Dedicato a mia figlia Maria Luisa cuor contento
ROCCO GARRAPA
M E T A T O il
prato
fuori testo 15 acquarelli dell'autore eseguito interamente dell'autore Firenze 1993
Era verde la mia valle tanta erba generò il figliolo ritornando il Paradiso ritrovò Ritornava il nostro eroe a cavallo della notte mani vuote a coppa al cielo le speranze tutte rotte dal confine fino al prato semi-vergini ha incontrato travestite da matrone gli han cantato la canzone della patria e per il re le suorine sopra il colle si svegliavano al mattino la preghiera il lor destino la Certosa era al di là il mio mondo stava qua con gli amori coi dolori del sogno già spezzato della tenera mia età il desiderio di gloria che svanisce c'imprigiona nella tua bocca Achille che raccogli qualche goccia dal gran vaso di speranza seno alla tua madre liquefatta dal tuo amore Com'è verde la mia valle questa notte t'ho sognata le volute della nebbia t'hanno invasa E poi questo rimane dopo l'alluvione tre ragazze brave e un uomo da stupore Una perturbazione siderale convulsioni che sembrano eterne poi l'espulsione e nasce O.K.R. figlio della Terra ruota nel Nuovo Sistema Solare intorno a Teti che l'attrae entrambi inclusi nella Galassia di Minerva Danza O.K.R. e canta una canzone questo corpo è il mio pianeta un sistema di pianeti noi si nasce per girare sono allegro come il mondo appena nato giro intorno alle stelle le più belle state attenti a non toccarle quando girano con me questo corpo è il mio pianeta un sistema di pianeti e mi piace girar con te te e te
vuoi tu giocar con me? Figlio del desiderio bestiale toro destino di forza delle nostre terre schiave del mare capro espiatorio vittima sacrificale e dio crudele dell'uomo stretto tra il fuoco che sprigiona il ventre della terra e il fratello sole al crudo soffio del vento carico di sale mangi la fanciulla che ti vuole amante funesta e madre prigioniero del padre tuo mortale in questo labirinto simbolo del ruffiano il piÚ geniale celi nel corno il tuo mistero perire e vincere l'eroe che muore quando veste le tue spoglie per gloriarsi tra piccoli uomini e donne figlie del male la sorella traditrice ora l'eroe tradisce che un dio l'aspetta in mezzo al mare l'unico dio che la capisce per perderla nello spazio siderale e mentre la tragica stirpe di Minosse travolge il dolore il Minotauro libera il cuore umano e il mostro muore C'è Minerva sotto un albero grande che legge e io parlo poco distante con un altoparlante a gente inesistente poi arriva un'astronave piena di bambini per ascoltare le mie storie fiabe le piÚ strane di quando le galline sono nane e io semino il campo a grano da piccolo grande nano e mangiano le galline il grano e diventano giganti che vanno a spasso nei boschi a sposare serpenti e nasce il basilisco che tanto gli piace mangiare le bambine il padre si ribella prende per il collo il nano per allungarlo ma lui si divincola e si mangia il grano un urlo bestiale da gigante e la guerra dichiara ma il basilisco lo pietrifica poi contento del male fatto nella notte tranquillo dorme e schianta d'un colpo con la clava in mano esce dalla grotta il poveruomo e la dà in testa alla gallina che gli fa l'ovo muoiono tutte le galline
di crepacuore eccetto la più bella che diventa piccina per la paura la dea la chiama donna lei s'arrabbia e l'uomo scappa per il terrore e gli manca il cuore di restava solo nella grotta a disegnare chè nessuno lo sta a guardare finchè arriva l'astronave con voi bambini contastorie vieni con noi? sorride Minerva Povere Teti e Minerva deluse dagli dei scendono a terra ad amare Teti il figlio suo mortale Minerva Ulisse fedigrafo guerriero amorale che rifiuta di diventare dio per amore della sua terra e trova alla porta di casa Pan Minerva non vuole perchè figlia di Giove Teti invano si rifiuta è sorpresa nel sonno e costretta a subire violenza da Peleo criminale Achille vinto e vincitore? solo te madre lo puoi sapere al ciel levi il figlio tuo mortale immortale d'amore Giove abbassa la testa e piange il suo cuore Giunone chiude gli occhi per non vedere Ora Achille sei solo in fronte al mare senti che con te muore l'eroe vuoi salvare la donna e strapparla alle viscere del mare l'unico tuo amore immorale che ti concede padre Giove ma non sai come fare porti l'Olimpo nell'Ade e vivi immortale Al tramonto Icaro fiotta sullo scoglio giallo il sogno suo funesto di volare da Teti la predestinata sale la nenia che il rifiuto lava con lacrime del mare che crea la glauca dea invano la consola dal balcone del suo seno Erittonio contempla l'incompiuto volgere del carro del sole Dice il passerotto vedo penzolare dalla forca due uccelli impiccati dai solati il corvo chiede la riunione partecipano il gufo la civetta l'usignolo e il pavone
il corvo vuole fare il presidente parla d'ecologia della mente di colore d'ambiente tutto da rifare e di religione il gufo si ritira nel silenzio la civetta prende a dormire l'usignolo canta la sua canzone il passerotto spaventato si nasconde sotto la ruota del pavone il corvo chiude la riunione approvata all'unanimità la mozione Mi sovviene l'Etrusco qui a Metato schiacciato dal colono zotico ignorante satollo d'orzo e d'aglio puzzolente che crea l'impero violento ladro parte dall'agro lupi e pastori dalla foresta chiama e dai tuguri e l'arruola soldati squadra la roccia con la mazza e s'adatta mentre a spintoni avanza senza una donna che l'ama da serpente sempre in giro a edificare città a tracciare strade confini che subito cancella e romanamente amplia la sua legge lo richiede tutta una vita da guerriero a marciare da sud a est a settentrione povero romano e quando piove morte dal nemico si fa tartarugotto con lo scudo cura la ferita con il fuoco e riparte più ignorante di prima l'aquila lo guida e Giove lo vuole con la legge e la spada di Marte in mano degno avo di San Marco veneziano divino conquistatore del cardo e decumano in Etruria Cartagine Atene Alessandria Gerusalemme Babilonia sempre s'aggiudica una tenda e il cimitero e da parco guerriero qualche preda se serve sulla strada il resto l'invia per il trionfo a Roma cianfrusaglie il popolo così si diverte alle terme i nobili si scambiano province e schiave di nascosto alle matrone pare che a Roma pare dicono la sua e per significare d'esser brave usano mostrare i gioielli poveri Gracchi belli morti ammazzati a detta degli storici onestamente cioè da bravi guerrieri repubblicani e nobili
di cuore democratici riformisti di sinistra o qualcosa del genere tanto per riferirsi all'etichette moderne un pò più vicini ai diseredati insomma vittime a prima vista che come la storia dimostra risultano invece guerrieri i più potenti d'ogni età e generazione da Mosè a Gandhi a Mandela o a chi ti pare lettore e tu Jahvè ben lo sai da buon trascendentale dio asssetato di potere dal deserto miri al cuore di Roma e turlupini l'impero il messaggio del tuo figliolo e l'uomo oggi guerriero totale sul pianeta Jahvè io da t'abbandono da bimbo da quando il tuo prete all'oratorio colpi di chiave attraventa sulla testa e pizzica colle unghie di sciacallo pulci secche che piagano la pelle ai bimbi trovatori punisce così i loro cuori in nome del Figlio del Signore violento traditore spacco l'oratorio e vado via inutile tenta la madre mia di riportarmi all'altare come la nonna lei mi vuole prete a lavare i suoi peccati io prendo sulle spalle i pochi peccati che posso e l'essere te inutile madre a me e ai miei e cerco nuovi continenti di pensiero le idee prefabbricate rifiuto rompo le stalle e libero i buoi spezzo le zappe e faccio le spade come tu vuoi caro Jahvè e con l'esercito parto novello Giosuè a sterminare i nemici palestinesi di ieri e chi prende l'oro per sè impalato la preda tutta allo stato che sei tu ch'è la tribù la famiglia il soldato tutto a te sempre cioè che sei il cuore della guerra e di che ti meravigli se oggi sterminatori schiavisti stupratori capitalisti comunisti cattolici protestanti ogni chiesa cioèè in fuga dalla vecchia capitale dell'impero da tuo Figlio conquistata imparano a gestire in proprio e non su delega la tua rapina e malafede e voi ragazze in fiore piatelle impenitenti beghine baciapile povere valchirie ridotte a mamme buone
tutte vecchiette anzitempo sempre pronte a preparare al guerriero del popolo eletto che parte in battaglia l'ultima colazione accettate l'amore del figlio di Jahvè praticate voi stesse il perdono e se non ce la fate per voi stesse preparate l'ultima colazione lo so la concezione del bene e del male per chi vive in eterno può essere diversa dalla mia ma io mangio il frutto dell'albero della conoscenza e della vita ogni giorno e se non muoio in battaglia prima voglio capire cosa significa e dove porta la storia dell'uomo sul pianeta Io t'amo figlio d'ingrato padre per il tuo perdono non vuoi doveri da me e ti fai ostia da mangiare al popolo guerriero di tuo padre che vuoi solo amare e per dimostrare l'inutilità della guerra alla croce consegni la tua vita in nome della tua coerenza il mio cuore innocente di bimbo si fa pane per lustri interi obbediente cibo in bocca agli affamati avverso i popoli guerrieri che inseguo fin sui più alti monti finchè non resta più niente di me stanco sbocconcellato malato nel corpo e nello spirito nel cuore adolescente conservo pur sempre il tuo messaggio e dalla comunità grecanica piccolo uomo parto ancora senza dente nè mano nè mente pel vecchio continente viaggio a riportare la guerra come fa mio padre quando nasco e vuole mia madre infausta donna l'unico mestiere pii genitori che m'insegnate tramandato da sempre da padre a padre confesso che tra tribù guerriere le più avanzate giovane barbaro guerriero inerme vesto la maschera d'innocuo apprendista per salvare la pelle e sopravvivo tenero Achille è vero nascosto tra le gonne delle donne indeciso se anonimo re di me stesso invecchiare in pace con la madre accanto sorda demente o immortale fra gli uomini sfidare gli dei e soggiacere giovane alle Parche e tuttora indeciso reduce veterano chiedo il miracolo di restare guerriero adolescente di pace in cuore chè con l'aiuto di Minerva rifiuto la dura legge del padre e avanzo di un passo rispetto a Tifeo che mi precede
