cambiando il volto di quello che finora è stata l’esplorazione della biodiversità e dei suoi protagonisti. Grazie alla nuova strumentazione e ai protocolli sviluppati per l’estrazione, purificazione, amplificazione e sequenziamento del DNA a temperatura ambiente, il kit consente il sequenziamento sul campo, «real-time», di qualsiasi materiale biologico, in qualsiasi parte del mondo. Il primo test di «DNA Field Lab» è stato effettuato proprio durante la conferenza stampa del 4 maggio da Michele Menegon, ricercatore del MUSE, e Massimo Delledonne, professore ordinario di genetica dell’Università di Verona, in collegamento Skype dalla Tanzania con i colleghi di Trento. Dal monte Rungwe, 5 - 2015

Decodificata direttamente sul campo, una sequenza di DNA per la prima volta è stata trasmessa tramite uno smartphone dal cuore dell’Africa a Trento, liberando l’esplorazione biologica dai vincoli dei grandi e costosi laboratori di ricerca

nella parte meridionale del paese, i ricercatori inviano al MUSE, per la prima volta direttamente dal campo tramite uno smartphone, la sequenza della doppia elica di un animale selvatico. «DNA Field Lab - ha affermato Michele Menegon, del MUSE porta nelle zone a maggiore biodiversità del pianeta la possibilità di misurare il valore biologico di un’area, dal livello di specie a quello di molecola, consentendo quindi di calibrare gli investimenti per la conservazione sulla

base della storia evolutiva degli organismi. Un passo fondamentale in un momento in cui i fondi necessari alla salvaguardia della diversità della vita del nostro pianeta non sono sufficienti». Secondo Massimo Dalledonne il progetto rappresenta «un formidabile avanzamento tecnologico, che per la prima volta permette la lettura del DNA fuori da un laboratorio specializzato anche in condizioni estreme come quelle sperimentate in questa spedizione». La tecnologia innovativa di

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DNA Field Lab apre la strada a una vasta gamma di possibili applicazioni sul campo in tutti quei contesti in cui la portabilità del sistema e la rapidità del risultato possono fare la differenza. I costi contenuti e l’autonomia dai laboratori tradizionali mirano a promuoverne la diffusione in quelle regioni, in particolare nel sud del mondo, dove la mancanza di infrastrutture dedicate all’analisi genetica rappresenta un fattore limitante per l’avanzamento nelle conoscenze scientifiche ma nono solo. I campi di applicazione di questo laboratorio portatile si estendono da quello medico, ai controlli doganali fino alle analisi sulla sicurezza alimentare. L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Caritro.


EDITORIA È STATO PRESENTATO A ROMA IL LIBRO «NEL SOLCO DEGLI EMIGRANTI. I VITIGNI ITALIANI ALLA CONQUISTA DEL MONDO»

Emigrazione italiana e viticoltura un binomio che ha fatto la storia Ci sono anche alcune «firme» trentine (ne parliamo a pagina 14) fra i ventisei autori del libro «Nel Solco degli Emigranti. I vitigni italiani alla conquista del mondo» (editore Bruno Mondadori, 2015) presentato il 28 aprile scorso presso il Museo dell’Emigrazione Italiana al Vittoriano di Roma. Curato da Flavia Cristaldi e da Delfina Licata, il volume propone «un viaggio intorno al mondo alla ricerca dei vitigni italiani coltivati dai migranti in ogni angolo del Pianeta», attraverso «la «Il coraggio e la tenacia dei nostri contadini all’estero che possedevano la conoscenza antichissima della coltivazione della vite» sono stati ricordati nel messaggio che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto pervenire alla presentazione del volume «Nel Solco degli Emigranti. I vitigni italiani alla conquista del mondo» (a cura di Flavia Cristaldi e Delfina Licata; ed. Bruno Mondadori, 2015) presentato il 28 aprile presso il Museo dell’Emigrazione Italiana al Vittoriano di Roma. Il volume è frutto di una ricerca coordinata da Sapienza Università di Roma, Fondazione Migrantes e Società Geografica Italiana, che si propone di tracciare la strada e l’influenza sul paesaggio dei vitigni nostrani portati dagli emigranti in giro per il mondo. Una ricerca che si sposta in diciannove paesi, dall’America all’Africa, dall’Australia alla più vicina Europa, raccogliendo storie, testimonianze e immagini di un percorso eno-culturale ampio e variegato.

storia di singoli migranti o di nuclei familiari che,, » dalla fine dell’Ottocento, hanno lasciato l’Italia» o e grazie alle loro competenze enologiche «sono riusciti a trovare un futuro migliore». Le storie, le immagini, i racconti e le narrazionii di ieri e di oggi presenti nelle duecento pagine dell libro provengono da diciannove paesi. a Il volume è frutto di un’iniziativa congiunta a dell’Università La Sapienza di Roma, della a Fondazione Migrantes e della Società geografica italiana.

Al volume, curato da Flavia Cristaldi e Delfina Licata, hanno collaborato ventisei autori. La ricerca ha riguardato diciannove paesi e ha raccolto storie, testimonianze e immagini di un percorso eno-culturale ampio e variegato

Da sinistra: la professoressa Flavia Cristaldi, il presidente dell’Unaie Franco Narducci, il moderatore del seminario Gianni Lattanzio e il prof. Carlo Brusa.

la vite». Perego ha ricordato la «nuova emigrazione di oggi che vede protagonisti giovani e interi nuclei familiari alla ricerca di situazioni di vita soddisfacenti». «Il volume – ha spiegato Perego - nasce in questo quadro rinnovato dell’emigrazione italiana che amplia il discorso e collega passato e presente. I sacrifici,

il lavoro, il rispetto sono stai i valori trasmessi e che hanno fatto da ponte tra luogo di partenza e quello di arrivo. Gli italiani hanno creato viti laddove la terra era brulla, hanno contribuito a creare un mondo diverso. Oggi – ha chiosato - c’è un po’ di vino italiano in tutto il mondo». Ha portato il saluto del Prof.

UNO STUDIO ATTENTO E SISTEMATICO

Alla presentazione, moderata da Paolo Valentino, inviato-editorialista del Corriere della Sera, ha portato il suo saluto Mons. Gian Carlo Perego, Direttore Generale Fondazione Migrantes, che ha parlato di «libro straordinario, nato dalla collaborazione tra ricercatori e studiosi de La Sapienza, la Fondazione Migrantes e la Società Geografica Italiana». Uno «studio attento e sistematico, che ha al suo centro il tema della mobilità e della condivisione, della cura della coltivazione del-

Da sinistra: mons. Giancarlo Perego (Fondazione Migrantes), Paolo Valentino (moderatore), prof. Paolo Di Giovine (Dipartimento Scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche dell’Università Sapienza di Roma) e Paolo Cerretti vice presidente della Società geografica italiana.

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Sergio Conti, Presidente società Geografica Italiana («da sempre impegnata nello studio delle migrazioni italiane all’estero, dalla fine dell’800»), il vicepresidente Paolo Cerretti, che presentando un excursus delle migrazioni italiane negli anni, ha spiegato le ragioni alle base del progetto di ricerca che «tiene insieme l’emigrazione, il paesaggio e l’alimentazione. Lo studio – ha detto - tiene conto di migrazioni in Paesi spesso ignorati. VINO È UNA PAROLA DI ANTICHISSIMA ORIGINE

Di «bellissima collaborazione» tra i tre enti fautori della ricerca «con frutti molto positivi», ha parlato il Prof. Paolo Di Giovine, direttore del Dipartimento Dolinfige (Scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche) dell’Università Sapienza di Roma. « Il libro – ha detto - è ricco di contenuti di grande interesse. Gli oggetti del volume sono l’emigrante e il vino». Il docente si è soffermato su un punto di vista più prettamente linguistico ricordando come «sia meno noto il fatto che il vino abbia viaggiato anche come nome, non solo come oggetto alimentare. Il nome del vino viene sì dal latino vinum, ma le lingue – ha spiegato - hanno preso in prestito il termine dal sostrato mediterraneo, come voce che apparteneva ai più antichi abitatori del Mediterraneo».  CONTINUA A PAG. 12 5 - 2015


EDITO

Emigrazione italiana e viticoltura, un b  CONTINUA DA PAG. 11 A spiegare le ragioni profonde che hanno visto nascere l’idea del progetto ci hanno pensato le curatrici del volume. L’IDEA ALLA BASE DELLA RICERCA

