PERIODICO ISCRITTO AL n. 58 del 01-04-2014 DEL REGISTRO DELLA STAMPA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA EDITORE ASSOSISTEMA VIALE PASTEUR, 8 - 00144 ROMA
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COVER REPORT ECOMONDO 2021 SANITÀ MARCO SQUASSINA NUOVO PRESIDENTE DELLA SEZIONE TURISMO I RINCARI ENERGIA E MATERIE PRIME SAFETY ANALISI SCAMBI COMMERCIALI DEI DPI CON L’ESTERO
Augura a tutti i lettori Buone Feste
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OLTRE PERIODICO ISCRITTO AL N. 58 DEL 01-04-2014 DEL REGISTRO DELLA STAMPA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA EDITORE ASSOSISTEMA Viale Pasteur, 8 - 00144 Roma Tel. 06.5903430 - Fax. 06.25496320 assosistema@assosistema.it DIRETTORE RESPONSABILE LAURA LEPRI PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE DANIELA BOCCADORO STAMPA RIVER PRESS GROUP SRL PUBBLICITÀ ASSOSISTEMA SERVIZI SRL GIULIA D’ADDAZIO Viale Pasteur, 8 - 00144 Roma Tel. 06.5903430 - Fax. 06.5918648 assosistemaservizi@pec.buffetti.it
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www.rivistaoltre.it
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EDITORIALE
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SOMMARIO
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IN QUESTO NUMERO
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COVER Report - Tavola rotonda ad Ecomondo
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SANITÀ Intervista a Marco Squassina, nuovo Presidente sezione Servizi Sanitari Integrati di Assosistema Confindustria
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NEW ENTRY Active Gear, Antis Group, Klopman, Sterimed
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DAI SOCI Lavanderia Tintoria Petrini, Industria Tessile Gastaldi e Sogesi
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SOMMARIO
LAVORO 30 È operativo l’accordo di programma sulla concorrenza sleale e il dumping contrattuale nel settore delle lavanderie industriali TURISMO Rincari energia e materie prime, le conseguenze per la filiera
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SAFETY 36 L’analisi degli scambi commerciali dei DPI utili contro il COVID aggiornata al terzo trimestre del 2021 QUI FINANZA I primi passi del PNRR RUBRICHE NUMERI APPUNTAMENTI
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PULITO, FRESCO E BIANCO. SEMPRE.
PURESAN® EU Ecolabel:BE/039/001
CONCETTO DI LAVAGGIO EFFICACE E ROBUSTO PER BIANCHERIA PIANA ALTISSIMO LIVELLO DI PULIZIA
SOLUZIONE DI LAVAGGIO FLESSIBILE
OPERAZIONI SOSTENIBILI
COPERTINA > Da pag. 8 a 17
Il 27 ottobre 2021, ad Ecomondo, Assosistema Confindustria ha organizzato la tavola rotonda “La filiera green delle lavanderie industriali. Il contributo ambientale dei fornitori di tessili, macchinari e detergenti”, con la collaborazione degli sponsor: Kannegiesser, Jensen, Gastaldi, Christeyns che sono intervenuti come relatori e di Montanari e Nuova Folati che hanno comunque supportato l’iniziativa.
SANITÀ > Da pag. 20 a 21
Intervista a Marco Squassina, nuovo Presidente della sezione Servizi Sanitari Integrati di Assosistema Confindustria, eletto a Roma dall’assemblea il 17 novembre 2022 che succede a Fabio Luppino.
NEW ENTRY > Da pag. 24 a 25
Nuovi soci di Assosistema Confindustria: Active Gear, Antis Group, Klopman, Sterimed.
DAI SOCI > Da pag. 26 a 28
Lavanderia Tintoria Petrini compie 100 anni di attività e per questo premiata da Confindustria Umbria; Giorgio Gastaldi premiato da Confindustria Como per i 50 anni di lavoro e i 175 anni del Gruppo Schultze Nardi.
LAVORO > Da pag. 30 a 32
L’Ente Bilaterale EBLI ha consegnato alle parti sociali – Assosistema Confindustria, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil – la prima relazione sulla concorrenza sleale e sul dumping contrattuale nel settore delle lavanderie industriali che operano in ambito sanitario e turistico-alberghiero.
TURISMO > Da pag. 34 a 35
QUESTO NUMERO
ipnillole
Le lavanderie industriali stanno fronteggiando l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime. Per superare queste criticità servirà l’impegno di tutti gli attori della filiera turistico-alberghiera e della ristorazione.
SAFETY > Da pag. 36 a 38
I risultati dell’analisi degli scambi commerciali dei DPI utili contro il COVID (maschere, guanti ed indumenti), aggiornata al terzo trimestre del 2021 e realizzata dal Centro Studi di Assosistema Confindustria.
QUI FINANZA > Da pag. 40 a 41
Un primo bilancio sullo stato del PNRR e sui suoi primi passi. Il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati hanno di recente pubblicato un dossier che riassume con dovizia di particolari lo stato dei fatti e le prospettive immediate; altrettanto interessante prendere visone del documento presentato al Consiglio dei ministri dello scorso 13 settembre dal Sottosegretario alla Presidenza del consiglio e dal Ministro dell’Economia e Finanza. Tale lavoro espone il monitoraggio sulla attuazione delle misure del PNRR.
NUMERI > Da pag. 42 a 43
I risultati del XIII rapporto di Federalberghi sull’Osservatorio sul mercato del lavoro nel settore turismo.
APPUNTAMENTI > A pag. 44
Le fiere e gli eventi al momento confermati per il 2021.
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COVER DI LAURA LEPRI
REPORT TAVOLA ROTONDA AD ECOMONDO IL 27 OTTOBRE 2021, AD ECOMONDO, ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA HA ORGANIZZATO LA TAVOLA ROTONDA “LA FILIERA GREEN DELLE LAVANDERIE INDUSTRIALI. IL CONTRIBUTO AMBIENTALE DEI FORNITORI DI TESSILI, MACCHINARI E DETERGENTI”, CON LA COLLABORAZIONE DEGLI SPONSOR: KANNEGIESSER, JENSEN, GASTALDI, CHRISTEYNS CHE SONO INTERVENUTI COME RELATORI E DI MONTANARI E NUOVA FOLATI CHE HANNO COMUNQUE SUPPORTATO L’INIZIATIVA.
Egidio Paoletti, Presidente di Assosistema Confindustria ha aperto i lavori della tavola rotonda. “Torniamo quest’anno ad Ecomondo dopo l’ultima edizione del 2019 e dopo oltre un anno e mezzo in cui, a causa della pandemia del Covid-19, la nostra economia e le nostre vite hanno vissuto un periodo di grande difficoltà, così come il resto del mondo.
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Il Covid ha indubbiamente colpito duramente il nostro settore ma il nostro servizio non si è fermato, anzi, ha saputo gestire ed affiancare in primis la gestione dell’emergenza sanitaria ed è stato pronto poi al momento della ripartenza e della ripresa di un settore strategico per la nostra economia, quale quello turistico. Nel fare ciò, le aziende del settore hanno sempre puntato sulla sostenibilità ambientale dei propri prodotti e servizi e sulla garanzia della loro qualità e sicurezza igienica. Il settore di Assosistema Confindustria rappresenta l’applicazione pratica della transizione green e dell’attuazione delle linee d’indirizzo del PNRR come quella sul riutilizzabile del tessile, sulla sostenibilità ambientale per il turismo, sulla riduzione dei rifiuti e sull’incentivo all’economia circolare. Il nostro settore, con le aziende che svolgono il servizio di noleggio e sanificazione dei tessili per le strutture sanitarie, è stato tra i primi a rientrare nel provvedimento normativo dei CAM, Criteri ambientali minimi, che ha segnato un passaggio molto im-
portante in quanto consentirà una competizione sul mercato fondata sull’impatto ambientale dei processi industriali e sui requisiti virtuosi degli operatori interessati ad accedere agli appalti pubblici. Il nostro settore è stato, inoltre, tra i primi a ricevere il marchio Made Green in Italy, rilasciato dal Ministero della Transizione ecologica, ovvero il primo a far misurare l’impronta ambientale del servizio e non del prodotto. In questo modo, possiamo misurare e avere un quadro preciso della sostenibilità ambientale del servizio. Il settore di Assosistema Confindustria, quindi, ha fatto un notevole passo in avanti, entrando a pieno titolo tra le imprese più virtuose da un punto di vista ambientale e orientando sempre di più le proprie politiche industriali verso una competizione green. Oggi siamo qui ad Ecomondo, che rappresenta la più importante manifestazione italiana sul tema dell’ambiente, proprio per portare la testimonianza virtuosa non solo delle lavanderie industriali ma anche di tutta la sua filiera, da sempre attenta alla sostenibilità (sotto più punti di vista: non solo ambientale, ma anche tecnologica, occupazionale, sociale, economica) da considerarsi insieme un esempio di “industria del riutilizzabile” e di responsabilità d’impresa. I concetti di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale vanno, infatti, di pari passo. Le aziende per ritenere sostenibili i propri prodotti e servizi orientano le proprie scelte verso un monitoraggio dei fornitori etico, ambientale e sociale, condividendone i medesimi principi di sostenibilità. I benefici di questo tipo di approccio interessano tutte le aziende che fanno parte della filiera in quanto consentono loro di interagire economicamente con le altre aziende, ma consentono anche di essere in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibili prefissati dall’UE e con le aspettative dei clienti finali, sempre più orientati ed attenti al consumo responsabile. Prima di chiudere il mio saluto iniziale ritengo necessario evidenziare che oggi più che mai la transizione industriale ecologica andrà a sommarsi inevitabilmente con l’aumento dei prezzi di tutte le materie prime, in particolar modo dell’energia da fonte fossile e del gas passando per il cotone e per la chimica. Credo che anche al di fuori di Ecomondo sia necessario che la filiera risponda a questo im-
previsto e repentino cambiamento che stiamo riscontrando valutando anche l’arco temporale in cui presumibilmente questa bolla dei prezzi tornerà ai valori pre-Covid. Tutto ciò porta noi lavanderie industriali a prendere una strada che ritengo, almeno da questi primi segnali, ci spinga verso una revisione necessaria del prezzo”.
La tavola rotonda, moderata da Matteo Nevi, Segretario Generale di Assosistema Confindustria, ha ricordato l’impegno dell’Associazione in tema di sostenibilità ambientale con l’introduzione dei CAM tessili e lavanolo, della certificazione Made Green in Italy e l’importanza della filiera nella sfera degli acquisti verdi della pubblica amministrazione: “Auspichiamo che il sistema di acquisti delle stazioni appaltanti cambi. Abbiamo visto dall’Osservatorio Appalti Verdi di Legambiente che il 50% delle asl intervistate ha riscontrato difficoltà nell’applicazione del CAM e il 60% non investe in formazione nel tema dei criteri ambientali minimi per il proprio personale. Per quanto riguarda il monouso, basti pensare che le 38.000 tonnellate di monouso entrato in Italia principalmente dalla Cina graveranno sulla gestione dei rifiuti e sulla spesa della collettività per il loro smaltimento. Una scelta alternativa c’è: quella di investire sull’industria del riutilizzabile, a maggior ragione se consideriamo che nel primo semestre del 2021 semestre abbiamo importato più prodotti monouso che nel primo semestre del 2020”.
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Marco Gastaldi, Industria Tessile Gastaldi Vi parlerò di un progetto legato al riciclo dei materiali che si pone come perfetto esempio di economia circolare e nasce dalla necessità di mettere in atto nuovi modelli di business in grado di far ripartire l’economia rendendola circolare, sostenibile e resiliente. Per questo Gastaldi ha dato vita a Mustang, un progetto dedicato al recupero e al riciclo dei materiali tessili. Abbiamo individuato i 3 drivers dell’economia circolare del nostro settore: il potenziamento degli impianti di raccolta, smaltimento e riciclaggio per farci rendere meno dipendenti dai mercati esteri; gli investimenti in ricerca e la strumentazione tecnologica più efficace; il design, realizzare prodotti pensati per essere riciclati facilmente. L’economia circolare ha indubbi vantaggi economici e ambientali. Può creare, infatti, nuovi posti di lavoro nelle strutture di raccolta, selezione e riciclaggio; una riduzione dei costi di gestione e smaltimento dei rifiuti tessili, una maggiore disponibilità di tessuti riciclati e l’abbassamento dei costi dei materiali per la tessitura. Per l’ambiente basti pensare al minor utilizzo delle risorse non rinnovabili necessarie per la produzione dei materiali vergini e la riduzione dell’inquinamento prodotto dal comparto tessile in fase di produzione e consegna. Nel settore tessile si parla molto di sostituire materiali vergini con le fibre riciclate, potrebbe essere un traino importante anche per il nostro settore ma ciò richiede investimenti importanti per poter affrontare questo tipo di transizione ecologica. La politica deve sostenere questi investimenti ed
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indirizzare le aziende. C’è ancora molto lavoro da fare. Basti pensare che l’87% dei prodotti tessili finisce in discarica, il 13% viene riciclato ma in usi di valore inferiore (ad esempio, in stracci per l’industria metalmeccanica) e solo l’1% al momento viene riciclato nel settore tessile. La coltivazione del cotone è un’attività molto impattante dal punto di vista ambientale e di consumo di risorse. L’emissione dei gas serra generata dalla produzione dei tessuti potrebbe essere ridotta applicando dei modelli di business circolare. L’infrastruttura tecnologica nel riciclo è fondamentale specialmente per migliorare lo smistamento e il riciclaggio dei prodotti. Due delle principali possibilità da sviluppare sono lo smistamento ottico automatizzato delle fibre e l’innovazione che permette la tracciabilità dei materiali, come la tecnologia RFID che nel nostro settore comincia ad essere sempre più presente. I rifiuti tessili nell’immediato futuro giocheranno un ruolo non marginale nella transizione verso l’economia circolare, grazie alla preparazione al riutilizzo si potrà prolungare la vita di molti articoli e quindi ridurre il volume dei rifiuti da smaltire. Mentre gli sviluppi tecnologici futuri potranno consentire di riciclare ciò che non può essere più riutilizzato recuperando le fibre tessili e dandogli una nuova vita. Il progetto Mustang parla appunto di un tessuto al 100 % riciclato e al 100% made in Italy che nasce dal passato ma che pensa ad un futuro sostenibile.
