Maggio 2017

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

5/2017

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 60°

Perth ha ospitato la riunione dei presidenti dei Circoli trentini dell’Australia, alla quale ha partecipato anche il direttore della Trentini nel mondo.


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 5 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

- 1 circolo


EDITORIALE SOMMARIO Pagina 2 AGENDA Pagina 3 INCONTRO TRA UNAIE E PARLAMENTARI Pagine 4-5 40 ANNI DEL CIRCOLO DI PERTH E RIUNIONE DEI PRESIDENTI DEI CIRCOLI D’AUSTRALIA Pagine 6-9 ATTUALITÀ Pagine 10-11 GENTE E FATTI Pagine 12-13 «60 ANNI D’EUROPA» Pagine 14-19 CIRCOLI (Bento Gonçalves, Santa Teresa, Montevideo, Santa Olimpia, Ticino, Lorena, Toronto) Pagine 20-21 «IL TRENTINO DELL’ANNO» Pagine 22-23 DAL TRENTINO Pagina 24 ABBONAMENTI

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. ZorzI Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 5 MAGGIO 2017 Stampato il 4 luglio 2017

In copertina: la riunione dei presidenti dei Circoli trentini dell’Australia

LE «LINEE GUIDA» SONO STATE ILLUSTRATE E CONDIVISE NEL CORSO DELL’ULTIMA ASSEMBLEA

Una «mission» portata avanti con coraggio e lungimiranza

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gni giorno la cronaca, sia locale che internazionale, fornisce centinaia di elementi e di spunti per meditare e ragionare su come sta andando il mondo ma, visti i risultati non certo positivi che si riscontrano nell’andamento quotidiano, sembra che queste capacità stiano rapidamente scomparendo. Sappiamo tutti che non esistono soluzioni semplici per risolvere problemi complicati come quelli che stiamo attraversando, nonostante qualcuno ce lo faccia credere per salvare i propri interessi di bottega. Sappiamo altrettanto bene che non esiste una bacchetta magica capace di sciogliere all’istante le difficoltà che ci circondano, ma sappiamo anche che è proprio in questi momenti particolarmente difficili che è necessario avere una visione più libera ed ampia possibile, per poter scorgere l’orizzonte lontano. È sull’onda di questa spinta che la Trentini nel Mondo continua a lavorare con serietà e dedizione, pur essendo consapevole che oggi sarebbe più facile assecondare la facile demagogia, seguire i falsi preconcetti e chiudersi nei recinti del proprio egoismo come molti fanno. Questo però significherebbe abdicare alla propria storia ed al ruolo che si è scelto di svolgere all’interno della società trentina: e questo non lo vogliamo fare. Ecco dunque che, come già è stato illustrato nell’assemblea annuale di fine aprile, l’Associazione, nonostante gli ostacoli ed il fango che si è cercato di gettare sul suo buon nome, ha continuato a lavorare e continua tutt’oggi ad impegnarsi nello svolgimento della propria missione nel mondo dell’associazionismo e del volontariato. Nella continua ricerca dell’interpretazione più giusta della realtà attuale, sono state imboccate con coraggio e lungimiranza alcune direttrici ritenute fondamentali: in particolare quella della cultura, quella istituzionale, quella socio/economica e quella solidale. Su questa strada si è cercato di coniugare le linee d’azione più nuove con quelle più tradizionali e consolidate in 60

Nella continua ricerca dell’interpretazione più giusta della realtà attuale, la Trentini nel mondo ha deciso di imboccare alcune direttrici ritenute fondamentali: in particolare quella della cultura, quella istituzionale, quella socio/economico e quella solidale. Su questa strada si è cercato di coniugare le linee d’azione più nuove con quelle più tradizionali e consolidate in sessant’anni di attività dell’Associazione e alcuni risultati si stanno già facendo vedere

anni di attività, ed alcuni risultati si stanno già facendo vedere. Nel settore culturale, la Trentini nel Mondo e il Circolo di Montevideo, con il supporto della Provincia, hanno organizzato un incontro tra il rettore dell’Università di Trento con i responsabili di alcune tra le principali università dell’Uruguay,

Con la recente iscrizione di quattro Circoli dell’Australia che si sono fatti Soci effettivi della Trentini nel Mondo, è stato fatto un altro passo avanti lungo il percorso che porta alla realizzazione di una Comunità Trentina composta dalla somma dell’Associazione e dei Circoli con stessi diritti e stessi doveri

dell’Argentina e del Brasile. Ne è scaturito un accordo di reciproca collaborazione destinato a grandi prospettive sul piano della conoscenza e degli scambi vicendevoli. Nel settore istituzionale si deve registrare un prestigioso patto di reciproca collaborazione sottoscritto dalla Trentini nel Mondo con il Gruppo Consolare dell’America del Sud e Caraibi (nella foto, la presentazione a Terzolas, l’8 aprile scorso). Si tratta di un accordo siglato tra l’Associazione ed i 32 Consoli che rappresentano in Italia i Paesi Sudamericani dove a tutt’oggi si trovano le comunità trentine più numerose. Al di là del riconoscimento del ruolo autorevole che la Trentini nel Mondo ha assunto in campo internazionale, questa convenzione potrà ovviamente facilitare anche sul piano pratico i rapporti fra il Trentino, i trentini e gli Stati del Sud America. Nel settore socio/economico, al termine di un lungo e complicato iter svolto con pazienza  CONTINUA A PAG. 2

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AGENDA IN PROGRAMMA IL 12 LUGLIO NELLA SEDE DEL PARLAMENTO A DARWIN, PROMOSSO ANCHE DAL CONSOLATO ITALIANO

Simposio internazionale in Australia dedicato a padre Angelo Confalonieri «Il ministero di padre Angelo Confalonieri fra la popolazione aborigena della Penisola di Cobourg: religione, linguaggio e cultura»: è questo il titolo del simposio in programma il 12 luglio presso il Parlamento di Darwin (Australia), promosso dal Consolato italiano del Queensland e Territorio del Nord e dalla Diocesi Cattolica di Darwin. Padre Confalonieri (1813 - 1848), nato a Riva del Garda, «fu, allo stato attuale delle ricerche, il primo “uomo bianco” ad aver scelto di vivere liberamente con e per gli aborigeni australiani», come si può leggere sul sito di Rolando Pizzini, lo studioso trentino che ha curato il libro «Nagoyo: la vita di don Angelo Confalonieri fra gli Aborigeni d’Australia 1846-1848», edito nel 2011 dal la Fondazione Museo Storico del Trentino e autore nel 2016 di «L’incredibile storia di Nagoyo», la storia romanzata di Angelo Confalonieri Nella sua pur breve vita, Confalonieri ha scritto una pagina importante nella storia dei contatti fra le culture europea e aborigena d’Australia e, più in generale, fra missionari

cattolici e popoli indigeni. Seppe comunicare con il popolo aborigeno come nessuno mai seppe fare prima di lui. Basti pensare che il suo arrivo fu preceduto

da decenni di intolleranza nei confronti dei nativi, che hanno subito episodi di inaudita ferocia da parte dei bianchi, poiché considerati esseri biologicamente inferiori. Don Angelo Confalonieri, invece, visse con loro, li aiutò, ne appianò le differenze tribali, ma soprattutto adottò il loro stile di vita nomade. In breve tempo giunse persino a scrivere un frasario inglese-aborigeno. E tutto questo lo seppe fare attraverso il rispetto, l’ascolto e il dialogo, tanto da meritarsi l’appellativo di Nagoyo, che. I relatori del simposio sono l’arcivesco emerito di Trento, mons. Luigi Bressan; Rolando Pizzini; Stefano Girola (dell’Università cattolica australiana di Brisbane), Michale Walsh (dell’Istituto australiano di studi aborigeni); Greg Anderson (Vescovo anglicano del Territorio del Nord); Danial Kelly (dell’Università Charles Darwin) e padre Ferruccio Bertagnolli. Le conclusioni sono affidate al Console italiano Ludovico Camussi e a padre Malcolm Fyfe

Una «mission» portata avanti con coraggio e lungimiranza  CONTINUA DA PAG. 1 e serietà da alcuni soci della Trentini nel Mondo, è stato realizzato «I.TRENTINI - Consorzio Imprenditori Trentini nel Mondo». Questo nuovo progetto intende valorizzare le importanti e ampie relazioni coltivate dall’Associazione in 60 anni di attività, per agevolare e favorire iniziative di interesse comune. In sostanza questo nuovo Consorzio nato all’interno della Trentini nel Mondo si pone l’obiettivo di mettere in collegamento la rete dei Circoli con i piccoli imprenditori che vogliono cercare opportunità

di sviluppo anche fuori dall’ambito trentino e nazionale. Nel settore solidale si sta lavorando alla riorganizzazione della base sociale curando in particolare i rapporti con i Circoli Trentini, nella consapevolezza che solo operando tutti assieme come Trentini nel Mondo, potremo essere utili alla crescita ed allo sviluppo dell’intera Comunità Trentina. Con le rcenti iscrizioni di quattro Circoli dell’Australia avvenute a fine maggio, sono già una cinquantina (dei circa duecento esistenti in tutto il mondo) i Circoli che si sono fatti Soci effettivi della Trentini nel Mondo.

È un notevole passo avanti lungo il percorso che porta alla realizzazione di una vera e propria Comunità Trentina che vede nella Trentini nel Mondo il motore, composta dalla somma dell’Associazione e dei Circoli Trentini, con gli stessi diritti e gli stessi doveri. Questa dunque è la mission che stiamo portando avanti con la collaborazione dei Circoli, l’utile lavoro dei Coordinatori, nella ricerca delle soluzioni migliori e maggiormente compatibili con le esigenze di una società sempre più complessa e confusamente globalizzata. Alberto Tafner

sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840

e-mail: info@trentininelmondo.it / sito internet: www.trentininelmondo.it 5 - 2017

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AGENDA I COLLOQUI SI SONO SVOLTI A ROMA PRESSO LA SEDE DI RAPPRESENTANZA DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA

Attenzione, interesse e partecipazione nell’incontro tra Unaie e parlamentari

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ttenzione, interesse e partecipazione possono essere le parole più adatte per riassumere il risultato dell’incontro che si è svolto a Roma a fine giugno tra l’Unione Nazionale delle Associazioni che si occupano di Immigrazione ed Emigrazione ed i rappresentanti della Camera ed il Senato, con particolare attenzione verso quelli eletti nelle Regioni e Province dove sono più operativamente presenti le associazioni che aderiscono all’UNAIE. L’occasione è stata motivata dal recente rinnovo della presidenza e della direzione UNAIE che, consapevole della complessità dell’argomento e dell’urgenza di elaborare risposte da dare alle sempre più pressanti richieste che vengono da chi cerca altrove una diversa possibilità di vita, ha invitato senatori e deputati ad un incontro di reciproca conoscenza. Nel corso della riunione, la presidente dell’UNAIE, Ilaria Del Bianco, ha esposto i programmi e gli obiettivi che l’Unione intende perseguire nel prossimo futuro compiendo nello stesso tempo una approfondita disamina su quanto sta accadendo oggi nel mondo dell’emigrazione e dell’immigrazione. Ne è risultato un quadro estremamente difficile e variegato che – è stato sottolineato - ha l’assoluta necessità di trovare un punto di collaborazione efficace tra chi rappresenta le istituzioni a qualsiasi livello e chi opera più direttamente e fattivamente nelle singole realtà territoriali, come appunto