Flavia Cristaldi, dell’Università La Sapienza, dopo i ringraziamenti («al Mae, ai presenti, alle istituzioni pubbliche, all’associazionismo, agli studenti, a collaboratori e colleghi») ha raccontato «l’idea da dove è nata la ricerca, partita dalla consapevolezza dell’importanza dell’Expo e del possibile collegamento con il tema delle migrazioni». «La salvaguardia delle tradizioni agricole e la coltura del cibo – ha spiegato – sono temi in cui l’emigrazione si inserisce bene. Il filo conduttore è il cibo che meglio rappresenta l’unitarietà del territorio anche all’estero e per questo abbiamo pensato al vino: l’Italia è infatti il terzo Paese consumatore procapite di vino. Il consumo di vino è alto in Argentina, Nuova Zelanda, Australia, tutte terre di emigrazione. I migranti italiani – ha sintetizzato - hanno contribuito alla diffusione dei vitigni italiani nel mondo. Da questa idea abbiamo avviato l’indagine, coinvolgendo cittadini italiani e cittadini residenti all’estero. Un primo approccio è stato quello legato al paesaggio: che realtà i migranti conoscevano? Che terre? Che colture? Abbiamo ricostruito questi paesaggi. Le tecniche italiane di coltura sono

I migranti italiani, hanno contribuito alla diffusione nel mondo sia dei vitigni italiani sia delle tecniche di coltura e grazie alle competenze agricole di cui disponevano hanno potuto «ricominciare» oltre i confini nazionali creando vigneti, aziende e interi paesaggi state portate all’estero. Oltre agli emigranti infatti partivano anche tecniche e conoscenze: chi partiva ha portato con sé abilità e competenze, erano emigranti quindi non ignoranti, contadini sì, ma esperti e ricchi di conoscenze». «L’obiettivo che ci ha guidato – ha concluso – è stato quello di andare oltre lo stereotipo e di presentare questi contadini migranti nel loro coraggio e nella loro umanità che gli ha permesso di ricominciare oltre i confini nazionali, creando vigneti, aziende e interi paesaggi». Sulla stessa linea le considerazioni della curatrice Delfina Licata, di Fondazione Migrantes. «In questo progetto – ha esordito - ci sono delle costanti che caratterizzano la Migrantes: la sottolineatura della maestria italiana, della dedizione al lavoro, dell’impegno, della capacità di

Da sinistra: Fabio Cipresso (winemaker), Paolo Valentino (moderatore), l’on. Fabio Porta (presidente del Comitato permanente Italiani nel Mondo e Promozione del Sistema Paese alla Camera) e Rando Devole (vice presidente della Fondazione Fai-Cisl).

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andare oltre le difficoltà di tutti i nostri emigrati. Lo studio si caratterizza poi – ha aggiunto – per multidisciplinarietà e capacità di fare rete: hanno collaborato ventisei autori che hanno portato nel testo la proprie voce, un volume che si presenta dunque come un coro a più voci». Altro tratto della Migrantes riscontrabile nel testo, ha proseguito, è l’«attenzione per le persone: abbiamo pagine che sono diventate racconti di vita; abbiamo curato i racconti nel modo più rispettoso e affettuoso possibile. Il volume presenta i contenuti e i protagonisti del libro come un atto di amore verso la storia, l’altro, il migrante. Il volume contiene anche un grande patrimonio iconografico che grazie a Sandra Leonardi - ha anticipato - è divenuta una mostra. Il lavoro infatti non è finito qui, non è un percorso concluso, ma una nuova valigia da preparare nella consa-

Il libro, frutto di una ricerca multidisciplinare, vuole essere anche un omaggio alla maestria italiana, alla dedizione al lavoro, all’impegno, al coraggio, all’umanità, alla capacità di andare oltre le difficoltà di tutti gli emigrati italiani

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pevolezza di quanto il migrante ha ancora da raccontare». AL LIBRO È ABBINATA ANCHE UNA MOSTRA

Dal libro è nata infatti l’allestimento temporaneo di fotografie d’epoca «L’Emigrazione italiana in un bicchier di vino. Tra viti vini e culture» in mostra nei locali del Mei, presentata da Sandra Leonardi (La Sapienza). «L’idea di questa mostra – ha spiegato Leonardi - nasce dal materiale del volume. Non solo per la quantità di immagini che proprio per numero non potevano essere contenute tutte nel volume, ma perché ogni immagine è carica di tante storie. Era impensabile non condividere le emozioni che queste immagini hanno suscitato in noi. Le immagini sono documentarie rispetto alla ricerca condotta, acquistano un valore particolare perché emozionano.


ORIA

binomio che ha fatto la storia

Da sinistra, le curatrici del volume, Delfina Licata e Flavia Cristaldi, e della mostra, Sandra Leonardi. Il disegno della copertina, «Aurora Pinto Bandeira» è un’opera dell’artista Assis Costa (Rio Grande do Sul - Brasile), realizzata con il vino prodotto nell’area.

Guardando le foto ci si immedesima nei protagonisti: ogni foto ha una sua storia e ci consente di fare un viaggio nel tempo e nello spazio. Tutte le storie testimoniano l’impegno la caparbietà di chi è partito per rifarsi una vita». IL VINO HA UN POTENZIALE STRAORDINARIO

Tra gli altri intervenuti, hanno commentato il volume anche Roberto Cipresso, winemaker di fama mondiale, il quale facendo un elogio del vino, ha ripercorso storie di migranti e di coltivatori di vino; anziché Luigi Sbarra, per la Fondazione Fai-Cisl era presente il vice presidente Rando Devole che ha parlato del rapporto tra vino e lavoro, rilevando l’importanza di saper riconoscere come «dietro ogni vitigno ci sia sempre il lavoro e la cura del lavoratore. Dietro il lavoro degli immigrati c’è la qualità del cibo,

della salute e la salvaguardia del paesaggio. L’Expo ci porta il mondo in casa ma questo mondo – ha concluso - ci riporta il lavoro fatto dai migranti». L’ultimo commento della serata è stato affidato all’On. Fabio Porta, deputato Pd eletto all’estero e presidente del Comitato permanente Italiani nel Mondo e Promozione del Sistema Paese alla Camera, il quale dopo i ringraziamenti di rito, ha ricordato: «Io che vengo dal Brasile conosco bene il Sud America ed ho sempre inteso la presenza italiana della produzione del vino come parte di un’unica storia: tra pochi giorni – ha annunciato - si festeggia l’emigrazione italiana nel Rio Grande do Sul, celebrazioni che sono un tutt’uno col vino». Secondo Porta «abbiamo un potenziale straordinario che è il vino, anche da un punto di vista evocativo. Questo dovrebbe far capire come l’insediamento ita-

L’INDICE COMPLETO

liano all’estero abbia portato a produzioni notevoli. Un elemento che oggi – ha sottolineato – rappresenta un volano straordinario per uscire dalla crisi. I dati aggiornati sull’export forniti in occasione del Premio Leonardo dedicato all’eccellenza italiana nel mondo – ha proseguito - ci dicono che oggi l’export, nonostante la crisi, continua a galoppare in modo incredibile, segnato proprio dalla presenza italiana all’estero».

