TRENTINI
MONDO
nel
MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E
11-12/2016
Foto Andreas Lander - DSGV
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue
anno 59°
Il 13 dicembre, a Berlino, il trentino Delio Miorandi ha ricevuto il «Deutscher Bürgerpreis» per il suo impegno a favore dell’integrazione.
CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus
Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay
Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)
Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia
Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca
Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 5 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz
- 1 circolo
Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -
Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá
- 1 circolo
Danimarca Copenaghen
- 1 circolo
Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù
Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera
Peru Lima
Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi
Portogallo Portogallo
Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino
Romania Romania
Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo
- 1 circolo
62 circoli
Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè
L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it
- 1 circolo
Serbia Indija
- 1 circolo
- 1 circolo
- 1 circolo
Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas
- 1 circolo
EDITORIALE SOMMARIO Pagina 2 AGENDA Pagina 3 PREMIO A DELIO MIORANDI Pagina 4 «FOREVER TRENTINI» Pagine 5-9 GENTE E FATTI Pagine 10-11 ATTUALITÀ Pagine 12-13 GIOVANI OLTRECONFINE: JENNIFER MORELLATO Pagine 14-17 TRENTINO «SUPER» Pagine 18-19 RICORDO DI PADRE JOSÉ BENIGNO ZILLI MANICA Pagine 20-23 CIRCOLI (Sarajevo, Canberra, Dortmund, Charleroi, Stoccarda, Basilea, Friuli) Pagina 24 ABBONAMENTI
ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner
Direttore f.f. Francesco Bocchetti
TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione
Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. ZorzI Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 11-12 NOVEMBRE/DICEMBRE 2016 Stampato il 30 dicembre 2016
In copertina: Delio Miorandi alla cerimonia di consegna del «Deutscher Bürgerpreis»..
PER L’ASSOCIAZIONE E I SUOI RAPPRESENTANTI SONO STATI ANNI ETERNI E DOLOROSI
Fine di un incubo E
così un altro anno se n’è andato. Si è portato via i giorni brutti e purtroppo anche quelli belli; si è portato via qualche promessa fatta e purtroppo non ancora mantenuta; se n’è andato insieme a qualche speranza e purtroppo anche a qualche sogno infranto. In quest’ultimo scorcio dell’anno, come d’abitudine, si cerca di fare un po’ di bilancio dei mesi trascorsi, cercando di ricordare e di mettere in fila i giorni felici e quelli pieni di tristezza, i momenti di rabbia e quelli di allegria, provando a ricostruire in questo modo il senso di un anno appena passato. Per la Trentini nel Mondo il bilancio del 2016 è stato ricco di momenti impegnativi, di incontri e di attività dirette alla realizzazione ed al consolidamento dei rapporti di collaborazione fra il Trentino ed i trentini, ma la notizia destinata a dare una svolta fondamentale all’andamento degli ultimi anni è arrivata negli ultimi giorni: si è infatti conclusa positivamente la vicenda legata all’inchiesta per danno erariale avanzata dalla Corte dei Conti. Questa angosciosa vicenda ha tenuto impegnata l’Associazione per quasi sei anni, provocando tutte le immaginabili conseguenze negative sul piano del lavoro e dell’immagine, per non parlare delle sofferenze personali di chi si è trovato coinvolto in una situazione dal sapore quanto meno paradossale. Per tutto questo, a fine anno ed
Si è conclusa positivamente la vicenda legata all’inchiesta per danno erariale avanzata dalla Corte dei Conti. L’intera azione giudiziaria, dopo varie udienze conclusesi con «l’inammissibilità della domanda attorea», è terminata il 14 dicembre 2016 con l’emanazione della sentenza di assoluzione
Alcuni scatoloni con parte della documentazione presentata alla Corte dei Conti dalla Trentini nel mondo in sua difesa.
al termine dei procedimenti, vale la pena ricordare. Il 12 gennaio 2010 si presentarono nella sede della Trentini nel Mondo i militi della Guardia di Finanza con mandato della Corte del Conti per acquisire la documentazione relativa ai progetti di solidarietà realizzati in Sud America dal 2004 al 2009. L’indagine, secondo quanto si legge negli atti giudiziari, era stata avviata in seguito a «vari esposti» e si era basata in particolare sull’audizione del consigliere Civettini, che aveva presentato la sua verità elaborata al ritorno da un viaggio in Sudamerica (pagato dai contribuenti) effettuato dal 7 al 12 novembre 2009. Sulla deposizione dell’allora rappresentante della Lega ed a sentenza assolutoria avvenuta, oggi si può dire che si è trattato più di un atto presuntuoso e superficiale che di un intervento responsabile e ponderato come ci si dovrebbe aspettare da un eletto in Consiglio Provinciale. Non è obiettivamente serio considerare come verità assoluta un giudizio basato sulla conoscenza acquisita in poche ore di permanenza in un Paese vasto, complicato e in continua trasformazione come l’Argentina
Nel periodo dell’inchiesta la Trentini nel Mondo ha dovuto sopportare anche le cattiverie e lo scherno delle persone che, come spesso succede a chi è costretto a subire la gogna mediatica, aveva già in cuor suo sentenziato un proprio giudizio negativo 1
ed in Paraguay. Ciò nonostante questa sua verità è stata presa per buona, tanto che non è stata nemmeno ravvisata la necessità di effettuare una verifica sul luogo in quanto, come si legge negli atti giudiziari «….la testimonianza del dott. Civettini che in loco c’è stato, conferma il fallimento di molte iniziative e l’incongruenza di altre…» Su queste premesse comunque è stata elaborata l’intera azione giudiziaria che, dopo varie CONTINUA A PAG. 2
Questo angoscioso periodo ha consentito di riconoscere gli amici veri da quelli di facciata o d’interesse e tra gli amici veri possiamo annoverare i Circoli e i trentini che hanno continuato a testimoniare affetto e vicinanza alla «loro» Associazione 11/12 - 2016
AGENDA
Messa di Natale Sono stati l’arcivescovo emerito di Trento, mons. Luigi Bressan, e don Beppino Caldera, direttore del Centro Missionario Diocesano, a concelebrare la messa di Natale della Trentini nel mondo, tradizionale appuntamento durante l’avvento, che quest’anno si è svolto il 15 dicembre, nella chiesa di Santa Chiara. Il rito religioso è stato accompagnato dai canti del coro della comunità polacca che risiede in Trentino. Alla messa è seguito un brindisi presso la sede dell’Associazione.
Riunione in Argentina Il 26 e 27 novembre il Circolo trentino di La Plata (Argentina) ha ospitato un incontro promosso dalla Trentini nel mondo, rappresentata dal vice direttore Francesco Bocchetti e da Roberto Paolazzi, al quale hanno partecipato i coordinatori del Circoli trentini dell’Argentina, rappresentanti dei giovani di alcuni Circoli, i Consultori della Provincia.
EDITORIALE CONTINUA DA PAG. 1
Fine di un incubo
udienze tenute nell’aula della Corte dei Conti conclusesi con «l’inammissibilità della domanda attorea», è terminata il 14 dicembre 2016 con l’emanazione della sentenza di assoluzione. Sono stati anni eterni e dolorosi, durante i quali la Trentini nel Mondo si è comunque sforzata di portare avanti il proprio lavoro abituale, seppure con grandissimo sacrificio e con enorme dispiego di energie e di spese. Ma non basta. In questo lunghissimo periodo di tempo la Trentini nel Mondo ha dovuto sopportare anche le cattiverie e lo scherno delle persone che , come spesso succede a chi è costretto a subire la gogna mediatica, aveva già in cuor suo sentenziato un suo proprio
giudizio negativo. La Trentini nel Mondo e chi aveva il compito di rappresentarla ha inoltre dovuto subire un enorme danno d’immagine che ha causato la chiusura di parecchie porte in faccia e la dispersione di un patrimonio umano irripetibile come quello legato al volontariato e alla solidarietà . Per contro c’è da dire che questa vicenda ha però fatto emergere alcuni momenti positivi, come è successo con l’appoggio affettuoso e disinteressato di molte Associazioni, di molti Enti e di molti trentini che hanno continuato a collaborare, sia in Trentino che all’Estero. Con il deposito della sentenza definitiva che riconosce la regolarità ed il rispetto delle regole usate dalla Trentini nel Mondo,
è inoltre possibile trarre un’ulteriore conclusione positiva. Questo angoscioso periodo ha infatti consentito di riconoscere gli amici veri da quelli di facciata o d’interesse e tra gli amici veri possiamo sicuramente annoverare i Circoli Trentini aperti nel Mondo e tutti i singoli trentini che hanno continuato a testimoniare l’affetto e la vicinanza alla «loro» Associazione. Arrivare a questo risultato è costato parecchio tempo, un lavoro enorme, tanta sofferenza (anche sul piano personale ) e uno spreco inutile di denaro, ma alla fine possiamo arrivare a chiudere il 2016 con un sorriso e con una nuova forza per andare avanti. Alberto Tafner
Uno scorcio della sala riunioni dell’Associazione, durante uno dei momenti di raccolta e suddivisione della documentazione da presentare alla Corte dei Conti.
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AGENDA LA CONSEGNA È AVVENUTA NEL CORSO DI UNA CERIMONIA CHE SI È SVOLTA A BERLINO
Massima onorificenza tedesca per il trentino Delio Miorandi
Il «Deutscher Bürgerpreis» gli è stato assegnato per aver promosso l’integrazione degli italiani emigrati, sia nello svolgimento della sua professione di assistente sociale, sia come volontario e promotore di iniziative e strutture (Unione dei federalisti europei), associazione di cittadini impegnata nella promozione e diffusione dell’unità fra gli stati europei. Sotto la sua guida l’integrazione è diventato uno dei principali filoni di attività di Europa Union Deutschland . Si è prodigato per il miglioramento delle condizioni di istruzione e di vita dei lavoratori stranieri, ha organizzato manifestazioni per rendere consapevoli gli immigrati dei loro diritti e dei loro doveri. Con un programma per la creazione di gemellaggi fra le città, ha contribuito all’avvicinamento e alla comprensione fra popolazioni di diverse nazioni. Ha partecipato a diversi organi consultivi per gli immigrati e ha fondato nel 1970 l’«Associazione per la pro-
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È stato ricordato che ha aperto un centro di consulenza per gli italiani della provincia di Groß Gerau. Ha anche promosso un «Centro Italiano» come luogo ricreativo e di formazione aperto ad italiani e tedeschi. È stato anche coinvolto nella fondazione di associazioni di famiglie italiane. Nel 1963 entra a far parte di «Europa Union Deutschland»
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Foto Andreas Lander - DSGV
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a 57 anni in Germania, Delio Miorandi si è fin dall’inizio impegnato in prima persona nel promuovere l’integrazione degli italiani emigrati, sia nello svolgimento della sua professione di assistente sociale, sia come volontario e promotore di iniziative e strutture. È grazie a questo suo curriculum che il 13 dicembre scorso, nel corso di una cerimonia che si è svolta a Berlino alla presenza del ministro federale Thomas de Maizière, gli è stato conferito il «Deutscher Bürgerpreis», la massima onorificenza conferita in Germania al mondo del volontariato. «Dedico questo premio a mia moglie e ai miei figli e a tutti coloro che fanno volontariato», ha detto Miorandi durante il suo breve discorso dopo aver ricevuto l’onorificenza per la categoria «Lebenswerk» (cioè «opera di tutta una vita»: le altre categorie sono «Eroi quotidiani» e «Giovani sotto i 21 anni») . Fra i primi a congratularsi con Delio Miorandi sono stati l’Ambasciatore d’Italia, Pietro Benassi, e Edith Pichler (con Miorandi nella foto a fianco), docente presso Potsdam Universität, che ha partecipato alla cerimonia sia in rappresentanza della Trentini nel mondo (della quale è referente a Berlino) sia nella sua veste di componemte del CGIE Classe 1938, nato a Rovereto, Delio è in Germania dal 1959. Secondo i suoi piani avrebbe dovuto rimanervi solo un anno. Ma le cose sono poi andate diversamente. Ha studiato sociologia a Francoforte (erano gli anni di rinomati professori e studiosi come Horkheimer e Adorno) e si è poi laureato come assistente sociale a Freiburg, professione che ha svolto presso la Caritas per più di quarantanni fra gli emigrati italiani e profughi delle più svariate nazionalità. Ha sposato una tedesca e ha avuto quattro figli. È in pensione dal 2003 ma non ha certo smesso il suo impegno sociale. È lungo l’elenco delle molteplici attività svolte da Miorandi in Germania, che sono state citate nella motivazione del premio.
mozione dei lavoratori stranieri in Germania». Dal 1971 al 1974 è stato l’ideatore e il responsabile di «Gazzetta Europea», un inserto settimanale di «Main-Spitze», il quotidiano di Rüsselheim, la città che ospita la grande fabbrica automobilistica Opel. L’inserto si occupava proprio di temi legati al mondo dell’immigrazione. Con il collaboratore Claus Langkammer ė autore del romanzo «Antonio», suddiviso in due libri. Il primo si intitola «Dalla mulattiera al miracolo economico» e il secondo «Nella terra promessa». I libri raccontano le vicende di Antonio, emigrante dal Sud Italia, al suo arrivo in Germania negli Anni 50 fino all’inizio del Duemila. Una storia che riflette quella di molti «Gastarbeiter» che Delio Miorandi ha conosciuto personalmente svolgendo la sua attività di assistente sociale; una storia nella quale molti si sono riconosciuti, come testimoniano le tantissime lettere di apprezzamento ricevute dall’autore. Il «Deutscher Bürgerpreis» è un’iniziativa promossa da un ente che riunisce le Casse di risparmio, i componenti dei parlamenti dei singoli Länder tedeschi e i rappresentanti dei Comuni. (m.t.) 11/12 - 2016
AGENDA
«Forever Trentini», un concorso per i giovani residenti all’estero in occasione del 60°anniversario della Trentini nel mondo In occasione del sessantesimo anniversario di fondazione, l ’Associazione Trentini nel Mondo invita i Giovani Trentini residenti all’estero a presentare lavori individuali sul tema «Forever Trentini – 60° anniversario».
al concorso (scaricabile dal sito dell’Associazione www.trentininelmondo.it) compilata in ogni sua parte. 6. I vincitori del concorso saranno comunicati entro il 30/05/2017.
