TRENTINI
MONDO
nel
MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E
3/2018
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue
anno 61°
Caxias do Sul (Brasile) ha ospitato il «Secondo Incontro Regionale Trentino» con i Circoli di Brasile, Argentina e Uruguay.
CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus
Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay
Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)
Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia
Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca
Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 5 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz
- 1 circolo
Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -
Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá
- 1 circolo
Danimarca Copenaghen
- 1 circolo
Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù
Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera
Peru Lima
Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi
Portogallo Portogallo
Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino
Romania Romania
Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo
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62 circoli
Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè
L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it
- 1 circolo
Serbia Indija
- 1 circolo
- 1 circolo
- 1 circolo
Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas
- 1 circolo
EDITORIALE SOMMARIO Pagina 2 AGENDA Pagine 3-6 REPORTAGE: INCONTRO DEI CIRCOLI E DELLA RETE DELLE UNIVERSITÀ A CAXIAS DO SUL Pagine 7-11 GENTE E FATTI Pagine 12-13 60 ANNI D’EUROPA Pagine 14-16 CIRCOLI (Charleroi, Gruppo Giovani Trentini Brasiliani, Melbourne) Pagina 17 PROFILI: GIACOMO G. FERRARI Pagine 19-21 DAL TRENTINO Pagina 22 DAL MONDO Pagina 23 SPETTACOLI: «INVISIBILI GENERAZIONI» Pagina 24 ABBONAMENTI
ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner
Direttore Francesco Bocchetti
TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione
Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN)
SI CONCLUDE IL PERCORSO INIZIATO NEL 2011 E SANCITO DALLA MODIFICA ALLO STATUTO
All’assemblea del 14 aprile il voto spetta anche i Circoli
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metà del mese di aprile, come è abitudine e come prevede lo Statuto, si svolge l’Assemblea annuale di bilancio della Trentini nel Mondo. Quest’anno però l’appuntamento con i Soci riveste un significato un po’ diverso e particolare: in primo luogo perché scade la durata triennale prevista per il Consiglio di Amministrazione ed in secondo luogo (ma non certo per importanza) perché quest’anno per la prima volta sono chiamati ad esprimersi sulla governance anche i Circoli Trentini. Per quanto riguarda il primo punto c’è solo da dire che si sono conclusi tre anni difficili e complicati contrassegnati dalla precarietà e dalle incertezze che l’intera società sta generalmente attraversando. In questa situazione non certamente facile, c’è però da registrare la conclusione positiva di una vicenda dolorosa e crudele come quella della Corte dei Conti che, per dare voce all’irresponsabile voglia di apparire e alla megalomane ignoranza dei fatti reali, per quasi cinque anni ha reso estremamente difficile portare avanti l’attività della Trentini nel Mondo con la consueta serenità. Per quanto riguarda il secondo punto è importante sottolineare invece come l’accesso al voto dei Circoli costituisca un notevole passo avanti nella vita democratica dell’Associazione. A questo proposito vale la pena ricordare, anche se brevemente, come ci si è arrivati. Tutto ha preso inizio a Camboriù nell’aprile del 2011, in occasione dell’incontro dei Circoli Trentini del Brasile (la foto di gruppo qui sotto è stata scattata in quella occasione). In quel frangente si è iniziato a considerare
In questo ultimo triennio si sono associati oltre settanta Circoli, ma più del ragguardevole numero complessivo dei nuovi Soci, è però importante rilevare il significato profondo di questa presa di coscienza. In sostanza si può affermare come sia iniziata una diffusa trasformazione concettuale nel modo di interpretare la Trentini nel Mondo: non più un’Associazione avvertita forse come un po’ troppo lontana e magari un po’ paternalista, bensì un’Istituzione aperta e democratica formata dai Circoli Soci e dall’Associazione centrale che, con pari dignità agiscono in comunione d’intenti per la prima volta ed in maniera ufficiale il concetto di reciprocità. Evidentemente i tempi erano maturi perché da quel momento in poi si sono succeduti i dibattiti e gli approfondimenti sui temi che oggi appaiono essenziali nei rapporti interni alla Trentini nel Mondo, come quello della partecipazione, della collaborazione e infine quello attinente alla realizzazione di una rete che legasse e rappresentasse l’intera Comunità Trentina. È un cammino partito sette anni fa e che ancora è in movimento ma che, nonostante la comprensibile lentezza nel cambiamento di mentalità legate ad alcuni modelli ormai datati, così come per i ritardi dovuti alla necessità di adeguare alcune attività ormai obsolete alle esigenze delle nuove generazioni, ha comunque già dato i primi risultati positivi. Una delle conseguenze più evidenti è stata la modifica dello Statuto avvenuta nel 2012, per dare la possibilità ai Circoli di farsi Soci e diventare in questo modo parte integrante, respon-
sabile ed operativa della Trentini nel Mondo: con tutti gli oneri e gli onori che ne conseguono come, appunto, la possibilità di esprimere il proprio voto in Assemblea. In questo ultimo triennio si sono associati oltre 70 Circoli, ma più del ragguardevole numero complessivo dei nuovi Soci, è però importante rilevare il significato profondo di questa presa di coscienza. In sostanza si può affermare come sia iniziata una diffusa trasformazione concettuale nel modo di interpretare la Trentini nel Mondo: non più un’Associazione avvertita forse come un po’ troppo lontana e magari un po’ paternalista, bensì un’Istituzione aperta e democratica formata dai Circoli Soci e dall’Associazione centrale che, con pari dignità e agendo in sostanziale comunione d’intenti, si riconoscono in una Trentini nel Mondo che a pieno diritto, oggi ancora a maggior ragione, può essere riconosciuta internazionalmente. Alberto Tafner
Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 3 MARZO 2018 Stampato l’11 aprile 2018
In copertina: alcuni dei partecipanti al «Secondo Incontro Regionale Trentino».
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AGENDA FU IL PRIMO PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO
TRA I VOTANTI, ANCHE I SETTANTA CIRCOLI DIVENUTI SOCI
Sabato 14 aprile, assemblea elettiva dell’Associazione
Il Primiero ricorda Angelo Mott
Lettura ed approvazione del verbale seduta precedente; relazione del Presidente; bilancio Consuntivo 2017 (con relazione al bilancio, relazione dei Revisori dei Conti, approvazione); elezione nuove cariche sociali 2018 – 2021; varie ed eventuali: è questo l’ordine del giorno dell’assemblea della Trentini nel mondo, convocata per sabato 14 aprile, presso l’Aula Magna del Polo Culturale Diocesano «Vigilianum» a Trento. Come messo in evidenza dal presidente Alberto Tafner nel suo editoriale (pagina precedente) l’assemblea riveste una particolare rilevanza perché, per la prima volta dopo la modifica statutaria del 2012, anche i Circoli nel frattempo diventati soci dell’Associazione, partecipano con diritto di voto al momento di massima espressione democratica di una realtà associativa come la Trentini nel mondo.
«Un uomo del Primiero da non dimenticare» è il titolo dell’iniziativa dedicata alla figura di Angelo Giacomo Mott che si svolgerà sabato 21 aprile a Transacqua, con inizio alle 16.00 presso la sala della Cassa Rurale Dolomiti di Fassa Primiero e Belluno. L’appuntamento è il primo di una serie con la quale gli organizzatori (Cassa Rurale Dolomiti di Fassa Primiero e Belluno unitamente alle Cooperative della Valle di
Primiero, con la Comunità di Valle, con Primiero Energia A.C.S.M. S.p.A. e con il Patrocinio della Fondazione Museo Storico del Trentino), vogliono far conoscere personalità nate nella zona che con il loro impegno migliorarono il Primiero, la Val di Fassa e di Fiemme, il Trentino e l’Italia.
L’OPERA SI INTITOLA «MIGRANTES», È STATA REALIZZATA NEL 1959 ED È STATA DONATA ALL’ASSOCIAZIONE DA ANNAMARIA TECILLA
La «pinacoteca» della Trentini nel mondo si arricchisce con un quadro di Tarquinio Si intitola «Migrantes» ed è un xilografia a tre colori, realizzata nel 1959 come prova d’autore dall’artista Sergio Tarquinio: da alcune settimane il quadro arricchisce la pinacoteca della Trentini nel mondo, grazie
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alla donazione fatta da Annamaria Tecilla. «Tramite Paolo Rossi (componente di giunta dell’associazione, a sinistra nella foto, ndr) che si è reso disponibile, le consegno questo quadro severo, al quale io e miei figli siamo
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molto affezionati, perché lo ricordiamo nel salotto della mia cara sorella Elena e di mio cognato Lino Orsingher, recentemente scomparsi a breve distanza l’uno dall’altra»: inizia così la lettera inviata da Annamaria Tecilla al presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner (a destra nella foto). «Il desiderio di pensarlo affidato a qualcuno che possa apprezzarlo per il soggetto che rappresenta e per le suggestioni intense che senz’altro riesce a muovere, ci ha fatto pensare alla Trentini nel mondo» prosegue la lettera, che si conclude con l’augurio all’Associazione «di poter continuare a tessere i preziosi legami di sempre». L’autore del quadro, Sergio Tarquinio, è nato a Cremona nel 1925 ed «è senza dubbio da annoverare tra i massimi esponenti italiani del fumetto, in special modo di quello “western”, del secondo dopoguerra. Ha svolto e svolge la propria attività anche in campo pittorico (sue opere sono presenti in diversi musei italiani ed europei, ed in sedi istituzionali quali il Parlamento di Strasburgo), grafico (celebri i suoi ex libris, e le sue incisioni, una raccolta delle quali, circa 450, è reperibile presso il museo civico di Cremona), didattico (da ultimo, ha promosso la fondazione del gruppo artistico “Il cascinetto” di Cremona, a favore del quale ha svolto attività di insegnamento sino a metà degli anni ’90)». (Le note biografiche su Sergio Tarquinio sono state tratte dal sito it.wikipedia.org)
REPORTAGE
«Secondo Incontro Regionale Trentino» e «Terza Riunione della Rete Trentina delle Università» nel Rio Grande do Sul: due eventi che hanno «fatto centro» Avvicinare i Circoli Trentini di Rio Grande do Sul, Uruguay e Argentina, favorire lo scambio di informazioni tra gli associati, dare la possibilità di presentare le attività che ogni entità realizza per la promozione della lingua e della cultura italiana; elaborare proposte, suggerire progetti e sottoscrivere accordi per ini-
Avvicinare i Circoli Trentini di Rio Grande do Sul, Uruguay e Argentina ed elaborare proposte, suggerire progetti e sottoscrivere accordi per iniziare progetti di intercambio coinvolgendo studenti, professori e ricercatori erano alcuni degli obiettivi dichiarati delle due iniziative e che sono stati raggiunti ziare progetti di intercambio coinvolgendo studenti, professori e ricercatori delle entità che formano la «Rete Trentina
delle Università». Questi sono gli obiettivi raggiunti nell’ambito del «Secondo Incontro Regionale Trentino»
In alto, i rappresentanti dei Circoli e qui sopra i partecipanti all’incontro tra Università.
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e della «Terza Riunione della Rete Trentina delle Università», evento che ha raccolto i trentini di quattro paesi nella Serra Gaucha (Rio Grande do Sul, in Brasile), dal 22 al 25 febbraio: appuntamento che ha fatto seguito al «Primo Incontro», svoltosi a Montevideo, in Uruguay, dal 13 al 15 maggio 2016. L’organizzazione dell’evento è stata del coordinamento dei Circoli Trentini del Rio Grande do Sul e del Circolo Trentino di Caxias do Sul, con la collaborazione dei Circoli di Garibaldi e di Bento Gonçalves.