UN PROGETTO LEGATO AL RICICLO DEI MATERIALI CHE SI PONE COME PERFETTO ESEMPIO DI ECONOMIA CIRCOLARE
AZIONI SUL TEMA SOSTENIBILITÀ IN DUE FASI, INTERNE AL GRUPPO ED ESTERNE VERSO IL MERCATO
Matteo Gerosa, Jensen Italia Il Gruppo Jensen divide le sue azioni sul tema sostenibilità in due fasi, interne al gruppo ed esterne verso il mercato. Per quanto riguarda le azioni all’interno, abbiamo agito in questi anni verso una pianificazione delle necessità dei mercati che serviamo, audit energetici che indicano come migliorare i nostri processi e della gestione della supply chain e dei nostri fornitori. In un periodo come questo di scarso approvvigionamento di materie prime e di aumento dei costi ci siamo dimostrati pronti ad affrontare il momento. Siamo intervenuti sul sistema di raccolta delle polveri e di gestione degli scarti dei processi di verniciatura e degli scambiatori di calore all’interno degli ambienti produttivi. Abbiamo lavorato anche sulla mobilità come policy interna, che prevede da oltre 10 anni di limitare i viaggi e di utilizzare le ultime tecnologie di comunicazione da remoto. Entrando più nel tecnico, abbiamo investito sull’implementazione di scambiatori di calore sulle lavacontinue che recuperano le acque di scarico scambiando calore con le acque di ingresso. Questo può portare fino ad un risparmio del 30% del vapore necessario a portare a temperatura l’acqua ma non solo, anche alla riduzione della temperatura delle acque di scarico secondo i parametri richiesti. Altro esempio sono gli essicatoi di ultima generazione in grado di ridurre i consumi e le emissioni, attraverso l’introduzione di una serie di accessori e ottimizzazioni nella progettazione delle macchine. Gli scambiatori di calore possono essere integrati all’interno delle macchine con un risparmio del 15% di riduzione
dell’energia necessaria al riscaldamento e un abbattimento delle temperature di scarico fino a 60 gradi e un aiuto a rientrare nei parametri posti dal Legislatore. Vi porto l’esempio anche del nuovo mangano, Calor, nella versione a gas, con l’introduzione di nuovi accessori e modifiche, una nuova caldaia, una nuova conca, che porta rispetto al precedente modello ad una riduzione del 19% delle emissioni. Ulteriori innovazioni introdotte di recente, sono i nuovi motori su sollevatori di carico a sacchi per una maggior efficienza elettrica e un minor consumo allo stesso tempo e il robot per lo smistamento automatico della biancheria sporca che può portare al preservamento dei tessili e, in particolare per gli abiti da lavoro, a proteggere le macchine con sistemi a raggi X identificando i corpi estranei all’interno delle tasche. L’utilizzo della gravità, a zero impatto energetico per quanto riguarda la movimentazione dei nostri caricamenti a sacchi e sulle linee di lavaggio e di un sistema, attraverso l’utilizzo di lampade UV, va a rimuovere nelle contro camere di neutralizzazione i batteri, garantendo una maggiore sanificazione della macchina e del servizio conseguente. Tutto ciò va ovviamente gestito, controllato, misurato e valutato. Il nostro messaggio è quello di promuovere l’utilizzo di questo tipo di tecnologie per monitorare non solo i propri operatori ma anche gli articoli processati rispetto ai consumi energetici che ne derivano.
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Alessandro Rolli, Kannegiesser Italia
PERSONE PIANETA E PROFITTO PERSONE PIANETA E PROFITTO PERSONE PIANETA E PROFITTO PERSONE PIANETA E PROFITTO PERSONE PIANETA E PROFITTO PERSONE PIANETA E PROFITTO PPERSONE PIANETA E PROFITTO
Se parliamo di sostenibilità, dobbiamo considerare le famose 3 P: persone, pianeta e profitto. Un’azienda non può essere sostenibile, se non si muove in termini economici. Le persone e il pianeta rientrano nei nostri obiettivi. Se consideriamo che la comunità europea ha fissato al 2050 come target limite della neutralizzazione climatica, capiamo come mai oggi le aziende dimostrano che hanno un approccio verde. Il nostro settore da sempre è green e circolare. Le lavanderie industriali hanno fatto una grande evoluzione tecnologica negli ultimi anni, in chiave ambientale. Prima del profitto, credo che ci siano delle potenzialità importanti in questo settore. Kannegiesser negli anni ha modificato la produzione in funzione delle persone e si relaziona in modalità del tutto diversa rispetto a prima. Oggi l’operatore chiede delle garanzie e rassicurazioni. Il ruolo dei fornitori verso gli imprenditori è anche questo: sviluppare delle condizioni di lavoro efficienti. L’efficienza tiene conto del tempo e dei costi. L’ergonomia in questo è molto importante. Esiste un’ergonomia fisica, cognitiva e organizzativa. Oggi si costruisce una stazione di introduzione per lo stiro intorno alle esigenze dell’operatore. Abbiamo fatto uno studio e misurato quali sono i carichi posturali che un dipendente riceve durante le fasi di lavorazione per capire quali sono le condizioni che influenzano i numeri alla fine della giornata. Ciò ha un riflesso molto importante dal punto di vista qualitativo e produttivo dell’azienda. Vi parlerò dell’impatto dell’ambiente sul settore delle lavanderie industriali e la trasformazione che
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le attività dovranno avere per soddisfare i parametri che oggi l’Europa ci impone. E delle opportunità che offrono i fornitori. Il costo dell’energia e del gas è destinato a crescere, per chi deve ottimizzare i propri impianti si aprono degli scenari importanti. Ci sono degli interessanti progetti per la trasformazione ambientale ed energetica delle aziende. Venendo strettamente al nostro settore, mettendo a confronto un impianto di lavaggio di 15-20 anni fa e uno nuovo e la produzione di 2.000 kg di spugne all’ora può valere come risparmio dello 0.25 kwh per kg biancheria. Le macchine sono cambiate, con sistemi di recupero esterni isolati, pareti divisorie anche verticali, scambiatori di calore, un approccio totalmente diverso allo studio e al disegno delle macchine. Oggi una pressa di nuova concezione porta un saving a livello estrattivo del 37% di umidità residua, contro il 54% dei vecchi modelli. Arrivando al bilancio energetico, abbiamo un risparmio energetico di 0.69 kwh per kg di biancheria prodotta che, moltiplicato per 2000 kg al giorno per 2000 ore annuali e per 10 anni, vale 27 milioni e 600 mila kwh di risparmio che si trasforma attraverso il coefficiente di trasformazione della fonte energetica, nel potenziale di 300 mila euro. Se facciamo una politica di persone e di pianeta, probabilmente generemo un profitto di sostenibilità del nostro modello di business nei prossimi anni, considerato anche il costo delle materie prime.
UN PRODUTTORE DI DETERGENTI PUÒ DARE UN CONTRIBUTO FONDAMENTALE ALL’IMPATTO AMBIENTALE DEL SETTORE DELLE LAVANDERIE INDUSTRIALI.
Ruggero Sammarco, Christeyns Italia Un produttore di detergenti può dare un contributo fondamentale all’impatto ambientale del settore delle lavanderie industriali. Dobbiamo considerare che la ricerca ha investito molto nello sviluppo della chimica e dei processi e nelle certificazioni ecolabel o 14024 in grado di garantire all’interno dei prodotti la presenza di materie prime a basso impatto ambientale. Ciò significa aver privato i detergenti di componenti altamente inquinanti: di fosfati ad elevata intensità, di tensioattivi, la riduzione dell’uso di sequestranti non smaltibili nei corpi idrici. Tutta questa azione di ricerca e sviluppo ha portato alla nascita di prodotti, che, associati a nuove tecnologie di lavaggio, mirassero anche alla riduzione del consumo energetico, mantenendo ovviamente la capacità del sistema di garantire qualità. Le nuove generazioni di detergenti hanno impattato anche sui costi logistici: la razionalizzazione delle linee, formulando prodotti molto più concentrati, efficaci ed efficienti nell’uso, ha permesso di diminuire il numero di consegne in modo tale da ridurre anche l’impatto dello smaltimento delle plastiche associate al servizio di consegna dei detergenti. Lo sviluppo dei processi, parallelo e complementare a quello dei prodotti chimici, ha portato da lavaggi di tipo solo tradizionale ad una quota parte ormai maggioritaria di processi con una riduzione sensibile di temperature di lavaggio dagli 80 ai 60, potendosi spingere fino ai 50 gradi, senza venir meno alla qualità. Questi processi garantiscono anche minor stress del tessile, permettendo un aumento della sua vita media. I sistemi a 60 gradi presentano
ormai certificazioni ecolabel di prodotto e di sistema, non più quindi il singolo prodotto ma l’intero processo di lavaggio. Il primo sistema che ha portato un’innovazione importante per la riduzione del consumo di acqua e del consumo energetico è Puresan e viaggia su meno di 6 litri per biancheria e ha ridotto sensibilmente i kwh necessari per processare tutta la biancheria a macchina. Il sistema è composto da un detergente, un disinfettante e un neutralizzante che vanno utilizzati da esperti qualificati sul campo. Il prodotto attivo permane in tutta la lavacontinua e permette un utilizzo massimo dell’acqua. L’abbassamento delle temperature medie di lavaggio permette pure di raggiungere temperature allo scarico vicine ai 30 gradi. La frontiera dell’ozono si è rivelata vincente in alcune categorie di tessile. L’ozono è un gran booster di candeggio, igienizzazione, sanificazione, abbattimento odori e coadiuva la detergenza per ridurre drasticamente i tempi di contatto con i prodotti chimici anche con biancheria mediamente sporca. La tecnologia ozono ha garantito un tale aumento di produttività nei siti che hanno deciso di sperimentarla: si è passati da turni da dieci ore a otto, riduzione dei consumi delle acque su centrifughe che viaggiavano a 25-30 litri/kg a 12-15 litri/kg. Per quanto riguarda i dosaggi, è sempre meglio dotarsi di impianti automatizzati, con gestione oculata del prodotto chimico per evitare sprechi.