1. Il tema potrà essere sviluppato con qualsiasi tecnica MA la documentazione dovrà essere consegnata in forma digitale su CD/DVD. Le attività ammesse al concorso possono essere ad esempio (ma non solo): filmati, interviste, racconti, raccolte di immagini e documenti, lavori artigianali o artistici, performance pubbliche, attività sportive e culturali, siti web, attività di solidarietà, che abbiano attinenza con le comunità trentine all’estero e che possano testimoniare il legame tra l’emigrazione trentina e la terra di origine.
7. Il concorso prevede 12 premi, un primo premio, un secondo premio e dieci menzioni speciali. I premi consistono nel rimborso delle spese di viaggio per incontrare una comunità trentina all’estero a propria scelta, fino al tetto massimo stabilito per ogni premio. Il premio inoltre sarà condiviso con il circolo che sarà visitato che riceverà un contributo per le attività. 8. La scelta del Circolo sarà condivisa con l’Associazione e il Circolo, all’interno delle preferenze indicate da ciascun vincitore.
2. I lavori presentati dovranno essere nuove realizzazioni create appositamente per il concorso, non sono quindi ammesse attività già realizzate alla data della pubblicazione del bando.
9. Saranno rimborsate fino al tetto massimo previsto dal premio, le spese relative a: costi di viaggio (biglietti treno, autobus ecc..), costi di alloggio, pasti in viaggio. Le spese devono essere giustificate con biglietti, scontrini, ricevute ecc… e saranno rimborsate dopo il viaggio e dopo che i documenti di spesa arrivino in associazione
3. Possono partecipare tutte le persone di origine trentina nate dopo il 01/01/1976 che vivono all’estero. I partecipanti devono essere maggiorenni. La partecipazione è individuale, può coinvolgere anche altre persone ma il premio spetta solamente alla persona che partecipa al concorso.
10. I tetti di spesa previsti sono 1. Premio: rimborso spese di viaggio fino a 800,00 Euro per il vincitore – 400,00 Euro per il Circolo ospitante 2. Premio: rimborso spese di viaggio fino a 500,00 Euro per il vincitore – 300,00 Euro per il Circolo ospitante Fino a n. 10 menzioni: rimborso spese di viaggio fino a 400,00 Euro per il vincitore – 200,00 Euro per il Circolo ospitante.
4. I CD/DVD con il lavoro o la documentazione di quanto realizzato devono essere inviati alla sede dell’Associazione Trentini nel mondo entro il 31/03/2017 (vale la data del timbro postale) 5. Assieme al CD/DVD dovrà essere inviata anche la scheda di partecipazione in allegato
Per informazioni sulla partecipazione si può contattare l’Associazione: info@trentininelmondo.it / Telefono: +39-0461-234379 11/12 - 2016
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GENTE E FATTI
Quattro soci del Circolo di Charleroi agli onori della cronaca in Trentino Il Comitato del Circolo trentino di Charleroi (Belgio) con un messaggio di posta elettronica ha segnalato alla redazione che l’estate scorsa quattro soci del Circolo hanno avuto gli onori della stampa trentina. «Il caso si legge nel messaggio - è così inconsueto, che ci sembrebbe simpatico condividerlo con i lettori del periodico Trentini nel mondo»: una proposta accolta ben volentieri. «Quando il paese era emigrato… Oggi a Cis si ricorda l’epopea dei minatori in Belgio con un spettacolo». Con questo titolo, «l’Adige» alla pagina 37 dell’edizione del 2 agosto, annunciava la rappresentazione a Cis «in prima mondiale» in lingua italiana del testo teatrale scritto da Robert Scarpa, nipote di un trentino emigrato in Belgio, sulla drammatica catastrofe nella miniera di Marcinelle, intitolato «Marcinelle… Estate ’56» e portato in scena dal gruppo trentino Poemus. Robert Scarpa è da diversi anni un fedele socio del Circolo di Charleroi e vive nei dintorni di Namur. A pochi giorni di distanza, il 7
t sii poteva t l agosto, leggere, sempre su « l’Adige », alla pagina 32 l’articolo intitolato« Ritorno al paese da Charleroi », con un’intervista a Giuseppe Filippi e sua moglie Ginette, ritratti in una bella foto. Nell’intervista Giuseppe ha raccontato il suo percorso personale ma ha anche parlato dell’attività del Circolo. L’ultimo in ordine di tempo,
d avere gli li onorii della d ll stampa t ad trentina è stato Giorgio Fontanari, il «bersntoler» belga, come è stato presentato da «l’Adige» nell’edizione del 17 agosto, alla pagina 35. Giorgio Fontanari, che abita a Corroy le Château, è un altro fedele socio del Circolo da molti anni, ma soprattutto, è un artista molto eclettico : è infatti scultore
della pietra, disegnatore, pittore, poeta e scrittore. L’articolo a lui dedicato parlava della prossima presentazione, a Sant’Orsola Terme, di un suo nuovo lavoro dal titolo «Disparition», (Scomparsa), un fumetto dagli accenti autobiografici, un omaggio alle due culture da lui tanto amate, quella del natìo Trentino e dell’adottivo Belgio. A noi del comitato, fa sinceramente piacere vedere che dei soci si fanno onore. Un altro modo di diffondere la profonda «trentinità» che ciascuno di noi ha in fondo al cuore.
Oltre duecento Girardelli da tutto il mondo Sono partiti da Stati Uniti, Brasile, Francia, Canada e da diverse regioni italiane per ritrovarsi, il 10 luglio, a Besagno, alle pendici del Monte Baldo, per partecipare alla riunione dei discendenti di Giovanni
Girardelli (1787-1869). L’organizzazione dell’evento, con la presenza di oltre duecento persone, è stata curata da Ivo Finotti (Girardelli da parte di madre), vice presidente del Circolo trentino di Toronto
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e Coordinatore dei Circoli trentini del Canada, insieme ai cugini Cesare, Giuditta, Francesco, Michela, Paolo e Riccardo (trentini), Giandomenico (bresciano) e Lucia (altoatesina).
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GENTE E FATTI L’APPUNTAMENTO HA RIUNITO I DISCENDENTI DI ENRICO GIACINTO FERRARI EMIGRATO IN BRASILE DA CALCERANICA
Al «Primo incontro della famiglia Ferrari» festeggiati anche i cento anni di Celio Oltre cento discendenti di Enrico Giacinto Ferrari, emigrato in Brasile da Calceranica, si sono ritrovati il 19 novembre a Florianopolis, per il «Primo Incontro della famiglia Ferrari». Per l’occasione è stato preparato un dettagliato albero geneaologico (foto a fianco) e i partecipanti hanno portato fotografie e documenti, che sono stati esposti ed hanno suscitato grande interesse. L’appuntamento è stato reso ancora più memorabile ed emozionante, dalla presenza di Celio Ferrari (al centro della foto in basso e di quella in alto a destra, con il basco nero), del quale è stato festeggiato il centesimo compleanno. In rappresentanza anche della Trentini nel mondo, alla manifestazione ha partecipato Laercio Moser, presidente del Circolo trentino di Florianopolis, che ha anche letto il messaggio (del quale qui di seguito è riportato il testo integrale) inviato dal presidente della Trentini nel mondo, Albeto Tafner, e rivolto in particolare a Celio Ferrari. «Ogni compleanno che viene celebrato è naturalmente una festa, ma è anche l’occasione per ricordare e gioire delle tante cose che negli anni si sono fatte e che sono servite per costruire un percorso buono per se stessi e per gli altri. Celio Ferrari compie 100 anni e oggi festeggia una lunga vita che, come tutte le esistenze, presenta
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momenti di gioia e di dolore, di difficoltà e di festa, di incontri e di conoscenze che arricchiscono la mente e l’anima. Raccogliere ed utilizzare tutte queste esperienze lungo una strada lunga cento anni, non è una cosa che possono vantare molte persone anche se oggi la vita in generale diventa sempre più lunga - ma soprattutto non sono molte le
persone che possono festeggiare questo traguardo assieme a tanti parenti ed amici come quelli che hanno voluto essere presenti e partecipare a questo importante compleanno. È segno evidente che Celio Ferrari ha saputo farsi voler bene e stimare per tutto quello che ha fatto e per come si è comportato in tutti questi anni. Sappiamo
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come la strada dell’emigrazione - anche se non è stata vissuta direttamente in prima persona - sia piena di complicazioni e di sofferenza, di nostalgia e di rimpianti, ma sappiamo anche quanto sia forte il desiderio di andare avanti per realizzare i sogni e le speranze che hanno spinto gli uomini e le donne a partire. E bisogna dire che i trentini nella loro stragrande maggioranza hanno saputo dare un bell’esempio da seguire, tanto che oggi sono guardati con rispetto e ammirazione da tutti. La Trentini nel Mondo vuole essere lì con tutti voi a ricordare tutto questo ed a festeggiare il signor Celio e tutti i suoi familiari attraverso queste poche ma sincere parole che l’amico Laercio, presidente del Circolo trentino di Florianópolis, leggerà alzando il calice per un brindisi ed un abbraccio a tutti voi. Al signor Celio Ferrari ancora tanti auguri dalla Trentini nel Mondo e complimenti per gli anni passati e per i tanti che ancora passerà insieme a noi».
