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EMILIA ROMAGNA
AFFARI Emiliani
GIOVEDÌ
3 MARZO 2011
L’Agenzia delle entrate ha messo in cassa nove miliardi. Siamo la quinta regione italiana
Fisco, evasione oltre i 650 milioni In Emilia-Romagna recuperati 100 mln in più rispetto al 2009 Non si fa troppo notare per gli eccessi, ma neppure si può dire che lo faccia per i propri meriti. È quinta in Italia l’Emilia-Romagna, nella classifica dei furbetti del fisco nelle regioni, con un’evasione superiore ai 650 milioni di euro scoperta nel corso del 2010, quasi 100 milioni in più rispetto all’anno precedente. Prima di noi nella blacklist ci sono Lombardia, Lazio, Campania e Toscana, mentre dopo di noi vengono Piemonte e Veneto. In ogni modo la “raccolta” negli ultimi dodici mesi non è andata poi così male, visto che Equitalia (la spa pubblica al 51% Agenzia delle Entrate, 49% Inps) incaricata dell’attività di riscossione, ha recuperato circa 9 miliardi di euro di imposte non pagate dai contribuenti con un incremento a due cifre rispetto al 2009 (+15%). Cresce di molto (20%) anche la quota recuperata dai “grandi debitori”, cioè quelli che devono all’erario oltre 500.000 euro. «Si conferma anche nel 2010 l’importante contributo del gruppo Equitalia al recupero dell’evasione - spiega la società in una nota - I dati sulla riscossione indicano un incremento complessivo del 15% rispetto al 2009 (+27% sul 2008) per un valore che, al 31 dicembre 2010, si attesta a 8,9 miliardi tra imposte, tasse e contributi, non pagati dai contri-
I RISULTATI DEL 2010 ABRUZZO - 190.108 (185.445) BASILICATA - 93.438 (85.805) CALABRIA - 289.270 (248.357) CAMPANIA - 868.937 (743.704) EMILIA ROMAGNA - 655.344 (564.058) FRIULI VENEZIA GIULIA - 173.363 (146.071) LAZIO - 1.246.698 (1.111.994) LIGURIA - 256.430 (221.250) LOMBARDIA - 1.881.567 (1.604.670) MARCHE - 194.296 (172.673) MOLISE - 46.873 (37.474) PIEMONTE - 628.939 (563.145) PUGLIA - 543.985 (455.487) SARDEGNA - 250.157 (196.737) TOSCANA - 722.253 (659.214) TRENTINO ALTO ADIGE - 102.685 (109.347) UMBRIA - 132.946 (116.092) VALLE D’AOSTA - 16.362 (15.675) VENETO - 582.368 (497.693)
TRA PARENTESI IL RISULTATO DEL 2009
buenti, ma dovuti ai vari enti creditori». Tornando alle le regioni, i maggiori importi riscossi arrivano dalla Lombardia, con quasi 1,9 miliardi di euro. A seguire il Lazio, dove il recupero delle somme ammonta a oltre 1,2 miliardi, la Campania (869 milioni), la Toscana (722 milioni) e l’Emilia-Romagna (655 milioni). Mentre tra le città, a Milano sono stati recuperati circa 1,1 miliardi di euro, a Roma quasi un miliardo. Seguono Na-
il risultato Attività di riscossione crescita del 15% nell’ultimo anno poli con 473 milioni e Torino con 389. Nessuna delle emiliane compare in cima alla classifica. «L'affinamento delle attività di riscossione, grazie anche alle sinergie messe in atto con Agenzia delle Entrate, Inps e Guardia di Finanza, - si spiega - ha consentito di ottenere un significativo incremento delle somme recuperate dalle morosità rilevanti. Rispetto al 2009, infatti, sono aumentati del 17% gli incassi da chi ha debiti oltre i
Trasporti e logistica, gli stati generali alla Fiera di Cesena Il trasporto intermodale rappresenta sempre più un elemento centrale nello sviluppo economico del Paese e nella competizione internazionale. Ne è convinta la Cna-Fita: «Per ciò che riguarda la mobilità delle merci - spiega la presidente regionale Cinzia Franchini - il nostro è un Paese che sconta ancora notevoli svantaggi; le profonde trasformazioni che riguardano i commerci internazionali ne mettono ancor più in evidenza i ritardi. Abbiamo la rete infrastrutturale più vecchia d'Europa, una velocità commerciale media inferiore del 10% rispetto a Francia e Germania». Oltre alla congestione della viabilità, grava sul trasporto su gomma anche l'insufficiente sviluppo della catena logistica del nostro Paese. «Le imprese di trasporto sono fra i soggetti più interessati ad un reale processo di modernizzazione della logistica - prosegue Franchini - e proprio per questo non
vogliono correre il rischio di chiudere per le inefficienze del sistema». Su questi temi Cna-Fita Emilia-Romagna ha voluto creare una occasione di confronto. L’associazione degli autotrasportatori Cna intende affrontare alcune fra le più importanti realizzazioni e progetti che riguardano il territorio: lo scalo merci di Villa Selva, il progetto di Piattaforma Logistica del Freddo di Cesena, le integrazioni con il Porto di Ravenna, l'assetto degli scali aeroportuali dell'area romagnola. Se ne parlerà nel corso della tavola rotonda promossa da Cna-Fita dal titolo "Trasporto intermodale. Viaggio nell'Europa che cambia" che si terrà sabato alle 9.30 alla Fiera di Cesena. I lavori saranno coordinati da Paolo Li Donni, direttore del Corriere dei Trasporti. Partecipano: Cinzia Franchini, Paolo Lucchi, sindaco di Cesena, Paolo Zoffoli, sindaco di Forlimpopoli e Gino Maioli, presidente Fer.
