Maggio 2016

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

5/2016

Foto Leandro Fidelis

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 59°

Dal 13 al 15 maggio si è svolto a Montevideo (Uruguay) il «Primo incontro regionale» con i Circoli di Uruguay, Argentina e Brasile


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Germania, Messico, Paraguay e Uruguay Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 4 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 3 circoli Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti) Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

- 1 circolo


EDITORIALE SOMMARIO Pagina 2-3 1° INCONTRO REGIONALE DEI CIRCOLI DI URUGUAY, ARGENTINA E BRASILE Pagine 4-5 AGENDA Pagine 6-8 CONVENTION AUSTRALIA Pagina 9 ATTUALITÀ Pagine 10-11 GENTE E FATTI Pagine 12-13 GIOVANI OLTRECONFINE: ALESSANDRO DALSASSO Pagine 14-15 TRENTINO “SUPER” Pagine 16-17 CIRCOLI Pagine 18 DALLE VALLI Pagina 19 PREVIDENZA Pagine 20 -21 DIARI DI VIAGGIO Pagine 20 -21 STORIA & CULTURA

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Anna Lanfranchi

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, A. Lanfranchi, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 5 MAGGIO 2016 Stampato il 13 giugno 2016

In copertina: il «Primo incontro regionale dei Circoli di Uruguay, Argentina, Brasile»

OGNUNO PUÒ SVOLGERE UN RUOLO IMPORTANTE NEL FAVORIRE L’INTERNAZIONALIZZAZIONE

Associazione, Circoli e Trentino devono essere vasi comunicanti L’editoriale di questo numero del giornale è firmato da Mauro Dallapè, componente del consiglio di amministrazione della Trentini nel mondo. È un editoriale dedicato a presentare contenuti e obiettivi di una nuova iniziativa che è stata proposta, discussa e decisa da una commissione di lavoro, coordinata da Dallapè, che nei mesi scorsi si è riunita più volte con l’intento di individuare azioni concrete da intraprendere per dare seguito alla volontà della nostra associazione di costruire insieme ai nostri emigrati e ai loro discendenti, «una comunità più coesa, più responsabile e consapevole delle proprie

potenzialità e possibilità», come si può leggere nell’editoriale. Da questo numero del giornale la rubrica «trentino SUPER» (alle pagine 14-15) sarà dedicata alla presentazione di aziende che hanno sede in Trentino, che in qualche caso già operano all’estero o che sono state fondate da emigrati. Aziende che per le loro caratteristiche costituiscono esempi virtuosi delle capacità imprenditoriali dei trentini e possono dare il loro apporto di idee, conoscenze e competenze, «per contribuire a costruire una comunità diffusa, il Trentino nel mondo, animata da profondi valori di condivisione». Alberto Tafner

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er la Trentini nel mondo rinnovare la propria mission, rigenerare la propria attività, rappresenta un dovere morale oltre che civile, per continuare a svolgere un servizio nei confronti dei discendenti Trentini, emigrati nei periodi più difficili della nostra storia in diversi paesi del mondo e anche per sollecitarci vicendevolmente a una relazione più interconnessa e reciprocamente interessante. Da qualche tempo, quando ci incontriamo con il Direttivo, ci sentiamo impegnati a ricercare qualcosa di nuovo, qualcosa che sia utile per il nostro Trentino. Insomma anche la Trentini nel Mondo vuole fare la propria parte, in un contesto sociale ed economico figlio della globalizzazione, che perdura in tutta la sua difficoltà e dove si ha sempre più la sensazione di vivere in equilibrio precario. Ma cosa può fare un’Associazione come la nostra se non divenire punto di riferimento stabile e concreto, mettendo a disposizione il proprio grande patrimonio di relazioni, costruite nel tempo? E ancora cosa, se non offrire tutta la sua disponibilità, per promuovere incontri e relazioni fra persone e imprese Trentine, presenti in Trentino e nel resto del mondo? La risposta potrebbe essere banale. Invece è molto impegnativa, perché presuppone l’inizio di un percorso carico di responsabilità. E si, perché determinate iniziative possono creare false aspettative in molti. In tutti quei discendenti di Trentini che vivono in vari paesi del

Da questo numero la rubrica «trentino SUPER» sarà dedicata alla presentazione alcune aziende che hanno sede in Trentino, ma che in qualche caso già operano all’estero con discreti risultati ed altre aziende di discendenti di emigrati Trentini localizzate all’estero: il consigliere della Trentini nel mondo, Mauro Dallapè, spiega i motivi di questa iniziativa mondo e che vedono ancora con nostalgia il Trentino come la loro terra d’origine, ma anche in tutti i Trentini che stanno sopportando con fatica questa lunga crisi e che sperano e si aspettano una reazione, per promuovere nuova vitalità, nuova progettualità. Nel concreto non possiamo che usare gli strumenti di cui disponiamo: il Direttivo dell’Associazione, la sua struttura organizzativa, gli oltre duecento circoli presenti e attivi in diversi paesi del mondo e la nostra rivista mensile, guardando ad un

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obiettivo comune, condividendolo e lavorando insieme per la sua realizzazione. Oggi abbiamo bisogno di buoni esempi, di dare spazio alle esperienze più diverse. E chi può dare buon esempio, per concorrere a creare le condizioni per rimettersi in moto, se non le persone e le imprese che con il loro vissuto e i loro risultati stanno testimoniando e dimostrando sul campo le loro competenze e le loro capacità?  CONTINUA A PAG. 2 5 - 2016


AGENDA FRA GLI OLTRE DUECENTO PARTECIPANTI ANCHE IL PRESIDENTE E IL VICE PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO

Un successo il «Primo incontro regionale» dei Circoli di Uruguay, Argentina e Brasile

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on grande successo si è svolto a Montevideo dal 13 al 15 maggio il «Primo Incontro Regionale Trentino del Cono Sud», al quale hanno partecipato più di duecento rappresentanti dei Circoli Trentini dell’Argentina, del Brasile, dell’Uruguay e del Paraguay. L’iniziativa, nata da un’idea dei coordinatori Carlos Trentin, Jorge Zas ed Elisete Bertollo, ha avuto una risposta altamente positiva da parte dei Circoli trentini ed è stata fortemente voluta anche dall’Associazione Trentini nel Mondo. Sono stato testimone, insieme ai colleghi consultori Gustavo Cristofolini, Alcéu Lenzi e Laura Vera Righi, di tre giornate di profonda riflessione sulla storia delle nostre associazioni, il loro presente e il ruolo che sono chiamate a svolgere nel futuro delle nostre comunità trentine. Non sono mancati gli spazi culturali, artistici e gastronomici, ottimamente organizzati dagli anfitrioni del Circolo Trentino di Montevideo. IL BENVENUTO NELLA SEDE DEL CIRCOLO

Dopo la prima giornata e il cocktail di benvenuto presso la meravigliosa sede del Circolo, i lavori si sono trasferiti il giorno dopo all’Hotel del Prado, palazzo costruito nel 1912 dall’architetto

Sono state tre giornate di profonda riflessione sulla storia delle nostre associazioni, il loro presente e il ruolo che sono chiamate a svolgere nel futuro delle nostre comunità trentine

ufficiale appena nel 1825. Prima era stato conosciuto come “Banda Oriental” dagli argentini e poi come “Provincia Cisplatina” durante il periodo di occupazione da parte dell’impero portoghese/ brasiliano. L’ambasciatore Piccato ha sottolineato la tradizione di buon governo del Trentino, grazie anche alla sua autonomia, e ha ribadito l’importanza del dialogo tra l’ente pubblico (Provincia Autonoma di Trento) e le sue comunità residenti all’estero. L’INTERVENTO DI ALBERTO TAFNER

fiorentino Giovanni Veltroni e dal collega francese Jules Knab e dichiarato “monumento storico nazionale” dal governo uruguaiano nel 1975. La presenza di personalità di spicco come l’ex capo dello Stato dell’Uruguay, Julio María Sanguinetti, l’ambasciatore italiano Gianni Picatto, l’ex presidente della Camera dei Deputati e attuale direttore del SODRE, Jorge Orrico, e il preside dell’Universidad de la Empresa (UDE), Roberto Brezzo, ha consentito a tutti i presenti di conoscere il grande apporto degli

emigrati italiani e delle associazioni da loro create allo sviluppo di Montevideo, dell’Uruguay e del Rio de la Plata in generale. Il dottor Sanguinetti ha fatto inoltre un’interessante paragone tra il Trentino come terra di confine tra il mondo latino e il mondo germanico, e l’attuale “Republica Orientale dell’Uruguay” come territorio di frontiera tra due grandi imperi sudamericani, quello spagnolo e quello portoghese, e i loro successori, l’attuale Argentina ed il Brasile. Infatti il Paese assunse l’attuale denominazione

Dopo un percorso storico sulla storia recente del Trentino, il presidente dell’Associazione Trentini nel Mondo, Alberto Tafner, ha parlato delle sfide che deve affrontare oggi la nostra Provincia. Ha scelto nella figura dell’astronauta Samantha Cristoforetti il simbolo dell’apertura del Trentino e del suo sguardo verso il futuro. Ha sottolineato i grandi sviluppi del Trentino nel settore della ricerca universitaria, delle nuove tecnologie, dell’informatica, dell’intelligenza artificiale, del rispartio energetico e delle energie rinnovabili. È intervenuto anche il dottor Giuseppe Zorzi, già direttore della Fondazione Alcide Degasperi e consigliere della Trentini nel Mondo, il quale ha parlato,

Associazione, Circoli e Trentino, «vasi comunicanti»  CONTINUA DA PAG. 1 È soltanto partendo da loro che potremo ricostruire una comunità più coesa, più responsabile e consapevole delle proprie potenzialità e possibilità. Il percorso iniziato è di riflessione, aperto al confronto con il Trentino internazionale, per tracciare insieme il sentiero da percorrere. Occasione autentica di ascolto, confronto ed elaborazione di un pensiero condiviso. Da questo numero della rivista la rubrica «trentino SUPER» assume una nuova veste e saranno presentate alcune aziende che hanno sede in Trentino, ma che in qualche caso già operano all’estero con discreti risultati ed altre aziende di discendenti di emigrati 5 - 2016

Trentini localizzate all’estero. Agli imprenditori coinvolti chiederemo di raccontarsi e di partecipare poi ad una commissione con lo scopo di confrontarsi, promuovendo le reciproche conoscenze, anche per individuare ed elaborare nuove intraprese, sia in loco che all’estero, capaci di creare valore aggiunto e lavoro. Inoltre, per comunicare al meglio queste esperienze, per condividerle e per farle crescere, stiamo pensando di programmare un appuntamento annuale itinerante nei diversi paesi del mondo abitati dai nostri emigrati, che in tanti paesi hanno fatto strada, nel campo politico, in quello economico e in quello sociale, hanno raggiunto posizioni apicali e sono persone disponibili a lavorare insieme a noi per il bene comune.

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Usando il nostro ruolo impegnativo di facilitatori e di costruttori di ponti, promuovendo appieno il valore della sussidiarietà, cercheremo di mettere in relazione le persone e le imprese desiderose di impegnarsi, con i diversi Circoli sparsi nel mondo, che stanno aspettando da noi proprio qualcosa di nuovo, per contribuire a costruire una comunità diffusa, il Trentino nel mondo, animata da profondi valori di condivisione. Per usare una metafora, Associazione, Circoli e il Trentino devono diventare «vasi comunicanti». Semplicemente questo cercheremo di fare: aiutarci a vicenda ad abitare al meglio i luoghi Trentini. «C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico...» Mauro Dallapè


AGENDA

Uno scorcio della sala durante i lavori. Nella foto a fianco (da sinistra) Roberto Brezzo, Jorge Zas, Julio Maria Sanguinetti, Gianni Piccato, Alberto Tafner, Sergio Sartori e Cesare Ciola.

in questi momenti di grandi polemiche all’interno dell’Europa, dell’identita della nostra terra di confine come “un’identità non fondata sull’aut aut, bensì sull’et et”. Cioè, un Trentino solidale verso i nuovi immigrati che cercano per i loro figli una vita migliore, lontana dalla miseria, dalle guerre e dalle persecuzioni. L’incontro è continuato con un’ottimo pranzo – polenta con gulasch di maiale – e la presentazione dei gruppi corali dei Circoli trentini di Montevideo e di Carmelo. Dopo una visita guidata lungo i quartieri e i palazzi

storici della città di Montevideo, siamo tornati in albergo. Quella sera il pullman ci ha portato nuovamente all’Hotel del Prado, dove si è tenuta la “cena di gala”, durante la quale, oltre allo squisito menù con la carne uruguaiana come piatto principale, abbiamo assistito a uno spettacolo di tango rioplatense e del tipico “candombe” uruguaiano. Non sono mancati il ballo e il divertimento. Così abbiamo coronato una seconda giornata indimenticabile. Dopo la chiusura dei lavori veri e propri, l’ultimo giorno è stato

dedicato alla visita della costa orientale uruguaiana. Insieme ai miei cinque compagni di viaggio, venuti anche loro da Buenos Aires - la neopresidente del Circolo, Delfina Marta Turrina; la sua predecessore (mia mamma) Gabriela Anzelini; la consigliere Ana María Serafini; la tesoriere Elsa Rosanelli e il marito Miguel Baldasseroni - abbiamo accompagnato la prima tappa fino alla località di Piriápolis, dove abbiamo partecipato al pranzo con un menù irresistibile, la tipica “paella de mariscos”. Mentre il resto dei partecipanti

ha continuato il viaggio verso Punta del Este, noi ci siamo fermati al Terminal dei Bus dove abbiamo preso il pullman di ritorno per Montevideo, da dove ci siamo imbarcati quella sera per Buenos Aires. Contenti del sucesso di questa iniziativa, felici di aver ritrovato tanti amici e di aver fatto tantissime nuove amicizie, questo primo incontro regionale ha riacceso in noi la fiamma - mai spenta - della trentinità e la voglia di lavorare per il bene dei nostri circoli e della nostra comunità trentina. Mariano Roca

Hanno partecipato 18 Circoli, 8 Coordinatori e 4 Consultori Questi i Circoli presenti all’incontro di Montevideo. Per l’Uruguay: Montevideo, Colonia del Sacramento, Carmelo e RiveraLivramento. Per il Brasile: Caxias do Sul, Sananduva, Tapejara, Garibaldi, Santa Maria, São Valentim do Sul, Porto Alegre, Bento Gonçalves e Gramado.