GENTE E FATTI
Fiori d’arancio per le «cisane» di Charleroi Nel nostro mondo odierno, nei tempi che viviamo, le tradizioni – come ad esempio, il matrimonio - si stanno perdendo o almeno sono sempre più «fuori moda». Le giovani generazioni, o almeno gran parte di loro, non convolano più a giuste nozze, ma convivono, a tal punto che quando capita che una coppia decide di «dire di sì », suscita grande gioia, ma anche un certo «effetto di sorpresa». Immaginatevi l’effetto quando il fatto si ripete più volte in un arco di tempo molto breve! Ebbene, il caso si è verificato fra la primavera e l’estate del 2016, nella nostra comunità trentina di Charleroi (Belgio) e più precisamente in quella ancora più circoscritta degli originari di Cis che vivono in Belgio: a sposarsi sono state ben cinque ragazze, delle quali i nonni sono partiti da quel piccolo paese della Valle di Non, ai tempi del grande esodo del secondo dopo guerra. L’evento assume una dimensione ancora più sorprendente, se si considera che oggi, nel Trentino, la popolazione di Cis conta più o meno 300 anime e che le piccola colonia
«Cisana » del Belgio è forte di circa 100 discendenti di quei «pionieri» del dopo guerra. Per chiudere con la statistica, possiamo anche aggiungere che, in questa piccola comunità di Cisani, oggi sono solo in sei coloro che possono avvalersi del «titolo» di nati a Cis,
o almeno nel Trentino. Per tramandare ai posteri le simpatiche coppie, proponiamo qui sotto i loro nomi, e quello dei nonni (in corsivo gli scomparsi) e le loro foto, da sinistra in senso orario: Cloé Beluffi (Attilio Zadra e Giuseppina Ebli), sposata con Anthony Deschamps; Laetitia Betta (Tullio Betta e Bruna Ravanelli), sposata con Antonio Russo; Aline Mengoni (Giovanni Mengoni ed Emma Covi), sposata con Laurent Decocq; Anne Neri (Raffaele Mengoni e Luigia Dapoz), sposata con François Crucifix; Sophie Sandri (Mario Sandri), sposata con Yoas Lumumba Tolenca (di quest’ultima coppia manca la foto). Il comitato del Circolo trentino di Charleroi, per congratularsi con i felici sposi, sogna di radunare prossimamente le cinque coppie e le loro famiglie in una serata degna dell’evento. E di questo simpatico momento di vita della nostra comunità trentina del Belgio, quando avverrà, se ne parlerà di certo in una prossima edizione del nostro periodico. GIeffe
Un rivista che entra nel cuore Una d delle Dolomiti, i Monti Pallidi È uscita a dicembre «Dolom Première», una rilomiti vis vista che entra nel cuore de Monti Pallidi e ai suoi dei le lettori propone un viaggio c li porta a toccare con che m mano i luoghi più remoti d di queste montagne uniche al mondo. Interviste, scoop giornalistici e servizi sulla
fauna e i Parchi naturali sono tra gli argomenti trattati, senza tralasciare l’offerta turistica di questi luoghi che offrono comprensori sciistici spettacolari e ricchi di proposte sempre all’avanguardia. Chi volesse ricevere la rivista (o volesse regalarla), può farlo abbonandosi, inviando una mail al seguente indirizzo: marketing@dolomitipremiere.com
Per comunicare con la redazione del mensile:
redazione@trentininelmondo.it 7
Incontro fra cugine Durante un suo viaggio in Brasile nell’ottobre scorso, Valdirene Borghetti (a destra nella foto, che vive a Borghetto) ha fatto visita a sua cugina Maria Aparecida Borghetti, attuale vice governatrice dello stato del Paranà (a sinistra). La foto è stata scattata nel Palacio Iguaçu a Curitiba, sede del governo dello stato di Paranà. 11/12 - 2016
GENTE E FATTI IL TRENTINO È QUALCHE PASSO AVANTI RISPETTO ALLA MEDIA NAZIONALE MA NON SVINCOLATO DALLE TENDENZE IN ATTO
Sui giovani si investe sempre meno, in Italia sono diventati un «peso piuma» In occasione del «Festival della Famiglia», che si è svolto dall’1 al 3 dicembre 2016, è stato presentato a Palazzo Trentini a Trento «Crescere in Trentino», il nuovo rapporto sulla condizione giovanile in Trentino. Chiara Maistri, che lavora in servizio civile al progetto «Altrove Reporter» per il Comune di Riva del Garda, ha scritto un articolo sulla condizione giovanile in Italia e in Trentino, intitolato «Il “peso piuma” dei giovani» , basato sui dati del rapporto «Crescere in Trentino». L’articolo è apparso sul sito www.altrovereporter.it e con il consenso dell’autrice e dell’editore, lo pubblichiamo su queste due pagine. “Vorrei che smettessimo di guardare al futuro dei giovani come tutto nero e che ce lo immaginassimo come una pagina bianca da scrivere nel miglior modo possibile”. Introduce così l’Assessora all’università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo Sara Ferrari, un rapporto che dai dati ci mostra un Trentino che è sì qualche passo avanti alla media italiana, ma che non si svincola pienamente dalle tendenze (spesso preoccupanti) in cui versa la condizione giovanile. Vediamone alcune. Dispiace scomodare Cormac McCarthy, ma dobbiamo prenderne atto: l’Italia è un Paese per vecchi. Dirò di più, il Bel Paese si attesta l’infelice primato di Paese più vecchio d’Europa. A fronte di una media europea che ruota attorno al 17% di giovani tra i 15 e i 29 anni sul totale della popolazione, l’Italia registra un 15,2%, ultima in
A fronte di una media europea che ruota attorno al 17% di giovani tra i 15 e i 29 anni sul totale della popolazione, l’Italia registra un 15,2%, ultima in classifica dopo Spagna, Grecia e Portogallo. A questo fenomeno definito di «degiovanimento» e interessa tutta Europa, contribuiscono anche il (sempre più) basso indice di fertilità e di fecondità dei paesi e l’incalzante emigrazione giovanile classifica dopo Spagna, Grecia e Portogallo. Si parla infatti di “peso piuma” quando ci si riferisce alla realtà giovanile, realtà su cui si punta e investe sempre meno, e ciò ha delle ripercussioni gravi: la visibilità dei giovani viene meno e con lei la rappresentatività delle loro istanze che, non di rado, coincidono con il futuro. A dare la stura a questo fenomeno definito di “degiovanimen-
to”, che riguarda l’Europa tutta, il (sempre più) basso indice di fertilità e di fecondità dei paesi e l’incalzante fenomeno di emigrazione giovanile, che sta depauperando l’Italia delle sue più preziose risorse e mettendo a repentaglio lo sviluppo e l’avvenire del Paese. Nonostante l’ineludibile processo di invecchiamento della popolazione, l’Italia, almeno per quanto riguarda il tasso di fecondità (ovvero il numero
medio di figli per donna in età feconda, dai 15 ai 49 anni) non si colloca proprio come fanalino di coda nella classifica europea. Dietro di sé ha ben cinque nazioni: Spagna, Polonia, Cipro, Grecia e Portogallo. Interessante è notare l’andamento irregolare, del tasso di fecondità, dagli anni ‘60 fino a oggi: nel 1960 la media italiana era di 2,37 figli per donna (in Francia era di 3,78), negli anni ‘80 di 1,64 e nel 2000 di 1,26; al 2014 le donne italiane hanno in media 1,37 figli (dato Eurostat). Dati eloquenti, che mostrano chiaramente il rapporto di dipendenza tra il grado di fecondità di un paese, le condizioni economiche e il welfare dello stato in questione. I Paesi europei più fecondi sono Francia, con una media di 2,01, seguita da Irlanda, Islanda e Svezia. O in fondo alle graduatorie, o in cima: le donne italiane sono le più tardive d’Europa a procreare,
EMIGRATO NEL PERIODO FRA LE DUE GUERRE MONDIALI HA PRESTATO SERVIZIO CON ONORE NELL’ESERCITO STATUNITENSE
Alcide Benini, eroe americano «tennese» Diego Busacca e il compianto Agrippino Russo erano riusciti, poco prima della sua scomparsa, ad incontrare Alcide Benini, originario di Gavazzo, e a documentare la storia di una delle tante famiglie del Tennese emigrata negli Stati Uniti nel periodo di grave crisi economica che si sviluppò fra le due guerre mondiali. Una testimonianza che aggiunge una ulteriore storia alle tante vicende di emigrazione del Trentino: storie di fatica, di difficoltà e, qualche volta, di riscatto di tanti che hanno dovuto lasciare i paesi di origine per cercare una condizione di vita migliore altrove. Sono storie durissime, che raccontano di 11/12 - 2016
vite in miniera (la destinazione usuale erano soprattutto le miniere di carbone della Pennsylvania) e di desiderio di ricordare e
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mantenere il legame con la patria di origine. Di una di queste famiglie faceva parte anche Alcide Benini, di Gavazzo, che ha ancora numerosi parenti nel Tennese, ma che ha anche decine di membri (fra fratelli, zii e cugini) proprio negli Stati Uniti. Solo che la sua storia di ordinario emigrante, è divenuta nel tempo la storia di uno straordinario personaggio pubblico – militare di carriera con il nome in codice di «Bull», più volte decorato e sepolto infine ad Arlington, il cimitero degli eroi nazionali degli Stati Uniti, con una cerimonia di Stato davvero incredibile. E non solo: quando era ancora in vita, il
GENTE E FATTI
si stima che in media facciano un figlio all’età di 30,7 anni; le più precoci sono invece le albanesi, il cui “orologio biologico” inizia a ticchettare più forte verso il 25esimo anno d’età. A mali estremi, estremi rimedi. Per trovare una soluzione all’incombente problema del calo delle nascite, infatti, ci si inventa di tutto: non è questa la sede per parlare dell’idea del nostro Ministro Lorenzin a cui è venuto in mente di promuovere il “Fertility Day”, una campagna il cui scopo iniziale era quello di far riflettere la gente sulla questione, e che ha finito per offendere parte della popolazione femminile italiana. Chi ha avuto più fantasia in questo caso, (nonostante non si posizionasse così in basso rispetto agli altri paesi europei in quanto a natalità) è stata la Danimarca, che ha ideato e proiettato su tutte le tv nazionali una serie di spot dal nome “Do it for mum” con lo scopo di invitare i giovani a fare figli (che personalmente mi
ha lasciata un po’ perplessa), e che a quanto pare ha riscosso un certo successo. C’è da dire però che le ragioni del calo delle nascite per quanto riguarda Italia e Danimarca sono da ricercare in sedi diverse: con buona probabilità le famiglie italiane desistono dal fare figli per ragioni economiche, dubito che quelle danesi condividano lo stesso problema. Restringendo il campo, spezzo una lancia a favore del Trentino e dell’Alto Adige che da questo scenario escono abbastanza a testa alta. All’1 gennaio 2016, la popolazione residente in Provincia di Trento di una fascia d’età compresa tra i 15 e i 29 anni è pari al 15,5% sul totale, superiore rispetto a una media italiana del 15.2%, ma comunque di gran lunga inferiore a quella europea di 17,5%. La fascia di popolazione più cospicua è invece quella tra i 45 e i 49 anni, che rappresenta l’8,1%
del totale dei cittadini, trentini come italiani; a seguire la fascia 50-54, quasi l’8% degli abitanti, e quella 55-59, che raggiunge circa il 7%. Secondo una ricerca Istat riferita al 2015 ma resa disponibile pochi giorni fa, sono infatti Bolzano e Trento le province italiane più fertili d’Italia: nella provincia di Bolzano ogni donna ha in media 1,7 figli (2,42 le straniere e 1,62 le italiane) mentre in quella di Trento è di 1,56 (2,25 le straniere e 1,44 le italiane), pienamente in linea con la media europea di 1,58 figli per donna. “Il Trentino è un po’ meno vecchio del resto d’Italia, - spiega Arianna Bazzanella, ricercatrice all’Osservatorio sulla condizione dell’infanzia e dei giovani della Provincia di Trento e coordinatrice del rapporto “Crescere in Trentino” - l’età media è quella di 43 anni ed ogni 100 ragazzi ci sono 142 anziani. Il contesto lavorativo però per le nuove generazioni è sempre più ino-
spitale, - prosegue – ai giovani non vengono infatti fornite tutele relative al mondo del lavoro. In più, come ci ha suggerito Paolo Rubino, coordinatore di ricerca sulla valutazione dei sistemi educativi trentini, la spesa per la formazione di ogni giovane in Italia è pari al costo di una Ferrari. Eppure, i giovani che si formano qui spendono le loro conoscenze altrove, in un posto in cui le competenze acquisite hanno un valore, dunque l’investimento iniziale si rivela essenzialmente un investimento a vuoto. A fronte di questi dati l’Italia, che dovrebbe considerare il capitale giovanile come la risorsa indispensabile per il proprio futuro anche perché rara, non sembra agire in quella direzione. Non più in grado di mantenere e neanche di far tornare i giovani emigrati, sta facendo un vero e proprio buco nell’acqua: sta letteralmente perdendo il patrimonio demografico del domani. Chiara Maistri
Grazie a un progetto «History Lab» del Museo storico del Trentino, Agrippino Russo e Diego Busacca hanno realizzato un docufilm su di lui
suo corpo di appartenenza (una delle forze speciali della marina) già gli aveva dedicato un’ala del proprio museo per raccontarne la vita e le principali onorificenze; dopo la sua morte la marina militare degli Stati Uniti gli ha dedicato il campo di appontaggio della portaerei USS Bataan, che ora vede campeggiare sulla fiancata del castello la scritta «Bull Benini Field».
