Rivista Fralerighe FANTASTICO N.4

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FRALERIGHE DICE NO ALL’EDITORIA A PAGAMENTO


Indice Bando per l'invio dei testi (racconti o poesie) alla rivista letteraria 7 “Fralerighe” Seguici

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Gemellaggio con PescePirata

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Editoriale

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- Sezione AUTORI EMERGENTI

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Racconto: “Addio Farsight” di Lerigo Onofrio Ligure

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Racconto: “L’Invasione Aliena” di Fabio Monteduro

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- Sezione FANTASY

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Articolo: “La percezione del fantasy in Italia”

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Recensione: “Il Conciliatore” di Brandon Sanderson

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Recensione: “Ewilan dei Due Mondi – 1: La Terra Oltre il Confine” di Pierre Bottero 25 – 28 Novità editoriale: “La Ragazza Drago - L’ultima Battaglia” di Licia Troisi 29 – 30 Esordio editoriale: “La Profezia del Lupo – L’Eredità dell’Ombra“ di Marilù Monda 31


Esordio editoriale: “La Foresta Oscura” di Giuseppe Pisasale 32 – 33

- Sezione FANTASCIENZA

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Articolo: “Dov’è la fantascienza?”

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Articolo: “Hyperion, fra passato e futuro”

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Novità editoriale: “Scritture Aliene – Albo 8” di A.A.V.V.

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- Sezione HORROR

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Articolo: “Sangue Antico – Seconda Parte”

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Recensione: “La Zona Morta” di Stephen King

44 – 45

- Sezione INTERVISTA Intervista a Francesco Falconi

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- Sezione PARANORMAL ROMANCE

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Recensione: “Fallen” di Lauren Kate

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Recensione: “Winter” di Asia Greenhorn

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Recensione: “Thunder + Lightning” di Anna Giraldo

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Recensione: “La Carezza del Buio” di Nalini Singh

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Novità editoriale: “Demon’s Desire” di Gena Showalter

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Novità editoriale: “La Chimera di Praga” di Laini Taylor

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Novità editoriale: “Angels” di Serena Versari

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- Sezione PREMI & CONCORSI Concorso letterario “Il Sentiero dei Draghi” Concorso letterario “Netface” Concorso letterario “Macchine” Crediti

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Bando per l'invio dei testi (racconti o poesie) alla rivista letteraria “Fralerighe” La rivista letteraria “Fralerighe” (no profit, in formato ebook, non rappresentante una testata giornalistica vera e propria e completamente gratuita) prevede al suo interno una sezione, AUTORI EMERGENTI, pensata per dare ai lettori la possibilità di pubblicare racconti o poesie. Ci sono solo poche cose da sapere e poche regole da rispettare per inviare un testo correttamente: 1) Non ci sono premi in palio. Né soldi, né altro. Non ci sono spese da sostenere per iscriversi o per mandare un testo. 2) Inviando il proprio testo all'indirizzo e-mail della redazione, l'autore/autrice dichiara implicitamente di aver letto e accettato le condizioni espresse nel bando e di non aver spedito un testo legato a vincoli contrattuali, o comunque di sollevare la rivista da qualsiasi responsabilità legale e/o finanziaria. Le condizioni qui presenti restano sempre valide. 3) Se il vostro testo è un racconto, non deve superare i 5400 caratteri spazi inclusi (3 cartelle editoriali). Se è una poesia, non deve superare i 3600 caratteri spazi inclusi (2 cartelle editoriali). 4) Email con più di un testo o con testi più lunghi del necessario o inviate in periodi in cui la raccolta dei testi non è attiva (verrà segnalato di volta in volta quando inizia e quando finisce il periodo per l'invio dei testi) non saranno considerate, ma vi invieremo un'e-mail di risposta per informarvi del fatto che le condizioni necessarie non sono state rispettate. 5) Pubblichiamo racconti e poesie di genere Fantastico (fantasy, fantascienza, horror, paranormal romance) e Crime (giallo, noir, thriller pulp), ovviamente nelle riviste apposite. Sono da evitarsi la volgarità fine a se stessa e la pornografia. 6) I testi sono da inviare in formato .doc o .pdf all’indirizzo: rivista_fralerighe@libero.it

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Ti aspettiamo! 8


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GEMELLAGGIO CON PESCEPIRATA FORUM SCRITTORI Pesce Pirata Forum di Scrittura Lettura Editing collettivo

Perché pesce? Pesce perché lo scrittore è un po' come un pesce: parla poco, è silenzioso, si muove rasente al fondale muovendo appena coda e pinne, ma scruta tutto, vede perfino quello che succede alle sue spalle. Perché Pirata? Perché come i pirati informatici sposiamo in pieno la filosofia dell'web 2.0 Ovvero il voler rendere pubblico e accessibile il lavoro frutto del singolo o della collettività.

http://www.pescepirata.it/

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Editoriale Come potete ben notare, da questo numero la rivista si è sdoppiata in “Fralerighe – Fantastico” e “Fralerighe – Crime”. Sorvolando sui motivi che hanno portato a questa scissione, vorrei porre l’accento sui vantaggi: maggiore specializzazione, maggiore compattezza e maggiore leggibilità. Dal vicinissimo esordio, avvenuto il 20 gennaio 2012, abbiamo fatto passi da gigante sia in termini quantitativi che in termini qualitativi, e questa scissione è solo un’ulteriore miglioria. Voglio ringraziarvi per averci fatto raggiungere risultati insperati. E grazie anche per la vostra fiducia, che certamente sarà ripagata. Non mi resta che augurarvi, a nome di tutta la redazione, buona lettura.

Il direttore delegato, Michele Greco

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Racconto:

“Addio Farsight” di Lerigo Onofrio Ligure La nave uscì dal balzo. Erano a casa, finalmente. Una serie di spie luminose si mise a lampeggiare in modo preoccupante, erano i motori del balzo che annunciavano i soliti surriscaldamenti, tipici di tutte le navi di vecchia generazione che attraversavano i nuovi tunnel di balzo. Erwin Farsight aveva visto navi più grandi della vecchia Stella Lontana venire risucchiate dal wormhole artificiale di Terra e diventare una massa informe di lamiere, eppure quello era l'unico sistema che gli umani erano riusciti a trovare per viaggiare nello spazio. Alcuni dicevano che l'idea di quel tipo di viaggi era venuta guardando un vecchio filmato della fine dell'era atomica, eppure Farsight era tra le prime viaggiatrici di professione: nello spazio l’uomo era arrivato in piena età atomica, si era cercato di colonizzare il vuoto partendo dal presupposto che tutti avrebbero potuto diventare spaziali. Alla fine quella società che ancora portava con se profonde incongruenze non era arrivata neanche su Marte scontrandosi invece con la crescente inadeguatezza di se stessa. – Capitano l’orbita è stata stabilita. – annunciò l’Astrogatore con un tono annoiato. La grande corsa è finita Winny, ora si scende per sempre. Pensò Farsight con un sospiro pesante, alzandosi dalla propria poltroncina, la stessa che l’aveva vista trascorrere gli ultimi quindi anni della sua vita tra la responsabilità del comando e gli affari commerciali più o meno rispettabili che aveva condotto per tutta la galassia – Fatemi parlare alla nave. – ordinò. Notò per la prima volta che la sua voce era quella roca e stanca di una vecchia, completamente diversa dall’energica fiducia che trasmetteva in gioventù. – Può parlare Capitano Farsight. –

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– Qui è il Capitano. – esordì, facendo una pausa per dare il tempo a tutti di prestarle attenzione – Tutti questi anni che mi hanno vista al comando della Stella Lontana sono stati preziosi, sono cresciuta insieme a molti di voi e con ogni nuovo arrivato ho sempre tentato di allacciare dei buoni rapporti. Spero di essere stata all’altezza delle aspettative e di aver mantenuto le mie promesse. L’onore di condividere con tutti voi la realtà di questa famiglia mi renderà fiera di voi fino alla fine dei miei giorni, così come mi renderà fiera vedere ogni membro dell’equipaggio proseguire con lo stesso entusiasmo che avete dimostrato fino a oggi. Buona fortuna Stella Lontana! – odiava i discorsi e per quelle poche parole aveva impiegato un intero giorno di scarabocchi, eppure in plancia uno scroscio di applausi accolse quelle parole, il suo secondo aveva addirittura le lacrime agli occhi e persino i più giovani pretesero di abbracciarla. Il Capitano Farsight non era diventata tale su quella nave, anzi aveva incominciato come addetta alle comunicazioni su una vecchia e scalcinata nave di ricognizione nello spazio profondo, uno di quegli incarichi che ti mantengono giovane mentre il tuo universo invecchia intorno a te. Quella missione esplorativa aveva avuto solamente la fortuna d’incontrare un wormhole che conducesse dall’altro lato della galassia e di tornare indietro per raccontarlo. L’inetta ventenne alle comunicazioni era quindi tornata nello spazio conosciuto con quasi una generazione di scarto, aveva ottenuto i gradi di Tenente il giorno prima di scoprire che lo spaziale era diventata la forma di vita più presente nell’universo e che più o meno tutti quei gradi li avevano ottenuti prima dei vent’anni. Solo dopo molto tempo la non più giovanissima Tenete Farsight era arrivata all’idea di passare sulle navi civili e fare soldi come una sorta d’impresa di trasporti su scala galattica, dapprima come ufficiale tattico, poi come secondo in comando e grazie all’infarto del suo superiore erano arrivati i galloni da Capitano. – Mi mancherete. Tutti. – riuscì a dire. Si sorprese delle proprie lacrime, persino mentre fissava il ragazzo che avrebbe preso il suo posto su quella nave le lacrime non smisero di tormentarla, eppure Farsight non era affatto

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dispiaciuta di tornare sulla terraferma, aveva comprato una casa sulla baia di Nuova California e per una volta nella vita non le sarebbe venuto il mal di mare che le provocava sempre il viaggiare attraverso i wormhole artificiali. Non si rese neanche conto che la nave era già passata sotto il comando di un nuovo Capitano, era ancora li in mezzo come una vecchia inutile, quando il neopromosso Capitano Gavin Venn le ordinò con un tono molto cordiale di andare sulla navetta che l’aspettava. Farsight lo fissò con aria assente annuendo come avrebbe fatto il giovane ufficiale di un tempo, voltando le spalle alla plancia e soprattutto a quella vita piena di interminabili viaggi mozzafiato e di adrenalina allo stato puro. La vita da spaziale che dicevi di non sopportare e che già ti manca, Winny sei sempre stata una vera ipocrita! Pensò voltandosi appena a quella porta, la scritta che indicava la plancia sbiadita e che avrebbe voluto sempre far riscrivere, la lieve ammaccatura sulla sinistra, il silenzioso riserbo di quel centro di controllo a cui sentiva di appartenere. Le porte dell’ascensore l’accolsero per l’ultima volta, tributandole quell’ultima discesa verso una vita normale, inseguita per tutti quegli anni in cui Erwin Farsight non si era resa conto di avere tra le mani tutto ciò che desiderava più ardentemente. (http://menestrelloitinerante.blogspot.it/)

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Racconto:

“L’Invasione Aliena” di Fabio Monteduro Sono arrivati con mezzi mai visti ed hanno invaso il nostro mondo. Sono altissimi, giganteschi e sterminano tutto ciò che incontrano. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che esistessero altre forme di vita così diverse dalla nostra. Ci si chiede da dove arrivino, da quale profondità dello spazio. Sono in molti, si muovono veloci e ce ne sono di varie dimensioni, ma quelli più piccoli sembrano i più rumorosi e i più distruttivi. Hanno annientato le città più vicine… ci sono passati sopra con i loro mezzi assurdi e puzzolenti. Non hanno nessun rispetto per la nostra storia e per la nostra cultura. Ma che cosa vogliono da noi? Hanno innalzato le loro case… enormi, strane, di forme mai viste. Nelle poche città ancora in piedi, tutti hanno paura; nessuno sa cosa fare, nessuno si aspettava davvero un’invasione aliena. Ormai ci si era convinti che tutte quelle storie che si sentivano erano solo leggende, solo storie da raccontarsi. Ma adesso è giunto il momento di agire, non possiamo morire tutti senza lottare. Ci siamo riuniti e abbiamo deciso che la prima cosa da fare, è quella di cercare di capire se questi invasori hanno un punto debole. Impossibile, ha detto qualcuno, ma che altro possiamo fare? Dobbiamo avvicinarci ai loro insediamenti se vogliamo avere una sola possibilità di difesa... ed hanno mandato noi; d'altronde eravamo gli unici che si sono offerti per questa missione suicida. Siamo solo in due e forse per questo potremmo anche cavarcela: sono così grandi che forse non si accorgeranno di noi. Eccoci, nascosti tra la vegetazione, li osserviamo muoversi su quelle gambe assurdamente lunghe, li ascoltiamo lanciare i loro richiami incomprensibili.

