ITALO: l'AGV di NTV

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ITALO: l’AGV di NTV Di Roberta Filippi


Se ne sta parlando ormai da tanto tempo. Nel dicembre 2006 un gruppo di imprenditori privati decide di creare NTV, acronimo di Nuovo Trasporto Viaggiatori. A seguito di una trattativa plurima che ha interessato i maggiori costruttori europei di materiale rotabile, NTV ha scelto il treno AGV di nuova generazione prodotta da Alstom con cui ha sottoscritto il 26 novembre 2007 il contratto di fornitura e di manutenzione di una flotta di 25 treni. Alcune informazioni sono trapelate ma non è semplice strappare notizie riservate. La curiosità cresce ogni giorno di più. Immaginiamo di essere arrivati al fatidico giorno di inaugurazione, settembre 2011. La giornata è soleggiata, il cielo limpido e di un color azzurro vivo che fa da contrasto con le cime degli alberi che si stanno piano piano colorando di rosso e arancione. Cromatismi che si coniugano perfettamente anche con il giallo del sole che risplende prepotente come se volesse essere presente anche lui al debutto di Italo. Arrivo in stazione con il cappotto slacciato e allento leggermente il foulard che mi cinge il collo. Effettivamente è più caldo di quanto credessi quando a casa ho aperto le finestre nella speranza di indovinare l’abbigliamento più adatto. Approfitterò di questo viaggio per andar un weekend a Roma. Mi dirigo a Casa Italo, un vero e proprio centro servizi. Noto subito che la progettazione di questo centro si è ispirata a innovative forme di stile e funzionalità e all’insegna di un’eleganza discreta. L’ambiente è amichevole. L’acquisto del biglietto è rapido e allo sportello mi consegnano anche una piccola brochure. Il mio biglietto indica carrozza 6 posto 72, sarò vicino al finestrino. Un’ottima posizione per ammirare il paesaggio. Mi dirigo al binario, sono un po’ in anticipo. Odio arrivare in ritardo e scapicollarmi inseguendo la carrozza. Appoggio a terra la mia valigia e osservo il treno già pronto sulle rotaie. Apro la brochure e leggo: “Tutti i treni Italo sono AGV Alstom ad Alta Velocità di nuovissima concezione tecnologica, progettati per velocità fino a 360 km/h”. A questa velocità, forse non riuscirò ad ammirare pienamente il paesaggio. Mentre sono assorta in questo pensiero, sento la voce di una giovane donna che mi chiede se può essere d’aiuto. “Ehm, signorina, si, grazie. Devo salire sulla carrozza 6”. La ragazza, notevolmente più alta di me e con un sorriso da pubblicità, mi fa notare i tabelloni presenti in stazione sui quali è indicato il numero della carrozza. Poi si offre di accompagnarmi. Accetto. Non è una cosa quotidiana trovare persone affabili e gentili, soprattutto nelle stazioni. Proseguiamo insieme fino alla carrozza 6, ce ne sono altre 5 dopo la mia. Ringrazio e mi accingo ad entrare accorgendomi che l’accesso al treno è reso più facile grazie a un pavimento più basso di 10 centimetri rispetto a quello dei treni con architettura tradizionale. Nell’aria il profumo di nuovo, di pulito. Il corridoio che percorro per raggiungere la mia postazione è decisamente più largo. Riesco a camminare trascinando la valigia senza incastrarmi ogni volta ai braccioli dei sedili. Dalla parte opposta sta soggiungendo un uomo distinto, in giacca e cravatta e anche lui con una borsa. Riusciamo a incrociarci agevolmente, nonostante i bagagli.


