A Anna Mary e Maria Luisa
ROCCO
A N C O R E
GARRAPA
E
V E L E
fuori testo nove incisioni dell'autore eseguito interamente dall'autore Firenze 1986
Che ricordi può avere oggi l'uomo? i ricordi di una donna di una casa di un figlio mai nato e il rantolo antico di Ulisse Non voglio più case non voglio più chiese non voglio più strade di questo paese non voglio città grosse e piccine voglio foreste e sole lucente che facciano felice sognare la gente e si possa daccapo cominciare a sbagliare La donna è avara di piaceri fugge incontro al suo destino sulle aspre inaccessibili montagne con le donne d'Islanda Staccò le vele da lei e partì solo passò cento giorni per il mondo espiò le colpe dei padri in silenzio sul mare l'uccise un delfino giocando In fondo al sentiero trovai la pace dei campi rimasi esterrefatto troppo tempo ero stato lontano dalla natura l'avevo tradita ne fui impaurito mi misi a correre all'indietro verso l'antica città verso il cemento mi rifugiai in Via della Scala numero tre Cose che non ho cose che non ho mai avuto cose che non voglio cose inventate odio chi parla di cose voglio sentire parlare di persone voglio vedere nascere figli voglio vedere crescere animali e piante a primavera voglio la mia terra bruciata dal sole voglio la mia parca mensa voglio la mia pace la mia donna che più non ritrovo i miei sogni perduti riprendo il mio passato che il presente non esiste e il futuro si è accorciato Piango per tutte le donne che mi hanno amato -e non hanno avuto paura di meSotto il ponte di Nevers i due briganti sono stanchi
stretti ai loro pensieri per i ribelli è sempre così in principio sono felici poi diventano tanto stanchi con la pioggia che sferza i fianchi in marcia verso il ponte di Nevers C'è un signore che è uno scienziato ha un cane un pappagallo e due topi a piedistallo che ridono di lui e inventa gli animali per giocare con le bambine e poi è spaventato d'aver creato il quadro sbagliato Era chiara come l'alba di una notte di tempesta bimba bella sei una festa per quest'occhi d'assetato una finestra sulla vita inondata di colori spariscono gli antichi orrori sommersi dall'azzurro dei tuoi occhi aperti sull'ampio tuo sorriso di ventenne del seno forte e dal fianco poderoso che invita alla rapina del suo fiore per creare l'amore grande quanto il mondo Apri i tuoi fianchi e dai la vita donna apre il suo ventre la terra a primavera sbocciano i fiori nascono gli uccelli e volano pei cieli - e si riveste la natura tutta nascono gli amori che i freschi venti accarezzano leva il mantello il frate e prega sale lieve al cielo il canto degli umili muovesi il pianeta e la sua vita chi soffre e dà la vita crea nell'ordine eterno universale lo so che senti male lo so che sai apri prega e vai Vi voglio parlare di un angelo che raccoglieva l'amore sprecato perduto non ricambiato lo passava a chi ne aveva bisogno per vivere per non morire per continuare a vivere per avere una possibilità di creare conservò le ultime gocce per i sopravvissuti del mare i vinti gli illusi i neonati precipitati nel tentativo di volare
I sopravvissuti del tempo che solcano gli spazi sopra lame di luce lo sanno che si può morire nel tentativo di volare sopra il mare soffiano la vita in bolle di sapone che si trasformano in sogni colorati nella notte e prima di trapassare cono costretti a guardare sulla terra per scegliere un'ultima volta e se accettano il dono dell'amore hanno il dovere della continuazione della specie cavalieri della luce Amore dio crudele e grande a chi tu baci in fronte tu condanni a dare senza chiedere in cambio nulla e questo è amore tu condanni ad accompagnare il vecchio al suo traguardo con dolcezza e pazienza senza fine a custodire il bimbo che sboccia come un fiore ad alleviare le sofferenze di chi vive soffre e spera che sia bello il giorno che verrà Rose di maggio fiorite con la vita della terra a voi lancio il messaggio sia abolita la guerra Con un sorriso sembra il tuo viso un paradiso d'amore In balia delle onde s'abbandonava il leone marino ma in acque sconosciute non voleva morire la paura gli dette la speranza e la forza di lottare navigava in mezzo al mare il leone ferito -vestito da focache più non sentiva che più non vedeva che più non capiva e alla sirena lontana lanciò il messaggio più bello che sale dal cuore verrà verrà verrà il leone del mare verrà a giocare verrà a danzare con te verrà a creare la generazione futura la regina ha aperto le danze i leoni son pronti e così le sirene nella reggia in fondo al mare i fuochi d'acqua brillano a mille a mille