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Ci guardiamo, io e il mio compagno, non abbiamo il coraggio di emettere un suono... un segnale tra di noi, dobbiamo essere prudenti, se falliamo potrebbe essere la fine per il nostro mondo. Il primo tratto è abbastanza sicuro, possiamo nasconderci tra gli alberi e tra i cespugli, ma gli ultimi metri sono pericolosissimi. C'è un tanfo nell'aria, eppure anche un sottofondo gradevole, forse hanno del cibo... potremmo rubarlo. Il mio compagno mi fa un cenno, sembra ci sia un passaggio, dobbiamo sbrigarci. Veloci attraversiamo il tratto allo scoperto, corriamo con la testa abbassata, velocissimi sulle nostre... - Che schifo! - Che c'è, che succede? - Mamma, c’erano due scarafaggi che stavano per entrare nella tenda. - Smettila, lo sai che in campeggio è così, Clara. Non fare tutto questo baccano. - Fanno schifo lo stesso, mamma, meno male che li ho schiacciati con la scarpa…

(http://www.montedurofabio.altervista.org/)

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Articolo:

“La percezione del fantasy in Italia” “China Mieville scrive regolarmente sul Guardian, e in Italia sarebbe impensabile. Terry Pratchett è stato nominato “sir”, e Neil Gaiman è una gloria nazionale. Però parliamo di autori del calibro di Pratchett, Gaiman, Mieville. […] In Italia c’è un fantastico la cui qualità è all’altezza di quello anglosassone? Questione di gusti, ma la mia risposta è (con le dovute eccezioni): neanche per sogno.” [Da un’intervista a Francesco Dimitri per “Players Megazine”] Attualmente in Italia il fantasy non è considerato “cultura”. La maggioranza degli editori guarda questo genere con disgusto e lo considera solo per i profitti, la maggioranza della popolazione lo considera un genere esclusivamente d’evasione e per ragazzi, la maggioranza degli scrittori lo considera un genere facile da scrivere. Ma hanno ragione? Decisamente no! Innanzi tutto, come abbiamo già visto nei precedenti articoli di questa rivista, il fantasy non è solo un genere d’evasione, ma anzi ha un enorme potere allegorico che permette di trattare tematiche socio-politiche e filosofiche in modo molto efficace ed elegante; proprio per questo motivo, ma anche per le scene più crude, non tutti romanzi fantasy possono essere specificatamente diretti a un pubblico molto giovane. Infine, va sottolineata l’assurdità dell’affermazione secondo cui il fantasy sarebbe facile da scrivere: è uno dei generi più complessi e difficili! Infatti ci vuole molta precisione tecnica per riuscire a far immergere il lettore in una storia così apparentemente distante dalla realtà, per riuscire a fargli credere a tutto ciò che viene narrato. Inoltre il fantasy richiede grandi capacità d’immaginazione, specie in un momento in cui molti sottogeneri si sono saturati ed essere originali diventa sempre più difficile. A tal proposito, qualcuno spieghi alla gente che il fantasy non è solo medioevo, elfi e si-

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gnore dal male: questo è il fantasy classico, che è costituito da 3/4 sottogeneri su quasi 40! Il 10%, in pratica. Tutto il resto viaggia su binari molto diversi, talvolta opposti. "La letteratura di evasione è sempre esistita, i soldati romani sul vallo di Adriano portavano da leggere le favole, non l'Eneide. Ma la letteratura di genere - che pur ha ragione di esistere - non è letteratura alta ma è una letteratura minore perché non sposta le persone.”: queste sono le parole arroganti e fasulle di Antonio Pennacchi, premio strega 2010 e recente vincitore del “Premio Ignoranza 2012”. Quest’ultimo premio è molto significativo in quanto è stato dedicato a tutti quei romanzi di genere che non hanno spostato le persone: “1984”, “La Fattoria degli Animali”, “Il Treno degli Dei” (che parla di razzismo, anti-capitalismo, assimilazione culturale, omosessualità e diritti dei lavoratori), “Queste Oscure Materie” (che tratta il fondamentalismo religioso, il rapporto tra religione e potere, la non-esistenza di Dio), “La Figlia del Drago di Ferro” (che parla di misantropia e nichilismo con riferimenti a Schopenhauer e Nietzsche), “Fahrenheit 451”, “Il Visconte Dimezzato”, “La Torre Nera”. La cosa ridicola è che, volendo essere oggettivi, dovrebbe essere la letteratura fantastica quella “alta”. Infondo il più grande capolavoro della letteratura mondiale, la “Commedia” dantesca, non è forse letteratura fantastica? E “Il Ritratto di Dorian Gray”? E l’epica antica e medievale? E le grandi tradizioni mitologiche? Eppure di fronte a tutto ciò l’élite culturale italiana chiude gli occhi, si tappa le orecchie e inizia a urlare un maturo e per nulla infantile “lalalalala non ti sento! Io ho ragione e tu hai torto!”. La verità è che costoro hanno paura della narrativa di genere e in particolar modo del fantasy in quanto un potere allegorico così grande e subliminale è difficile da controllare e censurare. L’immaginazione e la fantasia aprono le menti e le preparano ad accogliere grandi e importanti messaggi in modo divertente, interessante, leggero e insieme consapevole e maturo; il tutto raccontando una storia di (apparente) evasione. Questo all’estero è già stato capi-

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to e assimilato: la letteratura fantastica viene trattata con rispetto e i suoi autori compongono l’élite intellettuale. L’Italia, storicamente retrograda, è rimasta indietro. Purtroppo il clima culturale di disgusto verso il fantasy si sta riversando anche sugli aspiranti autori, che si limitano a ripetere i soliti banalissimi cliché in romanzi scritti con le unghie lerce dei piedi (“tanto è fantasy!”). Ecco perché l’Italia non riesce più a competere con la narrativa internazionale! Ma dai, accontentiamoci: noi abbiamo la “Letteratura Alta™” che tutti adorano e leggono! Già si odono le grida di giubilo per l’uscita del prossimo libro del caro Pennacchi, che sono sicuro sarà scritto davvero bene e con grande precisione tecnico-stilistica. Ne sono sicuri anche molti comici, che infatti sono pronti a giurare su Babbo Natale. Ah, no, scusate: Babbo Natale non esiste. Peccato. La verità è che ora siamo pecore, non pastori: ci limitiamo a seguire le mode venute dall’estero perché non siamo in grado di produrre romanzi originali e di qualità e perché l’élite culturale relega il fantasy a mero fenomeno commerciale senza spessore. Ci vorrebbe un fulmine a ciel sereno, il classico ceffone che fa tornare il senno. Parlo di un romanzo fantasy scritto bene, originale e personale, con degli elementi in grado di renderlo vendibile e commerciale, e pure con degli spunti culturalmente elevati e socialmente impegnati. Questo mix perfetto, però, ancora non si vede all’orizzonte. Si spera che arriverà presto perché l’attuale élite sta portando l’ambiente culturale italiano ai suoi minimi storici, e persino la “rivoluzione ebook” potrebbe rivelarsi insufficiente. A tal proposito, i prezzi folli degli ebook italiani sono solo un altro segno della paura dell’élite nei confronti del progresso. Ma questo discorso lo affronteremo un’altra volta. Michele Greco

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Recensione:

“Il Conciliatore” di Brandon Sanderson • • • • • • •

Titolo: Il Conciliatore Autore: Brandon Sanderson Sottogeneri: High/Epic fantasy Casa Editrice: Fanucci Pagine: 688 Anno: USA 2009 – ITA 2012 Formato: Cartaceo

Trama: Da ormai trecento anni il regno di Hallandren è governato dagli dèi Ritornati, uomini morti in modo esemplare e tornati a nuova vita dall’aldilà, e dal loro sovrano assoluto, il Re Dio. La vecchia dinastia reale, fuggita durante la Pluriguerra, si è ritirata nell’enclave di Idris, un territorio impervio e montagnoso che però consente loro di controllare i valichi settentrionali. Per ricomporre le differenze e riunificare i due stati, una principessa idrisiana dovrà andare in sposa al Re Dio e generare con lui un erede; ma nella Corte degli Dèi, luogo di intrighi, complotti e sotterfugi, qualcuno sta tramando nell’ombra. Nella cornice della variopinta città di T’Telir, dove colori e Soffio vitale possono donare vita agli oggetti inanimati, un gruppo composito di personaggi, giovani principesse, mercenari esuberanti, divinità svogliate, altezzosi sacerdoti, soldati Senzavita, loschi figuri e spade parlanti, cercheranno di fomentare una guerra... o di sventarla prima che sia troppo tardi. Recensione: Siri è la principessa minore del regno di Idris. Spigliata, ribelle, solare, non è stata addestrata per andare in sposa al Re Dio di Hallandren per sventare una guerra. Un compito così importante e nobile appartiene a Vivenna, la

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maggiore; lei, pacata, dal carattere fermo e controllato, è stata cresciuta proprio per adempiere, un giorno, la volontà di due terre in precario equilibrio. Due sorelle, due meravigliose figure femminili che non potrebbero essere più diverse di così. Eppure, inaspettatamente, nel giorno tanto atteso i loro ruoli si invertono dando avvio a tutte le avventure de Il Conciliatore. Così da una terra austera, grigia, dove l’entusiasmo, la spontaneità e persino i propri talenti sono considerati un’eresia, Siri e Vivenna si ritroveranno in una città-regno caleidoscopica, rumorosa, affollata, ricca di colore, ostentazione di ricchezza e potenza. E da quel momento, tutta la loro vita e le loro incrollabili certezze saranno messe in radicale discussione. La critica è concorde: Brandon Sanderson è un costruttore di mondi e storie senza pari. Con il suo indiscusso talento e la sua abilità narrativa, ci regala emozioni e grandi sorprese in un unico volume autoconclusivo. Ogni aspetto di questo romanzo è ben concertato: dall’ambientazione delle due terre rivali, Hallandren e Idris, così diverse nei paesaggi, i colori, le tradizioni, la religione e persino nei profumi; ai personaggi, sia i principali che i periferici, caratterizzati con tale meticolosità da risultare non solo credibili ma anche indimenticabili; dal ritmo narrativo, sempre fluido e in grado di catturare il lettore in ogni pagina; agli intrecci della trama, semplicemente una sorpresa dopo l’altra, in particolare sul finale. Si può dire che Brandon non lasci nulla al caso e nulla, difatti, è come sembra. Da apprezzare, in particolare, l’evoluzione di alcuni personaggi, soprattutto quello della principessa Varenna, uno dei nodi portanti della storia. È grazie a lei se Brandon ci parla di diversità, della difficoltà di accettare culture diverse, modi di vivere e di vedere completamente distanti dal nostro. Un tema delicato e senza dubbio attuale, ovviamente qui narrato in un linguaggio fantasy ma intuibile. L’ironia è un altro aspetto importante de Il Conciliatore, che rende la sua lettura gradevole al di là della storia. Brandon utilizza proprio una brillante ironia, quando non addirittura il sarcasmo, per caratterizzare personaggi meravigliosi come il dio Lievecanto o la spada Sanguinotte. Memorabili. Come del resto lo sono i loro nomi, e quelli di Tessitrame, Benignastella, Svicolo, Tempoameno, Concedivita, per fare degli esempi.

