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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

11-12/2017

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 60°

Grande festa a Sydney per il centesimo compleanno di Vittorio Michele Facchini, per tutti «zio Vic», emigrato da Meano nel 1934.


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 5 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

- 1 circolo


EDITORIALE SOMMARIO Pagine 2-3 CONVEGNO EZA-UNAIE Pagine 4-5 TRASFERTA IN MESSICO Pagina 6 I 100 ANNI DI VIC FACCHINI Pagine 6-11 GENTE E FATTI Pagine 12-13 «60 ANNI D’EUROPA» Pagine 14-15 GIOVANI: CONCORSO «FOREVER TRENTINI» Pagine 16-19 CIRCOLI (Sydney, ITTONA, Toronto, Zofingen, Basilea, Charleroi) Pagina 20 LEGGE 379/2000 Pagina 21 DAL MONDO Pagine 22-23 L’EMIGRAZIONE DA BREZ AL MESSICO

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 11-12 NOVEMBRE-DICEMBRE 2017 Stampato il 28 DICEMBRE 2017

In copertina: la festa a Sydney (Australia) per i 100 anni di Vic Facchini.

SONO NECESSARI PER RINCORRERE LE NOSTRE UTOPIE E INSEGUIRE I NOSTRI SOGNI

L’augurio è che il 2018 porti fiducia e coraggio

E

così, anche il 2017 passa in archivio. È trascorso un anno importante, segnato principalmente dalla celebrazione dei 60 anni della nostra Associazione e dalla conclusione positiva della angosciosa vicenda legata alla Corte dei Conti. Il 2018 riprende quindi con maggiore forza, con entusiasmo e tanta voglia di fare perché, in effetti, per la Trentini nel Mondo c’è ancora tanto da fare e tanto da camminare sulla strada che porta alla realizzazione di una grande, unita e solidale Comunità Trentina. In attesa di riprendere in pieno il proprio cammino, l’Associazione ha intanto concluso il 2017 con il consueto incontro di Natale. In effetti questa è solamente una delle occasioni d’incontro nel corso dell’anno, ma quello di Natale è l’appuntamento che più di altri esalta lo spirito di amicizia ed il senso del volontariato che costituiscono l’anima più vera e genuina della Trentini nel Mondo. Quella di Natale è una festa particolare, piena di gioia e di allegria per le luminarie che si accendono lungo le strade, per il luccichio delle vetrine e per la gente che affolla i mercatini carichi di mercanzie colorate. È una festa straordinaria, piena di attese e di promesse per gli uomini di buona volontà che – almeno per qualche giorno – cercano di essere un po’ più buoni ed altruisti. Il Natale è tutto questo, ma il suo significato va ancora più in là: è ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; è ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e le tue debolezze; è ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. Queste sono alcune riflessioni fatte da una grande donna, da una santa e da un premio Nobel per la pace come madre Teresa di Calcutta, che ha voluto dare un senso profondamente umano alla Natività e alle parole dell’apostolo Giovanni quando afferma che «chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede». Aggiungere qualche cosa d’al-

Per la Trentini nel mondo è trascorso un anno importante, segnato principalmente dalla celebrazione dei suoi 60 anni e dalla conclusione positiva della angosciosa vicenda legata alla Corte dei Conti. Il 2018 riprende quindi con maggiore forza, con entusiasmo e tanta voglia di fare perché, in effetti, c’è ancora tanto da fare e tanto da camminare sulla strada che porta alla realizzazione di una grande, unita e solidale Comunità Trentina

tro a queste parole potrebbe apparire del tutto superfluo, se non per dire che il Natale per noi è anche uno stato d’animo che induce la gente a sorridere e a comportarsi un po’ più gentilmente del solito e che invoglia le persone a sorridere ed essere un po’ più disponibili e tolleranti verso gli altri. Se questo stato d’animo durasse tutto l’anno, sarebbe davvero il più bel regalo che il Natale potrebbe farci: un dono semplice e spontaneo che contribuirebbe a smorzare la rabbia e le paure che covano dentro di noi e che ci spingerebbe ad essere un po’ meno egoisti e diffidenti nei confronti degli altri. Se questo stato d’animo potesse durare tutto l’anno potrebbe darci la forza di continuare a sperare in un domani migliore e potrebbe

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infonderci la forza necessaria per trasformare questa speranza in realtà. Perché in fin dei conti, come affermava il filosofo austriaco Karl Popper, “il domani dipende da ciò che voi, io e molti altri uomini fanno e faranno oggi, domani e dopodomani. E quello che facciamo e faremo, dipende a sua volta dal nostro pensiero e dai nostri desideri, dai nostri timori e dalle nostre speranze”. L’augurio per questo Natale e per l’inizio del 2018 quindi non può essere altro che, ognuno di noi, possa ricevere in dono un pacchettino pieno di speranza e che, aprendolo, possiamo trovarci tutti con un po’ più di fiducia nel cuore per il nostro futuro e con un po’ più di coraggio nella testa per rincorrere le nostre utopie ed inseguire i nostri sogni. Alberto Tafner 11/12 - 2017


AGENDA PER CONCRETIZZARE I SUOI PRINCIPI ETICI E FONDAMENTALI VANNO ELIMINATE LE DISPARITÀ CHE ANCORA ESISTONO

Pilastro europeo dei diritti sociali, una questione che riguarda tutti

L’

applicazione del pilastro europeo dei diritti sociali - che rappresentano un’importante questione per ogni singolo cittadino - sarà possibile solo con un concreto accordo tra gli stati europei per superare le differenze e le difficoltà: per questo l’Europa deve aggiornare con urgenza il «social aquis» (cioè l’insieme dei diritti, degli obblighi giuridici e degli obiettivi politici condivisi dagli stati membri dell’Unione europea, che devono essere accettati senza riserve dai paesi che vogliano entrare a farne parte). Le divergenze sulla tassazione, le politiche economiche e il welfare, hanno accentuato le asimmetrie all’interno della zona Euro, aumentando le differenze all’interno del mercato unico europeo, specialmente nei sistemi di welfare e del costo del lavoro, sicurezza del lavoro, paghe e sistemi previdenziali: per porre rimedio a queste asimmetrie si dovrebbero creare contratti lavorativi europei, un unico sistema di leggi del lavoro e stesse regole di welfare. Sono alcune delle valutazioni e delle indicazioni emerse dal convegno «Europa di tutti e per tutti: il pilastro europeo dei diritti sociali», che si è svolto a Riva del Garda (in Trentino) dal 20 al 22 ottobre, organizzato dall’Associazione Trentini nel Mondo per conto di UNAIE (Unione Nazionale Associazione Immigrati ed Emigrati), e di EZA (Europäisches Zentrum für Arbeitnehmerfragen), sovvenzionato dalla Commissione Europea.

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Il tema è stato al centro del convegno internazionale che si è svolto a Riva del Garda dal 20 al 22 ottobre, organizzato dalla Trentini nel Mondo per conto di UNAIE (Unione Nazionale Associazione Immigrati ed Emigrati), e di EZA (Europäisches Zentrum für Arbeitnehmerfragen)

generale italiano di Barcellona e del consolato generale onorario di Romania a Trento, e della Repubblica Italiana. Oltre all’Italia i Paesi Europei rappresentati sono stati: Irlanda, Romania, Belgio, Francia, Germania, Portogallo, Slovacchia, Regno Unito, Svizzera, Bulgaria, Finlandia, Spagna e Bosnia. PRIMA SESSIONE

Dalle relazioni e dal dibattito è emerso anche che il dialogo sociale con i sindacati, con i lavoratori e con gli esperti del settore, è necessario per costruire un pilastro con principi condivisi. È stato anche espresso il timore che è molto alto il rischio che i principi etici e fondamentali del pilastro europeo dei diritti sociali rimangano mera teoria: il pilastro deve per questo essere un contratto vincolante, per riscrivere il

patto sociale, adesso minato dalle disparità, non deve assolutamente rimanere una lista di bei principi. Al convegno hanno partecipato rappresentati delle seguenti organizzazioni EZA: Eurofound, CIFOTIE, NKOS, ETUC, FNM Ecologistul NTUC Cartel Alfa, Open Education Centre Foundation Sofia, EZA. Oltre a membri delle associazioni UNAIE erano presenti anche esponenti e rappresentanti del consolato

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La prima sessione è stata dedicata all’introduzione alla tematica con l’esposizione di diversi aspetti concernenti il pilastro, in particolare il ruolo del dialogo sociale durante il processo costitutivo, i dettagli contenuti nel pilastro e su quali bisogni e idee poggia, i punti critici e le debolezze, la divergenza tra prospettive ideali e concrete, gli aspetti politici. I relatori di questa prima sessione sono stati: il professori Jozef Pacolet ( HIVA – research Institute for Work and Society, Katholieke Universiteit Leuven), Dr. Vittorino Rodaro (Già direttore dell’Ufficio per i rapporti con l’Unione Europea dell’Euregio Trentino Alto Adige- Tirol), Dr. Markus Herrera Torrez (ETUC – European Trade Union Organization), Dr. Francesco Corti (Ricercatore presso l’Università di Milano). In questa sessione si è acceso un interessante dibattito tra i relatori e tra i relatori e il pubblico, legato soprattutto all’applicazione pratica del pilastro che rischia di rimanere un’utopia meramente


AGENDA

teorica. Il dibattito ha sottolineato l’asimmetria dell’Europa a due velocità, con ancora molte questioni aperte circa l’economia, le leggi sul lavoro, il dumping e le implicazioni che questi aspetti hanno sul quotidiano. Per il pubblico è stato molto interessante osservare i diversi punti di vista per avere un’idea della complessità dell’argomento e poter sviluppare una propria idea critica a riguardo, analizzando le diverse istanze portate dai relatori. SECONDA SESSIONE

La seconda sessione, svoltasi il sabato mattina, vedeva da un lato relazioni esposte da rappresentanti della politica impegnati a livello Europeo e da esponenti dei sindacati, e dall’altro relazioni di testimoni “privilegiati” dell’applicazione dei diritti sociali nelle comunità. Inoltre si è affrontato il tema della Brexit, in relazione ai diritti dei cittadini Europei sul suolo del Regno Unito. I relatori sono stati l’on. Laura Garavini (Deputato della Repubblica Italiana eletta nella circoscrizione Estero-Europa), Dr. Lotta Savinko (Rappresentante dell’ufficio per il Working life Affairs di AKAVA – sindacato Finlandese per lo staff manageriale e liberi professionisti), Dr. Alessandro Zehentner (Comites del consolato Italiano di Barcellona) e Dr. Maurizio Passerotti (Console Generale Onorario di Romania per il Trentino Alto Adige), e Avv. Jonathan Kingham (Avvocato specializzato in diritto dell’Immigrazione e consultore per il tavolo di lavoro sulla Brexit). In questa sessione si è vista la testimonianza dell’applicazione pratica del pilastro dei diritti sociali, e della necessità dei suoi principi che vanno a colmare

cesso ai sistemi previdenziali, ancora disomogenei tra le diverse nazioni. È stato analizzato il fenomeno, particolarmente legato alla crisi economica, e al gap che esiste tra le prospettive di chi parte e le difficoltà concrete che poi si trovano. Emerge la necessità di una traduzione concreta del pilastro dei diritti sociali a supporto proprio di questi lavoratori, la cui tipologia è in constante crescita. Si è parlato anche delle opportunità offerte a livello Europeo da consolidati e avviati sistemi che permettono lo spostamento (tutelato) dei giovani sia per la formazione che per la professione. I relatori sono stati: Prof. Edith

bisogni e lacune presenti in molti paesi e in molte situazioni. Anche in questa sessione sono state poste diverse domande ai relatori, con particolare interesse al fenomeno della Brexit, senza dubbio attuale. TERZA SESSIONE

La terza sessione, svoltasi il sabato pomeriggio, si concentrava sul fenomeno dell’emigrazione giovanile in Europa, fenomeno definito come “mobilità”, e i diritti, le difficoltà e le necessità dei lavoratori migranti, spesso poco tutelati dal punto di vista degli ammortizzatori sociali e sull’ac-

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Pichler (Università di Potsdam), Dott. Laura Pitteri (responsabile del progetto EURES dell’agenzia del lavoro di Trento), Prof. Frederic Spagnoli (Responsabile dell’ufficio affari internazionali dell’università della FrancheComte), Dr. Martina Bisello (Eurofound – European Foundation for the Improvement of Living and Working conditions). QUARTA SESSIONE