La scelta della nave non è casuale: lui fu uno dei sopravvissuti alla «marcia della morte di Bataan», la marcia forzata a cui i giapponesi costrinsero migliaia di prigionieri, militari e civili, catturati nelle Filippine durante la Seconda Guerra Mondiale. L’evento, poi riconosciuto crimine di guerra dal tribunale internazionale, costò la vita a migliaia di prigionieri. Il suo comportamento generoso e coraggioso durante la prigionia che ne seguì, gli valse la sua prima medaglia. In questo documentario sono raccontate le
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origini, il suo parlare in dialetto trentino in famiglia, la sua giovinezza, il suo rifiuto a tornare in miniera dopo la fine della guerra e la scelta di diventare soldato – attraverso la sua testimonianza e quella dei familiari – sia quelli che ancora vivono negli Stati Uniti, che quelli che sono rimasti a Tenno. Il docufilm di Agrippino Russo e Diego Busacca intitolato «The Benini family of America. Le origini di Alcide Benini, eroe americano», un progetto di «History Lab», è stato proiettato il 7 novembre scorso al teatro don Bosco di Tenno, con la presentazione di Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo Storico del Trentino e di Diego Busacca. 11/12 - 2016
ATTUALITÀ COINVOLTE FONDAZIONE EDMUND MACH E FONDAZIONE BRUNO KESSLER
Scienziati trentini nel team per combattere il virus Zika Fondazione Edmund Mach e Fondazione Bruno Kessler sono gli unici enti di ricerca italiani, assieme all’Università di Siena, a far parte del neocostituto consorzio scientifico internazionale ZikAlliance che ha ricevuto dall’Unione Europea 12 milioni di Euro nell’ambito del programma Horizon 2020, per realizzare un progetto di ricerca all’avanguardia contro l’epidemia provocata dal virus Zika in Sud America e nei Caraibi e il conseguente rischio di diffusione a livello globale. I due team coinvolti sono il gruppo di Ecologia applicata coordinato dal Roberto Rosà del Centro Ricerca e Innovazione FEM, e il gruppo di processi dinamici (DPCS) coordinato da Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler, che per un periodo di tre anni lavoreranno assieme ad altri 50 gruppi di ricerca di 18 paesi, integrando conoscenze biologiche e modelli matematici. Il consorzio è coordinato dal virologo
Xavier de Lamballerie (Università di AixMarseille). ll team di ricerca trentino FEM/FBK lavorerà all’interno di ZikAlliance con un approccio altamente interdisciplinare, integrando le nuove conoscenze biologiche ed epidemiologiche legate alle infezioni trasmesse da zanzare con la formulazione di modelli matematici utili per la valutazione del rischio di introduzione e diffusione in Europa di alcune malattie importanti di origine tropicale e veicolate dalle zanzare come Zika virus, Dengue e Chikungunya. Uno dei principali obiettivi del progetto è di implementare una piattaforma di ricerca che consenta una pronta attivazione nel caso di futuri rischi di epidemia. Il virus Zika è causa di una malattia trasmessa da zanzare tropicali con sintomi simili a quelli della febbre dengue, della febbre gialla e della malattia del Nilo occidentale. Mentre l’infezione porta spesso a sintomi
lievi, tra cui febbre e rash cutaneo, ora c’è consenso scientifico sul fatto che il virus Zika possa provocare complicazioni serie come la microcefalia e la sindrome neurologica di Guillain-Barré. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità al momento 71 paesi o territori hanno riportato trasmissione locale del virus e 23 di questi hanno segnalato casi di microcefalia e altre malformazioni del sistema nervoso centrale in neonati potenzialmente associati con l’infezione da virus Zika. (Uff. Stampa FEM -Uff. Stampa FBK)
IN OCCASIONE DELLE FESTIVITÀ SI È REGISTRATO UN FORTE INCREMENTO DELL’ESPORTAZIONE DI PRODOTTI ALIMENTARI
È record storico per il Made in Italy alimentare sulle tavole delle festività di tutto il mondo con l’export di vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi ma anche caviale Made in Italy che solo per il periodo di Natale raggiunge i 3,2 miliardi di euro, in aumento del 3%. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti sulla base delle proiezioni relative al mese di dicembre 2016 su dati commercio estero dell’Istat. Ad aumentare - sottolinea Coldiretti - è il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici del Natale, dallo spumante (+24%) al caviale (+3%), fino ai panettoni (+1%), ma crescono anche i vini (+3%) i salumi (+8%) e i formaggi (+7%), secondo elaborazioni Col-
diretti su dati Istat relative ai primi nove mesi del 2016. Un record ottenuto - precisa Coldiretti - nonostante l’embargo della Russia che ha sancito, a partire dal 6 agosto 2014, il divieto totale all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi. A guidare la classifica di questo Natale all’estero è lo spumante italiano. Mai così tanti brindisi come quest’anno nel mondo saranno Made in Italy con la domanda che - sottolinea Coldiretti - è cresciuta in valore del 46% in Gran Bretagna e del 31% negli Stati Uniti che si classificano rispettivamente come il primo e il secondo mercato di sbocco delle
Archivio CCIAA Trento - Foto Romano Magrone
Nel mondo si brinda con spumante italiano
bollicine italiane, le quali però vanno forte anche in Francia, patria dello champagne, dove si
registra un aumento degli acquisti del 57%. Si tratta di risultati che trainano l’intero settore dei vini per i quali si registra complessivamente un aumento del 3 per cento in valore dell’export. Ad essere richiesti - continua Coldiretti - sono anche il caviale made in Italy, che continua la crescita boom fatta registrare sui mercati internazionali nel giro di un appena un decennio e «incassa» un ulteriore +3%, e i dolci nazionali come panettoni, altri prodotti della pasticceria tipica delle feste, in aumento dell’1 per cento in valore. In salita anche la domanda di formaggi italiani che fanno registrare un aumento in valore delle esportazioni del 7%. (aise)
Festa nazionale della Romania celebrata anche in Trentino Anche il presidente della Trentini nel mondo è stato invitato alla cerimonia con la quale, per iniziativa del Consolato onorario della Romanai (che ha il suo recapito pressola sede della Trentini nel mondo in via Malfatti a Trento) è stata celebrata la Festa nazionale della Romania. Tra i presenti, il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta; il Console Generale di Romania a Milano, Adrian Georgescu; il Segretario di Stato della Romania nel Ministero dell’Economia, Valentin Ionescu. 11/12 - 2016
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ATTUALITÀ LA COMMISSIONE DEL MINISTERO AUDIRÀ LE FINALISTE E PROCLAMERÀ LA VINCITRICE MARTEDÌ 31 GENNAIO 2017
Trento fra le dieci città in lizza per il titolo di «Capitale italiana della cultura 2018» Alghero, Aquileia, Comacchio, Erice, Ercolano, Montebelluna, Palermo, Recanati, Settimo torinese e Trento. Sono queste le dieci città finaliste per il titolo di Capitale italiana della cultura per il 2018 scelte all’unanimità dalla giuria presieduta da Stefano Baia Curioni tra le 21 città partecipanti. Alla vincitrice verrà assegnato un contributo di 1 milione di euro e l’esclusione delle risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del patto di stabilità. Il titolo è stato istituito dalla legge Art Bonus sulla scia della vasta e virtuosa partecipazione di diverse realtà italiane al processo di selezione per individuare la Capitale europea della cultura 2019. «Abbiamo ricevuto molte proposte di elevata qualità – ha
dichiarato il presidente Baia Curioni – a dimostrazione che le città candidate hanno saputo combinare insieme cultura, partecipazione e creazione di capitale sociale. È il segno che anche grazie alla Capitale italiana della Cultura la capacità di sviluppare
progetti integrati è cresciuta su tutto il territorio nazionale». «La soddisfazione per il risultato - si afferma in un comunicato stampa del Comune di Trento - testimonia non solo il grande valore della nostra città, radicato nella storia e proiettato al futuro,
ma anche la qualità del lavoro svolto dall’Amministrazione comunale nella predisposizione del dossier che supporta la candidatura. Un lavoro portato avanti in sinergia dagli uffici comunali, dalla società Pts Consulting e dagli sponsor che hanno creduto a questa sfida: Isa, Itas Assicurazione, Dolomiti energia, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Ma anche dai tanti cittadini che stanno supportando questo percorso con il loro sostegno e la loro partecipazione alle iniziative che sono state organizzate in queste settimane di attesa di questo primo risultato». La commissione ministeriale audirà nel mese di gennaio le dieci finaliste: la Capitale italiana per il 2018 sarà proclamata martedì 31 gennaio.
Consegnato a Betlemme il presepe trentino realizzato dai maestri artigiani di Tesero Il 24 dicembre a Betlemme, il luogo dove tutto ebbe inizio, dove nacque Gesù, luce del mondo per tutti i popoli, l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi - accompagnato da una delegazione di pellegrini e dai consiglieri provinciali Piero Degodenz e Walter Viola nel corso di una breve cerimonia nel chiostro della Basilica della Natività ha consegnato al Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, il presepe realizzato dai maestri artigiani di Tesero, dono di Papa Francesco. Il Custode di Terra Santa ha benedetto il presepe e il gruppo di pellegrini trentini giunti
qui per il Natale. Alla cerimonia è intervenuto anche Padre Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino. Prima della Messa di mezzanotte, l’assessore Gilmozzi cenerà con il presidente palestinese Abu Mazen. Fin dalle prime ore del mattino, in una Betlemme agghindata a festa con coloratissime parate di diversi gruppi di scout palestinesi, sono state migliaia le persone che hanno visitato e si sono fatte fotografare davanti al presepe dei Trentini. Il presepe a grandezza naturale è composto
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dalla Sacra Famiglia, i tre Re Magi, una pastora e un pastore, questi ultimi in costume tradizionale delle Dolomiti. Un popolo festoso di fedeli, venuti da ogni parte del mondo per festeggiare il Natale nel luogo più significativo di tutta la Cristianità. Grande entusiasmo da parte di persone europee, asiatiche, americane, un popolo multiculturale che si è messo in fila pazientemente prima per visitare la grotta e poi il presepe allestito dall’Associazione Amici del Presepio di Tesero nel chiostro della Basilica (Uff. Stampa PAT) della Natività.
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«Penso di essere stata estrem a trovarmi nel posto giusto a M i chiamo Jennifer Morellato, sono di Riva del Garda, mia mamma era tedesca e mio papà rivano doc; sono nata in Germania ma cresciuta qui a Riva, che ho lasciato quando avevo diciotto anni per andare a studiare Scienze politiche a Milano. Lavoravo e studiavo al tempo stesso, quindi ci ho messo un pochino di più a laurearmi, però ho maturato una bella esperienza come accompagnatrice turistica, ho visitato moltissimi paesi nel mondo, essendo questa la mia passione, poiché mia mamma lavorava in un’agenzia viaggi e mio papà viaggiava per lavoro, per cui siamo un po’ zingari di famiglia. Per me decidere di andare all’estero e rimanerci è stata una casualità, come tante volte nella vita, ma non penso che avrei avuto le stesse opportunità se fossi rimasta qui, anche se la crisi ancora non c’era. Io penso di essere stata estremamente fortunata a trovarmi nel posto giusto - e con le persone giuste - al momento giusto. Dopo che mi sono laureata ho fatto un viaggio di alcuni mesi; stavo viaggiando con la mia migliore amica attraverso la Nuova Zelanda e poi l’Australia, e ci siamo fermate in Thailandia; nel frattempo quello che è diventato il mio compagno, il papà dei miei figli, era appena arrivato in
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bambina ci sono stati prima i mesi della gravidanza, poi quelli di questa nuova vita, quindi ho dovuto rallentare i ritmi di lavoro; durante un incontro tra mamme ho conosciuto quella che poi è diventata la mia socia. L’INCONTRO CON ELISA
Cambogia per dare una mano a un suo amico che aveva avviato un ufficio viaggi là. Sono arrivata in Cambogia dalla Thailandia con l’intento di rimanerci una settimana… poi le cose sono cambiate, sono passati quindici anni e siamo ancora lì! Per i primi anni ho sfruttato la mia esperienza nel turismo. Mio marito, che è specializzato in viaggi di italiani in Cambogia, organizzava l’agenzia, io lo aiutavo, un po’ in ufficio e un po’ facendo la guida nella capitale, Phnom-Penh. In realtà l’ufficio copre quattro paesi, il Vietnam, la Thailandia, la Cambogia e il Laos. Quando è nata la mia prima
Elisa (a sinistra nella foto in basso), padovana, viveva anche lei a Phnom-Penh, ed aveva due bambini piccoli: una persona eccezionale, esplosiva, piena di idee; ci siamo incontrate, mi ha presentato entusiasticamente quello che avrebbe voluto fare in Cambogia, come utilizzare materiali, come riciclarli… voleva fare delle borse, voleva fare dei gioielli, un sacco di cose, e cercava qualcuno che le organizzasse un po’ la parte logistica, amministrativa. Io non avevo esperienza in quel settore, però avevo un po’ di tempo a disposizione, così quasi per gioco abbiamo cominciato con l’aprire il nostro primo workshop, nel garage di casa mia. Elisa ha studiato lingue orientali, ha vissuto dieci anni in Cina, i più grossi commercianti in Cambogia sono cinesi, quindi siamo andate nei mercati a contrattare in cinese le prime macchine da cucire; comprate le prime due macchine, abbiamo assunto la prima modellista, il primo sarto: insomma, abbiamo messo insieme tutta l’energia e la volontà che avevamo, i pochi soldi messi da parte ed abbiamo iniziato quest’avventura. Naturalmente non si poteva più rimanere nel garage, abbiamo affittato un locale, vi abbiamo posizionato le macchine da cucire e abbiamo allestito un piccolo negozietto, che è stato inaugurato nel dicembre del 2006. Siamo partiti con sette persone e adesso ne abbiamo centoquindici. Naturalmente ci siamo spostati quattro o cinque volte, mano a mano che lo spazio diventava insufficiente e nel frattempo abbiamo cercato di mettere a punto quelle che erano le nostre idee su