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Come non rimanere incantati dall’inesauribile fantasia di Sanderson? E che dire poi della magia, ricca, complessa, originalissima, che permea con così tanta naturalezza il suo mondo? Una lettura assolutamente consigliata agli amanti del fantasy epico, dell’avventura e del mistero. A chi cerca un po’ di poesia persino in una spada ma non disdegna mercenari e assassini, e a chi ama farsi sorprendere dalla trama fino all’ultima pagina.

L’autore: Brandon Sanderson, nato nel 1975, è autore del romanzo Elantris, che lo ha rivelato a critica e pubblico come una delle maggiori promesse della letteratura fantasy contemporanea. Con Fanucci Editore ha già pubblicato la trilogia dei Mistborn (L'Ultimo Impero, Il Pozzo dell'Ascensione, Il Campione delle Ere) e La Via dei re. Inoltre, basandosi sugli appunti di Robert Jordan, ha lavorato agli ultimi tre volumi che completano la saga best seller La Ruota del Tempo.

Deborah Epifani

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Recensione:

“Ewilan dei Due Mondi – 1: La Terra Oltre il Confine” di Pierre Bottero • • • • • • •

Titolo: Ewilan dei Due Mondi – 1: La Terra Oltre il Confine Autore: Pierre Bottero Sottogeneri: Fantasy per Young Adult Casa Editrice: Mondadori Pagine: 276 Anno: FRA 2003 – ITA 2007 Formato: Cartaceo

Trama: Camille si è sempre sentita un'aliena nella ricca famiglia che l'ha adottata, cosi come nel pianeta in cui vive. Certo, è quasi troppo intelligente per i suoi tredici anni, e la sua abilità nel disegno è persino inquietante: a volte è la realtà a imitare la sua fantasia, e ciò che immagina si materializza per incanto sotto i suoi occhi. Ma presto Camille capirà di avere ben più di un dono: un giorno, per evitare di essere investita da un camion, si getta allato della strada e cade sul suolo... di un altro mondo! Un universo parallelo in cui scoprirà di chiamarsi Ewilan, figlia dei potenti Lucia e Altan Gil'Sayan, esiliata sulla Terra per sfuggire a una sorte terribile. Mantidi guerriere dal fendente mortale, ragni giganti dai tentacoli velenosi sono solo gli esecutori di una congiura ordita da feroci tiranni. E quando Camille verrà catapultata di nuovo sulla Terra, le rimarrà solo una piccola pietra blu come prova del viaggio e dell'innegabile verità: lei sola può salvare quel magico mondo. Lei è Ewilan, la prescelta. Recensione: Il libro fa parte della saga “Ewilan dei Due Mondi” e si intitola “La terra oltre il Confine”, edito in Italia da Mondadori nella collana “I Grandi”

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nell’agosto del 2007. La trilogia ha avuto un grande successo in Francia, facendo vincere a Pierre Bottero il Prix Imaginales nel 2004 e altri premi molto ambiti. La storia parla di una ragazza bella e intelligente, Camille, che per puro caso riesce a raggiungere un altro mondo, più precisamente l’Impero di Gwendalavir. Questo passaggio da un mondo all’altro prende il nome di “passo di lato” che solo i disegnatori – ossia i maghi che con l’immaginazione riescono a compiere incantesimi - possono compiere: Camille, infatti, la quale si è sempre sentita fuori posto nella sua famiglia e nel suo mondo, scopre di essere Ewilan, figlia dei potenti Elicia e Altan Gil’Sayan di Gwendalavir, esiliata sulla terra per sfuggire alle grinfie dei Mantidi, guerrieri mostruosi che vorrebbero conquistare l’Impero. Il primo libro è un susseguirsi di eventi, colpi di scena e passi di lato da un mondo all’altro. Camille torna a Parigi poco dopo aver scoperto l’esistenza dell’Altro Mondo e cerca di capire ciò che le è accaduto. A Parigi, però, verrà attaccata dagli alleati delle Mantidi in grado di compiere il passo di lato. Per questo motivo Camille torna nell’Altro Mondo in compagnia del suo inseparabile amico Salim e i due dovranno aiutare Bjorn, un cavaliere fanfarone, ed Edwin, uno dei più forti combattenti dell’Impero, a ristabilire l’ordine nei Due Mondi. Un fantasy classico per ragazzi ricco di avventura, scorrevole e poco pretenzioso. Lo stile e il linguaggio di Bottero riescono a far scivolare le parole con molta facilità e con tanta ironia, rendendo l’Impero di Gwendalavir un posto unico e inimitabile. Non sono graditi le descrizioni scarne dei paesaggi e l’omissione di alcuni dettagli sull’Altro Mondo, sui ladruli, su Ellana – uno dei personaggi ben riusciti della storia – e sui genitori di Camille/Ewilan. I personaggi vengono descritti in maniera semplice e diretta, dal colore dei capelli al tipo di scarpe che indossano. Camille/Ewilan è uno dei personaggi meglio descritti nel primo libro. Il lettore impara a conoscerla e apprende quanto più possibile della sua vita e del suo passato; inoltre, a differenza di altri fantasy, Pierre Bottero cerca di descriverla come una comune tredicenne piena di sé che non ha paura del suo imminente futuro. Un altro personaggio che cattura facilmente l’attenzione è Edwin, il cavaliere senza macchia e senza paura della storia che, segnato da un duro passato, riesce a mostrarsi con un carattere ironico,

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spietato e quasi “paterno” ad ogni evenienza. Infine abbiamo Ellana, una ladrula dagli occhi scuri e dai capelli corvini indipendente e sicura delle proprie capacità in grado di mettere a repentaglio la vita dei nemici, i cavalieri Mantidi. Nel complesso, il primo libro della trilogia contiene tutti gli elementi tipici di un fantasy classico per ragazzi: un mondo immaginario contrapposto a quello reale, maghi che soltanto grazie all’immaginazione riescono a compiere incantesimi (i disegnatori), la famiglia adottiva ricca e crudele (i Duciel) con la quale Camille/Ewilan deve fare i conti, il cavaliere temerario (Edwin) che riesce sempre a dare una mano a Camille/Ewilan nei momenti più tragici, il migliore amico (Salim) pronto a seguire la protagonista anche in capo al mondo e un passato da scoprire per poter ricomporre il puzzle e salvare l’Altro Mondo. I romanzi ambientati nel mondo di Ewilan e dei suoi amici si dividono specificatamente in tre diverse trilogie. Soltanto la prima è stata pubblicata in Italia dalla casa editrice Mondadori fra il 2007 e il 2009. 1° Trilogia - La quète d’Ewilan (Ewilan dei Due Mondi): Vol. 1 - La terra oltre il confine (Titolo originale: D’un monde à l’autre). Vol. 2 - Le frontiere di ghiaccio (Titolo originale: Les frontières de glace). Vol. 3 - L'isola del destino (Titolo originale: L’Île du destin). L’autore: Pierre Bottero è nato nel 1964. Vive in Provenza con la moglie e le due figlie. E’ stato insegnante per molti anni. Grande appassionato di fantasy, ha sempre sognato universi paralleli, draghi e creature mostruose. Ha esordito con il romanzo “Amies à vie” edito da Flammarion e poi ha pubblicato le varie trilogie fantasy di Ewilan. Ha scelto questo genere in quanto sin da piccolo ha sempre amato romanzi di autori come Tolkien, Farmer, Zelazny, Howard, Bradley, Moorcock e vari altri maestri del fantastico. In una intervista alla domanda da dove vengono le sue ispirazioni, cita quelle letture giovanili ed afferma di avere l’impressione di

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non inventare nulla di nuovo: “Io apro semplicemente una porta e la storia passa dalla mia testa al mio computer”. La saga “Ewilan dei due mondi” è stata un grande successo e ha vinto numerosi premi, tra cui il Prix Imaginales 2004 nella sezione ragazzi.

Laura Buffa

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Novità editoriale:

“La Ragazza Drago - L’ultima Battaglia” di Licia Troisi

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Titolo: La Ragazza Drago L’ultima Battaglia Autore: Licia Troisi Sottogeneri: Urban fantasy per Young Adult Casa Editrice: Mondadori Pagine: 424 Anno: 2012 Formato: Cartaceo, Ebook

Trama: Nidhoggr, la malvagia viverna che un tempo cercò di distruggere l'equilibrio della natura, è tornato. Il sigillo che lo teneva imprigionato è stato infranto e il suo potere ha soggiogato la Terra intera, trasformando tutti gli uomini in mostri disposti a qualunque sacrificio per sconfiggere Sofia e gli altri Draconiani. La loro missione è trovare il frutto di Thuban, l'ultimo e il più importante dei cinque globi magici che faranno risplendere di nuova vita l'Albero del Mondo e riporteranno sulla Terra il regno di Draconia. Ma Ofnir, il nuovo alleato delle viverne, ha frantumato il frutto contro il sigillo per liberare il suo padrone, e i frammenti sono nascosti in tre luoghi misteriosi sparsi per l'Italia. Nell'ultima, fatale battaglia che Sofia dovrà combattere, ostacoli imprevisti si opporranno alla vittoria: i draghi che hanno sempre vissuto nel cuore dei suoi compagni rischieranno di svanire per sempre, e con loro il regno di Draconia.

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L’Autrice: Licia Troisi è nata a Roma il 25 Novembre del 1980. Fin da bambina adorava rinchiudersi in camera ed inventare storie di fantasia. Ha frequentato il Liceo Classico e si è laureata in fisica nell’Università di Tor Vergata. Pubblica il primo romanzo con Mondadori nel 2004, diventando l’autrice fantasy italiana più amata e conosciuta grazie alla trilogia “Le cronache del Mondo Emerso” incentrata sulle avventure di Nihal, la guerriera mezzelfo. Ha scritto numerosi libri e racconti riguardanti il Mondo Emerso (sempre editi da Mondadori), raggiungendo la fama di scrittrice anche in Spagna, Francia, Germania e Svizzera. Le avventure di Nihal e Dubhe hanno ispirato alcuni fumetti della Panini Comics e la pubblicazione di due libri interamente illustrati da Paolo Barbieri. Ha terminato da poco la saga fantasy “La ragazza Drago” e adesso sta lavorando al secondo libro della sua nuova saga fantasy “I regni di Nashira”, edita da Mondadori.

