QUI FINANZA
Quindi, la comunità energetica è un insieme di utenti che decidono di puntare sulla autoproduzione di energia rinnovabile, mettono in comune gli strumenti per farlo (pannelli fotovoltaici, dispositivi per l’eolico
DI MICHELE RUSSO
AZIENDE E COMUNITÀ ENERGETICHE: UN MATRIMONIO POSSIBILE?
ed il geotermico), consumano l’energia che producono per i loro bisogni e conferiscono alla rete l’eventuale eccesso di produzione che viene incentivato per un periodo di venti anni. Unico limite fisico allo sviluppo della
La La vita vita del del superbonus superbonus èè stata stata piuttosto piuttosto travagliata. travagliata. Un Un inizio inizio promettente promettente ha ha trovato trovato una una fine fine poco poco gloriosa gloriosa con con ilil recente recente sostanziale sostanziale fermo fermo al al cuore cuore del del meccanismo meccanismo del del sistema: sistema: la la cessione cessione del del credito. credito. Malgrado Malgrado tutte tutte le le critiche critiche che che gli gli sono sono piovute piovute addosso addosso (truffe, (truffe, mancanza mancanza di di conflitto conflitto di di interessi interessi tra tra proprietari proprietari ed ed imprese, imprese, incentivo incentivo rivolto rivolto solo solo ai ai redditi redditi più più alti), alti), ilil vero vero elefante elefante nella nella stanza stanza del del superbonus superbonus èè ilil suo suo costo costo Una volta tanto, l’intera classe politica Una volta tanto, l’intera classe politica itaitaliana si è mossa in anticipo rispetto all’ liana si è mossa in anticipo rispetto all’ EuEuropa. “celolochiede chiede l’Europa” ropa.IlIlcelebre celebre “ce l’Europa” essere sostituito nuovo “l’Italia “l’Italia potevapoteva essere sostituito daldalnuovo ha trovato la soluzione”. Il riferimento è ha trovato la soluzione”. Il riferimento è alle alle politiche di efficientamento energetico politichedegli di efficientamento energetico degli edifici di civile abitazione dove, con due strumenti (superbonus coedifici di civile innovativi abitazione dove, cone due munità energetiche), è stata messa a distrumenti innovativi (superbonus e comunità sposizione delle famiglie la possibilità di energetiche), stataunità messa a disposizione intervenireè sulle immobiliari; questo primaladella direttiva europea “case dellemolto famiglie possibilità di intervenire green” che è ancora in corso di formazione. sulle unità immobiliari; questo molto prima della direttiva europea “case green” che è ancora in corso di formazione.
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elevatissimo elevatissimo per per le le finanze finanze pubbliche: pubbliche: un un tema tema assai assai rilevante rilevante che, che, se se correttamente correttamente studiato studiato ed ed affrontato, affrontato, forse forse avrebbe avrebbe potuto potuto garantire garantire una una vita vita più più longeva longeva ad ad una una legislazione legislazione comunque comunque innovativa. innovativa. Restano ancora pienamente in gioco le comunità energetiche. L’idea alla base delle comunità energetiche è fondamentalmente il dispiegarsi di economie di scala nell’utilizzo di fonti rinnovabili di energia. Un impianto
di rinnovabili che serve una sola famiglia potrebbe non essere efficiente: la curva dei consumi potrebbe non coincidere con quella della produzione: tipico l’esempio della famiglia che durante il giorno (picco di produzione del fotovoltaico) non è in casa per tornare la sera e consumare elettricità quando il sole non c’è più. Viene in aiuto l’accumulo per mezzo di batterie che, a livello di singola unità immobiliare, possono però essere costose ed inefficienti.
comunità energetica: il fatto che deve coinvolgere utenti che siano allacciati alla medesima cabina di distribuzione primaria. Questo vuol dire che devono essere fisicamente vicini? No. Soprattutto nel contesto urbano, essere allacciati alla medesima cabina di distribuzione non necessariamente vuol dire essere vicini di casa; inoltre, prossimi sviluppi tecnologici (l’introduzione di nuovi contatori), probabilmente renderanno anche questo vincolo facilmente superabile.