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TESSUTO RIUTILIZZABILE, 76 VITE DI VANTAGGI ECONOMICI E AMBIENTALI Il 91% dei materiali è avviato al recupero, resiste a 75 cicli di lavaggio, impatta sull’effetto serra il 48 % in meno del monouso. Sono questi i numeri vincenti del tessuto riutilizzabile per la ristorazione ottenuti dalle analisi comparative di LCA, Life Cycle Assessment, ed LCC, Life Cycle Costing, le metodologie che rilevano rispettivamente gli impatti ambientali ed economici nelle varie fasi di vita del prodotto, dalla “culla alla tomba”, tenendo conto del ruolo delle lavanderie industriali. I dati sono stati presentati ad Ecomondo a Rimini, la fiera divenuta punto di riferimento per nuovi modelli di economia, durante la conferenza stampa di EBLI, Ente Bilaterale Lavanderie Industriali. “Il lavoro dell’Ente Bilaterale si colloca a pieno nel rispetto del PNRR, in particolar modo nella parte ambientale relativa alla riduzione delle emissioni e dei rifiuti incentivando oltre che l’economia circolare anche l’economia legata al “riutilizzo” per più cicli di un prodotto, superando così la logica del monouso” ha detto Giuseppe Ferrante, presidente EBLI. “Il PNRR prevede, proprio sul tessile, il primo modello di studio di HUB circolare per recuperare gli scarti tessili. Il ciclo di vita presentato da EBLI centra il modello descritto dal Piano: il tessile in uscita dalle lavanderie industriali è riutilizzato in settori diversi sotto forma di stracci o di altri prodotti. Questo asset, dunque, si prefigge lo scopo di perseguire un duplice percorso verso una piena sostenibilità ambientale: da un lato si propone di migliorare la gestione dei rifiuti con modelli di economia circolare e dall’altro realizzare progetti innovativi per la filiera del tessile che riveste il vero e proprio core dell’economia circolare. Attraverso un investimento nel riutilizzabile si contribuisce alla crescita del PIL nazionale e all’occupazione lasciando in Italia un importante valore economico che altrimenti sarebbe indirizzato verso l’estero dove si produce
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il monouso”, ha concluso il presidente. Nella fase di smaltimento, il monouso finisce per il 55% in discarica, il 45% va all’inceneritore, mentre, a seguito dei 75 cicli di lavaggi industriali, del tovagliato in tessuto solo l’8% va in discarica e un 1% è destinato all’incenerimento, il resto viene avviato a riciclo. Sebbene la produzione di tessuto potrebbe far pensare a un maggior utilizzo di acqua, soprattutto nella fase di produzione del cotone, dal LCA risulta che dopo 57 lavaggi si ha un punto di pareggio, con il 18% in meno di consumi dopo 75 cicli di lavanderia. Rispetto al monouso, il tessuto produce il 59% in meno di eutrofizzazione e - 61% di acidificazione. “La valutazione degli impatti ambientali ed economici del tovagliato riutilizzabile e quello in carta nel settore della ristorazione derivano dall’utilizzo della metodologia dell’analisi del ciclo di vita (LCA), che, a partire da alcune assunzioni di base, permette di confrontare in modo affidabile due modi alternativi di soddisfare uno stesso servizio, fornire ai clienti una tovaglia e tovaglioli ai tavoli” ha spiegato Roberto Cariani, socio fondatore e project manager di Ambiente Italia. “A fronte di un risultato che dal punto di vista ambientale mostra i benefici del tovagliato riutilizzabile, è interessante il confronto economico. Non ci si è limitati a calcolare il costo diretto delle due soluzioni, ma sono stati valutati anche i costi ambientali nel ciclo di vita, considerando gli oneri maggiori che sosterrebbe la collettività per il monouso, sulla base della valorizzazione economica delle emissioni di gas serra.” Lo studio ipotizza due scenari di conversione al tovagliato riutilizzabile in cui si nota che nello scenario minimo si arriverebbe al 12% in meno di CO2 equivalente, mentre nello scenario massimo a - 20 %. Questo si traduce in risparmio economico,
rispettivamente, di 39 milioni di euro nello scenario minimo e di 71 milioni di euro in quello massimo, e in termini di costi che sostiene la collettività per riparare i danni ambientali, il 63 % in meno. Il costo del fine vita che ricade sulla società non è subito evidente: è il prezzo che noi tutti siamo tenuti a pagare nel medio o lungo periodo per porre rimedio agli effetti delle attività antropiche. In quest’ottica è stato calcolato che il costo della raccolta e dello smaltimento del tovagliato a fine vita è di circa 374 mila euro per il riutilizzabile a fronte dei quasi 28 milioni di euro del monouso. EBLI ha affidato a Giornalisti Nell’Erba, progetto che fa educazione allo sviluppo sostenibile, la traduzione in infografica animata dello studio. Per rappresentare i numeri del tovagliato in Italia in un anno, è stato calcolato che del monouso, sono 117 milioni le tovaglie utilizzate, quasi il doppio della popolazione italiana. I coprimacchia sono 369 milioni di pezzi, circa l’intera popolazione Europea. I tovaglioli monouso in un anno sono più di 4 miliardi, come se dovessero essere distribuiti alla metà della popolazione mondiale, a fronte di 1,3 miliardi di quelli in tessuto. “Parlare correttamente di tematiche ambientali con differenti interlocutori, risulta spesso difficile a causa dei numerosi termini tecnici e dati necessari, cosa che potrebbe non porre chi ascolta con atteggiamento di apertura. Ma capire gli effetti di scelte poco sostenibili è fondamentale” a dirlo è Giorgia Burzachechi vicedirettora di Giornalisti Nell’Erba “per questo il nostro progetto fa comunicazione ambientale in maniera seria ma non seriosa, comprensibile a tutti. Diffondiamo la cultura della sostenibilità, nella speranza di un futuro migliore per il nostro Pianeta e per chi lo abita”, conclude.
EBLI È L’ENTE BILATERALE DELLE LAVANDERIE INDUSTRIALI, LE IMPRESE CHE SANIFICANO IL TESSILE NELLE STRUTTURE SANITARIE E SOCIO ASSISTENZIALI, NEGLI ALBERGHI E NEI RISTORANTI. COSTITUITO NEL 1999 DALL’ASSOCIAZIONE DATORIALE ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA E DALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI DEI LAVORATORI MAGGIORMENTE RAPPRESENTATIVE DEL SETTORE FEMCA-CISL, FILCTEM-CGIL E UILTA-UIL, EBLI SI CARATTERIZZA COME UNA DELLE PRIME REALTÀ BILATERALI IN ITALIA IMPEGNATA NELLA DISAMINA DELLE COMPONENTI CHE INFLUENZANO IL MERCATO DI RIFERIMENTO E LA CONDIZIONE DEI LAVORATORI. IL COMPITO DI EBLI È QUELLO DI DELINEARE ATTRAVERSO I PROGETTI, LA RICERCA, LA CONOSCENZA, L’APPROFONDIMENTO E L’INNOVAZIONE IN CHE MODO GLI ATTORI DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI POSSONO CONTRIBUIRE ALL’INNALZAMENTO DEL TASSO DI COMPETITIVITÀ DEL SETTORE, ALLA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE E ALL’INCREMENTO DELLE COMPETENZE PROFESSIONALI DEI LAVORATORI.
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TESSUTO RIUTILIZZABILE
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SANITÀ DI LAURA LEPRI
A COLLOQUIO CON MARCO SQUASSINA, NUOVO PRESIDENTE DELLA SEZIONE SERVIZI SANITARI INTEGRATI DI ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA Marco Squassina è il nuovo Presidente della sezione Servizi Sanitari Integrati di Assosistema Confindustria, che rappresenta in associazione le imprese che forniscono il servizio di lavanolo con logistica integrata, noleggio TTR sterile, sterilizzazione dello strumentario chirurgico. Squassina, bresciano, Responsabile Coordinamento Offerte e Servizi Commerciali, Affari Legali e Privacy dell’azienda associata Servizi Italia Spa, è stato eletto all’unanimità dall’Assemblea di sezione il 17 novembre 2021 e succede a Fabio Luppino, rimanendo in carica fino al 2023. Squassina ha maturato una significativa esperienza nel settore, in particolare in riferimento alle gare d’appalto dei servizi di lavanolo e sterilizzazione dello strumentario chirurgico nonché nella vita associativa, avendo ricoperto in passato varie cariche, tra cui quelle di Presidente della sezione Fabbricazione dispositivi medici sterili e di consigliere della sezione Sanità di Assosistema Confindustria.
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Presidente Squassina, come ha accolto l’elezione a Presidente della sezione Servizi Sanitari Integrati di Assosistema Confindustria? Ho accolto con grande entusiasmo la mia elezione a Presidente della sezione Servizi Sanitari Integrati di Assosistema Confindustria. Ritengo sia un ruolo importante e strategico, soprattutto in questa particolare congiuntura, caratterizzata da eventi imprevedibili e straordinari. Mi rendo conto della delicatezza del momento e ringrazio tutti quelli che mi hanno scelto per la fiducia dimostratami. Lei ha maturato una significativa esperienza nel settore e nella vita associativa, come è cambiato il mondo delle lavanderie industriali in questi ultimi anni?
Sì, per circa un ventennio, salvo alcune interruzioni, ho seguito attivamente l'Associazione e questo mi ha permesso di conoscere le tematiche di fondo che interessano il settore, alcune delle quali sono rimaste invariate, mentre altre se ne sono aggiunte. Rimane il fatto che l’Associazione è fatta di Aziende e che le Aziende sono fatte di persone. Il mondo delle lavanderie industriali, o meglio, il settore delle lavanderie industriali è cambiato abbastanza rapidamente negli ultimi dieci/quindici anni. In particolare, com’è fisiologico in tutti i mercati, si è verificato un processo di concentrazione del mercato attraverso l’aumento dimensionale delle aziende a fronte della riduzione del numero delle stesse. Tale processo, come succede in tutti i settori industriali, è avvenuto per mezzo dell’acquisizione di aziende. Altro elemento di cambiamento è rappresentato dall’aumento del fattore capitale sia nel processo di lavorazione dei disposti, sia nella fase di svolgimento del servizio. Oggi le imprese di lavanderia sono dotate di sistemi di elevata automazione che consentono il tracciamento di tutte le fasi di lavorazione, dal ritiro del materiale da ricondizionare, alla
consegna presso il cliente del materiale ricondizionato. Importanti investimenti hanno riguardato anche la fase di distribuzione automatica dei dispositivi, tutto ciò a garanzia di un’elevata qualità del servizio. Un’altra importante evoluzione del settore è rappresentata dalla concentrazione della domanda proveniente dal pubblico, attraverso le procedure di gara tramite le centrali di acquisto. Quali effetti ha portato la pandemia nel comparto dei servizi alla sanità, in particolare nelle gare d’appalto? Gli effetti immediati causati dall’evento pandemico possono essere riassunti in: un aumento del consumo di biancheria per giornata di degenza e nel cambio del mix (biancheria piana/confezionata) del paniere di articoli con un considerevole aumento della bian-
cheria confezionata. Entrambe le cause hanno avuto come conseguenza immediata l’aumento del costo di produzione del servizio. Altri fattori di aumento dei costi sono derivati dall’applicazione delle procedure di distanziamento oltre al massiccio impiego di DPI. Gli effetti indotti dalla pandemia hanno reso evidente la necessità di dare un contenuto alla giornata di degenza, in termini di volumi o di dispositivi utilizzati, al fine di rendere congruo il corrispettivo a fronte del servizio reso. Anche il settore della sterilizzazione dello strumentario chirurgico ha risentito pesantemente degli effetti causati dalla pandemia, infatti, la sostanziale riduzione dell’attività chirurgica non ha consentito agli operatori del settore di coprire tutta una serie di costi incomprimibili che, inevitabilmente, si è tradotta in un aumento del costo di produzione.
I rincari dell’energia e delle materie prime stanno colpendo tutti i settori economici. Quali le conseguenze per le lavanderie industriali? Il rapido aumento della domanda dei beni, a fronte di una rigidità dell’offerta nel breve periodo, ha come conseguenza immediata quella di trasformare la distanza tra le due grandezze in un aumento dei costi e dell’inflazione. Il nostro settore, come molti altri, è particolarmente colpito dalla crescita esponenziale del costo dell’energia e delle materie prime che pesano in modo significativo sul processo di produzione. A tale proposito è significativo quanto rilevato dal centro studi di Assosistema Confindustria, che stima, a seguito dei rincari delle materie prime, una ricaduta sul costo di produzione del servizio con un range di aumento che va dal 15,50% al 21%.
LE LINEE PROGRAMMATICHE DELLA PRESIDENZA SERVIZI SANITARI INTEGRATI DI MARCO SQUASSINA Ultimare le Linee Guida sull’appaltazione del servizio industriale di lavanolo in ambito sanitario, integrando i risultati del progetto Bocconi sui costi industriali, al fine di fornire alle stazioni appaltanti gli elementi fondamentali da prendere a riferimento nella ottimale progettazione delle gare. Completare la tematica dei CAM e divulgare il progetto sui “Costi industriali dei servizi di logistica integrata dei dispositivi tessili in ambito sanitario”, a cura di SDA BOCCONI, finanziato dall’ente bilaterale EBLI. Questo prezioso strumento sarà di supporto alle amministrazioni aggiudicatrici e all’ANAC, nella previsione di un prezzo di riferimento costruito partendo da un costo industriale di settore. Intervenire presso l’ANAC per ridefinire i corrispettivi del servizio, in particolare il “lavanolo”, affinché sia definito in modo chiaro ed oggettivo quanti e quali articoli rientrano nel driver “giornata di degenza”, nelle varie declinazioni.
Monitorare le procedure pubblicate dalle centrali di acquisto/amministrazioni aggiudicatrici, a tutela degli interessi generali degli associati e nel rispetto delle normative cogenti. Partecipare con proposte alla modifica del Codice Appalti, attività che l’Associazione già conduce in stretta collaborazione con gli uffici di Confindustria e con la società di lobby, partecipando attivamente ai lavori delle due commissioni lavori pubblici di Camera e Senato. Valorizzare al massimo l’adesione di Assosistema Confindustria all’interno di Italia Decide sfruttando sia le competenze tecniche del gruppo scientifico dell’associazione sia la visibilità politica ed istituzionale della Presidente Anna Finocchiaro e del Vice Presidente Luciano Violante.
Proporre uno studio che rilanci il TTR a fronte del TNT sia in termini di impatti ambientali (vedi DM Giugno 2021), che di riduzione di costi, oltre a valorizzare un servizio che produce ricchezza in quanto la catena di produzione è nazionale, radicata sul territorio italiano. Serve però un coinvolgimento attivo delle aziende che partecipino al campione da analizzare. Proseguire sul filone ambientale che l’Associazione ha intrapreso ormai da diversi anni e che risulta oggi valorizzato maggiormente anche dalla sinergia e dalla partecipazione attiva nell’Osservatorio appalti verdi di Legambiente che permetterà anche di organizzare delle iniziative formative sul CAM e sulle gare di lavanolo, rivolte alle stazioni appaltanti. Integrare maggiormente nei lavori della Sezione la componente industriale legata alla sterilizzazione dello strumentario chirurgico, come fatto in occasione dell’intervento richiesto ad ANAC in termini di rinegoziazione dei contratti in essere.
