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CONFINDUSTRIA
DEL
STAMPA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA EDITORE ASSOSISTEMA
PASTEUR, 8 - 00144 ROMA 36 COVER
A
ECONOMISTA E DOCENTE LEGAL
ESF
PERIODICO ISCRITTO AL n. 58 del 01-04-2014
REGISTRO DELLA
VIALE
INTERVISTA
GIUSEPPE MELONE,
LA SICUREZZA NEI BLOCCHI OPERATORI LAVORO ACCORDO DI RINNOVO CCNL LAVANDERIE INDUSTRIALI NOMINE CLAUDIO GALBIATI PRESIDENT ELECT

IL FUTURO

DELLA SANITÀ E DEL SSN ALLA LUCE DEL NUOVO CODICE

APPALTI E DI UN NUOVO MODELLO DI ACQUISTI PUBBLICI.

VERSO UNA NUOVA SPENDING REVIEW?

Questo è il titolo dell’Assemblea Pubblica che Assosistema Confindustria organizza a Roma, il 21 giugno 2023 alla Sala Zuccari del Senato.

Il tema parte dalla considerazione che le aziende dei servizi e delle forniture sono strettamente legate all’andamento del sistema sanitario pubblico. Esse rappresentano, infatti, un “termometro” concreto per misurare l’andamento e la qualità delle prestazioni sanitarie. Allo stato attuale diventa difficile, però, fare un pronostico positivo sul futuro di una assistenza sanitaria pubblica cosi come l’abbiamo sempre conosciuta. Le aziende dei servizi ormai da più di due anni si trovano a dover operare garantendo al SSN i servizi senza poter accedere ad una revisione prezzi rispetto ai contratti in corso di esecuzione che non tengono conto dei rincari dei fattori energetici e delle materie prime. Rientrando tra i servizi pubblici essenziali, queste aziende, continuano ad effettuare prestazioni senza trovare ristoro per i maggior costi che subiscono.

Questo deriva da un mancato intervento del legislatore che ha previsto una revisione prezzi a livello normativo solo per i contratti dei lavori. Le attuali revisioni prezzi sono state totalmente lasciate all’autonomia delle singole centrali di committenza generando quindi uno squilibrio notevole del mercato tra regioni virtuose ed altre no.

Ad aggiungersi a questo c’è il tema del payback sui dispositivi medici che sta producendo enormi danni sia alle imprese, sia ai lavoratori che di conseguenza ai cittadini.

Il timore è che in base alle novità normative introdotte con il nuovo Codice Appalti ci troveremo difronte nuovamente ad una Spending Review, dal momento che il principio cardine del nuovo testo normativo è quello di spendere meno. Si rafforza l’aggiudicazione al massimo ribasso e si riduce la qualità delle offerte dal momento che viene meno il vincolo previsto dall’attuale codice di limitare l’aggiudicazione al solo prezzo.

Applicando tutti questi fattori al Sistema Sanitario Nazionale si evince un quadro che va necessariamente cambiato e ristrutturato al fine di poter garantire in maniera uniforme i livelli di assistenza. In alternativa il modello non è più sostenibile.

Appuntamento a Roma, il 21 giugno 2023 per l’Assemblea Pubblica di Assosistema Confindustria, dove si parlerà di tutto questo con la partecipazione di illustri rappresentanti del mondo politico, istituzionale, accademico e delle imprese, moderati da Andrea Pancani.

EDITORIALE ( 3 )
di Laura Lepri
SOMMARIO OLTRE PERIODICO ISCRITTO AL N. 58 DEL 01-04-2014 DEL REGISTRO DELLA STAMPA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA EDITORE ASSOSISTEMA Viale Pasteur, 8 - 00144 Roma Tel. 06.5903430 - Fax. 06.5918648 assosistema@assosistema.it DIRETTORE RESPONSABILE LAURA LEPRI PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE DANIELA BOCCADORO STAMPA RIVER PRESS GROUP SRL PUBBLICITÀ ASSOSISTEMA SERVIZI SRL GIULIA D’ADDAZIO Viale Pasteur, 8 - 00144 Roma Tel. 06.5903430 - Fax. 06.5918648 assosistemaservizi@pec.buffetti.it www.rivistaoltre.it 36 EDITORIALE 3 SOMMARIO 5 IN QUESTO NUMERO 7 COVER 8 Intervista al Prof. Giuseppe Melone, Docente Organizzazione delle Aziende Sanitarie Università Unitelma Sapienza di Roma AMBIENTE 18 Forum Compraverde Buygreen 2023 LEGAL 26 La sicurezza nei blocchi operatori: disanima di una normativa superata? LAVORO 30 Accordo di rinnovo CCNL Lavanderie industriali e Centrali di sterilizzazione NOMINE 36 Intervista a Claudio Galbiati, President elect ESF NEW ENTRY 38 Maka e Somain Italia QUI FINANZA 40 Quer pasticciaccio brutto dei crediti di imposta RUBRICHE NUMERI 42 APPUNTAMENTI 46 PAGINA 26 PAGINA 18 PAGINA 08 PAGINA 37 PAGINA 32

COVER > Da pag. 8 a 16

Intervista a Giuseppe Melone, Economista aziendale e Manager Sanitario, Professore a contratto di Organizzazione delle Aziende Sanitarie presso l’Università degli Studi Unitelma Sapienza di Roma, sul tema del futuro della sanità italiana.

AMBIENTE > A pag. 18

La partecipazione di Assosistema Confindustria al Forum Compraverde Buygreen, organizzato a Roma il 18 maggio 2023 da Legambiente e Fondazione Ecosistemi.

LEGAL > Da pag. 26 a 29

Quando viene realizzata e “messa in sicurezza” una sala operatoria, essa deve essere conforme ad una serie di linee guida di riferimento che, in Italia, sono state elaborate principalmente negli anni 2000, soprattutto a seguito dell’entrata in vigore del Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (D.lgs 81/2008): la normativa di riferimento, anche in considerazione dell’emergenza Covid-19, è da ritenersi ormai superata ed obsoleta?

LAVORO > Da pag. 30 a 34

Nella serata del 28 marzo 2023, tra Assosistema Confindustria ed i sindacati di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore delle lavanderie industriali e centrali di sterilizzazione ed imprese del sistema industriale integrato di beni e servizi tessili e medici affini.

NOMINE > Da pag. 36 a 37

Il 26 aprile 2023, l’Assemblea di ESF (European Safety Federation) ha eletto Claudio Galbiati, Presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria, con la carica di President elect in rappresentanza dell’Associazione.

NEW ENTRY > A pag. 38

Nuove aziende associate ad Assosistema Confindustria: Somain Italia e Maka.

QUI FINANZA > Da pag. 40 a 41

L’articolo cerca di analizzare un dilemma tutto italiano: la gestione dei crediti di imposta derivanti principalmente dai bonus edilizi.

APPUNTAMENTI > A pag. 46

Le principali fiere e gli eventi del settore in programma nel 2023.

QUESTO in NUMERO pillole ( 7 )

INTERVISTA AL PROF. GIUSEPPE MELONE, ECONOMISTA E MANAGER SANITARIO, DOCENTE DI “ORGANIZZAZIONE DELLE AZIENDE SANITARIE” - UNIVERSITÀ

UNITELMA SAPIENZA DI ROMA

58 anni, napoletano, è un Economista aziendale e Manager Sanitario, Professore a contratto di Organizzazione delle Aziende Sanitarie presso l’Università degli Studi Unitelma Sapienza di Roma, Dottore Commercialista, Dirigente d’azienda, Docente di formazione manageriale.

Ha conseguito la Laurea in Economia e Commercio e quindi l’Abilitazione professionale presso l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, Facoltà di Economia.

Esperto di governo, organizzazione e management aziendale, per 10 anni economista industriale, con esperienza nel campo editoriale (IL MATTINO di Napoli) e da oltre 25 anni impegnato nella direzione di importanti enti, istituzioni e aziende pubbliche e private del Sistema Sanitario Italiano (ASL, IRCCS, Agenzia Regionale Sanitaria, Holding di Case di Cura accreditate) e nel campo della docenza accademica di formazione manageriale. Relatore in numerosi congressi scientifici, accademici, dibattiti ed eventi tematici. Ha pubblicato su importanti riviste articoli, studi e interviste in materia giuridica, economica e organizzativa, in particolare riferiti all’ambito sanitario.

Da, ultimo, con riguardo alle tematiche inerenti alla pandemia da Covid-19 ed al PNRR, ha pubblicato il testo universitario dal titolo “Scenari e modelli di governo, organizzazione e management del sistema sanitario italiano, tra pandemia e PNRR”, edito da Maggioli nel gennaio 2023.

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COVER

PROF. MELONE, COME È CAMBIATA

LA SANITÀ

ITALIANA CON LA PANDEMIA E QUALI CRITICITÀ HA MESSO IN RISALTO?

La pandemia, con il suo impatto travolgente, ha messo solo in evidenza le criticità, fungendo da stress test ulteriore per un sistema già malmesso, rispetto al quale peraltro, oltre la non continuità e sinergia tra prevenzione, cronicità, territorio e ospedale, si sono evidenziate inadeguatezze e carenze strutturali, logistiche, di dotazioni minime di devices, di apparecchiature e di farmaci, inidonee pianificazioni dedicate alle pandemie, ma anche e soprattutto strutture ospedaliere vetuste, anacronistiche, non idonee come lay out logistico e organizzativo a gestire le improvvise esigenze di separazione nei percorsi e nel trattamento di pazienti infetti o potenzialmente tali, con grave carenza di posti letto per setting assistenziali complessi, come le terapie intensive. Nella rete del territorio, nelle cure primarie, tra Distretti e ambito domiciliare, con le USCA, di nuova istituzione nel 2020, si è tentato di dare risposte in maniera emergenziale a una condizione di assistenza non sempre coerente alla domanda di prestazioni domiciliari, e la rete della medicina primaria e di base ha fatto quello che poteva, spesso con i limitati mezzi di cui disponeva, segnando la totale cesura grave rispetto a una necessaria linea di continuità organico-funzionale tra medicina di prevenzione, sanità del territorio, quella ospedaliera, e gli ambiti domiciliari. La crisi di riallineamento per il recupero delle prestazioni specialistiche e ambulatoriali “non Covid” per milioni di attese, ancora non risolte, ne è l’emblema palmare. Politiche di risposta a vincoli comunitari hanno poi generato, dal 2000 in poi, scelte verso impianti di federalismo e di devoluzione di poteri, creando caotiche aree di sovrapposizione e incertezza decisionale tra Stato e Regioni, che non hanno premiato il sistema sanitario, amplificando vieppiù differenziazioni territoriali, spesso basate

sulle capacità differenziate di produzione di Pil e di ricchezza locale, che peraltro, pur con le notevoli e maggiori capacità organizzative e di offerta, non hanno visto arginare meglio la pandemia e i suoi effetti sui sistemi sanitari regionali.

NEL SUO RECENTE LIBRO “SCENARI E MODELLI DI GOVERNO, ORGANIZZAZIONE E MANAGEMENT DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO, TRA PANDEMIA E PNRR”, HA PARLATO DELLE STRUTTURE SANITARIE E PIÙ IN GENERALE DEL TEMA DELLA SALUTE RIFERITO A TIPOLOGIE DI SISTEMI COMPLESSI. COSA INTENDE CON IL TERMINE “COMPLESSO”?