La quarta e ultima sessione, la domenica mattina, ha visto la relazione del Professor Charles Walton (Università di Warwick) chiudere il convegno, con l’analisi storica dei diritti socio-economici e la loro evoluzione nell’arco degli ultimi quattrocento anni, in particolare dalla Rivoluzione Francese ad oggi. La relazione è stata seguita con interesse e sono state poste al professor Walton diverse domande. In seguito Franco Narducci, past president dell’UNAIE, ha fatto le conclusioni, ripercorrendo quanto emerso dalle relazioni e dal dibattito. A seguire c’è stata la possibilità da parte dei partecipanti di fare osservazioni e domande, di esternare riflessioni e discutere su un tema che è sicuramente rilevante e attuale. A concludere il seminario sono stati l’intervento di Alberto Tafner, presidente dell’Associazione Trentini nel Mondo e vicepresidente UNAIE e le riflessioni di Esmeralda Van Den Bosch di EZA, che ha lasciato ai partecipanti non solo importanti riflessioni, ma anche un quesito da portarsi «a casa» per proseguire i ragionamenti emersi durante l’incontro, poiché, ha affermato, se si vuole realmente dar seguito al pilastro dei diritti sociali, tutti i cittadini sono chiamati a prenderne parte. 11/12 - 2017


REPORTAGE LE PRINCIPALI TAPPE DELLA TRASFERTA SONO STATE CITTÀ DEL MESSICO, VERACRUZ, CORDOBA, OAXACA E CUERNAVACA

Un altro intenso e proficuo incontro con la comunità trentina in Messico

I

l viaggio fra i discendenti dei trentini in Messico ha segnato una nuova tappa, quella del primo incontro, tenutosi a Huatusco (Ver.) il 14-15 ottobre, con i presidenti dei numerosi circoli costituitisi dall’inizio di questo secolo, principalmente su impulso del compianto padre José Benigno Zilli Manica. La delegazione trentina, composta da Armando Maistri, da Nello Fava e dal sottoscritto, giunta a Città del Messico l’11 ottobre è stata accolta all’aeroporto da Oscar Zueck e ha iniziato la trasferta partecipando al primo seminario sull’emigrazione italiana in Messico organizzato da Silvia Zueck, del Circolo trentino locale, all’Istituto di Geografia della Universidad Autónoma Nacional de México. Per l’occasione è stata allestita la mostra su Cassiano Conzatti «Un hombre entre dos pasiones», che la Società Museo Civico di Rovereto, di cui Nello Fava è presidente, ha donato ai Circoli trentini in Messico per divulgare e far conoscere la vita e l’opera del nostro illustre conterraneo. I LAVORI DEL CONVEGNO

Come concordato, in apertura del convegno, Armando Maistri ha portato il saluto dell’Associazione Trentini nel mondo, quindi si sono susseguiti gli interventi, fra cui segnaliamo quello di Silvia Zueck, dal titolo «Irrupción de los emigrantes de la villa de Brez, Trento en la Sierra Mojada de Coahuila y su participación dentro del monopolio minero del norte de México» (una sintesi è riportata alle pagine 22-23 di questo numero del giornale), quello di Pedro Luis Naif Chessani, «Los Chessani. Una familia trentino tirolese en México», quello, nel primo pomeriggio, del sottoscritto «I Trentini in Messico», seguito da «Políticas migratoria y colonización italiana en México (1881-1882). El caso de Puebla, Morelos y San Luis Potosí di Marcela Martínez Rodríguez». Il giorno seguente ha aperto i lavori Nello Fava con «Il trentino11/12 - 2017

Tra gli impegni in programma, la partecipazione al primo seminario sull’emigrazione italiana in Messico presso l’Istituto di Geografia della Universidad Autónoma Nacional de México messicano Cassiano Conzatti fra pedagogia e botanica», seguito da Abisaí Josué García Mendoza con la «Importancia de las colectas botánica de Cassiano Conzatti en Oaxaca», quindi da Franco Savarino e da Edoardo Crivelli, e ha chiuso la relazione di Alberto Chini «Il solco di Padre Kino». Già nel primo pomeriggio la delegazione, grazie ad un mezzo messo a disposizione da Jaime Crivelli, presidente del Circolo trentino di Cordoba, è partita per Cordoba, giungendovi a notte fonda, dopo una breve sosta a Chipilo, dove abbiamo accompagnato Eduardo Crivelli che ci ha deliziato durante il viaggio con aneddoti in dialetto «chipileño»

di Segusino. A Cordoba ci attendeva Rodolfo Degasperin per un incontro informale con i consiglieri comunali. All’alba siamo partiti per Huatusco per l’incontro con i circoli tenutosi al hotel «Mision Los Cocuyos», una fitta e proficua giornata di lavoro, coordinata dal Consultore per il Messico della Provincia Autonoma di Trento, Leobardo Cortés Manica, che si è svolta, con la partecipazione attiva dei presidenti dei circoli di Città del Messico, di San Luis Potosì, di Puebla, di Cordoba, di Jalapa, di Huatusco, della Colonia Manuel González e di Veracruz, secondo programma. Ospiti d’eccezione Laura Versini e una

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delegazione da Guadalajara. Domenica 15, concluso in mattinata l’incontro, ci si è recati alla Colonia Manuel González per festeggiare il 136° anniversario dell’emigrazione e della fondazione della Colonia da parte di trentini, veneti e lombardi e il 60° anniversario della fondazione dell’Associazione trentini nel mondo, assieme alle autorità comunali e al console italiano Emilio Zilli Debernardi. Concluso il pranzo sociale nella Finca San Miguel, la delegazione ha proseguito per Jalapa, per presenziare il mattino successivo all’incontro organizzato da Marco Cordoba Angheben con il Conacintra, l’importante associazione che consocia 50.000 imprenditori dello Stato di Veracruz, legata alla Camera di Commercio. Ad accompagnarci Marisol Sampieri, presidente del Circolo trentino locale. Rientrati a Cordoba nel primo pomeriggio, Jaime Crivelli ci ha accompagnato sulla Sierra de Atoyac per visitare le sorelle Zanotelli (le «tres rubias») nel loro Rancho Buenos Aires. È stato un momento commovente e pregno di significato, che ci ha lasciato piacevolmente sorpresi nel vedere avviati i lavori di miglioria del Rancho e delle loro condizioni di vita. DA VERACRUZ VERSO OAXACA

Il 17 abbiamo lasciato lo Stato di Veracruz per quello di Oaxaca:


REPORTAGE

500 km di pura montagna fra i 1.500 e i 3.100 metri sul livello del mare. In tarda serata abbiamo avuto un incontro con la botanica Gladys Manzanero, responsabile del Jardin Conzatti del CiDiir, il Centro di ricerca internazionale dell’Università di Oaxaca. Nella capitale, dove morì Cassiano Conzatti, il 18 abbiamo incontrato la figlia Victoria Conzatti, che il 14 novembre ha compiuto 99 anni. È grazie alla sua devozione e al suo amore per il padre che siamo lì, questa volta per la donazione, da parte della Società Museo civico di Rovereto, di una copia della mostra in spagnolo «Cassiano Conzatti. Un hombre entre dos pasiones Pedagogo y Botánico», nell’ambito delle attività nel terzo anno di gemellaggio fra la Comunità della Vallagarina e il municipio di Oaxaca. Quindi Nora Ortiz Muro, direttrice dell’ufficio Affari internazionali del Comune, ci ha accompagnati al Jardin Conzatti, dove l’ing. Raúl Alvarez del comune ci ha illustrato i prossimi lavori di rimodellazione del parco. Nel primo pomeriggio abbiamo

partecipato ad una riunione con il direttore di cultura del municipio e il direttore del coro della città di Oaxaca, il maestro Israel David Rivera, con la presentazione degli eventi per la consegna della mostra del giorno seguente. In serata abbiamo incontrato Emma Conzatti per discutere sulla formazione di un nuovo Circolo trentino, quindi partecipiamo in diretta ad una trasmissione radiofonica dell’emittente cittadina Radio24. Il 19 c’è stata la cerimonia di consegna ufficiale, alla presenza di un folto pubblico, della mostra al sindaco di Oaxaca, José Antonio Hernández Fraguas, con l’illustrazione dei 41 pannelli affissi lungo i corridoi dell’ampia corte della sede del municipio, un ex-convento. Nello Fava ha letto una lettera del presidente della Comunità della Vallagarina, Stefano Bisoffi, e l’atto di donazione da parte della Società Museo civico, mentre Armando Maistri ha portato il saluto dell’Associazione trentini nel mondo. Nel pomeriggio siamo stati ospiti dell’ex-sindaco Javier Villacaña e in serata assistiamo

all’esibizione del Coro della città dedicata alla città di Rovereto. L’INAUGURAZIONE DELLA STELE

Il 20 all’alba lasciamo l’Heroica città di Oaxaca per raggiungere l’Heroica città di Veracruz, e partecipare all’inaugurazione della stele, in Plaza de la Aduana, in ricordo dei vari flussi migratori trentino-veneti giunti nel porto a bordo dei vapori Atlantico I e II (1881-1882), Casus (1882), Messico (1882) e L’Spagne (1924). Un evento organizzato magistralmente da Adriana Martinez Zuccolotto e Aidé Manica, del Circolo trentino locale presieduto da Rubén Conzatti. Successivamente conveniamo nella sala del Consiglio comunale di Veracruz, dove il sindaco, Ramón Poo Gil, in sessione solenne (foto sulla pagina a fianco e qui sotto a destra), consegna i riconoscimenti ai discendenti degli emigrati più anziani, alla ex-consultrice Laura Versini, al presidente del Circolo trentino di Veracruz, Rubén Conzatti, e

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al console italiano, Emilio Zilli Debernardi, nonché il diploma di «Visitante distinguido» ad Armando Maistri (foto a destra), a Nello Fava e al sottoscritto. Per concludere gli incontri istituzionali, nel pomeriggio del giorno 21, dopo un lungo viaggio, siamo invitati a Cuernavaca ad una festa di compleanno per i 91 anni di Laura Cetto, moglie del compianto Luis Ferruccio, originario di Selva di Levico, un uomo che in virtù della dedizione al lavoro e alla famiglia è riuscito a realizzare il suo sogno americano. Lì conosciamo i membri dell’amabile famiglia Cetto, provenienti da Città del Messico, da Aguascalientes e da Tijuana. Ed è già ora di rientrare. Ringrazio, a nome della delegazione, sia gli amici citati sia quelli non citati che hanno, ancora una volta, reso possibile, fruttifero e sicuro il nostro viaggio in un grande Paese, il Messico, che seppur scosso da devastanti terremoti naturali e sociali, rimane sempre accogliente, stimolante e propositivo. Renzo Tommasi

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GENTE E FATTI «ZIO VIC» EMIGRATO IN AUSTRALIA NEL 1934, È NATO IL 5 NOVEMBRE 1917 A MEANO, UNA FRAZIONE DI TRENTO

Auguri anche dalla Regina Elisabetta per i cento anni di Vittorio Facchini Il 5 novembre 1917 nasceva a Meano di Gardolo (TN) Vittorio Michele Facchini, quando il Trentino era ancora sotto l’Austria, anche se l’anno dopo, alla fine della grande Guerra, Trento e Trieste venivano «liberate»e venivano a far parte dell’Italia. Vittorio è forse l’ultimo Trentino superstite dell’Impero austroungarico in Australia. Domenica 5 novembre 2017, un bel gruppo di parenti e amici si sono ritrovati attorno a Vittorio presso il Club Marconi di Sydney, per celebrare il suo centesimo compleanno. Alcuni invitati erano arrivati dagli Stati Uniti, altri dal Trentino, e da varie parti dell’Australia. Vittorio («zio Vic» come è conosciuto da tutti) era in ottima forma, anche se le vecchie gambe non lo reggono più in piedi. Per questo da un paio d’anni Vittorio ha dovuto rassegnarsi ed andare ad abitare in un villaggio per anziani dei Padri Scalabriniani, sempre a Sydney. All’inizio del pranzo, il maestro

di cerimonie Peter Betoldo ha invitato padre Bertagnolli a dare una speciale benedizione a zio Vic, ai parenti e amici, e alla mensa. Oltre che alla sua benedizione, Padre Bertagnolli ha presentato al festeggiato la pergamena con la benedizione di Papa Francesco.