nella speranza del sorpasso prima del ritorno alle stelle e la certezza di venire qui un giorno a testimoniare che il mostro si scioglie nel ventre della notte ma ancora e sempre risorge quando l'uomo distruttore l'evoca e con il dubbio nel cuore resto per questo me e te fratello perdono ovunque e chiunque sei nel nome del Figliolo che ha il coraggio di farsi ostia per noi per cui io tento di continuare a esser pane per chi ha fame te mistico Fratello di perdono ch'amo e tengo caro amico e compagno d'azione e di pensiero da quando rifiuto i miti del guerriero e i riti di sangue con te saggia Minerva bella che tengo stretta al mio cuore sempre mistica compagna della tradizione Sorella amata la piÚ divina la donna colorata nei canti di battaglia che fugano le notti di terrore sotto la tenda l'amore d'una vita di guerriero l'unica ch'oso allevare nel mio striminzito cuore io vecchio cavaliere del mondo che sogno a cospetto della notte e del giorno a venire per il vostro il mio e il bene dell'uomo unisco in matrimonio E quest'amore ch'erompe dentro come un fiume in piena anch'io voglio offrire un giorno a una donna terrena comune piccola come me amica del cuore rispettosa di sè e dell'idea eroica dei figli senza padre per sentirmi me stesso uomo antico e nuovo ogni tempo ha le sue difficoltà e occasioni per far sopravvivere i migliori con giustizia a segnare la strada certo questo vale per noi figli delle grotte in assoluto per i figli del mondo nuovo bisogna migliorare la democrazia e il sociale crescere il seme dell'intelligenza la verità la giustizia ci vuole cura e amore per i giovani e l'armonia del pensiero illuminata dalla ragione fiorisce dal cuore e dal corpo vigoroso del guerriero di pace conscio del mistero della vita e della sua provenienza astrale
E presto il fato mi porta sul continente europeo ferito a morte mi rifugio nella dolce Toscana amata dei sogni e d'ideali come dipinta da bambino il padre Omero saggio passa la mano a Dante Dante a Boccaccio declina e con tutti e tre reinvento il mondo in cerchio giochiamo a girotondo e penso ancora di poter creare accanto al fiume amato che s'apre a gomitate tra i colli il suo pasaggio al mare voglio una vita nuova e la cerco dove sognare amare riposare a Siena su un colle fresco e dentro una valle afosa a Firenze accanto al mercante che da mill'anni tenta di congiungersi a Minerva senza sapere niente della mia gente e della tragedia del mare forse perchè figlio dell'Etrusco il classico tormento a te mi lega e la ricerca dell'ignoto padre Sul fresco colle evoco la dolce armonia della ninfa addormentata al rivo povero guerriero ferito là capitato a riflettere la chiamo e lei arriva dono del giorno la guardo estasiato invece di zompargli addosso la sto a guardare? mi sento strano e tutta la vita mia davanti agli occhi sfila storie di guerra furiosi attacchi agguati tradimenti ferite dolori lancinanti strategiche ritirate precipitose fughe ora vincitori e ora vinti e se la pelle è salva rizzarsi sù e continuare ma a che serve quest'inutile cercare sempre a corteggiare la morte da degno guerriero figlio di maschie tribù da crociato da soldato romano o da innocuo spartano all'uomo avvezzo insano frutto di palestra addestrato all'omicidio dell'ilota addormentato stupida guerra e stupido soldato
ora m'accorgo d'essere tradito i miei ideali m'invischiano nella pania mi tengono lontano dalla madre la sorella la figlia tanto attesa povera sposa per procura conquistata conosciuta all'altare e avvicinata solo al buio per procreare che al resto ci pensan le puttane tragicomico personaggio sono di momenti eterni vissuti da solo che neanche i figli mi conoscono tra una partenza e un ritorno rappresento sempre me stesso nella veste di vittima quando un assassino sono nella gigantesca sceneggiata della vita dove finaco gli dei uso per alleviare la paura e il senso di colpa di uomo annoiato dal matriarcato che sa di perdere irrimediabilmente il Paradiso e accusa il fato strana dignità di chi sa che ripete l'errore all'infinito oscuro senso di pudore di chi capisce di soggiacere sempre e urla e non cerca strumenti nuovi e non li trova e poi si consola tanto si muore soli è meglio s'accade in battaglia un colpo dato e uno ricevuto in simpatia da gentiluomini anzichè riconoscersi inadeguato umile piccolo e alla donna abbracciato magari in un letto e pure con la coscienza in pace per aver allevato al meglio i figlioli e prepararsi lumino a spegnersi all'apparir del nuovo mattino esperimento e obiettivo colpito felicità per me e per voi v'amo e non v'abbandono aspetto solo più in là nel buio della notte arretro e non mi potete vedere ma ci sono sempre e aiuto se mi volete basta chiamare pussa via mortacci tua è dura è vero ci vuole coraggio in campo aperto come mi fai pena povero soldato ovvia bevi corpo mio generoso oggi la sorte ci tenta di nuovo là fuori e se hai fortuna muori So cosa c'è attorno a te Venere ambigua
giro intorno intorno come il coltello fa all'arancia piano nella scorza senza far del male senza levare una goccia al succo senza mai tagliare gli spicchi raggi lucenti succolenti di sole da mangiare avido sono e m'impedisco di divorare io smetto di mangiare sacre prede offerte in sacrificio è forse bello il fiore colto e nel vaso messo a tacere? è bene che stia sul prato il prato verdeggiante fiore d'odorare trapunto il cielo con le stelle trapunta la valle in fiore da un mondo di colore E questa è contempalzione puttana di Venere mia pasionaria adorata nel mio sacco a pelo resta solo una cacata che ti scappa per paura durante l'imboscata E ora sono curiose vogliono sapere mi chiedono chi sono un nome vitaccia cavallina me la sbrigo sempre da solo e la migliore difesa è l'attacco nessuno da bambino m'insegna a parlare in missione se parlo è per comandare basta un gesto per intimorire il ruolo o la divisa fa il resto a me non serve comunicare io arringo prima di partire all'attacco e ch'indietreggia muore così perchè non so parlare tento la scrittura e il colore ma ditemi come fa a spiegare il dolore un amante della vita mi viene da piangere e non lo so fare penso al guerriero che sono è solo il ricordo che resta al pellegrino ch'anela al Paradiso nuovo è sola luce ch'illumina i figli del tempo senz'età con i mostri in lotta padri nostri primi che generano i figli delle grotte a cui nascono gli eroi aiutati da giganti buoni e nani e resi invulnerabili dalle madri dee pietose uomini di frontiera che sopravvivono il breve spazio fra vita e morte concesso al figlio mortale che subito ritorna nel ventre alla grande madre
dopo l'impresa i figli delle grotte si concedono solo una volta al sole un breve istante per piangere il figlio eroe e donare le ceneri al vento che sparge il loro amore che crea e per questo l'eroe paga il prezzo al mostro morente che con le spoglie passa il dolore d'esser tale inocula il veleno del dubbio eredità triste per il cuore dell'uomo che osa senza fede veleno che nell'onda s'insinua e risuona male che s'amplia in tempi barbari burloni come i nostri solo ai figli di Minerva si permette dare all'eroe pace e memoria degna raccolgono l'ideale che il vento consegna nel cavo della mano lo salano nel mare del dolore lo lanciano al cielo al padre trascendentale ignoto Erittonio in attesa lo raccoglie per intiepidirlo al seno verginale della madre e dal divino balcone in esplorazione siderale piovono semi dei figli del cuore che popolano i Sistemi Solari quelli che cadono sulla Terra il soffio d'Eolo spinge e per fortuna tutti non affogano nel mare i pochi sopravissuti su isole sperdute guardano alle comete legano mente corpo e cuore per viaggiare sull'alito del creatore nel nuovo spazio atemporale dell'uomo sui pianeti e dalle stelle dei desideri cadono lacrime di gioia sulla Terra e gli uomini tutti cantori diventano chè sanno creare arcipelaghi d'amore in pace vivono e cantano i sogni impossibili dei padri che a loro si congiungono in cuore per non restare più soli pionieri senza nome Fuoco che brucia deve bruciare donna l'amore è fuoco se senza fiamma resti a scaldare il tuo corpo non ti preoccupare per te qui non finisce la storia non scambiare il fuoco che brucia con te che sei fuoco perenne se provi dolore non significa che non c'è amore in te è questa la condizione umana se non hai energia dormi e sogna ma non chidere baracca mai se non per fare l'inventario mai per sempre comunque per questo ci pensa la morte del corpo non dire anzitempo alla dea io non cerco più rifletti e cerca intraprendi di nuovo il viaggio dopo ogni fallimento pellegrina sulla terra a te in dono e che sai custodire ergiti
e vai a cercare i romani se sono loro a nascere oggi e segna il domani che si fa col presente ch'è nelle tue mani come il pane coi cereali sono soli anche i romani sai hanno bisogno di compagne che sanno prendere e dare per creare la nuova Roma sei orgogliosa donna sabina offri quel che hai fatti rubare prendere e lasciare s'è necessario della tua vita puoi fare ciò che ti pare ma alzati e vai non titubare se i guerrieri ciechi non ti vedono sbattili sotto il naso che ci sei e amali al meglio che puoi donati interamente a quei caproni puzzolenti lavali coi tuoi umori e sanali basta che resti fedele a te stessa e puoi se segui sempre il tuo cuore che sente che sa ch'è tutto giusto e va bene così Mi rivedo bambino disperato che parto dal paesello e tra le più alte montagne mi rifugio giusto com'adesso vengo a te Metato però non ritrovo il Grande Tell amo il Grande Tell ombra del padre temerario cosa m'insegni mai nella tua patria lo sfruttamento del figlio la ribellione dello sfruttamento e lo sfruttamento della ribellione mezzo morto scendo a valle per l'ultima volta accanto al genitore traditore capostipite schiavo del potere e di Giove resta te a servire il papa e il re Ulisse ti riporta il fato alla patria lontano dall'isola incantata dove Calipso avvolta di colore t'impedisce il mare per la malinconia che rode il cuore povero Ulisse non scordi in braccio alla dea di te innamorata miti famiglia e moglie madre di Pan ora continui l'infinita ricerca quel tuo inutile viaggiare che alla fine ti porta in pace tra gente lontana dal mare piccola gente che sa solo fare l'agricoltore e scambia il remo colle pale
e la pace che trovi ti muore col cuore che capisci che non c'è niente da capire e Nettuno ancora vince chè in qualsiasi terra dove vai muori solo come in alto mare Che strano circolo quello dell'impero in fuga ancora dal meridione approdo nell'agro romano di beneamata memoria paludoso sito di piccolo potere post-liberazione italiana cleri-coloniale di non so quale ideale democristo gabellato per cristiano assistenziale povera Roma di nuovo impali il Galileo in Vaticano la Chiesa viaggia col tempo in autoblindata e quando Pietro un tuo principe ritrova il pellegrino stanco sul ciglio della strada non lo degna neanche di uno sguardo Francesco fratello amato resti l'unico fortunato a Roma vieni ci si tiene compagnia noi due da buoni viaggiatori sulla strada quel che ci sta dietro è niente ogni giorno è il primo e l'ultimo giorno esiste solo il presente il futuro un cupo appuntamento se al presente non si mette mano per dipingere il mondo coi colori che amiamo altrimenti se non esiste giusto come il passato che serve al cantastorie il raccontare belle fiabe se appena una chitarra l'accompagna oppure niente ch'è la voce il primo strumento di dolore e di gioia il primo solista impenitente del cuore per cui Roma mia fatti amare come sei veramente donna dalla dura pelle e la mente sempreverde il dono a rappresentare se appena s'indebolisce l'istituzione dell'amore divino e terreno di guerriera matrona che ritorna bambina a indicare la strada meglio e più di prima Siena sul colle adagiata Siena amata che ti fai le seche al sole in ricordo della grandezza perduta senza togliere niente allo splendore della tua cultura ma nel significato che ogni primavera la lieta brigata