A cura di Laura Buffa

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Esordio editoriale:

“La Profezia del Lupo – L’Eredità dell’Ombra“ di Marilù Monda • • • • • • •

Titolo: La Profezia del Lupo – L’eredità dell’Ombra Autore: Marilù Monda Sottogenere: Fantasy per Young Adult Casa Editrice: Piemme Pagine: 330 Anno: USA 2012 – ITA 2012 Formato: Cartaceo, Ebook

Trama: Il Clan dell’Ombra ha conquistato il mondo, seminando caos e distruzione. La salvezza è nascosta fra le righe di una profezia, che allude a quattro Prescelti che non potrebbero essere più diversi. Faloan, l’irruente principe del regno dell’Acqua. Aidan, la malinconica principessa del regno del Fuoco. Derry, un semplice contadino del regno della Terra. E Kyla, una pastorella ribelle del regno dell’Aria. I quattro ragazzi hanno una sola certezza: trovare la Creatura dagli Occhi Verdi, un misterioso guerriero che li accompagnerà nella loro impresa. L’autrice: Marilù Monda, detta Missi, ha 19 anni e studia filosofia. Nata in Italia ma residente a New York, adora leggere, seguire le serie tv poliziesche ed è curiosa di tutto. I suoi autori preferiti sono C.S. Lewis, J.R.R. Tolkien, Vladimir Nabokov, Stephen King, Philip Roth e Edgar Allan Poe. Ha scritto questo romanzo quando aveva 17 anni. A cura di Laura Buffa

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Esordio editoriale:

“La Foresta Oscura” di Giuseppe Pisasale • • • • • • •

Titolo: La Foresta Oscura Autore: Giuseppe Pisale Sottogeneri: High fantasy, Dark fantasy Casa Editrice: Edizioni Akkuaria Pagine: 265 Anno: 2012 Formato: Cartaceo, Ebook

Trama: La Foresta Oscura, terra maledetta e tenebrosa, luogo popolato da creature magiche e malvagie, mondo in cui le ossessioni, i brutti ricordi, le ansie e i segreti più intimi di ognuno sono in grado di materializzarsi e uccidere. Chi raggiungerà per primo il cuore della Foresta Oscura per impossessarsi del Manoscritto di Macubia? I mercenari comandati da un misterioso cane nero? Il vecchio Signore dei Draghi con i suoi cinque potenti Draghi? La Regina, spregevole donna con il potere della persuasione, a cavallo della sua Donna Struzzo? Tradimenti, paura, enigmi, magie, presagi, profezie scandiscono inesorabili intrecci e colpi di scena che colorano questo fantasy innovativo, mozzafiato, in grado di attivare nell’inconscio del lettore rimpianti, ansie, ossessioni e segreti e farli rivivere proiettati nell’universo di Macubia. L’autore: Giuseppe Pisasale, nato a Siracusa nell’Agosto del 1976. Sin da piccolo dimostra spiccate doti e propensioni matematiche-informatiche, e il padre a nemmeno 10 anni lo iscrive ad un corso di programmazione. Da allora

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inizia la sua estrema passione per l’informatica. A 26 anni consegue la laurea in Informatica a pieni voti e l’anno dopo, grazie ad una borsa di studio, completa un Master in ICT. Dal 2008 nel mondo dell’arte internazionale è conosciuto con lo pseudonimo di Hagackure (il nome deriva dall’unione di Hagackure, il guerriero Giapponese, ed hacker: due mondi diversi che però lottano contro le stesse frustrazioni mentali). Il Progetto Hagackure presenta per la prima volta nel mondo del’Arte uno stile provocatorio unico che ha scardinato i classici dell’arte, ed in pochi anni ha già esposto nelle principali capitali d’arte Mondiale, tra cui New York, Londra, Parigi, Mosca, Roma, ecc . Figlio unico e attaccatissimo ai genitori, oltre alla passione per l’informatica e l’arte, ama le arti marziali, i rottweiler e adora Vasco Rossi. Tra i suoi hobby va annoverata la lettura, in particolare modo la letteratura Fantasy e i fumetti, dei quali è un grande collezionista. A cura di Michele Greco

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Articolo:

“Dov’è la fantascienza?” Non c’è che dire: la fantascienza è morta. Non lo dico io, ma scrittori, editori, curatori di collana. Ne parlano al passato, come di un qualcosa che è ormai da dimenticare, se non per gli albori lontani e perduti. Si pensa alla fantascienza di Asimov, Clarke, Dick, a ciò che è stato detto. Si pensa che nessuno potrà mai riportare un genere finito ai suoi antichi splendori. È vero? Forse. Prima di tutto va analizzato il motivo della scomparsa del genere dalle librerie – se non limitatamente ai grandi autori del passato. Di certo non è dovuta alla mancanza di autori validi, come vogliono farci credere i grandi del settore, poiché all’estero la fantascienza vende ancora. Certo, non ai livelli del fantasy, ma vende. Perché – se ancora non è chiaro – questo è un problema tutto italiano. Sorvolando sull’arretratezza dell’editoria italiana, troviamo problemi anche nel riscontro con il pubblico: il lettore medio – un po’ perché non invogliato, un po’ perché non attratto – non compra fantascienza, e di conseguenza non viene pubblicata. Ci sono naturalmente casi limite, come il tentativo della Fanucci di riportare all’attivo il genere, ripubblicando grandi nomi come il Simmons di Hyperion e l’Herbert di Dune. C’è il caso tutto italiano di Francesco Troccoli e il suo Ferro Sette. Eppure – si noterà – non c’è una rinascita fantascientifica come l’abbiamo avuta per il fantasy da un decennio a questa parte. Quali possono essere i motivi?

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Scarso interesse del lettore, naturalmente, ma soprattutto la fossilizzazione degli autori. Se a oggi si pensa di scrivere fantascienza alla maniera di Asimov, il tentativo non può che fallire. È la storia della letteratura, in fondo: bisogna prendere il meglio del passato e modularlo per un nuovo traguardo. Gli autori di Sci-Fi si ritrovano spesso a scrivere degli stessi viaggi interstellari, degli stessi robot o degli stessi alieni di cui avrebbe parlato uno scrittore della golden age. E questo ancoraggio al passato blocca l’avanzata del genere. Attenzione, però: la space-opera, come il fantasy classico, merita di esistere, e non c’è nulla di male nel continuare a scriverne. Il problema sta nel fatto che la spinta dev’essere verso l’innovazione, anche all’interno di uno stesso sottogenere. Ma la fantascienza non si ferma certo alla space-opera: c’è stata la parentesi del cyber-punk, i più attuali steam-punk, diesel-punk e post-apocalittico, c’è la distopia. Insomma, esiste ampio margine di manovra in un genere che non si limita alle Enerprise e ai Millennium Falcon. Eppure diversi esperti del settore sembrano concordare sulla sua dipartita. Dicono che la nostra vita è già immersa nella “fantascienza”, e che immaginare tecnologie future non è più avvincente come una volta. Poco importa che vi siano numerosi svincoli all’hard sci-fi: il vero problema è che il lettore collega la fantascienza ai viaggi spaziali, al teletrasporto, agli alieni. Non dà spazio ad altro, non controlla, non s’informa. Da quest’idea inamovibile muore la fantascienza. Perché non importa quanto si possa andare avanti, inventare strani, nuovi mondi, creare versioni alternative del nostro pianeta o diffrazioni del reale alla Matrix. Il lettore sentirà fantascienza, e penserà alla space-opera. E andrà oltre. Dunque sarebbe forse auspicabile cambiare nome. E alcuni lo stanno già facendo: capita di trovare in libreria romanzi di fantascienza, senza che questo venga detto. Le numerose distopie uscite negli anni scorsi ne sono un esempio: libri che hanno avuto buone vendite, ma che hanno cancellato da qualunque angolo del testo la parola fantascienza. E a questo punto, forse è meglio così. Che si sappia o meno, l’importante è che la fantascienza venga letta. Anche se spacciata per qualcos’altro. Maurizio Vicedomini

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Articolo:

“Hyperion, fra passato e futuro” Gli amanti della fantascienza sono abituati a sentir parlare di viaggi nel tempo. La cosiddetta quarta dimensione è appannaggio della letteratura fantascientifica da sempre, inserita in storie classiche o innovative, verso un flusso temporale che possa guardare al passato e – al contempo – al futuro. È curioso notare, però, come sia possibile una diversa interazione fra queste due identità temporali, e ancora una volta è la science fiction a trovarvi i migliori impieghi, poiché si occupa – nel senso più classico del termine – di una visione futura. Ciò di cui sto parlando è il richiamo storico nella dimensione prossima del tempo. È inutile ricordare come la nostra società sia influenzata da quelle che ci hanno preceduto. In letteratura abbiamo avuto diversi ritorni al passato, come nei casi lampanti di Classicismo e neoClassicismo, poiché l’uomo è spesso il punto di contatto fra ciò che è stato e ciò che sarà. Prendiamo un classico della letteratura fantascientifica come Hyperion, primo volume de I Canti di Hyperion di Dan Simmons, e osserviamolo solo superficialmente. Il nome di riferimento dei primi due libri – Hyperion, appunto – e quello degli altri due – Endymion – fanno riferimento a opere di John Keats, poeta di inizio XIX secolo. Nei libri stessi sono numerosi i riferimenti al poeta, come a confermare la dedica, l’omaggio, di Simmons a Keats.

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Sia ben chiaro, l’opera ha pochissimo a che vedere con quella del poeta inglese, dato che era un poema riguardante la Titanomachia (non a caso Iperione è uno dei titani). Eppure, è innegabile che la stesura dell’opera di Simmons abbia avuto una seconda musa. La storia si sviluppa con il viaggio di sette pellegrini alle Tombe del tempo. Ogni pellegrino, durante i tempi morti del tragitto, narra agli altri la sua storia. Vi ricorda nulla? Il richiamo a Chaucer e al suo Canterbury Tales mi pare evidente, altro poeta d’eccellenza inglese. E dunque, un’opera come Hyperion, che stiamo qui prendendo come esempio, non rappresenta forse l’unione fra passato e futuro? Le radici della letteratura inglese confluiscono in un viaggio interstellare verso il pianeta Hyperion. I pellegrini viaggiano verso siti archeologici con campi antientropici, eppure sempre seguendo una processione religiosa. Siamo davanti a un libro che mostra una società futura, diversa dalla nostra in molte cose, ma legata alle radici con forza. E Simmons riesce a mescere antico e nuovo in un’unione perfetta, descrivendo una società che potrebbe – in effetti – essere davvero quella che ci aspetta. Maurizio Vicedomini

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Novità editoriale:

“Scritture Aliene – Albo 8” di A.A.V.V. • Titolo: Scritture Aliene – Albo 8 • Autori: Maurizio Vicedomini, Barbara De Carolis, Marco Vecchi, Paola B. Rossini, Elvira Scarpello, Stefano Sacchini • Curatore: Vito Introna • Casa Editrice: Edizioni Diversa Sintonia • Anno: 2012 • Formato: Ebook

Trama: I nostri posteri saranno uomini come noi o semplici automi? L'aldilà sarà sempre interdetto ai vivi? E se il nostro mondo altri non fosse che la risultante di un videogame progettato da folli scienziati amorali? Quanto hanno di cattolico questi sedicenti 'Angeli' che si aggirano tra slotmachine e tavoli da poker? Dovremo rassegnarci ad avere un Papa meccanico? E se George Orwell ci avesse visto giusto?

A cura di Michele Greco

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Articolo:

“Sangue Antico – Seconda Parte” Simili ai vampiri, nelle tradizioni più antiche, troviamo creature femminili, tutte accusate di rapire bambini o ucciderli nel sonno; tutte sono coinvolte in una maternità negata. Prime tra tutte incontriamo le lamie: il mito greco ce le descrive come creature in parte umane e in parte ferine (spesso serpi), ossessionate dai bambini e dai fanciulli, che cercavano di rapire nottetempo. L’origine di tali creature è da ricondurre a Lamia, una splendida regina di Libia e figlia (o nipote, a seconda delle tradizioni) del dio dei mari Poseidone e che conquistò l’amore di Zeus e gli diede molti figli. Il padre degli dèi le concesse il dono di togliersi gli occhi dalle orbite per poi rimetterli a proprio piacere. Scoperta la relazione, la dea Era, moglie di Zeus, uccise la prole di Zeus e di Lamia, portando la regina libica alla pazzia, costringendola da quel momento in avanti a divorare i bambini degli altri. Il suo aspetto attraente le permetteva di essere rassicurante nei confronti dei piccoli e allo stesso tempo di sedurre gli uomini, dei quali amava bere il sangue. Secondo Aristofane tale nome era da ricondurre alla parola “esofago” (λαιµός; laimos), in riferimento all’abitudine della creatura di divorare (e probabilmente ingoiandoli interi) i piccoli che rapiva. Nel Medioevo, lamia divenne sinonimo di strega, mentre nella tradizione della Cappadocia si crede che Lamia fu la prima sacerdotessa del culto di Lilith. Allo stesso

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modo, secondo altre tradizioni greche, Lamia è indicata al pari delle Empuse come figlia di Ecate. Simili alle sirene per simbologia e aspetto, sono le arpie, anch’esse figlie di divinità marine. Il mito le vuole relegate nelle isole Strafodi da Zeus in persona, che si serve di loro ogni qual volta gli necessita di perseguitare qualcuno. Anche per queste donne uccello, dalle ali ampie e gli artigli di rapace, il pericolo era dato dal canto dolce, che attraeva le vittime. Esse finivano graffiate, lacerate e fatte sanguinare. La descrizione che se ne fa è quella di creature dal viso femminile (spesso di vecchie, di donne anziane e dal volto spaventoso a differenza delle sirene che conservano i lineamenti della giovinezza) e dal corpo di avvoltoio. Come le sirene, impersonavano la furia dei venti marini. Il loro canto ipnotizzava e induceva la vittima a superare qualunque ostacolo, a perdere di vista qualunque scopo che non fosse quello di raggiungerle. Una volta che la preda si era volontariamente gettata tra le fauci delle arpie, veniva divorata e dissanguata con comodo. Secondo un mito erano proprio questo gli uccelli che infestavano la città di Stinfalo e si nutrivano di carne umana. L’eroe Ercole riuscì a scacciarle nell’impresa relativa alla quarta fatica ed esse, si dice, si nascosero a Creta, in una caverna da cui non uscirono più. Ancora, l’etimologia del nome Empusa è fatta risalire al significato letterale di “colei che si introduce a forza”. Troviamo una descrizione accurata di queste creature ne I Miti Greci di Robert Graves: “Sozzi demoni chiamati Empuse, figlie di Ecate, hanno natiche d’asino e calzano pianelle di bronzo, a meno che, come taluni vogliono, esse abbiano una gamba d’asino e una gamba di bronzo. È loro costume terrorizzare i viandanti, ma si può scacciarle prorompendo in insulti, poiché all’udirli esse fuggono con alte strida. Le Empuse assumono l’aspetto di cagne, di vacche o di belle fanciulle e, in quest’ultima forma si giacciono con gli uomini la notte o durante la siesta pomeridiana e succhiano le loro forze vitali portandoli alla morte.” (Robert Graves, I Miti Greci, Longanesi, p. 170).