fatti di rosso corallo e di bianco respiro dell'alba e il vento portava il messaggio più bello che nasce dal cuore trovò la sirena e le cantò la canzone e la sirena rispose lontana l'onda risuonò e cullò le parole dolcemente al leone morente vieni leone vieni vieni leone del mare vieni a danzare vieni a giocare con me vieni a creare la generazione futura la regina ha aperto le danze i leoni son pronti e così le sirene nella reggia i fuochi d'acqua zampillano a mille a mille fatti di rosso corallo e di bianco respiro dell'alba Sì disse il leone alla regina del mare Sì ripeté la sirena innamorata -e fu festa grandela regina del mare ha aperto le danze i leoni son pronti Nella palude marciscente urla la fanciulla di dolore le lacrime scavano rivoli tra croste di fango sul viso tumefatto di zanzare il seno il bel seno turgido di ferite accoglie le gocce nere appiccicose e salda sangue e melma striscia un serpente infido e s'aggroviglia alle gambe precipita quel corpo nel pantano e spruzza mota al cielo ma un ramo un ramo secco nell'acqua si protende s'afferra la misera affogando e tira tira la paura la mena sull'asciutto che già un caimano accorso al pasto pronto chiude le fauci e recide la testa al serpente insieme al ramo un urlo disumano si leva quando il bufalo passa al galoppo il corno aggrovigliato al resto monco del serpente sfiora la schiena bianca dell'adolescente e faccia nella melma ancora mentre impazzisce di terrore l'animale e sventra il bianco cavallo imprigionato nel recinto del centauro che prima di morire nitrisce al vento l'urlo di vendetta il sole tinto di viola all'orizzonte abbandona alla notte la palude la duna su cui è approdata la luna ora si muove per il suo viaggio misterioso fanno coro le ranocchie e le zanzare la fanciulla dorme e muore nella sua mente esplode il colore son luci luci luci tante e senza fine lei scala la montagna vestita d'un fiore
il deserto alle spalle è illuminato da milioni di stelle fosforescenti e l'oasi è d'oro la musica dell'acqua che scorre nei canali il coro degli angeli danza la rugiada sulle foglie mentre sale e sale verso il chiarore universale verso il pianeta sole Lenti i flutti accarezzano la terra risuonano colpi di spade lontane è di nuovo la guerra la morte chiede il tributo di vite umane le pecore libere al guado le donne coperto hanno il viso i vecchi cantano nenie di morte i bimbi hanno perso il sorriso poi venne la bimba fatata in sposa al gran capo guerriero la pace fu conquistata in cambio un amore sincero ora danzano sotto le querce i figli dei re pastori intrecciano i loro amori al vento al sole al mare Quando un bimbo piange s'apre il cielo quando un uomo piange si ferma la terra l'attore si disprezza per la sua debolezza sulla scena precipita violenta la tempesta pietà non c'è per lo sconfitto inerme la reazione colpisce a fondo e a morte finché sconfitta da se stessa muore e la storia ricambia di colore piange l'uomo da giovane per la sua vita che vuole spesa bene piange da vecchio perché l'ha spesa invano Due giorni di sole e non ho parole per starti vicino ti sento accanto il tuo coraggio m'incoraggia la tua fede mi è compagna la speranza e la primavera dei fiori ti parlino pacatamente di me Ora che Morfeo non deserta il mio letto tutto si colora di sogno sogno acque calde che mi abbracciano