Per l’Argentina: Buenos Aires, La Plata, Santa Rosa de la Pampa, Chajari, San Nicolas de los Arroyos. Erano inoltre presenti i Coordinatori dei Circoli trentini: Jorge Zas per l’Uruguay; Carlos Alberto Trentin, Alejandro Brovio, Rodolfo Veronesi e Oscar Menapace per

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l’Argentina; Elisete Bertollo, Leandro Fidelis e Simone Sehnem per il Brasile. Ai lavori hanno partecipato anche i Consultori all’estero della Provincia Autonoma di Trento, Laura Vera Righi (Uruguay), Gustavo Cristofolini e Mariano Roca (Argentina) e Alceu Lenzi (Brasile).

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AGENDA LA CERIMONIA SI È SVOLTA IL 3 GIUGNO CON LA PARTECIPAZIONE DI UNA DELEGAZIONE DELLA TRENTINI NEL MONDO

A Marcinelle una targa ricorda Rino Zandonai e le vittime della tragedia mineraria del 1956

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enerdì 3 giugno è stata scoperta la nuova targa dell’Associazione Trentini nel mondo in memoria delle vittime della tragedia dell’8 agosto 1956 presso il sito della miniera del Bois du Cazier a Marcinelle, in Belgio. Erano presenti alla cerimonia, oltre alla delegazione dell’Associazione Trentini nel mondo di Trento e al direttore del Memoriale del Bois du Cazier, Jean Luis Delaet, i rappresentanti del Consolato Italiano, dei Circoli trentini del Belgio e della Lorena, degli alpini di Charleroi e degli ex minatori di Marcinelle e numerose persone della comunità italo-belga. L’evento è stato aperto da una visita accompagnata dal racconto degli ex minatori, autentici ambasciatori della memoria, che ancora oggi testimoniano quanto loro stessi hanno visto e vissuto: la nostalgia della separazione dalla propria terra, la fatica del lavoro in miniera, il dolore della tragedia che ha colpito i loro compagni e amici. Quindi il presidente della Trentini nel mondo, Alberto

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Tafner, e il direttore del Memoriale hanno salutato brevemente i presenti, introducendo la cerimonia di scopertura della targa in memoria della tragedia che sessant’anni fa ha causato la morte di 262 minatori, dei quali 136 emigrati italiani: tra di loro anche il trentino Primo Leonardelli. Nei loro discorsi il direttore

della miniera e il coordinatore dei Circoli Trentini in Belgio, Giuseppe Filippi, hanno ricordato con parole toccanti l’ex direttore della Trentini nel mondo, Rino Zandonai, promotore e sostenitore della memoria della tragedia di Marcinelle e principale artefice del gemellaggio che dal 2009 unisce idealmente le due campa-

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ne di Marcinelle – «Maria mater orphanorum», dedicata ai caduti sul lavoro – e di Rovereto – «Maria Dolens» dedicata ai caduti di tutte le guerre. Il nome di Rino, di cui il 31 maggio ricorreva il settimo anniversario della morte, sarà il primo a comparire nel memoriale oltre a quello dei caduti nella tragedia del 1956. Al suono della campana è stata quindi scoperta la targa, realizzata in porfido rosso trentino che riporta le parole «Dalle viscere di questa terra un monito a celebrare la vita». Sulla targa compare anche la scritta «A ricordo di Rino Zandonai, instancabile sostenitore della salvaguardia della memoria delle vittime di Marcinelle». La cerimonia si è conclusa con la Santa Messa in suffragio di Primo Leonardelli, unica vittima trentina della tragedia, e di Rino Zandonai, Luigi Zortea e Giovanni Battista Lenzi, celebrata in italiano sul sito della miniera. Oltre che dal presidente Tafner, la delegazione dell’Associazione era composta dal vice direttore Francesco Bocchetti, Paolo Rossi, Ferruccio Benini e Matteo Pouli.


AGENDA LE COMUNI RADICI SONO RITENUTE UN PATRIMONIO DA VALORIZZARE E UN ELEMENTO CHE PUÒ FAVORIRE L’AMICIZIA

Anche i giovani «trentini nordamericani» vogliono essere in contatto e «fare rete»

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entiquattro partecipanti dagli Stati Uniti, quattordici dal Canada, quattro giovani trentini, uno staff di nove persone arrivate dal Trentino, i Consultori della Provincia Autonoma di Trento per gli Stati Uniti e per il Canada: questa la «squadra» che dal 25 al 30 maggio a Rock Springs (Wyoming - USA) ha dato vita a «Blueprint 2016 Together trentini» il soggiorno formativo rivolto alle giovani generazioni del Nord America, organizzato dall’Ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento e gestito dalla Trentini nel mondo. Sotto la guida di Flavio Antolini, ideatore e curatore del programma formativo, i partecipanti hanno discusso e ragionato su molti aspetti legati alla loro «discendenza trentina», sul significato di identità, sulle motivazioni che, in passato come adesso, danno senso all’esigenza di mantenere rapporti con la terra di origine. Sono state giornate particolarmente intense scandite da workshop, incontri plenari e lavori di gruppo e dal «mystical

Dal 25 al 30 maggio si è svolto a Rock Springs nel Wyoming (USA) «Blueprint 2016», il soggiorno formativo organizzato dall’Ufficio emigrazione: i partecipanti provenivano da Stati Uniti e Canada

Da destra: Luca Dorigatti, Consultore per gli Stati Uniti; Antonella Giordani, dell’Ufficio emigrazione; il formatore Flavio Antolini; i tre rappresentanti della Società Americana di Storo, Elena Giacomolli, Laura Ferrari e Cristiano Marini.

tour», un’escursione guidata sui luoghi della vita quotidiana delle migliaia di emigrati - tra i quali anche molti trentini - arrivati in Wyoming per lavorare nelle miniere di carbone. Tutti questi momenti hanno contribuito innanzi tutto a favo-

rire un clima di proficua collaborazione e di sincera amicizia fra tutti i partecipanti ed hanno creato i presupposti per definire

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alcune proposte concrete (come la creazione del sito www.rifugiotrentino.com) attraverso le quali realizzare nuove modalità e strategie di comunicazione e di relazione per mettere e mantenere in contatto le giovani generazioni nord americane con radici trentine. Il videomaker Patrick Grassi ha seguito tutte le fasi del soggiorno, sul quale realizzerà un documentario video. Nel progetto sono coinvolte anche la «Società Americana di Storo» - che mantiene vivo il ricordo dell’emigrazione dalla Valle del Chiese verso gli Stati Uniti, rappresentata a Rock Springs da Laura Ferrari, Elena Giacomolli e Cristiano Marini - e l’Unione delle famiglie trentine all’estero. Per la Trentini nel mondo hanno partecipato Armando Maistri (membro di giunta dell’Associazione), Maurizio Tomasi (direttore del periodico dell’Associazione) e Sabina Corradini. Nel prossimo numero del giornale ci sarà un ampio resoconto dei lavori svolti e delle proposte elaborate.

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CONVENTION

In Australia i trentini Q

uanta fatica crescere, crescere ma anche quanta gioia! La dodicesima Convention dei Trentini in Australia è stata celebrata con tanta gioia, ma non senza tanta fatica da parte del Comitato organizzatore, specialmente da parte della segretaria Cristina Parmesan, e della sorella Melissa (tesoriera). Il tema e il motto della Convention evidenziavano la CRESCITA – «Growing our future together» (Crescere il nostro futuro insieme). Infatti i Circoli Trentini - che in passato sono stati il punto di riferimento principale degli emigranti Trentini – ora si trovano in un periodo critico, in quanto devono affrontare la crescita con nuovi programmi se vogliono ritenere la loro attualità e vitalità, perché l’alternativa è la scomparsa. Ma ancora una volta i Trentini di ogni generazione hanno dimostrato la loro tenacia nel preservare i valori e le tradizioni dei loro padri, e la volontà di andare avanti insieme. Infatti i protagonisti di questa Convention sono state le persone della seconda e terza generazione: il futuro della

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Rossi, ma poi impossibilitato a partecipare per impegni politici) guidata da Lucia Maestri e Claudio Civettini (componenti della Conferenza dei Consultori), con Sergio Bettotti (Dirigente Generale della Provincia), Simone Masè (Dirigente per la promozione internazionale), Antonella Giordani e Francesca Baldessarelli (dell’Uffico emigrazione) e Gianna Zortea (dell’ufficio stampa). UNA FORMULA BEN COLLAUDATA

La dodicesima Convention si è svolta dal 22 al 24 aprile a Myrtleford, ed è stata coronata da successo: il motto scelto era «Crescere il nostro futuro insieme» e i protagonisti sono state le persone della seconda e terza generazione crescita è nelle loro mani! Vari fattori hanno contribuito al successo di questo raduno: il luogo stesso, Myrtleford, che rammenta fortemente le valli del Trentino, le meravigliose giornate di sole autunnale, e la

presenza di una folta delegazione da Trento, in rappresentanza della Trentini nel Mondo, con il presidente Alberto Tafner e Giada Degasperi della segreteria, e della Provincia Autonoma di Trento (ci si aspettava il Presidente Ugo

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Il programma ha seguito una formula già ben collaudata in altre Convention, con l’incontro dei Presidenti dei Circoli il venerdì, sotto la presidenza di Silvano Rinaldi come Coordinatore dei Circoli trentini dell’Australia e Consultore della Provincia. Il presidente del Circolo di Myrtleford, Jim Borsi, ha dato il benvenuto ai delegati e partecipanti con l’apertura ufficiale della Convention alla cena del venerdì sera presso il locale Club italiano “Savoy”. Il sabato era dedicato alla pre-


CONVENTION

conservano valori e tradizioni

sentazione e discussione di varie tematiche e di programmi di interesse sia per gli anziani della prima emigrazione, che per le generazioni nate in Australia. La cena di gala si è tenuta il sabato sera, con grande partecipazione dei Trentini del Circolo di Myrtleford, e con invitati di altri gruppi regionali italiani, come pure di autorità politiche locali. GLI INTERVENTI DELLE AUTORITÀ

Gli interventi, sia da parte dei politici australiani (Ron Janas, sindaco del capoluogo, e Tim McCurdy rappresentante al Parlamento dello Stato del Victoria), sia da parte della delegazione da Trento (Alberto Tafner, Lucia Maestri e Claudio Civettini) hanno esaltato il contributo culturale e sociale, come pure le iniziative di sviluppo imprenditoriale che gli Italiani (inclusi i Trentini) hanno dato al progresso economico dell’Australia, e in particolare alla zona del Nord-Est dello Stato del Victoria. Nei loro interventi è stato più volte menzionato il fatto che esiste nel mondo un altro Trentino: quello degli emigranti e dei loro discendenti. E per le nuove

Alla Convention hanno partecipato Alberto Tafner, presidente della Trentini nel mondo, e una delegazione della Provincia di Trento generazioni in Trentino oggi, l’Australia rimane un “sogno”, con la profonda speranza che un giorno diventi realtà. Ma la cosiddetta “nuova emigrazione” è molto limitata nel numero e con interesse transitorio rispetto alla “vecchia emigrazione”. Le serate del venerdì e del sabato sono state allietate dalla pre-

senza ed esibizione del “ricostituito” ma molto apprezzato, gruppo folkloristico di Myrtleford, e dal buon umore di Loredana Cont che ha intrattenuto gli ospiti in dialetto trentino! Delle dodici Convention tenute in Australia, la ridente cittadina di Myrtleford nella Valle dell’Ovens ai piedi delle Alpi

australiane, ne ha ospitate tre: la prima nel 1982 che ha lanciato il programma delle Convention; seguita poi da un’altra nel 2000 con la partecipazione del Coro Valsella, ancora molto ricordato; e quella di questo anno in commemorazione del cinquantesimo anniversario della Fondazione del Circolo di Myrtleford. Bisogna ammettere che per i Trentini in Australia, questo capoluogo, la valle con suoi prodotti, le pinete, i monti… riempiono la mente e il cuore di ricordi dei nostri paesi d’origine; e pertanto Myrtleford occupa un posto sentimentale nella storia dei Trentini in Australia. In questa occasione è stato riconosciuto il notevole contributo dato ai Trentini in Australia da parte di Franco Dondio, residente a Myrtleford, che per quasi vent’anni è stato Coordinatore dei Circoli e Consultore della Provincia. La Convention è culminata la domenica, con una gita alle cantine Pizzini della valle limitrofa, e con la santa messa celebrata da Padre Bertagnolli, del quale ricorre quest’anno il 50° anniversario di sacerdozio, tutti spesi in Australia a servizio dei giovani  CONTINUA A PAG. 8

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CONVENTION

In Australia i trentini conservano valori e tradizioni  CONTINUA DA PAG. 7 nella missione dei Salesiani, e con interesse particolarmente spirituale per la gente proveniente dal Trentino. Anche questo avvenimento è stato ricordato e celebrato alla Convention, con un apprezzato riconoscimento da parte della Trentini nel Mondo e della Provincia. È sempre difficile fare una valutazione obiettiva di una Convention. Ma senz’altro questa dodicesima è stata fra quelle che hanno ri-generato entusiasmo per la terra di origine e una grande volontà di CRESCERE, non di lasciarsi scoraggiare o abbattere dalle difficoltà, soprattutto dalla riduzione del numero dei par-

tecipanti alle varie attività dei Circoli. Si spera così che ci sia una prossima Convention, o di nuovo a Myrtleford, o in qualche altra località dell’Australia. In conclusione, si rinnova un grande GRAZIE ai Presidenti dei

Circoli per il loro appoggio: Jim Borsi (Myrtleford), Fred Fedrizzi (Melbourne, in rappresentanza del presidente Pio Fedrizzi), Dante Cologna (Canberra-Queanbeyan), Joanna Terzi-Callegari e Suzie Pedri-Cruzado (Sydney), Allan Battaia (Queensland), Eric