Prefazioni di: Prof. Paolo Di Giovine, Mons. Gian Carlo Perego, Prof. Sergio Conti

VITE E VINO COME IDENTITÀ

“Migrazione” di paesaggi - Paola Leonardi, Maria Cristina Vecchi

Le conclusioni dell’incontro infine sono state tratte dall’Ambasciatrice Cristina Ravaglia, della Direzione generale per gli Italiani all’estero e le politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri. «Oggi – ha esordito - ho imparato tante cose e sono stati forniti stimoli importanti. Da un punto di vista emotivo, ricordo qui il concetto della radici che vengono portate all’estero nella terra dove ci si impianta ed il vino come vincolo e nodo che sparge l’italianità del mondo; ricordo il valore del lavoro che caratterizza da sempre l’emigrazione italiana. Ricordo poi il vino e la vite come identità che porti con te e che proietti in avanti per ritrovare te stesso in un altro posto». Da un punto di vista più pratico, Ravaglia ha apprezzato i discorsi legati «all’esportazione, ai nostri emigrati nel mondo che hanno modificato il modo di essere dei Paesi che li hanno ospitati, esportando il modo di vivere italiano». (s. del ferraro\aise)

Introduzione - Flavia Cristaldi I vitigni Italiani alla conquista del mondo - Mario Fregoni Il contributo dell’emigrazione italiana nello sviluppo 27 delle viticulture delle Americhe e dell’Australia - Attilio Scienza Il vino ambasciatore della cultura e dell’identità italiana nel mondo - Roberto Cipresso I missionari italiani e la diffusione della viticoltura - Silvia Omenetto

GLI EMIGRANTI ITALIANI CREATORI DI PAESAGGI Presenza italiana e sviluppo della coltivazione della vigna. Il caso della Germania - Edith Pichler Grecia: il contributo degli italiani allo sviluppo della viticoltura nel Dodecaneso al tempo dell’occupazione - Antonio Cortese Dal Rif a Capo Bon: a coltivar vigneti nel Maghreb - Sandra Leonardi Il miracolo nel deserto: storie di uomini e vitigni in Libia - Nadia Fusco, Sandra Leonardi La comunità italiana nella regione dei vini sudafricana tra passato e presente - Antonietta Pagano Potenzialità e problematiche del vino italiano in Cina - Giovanna Di Vincenzo Le nuove tracce immateriali dell’emigrazione italiana in India: l’Italia come simbolo della convivialità mediterranea - Daniela Marcheggiani Vineland. Il contributo degli italiani alla costruzione dei paesaggi vitivinicoli nordamericani - Fabio Pollice, Valentina Albanese, Giulia Urso, Federica Epifani I migranti italiani in Messico: una lunga tradizione al servizio della cultura del vino - Antonietta Pagano Storia dei primi produttori di vino in Perù - Gino Amoretti Nel Sud del Brasile tra vigne e dialetti italiani - Flavia Cristaldi

Il lavoro di ricerca svolto per il volume ha portato a raccogliere un vasto patrimonio iconografico e di vicende personali, che ha fornito il materiale per una mostra intitolata «L’emigrazione italiana in un bicchier di vino».

Gli emigranti italiani nello sviluppo del settore vitivinicolo in Uruguay - Maurizio Tomasi Gli italiani e il vino in Cile: una passione di famiglia - Carlotta Venturi Grappoli che parevano quelli della terra promessa. Italiani e viticoltura in Argentina - Alicia Bernasconi Australian grapelines - le vie australiane dell’uva - Marco Bertagni, Saverio Minutolo L’esperienza italiana al servizio della Nuova Zelanda: storie di amore per vigne e vino - Ferruccio Bertagnolli

L’Ambasciatrice Cristina Ravaglia

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Conclusioni - Delfina Licata

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EDITORIA

Le «firme trentine« del libro «Nel solco dei migranti» Ci sono anche quattro «firme» trentine fra i ventisei autori del libro «Nel Solco degli Emigranti. I vitigni italiani alla conquista del mondo». La roveretana Paola Leonardi è co-autrice con Maria Cristina Vecchi del capitolo «Migrazioni di paesaggi» (a pagina 59). Architetta e libera professionista (come si può leggere nelle biografie degli autori riportate nel libro) si occupa prevalentemente di progettazione edilizia, di arredamento di interni e architettura del paesaggio. A pagina 66 c’è il capitolo «Presenza italiana e sviluppo della coltivazione della vigna. Il caso della Germania», curato da Edith Pichler, un nome noto anche ai lettori del nostro periodico. Originaria della Val di Non, Edith è «sociologa, docente presso l’I-

stituto di economia e scienze dell’Università di Potsdam. Si occupa di emigrazioni, etnicità, minoranze e cultura della memoria in Europa, con particolare riferimento all’inclusione e all’esclusione sociale. È membro del gruppo di lavoro «Giovani italiani e lavoro a Berlino» indetto dall’Ambasciata Italiana di Berlino». Edith è la referente della Delegazione di Berlino della Trentini nel mondo e ha tenuto relazioni in occasione di diverse iniziative promosse dall’Associazione e ad alcuni convegni EZA-UNAIE. Maurizio Tomasi, direttore del periodico Trentini nel mondo, è l’autore del capitolo «Gli emigranti italiani nello sviluppo del settore vitivinicolo in Uruguay» (pagina 159). «Giornalista professionista - si legge nella biografia - per conto della Trentini nel mon-

do ha realizzato una ventina di documentari video su alcune comunità di emigrati trentini presenti in Europa, in Sud America e in Nord America». «L’esperienza italiana al servizio della Nuova Zelanda: storie di amore per vigne e vino» (pagina 192) è invece il titolo del capitolo scritto da padre Ferruccio Bertagnolli (collaboratore anche della nostra rivista e «guida spirituale» dei trentini emigrati in Australia). «Missionario salesiano - si legge nelle note biografiche - da anni impegnato in Australia dove è stato Superiore provincialee Amministratore dei Salesiani. Nel 2011 il Governo federale gli ha conferito la Medaglia dell’Ordine dell’Australia (OAM). Attualmente è a Hobart (Tasmania) come Direttore del Dominic College dei Salesiani».

IVETTE MARLI BOSO È L’AUTRICE DI UNA RICERCA ANTROPOLOGICA E LINGUISTICA SULLA COMUNITÀ DI NOVA TRENTO

La medicina popolare dei trentini in Brasile Nelle comunità trentine del Brasile lenta è stata la penetrazione della scienza medica, tardi sono giunti i primi medici, tardissimo il primo ospedale. La cura, in alcuni casi fino ad ora, è stata praticata con le erbe o attraverso l’azione di «pratici» come levatrici e «tiraòssi». E soprattutto dai «benzedeiros » che, con rituali e formule magicoreligiose, cercavano di allontanare il male attraverso la forza di un credo che accomunava guaritore e ammalato. Da dove venivano queste pratiche? Dalle Alpi venivano molte conoscenze relative alle potenzialità curative delle erbe, a cui in Brasile si aggiunsero i suggerimenti provenienti dalle famiglie luso-brasiliane. E da una vasta area, non solo alpina, ma anche italiana o europea, avevano origine molte delle pratiche curative magico-religiose. Di questo si parla nel libro «Mammane, tiraòssi e benze5 - 2015

deiros. La medicina popolare dei trentini in Brasile» (Editrice Museo degli usi e costumi della gente trentina), scritto da Ivette Marli Boso. È una ricerca antropologica e linguistica sulla comunità trentina che a partire dal 1875 ha fondato Nova Trento nello stato di Santa Catarina in Brasile. Sulla base di una cinquantina di testimonianze e interviste, l’autrice ha cercato di portare alla luce molte pratiche di cura, formule e riti magico-religiosi riconducibili alla tradizione alpina italiana. Nel libro le curatrici intervistate raccontano dei metodi usati ancora oggi per sanare le malattie delle ossa, piuttosto che della pelle, le intossicazioni, i colpi di calore; come anche spiegano il ricorso ad antiche formule magiche e l’iterazione di riti celebrati per preservare il raccolto e gli animali dai malanni. «Non si tratta solo di testimonianze raccolte - scrive l’autrice

nell’introduzione - ma anche di vissuto personale. Ho passato la mia infanzia e gioventù a Nova Trento, mio Comune di nascita, e alcune volte nella mia vita sono stata benedetta da una benzedeira, per uno spavento preso o per il mal di testa dovuto al sole. E altre volte sono andata da un tiraòssi per qualche “nervo fuori posto”

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o sono stata obbligata a bere dei “beveroni” di nove erbe per riprendere il colorito e la tonicità muscolare, o bere amare tisane per espellere i vermi intestinali. Per non parlare dei ricordi delle levatrici, che ho visto operare fino a pochi anni fa nelle vallate di Nova Trento, con il loro bagaglio di conoscenze per la protezione della partoriente e del nascituro, e delle esperte erboriste che per ogni male hanno un’erba da consigliare, e la coltivano nell’orto accanto alla casa, perché anche lì è conosciuto il detto “ogni èrba che varda en su la gà la so virtù”». «Questo libro - si afferma in una scheda di presentazione sul sito www.trentinocultura.net - è una nuova occasione per approfondire la storia dell’emigrazione trentina dell’Ottocento e il valore delle conoscenze antiche, che pur muovendosi tra superstizione, magia ed empirismo, ci ricordano le infinite connessioni delle strade del corpo e dell’anima».