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Venivano chiamate “le cagne nere di Ecate” e di questa potente e antica divinità della morte e dei poteri stregoneschi erano le serve e le aiutanti, se non addirittura le figlie. Così come il lupo, anche il cane era associato alle divinità infere o latrici di morte. I riferimenti ai tratti animaleschi equini rimandano agli aspetti di lussuria che le caratterizzava, ma allo stesso modo di tenebra: il cavallo era l’animale associato alla fertile Demetra e al potente Poseidone, ma anche alla potenza regale oscura di Ade così come di Dioniso Zagreus durante il suo soggiorno infero. La tradizione vuole le Empuse si muovessero ad una velocità ultraterrena (concetto che verrà ripreso da Bram Stoker in Dracula con la celebre frase “i morti viaggiano in fretta”) tanto che la loro presenza, così come la morte stessa, risultava improvvisa. Si muovevano su di un cocchio trainato da cani latranti e seducevano chiunque trovassero sul loro cammino, o entravano con la forza nelle case costringendo gli uomini a sfiancanti amplessi fino a condurli alla morte. Succhiavano loro sperma e sangue per poi divorarne le carni. Spesso erano accusate di rapire i bambini in fasce per divorarli nei loro rifugi o per fare di loro dei figli tenebrosi, dal momento che alle Empuse non era concesso donare la vita. Il loro aspetto così poco armonico era da considerarsi terrificante nella cultura ellenica. Il commediografo Aristofane ci mostra come perfino il dio Dioniso rischia la pazzia davanti a queste donne. Portare alla follia era una delle caratteristiche primarie attribuite a queste creature. E non solo a queste.

Scilla Bonfiglioli

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Recensione:

“La Zona Morta” di Stephen King • • • • • • •

Titolo: La Zona Morta Autore: Stephen King Sottogeneri: Horror Casa Editrice: Sperling Paperback Pagine: 459 Anno: USA 1979 – ITA 1994 Formato: Cartaceo

Trama: Sono passati ormai quasi cinque anni da quando Johnny Smith è entrato in coma a causa di un incidente stradale. La fidanzata, i suoi genitori ed ogni suo amico non nutrono molte speranze circa il suo risveglio, la vita prosegue lontano dall'ospedale in cui giace addormentato da quel fatidico Halloween. Tutto scorre, almeno finché le tenebre non abbandonano la testa di Johnny e l'uomo torna alla vita. Il sonno prolungato non gli ha soltanto lasciato il doloso ricordo della riabilitazione: Johnny è infatti in grado di vedere ciò che gli altri non possono nemmeno immaginare. Il coma ha aperto nella sua mente uno spiraglio per il futuro, trasformando un semplice insegnante di lettere in un vero veggente capace di conoscere la sorte altrui prima di chiunque altro. Ogni dono, però, comporta anche gravose responsabilità; così una semplice stretta di mano ad un politico si trasformerà nella rivelazione di un futuro talmente oscuro da lasciarlo senza parole... Recensione: Brillante come sempre, non trovo un modo più accurato di definire questo capolavoro della produzione di King. Decisamente dai toni meno cupi

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rispetto ai precedenti libri, la zona morta possiede comunque la capacità di far tremare mostrando l'orrore nella sua forma più pura e originale: l'uomo. Johnny Smith infatti non si ritrova ad affrontare una ragazzina dai poteri demoniaci, un agglomerato urbano infettato da vampiri o gli incubi di un hotel o di un mondo post-nucleare. Ciò che il protagonista è costretto a combattere è una battaglia silenziosa per sconfiggere un mostro dal volto umano in grado di devastare il mondo intero soltanto grazie ad un giuramento. L'America descritta nel racconto è quella del dopo Watergate, una nazione costretta a fare i conti con scandali presidenziali e minacce rosse, ancora una volta King presta molta attenzione alla descrizione degli eventi più importanti così da dare maggiore vividezza all'ambientazione. Scorrevole, ruvido al punto giusto, accurato nelle descrizioni dello stato d'animo del protagonista e delle persone a lui vicine, la zona morta può essere consigliato ad un più vasto pubblico e non solo ai soliti affezionati. L’autore: Stephen Edwin King (Portland, 21 settembre 1947) è uno scrittore e sceneggiatore statunitense. Conosciuto per i suoi numerosissimi romanzi horror, sia con il suo nome che con quello di Richard Bachman, è oggi considerato uno dei maggiori esponenti della letteratura americana contemporanea. Tra i suoi romanzi di maggior successo elenchiamo It, il Miglio Verde, Carrie, Misery e la saga de La Torre Nera.

Christine Amberpit

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Intervista a

Francesco Falconi di Michele Greco

- Innanzitutto, benvenuto sulla rivista “Fralerighe - Fantastico”. Cominciamo con una domanda di rito: chi è Francesco Falconi? Un ragazzo originario della maremma che sui è trasferito da anni a Roma. Ingegnere delle telecomunicazioni e scrittore. - Quando hai sentito per la prima volta il bisogno di scrivere? Credo all’età di quattordici anni, quando scrissi per la prima volta Estasia. Ero ancora piccolo, non avevo la minima idea che un giorno la scrittura sarebbe diventata la mia professione. All’epoca avevo solo il desiderio di creare il mio mondo fantastico. - Hai da poco pubblicato "Muses" con Mondadori, ma hai alle spalle un bel po' di altri libri fantasy pubblicati con altre case editrici. Com'è avvenuto il passaggio alla Mondadori? Due anni fa decisi di affidarmi a un agente, che potesse aiutarmi a migliorarmi nella scrittura e gestisse i rapporti con gli editori. È stato proprio la mia agente Vicki Satlow a credere per prima in Muses e a proporlo agli editori. Tra i vari interessati, abbiamo optato per Mondadori. - So che "Muses" ha avuto una gestazione lunga. Come mai? Perché non mi sentivo pronto a scriverla. Non ero maturo né stilisticamente né avevo la capacità di strutturare la trama a dovere. Sentivo che mi mancava qualcosa. Ho atteso due anni per colmare quelle lacune, quindi mi so-

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no messo a scriverlo. Muses è un libro complicato, una svolta rispetto alla mia produzione precedente. E dovevo essere sicuro del salto. - C'è qualche personaggio di "Muses" che ti rispecchia? E dei tuoi romanzi precedenti? Tutti e nessuno. Ogni forma è una morte, diceva Pirandello. E Muses assume diverse forme, che sono frammenti della mia vita. Ogni personaggio ha delle mie caratteristiche e ci sono anche scene autobiografiche, ma non vi dirò mai quali. Muses è una frattura con il passato, ho cercato di dare maggiore spazio ai personaggi e alla loro tridimensionalità, concentrandomi in primis sulla protagonista Alice. Mi sono però divertito con un crossover e con delle autocitazione, ma solo per gioco. - La musica è spesso un elemento chiave delle tue opere. Ti capita mai di ispirarti facendoti trascinare dalla musica? Il contrario, mi capita sempre. Prima di scrivere un capitolo mi immagino la scena. Dettagli, dialoghi, gesti ed espressioni dei personaggi. In sottofondo c’è sempre una canzone. - Hai scritto la biografia "Mad for Madonna - La Regina del Pop" (Castelvecchi Editore). Qual è il tuo album preferito di Madonna e cosa ne pensi dell'ultimo? Il mio preferito è Ray of light, non si discute, ma ho apprezzato anche Confession on a Dancefloor. L’ultimo album lo reputo solare, estivo e divertente, con qualche perla – come Gang Bang e Masterpiece. Non rimarrà però nella storia di Madonna, questo è certo. Detesto Solveig e Orbit è stato deludente. Ma basta guardare i numeri: a Madonna oggi come oggi interessa concentrarsi sui live.

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- Hai pubblicato il racconto "Halo" per la rivista "Weird Tales". Hai altri progetti di natura weird o new weird? Non nell’immediato, ma forse è un campo che tornerò a esplorare in futuro. Ho altre idee in mente, che prevedono una contaminazione del fantastico con una virata più sul realistico. - Quali sono i tuoi autori fantasy preferiti e quali non sopporti? Tanti, ne cito qualcuno: tra gli stranieri Stroud, Gaiman, Rowling. Italiani, Licia Troisi. Cosa non sopporto? Oddio, faccio prima a evitare di leggerlo. Diciamo che ultimamente sono un po’ stanco dell’high fantasy. - Fuori dalla letteratura fantastica, quali opere ti hanno colpito? Si apre un baratro. McCarthy, Winterson, Roth, Wright e tantissimi altri. Sto riscoprendo i classici, che da troppo tempo non leggevo, come Dostoevskij. Tra gli italiani mi sta sorprendendo Alcìde Pierantozzi. - Approssimativamente, quanti libri leggi in un anno? Circa uno a settimana. Dipende da quanto sono impegnato sul fronte scrittura e quanti libri devo leggere a supporto della storia che sto scrivendo. La lettura non è solo un piacere. È il mio modo per migliorarmi. Mentre leggo, imparo. - Ultimamente si sente parlare di "sboom" del fantasy italiano. Cosa prevedi per il futuro? Pensi che la situazione possa migliorare? Sono le solite frasi che lasciano il tempo che trovano. Certo, è un periodo di contrazione, che abbraccia tutti i generi letterari e non è limitato al genere fantastico. Parlerei invece di saturazione di alcuni filoni, come quello sui vampiri, che ha avuto la sua sovraesposizione. - Cosa ne pensi degli ebook? Un modo alternativo per leggere i libri. Personalmente preferisco leggere i romanzi su carta, sono affezionato al profumo del libro, alla costola che si scurisce man mano che il segnalibro avanza. Antico? Può darsi.

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- Che consigli daresti a un aspirante scrittore? Di mettersi sempre in discussione e di leggere tanto. Provare a partecipare a delle iniziative – purché non a pagamento – per mettere alla prova le proprie capacità. Ho lanciato da poco un’iniziativa simile, si chiama Netface. Ecco i dettagli: www.francescofalconi.it/netface - Grazie mille per questa intervista!