banda vagabonda eccitata da bianchi cavalieri vestita si buttano alla macchia alla maniera spartana e accoppano nobilotti e contadini dei contadi vicini l'inverso di quello che capita ai tardo-romani stravaccati quando la gente di campagna preme alle frontiere e spingi spingi crolla la palizzata il termine il confine dell'impero e a colpi di randello la civiltà romana come inizia ha fine te Siena chiusa nella dorata gloria di libero comune ultima a cedere alle brame del signore distesa al sole al suon di tamburi ora ricevi le straniere e gli studenti dabbene che s'industriano a capire la citta ideale ecologica fino a far male dolce affettuosa che nelle pietre conserva inciso l'amore di chi l'ama e teneramente ricambia New York gelida d'inverno corrusca d'estate tremi foresta d'asfalto all'avanzata dei tirannosauri mela marcia della strega di Biancaneve che invano allo specchio s'affida sei città bella senza eguali sospesa tra terra e cielo regali l'immagine d'onnipotenza riflesso nel trash can(1) mi lasci il segno delle folle affogate in milioni d'illusioni passioni estatiche finali tutti a correre busiti(2) senza sosta finchè non scoppia l'aorta t'abbandono contestata capitale per tornare nella provincia dell'impero dove la gente dorme è vero ma qualche volta ancora le capita di sognare Londra signora che non basta mai il tempo di conoscerti intera ogni volta che tocco il tuo bel volto ritiro la mano con orgoglio e dico t'amo e tanto basta ai figli di Minerva per fugare i mostri nel ventre della terra e al ricercatore dal cuore trovatore al colore intento che se gli capita d'incontrare sè stesso non si riconosce perchè cerca altrove grazie signora che ti concedi senza condizione che m'abbracci discreta al mio ritorno bianco sorriso
viso di dolore inespresso da sassone depresso e mi lasci un pezzo del tuo cuore io ti chiamo amore Parigi afrodisiaca e sognante dall'odore acre selvatico pungente frizzante come il ricordo lontano di un appuntamento che si perde e per caso si ritrova viverti dentro è come bere champagne dalle labbra di una donna che l'ostrica divora danzare in un caleidoscopio di colori concedersi all'amore di passaggio che t'offre baci focosi alla zuppa di cipolle scrivere poesie in bistrò appartato col cuore abbandonato al Lungosenna E voi tutte città che m'ospitate io vi cerco per cantare le bellezze riflesse negli occhi delle dee neonate quanti viaggi di piacere in ognuno lascio un pezzo di cuore v'amo tutt'insieme in un unico grande abbraccio vi stringo Firenze e Venezia ricordi nella testa di sovrane che invano tendono la mano a Roma Atene Londra Parigi Vienna e Madrid chè hanno le loro gatte da pelare Siena stagionata bambina sempre d'amazzone vestita te New York misteriosa Los Angeles ansiosa San Francisco l'occidentale con gli occhi a mandorla e te New Orleans deliziosa Chicago ventre freddo Philadelphia altera Boston pensosa e poi Madrid gran signora Il Cairo popolosa Istanbul la bella Atene la sorella tutte care piccole medie e grandi città europee americane e italiane le più desiderate per quattro continenti dall'occidente all'oriente dal nord al sud da Bankock a Istanbul dal Cairo a Edinburg da Londra a New York da Montreal a Houston tutto è un sogno una lunga ricerca da rinnovellare se un tantino appena mi regge il cuore di ripassare per le strade pellegrino dopo tre lustri di custode di tenda al cuore bambino di queste adorate dee in esplorazione adolescenti in erba ormai
chè se l'ombra appena s'avvicina del vecchio cavaliere per mostrarsi brave sparano atomiche testate da far entrare in orbita galattica anche le vecchie fate Firenze cara Firenze tu che la ricerca mia impregni di sapore provinciale m'insegni a ritrovare il sonno nell'abbraccio della valle annebbiata e alla riflessione m'inviti al piano superiore in Via della Scala onore a La Pira oggi mi chiami qui a Metato da giovane Lorenzo m'ispira da te per abitudine esiliato io ti ringrazio che m'ospiti con sufficienza mascherata da pretesa capitale della cultura occidentale per meriti di culla madre si fa per dire ricordo quando mezzo addormentato come sono tenti lavare il ciuco senza perdere il sapone e il ranno pardon di castrare il ciuco benevolmente commenti per motivi precauzionali sanitari correggi mentali tuoi io aggiungo per degnazione all'ospite che ricevi e così svagatamente tra il cinico e lo spudorato metti anche mano al coltello per riarruolarmi soldato io penso alla circoncisione da ebreo e decisamente rifiuto e ti sorprendi che reduce scoglionato turbato nell'intimità mi monta la mosca al naso e l'abbozzi e il coltello che nascondi dietro il deretano cade dalla tua mano di contadino appena inurbato che non ce la fai a nascondere la maschera di vampiretto rosso fratello scemo è vero ti muovi sgraziato a Pitti Bimbo se la vita nelle piantagioni non m'inganna te resti servo a Palazzo te e i tuoi figli per qualche generazione almeno chè non basta una per fare un dottore inadeguato il credo e confuso il coltello che casca lascia un segno solo il segno del giglio Firenze nel palazzo del Granducato occupato dagli studenti la prigione è chiusa e il giudice si scusa bello il giglio
l'osservo ben ibridato a primavera al Giardino dell'Iris ci porto pure le bimbe per ammirarlo e non lo colgono così è più bello a vederlo magari a odorarlo e t'accorgi che non profuma alla collega che per spregio lo taglia e lo mette in vaso muore presto e tanto vale lasciarlo al suo posto e poi è un assassinio gratuito di un così bel fiore alto orgoglioso colorato e fresco che muore presto Firenze mi lasci fare e io ti lascio fare dignitosamente c'ignoriamo come piace a me e a te conviviamo giochiamo insieme alla manifestazione nelle piazze che a me ricordano il sogno della figlia di Giove caro Lorenzo come tanti amici miei muori al fronte guerriero letterato mistico eroe mancato non è mai alla sua gente colui che la rende indipendente e te ancora bruci del fuoco divampato del nuovo Rinascimento così presto tradito per quanto il tempo pensa a spegnerlo in me è sempre vivo e desto e mi fai tenerezza prete Alessandro epigono d'eroe all'immensa Asia destinato coraggioso nel cuore giovane forte e delicato messo a fare il pastore d'un gregge sgangherato che tutto sommmato è un gregge bono nel profondo l'innocenza originale pecore dolci obbedienti lattifere di periferia che se le carezzi appena vengono a te dolcemente dall'erba levano il muso trepido al tocco lieve del padrone riconoscenti e non c'è bisogno di cani a mostrare loro i denti che fanno solo finta di scappare fanno finta di saltare la siepe per guardare il panorama e poi dornano a casa a ingreppiarsi e nemmeno a parlarci ad andare alla guerra santa e meno male per quattro ideali lontani poi terreni o trascendentali che sono tutti uguali figuriamoci se rischiano d'essere sgrugnate per cose che non fruttano un duino e pure a beneficio dei potenti ladri mascalzoni
d'altronde che ci si può aspettare da un cristiano qui al Galluzzo basta scavare per trovare l'oro e se uno gli regge il cuore di Francesco pellegrino dolce fratello amato -che a me non regge e prendo la spadabasta mostrare quanto son poveri dentro e con pazienza e se non trombano prima il pastore è capace che una chiesa nuova la costruiscono per davvero nella valle in fiore Ha fretta il creatore strappa il blu al cielo e al mare il nero alla notte il bianco all'alba e il rosa all'aurora e l'impasta cogli altri colori che trova e l'incarna e fa Lilith e gli piace oltre ogni cosa e trema per la paura e a ridere scoppia poi ha pena e prova dolore ira e rabbia e ha fame ma si perdona e con un bacio le dà la vita lei sulla terra salta murmure si muove come un fiume al mare acqua fresca è il suo abbraccio il tocco lieve salutare della mano guarisce dove passa fiorisce la primavera i monti bianchi le labbra ciondolanti offrono cascate d'amore allora il Signore crea il maschio per poterla limitare i giovani amanti nel seme l'invischiano la fecondano e nascondono nelle grotte metà del mondo verdeggia la pianura la pioggia umida lava la sera stanca e misteriosa la notte chiude al mondo il suo fiore per il sonno pietoso che le dipinge di colore acceso il viso Le bandiere garriscono al vento i bianchi cavalli affaticati solcano le correnti il cavaliere in cerca della donna sognata farnetica questo sciogliersi lieve come la neve al sole questo mio amore Lilith per te con me non muore
Elena simulacro vano sogno del guerriero questo mio amore è vero e anche a lei piace sentire parlare il suo cuore anche se non capisce niente di quella montagna di parole di quell'uomo vagabondo violento fattosi eroe straniero a sè stesso alla fonte deve la vita al ventre il neonato così fertile si scioglie in braccio all'amato madre terra creatrice dea e schiava dionisiaca e spirituale e non capisce questo frenetico cercare del cavaliere ora che lei l'ama essere strano scapestrato e ancor più al suo uomo resta abbracciata del fiume linfa il sorriso porta del cielo finchè lui non l'abbandona crociato in partenza per la Terrasanta l'odia ferocemente non la impietosisce per Cristo il rosso sangue che versa inutile perde la direzione il ciclo vitale ferma e inaridisce la sua valle ora di fronte al distruttore s'erge famelica poi con lui s'allea per distruggere la terra schiude la notte il mattino nebbioso e appare il fiore velenoso del tradimento s'eclissa il giorno la notte fa posto e fugge l'aurora al sopraggiungere della morte piange il creatore e dal cielo piove stelle Sai creare giochi di luce lampi di cuore nel buio della notte fatale ma quando risplende la luce dei mille soli al cuore non nascondi più gli amori gli amori dei beati dei solitari dispensatori di baci universali questo sogno donne voi non lo capite mai che i baci ricevuti da chi crede e muore per l'ideale sono i radi raggi caduti nella notte dal sole del tramonto che rifiutate mentre splende di giorno