Quando siamo soli ci si chiude dentro perché non si può abbracciare nessuno e nessuno ci abbraccia Che bello sognare tanti fiori d'inverno quando le nubi rispondono ai lampi coi tuoni poiché le speranze non vogliono affogare nel buio nel buio di un giorno piovoso d'inverno Un giorno babbo incontrò una fata era dolce tanto amata e da lei nascesti tu il più bel fiore che esiste quaggiù è nato un altro fiore sui prati dell'amore si chiama Mariolina ed è la mia bambina C'è sempre un alba nel tuo mattino c'è sempre un'alba che aspetta un bambino giocavi fra le nuvole su per le strade del cielo adesso illumini col tuo sorriso i più bei sogni di mamma e papà Dov'è dov'è dov'è dov'è la porta dell'amore e che c'è che c'è che c'è dov'è che c'è c'è un bebè e che c'è che c'è che c'è che c'è per il mio bebè c'è un bagnetto profumato c'è un bagnetto riscaldato uno due tre ecco in acqua il mio bebè e che c'è che c'è che c'è che c'è per il mio bebè c'è un lettino tutto bianco dove dormo se son stanco uno due tre ecco a nanna il mio bebè e alla mamma? alla mamma pipì e popò -no mamma fiori per teLa scena è pronta l'acqua dell'Arno scorre e te bambina ridi sei nata al tempo delle maschere quando la gente cambia viso maschere sono tutte maschere intorno a me
siamo tutte maschere ogni giorno come da sempre fummo e siamo le maschere che voi portate n nascondono i volti delle fate Cominciamo col prenderci la mano poi tutto l'altro pian piano verrà sarà come prendere un frutto da un canestro ma che sia presto altrimenti il sogno svanirà Mi è nata Anna Mary stamattina il sole sboccia sulla collina più bello di un bel fiore La signora Allegria è venuta a casa mia e ha portato Anna Maria sul dondolo la mamma ti culla finché in cielo la luna brilla Ho accecato gli occhi della mente per non capire niente osservo l'umanità colorata oggi mi è nata una fata Giochiamo con le bambole giochiamo con le bambole or bevi questo latte che or bevi questo latte che
per diventare amici per essere felici è il frutto della vita la notte è già finita
Hai i capelli con i riflessi colore del rame i tuoi occhi sono due stelle le più belle quelle dell'alba la tua bocca sa di mare quando c'è il sole dalla tua bocca amore scivolano parole sono tesori d'Oriente con cui si fregia il sole al tramonto inondato da mille colori la luna regina invia i suoi sogni messaggeri di pace trapunti di tenera luce intessuti di raggi di seta di giorno sgambetti sorridi cinguetti riempi la casa di vita e d'amore sì Anna Mary ricorda sì Maria Luisa ricorda tutto il nostro amore è per te Cuor contento cuor contento sei felice ogni momento ridi e canti ogni mattina sei un amore di bambina Ho ridipinto la faccia del mondo dei tre colori che amo di più rosso verde blu
Cantavo nella notte come un bimbo che ha paura ora che la mia bimba è arrivata io canto per questa piccola fata dormi dormi mia bambina il cielo è buio ormai il sole è tramontato le stelle luminose rischiarono la strada la luna si è affacciata per baciare in fronte te buona notte al mondo intero io voglio bene a tutti bacio mamma e papà la gatta nera e bianca e chiudo gli occhi stanca Dormi amore dormi i sogni belli della fanciullezza mamma e papà vegliano piove amore piove lava la tristezza della terra e nasce una speranza in cuore dormi amore dormi quando viene la sera al cielo sale una preghiera Piove amore piove sono lacrime di gioia del Signore mandate sulla terra gli alberi ondeggiano le chiome e ringraziano poi aprono le radici e bevono gli uccelli si nascondono nei nidi e quando spunta il sole a primavera sbocciano i fiori e ridono felici con gli angeli del cielo che suonano musiche divine per le bambine come te Acque fresche che scendete al piano vecchi saggi fiumi dalle lunghe onde bianche voglio aprirmi all'universo voglio volare sopra i monti voglio bere l'alito terzo del cielo l'aquila vola alto porta tra gli artigli il suo nato ad esplorare il mondo il tempo è cadenzato dal gran battito d'ali e dal becchettio del piccolo impaurito meravigliato non c'è passato in quell'atto semplice l'amore vive sempre nel presente per chi lo sente