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Recensione:

“Fallen” di Lauren Kate • • • • • • •

Titolo: Fallen Autore: Lauren Kate Sottogenere: Paranormal romance Casa Editrice: Rizzoli Pagine: 448 Anno: USA 2009 – ITA 2010 Formato: Cartaceo, Ebook

Trama: Basta un istante per sconvolgere un’esistenza. A cambiare quella di Lucinda, diciassette anni, è stato l’incidente in cui è morto un suo caro amico. E lei ha visto addensarsi di nuovo le ombre scure che la perseguitano da quando è bambina. Guardata con sospetto dalla polizia e da chi la ritiene responsabile della morte dell’amico, Luce – così la chiamano tutti – è costretta a entrare in un istituto correzionale. Nessun contatto con il mondo esterno, telecamere di sorveglianza, ragazzi e ragazze dal passato oscuro e disturbato sono tutto ciò che trova alla scuola Sword & Cross. E poi appare Daniel. Il cuore di Luce le dice di averlo già incontrato, ma nella sua mente si accendono solo rari lampi di ricordi troppo brevi per essere veri. Soltanto quando rischia di perderla, Daniel decide di uscire allo scoperto: i loro cuori si conoscono da sempre, da tutte le vite che Luce non ricorda ancora di aver vissuto. Recensione: “Fallen” è il primo volume dell’omonima saga paranormal romance per Young Adult scritta da Lauren Kate, edita per la prima volta in America nel Dicembre del 2009 e in Italia mesi dopo, precisamente nel Maggio del 2010, dalla casa editrice Rizzoli. La saga è di genere paranormal romance

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– un genere che va in voga dal 2005 in ogni parte del mondo, soprattutto dopo il successo dei libri di Charlaine Harris e di Stephenie Meyer -, è incentrata sulla storia d’amore tra Lucinda Price e l’enigmatico Daniel. Il prologo del romanzo rappresenta una sorta di flashback della vita di Lucinda (Luce), una vita passata che lei non ricorderà di aver vissuto. Dal primo capitolo in poi l’ambientazione cambia: Lucinda (Luce) Price, protagonista della serie, rimane coinvolta in uno strano incidente dove muore un suo amico e così i genitori decidono di portarla in un collegio chiamato Sword&Cross, lontano da casa, con la speranza di farle dimenticare il tragico accaduto. Da lì la sua vita cambia improvvisamente, non solo a causa delle rigide regole dell’istituto e della pressione esercitata dalle videocamere sparse per tutto l’edificio che riprendono gli studenti a quasi tutte le ore del giorno come se fossero detenuti. Ma anche per colpa di un ragazzo, Daniel, per il quale prova una forte attrazione. Daniel, tuttavia, sembra detestarla e cerca in tutti i modi di allontanarla da lui. Durante la narrazione, Luce conosce diversi amici all’interno dello strano collegio, fra questi vi sono Penn e Cameron. Penn è la figlia del vecchio giardiniere della Sword&Cross ed è stata trasferita nel collegio senza troppe complicazioni dal padre per risolvere i suoi “problemi disciplinari”, è la prima persona a fare amicizia con Luce al suo arrivo. Cameron è un ragazzo che fin dal primo incontro vuole cercare di avvicinare Luce e si mostra molto interessato a lei per tutta la durata del libro, tranne che per le ultime 150 pagine. Lo stile e il linguaggio tecnicamente non soddisfano le pretese che un lettore si aspetterebbe da un paranormal romance YA tanto famoso: stile scarno, privo di particolarità, e a volte perfino fastidioso, dal momento che nel testo sono presenti molte ripetizioni, e il linguaggio è così semplicistico da non descrivere nel migliore dei modi l’ambientazione e i personaggi. Lauren Kate non ha una tecnica di scrittura particolare, utilizza le basi della grammatica e tralascia le descrizioni dettagliate (che riguardino l’ambiente o i personaggi, l’effetto è uguale). Persino la fine del libro appare come qualcosa di già programmato, ma priva di nesso logico col resto scritto in precedenza. I personaggi cambiano facilmente umore e stati d’animo e, nelle ultime 100 pagine del romanzo, riescono addirittura a cambiare il loro carattere da un momento all’altro. Luce, che dovrebbe essere la protagoni-

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sta, in realtà è una marionetta nelle mani della scrittrice: non pare avere un ruolo determinante all’interno della storia se non quello di recitare la parte della fanciulla indifesa e confusa che ama l’angelo Daniel, anche se dopo si scopre che gli angeli buoni e gli angeli cattivi sono in guerra a causa sua e per colpa della “maledizione”. Altro elemento che Lauren Kate avrebbe potuto omettere per rendere il romanzo decisamente migliore di quello che è: la guerra che, per quel che sembra, non serve a nulla. La guerra tra gli angeli caduti non viene affatto illustrata dall’autrice come una guerra determinante “per la salvezza del mondo e degli esseri umani”, ma al lettore sembra che sia stata inserita nella storia dall’autrice soltanto perché “qualcosa doveva accadere per rendere interessante la saga”. Inoltre è poco plausibile che angeli “buoni” e angeli “cattivi” stiano sotto lo stesso tetto, nella Sword&Cross, se tecnicamente sono in guerra da anni e anni. Ci sono molti elementi e punti che non quadrano affatto col resto del libro e che a volte procurano diversi dubbi al lettore che, probabilmente, non troverà mai delle risposte. La saga di Fallen è composta da cinque libri, editi in Italia sempre dalla casa editrice Rizzoli: Fallen, (Maggio 2010, Rizzoli), Torment, (Novembre 2010, Rizzoli), Passion (Giugno 2010, Rizzoli), Fallen in Love (Febbraio 2012, Rizzoli) e Rapture (Giugno 2012, Rizzoli). L’autrice: Lauren Kate è nata e cresciuta a Dallas, ha studiato nell’Università di Atlanta, in Georgia, e ha iniziato a scrivere a New York. Adesso vive a Los Angeles con il marito. Il romanzo Fallen, uno dei suoi romanzi più noti, ha scalato la classifica del New York Times Best Sellers piazzandosi al primo posto e rimanendo al terzo posto per sei mesi e tre settimane. Adesso Fallen è stato tradotto in 33 paesi. Laura Buffa

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Recensione:

“Winter” di Asia Greenhorn • • • • • • •

Titolo: Winter Autore: Asia Greenhorn Sottogeneri: Urban fantasy, Paranormal romance Casa editrice: Mondadori Pagine: 484 Anno: ITA 2011 Formato: Cartaceo

Trama: Winter si è appena trasferita da Londra a Cae Mefus, una piccola cittadina nel nord del Galles, in seguito al misterioso incidente che ha costretto sua nonna in ospedale. Una nuova casa la accoglie. E una nuova famiglia, quella dei Chiplin, il cui figlio maggiore, Gareth, non le toglie gli occhi di dosso, per ragioni che la ragazza può solo in parte intuire. Nella nuova scuola Winter incontra Rhys, un ragazzo dalla bellezza misteriosa, dal quale Gareth creca di metterla in guardia. Ha gli occhi brillanti. Lo sguardo profondo nasconde un passato lontano. L’attrazione li travolge come un’onda, è un’energia inspiegabile e pericolosa. Mentre strane aggressioni si verificano nella contea, Winter stessa è assalita nel bosco. La verità comincia a venire a galla. Winter deve scoprire un nuovo mondo, dove antiche tradizioni si tramandano di generazione in generazione, dove un patto segreto protegge l’esistenza di milioni di persone. Deve scoprire la verità sulla morte dei suoi genitori, e sulla loro unica eredità: un ciondolo di cristallo che la protegge. Ora è costretta a scegliere. Tra Rhys, il ragazzo che ama, e la sua stessa vita come l’ha sempre conosciuta. Recensione: A Winter Starr sembra cadere il mondo addosso il giorno in cui la nonna, l’unica parente rimasta, viene portata in ospedale a causa di un malore im-

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to di adolescenziale e poco di sostanza, che potrebbe eventualmente migliorare e risollevarsi con Silver, il seguito uscito da poco per Mondadori e non ancora letto, ma che per quanto mi riguarda, può attendere.

L’autore: Asia Greenhorn è nata a Londra nel 1980 ma è cresciuta in una piccola cittadina nel nord del Galles, in mezzo ai paesaggi incantati dello Snowdonia National Park. Vive a Milano insieme a Crumb, il suo fedele gatto siamese. Winter è il suo primo romanzo.

Valeria Bellenda

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provviso. La donna con la quale la ragazza abita da anni non è più in condizioni di tornare a casa e pertanto, il legale di famiglia decide di trasferire Winter in una piccola città chiamata Cae Mefus. Winter parte da Londra controvoglia e con i pensieri rivolti alla nonna e fa la conoscenza dei Chiplin, le persone che hanno accettato di ospitarla con loro fino a quando la nonna non si sarà ripresa. La nuova famiglia è composta da Morwenna Chiplin, una donna sulla quarantina dall’aspetto materno, Gareth, un ragazzo dallo sguardo magnetico che non la perde di vista un attimo, la sorella Eleri e il fratello più piccolo, Dai. La biblioteca di Cae Mefus diventa la tappa preferita e quotidiana di Winter ed è proprio lì che lei conosce Rhys Llewelyn, un ragazzo per il quale prova subito una irresistibile attrazione e che scopre poi frequentare anche la sua nuova scuola. Cae Mefus non è certo come Londra, ma quella cittadina all’apparenza senza niente di interessante, definita “un mortorio” da alcuni abitanti, nasconde molto più di quanto Winter immagina e presto iniziano a esserci aggressioni senza un palese filo conduttore, aggressioni di cui lei stessa finisce vittima. I misteri si infittiscono ulteriormente non appena Winter trova un pacco di articoli e lettere indirizzate alla nonna che riguardano lei e la sua famiglia, lettere di molti anni prima di cui la ragazza non sapeva l’esistenza e che la mettono di fronte a una realtà che le è sempre stata nascosta. Winter mi ha attirata fin da subito per la sua copertina dark- glaciale e per il tema dei vampiri tra la gente comune, ma devo dire che ha un po’ deluso le mie aspettative. Prima osservazione da fare: lo stile dell’autrice. E’ semplice, forse troppo semplice, pieno di dialoghi superflui e poco incisivi e privo di parti che facciano davvero battere il cuore per l’emozione. Seconda osservazione: mi è sembrato un misto di cose già sentite, già viste e già lette. Non ho riscontrato elementi di novità che mi facessero esclamare “accidenti, che idea ha avuto Asia!”, anzi. Il romanzo è un condensato di informazioni che si passano le autrici di libro in libro camuffandone la forma. Ho fatto fatica ad arrivare anche solo a metà libro, non perché non fosse scorrevole, ma perché non avevo interesse nel sapere che cosa stava succedendo a Cae Mefus e chi fosse la stessa Winter. Il libro, a dispetto delle mie aspettative, non mi ha suscitato la curiosità, l’attesa e la tensione di voler correre all’ultima pagina e questo fondamentalmente perché di cose fino a un certo punto della trama non ne succedono molte e i personaggi non sono così ammalianti da far immediatamente presa sul Lettore. Una storia che ha tan-

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Recensione:

“Thunder + Lightning” di Anna Giraldo • • • • • • •

Titolo: Thunder + Lightning Autrice: Anna Giraldo Sottogeneri: Paranormal romance Casa Editrice: Casini - Art of Life Pagine: 544 Anno: 2012 Formato: Cartaceo

Trama: “Luna affascinante stanotte! Qualcuno ci rimetterà la pelle per essersi lasciato sedurre!”. La nebbia e il freddo rendono Redlie nervosa e triste e il giaguaro sta cambiando pelle. Gli amici vorrebbero stringere entrambi nel loro abbraccio pieno di calore, ma tutto è confuso, sbagliato. I ricordi per Sean e Redlie sono terribili e poi c'è un diario, e i parenti in Italia, e un misterioso quadro, e ci si mette anche un gruppo di energumeni a complicare le cose. Se si é diversi non si può essere amati. Dunque, chi è il vero mostro? La rivoluzione è solo agli albori. Serve energia straordinaria. Servono tuoni e fulmini! Recensione: Thunder + Lightning, a dispetto del titolo, è l'italianissimo paranormal romance di Anna Giraldo, atteso sequel di 436. Tornano dunque le avventure di Redlie, giovane e ribelle gattara; accanto a lei, tra le strade di Londra e poi nei nebbiosi scenari mantovani cari all’autrice, ritroviamo Sean Dowell, suo intrigante compagno. Innamorati più che mai, i due ora condividono un segreto che li porterà non solo a rivalutare dal profondo il significato della vita e della morte, ma per-