Premettiamo col dire che nel mondo dell’organizzazione e management aziendale, la complessità è un valore, nel senso che porsi, come sosteneva Stacey, nell’ottica della complessità, indossandone le lenti, consente di vedere meglio le tematiche e le problematiche nel loro generarsi e nel loro interrelarsi tra vari ambiti, livelli e tipologie di dinamiche aziendali sanitarie. Solo una gestione per processi, su procedure e processi trasversali, concatenati per output e outcome, ancorati a solidi principi aziendalistici calati opportunamente nella dinamica quotidiana sanitaria, può fungere da stabile criterio orientatore, che tenga insieme clinical governance, enterprise risk management, pianificazioni strategiche e funzioni di controllo del classico ciclo “plando-check-act”, in uno con i processi aziendali primari di erogazione di prestazioni assistenziali e di cura, specificamente attagliati all’unico driver possibile che è dato dal PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale), legato alle condizioni del paziente, alle sue esigenze e all’evolvere delle fasi di cura e di patologia. Le dinamiche organizzative,

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come un sistema pulsante che pensa e che respira, devono seguire le complessità caleidoscopiche in divenire quotidiano, e dare risposte tipiche dei sistemi complessi di tipo adattivo, mutevoli e dinamicamente alla ricerca di sempre nuovi assetti, per i quali la duttilità e l’aderenza piena alle mutevoli credenziali di domanda e di ambiente, esterno e in-

QUALCHE ESEMPIO DI IMPATTO

DELLA COMPLESSITÀ IN AMBITO SANITARIO?

Si guardi, ad esempio, ad alcuni elementi caratterizzanti l’ordinario dispiegarsi del mondo sanitario: il soggetto (paziente) che domanda e riceve le prestazioni sanitarie non è lo stesso soggetto che paga per esse (Regione); il soggetto che governa il sistema dell’offerta di prestazioni (Regione) non è il soggetto che eroga materialmente le prestazioni (Ospedali pubblici, ASL, IRCCS, Case di Cura, privati accreditati); il soggetto che prescrive le tipologie di prestazioni e/o rende le indicazioni e/o le prime cure (MMG/PLS) spesso non è quello che poi materialmente le eroga per setting a più alta intensità e complessità; il soggetto che definisce gli stanziamenti di risorse (Stato) non è né il paziente e né l’erogatore; l’organizzazione del sistema sul territorio preposto a erogare le prestazioni compete alle Regioni, mentre la fissazione del novero di prestazioni da erogare, quindi i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), compete allo Stato; le modalità di riparto del finanziamento dipendono dalla stratificazione demografica della popolazione, quindi a popolazione più anziana corrispondono maggiori risorse, secondo la logica di riparto basata sostanzialmente ancora sul meccanismo della quota capitaria; il livello di stanziamento delle risorse pubbliche per la sanità, a sua volta, dipende da aspetti sovranazionali di impegni legati

terno, costituiscono il valore aggiunto e il possibile vantaggio competitivo per la migliore performance al paziente utente nel contesto del sistema. Per aversi un sistema, che è poi complesso e adattivo, occorre che ricorrano relazioni organiche e interagenti tra gli elementi, un senso di biologia viva tra gli elementi, un dinamismo rispetto al quale azioni modificatorie, che paiono migliorative, possono portare aspetti positivi su ambiti specifici ma creare disequilibri in altri, talvolta con effetti molto più dannosi dei benefici, in una economia complessiva.

al Patto di Stabilità con l’Unione Europea, come il rapporto deficit/PIL al 3% (oggi all’8%) e quello debito/PIL al 60% (attualmente oltre il 140%); la spesa pubblica, che interpreta il fabbisogno sanitario standard solo come fattore di base, tratto dalle Regioni benchmark, rispetto poi a quella che sarà la vera spesa stanziata, ben lontana dall’essere vera “spesa standard”, e invece nulla più che mera “spesa possibile”, alla luce di aspetti come la crescita interna e quindi ricchezza, come PIL, da poter rivolgere anche alla spesa pubblica sanitaria; la stessa iniziativa economica del privato, di cui all’art. 41 Cost., fortemente condizionata dalle normative e dai vincoli organizzativi e di spesa pubblici, rispetto ad autorizzazioni e accreditamenti; le economie di scala difficilmente realizzabili a fronte della unicità dei caratteri della prestazione medica specifica e degli altissimi costi correlati, specie per le aree di alta complessità assistenziale.

Avere una visione complessiva, a tutto tondo, che approcci quindi dal punto di vista della complessità, è uno dei paradigmi di fondo dell’approccio sistemico al governo e gestione di sistemi complessi di tipo adattivo, come sono in definitiva tutti gli ambiti sanitari, siano essi ospedali, o aziende di territorio, o loro derivazioni e partizioni.

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UN ASPETTO COMPLESSO DEL TEMA SANITARIO È CERTAMENTE QUELLO ECONOMICO. QUALI SONO LE LOGICHE E I MECCANISMI DI FUNZIONAMENTO DELL’ECONOMIA SANITARIA?

Un sistema sanitario è in fondo un insieme di regole poste per assicurare il finanziamento e l’organizzazione più consone rispetto alla erogazione di prestazioni sanitarie per conseguire gli obiettivi di tutela della salute mediante una allocazione efficiente delle risorse in un contesto di sostenibilità economica di lungo periodo. D’altra parte le prestazioni sanitarie costituiscono una tipologia di beni e servizi definibile a produzione congiunta, riverberando sul sistema generale effetti di qualità di vita e di benessere, sia direttamente per i pazienti, che per l’intera collettività. Si tratta di applicare gli elementi e gli strumenti della scienza economica al settore sanitario, evidentemente nell’ottica di poter meglio pianificare, programmare, gestire, coordinare, verificare, valutare e controllare i processi erogativi di prestazioni sanitarie, a tutto tondo, per tutti i livelli assistenziali e per tutte le tipologie di aziende e realtà sanitarie, nel solo fine di poter assicurare i migliori e più ampi benefici in termini di tutela della salute per la collettività intera, nazionale!

Elementi come prezzi e quantità, equilibrio generale, domanda e offerta, ricorrono ormai ordinariamente nello scenario di spesa e organizzazione dell’ambito sanitario, pur partendo da un assunto invero difficile da attuarsi sempre, come le scelte che si assumono sempre ottimizzanti e razionali, alla luce della sempiterna dicotomia tra scarsità delle risorse e stringenti vincoli di bilancio, che impongono scelte economiche di tipologie di consumo e risparmio, chiamando in causa l’importante principio del “costo-opportunità”, dovendo il sistema e i suoi decisori optare per scelte che portino a premiare alcuni fattori a scapito di altri di cui si deve rinunciare. L’equilibrio del mercato non si consegue agevolmente come in una condizione di concorrenza perfetta, ma risente di elementi di disturbo che sono insiti nella natura stessa del rapporto asimmetrico tra domanda e offerta. Dunque si pone specie oggi e specie in sanità, un tema di necessarie scelte aggregate, verso un obiettivo ottimale, e spesso ciò porta alle note scelte di priority setting, per assicurare allocazione di risorse su ambiti di prestazioni e servizi sanitari maggiormente necessari e utili, come massivamente accaduto durante la pandemia. Il tutto, verso una ardua possibile coincidenza tra “utilità individuale” e “utilità sociale”, grazie a una distribuzione delle risorse che rende omogenea la percezione di utilità del singolo rispetto a quella sociale della intera collettività.

LA SPESA SANITARIA PUBBLICA ITALIANA

AMMONTA A CIRCA 128 MLD DI EURO, SEGNANDO UN CONTENIMENTO AL 6,5% RISPETTO AL 7.3% DEL PIL NAZIONALE DEL 2020, QUASI UN DATO PRE-COVID.

QUESTO DATO PORTA L’ITALIA AD ESSERE L’ULTIMA DOPO GERMANIA, FRANCIA, AUSTRIA, BELGIO, SPAGNA, AVANTI SOLO ALLA GRECIA MA DI POCO.

DA COSA DIPENDE SECONDO LEI?

Lo scenario comparato dei sistemi sanitari europei restituisce una morfologia articolata essenzialmente tra i modelli Bismark e Beveridge, con il primo inizialmente scelto anche in Italia – tendenzialmente basato su un impianto assicurativo mutualistico, rivolto piuttosto alla popolazione lavorativa - poi sostituito, con la riforma posta con la L. 833/1978, da quello Beveridge, di tipo tax-founded, a copertura universale, sul modello di quello britannico del National Health Service (NHS). Il primo modello è piuttosto diffuso in paesi come Germania, Austria, Svizzera, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo, mentre quello ormai anche italiano, è diffuso in paesi come Regno Unito, Spagna, Norvegia, Finlandia, Svezia, Islanda, e anche fuori Europa, in Canada. Al di là della scelta tra i due modelli, va detto come l’esperienza degli stati europei dimostri la centralità del valore strategico delle cure primarie, in quanto i sistemi sanitari che assicurano assistenza in termini di prevenzione e quindi di presa in carico e cura, si rivelano più efficaci sia in termini di salute che di gradimento nella popolazione di utenti. Per quanto rispetto all’Europa l’Italia si viva una certa subalternità, specie rispetto al livello delle risorse investite rispetto al PIL, va detto che sul piano della qualità assistenziale e delle competenze e capacità delle professionalità sanitarie, nonostante le più contenute risorse, l’Italia veleggia sempre ai primi posti, su scala mondiale, per rilevanza della ricerca medica di alto impact factor oltre che per la elevata qualità prestazionale, specie per la ricerca traslazionale. In buona sostanza, il nostro sistema sanitario resta in linea generale il migliore, per natura, morfologia, logica culturale e scientifica, competenze professionali, allorquando tutto riesca ad allinearsi ed operare secondo le aspettative. Gli aspetti critici quindi non sono culturali o metodologici, ma di pratica attuazione, nella spesso acuto parallelismo critico e gap di capacità, tra programmazione, governo clinico e strategico, attuazione, monitoraggio e controllo, sia della spesa che delle prestazioni. Quanto alle differenze, occorre tenere in conto che le politiche sanitarie di spesa risentono delle disponibilità di risorse, legate ad aspetti di crescita economica, oltre che di impostazione politico-ideologica, rispetto alla quale l’Italia, con il suo impianto costituzionale, non ha nulla da invidiare ad altre culture europee e mondiale.

UN POSSIBILE CONFRONTO DI TENUTA

RISPETTO AGLI ALTRI SISTEMI SANITARI

EUROPEI? Tra i paesi che peggio stanno uscendo dal post pandemia certamente l’Inghilterra è quella che sta mostrando le peggiori condizioni di crisi sistemica, che impatta sia sul personale medico e sanitario, gravato da ponderosi carichi di lavoro e inadeguati meccanismo incentivanti – tanto da ricorrere ai medici gettonisti, nel mentre in Italia, nel 2024, si stima mancheranno oltre 40.000 medici -, sia sulla sanità territoriale e domiciliare, molto carente e che non ha più visto momenti di sostegno, sia sul piano stesso erogativo, senza adeguata prevenzione, né attenzione alle cronicità e lungodegenze. L’uscita dal covid si sta mostrando molto complessa e la ripresa di ordinarietà vede liste di attesa di quasi sette milioni di pazienti ospedalieri. La Francia si sta cimentando con una riforma delle pensioni che sta lacerando il tessuto sociale, e i malandati conti di previdenza sociale portano a intervenire a delimitare anche molti ambiti di prestazioni sanitarie di tipo pubblico, pur però mantenendo centrali politiche sanitarie di prevenzione. Anche la Spagna come l’Italia e l’Inghilterra, sta affrontando una grave carenza di medici che segnalano condizioni di lavoro davvero insostenibili, con fughe verso il settore privato. In Germania si sta tentando di razionalizzare la spesa sanitaria, evitando di incidere sulla qualità dei servizi sanitati, intervenendo sul sistema di remunerazione delle prestazioni specie ospedaliere, cercando di spalmare i costi di sistema su un novero più ampio di soggetti, tra cui anche gli operatori sanitari. Paesi europei più distanti dai nostri modelli, come Norvegia, Svezia, Finlandia, pure soffrono su aspetti di sistema, piuttosto che di spesa sanitaria, di idonea disponibilità di risorse umane, qui emergendo peraltro tematiche di numero di medici, di formazione medica, di condizioni di lavoro, di stress e burnout, rispetto al tema della sola remunerazione, che in quei contesti è già molto superiore rispetto alla media europea.