GENTE E FATTI IL DOCUMENTARIO È STATO REALIZZATO DA RENZO TOMMASI ED È STATO PRESENTATO NELLA SEZIONE «MASTER»

Il filmato sui «vallarseri» in Australia finalista al concorso di Gualdo Tadino «Un legame che non si spezza: Trentino-Australia», il documentario di Renzo Tommasi realizzato fra gli emigrati partiti dalla Vallarsa, è stato selezionato fra i finalisti per la sezione «Master» dell’undicesima edizione del concorso video «Memorie Migranti», organizzato dal Museo dell’Emigrazione Pietro Conti di Gualdo Tadino, con il patrocinio del Comune e della Regione Umbria. Renzo Tommasi ha partecipato alla cerimonia conclusiva del Concorso, che si è svolta il 18 aprile presso il Cinema Teatro Don Bosco nella città umbra. Il pubblico in sala ha potuto ammirare in anteprima i video vincitori: cortometraggi capaci di raccontare con trasporto le storie, i sentimenti, gli addii, le sofferenze, le delusioni ma anche i successi della grande epopea dell’emigrazione italiana. «Un’emigrazione raccontata - come ha spiegato Catia Monacelli, Direttore del Museo - non solo attraverso i dati storici, ma anche dalle testimonianze di chi

Renzo Tommasi (quarto da sinistra) sul palco del Teatro Don Bosco di Gualdo Tadino durante la cerimonia di premiazione e (nell’altra foto) insieme alla direttrice del Museo dell’emigrazione, Catia Monacelli davanti alla «Mediateca».

oggi torna a partire, giovani e meno giovani, laureati ed operai, alla ricerca di un futuro migliore all’estero». La kermesse, presentata da Giacomo Marinelli Andreoli, direttore di Trg Media, ha visto vincitori dell’edizione 2015: per la categoria «Scuole», in ex aequo, i lavori «Oltreterra» dell’I-

stituto Comprensivo «Marco Polo» di Lucrezia di Cartoceto, in provincia di Pesaro-Urbino, coinvolgente pellicola incentrata su diverse storie familiari tra emigrazione ed immigrazione e «C’era una valigia» del Liceo Artistico «Tommaso Catullo» di Belluno, attento studio storico sugli italiani in Svizzera ed in

particolare sulla tragedia del Mattmark; Giulia Peragine di Bologna, per la sezione «Master» con il video «Vengo dalle navi», la toccante vicenda degli italiani in Argentina. A distinguersi invece nella categoria «Andati in onda», il lavoro «Italiani in Belgio», di Marta Scocco di Corridonia, in provincia di Macerata, che racconta la vita ed il lavoro degli italiani in Belgio dal secondo dopoguerra fino ad oggi. Il Museo dell’Emigrazione ha pubblicato i lavori premiati in un cofanetto dvd che è possibile richiedere scrivendo ad info@ emigrazione.it Tra i finalisti che si sono aggiudicati la pubblicazione, oltre al video di Renzo Tommasi, ricordiamo: Tatiana Forese da Pescara, con il video «L’America ca è», Giovanni Princigalli dal Canada con «Gli errori belli», Tiziana Biasioli di Padova con il lavoro «Veneti nel mondo - Brasile» e Diego Dimitri del Liceo «Fermi-Monticelli»di Brindisi con il corto «Battiti».

RENZO TOMMASI RACCONTA LE SENSAZIONI VISSUTE DURANTE LA CERIMONIA CONCLUSIVA DEL CONCORSO A GUALDO TADINO

La premiazione, magica attesa e attimo intenso Partecipare ad un concorso con una propria opera è sempre fonte di incertezza mista ad orgoglio. Una fonte che raccoglie le aspettative di più concorrenti e che si convoglia nel momento della premiazione in un luogo, in questo caso e dato il tema, decisamente importante e suggestivo. La cornice medievale di Gualdo Tadino ha reso magica l’attesa quanto intenso l’attimo. Insomma è stato un vero piacere aver reso un contributo alla storia dell’emigrazione attraverso le storie raccontate dalla centenaria Dima Fox e da Walter Sartori, da due trentini-australiani che entrano a pieno diritto fra i narranti l’incontro e lo scontro con il paese straniero e l’integrazione nella nuova realtà.

Testimonianze, le loro, che hanno dimostrato l’impossibilità di essere stranieri se si interagisce nella medesima lingua madre. Un grazie a loro e a Leonardo Pisetta, il giovane montatore che mi ha aiutato a sintetizzare, nei dieci minuti richiesti per la sezione «Master», un mondo di ricordi e un ringraziamento sentito all’antropologa culturale Catia Monacelli, ideatrice del concorso e direttrice del Museo dell’emigrazione di Gualdo Tadino (nella foto), che ha saputo coinvolgere magistralmente, anche in questa undicesima edizione, studiosi e cultori della materia e sensibilizzare molte classi di studenti su questo tema a noi caro e più che mai attuale. Renzo Tommasi

sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840

e-mail: info@trentininelmondo.it / sito internet: www.trentininelmondo.it 15

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GENTE E FATTI È STATO REALIZZATO DAI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI DI CLES

Consegnato il calendario ai pompieri di Huatusco Come abbiamo riferito nel numero di dicembre 2014 della nostra rivista, in collaborazione con la Trentini nel mondo il Corpo dei Vigili del fuoco volontari di Cles ha realizzato un calendario per l’anno 2015, con fotografie di pompieri che operano nelle località dove esistono Circoli trentini. La foto inviata dal Circolo trentino di Huatusco (Messico) è stata pubblicata sulla pagina del mese di febbraio. La consegna di una copia del calendario ai pompieri di Huatusco è stata fatta da Ana Maria Canton Jauregui, nella piazza di Huatusco che ospita il monumento eretto nel 1910 dagli emigrati italiani a Don Míguel Hidalgo y Costilla, annoverato fra i padri del Messico. Gli altri Circoli che hanno inviato le foto sono quelli di Xalapa

(Messico), Santa Maria, Blumenau, Gramado, Bento Gonçalves, Garibaldi, Rio dos Cedros (Brasile), Sampacho, Bariloche e Villa Regina (Argentina).

Il trentino Dallabrida coautore del libro sulla storia del calcio a Santa Catarina Si intitola «O futebol em Santa Catarina: histórias de clubes» (Editora Insular), il libro che è stato presentato il 7 maggio scorso a Florianopolis (Santa CatarinaBrasile), curato dal prof. Alexandre Fernandez Vaz (dell’Università Federale di Santa Catarina) e dal prof. Norberto Dallabrida (dell’Università Statale di Santa Catarina) socio del Circolo trentino di Florianopolis. Diviso in nove capitoli, il libro ripercorre la storia delle

squadre di calcio di Santa Catarina fra il 1910 e il 2014. Il periodo preso in considerazione è ricomptreso fra l’anno in cui fu disputata la prima partita pubblica fra una squadra composta da studenti del «Colegio catarinense» e una formazione mista carioca e paulista e l’anno in cui il Brasile ha ospitato i Campionati del mondo di calcio e tre squadre di Santa Catarina hanno partecipato alla Serie A del Campionato Brasiliano.

In 150 al primo incontro della famiglia Felin che si è svolto a Ivora, nel Rio Grande do Sul I discendenti di Massimino Felin ed Ernesta Sanfelice il 15 marzo si sono riuniti a Ivora (Rio Grande do Sul - Brasile). All’appuntamento sono arrivati parenti provenienti da diverse parti del Brasile e anche da fuori, come ad esempio da Panama: in totale erano presenti 150 persone. A questo primo incontro, ne seguirà un altro l’anno prossimo, che si svolgerà a Silveira Martins, sempre nel Rio Grande do Sul. E in quella occasione speriamo di riuscire a riunire un numero di parenti molto maggiore di quello che siamo riusciti a raggiungere quest’anno.