Sistemo la valigia vicino alla mia seduta e mi levo il cappotto che appendo accuratamente, senza arrotolarlo come mio solito. Al mio fianco una donna elegante indossa un tailleur blu sul quale pende una collana di perle. È rilassata, percepisco il suo agio. I sedili sono, effettivamente, molto comodi, oltre ad essere esteticamente di gran fascino. Scorgo una piccola etichetta sull’appoggia testa: Italdesign-Giugiaro. C’è sempre un perché. Decido di dare un altro sguardo alla brochure che mi hanno lasciato: “L’attenzione all’ergonomia si ritrova anche nella cabina di guida, progettata in conformità ai programmi internazionali European Driver Desk ed European Cabin, consentendo ai conducenti di impadronirsi rapidamente della postazione di comando per un utilizzo ottimale”. Non siamo i soli a esser comodi. Sento le porte chiudersi e una voce gentile, dopo averci ringraziato per la scelta, comunica che il treno sta per partire. Sono emozionata, come se fosse il mio primo viaggio. E un po’ lo è, infatti, per la concezione popolare che abbiamo di treno. Questo è il primo viaggio con Italo. Partiti. Mi guardo attorno e non sono l’unica ad aver il sorriso. Usciamo dalla stazione e la donna al mio fianco estrae dalla borsa un portatile. Dopo nemmeno un minuto si rivolge a me chiedendomi se voglio vedere il “portale di bordo”. Incuriosita allungo il collo verso il suo schermo. Si tratta di una connessione intranet ad alta velocità che dispone di una capacità di oltre 250 ore di video in alta definizione e 250 ore di audio. Incredibile. Stiamo viaggiando a 300 all’ora, la velocità massima consentita in Italia, ma non c’è quel noioso rumore che ci impedisce di sentire il film. Ciò grazie a numerose innovazioni nel campo dell’aero-acustica: i carrelli non sono, infatti, ubicati sotto le casse, ossia sotto i sedili dei viaggiatori, ma sono situati tra le casse, riducendo gran parte delle vibrazioni e della rumorosità a bordo. Oltre a viaggi in generale più silenziosi, scopro anche che, durante l’entrata nella prima galleria che separa Bologna da Firenze, non avverto quella fastidiosa pressione sui timpani. Su Italo, infatti, hanno studiato alcune raffinate soluzioni come il rivestimento delle casse che permette di non subire, appunto, queste onde di pressione. Stiamo arrivando a Firenze e la gradevole voce che inizialmente ci aveva dato il benvenuto, ci comunica l’arrivo nel capoluogo toscano, salutandoci e augurandoci una buona giornata. Guardo fuori dal finestrino. Alcune hostess stanno accogliendo i nuovi viaggiatori che accedono con aria incuriosita e compiaciuta. Ripartiamo. Decido di alzarmi. L’ottimizzazione degli spazi che avevo già notato salendo, è completata da un attento studio della luminosità e dell’ergonomia; le grandi vetrate permettono ai raggi del sole di curiosare meglio all’interno dei vagoni. Abbiamo appena superato uno scambio, ma il treno non ha subito alcun tipo di oscillazione. Il convoglio presenta una maggiore rigidità e allineamento fra le vetture, con indiscutibili vantaggi per la comodità. Italo, inoltre, concilia l’architettura di treno articolato con una potenza distribuita (ossia la trazione viene ripartita su più carrelli), superando il vecchio concetto della locomotiva e utilizzando innovativi motori a magneti permanenti.