Ai senatori ed ai deputati è stata proposta una collaborazione virtuosa che, nel rispetto delle singole competenze, abbia come fine il reciproco ascolto, lo scambio di conoscenze, l’elaborazione di proposte e l’individuazione di alcuni atti concreti da portare a termine le Associazioni di volontariato regionali e provinciali, che trovano nell’UNAIE un elemento di sintesi e di elaborazione unitaria. Nella sede di rappresentanza messa a disposizione dalla Regione Friuli Venezia Giulia in piazza Colonna dove si è svolto l’incontro, sono state messe a confronto idee e proposte, sono state esaminate alcune tra le più drammatiche situazioni in corso ed è stato evidenziato come sarebbe possibile elaborare ancora entro questa legislatura alcune linee programmatiche di intervento reale e concreto. La presidente dell’UNAIE ha inoltre sottolineato la disponibilità a collaborare con le istituzioni nella ricerca di una formula condivisa, per mantenere ed intensificare i contatti in particolare con gli italiani all’estero che hanno la necessità e la volontà di conservare i rapporti culturali,

sociali ed anche economici con il Paese d’origine. L’UNAIE può costituire in questo senso la sintesi più valida dei ragionamenti, delle proposte e delle idee che vengono dal territorio e che non sempre riesce a raggiungere e farsi ascoltare dalle autorità nazionali. Proprio su questo punto alcuni deputati e senatori, in particolare quelli eletti su collegi esteri, hanno voluto sottolineare come gli italiani nel mondo abbiano necessità diverse a seconda del Paese in cui si trovano e la conoscenza capillare che l’UNAIE potrebbe mettere a disposizione risulterebbe sicuramente utile per legiferare e trovare soluzioni eque e organicamente valide per tutte le

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comunità italiane che vivono all’estero. Un’affermazione questa che ha trovato l’UNAIE estremamente disponibile a mettere a disposizione la propria esperienza quale nodo centrale di una rete che concentra le istanze raccolte dalle singole Associazioni Regionali e Provinciali che più direttamente coltivano i rapporti con gli emigranti del loro territorio. Ai senatori ed ai deputati presenti è stata quindi proposta una collaborazione virtuosa che, nel rispetto delle singole competenze, abbia come fine il reciproco ascolto, lo scambio di conoscenze, l’elaborazione di proposte e l’individuazione di alcuni atti concreti che possano trasformare l’ormai obsoleto concetto dell’emigrazione vista come un “problema” anziché nella visione sicuramente più attuale e veritiera di un’emigrazione colta come “risorsa”. La riunione tra UNAIE ed i rappresentanti del Parlamento e del Senato si è conclusa dopo numerosi altri interventi con la consapevolezza che si sia trattato solo dell’inizio di un percorso che entrambe le parti hanno dichiarato di voler percorrere assieme, fino in fondo.

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AGENDA Ai due appuntamenti, che si sono svolti il 27 e 28 maggio nella città australiana, ha partecipato Francesco Bocchetti, direttore della Trentini nel mondo.

A Perth, riunione dei presidenti e festa per i 40 anni del Circolo

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ra il 4 gennaio del 1977 quando l’allora vice presidente della Trentini nel mondo, Bruno Fronza, arrivò a Perth (Australia), accolto all’aeroporto da Max Mantovani, Beppi Cazzoli, Sperandio Delpero, George Riccadonna e Frank Colotti. In un incontro presso il Club Italiano «presenti un’ottantina di capifamiglia, originari in maggioranza dei paesi giudicariesi di Daone, Praso, Bleggio e dal Basso Sarca», come si legge nel numero del febbraio 1977 del mensile «Trentini nel mondo» (foto sulla pagina a fianco), fu «prospettata l’ipotesi della costituzione di un Circolo trentino, accolta con l’entusiasmo più schietto e pronto da tutti i presenti». L’episodio è raccontato anche nell’opuscolo (foto a fianco) che

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il Circolo di Perth ha realizzato in occasione delle celebrazioni per il suo quarantesimo anniversario, che si sono svolte il 28 maggio scorso, con la presenza anche del direttore della Trentini nel mondo, Francesco Bocchetti. Nell’opuscolo è riportata la composizione del primo direttivo del Circolo: Max Mantovani (presidente), Giuseppe Cazzoli (vice presidente), Janette Busetti Richardson (segretaria), Nella Briga (tesoriere). Del consiglio facevano parte Sperandio Delpero, Frank Colotti, George Riccadonna, Frank Pellizzari e Maria Mangini. «Senza di loro oggi non avremmo un Circolo» scrive Eric Marocchi, attuale presidente, nell’introduzione all’opuscolo, nella quale cita anche i presidenti che

si sono succeduti in quarant’anni: Alfredo Santi, George Riccadonna, Luigi Zambotti e Joe Berti, «che hanno lavorato instancabil-

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mente per mantenere vivo lo spirito trentino e per dare continuità all’attività del Circolo». Nell’opuscolo sono riportati i nomi di tutti i quarantatre soci del Circolo che dal 1977 al 2017 hanno ricoperto cariche all’interno del Circolo o hanno fatto parte del consiglio e si ricorda che nell’aprile del 1997 a Perth venne organizzata la sesta Convention nazionale dei Circoli trentini. Era il quartiere di Osborne Park il luogo nel quale il neonato Circolo organizza iniziative rivolte ai trentini. «Nei primi tempi - si legge nell’opuscolo - venivano organizzate cene danzanti in occasione di ricorrenze particolari come la festa della mamma o il capodanno ed erano sempre molto partecipate». Il pranzo a base di polenta ri-


AGENDA

Nella foto sulla pagina a fianco, da sinistra in piedi: Franco Dondio (Myrtleford), Francesco Bocchetti, Walter Sartori (Myrtleford), Giorgio Artini (Adelaide), Pio Fedrizzi (Melbourne), Joanna Terzi (Sydney), Sue Pedri (Sydney). Seduti: Silvano Rinaldi (coordinatore dei Circoli trentini dell’Australia), padre Frank Bertagnolli, Eric Marocchi (Perth). La foto è stata scattata da Cristina Parmesan.

mane uno degli appuntamenti più graditi fra quelli organizzati dal Circolo, insieme alla castagnata con vin brulè e ai pranzi della domenica. Attualmente gli iscritti al Circolo sono 112 e la loro età media è alta: anche il Circolo di Perth sta facendo i conti con le difficoltà legate al ricambio generazionale ma il presidente Eric Marocchi, alla guida di un direttivo «che lavora duramente per promuovere iniziative e incontri a favore dei soci», è fiducioso di poter coinvolgere anche le giovani generazioni «per dare un futuro all’eredità trentina e allo spirito del Circolo». Il compleanno del Circolo è stato festeggiato il 28 maggio dapprima con una messa celebrata da

padre Ferruccio «Frank» Bertagnolli e poi con un pranzo presso l’Empire Function Centre, alla quale hanno partecipato anche il Console italiano, David Balloni con la moglie Consuelo Sensi, e Nunzio Nici e Adriana Nici, in rappresentanza dell’«Italian Club», istituzione alla quale il presidente Marocchi ha rivolto un rigraziamento particolare, perché l’assemblea annuale del Circolo si svolge presso i locali del Club. Nella sala era stato allestito un grande pannello con numerose fotografie che documentavano le attività svolte dal Circolo nei suoi quarant’anni di vita (molte fotografie sono state pubblicate anche nell’opuscolo, che sulla penultima pagina riporta il testo dell’«Inno al Trentino»).

L’INCONTRO DEI PRESIDENTI

Il giorno precedente le celebrazioni per i quarant’anni del Circolo, si è tenuta la riunione dei presidenti dei Circoli trentini dell’Australia, un’occasione per fare il punto sull’attività svolta e su quella futura. L’incontro è stato presieduto da Silvano Rinaldi, coordinatore dei Circoli trentini dell’Australia. Oltre al presidente del Circolo di Perth, a padre Ferruccio Bertagnolli e a Francesco Bocchetti, erano presenti Walter Sartori, Franco Dondio e Cristina Parmesan (del Circolo di Myrtleford), Giorgio Artini (Adelaide), Pio Fedrizzi (Melbourne), Johanna Terzi e Sue Pedri (Sydney).

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ATTUALITÀ IL CONSORZIO DI IMPRENDITORI SOCI DELLA TRENTINI NEL MONDO È STATO UFFICIALMENTE PRESENTATO A TRENTO

«I.TRENTINI»: un’iniziativa intelligente che favorisce l’internazionalizzazione U

n’iniziativa intelligente e meritoria: così il presidente della Camera di commercio di Trento, Gianni Bort (primo a destra nella foto) ha definito la costituzione de «I.TRENTINI», il Consorzio Imprenditori Trentini nel Mondo, in occasione della presentazione ufficiale del nuovo organismo, avvenuta a Palazzo Roccabruna a Trento. «La costituzione del Consorzio - ha proseguito Bort - è davvero frutto della volontà di creare nuove opportunità di sviluppo per le imprese trentine e riassume in sé due delle più pressanti necessità a cui, da tempo, la Camera di commercio attribuisce importanza fondante per dare impulso alla ripresa economica». La prima delle due «necessità» è l’internazionalizzazione, vale a dire l’esigenza per le imprese «di aprire il proprio giro d’affari oltre i confini provinciali e nazionali per esplorare nuovi mercati e sondare nuove opportunità di business». L’altra «necessità» è quella di «incrementare la capacità di fare rete». In questo contesto, ha affermato Bort, «la disponibilità

dell’Associazione Trentini nel mondo di mettere a disposizione i propri contatti, per favorire le relazoni e l’incontro tra imprenditori trentini, imprenditori stranieri ed enti istituzionali di riferimento con sedi in altri paesi, è uno dei sistemi di collegamento più efficaci ed indispensabili all’espansione economica». Nel chiudere il suo intervento, il presidente della Camera di commercio ha ribadito il suo plauso all’iniziativa che «porta con sé anche la non trascurabile prerogativa di percorrere canali

capaci di rinforzare l’appartenenza alle origini trentine e la condivisione di radici culturali comuni». A nome dei nove soci fondatori del Consorzio, ha preso la parola Massimo Fia, direttore dell’Agraria Riva del Garda. «Avviare nuovi contatti imprenditoriali nei paesi in cui sono presenti comunità di origine trentina attraverso la rete dei Circoli, consentirà di costruire rapporti certificati e accreditati dalla storia della Trentini nel mondo e questo rappresenta un privilegio», ha affermato.

A questo proposito, il presidente del neonato Consorzio, Mauro Dallapè (secondo da destra nella foto), nel suo intervento ha precisato che l’imprenditore che aderisce al Consorzio «non godrà soltanto di contatti diretti forniti dalla Trentini nel Mondo, perché sarebbe estremamente riduttivo e fine a se stesso, ma sarà accompagnato nell’individuare opportunità imprenditoriali e a stringere accordi, che potranno generare valore aggiunto e creare posti di lavoro, sia per il Trentino, che per altri paesi».