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COME VA LETTO ALLORA IL

TEMA DEL FINANZIAMENTO DELLA SPESA SANITARIA?

Alla base dell’attuale profilo del SSN e del FSN vi sono riverberi di impianti normativi come il Patto di stabilità, del 2009, che ad esempio ha portato effetti sul tema delle risorse umane (con i blocchi nelle assunzioni di personale dal 2010, al livello di spesa del 2004 meno l’1,4%), alla base della perdita di oltre 40 mila unità di professionisti sanitari, in dieci anni, di cui oltre il 10% di medici e il resto tra infermieri e professioni sanitarie varie. La pandemia ha certamente portato a stanziamenti straordinari, grazie al blocco di detto Patto, e, se è vero che, tra 2020 e 2021, si è proceduto a circa 16.000 assunzioni di personale in regime derogatorio, ad oggi il blocco del 2009 resta ancora in essere. Certamente il dato italiano di finanziamento del FSN muoveva da dati molto contenuti nel 2019, con 114,4 miliardi di euro, pari a un 6,4% del Pil - rispetto a valori ben più rilevanti, del 9,8% della Germania, del 9,3% della Francia e del 7,8% del Regno Unito -, e certamente solo grazie alla pandemia si è saliti a 7,3% del Pil nel 2020, ma i dati vanno letti in modo organico e nel loro effetto combinato, con i fattori macroeconomici cui si faceva cenno; con una spesa sanitaria che nelle Regioni giunge a oltre il 70%, con livelli di spesa dovuta al covid, nel 2021, per 8,3 mld di euro in più, peraltro rimborsati solo in 4,5 mld di euro, e quindi con un saldo di 3,8 mld di euro che le Regioni ancora attendono per non andare in disavanzo strutturale. Se quindi Germania e Francia hanno una spesa procapite molto superiore alla nostra (il dato 2019 era di 3.450 e 3.071 euro pro capite, contro i 2.178

euro italiani) ciò è dovuto a una struttura del tutto differente delle loro economie, con dati di sviluppo e crescita molto maggiori, con un valore di Pil che travalica quello italiano del 39 e del 20%, onde per potersi rapportare ai loro valori necessiterebbe un incremento tra i 30 e 40 mdl di euro incrementali. Analisi di settore tenderebbero a evidenziare un livello del nostro FSN, per mantenersi adeguato al poter di acquisto, spinto oltre i 130 md di euro annui. Su tutto deve far riflettere che gli sforamenti rispetto al Patto di Stabilità europeo sono stati possibili solo grazie alla straordinarietà dovuta alla pandemia, che ne ha sospeso gli effetti, ma, già dal 2024 detto Piano ripartirà e certamente riproporrà il tema delle condizioni di enorme indebitamento dell’Italia, che nel febbraio scorso era stimato a 2.772 mld di euro, in tendenziale crescita, con incrementi nell’ordine di 34 mld di euro sull’anno precedente. Da considerare poi anche il rapporto debito/pil che resta alto, al 144,7%; il rapporto deficit/pil che si è attestato all’8%, sforando le stime del 5,6% del Nadef, pur provenendo da un 9,7 % del 2020; ancora una crescita reale del 3,7% del pil, minore del previsto 3,9%, e che si va molto contenendo, verso un 1% nel 2023, per i detti effetti combinati, per lo più inflattivi, in corso; ancora, una pressione fiscale al 43,5% per il 2022. I primi segnali europei circa la ripresa del Patto, con un rigorismo “annunciato”, devono far riflettere, ponendosi in evidenza le peculiarità tutte italiane dello sbilancio tra crescita, debito, deficit e inflazione.

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ARTICOLO

INSERIRE AUTORE SE NECESSARIO

TITOLO ARTICOLO

LO SCENARIO È DAVVERO COMPLESSO, PROFESSORE CI

DICA DI PIÙ.

Per la sanità il tema va visto come parte rilevante di un sistema Paese più allargato, cui comunque va assicurata un’ottica preliminarmente di nuova impostazione sistemica, di nuova efficienza ed efficacia complessiva, con dati ed elementi fattuali di costi, spese, LEA aggiornati, quantità e qualità delle prestazioni e dei servizi integrati tra sanità e sociale, tra pubblico e privato, tra territorio e ospedale, con una prossimità assistenziale al centro. La prima fondamentale analisi andrebbe quindi meglio centrata sul livello di prestazioni realmente essenziali, quindi da dover garantire a livello nazionale, e solo dopo concentrarsi sull’aspetto della distinzione di spesa sanitaria, tra pubblica e privata, per meglio dire, scindere le due quote relative a prestazioni offerte da strutture del tutto pubbliche e strutture afferenti al comparto del c.d. privato accreditato, e quindi del privato autorizzato e del tutto privato.

In tal senso un ruolo fondamentale lo avrebbero sia un più organico sistema di programmazione e pianificazione e controllo, statale oltre che regionale, nonché da ultimo il tanto agognato decreto tariffe per dare avvio ai LEA previsti ormai nel 2017, e con essi anche il nuovo sistema di indicatori e di monitoraggio che tante informazioni di dettaglio potrebbe fornire per le decisioni strategiche. La spesa complessivamente sostenuta per il comparto sanitario ammonta quindi a circa 180 mld di euro, di cui circa 36 a carico dei privati cittadini, ed è a questo valore lordo che deve rapportarsi un possibile approccio politico e di livellamento di congruità della spesa sanitaria, ma certamente previe operazioni di analisi molto di dettaglio e di razionalizzazione dell’offerta e degli ambiti di appropriatezza e di prestazioni necessarie, da erogare in modi e forme eque, consone e tempestive.

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ANALISI MOLTO COMPLESSE, OCCORRERÀ LEGGERE

IL SUO LIBRO!

MA, IN DEFINITIVA, IL PNRR, HA DAVVERO IN SE TUTTE LE RISPOSTE?

Che dire, certamente i piani di discussione che si intersecano sono molteplici, e proprio questa angolazione multilivello e pluriangolare credo sia il possibile valore aggiunto del mio recente lavoro. Quanto al PNRR, sta diventando una sorta di chimera nel gergo comune mediatico, di stampa, su tutti i social, generando prese di posizioni pro e contro. A parte le complessità, che il PNRR pure possiede, e che la versione italiana eredita, le vere risposte sono comunque nella auspicata compiuta attuazione della riforma della sanità del territorio, che possa tra l’altro rinsaldare la filiera assistenziale con l’ospedalità per acuti, muovendo dall’attenzione centrale per quella che vado ritenendo possa essere la possibile nuova pandemia, e cioé la cronicità, in rapporto al profilo demografico che la nostra popolazione sta assumendo. La struttura strategica del DM 77 del maggio 2022, pare mirare al nodo dei problemi, con le relative previsioni delle 1.350 case della comunità, dei 400 ospedali di comunità, delle 600 centrali operative territoriali, e la centralità del ruolo della telemedicina, con l’orizzonte di raggiungere ai propri domicili almeno 800 mila persone con più di 65 anni, grazie anche al supporto di una recuperata funzione attribuita al FSE, fascicolo sanitario elettronico, sulla base di autostrade digitali altamente interoperabili pure rese possibili dagli investimenti del PNRR. A latere sono previsti 7 miliardi di investimenti per l’ammodernamento e potenziamento strutturale dell’edilizia ospedaliera, e quindi si delinea un potenziamento di of-

ferta e di capacità assistenziale, tra ospedale e territorio, che tuttavia enfatizza ancora di più il tema delle risorse umane, che, come detto, viaggia a livelli di fabbisogno, dal 2026 in poi, di oltre 42 mila medici, a fronte del quale, le pur previste misure avviate, con maggiori posti di medicina e ampliamento delle specializzazioni, non potranno dare risultati prima di un decennio. Valgono, sul piano generale, richiami importanti che arrivano anche da livelli altissimi delle nostre Istituzioni, come quello recente della Consulta, che ha sottolineato la necessità di aggiornare i LEA e al fine di evitare l’obsolescenza delle cure e garantire l’eguaglianza nell’accesso alle migliori prestazioni sul territorio nazionale, altresì sottolineando come i principi di finanza pubblica debbano essere letti comunque in una chiave armonica rispetto alle tutela dei diritti e il soddisfacimento dei bisogni delle persone; tutela che chiama in causa evidentemente l’asset strategico tra Stato e Regioni. Come ho avuto modo di dire, per la giornata mondiale della tutela della salute, del 7 aprile scorso, la portata valoriale di equità e universalità del nostro SSN, nel solco del solidarismo costituzionale dell’Art. 3 e 32 della Costituzione, deve rimanere come un valore da custodire e celebrare nello spirito unitario nazionale; in tal senso il processo di graduale uscita dalla pandemia deve tendere verso una nuova centralità che colga in pieno e totalmente le opportunità del PNRR quale opzione ineludibile di futuro per il nostro Paese.

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E

DI GOVERNO, ORGANIZZAZIONE E MANAGEMENT DEL SISTEMA

SANITARIO ITALIANO, TRA PANDEMIA E PNRR

La vicenda pandemica, con i suoi smottamenti sul piano sia sociale che economico, ha imposto un nuovo protagonismo alle tematiche di ambito sanitario, innescando momenti di consapevolezza mondiale, che, sul piano europeo, hanno dato la stura a politiche di riforme e di investimenti che, forse, per la prima volta, vedono l’Europa atteggiarsi ad autentica realtà comunitaria sovranazionale nell’interesse degli Stati membri.

A livello di sistema Paese, le notevoli leve di impulso – di cui al Next Generation EU e al PNRR – stanno offrendo un’imperdibile opzione di ripresa in termini sia di sviluppo

socio-economico, sia di allineamento su ambiti fortemente valoriali, rivendicando una centralità di ruolo e risorse rispetto alle tematiche di sicurezza della collettività, di beni pubblici, di una tutela della salute accessibile, tempestiva, appropriata, omogenea ed efficace, nel solco del solidarismo forte che permea i diritti costituzionali degli artt. 3 e 32, nell’economia di un rapporto virtuoso StatoRegioni. Il testo si pone quindi, per struttura e approccio, come utile contributo e supporto sia per studenti che per addetti ai lavori, una visione sistemica del più importante perno sociale e strategico dell’Italia e di tutta l’Europa: il suo sistema salute.

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SCENARI
MODELLI

ore 14:30

Registrazione dei partecipanti

ore 15:00 Apertura dei lavori e Saluti Istituzionali

Egidio Paoletti, Presidente di Assosistema Confindustria

On. Marcello Gemmato, Sottosegretario di Stato alla Salute

ore 15:20

Tavola Rotonda Moderata da Andrea Pancani, Vice Direttore LA7

“IL FUTURO DELLA SANITÀ E DEL SSN, ALLA LUCE DEL NUOVO CODICE APPALTI E DI UN NUOVO MODELLO DI ACQUISTI PUBBLICI. VERSO UNA NUOVA SPENDING REVIEW?”