Da pagina 4 a pagina 6 la cronaca dei due eventi e della cerimonia ufficiale presso l’Università di Caxias do Sul (Le foto delle pagine 3-6 sono di Neusa Sonda)
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REPORTAGE
Per la «Rete Trentina delle Università» nuovo appuntamento a settembre 2019 Il primo giorno dell’evento, giovedì 22 febbraio, è stato dedicato alla Rete Trentina delle Università, con una riunione presso la UCS (Università di Caxias do Sul), nodo brasiliano della rete. Nella riunione sono state individuate e concordate azioni per attivare le possibilità di intercambio tra studenti e docenti della rete, chiedendo ad ogni università di individuare le aree di ricerca da poter condividere in futuro, nonché di verificare le variazioni ai programmi di mobilità accademica già in essere. Investire nella mobilità virtuale per lo scambio di conoscenze a distanza, oltre alla presenza fisica, è stata una delle proposte presentate, per dare una opzione accessibile economicamente ad alunni e professori, così come la possibile creazione di altri eventi internazionali. Al termine della riunione i rettori e rappresentanti delle
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Il Rettore dell’Università di Caxias do Sul, Evaldo Antonio Kuiava (a sinistra), con Giuseppe Zorzi (rappresentante del Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi).
università si sono impegnati a sviluppare in tempi brevi le proposte emerse, mediante l’elaborazione di un documento congiunto che sarà perfezionato in questi mesi. Tutto questo per poter analizzare i risultati del lavoro congiunto
nella prossima riunione, che dovrebbe tenersi presso l’Università di Trento, in Italia, nel settembre 2019. A questo incontro erano presenti le Università di Trento con Maurizio Marchese e Roberto
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Napoli (rispettivamente prorettore e delegato per i rapporti internazionali), l’Università dell’Impresa dell’Uruguay con il Rettore Roberto Brezzo, l’Università Nacional de Mar del Plata e quella di Cordoba per l’Argentina. Con loro Giuseppe Zorzi (rappresentante del Presidente PAT Ugo Rossi), Cesare Ciola, Armando Maistri e Roberto Paolazzi per Trentini nel Mondo, Carlos Trentin Coordinatore dei Circoli dell’Argentina centro, Laura Vera Righi Consultrice PAT per l’Uruguay, Jorge Zas Fernandez Coordinatore dei Circoli dell’Uruguay e Elisete Bertollo, Coordinatrice dei Circoli del Rio Grande do Sul. Per l’Università di Caxias do Sul, assieme al Rettore Evaldo Antonio Kuiava, erano presenti il capo di gabinetto Gelson Leonardo Rech e la coordinatrice delle relazioni internazionali Fabiola Carla Sartori.
REPORTAGE I LAVORI DEL «SECONDO INCONTRO REGIONALE TRENTINO» SI SONO SVOLTI A CAXIAS DO SUL VENERDÌ 23 FEBBRAIO
I quattro obiettivi della rete dei Circoli: solidarietà, cultura, relazioni e sviluppo Il «Secondo Incontro Regionale Trentino», venerdì 23 febbraio, ha riunito presso il Punto di Cultura della Casa delle Etnie (sede del Circolo Trentino di Caxias do Sul) i presidenti dei Circoli trentini di Rio Grande do Sul, Uruguay e Argentina, assieme ai rappresentanti della Trentini nel Mondo, dell’Università di Trento e della Provincia Autonoma di Trento. Dopo la presentazione del gruppo teatrale «Miseri Coloni», i lavori sono stati aperti da Elisete Bertollo, coordinatrice per il Rio Grande do Sul, la quale ha rimarcato l’importanza del lavoro dei Circoli trentini nelle aree della cultura, della formazione e della solidarietà. João Felix Andreis, presidente del Circolo Trentino di Caxias do Sul, ha presentato il Punto di Cultura Casa delle Etnie, struttura che ospita associazioni culturali con immigrati da Germania, Polonia, Svizzera e Italia. Jorge Zas Fernandez, coordinatore dei Circoli trentini dell’U-
approfittino delle sue opportunità in favore dei giovani. Carlos Alberto Trentin, coordinatore dei Circoli dell’Argentina centrale, ha rimarcato l’impegno delle varie entità per partecipare a questi incontri (percorrendo anche 1.500 chilometri), ricordando che il prossimo Incontro sarà in Argentina nel 2020. Roberto Paolazzi, impegnato per la Trentini nel Mondo nell’America del Sud, ha illustrato i maggiori progetti realizzati in favore dei discendenti di emigrati trentini in Chaco (Argentina), una delle aree più povere del paese, nonché in altre aree dell’America latina. Armando Maistri, consigliere di Trentini nel Mondo, ha parlato del rapporto di reciprocità che deve esserci tra Trentini nel Mondo in Italia e Circoli esteri, ricordando inoltre l’accordo sottoscritto con i Consolati e il Consorzio di imprenditori trentini. Cesare Ciola, vicepresidente di Trentini nel Mondo, dopo aver portato il messaggio della
João Felix Andreis, presidente del Circolo Trentino di Caxias do Sul. Nella foto in alto (da sinistra): Jorge Zas, Carlos Alberto Trentin, Cesare Ciola, Giuseppe Zorzi, Roberto Paolazzi e Armando Maistri. In alto a destra: Elisete Bertollo.
ruguay, ha ripercorso il cammino che ha portato a questi incontri periodici ed alla Rete Trentina delle Università, rimarcando la necessità che i dirigenti dei Circoli conoscano questa realtà ed
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Coordinatrice generale per il Brasile, Iracema Moser Cani, ha ribadito l’importanza della grande rete mondiale dei Circoli, che deve porsi quattro obiettivi precisi: solidarietà e assistenza, conservazione della cultura e della memoria, relazioni istituzionali e intercambio, sviluppo economico. Giuseppe Zorzi, rappresentando il Presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi ne ha portato il saluto, per poi affermare la convinzione che – così come hanno contribuito a creare l’America – i trentini uniti rafforzeranno ora la propria identità nel mondo. Le due province che in Italia sono cresciute di più dal 1986 al 2015 sono state Trento e Bolzano: per il futuro, ora, non sono sufficienti i dati economici, ma bisogna investire nella memoria, nella convivenza, nella qualità della vita e soprattutto nei giovani. Tutti i responsabili degli oltre vernti Circoli presenti hanno poi presentato le proprie attività.
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REPORTAGE IL CONSOLE GENERALE D’ITALIA A PORTO ALEGRE HA ESPRESSO APPREZZAMENTO PER L’INIZIATIVA DI CAXIAS DO SUL
«Gli scambi culturali ed economici favoriscono la pace e la prosperità» Sabato 24 febbraio si è tenuta la cerimonia ufficiale dell’evento, presso l’Auditorium dell’Università di Caxias do Sul. Al saluto del Rettore Evaldo Antonio Kuiava sono seguiti gli interventi del Governatore dello Stato del Rio Grande do Sul José Ivo Sartori, del vice-presidente della Trentini nel Mondo Cesare Ciola, del rappresentante della Provincia Autonoma di Trento Giuseppe Zorzi, dell’Assessore allo sviluppo economico, lavoro e impiego di Caxias do Sul Emilio Andreazza e del Vescovo diocesano Dom Alessandro Ruffinoni. Il Console generale d’Italia a Porto Alegre, Nicola Occhipinti, impossibilitato a partecipare all’incontro, ha inviato un messaggio, letto dal rettore dell’UCS Kuiava: dove ci sono intercambi culturali ed economici – ha scritto – c’è la pace; dove c’è pace, c’è prosperità, e noi italiani siamo in prima fila. Nel suo intervento il Governatore Sartori ha ribadito il ruolo della cultura come strumento di trasformazione di un popolo. Abbiamo circa tre milioni di discendenti italiani nel Rio Grande do Sul – ha aggiunto – gente che ha aiutato ed aiuta a costruire e sviluppare questa terra: per questo l’iniziativa della Trentini nel Mondo merita grande attenzione. Il Rettore Kuiava ha rimarcato nuovamente la volontà dell’UCS di essere partner forte della Rete Trentina delle Università, preservando i valori ed i principi ereditati dai nostri antenati. La cerimonia è continuata con la conferenza sul tema “Società
Da sinistra: il Vescovo di Caxias do Sul, Dom Alessandro Ruffinoni; Elisete Bertollo, coordinatrice dei Circoli del Rio Grande do Sul; Cesare Ciola, vice presidente della Trentini nel Mondo; Evaldo Antonio Kuiava, rettore dell’Università di Caxias do Sul; José Ivo Sartori, Governatore dello Stato del Rio Grande do Sul; Emilio Andreazza, assessore allo
sviluppo ecomomico di Caxias do Sul, (in rappresentanza del sindaco della città); Giuseppe Zorzi, rappresentante del presidente della Provincia Autonoma di Trento. In primo piano, al centro, la regina e la principessa della «Festa da Uva 2016», Rafaelle Galiotto Furlan e Patrícia Piccoli Zanrosso. (Foto di Chaves/Palácio Piratini).
E a conclusione, un tour culturale Esaurita la parte ufficiale, l’evento ha visto domenica 25 febbraio un tour attraverso il Caminho de Pedras, una degustazione alla Cooperativa Vinicola ed una visita al Museo Villa Fitarelli a Garibaldi, per terminare con il pranzo nel Salone Comunitario Nossa Senhora das Neves a Bento Gonçalves, nella Vale do Vigneidos. Per i Circoli l’appuntamento per la terza edizione dell’«Incontro» è previsto in Argentina nel 2020. 3 - 2018
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italiane e scuole etniche nel Rio Grande do Sul”, tenuta dal professor Gelson Leonardo Rech. Molto interessante anche la tavola rotonda (nella foto a fianco) sul tema “Rete Trentina delle Università: Fattore di integrazione educazionale tra Brasile, Argentina, Uruguay e Italia”. Vi hanno preso parte il Rettore della UCS Evaldo Antonio Kuiava, il Rettore dell’Università de la Empresa di Montevideo Roberto Brezzo, il direttore della Facoltà di Scienze Mediche dell’Università di Cordoba (Argentina) Adrian Alasino, il rappresentante dell’Università di Mar del Plata Carlos Barioglio, i professori Maurizio Marchese e Roberto Napoli dell’Università di Trento, il Vicepresidente della Trentini nel Mondo Cesare Ciola, il rappresentante della Provincia Autonoma di Trento Giuseppe Zorzi, l’assessore di Caxias do Sul Emilio Andreazza, con la moderazione da parte di Elisete Bertollo, coordinatrice dei Circoli trentini del Rio Grande do Sul.