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Jennifer Morellato vive in Ca e cresciuta a Riva del Gard politiche, ha lavorato nel sett con una socia ha dato il via borse ed accessori con material che occupa 115 dipendenti, con paesi, cinque negozi monomar
«Per me decidere di andare a una casualità, come tante volte avrei avuto le stesse opportunit la crisi ancora non c’era. Son l’intento di rimanerci una se cambiate, sono passati quindici un arricchimento, ma anche un però che i nostri figli crescerann
mamente fortunata l momento giusto»
ambogia, è nata in Germania da, si è laureata in Scienze tore turistico. A Phnom-Penh ad un’impresa che produce li diversi, soprattutto di riciclo, distribuzione dei prodotti in 15 rca in Cambogia e uno on-line
all’estero e rimanerci è stata e nella vita, ma non penso che tà se fossi rimasta qui, anche se no arrivata in Cambogia con ettimana… poi le cose sono anni. Vivere all’estero comporta n leggero sradicamento, penso no con una mente molto aperta»
un progetto del genere. Delle due, Elisa era la persona creativa, mentre a me piace di più organizzare, ma dal primo giorno ci siamo trovate d’accordissimo sulle modalità con cui dare inizio all’avventura nostra: salari competitivi, nessuna discriminazione tra persone con o senza handicap, tra donne e uomini, tra razze, religioni, perché vorremmo operare al di sopra di queste cose. Essendo poi due mamme con bambini piccoli, ci stava molto a cuore la protezione della maternità, dato che, per esempio, il congedo per maternità, che per noi è scontato, non lo è in Cambogia. I primi soldi che entravano li abbiamo sempre reinvestiti, abbiamo aperto un piccolo asilo aziendale, una parte del quale è adibito a nido, con due ragazze che seguono i neonati e due maestrine che seguono i bambini più grandi, fino ai sei anni. Dopo i sei anni chiunque è benvenuto, ma solo come doposcuola, perché noi vogliamo incoraggiare la scuola pubblica. «SMATERIA» È IL NOME DEL NOSTRO MARCHIO
Non abbiamo mai avuto grosse difficoltà. Aprire un nuovo business è molto facile in questo momento in Cambogia, basta una registrazione al Ministero del Commercio. Se lo start up è facile, la sfida più grande è rimanere costanti e crescere nel tempo. La mia decisione di cominciare è nata quasi per caso, ma ormai per me, in questo momento, la Cambogia, l’azienda, sono casa. «Smateria» è il nome del nostro marchio, che ormai è registrato in moltissimi paesi; produciamo borse ed accessori con materiali diversi, ma molto legati all’idea del riciclo, quindi utilizziamo buste di plastica riciclate, il tetrapak dei cartoni del latte, quest’anno stiamo per lanciare la seconda collezione con scarti di pelle, tra l’altro pelle italiana di un’azienda italiana che produce divani in Cambogia, ma soprattutto utilizziamo quella che chiamiamo rete da pesca, una rete che si trova già
in cinque colori diversi che poi noi abbiniamo, fino ad avere una selezione di colori quasi infinita. Queste reti vengono in realtà utilizzate anche in città nei cantieri, per filtrare il cemento, o nelle campagne, per seccare il riso fuori dalle case. È un materiale povero, che non può essere riciclato, perché verrebbe a buchi, ma è colorato, estivo, molto fresco e giovane e sta avendo un ottimo riscontro. Il nostro slogan è: “Ho Smateria in testa”. Noi distribuiamo ormai in quindici paesi, abbiamo un negozio on line e, in Cambogia, cinque negozi monomarca. Oggi Elisa vive in Francia, ma il nostro progetto continua, lei torna a Phnom-Penh ogni due o tre mesi e ci sentiamo tutti i giorni in Skype, al giorno d’oggi si può lavorare anche a distanza. ADESSO IN CAMBOGIA C’È UNA GROSSA ENERGIA
La più grande differenza con la Cambogia è che là in questo momento sta esplodendo tutto, sta iniziando tutto, c’è una grossa energia, quindici anni fa nessuno parlava inglese, oggi, almeno in città, lo parlano tutti, insomma è un paese tutto da ricostruire. Dopo quello che è successo tra il 1975 e il 1979, dopo che il paese è stato martoriato, dopo che hanno subito un genocidio, c’è tanta energia, succedono tante cose. In Italia, questo lo vedo meno. Naturalmente la Cambogia rimane un paese del terzo mondo,
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La testimonianza di Jennifer Morellato è tratta dal libro «Nuove migrazioni. Giovani trentini e mobilità transnazionale», di Tiziana Calzà e Laura Robustelli, edito dalla Menomoteca del Basso Sarca nella «Collana Ricerche»
un paese molto povero, dove tutti i giorni, andando a lavorare o accompagnando i bambini a scuola ci si scontra con realtà molto dure, con un modo di vita difficile da accettare per noi che veniamo da un’altra realtà dove non manca niente. Per questo Elisa ed io facciamo tutto quanto possiamo per migliorare le condizioni di chi lavora con noi: è una goccia nel mare, ma sono pur sempre centoquindici famiglie che ricevono uno stipendio alla fine del mese, e alle quali garantiamo un buon tenore di vita. Il paesaggio della Cambogia è caratterizzato dai templi, che valgono sicuramente un viaggio nel sud-est asiatico, il profumo è quello del cibo di strada. Vivere all’estero comporta un arricchimento, ma anche un leggero sradicamento, penso però che i nostri figli cresceranno con una mente molto aperta: vanno alla scuola internazionale, per loro è normale parlare correntemente due lingue, l’inglese forse meglio dell’italiano; giocano con bambini di quindici nazionalità diverse, sicuramente quel razzismo di cui si ricomincia a parlare qui, loro non sanno nemmeno che cosa voglia dire, e questa è una cosa meravigliosa. Probabilmente, quando avranno la mia età, magari non avranno un posto dove tornare, perché non so se passeremo in Cambogia l’intera vita. In realtà in questi anni è difficile dire cosa significhi essere sradicati; penso che siamo un po’ tutti cittadini del mondo. 11/12 - 2016
di Mario Anelli L’ATTIVITÀ È STATA AVVIATA NEL 1956 DA DAVIDE FANTI E L’AZIENDA CONSERVA UNA FORTE IMPRONTA FAMILIARE
Segheria, tetti in legno e case in legno tre distinti marchi per il «Gruppo Fanti»
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ella sede aziendale del Gruppo Fanti a Malosco, alta Valle di Non, tutto è in legno vero e prezioso. Fodera uffici, sale riunioni, scale interne, arredi e rivestimenti. È la materia prima posta in opera. Tutt’attorno al compendio aziendale i monti boscati ovvero la natura come show room. «Usiamo solo legno trentino, acquistato ad una distanza massima di cento chilometri – tiene a dire Marino Fanti, il presidente del gruppo - anche se converrebbe acquistare semilavorati in Austria, Germania, in Ucraina o Siberia, ma teniamo ferma una tradizione che garantisce la qualità del nostro prodotto a partire proprio dalla materia prima che possiamo selezionare nel bosco». Ecco il segreto del gruppo industriale, composto da tre marchi distinti: segheria, tetti in legno e case in legno. Una squadra di boscaioli è al lavoro tutto l’anno nelle foreste certificate con sviluppo ecosostenibile, dove il taglio è proporzionato alla crescita sotto il controllo attento dei corpi forestali. L’azienda individua le migliori selezioni di abete e larice, ma lavora pure rovere, pino e castagno. Quindi i tronchi sono trasportati nei grandi spazi di lavoro a Malosco, estesi su tre ettari, dove vengono lavorati, essiccati e quindi commercializzati. L’aria profuma di resinose nella grande segheria, la prima attività della famiglia, avviata nel 1956 da Davide Fanti, il fondatore. In anni successivi l’azienda s’è 11/12 - 2016
Nell’impianto di Malosco il legno, proveniente dal Trentino, viene trasformato in tavolati, travature in massello, in lamellare e bilamellare, per costruire edifici civili, strutture industriali, commerciali, hotel, rifugi. Specialità di spicco del gruppo è il «legno armato», frutto della ricerca e tecnologia brevettata Armalam tuffata nelle costruzioni in legno e nelle coperture di edifici chiavi in mano su impulso di Marino Fanti, il figlio oggi cinquantenne. Il gruppo ha il cervello centrale nell’ufficio progettazione, dove le richieste del cliente vengono tradotte in elaborati d’ogni genere. L’imput informatico li trasforma poi in tavolati, travature in massello, in lamellare e bilamellare, in legno armato, in pareti esterne ed interne di case. Per costruire edifici civili, strutture industriali, commerciali, hotel, rifugi, ecc. Specialità di spicco del gruppo è il legno armato, frutto del matrimonio tra legname trentino selezionato, ricerca e tecnologia brevettata Armalam. La trave lamellare è rinforzata con l’inserimento di una o più barre di acciaio in apposite fre-
sature longitudinali praticate in alcune lamelle e fissate con resina epossidica. Resistenza e rigidità sono le sue caratteristiche, utili per spazi contenuti da esigenze progettuali, funzionali, architettoniche. E per luoghi a spiccata sismicità oppure umidi. In un grande capannone nei pressi della segheria troneggiano un impianto per lamellari ed una stazione di lavoro per il taglio a controllo numerico di elevata precisione per travature. In un secondo nei pressi è all’opera una grande pialla per lamellari. Il tetto è coperto da 1500 mq di pannelli fotovoltaici per una produzione annua di 255.000 Kilowatt.(investimento di 750.000 Euro). L’evoluzione del gruppo è stata progressiva e continua a partire dal
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www.fantigroup.it 1990, informatica, nuovi prodotti ed organizzazione fino a registrare un fatturato che a fine 2015 ha toccato i sei milioni di Euro con 35 dipendenti. La catasta di grossi tronchi accanto alla segheria è imponente, pronta per potenti caricatronchi, segatronchi, refilatrici, multilame, refendini e scorniciatrici. La caratura familiare del gruppo è confermata dalla presenza in azienda della moglie del titolare Rosaria e delle sorelle Elisabetta e Roberta. Anche la madre Emma è al lavoro. Caposegheria è Ferruccio Fanti, un parente, mentre Giovanni Inama guida l’ufficio tecnico. Su riviste di settore o nell’area glamour si trovano alcune delle realizzazioni di Fanti nella stazione sciistica di Madonna di Campiglio, come il rifugio Vallesinelle, Villa Stella di Brenta o l’Hotel Cima d’Oro. Ma pure moltissime abitazioni in stile alpino e Casa Sebastiano a Coredo, tutta in legno per bambini autistici.
MARINO FANTI HA INIZIATO A LAVORARE INSIEME AL PADRE NEL BOSCO E IN SEGHERIA QUANDO AVEVA SEDICI ANNI
Investiamo per ampliare il raggio d’azione A
16 anni Marino Fanti studiava e seguiva il padre al lavoro nel bosco ed in segheria. «Allora ero il jolly – ricorda – l’esperienza m’è servita per conoscere ed amare il nostro legno». Sta forse in quel faticoso apprendistato il segreto della sua azienda? «È proprio così. Per me è una passione, sappiamo distinguere in modo approfondito le caratteristiche migliori del nostro legname trentino, gli incredibili vantaggi e le infinite qualità: ecco l’ingrediente che fa la differenza con legname siberiano, ucraino o del mondo tedesco. L’uso di materiali naturali ed ecocompatibili, abbinato alle ultime tecnologie di costruzione nel campo della bioedilizia ci consente di realizzare edifici per il presente, ma decisamente proiettati nel futuro. Come state costruendo il vostro futuro? «Continuiamo ad investire per ampliare il nostro raggio d’azione. Per potere mantenere quello italiano, dove le prospettive non sono rosee per nessuno o quasi e per uscire verso l’estero dove il futuro può realmente esserci». Con quali nuove proposte? «Mi limito a dirne una. Stiamo
«Stiamo studiando e preparando il Rinwall, un pannello/telaio in legno duraturo che rinnova le pareti riqualificando le case d’abitazione, uffici ed altro del patrimonio edilizio che fino ad oggi, per tradizione, è realizzato in cemento» studiando e preparando il Rinwall, un pannello/telaio in legno duraturo che rinnova le pareti riqualificando le case d’abitazione, uffici ed altro del patrimonio edilizio che fino ad oggi, per tradizione, è realizzato in cemento. Saremo in grado di foderare le pareti con legno attrezzato, come un vestito per condomini e per normali case
d’abitazione applicandolo con tutta la tecnologia necessaria e le condotte funzionali di servizio, serramenti e fotovoltaico inclusi. La nostra modalità consentirà agli abitanti di rimanere in casa durante i lavori, non saranno obbligati a traslocare. Sarà possibile riqualificare dal punto di vista energetico gli edifici assieme alla
loro rigenerazione funzionale ed estetica. Interverrà pure la domotica per consentire una migliore vivibilità negli appartamenti. Stiamo lavorando al prototipo in collaborazione con l’università di Trento ed il Cnr di San Michele all’Adige. A quali target puntate? «Sicuramente sia privati che pubblici. Basta pensare al patrimonio di edilizia popolare molto grande ma invecchiato». Avete in corso altre ricerche mirate all’innovazione? «Due sono le principali, con il supporto di San Michele all’Adige. Una concerne la possibilità di impregnare il legno prima di essicarlo e lavorarlo. La seconda è sulle muffe, all’interno di un progetto europeo mirato». Cosa state progettando per l’estero? «In corso ci sono varie iniziative. All’inizio del 2017 saremo a Blumenau in Brasile, nello stato di Santa Catarina, con un prototipo di edificio in legno contenente ogni tecnologia immaginabile. Ingresso stanze, sale, ecc. Tutto monitorato in continuo. Ci andremo all’interno del progetto nazionale Made in Italy coordinato da Habitech. Le ditte partecipanti saranno tutte trentine».