Marocchi (Perth) e il Coordinatore-Consultore Silvano Rinaldi. Si ringraziano le Delegazioni della Trentini nel Mondo da Trento e della Provincia Autonoma di Trento (e anche il Presidente Ugo Rossi per il suo interessamento); tutti i delegati e partecipanti. Ma in modo speciale si ringrazia il Circolo di Myrtleford, e il suo Comitato, come pure il Club Savoy, e tutti gli sponsor (in modo particolare i proprietari delle cantine Michelini, Pizzini e Chrismont). E ci diamo l’appuntamento alla prossima Convention – dovunque questa sarà – per continuare a CRESCERE IL NOSTRO FUTURO INSIEME. Padre F. Bertagnolli, SDB

ANCHE IL PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO HA PARTECIPATO AGLI INCONTRI DELLA DELEGAZIONE DELLA PROVINCIA

Trasferta a Melbourne per promuovere possibili sinergie tra Australia e Trentino Al termine della Convention dei Trentini d’Australia, il viaggio della delegazione trentina, guidata dai consiglieri provinciali e membri della conferenza dei consultori Lucia Maestri e Claudio Civettini è proseguito a Melbourne, dove un pezzetto di Trentino c’è grazie a Piazza Italia, opera d’arte progettata e costruita nel 2006 dall’artista australiana Dianne Beevers e l’artista trentino Andrea Tomaselli. La Piazza è stata costruita per il Consiglio della città di Melbourne e comprende un orologio solare di bronzo e 1.200 metri quadrati di porfido intarsiati con acciaio. La delegazione ha incontrato nella sua residenza Marco Maria Cerbo, console generale d’Italia a Melbourne. Una visita che ha messo in luce la realtà italiana in questo pezzetto di mondo, le problematiche, specialmente per quanto riguarda il flusso continuo di giovani che decidono di venire in Australia ma anche le storie di aziende italiane che qui sono riuscire a trovare spazio nel mercato australiano. «Porto i saluti del nostro presidente Ugo Rossi – ha sottolineato Lucia Maestri – grazie per averci accolto. Siamo felici di essere qua e soprattutto 5 - 2016

di poter scoprire e cogliere le opportunità di questo territorio». Martedì 26 aprile al mattino l’incontro con Tony de Domenico, presidente della Camera di Commercio Italiana a Melbourne e Elaine Bocchini, segretario generale della Camera di Commercio Italiana. Al centro le possibili opportunità di collaborazione tra i due territori. Da un lato quindi la presentazione di quello che oggi è il Trentino, le sue peculiarità ed eccellenze, dall’altro i legami che possono nascere tra questi due mondi. In entrambi gli incontri la delegazione ha potuto rappresentare il sistema trentino e come lo stesso, con le sue qualità ed eccellenze, potrebbe essere presente anche

su una nazione così lontana. Si è preso spunto da alcune realtà economiche trentine che già lavorano occasionalmente con l’Australia per proporre i primi concreti passi che possono rafforzare lo sviluppo di maggiori sinergie economico-produttive. Non si è parlato solo di produzione ma anche di servizi e come oggi le tecnologie d’avanguardia, presenti in ambedue i paesi, possono favorire concretamente processi di collaborazione e di lavoro non solo nell’ambito della ricerca ma anche in quello dei servizi per l’impresa. A margine degli approfondimenti si è potuto rilevare come le qualità e le bellezze naturalistiche del Trentino possono essere elementi

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di attrazione ancorché di nicchia per un turismo australiano che, da quanto la delegazione ha potuto rilevare, si sta fortemente sviluppando nell’ambito della vacanza attiva. «Siamo alla ricerca delle reciprocità – hanno sottolineato i consiglieri Maestri e Civettini – Le distanze non ci spaventano perché possono essere azzerate dalla tecnologia. Iniziamo con questa visita una ricerca dei possibili interessi che possono generare opportunità per le nostre imprese. Siamo alla ricerca di nuovi mercati di lavori per esportare i prodotti e i servizi trentini e sviluppare sinergie». Barbara, Sofia, Luca, Andrea, Anna, Vera, Arianna, Giacomo, Simon, Andrea, Noemi, Alessandro, Benjamin, sono invece i nomi di alcuni dei giovani trentini oggi in Australia, precisamente a Melbourne, per lavorare o studiare. Hanno lasciato la Valsugana, Primiero, Trento, la Val di Fiemme per trasferirsi in Australia. Nella serata di lunedì 25 aprile la delegazione trentina ha avuto modo di incontrarli. Un bel momento per capire le motivazioni che li hanno spinti a fare questa esperienza di vita. (Uff. Stampa,PAT)


ATTUALITÀ È STATO RECENTEMENTE PRESENTATO IL 18° RAPPORTO CURATO DAL CONSORZIO INTERUNIVERSITARIO «ALMALAUREA»

Per i laureati dell’Università di Trento prospettive di lavoro sopra la media

I

l Consorzio Interuniversitario «AlmaLaurea» ha presentato il «XVIII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati italiani», che ha coinvolto i laureati di 71 università delle 73 ad oggi aderenti al Consorzio. Su questa pagina presentiamo alcuni dati relativi ai laureati dell’Università di Trento.

apprese all’università)? Sono 32 laureati su cento, i quali considerano il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che svolgono. I laureati magistrali biennali a 1, 3 e 5 anni dalla laurea

La provenienza geografica La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari all’8,3%: il 4,9% tra i triennali e il 15,6% tra i magistrali biennali. Il 43% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è il 45% tra i triennali e il 39% tra i magistrali biennali. La soddisfazione per l’esperienza Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti. L’89% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, 92 laureati su cento considerano le aule adeguate, 74 ritengono le postazioni informatiche presenti in numero adeguato e 91 valutano positivamente i servizi di biblioteca. E quanti si iscriverebbero di nuovo alla stessa Università? L’83% dei laureati. I laureati triennali tra Università e lavoro L’Indagine ha coinvolto 1.945 laureati triennali del 2014 intervistati dopo un anno dal titolo, ovvero nel 2015. Sebbene una quota elevata di laureati di primo livello, 65%, prosegua il percorso formativo con la magistrale, è utile fotografare le performance occupazionali di coloro che dopo la conquista del titolo hanno scelto di non proseguire gli studi e di immettersi direttamente nel mercato del lavoro.

Isolando quindi tra i laureati triennali coloro che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale (33%), è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo. Il tasso di occupazione (si considerano occupati anche quanti sono in formazione retribuita) è del 71%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 17%. Il 37% degli occu-

pati può contare su un lavoro stabile, ossia contratti a tempo indeterminato o attività autonome effettive (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.). Il guadagno è in media di 1.154 euro mensili netti. Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato (richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e utilizzo nel lavoro delle competenze

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I laureati magistrali biennali del 2014 coinvolti ad un anno dal titolo sono 1.103, quelli del 2012 a tre anni sono 1.001 e quelli del 2010 a cinque anni sono 800. A un anno. L’82% dei laureati magistrali biennali del 2014, compresi coloro che sono in formazione retribuita, è occupato. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 10%. Trenta occupati su cento possono contare su un lavoro stabile (contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo). Il guadagno è di 1.197 euro mensili netti e l’efficacia è pari al 44%. A tre anni. L’89% dei laureati magistrali biennali del 2012 è occupato. Il tasso di disoccupazione è pari al 6%. Gli occupati stabili sono il 52%. Le retribuzioni arrivano a 1.368 euro mensili netti. L’efficacia coinvolge 51 laureati su cento. Ma dove vanno a lavorare? Il 74% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 19% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (7%). L’ambito dei servizi assorbe il 75%, mentre l’industria accoglie il 22% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura. A cinque anni. L’89% dei laureati magistrali biennali del 2010 è occupato. Il tasso di disoccupazione è pari al 6%. Gli esiti occupazionali sono analoghi a quelli rilevati a tre anni dal titolo. Gli occupati stabili sono il 71%. Le retribuzioni arrivano a 1.507 euro mensili netti. L’efficacia coinvolge 57 laureati su cento. Ma dove vanno a lavorare? Il 73% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 20% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (7%). L’ambito dei servizi assorbe il 78%, mentre l’industria accoglie il 20% degli occupati 5 - 2016


GENTE E FATTI L’INCONTRO DEDICATO ALLE POLITICHE GIOVANILI SI È SVOLTO IL 2 GIUGNO A OTTAWA

Anche una trentina a colloquio con il primo ministro canadese C’era anche una trentina Sage Harmony Franch, 23 anni, di Toronto (Canada), di origini trentine, dipendente della Microsoft, fra i componenti della delegazione di otto giovani di diversi settori e formazione, che il 2 giugno scorso ha incontrato ad Ottawa il Primo ministro canadese, Justin Trudeau, per un confronto sulle politiche giovanili. Ecco come Sage Harmony racconta per il nostro giornale quello che è successo. «All’incontro erano presenti anche la Chief Operating Officer di Instagram Marne Levine e alcuni collaboratori dell’ufficio di gabinetto del Primo Ministro. Il Primo Ministro ha ascoltato quello che avevamo da dire e nelle sue risposte è stato molto

riflessivo. Abbiamo discusso temi come l’istruzione, i diritti delle donne, la tecnologia, lo sviluppo di competenze per l’inserimento della forza lavoro e i diritti degli aborigeni. Il primo ministro Trudeau è

anche il Ministro per la Gioventù ed è impegnato nell’ascoltare rappresentanti delle giovani generazioni, per raccogliere informazioni e indicazioni che gli possano essere utili per avviare iniziative che possano rendere il

Canada un paese migliore e più aperto, solidale e di supporto per i giovani. Durante la discussione è stato spontaneo e divertente e ha dialogato con tutti i giovani della delegazione. L’evento si è concluso quando il suono di un campanello ha chiamato il Primo ministro a partecipare ad una votazione: ma prima di lasciare la sala, ha voluto prendersi il tempo per scattare una foto con ognuno dei componenti della delegazione che ha personalmente ringraziato per la partecipazione».

Auguri a Loredana Bernardi Guidorzi per il suo compleanno Durante il mese di maggio hanno fatto visita all’Associazione Alcides Bernardi, tra i fondatori e primo presidente del Circolo trentino di Jau (San Paolo - Brasile), e sua moglie Rita Ester Masiero. Hanno portato una fotografia della loro nipote, Loredana Bernardi Guidorzi, che il 7 aprile scorso ha compiuto due anni, per farle gli auguri anche attraverso il nostro giornale. Loredana è figlia di Monica Bernardi e Gaudenzio Guidorzi Neto.

«Nel solco degli emigranti» premiato a Conegliano Migliaia di lettori sui «social» per «il NordEst Quotidiano» Anche il NordEst Quotidiano, testata digitale che copre il territorio di quattro regioni (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) e due euroregioni (Tirolese e Senza i l media. di D ll’i i i di magConfini), sbarca sull’arcipelago dei social Dall’inizio gio è presente su google+ e su Facebook con già qualche migliaio di lettori. Un servizio utile per le migliaia di emigranti da questi territori che desiderano rimanere informati su quanto accade nella terra delle loro radici, sia per dare informazioni di quanto fanno gli emigranti dal NordEst nei paesi di nuova residenza.

Nella sezione «Storia vitienologica internazionale» del «Concorso Letterario degli Ambasciatori delle Città del Vino» il primo premio è stato assegnato a Flavia Cristaldi, Delfina Licata, le due curatrici del libro dal titolo «Nel solco degli emigranti. I vitigni italiani alla conquista del mondo». Il Premio, a cadenza annuale, istituito dal coordinamento degli Ambasciatori delle Città del Vino, è riservato a libri, ricerche, opere o innovazioni documentate dedicate al settore

vitivinicolo o ai suoi prodotti derivati (uve da tavola, uve passe, succhi, grappa, ecc.), e pubblicati nei due anni precedenti il bando sia in Italia si all’estero. La consegna dell’attestato, ritirato dalla professoressa Flavia Cristaldi, è avvenuta il 10 maggio scorso a Conegliano, presso l’Aula Magna della Scuola Enologica. Era presente anche Maurizio Tomasi, direttore del periodico «Trentini nel mondo», autore di uno dei ventisette capitoli del libro.

Per comunicare con la redazione del mensile:

redazione@trentininelmondo.it 5 - 2016

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GENTE E FATTI È STATA PROROGATA FINO AL 15 NOVEMBRE LA MOSTRA «LAUDATO SI’» NELLA CHIESA DI SANT’IGNAZIO A ROMA

Dalle sculture in rame di «Mastro7» l’appello ad avere cura della Natura In tre mesi almeno 130.000 persone hanno visto e apprezzato la mostra «Laudato si’ - Alle radici della vita» con le opere dell’artista trentino Settimo Tamanini, in arte Mastro 7, esposte all’interno della Chiesa di Sant’Ignazio a Roma. Anche in considerazione del grande successo riscosso, è stato deciso di prorogare la mostra

L’

itinerario artistico non vuole essere una mostra come le altre, ma un percorso, una “camminata” interiore nella Vita, durante la quale l’artista ci prende per mano per condurci alla profondità delle Radici di Vita Cristiana. L’itinerario si apre con l’albero dello Stupore, il Mandorlo, primo a fiorire nell’incipiente primavera. Ci apre con stupore ad uno scenario capace di continuare a meravigliarci, incantando fino alla fine. Ci si dirige poi al Melo, albero del Peccato, sotto il quale Eva conduce il suo Uomo perché colga il frutto proibito, peccando. L’albero della “dannazione” ci introduce alla consapevolezza del nostro limite: l’umano, chiamato ad un continuo e costante cammino di Santità e Redenzione. Proseguendo ci coglie l’imponenza del Castagno, in cui il rame prende le forme di questi meravigliosi frutti e delle spine che li avvolgono, come ad indicare l’umana contraddizione: l’uomo capace di frutto e spine. Giungiamo così al Melograno, di bassa statura, ma di prospero frutto. L’Albero che dà molto frutto, come l’Uomo diviene un chicco di quella grana quando si mette in cammino verso l’Eterno Amore. In questo atteggiamento meditativo l’artista ci conduce all’Oreb, il roveto ardente, Fuoco delle nostre Passioni, incessantemente insoddisfatte pur se assecondate, le nostre Croci, ineffabili debolezze come fragili rami al vento, rinsecchiti e bruciati, avviluppati in un vortice incessante e infuocante che tutto distrugge. L’itinerario conduce poi all’Ulivo, da sempre messaggero di Pace (“Pace e Giustizia si bace-

fino al 15 novembre. Una decisione accolta con grande soddisfazione dall’autore delle opere e dalla Fondazione San Vigilio, promotrice dell’evento in collaborazione con la Comunità di Sant’Ignazio di Loyola a Roma. Gabriella Orlando (nella foto qui sotto insieme a Mastro 7 davanti alla scultura

del mandorlo) è una «pietra viva» e una delle volontarie che accompagnano i visitatori della mostra. Le abbiamo chiesto di condurre anche i nostri lettori lungo l’itinerario che porta a scoprire le otto sculture in rame nativo soffiato a fuoco e fiammato realizzate da Mastro 7, che rappresentano altrettante piante.