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La famiglia Felin, immigrata in Brasile da Revò, si è stabilita prima a Val de Buia, nella Quarta Colonia di Imigração Italiana, e ha poi ricevuto dal Governo Brasiliano un loto di terra nel municipio di Faxinal do Soturno, nel Rio Grande do Sul (dove vive ancora mio padre José Felin). Siamo lieti di aver organizzato questa iniziativa perché ci ha permesso di fare tante nuove conoscenze e di portare avanti l’orgoglio di essere discendenti di trentini. Elisete Felin

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GENTE E FATTI DAL 10 APRILE È POSSIBILE AMMIRARLO NEL MUSEO DELLE STAMPE E DELL’AMBULANTATO «PER VIA» A PIEVE TESINO

Il quadro «La valle del Tesino» è tornato a casa Erano i primi decenni dell’Ottocento quando Francesco Felice Tessaro, mercante d’arte tesino ad Anversa (Belgio), diede incarico al pittore e incisore Frédérich Martens di realizzare un dipinto che rappresentava il paese di Pieve Tesino. La veduta divenne anche il soggetto di una stampa pubblicata dagli editori Tessari, originari di Pieve Tesino ed operanti ad Augsburg (Germania) dalla fine del Settecento. Nonostante la stampa sia intitolata Vue de Pieve Tesino = Ansicht von Pieve Tesino, ossia «Veduta di Pieve Tesino», il quadro è stato ribattezzato «La Valle del Tesino» per enfatizzare il suo valore di documento rappresentativo dell’intera conca tesina. Dal 10 aprile scorso il dipinto si può ammirare nel Museo Tesino delle Stampe e dell’Ambulantato «Per Via» a Pieve Tesino. Il percorso che ha portato il quadro al Museo è degno di nota: giunto a conoscenza della possibilità di acquistarlo, un piccolo comitato di privati (Elda Fietta, Manfredo Marchetto, Fabio Ognibeni e Flavia Rippa) ha deciso di organizzare una raccolta fondi con l’idea che il compito di arricchire il patrimonio storico del territorio toccasse direttamente alla gente. Grazie al concorso di quaran-

ta privati e della Cassa Rurale Valsugana e Tesino il dipinto è stato acquistato e «restituito» alla popolazione, scegliendo di donarlo al Museo Per Via. Questa iniziativa di alto valore culturale e simbolico ha trovato la sua definitiva realizzazione con l’inaugurazione ufficiale presso il Museo Per Via, che rinnova così la propria vocazione ad essere centro di memoria e condivisione

della storia dell’ambulantato, ma anche luogo di incontro e «casa» di tutti gli amanti del Tesino e della sua storia. Per festeggiare questa acquisizione, vissuta dalla popolazione locale come un «ritorno», e per ringraziare le persone che con dedizione e passione hanno reso possibile l’importante recupero, la Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, che gestisce il Museo

Per Via (oltre al vicino Museo Casa De Gasperi) ha promosso un evento ufficiale, che si è svolto il 10 aprile, con i saluti delle autorità locali e l’esposizione della storia dell’opera da parte della prof.ssa Elda Fietta Ielen, membro della Commissione scientifica del Museo, nonché del comitato promotore dell’acquisto. Il quadro è stato poi posato nella sua collocazione definitiva.

Buon 90° compleanno

Gradita visita da Winterthur Il 26 febbraio scorso Guido Zanella (del Circolo trentino di Sydney - Australia) ha festeggiato i suoi «primi novantanni» assieme alla famiglia del figlio Anthony e ai cognati. Tanti auguri anche dalla redazione del nostro giornale.

La segretaria del Circolo Trentino di Winterthur (Svizzera) Cristina Cazzolli, nata in Svizzera da genitori emigrati da Tenno, assieme al marito Cataldo Vena, di origine siciliane, e alla figlia

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Veronica ha fatto visita all’Associazione. Veronica sta preparando una tesina sull’emigrazione trentina in Svizzera ed è venuta in sede per consultare i libri della biblioteca. 5 - 2015


CIRCOLI

Anche il Circolo trentino di Basilea ha festeggiato il suo cinquantesimo Domenica 10 maggio, a Basilea, in Svizzera, il Circolo trentino ha celebrato il suo 50° anniversario di fondazione. Alla festa ha partecipato anche il vice presidente della Trentini nel mondo, Cesare Ciola, che ha consegnato al presidente del Circolo, Giuliano Morandini, una targa da parte dell’Associazione. Durante l’incontro

sono stati ringraziati anche Franco Aste (presente in sala) e Lino Zanon (assente perché in Italia), i due presidenti in carica prima di Morandini e altri soci fondatori. Alla manifestazione ha partecipato anche il Gruppo Giovani e volontariato della Trentini nel mondo, che ha animato il pomeriggio con una rappresentazione

teatrale (che su queste pagina racconta la sua esperienza). Da segnalare poi che durante la festa è stata intonata una speciale versione dell’Inno al Trentino, che manteneva la melodia da tutti conosciuta ma con un testo riscritto e adattato alla ricorrenza del 50° del Circolo.

Un giorno speciale insieme a persone speciali Sono le ore 13:00 dell’8 maggio 2015 quando tredici persone provenienti dai quattro angoli del mondo, dal Paraguay alla Bosnia, tutti componenti del Gruppo giovani e volontariato della Trentini nel mondo, prendono posto su due Ducati bianchi. Coraggiosi e instancabili, Matteo e Francesco si mettono alla guida. Il viaggio per raggiungere la città svizzera di Basilea, sita vicina alla frontiera con Francia e Germania, offre paesaggi meravigliosi attraverso le Alpi: ruscelli incantati, la neve del passo Arlberg, il castello del Liechtenstein e finalmente il Reno. È notte buia quando si arriva a Saint-Louis nell’Alsazia francese

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e... nessuna indicazione dell’albergo. Si gira e si torna indietro ma, finalmente, grazie alle doti di orientamento di Rosanna e al preziosissimo Tom-Tom, cominciamo ad intravvedere lo stemma

dell’hotel. Al mattino seguente varchiamo il confine e raggiungiamo Basilea, dove la nostra comitiva arrivata dal Trentino viene calorosamente accolta da rappre-

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sentanti di tre generazioni della famiglia Morandini, originaria della Val di Fiemme: il presidente del circolo Giuliano Morandini e sua moglie Dina, le loro due figlie Paola e Katia (la terza è in Italia) e infine i quattro nipoti Sandra, Marco, Adriano e Sara. Oggi, è un giorno speciale, si festeggia il 50° anniversario del Circolo Trentino di Basilea. Sono venuti numerosi, più di cinquanta persone con le loro storie di vita, di migrazione, un cuore grande diviso tra due culture e due paesi, quello che li ha accolti e quello che hanno lasciato, quello dove sono nati e dei loro genitori o nonni. È bello chiedere da che paese


CIRCOLI

NELLE FOTO. Alcuni momenti della festa per il 50° anniversario di fondazione del Circolo di Basilea.Qui sotto, l’omaggio ai fondatori:(da sinistra) Renzo Agostini, Franco Aste, Lodovico Tonoli, Maria Rigotti (mancano Virginio Rigotti e Giuliano Rossi). Sulla pagina a fianco, in alto a destra, il vice presidente della Trentini nel mondo, Cesare Ciola, consegna a Giuliano Morandini la targa commemorativa fatta preparare dall’Associazione. A centro pagina, i componenti del Gruppo Giovani e volontariato, alcuni dei quali indossano i costumi di scena usati per la rappresentazione teatrale.

trentino provengono, c’è chi dice che la piazza del suo paese è la più bella del mondo e chi si emoziona quando gli dici che conosci anche tu quella piccolissima frazione con appena settanta abitanti. Dopo un pranzo abbondante il Gruppo giovani e volontariato, sempre ricco di proposte, presenta una piccola recita tratta da una leggenda trentina che forse anche i lettori conoscono e che dà una risposta alla domanda «perché le Dolomiti sono così pallide?». Tanto tempo fa un principe del Trentino si recò sulla Luna e lì trovò la principessa del satellite terrestre. I due reali si innamorarono e decisero di vivere in Trentino. Purtroppo, a quel tempo, le montagne del Trentino erano molto scure e spaventavano la Principessa. Fu così che il re dei nani della foresta e il principe strinsero un patto: in cambio di protezione, il re dei nani avrebbe tessuto un mantello di luce da appoggiare sulle montagne. Ed ecco che nacquero le Dolomiti, i monti pallidi. Durante la rappresentazione non si sente una mosca volare, il

pubblico ascolta in silenzio e presta attenzione alle battute, addirittura corregge quelle sbagliate. Finito lo spettacolo, per allietare le orecchie di tutti, un coro formato da membri della famiglia Morandini integrato da altri soci del Circolo, interpreta l’inno del Trentino, con testo rivisitato dalla maestra Katia per il 50° anniversario. La prima strofa dice: «50 anni fa un gruppo motivato il nostro bel Circolo ha fondato. Riunirsi fra paesani e altre motivazioni, l’amore per il Trentino e le sue tradizioni» mentre nel ritornello si canta «Il 50° oggi festeggiamo con gratitudine nei nostri cuor e allegri insieme

brindiamo, intonando quest’inno in cor». Seguono i ringraziamenti del vice presidente della Trentini nel mondo, Cesare Ciola, ai diversi presidenti e fondatori del Circolo Trentino di Basilea presenti in sala. Infine, dopo un pomeriggio pieno di sorprese, a stuzzicare le nostre papille sono le torte e lo spumante venuto dal Trentino. Marco, Manuela e Katia ci portano a fine pomeriggio a conoscere la loro città natale divisa dal Reno tra la piccola e la grande Basilea. Iniziamo il giro turistico assistendo all’esibizione di giovani sportivi impegnati nella disciplina «parcours» ed alcune