Proseguire sul tema della legalità con le attività di emersione di lavoro nero, corretta applicazione del contratto collettivo, lotta al dumping e all’interposizione illecita di manodopera nonché emersione di tutti quei fenomeni dannosi per il settore, a partire dalle tematiche delle lavanderie interne e degli scarichi ambientali non a norma. Uno strumento molto importante è l’Osservatorio Nazionale sulla legalità e sul dumping contrattuale che l’Associazione sta valutando, insieme ai sindacati e all’Ispettorato del lavoro, come renderlo da subito applicabile. E’ un primo step molto importante ma che permette di chiamare in causa sin da subito gli organi territoriali preposti al controllo ai quali saranno portati ad evidenza i dati suddivisi per territorio di quelle lavanderie non in linea con i parametri di settori e non in linea con l’applicazione del contratto collettivo.
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INTERVISTA A CLAUDIO MONTANARI Quali i vostri progetti futuri in tema di trasformazione tecnologica e digitale?
Il settore delle lavanderie industriali è in continua evoluzione. Quali sono i sistemi e le soluzioni che proponete per migliorare la movimentazione e la logistica della biancheria? L’azienda Montanari da sempre cerca di guardare al futuro, con particolare attenzione alle esigenze dei propri clienti e proponendo soluzioni nuove ed innovative. Mio padre, e prima ancora mio nonno, hanno da sempre sostenuto il concetto di efficienza in tutte le proposte trasmettendo innovazione e funzionalità. In particolare, l’esperienza maturata in settori diversi da quello delle lavanderie industriali, ha permesso di apportare idee nuove ed evolutive verso il concetto di miglioramento continuo della movimentazione. Il reparto di ricevimento della biancheria, ad esempio, se ben organizzato viene ritenuto come parte fondamentale del processo di lavorazione, ed è qui che vengono programmate ed organizzate tutte le lavorazioni verso i passaggi successivi di lavaggio e stiratura, grazie anche alla qualità ed efficienza dei nostri software di gestione, inoltre, è altresì possibile anticipare la fase di organizzazione anche dal ritiro stesso della biancheria sporca dai singoli clienti conoscendone a priori la tipologia e la quantità. L'ausilio della tecnologia Rfid introduce inoltre notevoli vantaggi organizzativi in termini di conoscenza e gestione del singolo capo. Il packaging, o gestione della riconsegna del prodotto, va poi di pari passo, Montanari propone ormai da diversi anni soluzioni di ricomposizione automatica delle partite di biancheria
per il cliente finale, mediante appostiti sistemi di "baia" la biancheria viene preparata per essere inoltrata ad ogni cliente. Le numerose installazioni fatte negli anni sono una testimonianza continua e costante dello sviluppo dei nostri concetti, marchio di fabbrica della nostra azienda. Come avete affrontato il periodo della pandemia per supportare l’attività delle lavanderie industriali? Mantenendo sempre aperto e disponibile il servizio di assistenza a tutte le aziende, in modo particolare al settore pubblico. La nostra vicinanza costante a tutti ha permesso di seguire le ripartenze in modo puntuale ed efficiente. Il tema della sostenibilità ambientale è molto importante per il settore. Qual è il vostro contributo per la realizzazione della transizione ecologica? Le nostre soluzioni sono da sempre a basso impatto ambientale e necessitano di consumi di energia di bassa entità. Tuttavia, con particolare attenzione al momento critico, abbiamo introdotto soluzioni mirate ad eleminare l'utilizzo della plastica nel confezionamento attraverso macchine in grado di confezionare la biancheria con stringhe di carta. In merito alle lavorazioni interne, abbiamo da sempre posto particolare attenzione al concetto di sostenibilità.
Allo scopo di implementare ulteriormente lo sviluppo della digitalizzazione abbiamo creato, insieme ad altri soci, una start up chiamata Cartesia dedicata proprio all’integrazione tra impianti e software di controllo. Cartesia si vuole porre come partner perfetto per le lavanderie industriali che vogliano intraprendere o accelerare un processo di transizione tecnologica, di innovazione e automazione dei propri flussi produttivi. Le sue soluzioni spaziano dal monitoraggio in tempo reale della produzione, delle postazioni di lavoro a le performance degli operatori; tracciamento della biancheria e del suo reale ciclo di vita, dai magazzini presso i clienti alla contabilizzazione quotidiana degli scarti in lavanderia; gestione delle manutenzioni ordinarie e straordinarie delle macchine e degli impianti; verifica degli andamentali economico-finanziari mediante analisi e reportistiche evolute. Se presenti, quali sono gli strumenti di supporto finanziario che possono dare impulso a questa transizione digitale nel settore lavanderie? Negli ultimi anni lo Stato ha incentivato gli investimenti delle imprese non solo tramite la Nuova Sabatini, che è stata rifinanziata e potenziata, ma anche attraverso la maggiorazione per gli investimenti in beni digitali ex Industria 4.0 (ora Transizione 4.0) introdotta nel 2017 con un rafforzamento del sostegno alle imprese del Sud. C’è poi un’ulteriore quota dei nuovi finanziamenti destinata all’acquisto di macchinari a basso impatto ambientale che migliorano l’ecosostenibilità di prodotti e processi. La manovra consente di accedere al bonus Transizione 4.0 per investimenti in beni strumentali. Il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali sono stati rimodulati negli anni, con differenti aliquote. Il credito non concorre alla formazione del reddito e della base imponibile IRAP. ( 23
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NEW
entry IN
ASSOSISTEMA
di Laura Lepri
ACTIVE GEAR Active Gear nasce nel 2017 in Svizzera da un gruppo di giovani imprenditori cresciuti nel mondo dei DPI utilizzabili in diversi ambienti lavorativi. Nel 2019 l’azienda, tramite rappresentanza, inizia ad affacciarsi sul mercato italiano partendo dal Nord Italia, nel 2020 la qualità dei prodotti e il tempestivo servizio di consegna durante il periodo Covid permettono la continua crescita nel paese e nel 2021 la definitiva affermazione su tutto il territorio nazionale post pandemia permette di inaugurare la sede italiana con una continua crescita di clienti e quote di mercato. L’obiettivo primario di Active Gear è quello di progettare prodotti innovativi che uniscano qualità e comfort per aiutare gli utenti nelle sfide quotidiane in ambito lavorativo. Lo studio continuo delle nuove tecnologie permette di fornire prodotti durevoli, curati nel design e sempre più sicuri e conformi agli standard normativi europei. Questi i numeri di Active Gear: distribuzione in quattro continenti e in più di 34 paesi; più di 2.500 clienti e più di 14.000.000 prodotti disponibili in stock.
ANTIS GROUP Antis Group Srl è un’azienda Italiana specializzata nella progettazione, produzione e distribuzione di da lavoro e sportivi dal 1998. La sede del gruppo si trova a Borgosatollo (BS) Italia ed è composta da un team di specialisti suddivisi tra gli uffici direzionali, amministrativi, marketing, commerciali e dipartimento di ricerca e sviluppo. Il reparto R&D svolge un ruolo fondamentale per la determinazione del percorso e degli obiettivi da perseguire a livello aziendale. La dinamica divisione di Ricerca e Sviluppo è rivolta all’ ascolto delle problematiche della sicurezza sul lavoro ed indirizzata allo studio di soluzioni innovative per risolverle. Il sito produttivo “Pad International Co. Ltd”, 100% di proprietà di Antis Group Srl produce la “Pad Glove Collection” in conformità dei materiali e delle produzioni grazie ad un controllo qualità e di conformità rigido e sistematico. La Mission è individuare le criticità che sono di ostacolo nel garantire le sicurezza nei luoghi di lavoro. Pad Glove è specializzata nella produzione di guanti a filato continuo spalmati in nitrile, in lattice, in poliuretano, antistatici, capacitivi, antitaglio, accessori e soluzioni antivibrazioni, guanti antipuntura da ago ipodermico, guanti cuciti. ( 24 )
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KLOPMAN INTERNATIONAL Klopman International è da oltre 50 anni nella produzione e commercializzazione di tessuti tecnici per l’abbigliamento da lavoro con tre aree di business dedicate ai diversi ambiti di applicazione: Workwear, Protectivewear e Corporatewear. L’azienda ha per prima introdotto l'uso del poliestere/cotone raggiungendo in alcuni settori 1/3 del mercato europeo e producendo tessuti in oltre 170 stili e tipologie di tinta differenti, studiati anche ad hoc per singolo cliente. Tecnologie avanzate e un controllo dei processi centralizzato, che monitora e corregge simultaneamente oltre 4.000 punti macchina, sono alcune delle peculiarità che fanno dei tessuti di Klopman i più resistenti all'usura, al restringimento e alle alterazioni di colore. Klopman ha headquarter e sede produttiva a Frosinone (Italia) con 70mila mq di stabilimento, 400 persone impiegate e una produzione annuale di circa 40 milioni di metri di tessuto per un fatturato di oltre 135 milioni di euro. L’azienda è presente con branch office commerciali a Dusseldorf, Lione, Mosca, Borås (Svezia), Dubai e Bangkok, con un secondo sito produttivo a Giacarta, per servire direttamente il bacino asiatico. Oltre alla certificazione ISO 9001:2008, Klopman International opera in conformità con gli standard europei per la gestione della qualità ed è certificata BS EN ISO 14001:2004, BS OHSAS 18001:2007 e STeP, Sustainable Textile Production.
STERIMED Sterimed S.r.l., società controllata dal Gruppo SOL s.p.a., opera nel settore ospedaliero, turistico-ricettivo e ristorazione, agroalimentare, industriale, civile e della grande distribuzione organizzata GDO (uffici, centri commerciali, scuole, musei e biblioteche, etc.) offrendo soluzioni efficaci, flessibili e personalizzate per ogni esigenza del cliente. Azienda certificata ISO 9001, ISO 13485, ISO 14001 ed ISO 18001 e membro delle associazione A.I.I.S.A. e N.A.D.C.A., opera su tutto il territorio nazionale proponendo programmi di igiene specilistici per soddisfare le specifiche esigenze di utenti pubblici e privati, nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro e dei lavoratori, di ecologia e tutela dell’ambiente. La struttura di Sterimed, supportata da un team di specialisti con decennale esperienza nel settore, abbinata allo studio delle innovazioni tecnologiche e ad una giusta flessibilità e dinamicità aziendale, è in grado di fornire il massimo supporto ai propri clienti garantendo elevati standard qualitativi: dalla progettazione alla realizzazione di centrali di sterilizzazione ed impianti di trattamento e sanificazione acqua ed aria, alla fornitura di servizi integrati personalizzati. ( 25 )
DAI SOCI L’AZIENDA TINTORIA
LAVANDERIA PETRINI COMPIE 100 ANNI La Tintoria Lavanderia Petrini, azienda associata ad Assosistema Confindustria che opera nel settore dei servizi di noleggio e lavaggio biancheria ad imprese operanti nella ristorazione e nell’accoglienza alberghiera, ha compiuto quest’anno 100 anni di attività. L’azienda è nata, infatti, nel 1921 a Foligno come tintoria e lavanderia a secco. Nei suoi cento anni di storia, la Lavanderia Petrini è passata da piccola attività artigianale a nuova e importante realtà industriale del territorio, capace di soddisfare le esigenze di un mercato sempre più vasto, non solo in Umbria ma in tutto il Centro Italia. Gli anni ’70 segnano la prima importante trasformazione aziendale, con l’introduzione del processo di lavaggio ad acqua e in seguito del servizio di noleggio biancheria. Negli anni ’80, grazie a investimenti in macchinari tecnologicamente avanzati e all’adozione di nuovi processi, l'azienda conosce un periodo di sviluppo costante che la rende un punto di riferimento nel settore del noleggio di biancheria da camera, tovagliati e tessili di vario genere per hotel, centri benessere e ristoranti. Quattrocento quintali di capi trattati ogni giorno, 600 clienti attivi serviti e oltre 100 dipendenti: sono questi i numeri-chiave dell’azienda, che si estende su una superficie di oltre 4.000 metri quadrati e può contare su attrezzature all’avanguardia e personale altamente specializzato.
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Questi primi cento anni - sottolinea il Presidente dell’azienda, Luigi Petrini rappresentano un traguardo significativo e di grande soddisfazione, che premia il lavoro e la dedizione di tutte le persone che ogni giorno hanno reso possibile la crescita e lo sviluppo dell’azienda. Abbiamo sempre puntato sull’innovazione senza mai trascurare la sicurezza e il rispetto dell’ambiente, aspetti imprescindibili per chi opera nel nostro settore. Il solido legame con il territorio è un ulteriore elemento di forza, che ha contribuito al raggiungimento di obiettivi ambiziosi e che ancora oggi ci consente di guardare al futuro con fiducia”.