È bello rintracciare nel volto di turisti e pellegrini il segno lasciato dall’artista: l’atteggiamento contemplativo, la meraviglia, lo stupore, l’unione con la natura, il pathos tutto umano, l’intimità con Dio, la gratitudine, l’incanto, la riconoscenza ranno”, Sal 85,11), Albero che si innesta alle profonde radici della Terra e della Vita, innalza i suoi rami al cielo come Maria innalza le sue braccia in un urlo disperato, ma consapevole, nel compianto del Figlio morto in Croce. Di qui l’artista per mano ci conduce all’agognato ristoro: il Fico, da sempre simbolo di Ospitalità, l’albero più ombreggiante, che offre al contadino ristoro

dall’umana fatica, come Cristo ci accoglie Ospiti fra le sue braccia durante il Viaggio della Vita. Rincuorati nello Spirito, l’Uomo giunge a Vita Nuova sotto l’Albero della Vita (non a caso l’omonimia), la Vite; rinnovato dall’Amore del Sangue versato dal Cristo Risorto. È bello rintracciare nel volto dei turisti e pellegrini il segno lasciato dall’artista: l’atteggiamento

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contemplativo, la Meraviglia, lo Stupore, l’unione con la Natura, il Pathos tutto umano, l’Intimità con Dio che si manifesta attraverso il “giardino della Vita”, la Gratitudine, l’Incanto, la Riconoscenza e il Riconoscimento in parte o in tutto di una fase o di un momento della vita che imiti anche solo per un attimo quella di Cristo. È interessante vedere come tanta Bellezza si declini differentemente nelle diverse culture, persino nelle diverse religioni, nella consapevolezza che la Bellezza e l’Amore salveranno il mondo, unificandolo! Tedeschi e americani si mostrano grandi amanti della natura, in grado di apprezzarne il significato e la Missione, indiani e orientali in generale si fanno testimoni di un profondo coinvolgimento contemplativo, ma tutti (o quasi) non esitano a lasciarsi toccare nel profondo per risalire alle Radici della Vita. Se l’Arte, che è riproduzione della Natura, è capace di tanto Stupore, allora la Natura (Physis) diviene un tesoro da custodire gelosamente, lontano dal consumismo compulsivo e dilagante della nostra società, che ci chiama, oggi più che mai, ad assumere Consapevolezza del Mistero che questa racchiude in dono per Noi, a Noi destinata, seppur sottratta al nostro abuso. Proteggiamola, quindi, da un uso sbagliato e smodato, consci che risparmiare sofferenza e distruzione all’Ambiente, giardino fiorito e rigoglioso donatoci da Dio, significa aderire al motto “meno è di più”, un impegno faticoso e una Promessa di Eternità da lasciare generosamente a chi giungerà dopo di noi su questa Terra. Gabriella Orlando 5 - 2016


L’Australia è di

S

ono passati ormai quasi sette anni da quando nel settembre del 2009 mi sono trasferito in Australia. Le ragioni di questa scelta sono molte e diverse, ma soprattutto vanno ricercate nel desiderio, che si è sviluppato in me in maniera sempre crescente nel corso degli anni, di viaggiare e di conoscere persone e culture nuove. Già all’età di quattordici anni ho cominciato il mio percorso d’indipendenza e di scoperta del modo. Infatti, da Telve, dove sono nato nel 1980, il mio piccolo paese nel cuore della Valsugana, mi sono trasferito a Trento per frequentare il liceo scientifico, vivendo in collegio. Conseguito il diploma di scuola superiore, la mia grande passione per il design e le costruzioni mi ha portato a Venezia per studiare all’università di Architettura nei tre anni successivi. Venezia è una città bellissima, meta turistica per milioni di persone ogni anno. La comunità studentesca è molto attiva ed anche se la vita è relativamente tranquilla l’opportunità di socializzare con persone provenienti non solo da tutta Italia ma anche da numerosi paesi del mondo è estremamente elevata. Credo che in questi anni il mio desiderio di scoprire il mondo abbia subito una netta accelerazione. Durante il terzo anno di università, infatti, ho richiesto di partecipare al programma Erasmus. Si tratta dell’opportunità per studenti universitari di frequentare un anno di studio in un’altra città europea. La mia scelta è ricaduta sull’arcipelago delle Canarie in Spagna e più precisamente sulla città di Las Palmas de Gran Canaria. Sono stati sei mesi splendidi, dove ho imparato una nuova lingua, ho appreso nuovi metodi di studio e visto da vicino uno dei posti, a mio avviso, più belli al mondo sia per il clima primaverile durante la maggior parte dell’anno sia per gli splendidi paesaggi in alcuni casi ancora incontaminati. Rientrato in Italia e conclusi gli studi in architettura, mi sono stabilito per alcuni mesi in Trentino lavorando a tempo pieno per uno studio locale, studio per il quale stavo già collaborando da diversi anni. Il Trentino-Alto Adige per la 5 - 2016

A sinistra, il momento del conferimento della cittadinanza australiana. A fianco, in visita alla National Gallery of Victoria. In basso, il panorama dalla finestra della casa dove abita. Sull’altra pagina, con Julie Bishop, ministro degli esteri australiano.

sua grande attenzione al rispetto dell’ambiente naturale e per la vicinanza al mondo germanico è sempre stata una regione sensibile alla sostenibilità e al risparmio energetico delle sue costruzioni. Inoltre la voglia di migliorarmi professionalmente e di continuare nel mio viaggio alla scoperta del mondo mi ha portato nella primavera del 2006 a frequentare un master in architettura sostenibile all’università Mater Studiorum di Bologna e in seguito a collaborare per qualche tempo con l’architetto andaluso Jaime Lopez de Asiain, uno dei maggiori esperti a livello internazionale di architettura bioclimatica. Trasferitomi a Siviglia, sotto la sua guida e supervisione, ho avuto la possibilità di collaborare al progetto di riqualificazione di uno dei padiglioni dell’esposizione universale del 1992, che sarebbe stato convertito nell’agenzia Andalusa dell’Energia.

La vita nel sud della Spagna è certamente rilassante e piacevole ma la necessità di concludere il master a Bologna e le opportunità lavorative che si stavano materializzando in quel momento in Italia, mi hanno richiamato a casa. Rientrato in Trentino, ho cominciato a lavorare come libero professionista collaborando, allo stesso tempo, con uno studio di progettazione d’interni ed altri studi di architettura come freelance. Dopo due anni intensi e ricchi di soddisfazioni, la decisione di preparare ancora una volta la valigia e partire per questa nuova avventura che, come detto, sta ormai durando da quasi sette anni. Ora vivo in maniera permanente a Melbourne e circa un anno e mezzo fa sono riuscito persino ad ottenere l’ambita cittadinanza. È stato un processo relativamente lungo nel quale ho dovuto affrontare momenti più o meno complicati. Il primo anno a Sydney, infatti, non è stato dei più semplici. L’adattamento ad una nuova città, ma specialmente ad una lingua, l’Inglese, che avevo studiato a scuola ma che una volta confrontata con la pronuncia australiana ha messo a dura prova il mio livello di comprensione e comunicazione. Inoltre il fatto di dover ricominciare a ricreare una serie di contatti sia professionali che non, ha reso le cose ancora più complicate. Ai primi momenti di difficoltà però si contrappongono, col passare degli anni, quelli in cui inizi ad apprezzare gli aspetti positivi

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Alessandro Dalsasso, nato nel trasferito in Australia nel settem come Project Leader per uno stu progetti a varia scala sia arch la laurea a Venezia ha frequen sostenibile, ha collaborato co Lopez de Asiain, uno dei mag bioclimatica e ha lavorato in Tre Dell’Australia, paese del qual apprezza la multiculturalità de della vita quotidiana, la prope la possibilità che offre di rea sulla base della capacità per


iventata la mia seconda casa

1980 a Telve in Valsugana, si è mbre 2009. Lavora a Melbourne udio di architettura e si occupa di itettonica che di interni. Dopo ntato un master in architettura on l’architetto andaluso Jaime ggiori esperti di architettura entino come libero professionista. le ha ottenuto la cittadinanza, ella popolazione, la semplicità nsione al rispetto delle regole, alizzarsi sul posto di lavoro rsonali e dei risultati ottenuti

«Le porte per un eventuale ritorno sono sempre aperte e se un giorno deciderò di tornare in Italia lo farò con grande entusiasmo e con la voglia di dare il mio piccolo contributo a far sì che si possa rendere nuovamente il nostro splendido paese un posto speciale e bellissimo dove vivere» di questo splendido paese. Quando capisci che l’Australia pur non essendo la tanto ambita «America» dei primi del ’900, è comunque un posto meraviglioso dove la semplicità della vita quotidiana fa da padrone e dove il rispetto delle regole è più sentito che in molti altri paesi del mondo, capisci che in fondo pensare di vivere qui per qualche tempo non è poi un’idea così assurda. Inoltre, in Australia, città costituite da milioni di abitanti si possono paragonare a centri medio-piccoli italiani per via di trasporti pubblici efficienti, del traffico relativamente contenuto, di un sistema sanitario affidabile e per la bellezza dei luoghi cittadini. Non a caso, infatti, Melbourne è stata nominata, per il quinto anno consecutivo la città più vivibile al mondo. È vero, io vengo da una regione, il Trentino Alto-Adige, da molti considerata anch’essa un’oasi felice. Oggi però le cose sono un po’ cambiate. Il Trentino non ha di sicuro perso la sua bellezza e la cordialità delle persone, ma la vita è un po’ più difficile. Molti giovani, come ormai da un po’ tempo per il resto d’Italia, stanno guardandosi intorno alla ricerca di nuove opportunità. Un altro degli aspetti che colpisce di più di questo grande paese è la multiculturalità della sua popolazione. Se si pensa che più di un quarto degli abitanti sono nati all’estero si capisce come questo sia un posto dove persone di nazioni diverse si fondono in un unicum chiamato Australia. Inoltre in un periodo nel quale il tema dell’immigrazione e dell’integrazione sono di estrema attualità questi aspetti vengono ulteriormente apprezzati. Non si può nascondere che pure qui vi siano contraddizioni e situazioni che non fanno onore

a questo bellissimo paese, ma anche se la strada per la creazione di una società senza barriere culturali è ancora lontana, di sicuro il percorso intrapreso è quello giusto. Sono convinto che le origini e le proprie tradizioni vadano conservate e tramandate ma anche condivise ed a volte perché no, persino fuse con altre. Per questo ogni settimana vi sono festival dove aspetti come la cucina, l’arte e le diverse tradizioni vengono valorizzate e presentate a tutta la popolazione. Per quanto mi riguarda, ho amici di diverse nazionalità e culture. Alcuni sono nati in Australia ma comunque da genitori immigrati qui da altri paesi. Dopo un primo impatto di diffidenza si capisce che la diversità nella maggior parte dei casi rappresenta un arricchimento. Ormai mi sono pienamente ambientato a Melbourne, anche

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grazie alle soddisfazioni date dal mio lavoro. Sono Project Leader per uno studio di architettura della città per il quale mi occupo di progetti a varia scala sia architettonica che di interni. La compagnia ha uffici a Melbourne, Sydney, Canberra, Brisbane e Hobart con all’incirca 60 collaboratori. In azienda ognuno è molto responsabilizzato ed allo stesso tempo riceve grande libertà sia dal punto di vista del design che della gestione del progetto. C’è sì il rispetto dei ruoli e delle gerarchie ma prima di tutto quello della persona, dal CEO fino allo studente che sta svolgendo un periodo di stage. Ad ognuno viene data considerazione e l’opportunità di esprimere le proprie idee. In questo modo scalare le gerarchie aziendali non è solo una questione di età ma piuttosto di capacità e risultati ottenuti. Questo aspetto stimola molto le persone ambiziose e le spinge a fare sempre meglio non solo per il bene della compagnia ma anche di quello personale. Onestamente non ho ancora deciso quale sarà il mio futuro. La nostalgia dell’Europa e della mia ‘prima’ casa si fa sentire ogni giorno, pur vivendo molto bene la quotidianità. Anche avendo due passaporti, e quindi due nazionalità, sento molto forte il legame con le mie origini italiane ed in particolare quelle Trentine. Cerco di tornare in Italia almeno una volta all’anno anche se mi piacerebbe farlo molto più spesso. Purtroppo i circa sedicimila chilometri di distanza non aiutano. Questo è infatti il problema più grosso. Tutta la mia famiglia vive in Italia e pur avendo dovuto fare di necessità virtù ho ancora moltissimi amici che risiedono nel Bel Paese e con i quali mi sento molto spesso. Le porte quindi per un eventuale ritorno sono sempre aperte e se un giorno deciderò di tornare in Italia lo farò con grande entusiasmo e con la voglia di dare il mio piccolo contributo a far si che si possa rendere nuovamente il nostro splendido paese un posto speciale e bellissimo dove vivere Alessandro Dalsasso 5 - 2016


di Mario Anelli FONDATA NEL 1965, SEDE A VOLANO, È NEL RISTRETTO NUMERO DEI LEADER ITALIANI NELLA TECNOLOGIA DEL FORO FINESTRA