GENTE E FATTI LA FIGLIA MARIA ROMANA HA DONATO AL COMUNE ALCUNI EFFETTI PERSONALI, DOCUMENTI E FOTOGRAFIE DELLO STATISTA
La città di Trento è diventata custode di un prezioso patrimonio di De Gasperi storico, con l’obiettivo di contribuire alla costruzione della storia e della memoria del territorio, nelle sue dimensioni istituzionali, sociali, economiche, culturali e territoriali, quale fattore culturale di integrazione e accoglienza. Il Comune, nell’assumersi il ruolo di garante della donazione, si è impegnato a individuare nei
prossimi mesi uno spazio idoneo per esporre in via permanente i beni. In attesa della collocazione definitiva, per dare immediata valorizzazione a parte dei beni oggetto della donazione, il Servizio cultura, turismo e politiche giovanili, congiuntamente alla Fondazione, ha allestito una esposizione presso Cappella Van-
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Foto di J. Salvi
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n anno fa Maria Romana De Gasperi, figlia dello statista trentino Alcide (seconda da sinistra nella foto), in una lettera indirizzata al sindaco di Trento, Alessandro Andreatta (primo a sinistra), aveva manifestato il suo desiderio di «donare alla città alcuni effetti personali, documenti, fotografie ed una selezione di lettere personali», in ragione del legame affettivo con Trento e l’intero Trentino mantenuto lungo tutta la sua vita dal padre. E lunedì 19 marzo la sala di rappresentanza di palazzo Geremia a Trento ha ospitato la cerimonia durante la quale è stata formalizzata la donazione alla Fondazione Museo storico del Trentino, di cui il Comune di Trento è socio fondatore, di alcuni oggetti appartenuti al padre. Nella lettera si chiedeva infatti che i documenti donati venissero conservati presso «un’istituzione museale qualificata nel campo della storia con sede nella città di Trento», e che, per rendere tale patrimonio accessibile al pubblico, venisse individuato e messo a disposizione uno spazio espositivo vicino alla sede del consiglio comunale, in cui De Gasperi ebbe il suo esordio nelle istituzioni come consigliere. La risposta positiva è stata seguita da contatti con la Fondazione Museo storico del Trentino, individuata come soggetto più adatto a prendersi cura del patrimonio oggetto della donazione, tenuto conto della sua opera per la valorizzazione della città di Trento, del Trentino e del Tirolo
tini, a Palazzo Thun, dal titolo «Alcide De Gasperi, la montagna, il Trentino. Tracce di un rapporto sentimentale»,. L’esposizione, curata da Elena Tonezzer, ricercatrice della Fondazione Museo storico del Trentino, resterà aperta al pubblico fino al 1°luglio, tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 18. La mostra propone materiali legati alla vita politica e istituzionale dello statista, ma particolarmente fotografie private e oggetti utilizzati nel tempo libero, conservati nella casa di montagna di famiglia in Val di Sella. Due significative eccezioni si inseriscono in questa esposizione altrimenti dedicata ai momenti della spensieratezza: un grafico disegnato dallo stesso De Gasperi per rappresentare la crescita della sua vita professionale interrotta dall’avvento del fascismo (foto in alto a destra) e una copia della Costituzione della Repubblica italiana, firmata con Enrico De Nicola e Umberto Terracini (foto in alto a sinistra). Durante la cerimonia del 19 marzo, che è coincisa con il giorno del novantacinquesimo compleanno di Maria Romana Degasperi, oltre al sindaco di Trento sono intervenuti Paolo Magaganotti (direttore del Centro studi Europeo «A. De Gasperi» dell’Università dell’Ovest - Timisoara in Romania), Giuseppe Ferrandi (direttore del Museo Storico), Marco Odorizzi (direttore della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi) e l’assessore alla cultura del Comune di Trento, Andrea Robol. 3 - 2018
GENTE E FATTI IN OCCASIONE DELLA CERIMONIA IN SUO OMAGGIO DEL 19 MARZO A TRENTO È STATO TRACCIATO IL SUO PROFILO
Maria Romana De Gasperi, una vita dedicata alla promozione di ideali
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n occasione della cerimonia in omaggio a Maria Romana De Gasperi del 19 marzo scorso, che prevedeva anche la firma della donazione di alcuni effetti personali del padre al Comune di Trento (vedi articolo sulla pagihna precedente), Paolo Magagnotti, direttore del Centro studi Europeo «A. De Gasperi» dell’Università dell’Ovest - Timisoara in Romania, ha fatto un intervento nel quale ha tracciato il profilo della figlia primogenita di Alcide De Gasperi, che è anche presidente del Circolo trentino di Roma.
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ria, dove ho sempre avuto l’onore di accompagnarla. Possiamo dire che con tale impegno è sempre stata in servizio
recenti ha parlato ad esempio in pubblico e in università a Berlino, Bruxelles, e poi in Ungheria, Polonia, Romania, Croazia, Bulga-
Foto di J. Salvi
Foto di J. Salvi
Figlia primogenita di Alcide De Gasperi, la Signora Maria Romana ha dedicato gran parte della sua vita alla valorizzazione ed alla testimonianza dello straordinario patrimonio di valori, ideali e visioni, soprattutto europee, dell’amato padre, di cui fin da ragazza ha colto la grandezza. Lo ha fatto iniziando con un enorme lavoro di ricerca, raccolta e organizzazione di documentazione – oltre che di ciò che oggi viene donato -, documentazione dicevo che ha rappresentato fonte di grande valore per gli storici. Lo ha fatto attraverso molte pubblicazioni, innumerevoli altri scritti e tante, tante pubbliche conferenze, in Italia e all’estero, rivolgendosi soprattutto ai giovani. In Europa ha fatto sentire la sua voce di unità e fratellanza ad est e ad ovest; nei tempi più
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permanente. Nata a Trento, a 4 anni deve soffrire l’assenza del padre, imprigionato dal fascismo. Con il padre sottoposto a rigido controllo fascista anche dopo il carcere, la sua famiglia supera le difficoltà con l’aiuto di qualche amico paterno e, soprattutto, di parenti materni. Non può frequentare scuole pubbliche perché la famiglia rifiuta la tessera del Fascismo e così compie gli studi ginnasiali e liceali presso le scuole private delle «Suore Francesi di Neveres», per poi laurearsi in Lettere moderne presso l’Università «La Sapienza». Durante il fascismo e la lotta partigiana la giovane ragazza Maria Romana si muove in bicicletta lungo le strade di Roma per portare messaggi clandestini del padre ad amici che con lui si preparavano di nascosto per la rinascita democratica dell’Italia. Conosce a Roma, presso il padre, il comandante partigiano piemontese Piero Catti, si unisce con lui in matrimonio e nascono tre fili, due dei quali, purtroppo, non sono più fra noi. Caduto il Fascismo, con il padre Presidente del Consiglio, gli fu per più anni segretaria particolare, segretaria senza stipendio, accompagnandolo anche in viaggi importanti, fra cui la storica missione negli Stati Uniti d’America del 1947. Negli anni di avvio del processo di integrazione europea condivi-
GENTE E FATTI «Ho avuto la fortuna di vivere la mia giovinezza davanti ad un uomo onesto. Quello che mi ha insegnato senza tante parole, ma con il suo esempio, è stato il coraggio di tenere fede alle proprie idee anche quando fossero causa di sofferenza e solitudine»
Foto di J. Salvi
rie un album di vecchie fotografie da sfogliare in un’ora di noia, perciò vi auguro di riconoscere nelle parole, nate in un tempo di speranze, le radici della vostra storia comune. Di quella storia che tra poco farete voi». E nel suo libro «De Gasperi, uomo solo» aggiunge: «Cosa offriamo ai giovani delusi dalle guerre, da regimi crollati miseramente? Quale ideale migliore se non il superamento degli interessi nazionali nella fraternità dei popoli europei uniti in una solo patria? È questo infine, ciò che mio padre chiedeva a se stesso e agli uomini responsabili negli ultimi anni del suo governo». Concreta è pure stata la missione della Signora De Gasperi nel servire i deboli e i bisognosi. Per vent’anni, dal 1984 al
de con il padre speranze per un futuro di unità e pace in Europa. Speranze di unità che purtroppo oggi sembrano frantumarsi. Più volte le è stato chiesto di candidare al Parlamento italiano e al Parlamento europeo, ha scelto invece di dedicarsi in totale autonomia alla promozione di ideali. Non ha peraltro risparmiato appelli a eletti a Bruxelles ritenuti deboli nelle motivazioni e poco impegnati nel sostenere un progetto europeo partecipato. Il 23 marzo 2011, ha luogo al Parlamento europeo a Bruxelles la posa di un busto di De Gasperi. A voce chiara e alta si rivolge ai numerosi parlamentari di vari orientamenti politici – presente anche il Presidente della Commissione europea Barroso. «In questo Parlamento - dice - manca la passione che avevano i Padri fondatori e la gente che non sa quello che voi fate in queste aule». Ero presente all’evento - vi era anche il sen. Franco Panizza - ed ebbi l’impressione che molti incassarono il messaggio. La Signora Maria Romana De Gasperi ha sempre fatto propria la costante preoccupazione di Alcide De Gasperi di «lasciare alla gioventù soprattutto una eredità di democrazia e di difesa delle libertà…». Al riguardo così scrive nell’introduzione al suo libro «La nostra patria Europa» del 1969: «Oggi
scrivo per voi ragazzi, per quelli di voi che ancora possono o vogliono capire il nostro linguaggio. Non vorrei fare di queste memo-
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2004, è impegnata negli ospedali romani come volontaria della Croce Rossa per assistere i malati di AIDS e sofferenti di altre malattie. Da alcuni anni è attiva in un’organizzazione internazionale impegnata nell’aiuto alle povertà nel Sud del mondo attraverso l’utilizzo del materiale derivante dal disinnesco di testate nucleari. Sempre fiera degli onori attribuiti al suo Grande Padre, non ha mai cercato riconoscimenti per sé. Lunga sarebbe tuttavia l’elencazione delle oltre 35 onorificenze che le sono state attribuite; la più recente è stata la laurea Honoris Causa «Beneficiorum publicorum» conferitale da una delle quattro maggiori università della Romania. Ogni settimana è ancora presente con un articolo ricco di profonde riflessioni nella rubrica «Ieri e Domani» sul quotidiano cattolico L’Avvenire Presidente onoraria della Fondazione De Gasperi in Roma, è attivamente impegnata nella promozione di vari progetti obiettivo della fondazione stessa. Con eloquenti parole ha sintetizzano recentemente il sentire e l’animo che hanno ispirato e accompagnato la sua intensa vita. Ne riportiamo alcune. «Ho avuto la fortuna di vivere la mia giovinezza davanti ad un uomo onesto. Quello che mi ha insegnato senza tante parole, ma con il suo esempio, è stato il coraggio di tenere fede alle proprie idee anche quando fossero causa di sofferenza e di solitudine. Ho imparato che una vita senza valori è un corpo senz’anima. Ho sentito la passione di tre uomini cristiani e democratici che avevano avuto una vita simile negli anni giovanili, rivolgendosi alle nuove generazioni perché non perdessero mai il coraggio, la perseveranza, la fantasia, nella creazione di una nuova Europe. E questo ancora oggi deve essere il nostro cammino e quello dei nostri figli». Paolo Magagnotti 3 - 2018
GENTE E FATTI È STATO LANCIATO IL 2 FEBBRAIO PER LO STUDIO E IL MONITORAGGIO DEI DISASTRI NATURALI
Ricerca e tecnologia trentina per il satellite cinese «CSES» «I nostri due popoli possono guardare con ammirazione a questo eccezionale traguardo, frutto della collaborazione tra ricercatori cinesi e italiani nel contesto di un partenariato scientifico bilaterale sempre più solido»: così si è espresso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, in occasione del lancio del CSES - China Seismo Electromagnetic Satellite, avvenuto il 2 febbraio dal deserto dei Gobi. Nella missione spaziale cinese - che ha come obiettivo di individuare le correlazioni spazio temporali tra le variazioni di parametri fisici osservabili dallo spazio e l’avvento di terremoti di grande intensità, ma anche di studiare i meccanismi alla base di queste correlazioni - la ricerca e la tecnologia trentina giocano ruoli da protagoniste. Uno degli strumenti di punta a bordo della missione satellitare è il rivelatore di particelle HEPD (High Energic Particle Detector), realizzato dai ricercatori italiani della “Collaborazione LIMA-
Roberto Iuppa (al centro) con il suo gruppo di ricerca (foto ©Romano Magrone) e il satellite poco prima del lancio avvenuto dal Deserto dei Gobi.