La nuova architettura di Italo, grazie al numero ridotto di carrelli (meno turbolenza, e quindi meno resistenza), in abbinamento all’accurato studio aerodinamico del nuovo design, consente prestazioni particolarmente elevate dal punto di vista ambientale, con consumi energetici ridotti del 15%. Rispetto ad un TGV, praticamente, il consumo di energia per posto a sedere si riduce di circa il 30%. Non avendo problemi di equilibrio e potendo camminare senza dovermi sorreggere ai sedili per evitare di cadere, scelgo di proseguire la mia passeggiata. In un ambiente di bordo sono presenti schermi individuali touch screen. Mi posiziono davanti a uno di questi e scopro che è possibile navigare attraverso il menu di intrattenimento, canale televisivo incluso. Mirabolante. Mi soffermo per qualche minuto poi la mia attenzione viene catturata da una giovane che stanno spiegando all’amica l’allestimento di una carrozza cinema. Una carrozza cinema? “Si tratta di un ambiente collocato all’estremità del treno per evitare il transito verso altre carrozze – le sento dire -. È dotato di schermi ad alta definizione a soffitto di grandi dimensioni con moduli audio individuali in quattro lingue. Il numero degli schermi e la loro posizione sono stati ottimizzati per una visione immersive - odio gli inglesismi - secondo gli standard cinematografici”. Continuo ad ascoltare. “I moduli audio sono stati dotati di sistema noise suppression di ultima generazione – va beh, avrà studiato ad Oxford -, derivato da quello montato sulle prime classi dei modernissimi aerei A380”. Decisamente originale come offerta di intrattenimento a bordo del treno. Decido di tornare nella mia carrozza. In quel mentre, suona il cellulare. Rispondo tutto d’un fiato, con la classica frase che io definisco da-treno: “Pronto? Sono in treno, se cade la linea ti richiamo”. La linea fortunatamente non cade. È il mio ragazzo. Vuole sapere come sta andando il viaggio e mi dice di aver letto che Italo produce bassissime emissioni di gas ad effetto serra (CO2), ben tredici volte meno di un autobus (30g) e settanta volte meno di un aeroplano (153g). Un occhio di riguardo all’ambiente è sicuramente un punto a favore. Sono arrivata al mio posto. Mi siedo e riapro la brochure. Impossibile trovare ulteriori novità. Invece mi imbatto in una sorprendente notizia. Italo, è il risultato di un percorso di ecoprogettazione finalizzata a ridurre l’impatto sull’inquinamento e rivolta all’intero ciclo di vita del treno, dal primo stadio della fabbricazione a quello finale del riciclaggio. Infatti, per la costruzione del treno sono previsti per il 98% materiali riciclabili, come alluminio, acciaio, rame e vetro. Inoltre, l’utilizzo - durante tutte le fasi di costruzione del treno - di materiali poco deteriorabili, permette ad Italo una durata di vita del 15% maggiore rispetto agli altri convogli, ovvero di oltre 30 anni. Inoltre, Italo garantisce la propria produzione di elettricità grazie al sistema frenante che associa un freno reostatico a un freno a recupero di energia. Durante le fasi di rallentamento, l’elettricità non consumata viene restituita alla rete fino a 8 MW. Siamo arrivati. Mi spiace quasi scendere. Lo so, è stato solo un viaggio immaginario, ma tutte le informazioni tecniche descritte sono rigorosamente vere. E soprattutto è vera l’attesa che Italo ha creato. Fortunatamente dobbiamo aspettare ancora poco per vivere concretamente questo sogno.


Il 25 Maggio 2010, il primo treno Italo è uscito nella sua configurazione definitiva dalla fabbrica Alstom di La Rochelle, in Francia. E mentre scrivo l’articolo, presso l’impianto di Savigliano (CN), sono state completate le sei casse del primo treno Italo costruito in Italia. Nel totale corrisponde al treno Italo numero dieci. Una realtà che si avvicina sempre più rapidamente e il più conforme possibile al nostro pensiero di ecosostenibilità: ecologico ed economico, offrendo inoltre velocità, comfort e sicurezza. Appuntamento a Settembre 2011. Questa volta per il vero viaggio.

Nella foto Luca Cordero di Montezemolo che nel dicembre 2006 ha creato NTV insieme a Diego Della Valle, Gianni Punzo e Giuseppe Sciarrone. Nel giugno 2008 si sono aggiunti Intesa Sanpaolo, Alberto Bombassei, Generali Financial Holdings FCP-FIS e SNCF/VFE-P SA e nel gennaio 2009 Isabella Seragnoli.


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