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DI LUDOVICA FUOCHI
LA SICUREZZA NEI BLOCCHI OPERATORI: DISAMINA DI UNA NORMATIVA âSUPERATAâ?
Quando viene realizzata e âmessa in sicurezzaâ una sala operatoria, essa deve essere conforme ad una serie di linee guida di riferimento che, in Italia, sono state elaborate principalmente negli anni 2000, soprattutto a seguito dellâentrata in vigore del Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (D.lgs 81/2008):
LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO, ANCHE IN CONSIDERAZIONE DELLâEMERGENZA COVID-19, Ă DA RITENERSI ORMAI SUPERATA ED OBSOLETA?
LâOMS E LA SICUREZZA NEI BLOCCHI OPERATORI
L'Organizzazione Mondiale della SanitĂ (OMS), conscia degli elevati rischi presenti nelle sale operatorie, giĂ alla fine del secolo scorso, ha avviato diverse procedure volte alla prevenzione degli eventi avversi nei blocchi operatori: fra queste, sono degne di nota la âWorld Alliance for Patient Safetyâ e la campagna âSafe Surgery Safe Livesâ1; lâobiettivo da perseguire era di implementare procedure chirurgiche piĂš si-
CHECKLIST PER GARANTIRE LA SICUREZZA DEGLI OPERATORI E DEL PAZIENTE
A seguito dellâelaborazione delle âGuidelines for Safe Surgeryâ, lâItalia si è allineata allâOMS e lâallora Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha elaborato il âManuale per la Sicurezza in sala operatoria: Raccomandazioni e Checklistâ2, soprattutto in considerazione del fatto che la sicurezza nei blocchi operatori si contraddistingue per lâelevata complessitĂ e per il numero dei soggetti coinvolti.
Come si può notare, il Ma-
cure e best practice per la sicurezza del paziente, al fine di ridurre l'incidenza di eventi avversi nei blocchi operatori e nei reparti. Nellâambiente operatorio, infatti, sono coinvolti piĂš soggetti - lâoperatore sanitario ed il paziente â che devono essere tutelati (in egual misura) sia durante lâintervento chirurgico vero e proprio, sia successivamente.
Ciò significa che nella valutazione dei rischi è necessario focalizzarsi sulla sicurezza di tutti i soggetti presenti nel blocco operatorio
e le misure di prevenzione e protezione non devono comportare effetti negativi sullo svolgimento dellâattivitĂ operatoria. Da qui, lâOMS ha trovato terreno fertile per lâelaborazione delle âGuidelines for Safe Surgeryâ, dalle quali hanno poi preso spunto le moderne checklist diffuse in tutte le strutture ospedaliere (in Italia, come vedremo di seguito, è stato elaborato il âManuale per la Sicurezza in sala operatoria: Raccomandazioni e Checklistâ).
nuale prevede sia Raccomandazioni, sia Checklist: le raccomandazioni prevedono 16 obiettivi incentrati sulla sicurezza del paziente nella fase peri-operatoria (che ovviamente, de relato, si riflette sulla sicurezza e responsabilitĂ di tutta lâequipe operatoria); i primi 10 obiettivi derivano dal documento OMS âGuidelines for Safe Surgeryâ, con adattamenti alla realtĂ nazionale, mentre i successivi 6 sono stati elaborati dal Ministero (a titolo esemplificativo citiamo lâobiettivo n.1: operare il paziente ed il sito corretto - può sembrare banale, ma è di fondamentale importanza identificare in
(cit.âhttp://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/70080/WHO_IER_PSP_2008.07_eng.pdf; jsessionid=99ECB85E395C6BDE7013AF32795699EB?sequence=1â) (cit. âhttps://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1119_allegato.pdfâ)
modo inequivocabile il paziente ed operarlo nel sito corretto).