Era un merlo sai è caduto dal nido che apriva la bocca all'imbeccata tutta la notte tremante infreddolito non ha capito niente povero piccolo e ora è morto inutile il mio amore le mie cure e questi giorni di pena è come quando viene a mancare qualcuno di famiglia chissà se avrà capito il nostro amore oppure si è sentito prigioniero forse ha desiderato di morire nel cielo in volo o accovacciato in un angolo disperso l'amore che non diamo a chi è solo e come il Nilo che scorre nel deserto porta la vita sulle sponde in fiore ma la sabbia disegna l'universo In una mattina di primavera il cielo era blu e non pioveva più la farfalla variopinta prese a volare verso il sole E crescerai alta grande e forte come un albero di foresta e il sole al mattino ti bacerà la testa C'è una bimba fiorentina che si chiama Mariolina è la più bella bambina della città è l'amore di mamma e papà Lei tornò sorridente aveva il profumo del sole nei capelli Con te piccola mia aspetterò la primavera non sarò più solo a pensare del bene e del male mi basterà sognare mi basterà piantare nell'orto un albero per ogni tuo anno di vita e nel giardino fiori tanti fiori multicolori per le tue idee colorate aspettando la sera giocherò con te giochi vecchi e nuovi Finché posso leggere la meraviglia negli occhi di mia figlia finché posso affondare le mani nei tesori di natura i fiori a primavera i frutti e le messi in estate bagnate di calura l'uva e le foglie cadenti in autunno le olive nere prima di natale e baciare la natura tutta abbracciare gli animali e le piante essere accarezzato dal sole e baciato dai raggi della luna
finché posso bere un sorriso dal viso di una donna offerto con dolcezza e simpatia sì vita sì tu sei mia La frutta del primo autunno è la più dolce perché ha vissuto tutta l'estate Un giorno incontrai la signora Fortuna gli occhi di stella la mezzaluna gira la ruota gira io te la fò girare a che girare signora Fortuna? gira la ruota gira io ti darò la luna ma a che fare la luna gira la ruota gira io te la fò girare a che girare signora Fortuna? ti darò l'oro del mondo ma anche fare l'oro del mondo io voglio l'amore della donna bruna non ti posso dare l'amore della donna bruna posso donarti bimbe belle da amare gli occhi di stella la mezzaluna grazie grazie signora Fortuna C'era una volta una dinosaura bianca che era tanto stanca di vivere sulla terra tutta sola allora chiese al cielo di poter volare per andare a trovare la mamma distese le lunghe ossa bianche come la neve quando c'è il sole e sopra i monti prese a volare verso il cielo infinito terzo e cristallino e gli Immortali le svelarono il suo destino ora l'Angelo Custode quando un bambino cade vola veloce e mette sotto le ali perché non vuole che i bimbi sulla terra si facciano male Perché Dio degli Innocenti? poi l'abbraccio della terra fresca piccolo fiore mozzato non saprà mai il colore dei suoi petali C'era con i con i con i là un e nel
il castello di Monteriggioni torrioni torrioni torrioni alti nel cielo re ci volle tornare bosco andare a cacciare
quando l'autunno ingiallisce le foglie e i grappoli d'uva mangiano gli uccelli il re decide di prendere moglie quando il contadino apre il ventre alla terra e mette i semi nel solco a dormire il re parte con la sua bella quando la Luna chiede all'aurora di portare con sé primavera in quel tempo nasce Arabella che è la bimba del mondo più bella c'era il castello di Monteriggioni con i torrioni con i torrioni con i torrioni alti nel cielo là Arabella ci volle restare e nel bosco andare a cacciare Bambolina di Anna bambolina della mamma bambolina della mamma Anna la mamma Anna ti porterà col passeggino in città a vedere il porcellino i piccioni nelle piazze i cavalli coi calessi la mamma Anna ti porterà a Boboli a dare il pane ai pesci bianchi e rossi della fontana dell'Oceano la mamma Anna ti porterà alle Cascine a giocare con le bambine sulla giostra e le altalene a dare il mangime agli animali dello zoo cervi e caprette paperine e ochette volpi cinghiali e caproni aquile pappagalli e pavoni bambolina di Anna bambolina della mamma bambolina