Nel corso del pranzo sono stati ricordati anche i genitori di Vittorio (Michele e Angela Sovilla), i fratelli (Federico e Livio) e le sorelle (Maria, Pacifica, Lidia e Carolina), tutti ormai chiamati alla vita eterna. Federico fu il primo della famiglia ad emigrare in

Australia già nel 1925. Nel 1934, dopo la morte del padre Michele per incidente, il resto della famiglia fu chiamata in Australia; e così Vittorio (appena sedicenne) arrivò a Sydney. Durante la seconda Guerra mondiale, Vittorio (come cittadino italiano) fu «internato» dal governo australiano, e inviato nei boschi a lavorare a favore del governo. Dopo la Guerra lavorò come falegname, ed acquistò una grande casa vicino al centro di Sydney, che divenne luogo di prima accoglienza per tanti emigranti arrivati dall’Italia. Fino a un paio d’anni fa, per molti anni, Vittorio ha ospitato a casa sua molti Trentini, emigranti e turisti, giovani e adulti, singoli e coppie. Molti anni fa aveva conosciuto una donna di Meano, e poi si era sposato per procura. Purtroppo il matrimonio non ebbe lungo successo. Vittorio è sempre stato un socio attivo fin dall’inizio del Club Marconi e specialmente del Circolo Trentino di Sydney; per

NEL FARE GLI AUGURI LA FIGLIA ELEONORA LI DEFINISCE «UNA FORZA DELLA NATURA»

Luigi Bertagnolli e Marta Utello, brindisi per le nozze di smeraldo Era il 6 agosto 1977 quando Luigi Bertagnolli e Marta Utello si sono sposati. Quest’anno hanno festeggiato i 40 anni di matrimonio. Auguri per il vostro traguardo insieme. Siete una forza della natura, avete superato tanti ostacoli, avete cresciuto due figli con il minimo essenziale ma nel migliore dei modi e con tanto amore. Per questo sono orgogliosa di voi, perché siete un esempio da seguire. Oltre ad essere due ottimi genitori siete dei nonni fantastici per i nostri figli. Grazie di cuore vi voglio bene. Eleonora Bertagnolli

Visita da Piracicaba Dirce Gobette Vitti, presidente del Circolo trentino di Piracicaba (San Paolo - Brasile), in settembre ha trascorso alcuni giorni in Trentino: un’occasione per fare visita ai parenti a Cortesano (una frazione di Trento) e alla sede della Trentini nel mondo, dove è stata accolta dal vice presidente Cesare Ciola e da Sabina Corradini.

sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840

e-mail: info@trentininelmondo.it / sito internet: www.trentininelmondo.it 11/12 - 2017

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GENTE E FATTI

molti anni fece parte del Comitato, e partecipò alle Convention dei Trentini in Australia. Alla festa per il suo centesimo compleanno erano presenti i membri del Comitato del Circolo di Sydney (Joanna Terzi-Callegari, Suzie Pedri-Cruzado, Ugo Bergamo) con le loro famiglie. Nel 2007, la Provincia Autonoma di Trento, in riconoscimento della generosità e della dedizione a favore degli emigranti, ha conferito a Vittorio la più alta onorificenza, l’«Aquila di San Venceslao», consegnata personalmente a Trento dall’allora Presidente della Provincia, Lorenzo Dellai. Alla festa per il 100° compleanno hanno inviato messaggi di

felicitazioni e di auguri anche la Regina Elisabetta d’Inghilterra, il Governatore Generale dell’Australia Sir Peter Cosgrove e il Primo Ministro dell’Australia l’onorevole Malcolm Turnbull.

Il messaggio inviato dalla «Trentini nel Mondo» è stato letto da Padre Bertagnolli. Come affezionato sostenitore della macchina «Holden» (GM Opel), nel 1956 Vittorio aveva

Il messaggio della Trentini nel mondo Carissimo Vic, ti facciamo arrivare un nostro caloroso abbraccio in questo giorno molto speciale, un traguardo unico che corona tanti anni passati in terra d’Australia mantenendo vivo il ricordo della tua terra di origine. Ti ringraziamo di cuore per tutto il tuo impegno e il tuo entusiasmo per le attività dell’Associazione Trentini nel Mondo e per la amicizia e la solidarietà che sempre hai manifestato verso tutti i trentini. Di nuovo un grande abbraccio e un augurio di BUON COMPLEANNO!!!!

portato la sua macchina modello FJ in Italia! L’amministrazione fece omaggio a Vittorio di un modello di questa automobile, mettendo anche a disposizione una macchina per il giorno del compleanno. Si ringraziano in modo particolare tutti i presenti e specialmente le due nipoti Yvette Facchini e Linda Williamson per l’organizzazione della festa, come pure il Club Marconi, e tutti coloro che hanno lasciato una generosa offerta per le opere salesiane di Don Bosco, come espressamente voluto da Vittorio. Rinnovati auguri, e arrivederci per il 101! Padre F. Bertagnolli

SI CELEBRERÀ IL 5 SETTEMBRE A PARTIRE DAL PROSSIMO ANNO. L’INIZIATIVA È STATA PROMOSSA DAL CIRCOLO TRENTINO

In Brasile il comune di Ouro Fino ha istituito la «Giornata dell’immigrante trentino -tirolese» Su sollecitazione del Circolo trentino di Ouro Fino, nello stato di Minas Gerais, in Brasile, il municipio di quella città, con una delibera del 19 ottobre scorso del sindaco Mauricio Lemes de Carcalho, ha inserito nel calendario ufficiale delle manifestazioni cittadine la «Giornata dell’immigrante trentino-tirolese», che si celebrerà a partire dall’anno prossimo il 5 settembre, giornata che coincide con la Festa dell’Autonomia in Trentino, nella ricorrenza della storica firma dell’accordo De Gasperi - Gruber alla fine della Seconda Guerra Mondiale. La data era stata suggerita al Circolo dall’Associazione Trentini nel mondo. Il presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, dopo aver appreso la notizia, ha inviato recentemente una lettera al presidente del Circolo trentino di Ouro Fino, Paulo Henrique Chistè Da Silva. Nel messaggio esprime sorpresa autentica soddisfazione e apprezzamento per l’iniziativa grazie alla quale, scrive

il presidente Rossi, il prossimo 5 settembre e per gli anni a venire possiamo ricordare insieme, in questo momento storico in cui il rischio di appiattimento culturale è sempre

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presente, che abbiamo in comune un’identità complessa, che non ha dimenticato il passato e la terra di origine ma che è capace di mettersi in gioco continuamente, di integrarsi, di dare un contributo reale e positivo al paese di origine e a quello di accoglienza. «Sono passati oltre 140 anni dalla prima emigrazione trentina in Brasile - si legge ancora nella lettera del presidente Rossi a Chistè - e sono convinto, per averlo constatato personalmemente in occasione di una visita istituzionale che ho fatto nel 2015 nel vostro bellissimo Paese - che fra i discendenti degli emigrati trentini si sono splendidamente conservate - e direi perfino rinvigorite - tradizioni e identità delle nostre comuni radici. Ovunque nel corso di quel viaggio mi era capitato di percepire un legame vero, sincero, autentico con il Trentino e di constatare come i “trentini brasiliani” siano al cento per cento brasiliani e al cento per cento cittadini del mondo». 11/12 - 2017


GENTE E FATTI È FIGLIO DI EMIGRATI DAL PRIMIERO E LA SUA ORDINAZIONE RISALE ALL’8 DICEMBRE 1957

Don Italo Cemin, origini trentine e 60 anni di sacerdozio in Brasile

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omenica 10 dicembre è stata una giornata del tutto speciale per don Italo Cemin, sacerdote nato in Brasile, nello stato di Santa Catarina il 6 luglio 1928: con una messa celebrata nella chiesa parrocchiale di San Giuda Taddeo a Jaraguà do Sul, ha festeggiato oggi i suoi 60 anni di ordinazione sacerdotale. Don Italo è figlio di Giovanni Cemin e di Felicita Longo. Entrambi i genitori sono nati a Siror, nel Primiero e sono emigrati in Brasile dopo la prima guerra mondiale. Dalla loro unione sono nati nove figli di cui quattro sono diventati sacerdoti. Don Italo, dopo la sua formazione filosofica e teologica, è stato ordinato sacerdote a San Paolo l’8 dicembre 1957. In questi sei decenni di vita sacerdotale, ha lavorato sia nell’istruzione e formazione, sia nell’amministrazione di collegi e seminari e nell’ufficio di parroco e di vicario parrocchiale, in quattro stati brasiliani. A San Paolo, ha lavorato nella Valle del Paraìba. Nel Rio Grande do Sul, a Taquari, Porto Alegre e Canela.

Alcuni componenti della famiglia Cemin: (da sinistra) Aurora, don Dante, don Italo, mons. Americo e Norma.

Nel Mato Grosso do Sul, a Campo Grande. E a Santa Catarina nei comuni di Rio do Sul, Ascurra, Rio dos Cedros, Itajaì, Joinville, Guaramirim e Jaraguà do Sul, dove attualmente risiede e dove aiuta, come collaboratore, nella parrocchia di San Giuda Taddeo. La messa del 10 dicembre in ringraziamento per il 60° di or-

dinazione sacerdotale è stata celebrata dal vescovo della Diocesi di Joinville, monsignor Francisco Carlos Bach, e concelebrata dall’arcivescovo di Aparecida (San Paolo) monsignor Orlando Brandes (ex vescovo di Joinville dal 1994 al 2006) e da circa di trenta sacerdoti e diaconi. Don Italo Cemin ha ricevuto molti

omaggi e complimenti, tra i quali anche un messaggio dal parroco di Siror (TN) don Giuseppe Da Pra. Giuliano Berti, coordinatore dei Circoli trentini di quella zona del Brasile, ha letto a don Cemin la lettera inviata dal presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner. Facendo riferimento al fatto che don Italo coltiva le orchidee, nel suo messaggio Tafner ha scritto che questa passione è espressione della sensibilità d’animo e dell’amore per la natura, che sono indispensabili per amare il prossimo così come ha sempre fatto don Italo durante i sessant’anni della sua missione.

Per Giovanni ed Olga Burlon il 2017 è stato l’anno del loro sessantesimo anniversario di matrimonio Con la messa celebrata a Zell di Cognola e il pranzo a Levico Terme, Giovanni Burlon e la moglie Olga hanno festeggiato il loro sessantesimo anniversario di matrimonio: è stata una giornata ricca di emozioni, ricordi e gioia, che ha riunito figli, generi, nipoti, parenti e amici. Giovanni e Olga hanno alle spalle una storia di emigrazione, iniziata nell’ottobre del 1953, quando Giovanni, dopo aver fatto il pastore di pecore e il servizio militare a Cosenza, partì per la Svizzera, dove già c’erano i suoi fratelli. Ecco come Giovanni racconta questa sua esperienza e il resto della loro vita insieme. «A Chiasso mi fecero un’accurata visita medica e poi via per Pfaffikon Zurigo. Mi accolsero bene, poi subito al lavoro. Mi misero in stazione a scaricare carbone dai vagoni che venivano dal Belgio. Nel frattempo preparai le carte anche per la mia fidanzata e appena compì diciotto anni mi raggiunse. Noi ragazzi abitavamo nelle baracche mentre le ragazze in casette più belle. Andammo 11/12 - 2017

avanti così fino al 1956 quando decidemmo di sposarci e per farlo venimmo in Italia. La fabbrica dove io e Olga lavoravamo si chimava Hueber, era grande, con 1.500 dipendenti. In fabbrica erano contenti di noi, ci volevano bene. Olga lavorava tanto di giorno, faceva i turni e nel tempo libero si portava a casa il lavoro. Dopo qualche anno abbiamo pensato di mettere su famiglia e così nel

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1960 è nato un bel bimbo di nome Claudio. Olga accudiva il bambino e in più lavorava a casa, ormai aveva una grande esperienza su tutti i lavori a domicilio. Nel mio lavoro ero diventato bravo e avevo la fiducia dei miei dirigenti. Ero velocissimo, arrivavano e partivano i camion e io caricavo e scaricavo in pochi minuti. Nel 1967 è nata una bella bambina, di nome Lorena e nel 1969 un’altra, Rosanna. Un giorno ci offrirono un’attività da fare nel tempo libero: presentare alle famiglie un sistema di cottura senz’acqua e senza grassi. Diventammo i migliori venditori della Svizzera e quando nel 1973 siamo tornati in Italia abbiamo proseguito anche qui quell’attività, nella quale è impegnata tutta la famiglia. Nel 1991 abbiamo inaugurato la nostra sede al Top Center a Trento. La Svizzera per noi è stata una base importante per la nostra vita lavorativa futura: devo dire grazie alla Svizzera perché negli anni passati lì abbiamo imparato tante cose».


GENTE E FATTI È STATO FIRMATO IL 19 AGOSTO NELLA CITTÀ BRISILIANA DAI SINDACI DEI DUE COMUNI

Rafforzato il «Patto di amicizia» fra i comuni di Fornace e Rodeio «Le Amministrazioni Comunali di Fornace (Trento, Italia) e di Rodeio (Santa Catarina, Brasile), unite da legami storici in virtù di origine, usi, costumi, tradizione cristiana e lingua, nonché dal forte desiderio di coltivare una più profonda conoscenza reciproca in ambito sociale, culturale, economico, turistico e territoriale, decidono di sottoscrivere un patto di amicizia»: inizia con queste parole il documento firmato il 19 agosto scorso a Rodeio, dal sindaco di Fornace, Mauro Stenico, e da quello della città brasiliana, Paulo Roberto Weiss. Il 6 ottobre scorso il «Patto» è stato rafforzato da un incontro che si è svolto a Fornace, nella sede del Municipio, dove il sindaco, alcuni assessori e consiglieri hanno accolto il vice sindaco di Rodeio, Valcir Ferrari, e il sindaco di Rio dos Cedros, Marildo Felippi, che guidavano una delegazione in trasferta in Italia (nella foto). Nel corso dell’incontro a For-

nace, al quale in rappresentanza della Trentini nel mondo ha partecipato Maurizio Tomasi, direttore del periodico dell’Associazione, è stata ribadita la reciproca volontà di dare seguito a quanto previsto dal «Patto», che prevede

ad esempio lo scambio di esperienze e strategie, la realizzazione di progetti comuni, basati sul rispetto reciproco di tradizioni e diversità socio-culturali, la realizzazione di scambi di informazioni sullo sviluppo socio-economico

delle due Comunità, in particolare negli ambiti agricolo, artigianale, industriale, commerciale, ambientale, turistico e culturale. Tra gli obiettivi, anche la diffusione dei valori della vera pace e della solidarietà.