DOU”, così chiamata in onore di Matteo Ricci, missionario ed esploratore della Cina nel XVI secolo. Responsabile dell’analisi dei dati di HEPD sarà infatti un team di ricerca dell’INFN/TIFPA (Trento Institute for Fundamentals Physics Applications), il centro scientifico e tecnologico svi-
luppato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con l’Università di Trento, la Fondazione Bruno Kessler e l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, mentre nel rivelatore sono presenti i sensori di silicio sviluppati e realizzati nei laboratori di microtecnologia di FBK. Sottolineando la propria «sod-
disfazione per questo importante successo ottenuto grazie agli sforzi congiunti di Cina e Italia», il presidente Mattarella ha espresso l’auspicio che la collaborazione tra i due Paesi «nell’impiego dello spazio a fini pacifici possa portare sempre maggiori benefici all’umanità, soprattutto nel delicato settore dell’osservazione e dello studio dei fenomeni sismici, rinnovo sentiti auguri di benessere per la sua persona e di prosperità per l’amico popolo cinese».
Il gatto selvatico fa la sua comparsa in Trentino L’immagine, scattata sulle pendici orientali del monte Bondone, a circa 650 m di quota da una fototrappola posizionata per monitorare i movimenti dell’orso bruno, è la prima prova della presenza in Trentino del gatto selvatico europeo (Felis silvestris), specie particolarmente protetta dalla normativa europea e nazionale. È un evento che gli studiosi definiscono storico, che si inserisce nel quadro di espansione della specie nel Triveneto e che sta suscitando grande interesse e curiosità a livello nazionale. Il gatto selvatico europeo si distingue dal gatto domestico per vari caratteri interni ed esterni, ma anche il solo esame del disegno e del colore del mantello consente di riconoscerlo con precisione. Ciò ha permesso di identificare l’animale ripreso dalla fototrappola. 3 - 2018
Secondo gli esperti che operano sulla specie in Friuli Venezia Giulia, Slovenia, Toscana e Germania e che hanno potuto visionare la foto, si tratta di un maschio giovane. È il primo dato di presenza di questa specie in Trentino, la cui origine resta incerta, forse legata alla popolazio-
ne presente nella vicina provincia di Belluno. Per il Trentino non sono noti neppure dati storici di presenza del felide. Dagli anni ’60 in Italia l’abbandono delle campagne ha determinato un formidabile ritorno del bosco, che sulle Alpi non è mai stato così sviluppato, almeno
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dall’epoca Romana. Questo ha favorito molti vertebrati forestali, fra i quali il gatto selvatico europeo. Oggi in Italia si stima che ci siano almeno 1.300 gatti selvatici europei, distribuiti sugli Appennini, in Sicilia, nell’Italia nordorientale e nord-occidentale. (Uff. Stampa PAT)
GENTE E FATTI UN APPUNTAMENTO PROMOSSO DAL CONSOLATO GENERALE ONORARIO DI ROMANIA PER IL TRENTINO ALTO ADIGE/SÜDTIROL
La Trentini nel mondo ha ospitato in sede una conferenza sulla «Primavera moldava» «È un piacere e un onore darvi il benvenuto nella nostra sede, perché la Trentini nel mondo, nata per mantenere i rapporti con chi è emigrato in passato e con coloro he lo stanno facendo ancora adesso, vuole essere un luogo dove ci si incontra»: queste le parole con cui il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner, ha salutato i partecipanti alla conferenza organizzata il 27 marzo dal Consolato Generale Onorario di Romania per il Trentino Alto Adige/Südtirol e ospitata nella sala «Rino Zandonai» presso la sede dell’Associazione in via Malfatti a Trento. La Trentini nel mondo, ha continuato Tafner, è convinta che nonostante i muri che vengono costruiti e i respingimenti che vengono attuati, l’incontro e il dialogo siano sempre alla base dell’umanità: «noi crediamo nell’essere umano e che le persone possono parlarsi, volersi bene, lavorare insieme, pur avendo linguaggi e provenienze diverse», ha poi concluso. La parola è poi passata al professore Davide Zaffi, che ha
Il saluto del presidente della Trentini nel mondo (primo a destra in piedi). Qui sotto, il relatore prof. Davide Zaffi ( a destra) e il Console onorario della Romania per il Trentino Alto Adige/Südtirol, Maurizio Passerotti.
tenuto una relazione intitolata: «1918. La primavera moldava». Sono stati così ripercorsi avvenimenti di cento anni fa quando, il 27 marzo 1918, il Parlamento della Bessarabia (la Regione storica dell’Europa centro orientale che oggi corrisponde circa alla Repubblica di Moldova) votava a maggioranza l’unione con il Regno di Romania. Dopo oltre un secolo trascorso nel quadro dell’Impero zarista la popolazione residente nel territorio fra i fiumi Prut e Dniestr decideva così il cambio di sovranità. Per i moldavi, la cui nazionalità e la cui lingua erano stati fortemente marginalizzati sotto il governo di San Pietroburgo, si aprì la prospettiva di un riscatto nel comune Stato rumeno. In quel marzo 1918, tuttavia, la Romania si trovava sotto l’occupazione tedesca e austro-ungarica, che può vedersi oggi come l’annuncio delle molte difficoltà che seguirono negli anni a venire l’atto dell’Unione. L’appuntamento si è concluso con un assaggio di vini e di specialità pasquali della Romania e della Moldavia.
Grande partecipazione dei romeni del Trentino alle celebrazioni della Pasqua ortodossa Chiesa gremita e grande folla all’esterno: così si presentava sabato 7 aprile la Chiesa di San Marco di Trento, dove si è svolta la celebrazione della Pasqua ortodossa della comunità romena che vive in Trentino. Le cerimonie sono iniziate alle 23.00 con il Canone del Sabato Santo, sono proseguite con il suggestivo «Rito della Luce», con centinaia di candele accese partendo dalla fiamma del cero del prete officiante, una processione nelle vie di Trento, il Canone della Resurrezione e la benedizione dei cesti (foto a destra) con il cibo vietato durante la Quaresima. La celebrazione si è conclusa, nel cuore della notte, con la distribuzione a tutti i presenti, secondo la tradizione, di pane e vino benedetto, uova colorate di rosso e una fetta di cozonac, un dolce tipico.
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60 ANNI D
In Trentino c’è la necessità di de congiuntamente Autonomia ed
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e elezioni del 4 marzo per il rinnovo del Parlamento italiano hanno decretato la sconfitta del centro sinistra e dei governi che lo hanno rappresentato dal 2013 al 2018. I commenti alla sconfitta del Partito democratico, che del centro sinistra era l’asse portante, continuano ad occupare grandi spazi nella carta stampata e in non pochi dibattiti televisivi, spesso rissosi e inconcludenti, nel tentativo di capire, o di indovinare il futuro di questa forza politica. Sembra quasi di assistere ad una sorta di esercizio scaramantico con i petali di una margherita immaginaria: si risolleverà o sarà destinato alla fine del Partito socialista francese, starà all’opposizione o sarà tentato di fare un’alleanza con Di Maio e i 5 stelle? Nel centro sinistra si stanno vivendo momenti non facili, di confusione, di mancanza di orientamento simili a quelli di un pugile suonato dovuti allo schock tremendo dei risultati elettorali. Questo succede anche nel nostro Trentino dove la destra e i 5 stelle hanno dato scacco matto al centro sinistra. Che dire? Penso che prima di parlare e di effettuare sortite inopportune come ha fatto il Presidente Rossi qualche
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giorno fa, le forze politiche che reggono le sorti della nostra Provincia debbano riflettere molto seriamente, singolarmente e fra di loro: occorre andare all’appuntamento elettorale di ottobre abbandonando liturgie e retorica che troppo spesso hanno caratterizzato il governo della nostra autonomia. Le persone e i cittadini hanno bisogno di presenza e di parole nuove dove la crisi e le difficoltà quotidiane si fanno maggiormente sentire, dove, per usare le parole di Gaspare Nevola in un articolo del Trentino del 23 marzo scorso, la democrazia delle diseguaglianze, delle guerre tra poveri, dell’immigrazione trascurata, del deperimento dei “beni comuni” o del patrimonio ambientale, ha fatto sentire la sua voce, incerta o ambigua quanto vogliamo. Salvini e Di Maio hanno saputo intercettare disagio e paura di cittadini e persone, ma le hanno
frastornate di bugie e di mezze verità, complice anche la supponenza e l’autoreferenzialità di una grande parte del centro sinistra di governo cui, per dirla con lo scrittore Maurizio Maggioni, è mancato l’ascolto, il pensiero, la parola. Qualcuno ha anche scritto recentemente sul Trentino che l’elettore ha sempre ragione. Io non ne sono così sicuro perché sono portato a chiedermi in che modo l’elettore ha costruito la sua «ragione», con quale informazione, con quale conoscenza di dati reali e non di bufale e manipolazioni di vario genere indotte da un uso acritico e succube di internet o da politici manipolatori. L’espressione di un voto frutto di una opinione pubblica e perso-
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Le elezioni del 4 marzo per il ri hanno decretato la sconfitta de che lo hanno rappresentato d rappresenta un brutto colpo pe italiane, che sono impegnate a per la zona euro, per la gestion per una politica comune di d per un rilancio delle politiche del centro sinistra autonomista per convincere e riconquista dell’appuntamento elettorale pr del prossimo anno. Occorre abb personali, giochetti di potere pe visione e soluzioni concrete, inci persone, attraverso un confronto andando oltre certe stantie prat
D’EUROPA
eclinare Europa
innovo del Parlamento italiano el centro sinistra e dei governi dal 2013 al 2018. Un esito che er le forze europeiste, non solo a proporre soluzioni innovative ne condivisa dei flussi migratori difesa e di lotta al terrorismo e sociali e del lavoro. Alle forze a spetta un lavoro impegnativo re gli elettori trentini in vista rovinciale di ottobre ed europeo bandonare supponenza, rivalità er convincere i cittadini, offrire isive per la vita quotidiana delle più largo e partecipato possibile, tiche delle burocrazie di partito nale manipolata, infarcita di promesse che non potranno essere mantenute, frutto di ribellione a prescindere contro le élite al potere, non dà ragione all’elettore, difficilmente apre prospettive di vero cambiamento, può spingere, tuttavia, all’esercizio di una politica che si fa presenza, che discute, elabora pensiero, strategia e dottrina per il cambiamento. Mi sembra questa, a mio modesto avviso, una possibile traccia per mettere in piedi un nuovo cantiere del centro sinistra autonomista in grado di affrontare la scadenza delle elezioni provinciali del prossimo autunno e quelle europee del prossimo anno. Con determinazione, ma con umiltà, lavorando assieme, discutendo, persuadendo, facendo opera di corretta informazione nelle nostre comunità, sul territorio. Abbiamo la necessità di declinare congiuntamente autonomia ed Europa. L’autonomia perché va riconfermata nell’ottica di una Regione ripensata, rinnovata nella sua missione di garante della varietà delle sue culture e della grande ricchezza dei suoi gruppi linguistici. Una Regione che diventa laboratorio culturale plu-
Roma: qui sopra Palazzo Madama, sede del Senato e, nell’altra foto, Montecitorio, che ospita la Camera dei Deputati.