della mamma Anna ninna nanna ninna nanna ninna nanna Bimbo mio che ancora non sei nato tuo padre è disperato e non sa cosa fare se appena la mamma si sente male guarda guarda cerca di capire osserva s'arrovella e non sa più cosa dire la mamma prega sempre perché tu non c'abbandoni noi ti aspettiamo da tanto tempo ormai moriamo di paura nel caso tu non vieni io non so pregare coltivo solo fiori la mamma ieri ha espresso un desiderio alla Madonna che tu sappia finché viviamo noi c'è sempre qualcuno che ti vuole bene Per fare felice mamma e papà un giorno una stella portò Annabella a un mese era tutto un sorriso il babbo si sciolse davanti a quel viso papà da tempo più non vedeva più non capiva più non credeva ma per la sua bimba divenne un leone e la sera cantò una canzone appena inventata
di dolci bambine di re e di regine c'era una volta il re VIVA IL RE c'era una volta un re dell'isola vicina VIVA IL RE c'era una volta il re dell'isola vicina che aveva una regina VIVA IL RE c'era una volta un re dell'isola vicina che aveva una regina che ebbe una bambina VIVA IL RE e fu felice il re per la regina VIVA IL RE e fu felice il re per la bambina VIVA IL RE e fece festa il re per la regina VIVA IL RE e fece festa il re per la bambina VIVA IL RE e si inorgoglì per questo la regina POVERO RE e si inorgoglì per questo la bambina POVERO RE e si ribellò il re alla regina POVERO RE e si ribellò il re alla bambina POVERO RE e fu deposto il re dalla regina POVERO RE e fu deposto il re dalla bambina POVERO RE e fu deposto il re in cantina VIVA IL RE Bimba vorrei negli occhi tuoi specchiare i sogni miei trovare gli anni che non ho più La faccia nella polvere i capelli che abbracciano la terra e sopra la cervice l'immenso piede del gigante prima che l'urlo di vittoria scuota le montagne la schiena spezzata geme piano e muore di dolore il ventre aperto digerisce sabbia perché così soggetta? levavi il viso al sole superbo di bellezza scorrevi la terra vestita di colore ora beve il deserto la tua vita e il tuo figlio lontano non ode il tuo richiamo ti sentivo vagire dentro di me piano piano con dolcezza e allora non intesi che non mi appartenevi più sotto i miei occhi la danzatrice bianca di notte rapiva il tuo respiro e il tuo calore ormai non scalda sognavo dentro di me le delizie di una carezza al sonno tuo rubata e tu non c'eri per i tuoi cieli splendevi solitario come stella il sole che cercavo
che era vicino tanto vicino dentro di me apriva i suoi raggi e non illuminava non c'è verità più vicina dell'amato cercato altrove dove la notte impera dove il sole tramonta e dorme l'universo e nessuno ode il lamento disperato dell'essere che muore o madre solleva le tue membra il cuore mi brucia sei mia figlia alzati vieni non senti che ti chiamo che ti abbraccio e ti scaldo al mio calore non vedi che il sole sei te son io ed il gigante è fuori la danzatrice altrove coi mostri si può parlare se si vuole la clava che ha abbassato sul tuo fianco non vedi in alto leva e sulla spalla pone ombra deforme e violenta l'abbiamo evocato con la tua paura il creatore non distrugge quel che crea che la scelta del creato è amore noi abbiamo amato noi stessi la terra e il sole svegliati madre figlia svegliati donna è la festa del dolore è stato un incubo un rimorso un ricordo lontano di quando vivemmo nel deserto e un bimbo partì solo invano come adesso poi venne l'acqua ricordi e la palude popolata di mostri e quando approdammo morenti sulla riva stringemmo un ramo che diventò bastone zappa falce libro nave aeroplano e i nostri figli giocarono nel sole il mare baciava la fronte al contadino che aveva fatto un giardino nel deserto e portava ceste di frutta il mattino per alleviare l'avidità del nascituro e il dolore del malato svegliati amore mio che il sole di nuovo è nato e bisogna andare senza voltarsi senza guardare indietro il Creato ci chiama il creatore ci ha assegnato un altro giorno splendido giorno per partire Voga voga marinaio sopra l'onda voga voga marinaio sopra il mare io verrò a navigare sempre con te sono mill'anni che aspetto quest'amore sono la sirena dei sette mari il vento mi ha portato notizie di te sono nata nel palazzo di corallo di mio padre sotto l'onde dagli abissi sono venuta sino a te il demone dell'onde geloso mi ha tentato ma Galatea mi ha difeso così sono arrivata fino a te la notte dagli scogli veglio la tua casa e sogno d'essere sposa ma la mia casa è il mare voga voga marinaio sopra l'onde