l'amano e lo capiscono solo gli adoratori del sole sacerdoti solitari del bene e del male del bene sparso nel mondo dal creatore dal male inventato dall'uomo e dalla donna Quando i compagni non si capiscono s'avviliscono s'odiano si tradiscono ognuno amplia inventa ricambia il male che riceve lui la morte amica della guerra porta a condanna lei strega lo segue fedele compagna e propina pozioni letali per censo gioia età a chi s'ama finchè la morte ogn'essere identifica e il corpo spossessa e sulla terra desolata cavalca sfrenata solo lei l'unica donna novella Sento la sera avanti la civetta sento della notturna luna il richiamo mi figuro una bella donna che mi dice t'amo certo solo la luna può fare questi scherzi solo la luna può ingannare la gente impunemente là sola tersa distante mette nel cuore dell'amante sogni speranze vane La luna sa che le donne sulla terra strane hanno l'amato accanto senza riconoscerlo e lo sognano lo vogliono lontano e per non riflettere per non agire dormono io non mi sporco la mano urla la compagna del nano preferisco il dolore alla gioia preferisco il silenzio ma l'incubo nella notte ritorna lo stato di permanente anestesia non indica la via povero ometto strafottente senti male prendi il coraggio con una mano sola da uomo normale per ritrovare te stesso e affrontare il nuovo esperimenti che ognuno fa da solo è vero ma il carro si muove e la compagna segue se vuole
Quanto è triste pensare male fratello quanto è triste pensare che non cè un sorriso per te sulla terra quanto è triste pensare che un giorno puoi morire in guerra quanto è triste pensare che non puoi mai avere da lei una carezza senza pagare quanto è triste pensare che il sole a primavera non ti porta l'ebbrezza di un sogno sempre atteso e mai avverato la gioia di un bimbo che gioca con te sul prato prima di desina la pace di una notte che quando posi la testa sul cuscino e dici a te stesso lavoro al meglio dò tanti miei talenti e prendo a giusto scambio io amo tutto di questo giorno grazie universo poso il mio fagottino di pene quotidiane su questa sedia accanto domani al risveglio lo riprendo e continuo il viaggio ora chiedo notte nel tuo ventre un sonno profondo ristoratore buona notte a tutti con amore vuoi provare? qui a Metato? E vedo sul prato migliaia di persone sotto la bandiera della religione il cuore si ferma per un istante assaporo la morte in anteprima per essere utile al presente come mai lo sono il prete della chiesetta sopra il monte la chiama conversione sempre ci tocca un angelo nell'ora del dolore commenta non dico mai a nessuno che quel giorno vedo il padre mio morto in guerra solo abbandonato cadavere a pancia all'aria sopra un prato e il prato nel sogno subito si ricompone in quello di fronte a casa mia tengo il segreto nascosto per non essere interdetto dai parenti come pazzo così tutto dono perchè sopra l'ossa di mio padre abbandonato a memoria della futura generazione è meglio se gioca un bimbo e non un soldato a far la guerra Cento giorni funesti passo assonnato sui miei libri per interpretare il passato decidere ma cosa? capisco che sono alla frontiera e non trovo posto per un vecchio soldato malato
nel capo allora prendo la spada un colpo preciso un corpo che cade il mio senza rinascere Sogno che un seme cade col sangue germoglia marcisce muore sola la vita per un soldato rinasce non so forse c'è speranza di vedere un bimbo giocare sul prato c'è speranza di sentire una donna cantare un cane abbaiare lontano alla luna dolce la sera m'allegra il cuore morire sulla linea dei monti degli abeti lontani vicino ai ricordi che stringono la gola di fuggiasco partigiano traditore in montagna la sera dentro il mio cuore è tempesta la sera che muoio è sempre giorno di festa Faccio l'inchino alla prima donna per le donne del creato è più facile farlo alla Madonna c'è l'alibi sacro il prete è giovane sbocca a sinistra come un fiume in piena c'è il prato per leggere il bosco per scappare il sole non c'è è normale c'è l'ombra della sera All'ombra della religione salgono al cielo i canti beneamati del soldato di Cristo le donne guerriere affaccendate servono la minestra ed è festa nel cuore del Signore trascendentale senza nome tutti stanno bene e in fuga è il male
a Metato Il mare è lontano Ulisse scorda la tempesta sul prato Cantano fino a tardi le donne ridono a gola spiegata da bambina son molti che m'amano ora tu cerchi l'amore che non c'è più in me dolce fanciulla dei teneri sogni perchè non t'ami? ora un vecchio ti stende la mano invano vuole non può vacilla si dà alla macchia si perde nel bosco si perde il vecchio che perde il cervello pendulo il labbro e l'idea il verde l'accoglie il mare di verde che avvolge chi si perde col cuore da fanciullo rinasce dolce fanciulla dei teneri sogni che hai paura d'amare ama il maschio dentro di te poi lasciati andare Ti vedo sorriso di fata ti chiamo e l'eco nell'orecchio risuona quando stanco mi sento morire con la sera per rinascere all'alba sono giovane ancora anzi bimbo e questo corpo appena nato risponde egregiamente ma la mente non vuole uccidere i tristi pensieri rivanga il passato si cheta per un attimo miracolo urla che si perde vuole parlare esiste e vuole esprimere le mille idee più veloci della parola sconclusionato borbottio bella figura si fa mente smetti di spaziare e dipingere il mondo di razionale da sempre come aquila voli a fiondare regole per tutti valide oggi c'è il colore del prato concentrati e godi mente apri la tua porta segreta a sogni e speranze di gioia e ogni pensiero nero sparisce nel nero nel vuoto non ti perdi siamo vuoto e dal vuoto veniamo fatti specchio che niente riflette dove pensieri nuvole sono sul quadrante del cielo corrono come puledri alla piana ed è bella la cavalcata fatti legnetto naufrago sull'onda che dondola ecco riappare Cambronne
urla meglio la morte che il disonore e te lascialo passare al galoppo con la torma infinita di pensieri estemporanei non si ferma il vento i mille pensieri di morte che sai creare lasciali passare prima di spirare mi sputa in faccia sangue e urla merde non ti preoccupare e vai a cercare i colori dell'arcobaleno e ridipingi il prato se ti figuri Cambronne puoi figurarti Lorenzo Il Magnifico quant'è bella giovinezza che si è vero funziona sono giovane sul prato con la mia fidanzata bene ora chiudi gli occhi e resta sul prato ma tu che ricordi? io ricordo sempre il sogno di un uomo che insemina le generazioni e lo spazio financo in punto di morte? sì beffa la moglie che strilla accanto al letto la casa vuota senza di te chissa come mi manchi ora cheso che vai via mi manchi io m'ammazzo e s'ammazza davvero? non lo so è un sogno e nel sogno lui ch'è viaggiatore astrale raccoglie quel sangue di Medea e lo riporta sulla terra e lei rinasce e con il corpo e il cuore cerca il dio della gente semplice e lui dov'è? altrove come non si sposano di nuovo? non so la seconda parte del sogno già lui è viaggiatore astrale già E viene il giorno che splende una luce piccola fioca in mano alla neonata privata del padre che non conosce quella piccola luce rivolta alla sera imminente è l'ultima preghiera di un cuore che muore che tramanda in mano alla figlia innocente dal lontano prato che l'accoglie ferito a morte il suo ultimo messaggio ama madre il figlio in mia vece ama il bimbo nel tempo dovuto io muoio senza ricevere e dare il tuo amore la battaglia infuria lontano la stagione è inclemente nella notte che presto arriva brilla al fulmine che incendia la vecchia quercia l'unico seme germogliato sul prato dal sangue del guerriero dell'ideale
avversato ma intrepido al gelo Lo so lo so sono inutili parole vane non ha importanza quanto canta il cantore chiude la voce la ripone beato accanto al cuore e lascia all'ascoltatore decidere lui va sul prato se resta un seme se al bimbo che raccoglie devoto un fiore in cambio il padre gli dona un bacio risponde nel cielo un coro di angeli e spietato spinge nella notte il rumore che produce il ferro del soldato che avanza e non sa la ragione Il bimbo vuole darmi un bacio sono folgorato m'avvicino come al fuoco di fronte al nemico spietato è piÚ saldo il mio cuore e stravinco ora il ginocchio piegato per essere leale apro le braccio il cuore mi brucia e lacrime scendono in fondo all'anima come gelo su germogli in fiore lo guardo negli occhi boccheggio ma lui ride felice vuoi essere mio amico? dice vieni giochiamo giochiamo ancora e mi trascina per mano giochiamo a soldato a soldato no meglio a scolaro e io faccio il maestro va bene? sÏ amore io ho tanto da imparare Mi porta lontano sul prato mi mostra i suoi tesori funghi rossi e gialli per mano mi porta lieve i tesori tocco meravigliato e piango felice mi mostra daini in corsa sbarra gli occi per l'uccello caduto dal nido lo curiamo e vola
al ritorno posa la testa sulla mia spalla non la disturbo col pianto il fiume che scende silenzioso non può vedere la bimba che s'affida al mio cuore di vecchio soldato Lavo i miei panni di pianto non piango nemmeno quando muore il padre la madre il fratello quando perdo la sorella ingoiata dalla paura della notte ora questa mia mano lorda di sangue l'imprigiona la manina d'una bimba che m'aiuta a ritrovare me stesso e nel bosco mi mostra le meraviglie delle piante di rovi corteccie d'alberi funghi luci e ombre dell'ignota sera abbandonata dal sole e piango per l'amore che non conosco il sangue che verso su un campo assolato sulla sabbia che il sangue beve per farlo scordare all'uomo che uccide il fratello e mi chiedo se c'è peccato più grande d'un bimbo deviato fatto soldato miserello senza saperlo Rappresentiamo il male mentre vogliamo il bene cerchiamo giustizia e libertà e troviamo la morte del cuore vogliamo dire amore e condanniamo innocenti ad espiare le colpe dei padri già morti inutimente passati - e questa è la loro condanna ora son trent'anni ricordo che l'ultima donna mi dice t'amo e non so dirglielo anch'io ti voglio bene ma rispondo impaziente bene dell'istante senza conseguenze che subito passa invece da trent'anni sopravvivo incosciente e guardo impaziente il tramonto Tre giorni fa viene a trovarmi un giovanotto hai torto marcio lo so e non so che fare perchè non smetti? perchè tu non cominci ad incassare? gli tiro un schiaffo d'allora sto qui a pagare il prezzo è salato