rale per rafforzare ed accrescere la cooperazione fra i territori di Trento, Bolzano e Innsbruck. Una Regione impegnata a costruire ponti e non barriere, modello e «buona pratica» per un’Europa che deve ancora ritrovare la voglia di ripartire per non tradire sogni e speranze dei suoi cittadini, dei suoi giovani in particolare. Suggerisco a tale riguardo la lettura di uno splendido libretto di Michele Gerace «È L’EUROPA, BELLEZZA!» Ed. Rubbettino, 2018. Mi permetto di consigliarlo a tutti, ma in modo particolare agli elettori e ai politici della Lega e del Movimento 5 stelle. Lega e 5 stelle che idea hanno dell’Europa? Stando alle passate prese di posizione e ai comportamenti dei loro eletti nel Parlamento europeo, pessima. Prassi e prese di posizione anti europee, anti euro e sovraniste, in sintonia con Marine Le Pen e con uno degli artefici della Brexit, Nigel Farage. Linguaggi e comportamenti che denotano ignoranza, superficialità, pochezza politica. Le questioni europee sono state solo sfiorate nella campagna elettorale di queste due forze politiche, il referendum sull’euro, più volte annunciato nel passato da Grillo e da Salvini, accantonato. Tattica preelettorale? Lo sapremo più avanti. Ma la questione è più generale. Cosa andranno a dire a Bruxelles Di Maio e Salvini se e quando avranno formato il loro governo? Che cosa diranno sulle
proposte di rilancio dell’Unione avanzate da Macron e oggetto di grande attenzione da parte della cancelliera Merkel e del suo governo marcatamente europeista? Vedremo un Salvini che andrà a fare la voce grossa e dire «prima gli italiani» e ok al rispetto delle regole se non contrastano gli interessi dell’Italia? E con un debito pubblico che supera i 2.200 miliardi di euro, con un costo annuo di interessi pari a 65 miliardi, come giustificheranno l’eventuale adozione della flat tax e del reddito di cittadinanza generalizzato? È uno scenario da incubo per evitare il quale servirebbe un autentico miracolo di conversione europeista di queste due forze politiche. Cosa assai improbabile, se non impossibile. I rischi per l’Italia sono assai pesanti, la ripresa in atto è ancora fragile e bisognosa di ulteriori e più incisive riforme, la speculazione internazionale è sempre in agguato e, nonostante gli sforzi di Mario Draghi e della Banca Centrale Europea, la zona euro non può ancora ritenersi in zona sicurezza. La sconfitta del centro sinistra alle elezioni del 4 marzo rappresenta un brutto colpo per le forze europeiste, non solo italiane, che sono impegnate a proporre soluzioni innovative per la zona euro, per la gestione condivisa dei flussi migratori, per una politica comune di difesa e di lotta al terrorismo, per un rilancio delle politiche sociali e del lavoro.
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Alle forze del centro sinistra autonomista spetta un lavoro impegnativo per convincere e riconquistare gli elettori trentini in vista dell’appuntamento elettorale provinciale di ottobre ed europeo del prossimo anno. Occorre abbandonare supponenza, rivalità personali, giochetti di potere per convincere i cittadini, offrire visione e soluzioni concrete, incisive per la vita quotidiana delle persone, attraverso un confronto più largo e partecipato possibile, andando oltre certe stantie pratiche delle burocrazie di partito. Con un ossimoro, bisogna non aver paura delle paure delle persone di fronte a certi non edificanti episodi, purtroppo ricorrenti, che accompagnano la gestione (mi si perdoni la brutta parola) dei migranti e dei richiedenti asilo anche nel nostro territorio. Cerchiamo di convincere e di proporre soluzioni serie per stroncare con decisioni episodi di inciviltà, spaccio di droga, non rispetto delle regole. Non facciamoci strappare la parola dai demagoghi, dai populisti e dai venditori di frottole. Ci vuole anche questo coraggio per mostrare il volto accogliente, ma severo dell’autonomia, il suo ancoraggio ad un’Europa che deve rinnovarsi profondamente, che ha bisogno di ritrovare se stessa, offrendo i suoi valori di libertà, giustizia, rispetto della dignità delle persone che bussano alla sua porta. Vittorino Rodaro 3 - 2018
CIRCOLI
Si è riso a crepapelle alla «Festa della donna» organizzata dal Circolo trentino di Charleroi La celebrazione della «Giornata internazionale dei diritti della Donna» è oramai una tradizione ben ancorata nel programma di attività del Circolo trentino di Charleroi (Belgio), e anche quest’anno, venerdì 9 marzo, la sede del Circolo ha accolto una cinquantina di Signorine e Signore, riunite per partecipare alla serata di «riflessione» su un tema incentrato sulla Donna, organizzata per l’occasione dal direttivo. L’apertura è stata affidata ad un’esibizione del gruppo folk «Terra Nostra» (foto in alto a sinistra), interamente composto da ragazze e signore, che con le loro danze tipicamente italiana sostenute dal suono del tamburello hanno creato subito una bella atmosfera. Il tono festoso della serata si è pienamente manifestato quando le sette ballerine, con garbo e maestria, hanno invitato le più coraggiose delle presenti ad unirsi alle loro danze. Dopo questo coinvolgente momento di scatenate giravolte, il segretario del Circolo ha introdotto la serata richiamando l’attenzione sulla tradizionale polemica dell’eterno confronto “Donna-Uomo”, per dare così «del grano da macinare» alla protagonista della serata, che quest’anno era Anne Simon (nella foto qui a fianco). Di professione fa la direttrice di una scuola media belga, ma è anche nota a Charleroi come «cronistaumorista» di un teatro locale: gli organizzatori della serata le avevano chiesto di parlare - con il suo apprezzato sarcasmo - dei 3 - 2018
suoi due «mestieri» così diversi l’uno dall’altro. Il pubblico ha più volte riso a crepapelle nell’ascoltare gli aneddoti, molto dei quali ambientati a scuola, incentrati sul difficile compito che spetta agli adulti di educare i figli nel rapporto fra i due sessi. Molti si
sono riconosciuti nelle situazioni, divertenti e imbarazzanti, descritte da Anne Simon. Alle risate è seguito un brindisi nel segno dell’amicizia, che è stato dedicato oltre che a tutte le donne presenti anche alla imminente primavera. E un’altra ventata di allegria ed entusiasmo c’è stata
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quando in sala sono comparsi i «grostoi» (foto in alto a destra), preparati dalle sorelle Micheli, sempre attente a rispettare le nostre tradizioni. La serata si è conclusa con un non meno apprezzato buffet, a base di squisiti panini. Ma l’ambiente, già di per sé sempre caloroso di quell’angolo di Trentino in Belgio che è la sede del Circolo, e la voglia matta di rimanere ancora insieme e rilassate, hanno fatto sì che le Signorine e le Signore, ospiti d’onore dell’iniziativa, hanno prolungato ben oltre il previsto la serata evocando i ricordi di quei tempi che Anne Simon aveva saputo richiamare dai meandri più profondi della memoria. Anche in questa occasione il motto, ormai classico al Circolo di Charleroi, ha dimostrato la sua fondatezza: questa «Giornata internazionale dei diritti della Donna» presso la sede è stata, una «Festa di tutti color»! GIeffe
CIRCOLI L’INCONTRO CHE HA DATO IL VIA ALL’ATTIVITÀ DEL 2018 SI È SVOLTO AD ASCURRA (SANTA CATARINA) IL 24 FEBBRAIO SCORSO
Riunione ricca di idee ed entusiasmo per il Gruppo Giovani Trentini Brasiliani La prima riunione del 2018 del «Gruppo Giovani Trentini Brasiliani» (degli stati di Santa Catarina e del Paranà), si è svolta il 24 febbraio ad Ascurra. Come sempre i partecipanti non hanno fatto mancare il loro entusiasmo e durante la discussione sono state avanzate alcune idee sull’attività da svolgere. Il benvenuto è stato dato dal presidente Diego Poffo, che ha riassunto storia ed obiettivi del Gruppo a coloro che partecipavano per la prima volta. In particolare si è discusso di quale iniziativa organizzare durante l’estate in Brasile, dopo che i prezzi troppo elevati dei voli aerei hanno costretto ad abbandonare il progetto di una trasferta in Trentino in occasione della Festa
provinciale dell’emigrazione. L’argomento sarà al centro della prossima riuione, alla quale ognuno porterà una proposta.
Fra le altre iniziative da realizzare in vista dell’evento estivo, si è parlato di creare un logo da stampare sulle magliette
del Gruppo e di promuovere un concorso fotografico, anche come fonte di finanziamento per l’attività del Gruppo.
ENTRAMBI DISCENDENTI DI EMIGRATI PARTITI PER IL BRASILE DALLA VALSUGANA, SONO NATI E VIVONO A NOVA TRENTO
Salvador ed Edina, prima volta in Trentino accompagnati dal nipote Emilio Gabriel È proprio una bella storia, quella che ha come protagonisti Salvador Boneccher, 73 anni, sua moglie Edina Teresinha Boneccher Minati, 69 anni, ed il loro nipote Emilio Gabriel Boneccher Masera, 19 anni, che il 21 marzo scorso hanno fatto visita alla Trentini nel mondo. Emilio Gabriel, che nei prossini mesi comincerà a frequentare il corso di laurea in ingegneria aerospaziale, l’anno scorso era stato in Germania, ospite di parenti. Durante quel soggiorno aveva avuto la possibilità di trascorrere un paio di giorni in Trentino ed era poi rientrato in Brasile con un pensiero in testa: tornare in Trentino ma insieme ai suoi nonni materni, per dare loro la possibilità di vedere la terra dove erano nati i loro progenitori. Il
bisnonno di Salvador era partito da Borgo Valsugana, quello di Edina da Grigno. Il progetto di Emilio Gabriel si è concretizzato dal 13 al 26 marzo, periodo
durante il quale nonni e nipote hanno trascorso indimenticabili giornate in Trentino, girato in lungo e in largo con tappe, oltreche in Valsugana, a Trento, Piné,
Arco, Riva del Garda, Ledro e, ovviamente, Vigolo Vattaro, paese natale di Santa Paulina, dove hanno visitato la casa natale. Tra l’altro Salvador ed Edina a Nova Trento abitano proprio nella frazione Vigolo e la loro casa si trova in Rua Madre Paulina. «Se fossi più giovane mi trasferirei a vive qua» ha detto Salvador, entusiasta dei panorami trentini, della qualità della vita e della grande quantità di formaggi prodotti in Trentino. Nella foto Salvador (secondo da sinistra), Emilio Gabriel ed Edina Teresinha, sono insieme con Giada Degasperi eil direttore della Trentini nel mondo, Francesco Bocchetti e con Giorgio Amorth (primo a sinistra), titolare dell’alloggio nel quale hanno soggiornato.
Per comunicare con la redazione del mensile:
redazione@trentininelmondo.it 15
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CIRCOLI Il 25 marzo è stato presentato a Melbourne il libro con la sua biografia. Nato a Tiarno di Sotto, fu un esempio di grande spiritualità, pioniere, amico dei giovani, studioso di astronomia, all’avanguardia della scienza, amante della musica e capace di adattarsi all’ambiente multi-culturale dell’Australia
Padre Bortolo Maria Fedrigotti, trentino, uomo e prete «senza finzione e inganno»
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ono passati più di 50 anni dalla scomparsa, piuttosto inaspettata, di uno dei pionieri dell’opera di Don Bosco in Australia, e guida spirituale del Circolo Trentino di Melbourne fin dalle sue origini: Don Bortolo Fedrigotti, di Tiarno di Sotto in Val di Ledro (Trento). Domenica 25 marzo, festa delle Palme, che coincideva quasi con l’anniversario della morte di Don Bortolo (23 marzo 1964), un bel gruppo di Trentini di Melbourne si è ritrovato presso il Collegio Salesiano di Chadstone (dove Padre Bertagnolli è Direttore), per partecipare alla presentazione del libro sulla vita di Padre Fedrigotti. L’autore del libro è Padre Frank Freeman, salesiano, attualmente direttore del «Bollettino Salesiano australiano» e archivista delle opere salesiane in Australia e nel Pacifico. Padre Freeman da ragazzo fu accettato come studente al Collegio Salesiano di Sunbury (al Nord dell’aeroporto di Melbourne) dallo stesso Padre Fedrigotti, il quale ha lasciato un’impronta indelebile sul giovane, che poi fu ispirato da Padre Fedrigotti a seguire la vocazione di prete salesiano. Nel 1962 quando fu fondato il
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La foto qui sopra è stata scattata nel 1963 in occasione della benedizione della bandiera del Circolo Trentino Melbourne. Da sinistra: Margherita Artini, Padre Fedrigotti, Vice-Console, Luigi Demanincor (Presidente), Paolo Fedrizzi, Germano Artini...