voga voga marinaio sopra il mare io verrò a navigare sempre con te Dal confine dell'ansia chiedesti una goccia d'amore rispose il tuo eco a tanto dolore straniero pioniere uomo di frontiera sei tu con la zappa e la spada combatti le zolle e i nemici per fare i campi felici poi aspetti i primi frutti e quando arrivano i primi gruppi dividi tutto in parti uguali e riparti con la zappa e la spada in cerca di campi felici straniero pioniere uomo di frontiera sei tu solitario e scontroso geloso d'amore che non ha che da sempre è deciso a cercare e non sa conservare Vide dalla culla per la prima volta la palla del sole tramontare all'orizzonte e cercò di stringerla fra le dita pianse per la sua prima sconfitta In un mattino di sole così senza parole partì è bella la fine come l'inizio una creatura che nasce una che muore tu ricorda bimba mia dovrai essere sincera grande forte battagliera e puoi piangere anche tu dai buchi delle nuvole sulle colline aride splende il sole si passa nella vita solo dalla pazzia per raggiungere un po di fantasia dopo l'inverno che ci deprime la primavera sempre viene era d'aprile sentii cantare alla luna gli usignoli sentii gli acuti odori del campo in fiore così è l'amore L'alba ha baciato il sole prima di partire i fiori delle valle risplendono di rugiada la campana della Certosa spande rintocchi sulla strada il mondo è più bello quando nasce una bambina
è nata Maria Luisa stamattina Luisa Luisella bimba mia bella bella bella come la luna come il sole tu brilli d'amore Piccola piccola piccola mia piccolo piccolo piccolo fiore tu sei la vita tu sei l'amore tu sei l'amore di mamma e papà Buongiorno amore mio sei grande stamattina tu sei una brava bambina e vuoi giocare con papà Stella stellina che vieni nel cielo a disegnare la notte di luci e colori dimmi dimmi dove sono gli amori degli uomini Grazie mio Dio per questa bambina dolce e bella calda e piccina Dolce Luisella sei una stella sei una stella calata dal cielo Luisa amore mio ti ha voluta Dio ti vuole la mamma e ti ci voglio anch'io Mariolina quando è nata un fata l'ha baciata Mariolina è una stella la più bella della città con gli occhi sempre aperti resta al letto Mariolina e aspetta la canzoncina che le canta il suo papà Solca il veliero il mare in tempesta le onde spezza il maestrale e ne imbianca la cresta solca la notte col tuo lettino solca la notte divina mia adorata bambina fai la brava
che fai soffrire le pene alle dolci sirene quando raggiungi la riva è già mattina mia adorata bambina Girano le bimbe che vogliono giocare gira babbo che ci vuole bene gira la terra che ci sostiene gira la luna che è la regina giorno i pianeti che sono tanti girano girano tutti quanti gira gira intorno al sole pieno di calore gira gira intorno alle stelle che sono belle gira gira come la terra che ci sostiene gira gira come la luna che è regina gira gira come i pianeti che sono tanti girano girano tutti quanti girano le bimbe che vogliono giocare La voce di mia moglie è la mia voce le voci delle mie bimbe sono la mia voce tutte le voci del mondo sono la mia voce Babbo Natale vive lontano nel paese delle nevi tutto l'anno prepara giocattoli e doni cose belle e ghiotte per i bambini buoni la notte di Natale prende la slitta attacca le renne carica i sacchi e mentre il vento fischia schiocca la frustra e via corre corre sul tappeto bianco la notte stellata mostra la strada corre corre le renne già stanche alitano fumo le bianche montagne fanno l'occhietto la luna illumina foreste coperte di nebbia e di latte corre corre sembra volare ha