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di noi si lustrano gli occhi alla vista di favolosi addominali. Poi, si lascia la piccola Basilea, e si attraversa il Reno con una barca senza motore che usa la forza della corrente ancorata ad una fune: un’esperienza fantastica. Dopo aver visto il municipio con il simbolo di Basilea, l’albergo dei Trois Rois, le case tipiche, arriviamo alla fontana del famoso artista Tinguely. Il sole tramonta sul Reno ma i Morandini non finiscono di stupirci e ci portano in un locale tradizionale dove assaggiamo la birra locale e i piatti tipici: si ride, si racconta e si scherza come si fa fra vecchi amici. Purtroppo il tempo passa infretta ed è già l’ora di tornare. Ci si saluta e ci si promette di rivedersi presto. Il sole si sveglia su Saint-Louis, Matteo e Francesco riprendono i loro posti da autisti. I tredici giovani se ne tornano ai piedi delle Dolomiti arricchiti dai nuovi incontri fatti e dai buonissimi biscotti e dalla cioccolata al latte svizzero, gustosissimi regali del Circolo di Basilea. Noemie Paulus

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CIRCOLI

Omaggio a Circolo trentino e Gruppo Folk alla sfilata per l’anniversario di Rodeio Nella sfilata che si è svolta per commemorare il 78° anniversario della emancipazione politica del Comune di Rodeio (Santa Catarina - Brasile), il 15 marzo 2015 il Circolo Trentino di Rodeio e il Gruppo Folk Trentino sono stati omaggiati dalla Scuola Comunale «Professora Luigia Margherita Vota Ferrari» in occasione del 40° anniversario del Circolo Trentino, che si compie nel mese di maggio. Gli studenti della scuola hanno sfilato, alcuni esibendo cartelli sui quali erano riportati i nomi dei principali eventi organizzati dal Circolo, altri con abiti legati alla storia o alle iniziative del Circolo: ad esempio, alcuni indossavano la maglia della «Magnalonga», altri con costumi per rappresentare l’eredità di immigrazione e il folklore conservati dal Circolo. Un ragazzo era vestito come Gesù Cristo, per ricordare la rappresentazione teatrale «Il Miracolo del Calvario». «La Sagra», una delle manifestazioni più apprezzate fra quelle organizzate dal Circolo, era simboleggiata da una ragazza che indossava il vestito originale della «Regina» della festa. Un altro studente ha invece rappresentato «Toni Càora», il personaggio che dà il nome a una commedia dialettale. I soci del Circolo Trentino di Rodeio e i ballerini del Gruppo Folk trentino hanno partecipato

orgogliosamente alla sfilata, portando i loro gagliardetti e vestiti con i loro costumi tradizionali, attirando la simpatia e gli applausi del pubblico. I Circoli Trentini in Brasile sono nati grazie alle iniziative dell’Associazione Trentini nel Mondo, impegnata fin dalla sua fondazione nel 1957 in una grande opera di riscoperta e valorizzazione della trentinità, e al supporto della Provincia Autonoma di Trento. Il 1975 è stato l’anno in cui

ricorrevano i cento anni dell’immigrazione Italiana - Trentina in Brasile. Commemorata in varie parti del Brasile, l’evento ha avuto un significato molto forte per le città di Santa Catarina fondate da immigrati Trentini, come Nova Trento, Rio dos Cedros e Rodeio. Durante le commemorazioni del centenario, arrivò in Brasile una delegazione di Trento, che fu ricevuta da un gruppo di amici che dal 1972 si riuniva, in modo informale, per fare prove teatrali e di canto. Stupiti dalla qualità e

Cordoglio per Izela Agnese Conzatti Il 20 marzo scorso, all’età di 92 anni, è scomparsa Izela Agnese Conzatti in Giordani. Figlia di Guglielmo Conzatti e Rosina Baldessarelli, era nata a Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul - Brasile) il 5 dicembre 1922. Lascia i figli José Rommano, Zulmira, Jandir, Zemira, Zairo e Rosangela Giordani e i nipoti Giordano, Caína, Ana Paula, Ana Virginia, Marlon, Douglas e Roberta Maria. Era discendente dei Conzatti originari di Patone d’Isera e emigrati in Brasile nel 1876. 5 - 2015

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dall’originalità della rappresentazione culturale, i componenti della delegazione incoraggiarono il consolidamento del gruppo. Da allora, è iniziato un interscambio che ha portato alla fondazione del Circolo Trentino di Rodeio (1975) - che tra l’altro ha creato e gestisce il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina - e del Gruppo Italo-Brasiliano di Arte e Cultura (GIBRAC). Vincolato al Circolo, nel 1998 è stato fondato il Gruppo di balli trentini di Rodeio, oggi chiamato Gruppo Folk Trentino di Rodeio gemellato con il Gruppo Folk di Castello Tesino. I legami tra Rodeio e Trento sono diventati più forti grazie all’attività e all’impegno del Circolo Trentino. Molti costumi e tradizioni iniziavano a perdersi. Ma con tutte le nostre manifestazioni (canti, gruppi , feste, ecc) siamo riusciti a salvare e a dare nuova forza a queste tradizioni. Infatti, nelle famiglie dei discendenti si continua a parlare il dialetto trentino e la cucina tipica e la religiosità sono caratteristiche che rimangono forti nella vita quotidiana dei discendenti degli immigrati. Le iniziative del Circolo Trentino di Rodeio si basano sul recupero consapevole della cultura trentina, sul mantenimento dei valori tramandati di generazione in generazione, che puntano al bene e allo sviluppo della comunità. L’attività del Circolo, di carattere non solo culturale o sociale, ma anche economico, si concretizza grazie all’impegno dei suoi associati, al loro amore e rispetto per le tradizioni e per i valori morali ed etici dei loro avi, armoniosamente integrati nella nazionalità brasiliana. Testo: Josimar Tais Traduzione: Laura F. Scoz Fotografie: Márcia Testoni


CIRCOLI SABATO 18 APRILE SI È SVOLTO AD ADELAIDE UN INCONTRO DI VALUTAZIONE DELLA SITUAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE

Fra i paesi che hanno attirato l’emigrazione trentina del diciannovesimo e nel ventesimo secolo (Brasile, Argentina, Canada, Stati Uniti…) l’Australia non ha goduto di grande popolarità. Oggi invece l’Australia accoglie centinaia di giovani Trentini ogni anno col visto di lavoro. È una specie di emigrazione «turistica». È stato questo uno dei punti di discussione al recente incontro dei Presidenti e Rappresentanti dei Circoli Trentini in Australia, che si è tenuto sabato 18 aprile ad Adelaide (nella foto uno scorcio della città). L’ultimo incontro era avvenuto nell’ambito dell’undicesima «Convention dei Trentini» a Sydney, nel settembre del 2013. Dopo quel raduno c’è stata la conferma di Silvano Rinaldi come Coordinatore dei Circoli Trentini e come Consultore all’estero della Provincia Autonoma di Trento. È stato proprio lo stesso Rinaldi ad organizzare l’incontro di Adelaide. All’inizio della seduta, alla quale ha partecipato anche Padre Bertagnolli in qualità di moderatore, Silvano Rinaldi ha letto un messaggio da parte del Presidente

Foto: Adam.J.W.C.