La checklist, invece, contiene 20 item suddivisi in tre fasi (Sign In, Time Out, Sign Out) con i controlli da effettuare nel corso dellâintervento; lâOMS aveva individuato 19 item, ma il Ministero ha adattato la checklist alla propria realtĂ nazionale ed ha aggiunto ulteriore item riguardante il controllo del piano per la profilassi del tromboembolismo venoso.
Il Ministero suggerisce infine di designare un coordinatore della checklist (tra i componenti dellâequipe operatoria), al fine di migliorare le operazioni di verifica.
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LINEE
GUIDA ISPESL PER LE SALE OPERATORIE
Come si può facilmente notare, il nostro ordinamento giuridico è sempre stato particolarmente attento al problema della sicurezza nei luoghi di lavoro e nel corso degli ultimi anni sono state recepite numerose direttive europee in materia.
Oltre al Manuale per la sicurezza nelle sale operatorie, è dâobbligo citare le c.d. âLinee Guida sugli standard di sicurezza e di igiene del lavoro nel reparto operatorioâ elaborate dallâISPESL (ora confluito nellâInail) nellâormai lontano 2009, al fine di offrire alle Regioni strumenti idonei ed indicazioni per perseguire elevati standard di sicurezza e salvaguardia della salute degli operatori sanitari e degli utenti/pazienti.
Le Linee Guida si dividono in tre macroaree:
⢠requisiti strutturali, tecnologici e strumentali del reparto operatorio;
⢠requisiti igienico â ambientali;
⢠verifiche delle caratteristiche ambientali ed impiantistiche per il controllo dellâefficacia delle misure di prevenzione attuate.
I RISCHI NEI BLOCCHI OPERATORI
Nei blocchi operatori sono presenti tutti i fattori di rischio lavorativo (oltre ovviamente lâatto chirurgico vero e proprio): a titolo esemplificativo e non esaustivo è bene citare i rischi strutturali, quelli dovuti allâutilizzo di dispositivi ed apparecchiature, i rischi incendi e ovviamente i rischi da agenti infettivi, chimici e fisici, il rischio biologico-infettivo per gli operatori, senza dimenticare infine i processi di comunicazione - ad esempio il consenso informato ed il c.d. rischio clinico (che meritano una disamina ad hoc).
Per chi opera in una struttura ospedaliera forse i rischi maggiori sono quelli di natura biologica: inquinamento ambientale e manipolazione di
La tutela dei soggetti coinvolti si collega quindi ad una sicurezza intrinseca (cioè le caratteristiche strutturali e strumentali che devono possedere i luoghi di lavoro), senza poi escludere il fattore umano (gli strumenti devono essere utilizzati da operatori addestrati e secondo un certo protocollo al fine di garantire la loro sicurezza e quella del paziente). Ă di palmare evidenza quindi, che nella valutazione dei rischi dellâambiente operatorio e nellâindividuazione delle piĂš idonee misure di prevenzione e protezione, è di cruciale importanza considerare non solo la salute dellâoperatore sanitario, ma anche del paziente.
Proprio per questo motivo tutti i soggetti coinvolti nellâobbligazione di sicurezza (datore di lavoro, dirigenti, lavoratori, RSPP, Medico competente etc) devono svolgere correttamente il proprio ruolo e con unâadeguata comunicazione gli uni con gli altri. Ovviamente è fondamentale che gli operatori sanitari ricevano una costante formazione sui rischi e sulle misure di sicurezza adottate dal datore di lavoro.