500 mila euro, per un importo complessivo che ha rappresentato il 20% del totale riscosso. Grande importanza ha rivestito lo strumento delle rateazioni delle cartelle che ha consentito ai contribuenti in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco, migliorando la collaborazione con i cittadini e riducendo il contenzioso. In totale, al 31 dicembre 2010, le rateazioni concesse hanno raggiunto quota un milione per un importo che supera i 14 miliardi di euro. Nell’ottica del miglioramento dei rapporti con i contribuenti, nel 2010 è stata emanata la cosiddetta direttiva anti-buracrazia, grazie alla quale i cittadini destinatari di una cartella che ritengono non dovuta possono interrompere le procedure di riscossione presentando, direttamente a Equitalia, una semplice autodichiarazione supportata dalla documentazione giustificativa. In tal modo è l'agente della riscossione a farsi carico della verifica con l'ente creditore e si evita ai cittadini di fare la spola tra gli uffici pubblici. È stata ampliata la rete degli sportelli sul territorio, con aperture pomeridiane degli uffici, e allo stesso tempo sono stati attivati canali alternativi per ridurre le attese e velocizzare le procedure. È il caso dell’estratto conto online, che consente di avere un check up fiscale dal proprio pc, ma anche dei pagamenti sul web, dell’assistenza diretta e virtuale attraverso sportelli dedicati.
- startup & innovazione Gli «oggetti sociali» e la nuova era di Internet ecco perché adesso il futuro è nelle “cose” IN COLLABORAZIONE CON
Roberto Ciacci
È sempre più raro ricevere suggestioni affascinanti sul futuro. Per i nati negli anni '60 e '70 sono stati la fantascienza e il cyberpunk a ispirare intere generazioni. Per i non ancora trentenni di oggi il futuro è qualcosa che appare lontano o semplicemente non c'è. O ancora, più probabilmente, si è persa la capacità e la speranza di immaginarlo. E allora: tutto nero? No. Giovedì scorso abbiamo assistito ad una bella lezione di futuro: lucida, visionaria, verosimile. E l’aspetto più sorprendente è che il futuro comincia da un coniglio. Ricordate il Nabaztag? È un gadget hi-tech che ha debuttato sugli scaffali della grande distribuzione specializzata qualche Natale fa. Ha la forma di un coniglio, si collega in wireless a Internet, legge la posta elettronica e ci informa con servizi di news personalizzabili. È considerato l'antesignano degli “oggetti sociali”, una nuova generazione di oggetti dotati di sensori e di intelligenza, capaci di comunicare in rete. Ebbene, il futuro, quello che raccontiamo qui, parte da questo coniglio. Lo scorso 24 febbraio ASSI e Cofimp hanno promosso un evento a Bologna dedicato a “In-
ternet delle Cose” (Internet of Things), ovvero l'estensione di Internet al mondo degli oggetti, un tema che non è nuovo, ma che oggi incontra standard e tecnologie abilitanti che si chiamano Ipv6, RFID, NFC e Arduino. Leandro Agrò (@leenader), fondatore di WideTag, ha ricostruito attraverso esempi concreti l'evoluzione degli oggetti, dal Nabaztag al Nike+, dal robot Robio alla cornice digitale con sistema operativo integrato, dagli strumenti medicali di Withings agli oggetti di nuova definizione: i “social object”, oggetti che si rendono riconoscibili e che comunicano dati. L'iPhone è emblematico: definirlo telefono è
riduttivo. È una collezione di sensori che ci portiamo in tasca e che si presta ad essere utilizzata da App di ogni tipo. Entro 5-10 anni saranno oltre 100 miliardi i dispositivi collegati a Internet, e questo grazie al protocollo Ipv6. E questi dispositivi saranno senzienti e connessi. “Internet of Things sarà Gaia”, afferma Agrò. È anche quello che si chiama “disappearing computing”. Internet e i dati sono tutti intorno a noi. Potremo raccoglierli, aggregarli in mille forme, estrarre nuova informazione, inventare nuovi servizi. L'Internet delle cose ci costringerà a ripensare gli oggetti.
L’AUTORE
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Roberto Ciacci è consulente di marketing e comunicazione con i media digitali. È stato finalista e best italian business leader of the year ai LinkedIn European Business Awards 2010 ed è community manager di BolognaIn. E-mail: roberto.ciacci@bolognain.net
www.bolognain.net Largo ai “makers” dunque, ai nuovi creativi capaci di coniugare design, materia e ingegneria. E qui un altro italiano fa scuola. Massimo Banzi (@mbanzi), fondatore di Arduino, interviene in videoconferenza skype. Arduino è una piattaforma hardware e software open source pensata per creare oggetti o ambienti interattivi. Con Arduino si può “prototipare” di tutto, dal tostapane con interfaccia web a strumenti per il monitoraggio dei consumi elettrici. Con 20 euro si può acquistare la scheda, scaricare il software e consultare la documentazione online, ricca di esempi. Con Arduino la tecnologia diventa un’esperienza personale e alla portata di tutti (o quasi). Per gli amanti del “DIY” (Do It Yourself) il 18-19 giugno 2011 a Milano ci sarà il primo Arduino Camp e possiamo già immaginare che sarà un successo. Il futuro è nelle cose e, se non ci dimentichiamo quello che siamo - maestri nel design e nell'ingegneria - quel futuro ci appartiene.