Intervengono:

Matteo Nevi, Direttore Generale di Assosistema Confindustria

On. Elena Bonetti, XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati

On. Luciano Ciocchetti, Vice Presidente XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati

On. Marco Furfaro, XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati

On. Alberto Luigi Gusmeroli, Presidente X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati

Sen. Elena Murelli, X Commissione permanente Affari Sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale del Senato

Sen. Ignazio Zullo, X Commissione permanente Affari Sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale del Senato

Luca Del Vecchio, Politiche per il digitale e filiere, Scienze della vita e ricerca di Confindustria

Massimiliano Brugnoletti, Studio legale Brugnoletti & Associati

Giuseppe Melone, Docente Organizzazione delle Aziende Sanitarie Università Unitelma Sapienza di Roma

ore 17:00 Dibattito

ore 17:30 Conclusioni Marco Squassina, Presidente della Sezione Servizi Sanitari Integrati di Assosistema Confindustria

Le opinioni e i contenuti espressi nell’ambito dell’iniziativa sono nell’esclusiva responsabilità dei proponenti e dei relatori e non sono riconducibili in alcun modo al Senato della Repubblica o ad organi del Senato medesimo. L’accesso alla sala - con abbigliamento consono e, per gli uomini, obbligo di giacca e cravattaè consentito fino al raggiungimento della capienza massima.

I giornalisti e gli ospiti devono accreditarsi scrivendo a: eventi@assosistema.it

I lavori del convegno saranno trasmessi in diretta streaming al link https://webtv.senato.it e sul canale YouTube del Senato Italiano https://www.youtube.com/user/SenatoItaliano

SU INIZIATIVA DI CONFINDUSTRIA MERCOLEDÌ 21 GIUGNO 2023 ROMA, SALA ZUCCARI PALAZZO GIUSTINIANI VIA DELLA DOGANA VECCHIA, 29 ORE 14:30 - 18:00
ASSEMBLEA PUBBLICA

AMBIENTE

AL FORUM COMPRAVERDE PRESENTATI

I NUMERI DEL GREEN PUBLIC PROCUREMENT IN ITALIA

Campanello di allarme, anche se non ancora una vera e propria emergenza, dalla XVII edizione del Forum Compraverde Buygreen 2023, giunto alla seconda e ultima delle due giornate organizzate a Palazzo WeGil, a Roma il 17 e 18 maggio 2023. Siamo di fronte a una battuta d’arresto dei CAM per quasi tutte le categorie merceologiche e in quasi tutte le amministrazioni pubbliche, dalle regioni ai soggetti aggregatori, dai comuni agli enti gestori delle aree protette fino alle asl: questo quanto emerge dai dati del VI rapporto “I numeri del Green Public Procurement in Italia” dell’Osservatorio Appalti Verdi.

L’indagine diretta dell’Osservatorio ha monitorato complessivamente 157 stazioni appaltanti (44 aziende sanitarie locali, 99 enti gestori di aree protette e 14 centrali di committenza regionali.

Tra le 14 centrali uniche di committenza regionali che hanno partecipato all’indagine nel 2023, mediamente la performance sull’applicazione del GPP è del 57%, con Regioni come Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia e Sar-

degna che sono 100% GPP, seguire da Toscana (95%) ed Emilia-Romagna (90%).

Per le 44 ASL che hanno restituito il questionario, la media di performance è del 57%, con le migliori performance registrate nell’Azienda USL di Bologna (95%), Ferrara (93%) e della Toscana nord (90%). Solo altre 7 Aziende Sanitarie hanno raggiunto un indice di performance superiore all’80%. Rispetto all’applicazione dei 16 CAM inerenti questa tipologia di ente appaltante, in un caso il tasso di applicazione è stato inferiore al 20%, in 2 inferiore al 30% e altrettanti sono il 40%; in 3 casi si è raggiunto il 40%, in 4 il 50% e sempre in 4 casi il 60%. Rispetto al 2021 ben 13 delle 16 voci hanno riscontrato una contrazione nel tasso di applicazione, registrando un segno positivo solo per le voci carta grafica, veicoli e ristorazione collettiva.

Matteo Nevi, Direttore Generale di Assosistema Confindustria, ha così commentato i dati dell’Osservatorio Appalti Verdi: “Dobbiamo fare una riflessione: il dato di contra-

zione sull’utilizzo del cam potrebbe derivare da due aspetti fondamentali. Uno è la presenza di meno gare e l’altro è derivato dal picco dei fattori produttivi registrato nel 2022: l’aumento dei costi dell’energia, del gas, del cotone e delle fibre. Siamo allora intervenuti in maniera forte su alcuni provvedimenti che prevedevano la deroga sull’applicazione del cam. La tematica ambientale è diventata derogabile, non esiste infatti un elemento sanzionatorio nella non applicazione del cam. È lecito chiedersi: è cogente o meno avere una sostenibilità ambientale all’interno di una gara pubblica? Perché la PA dovrebbe investire nella sostenibilità? È un elemento che interessa anche la società civile: cioè tutti noi che poi supportiamo i costi dell’impatto ambientale dei prodotti, il rapporto è trilaterale tra privato, pubblica amministrazione e collettività. Anche nel settore della sanità privata le certificazioni vanno bene anche se sono per avvalimento. Dobbiamo quindi ragionare sulla cogenza del cam e sulla costruzione di una gara in sanità ambientalmente sostenibile”.

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Kannegiesser festeggia il 75° anniversario dell'azienda

Quella che iniziò come una piccola attività in una casetta di legno a Vlotho nel 1948, oggi è diventata un partner globale per il futuro dell'industria della lavanderia. L'azienda a conduzione familiare, la cui missione è sviluppare soluzioni innovative per l'automazione, la robotizzazione, l'ergonomia, la produttività e la sostenibilità, celebra quest'anno il suo 75° anniversario.

Dalla sua fondazione, l'azienda ha subito un'evoluzione impressionante. "Negli ultimi 75 anni, siamo cresciuti da una piccola azienda fino a diventare un protagonista globale in grado di offrire soluzioni e prodotti in tutto il mondo, grazie anche alla nostra presenza internazionale con 54 società di vendita nel mondo". L'azienda si è specializzata fin dall'inizio nella produzione di tecnologia per lavanderie, e nel corso degli anni ha ampliato la propria gamma prodotti.

"Dal 1998, la nostra azienda è diventata una dei principali fornitori di macchinari, sistemi e soluzioni completi per lavanderia", spiega Tina Kannegiesser. "Abbiamo sempre affrontato nuove sfide e siamo usciti ancora più forti dalle crisi". Martin Kannegiesser ha rilevato l'azienda negli anni '70 e ha svolto un ruolo fondamentale nel suo sviluppo. "Mio padre ha reso l'azienda ciò che è oggi", dichiara Tina Kannegiesser. "Il suo impegno e la sua visione ci hanno reso leader del mercato globale".

L'azienda ha superato diverse crisi dal momento della sua fondazione. Anche i recenti sviluppi dell'economia globale, con le conseguenze sui mercati e sulle catene di approvvigionamento, rappresentano una sfida importante per l'azienda. "Grazie alla nostra

collaborazione con dipendenti, clienti e partner, abbiamo superato anche questa crisi", afferma Tina Kannegiesser.

"Ci consideriamo un'azienda con una responsabilità sociale", afferma Tina Kannegiesser. "Per questo il tema della sostenibilità è una parte importante della nostra filosofia aziendale".

Le tecnologie dell'azienda consentono di offrire servizi tessili sostenibili, contribuendo così a proteggere l'ambiente.

Tina Kannegiesser è Presidente del Consiglio di Amministrazione dal 2021 ed è affiancata dagli altri tre amministratori delegati Otto Burger, Thomas Doppmeier ed Engelbert Heinz. Ha grandi progetti per il futuro dell'azienda: "Vogliamo continuare a sviluppare soluzioni innovative e a supportare i nostri clienti in tutto il mondo. Continueremo a fare la nostra parte per rafforzare il settore e contribuire a delinearne il futuro". I nostri siti di produzione e sviluppo in Europa e Nord America, così come la nostra divisione service, hanno un organico complessivo di 2000 persone.

In occasione del 75° anniversario, la direzione desidera ringraziare tutti i dipendenti e i clienti: "Senza il loro duro lavoro, il loro impegno, l’affidabilità e la loro lealtà, il nostro successo non sarebbe stato possibile. Siamo molto grati e continueremo a lavorare per offrire ai nostri clienti e ai nostri dipendenti le migliori soluzioni e condizioni di lavoro possibili. Attendiamo con entusiasmo un futuro insieme".

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SICUREZZA SUL LAVORO

DPI ALL’INTERNATIONAL HARDWARE FORUM: FOCUS SULLA MANUTENZIONE DEL VERDE

Assosistema Confindustria ha partecipato alla prima edizione alla Fiera di Bergamo dell’International Hardware Forum che si è svolta il 5 e il 6 maggio 2023. Organizzata da Koelnmesse Italia la fiera ha registrato la partecipazione di 302 espositori provenienti da 20 paesi e di 5.300 svisitatori da 30 paesi.

Lo spettro di prodotti presentati a International Hardware Fair Italy spazia da utensili, forniture per edilizia, industria e DIY, a ferramenta e fissaggio, colore e articoli per il giardino.

L’Associazione ha partecipato alla manifestazione con l’organizzazione di un workshop dal titolo: “Scenario DPI e sicurezza sul lavoro: focus sulla manutenzione del verde”, cui sono interventi come relatori Claudio Galbiati, Presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria, Alberto Minarelli, Amministratore delegato di Seba Protezione e Orlando Di Bon, Titolare di Odibì.

Il workshop ha analizzato i rischi legati all’attività specifica della manutenzione del verde che consistono in: possibilità di rottura arti, traumi cranici, traumi vertebrali, paralisi e morte a causa di cadute dall'alto; fratture e traumi a seguito di caduta di oggetti dall'alto; ferite e tagli causate da attrezzature portatili; colpi di sole da esposizione ad alte temperature; congelamento da esposizione a basse temperature.

Si tratta di rischi previsti nella valutazione specifica di questa attività che deve essere preparata e fornita prima di eseguire i lavori.

Oltre ai pericoli appena elencati, non si deve sottovalutare il rischio per le vie respiratorie, soprattutto quello connesso alla diffusione delle polveri.

Si tratta del rischio biologico del giardiniere, che può essere causato dall'uso di veleni, diserbanti o anche da una semplice attività come il raggruppamento del fogliame, che può sollevare una quantità di polveri rischiosa per le vie respiratorie.

L’attività di operatore del verde ha sicuramente bisogno di attrezzi, ma anche di un abbigliamento corretto, che rispetti le normative e permetta a chi lavora di farlo in totale sicurezza.

Troppo spesso, purtroppo, si osservano lavoratori privi delle necessarie protezioni con possibile esposizione a gravissimi rischi per sé e per gli altri.

Com’è ovvio infatti gli incidenti sul lavoro non risparmiano gli operatori professionali del verde, ma anche le attività di giardinaggio casalingo.

Inail registra regolarmente circa 1.000/1.200 infortuni sul lavoro all’anno nell’ambito della manutenzione del verde di cui dall’ 1 al 2% con esito mortale. I più diffusi sono quelli che interessano le mani, spesso dovuti alla mancanza di guanti o all’uso di un DPI sbagliato.