Un impianto di teleriscaldamento anti spreco Perché disperdere nell’aria la potenza prodotta dai processi di essicazione del legname? La risposta del gruppo Fanti è nell’impianto di teleriscaldamento a biomassa (potenza un megawatt) capace di trasformare in acqua calda quanto evaporerebbe nell’atmosfera durante i processi di essiccazione della materia prima. L’azienda utilizza il proprio cippato come carburante per i suoi due essicatoi da 100 metri cubi ciascuno. L’acqua calda prodotta riscalda ogni ambiente di lavoro, compresi i grandi capannoni, le case di famiglia, 210 appartamenti in sei condomini e due alberghi. Ed è prossima l’estensione della rete di teleriscaldamento al nuovo centro sportivo pubblico del vicino comune di Ronzone, dotato di piscina coperta e scoperta.
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di Mario Anelli LA SEDE È A BESENELLO E IL SUO MERCATO, INIZIALMENTE SOLO REGIONALE, SI STA ESPANDENDO IN ITALIA E ALL’ESTERO
Tradizione abbinata alla modernità nei prodotti del Birrificio Pløtegher
E
tre. La ØL Trentina è venuta alla luce poco prima di Natale. È l’ultima nata del birrificio artigianale Pløtegher di Besenello: una Lager di 5 gradi alcolici rigorosamente lavorata a bassa fermentazione nello stile di famiglia, ovvero in purezza secondo il Reinheitsgebot, l’editto storico del 1516: orzo, luppolo, acqua e lievito. Segue di poco la CORCOLOCIA Trentina, una Porter nera di 4,6 gradi venuta al mondo alle 9.21 del primo novembre scorso. Nel 2015 la VALKIRIJA Trentina, una Keller di 5 gradi, fu la prima creazione dei fratelli Plotegher, Stefano il birrario (31 anni) e Matteo il commerciale (39 anni). Un vero cavallo di battaglia la Valkirija, birra vikinga apprezzata subito dal mondo in continua espansione degli amanti del genere. Ambrata, non filtrata, con una nota finale delicatamente amara ed erbacea, sa togliere la sete con sapore ed insinua felicità quanto basta. I nomi scelti rivelano la scelta aziendale. «Siamo risaliti alle tradizioni antiche dei Cimbri - sottolinea Matteo – a quelle popolazioni radicate millenni fa nello Jutland, l’odierna Danimarca, scese fino da noi, a quelli che consideriamo i nostri padri». La ØL è la birra chiara per tutti, con etichetta dai colori bianco e giallo, vi spicca la scritta «Viking
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L’acqua usata scende limpida da mille metri di quota, a monte del vicino Castel Beseno; luppolo e orzo provengono da controllati campi di coltivazione di Germania e Danimarca; silos di fermentazione, tini di bollitura e filtranti e altri macchinari in acciaio inox sono stati costruiti con le loro mani dai fratelli Stefano e Matteo beer trentina». La CORCOLOCIA, invece, sull’etichetta marrone propone un gallinaceo mitologico dal lungo becco a rostro sotto dentato chiamato Corcolocio. Nel nome VALKIRIJA compare un antico corno d’osso, in etichetta è disegnato un elmo con due corna, appeso v’è un grappolo di luppolo, a fianco la scritta Viking Keller. Lo slogan è
comune per le tre birre: «per non far morire a tua sete bevi birra Plotegher» Tradizione, ma abbinata alla modernità. Il loro mercato, inizialmente solo trentino e altoatesino, si sta espandendo in Italia con puntate all’estero. Da ragazzini le prime prove, assaggi e dosaggi, quindi il passaggio all’homebrewing, ovvero
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birra per soli familiari ed amici per approdare infine all’iniziativa imprenditoriale, al birrificio Plotegher. Entrambi diplomati in istituti tecnici, nel 1999 Matteo avvia la prima azienda, la Quality Trentino, servizi per aziende meccaniche, mentre Stefano non cessa di sperimentare fino a scoprire i segreti degli esperti birrai. A quel punto i due fratelli decidono di produrre la loro birra ed iniziano addirittura costruendo con le loro mani gli strumenti utili alla nuova attività: silos di fermentazione, tini di bollitura e filtranti ed altri macchinari, tutti in scintillante acciaio inox e dotati di ogni certificazione europea, di celle frigo e di imbottigliatrici. L’acqua usata scende limpida da mille metri di quota, a monte del vicino Castel Beseno, il luppolo e l’orzo provengono da sicuri e controllati campi di coltivazione di Germania e Danimarca. Ma la sperimentazione per coltivare il luppolo nei pressi dell’azienda è alle porte. Moderno è pure il marketing ideato da Matteo. Ha fatto breccia a tal punto che attorno alle tre birre il tam tam sul web e sui social è instancabile. Su Facebook è un susseguirsi di valutazioni, consigli, slogan sparati. E c’è chi fotografa le tre birre come star del movimento brassicolo. In bottiglia o in cassa, in pub, al bar, in feste, fiere, nei Mercatini di Natale, sugli slittini da neve e sul bagnasciuga marino davanti a due ragazze splendidamente vive. Si susseguono i post sui social. Un esempio: «Acqua fuoco terra orzo luppolo lievito ... ingredienti magici per un prodotto magico ... grazie Odino .. skoll». I Plotegher stanno riuscendo a trasformare «Cimbro» in brand, con rimandi linguistici e grafici al mondo magico delle tribù germaniche e celtiche. Per rimanere in tema, Matteo suona pure la cornamusa fra i tamburi del «Berserker Clan», un gruppo di musici epici che riecheggiano i combattenti nordici. Accompagna le degustazioni dei prodotti brassicoli: quale miglior testimonial se non un moderno vikingo in carne ed ossa?
In arrivo la ribalta televisiva In «Beer Master Italia», serie televisiva ora in produzione, Olaf Berserker presenterà la Valkirija dallo spirito vikingo, la prima birra dell’azienda familiare dei Plotegher. Il fenomeno dei birrifici artigianali è esploso in Italia una ventina d’anni fa ed i marchi microbrassicoli sfiorano quota 1000 tra impianti proprietari, brewpub e beerfirm. In Trentino Alto Adige ora se ne contano più di venti attivi. A COLLOQUIO CON STEFANO PLOTEGHER, BIRRAIO CHE AMA MESCOLARE RICERCA, CONOSCENZE E SPERIMENTAZIONE
Una passione fiorita da bambino Sefano, che significa essere birraio nella sua azienda? Lavoro ogni giorno nello studio del Druido, cosi mi piace chiamarlo, perché è l’angolo dove posso sperimentare le ricette che con tanta pazienza e anni di prove riesco a concretizzare in birra magica, che faccio valutare ad amici e clienti. Lavoro tra sala cottura e fermentatori, svolgo tutto il processo produttivo per ottenere la birra che ho in mente, a partire dal chicco d’orzo, luppolo, acqua e lievito; cottura, fermentazione, imbottigliamento ed etichettatura mi portano alla bottiglia. Come è diventato birraio? La mia è una passione fiorita da bambino. Osservavo mio fratello che per primo ci ha provato. I buoni risultati raggiunti ci hanno spinto a costruire un impianto di produzione nostro. Per arrivare alla birra Valkirija, poi alla Corcolocia ed infine alla Ol. Come c’è riuscito? Con anni di studio della storia del prodotto, delle materie prime e dei processi produttivi per non parlare delle notti insonni. Penso che solo la passione possa far superare tutte queste fatiche, ma si è anche appagati dalla soddisfazione di vedere i clienti che si gustano la nostra birra. Lei sta facendo una «cotta». Cos’è in poche parole? È il processo dove si crea il mosto che poi verrà fermentato. In breve, dopo averlo maltato e macinato, si fa una cottura dell’or-
«Lavoro tra sala cottura e fermentatori, svolgo tutto il processo produttivo per ottenere la birra che ho in mente, a partire dal chicco d’orzo, luppolo, acqua e lievito; cottura, fermentazione, imbottigliamento ed etichettatura mi portano alla bottiglia»
Stefano Plotegher, a destra nella foto, insieme al fratello Matteo.
zo a temperatura controllata in acqua, lo si filtra e si ottiene il mosto iniziale, quindi si fa una bollitura aggiungendo il luppolo e varie spezie che caratterizzano la ricetta. A questo punto il mosto vero e proprio viene raffreddato istantaneamente e messo nei vari fermentatori aggiungendo il lievito che fa risaltare i profumi che il birraio ha deciso di dare alla birra. Dopo il periodo di fermentazione e maturazione che può prolungarsi anche per diversi mesi, la birra
viene imbottigliata o infustata. Seguirà l’etichettatura. Come caratterizza la sua birra? Con un mix di passione, conoscenze e sperimentazione. La Valkirija, per esempio, dopo una qiuindicina di anni di produzione casalinga e continue modifiche nelle sfumature di sapori e profumi. Da dove ha tratto l’ispirazione per la Valkirija? Da una vecchia ricetta risalente
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ai Vichinghi, ottenuta da mio fratello Matteo in Danimarca da un moderno Druido del luogo che conserva ricette di migliaia d’anni fa. L’ho ripresa adattandola ai palati di oggi. L’originale infatti è troppo spigoloso per noi, imbevibile perché i sapori sono eccessivi, troppo acida e dolce, molto amara ed erbacea. Poi la Corcolocia, la seconda. Perché la chiamate magica? Per il suo leggero sentore di liquirizia, con una nota di cioccolato ed un profumo derivato dal mescolamento in bollitura con un ramo di larice per dare sentori di resine lignee. È una delle magie del Druido che vi svelo. Quale sperimentazione avete in corso? Abbiamo appena terminato le prove per una Lager, la Øl pensata come birra per tutti. molto più dolce della Valkirija. Come pensa il suo futuro? Ho in testa varie birre, saranno comunque sane e genuine come le prime tre.
www.plotegherbeer.com 11/12 - 2016
PROFILI MASSIMO ESPERTO DELL’EMIGRAZIONE ITALIANA E TRENTINA IN MESSICO È SCOMPARSO IL 24 NOVEMBRE A XALAPA
Padre Benigno Zilli Manica, un esempio nello studio e nell’elevazione morale Il 24 novembre all’età di 82 anni è scomparso a Xalapa (Messico), padre José Benigno Zilli Manica. Nato in Messico a Tepatlaxco (stato di Veracruz), professore universitario, ricercatore, scrittore e giornalista, padre Zilli Manica è noto come il massimo ricercatore dell’emigrazioine italiana, e trentina, in
Messico. Come testimonia uno dei suoi cognomi, Manica, il suo ramo materno aveva origini trentine, precisamente a Castellano, in Vallagarina. Padre Benigno godeva di grande stima e considerazione in tutta la comunità trentina in Messico ed era anche molto noto nell’ambiente accademico.
Nel 2014 la Provincia Autonoma di Trento gli aveva assegnato l’«Aquila di San Venceslao». Su queste due pagine lo ricorda Renzo Tommasi, studioso dell’emigrazione trentina in Messico, che collaborò nelle ricerche con padre Zilli e del quale era grande amico.
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onobbi padre José Benigno Zilli Manica a Trento nel 1997. Mi stavo occupando della bibliografia dell’emigrazione trentina, pubblicando sulla rivista dell’Associazione Trentini nel Mondo otto schede bibliografiche con abstract per ogni numero. Nello svolgere questo lavoro mi accorsi che non esistevano pubblicazioni che trattassero dell’emigrazione trentina in Messico. In virtù di un precedente lavoro di catalogazione degli articoli inerenti l’emigrazione apparsi sulla stampa trentina dal 1850 fino al 1930, ne recuperai una serie che descriveva la storia di una cooperativa di emigrazione agricola che nel 1924 si era stanziata a La Estanzuela, nello Stato di Jalisco. Elaborai un testo che pubblicai nella rivista del Museo Storico di Trento, quindi inserii la scheda bibliografica relativa nella rivista della Trentini nel Mondo. Circa due mesi dopo mi chiamarono dalla sede dell’Associazione per dirmi: “C’è qui padre Zilli Manica del Messico che vorrebbe conoscerti”. Circa un’ora dopo già stavamo parlando di letteratura dell’emigrazione, delle nostre produzioni letterarie, a dir la verità soprattutto delle sue, e di lavoro, sì di lavoro. La visita di padre Zilli Manica era dovuta essenzialmente al fatto che il mio saggio su La Estanzuela lo aveva incuriosito e, come accade a chi si occupa di ricerca e di un ricercato tema particolare, la smania di saperne di più, più forte di qualsiasi confine, lo aveva spinto ad affrontare quel lungo viaggio. Era già stato in precedenza in Trentino, a conoscere le proprie origini scoperte in modo fortuito quando trovò, rovistando fra i vari documenti familiari, 11/12 - 2016
Qui sopra, un’immagine giovanile di padre José Benigno, tratta dall’archivio di famiglia. Qui a fianco, la consegna nel giugno del 2014 da parte di Aldo Degaudenz (a sinistra nella foto, allora vicepresidente della Trentini nel mondo) e di Renzo Tommasi dell’«Aquila di San Venceslao», il massimo riconoscimento conferito dalla Provincia Autonoma di Trento. In basso, il museo che porta il suo nome a Colonia Manuel Gonzalez. Sulla pagina a fianco, il monumento che gli è stato dedicato a Huatusco, lo striscione preparato per la festa per il suo ottantesimo compleanno e una foto che risale al 2005 nella quale Renzo Tommasi (primo a destra) è insieme a padre Zilli (primo a sinistra).
un documento di vaccinazione che gli permise di localizzare il ramo Scrinzi della sua famiglia a Nogaredo, Vallagarina. In quanto Manica era invece originario di Castellano. In quella primavera del 1997, trascorremmo alcuni giorni assie-
me. Lo aiutai ad approfondire la ricerca sulla Cooperativa di emigrazione agricola “S. Cristoforo” visitando vari archivi, fra cui quello di Villazzano, ed andando ad intervistare i parenti di don Silvino Pontaldi, l’ex-presidente della sfortunata cooperativa, che
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poi si sposò a Buenos Aires, ebbe tre figli e fu radiato dal Catalogus Cleri. Ricordo l’imbarazzo di padre Zilli Manica quando apprese ciò ma pure il suo caparbio intento di capirne il perché e di trovare il modo di giustificare tale scelta di vita dell’ex-sacerdote, fine letterato. Però poco dopo, come in un impeto di liberazione, rincorreva giocoso mio figlio Rodolfo, di tre anni, sfidandolo in gare di velocità lungo i marciapiedi delle erte strade di Villazzano. Così è padre Zilli Manica – zio Benny come insegnò a chiamarlo a mio figlio – serio, scrupoloso, meditabondo, profondo ma al contempo allegro, spiritoso, amabile. Conobbi il suo carattere assieme alle sue opere letterarie.