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sino lo stesso antico sentimento che li lega: una nuova condizione particolarmente gravosa da sopportare, soprattutto per la protagonista. Non è facile, infatti, accettare le conseguenze che derivano dall’immortalità: se da un lato Redlie e Sean possono godere per sempre di bellezza e giovinezza, dall’altro sono condannati a vivere in solitudine poiché, per non destare sospetti sull’età, dovranno dire addio ai propri cari; alla coppia resta solo una manciata d’anni, una decina al massimo, per godere del calore della famiglia. È a tutti gli effetti una sorta di opprimente timer con cui Sean ha combattuto per secoli, isolandosi, imparando a tenere a distanza qualsiasi rapporto; ma Redlie è una creatura diversa, luminosa, pur segnata da un passato di solitudine; inoltre, da troppo poco tempo ha scoperto il rassicurante abbraccio di una famiglia che la ama oltre la diversità, per potersene distaccare. Il suo è un comprensibile tormento: seguire l’adorato Sean o riporre fiducia negli amici sinceri? Ma ecco che la saggezza della potente donna di cui Redlie possiede l’anima e i ricordi giunge in aiuto nei momenti più critici. In questo secondo volume della saga, il mondo passionale di Anna Giraldo si arricchisce di nuovi personaggi e parecchi misteri da svelare. Un mondo davvero vasto, coronato da sentimenti di infinita dolcezza, battaglie all’ultimo sangue, anatemi e pozioni segretissime. Per non parlare di mostri e sibilline creature. Chi ha apprezzato lo stile fluido, brillante e ironico dell’autrice nel precedente 436 non potrà rimanere deluso dal seguito, malgrado non manchino momenti di malinconia, tensione, atroci dubbi e lunghe riflessioni della protagonista riguardo la sua travagliata storia d’amore. Tutti elementi su cui la Giraldo si è soffermata per mostrarci una Redlie autentica, ben caratterizzata, invischiata in una condizione per nulla semplice da accettare e soprattutto da gestire. Gli amici, ancora di più che in 436, svolgono in questo senso un ruolo estremamente positivo, a dir poco fondamentale, un supporto costante; non solo per la protagonista, ma finalmente anche per il tormentato Sean. Ci si perde nella lettura di queste pagine cariche di emozioni, dove Anna permette ai suoi lettori di esplorare a fondo i sentimenti della coppia appena ritrovatasi.

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Una lettura certamente consigliata, in particolar modo agli amanti del romanticismo, dei misteri, dei casi da risolvere e, naturalmente, delle affilate Claymore.

L’autrice: Anna Giraldo è una lettrice “seriale”, ama viaggiare e adora i felini. Non è mai riuscita a tenere i piedi ancorati alla solida terra per più di cinque minuti consecutivi. Tempo addietro, la cosa la preoccupava molto: si impegnava quotidianamente in veri e propri esercizi di serietà. Una noia mortale. Ma, un giorno, la passione per la scrittura l’ha travolta. Da allora si diverte a intrecciare la realtà con le sue storie fantastiche, a cercare nuovi varchi attraverso i quali affacciarsi al mondo. Nel marzo 2011 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, 436 (Casini – Art of life), seguito a febbraio 2012 da Thunder + Lightning, entrambi parte della “Saga del Giaguaro”. Questo il suo blog personale: http://www.annagiraldo.altervista.org

Deborah Epifani

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Recensione:

“La Carezza del Buio” di Nalini Singh

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Titolo: La Carezza del Buio Autore: Nalini Singh Sottogeneri: Paranormal romance, Urban Fantasy Casa Editrice: Nord Pagine: 400 Anno: USA 2010- ITA 2012 Formato: Cartaceo

Trama: Dopo quasi un anno passato in coma, Elena Deveraux si risveglia con un bellissimo paio di ali blu: un miracolo reso possibile dall’amore di Raphael, l’arcangelo di New York, che per salvarle la vita l’ha trasformata in una immortale. Tuttavia, a causa del lungo periodo d’incoscienza, Elena ha bisogno di tempo per riacquistare le abilità di cacciatrice di vampiri e, soprattutto, per imparare a volare. Ecco perché Raphael l’accompagna al Rifugio, la città segreta in cui vengono addestrati i nuovi angeli. Ben presto, però, quel luogo di pace e serenità è sconvolto da un’inquietante ondata di violenza: prima un giovane angelo viene gravemente ferito, quindi il vampiro al servizio di Raphael viene trovato privo di conoscenza, in una pozza di sangue. Ma è il rapimento di un angelo bambino a gettare nel panico l’intera comunità degli immortali. Ormai pronta a tornare al lavoro, Elena si offre di aiutare la squadra di ricerca, anche se ciò significa dover collaborare con Michaela, un arcangelo tanto potente quanto pericoloso, che non vede l’ora di eliminare Elena e fare di Raphael il suo nuovo amante…

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Recensione: Al risveglio dal coma, Elena Deveraux, debole per l’anno passato a letto, è costretta a fare i conti con un paio di ali che non è ancora in grado di usare e controllare. Viene portata al Rifugio, una città di marmo e vetro abitata solo da angeli, un posto bellissimo di cui gli umani non sono a conoscenza e vive sotto la costante protezione del suo amante, l’arcangelo Raphael e dei suoi angeli e vampiri più fedeli, che la seguono dappertutto. Elena deve abituarsi pian piano alla sua nuova condizione, recuperare le abilità di cacciatrice di vampiri, rimaste a lungo sopite e presentarsi preparata al ballo per incontrare Lijuan, una donna arcangelo tanto potente quanto antica, che ha messo in piedi un esercito personale di morti rinati, una sorta di zombie che riesce a comandare a suo piacimento (la Singh li chiama “animaletti da compagnia”). Lijuan si sta evolvendo, sta oltrepassando il confine che un arcangelo non dovrebbe mai oltrepassare ed è affascinata da tutto ciò che riguarda la morte e la violenza. Elena riceve il suo invito per questo ballo, un evento che si svolgerà in Cina, nella sua fortezza piena di tesori e misteri, al quale la cacciatrice non può sottrarsi, poiché Lijuan vuole conoscere di persona l’umana trasformata in angelo di cui tutti parlano, colei che è diventata immortale grazie all’amore di un arcangelo che le ha donato le ali. La carezza del buio è un degno seguito al primo romanzo della serie: così come Il profumo del sangue, il libro è scritto in uno stile scorrevole, senza tralasciare descrizioni particolareggiate e dialoghi a tratti divertenti, a tratti piccanti. La protagonista è ben tratteggiata nella sua condizione psico-fisica e nella sua particolarità di riconoscere attraverso l’olfatto i diversi odori che caratterizzano ciascun vampiro ed è una ragazza tosta e forte, improntata all’azione. Raphael, il co-protagonista maschile, appare come sempre in tutta la sua mascolinità e ne La carezza del buio scopriamo anche il suo lato più dolce e protettivo. Aiuta, infatti, Elena, per buona parte delle pagine, a imparare a volare e si trattiene dal fare l’amore con lei per paura di peggiorare la sua condizione di debolezza e di farle quindi più male. Il loro rapporto è il punto più interessante dell’intero romanzo, la tensione sessuale che li accompagna è unica, lo scambio di battute erotiche di alto livello e fa desiderare ardentemente il momento in cui scoppieranno di nuovo i fuochi d’artificio tra loro. In questo secondo libro, è da apprezzare come la Singh abbia deciso di portare la loro relazione a un gradino ancora più intimo e sentimentale, facendo in modo che i due amanti si confidasse-

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ro a vicenda ricordi dolorosi del passato e delle rispettive famiglie. I due protagonisti risultano così ulteriormente approfonditi sia come singoli che come coppia. Oltre a loro, ci sono moltissimi personaggi che gravitano nel libro, alcuni importanti come il fantastico e perverso vampiro Dmitri che profuma di “pelliccia e diamanti, sesso e piacere”, lo splendido angelo Illium dalle piume azzurre e Michaela, l’arcangelo donna più cattiva, sensuale e capricciosa, altri invece che fanno solo comparse o da contorno allo svolgersi della vicenda, ma ciascuno di loro è sempre ben definito e caratterizzato e resta così vivido nella mente che pare di vederlo davanti ai propri occhi. La carezza del buio mescola scene di passione a una trama incalzante e ben congegnata, dove uccisioni, pedinamenti, scontri, misteri e poteri sovrannaturali sono elementi imprescindibili, in grado di dare originalità alla saga e di tenere il Lettore col fiato sospeso fino alle ultime righe. L’ho trovato praticamente inattaccabile sotto tutti i punti di vista, perfetto come lo è il libro di avvio della serie. Consiglio questa lettura densa di avvenimenti e di storie che si intrecciano armoniosamente tra loro agli amanti dello urban fantasy e del paranormal romance. A voi dico: non potete assolutamente perdervi la serie di Elena Deveraux! L’autore: Nalini Singh è nata nelle isole Fiji, ma è cresciuta in Nuova Zelanda, dove vive tuttora. Ha viaggiato molto, facendo i lavori più disparati: l’avvocato, la libraia, l’impiegata di banca, l’insegnante di inglese e persino l’operaia in una fabbrica di caramelle. La sua vera passione, però, è sempre stata la narrativa, cui ora si dedica a tempo pieno. Dopo Il profumo del sangue (Nord, 2011), La carezza del buio è il secondo romanzo della serie con protagonista Elena Deveraux, una serie che ha scalato le classifiche americane e che è stata tradotta con grande successo in tutto il mondo.

Valeria Bellenda

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Novità editoriale:

“Demon’s Desire” di Gena Showalter

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Titolo: Demon's Desire Autore: Gena Showalter Sottogeneri: Paranormal Romance Casa Editrice: Mondadori (Bluenocturne) Anno: 2012 Formato: Cartaceo

Trama: Custode del demone della Promiscuità, Paris è dotato di un fascino irresistibile che è anche la sua condanna. Perché se non fa sesso ogni notte con una donna diversa rischia di morire. Prima di conoscere Sienna non ha mai permesso che il desiderio si mescolasse con l'amore. Eppure l'ex Cacciatrice, un tempo sua acerrima nemica e poi sua amante, è riuscita a smuovere qualcosa nel suo cuore indurito. E pur sapendo che non potrà mai essere sua, Paris è disposto a tutto per salvarla dall'orribile destino a cui Crono l'ha condannata. Anche a scatenare una guerra tra angeli e demoni. Biografia: Gena Sohwalter è americana, ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2004 e oggi ha al suo attivo 13 romanzi di diversi generi erotici, paranormal e per ragazzi, che sono subito balzati in vetta alle classifiche del New York Times e di USA Today.

A cura di Valeria Bellenda

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Novità editoriale:

“La Chimera di Praga” di Laini Taylor • • • • • • •

Titolo: La Chimera Di Praga Autore: Laini Taylor Sottogeneri: Paranormal Romance, Urban Fantasy Casa Editrice: Fazi Pagine: 387 Anno: 2012 Formato: Cartaceo, Ebook

Trama: Karou è una persona speciale. Ha dei capelli naturalmente blu splendenti come seta e una filigrana di tatuaggi su tutto il corpo. È di casa nei vicoli più stretti di Praga come nei caotici mercati di Marrakech, e parla quasi tutte le lingue del mondo, e non solo quelle umane. Ma Karou ha un segreto. A volte scompare per giorni, nessuno sa dove. E nemmeno lei sa quale sia la sua origine. Fino a quando, un giorno, non appaiono su molte porte in giro per il mondo misteriose impronte nere. Delle sconosciute figure alate, arrivate da una fessura nel cielo, le imprimono nel legno e nel ferro. Una di loro incontra Karou nell’affollata città vecchia di Marrakech: è allora che inizia un amore le cui radici affondano in un violento passato. Alla fine Karou scoprirà di sé più di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Biografia: Laini Taylor è autrice di altri tre romanzi: Blackbringer e Silksinger, della serie Dreamdark, e di Lips Touch: Three Times, romanzo arrivato finalista al National Book Award. Vive in Oregon con il marito e la figlia.