Da qui la necessità di scegliere accuratamente, e conoscendo le norme, i DPI necessari per lavorare in sicurezza.

Il workshop è terminato elencando alcune regole di prevenzione dei rischi: eliminare i rischi di cadute in piano, riporre gli attrezzi pericolosi e non necessari e chiudere le forbici affilate con il blocco di sicurezza, indossare guanti, occhiali di protezione e protettori auricolari, indossare indumenti di protezione lunghi e chiari, indossare DPI di protezione da tagli, indossare le protezione da insetti e zecche, indossare protezione dal sole, In caso di lavori in altezza, mettere in sicurezza la scala portatile.

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ADDIO CARENZA DI LAVORATORI QUALIFICATI, BENVENUTO POSTO DI LAVORO ATTRAENTE

Trovare lavoratori qualificati adatti non è facile: questo è particolarmente vero per l'industria della lavanderia.

La ricetta migliore contro questo problema si chiama automazione. Con macchine e tecnologie intelligenti, JENSEN rende le lavanderie un luogo di lavoro attraente.

La carenza di lavoratori qualificati si fa sentire, anche nel settore delle lavanderie. Per contrastare la carenza di manodopera qualificata, JENSEN supporta le lavanderie di tutto il mondo con tecnologie all'avanguardia.

Uomo e macchina mano nella mano

"Work smart, not hard": questo principio si applica anche alle lavanderie. Usate correttamente, robotica e automazione rendono le lavanderie più sicure, più efficienti e più indipendenti - e il lavoro molto più attraente. Meno sforzo fisico, più sicurezza e compiti più soddisfacenti sono il risultato quando uomo e macchina si danno la mano nel settore della lavanderia. Le lavanderie automatizzate in modo intelligente traggono vantaggio in quattro modi:

( 22 ) PUBBLIREDAZIONALE

1. LAVORO PIÙ ATTRAENTE

Meno compiti ripetitivi, maggiore sicurezza, un ambiente piacevole: l'automazione intelligente rende più attraente il lavoro in tutte le aree di una lavanderia.

lore. Ciò migliora il bilancio energetico e abbassa la temperatura di esercizio di diversi gradi Celsius, ottimizzando così il clima di lavoro;

questo e possono dedicarsi completamente alle loro attività principali.

Un altro vantaggio: JENSEN si occupa anche della formazione direttamente in loco;

4. DIGITALIZZAZIONE

• Smistamento sicuro: Con il robot di smistamento THOR, la biancheria sporca viene lasciata letteralmente alla macchina, proteggendo le persone dai pericoli di possibili contaminazioni e oggetti pericolosi;

• Separazione ergonomica: Il separatore VIKING separa i capi di biancheria in modo completamente automatico e alla velocità della luce;

• Stiratura flessibile: Grazie a diverse innovazioni, la stazione di appendimento MetriQ combina ergonomia ed efficienza. Diverse funzioni, come l'altezza di appendimento regolabile in modo flessibile e la funzione "bottoni sempre davanti", facilitano il lavoro. Il design a bassa rumorosità riduce l'affaticamento dell'udito, mentre l'illuminazione integrata facilita la vista;

Smistamento sicuro: Con il robot di smistamento THOR, la biancheria sporca viene lasciata letteralmente alla macchina, proteggendo le persone dai pericoli di possibili contaminazioni e oggetti pericolosi; Separazione ergonomica: Il separatore VIKING separa i capi di biancheria in modo completamente automatico e alla velocità della luce; Stiratura flessibile: Grazie a diverse innovazioni, la stazione di appendimento MetriQ combina ergonomia ed efficienza. Diverse funzioni, come l'altezza di appendimento regolabile in modo flessibile e la funzione "bottoni sempre davanti", facilitano il lavoro. Il design a bassa rumorosità riduce l'affaticamento dell'udito, mentre l'illuminazione integrata facilita la vista;

• Introduzione a distanza: Il sistema di trasporto Jenrail Automatic, montato a soffitto, rende più sicure le linee di stiratura. Nel processo, il personale responsabile maneggia i capi presso le stazioni di carico, mentre questi vengono convogliati automaticamente verso i mangani. In questo modo si evitano gli incidenti e si rende più piacevole l'ambiente di lavoro;

Introduzione a distanza: Il sistema di trasporto Jenrail Automatic, montato a soffitto, rende più sicure le linee di stiratura. Nel processo, il personale responsabile maneggia i capi presso le stazioni di carico, mentre questi vengono convogliati automaticamente verso i mangani. In questo modo si evitano gli incidenti e si rende più piacevole l'ambiente di lavoro;

• Riduzione della temperatura di esercizio: Le nuove tecnologie unite al migliore isolamento creano meno dispersione di ca-

Riduzione della temperatura di esercizio: Le nuove tecnologie unite al migliore isolamento creano meno dispersione di calore. Ciò migliora il bilancio energetico e abbassa la temperatura di esercizio di diversi gradi Celsius, ottimizzando così il clima di lavoro;

2. RAZIONALIZZAZIONE DELLE OPERAZIONI

Senza alcuna interazione umana, il robot BLIZZ introduce le spugne di varie dimensioni nella piegaspugne JENSEN Butterfly. Il sistema intelligente di trasporto e smistamento Jenway si occupa dell’automazione, mentre il sistema modulare di accatastamento e stoccaggio della biancheria piana GREIT collega le piegatrici al reparto spedizioni;

3. AUTONOMIA

La lavanderia 2.0 si gestisce praticamente da sola, cioè è ampiamente autonoma e meno dipendente dal personale. Le soluzioni JENSEN sono progettate in modo tale da poter essere utilizzate senza alcuna competenza specifica. Tuttavia, se si verificano problemi o se la direzione è indisponibile, il servizio di assistenza remota Jenassist fornisce un supporto rapido ed efficiente. Tramite i contratti di manutenzione viene garantito il regolare mantenimento delle macchine: i responsabili degli impianti non devono preoccuparsi di

I dati creano fatti: Il sistema completo di gestione dei dati Globe di Gotli Labs combina i dati dell'intero sistema e li valuta in tempo reale. Basta un clic per avere a disposizione tutte le informazioni più importanti dell'operazione. Le lavanderie possono vedere immediatamente cosa funziona e dove è possibile ottimizzare;

Attirare lavoratori qualificati con la tecnologia

Più attraente, più efficiente, più autonoma e più digitale: una lavanderia interamente automatizzata paga a tutti i livelli. La lavanderia 2.0 diventa così un luogo di lavoro innovativo dove i talenti plasmano attivamente il futuro e creano nuovi valori. Perché una cosa è chiara: siamo solo all'inizio di uno sviluppo estremamente entusiasmante.

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EVENTI

SICUREZZA SUL LAVORO, FOCUS SULLA PROTEZIONE

DELLE MANI DEGLI OPERATORI

“Eravamo certi che lo spostamento a Milano avrebbe contribuito a far crescere la fiera ISSA PULIRE e così è stato – commenta Toni D’Andrea AD di ISSA PULIRE Network – l’entusiasmo e la soddisfazione espressa dagli espositori sono la prova che questa scelta coraggiosa sta portando i frutti desiderati. Questa edizione determina l’avvio di un nuovo corso che comincia proprio con questa edizione e che punta alla realizzazione di un progetto di integrazione, di internazionalizzazione e di crescita sempre maggiore.”

All’interno dell’ISSA PULIRE Lab, Assosistema Confindustria ha partecipato con un workshop sulla protezione delle mani degli operatori, con gli interventi di Claudio Galbiati, Presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria, Elisabetta Perni, Country Sales Manager di Mapa Spontex e Gianni Isetti, Amministratore di Reflexx. Il workshop ha spiegato come scegliere il guanto giusto in base ai criteri di materiali, spessore/peso, finitura interna ed esterna e lunghezza. In base ai differenti materiali (nitrile, lattice, vinile, polietilene) è stato confrontato lo spessore: il nitrile meno spesso del lattice ma pari o superiore resistenza, il lattice più elastico e con spessore più elevato, il vinile più pesante del nitrile molto meno resistente dei materiali suddetti, il polietilene film plastico sottile saldato ai bordi.

Si è svolta alla Fiera di Milano dal 9 all’11 maggio la 26° edizione di ISSA PULIRE, fiera internazionale della pulizia e sanificazione professionale. I padiglioni 8 e 12 di Fieramilano Rho hanno ospitato 373 espositori provenienti da 21 paesi, di questi sono stati 104 i nuovi espositori, 20.058 presenze nei 3 giorni di manifestazione. A contribuire a questo risultato è stato il ritorno degli operatori esteri, che hanno rappresentato il 33,45% delle presenze.

Per quanto riguarda le verifiche, l’AQL Acceptable Quality Level è un metodo di campionamento statistico per la ricerca di difetti in lotti di produzione massive. Maggiore è il valore dell’AQL maggiore è la possibilità di trovare un guanto difettoso. Tipicamente nei guanti, le difettosità ricercate sono macchie minime, bordini difettosi, piccoli grumi e difettosità maggiori: lacerazioni, grosse macchie, grandi grumi e infine microfori: guanti riempiti d’acqua o aria.

Il workshop ha infine analizzato nello specifico i guanti per la protezione chimica con la norma EN 374:2003, i relativi test di penetrazione, di permeazione e di degradazione e la marcatura.

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LEGAL

LUDOVICA FUOCHI

LA SICUREZZA NEI BLOCCHI OPERATORI: DISAMINA DI UNA NORMATIVA “SUPERATA”?

Quando viene realizzata e “messa in sicurezza” una sala operatoria, essa deve essere conforme ad una serie di linee guida di riferimento che, in Italia, sono state elaborate principalmente negli anni 2000, soprattutto a seguito dell’entrata in vigore del Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (D.lgs 81/2008):

LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO, ANCHE IN CONSIDERAZIONE DELL’EMERGENZA COVID-19, È DA RITENERSI ORMAI SUPERATA ED OBSOLETA?

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DI

L’OMS E LA SICUREZZA NEI BLOCCHI OPERATORI

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), conscia degli elevati rischi presenti nelle sale operatorie, già alla fine del secolo scorso, ha avviato diverse procedure volte alla prevenzione degli eventi avversi nei blocchi operatori: fra queste, sono degne di nota la “World Alliance for Patient Safety” e la campagna “Safe Surgery Safe Lives”1; l’obiettivo da perseguire era di implementare procedure chirurgiche più si-

CHECKLIST PER GARANTIRE LA SICUREZZA DEGLI OPERATORI E DEL PAZIENTE

A seguito dell’elaborazione delle “Guidelines for Safe Surgery”, l’Italia si è allineata all’OMS e l’allora Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha elaborato il “Manuale per la Sicurezza in sala operatoria: Raccomandazioni e Checklist”2, soprattutto in considerazione del fatto che la sicurezza nei blocchi operatori si contraddistingue per l’elevata complessità e per il numero dei soggetti coinvolti. Come si può notare, il Ma-

cure e best practice per la sicurezza del paziente, al fine di ridurre l'incidenza di eventi avversi nei blocchi operatori e nei reparti. Nell’ambiente operatorio, infatti, sono coinvolti più soggetti - l’operatore sanitario ed il paziente – che devono essere tutelati (in egual misura) sia durante l’intervento chirurgico vero e proprio, sia successivamente. Ciò significa che nella valutazione dei rischi è necessario focalizzarsi sulla sicurezza di tutti i soggetti presenti nel blocco operatorio

e le misure di prevenzione e protezione non devono comportare effetti negativi sullo svolgimento dell’attività operatoria. Da qui, l’OMS ha trovato terreno fertile per l’elaborazione delle “Guidelines for Safe Surgery”, dalle quali hanno poi preso spunto le moderne checklist diffuse in tutte le strutture ospedaliere (in Italia, come vedremo di seguito, è stato elaborato il “Manuale per la Sicurezza in sala operatoria: Raccomandazioni e Checklist”).

nuale prevede sia Raccomandazioni, sia Checklist: le raccomandazioni prevedono 16 obiettivi incentrati sulla sicurezza del paziente nella fase peri-operatoria (che ovviamente, de relato, si riflette sulla sicurezza e responsabilità di tutta l’equipe operatoria); i primi 10 obiettivi derivano dal documento OMS “Guidelines for Safe Surgery”, con adattamenti alla realtà nazionale, mentre i successivi 6 sono stati elaborati dal Ministero (a titolo esemplificativo citiamo l’obiettivo n.1: operare il paziente ed il sito corretto - può sembrare banale, ma è di fondamentale importanza identificare in

1 (cit.“http://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/70080/WHO_IER_PSP_2008.07_eng.pdf; jsessionid=99ECB85E395C6BDE7013AF32795699EB?sequence=1”)

2 (cit. “https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1119_allegato.pdf”)

modo inequivocabile il paziente ed operarlo nel sito corretto).