devio il mare e poi aspetto l'onda e il giovanotto più non c'è per insegnarmi a nuotare La signorina apre le braccia io la gelo non lo fare e vai via in lacrime scappa col suo amore stretto al petto non vedi che il gelo stronca fino all'ultimo fiore va via son vecchio e piango anch'io ora che sono solo il vecchio svanito si perde nel bosco se lo ritrova l'istituzione lo manda in pensione ma lui non sa contare più Ora che s'uccide senza sosta ora che si vince e la risposta arriva in tempo reale ora che si capisce che la risposta non c'è ora ch'è sera e non sappiamo che fare ora ch'è inutile anche vivere o morire ora ora che ora è? ma tanto non ha importanza l'ora aspettiamo una tromba che suoni tromba dei ricordi spezzata neanche tu puoi suonare ci siamo condannati a guardare l'onda che il mare provoca ci condanna alla vita a osservare senza più intervenire a morire mentre si cammina per misurare il tempo che occorre per riparare il danno che facciamo che indietro ci spinge alla nostra creazione alla scelta primordiale della rappresentazione del bene e del male per l'ultima occasione di girare la ruota nella giusta direzione Son tempi oscuri quelli del sole che brilla in vacanza per il drogato del dovere del lavoro gratuito l'abbandonato nella corsia d'ospedale il figlio scordato all'uscita della scuola lasciato in adozione buttato nel cassettone dell'immondizia l'atomica del pensiero dà le ali ai mostri padri nostri che generano i guerrieri totali per rinascere figli a noi stessi Il guerriero totale si distrugge da sè stesso pensa che non c'è più niente da fare esplde con la testata nucleare nel tentativo vano di disinnescare la bomba universale che fa saltare il mondo lui compreso
magra consolazione finale dell'uomo del potere costruisce la spada per assassinare il nemico che si trasforma in spada fatale e quando romano sconfitto cerca giustizia da eroe della patria non trova più neanche il cuore per suicidarsi Una turba di giovani inonda lo spazio di chitarra armati un casino infernale per me va bene prendo il microfono e principio a raccontare per loro sono canzoni e continuano a suonare tutti a ballare e io a raccontare il melodramma della vita povero cantastorie passano mesi anni sempre a ballare la musica che risuona uguale e io a tessere la storia infinita alla fine della manifestazione un grande applauso ringraziamo poi si spengono le luci la festa è finita e ci buttano fuori dal teatro Le donne quando invecchiano cantano antiche canzoni io le sto a guardare poi prendo la chitarra ma non so suonare che importanza ha canta Lorenzo canta le canzoni degli anni nostri inutili di guerra sfilano le illusioni su tutte le barriere da abbattere rivedo le sorelle abbandonate piangere tutte sole rivedo i figli selvatici odiare chi per l'ideale l'abbandona e suono e canto e accompagno la rievocazione per queste vecchie ragazze elettrizzate che rincorrono il tempo ora che Dioniso le bacia per l'ultima volta Giorni e giorni ad ascoltare il canto delle sirene che ritornano ora non importa più cantare Lorenzo siamo ossa imbiancate sulle rupi in fronte al mare Ulisse già le vede in polvere trasformarsi e salire al cielo i figli d'Ulisse poi muoiono da mille e mille generazioni e più nessuno ricorda gli scogli e le sirene più nessuno ricorda Ulisse e l'uomo da ritrovare Oggi che milioni di soli esplodono a illumunare lo spazio siderale oggi che l'uomo alla terra pulviscolo stellare si rivolge da altri pianeti è bello pensare che un giorno un seme vola nello spazio dalla navicella
e s'impianta nella nostra galassia nell'universo rotante sospesa alla Via Lattea ventre di stelle e dà vita a piccole civiltà che diventano eterne la civiltà terrestre è insignificante viene distrutta dal dolore il dolore che ancora si condensa nella sera guardate e il comandante l'astronave in missione nell'atmosfera terrestre mostra il colore grigio fuoco che avvolge il globo agli inviati a pensare sulla felicità universale della lega dello spazio astrale avanzato rinnovato estremo l'uomo perisce per distrazione di certo ma ancora le rovine conservano il segreto della distruzione pratica la guerra degrada l'amore falsa gli scambi cieco totale strumentalizza lo spirito privilegia la mente ricatta il corpo divino contenitore dell'idea di bene che sulla terra s'esprime per eccezione il potere che se n'avvede fomenta confusione separazione odio l'uomo perisce miseramente fuori della stanza del cuore senza capire senza sperimentare il gran mistero della vita niente resta nell'archeologia spaziale su questo pianeta suicida eccetto questo segno invertito che si può spiegare come indicatore d'escrescienza di un punto d'accumulazione impazzito dello spazio astrale ritardato estremo che non è lobiettivo d'indagine di questa missione Restano i segni della dispersione e tutto di nuovo si concentra un giorno nell'ombra d'un bimbo che salva il pianeta terra col gesto della mano che invia un bacio a tradimento nell'abbraccio a vuoto coll'ombre della madre e del padre inesistenti come lui da miliardi d'anni tempo del pianeta i genitori colgono a volo l'ultimo segno d'amore e mentre si spegne il sole lo portano lontano seme ora nel pianeta X.10000 O.K.R. c'è una branca d'istruzione complementare sull'uomo della terra pianeta della guerra sparito nel nulla miliardi d'anni prima dello spegnersi del sole si studia il seme che imprigiona l'ultimo raggio d'amore che può generare il corpo umano se lo vuole l'ignoto creatore davvero un pò seccato ma che vuole ancora tentare d'amare l'uomo pare Una fanciulla depone una corona in una tomba vuota che disegna a scuola è vero lei non sa ch'è una tomba la vede in sogno e la disegna e la dà al professore che non capisce sembra una fotografia di un pensiero viaggiatore
estinto milioni d'anni prima ardua è la sfida per il professore tenta ritenta non commenta e restituisce il disegno alla fanciulla per giocare ma lei lo ripone in cuore sa che forse un giorno nasce dal disegno del suo sogno un pianeta di colore sempre un mondo che muore lascia una sfumatura nell'ora di trasformazione e l'intuizione dell'innocente si condensa nell'antico pianeta della speranza Suona il tamburo richiama alla memoria moti di cuore forse il Palio di Siena un'anelito d'amore l'ultima vibrazione del corpo dell'amante incompresa lo sbocciare di un fiore certo è qualcosa che riguarda il mistero della vita s'è la morte a visitare il vecchio rudere porta un cancellino da scolaro la calce da imbianchino e la carta da parati mi sembra di capire questo pulsare dell'inesistente è un lontano richiamo della mente che non vuol morire senza combattere e ricorda al cuore irrazionale che prima è lei a regnare e crea la guerra che fa tremare la gente ma la pace figlia naturale degenere la scaccia duramente senza potere senza provviste nè materiale per una leale singola tenzone come l'eroe da immolare al mostro e la guerra sparisce d'un colpo sconfitta dal suo stesso furore sì che nessuno ne sente più parlare la mente d'allora rifiuta il razionale tanto alla donna felce a che serve così l'amore che non sta di molto a pensare sboccia nel cuore umano e disegna un mondo di colore con l'arcobaleno nascosto nelle mani della fata bambina che sempre dopo la tempesta appare e brilla mentre disegna un fiore con la nostalgia nel cuore del tempo speso invano dall'uomo Che dico alla figlia che chiede cortesia che dico quando viene la sera che il canto spegne alle tombe le candele? che i morti corrono incontro ai viventi a presentare i conti? il mio silenzio infame turbani i ricordi di guerriero
l'amore che non ha è macigno sul cuore dell'uomo e l'amore del padre e della madre vuoti credenti non fa denti da squalo al nuovo arrivato pian piano si rifiutano i dolci momenti spariscono gli amici e s'accoltellano i nemici invano chè i nemici son dentro ora ch'è sera e ci s'aspetta da me saggezza io non voglio più rispondere con l'urlo a cortesia in famiglia e altrove il peso dei rimorsi e per me dare significa silenzio che quando siamo assenti siamo assenti e se siamo presenti neanche ci riconoscono beneamati compagni di viaggio perciò se non ci rifugiamo nello spazio atemporale del cuore siamo ombre e ombre restiamo Tutta la notte sogno di rinascere e io lo giuro in fronte all'universo voglio rinascere nel cuore delle figlie e delle donne e accettarle da perfetto cavaliere diverse com'ogn'essere che vive e cortese in amore se questo vale io da sempre punto il piede che scivola alla rovina alla fossa che chiama al baratro orrendo che dentro non la morte mi trascina ma il tempo mal usato per il mio esperimento nel ricordo del passato che crea blocchi terribili a superare e il futuro che nel dubbio non invento ora io decido di mandare al diavolo il passato e il futuro per tessere magistrale il mio presente che fin'adesso vivo così semplicemente da ignavo ma ora lo trovo il coraggio d'iniziare v'assicuro L'altalena della vita mi fa dondolare strano ma io ho sempre le vertigini e ora no? è un pensiero anche questo bene non lo penso più e me ne libero mi piace dondolare e ci resto e decido che d'ora in avanti faccio quel che mi piace duro esperimento davvero per me parto e non so per dove ma non mi dispera essere solo lo sono sempre sono triste per l'amore che spreco
per la gioia che non dò per il giardino che non creo per i figli d'amare che non ho e se il tentativo riesce sono contento lo dedico alla tenera bimba che a me s'affida per un momento nel bosco e anche se da uomo rude e goffo faccio più male che bene mi perdono t'ama solo perchè essere grandi è importante per le bambine zitta mente anch'io l'amo perchè essere piccoli è molto importante per me e siamo pari ora credo al mio cuore che mi dice che l'amore comincia per caso e poi s'allarga a gradi come le spire intorno al sasso che butto nell'acqua a tutti piccoli vecchi giovani donne uomini animali vegetali minerali terra pianeti galassie esseri viventi e non viventi che conosco e non conosco io dico v'amo e in un unico abbraccio voglio e te padre universo per quest'amore cosmico che sento ti ringrazio Senti senti la campana che suona la bimba eccitata ci chiama alla cena della sera grazie per il cibo che mi dai io sono sempre buona mi piace la tua preghiera bambina mia d'amore tanto presto scorda tutto è vero cara mente ma almeno lei è sincera e tu un altoparlante che rompe non t'appassionare se non vuoi soffrire ti ricordo io cosa fa l'amore a un disgraziato come te che sceglie la guerra al momento di partire alla chetichella ovvio nel vederla che t'aspetta alla porta e piange di nascosto la ripaghi con uno spintone che la butta per terra e senza scusarti scappi perchè non sai consolarla sì è vero del passato mi vergogno ma almeno non dipingo il mondo con i tuoi colori stasera ti regalo una scatola d'acquarelli nuovi e vediamo se smetti coi pensieri negativi e mi sputtani meno Sento da tre giorni il mio demone chiamare la tua vita in cambio di niente per gli errori passati lo spreco dell'amore l'assassinio d'innocenti faccio finta di non sentire ma mi trema il cuore poi tutto torna d'ordinaria amministrazione nascondo i corpi morti in fretta e mi preparo alle prossime battaglie della notte la posta