ALL’INCONTRO HA PARTECIPATO ANCHE BRUNO FRONZA

Delio Miorandi ricevuto dal presidente Ugo Rossi Accompagnato dal presidente onorario della Trentini nel mondo, Bruno Fronza (primo a sinistra nella foto), Delio Miorandi (al centro) è stato ricevuto dal presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi. È stato un incontro molto cordiale, durante il quale Delio Miorandi, nato a Rovereto nel 1938, ha ripercorso in sintesi i suoi cinquantotto anni trascorsi in Germania, dove fin dall’inizio è stato impegnato in prima persona nel promuovere l’integrazione degli italiani emigrati, sia attraverso lo svolgimento della sua professione di assistente sociale, sia come volontario e promotore 5 - 2017

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di varie iniziative. Un’attività apprezzata e riconosciuta, tanto che il 13 dicembre dell’anno scorso gli è stato conferito il «Deutscher Bürgerpreis», la massima onorificenza conferita in Germania al mondo del volontariato (notizia ripresa con ampio risalto anche dalla nostra rivista, che Miorandi mostra nella foto). Il presidente Rossi si è complimentato con Miorandi per il lavoro svolto e per il riconoscimento ricevuto e ha affermato che la sua storia fa onore a tutti gli emigrati trentini. Durante l’incontro Miorandi ha consegnato a Rossi anche una copia del suo romanzo «Antonio».


ATTUALITÀ IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, IN VISITA ISTITUZIONALE NEL PAESE NORD AMERICANO, HA INCONTRATO LE COMUNITÀ ITALIANE

Mattarella: «Siete la punta di diamante dell’amicizia tra l’Italia e il Canada» «L

’amore che provate per l’Italia è ricambiato con forza». Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’incontro con la comunità italiana dell’Ontario, avuto il 29 giugno a Toronto, terza tappa della sua visita istituzionale in Canada (il 28 giugno il Presidente Mattarella, aveva incontrato a «Casa d’Italia» una rappresentanza della collettività italiana che vive a Montréal). «È una grande emozione essere qui, davanti alle bandiere di Canada e Italia e sentire i nostri Inni nazionali, una prova – ha detto Mattarella – di quanto rappresentiate un patrimonio di amicizia tra due Paesi vicini, amici, con una costante identità di posizione e vedute su ogni questione importante». «Di questa amicizia – ha sottolineato il Capo dello Stato – la vostra presenza è uno degli elementi portanti, un elemento di rilievo incisivo, una garanzia. Qui a Toronto vi sono tanti cittadini italiani e moltissimi canadesi di origine italiana che nutrono affetto per l’Italia e conservano l’amore per la loro terra d’origine, per la sua lingua e la sua cultura. Una condizione che merita un apprezzamento grandissimo e la riconoscenza forte del nostro Paese e io sono qui ad esprimerla con convizione». «In questa visita, che vorrei durasse di più – ha aggiunto – ovunque ho registrato il capitale di simpatia che vi circonda, la stima e il rispetto che ho riscontrato parlando con il Governatore generale, con il Premier Trudeau (foto a fianco), con il Primo ministro dell’Ontario Kathleen Wynne (foto a destra): la comunità canadese di origine italiana si è guadagnata rispetto, stima e considerazione per come si è impegnata lungo la storia per contribuire a costruire la grandezza di

Qui sopra, l’incontro con la comunità italiana a Toronto. Qui sotto, il presidente Mattarella a Toronto nella sede del «Costi» (Centro Organizzativo Scuole Tecniche Italiane), che da oltre 60 anni offre servizi sociali, scolastici e di lavoro alle comunità di emigranti. Fu fondato nel 1952 per fornire sostegno e formazione professionale ai migranti italiani in arrivo in Canada. Attualmente offre servizi ai nuovi immigrati, provenienti da tutto il mondo, e assiste i rifugiati attraverso percorsi di orientamento, istruzione, formazione ed occupazione.

questo Paese». «Tanti immigrati italiani sono giunti nel tempo in Canada, compiendo un viaggio difficile, faticoso e talvolta pericoloso, trovandosi in una Paese che non conoscevano dalle abitudini sconosciute e con una lingua diversa ma – ha aggiunto – si sono impegnati con grandi sacrifici, lavoro intenso e continuo,

con operosità e abnegazione, con grande senso del contributo che si doveva dare a questo Paese». Tutto ciò è «motivo d’orgoglio per l’Italia, vedere come tanti suoi figli si sono impegnati in questo modo» diventando «protagonisti di questo Paese». «Voi rappresentate la garanzia più importante dell’amicizia tra Italia e Canada, un’amicizia che si sviluppa continuamente e che si basa anche sulla vostra presenza», ha ribadito Mattarella. «Sono stato al Costi (foto qui sopra) vedendo e toccando con mano la memoria dei percorsi di tante

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persone» e la capacità «di aiutarsi reciprocamente. È successo per i primi italiani arrivati in Canada, e ora gli italocanadesi aiutano gli altri in questa opera» con «grande solidarietà verso chi arriva in Canada ora e in questo modo è aiutato ad inserirsi bene in questo Paese capace di accogliere, ricevere, che fa sentire a casa persone di culture e religioni diverse, che qui divengono un popolo solo». Il Canada «è un esempio per il mondo», così come la solidarietà degli italiani. «Vedere tanti italiani diventati protagonisti in tanti settori di questo Paese è un risultato che rende fieri voi e anche l’Italia che vi guarda, vi ama e vi ammira», ha detto ancora Mattarella. «C’è una grande qualità che gli italiani in Canada hanno sempre manifestato ed è la solidarietà», ha ribadito, non solo verso i concittadini, ma anche verso l’Italia «come successo all’indomani del terremoto che ha colpito le regioni del centro. Dall’Ontario è giunto un generoso contributo, concreto, operativo, di cui tutta l’Italia vi è riconoscente e grata». «Come ho già detto, su ogni punto importante di politica internazionale siamo sulle stesse posizioni; Italia e Canada collaborano intensamente e questo è reso facile dal fatto che canadesi e italiani nutrono simpatia e amicizia reciproca. Questo, l’amicizia e la stima, lega due paesi più che l’azione dei governi», ha sottolineato Mattarella. «E voi siete la punta di diamante di questa amicizia». Il «vostro ruolo ha un grande significato. L’Italia sa quanti sacrifici hanno affrontato quanti sono arrivati qui per primi e sappiamo quanto essi siano stati fieri di vedere i loro figli e nipoti realizzati e integrati in questo grande Paese. Grazie per quanto fate per sviluppare questa amicizia preziosa che cresce e che, tra l’altro, è stata testimoniata qualche mese fa dalla decisione di dedicare giugno ai festeggiamenti per la Repubblica e «mese italiano». Un gesto – ha concluso Mattarella – per cui l’Italia è riconoscente a questo grande paese». (aise) 5 - 2017


GENTE E FATTI IL 5 GIUGNO HA TENUTO A TRENTO UNA CONFERENZA SUL TEMA «L’AMERICA SOTTO LA PRESIDENZA DI DONALD TRUMP»

Dennis DeConcini, un oriundo trentino nella grande storia politica degli U.S.A.

L’

inizio del mese di giugno è stato segnato da un eccezionale evento legato alla storia dei trentini nel mondo. Dennis DeConcini, influente e particolarmente rispettato e stimato senatore degli Stati Uniti per 18 anni con le presidenze di Jimmy Carter, Ronald Reagan, George H.W. Bush e Bill Clinton, è venuto in Trentino con moglie, figli e nipoti con il preciso desiderio di far conoscere la terra d’origine alle giovani generazioni. Il nonno Giuseppe partì da Casez, in Val di Non, nel 1893 per andare a lavorare nelle miniere di carbone di Hazleton, in Pennsylvania. Il 5 giugno i DeConcini sono stati ricevuti dalle autorità locali e da un pubblico di oltre 200 persone nella Sala di rappresentanza del palazzo della Regione in Trento. Sono intervenuti con indirizzi di saluto riflessioni il presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi, il vicepresidente del Consiglio regionale Lorenzo Ossanna, organizzatore dell’incontro, l’Arcivescovo emerito di Trento mons. Luigi Bressan, il senatore della Val di Non Franco Panizza, l’ex senatore Giorgio Postal, presidente della Fondazione Museo Storico del Trentino e il sindaco di San Zeno (comune a cui appartiene la frazione di Casez) Paolo Pellizzari. La Trentini nel Mondo era rappresentata dal presidente onorario, Bruno Fronza, e da Maurizion Tomasi, direttore responsabile del giornale dell’Associazione. Il senatore DeConcini, non senza nascondere com-

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Suo nonno era emigrato da Casez nel 1893. Nato a Tucson l’8 maggio 1937, compie studi in Arizona e in California, termina la facoltà di giurisprudenza e diviene avvocato. Nel 1976 viene eletto per il Partito Democratico al Senato federale. Dal 1993 fino al 2001 è fra i più stretti collaboratori del presidente Bill Clinton mozione per la testimonianza di affetto riservata a lui a alla sua famiglia, ha svolto una relazione sul tema «L’America sotto la Presidenza di Donald Trump – Quali conseguenze per l’Europa», durante la quale ha evidenziato fra l’altro preoccupazione per l’atteggiamento della nuova Amministrazione americana nei confronti del clima e verso l’Unione Europea.

Il 6 giugno i DeConcini si sono recati nel paese di Casez, dove hanno visitato il locale castello da cui ha avuto origine la sua famiglia, la casa da cui partì il nonno ed il cimitero. A conclusione della visita sono stati ricevuti presso la storica Casa de Gentili di San Zeno da parte del sindaco Pellizzari con tutta la Giunta comunale, autorità locali e nazionali e alla presenza della popolazione locale. Il gruppo è poi partito per la provincia di Udine per recarsi a Cavasso Nuovo, paese da cui nel 1891 partì la nonna Ida Tramontin. La visita, oltre ad essere rimasta impressa nei sentimenti delle tre generazioni DeConcini, ha avuto un particolare significato per tutto il Trentino: una profonda testimonianza di legame con le origini che deve essere motivo di orgoglio per l’intera comunità trentina. La storia che ha avuto inizio con un giovane che lasciando un Trentino povero andrò oltre Oceano in cerca di lavoro è divenuta una singolare parte della società statunitense, e nel