Circolo Trentino di Melbourne, Padre Fedrigotti era presente, come attestato dal verbale di quella prima riunione. Lo stesso Padre Fedrigotti invitò i soci del nuovo Circolo ad un picnic presso il Collegio Salesiano di Sunbury. Il verbale, fedelmente custodito dalla segretaria del Circolo, Mariotta Scalet, attesta che fu una giornata meravigliosa, iniziata con la S. Messa celebrata
Nella foto a colori, Silvano Rinaldi, Padre Freeman (autore del libro)e Padre Bertagnolli. In alto a sinistra, un gruppo di Trentini alla presentazione del libro. Sulla pagina a fianco la copertina del librto su padre Fedrigotti e in basso una veduta panoramica di Melbourne.
da Padre Fedrigotti. Qualche mese più tardi, Padre Fedrigotti è invitato a benedire la bandiera del Circolo, donata per l’occasione dal Sindaco di Trento. Padre Fedrigotti arrivò in Australia dagli Stati Uniti nel 1929, e per quasi vent’anni fu l’amministratore delle prime opere di Don Bosco in Australia, portando un grave peso di debiti, di malintesi politici (durante la seconda
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Guerra mondiale, la maggioranza dei Salesiani a Melbourne erano italiani o tedeschi e quindi «nemici» accusati di collaborazione con fascisti e nazisti !), di povertà che era quasi miseria, di amara solitudine, di mancanza di contatti con i Superiori negli USA e in Italia… Finalmente nel 1947, quando l’Arcivescovo di Melbourne affidò una nuova proprietà ai Salesiani nella allora periferia all’ est
CIRCOLI
Il Circolo trentino di Melbourne ha eletto il suo nuovo comitato
della città, Padre Fedrigotti divenne il Direttore. Esisteva soltanto una casetta e tanta campagna... Ma entro pochi anni, con tanti sacrifici, sorse il Collegio Salesiano di Chadstone, oggi una delle istituzioni scolastiche più rinomate della città di Melbourne (l’ala del Collegio con il reparto scientifico è dedicata a Padre Fedrigotti). Dal 1958 fino alla sua morte per debolezza cardiaca, Padre Fedrigotti fu il primo Superiore Provinciale dei Salesiani in Australia. Nel 1956 Padre Fedrigotti venne al porto di Melbourne per dare il benvenuto a
cinque giovani salesiani dall’Italia, fra i quali il sottoscritto! Nel libro di Padre Freeman si può leggere tutto l’affetto e l’ammirazione di molti Salesiani per Padre Bortolo Fedrigotti, prete salesiano, pioniere, amico dei giovani, studioso di astronomia, all’avanguardia della scienza, amante della musica (specialmente dei canti di montagna – aveva scritto dei versi alla musica dell’Inno al Trentino, che aveva insegnato ai giovani), e capace di adattarsi all’ambiente multiculturale dell’Australia. Uomo
La presenza di un gruppo di trentini (foto in alto a sinistra sulla pagina a fianco) alla presentazione del libro su Padre Fedrigotti ha dato l’occasione per scambiare alcune idee sul futuro del Circolo. Erano presenti Pio Fedrizzi, presidente del Circolo già da molti anni, e alcuni membri del Comitato, come pure Silvano Rinaldi, Coordinatore dei Circoli trentini e Consultore della Provincia Autonoma di Trento per l’Australia. Proprio Rinaldi ha avanzato la proposta
di cultura e di grande spiritualità, uomo e prete «senza finzione e inganno», secondo la descrizione che Gesù aveva fatto di Bartolomeo (Natanaele) nel vangelo di Giovanni (1,47).
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ai presenti di costituire un nuovo Comitato. Sono stati così eletti: GianCarlo Zanol, Maria Trettel, Angela Pradel, Silvana Tomaselli, Loren Imbrogno e Deanna Imbriano. Al loro primo incontro si decideranno le varie cariche e compiti e verrà definito un programma di attività annuali. L’augurio è che il nuovo Comitato possa rinnovare nei Trentini il senso di orgoglio per le tradizioni degli anziani ed incoraggiare i giovani a tenere viva e a trasmettere la cultura trentina.
La famiglia Fedrigotti di Tiarno di Sotto ha dato alla Chiesa e al mondo varie vocazioni sacerdotali e religiose: queste sono documentate brevemente nel libro. padre Ferruccio Bertagnolli
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PROFILI ALCUNI BRANI DEL SUO REPERTORIO SONO STATI INCISI IN UN CD DI PROSSIMA USCITA
Giacomo Gotifredo Ferrari compositore da riscoprire
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ta per uscire, nelle edizioni della casa discografica Tactus, il CD con composizioni del musicista trentino del Settecento Giacomo Gotifredo Ferrari. Sono Tr Trii e Sonate eseguiti dal gr gruppo di Corrado Ruzza (p (pianoforte), Myriam Dal D Don (violino) e Federico M Magris (violoncello). L’Autore, nato nel 1763 a Rovereto (nella foto in basso), è testimone e partecipe di un’epoca particol colarmente sensibile e attenta all’arte e agli eventi musicali. Nella seconda metà del Settecento Rovereto, grazie anche alla fabbricazione e al commercio della seta, godeva di un periodo di prosperità e benessere favorevole alla cultura e alle arti. A Rovereto nel 1750 veniva fondata l’Accademia degli Agiati, un circolo di intellettuali e personalità della società civile dedicato alla promozione della cultura e delle scienze. Tra il 1769 e il 1773, Wolfang Amadeus Mozart, durante i suoi viaggi in Italia, vi faceva tappa, ospitato da notabili del posto amanti e cultori della musica. E, ancora, nel 1784, veniva inaugurato il teatro sociale - oggi teatro Zandonai - con un’opera di Cimarosa. E dunque è a Rovereto che, figlio di un commerciante di seta, nasce Giacomo Gotifredo Ferrari. La sua figura è brevemente tratteggiata dalla scritta sulla lapide apposta sulla casa natale in via della Terra: egli fu «insigne musicista … amorosa cura di Paisiello, delizia di corti e salotti, caro ed illustre decoro della reggia di Londra … ». Nella sua vita di compositore, pianista e insegnante di canto, il Ferrari, in consonanza con lo spirito di cosmopolitismo culturale di stampo illuminista, soggiornò a lungo nelle capitali della musica di allora: Roma, Napoli, Parigi e Londra, ma fu anche a Bruxelles, Edimburgo e Vienna. Frequentò i più affermati musicisti e cantanti del tempo e conobbe Haydn. Ma soprattutto ammirò Mozart che giudicava essere ‘ il compositore più eminente che mai sia apparso’ tanto che a Vienna, nel 1799, fece incetta di tutte le sue opere. Pubblicò inoltre trattati di teoria musicale, di cui uno di largo successo «A concise treatise on Italian Singing». Morì a Londra nel 1842. «Ferrari rimase fedele per tutta la vita al gusto musicale dell’ultimo Settecento, in particolare nella musica vocale per la quale
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Nato a Rovereto nel 1763, figlio di un commerciante di seta, pianista e insegnante di canto, frequentò i più affermati musicisti e cantanti del tempo, conobbe Haydn e ammirò Mozart. La sua ricca produzione spaziava dalle rappresentazioni liriche, alle composizioni vocali e strumentali, dalla musica sacra ai balletti. È morto a Londra nel 1842
Via della Terra a Rovereto: sulla destra, la facciata della casa natale di Giacomo Gotifredi Ferrari con la targa che lo ricorda (nella foto qui a fianco).
preferì sempre evitare un eccesso di virtuosismo per seguire una linearità melodica legata al testo letterario» (Antonio Carlini e Clemente Lunelli: Dizionario dei Musicisti
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nel Trentino). Il mancato allineamento del compositore al nuovo gusto musicale romantico pose in ombra la sua ricca produzione che spaziava dalle rappresentazioni liriche, alle composizioni vocali e strumentali, dalla musica sacra ai balletti. Al presente si sta recuperando e valorizzando l’opera del musicista roveretano, soprattutto quella cameristica, non solo per rievocare un artista di rilievo tra i musicisti del Settecento, ma altresì per l’elevata qualità delle sue composizioni tuttora di piacevole ascolto. E così l’Accademia di Musica Antica di Rovereto ha riportato alla ribalta Ferrari intitolandogli un Premio l’«International Fortepiano Competition». Ora, l’esecuzione e l’incisione su CD di due collezioni di pezzi dal catalogo delle opere del Ferrari a cura di Corrado Ruzza, docente di Musica da Camera nella sezione rivana del Conservatorio di Musica «F. A. Bonporti» di Trento, offre l’opportunità di una felice e godibile riscoperta. Per dirla con le parole di Corrado Ruzza «oggi siamo in grado di apprezzare la musica di Ferrari per il suo reale valore intrinseco, i cui punti di forza sono il linguaggio brillante, la piacevolezza delle idee musicali, la sapienza strumentale e il gusto sempre raffinato». Luciano Pontalti
DAL TRENTINO UN APPOSITO DISCIPLINARE APPROVATO DALLA GIUNTA PROVINCIALE INDICA LE CARATTERISTICHE CHE DEVE AVERE IL PRODOTTO
Il marchio «Qualità Trentino» anche agli asparagi Nella famiglia dei prodotti agroalimentari a marchio «Qualità Trentino» entra anche l’asparago bianco trentino, sia come prodotto fresco che trasformato. Lo ha deciso la Giunta provinciale, che ha approvato il relativo disciplinare. Il disciplinare elenca le caratteristiche che devono presentare gli asparagi all’atto dell’immissione al consumo fresco, che devono essere «interi e lavati accuratamente», di lunghezza di 18 o 22 centimetri e con un diametro minimo di 12 millimetri fino ad oltre 22 millimetri. Il prodotto con diametro inferiore a 12 mm (e una lunghezza sotto i 18 centimetri) e con difetti evidenti viene catalogato come «prodotto da industria». Metodo di ottenimento. Le tecniche coltivazione devono rispettare le norme vigenti relative alla produzione integrata o
biologica o biodinamica. Prodotti trasformati. Nel disciplinare sono compresi e descritti gli asparagi in agrodolce interi, gli asparagi in tozzetti, la crema di asparago classica, la crema di asparago dolce e l’asparago
pelato fresco pronto all’uso. Disposizioni particolari. Per gli asparagi bianchi devono essere rispettate le seguenti condizioni: - non devono essere trascorsi più di due giorni dalla raccolta
per il prodotto non frigoconservato e non più di cinque giorni per quello frigoconservato, in entrambi i casi il prodotto deve subire un abbattimento termico il giorno stesso della raccolta tramite l’immersione del prodotto già lavorato in sola acqua precondizionata (temperatura uguale a quella di frigoconservazione) per almeno due ore; - il prodotto può essere venduto a mazzetti circolari di peso variabile, generalmente tra 0,5 e 1,2 kg oppure sfuso in cassettine, confezionati tramite l’utilizzo di una cuffia basale a protezione del gambo e della parte tagliata in modo che non possano entrare in contratto con corpi estranei; devono comunque essere ben visibili al consumatore le punte e almeno il 40% dei turioni nel loro complesso. (Uff. Stampa PAT)
Il Lago di Levico e la polvere magica Bruno Lucchi, artista di Levico Terme - scultore che vanta al suo attivo più di 190 esposizioni personali e oltre 600 collettive, tutte realizzate nelle più importanti sedi pubbliche e private e in prestigiose gallerie d’arte italiane ed estere - all’inizio di marzo ha inviato alla redazione una serie di fotografie scattate sulle rive del Lago di Levico, che documentano una spettacolare brinata. Fin da piccolo pensavo che la brina fosse polvere magica che il vento regalava all’inverno per renderlo più bello, dolce e meraviglioso. Quando quella polvere magica copre ogni cosa, so che la natura non lascia nulla al caso.” Anch’io, come Stephen Littleword, resto sempre sedotto dallo spettacolo che la brina riesce a creare. Sono passati quasi dieci anni dall’alba che mi ha regalato queste immagini e ancora oggi, quando mi alzo, guardo dalla finestra con la speranza che i miei occhi vengano inondati da quella magia. Quando succede, invece di dirigermi verso il mio atelier nel centro di Levico, carico la mia Nikon in spalla e m’incammino
sulla strada che porta al lago. Poi mi faccio sorprendere dalla bellezza di questo mistero
che il sole si affretta a cancellare, prima che qualcuno lo sveli.