Anche presepi dai Circoli trentini alla mostra di Mezzolombardo Fra i presepi in esposizione alla mostra intitolata «I presepi dal mondo», organizzata dall’Oratorio di Mezzolombardo e dall’amministrazione comunale - inaugurata il 10 dicembre e aperta fino al 7 gennaio 2018 - ce ne sono alcuni che sono stati messi a disposizione dalla Trentini nel mondo e che fanno parte della collezione di oggetti che l’associazione ha ricevuto in regalo nel corso degli anni. Si tratta di due presepi cileni, uno dei quali in stoffa, uno regalato dal Circolo di Montevideo, in Uruguay, nel quale una zucca sostituisce la capanna, un presepio in ceramica del Perù e uno in legno del Burundi. Inoltre ci sono due presepi (nella foto a destra) provenienti dal Brasile, portati dal Circolo trentino di Bento Gonçalves espressamente per la mostra: uno inserito dentro un cappello di pa-

glia mentre il secondo è fatto interamente in paglia. A realizzarli è stato Ademir Guger, pronipote della trentino-tirolese Josepha

Coser. I due presepi (come testimonia la foto qui sopra) erano stati portati nel maggio scorso dal presidente del Circolo tren-

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tino di Bento Gonçalves, Sandro Giordani, e consegnati nelle mani del presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner. 11/12 - 2017


GENTE E FATTI PER INIZIATIVA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, SERGIO MATTARELLA

Conferito a Delio Miorandi il titolo di Commendatore Delio Miorandi, 79 anni, nato a Rovereto ma residente in Germania, dove vive dal 1959, è uno dei trenta «esempi civili che si sono distinti per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel soccorso, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella promozione della cultura, della legalità e per il contrasto alla violenza», ai quali il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in novembre, ha conferito altrettante onorificenze al merito della Repubblica. Miorandi è stato insignito del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, con la seguente motivazione: «Per l’impegno profuso, nel corso della sua vita, in attività di sostegno all’integrazione della comunità di emigranti italiani in Germania». Dopo aver studiato sociologia a Franco-

forte, Miorandi si è trasferito a Russelsheim, quartiere generale della Opel, in cui vivevano, in condizioni disagiate, molti emigrati italiani creò insieme al parroco una «anagrafe» per gli italiani presenti al fine di coinvolgerli in iniziative di integrazione. Ha svolto per più di 40 anni la professione di assistente sociale e oggi è impegnato in attività a favore dei profughi. Il presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi (a destra nella foto, con Miorandi), si è complimentato con Delio Miorandi, al quale ha inviato il seguente messaggio. «In ogni comunità c’è chi opera in silenzio, senza clamore, per il bene degli altri. Spesso questo impegno rimane ignoto ai più. È invece importante che esempi come questi siano resi noti perché ispirino le migliori energie della società.

Voglio ringraziarla – prosegue il messaggio di Ugo Rossi a Delio Miorandi - per averci resi orgogliosi, come trentini, del riconoscimento che ha meritatamente ottenuto dal presidente della Repubblica, per aver dato un contributo importante all’integrazione e al dialogo tra le persone». Nel dicembre 2016 ha ricevuto il Deutscher Burgerpreis, la massima onorificenza tedesca al mondo del volontariato.

È STATO PUBBLICATO A PRESIDENCIA ROQUES SÁENZ PEÑA, IN ARGENTINA. L’AUTORE È IL NIPOTE OSCAR ORESTE NARDELLI

La storia di «nonno Josué Nardelli» in un libro Il 24 novembre, nella città di Presidencia Roque Sáenz Peña, nella provincia del Chaco, in Argentina, è stato presentato il libro intitolato «El nono Josué». L’autore è Oscar Oreste Lopez, nipote della persona di cui parla il libro, Josué Nardelli e pronipote di Liborio Nardelli, che prima di emigrare in Argentina viveva a Sopramonte, il sobborgo di Trento. Durante la presentazione ci sono state alcune esibizioni canore che hanno avuto

come interpreti anche due discendenti del protagonista del libro e più precisamente Patricia Nardelli, figlia di un pronipote di Josué Nardelli, che ha cantato «La bella fioraia» e Luciana Rocio Lopez, figlia dell’autore del libro, che ha cantato «Luna Tucumana». All’appuntamento ha partecipato anche il vice presidente del Circolo trentino di Roque Sáenz Peña, Rafael Acuña Agnelli, che ha tenuto una breve relazione, parlando dell’emigrazione trentina nel Chaco.

È STATO RISTRUTTURATO L’«HOTEL DE LA PAIX» CHE OSPITERÀ RAGAZZE IN FUGA DALLE ZONE AL NORD IN MANO AI RIBELLI

Concreto impegno delle Acli trentine in Mali Il Mali - West Africa - è diviso in due: la regione dominata dagli indipendentisti Azavad a nord verso il deserto del Sahara e la regione fertile attraversata dal fiume Niger a Sud. Il Nord è in parte in mano ai ribelli legati allo Stato Islamico - ISIS mentre il sul del Mali è in mano ai governativi «aiutati» dalla Francia. In mezzo vi sta una città di nome Sevarè (a metà strada tra la capitale Bamako e la mitica Timbuctu – la città d’oro). Qui è stato ristrutturato da parte di IPSIA (Istituto Pace Sviluppo Innovazione delle Acli) l’«Hotel de la Paix – Hotel della pace» con l’aiuto della Provincia Autonoma 11/12 - 2017

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di Trento e dell’associazione locale Giru Yam. Esso può ospitare una cinquantina di ragazze provenienti da Nord, dove v’è tensione, in cerca di pace e della possibilità di studiare in tranquillità. La struttura è stata recentemente inaugurata ed è quindi operativa e a pieno regime (nella foto il sindaco di Sevarè, Koundia Tamboura con la moglie, intervenuti all’inaugurazione). In occasione delle feste le ACLI Trentine hanno organizzato una lotteria grazie alla quale sono stati raccolti più di 2.000 euro per progetti di cooperazione internazionale.


GENTE E FATTI

Paride Franzoi, compleanno in Trentino e l’abbraccio con l’amico Bruno Fronza Paride Franzoi, classe 1923, nel mese di luglio ha compiuto 94 anni e poche settimane prima della data del suo compleanno è stato festeggiato dai parenti a Sporminore (foto in alto), suo paese natale, dal quale era emigrato nel 1949 con destinazione l’Argentina. Attualmente Paride vive a Toronto, in Canada, dove abitano i suoi figli. Grazie ad una memoria di ferro Paride ricorda moltissimi episodi e dettagli della sua vita di emigrante, cominciata il 26 luglio con l’imbarco, come ad esempio

l’ammontare delle varie paghe percepite dopo aver iniziato a lavorare. Durante la sua permanenza in Trentino l’estate scorsa, Paride ha avuto anche l’opportunità di incontrare dopo molti anni Bruno Fronza, presidente onorario e fondatore della Trentini nel mondo, al quale lo lega una sincera e profonda amicizia nata in Argentina. L’incontro è stato per tutti e due molto emozionante, nel segno dei tanti ricordi che sono stati riportati alla memoria.

Applausi uruguayani per Abies alba e il Gruppo folk di Castello Tesino Un’esibizione il 3 novembre presso il monumento ai caduti nell’area antistante l’Ospedale Italiano di Montevideo per la «Giornata dell’Unità Nazionale» e tre concerti a Carmelo, in occasione della riunione dei Circoli trentini dell’Uruguay; il 6 novembre presso il Circolo trentino di Montevideo e il 7 novembre presso la Scuola Italiana di Montevideo: questo il programma della trasferta che dal 2 al 9 novembre ha portato in Uruguay il gruppo musicale Abies alba e due coppie di ballerini del Gruppo Folk di Castello Tesino, iniziativa realizzata con il sostegno della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, della quale riferiremo ampiamente nel prossimo numero del giornale. DA 21 ANNI TIENE I CORSI DI LINGUA ITALIANA ORGANIZZATI DAL CIRCOLO TRENTINO DI COLONIA DEL SACRAMENTO (URUGUAY)

Omaggio degli allievi alla maestra Miriam Carrera Il Circolo trentino di Colonia del Sacramento, in Uruguay, ha organizzato un momento conviviale per rendere omaggio al lavoro e all’impegno della professoressa Miriam Carrera de Malan, che ininterrottamente da 21 anni tiene corsi di lingua italiana. All’incontro hanno partecipato alunni ed ex alunni dei corsi, iniziati nel 1996, sette anni dopo la fondazione del Circolo, per dare una risposta all’esigenza dei soci del Circolo di imparare la lingua

degli avi che, per vari motivi, molti stavano perdendo. Inizialmente le lezioni erano riservate solo ai soci del Circolo: ora sono

aperte anche ai discendenti di emigrati di altre regioni italiane e si svolgono tutti i mercoledì. Attualmente oltre a Miriam Carrera

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c’è anche un’altra insegnante, Elena Pucci. Durante l’incontro, la presidente del Circolo trentino di Colonia del Sacramento, Maria Bernardi, ha sottolineato la disponibilità che in tutti questi anni Miriam ha sempre avuto nei confronti dei suoi studenti e l’ha ringraziata per la sua dedizione che non è mai stata intaccata dagli orari, dalle condizioni meteorologiche avverse e dalle distanze che doveva percorrere per tenere le lezioni. 11/12 - 2017


60 ANNI D

60° DEI TRATTATI E NEGOZIATI «BREXIT»

Il 25 marzo si celebra a Roma il sessantennale dei trattati di Roma (Comunità Economica Europea, Euratom). Vi partecipano i 27 capi di Stato e di governo dell’Unione, mentre il Regno Unito si accinge a intraprendere le procedure che, entro il 2019, lo porteranno definitivamente fuori dall’Unione. Il clima dell’incontro è apparentemente sereno, ma il documento finale sottoscritto dai 27, nella sua genericità, nasconde le profonde divergenze e la «disunione» che alberga all’interno dell’edificio comunitario. L’Europa appare divisa e fragilizzata dalla crisi economica e dalle risposte inadeguate e tardive per farvi fronte. La Germania di Angela Merkel, sostenuta dai Paesi del Nord, ha mantenuto dritta la barra dell’austerità e del ruolo intergovernativo nella gestione della crisi, marginalizzando ulteriormente la Commissione di Claude Juncker, già indebolita dalla decennale e mediocre presidenza Barroso. Ad Est, i quattro Paesi del patto di Visegrad, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, si sono coalizzati per condizionare le scelte della Commissione e bloccare ulteriori passi avanti verso una maggiore integrazione. I negoziati fra Regno Unito e Unione per definire i reciproci rapporti dopo il biennio di transizione avviati il 29 marzo, appaiono subito difficili dopo alcune dichiarazioni improvvide della premier Theresa May. C’è la speranza che le competenze e la saggezza di Michel Barnier, ex commissario europeo, capo delegazione 11/12 - 2017

dell’Unione Europea, possano evitare spiacevoli bracci di ferro con la delegazione britannica che finirebbero con il prolungare la fase della transizione. Sospiro di sollievo in Europa dopo le elezioni olandesi del 15 marzo che hanno sbarrato la strada al partito nazional populista di estrema destra di Geert Wilders, un partito decisamente antieuropeo e tentato di proporre, in caso di vittoria, un referendum per l’uscita dell’Olanda dall’Unione. Grande soddisfazione, soprattutto, per la vittoria inaspettata di Emmanuel Macron alle presidenziali francesi del 23 aprile e del 7 maggio e, in particolare, per l’affermazione del partito del neo presidente alle elezioni dell’11 e 18 giugno per il rinnovo dell’Assemblea nazionale. Emmanuel Macron ha impostato la sua campagna elettorale mettendo al centro del confronto con le altre forze politiche la questione Europa, insistendo sulla necessità di rilanciare il progetto e il sogno europeo attraverso una maggiore integrazione nelle politiche più importanti e decisive per il futuro dell’Unione: una politica economica e fiscale per la zona euro, un progetto per un concreto avanzamento nella politica di difesa e sicurezza attraverso la creazione di un esercito comune, una politica condivisa nella gestione dei flussi migratori e, soprattutto, un’Europa che si fa più attenta e vicina ai propri cittadini. Con la presidenza Macron, la Francia sembra voler ritrovare il suo ruolo di motore, assieme alla Germania, nel rafforzamento della governance e delle politiche dell’Unione europea, unica risposta alle crisi ricorrenti di una finanza e di un’economia globale fuori controllo e ai rischi di un nazionalismo identitario, autarchico e intollerante. Una Francia ripiegata su se stessa, in rotta di collisione con l’Unione su tutto e in modo particolare sull’Euro, le politiche economiche dell’eurozona, la politica