vivere o morire il gioco cambiare direzione strumenti zero inutile la programmazione Sono tempi ardui per cambiare cambiare direzione? andare a farsi degradare? perchè? non lo so bella giustificazione ti possono fucilare e io sono d'accordo conte uccello del malaugurio è il minimo che tocca a un traditore e questo è vero affanculo affanculo te mente e dimmi con chi stai per favore l'istituzione decide che non valgo la corda dell'impiccagione Il cuore chiede di collaborare la mente va in pensione senza mente e con il cuore mi lascio scivolare nell'esercizio della notte obiettivo raggiungere la vetta però non riesco nè a scendere nè a scalare è tutto un eterno ruzzolare scivolo scivolo e non funziona nè lo spirito di sopravvivenza nè quello di sopraffazione -tanto non c'è nessuno da eliminarenon so che fare mi lascio scivolare giù sempre più giù mi sembra di volare anzi mi dico ch'è bello è nuovo e bello sono stanco di scannare in silenzio da guerriero meglio volare restate pure voi signori che avete il coraggio di prestarmi attezione nel deserto dei tartari se vi piace e ora a noi mente mettiamo le cose in chiaro una volta per sempre sei come la tivì italiana passi sullo schermo film di tanto tempo fa che non fregano a nessuno e il resto varietà pur di non abbozzare la pur minima programmazione culturale per aiutare a crescere la nostra società colta sana e magari felice visionario questa è tivì di regime il tele-dipendente reclama altrimenti ripetitore inadeguato io t'abbuio e poi se ne parla Da mesi e mesi ormai non so che accade trasmissioni sospese il mondo è assente
e io l'assente principale nè caldo nè freddo nè desiderio di donna o di mangiare e bere il vuoto assoluto il deserto che immagino rovente è gelido neanche una scottatura nè gioa nè dolore nè sforzo nè piacere proprio niente sono inesistente Inesistente azzerato neanche creare una tattica una strategia mente mia non ho più piacere d'ammazzare nè d'essere ammazzato neanche scrivere una poesia amica mia del sole e della luna magari per essere da morto ricordato come il guerrieo disperso nel gelo dell'estate proprio niente sono inesistente o totalmente anestetizzato? ho un dubbio accidenti sono un mente-dipendente Mancano i momenti eterni di preparazione di quando parto per la guerra e so che posso non tornare mi guardo intorno in silenzio con pudore un suono un colore un odore amico è bello portare qualcosa di personale in cuore come fa il padre modello con le fotografie delle figlie in portafoglio piccolo uomo di pace che rifiuta la guerra e che una sera i soldati 'briachi uccidono per sbaglio Una donna s'apre precoce amore è la prima volta io rido di piacere celato mi dice il giorno dopo ti vedo sempre con lei è la tua bella vero? io solo t'amo Perchè non vieni mai fuori a giocare al sole? per il lavoro perchè per il lavoro non puoi venire fuori? lavoro e ricevo la paghetta per comprare da mangiare per noi babbo ma io non ho fame ora giusto allora giochiamo Si presero per mano le fanciulle per fare girotondo gira gira il mondo mi fate girare la testa sempre a giocare costì
smettete finisce qui il divertimento scappano le fanciulle e il piacere io scrivo la lettera di dimissioni Ora lavoro in questo posto nuovo dove volano solo moscon d'oro il personale parla di sfilate a Pitti donne e sfilano le modelle le escluse fanno pap tests e mammografie la volante del bar le sfotte tutte siete tristi mascherate da vecchiette e coi pugnali dentro le borsette perchè? le chiedo sorpreso perchè vogliono fare le modelle Arriva un'ape e mi punge alzo la mano distrattamente e l'accoppo disperata urla muoio ricerco nettare per la regina di mestiere e come te lavoro troppo ricercatore l'ultima risata nel silenzio si spegne Mi porge la poppa da ciucciare ho fame e bevo avidamente e lei m'incorna io non faccio la mucca a nessuno ma ho fame è la mia offerta innocente un'offerta che non si può rifiutare che stai male ora? bene non sto ma non voglio più ciucciare Un cerbiatto corre veloce al fiume un tronco nascosto e inciampa si rompe il garretto e piange il lupo lo sacrifica e la notte ringrazia la pallida dea che lo nutre il cacciatore prima dell'alba si dirige in riserva per la battuta vede la preda sbranata e spara alla luna maledetti cani randaci dice il fuoco nel ventre il lupo si trascina allo sperone di roccia muore inutilmente mentre guarda la nebbia che invade la pianura L'oca qua qua s'avvicina becca e se ne va lo stesso fa il cigno balbetta belice il bimbo la mamma s'acqueta finchè gioca il bimbo sogna di cavalcare sulla scopa
nuda la sveglia all'improvviso l'urlo del bimbo beccato dal cigno traditore Tre bimbi impertinenti si cazzottano uno ha rotti i denti e piange il padre lo picchia lui smette di piangere trema per il tradimento quarant'anni dopo picchia il figlio e perpetua il dolore piange da trent'anni e ancora le lacrime non lavano il suo cuore oggi accoglie il nipote col dente traballante stringe al cuore il bimbo vieni in collo amore sì babbo mio dice il bimbo per errore Il tempo non basta per cantare le lodi alla natura la canzone che sgorga dal cuore non l'apprendo a scuola che l'avventura mi disvia grande madre interamente oggi mi dono accogli questo mio girovagare da te lontano nel giorno del perdono per un viandante dentro il bosco s'apre sempre d'improvviso la radura ma il burrone aspetta il dilettante che la dea il vorace titano preferisce all'asettico soldato della fede la paura sempre vigile che stringe con morsa eterna la gola non insegna la perizia al vecchiocavaliere che lacrime agli occhi precipita dal burrone tutta la notte legge il segreto del cielo stellato mentre la fitta trafigge le carni ed è rivelazione il tempo non si perde inutilmente niente si perde sotto la volta del cielo e la vita ricomincia daccap che non ha più paura di sè stesso e degli altri chi colloquia con l'infinito e se qualcuno lo prende per mano è benvenuto e si risveglia all'ospedale Ho la mano rotta dottore come si può curare? stando all'ospedale figliolo lei signore è fortunato sa la vertebra è già a posto merito suo dottore lei rischia la sedia a rotelle e non si scompone in gamba
può tornare a casa quando vuole e io torno a lavorare la notte sogno animali bavosi che si leccano rettili invertebrati che mi s'affollano d'intorno e mi scacciano dalla scrivania guadagno la prima malattia professionale in fonderia e te abbandono matrigna piccola grande città degli gnomi nel nuovo mondo mi spezzo la caviglia e lascio l'università in questa grande piccola città che ultima di serie m'ospita mi rompo la vertebra a fine ricerca dell'economia ecologica della regione mi rompo ch'è il momento di voltar pagina e seguire la stella polare certo un pò tardo di comprendonio il giovanotto mi perdono e compenso con la voglia d'imparare i colleghi mi vogliono parlare io firmo in silenzio le dimmissioni ed è sera di nuovo Sento un coro di oranti sul prato che bel sogno la vita basta avere coraggio e cantare nella notte per esorcizzare la paura io imparo presto madre natura a pregare il creato il messaggio chiedo che nella direzione si condensa verso il burrone più profondo da esplorare ai raggi della luna o verso il prato che il sole illumina fin'oggi non so che il mio cuore può donare tesori e mi perdono di non apprezzare ancora i talenti dell'uomo meglio di niente per chi all'alba non sente e a mezzogiorno crede di non meritarsi niente Non c'è acqua nel deserto per l'assetato basta scordare la sete mi dico per tutta la vita ed è fatta anche questo è miraggio è magia è bello il sole nel mare giallo di desolazione per il gigante che sfida chiudo gli occhi vedo praterie e dinosauri che brucano scorrono i fiumi al mare il caldo e il freddo della notte muore duecento milioni d'anni possono cancellare il verde della prateria che ricrea ogni notte nella nostalgia stamane un attimo rifletto prendo la pala e sterro il pianoro ed ecco appare chiara la mappa dell'idrografia sotterranea che l'iceberg dell'oasi segnala L'uomo quand'è ricco non capisce non può vedere chi soffre di fame continua a mangiare
fin all'indigestione ed è questo il suo problema principale Il povero sogna un tozzo di pane è sera nel bosco sul giaciglio di foglie cerca il calore della madre la terra s'apre d'un colpo e l'inghiotte sente il fuoco della sua pancia prima di spirare sente il dolore di vivere inutilmente e maledice la terra e le bestie umane e il cuore gli si pianta fra le radici dell'albero divelto e nasce un fiore un fiore velenoso Oggi è giorno di festa e fa freddo all'ospedale ma l'uomo fuori nel prato giosce il cuore all'assemblea del cielo mi ritrovo a fare cose più grandi di me che non sono fatte per me che sono destinate ad altri giovinezza stranezza pecorella devota che mammo diventa un popolo da amare d ascoltare sul prato è bello il popolo di Dio la gente mi turba mi fa timore è difficile fare il pastore la vita mia dov'è? il mio cuore è l'alito del cielo la vita è diversa da quello che noi pensiamo il divino non guarda la nostra forma la nostra sostanza la nostra verità e non ci calpesta perchè non facciamo il nostro dovere è libertà questo è il turbamento più grande che fatica essere grande pensare in grande il mio Dio è troppo distante dalla gente è trascendente un dio guerriero del deserto la mia voglia di crescere di volare di amare fino in fondo di sbagliare di sapere che nessuno mi ferma e io nessuno fermo la vita del mondo disattende un mio amico mi dice che non si può fermare l'uomo concentrato d'amore in viaggio nello spazio siderale col desiderio di ritornare polvere di stelle
là dove il suo spirito parte miliardi e miliardi d'anni fa e invece io mi trovo un Dio usato strumentalizzato per dire se l'uomo c'è è buono o no per la società se va di qua o di là se cerca bene o cerca male e se rifiuta il padrone col risultato che nessuno cerca più di capire il mistero della vita neanche io stesso povero me povero uomo che qui rappresento il divino e mi sento tanto solo e non so che fare dentro questo grande amore Voglio essere migliore ma di chi di che di che cosa la mia gente è diversa da questa gente ch'è pure la mia e che amo voglio annegare questa mia tristezza nell'infinito e non ritrovarla nell'istituzione voglio dare il respiro della vita terrena dell'amore che sento e che non so a chi dare non so a chi dire il mio essere uomo mi turba rinascere diverso per fare le stesse cose sempre questa morte che mi porto addosso e non mi libera dalle carni che nutro e allora voglio lottare ancora voglio rinascere ogni giorno trovare la libertà che cerco continuamente offrirla a un bimbo prigioniero di giganti e voglio strapparlo a me al mio amore di vecchio rudere per farlo volare in alto oltre la pianura che blocca che ha il cielo basso oltre il prato amato ch'è bello e grande e non basta a fermare il viandante che cerca di spezzare coll'amico che non trova un pane da trovare Mi dai quanto basta amico mio un piatto è sufficiente