«Roverplastik», ricerca e innovazione per produrre 14.000 km di guarnizioni

«I

dee concrete - soluzioni flessibili» recita lo slogan di Roverplastik spa, l’azienda con sede a Volano nei pressi di Rovereto fondata nel 1965 da Renato Festi che la presiede da allora. All’inizio un solo estrusore: in tramoggia il granulato sintetico, calore e dalla trafila uscivano stecche per tapparelle in plastica, materiale nuovo per quei tempi. Ora la società spicca tra le imprese maggiormente evolute ed è nel ristretto numero dei leader italiani nella tecnologia del foro finestra. Tra i suoi prodotti di punta si trovano le guarnizioni per porte interne, esterne, blindate, tagliafuoco e per serramenti in legno. Pochi modelli all’inizio fino ai 300 attuali per ogni esigenza: la flessibilità in opera. La vasta gamma produttiva comprende anche cassonetti prefabbricati e blocchi termoisolanti per finestra, avvolgibili in pvc, alluminio ed acciaio antieffrazione, sistemi motorizzati per l’apertura degli scuri a battente e gocciolatoi in alluminio per serramenti in legno. Spiccano le prestazioni termiche ed acustiche. Concreta Roverplastik lo è fin dalla progettazione, quando le idee sono protese a migliorare prodotti già esistenti oppure a realizzarne di nuovi per rispondere alle richieste della clientela, serramentisti, portaioli e costruttori edili ed a normative ambientali stringenti. «La duttilità impronta tutto il nostro operare» sottolinea Mario Liberali, in azienda dal 1980 dove

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Anche blocchi termoisolanti per finestra, avvolgibili in pvc, alluminio ed acciaio antieffrazione e sistemi motorizzati per l’apertura degli scuri a battente rientrano nella gamma produttiva dell’azienda

A destra Mario Liberali, direttore generale della Roverplastik e qui sopra un edificio realizzato con l’impiego di prodotti Roverplastik (www.roverplastik.it)

ha percorso tutte le tappe fino a diventare direttore generale. «Abbiamo incrementato la nostra area ricerche e sviluppo anche con l’introduzione di giovani ingeneri dei materiali provenienti dall’università trentina. Qui da noi un anno è sempre diverso dall’altro, l’evoluzione è continua. Anche per tale motivo abbiamo resistito alla crisi che ha investito l’Italia negli ultimi anni. Tutto ciò ci consente di essere forti nella fascia medio alta del mercato». Lavora al suo fianco un pacchetto di mischia composto da Loris Bettinazzi (direttore commerciale), Gabriele Battisti (direttore vendite) ed Aldo Guardini (direttore tecnico ed area ricerca e sviluppo). Un evidente esempio d’innovazione e qualità di Roverplastik si trova proprio a Rovereto (località

San Giorgio) nella residenza «Alla Masera». Qui la spa ha installato sistemi su misura con performances acustiche e termiche certificate presso i migliori istituti internazionali nel primo condominio italiano certificato Casa Clima Nature. L’attività continua di ricerca ha permesso di innovare tutte le linee prodotto, quelle delle guarnizioni sono passate da cinque a sette sicché riescono ad estrudere annualmente 14.000 km di guarnizione di cui 3.000 destinati al mercato estero. La ditta realizza inoltre 5.500 fori finestra con tapparelle, cassonetti o blocchi prefabbricati. Per innovare collabora strettamente con le facoltà di ingegneria ed economia dell’Università trentina, con l’Unione costruttori chiusure tecniche, con il Centro

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formazione pvc ed è partner di Casa Clima, Habitech, Centro formazione pvc, Anit, ecc... Ora conta 85 dipendenti nello stabilimento di Volano, al lavoro su oltre 25.000 mq suddivisi in quattro blocchi, coperti per 16.400 mq e nonostante la crisi nazionale, negli ultimi 12 mesi ha raggiunto un fatturato di undici milioni di Euro. La spinta crescente verso mercati esteri, specialmente nel settore delle guarnizioni, consente alla spa di esportare quasi l’8 per cento della sua produzione. Gli obiettivi fissati mirano a superare l’attuale fatturato (mezzo milione di Euro in Brasile,150.000 Euro in Grecia ed a seguire Spagna, Romania, Europa dell’Est e Paesi arabi). Dall’inizio 2016 ha aperto anche un apposito ufficio di rappresentanza negli Usa, ha stabilito nuovi rapporti commerciali in Cile ed Argentina ed ha di recente firmato un accordo con la Cina.


Prodotti di eccellenza per costruzioni prestigiose I prodotti in opera di Roverplastik sono visibili in molte prestigiose costruzioni in Italia ed all’estero. Eccone alcune. In Trentino, ad esempio, nelle residenze «Alla Masera» di Rovereto S. Giorgio, primo condominio italiano certificato Casa Clima Nature e «Panorma» di Trento. Ad Arco nella «Olivenheim» realizzata con materiali naturali quali pietra e legno. Oppure a Cadine, sobborgo di Trento, nella nuova Residenza assistita per anziani.

plesso «Le A Milano nel complesso Terrazze Ripamonti», a Giussano minone», area in Lombardia nel «Caminone», residenziale con parco e spazi commercchia manifattura, ciali ricavati da una vecchia rrazze su città alta». a Bergamo in «Le Terrazze Le Tre Pole» ed in BaEd ancora, a Roma a «Le ittà dei Sassi patrimonio silicata, a Matera, la Città esco. dell’umanità per l’Unesco.

RENATO FESTI, 83 ANNI, FONDATORE DELLA ROVERPLASTIK, RIPERCORRE LE PRINCIPALI TAPPE DELLA STORIA DELLA SUA AZIENDA

I dipendenti sono oggi ottantacinque Ad 83 anni, Renato Festi è in azienda ogni giorno. Macchinari, addetti e dirigenti sono sotto i suoi occhi attenti. È un presidente a tempo pieno, anche in produzione? «Mi piace stare in azienda, devo pure fare qualcosa... entro alle nove, ora me la prendo un po’ con calma, fino a pochi anni fa c’ero già prima delle sette». Quando iniziò a lavorare? «A 15 anni, a Rovereto, nell’azienda Xilos per due anni e poi alla Komarek per 13. Da magazziniere fino a responsabile della produzione. Producevano tapparelle in legno. Negli ultimi tempi entrò la plastica e tutto cambiò. Io me ne andai e mi misi in proprio». Perché? «Conoscevo i procedimenti, la clientela ed il mercato era promettente». Che fece a quel punto? «Presi in affitto un sottoscala da un amico a Rovereto, vi installai un estrusore ed iniziai a produrre le stecche per le tapparelle in plastica. Era questo materiale la grossa novità. Lavoravo da solo e fu allora che chiamai la mia ditta Roverplastik. Forse non ebbi molta fantasia, ma era il nome

Renato Festi, presidente Roverplastik Spa (al centro nella foto) all’inizio della sua attività in proprio, avviata nel 1965 prima a Rovereto e poi a Volano.

adatto. Nel 1969 mi trasferii a Volano dove acquistai un piccolo capannone, ma dopo solo sei mesi dovetti traslocare perché l’Anas vi realizzò una strada variante della statale per eliminare una curva pericolosa». Un inizio piuttosto movimentato. «Però fui fortunato, infatti incassai più di quanto m’era costato. Ho potuto così comperare una vecchia falegnameria fallita dove continuai la produzione

delle stecche acquistando all’esterno gli accessori, vendendo a serramentisti e ad imprese edili, come oggi. Nel corso degli anni ho ampliato la sede fino a realizzare i quattro blocchi dello stabilimento attuale». Come trovò il denaro necessario all’avvio? «Lo chiesi in prestito a miei parenti, ero appena sposato, avevo 33 anni, mi aiutarono. Mi servivano 5 milioni di lire per acquistare la mia prima trafila,

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una Amut di Novara. Com’era in quei tempi il mondo dell’impresa a Rovereto? «In effervescenza, c’erano gli effetti del boom economico iniziato poco prima, furono gli anni migliori. Operavano la Grundig, la Bianchi delle biciclette, la Cartiera, la Manifattura Tabacchi, solo per dire alcuni dei nomi noti. Poi venne il tempo delle rivolte sindacali ed agli inizi degli anni ’70 arrivò la crisi petrolifera ed energetica. Tutto diventò più difficile». Come se lo ricorda il Trentino di allora? «Segnato dal grande sviluppo dell’edilizia, da 1955 fino al 1970. In quei tempi bastava lavorare». Quando iniziò ad assumere dipendenti? «Quattro anni dopo l’apertura della mia azienda. Ora sono 85». Pensa al futuro di Roverplastik? Si, vedo in mia figlia Alessandra ed in suo marito Loris la continuità della proprietà aziendale. Coadiuvati dall’attuale valido management, proseguiranno in modo proficuo nella missione da me iniziata tanti anni fa. 5 - 2016


CIRCOLI IL VIAGGIO, AL QUALE HANNO PARTECIPATO VENTITRE SOCI DEL CIRCOLO TRENTINO, SI È SVOLTO DAL 5 AL 7 MAGGIO

Dal Ticino verso Bologna e Piaceza per la tradizionale gita primaverile «M

a quanta fretta, ma dove corri, dove vai..?» Per la prima volta il bus era in largo anticipo sull’orario di partenza!!!! Che voglia di viaggiare! Siamo in pochi quest’anno, solo ventitre e siccome siamo persone “diversamente giovani”, vi faccio un breve riassunto di quello che abbiamo visto e vissuto. Partiti da Chiasso alle ore 8.00 del mattino di giovedì 5 maggio, dopo qualche chilometro ci siamo imbattuti in una bella colonna, ma siccome gli animi erano alti, quasi non ci siamo accorti che eravamo arrivati alla prima sosta “pipì e caffè”. Verso le 12.30 siamo “sbarcati” in albergo a Bologna. Dopo un pranzo luculliano e un breve riposino ci siamo incamminati alla scoperta di Bologna “la dotta”. Da piazza San Francesco e passando sotto l’arco Toresotto di Porta Nuova siamo entrati nella città vecchia. Abbiamo ammirato i vari palazzi monumentali, siamo passati davanti alla casa natale di Guglielmo Marconi proseguendo per la piazza del Municipio o Palazzo Accursio. La statua di San Gregorio XIII troneggiava sopra l’entrata e nel chiostro un curioso “salotto di pietra” ci dava il benvenuto. Abbiamo visitato alcune bellissime sale riccamente decorate e salito e disceso una particolare scalinata progettata apposta anche per i cavalli.

Dopo la foto di rito nel “salotto buono” siamo usciti per proseguire verso la biblioteca comunale dell’Archiginnasio... una magnificenza!!! Questa è l’Università più antica d’Europa. Percorriamo scalinate magnificamente dipinte, lunghi corridoi pieni di storia e di storie ed entriamo nella sala denominata “Teatro Anatomico”. Lì l’anatomia umana si è proprio studiata! Tutti diligentemente seduti abbiamo ascoltato la guida che ci spiegava lo svolgimento delle lezioni. Le varie statue rigorosamente scolpite in legno di pino e la loro rappresentazione ci guardavano dall’alto. Che meraviglia! Quanto sapere! Ci siamo poi spostati a visitare la Basilica di San Petronio, consacrata nel 1954 (564 anni

dopo la posa della prima pietra) in marmo bianco e rosa che rappresentano i colori della bandiera della città. Girando intorno alla piazza siamo giunti sotto la Torre degli Asinelli e la Torre Garisenda. Continuando abbiamo chiuso il cerchio visitando la sala della “Vecchia Borsa”, ma non la borsa valori odierna, ma la borsa dove si quotavano i prodotti agricoli. Rientrati in albergo e dopo una veloce doccia, la cena. Eravamo talmente stanchi che non siamo riusciti a mangiare molto. Verso le 22.30 la maggior parte di noi si è ritirata. Buona notte! Il secondo giorno di buon mattino e dopo una ricca colazione alle 8.40 siamo partiti verso San Giovanni in Persiceto per visitare

un caseificio dove si produce il Parmigiano Reggiano. Naturalmente... tutti chi più chi meno, erano esperti nel produrre formaggio... ma nonostante ciò vi siete appassionati a vederne la lavorazione e i vari passaggi di produzione. Ma la sorpresa più grande è stata quando abbiamo visto il magazzino di maturazione… vi ricordate quante forme? E la macchina che le puliva non era particolare? Di fronte al caseificio c’erano le stalle con ben 400 mucche divise per età e ci è stato spiegato come le tenevano. Alcune erano incinte altre no e si potevano distinguere dal contapassi che era allacciato alla gamba. Quando arrivavano a contare tot passi venivano ingravidate. Poi la gita è proseguita

LA LETTERA INVIATA DAL COORDINATORE DEI CIRCOLI DELLE GERMANIA PER LA CERIMONIA DEL 3 GIUGNO A MARCINELLE

Uniti nel ricordo della tragedia e di Rino Riportiamo il testo del messaggio inviato da Enrico Defrancesco a Giuseppe Filippi, coordinatore dei Circoli trentini del Belgio, in occasione della cerimonia del 3 giugno a Marcinelle quando è stata scoperta una targa della Trentini nel mondo (articolo a pagina 4). «Cari amici del Circolo trentino di Charleroi, i Circoli Trentini della Germania sono presenti mentalmente e idealmente con voi nella commemorazione e nel ricordo che state vivendo in questo 3 giugno a Marcinelle. L’ 8 agosto 1956, ricordo ancora oggi con emozione quella data: ero un ragazzo 5 - 2016

di dodici anni, la radio divulgò la terrificante notizia della tragedia di Marcinelle: tanti Italiani si trovavano fra le vittime, anche un trentino. Questo fatto rimase in me per sempre quasi come un emblema della realtà “vera” dell’emigrazione, emigrazione vista non solo come ricerca di un lavoro umano e solido, apertura a un nuovo mondo, incontro di culture diverse, ma anche come serbatoio di tanti rischi, di delusioni, di pericoli imprevedibili e portatori di lutto e di sofferenze.