Unione E il lascito e le sfide

LA VISIONE EUROPEA DEL FRANCESE MACRON

Ma il neo presidente, nel suo celebre discorso alla Sorbona del 26 settembre, ha inteso precisare in maniera organica la sua visione dell’Europa del futuro. Ha esordito dicendo «sono venuto a parlarvi di Europa. Ancora, diranno alcuni, ma dovranno abituarsi perché io continuerò. Perché là è la nostra lotta. È la nostra storia, la nostra identità, il nostro orizzonte, ciò che ci protegge e ciò che ci offre un avvenire. L’Europa è, innanzitutto, un’idea portata avanti da secoli attraverso l’impegno dei pionieri, degli ottimisti, dei visionari che ci hanno preceduto e che, senza tregua, abbiamo l’obbligo di riappropriarci. A un’Europa esposta alle burrasche della globalizzazione e al rischio di essere sopraffatta dalle sue passioni tristi, nazionalismo identitario, protezionismo, sovranismo di ripiego, avvertiamo il dovere di reagire. Queste passioni tristi si dicono legittime perché

L’Europa appare divisa e fragilizzata dalla crisi economica e dalle risposte inadeguate e tardive per farvi fronte. L’anno che verrà rappresenterà un’occasione irripetibile per il futuro della costruzione comunitaria: nel bene (lo auspichiamo) o nel male (non è da escludere) 12

giocano con cinismo sulla paura dei popoli. E noi ( Macron si riferisce in particolare ai responsabili politici europei) per incoscienza, debolezza o cecità, abbiamo creato le condizioni della loro vittoria e abbiamo dimenticato di difendere l’Europa». Macron auspica la rifondazione di un’Europa sovrana, unita e democratica perché l’Europa attuale è troppo debole, troppo lenta, troppo inefficace. C’è la necessità di costruire una vera

migratoria, i poteri della Commissione. Tale sarebbe divenuta, molto probabilmente, la Francia con la vittoria di Marine Le Pen, leader del Front national, partito eurofobo e di estrema destra.

© European Union 2015 - Source : EP.

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anno in corso sta volgendo al termine portando con sé vicende che hanno avuto una risonanza significativa per l’Unione europea. L’anno che verrà rappresenterà un’ occasione irripetibile per il futuro della costruzione comunitaria: nel bene (lo auspichiamo) o nel male (non è da escludere). Per richiamare e brevemente commentare gli eventi più significativi del 2017 che hanno avuto riflessi, diretti o indiretti, sull’Unione e per rimarcare le sfide che il nuovo anno riserverà all’Europa, ho ritenuto opportuno sospendere gli interventi dedicati all’analisi delle ragioni degli euroscettici, rinviandone agli inizi del 2018 l’analisi conclusiva.


D’EUROPA

Europea: del 2017 del 2018

sovranità europea, sola possibilità di renderci capaci di esistere nel mondo attuale per difendervi i nostri valori e i nostri interessi. Lo sviluppo di una cultura strategica condivisa, la lotta contro il terrorismo e il suo finanziamento, la capacità di un’azione comune nell’ambito della difesa attraverso la creazione di una Forza comune di intervento e di una bilancio comune nel settore della difesa unito a una visione comune per agire: ecco l’orizzonte per co-

struire insieme una rete protettiva rassicurante per i nostri cittadini. Il presidente auspica altresì la creazione di una Forza europea di protezione civile e la creazione di un’Accademia di investigazione per rafforzare i legami fra i Paesi europei attraverso azioni di formazione e di scambio. A ciò dovrebbe aggiungersi l’istituzione di una Procura europea contro la criminalità organizzata e il terrorismo. Ancora, una politica migratoria comune attraverso la creazione di un vero Ufficio europeo dell’asilo e una polizia di frontiera europea. DI COSA HA BISOGNO L’UNIONE EUROPEA

Una politica europea per lo sviluppo attraverso il rafforzamento della zona euro, l’avvio di una vera politica economica e fiscale attraverso un ministro delle finanze, un bilancio più consistente e il controllo parlamentare sulle decisioni e sulle politiche adottate, rappresentano le risposte convincenti per un ruolo attivo dell’Europa in un’economia e in una finanza globalizzate. Per quanto riguarda le politiche sociali, abbiamo, sempre secondo Macron, bisogno di costruire la grammatica di un modello sociale rinnovato, in grado di garantire almeno una soglia

minima di prestazioni sociali in tutti i Paesi dell’Unione. Sono queste le proposte più significative del lungo discorso del presidente francese all’università Sorbona. Qualcosa ha iniziato a muoversi anche ai piani alti dei palazzi europei. Il presidente della Commissione Junker, nel suo discorso sullo stato dell’Unione davanti al Parlamento europeo, ha anticipato, il 14 settembre, sia pure in termini più generali, una quadro di rilancio dell’Unione all’interno del quale, successivamente, Macron ha proposto una sua possibile, articolata e completa declinazione. Infine, il presidente del Consiglio europeo, il polacco Tusk, ha inviato ai capi di Stato e di governo, riuniti a Bruxelles il 19 e 20 ottobre, una lettera nella quale propone un modello di Europa a due velocità attraverso lo strumento delle cooperazioni rafforzate al fine del superamento del potere di veto di alcuni Paesi (i quattro di Visegrad e, probabilmente, in futuro anche l’Austria); potere di veto finalizzato a bloccare ulteriori avanzamenti nel processo di integrazione. Rimane, tuttavia, una grande incognita sulle modalità, sui tempi oltre che sui contenuti e le priorità della messa in atto delle proposte di Macron. Le elezioni tedesche del 24 settembre hanno significativamente indebolito la leadership di Angela Merkel. Il fallimento di una possibile alleanza di governo fra CDU, Verdi e Liberali, questi ultimi da sempre euroscettici,ha aperto la strada alla riedizione della Grosse Koalition con i socialdemocratici di Schulz, a loro volta indeboliti dal responso elettorale. Saranno in grado, Merkel e Schulz, di rilanciare il progetto europeo, accantonando i dogmi dell’intergovernativismo (ruolo eccessivo, a volte prevaricatore, degli Stati nei confronti del potere di iniziativa della Commissione) e dell’austerità, tanto cari alla coppia Merkel/ Schäuble? E, soprattutto, saranno in grado

Il panorama politico italiano è particolarmente desolante. In un caotico tutti contro tutti, assenti o confusi i bisogni e gli interessi dei cittadini e del Paese, l’Europa non esiste se non attraverso qualche slogan ad effetto o qualche strampalatai potesi di uscita dell’Italia dalla zona euro 13

di contrastare l’azione antieuropea del partito di estrema destra xenofoba AFD (Alternative für Deutschland), terzo partito nel panorama politico tedesco? Il 2018 si apre con questo scenario al quale si aggiunge la vigorosa sterzata a destra del partito democristiano austriaco, ÖVP, il cui giovane leader Sebastian Kurz ha formato il nuovo governo federale con il presidente del FPÖ, Partito della Libertà Austriaco, Heinz-Christian Strache. Prime dichiarazioni preoccupanti del neo cancelliere: la reintroduzione della libertà di fumo nei locali pubblici, in ciò contravvenendo alla direttiva europea che ne vieta l’uso, e la proposta di doppio passaporto ai sudtirolesi di lingua tedesca. QUALE POSIZIONE OCCUPERÀ L’ITALIA?

L’Italia che posizione occuperà in questa scacchiera? Sosterrà le proposte di Macron e il rinnovato (lo auspichiamo) asse francotedesco per un effettivo rilancio dell’Europa? Il panorama politico italiano è particolarmente desolante. In un caotico tutti contro tutti, scontro di inciviltà ha titolato recentemente L’Espresso, assenti o confusi i bisogni e gli interessi dei cittadini e del Paese, l’Europa non esiste se non attraverso qualche slogan ad effetto o qualche stupida e strampalata ipotesi di uscita dell’Italia dalla zona euro ad opera del candidato premier dei 5Stelle, Di Maio. È vero che nell’Unione europea l’Italia ha sempre svolto un ruolo di rincalzo alle proposte e alle iniziative franco-tedesche che hanno fatto avanzare il processo di integrazione. Ma sarebbe oltremodo vergognoso che l’Italia, Paese fondatore, per la mediocrità, la pochezza e la mancanza di visione della sua classe politica, non prendesse parte attiva al processo di rifondazione europea promosso dalla Francia e, speriamo, dalla Germania di Merkel/Schulz. Processo di rifondazione tutt’altro che scontato dati gli elementi di preoccupante incertezza presenti nel quadro che ho tracciato. C’è da sperare che la saggezza e l’equilibrio degli italiani impediscano gli effetti devastanti che una vittoria della destra di Berlusconi-Meloni-Salvini o del Movimento 5stelle provocherebbe per la tenuta e il rilancio della solidarietà europea. Vittorino Rodaro 11/12 - 2017


GIOVANI «Questo interscambio tra i Circoli è molto importante: mi ha permesso di rivedere amici e di conoscere una realtà totalmente diversa dalla mia e da quella dei Circoli che conosco. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito per realizzare questo bellissimo incontro»

Forever

Giornate indimenticabili a Salvador Q

uando ho saputo del concorso “Forever Trentini” verso la fine del 2016, mi è venuto in mente di fare interviste con fondatori e collaboratori del Circolo Trentino di Taiò (Santa Catarina – Brasile), del quale sono la tesoriera, in particolare con mio nonno Abilio Valentini, che ha compiuto 90 anni quest’anno. A marzo 2017 abbiamo avuto la prima riunione dell’anno del Circolo, alla quale erano presenti molti soci e fondatori. In questo giorno mi hanno aiutato nelle riprese delle interviste Anna Lice Nardelli Mengarda, segretaria del Circolo, e mio fratello Marco Aurelio Sehnem. Il risultato è una serie di interviste nelle quali si parla dell’importanza del Trentino, del Circolo Trentino, del dialetto e vengono fatti collegamenti tra il passato e il presente. Il video, esaminato dalla commissione giudicatrice del concorso, ha ricevuto una menzione speciale e ho così potuto beneficiare del premio previsto, cioè un viaggio per visitare un altro Circolo trentino. Ho deciso di visitare il Circolo Trentino di Salvador – Bahia, in Brasile. Era da tempo che avevo voglia di visitare questo Circolo Trentino e vedere la realtà di un Circolo nel nord-est del Brasile. Ci sono molti discendenti trentini a Salvador e nelle zone circostanti, ma anche nel nord-est, dove non ci sono ancora Circoli. Aline Zorthea, ex Presidente del Circolo Trentino di Salvador e attuale segretaria, mi ha raccontato che molti italiani lasciano l’Italia per vivere a Salvador. Sono andata a Salvador il 23 settembre, insieme con me c’era Elton Diego Stolf, Consultore della Provincia per la regione nord del Brasile, che condivideva il mio stesso

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desiderio di visitare questo Circolo. Siamo stati accolti da Aline zorthea. Dopo abbiamo fatto un gita nella bella città di Salvador, con il presidente del Circolo, Fabio Venere. Salvador è una città con molta storia, fin dalla scoperta del Brasile. Avevo conosciuto Aline e Fabio nel 2002 a Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul, Brasile), al Congresso dei Giovani Trentini Brasiliani: in quella occasione io e Fabio eravamo stati selezionati per partecipare al Secondo Congresso Mondiale della Gioventù Trentina, che si è svolto nel 2003 in Trentino a Comano Terme. Sabato sera abbiamo avuto una serata molto bella con il direttivo del Circolo ed alcuni soci. Un momento di grande scambio di informazioni. Il Circolo Trentino di Salvador, fondato nel 2005, ha dedicato molta parte della sua attivi-

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tà alle pratiche per la richiesta di cittadinanza italiana in base alla legge 379/2000. Aline ci ha mostrato molti documenti in proposito. Sono stati catalogati anche tutti i documenti del Circolo: un’organizzazione impeccabile. Al momento il Circolo non ha un’attività intensa e questa nostra visita ha ravvivato la fiamma per fare nuove iniziative. Probabilmente organizzeranno un evento dedicato al cibo. Ancora una volta, ho capito che questo interscambio tra i Circoli è molto importante: mi ha permesso di rivedere amici e di conoscere una realtà totalmente diversa dalla mia e da quella dei Circoli che conosco, che sono tanti. Voglio ringraziare l’accoglienza del Circolo Trentino di Salvador, specialmente Fabio, Aline e sua madre Bernizzeth e tutti coloro che hanno contribuito per realizzare questo bellissimo incontro. Grazie anche all’Associazione Trentini nel Mondo per aver promosso questo bellissimo progetto del concorso “Forever Trentini”. Simone Sehnem