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suo ricordo vogliamo portare alla nostra mente le speranze, le sofferenze, talvolta purtroppo la morte in miniera, e l’affermazione di migliaia di nostri emigranti. Il nonno del sen. Dennis DeConcini dopo un incidente in miniera trovò lavoro in altre parti degli Stati Uniti, per poi morire in un incidente stradale. La famiglia si stabilirà in Arizona. Lasciò due figli, Evo e Alice. Evo, brillante intelligenza con sensibilità per il sociale e spirito imprenditoriale, affronta con determinazione fin da giovanissimo molte sfide della competitiva società statunitense. A 9 anni fa il lustra scarpe, ma nel 1948 è procuratore generale dell’Arizona, a Phoenix e nel 1949 Giudice della Corte Suprema dello Stato. Dal matrimonio di Evo DeConcini con Ora nascono Dino, Dennis, David e Mary Danielle. Dennis Deconcini, nato a Tucson l’8 maggio 1937, compie studi in Arizona e in California, termina la facoltà di giurisprudenza e diviene avvocato. La sua carriera forense è breve, perché altri sono i suoi obiettivi. Nel 1973 diviene procuratore della Contea di Pima, e per conto dello Stato si distingue in storiche azioni contro i narcotrafficanti. Nel 1976 Dennis DeConcini candida per il partito democratico al Senato federale. Sconfigge il diretto avversario repubblicano e il 5 gennaio 1997 entra nel suo ufficio di senatore a Washington. È l’inizio di una carriera nel congresso di Stati Uniti che lo vedrà protagonista della vita


GENTE E FATTI

politica americana. Si distingue come «centrista», un politico di centro che nella politica americana non significa stare in equilibrio per gettarsi da una parte o dall’altra secondo la convenienza, bensì adoperarsi per alleanze bipartisan nell’interesse del Paese. INCARICHI INTERNAZIONALI

Subito dopo il giuramento il Senatore avverte con forte preoccupazione che la questione del Canale di Panama si sarebbe riversata come una tempesta sulla presidenza di Jimmy Carter (da pochi giorni alla Casa Bianca, e non particolarmente attrezzato in politica estera). Si impone con determinazione nei confronti del Presidente, che dopo lunghe trattative lo porta a cambiare atteggiamento e la cessione del Canale alla Nazione panamense può venire da parte del Congresso solo dopo l’accettazione di un suo emendamento, la «Reservation DeConcini», che prevede un intervento statunitense qualora questo lo si ritenga necessario, ed il suo voto determinante per far passare il piano. Il senatore DeConcini è fra i principali sostenitori della fondazione da parte del Congresso statunitense dell’«Institut of Peace», Istituto per la Pace, voluto, con la Presidenza di Ronald Reagan, per «Promuovere la pace internazionale e la risoluzione pacifica dei conflitti fra nazioni e popoli senza ricorrere alla violenza.» Da sempre convinto dell’importanza dei rapporti fra Stati Uniti ed Europa, viene nominato presidente del Comitato per la Sicurezza la Cooperazione in Europa, noto anche come «Helsinki Commission». Presiede il comitato, dopo esserne stato membro per vari anni, con un’agenda dominata da eccezionali eventi e trasformazioni a livello mondiale: il formarsi di Glasnost

Nelle foto (da sinistra) il giuramento in Senato dopo la sua prima elezione (5 gennaio 1977); con il dittatore di Panama Omar Torrijos (1977); con Nelson Mandela e con il presidente Bill Clinton.

di legislazioni in favore dei diritti umani in vari Paesi. Sul finire degli anni Ottanta il Senatore DeConcini si fa carico in prima persona del grave problema relativo al dilagante uso di armi d’assalto semiautomatiche impiegate soprattutto dai trafficanti di droga. Riesce a far passare una norma che vieta la produzione negli Stati Uniti e l’importazione di una serie di tali armi.

e della Perestrojka, la liberazione di Nelson Mandela, l’elezione a capi di Stato di Lech Walesa e Vaclav Havel e i noti eventi in Angola, Bosnia, Cina, Cecoslovacchia, Salvador, Polonia e Sudafrica. Gravato dalla responsabilità di un così alto incarico viaggia in lungo e largo nel mondo. Incontra i maggiori leder mondiali del periodo. Da molte parti, comprese fazioni politiche avverse, è riconosciuto al sen. DeConcini che il suo lavoro nel Comitato per la Sicurezza la Cooperazione in Europa ha creato importanti condizioni per la promozione e l’adozione

ALLA CASA BIANCA

Il 2 gennaio1993 entra alla Casa Bianca, per rimanervi fin a 2001, durante la presidenza di Bill Clin-

La stretta di mano con Bruno Fronza

Alla conferenza tenuta presso il Palazzo della Regione ha assistito anche Bruno Fronza, fondatore e presidente onorario della Trentini nel mondo, che Dennis DeConcini ha salutato con calore e affetto.

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ton, per il quale il sen. DeConcini ha molta stima, ritenuto in seguito uno dei grandi presidenti del suo tempo se non fosse stato per gli scandali sessuali. Il Presidente, trovandosi con il maggior deficit di bilancio in tempo di pace nella storia della Nazione, presenta al Congresso il suo primo bilancio federale (Badget Reconcilation Bill) che prevede un incremento della pressione fiscale ritenuto dal Sen. DeConcini squilibrato in talune voci, quali la previdenza sociale, e carente nell’impegno di utilizzare la maggior tassazione per ridurre il deficit. L’oriundo trentino si impone con il presidente Clinton per modificare il suo piano. Il bilancio rivisto, che pone le basi per il piano economico di Clinton per gli anni dal 1993 al 2001, viene approvato con il voto determinante del sen. DeConcini. Nel 1994 il sen. DeConcini decide di non ricandidarsi e ritorna al privato. Un privato che non lo distoglie da impegni nel sociale, cui dedica tempo, esperienza, ed energie valorizzate dalla sua personale reputazione. Lo fa, fra l’altro, nel «National Center for Missing and Exploited Children», organizzazione che a livello mondiale si occupa dei bambini dispersi e sfruttati. Denis DeConcini, nato su suolo americano, con tutto ciò che comporta per l’identità personale l’esser nato e cresciuto in un determinato Paese e ambiente, ha sempre fatto tesoro dei valori e principi, particolarmente religiosi, che il nonno ha portato dal Trentino e che il padre, unitamente alla madre, gli ha trasmesso con l’insegnamento e, soprattutto, con l’esempio. La famiglia DeConcini oriunda di Casez è importante parte integrante della storia dell’Arizona e Dennis DeConcini è già entrato nella grande storia politica degli Stati Uniti. Paolo Magagnotti 5 - 2017


GENTE E FATTI

Omaggio del Circolo della Lorena a Paolina Eccli per i suoi 95 anni Il 15 maggio scorso Paolina Eccli ha compiuto 95 anni: un compleanno che l’ha portata a diventare la persona più anziana all’interno della comunità trentina che vive a Fontoy, in Lorena (Francia). Paolina è nata il 15 maggio del 1922 a Grumes: suo marito, Louis Dallenogare, minatore, è scomparso nel 1989. Dal loro matrimonio sono nate tre figlie: Anne-Marie, Lucie ed Irene. La famiglia si è allargata con l’arrivo di sei nipoti e di cinque pronipoti. Emile Pojer e Roger Duval, rispettivamente presidente e tesoriere del Circolo trentino della Lorena - Rino Zandonai, hanno por-

tato a Paolina come regalo di compleanno un cesto con prodotti gastronomici italiani, che sono stati molto graditi, anche perché Paolina è una buongustaia e tuttora cucina per sé. Paolina ha anche una memoria di ferro, che le consente di ricordare moltissimi episodi della sua vita, sia del periodo trascorso in Trentino sia degli anni successivi alla sua emigrazione in Francia. Anche il Comune di Fontoy, sulla sua pagina Facebook, ha riportato la notizia del compleanno di Paolina e del regalo fatto dal Circolo trentino.

IN OCCASIONE DEL 26° «INCONTRO DELLA PACE» È STATO SEPOLTO IL CORPO DI UN SOLDATO RITROVATO DUE ANNI FA

Italia e Austria rafforzano la fratellanza Un messaggio di fratellanza e di riconciliazione, quello emerso con forza il 17 giugno a Rovereto, preso il Sacrario militare della Città della Quercia, dove, in occasione del 26° «Incontro Italo–Austriaco della pace», è stata data sepoltura ai resti di un milite ignoto, dell’esercito italiano, caduto durante la Grande Guerra, ritrovato due anni fa in Trentino sotto la Cima di Costabella, tra la Marmolada e il Passo San Pellegrino. «È una grande emozione essere qui oggi sotto queste tre bandiere; italiana, austriaca ed europea – ha detto il presidente della Provincia Ugo Rossi

– per dare degna sepoltura ai resti di questo soldato italiano che potrà finalmente riposare in pace. L’anno prossimo celebreremo i 100 anni della fine del primo conflitto mondiale e sarà, ne sono sicuro, il momento giusto per compiere – ha concluso il presidente – quel passo, definitivo, verso una completa riconciliazione». «Quelli che un tempo erano nemici oggi condividono gli stessi ideali di libertà, democrazia e pace», ha ricordato Domenico Rossi, sottosegretario alla Difesa, presente alla cerimonia in rappresentanza del Governo nazionale.

In visita da Caxias do Sul Pietro Uez, con la moglie Giulia Tomasi, nel 1881 è emigrato da Levico (Trentino) verso il Brasile. Un gruppo di suoi discendenti, guidato da Carlos Davide Uez e proveniente dalla zona di Caxias do Sul, nel Rio Grande do Sul, il 21 maggio ha incontrato a Levico i parenti del loro avo, rimasti in Trentino. Dopo la messa si sono ritrovati per un pranzo, al quale hanno partecipato una trentina di persone. Prima di proseguire il viaggio in Italia, il gruppo ha fatto tappa a Trento e ha visitato la Trentini nel mondo. 5 - 2017

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GENTE E FATTI LA FILODRAMMATICA «ARCA DI NOÈ» DI MATTARELLO SI È ESIBITA PER LE COMUNITÀ TRENTINE DI SANTA CATARINA (BRASILE)

Un’esperienza indimenticabile D

ue settimane in Brasile (nello Stato di Santa Catarina) per incontrare, anche attraverso il teatro dialettale trentino, le comunità discendenti dei coloni trentini: è l’esperienza, densa di umanità ed emozioni, vissuta dal 14 al 28 febbraio dalla Filodrammatica Arca di Noè di Mattarello. Tutto era cominciato dal desiderio di Lorenza Nardelli (attrice della Filo) e di suo marito Giuliano Tamanini, di mettersi sulle tracce di quel Sigismondo Nardelli (il trisavolo) che nel 1875 era partito con la famiglia da Mattarello per affrontare rischi e speranze di una possibile vita in Brasile. Il governo brasiliano prometteva terra e attrezzi per lavorarla: in cambio i coloni avrebbero dovuto disboscare una zona fin lì inaccessibile (tranne che per qualche indigeno e animali feroci) e renderla vivibile, promuovendone lo sviluppo. Nel 2015 Lorenza e Giuliano erano andati in Brasile, in particolare a Laurentino dove avevano incontrato i parenti fin lì sconosciuti, scoprendo un mondo di storie e umanità importanti da conoscere. Nella primavera del 2016 la proposta alla Filo di portare la commedia «’L sagrestan de don

Nelle foto (dall’alto in senso orario): il gruppone a Presidente Getulio; i Nardelli a Laurentino; si canta con il Coro Citavi a Rio do Oeste; l’accoglienza a Laurentino e a Rio dos Cedros; un «pranzo trentino». (Foto Giuliano Tamanini)