Guardo e scatto. Scatto e guardo. Mentre un raggio di sole più intraprendente fa svanire l’incanto, ho l’impressione di uscirne arricchito. Anzi ne ho la certezza. Bruno Lucchi
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DAL TRENTINO LA REGIONE HA PUBBLICATO LO STUDIO DEL PROF. FREDERIC SPAGNOLLI SULLE MINORANZE LINGUISTICHE DEL TRENTINO
Come si trasmette l’identità di Ladini, Mocheni e Cimbri
O
ltre cento interviste, sette anni di studi delle realtà linguistiche delle tre minoranze riconosciute in Trentino e un’analisi approfondita dei processi di trasmissione dell’identità di minoranza: è molto ricca di contenuti la nuova ricerca “Ladini, Mocheni e Cimbri al crocevia tra esistenza e coscienza” effettuata dal professore associato Frédéric Spagnoli dell’Université de Franche-Comté de Besancon e pubblicata dalla Regione Trentino – Alto Adige/Südtirol. Per l’assessore alle minoranze linguistiche, Beppe Detomas, l’analisi sociologica riportata “può aiutare non solo gli addetti ai lavori, ma anche gli stessi soggetti appartenenti alle minoranze per rendersi conto di come la vera sfida da affrontare sia quella dell’autocoscienza. Proprio nella dimensione identitaria - sottolinea - una minoranza linguistica trova la consapevolezza di avere diritti e doveri, da un lato nei confronti della propria comunità e dall’altro verso la collettività in generale”. La ricerca appena pubblicata ha come scopo quello di delineare un quadro dei processi di trasmissione dell’identità nelle minoranze linguistiche trentine dal 2009 al 2016. “Siamo partiti con la ricerca un anno dopo l’approvazione della legge provinciale n.6 di tutela delle minoranze linguistiche in Trentino. Dopo sette anni di analisi si può dire che la legge ha portato ad un’accettazione indiscussa, sia a livello sociale che politico, dello status di minoranza linguistica riconosciuta sia per i ladini in Val di Fassa, che per i mocheni e i cimbri”, spiega Frédéric Spagnoli. Oggi le minoranze sono rappresentate in tutte le istituzioni
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regionali e godono di possibilità legislative e finanziarie inedite come anche sottolineato dal Consiglio d’Europa. L’Autonomia come quadro giuridico di riferimento è fondamentale per la tutela e promozione sul territorio delle minoranze riconosciute. “Anche se l’accettazione delle minoranze è riconosciuta oramai nella società trentina, la vera sfida sarà la valorizzazione delle tre identità studiate al loro interno. I parlanti hanno necessità di sentire l’importanza della lingua nella quotidianità e di adoperarla in modo naturale”, sottolinea Spagnoli. Un punto fondamentale per il rafforzamento dell’identità di minoranza sarà anche l’elaborazione di vere e proprie politiche di marketing identitario e di valorizzazione della lingua e della cultura nelle attività economiche. “Qui è fondamentale il connubio degli Istituti culturali sul territorio con tutte le parti della società per svolgere un ruolo reale di trasmissione della cultura e della lingua nell’uso quotidiano dei parlanti”, spiega lo studioso. Un ruolo fondamentale per far scoprire e riscoprire le tradizioni e i miti della minoranza sarà anche
quello ricoperto dai musei. Due tasselli importanti per ampliare la coscienza dell’identità minoritaria sono anche la scuola e i mass media. Avvicinare la popolazione alla lingua e cultura con contenuti e manifestazioni di carattere informale dà la possibilità di coinvolgere i parlanti in processi fondamentali per la trasmissione della identità locale. “Più la lingua e la cultura riesce a uscire da un carattere formale e istituzionalizzato in forme di presentazione spontanee e informali più cresce il senso di appartenenza alla comunità”, sottolinea Spagnoli. Ladini, Mochèni e Cimbri, secondo l’esperto hanno quindi diverse sfide da dover affrontare per salvaguardare la propria identità in un contesto sempre più globalizzato. Dato che le loro minoranze godono però di una forte protezione politicogiuridica, hanno tutte le condizioni favorevoli per consolidare la propria coscienza adoperando le strategie giuste. La ricerca “Ladini, Mocheni e Cimbri al crocevia tra esistenza e coscienza” è finanziata dalla Regione Autonoma Trentino – Alto Adige. Attraverso un’analisi accurata della letteratura esistente, completata dall’osservazione partecipativa ai principali momenti culturali delle comunità e delle interviste di oltre 100 persone rappresentative dei tre gruppi,
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la pubblicazione è un lavoro a 360 gradi che si “propone di aiutare le minoranze del Trentino a diventare coscienti delle loro peculiarità e pienamente integrate nel XXI secolo”. L’AUTORE: L’autore della ricerca - Frédéric Spagnoli (nella foto a cento pagina con l’assessore regionale Beppe Detomas e qui sotto nella veste di formatore al soggiorno per giovani organizzato dalla Trentini nel mondo in Brasile a Presidente Getulio nel 2011) è maitre de conférences di lingua e cultura italiana e responsabile delle relazioni internazionali presso la facoltà di Lettere e Scienze umane dell’Université de FrancheComté e l’unità di ricerca Institut des Sciences et Techniques de l’Antiquité (ISTA) di Besancon in Francia. Lavora sulla storia delle migrazioni e delle minoranze linguistiche, in particolare sull’emigrazione trentina e sulle comunità dei Ladini, Mòcheni e Cimbri.
DAL TRENTINO
I testi di questa pagina sono stati tratti dal sito del «Servizio per la promozione delle minoranze linguistiche locali» della Provincia Autonoma di Trento
Cimbri Luserna/Lusérn, piccolo paese a 1333 m di altitudine a circa 40 km a Sud-Est di Trento, rappresenta l’ultima isola dove la lingua cimbra (un antico idioma bavarese definito dai linguisti come “la più antica parlata periferica esistente del dominio linguistico tedesco”), viene ancora correntemente parlata dal 90% della popolazione. Il termine “cimbro” è l’italianizzazione della parola zimbar, con cui i cimbri chiamano la propria lingua. L’origine di quest’isola linguistica va ricercata nelle migrazioni di coloni bavaresi, che nel decennio tra il 1053 e il 1063 lasciarono le terre del Convento dei Benediktbeuern in Baviera per sfuggire alle carestie. Luserna raggiunse l’apice demografico agli inizi del 1900, contando più di mille abitanti; gli anni successivi furono segnati da una drammatica successione di eventi che condizionarono pesantemente la vita della minoranza cimbra. La Guerra del 1915-1918 vide gli Altipiani e Luserna come linea di confine e fronte militare, e costrinse gli abitanti di Luserna a sfollare in Boemia. Sul finire degli anni Trenta, come successe alla popolazione sudtirolese, venne concessa ai lusernesi la facoltà di opzione, ossia la rinuncia ai propri beni, in cambio del trasferimento nella Germania nazista e dell’acquisizione della cittadinanza tedesca. Nel dopoguerra fu l’emigrazione per lavoro e per studio a minare la sopravvivenza della comunità, che oggi conta poco più di duecento abitanti. Nell’ultimo censimento demografico effettuato nel 2011 sono stati censiti 1072 cimbri residenti nella Provincia di Trento.
L’insediamento mòcheno interessa la sponda sinistra e parte della sponda destra della Valle del Fèrsina o Valle dei Mòcheni (Bersntol in lingua mòchena). La lingua mòchena è parlata nei comuni di Vlarotz/Fierozzo, Garait/Frassilongo e Palai en Bersntol/Palù del Fersina. Si è stabilito che il periodo d’insediamento dei mòcheni è iniziato nel XIII secolo, a seguito di una delle varie migrazioni di popolazioni bavaresi che, dall’Europa centrale, si spostarono verso le Alpi meridionali per proseguire l’opera di trasformazione dei boschi in campi e prati coltivabili. All’insediamento originario dei colonicontadini si sovrappose, tra il XV e il XVI secolo, un’altra ondata migratoria, costituita da minatori e imprenditori di origine prevalentemente tedesca. Questi, chiamati cànopi (knòppn in mòcheno, dal tedesco knappen, minatori), furono attirati nel luogo dalla scoperta di miniere d’argento, rame e ferro e consolidarono ulteriormente le radici del gruppo etnico. L’attività mineraria dei mòcheni raggiunse l’apice nel 1500–1600. Nel XVIII secolo venne concessa ai mòcheni la licenza del commercio ambulante in tutto l’Impero Austro–Ungarico, attività che viene tuttora praticata da alcuni commercianti (i cosiddetti krumern). Il mòcheno/bersntolerisch, che ha le caratteristiche tipiche degli idiomi medio-alto bavaresi, fu segnalato fin dai tempi antichi come parlata “alemanna ossia tedesca” ed è stata sempre trasmessa oralmente. Secondo i dati del censimento 2011, la popolazione mòchena della Provincia di Trento è costituita da 1.660 abitanti.