GIOVANI

Trentini

«Quando si coltiva il rispetto e un legame molto forte con la cultura di origine, è possibile mantenere vive alcune tradizioni e usanze che, in definitiva, rimarranno per sempre all’interno di ognuno di noi. Iniziative come il concorso «Forever Trentini» sono di estrema importanza

Incantata da Buenos Aires C

ari amici, sono appena rientrata dopo l’ultima cena a Buenos Aires. La città e le persone che vivono qui mi hanno incantata. Ho vissuto cinque giorni di momenti indimenticabili, insieme con la mia famiglia. Conoscere il Circolo trentino di Buenos Aires è stata un’esperienza unica. Sono stata accolta con grande premura da Mariano Roca (nella foto a destra), Consultore della Provincia di Trento e socio del Circolo trentino, al quale devo un enorme grazie per tutto quello che ha fatto. Ho conosciuto la carissima presidente del Circolo, Delfina Marta Turrina (nella foto di centro pagina), e alcuni altri soci che hanno in comune, come anche la sottoscritta, una forte passione per le radici trentine. Quello che più di tutto mi ha insegnato questa esperienza – come testimonia anche il video che ho realizzato per il concorso “Forever Trentini” – è che la cultura non rimane intatta quan-

do passa da un paese all’altro, subisce trasformazioni. E questi cambiamenti sono inevitabili. Poi si crea una mescolanza con il paese di accoglienza. Ma quando si coltiva il rispetto e un legame molto forte con la cultura di origine, vediamo che è possibile mantenere vive alcune tradizioni e usanze che, in definitiva, rimarranno per sempre all’interno di ognuno di noi. In conclusione, intendo ringra-

ziare la Trentini nel mondo per avermi dato un’opportunità come questa e tutti coloro che mi hanno accolto nel Circolo trentino di Buenos Aires. Iniziative come il concorso “Forever Trentini” sono di estrema importanza per mantenere unità la comunità dei discendenti degli emigrati trentini. Invito tutti coloro che stanno leggendo questa mie parole a partecipare a concorsi come questi,

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che possono aiutarci a perpetuare le tradizioni e la cultura trentina nel mondo. Giulia Savoi Circolo trentino di Londrina (Paranà - Brasile)

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CIRCOLI

Festa con oltre cento persone a Sydney per i quarant’anni del Circolo trentino «Volentene Ben». È questo il motto che accompagna il Circolo Trentino di Sydney (Australia) da quarant’anni. Infatti quest’ anno abbiamo celebrato il nostro 40° Anniversario di fondazione. Era il gennaio del 1977 quando giunse in visita a Sydney l’allora vice presidente della Trentini Nel Mondo, Bruno Fronza. Un piccolo gruppo di amici trentini si riunì nella casa di Giulio Larcher, originario di Taio in Val di Non, per formare il primo comitato, sotto la guida di Bruno Fronza. Questo primo comitato era composto da Giulio Larcher (presidente), Enoe di Stefano, Sergio de Manincor, Vic Facchini, Guido Zanella, Iole Caffiero, Livio Bergamo, Renato de Oliva, e Aurelio Finadri. Il Circolo di Sydney ha celebrato questo importante traguardo il 9 luglio scorso presso il Canada Bay Club di Drummoyne. La giornata ha avuto inizio con la S. Messa, celebrata dal nostro padre Ferruccio (Frank) Bertagnolli, grande sostenitore del nostro Circolo fin dai primi giorni, e punto di riferimento per tutti i circoli in Australia. Durante la messa sono stati ricordati tutti i Trentini, e amici dei Trentini, che hanno fatto parte del nostro Circolo in questi anni e che non sono più con noi. La giornata è proseguita con il ritrovo presso il club, dove e stato allestito un «tavolo dei ricordi» composto da targhe, trofei, ritagli di giornale e vari oggetti che raccontano la storia del Circolo. Oltre 110 persone hanno partecipato al pranzo. Tre generazioni di Trentini di Sydney, dal piu piccolo, di pochi anni, al nostro «senatore» Vittorio (Vic) Facchini, che quest’anno ha compiuto 100 anni, tutti nello spirito del «volentene ben» (articolo alle pagine 8-9). Significativa la partecipazione di tante giovani famiglie, figli e nipoti di quel primo

gruppo di trentini che quarant’anni fa animava le prime feste del Circolo. Anche il nostro Circolo, come tanti altri, risente del ricambio generazionale, ma c’è molto entusiasmo e spirito nel mantenere la «trentinità» fra i

giovani. Per l’occasione, il Circolo di Sydney ha realizato un libretto fotografico, composto da tante bellissime foto che raccontano quarant’anni di feste e incontri. Graditi ospiti alla festa, il vice presidente della Trentini Nel Mondo Cesare Ciola, accompagnato da Gabriele Bressan e Patrizia Festi, giunti in Australia per il convegno internazionale in programma in quel periodo a Darwin, dedicato a padre Angelo Confalonieri. Doveva essere presente anche il Vescovo Emerito di Trento Mons. luigi Bressan, ma per un imprevisto soppragiunto a pochi giorni dalla partenza, non ha potuoto partecipare. Un caloroso e sentito ringraziamento va a chi ha fatto parte del comitato, in un modo o nell’altro, in questi ultimi 40 anni. È grazie al loro entusiasmo e alla loro nstancabile dedizione che abbiamo potuto celebrare questo traguardo. Ricordiamo anche l’attuale comitato, composto da Joanna Terzi, Sue Pedriì e dal sottoscritto, che, con non poche difficoltà ma con tanto entusiasmo e passione, si impegna a mantenere vivo lo spirito e la cultura trentina, e dare continuità al nostro Circolo. Ugo Bergamo

sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840

e-mail: info@trentininelmondo.it / sito internet: www.trentininelmondo.it 11/12 - 2017

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CIRCOLI LA DECISIONE È STATA ASSUNTA DAI PRESIDENTI DEI CIRCOLI DI USA E CANADA RIUNITI DAL 18 AL 20 NOVEMBRE NELLA CITTÀ AMERICANA

Dal 2 al 5 agosto 2018 sarà Cleveland ad ospitare la 23a Convention ITTONA A Cleveland nell’Ohio si è svolta dal 18 al 20 novembre l’annuale riunione dei Presidenti di ITTONA (International Tyrolean Trentino Organization of North America), l’associazione che riunisce i Circoli Trentini degli Stati Uniti e del Canada e che organizza ogni due anni la Convention dei trentini dei due paesi. Di norma questa riunione - alla quale ha partecipato il direttore della Trentini nel mondo - è soprattutto un momento organizzativo che prepara l’evento dell’anno successivo, infatti si svolge sempre nella città che ospiterà la prossima Convention. Quest’anno, complice la celebrazione del sessantesimo anniversario di fondazione della Trentini nel mondo, si è voluto arricchire questo evento con momenti di incontro e di approfondimento per i presidenti e i rappresentanti dei Circoli. Infatti, oltre alla consueta assemblea di ITTONA e alla riunione del comitato organizzatore della Convention, il programma si è articolato in diversi momenti volti a migliorare la conoscenza dell’associazione e a stimolare i Circoli trentini nelle loro attività e nel loro rapporto con l’Associazione. La proposta di un incontro un po’ speciale è stata accolta bene dai Circoli che, grazie anche alla posizione centrale di Cleveland, hanno risposto in gran numero alla proposta di un incontro. Erano infatti presenti al fine settimana rappresentanti di ben sedici circoli (Alliance, Chicago, Cleveland, Colorado, Minnesota, Montreal, New England, Ogden, Pittsburgh,

Al meeting erano presenti i Circoli di Alliance, Chicago, Cleveland, Colorado, Minnesota, Montreal, New England, Ogden, Pittsburgh, South California, Readsboro, San Francisco, Solvay, Toronto, Washington, Windsor- Detroit

Readsboro, San Francisco, Solvay, South California, Toronto, Washington, Windsor- Detroit) alcuni dei quali molto distanti da Cleveland, per un totale di quasi cinquanta partecipanti.

Oltre che per allacciare e rinforzare i legami e le collaborazioni, l’incontro è stata un’occasione per conoscere le attività e la condizione dei Circoli trentini nordamericani che vivono si-

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tuazioni molto diverse tra loro per storia, contesto geografico e vitalità. Ciononostante il patrimonio dell’Associazione negli USA e in Canada è enorme, con un potenziale di oltre duemila soci solo con riferimento ai Circoli presenti all’incontro di Cleveland: per questo sarà importante il supporto da dare ai Circoli per aiutarli ad allargare le proprie aree di interesse e la capacità di fare rete tra loro, con la realtà e il contesto locale e infine con le realtà culturali, economiche e sociali del Trentino. Un momento importante e commovente dell’incontro è stato quello della presentazione fatta da Laurie Perkins (nella foto) e Domenico Ruggirello della tragedia ferroviaria chiamata «Wreck of the Wabash» avvenuta alla vigilia della festa del ringraziamento nel lontano 1901, un episodio dimenticato della storia dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti che ha molto coinvolto i presenti e su cui l’Associazione e i Circoli Trentini degli Stati Uniti si sono impegnati a lavorare per dare un nome a qualcuna delle tante vittime ignote dell’emigrazione, fra le quali ci potrebbero essere anche emigranti trentini. Non poteva mancare infine la celebrazione del compleanno dell’Associazione, durante una bella serata di festa in cui sono stati molti i ringraziamenti ai Circoli, ai volontari e all’Associazione per quanto fatto in questi anni, con il proposito di ritrovarsi numerosi a Cleveland il prossimo anno. La data fissanta per la Convention Cleveland 2018 è dal 2 al 5 agosto.

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CIRCOLI

Babbo Natale in visita al Circolo di Toronto Ha avuto un grande successo la festa con Babbo Natale che il Circolo trentino di Toronto, in Canada, ha organizzato, per i bambini dei propri soci. Erano ben 94 i bambini che hanno partecipato, accompagnati da genitori e nonni. Ricco il programma dell’appuntamento, con

la presenza del mago Superman, giochi e intrattenimenti vari, musica e gustosi pancakes. Poi è arrivato anche Babbo Natale che ha portato un regalo ad ognuno dei bambini. A giudicare dalle espressioni sui volti dei bambini – ha commentato Ivo Finotti in un

messaggio inviato alla Trentini nel mondo – possiamo dire che è stata una grande festa. Per i partecipanti c’è stata anche la possibilità di portare a casa delle deliziose torte fatte in casa, preparate dal Gruppo femminile del Circolo, esposte e messe in vendita all’ingresso della sala.

Alla riuscita dell’iniziativa ha contribuito anche il gruppo giovani del Circolo, guidato da Joseph Tanel ed Erik Paternoster. Il gruppo si è recentemente ampliato con l’ingresso di tre nuove componenti: Alessia Fedrigoni, Sophia Mancuso ed Emily Franch.

LA TRADIZIONALE GITA ANNUALE DEL CIRCOLO HA PORTATO I SOCI PRIMA IN VISITA A UNA MINIERA E POI AD UNA DISTILLERIA

Trentini di Zofingen sulle tracce della Fata Verde

La Val de Travers, nel Cantone di Neuchâtel, in Svizzera, è stata la meta della tradizionale gita annuale che il Circolo trentino di Zofingen (Svizzera), organizza ogni anno durante il periodo estivo. Il programma della trasferta prevedeva una prima tappa nel sottosuolo, in una

miniera dalla quale per più di cento anni è stato estratto asfalto, attualmente chiusa e parzialmente accessibile al pubblico come museo. Usciti dalla miniera i partecipanti hanno pranzato in un ristorante nel quale c’è stata la possibilità di assaggiare una specialità

Pranzo di fine anno al Circolo di Basilea Non si è solo mangiato al pranzo di fine anno organizzato dal Circolo trentino di Basilea (Svizzera): i partecipanti hanno infatti intonato con grande partecipazione emotiva, alcune delle più famose canzoni del repertorio popolare trentino. 11/12 - 2017

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che un tempo cucinavano i minatori e che oggi fa parte del patrimonio culinario svizzero : il prosciutto cotto nell’asfalto. Tappa successiva è stata una delle distillerie della zona dove, dopo la caduta del divieto, si è ripreso a produrre l’assenzio, ottenuto da diverse piante ed erbe, bevanda conosciuta come «fata verde». L’origine del distillato dal gustoso sapore amaro risale alla Val de Travers. La giornata si è conclusa con la salita al Creux du Van, sopra il lago di Neuchâtel, che ha incantato tutti per la straordinaria veduta che offre: il Creux du Van è infatti una enorme «scogliera» verticale di roccia alta 160 metri a picco sulla foresta, uno spettacolare anfiteatro naturale che fa corona ad una conca lunga quattro chilometri e larga uno.