Diverso è il caso di più famiglie associate in una comunità. In questo caso la situazione si ribalta: il maggior numero di utenti, con caratteristiche sociali anche diverse (famiglie, pensionati), possono utilizzare l’elettricità con picchi differenziati durante il giorno, ottimizzare i consumi ed usufruire di un dispositivo di accumulo (batteria) più grande e più efficiente. Aggiungiamo a questa equazione gli esercizi commerciali e le piccole e medie imprese e, per grandi linee, abbiamo disegnato la comunità energetica così come prevista dalla normativa del nostro paese.
La comunità energetica funziona più o meno come una cooperativa edilizia: attorno ad un progetto tecnico (inerente, ovviamente, l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili) si cerca di coagulare il consenso di diversi utenti; formata la compagine dei partecipanti, la comunità si dà delle regole e degli organismi direttivi ed inizia la sua vita, innanzi tutto realizzando il progetto tecnico. Detta così, sembra una specie di “condominio” dell’ energia
(sperando senza tutte le appendici legali ed emotive che, spesso, accompagnano lo stare insieme in un palazzo) ma la vera innovazione della norma sta nella possibilità di partecipazione alla comunità per le attività commerciali, le piccole e medie imprese e gli enti territoriali della pubblica amministrazione: non solo, quindi, una misura rivolta agli abitanti di edifici di civile abitazione (come il superbonus) ma anche a soggetti diversi. Ed è proprio su questi soggetti diversi che occorre fare una particolare riflessione: aziende ed enti pubblici possono diventare il “pivot” delle comunità energetiche. Immaginiamo, infatti che un ente pubblico territoriale (il più vicino e noto ai cittadini: il Comune), decida di promuovere una comunità energetica e mettiamoci nei panni di chi riceva la proposta. L’autorevolezza del proponente ed il fatto che sia esso stesso parte dell’accordo e, seppure implicitamente lo garantisca, dovrebbe ispirare fiducia nei cittadini che vogliono aderire. Inoltre, da un punto di vista squisitamente tecnico, gli edifici pubblici spesso hanno dimensioni e capillarità tali da poter offrire alle comunità energetiche una superficie di installazione dei pannelli solari molto importante e, quindi, un contributo forte al rendimento degli impianti della comunità. Questo ruolo di attrattore può, a maggior ragione, essere svolto dalle imprese del territorio.
Molte di esse, infatti, godono di reputazione molto alta presso la loro popolazione di riferimento che, spesso, è legata all’ azienda da rapporti di lavoro o fornitura. Anche in questo caso, l’elemento di fiducia relazionale gioca un ruolo fondamentale; inoltre, anche le aziende possono offrire alla comunità energetica ampie superfici dove posizionare i pannelli solari (si pensi ai tetti degli stabilimenti). Le comunità energetiche, Le comunità energetiche, possono quindi, possono esserequindi, un’ottima per le per le aziende essereopportunità un’ottima opportunità aziende in quanto consentono in quanto consentono un sicuro risparmio un sicuro risparmio sui costi sui costi dell’energia, o rinsaldano dell’energia, creanocreano o rinsaldano il rapporto con la comuil rapporto con la comunità locale ed nità locale ed aumentano il aumentano il profilo di sostenibilità profilo di sostenibilità dell’ indell’ intera attività, avvicinando, così, tera attività, avvicinando, così, gli investitori sensibili ai temi gli investitori sensibili ai temi ambientali. ambientali. Possibili migliorie ad un impianto legislativo già di per sé piuttosto innovativo? Tutto è migliorabile: estendere alle grandi aziende la possibilità di partecipare alle comunità energetiche (la dimensione non deve essere considerata una colpa) e fare leva sugli edifici di culto coinvolgendo le diocesi del territorio. LA STORIA DELLE COMUNITÀ ENERGETICHE È ANCORA TUTTA DA SCRIVERE; NON LASCIAMOCI SCAPPARE L’OCCASIONE PER FAR DIRE ALL’ EUROPA “CE LO HA CHIESTO L’ITALIA”.
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