L’AZIENDA HA OTTENUTO LE CERTIFICAZIONI DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA QUALITÀ (UNI EN ISO 9001:2015), DEL SISTEMA DI CONTROLLO DELLA BIOCONTAMINAZIONE, SECONDO QUANTO PREVISTO DALLE LINEE GUIDA RABC DI ASSOSISTEMA (UNI EN 14065:2016) E DEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE (UNI EN ISO 14001:2015), PUNTANDO AD UNA POLITICA GREEN. Sempre in questa direzione si pone la realizzazione e la messa in funzione, da circa due anni, di un depuratore biologico con membrane a ultrafiltrazione. L’utilizzo di un circuito di osmosi abbinato alla depurazione permette di ottenere valori di scarico dei reflui nettamente al di sotto delle tabelle, ma anche di recuperare e re-immettere nella lavorazione circa l’80% dell’acqua già utilizzata. Nell’ottica del risparmio energetico la lavanderia Petrini investe da sempre su macchinari ad alto rendimento, ponendo l’attenzione sulla classe energetica e il minor consumo di vapore. In questa direzione vanno, per esempio, l’introduzione di inverter su ogni motore elettrico, di scaricatori di condensa ad alta efficienza sul circuito del vapore e la scelta di introdurre scambiatori per recuperare calore e calorie altrimenti disperse. Interventi che hanno permesso nel tempo di ridurre i consumi ed eliminare gli sprechi, mantenendo alta la produttività.
Nella foto della pagina al fianco il Presidente Luigi Petrini con i figli Paola e Simone e il nipote Nicola Pandolfi Elmi Nella foto qui a sinistra la consegna del premio “Fedeltà associativa” da Confindustria Umbria
Anche gli investimenti programmati hanno l’obiettivo di ridurre i consumi, tra questi: l’acquisto di uno scambiatore di calore da istallare a monte del depuratore che premetterà di recuperare gran parte del calore immesso nel processo di lavaggio con conseguente diminuzione del consumo di metano; l’ammodernamento del circuito dell’acqua con dispositivi e sistemi di controllo che prevedono un notevole risparmio energetico; l’introduzione di un sistema fotovoltaico e l’acquisto di un impianto di cogenerazione di ultima generazione che consentiranno di diminuire sensibilmente i consumi energetici aziendali; l’acquisto di essiccatoi a gas all’avanguardia ed ad elevato rendimento; l’installazione di un sistema di misurazione e monitoraggio dei consumi energetici per eliminare gli sprechi e supportare la manutenzione predittiva. Tutti questi interventi aumenteranno l’autoproduzione di energia e ridurranno i consumi spingendo l’azienda verso l’asintoto dell’autosufficienza energetica.
CONFINDUSTRIA COMO PREMIA GIORGIO GASTALDI PER I 50 ANNI DI LAVORO Il 1 ottobre 2021, a Villa Erba a Cernobbio, si è tenuta l’Assemblea Generale di Confindustria Como dal titolo "Essere sostenibili: cambiamo passo, insieme", un evento che ha voluto sollecitare una riflessione comune su come l’approccio a uno sviluppo sostenibile sia l’unico modello di crescita per garantire la stabilità del sistema economico e il rispetto delle future generazioni. Non tenerne conto significherebbe mettere a rischio non solo la competitività, ma il futuro stesso delle aziende. La sostenibilità implica una nuova cultura d’impresa con una visione complessiva rispetto a diversi aspetti come la governance, la crescita dimensionale e le collaborazioni di filiera, la responsabilità ambientale, la valorizzazione del capitale umano, la cultura internazionale, l’innovazione, la trasparenza nei confronti dei propri stakeholder. Durante l'appuntamento sono stati premiati gli imprenditori che "onorano" il lavoro da oltre 50 anni. Tra questi, Giorgio Gastaldi di Industria Tessile Gastaldi & C spa di Merone. Nella foto, la consegna del premio a Giorgio Gastaldi
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DAI SOCI
IL GRUPPO
SCHULTZE NARDI COMPIE 175 ANNI Operante nel settore dei Servizi Integrati per la sanità, l’industria e l’alberghiero, quest’anno il Gruppo festeggia 175 anni. Era il 1846 quando il fondatore aprì a Perugia la prima tintoria di filati. Nel tempo l’attività si è allargata e sviluppata, aprendo anche Lavanderia Schultze, per il lavaggio degli indumenti di privati e successivamente per il noleggio e lavaggio di biancheria per strutture alberghiere e ristorative. Luciano Nardi Schultze ha poi intuito l’importante cambiamento che stava avvenendo in ambito sanitario e ha attuato una profonda rivoluzione nella gestione dei servizi ospedalieri. SoGeSi Spa, infatti, nata nel 1982, è stata tra le prime realtà in Italia a proporre l’esternalizzazione dei servizi di lavanolo alle strutture ospedaliere. All’inizio degli anni 2000 l’azienda ha implementato ulteriormente il servizio con la progettazione, realizzazione e gestione di centrali di sterilizzazione, oltre al noleggio e la sterilizzazione dei kit di strumentario chirurgico. “Oggi siamo un’azienda estremamente diramata –
spiega il Presidente di SoGeSi, Emiliano Nardi Schultze - con una copertura completa su tutto il territorio nazionale, che può contare su una propria società di logistica, la Nicor Srl, dotata di 160 automezzi di proprietà per la distribuzione dei propri servizi. Ci avvaliamo di 6 stabilimenti produttivi e 15 centrali di sterilizzazione. Impieghiamo sul territorio nazionale poco meno di 1000 dipendenti di cui circa il 65% sono donne. Siamo l’unica azienda italiana che per il settore del “lavanolo”, copre tutti gli ambiti di riferimento con servizi certificati - la sanità, l’industria, l’alberghiero e la ristorazione - e ogni accortezza necessaria a salvaguardia dell’ambiente”. “Oggi più che mai il tema della sicurezza è di grande attualità - continua Nardi Schultze - visto l’aumento dei numeri di infortuni sul lavoro anche gravi. È importante sensibilizzare le aziende e le singole persone al rispetto delle regole, che erano già presenti, ma che spesso non sono state considerate fondamentali, come l’utilizzo corretto del dispositivo di protezione.”
INAUGURATA LA NUOVA CENTRALE DI STERILIZZAZIONE DELL’OSPEDALE DI RIETI FIRMATA SOGESI È stata inaugurata il 13 dicembre 2021 alla presenza dell’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato e del Direttore Generale della Asl di Rieti, Marinella D’Innocenzo, all’Ospedale San Camillo de’ Lellis di Rieti la nuova Centrale di sterilizzazione, progettata e realizzata dall’azienda SoGeSi Spa. La nuova Centrale si affiancherà quindi alle altre quattordici gestite in tutta Italia all’interno dei più importanti ospedali oltre che negli stabilimenti di proprietà. La Centrale, dotata di tecnologia di ultima generazione, è in grado di soddisfare un fabbisogno di oltre 10.000 prestazioni chirurgiche all’anno e di oltre 6.000 prestazioni endoscopiche e utilizza sistemi e apparecchiature a basso impatto ambientale progettate per contenere i consumi energetici.
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La nuova centrale di sterilizzazione si estende su una superficie di circa 300 metri quadrati: grazie alla sua collocazione all'interno dei locali dell’ospedale de’ Lellis di Rieti, offre indubbi vantaggi in termini di qualità e tempo in cui i dispositivi medici da trattare vengono resi nuovamente sterili per le sale operatorie e i centri di utilizzo interni al principale presidio ospedaliero aziendale. La centrale di sterilizzazione è inoltre dotata di innovative tecnologie informatiche che consentono la tracciabilità di ogni kit di strumentario chirurgico, in tutte le fasi del processo di sterilizzazione, in grado di interfacciarsi con i software in uso presso la Asl di Rieti, nonché la messa a disposizione di un panel di indicatori per il monitoraggio tecnico ed economico del servizio.
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LAVORO DI RUBEN SCHIAVO, RELAZIONI INDUSTRIALI DI ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA
È OPERATIVO L’ACCORDO DI PROGRAMMA SULLA CONCORRENZA SLEALE E IL DUMPING CONTRATTUALE NEL SETTORE DELLE LAVANDERIE INDUSTRIALI
L’Ente Bilaterale EBLI ha consegnato alle parti sociali - Assosistema Confindustria, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil - la prima relazione sulla concorrenza sleale e sul dumping contrattuale nel settore delle lavanderie industriali che operano in ambito sanitario e turistico-alberghiero
Il lavoro è stato frutto dell’Osservatorio Nazionale sulla Legalità, istituto presso EBLI, che, in collaborazione con un ente terzo, ha dato avvio alle relative fasi di attuazione del programma. In particolare, l’accordo era stato siglato in data 4 febbraio 2020 durante le fasi di trattativa del contratto nazionale, successivamente recepito nell’accordo di rinnovo del 5 gennaio 2021. Le parti
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avevano chiamato in supporto EBLI – organo già preposto a svolgere funzioni di analisi di settore – al fine di concretizzare una serie di azioni, tra cui la promozione di strumenti utili all’individuazione di possibili fenomeni di irregolarità. Alla luce di ciò, l’ente bilaterale ha concluso il primo documento di analisi, all’interno del quale sono evidenziate, e suddivise per territorio, alcune si-
I FENOMENI EVIDENZIATI NEL DOCUMENTO SONO MOLTEPLICI E DI DIVERSA NATURA. tuazioni aziendali fortemente al limite nella gestione del personale e del modello industriale. L’ausilio dell’ente terzo a cui si è affidato EBLI è servito a garantire la qualità e la terzietà dell’operazione, nonché per reperire quantitativamente informazioni di bilancio delle aziende operanti nel settore delle lavanderie industriali. Si tratta di fenomeni di irregolarità che nel settore della sanificazione del tessile e della sterilizzazione dello strumentario chirurgico, si stanno diffondendo sotto due diverse forme: da un lato, l’applicazione da parte di alcune aziende di contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni sindacali e datoriali non rappresentative del settore, che hanno il solo scopo di definire trattamenti economici e normativi meno onerosi per le imprese; dall’altro, la diffusione di cooperative spurie, finalizzate alla mera acquisizione di appalti non genuini attraverso la riduzione del costo del lavoro. Il meccanismo messo in atto, in entrambi i casi, persegue in realtà la medesima finalità: ridurre il costo del lavoro e le tutele contrattuali, al fine di abbassare il prezzo e vincere la concorrenza con le aziende più virtuose, a scapito non solo delle condizioni di lavoro ma anche della qualità del servizio reso. Le azioni delle parti si traducono sotto diversi aspetti quali, tra i più importanti: la definizione di specifiche linee guida per l’individuazione dei fenomeni di concorrenza sleale, da distribuire a livello locale e presso le aziende del settore; la promozione di eventi e giornate formative, volte a sensibilizzare aziende e lavoratori sugli attuali adempimenti obbligatori, sia legislativi che contrattuali; la definizione di strumenti sintomatici di irregolarità da verificare in sede congiunta, con una successiva trasmissione dei dati rilevati agli organi ispettivi; la definizione di un rating di valore per misurare la qualità dei processi economici e sociali e premiare le aziende virtuose.
Riguardo la metodologia, sono stati presi in considerazione i bilanci delle imprese fino all’anno 2019. Stante la situazione di crisi pandemica, si è scelto di escludere l’anno 2020 dall’analisi dei dati di bilancio. Tutte le aziende del perimetro sono considerate operative (con partita IVA attiva o inattiva). Da una analisi qualitativa, sono emerse nel database un elenco di aziende che, nonostante fossero inquadrate sotto il codice Ateco delle lavanderie industriali, operano in altri settori: in alcuni casi, si tratta di attività affini, quali il noleggio del tessile, lavanderie a secco ed a gettoni, o lavaggio dei tappeti; in altri casi, si tratta di attività che non hanno alcun legame con quelle relative alle lavanderie industriali. Per le sole società di capitali è stato svolto un approfondimento in merito all’attività realmente esercitata al fine di individuare le aziende che non svolgono attività di lavanderia industriale ed escluderle dalla presente analisi. L’indagine è stata effettuata attraverso la lettura delle visure camerali, informazioni presenti sul web, canali social, ecc. Passando ai risultati, sono stati individuati degli «alert» che segnalano il rischio di un potenziale utilizzo improprio dell’istituto dell’appalto. Primo fra tutti è il rapporto tra costo del lavoro e fatturato, letto congiuntamente con il rapporto tra costo dei servizi e fatturato. Un rapporto tra costo del lavoro e fatturato significativamente più basso rispetto alla mediana del settore indica un basso utilizzo di manodopera interna. Allo stesso modo, un rapporto tra costo dei servizi e fatturato significativamente alto rispetto alla mediana del settore dimostra che l’azienda stia utilizzando in maniera preponderante personale esterno, che, quindi, con molta probabilità viene impiegato anche nelle fasi interne al processo di lavorazione (es. addetti alla cernita, lavaggio della biancheria, ecc.). Da una lettura congiunta dei due indici – costo del lavoro/fatturato basso e costo dei servizi/fatturato alto – si può ricavare chi utilizza molta manodopera
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esterna che, quindi, con molta probabilità viene impiegata anche nelle fasi interne al processo di lavorazione. Tuttavia, di per sé l’esternalizzazione di una fase produttiva non rappresenta un illecito. Esse rappresentano un rischio per il settore qualora diventino un mero strumento di riduzione del costo del lavoro alternativo ai costi della somministrazione. Come le parti hanno dichiarato nel comunicato stampa dello scorso 4 novembre, la relazione non ha avuto il fine di rilevare direttamente fattispecie di illecito, bensì quello di individuare alcuni campanelli di allarme utili a sensibilizzare, nonché facilitare, le operazioni di controllo da parte degli organi ispettivi.