CIRCOLI LE RICHIESTE DI ISCRIZIONE ALL’EVENTO SONO STATE MOLTO MAGGIORI RISPETTO ALLA CAPIENZA DELLA SALA

Per la«Polentada d’autum» a Charleroi l’ennesima conferma di gradimento La «Polentada d’Autum» è adesso l’unico grande appuntamento dell’anno sociale proposto, per l’ennesima volta (a questo punto non si contano più), dal Circolo trentino di Charleroi (Belgio) ai suoi soci e simpatizzanti. Erano circa 160 i «felici convenuti» domenica 29 ottobre della Maison du Peuple (casa del Popolo) di Châtelet, ma sarebbero stati più numerosi, se la capienza della sala non imponesse questo limite. È peraltro vero che non si puo resistere a tale invito, quando si è un discendente di emigrati trentini e se ti si parla di polenta è come inserire un messaggio subliminale nella mente. Un messaggio che scuscita spontaneamente sentimenti di fierezza e di orgoglio di appartenere a quella comunità che nel nostro mondo dell’emigrazione viene affetuosamente chiamata di «polentoni». Allora, per chi partecipa l’invito alla «Polentada» diventa veramente un’opportunità per trascorrere qualche ora di spensieratezza, in quell’angolo di Trentino che ricorda loro

i nonni ed i loro raconti, carichi di nostalgia, anche se di tempi difficili, quando la polenta era più volte, l’unico companatico della... polenta. Nel nostro Circolo trentino di Charleroi, per tradizione la polenta è regina della giornata ed a farle da corona per creare quell’ambien-

te particolare di sana trentinità, c’è stato, anche in questo caso per l’ennesima volta, il simpatico «Trio Italia», guidato dall’amico Gaspare, che con il suo saper fare, incanta e diverte gli scatenati ballerini, molti dei quali non più in tenera età. Ma la vera ricetta segreta di questa giornata, non può che essere il balletto di tutti gli elfi e delle fatine che, instancabilmente, operano in cucina per preparare le gustose pietanze, i cui aromi e sapori ricordano l’eredità gastronomica, ma non solo, che ci hanno lasciato i nostri antenati: e sarebbe un imperdonabile peccato non ricordarli, e lo stesso vale per gli esperti «menadori», ruolo assunto da Marc e Xavier. A conclusione della giornata, possiamo mettere in bilancio la grande soddisfazione espressa da molti partecipanti, che al momento di lasciare il locale, hanno varcato la soglia della cucina, per ringraziare calorosamente il comitato organizzativo, e «strappargli» così la quasi certezza di rinnovare tale invito al più presto. Gieffe

ENRICO POZZO HA INCONTRATO I TRENTINI DI CHARLEROI PER PARLARE DEL SUO LAVORO PRESSO LO STEM CELL INSTITUTE DI LEUVEN

Un «ospite d’onore» alla festa di Santa Barbara Come da tradizione, l’8 dicembre il Circolo trentino di Charleroi in Belgio ha festeggiato Santa Barbara, patrona dei minatori, con un’iniziativa presso la sede del Circolo. Quest’anno la cena riservata ai soci ha avuto come «ospite d’onore» Enrico Pozzo, trentino, 24 anni, laureato in medicina e chirurgia, che dall’inizio dell’anno collabora con lo Stem Cell Institute di Leuven, in Belgio, dove sta conducendo un’avanzata ricerca scientifica per rendere molto più efficace la terapia contro il rab-

domiosarcoma, un tumore che colpisce i bambini. Enrico Pozzo si trova dall’inizio dell’anno in Belgio per aver vinto una delle tre borse di studio che ogni anno la Fondazione Cassa Rurale di Trento mette in

palio, destinate a giovani laureati che intendano iniziare o proseguire un progetto di studio o di perfezionamento di particolare interesse e qualità, presso Università o Istituzioni italiane o estere, pubbliche o private.

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Enrico Pozzo ha descritto la ricerca che sta conducendo e gli obiettivi che si pone ed ha poi dialogato con i presenti, parlando anche del suo rapporto con il Belgio. L’incontro è stato concluso da un’esibizione di Enrico Pozzo al violino, strumento che ha studiato frequentando per otto anni il Conservatorio, prima di dedicarsi completamente alla medicina. A moderare l’incontro di Enrico Pozzo con i soci del Circolo trentino di Charleroi è stato Maurizio Tomasi, direttore responsabile del periodico «Trentini nel mondo». 11/12 - 2017


60° ANNIVERSARIO APPROVATA NEL 2000 E RIMASTA IN VIGORE PER DIECI ANNI ERA STATA FORTEMENTE VOLUTA DALLA TRENTINI NEL MONDO

Con la legge 379 la cittadinanza divenne finalmente un diritto

L

’impegno per il riconoscimento degli emigrati come cittadini di pieno diritto si inserisce nella più ampia missione dell’Associazione per il recupero dei legami, la valorizzazione del contributo degli emigrati al Trentino e all’Italia, la solidarietà nel bisogno, lo scambio e il progresso. Fin dai primi anni di attività, una rete presto ampia di circoli e delegazioni trentine nel mondo evidenziò il bisogno di riconoscere ufficialmente il legame degli emigrati con lo stato di origine, attraverso la cittadinanza. Per questo era necessaria una legge. Al diritto alla cittadinanza italiana per i trentini (legge del 14 dicembre 2000 n. 379), si arrivò per gradi, attraverso il superamento della diffidenza verso la doppia cittadinanza e verso gli emigrati. La legge è espressione e tappa fondamentale del percorso di recupero alla società italiana di migliaia di emigrati trentini, fino ad allora scomparsi dalla storia d’Italia. L’equiparazione dei discendenti di emigrati da tutte le province d’Italia fu e resta oggi una scelta politica fortemente invocata, proposta in numerosi successivi incontri con le parti politiche e i ministeri. I trentini continuavano ad essere considerati meno italiani degli altri e quindi esclusi dalla cittadinanza per discendenza. L’azione della Trentini nel Mondo ebbe particolare impulso con i presidenti Bruno Fronza, Ferruccio Pisoni e il direttore Rino Zandonai e, negli ultimi anni, con il presidente Alberto Tafner. Con loro l’Associazione fu protagonista di numerose azioni presso il Parlamento e il Governo, i Consolati all’estero, nelle comunità emigrate dei continenti. A tutti i livelli si volle promuovere l’attiva partecipazione degli emigrati e dei loro discendenti al processo di riconoscimento sociale e politico, ancor prima che giuridico. Tuttavia, in Parlamento l’idea dell’equiparazione dei trentini agli emigrati dalle altre province italiane non passò. In base al diverso percorso storico che portò il Trentino e altri territori ad essere 11/12 - 2017

A integrazione del precedente numero speciale del giornale dedicato al 60° dell’Associazione pubblichiamo questo contributo di Lara Olivetti sul tema della cittadinanza per i trentini all’estero annessi all’Italia molto dopo alle altre province italiane, prevalse la scelta di permettere agli emigrati e loro discendenti di ottenere la cittadinanza in via straordinaria etemporanea. La possibilità di acquisto della cittadinanza fu ammessa in via temporanea entro un periodo di tempo di cinque anni. La cittadinanza italiana divenne un diritto e non più una concessione amministrativa. Il diritto a eleggere la cittadinanza italiana entro cinque anni fu riconosciuto «alle persone nate e già residenti nei territori che sono appartenuti all’Impero austro-ungarico prima del 16 luglio 1920 ed emigrate all’estero, ad esclusione dell’attuale Repubblica austriaca, nonché ai loro discendenti»(così recita la legge n. 379/2000). L’associazione Trentini nel Mondo promosse una intensa campagna d’informazione con i Circoli trentini all’estero per raggiungere le comunità trentine, soprattutto in Sud America dove risultano più numerose. Nell’agosto 2001, l’associazione istituì un Servizio di consulenza legale con la collaborazione dell’avvocato Lara Olivetti per diffondere informazioni informazioni sull’acquisizione della cittadinanza a mezzo stampa e internet. Da allora, più di quattromila persone e loro famiglie contattarono l’associazione e ricevettero consulenza per presentare la loro dichiarazione di cittadinanza, oltre ad assistenza

e interventi di mediazione con le istituzioni. Seguirono missioni all’estero in cui la Trentini nel Mondo promosse il dialogo con le comunità emigrate in vasta scala, presso la maggior parte dei più di 200 Circoli Trentini nel mondo. Si moltiplicarono le azioni di informazione e di assistenza per accedere alla procedura di acquisto della cittadinanza, con la collaborazione degli stessi Circoli, delle Federazioni e i Consultori per la Provincia Autonoma di Trento nei diversi continenti e i Consolati. Alla mancanza di una campagna d’informazione istituzionale, l’associazione e i Circoli sopperirono con il volontariato, la formazione, la sensibilizzazione delle autorità, la diffusione delle informazioni. Oltre agli incontri periodici con i Circoli Trentini in molti paesi, ricordiamo gli incontri al Congresso mondiale della Gioventù Trentina del 5-14 settembre 2003 e presso le comunità trentine in Messico per far conoscere la legge e aiutare gli aventi diritto a fare domanda a Città del Messico il 4-6 giugno 2006. Le iniziative avvennero soprattutto negli stati in cui la popolazione di origine trentina è più numerosa e scarsi i mezzi a disposizione dei consolati per riuscire a presentare le domande di cittadinanza. Soprattutto in Brasile si sono concentrati gli

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sforzi per lungo tempo e costituiti centri territoriali di informazione e assistenza: a Florianopolis, Nova Trento, Curitiba, Vitoria, San Paolo, Piracicaba, Porto Alegre, Jundiaì, Belo Horizonte, Salvador e Rodeio. Il lavoro di tutte le parti permise l’effettiva conoscenza della legge 379/2000 da parte delle comunità trentine in Brasile e di aiutare circa ventimila persone ad avvalersi del diritto riconosciuto. L’impegno dell’Associazione Trentini nel Mondo per la cittadinanza fu intenso anche in Italia per sostenere centinaia di discendenti di emigrati trentini che vi si trasferirono per riacquistare la cittadinanza e stabilirsi in modo definitivo. La Provincia Autonoma ha contribuito al loro inserimento con un programma di sostegno al rimpatrio. La legge provinciale ha sostenuto anche con provvidenze a carattere economico il rientro definitivo in Trentino, permettendo di aiutare alcune centinaia di persone e famiglie in difficoltà, provenienti prevalentemente dall’Argentina e dal Brasile. La Trentini nel Mondo è stata fortemente impegnata su questo fronte, offrendo ogni collaborazione al positivo inserimento nella comunità, con il concorso delle istituzioni e i servizi del territorio. L’ascolto e la comprensione umana sono stati alla base del servizio condotto dal direttore Rino Zandonai. La sua opera ha reso la Trentini nel Mondo il luogo di ritorno dove gli emigrati e i loro discendenti trovano sempre un’accoglienza fraterna, con semplicità, immediatezza ed una particolare attenzione alle difficoltà individuali. Lara Olivetti


DAL MONDO L’APPUNTAMENTO ERA PER IL 19 NOVEMBRE NEL RIONE DI SANT’ANTONIO A RIO DOS CEDROS (SANTA CATARINA - BRASILE)