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Primo giugno 2009: un’altra tragedia colpisce l’umanità e la comunità dei Trentini all’estero. In nostro Rino Zandonai (insieme a Giovanni Battista Lenzi e a Luigi Zortea)ci lascia in modo tragico, fisicamente non è più presente con e fra noi, ci affida però un testamento spirituale, non scritto, un esempio di vita dedicata agli altri, a chi è spesso solo, non compreso, senza prospettive per il futuro. Personalmente io l’ho incontrato solo alcune volte, in occasione di riunioni e assemblee a livello europeo. Ci


CIRCOLI

«Festa di Primavera» del Circolo del Ticino, un altro successo Come ogni anno il Circolo Trentino Ticinese (Svizzera) organizza la Festa di Primavera e ogni volta è un gran successo! Anche quest’anno, domenica 24 aprile, la partecipazione è stata grande, eravamo circa una cinquantina. I nostri soci amano in particolare i crauti verso lo spaccio dove quasi tutti abbiamo comperato formaggio e altro. Abbiamo proseguito verso Vitta Aretusi dove ci aspettava un buon pranzetto e dopo, con comodo, verso Piacenza, dove siamo arrivati verso le 17.30 e ognuno era libero di andare dove voleva a visitare il centro storico. Anche Piacenza è una bella città con tutte le sue chiese e i suoi monumenti. Alle 20.00 ritrovo al settimo piano dell’Hotel Roma con una vista bellissima sulla città e per cambiare ci siamo riempiti la pancia. Poi un amaro, un caffè, un cognac o altro e tutti a nanna. Terzo giorno: la colazione è un momento individuale e pieno di sentimento. Infatti dopo essersi

con i vari contorni e noi facciamo di tutto per accontentarli. In quel di Davesco nella sala multiuso, ci sforziamo di accogliere e far divertire i nostri ospiti. Un bell’aperitivo, un pranzo ricco, un dolce che neanche le migliori pasticcerie hanno, un buon caffè corretto,

svegliati ognuno di noi agisce diversamente dall’altro e li si vedono i diversi caratteri. Un buon giorno all’altro e ci si butta su un buon caffè con cornetto. Alle 9.00 avevamo un appuntamento con una guida locale per la visita alla città. Per primo dentro Palazzo Farnese la guida ci ha raccontato la storia della città. Fu infatti la prima città ad aderire alla formazione d’Italia. Proseguendo verso il centro siamo entrati nel Duomo dove la guida ci ha svelato i vari particolari di quell’arte medievale. Andando oltre siamo entrati nella chiesa di Sant’Antonino dove la particolarità era l’entrata messa lateralmente perché si affacciava sulla via francigena percorsa dai pellegrini.

uno stare insieme per raccontarci le ultime e alla fine una ricca lotteria. Passiamo una giornata piena di allegria e quello che conta è stare tutti in compagnia. Grazie cari soci per la vostra partecipazione e un arrivederci alla prossima occasione. Maria Rosa

Si prosegue verso Piazza dei Cavalli dove si erge il Palazzo Comunale o Palazzo Gotico e di fronte il Palazzo del Governatore. La guida spiega le varie architetture e i dettagli che spiccano. La Madonnina, i segni degli evangelisti ai quattro angoli, i cavalli che sono uno in movimento e l’altro fermo, la meridiana e il calendario. Finita la visita, tutti al bus dove siamo partiti verso Castell’Arquato e andare a pranzo. Che meraviglia di sito!!! “Ristorante Stradivarius” ai piedi del Castello nel palazzo Stradivari. Abbiamo mangiato divinamente bene. D’altro canto bisogna dire che Riccardo ci ha abituato a ristoranti e alberghi di gran lusso siete d’accordo?

Finito il pranzo siamo saliti a piedi a vedere la Rocca Viscontea appena sulla colma, il Palazzo del Podestà subito di fronte sulla piazza, a sinistra la Colleggiata dedicata a Santa Maria Assunta e a destra il Municipio. Scendendo ci siamo imbattuti nella casa di Luigi Illice, poeta e librettista, legato a Giacomo Puccini per il quale scrisse i libretti della Bohème, della Tosca e di Madama Batterfly. Scrisse anche per Mascagni l’Iris. Dopo aver visto tanta bellezza siamo partiti per il rientro. Ci porteremo nel cuore quello che abbiamo visto per i nostri ricordi. Grazie a tutti di aver partecipato, auguro a tutti i nostri soci una serena e bellissima estate. Ciao Maria Rosa

L’emigrazione, oltre che ricerca di un lavoro umano e solido, apertura a un nuovo mondo, incontro di culture diverse, è anche serbatoio di tanti rischi, di delusioni e di pericoli portatori di lutto e di sofferenze

siamo però capiti subito, forse anche perchè avevamo alle spalle una professione comune: insegnanti all’estero di alunni italiani. Alla fine di una riunione qualche anno prima della sua morte, mi diede una piccolo labaro dell’Associazione Trentini nel Mondo, dicendomi queste parole: “Tienilo a casa tua, ma porta il suo significato e il suo valore

sempre con te, ovunque tu vada”. Un proverbio dice: “ Un’ora felice supplisce a cento ore tristi”. Quest’ora felice è per voi, cari amici del Circolo di Charleroi , il 55°anniversario del vostro Circolo! Noi tutti ci congratuliamo con voi per questa meta raggiunta, ma anche e soprattutto per lo spirito, la convinzione e la dedizione con le quali avete portato avanti e vissuto tutti questi anni di vita associativa. Quando sento il nome “Charleroi” mi sento invaso da un sentimento di ammirazione ma anche di tristezza. Ammirazione per la vostra vitalità, per l’organizzazione e la solidità del

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vostro Circolo; tristezza per i molti circoli, soprattutto in Europa, che hanno problemi di sopravvivenza e che “tirano avanti” in qualche modo senza solide prospettive. Importante però è che questi Trentini di terza, quarta, ecc. generazione, vivano in modo serio e valido la loro vita, portando avanti, spesso in modo non cosciente, ciò che hanno appreso dai loro progenitori trentini. Dunque: molti sguardi e ricordi del passato, ma anche tante speranze, progetti e soddisfazioni per il futuro. AD MULTOS ANNOS! Enrico Defrancesco Coordinatore dei Circoli Trentini della Germania

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DALLE VALLI PER LE DUE CLASSI VINCITRICI DEL CONCORSO DI DISEGNO PROMOSSO IN OCCASIONE DELLA FESTA DELL’MIGRAZIONE 2015

Viaggio premio da Levico a Genova per visitare «Memoria e Migrazioni»

L

a scorsa primavera l’associazione Trentini nel Mondo, in occasione della festa dell’emigrazione trentina che si sarebbe svolta a luglio 2015 a Levico Terme, ha indetto un concorso di disegno rivolto alle classi quarte della Scuola Primaria di Levico Terme. In premio c’era un viaggio premio di due giorni a Genova, luogo di partenza dei nostri migranti, per visitare il Galata Museo del Mare in cui è ospitata una mostra che ricostruisce le fasi del viaggio che i migranti sostenevano per giungere in America. Le quattro classi hanno aderito al concorso con entusiasmo; vincitrici sono risultate le classi IV D e IV C. Dopo un attesa di quasi un anno finalmente il 28 aprile 2016 siamo partiti per giungere alla nostra meta. La partenza è stata alle 6.30, ma già alle 6.15 eravamo tutti pronti e in trepidante attesa: non vedevamo l’ora di partire. Qualcuno aveva dormito poco, qualcuno si era svegliato presto atri sono stati svegliati dai genitori, ma comunque tutti puntualissimi. Abbiamo caricato zaini e valige e salutato i genitori. Abbiamo fatto una sosta a Trento per far salire le nostre accompagnatrici: Martina Saltori e Sabrina Moser, rappresentanti dell’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento, che ha organizzato e finanziato questa iniziativa. Le due accompagnatrici sono state subito molto disponibili e ci hanno anche portato una fiaba su Genova che la maestra Romina poi ci ha letto. Il viaggio è durato sei ore comprese le pause per la merenda e il pranzo. Poi eccola lì: Genova! Ci ha colpiti subito perché è una città che si affaccia sul mare, ma anche per come è stata costruita, infatti le case, visto il poco spazio, sono costruite più in altezza che in larghezza. L’autista ci ha fatti scendere al porto, poi ci siamo diretti al centro storico, che abbiamo visitato. Abbiamo visto la Basilica di 5 - 2016

Gli alunni durante la visita alla parte del museo nella quale sono ricostruiti gli ambienti nei quali dormivano gli emigranti. In basso, alcuni dei disegni realizzati per il concorso ed esposti durante la Festa dell’emigrazione 2015.

San Lorenzo, non visitabile, che contiene una bomba inesplosa; ci siamo spostati poi al Palazzo Ducale: favolose le due scalinate che portano in due aree separate dello stesso e poi… dalla finestra abbiamo visto la favolosa fontana di Piazza De Ferrari, non abbiamo resistito e siamo andati a vederla da vicino: bellissima! Poi abbiamo proseguito la nostra visita con la casa di Cristo-

foro Colombo e la chiesetta di S. Pietro in Banchi, situata sopra a molti negozi. Dopo aver acquistato alcuni souvenir siamo andati al Galata Museo del Mare che abbiamo visitato per un’ora in autonomia: tra mappe, quadri e ricostruzioni di navi; la cosa più divertente è stata la tempesta in 4D: veniva simulata una tempesta e noi dovevamo remare per non affondare.

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L’ultimo piano contenente la mostra “Memoria e Migrazioni”, tappa principale del nostro viaggio, dedicata all’emigrazione l’abbiamo visitata in compagnia di una guida che ci ha coinvolto così tanto con le sue spiegazioni, che ci ha trasformato in veri e propri migranti di terza classe. Sembrava di essere su una nave vera tanto era minuziosa la ricostruzione. I racconti fatti dalla guida ci hanno permesso di emozionarci tanto da immedesimarci con queste persone che partivano e passavano delle giornate terribili su queste navi. Ancora più intense sono state le nostre emozioni pensando che anche molti levicensi di fine 1800 sono partiti per questi viaggi della speranza. Alle 18.30 siamo andati in albergo dove abbiamo sistemato le nostre valige e ci siamo preparati per la cena. Dopo cena siamo andati nelle nostre camere per dormire ed affrontare, il giorno dopo, il viaggio di ritorno. Alle 7.15 le maestre ci hanno svegliato e dopo aver preparato le valige abbiamo fatto colazione. In seguito siamo poi risaliti sul pullman caricando le nostre cose e diretti all’acquario. La visita all’acquario è stata una bella esperienza: abbiamo visto pesci, mammiferi, crostacei, rettili, ma gli animali che sono entrati nei cuori di tutti sono stati i delfini con le loro capriole, i salti e la loro tenerezza. Finita la visita all’acquario abbiamo pranzato, passeggiato per il molo e visto gli yacht ormeggiati e infine fatto una bella foto ricordo. Purtroppo è arrivato il momento di partire e dopo aver sognato un po’ sotto il galeone dei Pirati dei Caraibi siamo risaliti in corriera per rientrare a Levico. Ciao ciao Genova! Vogliamo ringraziare l’Ufficio Emigrazione e la Trentini nel Mondo per la splendida opportunità che ci hanno dato e Sabrina e Martina che ci hanno accompagnato nella nostra avventura con la loro disponibilità e pazienza. Classi 5a D e 5a C


PREVIDENZA L’INFORMAZIONE È STATA DIRAMATA CON UN COMUNICATO CONGIUNTO DAI DEPUTATI FABIO PORTA E MARCO FEDI

Anche le lavoratrici italiane all’estero possono usufruire dell’«Opzione donna» «L

a norma sul pensionamento anticipato definita “Opzione donna” deve applicarsi anche alle pensioni in regime internazionale e quindi a tutte le donne italiane residenti all’estero, o successivamente rientrate in Italia, che possono far valere i requisiti richiesti e scelgono di optare per tale sistema»: inizia così il comunicato diramato il 28 aprile scorso dai deputati Fabio Porta (foto a sinistra) e Marco Fedi (foto a destra), eletti per il PD rispettivamente nella Circoscrizione America Meridionale e nella Ciroscrizione Africa, Asia, Oceania, Antardide e estero, rispettivamente. «Si tratta - prosegue il comunicato - di una possibilità che potrebbe interessare migliaia di nostre connazionali le quali desiderino ottenere un pensione italiana in anticipo rispetto all’attuale età pensionabile, ancorché con una penalizzazione (che comunque potrebbe essere in alcuni casi compensata con la concessione dell’integrazione al trattamento minimo). Come gli addetti ai lavori sanno, la legge Fornero aveva confermato fino al 31 dicembre 2015 la possibilità per le donne di andare in pensione prima (e cioè a 57 anni e tre mesi con 35 anni di contribuzione), a patto però che avessero scelto (scelgano) di acquisire una pensione calcolata con il metodo contributivo (che come si sa, con riferimento all’importo, è meno favorevole di quello retributivo). I 35 anni di contribuzione richiesti possono essere perfezionati anche con il meccanismo della totalizzazione dei contributi previsto dalle convenzioni internazionali di sicurezza sociale, siano esse bilaterali o multilaterali come i Regolamenti comunitari. Si tratta di una possibilità introdotta dalla Legge Maroni (articolo 1, comma 9 della legge 243/04) che consente di anticipa-

È una possibilità che potrebbe interessare migliaia di connazionali che desiderino ottenere una pensione italiana in anticipo rispetto all’attuale età pensionabile, anche se con una riduzione dell’importo percepito

In considerazione della complessità del tema si consiglia di contattare un competente ente di patronato per verificare il soddisfacimento dei requisiti e la effettiva convenienza di optare per il sistema «Opzione donna» re l’uscita di diversi anni rispetto alle regole ordinarie che, com’è noto, attualmente richiedono in alternativa o il perfezionamento di almeno 41 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica (pensione anticipata) o il raggiungimento di un’età anagrafica pari a 65 anni e 7 mesi per le donne dipendenti del settore privato; 66 anni e 1 mese per le autonome unitamente a 20 anni di contributi ( pensione di vecchiaia ). Con l’opzione donna si può quindi uscire invece con un anticipo di diversi anni rispetto ai requisiti sopra indicati con la condizione del calcolo contributivo. In base alla normativa in vigore, modificata ultimamente ed ulteriormente con la Legge di stabilità per il 2016, la data del 31 dicembre 2015 va considerata quale termine entro il quale devono essere soddisfatti i soli requisiti contributivi ed anagrafici (e cioè

35 anni di contributi e 57 anni e tre mesi di età) per il diritto alla pensione anticipata nel “regime (sperimentale) donna”, mentre invece la decorrenza della pensione (a patto che si sia cessato o si cessi di lavorare) può essere successiva a tale data (si ricorda che secondo il messaggio Inps n. 9231/2014 , è possibile esercitare l’opzione anche successivamente al mese in cui maturano i requisiti anagrafici e contributivi e cioè anche nel 2016). Va inoltre menzionato che per questa tipologia di prestazione resta in vigore la cosiddetta finestra mobile, secondo la quale l’assegno viene erogato dopo 12 mesi dalla maturazione dei predetti requisiti per le dipendenti e 18 mesi per le autonome: ciò significa che se una nostra connazionale lavoratrice dipendente residente all’estero (ma anche emigrata e poi rientrata in Italia) ha maturato i requisiti richiesti

entro la fine del mese di ottobre 2015 (per esempio) potrà ottenere la pensione (il pro-rata) entro la fine di ottobre 2016 (e potrà eventualmente continuare a lavorare fino a tale data). Le lavoratrici quindi che maturino il diritto tramite una convenzione internazionale e decidano di optare per il “regime agevolato donna” andrebbero in pensione molto prima ma subirebbero tuttavia una decurtazione sull’assegno (magari già basso perché in convenzione ed ottenuto con pochi contributi in Italia) anche fino al 30% (sono molte le variabili che andrebbero considerate, dall’anzianità contributiva al montante contributivo, etc.). Per la presa in considerazione della contribuzione utile per il perfezionamento dei 35 anni sono utili i contributi obbligatori, da riscatto e/o da ricongiunzione, volontari, figurativi con esclusione dei contributi accreditati per malattia e disoccupazione. Va sottolineato che la disciplina sperimentale prevede che l’applicazione del sistema contributivo sia limitata alle sole regole di calcolo. Pertanto a chi dovesse optare per il regime agevolato si dovranno applicare le disposizioni sul trattamento minimo e non è richiesto il requisito dell’importo minimo previsto per coloro che accedono al trattamento pensionistico in base alla disciplina del sistema contributivo (Inps, Messaggio 219 del 4 gennaio 2013). Alla luce della complessità della materia esaminata, si consiglia comunque alle nostre connazionali interessate alla pensione anticipata di contattare un competente ente di patronato per verificare il soddisfacimento dei requisiti e la effettiva convenienza di optare per il sistema “Opzione donna” che consente di andare in pensione prima ma con un importo pensionistico più basso».