visitato paesi città intere nazioni ed eccolo alla porta di casa nostra scende pian piano in silenzio un sacco sulla spalla si mette pian piano apre la porta lascia tanti doni sotto l'albero ad Anna e Luisa che dormono dà un bacio in fronte la barba di Babbo Natale solletica sempre il viso alle bimbe poi beve la cioccolata calda assaggia un biscotto mentre la renna dà un morso alla carota e piano accosta la porta e riparte per portare regali a tutti i bimbi bravi del mondo La vecchia Befana ridacchia felice nel cielo la scopa fatata cavalca il sacco in spalla vola vola e s'infila tra le nuvole parla da sola canta
la sua voce di vecchina si spande cristallina tra le stelle entra nei camini per appendere calze per i bambini ma prima dalle finestre si affaccia per spiare se dormono tutti poi pian piano apre le porte senza far rumore entra soddisfatta premia tutte le bimbe brave addormentate ai bimbi birboni cenere e carboni
INDICE
Che ricordi può avere oggi l'uomo? Non voglio più case non voglio più chiese La donna è avara di piaceri Staccò le vele da lei In fondo al sentiero Cose Piango per tutte le donne Sotto il ponte di Nevers C'è un signore che è uno scienziato Era chiara come l'alba di una notte di tempesta Apri i tuoi fianchi e dai la vita donna Vi voglio parlare di un angelo I cavalieri della luce Amore dio crudele e grande Rose di maggio Con un sorriso In balia delle onde Nella palude Lenti i flutti accarezzano la terra Quando un bimbo piange Due giorni di sole Bimba vorrei negli occhi tuoi specchiare i sogni miei La faccia nella polvere Voga voga marinaio Dal confine dell'ansia Vide dalla culla per la prima volta la palla del sole In un mattino di sole L'alba ha baciato il sole Luisa Luisella Piccola piccola Buongiorno amore mio Stella stellina Grazie mio Dio Dolce Luisella Mariolina quando è nata una fata l'ha baciata Solca il veliero il mare in tempesta Girano le bimbe La voce di mia moglie Babbo Natale La vecchia Befana
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Biografia Rocco Garrapa nasce a Melpignano in Provincia di Lecce nel 1942. A diciassette anni si trasferisce a Zurigo e, successivamente, in Toscana, facendo diversi mestieri. Consegue la laurea alla Università di Siena, seguita da varie specializzazioni, nonché dalla abilitazione all'insegnamento. Negli anni settanta soggiorna lungamente a Parigi, Londra e soprattutto, negli U.S.A., dopo l'ottenimento, nel 1972, di un'assistantship al "Modern Language Department" della M.S.U. per insegnare Italiano e, nel 1973, l'ammissione alla "Graduate School" della University of Maryland-College Park. Negli U.S.A. collabora anche con la stampa universitaria. Ritornato in Italia continua gli studi e insegna per alcuni anni presso l'Università di Siena, Istituto di Lingue. Da questa Università nel 1978 riceve una borsa di studio, da utilizzare presso la Columbia University di New York quale Visiting Professor. Nipote di poeta scrive poesie sin dall'adolescenza. Il tempo e le disparate esperienze culturali influenzano e indirizzano il suo modo di esprimersi. Lo stile singolare ritiene tutta la freschezza che proviene dalla speranza e che va oltre la sofferenza e la rabbia suscitata dalla presa di coscienza personale della realtà, connessa alle problematiche e alla lotta che ovviamente ne consegue. Negli ultimi periodi di attività nascono e si sviluppano specifici interessi per la pittura, la psicologia, la fisica, che confluiscono nella grande matrice mitologica, tramandata dalla tradizione orale del paese grecanico dove nasce. Esercita da quasi un ventennio la professione di ricercatore per amministrazione private e pubbliche e la sua attività pubblicistica in materia spazia nel campo economico-sociale e territoriale. Pubblica nel 1980 per le Edizioni Il Torchio di Firenze il libro di poesie "Vulcani Spenti", seguito nel 1983 per le Nuovedizioni E. Vallecchi di Firenze dal volume "Libero da bisogno". La sua attività poetica continua nel 1984 con il volume intitolato "Il ritorno di Minerva".