I Circoli trentini prestano attenzione alla nuova emigrazione in Australia

della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, che si ripromette di incontrare i Trentini in Australia alla prossima Convention nazionale. Ed ecco un altro tema discusso all’incontro: la prossima Convention, che si svolgerà nella cittadina di Myrtleford (Victoria) dal 22 al 25 aprile del 2016, quando quel Circolo celebrerà anche mezzo secolo di vita e di attività a favore dei Trentini. Nell’ordine del giorno è stato riservato ampio spazio anche per

NELLA FOTO: (da sinistra - in piedi) Cristina Parmesan (Myrtleford); Sue Pedri e Joanna Terzi (Sydney); Silvano Rinaldi (Coordinatore e Consultore); Franco Dondio (Myrtleford);

informazione e discussioni sui programmi che la Trentini nel Mondo e la Provincia Autonoma di Trento offrono a favore degli emigranti trentini e loro discendenti - come i viaggi in Trentino per anziani; gli interscambi per i giovani; i corsi di lingua italiana e altri programmi via internet; assistenza a giovani trentini in visita tramite l’Associazione. Tutti i Circoli erano rappresentati, eccetto quello del Queensland. Le relazioni sulle attività dei Circoli hanno confermato

un certo declino a causa dell’invecchiamento dei soci e della situazione economica di molte famiglie giovani. Un punto di interesse è quello della guida dei Circoli, metà dei quali sono animati da presidenti nati in Australia. Le sera del sabato il gruppo dei presidenti ha condiviso una serata di fraternità con i soci del Circolo di Adelaide, concludendo l’incontro con una buona cena, e con un piccolo ma entusiasta coro che si è esibito con canti della montagna. La domenica il gruppo si è incontrato presso le Suore Paoline per la S. Messa celebrata da padre Bertagnolli, durante la quale sono stati ricordati per nome tutti i soci dei Circoli che ci hanno preceduto nella pace dei giusti dall’ultima Convention. Da queste pagine vada un sincero ringraziamento alla Trentini nel Mondo per il contributo dato a favore di questo incontro, al Presidente del Circolo di Adelaide Franco Armani e al direttivo del Circolo, per l’organizzazione tecnica, e a Silvano Rinaldi per il coordinamento delle varie attività. Padre F. Bertagnolli

Albano Cazzolli (Wollongong); Federico Fedrizzi (Melbourne). Seduti: Padre Bertagnolli; Franco Armani (Adelaide); Dante Cologna (Canberra-Queanbeyan); Eric Marocchi (Perth).

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CIRCOLI I SOCI HANNO DATO UN CALOROSO ED AFFETTUOSO BENVENUTO AD ALCUNI OSPITI PROVENIENTI DAL TRENTINO

Tre gradite visite al Circolo di New York Qui, presso il Circolo trentino di New York (Stati Uniti) recentemente abbiamo avuto tre visite dal Trentino, che abbiamo tutti molto apprezzato. In febbraio il presidente e il direttore della Trentini nel mondo, Alberto Tafner ed Anna Lanfranchi, sono stati nostri ospiti per un pranzo. Nel mese di marzo Francesca Griso, Dirigente Scolastico del Liceo LIA di Rovereto ci è venuta a trovare con 23 studenti, che sono stati accolti da 45 soci del nostro Circolo. Il 13 aprile sono arrivati tredici studenti dell’Istituto «S. Martini» di Mezzolombardo, accompagnati dalle insegnanti Irene Cagol e Silvia Sicher. Abbiamo avuto un’altra grande affluenza di soci per questa visita in quanto è la quinta volta in altrettanti anni che li riceviamo. Infatti la Scuola Martini ogni anno fa tappa a New York, dopo aver visitato la scuola con la quale è gemellata in West Virginia, e ogni volta noi del Circolo siamo felici e entusiasti. Si tratta di un

gruppo di ragazzi meravigliosamente simpatici. Il nostro socio Fabio Flaim ha «fatto colpo» sugli studenti, che sono rimasti affascinati dalla sua

conoscenza della storia del Tirolo e del Trentino. È stato entusiasmante assistere al loro incontro. È stato un vero e proprio scambio culturale.

Il nostro gruppo di 36 persone formato da Trentini e da amici, si è recato in Olanda per un viaggio di quattro giorni per visitare i campi di tulipani e in particolare il Keukenhof. Il Keukenhof è il secondo più grande giardino di fiori al mondo, nel quale vengono piantati ogni anno circa sette milioni di bulbi di fiori e la nostra gita, intorno alla metà di aprile, è coincisa con il periodo migliore per vederli fioriti. È davvero un posto meraviglioso, i fiori e i giardini sono eccellenti e siamo stati benedetti da un tempo soleggiato, che ci ha permesso di vederli al meglio. Oltre a migliaia di tulipani diversi, ci sono laghetti idilliaci, antichi alberi e molti arbusti fioriti. I padiglioni contenevano piante più esotiche, con mostre e mosaici floreali: c’era così tanto da vedere. Un giorno lo abbiamo trascorso nel villaggio di pescatori di Vollendam, diventato un grande negozio per turisti ma ancora molto attraente: a b - biamo anche avuto modo di vedere come vegono fatti i famosi zoccoli olandesi e come si produce il formaggio Gouda. È stato un weekend molto piacevole trascorso in armonia e in allegria fra buoni amici. Tonia O’Donnel Collini

Viaggo in Olanda del Circolo di Londra

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Un motivo perfetto perché questi ragazzi vengano al nostro club, nella nostra città e nel nostro paese. Joan Tolotti O’Grady

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CIRCOLI HANNO PARTECIPATO ANCHE SOCI DEL CIRCOLO BRESCIANI AMICI DEL TRENTINO E ALDO DEGAUDENZ PER LA TRENTINI NEL MONDO

Incontro conviviale di Pasqua nel Bresciano dell’associazione «Amici delle valli trentine» Domenica 22 marzo è stata organizzata presso la sede del Club privato «La Rosa dei Venti» a Botticino Sera in provincia di Brescia, la Pasqua Trentina a Brescia, a cura della Associazione «Amici delle Valli Trentine», che aderisce alla Trentini nel mondo. La festa ha avuto inizio con un gustoso antipasto a base di radicchio dell’orso, speck, salami di vario tipo, lardo di colonnata, marmellate di produzione casalinga, diversi tipi di formaggi, compreso il famoso «bagoss» di Bagolino; il tutto accompagnato da un ottimo prosecco; tutti prodotti rigorosamente locali compreso il vino. Tutti i partecipanti si sono spostati, poi, in un locale attiguo, occupato da un unico, grande tavolo, attorno al quale hanno trovato posto tutti i trenta commensali; sulle pareti fanno bella mostra i quadri che raffigurano vari personaggi che hanno diretto e/o frequentato il Club che ci ospita. È stato servito, con la polenta di farina integrale di Storo e diversi tipi di verdure, lo spiedo, famoso in tutta la zona pedemontana del bresciano per la sua prelibatezza, composto da diversi tipi di carni, compresi piccoli uccelli; il tutto accompagnato da adatto vino rosso e bianco Botticino. Diversi tipi di strudel, frutta a base di uva e mandaranci, caffè ed alcoolici di vario tipo hanno «messo il coperchio» ad un pranzo veramente superbo. Alla festa ha partecipato anche una delegazione del Circolo

«Bresciani amici del Trentino», guidata dal coordinatore Giorgio Radi e da fratel Luciano Scala; l’Associazione Trentini nel Mondo è stata rappresentata Aldo Degaudenz (che in quel periodo ricopriva la carica di vice presidente). Lorenzo Bonomi, oriundo trentino ed esperto organizzatore del pranzo, ha portato il saluto de «La Rosa dei Venti», un club i cui soci si incontrano periodicamente in appuntamenti culinari rigorosamente maschili; per questo tutti i soci sono diventati provetti cuochi e buongustai, dovendosi alternare nella preparazione di menù originali, sempre basati su generi e prodotti locali. Il presidente della Associazione «amici delle Valli Trentine», Luigi Carolli, nel porgere il saluto dell’associazione, ha rilevato come il numero dei soci si stia lentamente assottigliando per vari motivi (poco interesse da parte dei giovani nei confronti di un territorio che tutti conoscono,