La checklist, invece, contiene 20 item suddivisi in tre fasi (Sign In, Time Out, Sign Out) con i controlli da effettuare nel corso dell’intervento; l’OMS aveva individuato 19 item, ma il Ministero ha adattato la checklist alla propria realtà nazionale ed ha aggiunto ulteriore item riguardante il controllo del piano per la profilassi del tromboembolismo venoso.

Il Ministero suggerisce infine di designare un coordinatore della checklist (tra i componenti dell’equipe operatoria), al fine di migliorare le operazioni di verifica.

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LINEE GUIDA ISPESL

PER LE SALE OPERATORIE

Come si può facilmente notare, il nostro ordinamento giuridico è sempre stato particolarmente attento al problema della sicurezza nei luoghi di lavoro e nel corso degli ultimi anni sono state recepite numerose direttive europee in materia.

Oltre al Manuale per la sicurezza nelle sale operatorie, è d’obbligo citare le c.d. “Linee Guida sugli standard di sicurezza e di igiene del lavoro nel reparto operatorio” elaborate dall’ISPESL (ora confluito nell’Inail) nell’ormai lontano 2009, al fine di offrire alle Regioni strumenti idonei ed indicazioni per perseguire elevati standard di sicurezza e salvaguardia della salute degli operatori sanitari e degli utenti/pazienti.

Le Linee Guida si dividono in tre macroaree:

• requisiti strutturali, tecnologici e strumentali del reparto operatorio;

• requisiti igienico – ambientali;

• verifiche delle caratteristiche ambientali ed impiantistiche per il controllo dell’efficacia delle misure di prevenzione attuate.

I RISCHI NEI BLOCCHI OPERATORI

Nei blocchi operatori sono presenti tutti i fattori di rischio lavorativo (oltre ovviamente l’atto chirurgico vero e proprio): a titolo esemplificativo e non esaustivo è bene citare i rischi strutturali, quelli dovuti all’utilizzo di dispositivi ed apparecchiature, i rischi incendi e ovviamente i rischi da agenti infettivi, chimici e fisici, il rischio biologico-infettivo per gli operatori, senza dimenticare infine i processi di comunicazione - ad esempio il consenso informato ed il c.d. rischio clinico (che meritano una disamina ad hoc).

Per chi opera in una struttura ospedaliera forse i rischi maggiori sono quelli di natura biologica: inquinamento ambientale e manipolazione di

La tutela dei soggetti coinvolti si collega quindi ad una sicurezza intrinseca (cioè le caratteristiche strutturali e strumentali che devono possedere i luoghi di lavoro), senza poi escludere il fattore umano (gli strumenti devono essere utilizzati da operatori addestrati e secondo un certo protocollo al fine di garantire la loro sicurezza e quella del paziente).

È di palmare evidenza quindi, che nella valutazione dei rischi dell’ambiente operatorio e nell’individuazione delle più idonee misure di prevenzione e protezione, è di cruciale importanza considerare non solo la salute dell’operatore sanitario, ma anche del paziente.

Proprio per questo motivo tutti i soggetti coinvolti nell’obbligazione di sicurezza (datore di lavoro, dirigenti, lavoratori, RSPP, Medico competente etc) devono svolgere correttamente il proprio ruolo e con un’adeguata comunicazione gli uni con gli altri. Ovviamente è fondamentale che gli operatori sanitari ricevano una costante formazione sui rischi e sulle misure di sicurezza adottate dal datore di lavoro.

strumentazione potenzialmente contaminata. E difatti, l’obiettivo delle Linee Guida del 2009 è proprio quello di fornire strumenti finalizzati a:

• garantire e verificare i parametri significativi di un corretto funzionamento del complesso igienico/impiantistico/strutturale;

• adottare, dove necessario, procedure e/o mezzi alternativi e compensativi di dimostrata efficacia;

• attuare tutte le azioni preventive e correttive per il raggiungimento di standard qualitativi adeguati e appropriati3.

3 (cit. “https://www.inail.it/cs/internet/docs/linee-guida-igiene-reparto-operatorio.pdf”)

In definitiva, l’entità dei rischi è direttamente collegata alle strutture sanitarie: maggiore sarà il grado di sicurezza delle strutture e dei soggetti coinvolti, minori saranno i rischi.

Il D.Lgs 81/2008, meglio noto come Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nell’art. 274 co. 2 “Misure Specifiche per le Strutture Sanitarie e Veterinarie”, ha sottolineato che il datore di lavoro definisce e provvede che siano applicate procedure che consentono di manipolare, decontaminare ed eliminare senza rischi per l’operatore e la comunità, i materiali e i rifiuti contaminati. Questo articolo, tra l’altro, ci suggerisce (anche in termini di responsabilità) che è compito del datore di lavoro definire le misure per eliminare o ridurre i fattori di rischio – ciò rende il datore il principale soggetto responsabile dell’obbligazione di sicurezza (sebbene non sia l’unico).

E proprio con riferimento agli agenti biologici è bene ricordare, le c.d. Linee Guida sull’attività di sterilizzazione quale protezione collettiva da agenti biologici per l’operatore nelle strutture sanitarie4, elaborate dall’ISPESL nel corso dell’anno 2010 al fine di attuare tutti gli adempimenti previsti dalla legislazione vigente. Certo è che nell’attuale periodo storico – caratterizzato da una Pandemia che si è diffusa a livello globale e non è stata ancora debellata completamente – meriterebbero forse una maggiore attenzione i rischi da agenti fisici ed infettivi: basti pensare alle condizioni microclimatiche che devono essere garantite in una sala operatoria, ed ancora la corretta gestione dell’impianto di ricambio d’aria e la disinfezione ambientale e degli strumenti operatori.

Dal 2010 ad oggi sono passati un po’di anni… si ha l’impressione, e ciò merita una riflessione, che la normativa attualmente in vigore sia obsoleta, superata, soprattutto alla luce delle nuove tecnologie e dei nuovi rischi a danno degli utenti.

La domanda che dobbiamo porgerci, come operatori del settore e dopo aver esaminato le

principali discipline normative attualmente in vigore, è se i requisiti e gli obiettivi presenti nelle linee guida nazionali ed internazionali possano essere validi anche nell’attuale periodo storico: ricordiamo infatti che nel corso dell’anno 2020 si è diffusa a livello globale l’infezione da SARS-CoV-2, malattia a trasmissione aerea considerata pandemia dall’OMS.

Certamente dal 2009 ad oggi ci sono stati vari aggiornamenti normativi (soprattutto a livello europeo), ma appare quantomeno inverosimile che il legislatore non sia intervenuto a livello nazionale al fine di modificare o quantomeno rivisitare le linee guida. Con il proliferare della pandemia abbiamo invero assistito ad un aumento della sensibilità sul tema della diffusione dei microrganismi resistenti e sui virus a trasmissione aerea…ma ciò non basta!

È auspicabile un intervento legislativo urgente, volto a rivedere o quantomeno aggiornare le linee guida in chiave tecnico-normativa, considerando che i blocchi operatori sono veri e propri luoghi di lavoro, con alti livelli di rischio sia per gli operatori sanitari sia per il paziente. L’essenza della sicurezza, infatti, sta nell’approccio sistemico alla gestione del rischio e nella cultura e “il sistema non è un manuale di consultazione, è tutto una cultura, sulla quale bisogna crescere e formarsi per anni. Non serve sgobbare, bisogna assimilarla, in modo che entri nella carne e nel sangue, che diventi una seconda natura”5

4 (cit. “https://www.inail.it/cs/internet/docs/linee-guida-protezione-operatori-sanitari.pdf”)

5 (cit. K. S. Staniswlasky “Il lavoro dell’attore

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su se stesso”

LAVORO

Di Alessandra Sannipoli, Relazioni industriali di Assosistema Confindustria

ACCORDO DI RINNOVO CCNL

LAVANDERIE INDUSTRIALI E CENTRALI DI STERILIZZAZIONE

PARTI FIRMATARIE E CONTESTO

Nella serata del 28 marzo 2023, tra Assosistema Confindustria ed i sindacati di Filctem-Cgil, FemcaCisl, Uiltec-Uil è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore delle lavanderie industriali e centrali di sterilizzazione ed imprese del sistema industriale integrato di beni e servizi tessili e medici affini. Il settore rappresenta una fetta dell’economia italiana pari a 1,7 miliardi di euro di fatturato, per un totale di circa 1.149 aziende e 25.000 lavoratori, compresi gli stagionali, inoltre il settore è caratterizzato da una presenza femminile particolarmente elevata. Sul totale degli addetti, le donne rappresentano circa il 65%. Il contratto scaduto lo scorso 31 dicembre 2022 avrà vigenza fino al 31 dicembre 2025.