In definitiva, lâentitĂ dei rischi è direttamente collegata alle strutture sanitarie: maggiore sarĂ il grado di sicurezza delle strutture e dei soggetti coinvolti, minori saranno i rischi. Il D.Lgs 81/2008, meglio noto come Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nellâart. 274 co. 2 âMisure Specifiche per le Strutture Sanitarie e Veterinarieâ, ha sottolineato che il datore di lavoro definisce e provvede che siano applicate procedure che consentono di manipolare, decontaminare ed eliminare senza rischi per lâoperatore e la comunitĂ , i materiali e i rifiuti contaminati. Questo articolo, tra lâaltro, ci suggerisce (anche in termini di responsabilitĂ ) che è compito del datore di lavoro definire le misure per eliminare o ridurre i fattori di rischio â ciò rende il datore il principale soggetto responsabile dellâobbligazione di sicurezza (sebbene non sia lâunico).
principali discipline normative attualmente in vigore, è se i requisiti e gli obiettivi presenti nelle linee guida nazionali ed internazionali possano essere validi anche nellâattuale periodo storico: ricordiamo infatti che nel corso dellâanno 2020 si è diffusa a livello globale lâinfezione da SARS-CoV-2, malattia a trasmissione aerea considerata pandemia dallâOMS. Certamente dal 2009 ad oggi ci sono stati vari aggiornamenti normativi (soprattutto a livello europeo), ma appare quantomeno inverosimile che il legislatore non sia intervenuto a livello nazionale al fine di modificare o quantomeno rivisitare le linee guida. Con il proliferare della pandemia abbiamo invero assistito ad un aumento della sensibilitĂ sul tema della diffusione dei microrganismi resistenti e sui virus a trasmissione aereaâŚma ciò non basta!
strumentazione potenzialmente contaminata.
E difatti, lâobiettivo delle Linee Guida del 2009 è proprio quello di fornire strumenti finalizzati a:
⢠garantire e verificare i parametri significativi di un corretto funzionamento del complesso igienico/impiantistico/strutturale;
⢠adottare, dove necessario, procedure e/o mezzi alternativi e compensativi di dimostrata efficacia;
⢠attuare tutte le azioni preventive e correttive per il raggiungimento di standard qualitativi adeguati e appropriati3.
E proprio con riferimento agli agenti biologici è bene ricordare, le c.d. Linee Guida sullâattivitĂ di sterilizzazione quale protezione collettiva da agenti biologici per lâoperatore nelle strutture sanitarie4, elaborate dallâISPESL nel corso dellâanno 2010 al fine di attuare tutti gli adempimenti previsti dalla legislazione vigente. Certo è che nellâattuale periodo storico â caratterizzato da una Pandemia che si è diffusa a livello globale e non è stata ancora debellata completamente â meriterebbero forse una maggiore attenzione i rischi da agenti fisici ed infettivi: basti pensare alle condizioni microclimatiche che devono essere garantite in una sala operatoria, ed ancora la corretta gestione dellâimpianto di ricambio dâaria e la disinfezione ambientale e degli strumenti operatori. Dal 2010 ad oggi sono passati un poâdi anni⌠si ha lâimpressione, e ciò merita una riflessione, che la normativa attualmente in vigore sia obsoleta, superata, soprattutto alla luce delle nuove tecnologie e dei nuovi rischi a danno degli utenti.
La domanda che dobbiamo porgerci, come operatori del settore e dopo aver esaminato le
Ă auspicabile un intervento legislativo urgente, volto a rivedere o quantomeno aggiornare le linee guida in chiave tecnico-normativa, considerando che i blocchi operatori sono veri e propri luoghi di lavoro, con alti livelli di rischio sia per gli operatori sanitari sia per il paziente. Lâessenza della sicurezza, infatti, sta nellâapproccio sistemico alla gestione del rischio e nella cultura e âil sistema non è un manuale di consultazione, è tutto una cultura, sulla quale bisogna crescere e formarsi per anni. Non serve sgobbare, bisogna assimilarla, in modo che entri nella carne e nel sangue, che diventi una seconda naturaâ5
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3 (cit. âhttps://www.inail.it/cs/internet/docs/linee-guida-igiene-reparto-operatorio.pdfâ)
(cit. âhttps://www.inail.it/cs/internet/docs/linee-guida-protezione-operatori-sanitari.pdfâ) (cit. K. S. Staniswlasky âIl lavoro dellâattore su se stessoâ