INOLTRE, L’ANALISI DEI DATI DI BILANCIO HA FATTO EMERGERE ANCHE ALTRI FENOMENI CHE LE PARTI NON AVEVANO INDIVIDUATO INIZIALMENTE. L’OSSERVATORIO HA MESSO IN RISALTO ANCHE ALTRI PROFILI, GRAZIE ALL’UTILIZZO DEI DATI DI BILANCIO. Ad esempio, si nota una significativa presenza di aziende con dei dati riferiti ai costi interni – solo considerando il costo del lavoro e il costo dei servizi – inadeguati e sproporzionati rispetto al fatturato aziendale. Nello specifico, si nota un effetto inverso rispetto a quello sopradescritto, ovvero un livello di fatturato eccessivamente basso rispetto ai costi aziendali. In alcuni casi, i costi superano significativamente il valore dei ricavi, rendendo essi oggettivamente insostenibili nel garantire la sussistenza dell’impresa stessa. Allo stesso modo, verificando il numero di dipendenti rilevato dall’INPS, e calcolando il costo del lavoro sulla base delle tabelle ministeriali (settore lavanderie industriali), esso supera il totale del fatturato in altrettanti casi aziendali.
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INFINE, È STATO AFFRONTATO IL TEMA DELL’APPLICAZIONE DI CCNL ALTERNATIVI INCIDENTI NEL PERIMETRO CONTRATTUALE. Seppur il contratto leader del settore resti quello sottoscritto da Assosistema Confindustria, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, tuttavia, sono presenti altri CCNL che vengono di talvolta utilizzati dalle imprese operanti nel settore. Questo fattore incide negativamente sulla concorrenza leale tra imprese, dato ché l’applicazione di contratti diversi genera disomogeneità delle condizioni di lavoro (quindi anche in termini di costi e flessibilità) tra lavoratori operanti nello stesso settore e con medesime mansioni. A tal proposito, è stata effettuata una comparazione degli istituti contrattuali dei CCNL applicati nel settore al fine di far emergere differenze significative non solo tra gli istituti di carattere economico ma anche normativo (maggiorazioni, permessi, flessibilità, ecc.) tra i diversi contratti.
QUESTO LAVORO RAPPRESENTA UN PRIMO TASSELLO PER L’ATTUAZIONE DELLE PROSSIME AZIONI: SI DARÀ ORA AVVIO ALLE INTERLOCUZIONI CON LE ISTITUZIONI PUBBLICHE, attraverso le quali verranno esposti dalle parti sociali i risultati che sono emersi. Già da novembre, esse hanno dato inizio agli incontri a livello nazionale per definire le modalità di intervento, i tavoli di lavoro a livello territoriale e il coinvolgimento dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro competente per territorio.
LE IONA Z A D LIRE PUBB
PAROTEX FORNISCE LE LAVANDERIE INDUSTRIALI DA 45 ANNI Azienda storica di Busto Arsizio (VA), Parotex offre alle lavanderie industriali prodotti tessili destinati al settore Horeca LA STORIA DI PAROTEX INIZIA NEL 1976: FONDATA DA GELMINO ROVEA E SOCI, LA SUA ATTIVITÀ PREVALENTE ERA LA FORNITURA DI TESSUTI A LAVANDERIE INDUSTRIALI. LE SUCCESSIVE EVOLUZIONI, GUIDATE DA UNA FORTE PASSIONE E DALLA CAPACITÀ DI GUARDARE AL FUTURO, HANNO PORTATO PAROTEX A DIVENTARE LEADER NELLA PRODUZIONE E NELLA VENDITA DI PRODOTTI TESSILI.
UNO SGUARDO SEMPRE VERSO IL FUTURO La società oggi è di proprietà della famiglia Rovea e prosegue il percorso del signor Gelmino, grazie all'apporto dei figli Stefania e Andrea, con la stessa passione e la stessa visione: far crescere l'azienda investendo nelle persone, in tecnologia e in ricerca, con sensibile attenzione all'economia del territorio. Un passaggio significativo, che racconta perfettamente la visione della famiglia Rovea, è stato la costruzione della nuova sede. Iniziata nel 2002 subito dopo l'acquisizione della totalità delle quote, si è completata con il trasferimento nel 2008. La nuova sede ospita i reparti produttivi, compresa la sala tessitura, i magazzini e tutti gli uffici, oltre a showroom e campionari, in un contesto che unisce modernità e tradizione di eccellenza.
UN MODELLO PER AFFRONTARE LA CRISI La visione unica di Parotex ne ha guidato le scelte anche nel periodo della pandemia, con un approccio in controtendenza che si è rivelato premiante. Lo racconta Andrea Rovea nei suoi passaggi essenziali. Quando si è presentata l'emergenza pandemica, quale è stata la vostra strategia? Parotex ha deciso di essere sempre presente e a disposizione dei clienti. Abbiamo mantenuto operativa la nostra sede con il personale in loco, facendo poco ricorso alla cassa integrazione. L’idea era di tenere “il motore acceso al minimo”, per essere pronti alla ripartenza. Siamo così riusciti in questi mesi a terminare la produzione di ordini acquisiti prima della pandemia e a produrre articoli di magazzino garantendo un minimo di scorta, in previsione di una veloce ripresa nei mesi estivi dell’indotto turistico alberghiero.Tutto questo nell’ottica di garantire sempre un prodotto Made in Italy, senza perdere di vista uno dei nostri punti fermi: produrre articoli di primissima qualità. Sicuramente, nel "tenere il motore acceso al minimo" ci saranno stati periodi di deciso calo produttivo: come siete riusciti ad affrontarli? Ci siamo resi conto che Parotex doveva diventare ancora più flessibile, snella e veloce. Bisognava approfittare di questo tempo senza sprecarlo.
Recuperando iniziative che avevamo nel cassetto, ci siamo dedicati al cambio del software gestionale ed abbiamo investito in tecnologie e nuovi macchinari, ampliando il nostro parco macchine. L’obiettivo era di portare Parotex ad essere un’azienda 4.0, fortemente digitalizzata per meglio rispondere alle nuove esigenze del mercato nazionale. Senza dimenticarci che l’azienda è fatta di persone, abbiamo coinvolto i dipendenti proponendo corsi di formazione e aggiornamento, permettendo così a tutti di migliorare la propria professionalità. Insomma, per sintetizzare, avete superato i momenti più difficili semplicemente rispettando lo spirito dell'azienda In poche parole, si. Siamo felici di dire che una delle scelte fondamentali è stata quella di non scendere mai a compromessi, nonostante il difficile periodo pandemico. Abbiamo sempre mantenuto il focus sulla qualità del prodotto e sul servizio. Da sempre, ci teniamo essere un’azienda dove il rapporto con il cliente è semplice e diretto, fatto di dialogo costruttivo e propositivo. Sappiamo che lavorare “sul campo” non è sempre facile, ed è per questo che ci piace vivere il cliente nella sua realtà locale e quotidiana.
TURISMO RINCARI ENERGIA E MATERIE PRIME, LE CONSEGUENZE PER LA FILIERA Le lavanderie industriali stanno fronteggiando l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime. Per superare queste criticità servirà l’impegno di tutti gli attori della filiera L’attività delle lavanderie industriali è uno dei principali servizi connessi e indispensabili all’attività turistico alberghiera, come confermano i numeri: a prestare servizio a tutta l’attività turistico-alberghiera e ristorativa italiana sono circa 300 lavanderie industriali che, nel 2019, hanno registrato un fatturato di 660 milioni di euro e impiegato 8.000 lavoratori, dei quali il 65% sono donne.
LE DIFFICOLTÀ ATTUALI I numeri del 2019 sono naturalmente molto lontani da quelli attuali: anche Assosistema, l’associazione che rappresenta, tra le altre, le imprese di servizi di noleggio, sanificazione e sterilizzazione dei dispositivi tessili e medici utilizzati in hotel, ristoranti, bar e strutture turistiche, sta facendo fronte alle conseguenze del periodo della pandemia. Lo spiega Aldo Confalonieri, presidente della sezione Servizi Turistici Integrati di Assosistema: “L’emergenza sanitaria ha messo a dura prova il comparto turistico alberghiero e della ristorazione con una pesante ricaduta sul settore delle
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lavanderie industriali che, con notevoli sforzi e risorse proprie, sono rimaste attive sul mercato a garanzia e continuità del servizio ai propri clienti”. Alla pandemia e all’incertezza sul piano sanitario si sono però aggiunte da settembre altre criticità, rappresentate dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime ed è necessario prendere delle contromisure per fronteggiare questa si¬tuazione straordinaria.
POSSIBILI CONTROMISURE Sommando le singole componenti determinate in precedenza, emerge che il rincaro dei fattori produttivi, genera nel complesso un aumento di costo sul bilancio-tipo di un’azienda del comparto, pari ad un range compreso tra il +15,5% ed il +21%, tenendo conto della diversità dei periodi di esercizio presi a riferimento e delle politiche di imputazione contabile attuate dalle singole imprese. “È indispensabile per l’intero settore delle lavanderie industriali - spiega infatti Confalonieri - che ogni azienda provveda a sensibilizzare e dimostrare ai propri clienti che le condizioni in atto non coprono gli attuali costi ed è pertanto costretta ad adeguare, al più presto, il prezzo per il servizio di noleggio e sanificazione della biancheria”.
LA RIPRESA FUTURA Per quanto riguarda l’andamento futuro degli aumenti dell’energia e delle materie prime è impossibile fare previsioni. A influenzarli sono troppe variabili, dalla pandemia non ancora superata alla situazione politica internazionale, dal finanziamento delle nuove fonti energetiche ai costi della logistica e dei trasporti, fino ad arrivare all’inflazione prevista al 4%. “Sicuramente assisteremo ad alti e bassi del mercato ma ritengo che la gran parte di questi aumenti diventeranno strutturali e dovrebbero consolidarsi nel secondo semestre del 2022; le aziende associate potranno comunque contare sull’analisi dei costi aggiornata dal nostro centro Studi” continua
Aldo Confalonieri, che sottolinea il valore delle competenze del settore che Assosistema rappresenta: “Sono certo che appena le condizioni sanitarie lo permetteranno, i flussi turistici in Italia torneranno a livelli consistenti e il settore turistico alberghiero avrà bisogno della competenza e della professionalità che le aziende certificate del nostro settore sono in grado di esprimere. Il nostro settore merita un maggior riconoscimento a tutti i livelli in quanto fortemente industriale, non delocalizzabile e molto avanzato da un punto di vista informatico e tecnologico con assunzioni stabili per la maggior parte femminile”.
I DATI DEL CENTRO STUDI DI ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA Il Centro Studi di Assosistema Confindustria ha analizzato l’impatto dei rincari sull’intero settore e confrontato l’incidenza degli aumenti sul bilancio dell’esercizio corrente sia in relazione all’anno 2019 sia all’anno 2020, misurando le ricadute economiche sul costo del servizio che le aziende stanno affrontando. Per il gas metano, le rilevazioni di novembre pubblicate sul database pubblico World Bank, limitatamente all’area Europa, fanno registrare un aumento medio del prezzo della materia energetica (da gennaio a novembre 2021) pari al +153% rispetto al valore del 2019 e al +286 % sul 2020, che si concretizzano rispettivamente sul bilancio 2021 in un incremento di costo del +5,5% rispetto al 2019 e +7,7% rispetto al 2020. Per l’energia elettrica, dall’analisi dell’andamento dell’indice PUN (consultabile pubblicamente dal sito GME), si ravvisa un incremento medio del costo della materia energetica (da gennaio al mese corrente), pari al +112% rispetto al dato dell’intero periodo 2019 e al +185% rispetto al 2020. Da ciò deriva, nel primo caso, un aumento di oneri pari al +3,25% sul totale di costi iscritto al bilancio nel 2021, che risulta, invece, circa del +4,2% nel secondo, Per le sostanze chimiche e i detergenti, fondamentali per una corretta sanificazione dei prodotti tessili, l’Osservatorio Prezzi della Camera di Commercio di Milano, da inizio anno a novembre 2021, registra un aumento medio dei prezzi all’ingrosso, pari al +57% sui dati del 2019 e al +72% su quelli 2020. La ricaduta dell’incremento sul totale dei costi sostenuti nel 2021 è pari, dunque, ad un incremento del +1,7% nel confronto con il 2019 e del +2,1% rispetto allo scorso anno. Per il polietilene, largamente utilizzato in formato di pellicola per l’imballaggio del prodotto tessile sanificato, i dati della Camera di Commercio di Milano, invece, consentono di stimare, un aumento del prezzo medio all’ingrosso, pari al +41% rispetto alle statistiche del 2019 e del +80% sui valori 2020. La variazione percentuale della voce nel bilancio 2021, risulta dunque in aumento rispettivamente del +0.4% e del +0,65 %. Per quanto riguarda il tessile, la quotazione del cotone si è assestata, nelle ultime mensilità, ad un valore più elevato rispetto ai periodi esaminati. Sui valori medi del 2019, il database World Bank registra un rincaro del prezzo d’acquisto medio nel 2021 pari al +17.50%, valore che sale al +30% nel confronto con il dato 2020.