Per comunicare con la redazione del mensile:

redazione@trentininelmondo.it 19

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DIARI DI VIAGGIO LINO BEBER RACCONTA GIORNO PER GIORNO IL VIAGGIO FATTO DALL’1 AL 20 APRILE IN COMPAGNIA DI DINO VISINTAINER

Tre settimane in tre stati del Brasile accolti con calore da parenti e amici

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all’1 al 20 aprile in compagnia di Dino Visintainer sono ritornato in Brasile a visitare parenti e amici emigrati in questo grande paese (8.5 milioni di kmq - 204 milioni di abitanti nel 2013). Roberto Visintainer, il cui papà Albino era emigrato da Vignola per Galopolis nel Rio Grande do Sul nel 1936, è venuto ad accoglierci all’aeroporto di Florianopolis, capitale dello stato di Santa Catarina e ci ha accompagnato a Balneario Camboriu, dove vive da cinque anni dopo essersi trasferito da Erechim (Rio Grande do Sul). Balneario Camboriu è un’autentica selva di grattacieli che si estende lungo 6 km di spiaggia, che ne fanno uno dei centri balneari più noti del Brasile, che nel periodo estivo ospita un milione di persone e più di centomila ci vivono stabilmente. Domenica 3 aprile da Balneario Camboriu abbiamo raggiunto la vicina Nova Trento, dove in quella che un tempo era Novo Vigolo abbiamo visitato il maestoso santuario dedicato a Santa Madre Paolina Visintainer, emigrata da Vigolo Vattaro nel 1875 all’età di nove anni. Il viaggio è proseguito per Araranguà dove abbiamo incontrato il professor Mauricio Girardi, che insegna fisica all’università. La sua famiglia emigrò in Brasile da Civezzano verso il 1875. Anche la moglie Daniela ha origini trentine; un suo quadrisnonno Pruner emigrò da Bosentino per Santa Catarina. Siamo poi arrivati nel Rio Grande do Sul a Terra de Areia,

Un appetitoso churrascho ad Aratinga (Rio Grande do Sul).

dove vive Seledonia, mamma di Roberto Visintainer. Nel vicino paesino di Cornelios e nella località balneare di Capão da Canoa abbiamo visitato le sorelle di Roberto, Maria Helena e Tereshina, che ha avviato una fiorente industria di gelati Milão a Capão de Canoa. Martedì 5 aprile da Terra de Areia abbiamo raggiunto Aratinga, dove gli amici Kathia e Clodomir ci hanno invitato nel loro ristorante per un ottimo churrascho, che abbiamo fatto precedere, per sollecitare l’appetito, da una camminata di sei chilometri sul sentiero Cotovelo (in lingua portoghese significa gomito) del Canyon Itaimbezinho. Abbiamo poi raggiunto la città di Lagoa Vermelha, dove abbiamo incontrato Silvio Visintainer, nato nel 1922 a Vignola ed emigrato a 14 anni per il Brasile. Il giorno del nostro ritorno in Italia abbiamo appreso la notizia della sua morte

Qui sopra a sinistra, nella vecchia casa Beber a Rodeio. Al centro (da sinistra) a Florianopolis con Jeison Beber, Lino Beber, Janete Beber,Dalirio Beber, Ju-

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dopo una vita di laboriosità e di ingegno; aveva lavorato tanti anni come muratore e si era poi dedicato da pensionato a creare con il legno di pino brasiliano autentici capolavori. Mercoledì 6 aprile in mattinata abbiamo raggiunto la città di Vacaria, dove abbiamo incontrato Dom Osorio Bebber, un vescovo cappuccino di 87 anni che nella Nostra Signora di Fatima dirige una radio locale; il suo nonno Antonio nel 1882 da Vignola aveva raggiunto Nova Trento del Rio Grande do Sul, ora chiamata Flores de Cunha. SANTINI, UNA FAMIGLIA CON MILLE DISCENDENTI

Il viaggio è proseguito alla volta di Caxias do Sul dove ci attendevano i discendenti di una famiglia Santini emigrati nel 1878 da Pergine e che aveva dato origine a numerosissima

discendenza: dopo cento anni dalla coppia di genitori con tre figli e una figlia erano originati 1.064 discendenti. Amarildo e Horacio Santini ci hanno portato a visitare l’Archivio Storico di Caxias do Sul e in serata hanno organizzato a Sao Valentin, luogo della loro primitiva emigrazione, un ottima cena con un folto gruppo di Santini. Giovedì 7 aprile da Caxias do Sul abbiamo raggiunto Taquara passando per Galopolis, Gramado arrivando alla casa di Lurdes, sorella do Roberto, che ci ha ospitato per due notti. Venerdì 8 aprile da Taquara siamo arrivati a Porto Alegre per far visita a Marina Visintainer, figlia di Carlo che era emigrato nel 1936 da Vignola per il Brasile; siamo poi tornati a Taquara e il giorno successivo siamo tornati a Terra de Areia per un saluto alla mamma Seledonia. Domenica 10 aprile da Terra de Areia abbiamo percorso la tortuosa strada che porta a Serra do Rio do Rasto, ma la nebbia non ci ha fatto ammirare il panorama che solitamente si gode lungo questa via. Siamo ritornati a Balneario Camboriu, dove a cena Roberto ci ha preparato un gustosissimo piatto tipico di Bahia chiamato “Muqueca” a base di pesce, olio di dendè, latte di cocco, pomodoro, cipolla, peperone, aglio e prezzemolo. Lunedì 11 aprile da Balneario Camboriu siamo passati per Itajai traghettando su Navegantes e poi passando per Gravatà, Sao Miguel, Penha, Balneario Piçarras abbiamo raggiunto Curitiba, la

lema Beber, Eliana Cunha (moglie di Dalirio). A destra, al faro costruito nel 1870 ai tempi di Don Pedro II a Ilha do Mel (Paranà).

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DIARI DI VIAGGIO

A sinistra, al Santuario di Santa Madre Paolina Visintainer a Nova Trento. (Santa Catarina). Qui sopra, la famiglia di Beber Antonio: (davanti) Auroria, Eleonora Fronza e Antonio Beber; (dietro) Valentino, Raimundo, Osvaldo, Juvenal, Domenica, Leticia, Clemencia (nella fotografia manca la figlia Dolores). A destra, la singolare formazione rocciosa nota come “la tazza” a Vila Vieha (Paranà).

capitale del Paranà, dove abbiamo incontrato Aquile Anderle, il cui bisnonno nel 1875 da Vignola aveva raggiunto Rodeio. Nel tardo pomeriggio abbiamo incontrato Americo Visintainer, figlio di Carlo emigrato da Vignola nel 1936 e cugino di Roberto. Martedì 12 aprile da Curitiba abbiamo raggiunto la bellissima Ilha do Mel (= isola del miele), dove in compagnia di Aquile Anderle abbiamo camminato per oltre sei chilometri dal faro costruito nel 1870 ai tempi di Don Pedro II fino alla grotta e alla baia Encantadas. GLI SPETTACOLARI «ARENITOS»

Mercoledì 13 aprile dalla città di Ponta Grossa, dove abbiamo pernottato, ci siamo recati al Parco Vila Vieha a visitare gli spettacolari Arenitos, formazioni rocciose di varie forme di cui la più spettacolare è la “tazza” e dei grandi crateri che fungono da serbatoi idrici e la laguna dorata. Nel pomeriggio siamo tornati nello stato di Santa Catarina a Joinville, dove ci attendeva Walter Stulzer, i cui bisnonni nel 1875 erano emigrati da Vignola per Rodeio. Giovedì 14 aprile con Manoela, figlia di Kathia e Clodomir di Aratinga, da Joinville con due traghetti abbiamo raggiunto San Francisco do Sul, dove nel 1506 è sorta la terza città del Brasile, con la bella cattedrale, le vie di tipo coloniale e il museo delle imbarcazioni. Venerdì 15 aprile siamo stati

accompagnati nuovamente da Walter Stulzer nella visita di Joinville che ci ha portato dapprima a godere il panorama dal Morro da Boa Vista e poi nel centro città con il viale alberato da palme e successivo trasferimento a Corupà per un ottimo pranzo dalla sorella Talita Stulzer, che avevo incontrato qualche anno fa a Pergine. Dopo una rapida visita al gigantesco seminario del Sacro Cuore che sorge nelle vicinanze di Corupà abbiamo raggiunto Blumenau, dove ci attendeva il senator Dalirio Beber, mio ritrovato parente dopo 141 anni dall’emigrazione del suo trisnonno Antonio Beber, fratello del mio bisnonno Giovanni. Antonio Beber era nato a Vignola nel 1834, nel 1865 si era sposato a Pergine con Candida Dellai, erano nati i figli Maria, Francesco e Teresa e nel 1875 erano emigrati in Brasile a Rodeio. Francesco (1868) aveva sposato Domenica Fruet (nata a Rodeio nel 1877) dai genitori Valentino e Maria Fruet emigrati da Vignola; il loro figlio Antonio (1898-1974) nel 1923 aveva sposato Eleonora Fronza ed era nato Valentino (1925-2012) che nel 1946 aveva sposato Yolanda Nardelli (1926-2014) che sono i genitori di Dirce, Dalirio (16 aprile 1949 a Massaranduba), Donzilla, Lurdes, Darci, Denise, Diana, Dirlene. Dalirio è nato a Massaranduba il 16 aprile 1949, si è laureato in giurisprudenza, è stato segretario del Comune di Blumenau, ha poi creato un’agenzia immobiliare e dal 19 maggio 2015 è senatore a

Brasilia per il partito socialdemocratico brasiliano (= PSDB) per lo stato di Santa Catarina. L’accoglienza è stata particolarmente calorosa, siamo stati ospiti in casa sua. In serata abbiamo fatto un giro nel centro delle feste di Blumenau e un coro di emigranti di origine tedesca si è per noi esibito nel canto della “Montanara” e in altri canti in lingua tedesca per mantenere viva l’antica lingua parlata dai loro antenati prima della loro emigrazione in terra brasiliana. SI CANTA TUTTI INSIEME L’«INNO AL TRENTINO»

Il mattino successivo, sabato 16 aprile, era una giornata particolare per Dalirio che compiva 67 anni e allora alle ore 8 del mattino siamo partiti con un pulmino a noleggio alla volta di Rodeio, luogo della prima emigrazione dove abbiamo incontrato parenti Beber che ancora abitano in questo luogo, la chiesa, il ricco museo dell’emigrazione, la cantina con vini San Michele, il ristorante dove ci è stato servito il pranzo con menù a base di trote in vari modi, il monastero francescano sulla montagna e un singolare incontro con il signor Paulo Notari, arzillo ottantasettenne che ha creato un giardino di ortensie con una statua di Cristo e ben 64 angeli nei pressi della sua abitazione, visitata da molte persone e da giornalisti curiosi. Nel tardo pomeriggio siamo tornati a Blumenau, dove in serata nel salone delle feste si sono festeggiati l’incontro dopo 141

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anni e il compleanno di Dalirio con i figli Andrieu, Anderson e Andrigo e rispettive mogli, il fratello, le sorelle, cugini, amici e con i ritrovati parenti arrivati in visita da Pergine Valsugana. Tra gli ospiti la famiglia di Pompermaier Claudio (nato a Besenello ed emigrato per amore) con la moglie Cleide Furlani (famiglia emigrata da Vigolo Vattaro nel 1875) e il figlio Carlo che avevo incontrato in gennaio 2016 a Besenello, dove ritornano tutti gli anni i ritrovare i genitori e parenti di Claudio. C’era poi Josè Campestrini, corrispondente consolare di Blumenau presso il Consolato Generale d’Italia di Curitiba, con la moglie Odete Poffo; il cognome Campestrini indica la sua origine valsuganotta dai Campestrini di Torcegno. E sempre di origine trentina da Nomesino in Val di Gresta la signora Ornella Ines Pezzini (un tempo Pizzini), autrice del libro “Sul sentiero degli antenati. Un ritorno in Trentino” con il marito Adamastor Nicolao Turnes la cui famiglia è di origine lussemburghese. Il clima è stato particolarmente festoso, abbiamo cantato l’«Inno al Trentino» e, in omaggio a Dalirio, la gaia canzoncina in dialetto trentino: “De bei come noi, la mama no la ‘n fa pù, s’è rot la machineta, s’è rot la machineta (bis), el pare l’è nà en Perù”. Domenica di buon mattino salutiamo Dalirio e la moglie Eliana e ritorniamo a Balneario Camboriu, dove trascorriamo gli ultimi due giorni prima del ritorno in patria”. Lino Beber 5 - 2016