PROFILI
Padre Benny, come si faceva chiamare, era serio, scrupoloso, meditabondo, profondo ma al contempo allegro, spiritoso, amabile. Era un pragmatico al servizio della Chiesa, della conoscenza e del bene comune, capace di riconoscere i valori non solo spirituali dell’esistenza umana
«Italianos en México» fu una vera miniera di informazioni e di spunti per lo studio dell’emigrazione trentina. Non posso esprimermi sulle sue opere di filosofia, non nascondo la mia presunta ignoranza, quando invece i suoi racconti brevi confermavano le mie prime positive impressioni, ma per quanto riguarda i suoi impeccabili studi sull’emigrazione il mio giudizio fu tale da spingermi a chiedergli se potevo collaborare con lui. E così nacque il primo libro, «Tierra y libertad», scritto a quattro mani, sull’origine trentinotirolese della Colonia Manuel González, volutamente bilingue per essere ponte di conoscenza fra la terra natia e la terra ospitante. Una collaborazione serrata, costante, facilitata dai nuovi mezzi informatici che ci
permisero di portare alle stampe il frutto di quel lavoro in tempi relativamente brevi. Internet, in questo, fu fondamentale. Ricordo la sua predica nella cattedrale di Veracruz in occasione delle rituali feste che si tengono annualmente a metà ottobre per ricordare l’arrivo del piroscafo Atlantico carico di trentini, veneti e lombardi armati di disperato coraggio in cerca di un futuro migliore. Dal pulpito rese omaggio a Dio per l’esistenza di questi mezzi informatici che permettono di lavorare assieme ad un progetto in tempo reale anche distanza di 12 mila chilometri. Questo è padre Zilli Manica. Un pragmatico al servizio della Chiesa, della conoscenza e del bene comune, capace di riconoscere i valori non solo spirituali dell’esistenza umana. A «Tierra y libertad» – aperta la parentesi di una biografia di Cassiano Conzatti, un figlio illustre della Colonia Manuel González, botanico e “maestro de maestros” di cui mi fornì preziose notizie –
seguì la seconda collaborazione che portò alla stampa di «La colonizzazione italiana in Messico/La colonización italiana a México: la Cooperativa di emigrazione agricola “S. Cristoforo”», un lavoro mutuato dal suo libro La Estanzuela e dal mio già citato saggio, arricchito da una messe di dati e di interviste raccolte in Trentino e in Messico. Quindi il terzo libro «Messico, la tierra prometida: la Colonia Diéz Gutiérrez», una opera in cui riponeva molte aspettative fin dal principio della nostra collaborazione, perché secondo lui avrebbe riscattato un episodio totalmente dimenticato della colonizzazione italiana. Peccato che i problemi di salute non gli permisero di partecipare alle presentazioni tenutesi nell’ottobre 2006 a San Luis Potosí, a Ciudad del Maíz e a Tampico, in cui malgrado lo ricordassi, mi sentii praticamente orfano della sua rassicurante presenza e della sua accattivante e inimitabile competenza nel trattare complessi fenomeni storici
«Mi sento trentino nella parte più profonda del mio cuore» «Credo che con la festa per i miei 80 anni alla Colonia Manuel Gonzalez mi sono accomiatato da questo mondo. Però sono ancora qui e mi danno forza tutte le notizie che mi arrivano da Trento. Per favore, a coloro che verranno di’ che gli voglio tanto bene e che mi sento trentino nella parte più profonda del mio cuore»: questo è un passaggio del messaggio che il 6 settembre scorso padre Zilli ha inviato, tramite la presidente del Circolo trentino di Xalapa, alla delegazione della Trentini nel mondo, che in quei giorni era in trasferta in Messico per incontrare i Circoli e altre istituzioni pubbliche. La malattia gli impediva di partecipare agli appuntamenti previsti ma non ha voluto far mancare il suo benvenuto e il suo saluto, con parole che adesso suonano come una sorta di testamento spirituale.
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con la semplicità disarmante di chi ormai ha l’arte di farsi capire da ognuno. Malgrado le sue condizioni precarie mi aiutò invece nella traduzione di «MessicoTrentino», un ritratto, uno spaccato del prodotto dell’emigrazione trentina in Messico in cui sono riprodotte alcune foto artistiche di Massimo Zarucco di famiglie di discendenti accompagnate da una breve biografia e da testi di corredo. Le foto che lo riguardano lo ritraggono – a mio modesto avviso – nel duplice aspetto del suo carattere: austero e gioioso. Un aspetto che mantenne costante negli anni a seguire, sempre presente a dare un suo contributo alla conoscenza, pur rimanendo al margine, a causa della sua inesorabile malattia, delle varie manifestazioni civili e religiose della comunità trentina in Messico. A parte quando nel 2014, insieme all’allora vice presidente della Trentini nel mondo, Aldo Degaudenz, gli consegnammo personalmente l’Aquila di S. Venceslao, concessa dal presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, dopo una scrupolosa istruttoria, in una festa organizzata dai circoli trentini di Veracruz che si tenne nella sua amata Colonia Manuel González. Visibilmente commosso mi confessò essere stato il più ben accetto fra gli alti riconoscimenti ricevuti. Austero e gioioso, così mi piace ricordare chi fu e continuerà ad essere è per me un vero mentore e maestro di vita, esempio da seguire sia nello studio che nella ricerca dell’elevazione morale dell’altro. Grazie zio Benny. Renzo Tommasi 11/12 - 2016
CIRCOLI ALL’APPUNTAMENTO HANNO PARTECIPATO ANCHE RAPPRESENTANTI DEL CIRCOLO TRENTINO DELLA CITTÀ BOSNIACA
Presentato all’Ambasciata italiana il calendario bilingue «Sarajevo 2017»
Gabriele Moreno Locatelli era un giovane cittadino di Canzo (in provincia di Como), pacifista, che era andato a Sarajevo, in Bosnia Erzegovina, in una missione per promuovere la pace tra i due popoli in guerra: venne ucciso da un cecchino serbo nel 1993 durante l’assedio della città di Sarajevo. A lui è stato dedicato il calendario «Sarajevo 2017», realizzato in un’edizione bilingue, con testi in italiano e bosniaco. Il calendario contiene immagini di Sarajevo e di altri luoghi della Bosnia Erzegovina, scattate da Massimo Invernizzi, fotografo professionista, arrivato per la prima volta a Sarajevo nel 2007, amico dell’Associazione dei cittadini di origine italiana di
Da sinistra: Hasa Bajraktarevic – Dobran, membro dell’Associazione dei cittadini di origine italiana di Sarajevo; Katica Zamboni, vice presidente dell’Associazione e presidente del Circolo Trentino; Massimo Invernizzi, autore delle foto del calendario; Anna Casciella, Console dell’Ambascia-
Sarajevo e anche concittadino di Gabriele Moreno Locatelli. La grafica e l’impaginazione del calendario sono state curate da Martina Ruggiero, napoletana di origine, liceale al quinto anno presso l’Istituto Carlo Porta di Erba, in provincia di Como. La presentazione del calendario è avvenuta il 6 dicembre presso l’ambasciata italiana in Bosnia Erzegovina, alla presenza della Console, Anna Casciella, e di una rppresentanza del Consiglio direttivo dell’Associazione dei
ta italiana; Bruno Palestra, Presidente dell’Associazione; Zeljko Cappelletti, membro del Circolo Trentino; Zdravko Latal, Segretario generale dell’Associazione e socio del circolo Trentino (famiglia Bancher). La foto è stata scattata in occasione della presentazione del calendario.
cittadini di origine italiana di Sarajevo e del Circolo Trentino di Sarajevo. La Console ha espresso apprezzamento e stima al fotografo e alle sue immagini, fra le quali
c’è anche il Museo del Tunnel di Guerra Sarajevese. Il Tunnel era lungo 800 metri ed era alto circa 120 centimetri ed era stato costruito sotto la pista di atterraggio dell’aereoporto di Sarajevo. Durante le giornate di pioggia si riempiva d’acqua, che raggiungeva l’altezza di una trentina di centimetri e rappresentava l’unica via di comunicazione terrestre di Sarajevo assediata, con il mondo. Il calendario sarà distribuito a Sarajevo e nella provincia di Como. Zdravko Latal
Circolo di Canberra si è riunito in occasione delle festività Dal Circolo di Canberra (Australia) abbiamo ricevuto la foto e il messaggio riportato qui di seguito. Eccovi il nostro gruppo riunitosi in occasione del Natale. Come vedete «sem tuti zoveni». Dal gruppo manca qualche socio a causa di mali di gioventù. Ogni anno cerchiamo di incoraggiare i giovani ad unirsi a noi ma... hanno altri interessi. Aspetteremo ancora qualche anno... Buon Natale e felice Anno Nuovo a tutti voi dal Circolo Trentino di Queanbeyan/Canberra.
sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840
e-mail: info@trentininelmondo.it / sito internet: www.trentininelmondo.it 11/12 - 2016
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CIRCOLI IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO SI È SVOLTO IL 20 NOVEMBRE CON LA PRESENZA DI UNA CINQUANTINA DI PERSONE
Canti, giochi e buffet da acquolina in bocca alla «Castagnata» del Circolo di Dortmund È stata anche raccolta una somma devoluta ai terremotati di Pievebovigliana, paese del Maceratese
Nella foto, insieme al piccolo Leonardo Gelsomino (vincitore dell’indovinello), ci sono (da sinistra): Agnese Merotto, Rita Marcon-Grothausmann (Presidente della Federazione delle Associazioni italo-tedesche in Germania) e Stefania Cancelli Bredereck (Presidente dell’Associazione italotedesca di Dortmund). Nell’altra foto, la caldarrostaia Marzia Chiocchetti.
Cielo grigio molto nuvoloso, un vento antipatico e fastidioso, temperature piuttosto rigide... Tutto questo insieme all’aspetto autunnale del piccolo parco „Einigkeit“ di Dortmund adibito a giardini e orti comunali in concessione alle famiglie, ha fatto da giusta cornice alla tradizionale castagnata del Circolo Trentino di Dortmund. Domenica 20 novembre circa 50 fra soci e simpatizzanti si sono ritrovati a trascorrere un piacevole pomeriggio all’insegna della castagna. Come nelle scorse edizioni, anche quest’anno Marzia Chiocchetti (Sorte di Moena) da Düsseldorf ha procurato i sacchi di castagne, stavolta di provenienza francese, enormi castagne lucide. Sulle griglie sistemate sulla terrazza da Santino Buccini, chef della „Trattoria Einigkeit“, i bravi volonterosi si sono prodigati nell’arrostire al punto giusto le castagne, che abbiamo poi gustato in allegria. Tuttavia avanzavano un po’ di chili. Che fare? Sistemati in sacchettini venivano posti in vendita a un prezzo minimo e a offerta, devolvendone il ricavato a beneficio dei nostri connazionali terremotati di Pievebovigliana, piccolo paese nel maceratese. Abbiamo così accolto l’appello della Federazione delle Associazioni Italo-Tedesche in Germania, rappresentata dalla presidente, Rita Marcon-Grothausmann, la quale ci ha illustrato il progetto di ricostruzione del paese duramente provato dal terremoto. Il momento del solito indovinello “Quante castagne contiene il cesto?”, ha visto un po’ tutti impegnati a far calcoli. Alcuni ci sono andati vicini, altri invece completamente fuori. Chi ha indovinato il numero esatto è stato il più piccolo di tutti, Leonardo, forse non per niente si chiama così..., aggiudi-
Trentino fra cui il molto apprezzato Teroldego. Le griglie però non hanno esaurito la loro funzione con le castagne! Infatti prima di sera, Santino ha voluto arrostire le salsicce italiane a cui nessuno ha potuto resistere. Ad alliettare il pomeriggio ci hanno pensato i nostri simpatizzanti Gabriele Galipò (Consolato d’Italia) e Gerald Bernhard (professore del dipartimento di Romanistica presso l’Università della Ruhr di Bochum), che con le loro chitarre ci hanno fatto ricordare e cantare le canzoni italiane e internazionali più in voga negli anni Sessanta. Il coretto è stato alquanto modesto a causa di mali di stagione e non da ultimo per la scarsa voce dovuta alle tante „ciacerade“, ora con uno ora con l’altro, ma ci siamo divertiti lo stesso. Alla fine i più „in voce” si sono esibiti in una serie di jodler! Ma non si è fatto solo festa. Il nostro pensiero è andato ad Adolf Schmidt, “ Aki“, ex-giocatore del Borussia e un mito dortmundese. Se n’era andato per sempre qualche giorno prima. I trentini di Dortmund ricorderanno per sempre la serata di qualche anno fa quando Schmidt alla Trattoria „Einigkeit“, il locale di cui era fedele cliente, ci raccontava della sua carriera e delle sue partite con squadre italiane, come la partita del Borussia con l’Inter nel 1964 per la Coppa dei Campioni, vinta da quest’ultima. E in occasione di questa serata Schmidt ci raccontava pure che lui era diventato un grande tifoso di Andrea Pirlo, un altro mito del calcio. Era stata una serata indimenticabile. Grazie Aki, e addio! Dal Circolo di Dortmund un saluto a tutti gli amici in Italia e nel Mondo!