Il Circolo trentino di Stoccarda (Germania) annuncia la scomparsa di un caro amico e attivo socio deceduto il 21 febbraio 2015. Ezio Bortolamedi era nato il 5 febbraio 1933 a Roncogno e nel 1957 emigrò in Germania a Stoccarda, dove fu assunto dal Comune di questa città come falegname, fino al giorno della sua pensione. Da pensionato con la moglie andava più volte nel suo appartamento a Trento e ci teneva a dire che trascorreva un paio di mesi nella sua bella Trento. Lascia la moglie Monica con i figli Stefan e Daniel e i nipoti. Da parte del nostro Circolo trentino a tutti i famigliari porgiamo le più sincere condoglianze.

vicinanza geografica ai paesi trentini di origine, mortalità di soci anziani senza adeguati ricambi, ecc…); resta, tuttavia, un certo interesse nelle iniziative che vengono organizzate dalla Trentini nel Mondo, in quanto possono risultare stimolanti sul piano culturale, storico e/o ambientale; ci vorrebbe, in questo senso, maggiore coinvolgimento e collaborazione. Aldo Degaudenz, nel portare il saluto del presidente Alberto Tafner, ha ricordato che è in corso una riflessione all’interno dell’Associazione per renderla ancora più vicina alla realtà attuale dei Circoli e più aperta ai problemi della nuova emigrazione, che si stanno evidenziando in questi ultimi anni. Chi emigra, oggi, è spesso dotato di un buon bagaglio professionale e culturale e non sembra presentare problemi particolari. In realtà emergono precarietà nel lavoro, spesso non coerente con il livello culturale e profes-

sionale, mancanza di certezze per il futuro, pericolo di isolamento personale che porta a forme di emarginazione, difficoltà di raccordo con altri conterranei emigrati, sradicamento dalla cultura e dalle tradizioni della terra di origine, ecc.... La Trentini nel mondo intende dare delle risposte concrete alle nuove emergenze e, per questo, chiede la disponibilità di tutti i soggetti che possono collaborare. L’Associazione ha cambiato il proprio Statuto proprio per coinvolgere maggiormente i Circoli e le singole persone che vi aderiscono: Degaudenz ha spiegato che si vuole superare la struttura piramidale nella quale la sede di Trento elabora programmi, strategie e linee operative, con i Circoli che si pongono in posizione di attesa: la struttura deve essere orizzontale, in cui tutti hanno pari dignità e adeguato coinvolgimento; deve svilupparsi un’organizzazione di rapporti «a rete» in cui ogni soggetto (sede centrale, circolo e singolo socio) si deve sentire corresponsabile. Fratel Luciano Scala, concludendo gli interventi, ha ricordato che l’amicizia, la collaborazione e la solidarietà sono valori universali che arricchiscono la comunità e, di conseguenza, ciascuno di noi. Nel mondo dell’emigrazione essi vengono percepiti in maniera particolare: per questo meritano, non solo di essere difesi a parole, ma continuamente ravvivati attraverso l’impegno ed i rapporti interpersonali.

Il 6 aprile 2015 è scomparso Francesco Pignatelli, nato il 10 luglio 1932 a Zurigo (Svizzera) da genitori originari di Trani. Franz, come era chiamato da tutti, il 6 giugno 1959 si è sposato con Silvana, trentina emigrata in Svizzera. Nel luglio del 1997 sono rientrati in Trentino a Telve, paese di nascita di Silvana, ed hanno aderito al Circolo ex emigrati in Svizzera. Mentre erano residenti a Zurigo, Silvana è stata per 26 anni segretaria del Circolo trentino e Franz era sempre presente a dare una mano. Oltre alla moglie Silvana, lascia una figlia, Marina, di 55 anni e due nipoti, Tamara e Samira che risiedono a Zurigo e studiano all’università.

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CALENDARIO 11 aprile Ad Ascurra (BR): 2° riunione dell’anno del Gruppo Giovani Trentini Brasiliani (SC e PR) C.T. Rodeio (BR): riunione per inizio di formazione del Gruppo Folk di bambini 12 aprile C.T. Denver – Colorado (USA): pranzo di primavera C.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale C.T. Villa Regina (AR): terza lezione del progetto “Trentini a Tavola: crauti” 14 aprile A Vigo di Ton (IT): nella scuola elementare, lezioni sull’emigrazione trentina 15 aprile Prima riunione del Gruppo giovani del Circolo Trentino di Venda Nova do Emigrante 17-20 aprile C.T. Londra (GB): gita in Olanda

18-24 maggio C.T. Bento Gonçalves (BR):presentazione delle attività del circolo durante la settimana della cultura e arte italiana 20 maggio A Farroupilha (BR): incontro dei Circoli trentini del Rio Grande do Sul con il Vicepresidente della Trentini nel mondo, Cesare Ciola 22 maggio C.T. Florianopolis (BR): ): spettacolo del gruppo folk trentino di Rodeio per il 15° anniversario di fondazione 23 maggio C.T. Bento Gonçalves (BR): cena “Polenta & Vin” 24 maggio A Bento Gonçalves, III incontro della Famiglia Giordani in occasione dei 140 anni dell’emigrazione italiana C.T. Myrtleford (AUS): pranzo “Tastes of Trentino”

24 aprile C.T. Jaragua do Sul (BR): cena sociale

Per il sesto anniversario della scomparsa di Rino Zandonai, Gianbattista Lenzi e Luigi Zortea venerdì 29 proiezione del docufilm “Mattmark, neve e ghiaccio”, realizzato da Marco Tagliabue per la Televisione Svizzera, alle ore 10:00 presso la sede dell’Associazione e alle ore 20:45 presso la Sala VVF di Mis a Sagron Mis Sabato 30 maggio - ore 18:00 Santa Messa suffragio presso la chiesa di Pedersano (Villalagarina). Lunedì 8 giugno inaugurazione della mostra fotografica su Mattmark presso l’atrio di Palazzo Trentini (sede del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento). La mostra rimarrà aperta fino a venerdì 25 giugno.

25 aprile C.T. Buenos Aires (AR): assemblea generale ordinaria

29 maggio C.T. Jaragua do Sul (BR): cena sociale

25-26 aprile C.T. Londra (GB): Visita del Coro Azzurro di Pieve di Bono

30 maggio C.T. Liegi (BE): pomeriggio in famiglia

25-29 aprile C.T. Presidente Getulio (BR): viaggio in Trentino per firma del Patto d’amicizia con il Comune di Levico Terme

31 maggio C.T. Belo Horizonte (BR): stand sul Trentino nella 9° Festa tradizionale italiana di Belo Horizonte

18 aprile Assemblea elettiva soci/Bilancio consuntivo dell’Associazione Trentini nel Mondo 19 aprile C.T. La Louviere (BE): pranzo sociale C.T. Ticino (CH): festa della primavera

26 aprile C.T. La Plata (AR) Assemblea generale 30 aprile C.T. Buenos Aires (AR): conferenza su “Fantasias de nuestros tiempos” 1maggio C.T. Liegi (BE): passeggiata annuale 9 maggio C.T. Basilea (CH): pranzo 50° anniversario di fondazione con la presentazione delle Dolomiti a cura del gruppo giovani e volontari di Trento C.T. Piracicaba (BR):XXI cena italiana 10 maggio C.T. Rosario (AR): pranzo sociale 13 maggio C.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile 17 maggio C.T. Londra (GB):Visita guidata alle “Inns of Court”di Londra C.T. San Francisco (USA): crociera nella Baia di San Francisco in occasione del 35° anniversario C.T. La Lorena (FR): festa della polenta C.T. Cordoba (AR): pranzo sociale A Nova Trento (BR): 3° riunione dell’anno del Gruppo Giovani Trentini Brasiliani (SC e PR)

7 giugno C.T. Como e Lecco (IT): festa della primavera C.T. Florianopolis (BR): Assemblea generale 10 giugno C.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile 12-20 giugno C.T. La Louviere (BE): viaggio alla scoperta del Trentino 14-23 giugno C.T. La Lorena (FR):viaggio in Italia 28 giugno C.T. Denver – Colorado (USA): polenta picnic annuale 6 - 12 luglio A Trento Seminario formativo per i coordinatori dei Circoli trentini nel mondo 8 C.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile 10-12 luglio A Levico Terme, Festa Provinciale dell’Emigrazione 19 luglio C.T. Londra (GB): processione italiana - St. Peters Church 8 agosto Incontro Circoli Trentini d’Italia/Festa di Estate circoli Europa


Foto Diego Dalmonech

Una radiosa guiornata di sole ha fatto da cornice alla «Festa dei popoli» che si è svolta in Piazza Fiera a Trento il 17 maggio


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