STORIA & CULTURA

Gli antichi mestieri del Trentino

5 - 2016

© Archivio Castello del Buonconsiglio

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Piccolo viaggio nelle valli alla ricerca di attività artigianali peculiari di alcune località, ormai tramontate perché non più richieste o perché superate dall’introduzione di nuovi materiali o di più moderne tecniche di lavorazione

© Archivio Castello del Buonconsiglio

li artisti medievali per rappresentare simbolicamente il ciclo dei mesi raffiguravano contadini impegnati nei lavori dei campi e artigiani alle prese con gli strumenti del proprio mestiere. È celebre il ciclo dei mesi dipinto sulle pareti della Torre Aquila nel castello del Buonconsiglio in Trento: sono affreschi realizzati - nello stile del gotico internazionale - sul finire del trecento dal maestro Venceslao per il Principe-vescovo del tempo, Giorgio di Licthenstein. L’artista associa ad ogni mese gli svaghi di corte dei nobili e i lavori dei contadini e degli artigiani collegati al trascorrere delle stagioni. Giuseppe Sebesta, etnografo e fondatore del Museo degli usi e costumi della gente trentina di San Michele all’Adige, in un suo studio pubblicato nel 1996 (“Il lavoro dell’uomo nel ciclo dei mesi di Torre Aquila”) ha esaminato a fondo le occupazioni descritte con dovizia di particolari dal pittore e di ogni mestiere illustrato ha analizzato caratteristiche, strumenti e processi. Appare in proposito sorprendente la continuità fino alle soglie della età moderna, e anche oltre, delle modalità di produzione e delle forme degli attrezzi di lavoro. I mestieri, però, a seconda delle epoche e dei luoghi, sono stati considerati con sensibilità differenti. Nella visione feudale erano intesi come compiti propri del ceto servile, mentre nell’ottica dei borghi mercantili apparivano essere espressione di autonomia e autopromozione economica e sociale. E se nelle città medievali si andavano affermando corporazioni o, come in Trentino, confraternite di mestiere e si destinavano pubbliche piazze al mercato, nelle campagne e nelle zone montane, permaneva un’economia chiusa dove i contadini producevano da sé o con l’aiuto di membri della loro ristretta comunità gli strumenti per il lavoro nei campi, per l’allevamento del bestiame, per la trasformazione e la conservazione del cibo e per la fabbricazione degli indumenti, mentre si avvalevano dei venditori ambulanti per le necessità cui non potevano provvedere in proprio. Oggi ci avvolge un senso di

familiarità e nostalgia quando visitiamo uno dei musei etnografici del Trentino o percorriamo uno dei suoi sentieri dedicati ai vecchi mestieri: se anziani, ricordiamo gli scenari di vita della nostra infanzia e, se giovani, scopriamo le logiche di una vita semplice, ma ingegnosa nel procurarsi da sé il necessario. Grazie alla conservazione di vecchi impianti come segherie, fucine e molini e alla esposizione museale di strumenti di lavoro possiamo conoscere la vita e gli usi dei tempi andati, scoprire le nostre radici identitarie e riassaporare, ora che il lavoro è spesso mediato da strumentazioni automatiche, il gusto della manualità. Prima dell’avvento delle fabbriche con le lavorazioni a macchina e le produzioni in serie e quando contavano solo l’inge-

gno pratico e l’abilità manuale del’«operatore», per esercitare un mestiere per prima cosa occorreva disporre di materie prime: pietre, legno, metalli… e di fonti di energia naturale: acqua, fuoco, vento…; quindi bisognava conoscere i modi, i luoghi, i gesti e i tempi per la realizzazione dei manufatti da eseguire appunto a “regola d’arte”; infine i prodotti realizzati, mai identici tra loro, dovevano essere adeguati, secondo un processo di continuo miglioramento, alle necessità d’uso richieste. La memoria degli antichi mestieri ricorre nei cognomi di famiglia tuttora diffusi in Trentino come nel caso delle famiglie Calliari, Scarperi, Tessari, Sartori, Segantini, Marangoni, Ferrari, Magnani, Cestari, Parolari, Garbari (conciapelli), Pellizzari,

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Molinari, Vettori... Tralasciando di richiamare qui i tanti mestieri legati alle necessità quotidiane che un tempo venivano esercitati ovunque, è possibile tracciare un itinerario nel Trentino alla ricerca di attività artigianali peculiari di alcune località, ormai tramontate perché non più richieste o perché superate causa l’introduzione di nuovi materiali o di più moderne tecniche di lavorazione. Possiamo partire nel nostro immaginario giro dalla valle di Non dove, a Taio, nell’Ottocento furono avviati laboratori per la fabbricazione di manici da frusta con il legno di bagolaro, che veniva importato dal Veneto. I prodotti dei “mastri frustai” di Taio erano molto apprezzati all’estero e furono commercializzati con grande successo fino agli anni Venti del millenovecento. Sempre in valle di Non, a Sfruz, lo sfruttamento delle cave di argilla dei dintorni e la tecnica di ceramisti faentini immigrati nel paese favorirono fin dal XVI secolo l’impianto di fabbriche di stufe ad olle. L’impronta dei maestri “fornelari” si espresse nel settecento nella creazione e nella diffusione di un modello di stufa caratteristico per le sue decorazioni , ma soprattutto per il suo inimitabile colore detto appunto “verde sfruz”. LAVORAZIONE DELLA SETA E DEL TABACCO

La coltura del gelso e l’allevamento del baco da seta era presente in molte località trentine non esclusa la valle di Non, ma erano particolarmente diffusi nella Vallagarina. Fu un veneziano, tale Girolamo Savioli, a introdurre a Rovereto la lavorazione della seta che ebbe il suo massimo sviluppo nel settecento e decadde definitivamente negli anni settanta del milleottocento sia per la pebrina, malattia del baco da seta, sia per una crisi creditizia e di mercato. Vi sono evidenti tracce dei molti filatoi esistenti nella città di Rovereto, ma particolarmente suggestivo è il filatoio costruito nel 1802 e già proprietà della nobile famiglia Marzani che si trova a Piazzo di Villa Lagarina.


Rodolfo Rensi

Giovanni Battista Unterveger

STORIA & CULTURA

F.lli Pedrotti

Ad Ala nel 1657 l’arciprete don Alfonso Buonacquisto, secondo le cronache, favorì l’impianto di telai per la tessitura di pezze di velluto con l’aiuto esperto di due artigiani genovesi fuggiti dalla peste che infuriava sulle coste liguri. L’arte dei “veludari” portò benessere e fama ad Ala e la grazia che ancora aleggia nelle architetture del borgo. Un’altra coltura caratterizzò la Vallagarina: quella del tabacco. A Mori dalla metà del settecento e fin dopo la seconda guerra mondiale, i “maseradori” curarono la coltivazione e la essicazione del tabacco. A metà dell’Ottocento, il Regio Ministero delle Finanze austriaco, dopo che nel 1828 era stato Istituito il monopolio statale sul tabacco, promosse la costruzione, nel paese di Sacco, di un sigarificio che, con alterne vicende, rimarrà attivo fino al 2008. In questa manifattura si avvicendarono centinaia di “zigherane” (sigaraie) che, pur lavorando a cottimo, dovevano garantire un prodotto compatto e gradevole al tatto e alla vista.

dopoguerra, il relativo commercio cessò con la comparsa delle suole in gomma. Allo stesso modo scomparve l’attività degli ambulanti “fumadri” (funai), che, con strisce di pelle, fabbricavano corde, mestiere soppiantato dall’uso del nailon. Due risorse naturali abbondano in Trentino: rocce e legname e per il loro sfruttamento sono stati approntati nel tempo specifici strumenti e idonee tecniche. Delle numerose cave di pie-

tra coltivate nella nostra provincia, scegliamo, lungo l’ideale percorso iniziato , le “predare” attorno a Trento formate da calcari di colore rosso, bianco e grigio , che estratti e sagomati da capaci scalpellini hanno fornito il materiale lapideo prediletto nella costruzione delle chiese, dei palazzi e dei monumenti della città ( consulta: www.ecoarge.net ). Un’altra cava famosa era quella di marmi gialli e rossi di Castione sull’altopiano di Brentonico. I lapicidi (“preda-

Dalla Val di Ledro - assoggettata nel 1426 al dominio della Repubblica di Venezia - la Serenissima importava, per il calafataggio delle proprie imbarcazioni, la pece prodotta in speciali forni con ceppaie di pino, per mano di operai del posto detti “pegoloti”. Un’altra attività oggi scomparsa è quella esercitata nella stessa valle di Ledro dai cosiddetti “ciuaroi” (chiodaioli). Dalle verghe ottenute dalla fusione di rottami di ferro essi ricavavano brocche per le suole da scarpe in legno o in cuoio, fino a che, nel secondo

Enrico Unterveger

PEGOLOTI, CIUAROI, FUNAI E PREDAROI

Le foto su questa pagina sono tratte dall’Archivio Fotografico Storico - Soprintendenza per i beni culturali della Provincia Autonoma di Trento. Gli autori sono indicati a fianco delle immagini.

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roi”) che vi estraevano il materiale, acquisirono via via abilità artistiche affermandosi come valenti scultori e architetti di altari marmorei barocchi come nel caso del taglia pietra Cristoforo Benedetti e dei suoi discendenti. LEGNO PER GLI ATTREZZI E PER LE NAVI

Le foreste estese sugli altopiani e sulle pendici delle nostre valli sono sempre state fonte di sostentamento per la gente di montagna. Accanto ai raccoglitori dei piccoli frutti come “ampomole”(lamponi), “giasene”e “granteni”(mirtilli neri e rossi) battevano sistematicamente il bosco i ricercatori di funghi e di resina (“fongaroi”e “largaroi’) e i cacciatori di selvaggina. Ma il vero oro era il legno, che tagliato dai boscaioli e lavorato dai segantini era trasformato nei mille attrezzi di uso quotidiano in casa e nei campi: gerle, ruote, secchi, rastrelli, scale, cassoni, piatti… Ma soprattutto preziosi erano i tronchi d’albero che venivano venduti ai cantieri di Venezia. Dai boschi di Caoria e del Primiero il legname veniva spostato per fluitazione attraverso canaloni e vie d’acqua e quindi in galleggiamento sul fiume Brenta. Alle operazioni provvedevano provetti conduttori (“menadas’) armati di aste provviste di uncini detti “anghieri”. Molti mestieri sono spariti o sono mutati, ma esistono ancora anche in Trentino artigiani i cui manufatti si situano «in un equilibrio dinamico tra il virtuosismo della tecnica, l’utilità del prodotto e l’estetica della forma» (Alberto Cavalli : ”Il valore del mestiere”). Luciano Pontalti 5 - 2016


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CALENDARIO 25-30 maggio Negli Stati Uniti a Rock Springs “Blueprint 2016: Together Trentini”, seminario giovani trentini degli Stati Uniti e Canada (articolo a pagina 5) 1 giugno C.T. Florianopolis (BR): assemblea generale ordinaria 2 giugno C.T. Venda Nova do Immigrante (BR): cena trentina 3 giugno A Marcinelle (Belgio): posizionamento della targa commemorativa in onore dei caduti della tragedia di Marcinelle e a ricordo di Rino Zandonai e Santa Messa in ricordo di Rino Zandonai, Giovanni Battista Lenzi e Luigi Zortea (articolo a pagina 4) C.T. Jaragua do Sul (BR): cena italiana 4 giugno C.T. Sananduva (BR): II Polenta in piazza 5 giugno C.T. Rodeio (BR): Magnalonga 12 giugno C.T. Buenos Aires (AR): pranzo 84 anniversario del Circolo 17 a 20 e 24 -27 giugno C.T. Santa Teresa (BR): XXV Festa do imigrante italiano do Santa Teresa 25 giugno C.T. Toronto (CA): Torneo di golf 26 giugno Circolo Ex emigrati trentini in Svizzera: gita al Lago Maggiore e Isole Borromee C.T. Denver – Colorado (USA): Polenta Picnic C.T. Villa Regina (AR): 4 conferenza nel ciclo “Italia e le sue regioni: Sardegna, Puglia e Piamonte” C.T. Caxias do Sul (BR): pranzo 23° anniversario del circolo 2 luglio C.T. Taio (BR): 26° Festa del vino artigianale A Treviso 50 anniversario dell’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni Immigrazione Emigrazione) 10 luglio C.T. Denver – Colorado (USA): incontro sociale

16-17 Luglio Ad Aldeno Festa provinciale dell’emigrazione 17 luglio C.T. Londra (GB): processione St. Peter’s Italian Church 24 luglio C.T. Toronto (CA): picnic annuale 3-7 agosto Negli Stati Uniti, nel Southern California, Convention Ittona (circoli Trentini degli Stati Uniti e Canada) 8 agosto A Rovereto Incontro d’estate e Giornata del lavoro A seguire Spettacolo “Marcinelle … Estate’56” di M. Robert Scarpa, interpretato dal Gruppo PoeMus 19 agosto C.T. Bento Gonçalves (BR): passeggiata nella Vale dos Vinhedos per festeggiare i Giorno mondiale della Fotografia 20 agosto C.T. La Plata (AR): Santa Messa in ricordo dei defunti trentini in occasione dell’ 80 anniversario del Circolo 21 agosto Ad Alberé di Tenna 30° Anniversario Circolo Ex emigrati Trentini in Svizzera C.T. La Plata (AR): pranzo 80° anniversario del Circolo 9 ottobre C.T. Denver – Colorado (USA): incontro sociale 10 -12 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): Festival de Cinema “Vale dos Vinhedos” 14-16 ottobre Convegno EZA C.T. Londra (GB): gita to Chatswort&The Peak District 16 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): V Merica Merica MagnaBento “Sagra Trentina” 23 ottobre C.T. Charleroi (BE): Polentada d’Autum 12 novembre C.T. Liegi (BE): Castagnata 26 novembre C.T. Londra (GB): cena danzante


Foto Matteo Bazzocco

Passaggio delle greggi nel centro storico di Canal San Bovo in occasione dell’evento «Verso l’alpeggio, dal mare al Vanoi» (5/6/2016)


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