A cura di Valeria Bellenda

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Esordio editoriale:

“Angels” di Serena Versari • • • • • • •

Titolo: Angels Autore: Serena Versari Sottogeneri: Paranormal Romance, Urban Fantasy Casa Editrice: Gds Edizioni Pagine: 178 Anno: 2012 Formato: Cartaceo, Ebook

Trama: Erika ha sempre desiderato una vita piena di magia, avventura e un vero amore. Un giorno, in seguito ad un tradimento, decide di trasferirsi, di allontanarsi da una città caotica come Rimini per rifugiarsi in mezzo alla natura, in Val di Fassa. Li incontra Jason, un ragazzo che tutti evitano e temono a causa dei suoi occhi neri come la pece. Lei invece è attratta da quel ragazzo misterioso e fra loro si instaura un legame che diverrà sempre più forte con il passare del tempo. Ma un'umana non può innamorarsi di un Angelo della Morte e qualcuno cercherà di ostacolare la loro unione. Erika lotterà per quello in cui crede perchè secondo lei l' amore è la forza più grande che governa l' universo.

Biografia: Serena Versari è nata a Ravenna, dove vive e lavora. La sua passione per il fantasy è nata nel lontano 1984 quando per la prima volta vide in tv "La storia Infinita". Da allora ha cominciato ad essere una gran sognatrice e non ha ancora smesso... per fortuna! Ha scritto "Angels" nel 2009, in un periodo in cui non si sentiva soddisfatta in pieno della sua vita. Un giorno decise di mettere nero su bianco le sue sensazioni, ma poi l'immaginazione

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prese il sopravvento, oltrepassando il confine tra realtà e fantasia, cosÏ si trovò a scrivere di personaggi e luoghi magici. Ha scritto, inoltre, i racconti "Trompe l'oeil" per la raccolta "Ravenna in Nero" e "Lezioni di chitarra" per la raccolta "Ravenna Erotica" entrambi pubblicati con Claudio Nanni Editore. Nella vita ha altre passioni tra cui le arti marziali che ha praticato per 10 anni. Le piace fare trekking in quanto ama la montagna e adora passeggiare fra i boschi.

A cura di Valeria Bellenda

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Concorso letterario “Il Sentiero dei Draghi” L’iscrizione al concorso è gratuita ed è aperta a tutti coloro abbiano compiuto almeno i 16 anni di età. Tutti i testi partecipanti dovranno essere spediti via mail all’indirizzo di posta elettronica premio@ilsentierodeidraghi.it Le generalità degli autori (nome, cognome, indirizzo, CAP, recapito telefonico, e-mail) dovranno essere indicati chiaramente nella mail, non nel file allegato. Le mail dovranno includere la dicitura "autorizzo il circolo il Sentiero dei Draghi al trattamento dei dati personali, ai sensi della legge D.L.vo 196/03". Le iscrizioni sono aperte sino al 31 ottobre 2012. Tutti gli elaborati dovranno pervenire entro tale termine. Entro 30 novembre 2012 verranno pubblicati sul nostro sito internet i nomi degli autori dei 10 racconti ritenuti migliori. La premiazione del migliore racconto si terrà sabato 8 dicembre 2012. I racconti presentati dovranno tassativamente essere composti da almeno 10000 caratteri (spazi inclusi) e non superare i 20000 caratteri (spazi inclusi). Ogni racconto inviato dovrà essere salvato in formato rtf e scritto con carattere Times New Roman, corpo 12, interlinea singola. Ogni concorrente può partecipare con un massimo di due opere, purché inedite, originali ed in lingua Italiana. Quest’anno il tema su cui si dovranno basare i racconti è: La Busta Chiusa. La scelta del genere letterario è a totale discrezione dell'autore, che potrà spaziare dal Fantasy, al Horror, alla Science Fiction (Cyberpunk, Space Opera, etc.) e così via, purché vi sia la presenza nel racconto di significativi elementi fantastici. Finché non sia stata effettuata la premiazione i partecipanti sono tenuti a non diffondere il proprio racconto e a non prestarlo per la pubblicazione. I racconti sono distribuiti con licenza Creative Commons 2.5. Tutti i diritti sulle opere partecipanti al concorso restano a tutti gli effetti di completa ed esclusiva proprietà dei rispettivi autori, salvo quelli per la pubblicazione (a stampa e/o on line) dei lavori.

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I lavori dovranno pertanto riportare in coda la dicitura “Distribuito secondo licenza Creative Commons 2.5” e il seguente link: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/deed.it In caso di vittoria o pubblicazione, l’autore concorderà eventuali ottimizzazioni di cui verrà fatta oggetto la sua opera. Le decisioni del Comitato Organizzatore e della Giuria sono insindacabili e inappellabili. il Sentiero dei Draghi si riserva di respingere qualsiasi racconto che sia ritenuto inaccettabile per un qualsiasi motivo. La partecipazione al concorso comporta l'accettazione di questo regolamento in tutte le sue parti. Eventuali inadempienze comporteranno la squalifica. Verrà premiato in questa sede il racconto ritenuto migliore. I dieci racconti finalisti saranno pubblicati sul sito internet del circolo “Il Sentiero dei Draghi” e in una apposita edizione a stampa a cura del circolo.

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Concorso letterario “Netface” organizzato da Francesco Falconi e Mondadori •

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Per partecipare a Netface bisogna scrivere un racconto ispirato al mondo di Muses creato da Francesco Falconi (spin-off, fan fiction) di massimo 5000 battute spazi compresi. Il testo, su file word. doc, dovrà essere caricato sul gruppo Netface (www.facebook.com/groups/netface.muses/). Ogni partecipante può condividere il proprio racconto, in modo da mettersi in gioco e affrontare anche il “giudizio” di altri utenti e amici che potranno indicare con un like se il testo sarà di loro gradimento. Ogni partecipante potrà inviare al massimo 1 racconto. L’iniziativa sarà attiva dal 20 luglio e scadrà il 1 ottobre. Una giuria di qualità, composta da Francesco Gungui (editor Mondadori), Fiammetta Giorgi (Responsabile Redazione Ragazzi) e l’autore Francesco Falconi, valuteranno i testi e proclameranno il racconto migliore che verrà annunciato dall’autore stesso durante la manifestazione Lucca Comics&Games 2012. A titolo di riconoscimento del merito, il racconto giudicato migliore verrà pubblicato — a titolo gratuito — all’interno del romanza Muses 2, in uscita a primavera 2013.

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Concorso letterario “Macchine” organizzato da Agenzia di consulenze editoriali Scriptorama & Casa editrice Limana Umanita Bando: La casa editrice Limana Umanita e l'agenzia di consulenze editoriali Scriptorama indicono il Premio letterario per racconti di genere vario “Macchine”, concorso nazionale a partecipazione gratuita con pubblicazione finale delle opere selezionate. Stiamo cercando opere inedite di narrativa scritte in lingua italiana che abbiano per tema le Macchine: qualsiasi tipo di macchina, marchingegno, attrezzo meccanizzato sarà ben accetto e non sottoposto a discriminazione. Avrà un motore, un cuore o un cervello? Macchine incredibili o macchine comuni, con uno scopo (per viaggiare, per esplorare, per distruggere, creare o conquistare…) o senza nessuna ragione di esistere. Macchine che conducano l'uomo verso un futuro migliore o lo precipitino in un baratro di inciviltà. Che vadano a gas, benzina, vapore, energie alternative, le macchine che stiamo cercando devono essere in grado di segnare un punto di svolta tra un prima e un dopo, tra un non ancora e un mai più. Macchine quindi rivoluzionarie, da cui per nessuna ragione escluderemo quelle dalle forme umanoidi, ginoidi, cybernetiche, replicanti, robotiche. Come partecipare: Art. 1: Le opere dovranno essere inedite (mai pubblicate né a mezzo cartaceo né digitale – compresi blog e forum) e dovranno avere come tema e/o protagonisti delle macchine. Le opere potranno essere di qualsiasi genere, dal fantasy alla fantascienza, dall'horror al burlesco, e di lunghezza non superiore alle 18.000 battute spazi inclusi. È possibile partecipare con 1 (una) sola opera. Art. 2: La partecipazione al Premio è libera e gratuita. Art. 3: I racconti devono essere scritti in font Times New Roman dimensione 12, e inviati via mail all’indirizzo info@scriptorama.it in un file .doc. Le opere dovranno essere accompagnate da un altro documento .doc con-

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tenente le generalità complete dell'autore (nome, cognome, indirizzo completo, email, numero di telefono) e la seguente dicitura: “Il sottoscritto [nome e cognome] dichiara: di essere l’autore degli elaborati presentati a concorso; che le opere presentate sono inedite; di aver preso visione del bando integrale del Premio e che ne accetta le condizioni. Il/la sottoscritto/a fornisce il consenso al trattamento dei dati personali.” La segreteria invierà una mail di conferma dell'avvenuta registrazione al concorso. Nota: non verranno ammesse opere con font diverso dal Times New Roman né formato diverso dal .doc (non verranno accettati .rtf, .txt, .pdf). Art. 4: Non verranno accettati invii doppi della stessa opera. Inviare due volte la stessa opera con correzioni o revisioni comporta l'automatica esclusione di entrambe le versioni dal concorso e dell'autore con esse. Art. 5: Ogni partecipante dovrà inoltre pubblicare sul forum Limana Umanita (http://www.limanaumanita.com/shop/forum/) l'incipit della propria opera (massimo 20 righe) aprendo un nuovo Argomento nella sezione dedicata “Macchine”, secondo la formula [titolo del racconto] – [nome e cognome dell'autore]. Art. 6: Il termine ultimo per partecipare al concorso è fissato al 31 dicembre 2012. Farà fede la data di ricezione della mail d'iscrizione. Selezione delle opere e giuria: Art. 7: Gli incipit dei racconti pubblicati sul forum saranno visibili e commentabili da tutta la comunità degli utenti, che costituirà la giuria “popolare” del Premio. La giuria tecnica selezionerà, anche grazie ai commenti della giuria popolare, fino a un massimo di 12 opere, che saranno pubblicate nell'antologia “Macchine”. Art. 8: La Giuria del Premio sarà composta da rappresentanti della casa editrice Limana Umanita e dell'agenzia Scriptorama e da esperti dalle stesse individuati. Art. 9: Le decisioni della Giuria sono inappellabili. Premi: Art. 10: Gli autori selezionati riceveranno un regolare contratto di pubblicazione e le loro opere verranno pubblicate nell'antologia “Macchine”. Gli autori delle opere selezionate riceveranno comunicazione tramite mail entro il 28 febbraio 2013.

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Condizioni Ulteriori: Art. 11: La partecipazione al Premio implica l’automatica accettazione del presente bando. La mancanza di una delle condizioni che regolano la validità dell’iscrizione determina l’esclusione dalla partecipazione al Premio Letterario. Art. 12: Tutela dei dati personali: Ai sensi della legge 31.12.96, n. 675 “Tutela delle persone rispetto al trattamento dei dati personali” la segreteria organizzativa dichiara che il trattamento dei dati dei partecipanti al concorso è finalizzato unicamente alla gestione del Premio e all'invio agli interessati dei bandi delle edizioni successive; dichiara che con l'invio dei materiali letterari partecipanti al concorso l'interessato acconsente al trattamento dei dati personali; dichiara inoltre che l'autore può richiedere la cancellazione, la rettifica o l'aggiornamento dei propri dati rivolgendosi alla segreteria del Premio (Email: info@scriptorama.it).

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Crediti Aniello Troiano: Fondatore Michele Greco: Direttore delegato Maurizio Vicedomini: Redattore per le sezioni Fantasy, Fantascienza e Horror, Grafico Christine Amberpit: Redattrice per la sezione Horror Deborah Epifani: Redattrice per la sezione Fantasy Laura Buffa: Redattrice per le sezioni Fantasy, Fantascienza e Paranormal Romance Scilla Bonfiglioli: Redattrice per la sezione Horror Valeria Bellenda: Redattrice per la sezione Paranormal Romance

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