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SAFETY A CURA DI LORENZO FLORINDI, RESPONSABILE DEL CENTRO STUDI DI ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA
ANALISI STATISTICA SCAMBI COMMERCIALI CON L’ESTERO DEI DPI UTILI CONTRO IL COVID AGGIORNATA AL TERZO TRIMESTRE 2021 Nota metodologica: L’analisi è stata condotta elaborando le informazioni contenute nel database EUROSTAT, relative agli scambi commerciali del sistema Italia con l’estero, con riferimento alle categorie di dispositivi di protezione individuale maggiormente impiegate durante l’attuale emergenza sanitaria legata al COVID-19. Le famiglie merceologiche che verranno esaminate, definite utilizzando la classificazione doganale TARIC, sono le seguenti: MASCHERE DI PROTEZIONE (FFP e maschere chirurgiche) GUANTI DI PROTEZIONE (ad uso medicale ed industriale) INDUMENTI PROTETTIVI (tute di protezione, camici impermeabili, camici chirurgici)
MASCHERE PROTETTIVE (FFP, MASCHERE CHIRURGICHE) Beni acquistati dall’estero | comparazione 2021-2020
Primo trimestre (Gennaio-Marzo 2021): Valore di maschere acquistate dall’estero nel 2021: 182.142.647 euro (+30.40% sul 2020) Valore di maschere acquistate dall’estero nel 2020: 139.675.751 euro
Secondo trimestre (Aprile-Giugno 2021): Valore di maschere acquistate dall’estero nel 2021: 60.342.925 euro (-96.54% sul 2020) Valore di maschere acquistate dall’estero nel 2020: 1.746.285.107 euro
Terzo trimestre (Luglio–Settembre 2021): Valore di maschere acquistate dall’estero nel 2021: 51.476.739 euro (-94,41% sul 2020) Valore di maschere acquistate dall’estero nel 2020: 920.487.049 euro
Beni ceduti all’estero - comparazione 2021-2020 Il volume monetario di maschere cedute all’estero nel 2021, risulta nettamente inferiore rispetto alla statistica del 2020. Nel corso del primo trimestre la contrazione si assesta al -45% sul pari periodo dell’anno precedente. La differenza si amplia maggiormente durante l’anno, con il dato del secondo trimestre che fa segnare una diminuzione del -83% sul pari periodo del 2020 e nel terzo, dove la differenza registrata risulta pari al -92%. Nel complesso, da gennaio a settembre 2021, il valore cumulato in euro di maschere cedute all’estero risulta in ribasso del -79% sull’anno precedente. La spiegazione del risultato è probabilmente imputabile a più fattori quali una minore urgenza nella ricerca dei presidi, per via del miglioramento del contesto epidemiologico, un maggiore assorbimento dell’offerta da parte del mercato interno, ma anche una diminuzione della produzione da parte di quelle aziende che avevano riconvertito la propria produzione, accogliendo l’appello del Governo italiano, e con il progressivo ritorno ad un contesto di normalità, sono ritornate al loro business tradizionale.
GUANTI DI PROTEZIONE (AD USO MEDICALE ED INDUSTRIALE) Beni acquistati dall’estero | comparazione 2021-2020
Primo trimestre (Gennaio-Marzo 2021): Valore di guanti acquistati dall’estero nel 2021: 248.851.783 euro (+210% sul 2020) Valore di guanti acquistati dall’estero nel 2020: 80.211.488 euro
Secondo trimestre (Aprile-Giugno 2021): Valore di guanti acquistati dall’estero nel 2021: 265.680.471 euro (146% sul 2020) Valore di guanti acquistati dall’estero nel 2020: 107.841.146 euro
Terzo trimestre (Luglio–Settembre 2021): Valore di guanti acquistati dall’estero nel 2021: 215.044.278 euro (44,82% % sul 2020) Valore di guanti acquistati dall’estero nel 2020: 148.494.452 euro
Beni ceduti all’estero - comparazione 2021-2020 Contrariamente a quanto osservato per le maschere di protezione, il volume monetario di guanti ceduti all’estero nel 2021, risulta in leggero rialzo rispetto alla statistica del 2020. In apertura di anno, nel corso del primo trimestre, in realtà, la statistica 2021 chiude con una variazione leggermente negativa rispetto al pari periodo dell’anno precedente (-3%). Il trend si inverte già in apertura del secondo semestre, con i volumi mensili dell’anno corrente che si mantengono su livelli costante durante le tre mensilità, tendenza cui fa da contraltare una contrazione dei livelli di export nel 2020. Al termine del periodo, il valore complessivo di guanti in uscita dal mercato italiano nel 2021, risulta in aumento del +27% rispetto al pari periodo dell’anno precedente. Malgrado una leggera inflessione, anche il confronto sul terzo trimestre, risulta a favore del 2021, con il valore complessivamente rilevato nei tre mesi dell’anno corrente in salita del +20% sul 2020. Nel complesso, il valore cumulato di guanti ceduti all’estero da gennaio a settembre 2021, si rivela superiore del +15% rispetto al pari periodo dell’anno precedente..
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INDUMENTI DI PROTEZIONE (TUTE DI PROTEZIONE, CAMICI IMPERMEABILI, CAMICI CHIRURGICI*) Beni acquistati dall’estero | comparazione 2021-2020
Primo trimestre (Gennaio-Marzo 2021): Valore di indumenti protettivi acquistati dall’estero nel 2021: 168.535.581 euro (+179% sul 2020) Valore di indumenti protettivi acquistati dall’estero nel 2020: 60.397.739 euro
Secondo trimestre (Aprile-Giugno 2021): Valore di indumenti protettivi acquistati dall’estero nel 2021: 54.982.887 euro (-64% sul 2020) Valore di indumenti protettivi acquistati dall’estero nel 2020: 150.697.399 euro
Terzo trimestre (Luglio–Settembre 2021): Valore di indumenti protettivi acquistati dall’estero nel 2021: 69.088.144 euro (-61,23% sul 2020) Valore di indumenti protettivi acquistati dall’estero nel 2020: 178.194.955 euro
Beni ceduti all’estero - comparazione 2021-2020 Il volume monetario di indumenti ceduti all’estero nel 2021, nell’intero periodo esaminato, si mantiene sugli stessi valori registrati nel 2020. L’andamento nel corso dei trimestri è piuttosto altalenante. Il primo trimestre si chiude con una evidente contrazione del dato 2021 rispetto al pari periodo dell’anno precedente (-32%), cui fa seguito una ancor più netta ripresa, dovuta non tanto ai volumi fatti segnare nel corso delle mensilità dell’anno corrente, i cui livelli risultano costanti nel tempo, quanto ad una drastica diminuzione dell’export 2020, in particolare, nei mesi di aprile e maggio. Nel confronto tra i due secondi trimestri, la statistica del 2021 fa registrare un aumento del +99% rispetto al pari periodo dell’anno precedente. Nel terzo trimestre, il valore registrato nell’anno corrente torna a perdere leggermente terreno rispetto alla controparte del 2020 (-2%), malgrado settembre 2021 (al pari di quanto osservato per l’import) faccia registrare una netta ripresa rispetto al mese precedente (+47% su agosto 2021). Complessivamente, il valore cumulato di indumenti di protezione ceduti all’estero, nell’intero periodo preso in esame, risulta in ribasso del -1% rispetto alla statistica 2020.
Conclusioni Come osservato, la situazione al 2021 relativa agli scambi commerciali con l’estero per i DPI utili contro il COVID, differisce molto in base alla famiglia merceologica presa in esame. Se nel corso del 2020, i più alti volumi di scambi con l’estero (considerando sia quelli in entrata che in uscita dal mercato italiano) interessavano le maschere di protezione, nel corso dell’anno corrente, sono i guanti ad uso
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sanitario ed industriale, la categoria ad avere maggiore richiesta di mercato. Limitando l’osservazione agli scambi commerciali in entrata nel territorio nazionale, che permettono di osservare uno scorcio della situazione del mercato italiano dei DPI, è interessante comparare i dati sopra analizzati con le statistiche del 2019, periodo precedente all’emergenza sanitaria legata al COVID. Analizzando i numeri da gennaio a settembre, si conferma il trend in ascesa relativo ai guanti protettivi, i
cui livelli di import nel 2021 fanno registrare un aumento del +204% rispetto al 2019, e allo stesso tempo si può anche riscontrare, come, malgrado la flessione delle statistiche rispetto 2020, anche per i dati 2021 di maschere protettive e indumenti di protezione si registra un rialzo, rispettivamente del +83% e del +65% rispetto al periodo pre-pandemia. Ciò sta ad evidenziare come gli effetti legati al COVID perdurino in maniera sensibile anche nel 2021, seppur in maniera meno impattante rispetto allo scorso anno.
HARDWARE FORUM DI ALESSANDRA FRASCHINI
6.750 PRESENZE OLTRE 250 INCONTRI
SAFETY DAY DEBUTTA AD HARDWARE FORUM ITALY A MILANO Si è conclusa Hardware Forum Italy 2021, la fiera della ferramenta organizzata da Koelnmesse, evento espositivo e convegnistico in concomitanza con l’evento partner Bricoday, dedicato al mondo del fai da te, nel padiglione 3 di Fieramilanocity il 22 e 23 settembre scorso. L’edizione 2021, la migliore di sempre con la ripartenza del comparto dopo il lungo periodo di emergenza sanitaria, è stata caratterizzata da una buona presenza di aziende espositrici, rappresentativa di tutte le merceologie tipiche del mercato ferramenta - dall’utensileria all’edilizia, dall’antinfortunistica al mondo del colore – e da attività collaterali come gli incontri matchmaking per garantire un evento business concreto e produttivo. Sul fronte dei visitatori è stata è stata registrata una notevole affluenza, con 6750 presenze complessive nel padiglione nei due giorni di manifestazione, in rappresentanza dell’intera filiera del mondo distributivo, distribuzione e dettaglio tradizionale e professionale, insegne della grande distribuzione, colorifici, negozi specializzati, piattaforme online e mondo associativo e istituzionale. Hardware Forum Italy si conferma la manifestazione del settore più dinamica, in costante crescita, luogo di incontri e contenuti, con ottimi riscontri raccolti anche per l’intensa attività di matchmaking (oltre 250 incontri in presenza ed online) con le presenze di distributori di prestigio, top buyers italiani e internazionali, piattaforme e-commerce. IL PROGRAMMA DI CONVEGNI. Soddisfazione e partecipazione anche in sala convegno, nella prima giornata animata dagli eventi, Colorday e Safety Day, convegni verticali dedicati alle opportunità di sviluppo del mercato nella distribuzione ferramenta. La novità di questa edizione, Safety Day è dedicato al comparto antinfortunistica e workwear per il dettaglio ferramenta tradizionale e professionale, organizzato con il patrocinio e la collaborazione della sezione Safety di Assosistema Confindustria. Il Convegno dedicato - “Antinfortunistica in ferra-
menta, tra opportunità e responsabilità” ha proposto le tematiche di maggior interesse per la distribuzione ferramenta presentando analisi del settore, tra import ed export, prospettive ed opportunità per l’attività strategica e l’operatività in store, con la partecipazione di Filippo Tommaso, Agenzia delle dogane e dei monopoli Direzione Dogane, Tommaso Morandin, DolomitiCert, Stefano Morganti Kapriol. In conclusione alcune interessanti case study di innovazione di prodotto, servizio e processo con Diadora Utility, Active Gear e Reflexx. Ottima partecipazione anche nella seconda giornata al Convegno Hardware Forum - Assofermet, con la presenza di personalità del mondo del commercio, accademico e imprenditoriale che si sono confrontate sulle sfide della - Ri-Generazione ferramenta, tra resilienza e sviluppo. Il convegno ha visto anche le premiazioni dei vincitori dei Premi di filiera: l’Oscar del negozio ferramenta 2021, le premiazioni organizzate in collaborazione con Cerved e Assofermet (Premio Produttori top 100 Performance e Premio Produttori Innovation Score, Premio Grossista Performance CGS + CEBI 2021, Premio Grossista Innovation Score 2021) e il Premio Prodotto dell’anno. HARDWARE FORUM è organizzata da Koelnmesse, ente fieristico leader in 25 settori commerciali, con oltre 80 fiere e 2.000 conferenze organizzate in tutto il mondo. Grazie alla sua pluriennale esperienza nell’organizzazione di fiere ed eventi, offre soluzioni professionali e innovative per tutte le necessità delle aziende. Hardware Forum Italy è parte della Global Competence in Hardware insieme a EISENWARENMESSE - Cologne, China International Hardware Show Shanghai, Asia Pacific Sourcing - Cologne. Il prossimo appuntamento è ad EISENWARENMESSE a Colonia (25 al 28 settembre 2022) e alla prossima edizione di Hardware Forum Italy.