per creare quest'urlo di dolore sputato al cielo non vado in chiesa da quando giovane strafottente mi costringo alla ricerca di una crepa nelle mura per il sonno della notte e per nascondere la mente tagliente perversa creatrice di mostri che mi fa assistere a saghe di sette a sproloqui di ciarlatani a pratiche di gratuita magia per gente debole di spirito e di corpo nel mentre c'è tanti miracoli nella scienza da poterli aiutare a far capire e il cuore che a tratti ritrovo sanguina e sento la voce della donna che lo vuole per intero e non lo sa tenere e io non so avvicinare la bimba che lo cerca e non lo trova piccolo amore come me perso nell'universo eppure tento le sue possibilità di volo a rischio di farmi odiare le dico basta stendere la mano e il resto viene l'artrosi della mente l'insipienza della gente è un mare cerca la verità la luce da donare l'ossessiono parlando del gabbiano Jonathan Livingston e parlo certo per me che quella bimba vuole solo stare tra le braccia della mamma che non c'è ha paura del buio e ho paura anch'io vieni figlia mia ci possiamo abbracciare sai quando t'abbraccio bimba mia trepida abbraccio tutto il mondo e la notte passa presto Quando mi cerca mi chiama io la cerco e non la trovo la verità che invoco è una parola magica la voglio la magia della natura chiedo per il cantastorie per tutto il mondo da bimbo nego la tenerezza che invano agogno
ora adulto la voglio voglio il pastore del prato voglio la madre del mare voglio il padre grande quanto il cielo e che io posso toccare voglio ascoltare la mia parola che risuona sotto il sole e il canto delle stelle nella notte il silenzio fragoroso della foresta voglio la natura che ferma l'uomo distruttore per insegnargli a creare la vita e a te sorella mia che la rappresenti tendo la mano e ti chiedo di porti quercia a me d'accanto a sfidare la tempesta madre orgogliosa aperta a nutrire popolazioni d'uccelli d'insetti e di batteri per aiutarci a trovare il coraggio di tentare il nuovo che non è male Al culmine della vita nel mezzo cammino vedo il mio bambino dolce che guarda il mondo estasiato sul suo viso pulito il passato è lontano e il coraggio ritrovo per dargli una mano voglio rivoltare il mondo dalla parte giusta e non lo posso fare ma questa piccola zolla che la mia mano sostiene io la lancio al cielo ruota rutilante tocca le stelle rimbalza nell'arcobaleno e annegata di colore ripiomba sulla terra a creare un fiore che a te offro bambina mia per fugare la paura della notte e io ti tengo la mano e s'aprono le porte dell'amore che ritrovo da padre perso da cinquant'anni nel deserto a fare il guerriero e che ora il cuore coltiva alla fine dell'inverno della sua vita La mia bimba mi chiede di svelare un mistero si concentra in una sola parola che devo cercare nel mio vocabolario forse mi può guarire dal mio male da sempre la cerco la magica parola che non trovo la conosci tu lettore? la magica parola è... Nell'immaginazione scrivo sempre un libro che non si può trovare lo tengo stretto nella mano aperta per tutta la notte
non lo perdo perchè è fatto di carne di cuore i versi mi fanno sempre commuovere e li ripeto a me stesso continuamente agli altri anche li recito e tutti li possono capire li dono come padre che ama i suoi figlioli e non ha altro da dare anche adesso li continuo ad offrire lo conosci tu lettore? il magico libro è il libro del... C'è chi crede ch'è amore chi liberta verità giustizia o gioia e dolore e a me chiedono la spiegazione e io non la so dare perchè non riesco a svelare il mistero perchè quel libro che scrivo io lo posso solo offrire agli altri in parole e durante il giorno se non m'accorgo senza poter leggere più le pagine poterlo ricreare nè interpretare alla luce del sole io posso dire solo che esiste perchè continuo a scriverlo la notte per portare il mio messaggio personale come tutti voi cari lettori senza star troppo a pensare e senza interrompere il viaggio intrapreso e nel mentre continuare ad agire e amare amare amare Da un pò di tempo non parlo più non so che dire da quando cado nel burrone e incontro la morte e un bimbo nasce d'allora sono muto non serve la parola basta vivere e consegnare il dono ricevuto da custodire con cura perchè può darsi che un secondo non arriva ed è incredibile vedere quanti e quanti eseri pensanti che hanno tanto rubato di cose nel nostro supercivilizzato occidente restano affamati assetati stronchi dal dolore e mai nati
La pace ritrovo in un raggio di sole e la scambio col vicino il cuore ha un tuffo per l'insolita azione Ho la percezione che noi viviamo nell'abbondanza e non lo sappiamo perciò ci limitiamo così che quando poca poppa tocca al bambino lui impara a rifiutare poi da grande si ritrova agganghito a resistere a oltranza e la prugna secca del suo cuore non sa più dare nè prendere amore M'appare il vecchio genitore col viso contrito gigante del dovere e della forma che recita la tiritela della notte i riti celebrati i bimbi coccolati accontentate le donne e i vecchi trasportati al riparo non so se questo è amore ma ora son tranquillo e dormo Mio fratello è orizzontale non sta ritto in fronte a noi dorme inerme sulla terra e i vermi giocano con lui inveisce il vecchio col bastone la donna trascurata s'accanisce questo me stesso maltrattato gioca con un bimbo un sè stesso orizzontale tutto d'abbracciare un usignolo pensa di rispondere alla civetta mentre cala la prima sera del mondo Il coro si leva contro il sole le vergini bianco-vestite nell'arena perpetuano la cultura grecoromana cantando le canzoni apprese al College io viandante del nuovo continente penso al West trucolento all'indiano macellato col bisonte e lo confronto col brigante del più feroce West della mia terra d'origine che pochi conoscono in Italia osservo con noncurante apprensione di giovane la tragica farsa americana che gioca con la vita del mondo sul cerchio dell'atomica e bimbo mi ritrovo appeso alla finestra del grattacielo di questa New York che m'ospita con immenso amore e crudeltà
Alla fine sono le più belle le negre di Harlem al di là della linea immaginaria della Columbia University perchè non le posso vedere non m'è permesso per dovere d'ospitalità verso chi mi dice ch'è miotutore nel senso precisa che si sente responsabile della mia vita morale e perciò devo vivere nella separazione creata da questa potente generazione di dei bambini che strozzano interi continenti cancellano intere civiltà segregano intere città nelle città per significare l'onnipotenza l'efficienza dell'istruzione dell'impero offerta dalla capitale alle province consenso dei vinti in cambio d'aiuto alimentare e basi marines droga e gomma americana e tutti diventiamo coca-cola-dipendenti e io sottosviluppato viandante schiavo di giovinezza e d'ideale bruciato con il mio cuore grande da inventare nel mentre m'alleno a pensare in grande m'invischio nella pania dell'eroe traditore di sè stesso e del fratello povero d'ogni continemte ribelle in viaggio di missione nella capitale dell'impero che comabatte e sostiene con l'illusione di un creare un mondo più bello La festa è finita mio povero cuore la festa dell'oggi sei in pari domani quando s'aprono i cancelli un'altra storia nasce c'è il cantastorie e una chitarra qualcuno l'ascolta e qualcuno si rifiuta ogni giorno porta i fatti dell'umanità che il gran lettore della mente copia e ripete a voce altisonante il bello s'abbellisce e il brutto diventa orripilante l'esperienza fallita spezzetta la nostra persona e deforma i valori il potere nell'universo per tutti sempre uguali se non accettiamo di amarci e amare di dirigerci al centro risalendo all'indietro la spirale l'io superiore resta prigioniero dentro di noi nascosto a sè stesso e al mondo e l'uomo annichilito dolorante debordante negli angoli più sperduti della sua periferia tremante di paura sogna d'essere gigante ed è nano eppure una carezza basta per far scattare in piedi il vecchio cavaliere
che intanto resta là inquieto ad osservare ma io decido di tendergli la mano e già l'immagino libero che s'alza la testa sfonda il soffitto vede il cielo pieno di colori e ancora una volta le gambe pianta fra due mari colosso come da bambino quando con me gioca Nettuno benevolo che solleva navi dalla tempesta e le porta in acque sicure mentre la natura ride in festa Quando infuria la tempesta e la vela vola via quando l'acqua è muro liquido che tutto spezza e spazza tremante Ulisse è vana la ricerca del fasciame che t'assicura la salvezza fare o non fare resistenza non importa se fugge la speranza quando l'onda chiama l'anima a lei abbandona la prigione di Calipso è dolce poesia ma il cuore ti chiama lontano dalla condizione non tua sett'anni di prigione alleviano il dolore della morte dei compagni che a te s'affidano ma non legano il felice ricordo dell'infanzia della vita con la malinconia della giovinezza buttata in una guerra non voluta inutile eroe la vita non ridanno ai morti ch'il serpente dentro all'Averno invia le tue lacrime d'espiazione che non sono messaggere di gioia non portano doni graditi altre spiagge altri lidi asppettano la tua barca e la paura infinita di ritrovarti davanti il vero te stesso sleale guerriero naufrago bisognoso comune mortale piccolo uomo con l'urgenza di nascondere il tuo nome simbolo di distruttore di città con l'inganno la famiglia che vuoi e la patria che sospiri cambiano come te cambi esperto di sciagure che tenti con l'astuzia la ruota a tuo profitto ricorda sei e resti cuore di viandante e la meta è distante e c'è per te come per chiunque ma non lo puoi sapere e non risponde all'appello la morte che invochi inutilmente predilige la sorpresa in una risata che ti muore nella strozza quando la pace per un attimo trovi in un cantone chè dopo la ricerca della patria t'aspetta la ricerca tua infinita