Albino» (testo di Luciano Zendron) tra quelle comunità dove, oltre al portoghese, si parla ancora il dialetto trentino. E così è stato. Un’esperienza indimenticabile, il commento di tutti i 21 partecipanti al viaggio (oltre alla Filo, i familiari e qualche sostenitore). C’è stato il piacere di recitare davanti a quel pubblico (cinque repliche, da 200 a 600 persone a serata), ma soprattutto l’emozione di leggere su quei volti la gioia di risentire la lingua dei trisavoli, di tuffarsi dentro ricordi tramandati, i nonni che spiegavano alcune parole ai nipoti che sanno meno, le risate… e, a fine recita, le domande: «Io mi chiamo… c’è ancora questo cognome in Trentino?». Indimenticabile, questa espe-

rienza, anche per la straordinaria generosità con la quale siamo stati ‘adottati’: l’ospitalità delle famiglie, l’attenzione delle Istituzioni, un’accoglienza senza riserve, accompagnata dai continui ringraziamenti per la nostra presenza qui, da tutti loro considerato un grande dono. Siamo stati a Laurentino, Rio do Oeste, Presidente Getùlio, Rio do Sul, Nova Trento: abbiamo visitato chiese, scuole, fabbriche; abbiamo incontrato tante famiglie, i Circoli dei Trentini, cori, bande, la filodrammatica «Cuore trentino» di Nova Trento (alla quale abbiamo regalato copione e abiti di scena della nostra commedia dalla quale, dopo tre anni, ci siamo congedati); abbiamo conosciuto personaggi, ascoltato

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storie, raccontate con la confidenza che talvolta nemmeno con i familiari si ha. Hanno voluto farci conoscere i frutti delle fatiche dei primi coloni. Abbiamo capito perché siano orgogliosi di essere brasiliani ma anche di essere discendenti di quegli italiani che tanto hanno saputo fare per lo sviluppo di quella zona. Il nostro viaggio si è concluso, unico momento turistico, alle Cascate di Iguazù: uno splendore, uno spettacolo impareggiabile. Ma quello che resta veramente sono la meraviglia e l’emozione vissute nell’incontro con le «nostre» comunità. Ed è stato così che abbiamo capito cos’è la «saudade». Milena Di Camillo

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60 ANNI D

UN EDIFICIO INCOMPLETO MA ANCORA IN PIEDI

Un edificio incompleto, con qualche breccia causata dai numerosi assalti subiti, ma ancora in piedi e con il sogno di raggiungere l’obiettivo di una Europa federale, sogno coltivato da quegli spiriti visionari testé ricordati, pur nella consapevolezza che il cammino sarebbe stato irto di ostacoli. Un sogno, quello federale, che non ha mai contemplato e non contempla l’abolizione degli Stati-nazione, ma che ha inteso e intende andare oltre gli Statinazione, delegando al governo federale quelle funzioni, politica economica e fiscale, politica estera, difesa e sicurezza che i singoli Stati nazionali non sono in grado

Moneta unica e pro basilari per costruir A fronte di analisi superficiali, demagogiche false notizie spacciate per verità a utilizzatori disinformati dei social, serve riprendere la visione che dai padri fondatori e dalle madri fondatrici della nuova Europa - come Schuman, Adenauer, De Gasperi, Monnet, Spinelli, Simone Weil, Ada Rossi Ursula Hirschmann - ha accompagnato la costruzione dell’edificio europeo di esercitare con efficacia e con autorevolezza negli scenari di un mondo globalizzato e insicuro. I francesi hanno fatto fallire la Comunità Europea di Difesa nel 1954, con ciò bloccando i primi passi da una solidarietà europea costruita attorno al carbone e all’acciaio verso un progetto politico che avrebbe notevolmente accelerato il cammino dell’integrazione e del sogno federale. Ciò nonostante, la prima Comunità ha esteso l’ambito delle sue funzioni, è diventata Comunità Economica Europea pochi anni dopo, ha accolto nuovi Paesi membri. Ci sono voluti poi la visione, la determinazione e il coraggio di Jacques Delors, Presidente della Commissione europea dal 1985 al 1995, per elaborare e avviare le grandi politiche dell’Unione e per aprire la strada a riforme istituzionali non più rinviabili, data la complessità della gestione delle istituzioni comuni. Il trattato di Maastricht e l’avvio delle procedure per la realizzazione del mercato unico e della moneta unica, sono largamente debitori a questo personaggio ca rismatico Intendo ora effettuare qualche considerazione sulla moneta unica e su un’altra grande realizzazione, presentata talvolta in tono un po’ dimesso, ma di straordinario impatto presso le giovani generazioni: il programma ERA-

SMUS, ideato dalla professoressa italiana Sofia Corradi e avviato sotto la presidenza Delors. L’IMPORTANZA DELL’EURO PER L’ITALIA

Il crollo del regime sovietico e la riunificazione delle due Germanie hanno accelerato le procedure per l’adozione della moneta unica nel 1999, prima come unità di conto virtuale, poi nel 2002 sotto forma di denaro contante. François Mitterrand ed Helmut Kohl, da grandi e convinti europeisti, furono i più impegnati sostenitori e promotori dell’Euro. Nella convinzione e speranza, più in Kohl che in Mitterrand, che l’Euro rappresentasse un primo

Prima dell’entrata in vigore dell’Euro, in Italia l’inflazione era spesso a due cifre e la Lira era fragilissima e oggetto di ogni tipo di speculazione 5 - 2017

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© European Union 2012 - Source: EP

I

n un discorso agli studenti tedeschi nel 1952, il filosofo francese Raymond Aron così si esprimeva: «L’Unione europea non rappresenta il tema per l’entusiasmo di un giorno, ma il termine finale dello sforzo che dà un senso a una vita o fissa un obiettivo a una generazione». Nel periodo difficile e tormentato che l’Unione europea sta attraversando, è quanto mai urgente dotarsi di uno sguardo lungo, capace di superare le turbolenze di una congiuntura decisamente non esaltante e seguire il filo conduttore che ha accompagnato fin qui l’avventura della costruzione europea. È un tracciato non sempre lineare e comprensibile, talvolta reso invisibile e precario dalla pochezza dei decisori politici nazionali ed europei. Ma a fronte di analisi superficiali, demagogiche, false notizie spacciate per verità a utilizzatori disinformati dei social, serve riprendere quella visione che dai padri fondatori e madri fondatrici della nuova Europa, Robert Schuman, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Jean Monnet, Altiero Spinelli, Simone Weil, Ada Rossi Ursula Hirschmann, tanto per citare pochi nomi, ha accompagnato la costruzione dell’edificio europeo.

Il sogno di un’Europa feder e non contempla l’abolizione d di quelle funzioni - politica econ difesa e sicurezza - che i sing in grado di esercitare con e negli scenari di un mond

© European Union 2017 - Source: EP

Dopo la laurea ha lavorato nella e la Cooperazione in Europa cittadina italiana a ricoprire que di quello che ho fatto e non ho Ho incontrato alcune persone d mio “viaggio” , che hanno cam migliore e con le quali ho s


D’EUROPA

ogramma «Erasmus» re l’Unione Europea

a Commissione per la Sicurezza del Senato Americano, prima esto ruolo. «Sono davvero felice alcuna intenzione di smettere. davvero straordinarie in questo mbiato la mia vita rendendola stretto legami indissolubili»

passo per l’ulteriore armonizzazione delle politiche economiche e fiscali. La questione Euro è, pertanto, una questione ancora aperta che sollecita i Paesi della zona euro a definire una vera governance delle loro economie e politiche economiche, con un ministro comune delle finanze, un bilancio comune e il superamento delle situazioni di dumping fiscale tuttora presenti all’interno della zona (in Lussemburgo e a Malta in particolare). Sull’importanza dell’Euro per l’Italia, basti pensare alla situazione del nostro Paese nel ventennio 1980-2000, con un’inflazione spesso a due cifre, una lira fragilissima e oggetto di ogni tipo di speculazione, una gestio-

ne allegra e irresponsabile della spesa pubblica (tanto bastava svalutare) e tante altre miserie come la progressiva svalutazione dei risparmi dei cittadini. Qualche predicatore di strada sbercia che l’Euro ha reso più poveri gli italiani; non è l’Euro che ha impoverito le persone, ma le mancate riforme che hanno aggravato le situazioni di povertà e impoverito il ceto medio; sono gli sprechi, l’inefficienza, i costi e la burocratizzazione della pubblica amministrazione, gli intrecci tra politica, criminalità e corruzione, e si potrebbe continuare nell’elenco, che alimentano la sfiducia dei cittadini e minano la credibilità del nostro Paese anche all’interno dell’Unione europea. ERASMUS FESTEGGIA I SUOI TRENT’ANNI

Una breve riflessione sul programma ERASMUS. Quest’anno si celebra, a giusto titolo, il trentennale della sua istituzione. Un anniversario importante per una grande storia di successo dell’Europa. Erasmus significa mobilità, cooperazione, formazione, cultura; l’esperienza Erasmus serve a sviluppare senso di cittadinanza attiva, solidarietà e tolleranza in luoghi significativi della formazione universitaria in Europa. Oltre che per studiare, sei mesi o un anno, in una università diver-

© European Union 2017

ale non ha mai contemplato egli Stati-nazione ma la delega nomica e fiscale, politica estera, goli Stati nazionali non sono efficacia e con autorevolezza do globalizzato e insicuro

«Erasmus» significa mobilità, cooperazione, formazione, cultura; è un modo per imparare a conoscere ed apprezzare arte, cultura, storia, modi di vita di altre persone e di altri Paesi, cioè ad apprendere a «sentirsi a casa» in Europa; serve a sviluppare senso di cittadinanza attiva, solidarietà e tolleranza in luoghi significativi della formazione universitaria in Europa

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sa dalla propria, è un modo per imparare a conoscere, apprezzare arte, cultura, storia, modi di vita di altre persone e di altri Paesi, insomma, apprendere a «sentirsi a casa» in Europa. Di questa esperienza, nel trentennio, hanno beneficiato 9 milioni di studenti, di cui 843.000 italiani e sono nati anche un milione di bambini. Più cittadini europei di così! SUPERARE E COLMARE L’INCOMPIUTEZZA

Ho voluto proporre qualche considerazione su due esperienze, ce ne sono tante altre sui cui riflettere ovviamente, che ben rappresentano, a mio avviso, il senso della frase di Raymond Aron rivolta agli studenti tedeschi. Il processo di integrazione europea non può essere considerato il tema per l’entusiasmo di un giorno. La vicenda dell’Euro nella sua incompiutezza da un lato, e del programma Erasmus nel suo successo dall’altro, possono rappresentare il percorso di un’Europa chiamata ad andare oltre, a guardare avanti per superare e colmare l’incompiutezza delle sue realizzazioni e per comunicare con maggiore convinzione la portata e l’estensione dei suoi successi. Vorrei chiudere con un pensiero di Gianfranco Pasquino, tratto dalla postfazione del suo libro «L’Europa in trenta lezioni»: «…l’Europa che vorrei è l’Europa che, sulle gambe dei giovani che sfruttano l’opportunità, data dal programma Erasmus, di studiare nelle Università da loro preferite dell’Unione europea, fa crescere la consapevolezza di un’identità che si forma, si definisce, si affina, culturalmente e politicamente, a contatto con gli altri europei. L’Europa che vorrei fosse mantenuta e migliorata è anche l’Europa dell’Euro che contiene la premessa e la promessa di una politica economica e fiscale condivisa e comune, premessa e strumento per ricalibrare tutte le politiche del welfare, del benessere di cui gode la stragrande maggioranza degli europei». Vittorino Rodaro

Non è l’Euro che ha impoverito gli italiani. ma le mancate riforme, gli sprechi, l’inefficienza, i costi della pubblica amministrazione 5 - 2017


CIRCOLI

Eletto il nuovo direttivo a Bento Gonçalves Il Circolo trentino di Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul - Brasile) ha recentemente rinnovato il suo direttivo. Alla presidenza è stata eletta Cleusa Longhi (quarta da destra, accanto alla bandiera).