PARTE ECONOMICA

Sul piano economico, le parti hanno previsto un aumento del trattamento economico minimo (TEM) di 155 euro per la figura media di settore (B1) distribuito in 4 tranche. La decorrenza delle tranche è diversa a seconda che l’azienda opera esclusivamente e/o prevalentemente nel settore della sanità pubblica e privata o nel settore turistico alberghiero e ristorativo. Nello specifico, la parti firmatarie hanno ritenuto necessario operare tale distinzione, frazionando per il settore sanitario la tranche da corrispondere nell’anno 2023, a seguito delle difficoltà che il settore ha riscontrato e continua a riscontrare in materia di mancata revisione dei contratti in corso di esecuzione e ulteriori aggravi di costi derivanti dall’applicazione di normative in materia di dispositivi medici. Pertanto, le tranche del set-

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tore sanitario sono le seguenti: € 20,00 (marzo 2023), € 20,00 (dicembre 2023), € 50,00 (giugno 2024) e € 65,00 (aprile 2025), mentre le tranche del settore turismo sono € 40,00 (marzo 2023), € 45,00 (maggio 2024), € 50,00 (maggio 2025) e € 20,00 (ottobre 2025). Da ultimo, occorre precisare che l’accordo ha stabilito che le aziende legittimate ad applicare le tranche del settore sanitario sono quelle che nell’anno 2022 hanno avuto una incidenza del fatturato per il 60% derivante dal settore sanitario. Queste aziende dovranno sottoscrivere apposito verbale di accordo entro il mese di aprile 2023, con la propria RSU/RSA, ovvero laddove non esistente con le organizzazioni territoriali sindacali firmatarie del presente contratto, dove verrà indicato il valore dell’incidenza del fatturato derivante dal sanitario sul totale del fatturato. Inoltre, per quanto riguarda il welfare contrattuale, a partire da gennaio 2024 le aziende aumenteranno di 2 euro l’importo al fondo sanitario di settore e di ulteriori 2 euro nel 2025, per una cifra complessiva finale di 12 euro per ogni dipendente. Per quanto riguarda l’elemento perequativo, per le aziende che non effettuano la contrattazione di secondo livello, si è passati dagli attuai 260 euro a 350 euro nel corso della vigenza contrattuale. Per concludere, nel triennio l'aumento del trattamento economico complessivo (TEC) risulterà di totali 167 euro

PARTE NORMATIVA

Per quanto riguarda invece la parte normativa, le novità di rilievo riguardano innanzitutto i contratti stagionali laddove è stato riconosciuto alle parti la possibilità di estendere il periodo attualmente previsto di 8 mesi di ulteriori 15 giorni per particolari esigenze che possono derivare da una diversa collocazione delle festività nel calendario o da altre esigenze comunque connesse all’attività turistica alberghiera. In relazione all’istituto della somministrazione è stato ampliato l’arco temporale sul quale calcolare la media del 10%, si è infatti passati da 6 mesi a 12 mesi pertanto ad oggi la percentuale massima di lavoratori che possono essere utilizzati con contratto di somministrazione di lavoro tempo determinato non potrà superare dell’arco di 12 mesi la media del 10% dei lavoratori occupati dall’impresa utilizzatrice con contratto di lavoro a tempo indeterminato. L’altro aspetto oggetto di modifica, sempre nell’ambito della somministrazione, è stata l’introduzione della possibilità di aumentare di un ulteriore 10% la quota di lavoratori assumibili con il contratto di somministrazione nel caso si manifestino esigenze specifiche che dovranno essere verificate e accordate tramite accordo di secondo livello con le RSA/RSU o OOSS territoriali. Di rilievo è anche l’introduzione del passaggio dal livello A1 a A2 dopo 20 mesi, l’accordo prevede infatti una estensione rispetto la precedente formulazione “dopo il 9° mese una valutazione tecnico pratica effettuata dal responsabile aziendale con la finalità di passare al modulo superiore al termine dei 12 mesi”. In materia di lavoro supplementare è stata inserita la maggiorazione del 15% a partire dalla prima ora di supplementare, l’intervento principale è stato ef-

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fettuato anche nei confronti del sistema di apposizione di clausole elastiche riguardante l’aumento della prestazione lavorativa e la diversa collocazione temporale della variazione, dove si è convenuto di adeguare il contratto a quanto previsto dalla legge ovvero ad una maggiorazione per le ore “elastiche” del 15% Nell’ottica della gestione aziendale e dell’organizzazione del lavoro è stata inserita la previsione per la quale il lavoratore deve comunicare la sua assenza per malattia entro l’inizio dell’orario di lavoro e quindi non più entro la prima ora, mentre in materia di infortunio sul lavoro e malattie professionali anche in questo caso è stato previsto che il lavoratore comunichi anticipatamente la continuazione dell’infortunio prima della data di rientro. L’accordo ha introdotto altresì un meccanismo diverso da quello precedente per individuare e definire la nozione di trasferta, ovvero superare la disposizione relativa al passaggio da un comune all’altro, introducendo invece un criterio elemento kilometrico pari a 25km. Ad oggi quindi l’elemento contrattuale che rileva la definizione di trasferta non è più il comune ma il superamento dei 25km come distanza rispetto al luogo dove il lavoratore svolge normalmente la propria attività. Inoltre, al fine di derimere eventuali problemati-

che inerenti alla nozione di trasferimento le parti hanno convenuto di introdurre nel testo la definizione contrattuale di trasferimento, ovvero quando il trasferimento comporta l’effettivo cambio di residenza e/o del luogo di abituale dimora. L’accordo ha infine previsto l’introduzione di due nuovi articoli, la disciplina dell’istituto della Reperibilità e l’istituzione di un Organismo Paritetico Nazionale Lavanderie Industriali con il compito di programmare azioni per il miglioramento delle condizioni di lavoro, attività formative, studi e ricerche inerenti salute, ambiente e sicurezza in conformità con quanto previsto dall’art. 51 del D.Lgs. n. 81/08.

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PARTE OBBLIGATORIA

In merito alla parte obbligatoria, le Parti in relazione al tema del dumping hanno voluto dare seguito a quanto già condiviso nel precedente rinnovo, diventando parte integrante del contratto collettivo all’articolo 13, alla lotta al dumping, prevedendo l’istituzione di gruppi di lavoro territoriali composti dalle OO.SS. e da rappresentanti territoriali di Assosistema Confindustria con lo scopo di coordinare incontri con le istituzioni competenti per territorio per evidenziare le attività di concorrenza sleale derivante da una non corretta applicazione del disposto contrattuale. Anche in materia di orario di lavoro le parti si sono impegnate nell’arco della vigenza contrattuale per intervenire e dare maggiore organicità gli articolati attinenti all’organizzazione del lavoro compreso il lavoro a turni e il lavoro a squadre, da tempo oggetto di un acceso dibattito.

VALUTAZIONE D'INSIEME

Le previsioni introdotte con l’ultimo rinnovo hanno toccato diversi aspetti, sia sulla parte economica che su alcuni istituti normativi, apportando diverse novità per i lavoratori e per le imprese del settore. Il rinnovo è infatti intervenuto su diversi istituti normativi attraverso una semplificazione dell’attuale dettato contrattuale così da permettere una migliore organizzazione aziendale. Per concludere, attraverso la sottoscrizione dell’ipotesi di rinnovo si è raggiunto un equilibrio tra le richieste salariali di parte sindacale e le richieste datoriali di intervenire su istituti legati alla semplificazione e alla flessibilità nell’organizzazione del lavoro.

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NOMINE

DI LAURA LEPRI

INTERVISTA A CLAUDIO GALBIATI, PRESIDENT ELECT ESF

Il 26 aprile 2023, l’Assemblea di ESF (European Safety Federation) ha eletto Claudio Galbiati, Presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria, con la carica di President elect in rappresentanza dell’Associazione.

Guido Van Duren, in rappresentanza di Febelsafe (Belgio), sostituirà alla presidenza di ESF Alan Murray, rappresentante di BSIF (Regno Unito), che ha completato i due mandati consecutivi. Mentre Laurence Mathieu per conto di Synamap (Francia) è stato eletto come tesoriere.

Presidente Galbiati, come ha accolto la recente nomina?

È sicuramente una cosa positiva per il settore dei dpi in Italia. È la conclusione di un percorso che come filiera di produzione e distribuzione di dispositivi di protezione individuale abbiamo iniziato anni fa e che ci porta ora verso la guida della European safety Federation. Ciò a dimostrazione del fatto che l'industria dei dpi in Italia è molto forte e presente sia a livello nazionale sia a livello internazionale; infatti, all'interno dell'associazione ci sono rappresentate le maggiori aziende di produzione e distribuzione di dpi. Avere la possibilità di portare, con ancora più forza, le istanze della filiera italiana dei Dpi sui tavoli di normazione europea è un passaggio fondamentale per lo sviluppo e la tutela del settore

Cosa fa ESF a livello europeo?

ESF European Safety Federation rappresenta una federazione di associazioni nazionali dei produttori e distributori di dispositivi di protezione individuale di diversi paesi europei, rappresentando la grande maggioranza dei mercati più importanti per i DPI. L’attività principale è quella di contribuire allo sviluppo della normativa di settore con un dialogo continuo direttamente con il legislatore europeo. Un’altra attività importante è legata, in generale, all’accrescimento della cultura della sicurezza sul lavoro e più nello specifico alla conoscenza dei DPI, con seminari, webinar ed incontri mirati su temi specifici.

Qual è il contributo di ESF per il settore?

E certamente un contributo importantissimo dal momento che la normazione per questo settore è una normazione comunitaria. Quindi i regolamenti, le linee guida e le norme sono redatti su tavoli europei. Il contributo di ESF, rappresentando la filiera del settore europea, è certamente considerato autorevole dalle istituzioni Europee; infatti, ESF partecipa come membro stabile al PPE Sector Forum della Commissione EU oltre che ai tavoli di coordinamento ad essa collegati.

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A cosa sta lavorando in particolare?

Ci sono diversi temi aperti con la commissione. In particolare ne voglio citare 3 in cui ESF è molto coinvolta. Il primo tema è quello legato alla sostenibilità che sta diventando un tema cardine anche per questo settore e che richiede un adeguamento della normativa sia tecnica sia a livello di regolamento che richiede necessariamente un aggiornamento. Un secondo tema riguarda invece l'innovazione, come ad esempio, l'utilizzo delle nuove tecnologie. Infatti la diffusione di tecnologie IoT anche al mondo dei dispositivi di protezione individuale e più in generale a quello della sicurezza, necessita una riflessione e ancora una volta un adeguamento delle attuali normative d'uso, scelta e certificazione dei dispositivi di protezione individuale. Infine c'è un terzo tema che riguarda la tutela del mercato e dei consumatori. Infatti con l'aumento dei prodotti di importazione, dovuto anche al periodo che abbiamo vissuto durante la pandemia, sono aumentati i prodotti provenienti da fuori Europa e questo ha richiesto uno sforzo importante delle autorità di vigilanza e un'emersione di un certo numero di prodotti non conformi, segnalati sul sistema di allerta Europeo sul safety gate. In questo caso l’affiancamento tecnico di ESF e delle associazioni nazionali all'autorità di vigilanza permette di avere le conoscenze tecniche necessarie per tutelare il mercato e soprattutto garantire all'utilizzatore prodotti sicuri.

C’è un progetto in particolare di ESF che rappresenta il valore di questa rete europea coordinata da ESF? Assolutamente sì ed è il progetto fit2fit che è uno schema di accreditamento gestito dalle associazioni di categoria per verificare ed accreditare i soggetti che eseguono la prova di adattabilità sui dispositivi di protezione respiratoria; questo sta permettendo di avere un registro europeo dei professionisti che vanno ad eseguire questa attività. Assosistema Confindustria è partita circa un anno fa, assieme ai Colleghi di Febelsafe in Belgio e grazie al contributo dell’associazione Inglese BSiF ed oggi questo schema lo stiamo replicando in altri paesi europei, grazie alla rete coordinata da ESF.

Quale sarà il suo impegno nella Federazione?

I l mio sarà un impegno di continuità rispetto all'attuale Presidenza, dovrò certamente mediare fra le necessità provenienti da paesi diversi ma sono certo che ci sono alcune attività di interesse comune come quelle che ho citato poco fa e l'attività di Assosistema Confindustria con tutta la sua struttura sarà certamente un contributo fondamentale anche per ESF, che potrà così contare oltre che sul mio personale impegno sull'impegno della struttura associativa.