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Archivio Fotografico dell’Istituto Culturale Ladino “majon di fascegn” – Vich/Vigo di Fassa (TN) - Fondo Iori
Foto dal sito www.istitutocimbro.it
Foto dalla pubblòicazione «Kultur ont Gschicht en Bernstol» edita dall’Istituto Culturale Mocheno
Mocheni
Ladini I Ladini delle Dolomiti sono una minoranza linguistica stanziata in cinque vallate che si dipartono dal massiccio del Sella (Fassa in Trentino, Badia e Gardena in Alto Adige/ Südtirol, Livinallongo e Ampezzo in Veneto), dove ancora oggi si parla una lingua di antica origine. Pur nella loro diversità, gli idiomi rappresentano varietà locali di una stessa lingua, il ladino, che ricopre una posizione autonoma nel quadro delle lingue romanze. I sette comuni ladino - fassani (Moena, Soraga, Vich/Vigo, Poza/Pozza, Mazin/Mazzin, Ciampedel/Campitello, Cianacei/Canazei) costituiscono il Comun General de Fascia, che ha sostituito il Comprensorio Ladino di Fassa, erede della Magnifica Comunità di Fassa (Communitas Fasciae), della quale la prima menzione documentaria risale al 1253. La vita del popolo ladino fassano fu da sempre caratterizzata da un’economia di pura sussistenza a causa delle difficili condizioni climatico-geografiche. Accanto all’agricoltura un’importante attività economica fu l’allevamento di ovini, cui si è aggiunto successivamente quello bovino. Le disagiate condizioni di vita spinsero molti fassani all’emigrazione stagionale. A partire dall’inizio del XIX secolo l’emigrazione raggiunse livelli consistenti in concomitanza con lo sviluppo dell’attività del pittore-decoratore (i pitores). Oggi la situazione risulta decisamente mutata soprattutto grazie al notevole sviluppo dell’attività turistica. Secondo i dati del censimento 2011, in Val di Fassa si sono dichiarati appartenenti alla minoranza ladina 8.092 abitanti su un totale di 9.909 residenti. 3 - 2018
DAL MONDO PUBBLICATI I RISULTATI DI UNO STUDIO CONDOTTO IN MONGOLIA DA UN GRUPPO DI RICERCATORI DEL «MUSE» DI TRENTO
La sopravvivenza del leopardo delle nevi è minacciata dall’allevamento delle capre
È
di nuova pubblica-zione sulla rivistaa internazionale di conservazione ambientale «Oryx» un articolo curato da ricercatori del MUSE di Trento – tra cui Francesco Rovero e Simone Tenan – che presenta i risultati della prima spedizione alla ricerca del leopardo delle nevi nei Monti Altai della Mongolia. Lo studio rivela che l’incessante aumento dell’allevamento di bestiame nella zona per alimentare il mercato globale del cashmere ha un impatto negativo sulle prede naturali del leopardo, tra cui lo stambecco Siberiano, e potrebbe minare la sopravvivenza dello stesso leopardo delle nevi. Lo studio ha usato il foto-trappolaggio per rilevare la presenza delle specie selvatiche ma, a fronte di circa 500 sequenze di fauna selvatica, le macchine fotografiche hanno rilevato quasi 1000 sequenze di passaggi di greggi di bestiame domestico. I risultati del lavoro confermano l’alta vulnerabilità del leggendario felino, icona della sfida globale per la conservazione della biodiversità, e forniscono importanti informazioni per promuoverne la protezione. Il leopardo delle nevi è uno dei grandi felini più rari e carismatici al mondo. Presente solo in alcune remote aree montane dell’Asia centrale, dal Nepal alla Siberia, si stima che ne sopravvivano solo poche migliaia di individui e che la specie abbia subito un forte declino negli ultimi 20 anni. Tra le cause di minaccia vi è l’incremento incessante dell’al-
levamento per la produzione di lana cashmere, che in Mongolia - con 40 milioni di capi - ha raggiunto livelli insostenibili. Tuttavia l’elusività del felino e
l’habitat impervio dove vive ne fanno una specie particolarmente difficile da studiare e, a oggi, gli studi scientifici che valutano l’impatto dell’allevamento sono
pochissimi. La nuova pubblicazione contribuisce a colmare queste lacune. «Abbiamo analizzato i dati dalle quasi 50 foto-trappole che abbiamo sistemato nel 2015 in un parco nazionale nei Monti Altai allo scopo di capire come il bestiame domestico influenza la presenza di leopardo delle nevi e dello stambecco Siberiano, sua preda principale in quell’area – racconta Francesco Rovero – e i risultati mostrano che, dove è presente il bestiame, la presenza dello stambecco crolla nettamente. Inoltre abbiamo rilevato che la presenza del leopardo delle nevi non pare cambiare in presenza o assenza del bestiame, ma che non è neanche influenzata dalla presenza dello stambecco; risultato inaspettato, che potrebbe indicare che il leopardo compensa il crollo delle prede con gli animali domestici, esponendosi quindi al bracconaggio e all’incremento dei conflitti con i pastori». I ricercatori avvertono che la rarità del leopardo è tale da rendere necessari ulteriori studi e approfondimenti con dati provenienti da aree più vaste, e capire le complesse dinamiche di co-esistenza del predatore con le prede e con il bestiame domestico. La Mongolia con la Cina è tra i maggiori esportatori di lana cashmere al mondo; lo studio del MUSE conferma che l’aumento dei capi di bestiame è connesso al crollo della presenza degli ungulati selvatici e al degrado dell’habitat, due processi che - nel lungo periodo - minano la sopravvivenza del leopardo delle nevi.
Il progetto «Mongolia Snow Leopard» ha preso il via nel 2015 Il programma di ricerca del MUSE, in Mongolia, è condotto in collaborazione con la ONG Mongola Green Initiative e altri partner internazionali tra cui il Museo Danese di Storia Naturale e l’Università di Losanna. La spedizione del 2015 è stata documentata con il film «Ghost of the Mountains», co-prodotto dal MUSE con il museo danese e co-finanziato dal Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona). Presentato in anteprima
al Filmfestival di Trento nel 2016, il film è stato poi selezionato e premiato in vari altri festival internazionali. La ricerca nei Monti Altai è proseguita con una seconda spedizione nel 2017 sostenuta al Parco Natura Viva e dalla Fondazione Panthera, e una terza fase di ricerca è programmata per il 2018/2019. Il progetto è presentato anche sul sito del Muse:
www.muse.it/it/Esplora/Progetti-Speciali/Pagine/Mongolia-Snow-Leopard-2017.aspx 3 - 2018
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SPETTACOLI «Invisibili generazioni», lo spettacolo messo in scena da «Elementare Teatro», commissionato e co-prodotto dall’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento, indaga lo stato d’animo dei giovani contemporanei alle prese con una situazione che li porta anche a prendere in considerazione l’ipotesi di emigrare
Meglio partire o meglio restare?
S
econdo una recentissima indagine di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, il 60% degli italiani fra i 20 e i 34 anni disoccupati non lascerebbe l’Italia per trovare un lavoro; il 20% si muoverebbe all’interno dei confini nazionali, il 7% potrebbe scegliere un altro stato membro e il 13% emigrerebbe in un Paese extra Unione Europea. Chi si trova nella fascia di età presa in considerazione da Eurostat appartiene alle «Invisibili generazioni», azzeccata definizione scelta dall’autrice, Carolina De La Calle Casanova, per dare il titolo allo spettacolo teatrale messo in scena da «Elementare Teatro», del quale è anche la regista. Sono giovani che stanno vivendo una realtà problematica, perché la globalizzazione, l’economia in crisi, l’evoluzione della società, rende sfumate se non addirittura drammatiche le loro prospettive
di futuro e li pone di fronte anche alla scelta di emigrare all’estero per cercare un lavoro. Protagonisti sono due fratelli, Davide partito per Berlino, Marco rimasto a casa, la loro nonna Paola e Halina, un’immigrata ucraina, assunta per fare la badante, della quale si innamorerà Marco, con il quale formerà una nuova famiglia con la nascita della loro figlia. Il racconto è intercalato dall’arrivo sulla scena di figure tutte nere, senza volto, che si palleggiano un grande mappamondo, che parlano, discutono e dichiarano di avere in tasca la soluzione ai problemi che vivono i protagonisti ma poi decidono di non decidere, di lasciare tutto come sta. Commissionato e co-prodotto dall’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento, lo spettacolo ha fra i suoi obiettivi dichiarati quello di mettere in luce soprattutto la parte più intima e personale dell’esperien-
za migratoria, «quella legata ai rapporti umani, familiari, alla fatica che -assieme alle possibilità - comporta vivere lontani e in realtà straniere, a come cambia anche la vita di chi rimane». L’obiettivo può dirsi centrato, perché lo spettacolo offre allo spettatore tutti gli elementi per farsi un’idea del fenomeno, per interrogarsi sulle ragioni che lo determinano, per cominciare a riflettere sulle aspettative e il travaglio di chi parte e di chi rimane. Ma contemporaneamente invita a guardarsi dentro e attorno, a prendere atto delle contraddizioni con cui conviviamo e della strisciante ipocrisia che induce a considerare «diverse» le storie di emigrazione di Davide a Berlino e di Halina in Italia – che in una scena la nonna apostrofa con un termine molto dispregiativo - mentre in realtà sono parallele, speculari. Tra i momenti più riusciti, va citato il colloquio di lavoro «in
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contemporanea» di Davide che sta illustrando il suo innovativo progetto a chi potrebbe essere interessato a realizzarlo, di Marco in una qualche agenzia interinale disposto ad accettare qualsiasi possibilità di impiego anche di poche ore e di Halina con la nonna, alla quale si sta proponendo come badante. Tre squarci su altrettanti stati d’animo ben delineati pur nella brevità della scena. Lo spettacolo è un po’ come un affresco su un soffitto, che costringe lo spettatore ad alzare lo sguardo e a rendersi conto della variegata e complessa realtà in cui vivono le «invisibili generazioni», che pagano le conseguenze di scelte fatte al di sopra delle loro teste e sfuggite di mano a coloro che li hanno preceduti i quali, come afferma la nonna in un passaggio cruciale, si sono dimenticati che «l’unica cosa che conta è il domani». Maurizio Tomasi
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CALENDARIO 4 febbraio C.T. Denver –Colorado (USA): ricevimento dopo la Santa Messa assieme all’Ass. Fiori d’Italia 7-11 febbraio C.T. Toronto (CA): gita sugli a Mt. Tremblant 10 febbraio C.T. Bento Gonçalves (BR): 4° Festa della Cuccagna
14 aprile Assemblea Associazione Trentini nel Mondo 20 - 22 aprile Oxford (GB): “Generazione in mobilità. Un capitolo da scrivere”, incontro giovani trentini in Europa (UK e Irlanda)
16 febbraio C.T. Toronto (CA): riunione sociale C.T. Gasparin (BR):Assemblea con rinnovo del direttivo 17 febbraio C.T. Denver –Colorado (USA): Torneo annuale di bocce C.T. Garibaldi (BR): stand al Festival di State, per la promozione del libro “Vicino alle stelle” 22 – 25 febbraio Caxias do Sul, Garibaldi e Bento Gonçalves (BR): 2° Incontro Regionale Trentino (Uruguay, Rio Grande do Sul- Brasile, zona centro – Argentina) e 3° Incontro Rete Trentina di Università 23 febbraio C.T. Toronto (CA): Assemblea generale ed elezioni direttivo 24 febbraio C.T. Toronto (CA): cena sociale “gnocchi” Ascurra (BR): 1° riunione del gruppo giovani trentini brasiliani 9 marzo C.T. Charleroi (BE): festa per la giornata della donna 11 marzo Riva del Garda (IT): Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 18 marzo C.T. Charleroi (BE): ritrovo oriundi di Cis 24 marzo C.T. Toronto (CA): cena sociale “crauti e polenta” C.T. Liegi (BE): cena sociale 30 marzo C.T. Rodeio (BR): Teatro “Passione di Cristo” 8 aprile C.T. Denver –Colorado (USA): incontro mensile
1 maggio C.T. Rivera Livramento (UY-BR): Festa Anniversario 4 - 6 maggio Encantado (BR): incontro della famiglia Conzatti 5 maggio C.T. Piracicaba (BR): 24° cena Trentina 14 - 20 maggio C.T. Bento Gonçalves (BR): partecipa alla 4° settimana della cultura e arte italiana 19 maggio C.T. Bento Gonalves (BR): 5° cena “Polenta&Vin” 2 giugno C.T. Tres de Maio (BR): 13° Filò urbano “La Festa della famiglia” 3 giugno C.T. Rodeio (BR): Magnalonga
Una simpatica foto scattata durante il «Secondo Incontro Regionale Trentino» a Caxias do Sul (Rio Grande do Sul - Brasile)
Foto di Lorenzo Zancanella