Nella foto sono con lei alcuni componenti del nuovo direttivo: (da sinistra) Antonio Soliman (ex-vice-presidente), Sandro Giordani (secondo segretario ed ex presidente del Circolo), Odacir Giordani (componente del consiglio fiscale), Rui Feil (presidente

Com. 40 da Leopoldina), Janice Todescato (tesoriera), Jones Longhi (componente supplente del consiglio fiscale) e Andre Carraro (altro supplente del consiglio fiscale). L’attuale vice presidente del Circolo è Marcelo Galvagni.

Festa dell’immigrazione italiana a Santa Teresa (Espirito Santo) Dal 17 al 25 giugno si è svolta a Santa Teresa (Espirito Santo - Brasile), la ventiseiesima edizione della «Festa dell’immigrato italiano», promossa dal Circolo trentino, con la quale si è festeggiato il 143° anniversario dell’arrivo dei primi coloni italiani. Molto ricco il programma della manifestazione, con spettacoli musicali e di ballo, mostre e stand.

Corso di cucina trentina al Circolo di Montevideo Venerdì 2 giugno, si è tenuto un evento che ci ha avvicinato alla nostra tradizione trentina, attraverso tutti i nostri sensi: colori, aromi e sapori sono infatti stati gli ingredienti della giornata. Protagonista dell’evento è stata la presidente del Circolo trentino di Colonia del Sacramento, María Bernardi, che con grande chiarezza di esposizione e competenza in materia, ha tenuto una lezione di cucina, che è stata come un viaggio nel tempo e nello spazio. Zully e il marito Adán hanno allestito alla perfezione quello che sarebbe servito per la lezione di cucina. Maria ha gestito con maestria il tempo a disposizione: inizialmente ha spiegato come si prepara il 5 - 2017

goulasch e durante la sua cottura è passata alla descrizione di come si realizza un altro piatto tipico trentino: i canederli. Maria ha svelato ai partecipanti al corso alcuni piccoli segreti che rendono ancora più gustosa la ricetta di questo piatto tradizionale. Come dessert, Maria ha proposto le frittelle di mela: anelli di mela che vengono prima fatti macerare in un composto di grappa, zucchero e scorza di limone, poi passati nell’uovo, infarinati e infine fritti nell’olio. I partecipanti hanno seguito tutte le fasi del corso con grande attenzione e curiosità. Poi è arrivato il momento dell’assaggio e anche il palato ha ringraziato Maria perché i sapori

di tutti i piatti preparati erano fantastici. I partecipanti al corso sono tornati a casa con le ricette e con il desiderio di provare a farle al più presto.

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Maria Bernardi ha affermato di aver avuto delle maestre molto brave: sua nonna e sua madre. Il nostro ringraziamento va anche a loro. Cristina Simonelli


CIRCOLI

La tradizione delle «uova colorate»

del Circolo trentino di Santa Olimpia

«I nostri nonni hanno portato l’usanza di dipingere le uova per la Pasqua. Questa tradizione viene mantenuta e tramandata dalla comunità Trentino-tirolese di Santa Olimpia, nella città di Piracicaba (stato di San Paolo, in

Brasile). Questa tecnica permette dipingere i gusci delle uova di gallina usando coloranti naturali

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come fiori, foglie ed erbe silvestri»: questo è il testo del messaggio inviato alla redazione, insieme con le fotografie pubblicate su questa pagina, che documentano alcune fasi della lavorazione e i risultati che si ottengono.

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CIRCOLI ALL’INIZIATIVA ORGANIZZATA DAL CIRCOLO, CHE SI È SVOLTA DAL 3 AL 5 GIUGNO, HANNO PARTECIPATO VENTINOVE SOCI

Trentini del Ticino in gita in Valle d’Aosta tra meraviglie storiche e della natura Sabato 3 giugno. «Siam partiti siam partiti in 29»… dal Ticino in colonna fino a Chiasso pensando: ci arriveremo mai in Valle d’Aosta? Ma con le scorciatoie che il nostro buon Gianni conducente sa… tutto procede al meglio. Dopo un’oretta di viaggio, Gianni ci propone una pausa caffè, che bello una bella botta di caffeina è quello che ci vuole per svegliarci definitivamente; ho saputo per vie traverse che qualcuno si è svegliato appena in tempo per vestirsi, la barba lunga, niente colazione e solo i tempo per arrivare a prendere il pullman. Alla pausa caffè, la moglie, si è data un filo di trucco alla toilette….. chi si riconosce? Il viaggio riprende e verso le undici siamo arrivati all’entrata della Valle d’Aosta a Bard. Un paese medievale ai piedi di una fortezza. Magnifico! Un panorama da cartolina! Dopo aver parcheggiato il pullman e aver costeggiato la riva della Dora Baltea (fiume che scorre in Val d’Aosta) in una passeggiata quasi romantica siamo arrivati ai piedi della fortezza. Chi è salito in ascensore con un dislivello di 110 metri e chi invece è salito a piedi entrando nel paese antico e percorrendo la salita fino alla som-

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mità ammirando il panorama che cambiava di tornante in tornante. Nella fortezza abbiamo pranzato divinamente e poi abbiamo visi-

tato la fortezza in compagnia di una guida. Questa fortezza è stata costruita nel 1100 e fu distrutta da Napoleone nel 1800 e ricostruita subito dopo così come è adesso. Venne poi acquistata nel 1975 dal comune

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di Bard e restaurata. Nel tardo pomeriggio abbiamo proseguito verso Aosta dove ci siamo stabiliti in albergo. Una buona cena ci ha allietati e poi stanchi ci siamo coricati. Domenica 4 giugno. Appuntamento alle nove del mattino e partenza verso Courmayeur a 1.224 metri dove abbiamo preso una cabinovia costruita e inaugurata due anni fa per arrivare a un primo avamposto situato a 2.173 metri dove alcuni si sono fermati, altri invece hanno continuato a salire fino a 3.466 metri. Che sensazione particolare…. Allo sbarco, giramento di testa, stanchezza e un malessere per l’altitudine. Dopo un po’ di ambientazione siamo saliti in cima alla costruzione panoramica e da lì una vista magnifica!.... Sarebbe stata una bellissima vista ma … c’era la nebbia! Abbiamo così intravisto alcune cime della catena del Monte Bianco su fino e oltre i 4000 metri. Chissà che bello col sole!!! Ma ci siamo accontentati di quello che abbiamo visto mentre la neve scendeva come piccoli cristalli. Rientrati alla prima base abbiamo pranzato con specialità della valle e ci siamo rilassati godendo del panorama che c’era sotto le nuvole. Il ghiacciaio che si è ritirato, la


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cittadina di Courmayeur vista dall’alto e un pezzo della valle che si srotolava verso il basso con i suoi antichi paesini,… una vera meraviglia. Dopo tanta bellezza naturale siamo rientrati in albergo a riposare. Ora ci aspetta la cena e una buona nottata. Devo dire che siamo stati veramente fortunati con il tempo di giorno bello e caldo e di notte pioggia, ma andava bene così. Lunedi 5 giugno. Di buon mattino siamo partiti da Aosta ed eccoci nuovamente in viaggio. Il programma delle giornata è l’attraversamento del Gran San Bernardo, entrata in Svizzera e visita al lago di St. Léonard

vicino a Sion. Ora il tempo non è dei migliori infatti piove ma fino alla galleria abbiamo goduto di un meraviglioso panorama. Subito dopo il tunnel ci aspettava il … nulla! Una nebbia da tagliare col coltello e la pioggia. Pazienza siamo stati fortunati lo stesso. Man mano che si scendeva la nebbia si diradava e ci si presentavano davanti le immense coltivazioni di viti. Distese e distese di vigneti che sembrava toccassero il cielo…. Li avete notati? Eccoci arrivati a St. Léonard un piccolo villaggio tra Sion e Sierre in Vallese. Facciamo colonna per il biglietto ed eccoci a scendere nelle viscere della

terra. Una barca e un rematore ci aspettano e partiamo per un viaggio particolare. Un lago sotterraneo lungo 300 metri a 70 metri sottoterra. Una magnificenza! Una grotta scoperta dopo un terremoto nel 1947 fatta di scisto carbonifero, marmo e gesso. L’hanno messa tutta in sicurezza e adesso se ne può ammirare la bellezza. Un lago con un’altezza media di 4 metri di acqua potabile limpidissima in cui vivono alcune trote. Ragazzi vi è piaciuto? Bello vero? Ora è giunto il momento di riempire la pancia e proseguiamo verso Sierre dove mangeremo. Ci si presenta davanti un pic-

colo castello-ristorante con tanto di targa di benvenuto. All’interno tutto antico con locali adibiti a ristorante tutto molto chic. Abbiamo mangiato con piatti svizzeri molto delicati. Ora chiudo e mi auguro che tutti siate stati bene, abbiate approfittato di tutte le bellezze viste in questi giorni e le ricordiate nel tempo. Ringrazio Riccardo per il lavoro svolto: come sempre ci ha lasciato senza parole, grazie di cuore e alla prossima. Un grazie anche a Gianni autista per l’attenzione e la prudenza con cui ci trasporta da un luogo all’altro. Maria Rosa

L’estremo saluto a Carlo Brandstetter Carlo Brandstetter, una delle personalità più assidue alle attività del Circolo Trentino di Melbourne (Australia) è ritornato alla casa del Padre, alla bella età di 90 anni; è scomparso il 29 maggio. Nato ai Masi di Imer, in Primiero, nel 1926 in una famiglia di dodici fratelli e sorelle, fu l’unico ad emigrare nel 1951. A Melbourne ad una serata danzante del Circolo Trentino, incontrò Felicita Beltrami, sorella di Nando, Luciano e Aldo delle Giudicarie. La famiglia di Carlo e Felicita fu rallegrata da due nuove vite: Luciana

e Angelo. Per molti anni Carlo lavorò presso la ditta dei cognati Beltrami, che produceva prodotti idraulici. La moglie lo ha preceduto nella vita eterna qualche anno fa, come pure i suoi paesani Nino Bettega e Lino De Paoli, con i quali ha condiviso l’avventura australiana. Al funerale, celebrato da Padre Bertagnolli, era presente un bel gruppo di Trentini. Ai familiari in Italia e in Australia vadano le rinnovate condoglianze della comunità trentina di Melbourne.