In 300 all’incontro della famiglia Tafner discendenti di Angelo, partito nel 1876 Il 19 novembre è stato abbastanza speciale per la famiglia Tafner. Per la prima volta i discendenti di Angelo Tafner, immigrato e patriarca di tutta la famiglia in Santa Catarina (Brasile), si sono riuniti per celebrare la loro storia. L’evento si è tenuto nella comunità di Santo Antônio, nel paese di Rio dos Cedros (Santa Catarina – Brasile). La scelta di questo luogo non è stata casuale: infatti, è stato il punto d’arrivo del primo nucleo di immigrati trentini nel paese, tutti originari di Mattarello (Trento - Italia). Questa comunità, a proposito, oggi si chiama Santo Antonio, ma in passato era conosciuta come «Matarel», in origine dei omaggio alla terra dd´origine colonizzatori. Angelo Tafner, il patriarca, era uno di questi immigrati. Arrivò in Brasile nel 1876 e sposò Angela Perini (anch’essa originaria di Mattarello), con la quale ebbe discendenti. L’incontro è iniziato nelle prime ore della mattina con circa 300 partecipanti tra membri della famiglia Tafner e altri che fanno parte della stessa discendenza, anche se con cognomi diversi. L’organizzazione è stata curata dal prof. Olivio Taffner, dalla prof.ssa Marisa Eliane Taffner Fraga e l’avvocato/scrittore Andrey José Taffner Fraga. Gli organizzatori volevano non solo riunire la famiglia, ma anche che da quest’incontro ogni partecipante potesse portare via qualcosa di nuovo e diverso per la sua vita, per il suo quotidiano. Con questa intenzione, è stato elaborato un programma culturale in cui ogni dettaglio è stato pensato e ha avuto la sua importanza. La messa in onore della famiglia Tafner è iniziata alle 10 ed è

stata celebrata da don Sérgio Campestrini. Nato a Rio dos Cedros e discendente da immigrati trentini, don Sergio è stato in grado di guidare la celebrazione con grande entusiasmo. Alla fine della messa, ha anche fatto alcuni commenti in dialetto trentino (dialetto che lui, come la maggior parte dei partecipanti all’incontro, conosce molto bene). Le canzoni della messa sono state eseguite dal Gruppo Folkloristico Compagni Trentini, di Rio dos Cedros, che ha preparato un repertorio molto speciale di musica sacra in lingua italiana. Il gruppo Compagni Trentini è uno dei più antichi cori italiani di antica Santa Catarina, erede dell dell’antica tradizione della «Santa Notte», quando gruppi di persone uscivano la vigilia di Natale cantando canzoni di casa in casa. Dopo la messa, durante la fraternizzazione, sono stati serviti piatti tipici di Rio dos Cedros preparati dai cuochi del luogo. La cucina del paese può essere riassunta come un misto tra elementi brasiliani e quelli portati dagli immigrati (che sono stati adattati alla realtà del nuovo paese). Durante il pranzo, l’incontro è stato animato dai musicisti della Famiglia Panini, un grup-

po di Rio dos Cedros la cui storia risale agli inizi della colonizzazione, quando Clemente Panini iniziò la tradizione che è stata mantenuta fino ad oggi dai suoi discendenti. Diverse canzoni tradizionali del folclore italiano e trentino sono state suonate dai sei musicisti presenti. Nel pomeriggio, i partecipanti sono stati in grado di interagire, raccontare storie e incontrare familiari lontani. Il gruppo «Compagni Trentini» ha ulteriormente animato l’evento, passando fra i tavoli con la fisarmonica ad acompagnare vecchie canzoni tradizionali, conosciute da quasi tutti i presenti. Vale anche la pena ricordare che alcune autorità hanno onorato l’incontro: il sindaco di Rio dos Cedros, Marildo Fe-

lippi, il Presidente del Consiglio comunale di Rio dos Cedros, Cássio Berri e signora, la Corrispondente Consolare a Timbó e Blumenau (del Consolato Italiano a Curitiba), Norma da Rui e la coordinatrice dei Circoli Trentini di Santa Catarina, Simone Sehnem. Erano presenti anche due importanti organi di informazione: la rivista «Insieme» (di Curitiba / PR, con copertura nazionale) con il giornalista Desidério Peron e il «Jornal do Médio Vale» (di Timbó / SC) con la giornalista Greici Siezemel. L’evento si è concluso nel tardo pomeriggio, e molti avevano già nostalgia della festa (quasi tutti, nell accomiatarsi, chiedevano nell’accomiatarsi, quando si sarebbe organizzato il prossimo). L’incontro ha quindi raggiunto lo scopo principale di riunire tutti i discendenti e gli amici nel luogo di origine della famiglia (dove tutto ebbe inizio più di 140 anni fa) per un evento autenticamente culturale e storico. Video, foto e altre informazioni sono disponibili sul sito Web della famiglia: www.familiatafner.com Andrey José Taffner Fraga

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STORIA SINTESI DELLA RICERCA CONDOTTA DALLA STUDIOISA SILVIA ZUECK-GONZALEZ, MESSICANA DI ORIGINI TRENTINE

L’emigrazione da Brez al Messico nelle miniere della Sierra Mojada

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uesto testo intreccia alcune testimonianze degli straordinari uomini e donne che emigrarono dal paesino di Brez, nella Val di Non (Trentino Alto – Adige) al territorio minerario della Sierra Mojada, nello Stato di Coahuila per poi muoversi a quello limitrofo di Chihuahua nella Repubblica Messicana. La nostra storia inizia fondamentalmente alla fine dell’ultima decade del XIX secolo, quando catastrofi naturali, crisi economiche e guerre, provocarono l’emigrazione di alcuni abitanti di Brez che dovettero così cercare migliori condizioni di vita da altre parti, mentre in Messico, il nuovo sistema capitalistico minerario favoriva l’insediamento nella Sierra Mojada provocando così la fondazione di città minerarie, situate nelle zone isolate e desertiche, dove c’era bisogno di gente preparata e qualificata per lavorare. Nella Sierra, a partire dall’arrivo delle compagnie straniere, si fondarono varie “mining cities”, dove letteralmente tutta la vita lavorativa quotidiana girava intorno a queste. I coloni – messicani e stranieri- scoprirono che la nuova Villa de Sierra Mojada era un posto, che poco a poco, si stava modernizzando con il collegamento della via ferroviaria fino alla frontiera, l’ufficio del telegrafo e del servizio postale, un ospedale, un teatro ed alcuni negozi. La seguente città, per importanza, fu “La Esmeralda” e fu dove principalmente i meglio conosciuti come “italiani” si stabilirono. Infatti, era attraente andarci a lavorare, presso una compagnia tecnologica di livello mondiale e con un salario che permetteva risparmiare. Il transatlantico. Nel caso dei minatori di Brez, per arrivare in Messico, oltre ai 35 giorni di viaggio nel transatlantico che li avrebbe portati in America, implicò anche confrontarsi con altri destini internazionali come la dogana migratoria di New York, per poi da lì attraversare in treno buona parte del territorio statunitense fino ad arrivare alla 11/12 - 2017

frontiera di El Paso, Texas e a Ciudad Juárez, Chihuahua. Anni dopo, un altro modo di trasferimento era quello che, come equipaggio “in transito”, la gente aspettava nella nave ormeggiata nel molo di New York, per poi salpare al porto della Avana, Cuba e da lì finalmente alla stazione migratoria di Veracruz ed infine dirigersi al nord nel nuovo treno messicano. Nel transatlantico successero molte cose, fra cui una: mentre dei bambini giocavano, scovarono un deposito di olive ed approfittarono per mangiarsele durante il viaggio, cosa che provocò che uno di loro non ne avrebbe mai piu mangiate per il resto della sua vita. O anche, quando alla fine della prima guerra mondiale, una nave danneggiata che trasportava migranti, per poco affonda al largo della costa di NewYork. Gli stessi migranti

furono riscattati da un’altra nave che poi li avrebbe portati a Ellis Island. Come aneddoto, ad un “passeggero trentino in transito” che accompagnava sua cugina ed i suoi quattro figli in cammino a Sierra Mojada per riunirsi con suo marito, gli permisero di scendere al molo per comprare dei regali ai bimbi, dato che il giorno seguente sarebbe stato natale. Le reti di solidarietà. I minatori che arrivavano single, una volta assicurato il lavoro, si facevano raggiungere dalle rispettive fidanzate che erano rimaste ad aspettare a Brez. In queste occasioni i legami di fratellanza della comunità si consolidavano ancor di più, perché in compagnia dei loro amici messicani o italiani, viaggiavano fino alla frontiera per condividere i legami nella parrocchia di El Paso, Texas. Alle nuove coppie, quando tornavano alla miniera,

I minatori che arrivavano single, una volta assicurato il lavoro, si facevano raggiungere dalle rispettive fidanzate che erano rimaste ad aspettare a Brez. Alle nuove coppie veniva assegnata una delle case destinate alle «famiglie»

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veniva assegnata una delle case destinate alle “famiglie”. Come c’era da aspettarsi, rapidamente i nuclei familiari cominciarono a crescere con l’arrivo dei figli, e le madri secondo una testimonianza diretta, se la ingegnavano per “seminare patate in un clima così agreste per poter preparare gli gnocchi in bianco, la minestra d’aglio, la minestra di tapioca, la zuppa di pane vecchio tagliato in quadretti, farina uova e salame, lo squisito brodo di manzo, fatto con l’ossobuco che in tempo di guerra in Europa veniva riutilizzato tante volte per dare sapore ai loro bro-


STORIA All’inizio del secolo XX, alcuni dei breziani che arrivarono da giovani alla miniera impararono bene il business minerario e si associarono per fondare piccole compagnie, come una che in onore alle loro origini chiamarono “La Tirolesa” e goderono di buona reputazione per dare un giusto trattamento ai loro lavoratori

di” anche se poi con il tempo gli aggiungevano ingredienti locali come fagioli. Loro naturalmente, in casa insegnarono ai figli il dialetto della Val di Non e lo spagnolo lo imparavano partecipando alla vita sociale della comunità mineraria o a scuola. Un altro esempio di come funzionavano le famiglie e le loro reti di appoggio, in questo caso tra gli abitanti de La Esmeralda, si presentò quando uno dei minatori “italiani” ebbe un incidente di lavoro grave e dovette essere ricoverato in un ospedale lontano per curarsi, accompagnato da sua moglie. Dovettero prendere la decisione di lasciare i loro piccoli figli con una vicina, che li curava di giorno, però di notte i bambini dovevano tornare da soli a casa loro. Molti anni dopo, uno di loro, già adulto, raccontò che “doveva sbrigarsi a rincasare per barricare tutte le porte e finestre poiché

quando diventava notte, sentivano i coioti ululare circondando la casa e cercando le galline per mangiarsele”. All’inizio del secolo XX, alcuni dei breziani che arrivarono da giovani alla miniera impararono bene il business minerario e si associarono per fondare piccole compagnie, come una che in onore alle loro origini chiamarono “La Tirolesa” e goderono di buona reputazione per dare un giusto trattamento ai loro lavoratori. È chiaro che la nuova situazione economica gli permise non solo di risparmiare o inviare denaro, ma anche potevano andare e tor-

nare dalla loro patria, finché sorse il malcontento sociale in Messico contro il dittatore Porfirio Díaz e che culminò nella Rivoluzione Messicana. Il movimento armato alimentò il malcontento contro il monopolio minerario, in quel momento il più importante del paese, per i suoi abusi contro i braccianti e gli stranieri, che lavorassero o no in quella compagnia, e dovettero fuggire dalla regione e poi dal paese. Come sempre, si diressero alla frontiera di Juárez, a El Paso e si reincontrarono con altri amici e familiari che lavoravano in altre miniere degli Stati Uniti mentre altre famiglie proseguirono fino a New York ed abbordarono la nave per l’Europa. Sfortunatamente i conflitti politici tra le più potenti nazioni europee si complicarono ed ebbe

Dopo la Prima Guerra Mondiale gli ingressi in Messico avvenivano dal porto di Veracruz anziché dalla frontiera con gli Stati Uniti e la nuova meta erano gli insediamenti minerari nella zona di Chihuahua

inizio la prima guerra mondiale. In seguito, le Dolomiti furono lo scenario di battaglie tra gli eserciti dell’Impero Austroungarico ed il Regno d’Italia, dando luogo in questo caso a spostamenti forzati che divisero molte famiglie, per cui molte rimasero bloccate a Brez, ma i maschi poterono ritornare a Sierra Mojada. Alla fine di questa guerra, e grazie alla rete sociale già stabilita prima, di nuovo si trasferirono nella Repubblica Messicana, entrando al paese questa volta dal porto di Veracruz. Da questo posto cominciavano poco a poco il viaggio per arrivare agli insediamenti minerari di Chihuahua, che erano quelli dove potevano trovare lavoro. Tuttavia, le nuove condizioni economiche non erano più favorevoli come in passato e non poterono iniziare o continuare come piccoli impreditori minerari; alcuni dovettero lavorare in condizioni sfavorevoli dove, pur essendo giovani, morirono per il male dei minatori, la silicosi, ed altri nei crolli all’interno delle miniere. Le vedove trentine ed i loro figli generalmente ritornavano a Brez, e le famiglie di madri messicane rimanevano, ma in condizioni precarie. Un altro esempio che i legami familiari continuavano a mantenersi vivi con Chihuahua è quello della figlia di uno di questi ultimi, la quale riferisce che “ suo padre mandava a Brez vid e caffé e che molti anni dopo alcuni parenti che vennero in Messico alle olimpiadi del 1968, li furono a visitare a Chihuahua”; Altri integranti della seconda generazione migratoria decisero di rimanere in Messico e si dedicarono al commercio locale o continuarono a lavorare nelle miniere. Senza dubbio anche questa storia che è successa oltre 100 anni fa, ci offre elementi per capire non solo le nostre stesse vite, ma anche il mondo di oggi, dove il tema della migrazione continua ad essere attuale. Silvia Zueck-González

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FOTO: Ugo Fanti


Grande partecipazione, come da tradizione, alla ÂŤFesta della polentaÂť organizzata dal Circolo trentino di Montevideo (Uruguay).


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