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MAKA

MAKA il nuovo socio aggregato che partecipa ai lavori delle sezioni: Servizi Turistici Integrati e Servizi Sanitari Integrati. Maka è una società costituita per realizzare un progetto concreto e innovativo fatto di sostanza, che ha come scopo il recupero di una materia (il cotone) a cui donare nuova vita e nuova forma. Il processo certificato avviene senza l’utilizzo di risorse idriche. MAKA commercializza e distribuisce materie prime seconde e prodotti 100% riciclati. Le lavanderie industriali sostituiscono annualmente circa il 15% della biancheria utilizzata nel noleggio. Questa quantità di prodotto a fine vita viene normalmente destinata a stracci, pezzame e tappeti. Il rifiuto «speciale» tessile delle lavanderie industriali per omogeneità (bianco e cotone) e struttura (tipologia filato) è considerato estremamente adatto alla trasformazione in materia prima seconda. Il rifiuto viene ritirato presso le lavanderie industriali e conferito per le fasi successive. Attraverso una serie di processi di trasformazione a basso impatto ambientale (meccanici e non chimici), il cotone a fine vita riciclato diventa materia prima seconda: filato o prodotto finito (spugne/tessuti). www.makagreen.it

SOMAIN ITALIA

SOMAIN ITALIA è il nuovo socio effettivo della sezione Safety di Assosistema Confindustria. Ispirata a valori quali la centralità della vita umana, la passione per l’innovazione e la divulgazione della cultura della sicurezza, la missione di Somain Italia è: progettare e realizzare soluzioni che tutelano la vita delle persone. Diffondere la cultura del diritto di lavorare in sicurezza per permettere al lavoratore di tornare a casa ogni giorno sano e salvo. Questi i valori aziendali: affidabilità, rispetto, competenza, sfida, eccellenza, comunicazione. Genesi è nata dalla volontà di trasferire nel mercato industriale la somma di esperienze, professionalità e competenze acquisite negli anni dal nostro team, mettendo al centro del progetto il cliente. Il paradigma competitivo chiede oggi solidità e rapidità d’azione, che si traducono nella capacità di offrire innovazione continua, confermando ogni giorno la reputazione conquistata nel tempo. L’ascolto puntuale delle esigenze consente di progettare soluzioni su misura, accompagnando il cliente dalla valutazione del rischio sino al rilascio della certificazione finale. www.somainitalia.it.

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QUI FINANZA

DI MICHELE RUSSO

QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DEI CREDITI

DI IMPOSTA

Prendo a prestito da Carlo Emilio Gadda (milanese) il titolo del suo più famoso romanzo (ambientato a Roma con un protagonista molisano) per cercare di analizzare un dilemma tutto italiano: la gestione dei crediti di imposta derivanti principalmente dai bonus edilizi. Partiamo dall’ inizio della storia. Gabriele Guzzi, economista ed amico pubblica sui social una breve nota che dice così: “in fondo, l’economia è abbastanza semplice. Se ci sono fonti autonome di domanda che crescono, l’economia cresce”.

E continua: “la performance economica migliore dell’Italia è dovuta solo al Superbonus, ossia al fatto che lo Stato abbia delegato al privato la crescita degli investimenti in costruzione. L’aumento del deficit, realizzato attraverso il canale indiretto della vendita dei crediti fiscali ha fatto arrivare la crescita degli investimenti a livelli molto più alti degli altri paesi”.

A supporto di questa affermazione, Gabriele Guzzi pubblica alcuni grafici elaborati da Oxford Economics/Haver Analytics.

Nel primo, si mette in evidenza la differenza tra il PIL effettivamente realizzato dal nostro paese e quello che si sarebbe avuto se la dinamica degli investimenti fosse rimasta quella di prima della pandemia: non sorprendentemente, gli investimenti immobiliari lo hanno spinto molto più in alto. In loro assenza, avremmo da poco recuperato il livello pre-pandemico che, invece, abbiamo superato abbondantemente.

Mettendo a fuoco la componente “investimenti” del PIL si può notare che, facendo riferimento al periodo post pandemico, vi è stato un vero e proprio balzo che posiziona i dati degli anni 2021,2022 e 2023 ben al di sopra della linea di trend 2014-2019. Per dare una spiegazione meno tecnica, gli investimenti sono cresciuti molto di più di quanto sarebbe accaduto seguendo le dinamiche degli anni passati. Non sorprendentemente, la componente che ha spinto in alto il valore degli investimenti è quella legata all’ immobiliare (“housing” e “other construction” nel grafico). Effetto, evidentemente, dei bonus edilizi.

Ancora più chiarificatore (se ce ne fosse bisogno) il grafico che mette a confronto la performance del nostro paese in termini di investimenti con quella delle maggiori economie dell’Unione Europea (Germania, Francia, Spagna e Olanda). Tutti questi paesi (esclusa la Germania per un trimestre) mostrano un risultato ben al disotto del trend 20142019; con l’aggravante che la linea di tendenza riguarda i risultati passati di ciascun singolo paese e non è una media europea.

Insomma, il Superbonus potrà anche avere molti difetti ma ha certamente spinto il prodotto interno lordo del nostro paese in maniera molto importante, portandoci fuori molto rapidamente dal pantano della pandemia. Dei tanti difetti (o, dal mio punto di vista, presunti tali) quello più importante è quello di cui si parla meno: la norma è assai costosa: indipendentemente da come vengono contabilizzati i crediti di imposta, essi possono avere un peso notevole sul bilancio dello Stato, anche se vanno tenute in conto molte esternalità positive quali i recuperi di altre imposte e, non da ultimo, l’emersione del lavoro nero con la regolarizzazione di molte posizioni contributive. Tale onerosità potrebbe anche essere gestita con diversi accorgimenti (modulazione del contributo in funzione dell’ISEE della famiglia beneficiaria, combinazione con altre tecniche finanziarie quali il pagamento dilazionato per mezzo della bolletta energetica) ma, quel che è certo, non può essere lasciata senza soluzione. Più tempo passa, infatti, e più la quantità dei crediti di imposta da gestire aumenta. A fine del 2022 nei cassetti fiscali delle aziende erano presenti 19 miliardi di euro di crediti, ad oggi, sembra che la cifra sia lievitata fino a 30. È una bolla che si sta gonfiando molto rapidamente e la cui esplosione potrebbe avere gravi conseguenze sulle imprese del settore dell’edilizia e su molte famiglie che hanno fatto affidamento sui crediti d’imposta. Una situazione difficile su cui è opportuno intervenire al più presto. Eppure, l’acquisto di un credito d’imposta potrebbe rappresentare il classico “buon affare”, offrendo un rendimento tutto sommato interessante ad un rischio accettabile.

Poniamo, ad esempio, il caso di un soggetto (privato od azienda) che abbia dei pagamenti da effettuare all’ amministrazione dello Stato. Potrebbe validamente acquistare dei crediti di imposta da un terzo ed utilizzarli per compensare i suoi debiti con l’erario dello Stato. Il cedente, a sua volta, avendo crediti in eccesso, potrebbe venderli ad un valore di sconto sul facciale, monetizzando un credito di cui non potrebbe servirsi. Situazione win-win: il cedente si libera di un credito, il cessionario ottiene, di fatto, uno sconto sulle imposte che deve pagare.

L’UOVO DI COLOMBO?

Certamente sì se cedente e cessionario possono avere ragionevole certezza della validità del credito e delle ragioni di scambio, cosa abbastanza difficile da realizzare tra soggetti che non hanno fiducia l’uno nell’ altro. Diverso sarebbe il caso se cedente e cessionario operassero in un ecosistema in qualche maniera “protetto”. In questo caso, la garanzia implicita potrebbe essere quella dell’appartenenza ad una certa associazione con la presenza di una serie di intermediari che possano ulteriormente supervisionare l’operazione. Così facendo si potrebbe garantire la regolarità del credito ceduto, effettuando i necessari controlli (antimafia, anticorruzione) e, in finale, supervisionare i flussi di pagamento. Un processo così strutturato potrebbe benissimo viaggiare su una piattaforma elettronica, cosa che renderebbe trasparente il pricing delle operazioni (quindi il prezzo di mercato delle stesse) e contribuirebbe ad un’operatività snella e fluida.

Come ci ricorda Gabriele Guzzi, è stato lo Stato a delegare ai privati la crescita degli investimenti nelle costruzioni; lo stesso privato potrebbe contribuire alla soluzione del problema dei crediti che lo Stato non riesce ad affrontare in maniera efficiente ed efficace.

Il pasticciaccio brutto di Gadda, come noto, resta senza soluzione. Il commissario Ciccio Ingravallo non riesce a identificare il colpevole di un efferato delitto. Un’opzione non praticabile nel caso dei crediti di imposta. Non si deve cercare nessun colpevole ma solamente una soluzione ad un problema destinato altrimenti ad avere importanti ripercussioni.

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NUMERI

CONGIUNTURA FLASH

CONGIUNTURA FLASH

Secondo il Centro Studi di Confindustria, la crescita dell'Italia prosegue nel 2° trimestre ma a ritmi più moderati, trainata dai servizi, mentre l’industria resiste. L’inflazione è persistente come previsto, i tassi di interesse salgono e i prestiti diminuiscono. Segnali misti per i consumi, mentre gli investimenti crescono anche se poco. Le risorse a disposizione delle imprese manifatturiere per fare investimenti non sono molte visti anche i margini operativi compressi. Si registra debolezza nell’Eurozona, negli USA riparte l’industria, frena la Cina, cresce l’India.

CRESCITA IN ASSESTAMENTO

Il 2° trimestre 2023 si è aperto con qualche segnale debole per l’Italia, dopo il buon andamento del PIL a inizio anno. La situazione è solida nei servizi, meno in industria e costruzioni. Inflazione persistente come previsto. L’inflazione italiana ha interrotto il suo calo in aprile (+8,2% annuo, da +7,6%), ma la tendenza al ribasso continuerà, grazie al prezzo del gas sempre più in riduzione (34 euro/mwh a maggio) e agli effetti sempre più pieni del rialzo dei tassi.

Tassi su, prestiti giù. Il tasso pagato per i prestiti dalle imprese italiane è balzato a 4,30% a marzo, oltre il triplo del livello di fine 2021 (1,18%). Il credito a condizioni molto più onerose fa sì che lo stock di prestiti alle imprese si stia contraendo sempre di più (-1,0% annuo a marzo): manca perciò un sostegno a produzione e investimenti.

I servizi trainano. Il turismo in Italia nel 1° trimestre è risultato molto sopra i livelli del 2022 (+30,7% la spesa dei viaggiatori stranieri), intorno a quelli del 2019. In aprile il PMI dei servizi è salito ancor più, indicando forte crescita (57,6 da

55,7), anche se a maggio la fiducia delle imprese ha subito un calo. Il settore beneficia ancora della domanda repressa delle famiglie liberata dalle riaperture post-Covid.

L’industria resiste. La produzione è diminuita ancora a marzo (-0,6%), terzo calo consecutivo, ma chiude il 1° trimestre solo di poco negativa (-0,1%) grazie alla buona eredità di dicembre. Lo scenario è in peggioramento: il PMI in aprile è bruscamente crollato in area di contrazione (46,8 da 51,1). A maggio, la fiducia delle imprese è di nuovo calata: meno ordini, più basse attese sulla produzione. La domanda estera non tira più: l’export italiano di beni si è fermato, in media, nel 1° trimestre 2023. Frena la Cina. In India (ma anche in Russia e Turchia) si registra un clima espansivo in aprile: produzione e nuovi ordini spingono l’occupazione e smaltiscono quelli arretrati. Sulle prospettive però pesano l’alto costo degli input produttivi e i ritardi nelle catene di fornitura. La manifattura brasiliana subisce, invece, un calo marcato, mentre in Cina si ha una frenata, ma senza finora intaccare la fiducia.

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