Lutti del Circolo trentino di Chicago Lino Paul Salvadori è scomparso all’età di 89 anni. Era un socio particolarmente attivo e presente. Ha lasciato la moglie Roseann, i figli Sandra, Jim, Diane e Dave, i nipoti Brian, Lauren, Colleen, Jim, Micke, Kelly, Nick, Jaclyn, Danielle e Gina, e la pronipote Ellie.

Il 20 maggio scorso, all’età di 87 anni, è deceduta Eleanor Corazza (nata Dalpiaz), un’altra fedele socia del TAC (Trentino Alpine Club di Chicago). La piangono i figli Robert e Mary Christine e i nipoti Kevin, Ryan e Matthews, il fratello David.

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In 180 al pranzo del Circolo della Lorena Ha avuto il successo atteso il pranzo a base di polenta organizzato dal Circolo trentino della Lorena (Francia): i partecipanti sono stati

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180 e tutti sono tornati alla loro case sazi e soddisfatti del gustoso menĂš che era stato preparato. I 110 chili di polenta sono stati accompagnati da duecento salsicce, quaranta chili di bourguignon, quindici chili di funghi,

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dieci chili di cotechino, dieci chili di formaggio, duecento panne cotte preparate in casa, settanta litri di vino (bianco e rosso). La squadra che ha lavorato in cucina e fra i tavoli per servire i partecipanti, era composta da venti persone.


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Toronto, cento trentini alla proiezione del film «Fräulein - Una fiaba d’inverno» Il «Cineplex Theatres» di Vaughan (Ontario - Canada), il 14 giugno scorso ha ospitato la proiezione di «Fräulein - Una fiaba d’inverno», un film commedia uscito nel 2016 e girato quasi interamente sull’altopiano del Renon, in TrentinoAlto Adige, diretto da Caterina Carone con Lucia Mascino e Christian De Sica (al centro nella foto in alto a destra). All’evento ha partecipato un gruppo di oltre cento trentini, soci del Circolo di Toronto. LA TRAMA DEL FILM

Regina è una signora di quarantuno anni proprietaria di un albergo ormai chiuso da anni in un villaggio delle Dolomiti. Senza marito né figli, un po’ acida e un po’ sarcastica, Regina è proprio quel che si dice una Fräulein. Nulla sembra cambiare nelle monotone giornate di Regina, passate ad assistere anziani, giocare a scala quaranta con le amiche, Hanna e Nina, e prendersi cura della sua gallina bianca Marilyn, finché un giorno, dopo l’annuncio radio dell’arrivo di una imponente

Mentre in paese la tempesta solare inizia ad avere i suoi primi effetti, tra blackout e una crescente sensazione di precarietà tra la gente, l’arrivo del turista nella vita di Regina scatena una tempesta ben più profonda, capace di cambiare radicalmente la sua vita. LO «SPUNTINO»

PRESSO IL CIRCOLO

Alla proiezione era presente anche l’attore Christian De Sica (secondo da destra nella foto in alto, a fianco di Ivo Finotti, vice presidente del Circolo trentino).

tempesta solare, un misterioso turista sui sessanta, di nome Walter Bonelli, uomo smarrito

e infantile, piomba nella sua vita con la pretesa di soggiornare nell’albergo.

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Dopo la proiezione, il gruppo di trentini si è ritrovato presso la sede del Circolo, per uno spuntino, al quale hanno preso parte anche Daniela e Luciano Martini di Revò. Lo spuntino (reso possibile da Domenic Primucci, Pizza Nova, Cavit e Roscato) è stato molto gradito e il Circolo ringrazia Alice Corazza, Lorena Danelon, Edy Angeli, Gemma Angeli, Dan Bertolini e Ivo Finotti per il loro aiuto. Un ringraziamento speciale va ai giovani del Circolo, Stefanie Corazza, Joseph Tanel, Mathew Danelon, Luciano Davero e Serena D’Avero, che hanno preparato i tavoli, servito e poi pulito la sala.

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DAL TRENTINO LA MANIFESTAZIONE «IL TRENTINO DELL’ANNO», PROMOSSA DALLA RIVISTA «UCT», È GIUNTA ALLA SUA 29A EDIZIONE

Premiata Ilaria Vescovi, «un modello di eccellenza nazionale e internazionale»

«I

l rigore intellettuale che ha saputo esprimere in vari ambiti conoscitivi, l’intelligenza brillante e vivace che ha valorizzato i suoi talenti, l’apertura alle sfide e al confronto contraddistinguono il profilo umano e professionale di Ilaria Vescovi. Nel suo percorso, ricco di progettualità, ha esplorato nuovi orizzonti imprenditoriali, che si sono caratterizzati per la qualità degli interventi proposti. Un modello di eccellenza nazionale e internazionale»: è questa la motivazione con la quale è stato assegnato ad Ilaria Vescovi il premio «Il trentino dell’anno», istituto dalla rivista «Uomo Città Territorio», giunto quest’anno alla sua ventinovesima edizione. Nata a Rovereto nel 1962 dopo la laurea in Economia e Commercio all’Università di Verona, Ilaria Vescovi (prima a destra nella foto) ha iniziato il suo percorso professionale presso l’azienda di famiglia, il Gruppo Tecnoclima, impresa altamente specializzata che produce ed esporta in tutto il mondo apparecchiature per il riscaldamento, condizionamento ed il trattamento dell’aria, con sede a Pergine Valsugana (TN). Nel 2012 il padre Alfonso, fondatore della società, la nomina Amministratore Delegato, conferendole la totale autonomia e responsabilità nella gestione aziendale. È stata presidente di Confindustria Trento dal 2007 al 2011, dal 2012 è Presidente

Insieme con «Il trentino dell’anno», Ilaria Vescovi (prima a destra nella foto) ci sono Emanuele Montibeller (direttore artistico di «Arte Sella», alla quale è stato assegnato il premio «Un’associazione per la collettività»); l’artista Laurina Paperina, vincitrice della sezione «Un di S.E.T.A. S.p.A. la società che edita le testate dei quotidiani locali «Trentino» ed «Alto Adige», dal 2014 è Presidente del MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, dal 2016 è Presidente del Gruppo Tecnico Internazionalizzazione dei Territori di Confindustria. Nell’ambito della manifestazione «Il Trentino dell’anno» ha già ottenuto, nel maggio 1997, il riconoscimento «Personaggio per il futuro».

personaggio per il futuro»; Claudio Pellegrini (vedi articolo sulla pagina a fianco); Giampiero Mattei, figlio del giornalista Luigino Mattei (premio «In loving memory») e il professor Franco Pedrotti («Una vita per la cultura e la conoscenza»).

Gli altri premi sono stati assegnati ad «Arte Sella» («Un’associazione per la collettività»); all’artista Laurina Paperina, vincitrice della sezione «Un personaggio per il futuro»; a Claudio Pellegrini (vedi articolo qui sopra); a Giampiero Mattei, figlio del giornalista Luigino Mattei (premio «In loving memory») e al professor Franco Pedrotti («Una vita per la cultura e la conoscenza»). Nel corso delle sue ventinove

edizioni il premio «Il trentino dell’anno» ha valorizzato ben 133 tra personaggi e associazioni no profit, facendoli conoscere ad un grande pubblico: alcuni erano già noti, altri sconosciuti. Un percorso e un traguardo importanti, raggiunti con impegno, professionalità e sobrietà, nel comune intento di offrire alla collettività un appuntamento significativo con la sua storia passata, presente e futura. Nelle intenzioni dei suoi pro-

Inaugurata a Pieve Tesino «La Fabbrica dell’Europa»

È

stato denominato «La Fabbrica dell’Europa» l’itinerario culturale-naturalistico inaugurato il 20 giugno scorso, che dal nuovo parcheggio di Pieve Tesino accompagna ad alcuni dei suoi luoghi di maggior interesse, come i musei, il Giardino d’Europa e l’Arboreto del Tesino. È un itinerario che, intrecciando cultura e natura accompagna alla scoperta del paese natale di Alcide De Gasperi, e che nel contempo consente a chi lo percorre di scoprire le connessioni esistenti tra i luoghi che tocca, tutti parti di una stessa storia: quella del cammino, non ancora concluso, dell’Europa verso la pace, la democrazia e lo sviluppo. Tutto questo è «La Fabbrica dell’Europa». Frutto della collaborazione tra la «Fondazione Trentina Alcide De

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DAL TRENTINO GLI È STATO ASSEGNATO IL PREMIO NELLA SEZIONE «UNA TESTIMONIANZA DELLA STORIA»

Dal prete operaio Claudio Pellegrini una «profonda lezione di umanità» Il premio è stato consegnato a Claudio Pellegrini da Patrizia Marchesoni, vice presidente della Fondazione Museo Storico del Trentino

Claudio Nereo Pellegrini, nato nel 1936 a Palù di Giovo (TN) paesino di mezza montagna, nella valle di Cembra, su un fianco coltivata con ostinazione, sull’altro selvaggia ed ora ferita dalle cave di porfido. In seminario ricorda in particolare il professore di filosofia, un prete figlio di emigrati in Francia, che gli parlò dell’esperienza dei primi preti operai: «La carità incomincia dove finisce la giustizia: non la può mai sostituire». Prete a 26 anni, frequenta poi a Torino l’università di Lettere e Filosofia. Dopo quattro anni di teologia, gli fu guida l’insegnamento dei tre professori che ricorda maggiormente ,Nicola Abbagnano, Augusto Guzzo e il giovane Gianni Vattimo. Nel 1967, è “missionario” nel Limburgo Belga fra i minatori italiani: un’esperienza radicale di quelle che a trent’anni fanno rinascere. Con loro e con i loro figli costruì spazi di ‘umanità’, ‘giustizia’, ‘dignità’. motori, manifestazione «Il Trentino dell’anno» si pone come stimolo, memoria, testimonianza del lavoro e dell’impegno di donne e uomini che hanno espresso un rapporto propositivo con la

Nella motivazione si afferma che la sua vita è stata costruita sui valori della solidarietà e della partecipazione civile, e rappresenta un «messaggio di resistenza all’indifferenza e al conformismo, un invito all’impegno per una società più equa e solidale» Nell’ottobre del ‘72 entra in fabbrica, operaio di siderurgia nel bacino di Liegi: un’altra immersione nella vita reale, di realtà e il territorio nei suoi aspetti culturali, sociali, economici attenti alla sua crescita morale e civile. «Il segno distintivo di questa ventinovesima edizione – ha af-

solidarietà e di resistenza quotidiana. Licenziato dopo sette anni per le cosiddette ragioni economiche, fu assunto dal fermato Sergio Bernardi, ideatore e anima dell’iniziativa - è la lezione di passione civile e sociale che anima i vari personaggi: l’attenzione alla crescita culturale dell’uomo e della collettività, la

Ministero del Lavoro Belga per svolgere un lavoro di animazione sociale soprattutto tra i gruppi di emigrati. Nei giorni liberi tornava tra gli ex minatori nel Limburgo, tra i loro figli, sul sentiero di vita e di polvere nera. Nel 1995 pubblica «Polvere nera» e «...per un sacco di carbone». Nel 2000 «Ovunque vivere altrove»; nel 2005 «Volesse la terra» e nel 2011 «Tisaura». Questa la motivazione del pemio: «Claudio Pellegrini ha costruito la sua vita sui valori della solidarietà e della partecipazione civile. Come prete operaio e missionario tra i minatori italiani nel Limburgo Belga e tra i gruppi degli emigranti italiani, ha diffuso la sua profonda lezione di umanità, di giustizia sociale, di dignità sempre a fianco delle persone bisognose. Un messaggio di resistenza all’indifferenza e al conformismo, un invito all’impegno per una società più equa e solidale». solidarietà ai più deboli, agli ultimi, come segno di partecipazione e relazione con gli altri». La cerimonia di consegna si è svolta il 27 maggio al Castello del Buonconsiglio a Trento.