candosi il premio che consisteva in un golosissimo panettone della pasticceria siciliana. Naturalmente prima della castagnata abbiamo assaggiato le
specialità gastronomiche della cucina di Santino con un buffet da acquolina in bocca. Accanto alle specialità tipiche della cucina mediterranea, gli ottimi vini del
Per il Circolo: Walter Bau e Agnese Merotto Canal
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CIRCOLI
Posti esauriti alla «Polentada d’autum» Il 23 ottobre scorso, il Circolo di Charleroi (Belgio) ha proposto ai suoi soci e simpatizzanti il classico appuntamento, chiamato «La polentada d’autum». Classico perché oramai la sua prima edizione si perde nelle segrete della Storia del Circolo. Ma anche se classica, la «polentada d’autum» è stato, come sempre, un momento di ritrovo particolarmente apprezzato da tutti i convenuti. Almeno così gli organizzatori vogliono interpretare le numerose manifestazioni di soddisfazione espresse dai partecipanti, al momento di salutarsi ed augurarsi un caloroso «all’anno prossimo!».
Se nelle comunità emigrate tutte le occasioni sono buone per ritrovarsi tra connazionali, corregionali o semplicemente paesani, è dimostrato che per i Trentini, senza distinzione alcuna fra quelli emigrati nei quattro angoli del nostro pianeta, un menù a base di polenta rappresenta sempre un’ir-
resistibile attrazione e una sicura opportunità di aggregazione: e quelli di Charleroi non si smentiscono e rispondono numerosi a questo simpatico richiamo delle loro tradizioni. Quest’anno sono stati 160 i partecipanti (la massima capienza consentita per il locale), che si
sono ritrovati per un pomeriggio di «festa di tutti color», durante il quale oltre alla polenta è stato protagonista anche il «Trio Italia» che ha rallegrato, con i suoi brani, a volte dolci e incantevoli, a volte indiavolati, i «giovani» ballerini, oramai ultrasettantenni, ma sempre spensierati come se avessero ancora vent’anni. A testimoniare l’allegria che regnava in quel giorno, sono le foto che accompagnano questo articolo, scattate a diversi momenti e angoli della sala, dove è stata degnamente celebrata la «Signora Polenta», ma non solo! GIeffe
Tre appuntamenti del Circolo di Stoccarda
In occasione della riunione del 2 novembre è stato festeggiato l’ottantesimo compleanno di Boris Potrich, nostro socio e cofondatore del Circolo trentino di Stoccarda (Germania). Il presidente Fausto Cavallari ha ricordato l’attività svolta da Boris per il Circolo in 44 anni, consegnandogli foto e doni a nome di tutti i soci. Nella foto, Potrich (a sinistra) è con Alfredo Delpero, che quest’anno ha festeggiato il traguardo dei 90 anni. Il Circolo trentino, insieme a quello dei bellunesi e dei bergamaschi, il 13 novembre ha partecipato alla cerimonia di commemorazione dei caduti di 11/12 - 2016
tutte le guerre, organizzata dalla sezione di Stoccarda dell’ANA (Associazione Nazionale Alpini). Dopo la celebrazione della messa sono state deposte delle corone di fiori al monumento dei caduti. È seguito un pranzo, il cui ricavato viene destinato ad iniziative di solidarietà. Infine il 4 dicembre come tutti gli anni c’è stata la «Festa di Natale» con partecipazione di 160 persone, che ha riunito trentini, bellunesi, bergamaschi e alpini. Dopo il pranzo ha fatto la sua comparsa anche Sankt Nikolaus, con un sacco di doni per i piccoli come si vede nella foto in alto a destra..
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CIRCOLI ANCHE IL CONSOLE ITALIANO CAMEROTA HA PARTECIPATO AL PRANZO ANNUALE ORGANIZZATO DAL CIRCOLO TRENTINO
Trentini di Basilea, una domenica insieme Anche quest’anno la prima domenica di avvento ci siamo incontrati per il nostro pranzo annuale: Trentini, amici e simpatizzanti e quest’anno c’era con noi Enrica originaria di Vigolo Vattaro (in provincia di Trento) emigrata a Basilea per lavoro, venuta per conoscere il Circolo. Anche il Console italiano di Basilea, Michele Camerota e la sua simpatica moglie Emanuela hanno sacrificato la loro domenica per raggiungerci e fare due parole di coraggio a noi Italiani. Il Console era commosso, perché la canzone «Quel mazzolin di fiori» e «L’inno al Trentino», che abbiamo cantato insieme, hanno smosso in lui vecchi ricordi: ci ha incorraggiati e chiesto di non mollare, malgrado tante difficoltà, e continuare a vivere i nostri valori italiani. Il Console ha rivolto parole di elogio e stima ai nostri due «cavalli di battaglia», Maria Rigotti e Giuliano Morandini.
Maria Rigotti (terza da sinistra nella foto in alto a destra), che da un anno vive in casa di riposo, è venuta al pranzo in sedia a rotelle e siamo stati molto contenti che ci abbia raggiunto accompagnata dai nipoti e dalla sua simpatica famiglia. Giuliano Morandini (nella foto qui sopra insieme alla moglie Dina) proprio tre anni fa, dopo l’intervento al cuore, si è ritrovato cieco e malgrado il disagio ha affrontato questa sfida e portato avanti il Circolo.
Ambedue hanno affrontato le loro difficoltà a testa alta. Li ringraziamo per la loro tenacia, spirito e energia trentina. Per noi giovani rappresentano una preziosa testimonianza: con il loro esempio ci fanno capire che nella vita bisogna lottare per farcela a superare le sfide. Eravamo 45 partecipanti tra cui anche alcuni bimbi e giovani. I nostri «vecioti» ci hanno fatto vedere come si fa festa... cantanto, ballando e dimenticando gli acciacchi quotidiani.
Abbiamo fatto anche un momento di silenzio e raccoglimento, ricordanto Vanda Cagliari e Giovanna Biasiolli, che nel corso dell’anno ci sono venute a mancare. Ringraziamo di cuore tutti quelli che hanno partecipato, in particolare Manuela e Fausto Biasiolli, che hanno organizzato la musica. A tutti i Trentini nel mondo, inviamo il nostro augurio di Buone Feste. Katia Morandini
ORIGINARIO DI VALFLORIANA, MEDICO DI PROFESSIONE, È STATO ANCHE PRESIDENTE DEL CIRCOLO TRENTINO DEL FRIULI
Mario Casatta se n’è andato in punta di piedi Salutare o ricordare una persona di un certo peso e spessore non è facile. Non lo è perché qualcosa, senza volere, si tralascia o mancano spesso le parole più adeguate, oppure lo sono ma insufficienti e limitate per descriverne la figura. Il dott. Mario Casatta nello scorso agosto ci ha lasciati. Egli ebbe i natali in Valfloriana ove si dirama la stupenda omonima valle, località in cui spesso amava ritornare per trascorrere giorni sereni che ritemprassero e consentissero un distacco alla frenetica vita di oggi che non da tregua. Se ne è andato in punta di piedi, come le persone che della propria esistenza ne estraggono la parte
migliore associata all’umiltà vera. Tanti di noi lo ricordano e hanno apprezzato di lui le sue capacità medico-specialistiche e, chiunque lo abbia conosciuto, non solo per motivi professionali, ha avuto modo di apprezzarne le sue doti di saggezza e di valori cristiani, etici ed esemplari che solo una persona, dalla vita semplice e generosa come la sua, può vantare. Tutte queste sono cose d’altri tempi. Un grosso spezzone della sua vita l’ha trascorso in Friuli nei nosocomi di Udine e di Tolmezzo nel reparto di specializzazione otorinolaringoiatrica, assumendo ben presto la carica di primario. Tutti coloro che ne hanno avuto modo, riconoscono la sua assolu-
ta disponibilità e non dimenticano di come amorevolmente curava i pazienti e prestava loro molta umana attenzione. Per tanti anni ha condiviso un tratto di cammino con la nostra
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Associazione, essendo egli stato presidente del Circolo Trentino in Friuli, ha voluto e saputo continuare nelle attività aggregative, promuovendo gli incontri degli associati, per mantenere sempre vivo il ricordo ed il legame con la nostra terra natale, ed inoltre, sovente, presenziava agli incontri, organizzati dall’associazione stessa fra i vari circoli della Trentini nel Mondo, che annualmente vengono tenuti in diverse località trentine. Molti della nostra associazione l’hanno salutato accompagnandolo per l’ultimo viaggio alla silenziosa dimora. Ora egli riposa qui in Friuli ove i famigliari ne custodiscono la memoria. Claudio Lisimberti 11/12 - 2016
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CALENDARIO 1 novembre A Salto (UY): firma del patto di amicizia tra il Comune di Caldonazzo e il Comune di Salto
27 novembre C.T. Belo Horizonte (BR): Festa italiana 20° anniversario di fondazione
4 novembre C.T Toronto (CA): commemorazione per i defunti
C.T. Basilea (CH): pranzo sociale
12 novembre C.T. Liegi (BE): Castagnata 12 – 13 novembre C.T. Santa Teresa (BR): incontro di bande e cori 13 novembre C.T. Carmelo (UY): partecipa alla Fiesta de las colectividades
2 dicembre C.T. Bento Gonçalves (BR): Assemblea elettiva 4 dicembre Circolo Ex emigrati trentini in Svizzera (IT): pranzo di Natale C.T. Monaco di Baviera (DE): Festa di Natale C.T. Garibaldi (BR): pranzo di amicizia
C.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale
10 dicembre C.T. Montevideo (UY): Festa 70° anniversario di fondazione
C.T. Florianopolis (BR): visita alla comunità trentina di Rodeio
C.T. Myrtleford (AUS): Christmas BBQ
C.T. Villa Regina (AR): conferenza “Italia e le sue regioni: Lazio e Toscana” 19 novembre C.T. Montreal (CA): Festa delle Castagna 20 novembre Gruppo Donne del C.T. Toronto (CA): 33° anniversario
10, 16, 17 dicembre e 6 gennaio C.T. Bento Gonçalves (BR): “Encanto Trentino” 11 dicembre C.T. Denver – Colorado (USA): Holiday Brunch C.T. Como e Lecco (IT): Natale Trentino C.T. San Francisco (USA): pranzo di Natale
24 novembre C.T. Buenos Aires (AR): Te culturale
C.T: Buenos Aires (AR): Pranzo di Natale
25 novembre C.T. Jaragua do Sul (BR): Cena 25° anniversario
C.T. La Louviere (BE): Mercatinbo di Natale con degustazione di prodotti tipici trentini
26 novembre C.T. Londra (GB): cena danzante C.T. Toronto (CA): cena dei cacciatori C.T. Carmelo (UY): festa di fine anno C.T. Charleroi (BE): 20° anniversario della sede del Circolo C.T. Porto Alegre (BR): cocktail 25° anniversario di fondazione C.T. Buenos Aires (AR): concerto del “coral trentino” diretto da Guillermo Suar 26 - 27 novembre A La Plata (AR): Incontro di lavoro con i coordinatori dei circoli trentini dell’Argentina
C.T. Cordoba (AR): pranzo di fine anno
15 dicembre Incontro di Natale dell’Associazione Trentini nel Mondo
16 dicembre C.T Toronto (CA): ultima serata dell’anno 12 gennaio Trasferta a Trento con concerto del Coro Tramontina del Rio Grande do Sul (BR) in collaborazione con Cooperativa Kaleidoscopio 15 gennaio A Gardolo, Giornata mondiale del migrante e del rifugiato
Huatusco (Messico): il monumento dedicato a padre JosĂŠ Benigno Zilli Manica, scomparso il 24 novembre (articolo alle pagine 18-19)