QUI FINANZA DI MICHELE RUSSO
I PRIMI PASSI DEL PNRR “OLTRE” HA DEDICATO DIVERSI ARTICOLI ALLA STRUTTURA DEL PNRR NEL SUO PERIODO DI GESTAZIONE. È IL MOMENTO DI FARE UN PRIMO BILANCIO SULLO STATO DEL PIANO E SUI SUOI PRIMI PASSI.
Il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati hanno di recente pubblicato un dossier che riassume con dovizia di particolari lo stato dei fatti e le prospettive immediate; altrettanto interessante prendere visone del documento presentato al Consiglio dei ministri dello scorso 13 settembre dal Sottosegretario alla Presidenza del consiglio e dal Ministro dell’Economia e Finanza. Tale lavoro espone il monitoraggio sulla attuazione delle misure del PNRR. Altra finestra molto importante per tutte le informazioni relative allo sviluppo del piano è il portale “Italia domani” dove è possibile reperire anche tutti i bandi (compresi quelli rivolti alle imprese). Un bell’esempio di trasparenza e fruibilità delle informazioni a cui, si spera, si potranno uniformare anche gli altri siti
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web della pubblica amministrazione. Sembra giusto mettere in evidenza lo stato delle erogazioni di fondi del piano e lo sviluppo atteso per i prossimi anni. Il PNRR prevede rate semestrali di erogazione di sovvenzioni e prestiti. Le rate, sempre subordinate al raggiungimento di milestones e targets, sono previste al 30 giugno ed al 31 dicembre di ogni anno fino al 30 giugno 2026, data di completamento del programma. Restringendo il campo al 2021, il 13 agosto è stato versato un anticipo totale di quasi 25 miliardi di euro. La cifra non è casuale ma è il 13% dell’ammontare complessivo del piano (191,5 miliardi). Trattandosi di un anticipo, esso non è sottoposto ad alcuna condizione: è una sorta di fiche di apertura. Diverso il discorso per la rata del 31 dicembre 2021 (24,1 miliardi) che, invece, è sottoposta a condizioni. Il 2021 è un anno particolare per il PNRR: è quello delle riforme sostanzialmente propedeutiche allo sviluppo degli investimenti. Quindi, è molto importante approfondire il loro stato di avanzamento. La citata relazione al Consiglio dei ministri dello scorso 13 settembre, fa il punto sullo stato di avanzamento di tutte le misure (riforme ed investimenti) che prevedono una scadenza entro il 31 dicembre prossimo. Vengono citate 27 riforme e 24 investimenti e si da conto del fatto che, alla data di presentazione del rapporto, 8 riforme sono state già definite (il 30% del totale) e, con esse, 5 investimenti pari al 21% del totale. Per le restanti 19 riforme, gli iter di approvazione sono già in corso.
LE RIFORME ADOTTATE NON SONO DA POCO.
Giova segnalare il lavoro del ministero della Pubblica Amministrazione che ha varato due provvedimenti essenziali: la legislazione primaria sulla governance del PNRR e quella sulla semplificazione delle procedure amministrative per la sua attuazione. A queste si accompagna un investimento: la normazione primaria per fornire assistenza tecnica per l’attuazione del piano. In pratica, il via libera alla assunzione di figure specializzate a supporto degli enti della pubblica amministrazione che devono realizzare il piano. Parimenti importante l’attività del Segretariato Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha promosso e portato a termine la decretazione necessaria per la semplificazione del sistema degli appalti pubblici e quella di una delle amministrazioni più interessate dal PNRR, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile che ha riformato il sistema di approvazione dei progetti ferroviari, accorciandone l’iter da 11 a 6 mesi. Tra gli investimenti già realizzati, la proroga del superbonus 110% per l’edilizia. Questo incentivo ha come scopo l’efficientamento energetico e sismico degli edifici di civile abitazione, rilanciando contestualmente il settore dell’edilizia, in sofferenza da molti anni. I primi risultati sono lusinghieri: una recente pubblicazione del centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri parla di più di 46.000 interventi (dato cumulato da luglio 2021 a settembre 2021) per un valore di € 7,5 miliardi. Meno immediato il riscontro sulla diminuzione delle emissioni di gas climalteranti e sulla sismicità. Bisognerà attendere che il superbonus dispieghi tutti i suoi effetti ma, intuitivamente, alle nostre latitudini è probabile che il riscaldamento invernale sia ridotto ai minimi; lo stesso potrebbe valere per le spese di ricostruzione dopo un evento sismico. Spingendo lo sguardo più avanti nel tempo, si nota che gli anni 2022, 2023 e 2024 possono essere considerati quelli di piena vigenza del piano, con erogazioni previste (sempre su base semestrale) rispettivamente di 46, 39,1 e 33,9 miliardi. Nel 2025 le erogazioni cominciano a calare (27,6 miliardi) per poi terminare con la rata di giugno 2026 (20,8 miliardi). Ridotto il ciclo delle riforme, le somme stanziate negli anni successivi al 2021 saranno sostanzialmente destinate ad investimenti. Per quel che riguarda le amministrazioni principalmente interessate, la parte del leone la fa-
ranno il ministero della transizione ecologica e quello delle infrastrutture e mobilità sostenibile. Se ci riferiamo, invece, alle risorse per ciascuna missione, si osserva che la missione 2 “rivoluzione verde e transizione ecologica” rappresenta poco più del 31% del piano, seguita come importanza quantitativa dalla missione 1 “digitalizzazione, innovazione, competitività cultura e turismo” e dalla 4 “istruzione e ricerca”. Quindi, la massima attenzione sarà dovuta nei confronti delle amministrazioni e delle missioni di maggiore rilievo. Il successo di queste sarà il successo del piano. Fin qui una panoramica di come si sta muovendo il PNRR che, evidentemente, sta iniziando a camminare nel percorso e nei tempi previsti.
E il settore privato? Il PNRR non è solo un progetto di stimolo dell’economia a seguito del grande fermo dovuto alla pandemia da coronavirus ma ambisce ad essere anche un volano per orientare gli investimenti del settore privato. Da questo punto di vista è molto importante la dichiarazione congiunta del forum trilaterale tra Confindustria e le omologhe organizzazioni francesi e tedesche che si è svolto a Parigi il 9 e 10 novembre scorsi. Le tre organizzazioni hanno presentato una serie di proposte per favorire una crescita economica priva di emissioni di anidride carbonica che non pregiudichi la competitività delle imprese europee. La dichiarazione segue un documento della BDI (associazione degli industriali tedeschi) dal titolo molto eloquente: “climate paths 2.0”. In esso, sono indicati obiettivi specifici per la riduzione delle emissioni climalteranti per il 2030, declinati in dodici passi. Il documento, pur ammettendo che certe quantificazioni possono non essere particolarmente robuste, costituisce uno spunto di riflessione interessante. Di grande importanza, comunque, il fatto che l’intero sistema amministrativo e industriale dell’Unione Europea si sta muovendo nella stessa direzione. Pubblico e privato che remano insieme, un pacchetto di riforme che resterà anche dopo la fine del PNRR: la dimostrazione anche plastica che la pandemia da covid-19 potrebbe davvero aver impresso una svolta all’ economia del nostro continente.
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NUMERI OSSERVATORIO SUL MERCATO DEL LAVORO NEL SETTORE TURISMO XIII RAPPORTO DI FEDERALBERGHI L’OCCUPAZIONE NEL TURISMO: I DATI NAZIONALI Nel 2020 il settore turismo (alberghi, campeggi, bar, ristoranti, stabilimenti balneari e termali, discoteche e agenzie di viaggi e parchi divertimento) ha fortemente risentito delle restrizioni imposte a seguito della pandemia. In media d’anno ha contato circa 955mila lavoratori dipendenti e 168mila aziende con almeno un dipendente. La stagionalità è sempre stata una caratteristica del settore che emergeva chiaramente dalla variabilità di aziende ed occupazione nei diversi mesi dell’anno. Nel 2020 si rileva un picco al ribasso nel mese di aprile dovuto non alla stagionalità bensì al lockdown ed è proprio in corrispondenza di questo mese che si rileva il valore minimo di aziende (89.990) e dipendenti (395.961). Nei mesi estivi a seguito della riapertura delle attività avvenuta il 18 maggio imprese e dipendenti hanno ripreso il loro ciclo stagionale, sebbene a livelli decisamente inferiori al 2019. Il turismo presenta una struttura produttiva caratterizzata da imprese di piccole dimensioni con un numero di dipendenti che, in media, è pari a 5,7 unità. L’irrobustimento della base occupazio( 42 )
nale nei mesi estivi, ma anche quello del numero delle aziende operative, porta la dimensione media a 6,3 dipendenti per azienda. Si ricorda che in questa sede si fa riferimento alla sola occupazione dipendente e non dunque al lavoro prestato da titolari e collaboratori familiari che rappresenta almeno un terzo della quota complessiva dell’input di lavoro nel settore.
I LAVORATORI DIPENDENTI PER CLASSE DI ETÀ Il turismo può contare su una forza lavoro sostanzialmente giovane. Circa il 58,9% dei dipendenti ha meno di quarant’anni e il 35,4% meno di 30. Gli ultrasessantenni sono il 4,0% del totale. Non è trascurabile, tuttavia, la presenza di lavoratori appartenenti alle fasce di età intermedie: il 21,2% dei dipendenti ha un’età compresa tra 40 e 50 anni.
I LAVORATORI DIPENDENTI PER GENERE Il lavoro nel turismo è in prevalenza femminile. I lavoratori di sesso maschile rappresentano il 47,4% dei dipendenti. L’appeal del settore sulle donne è tradizionalmente collegato alla possibilità di coniugare, nell’ambito dell’attività, le esigenze lavorative con quelle familiari. Sono donne il 64,9% degli impiegati, il 51,3% degli operai, il 36,7% dei quadri e il 21,2% dei dirigenti. Il 51% degli apprendisti è donna. Negli alberghi e nei pubblici esercizi (bar, ristoranti, stabilimenti balneari, ecc.) il ruolo delle donne è fondamentale considerando che esse rappresentano oltre il 50% del lavoro dipendente.
LE TIPOLOGIE CONTRATTUALI La tipologia contrattuale maggiormente diffusa nel settore turismo è il contratto a tempo indeterminato (611.824 unità). I dipendenti con contratto a tempo determinato sia stagionale che non, sono il 36%. Sotto l’aspetto della modulazione dell’orario di lavoro, la tipologia di occupazione prevalente è quella a tempo parziale, con 536.339 unità, pari al 56,1% del totale dei dipendenti. I lavoratori a tempo pieno sono invece 418.890 (43,9%). I contratti full time presentano un’accentuazione stagionale più marcata dei part time sicuramente per effetto del loro utilizzo all’interno delle imprese stagionali sia nel comparto ricettivo che in quello dei pubblici esercizi, in particolare negli stabilimenti balneari. Il lavoro part time, al contrario, risponde a specifiche esigenze organizzative che hanno solo parzialmente una caratterizzazione stagionale.
concentrazione di lavoratori dipendenti si raggiunge ad agosto quando si registra un incremento del 33,6% sul livello medio annuale. Il numero di aziende raggiunge il suo massimo in agosto +21,1% sulla media annua. Aprile, maggio, novembre e dicembre sono i mesi in cui il numero degli occupati e delle aziende presenta il maggior scostamento rispetto alla media, ed il motivo risiede per lo più nella chiusura delle attività per il contenimento del covid 19.
Turismo, lavoratori dipendenti per comparto e genere (quote % - anno 2020)
LA STAGIONALITÀ Il turismo è strutturalmente caratterizzato da una forte componente stagionale i cui effetti sulla dinamica dell’occupazione sono importanti. Il rallentamento dell’attività in alcuni mesi dell’anno per molte aziende e la totale sospensione del ciclo produttivo per una parte di esse determinano una forte variabilità nei livelli dell’occupazione. Nei quattro mesi estivi (da giugno a settembre) il numero medio dei dipendenti è significativamente superiore al valore medio calcolato sull’intero anno. Ovviamente come più volte sottolineato, la stagionalità di occupati e aziende nel 2020 è stata condizionata dai provvedimenti del Governo per la gestione della pandemia. Tra il periodo di bassa stagione (da novembre a marzo) e quello di alta stagione (da giugno a settembre) si registra una differenza media dell’occupazione quantificabile in oltre 273 mila unità. In termini puntuali possiamo dire che la maggiore
Fonte: elaborazioni Fipe e Federalberghi su dati Inps
Turismo, var. % mensili delle aziende rispetto alla media annua (anno 2020)
Fonte: elaborazioni Fipe e Federalberghi su dati Inps
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APPUNTAMENTI 9-11
4-6
16-18
FEBBRAIO 2022
MAGGIO 2022
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BOLOGNA
PESTMED
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47° CONGRESSO NAZIONALE ANMDO
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ASSEMBLEA PUBBLICA
MILANO 21-24 OTTOBRE 2022
CONFINDUSTRIA
SAVE THE DATE 2022
RIMINI 8-11 NOVEMBRE 2022
Photo Walter Gumiero