È un itinerario lungo quattro chilometri che, intrecciando cultura e natura, accompagna alla scoperta del paese natale di Alcide De Gasperi

Gasperi», il Comune di Pieve Tesino, il Servizio Sostegno occupazionale e valorizzazione ambientale della Provincia Autonoma di Trento e l’«Ecomuseo del Tesino - Terra di viaggiatori», il progetto

nasce dall’esigenza di mettere in rete e presentare in chiave unitaria il ricchissimo patrimonio culturale e naturale del Tesino. L’itinerario, di circa quattro chilometri, tocca quattro tappe principali: il Museo Per Via, il Museo Casa De Gasperi, il Giardino d’Europa e l’Arboreto. Lungo tutto il percorso, installazioni in acciaio corten e inox, pannelli di testo multilingui e un racconto fra natura e storia che rivela in maniera assolutamente innovativa l’avventura europea, dal mito ai giorni nostri. La «Fabbrica dell’Europa» non si limita a offrire indicazioni logistiche e segnaletiche, ma realizza un originale racconto culturale, che indaga i punti di contatto tra questi luoghi, animati dalla spinta al dialogo e all’integrazione tra i popoli.

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DAL TRENTINO IL GRUPPO È STATO FRA I PROTAGONISTI DELLA TRASMISSIONE «MEI LIABSTE WEIS» ANDATA IN ONDA DA MERANO

Importante ribalta televisiva austriaca per la musica trentina degli Abies alba Per la prima volta la popolare trasmissione televisiva di musica tradizionale «Mei liabste Weis» (che significa «la mia canzone preferita» in dialetto tirolese), in onda da quasi trent’anni sul canale austriaco ORF2, ha ospitato un gruppo trentino: gli Abies alba (nella foto) hanno infatti partecipato alla trasmissione andata in onda il 24 giugno scorso dal Kurhaus di Merano. Sul palco c’erano anche Brauhaus Musig (di San Leonardo in Passiria), la Familie Platter (di Marlengo) e il Meraner Zitherkreis (di Merano). A presentare la serata è stato Franz Posch, anch’egli musicista, uno dei volti e delle voci più popolari della televisione

austriaca, anima e conduttore fin dagli esordi della fortunata serie di trasmis-

sioni, seguite ogni volta da una media di circa un milione di telespettatori

in Austria, Germania e Svizzera. Come le 154 trasmissioni che l’hanno preceduta, anche quella da Merano è andata in onda in diretta, con la possibilità per il pubblico, sia quello in sala che quello televisivo, di intervenire per richiedere specifiche canzoni ai gruppi partecipanti. Gli Abies alba si sono «presentati» con un estratto dal brano intitolato «Cecilia» (una composizione di Nicola Odorizzi) e nel corso della serata hanno poi eseguito «El pu bel nom - Menegina», una canzone tradizionale della Val di Non e una medley che comprendeva «Bal frances» e «Bella riosa», due antiche arie da ballo.

Mons. De Conto ha celebrato messa a Caldonazzo, paese d’origine della madre

Anche quest’anno sono bastati pochi istanti dopo l’apertura delle iscrizioni alla «Marcialonga» per «bruciare» i pettorali a disposizione e arrivare a raggiungere il tetto massimo di 7.500 partecipanti, a dimostrazione che l’affezione verso la ski-marathon trentina è ben lontana dall’affievolirsi. Quella che si correrà il 28 gennaio 2018 sarà l’edizione numero 45 della gran fondo di sci, con partenza da Moena e arrivo a Cavalese dopo settanta chilometri.

Foto di Renzo Bortolini

Già iscritti tutti i 7.500 partecipanti alla Marcialonga del prossimo anno

Monsignor Paulo Antonio De Conto, 74 anni, dal 2008 vescovo di Montenegro (Rio Grande do Sul - Brasile) il 12 maggio ha celebrato messa nella chiesa di Caldonazzo, paese di origine della madre: mons. De Conto per la linea materna discende infatti da un Tiecher di Caldonazzo (il ramo paterno è invece di Vittorio Veneto). Durante la sua permanenza in Trentino ha incontrato l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, e l’arcivescovo emerito, mons. Luigi Bressan.

Riva del Garda è una «Città che legge» Il «Centro per il libro e la lettura» del Ministero dei beni culturali e delle attività culturali e del turismo e l’Associazione nazionale dei Comuni italiani hanno deciso di riconoscere al Comune di Riva del Garda la qualifica di «Città che legge», in virtù dell’impegno nello svolgere con continuità sul proprio territorio politiche pubbliche di promozione della lettura. 5 - 2017

Una «Città che legge» garantisce ai suoi abitanti l’accesso ai libri e alla lettura – attraverso biblioteche e librerie – ospita festival, rassegne o fiere che mobilitano i lettori e incuriosiscono i non lettori, partecipa

a iniziative congiunte di promozione della lettura tra biblioteche, scuole, librerie e associazioni e aderisce a uno o più dei progetti nazionali del Centro per il libro e la lettura. Il Centro per il libro e la lettura è un

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istituto autonomo del Ministero dei beni culturali e delle attività culturali e del turismo: il suo principale compito - coerentemente con le priorità politiche del Ministero - è quello di «promuovere politiche di diffusione del libro, della cultura e degli autori italiani» e di «realizzare iniziative e campagne informative per sensibilizzare e incentivare i giovani alla lettura».


DAL TRENTINO

Il Comune di Arco ha acquistato tre dipinti di Giovanni Segantini «La natura di lepre e frutta» (cm 26,5 x 100,5), «La natura di pesce e verdura» (cm 20 x 95,5) e «La natura di cacciagione e frutta» (cm 21 x 94,5), tutti datati tra il 1879 e il 1880 e siglati in basso a sinistra con il monogramma intrecciato «GS». Sono le tre nature morte di Giovanni Segantini, un trittico di olii su lamiera di zinco, acquistati dal Comune di Arco per 100 mila euro, cifra che comprende anche il prestito in deposito fino al 2020 di altri due dipinti: «Paesaggio brianteo» (1884/85, olio su tavola, cm 24,8 x 35) e «Pulcini nell’aia» (1883/85, olio su tela, cm. 43 x 70). La massima esperta mondiale di Segantini, Annie-Paule Quinsac, nel suo celebre Catalogo generale definisce i tre dipinti «insegne», in virtù specialmente del supporto, la lamiera di zinco. Incorniciati separatamente, presumibilmente negli anni Sessanta, all’origine furono con ogni probabilità insegne di un esercizio commerciale, realizzate dal pittore arcense in epoca giovanile, quando ancora non era diventato il maestro del Divisionismo, noto e ammirato in tutto il mondo. Il trittico proviene da una collezione privata di Trento, la stessa che ha concesso in deposito gli altri due dipinti, del quale il Comune di Arco, d’intesa con il Museo Alto Garda, valuterà l’acquisto. I tre dipinti, in ottime condizioni di conservazione, saranno esposti prossimamente nella galleria civica «Giovanni Segantini», sede arcense del Mag, che ospita un’esposizione permanente dedicata all’illustre concittadino, dal titolo «Segantini e Arco». L’esposizione avrà lo scopo di rendere conto alla cittadinanza dell’investimento effettuato, per il quale va detto che prima di procedere, il Comune di Arco ha

Incorniciati separatamente, presumibilmente negli anni Sessanta, all’origine furono con ogni probabilità insegne di un esercizio commerciale, realizzate dal pittore arcense in epoca giovanile, quando ancora non era diventato il maestro del Divisionismo, noto e ammirato in tutto il mondo commissionato una stima a Paul Nicholls di Milano, perito ed esperto in dipinti dell’Ottocento, che ha valutato le tre opere per 40-45 mila euro ognuna (quindi nel complesso da 120 a 135 mila euro, più di quanto pagato). «La valorizzazione di Segantini è un punto preciso del nostro programma di governo – ha spiegato il sindaco Alessandro Betta alla conferenza stampa di presentazione, nella mattina di venerdì 30 giugno in galleria civica, presenti

anche l’assessore alla cultura Stefano Miori, il presidente del Consiglio comunale Flavio Tamburini, il responsabile del Mag (Museo dell’Alto Garda) Gianni Pellegrini, il comandante del Corpo di polizia locale Alto Garda e Ledro Marco D’Arcangelo e alcuni consiglieri comunali – in quanto si tratta di un nostro concittadino che ha assunto un’importanza mondiale, come uno dei massimi pittori di tutti i tempi. Chiaro che l’Amministrazione

comunale non può permettersi di acquistare i quadri più celebri, il loro costo è proibitivo, ma assieme al Mag e al Mart cerchiamo di fare acquisti mirati che ci consentano di accreditarci tra gli appassionati e gli esperti di tutto il mondo, e questo investendo in modo oculato risorse pubbliche, dato che acquistare un Segantini, oltre che scelta culturale, è anche un ottimo investimento economico. L’acquisto di tre questi quadri e la disponibilità degli altri due è un bellissimo risultato, al quale abbiamo lavorato lungamente, assieme al Mag e al Mart». «Va bene organizzare eventi – ha detto l’assessore Stefano Miori – ma occorre anche costruire qualcosa di strutturato che abbia sostanza, e questo si fa acquistando opere. Quelli che abbiamo acquistato sono opere minori, ma di grande interesse, specie per il Mag e per la nostra galleria civica, che sono centri culturali e di studio». «Questa acquisizione è il giusto esito della grande esposizione del 2008 – ha detto il responsabile del Mag Gianni Pellegrini – che abbiamo dedicato a Segantini in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario della nascita, e a cui è seguita una progressiva virata del Mag verso il pittore arcense, che recentemente si è concretizzata nell’intervento sulla galleria civica di Arco, con spazi e impianti adattati a un assetto museale, oppure con la realizzazione della collana di studi “Segantiniana”. E ora con queste acquisizioni. Ma siamo solo all’inizio: il Mag sempre più diventerà un centro di studio su Segantini, noto e accreditato a livello mondiale, e anche Arco sempre più sarà la città di Segantini. Ufficio stampa dei Comuni di Arco e di Riva del Garda

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IlÈ pannello con le fotoche ricordo, allestito in occasione dei festeggiamenti per il nel 40°mondo, anniversario del Circolo trentino di Pertha(Australia). stato scelto il logo contraddistinguerà il 60° anniversario della Trentini che ricorre quest’anno (articolo pagina 3)


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