personale della povera gente a sè stessa abbandonata signora della strada che giosce del viaggio l'unica sua impresa con loro risali lo stomaco del mondo vorace fornace che digerisce il vino vecchio e le idee nuove e vai oltre in territori sconosciuti dove non serve la spada a innalzare il bivacco casa a te stesso e focolare che cedi interamente all'ospite che arriva sempre al piano superiore per la semplice ragione che là lui vive e lui sei te due e uno tutti e nessuno a restare a partire tanto più non rileva più di tanto la cosa che sei finalmente a casa e chiude la serranda la vita E pace piove sopra di te dal cielo aperto all'avventura della vita la tua illusione non ha confini la giustizia divina è frutto d'equilibrio il più insano povero ciclope orbo tutto armato di ferro il corpo per non sentire il puzzo di paura e il ricordo di sangue all'inguine e all'occhio violato che ti perseguita con la nuova dimensione di soldato ti pensi salvo ma la guerra dei titani contro Giove non c'è di questa tua mascherata Giove non sa che farsi anzi l'impiccia ch'al tuo messaggio risposta non c'è e te alla porta del cielo giaci e nessuno ti riceve e spiazzi Nettuno che freme e di fronte al fratello più soggiace grande dio del mare sconfitto da un mortale pel tuo tramite che agli dei invidioso lui desta pietà e te ludibrio l'ultimo della fila dei postulanti che allunga la schiera degli esclusi alle sacre olimpie stanze dopo Fame Discorda e la masnada d'assassini che nugolo a parte sghignazzano protetti da Marte è imperioso il desiderio d'affogarti nell'onda figlio malnato handicappato che scemo pure diventi col tuo insulso ripetere a Giove che sei dalla sua parte per l'orgoglio che mortifichi solo Teti e Minerva discretamente di divino cibo ti nutrono t'aiutano a trovare fuori delle mura un adeguato riparo e curano l'ispido tuo pelo con la conoscenza e la riflessione in breve la tua trasformazione è totale quando a giusta domanda segue la risposta
la mente ferita si ritira là dove il cuore osa e stamane ti chiedi perchè gli dei amano i mortali se già sono completi semplice la domanda semplice la risposta come l'imperativo del soldato ammazzare o essere ammazzato butti la ferraglia alle ortiche e t'ergi al fratello sole che coi raggi di bacia ma la mente trafelata arriva e contrappone ora il significato della risposta non torna più tanto bene riformuli la domanda ansioso amare e essere amato anche se sono orbo e castrato per diventare quest'inutile soldato? e ti brucia il rifiuto di Galatea da giovane titano in Trinacria meglio morire sul campo di battaglia che invalido ludibrio della truppa e dei ciclopi ottusi macchè questa è la filosofia del soldato ti ripeti è della mente ferita la prima reazione inconsulta madre Teti insegnami l'onorevole compromesso e la pazienza dell'onda che la roccia frana del padre sordo che la rifiuta sono animale mortale incolto gigante orbo castrato perso alla spiaggia amata ch'entro risuona dopo che l'uccido è il mio destino il sociale fra i selvatici fratelli ultimi abitatori delle grotte il fato risparmia alla nostra generazione l'eroe vittima per pietoso accarezzare il mostro bambino che imperversa esperto di tane senza portarlo alla luce del sole che s'insinua provvido lombrico nel ventre della notte e arieggia gravida la madre della festosa primavera figlia odorosa ch'aspetta zefiro suo amante e fratello orbo ciclope rivaluto la dignità di pastore da oggi costruisco scuole e non più spade maestro e allievo a mè stesso e all'umile fratello che s'ignora preda alla mafia che Giove alleva disinteressandosi dell'uomo trascendente lontano astratto svagato e smagato della terra gliene frega giusto il fumo del sacrificio umano dopo che Prometeo duramente condanna il suo comportamento il suo destino segna vile padre che il figlio rifiuta e già intravedo ch'Achille lo stesso gli succede figlio al grande fratello del deserto Ananke primigenia madre sposa al Tempo senza età sul pianeta avanza con Persefone a compagna la sua stanza di necessità immensa riempiono gli Spiriti astrali d'ogni potenza in cui dei e uomini le mani affondano ai suoi piedi grata dono depone Teti la sublime grandezza la sapienza Minerva l'ambigue carezze Venere il fuoco e il tepore Apollo la languida romanza verginale Diana il nappo che danza Bacco la vanità di sposa la restia Giunone
il sangue della spada Marte ogni dio dea ninfa uomo animale entra nella casa senza porte per donare e torna pieno d'ogni bene il cuore madre della terra madre mia orfano bambino irsuto per le piane assolate un giorno scalo il fumoso monte dov'abitano i fratelli il saggio che incontro mi saluta artigiano di parola e del colore guardo d'intorno e poi lo sguardo a lui rivolgo non me ma te mi dice la dea colorata bacia io mi guardo dentro ricordo e rido è iltempo che parlo con te madre della vita lieve e del colore degli occhi delle ninfe innamorate che da giovane scordo il linguaggio ricord'orso che s'atteggia a capriolo alla piana felice rotolo e dalla mente si cancella l'incontro d'allora invano aspetto la Befana sì ora capisco fuori o dentro allievo o professore non rileva ma bisogna studiare e grazie Minerva che m'indichi la strada armata la conoscenza è prima dell'azione compagna alla riflessione sublime doce Teti successiva alla sfrenata danza ch'eccita l'ammbigua Venere e smettila mente d'obiettare che sono condizioni che già vivo vai più in là e guarda l'armatura che giace fra l'ortiche ancora adesso la schiena mi duole per il peso che la grava fin da quando Ulisse parte certo manca l'amore al titano Tifeo è sangue nostro e son tempi di Tifeo questi tempi di mostri da nobilitare e te sangue della mia terra figlia di Tifeo sei e resti un sogno d'amare come tale e da questi lombi non nasce più la generazione del futuro ch'è incredibile come appena diventi saggio sei castrato o forse saggio diventa solo il castrato? riflettiamo aiutami mente e non dire che ti trascuro dai suona la fanfara del bello che cerco anzichè stare sempre tra i coglioni coi tizzoni ecco in amore è importante l'impegno personale diretto volntario dono bene procediamo se amo Galatea e lei non m'ama questo non rileva poverina lei vive felice con Aci eio pur son felice della sua felicità magari riprendiamo di nuovo Polifemo se amo Galatea e lei non m'ama e io non l'ammazzo anzi amico le sono io miglioro lo stato di me stesso e lei e il suo innamorato anzichè il senso di colpa che mi tortura ho un'amica che mi racconta delle bellezze dell'alcova a me impedita per mia disistima e selvatica ferocia e se accetto che son ciclope e faccio schifo è un passo avanti e se non son geloso e curo la sua famiglia e figlioli sono zio e se mi vogliono bene vuol dire che sono bello e amore ricevo e se son bello mi voglio bene anchio e mi concedo
qua c'è qualcosa che non torna che puzza già sono io bene intanto vado al mare e mi lavo e rifletto meglio vedi Galatea che miglioro finisce che passo alla storia come il ciclope buono già ma per essere buono lo devono dire gli altri allora voglio migliorare anche il mondo ci sono creo un centro per ciclopi orbi e castrate faccio gruppi d'autoformazione gratis però non si dice che siamo tutti menomati bisogna cambiar verso se cambio gli occhiali e mi metto un paio colorati vedo il mondo del colore degli occhiali nuovi si fa per dire bene stasera accanto al fuoco ai ciclopi degli occhiali nuovi chissà che risate è bene comunque che non scordi il tridente non si sa mai vado subito a fregarlo a mio padre Quando l'allievo è pronto arriva il maestro che significa il maestro sono io e il discepolo anche cioè io sono pronto a ricevere che dò e prendo dall'universo intorno il meglio che c'è l'anabolizzo e lo rendo adatto per il mio vestito di carne edibile e fresco e cresco e scopro il mio magico divino ch'entro di me erompe fiume tumultuoso e abbatte di certo questo mio vestito il migliore sul mercato della vita ma inadatto alla bisogna ma la grande madre che sa da tempo nella forgia prepara il corpo che decanta al maglio del destino col dolore che rosseggia al cospetto del cielo in fibrillazione continua incendiato faville salgono a illuminare la notte ventre incandescente di seme che l'onda rinfresca e compone l'acciaio di carne che in metallo indistruttibile all'usura del tempo si trasforma lentamente e mentre acquista resistenza oltremisura malleabile diventa per le mille e mille forme che la natura compone e ora io la vedo che si tramuta in corteccia ruvida potente di quercia dall'immensa chioma che sfida la tempesta e nutre intere popolazioni di minerali vegetali animali augusti figlioli in trasformazione sull'immenso scenario della vita dell'universo che imperversa giovane irruento nella corsa all'espansione
cui tutti singoli e gruppi partecipano per crescere migliorare comporre la dimensione natural-divina di tutti i figli indistintamente della grande madre lattifera pianeta che ruota cosciente della gravida sua scelta degna pensosa d'amore che nell'utero sfavilla della vita che crea alla periferia della nostra galassia mentre gioca con le stelle sorelle che brillano sulla sconfinata prateria del cielo Sono utile non utile bell'invenzione l'utilità che maschera paure della mente fa ritorno il passato nel presente questo qua è da fare perchè così si fa da sempre chi non fa così è reprobo scorreto io faccio allora così sacrifico la vita per la famiglia l'ufficio il partito gli altri insomma e faccio il volontario ogni istituzione è buona ogni occasione pur di non affrontare la verità ch'è la paura d'affrontare me stesso e dire a me questo piace e questo no questo l'accetto volentieri da te perchè lo dai con amore questo non m'interessa perchè non fa crescere nessuno anzi è fatale a te e a me mette paura fa male uccide e dà l'alibi al potere di sfruttare il povero l'innocente il vecchio il malato il solitario diffidente vedi com'è bello star con te senz'ansia senza nevrosi tu prendi solo quel che serve e ho e io faccio altrettanto senza dimostrazione alcuna senza strafare senza rubare ma dolci dolci come il miele stretti come due pecorine nell'ovile e ognuna mette a disposizione la sua lana contro il rigore della stagione Invano per la vergogna cerco alla prima battaglia la madre la terra ingrata non m'accoglie invano urlo nella notte al padre il cielo non mi vuole a sè fammi volare chiedo io non sono un guerriero sono polvere di stelle mi ricarichi d'energia sulla terra al lume del sole ma tendo a te polvere di stelle sono e polvere di stelle voglio ritornare tra le code delle comete tra le stelle amate
e intanto scoppia la seconda guerra la terza e la quarta e sempre la violenza mi travolge vittima assassino sconfitto vittorioso nel corpo e nello spirito ferito e reduce e profugo sempre indesiderato non rubo e non mi faccio derubare padre e ancora non funziona sono una mappa astrale di cicatrici il fuoco dentro mi divora fammi volare a te ma solo l'eco mio risuona e arriva l'atomica l'uomo da sè stesso tradito si vendica sugli altri colpevoli a suo dire e ordina di premere il bottone al guerriero totale ora capisco padre l'uomo non comanda un robot un subumano l'uomo è una macchina da registrare continuamente il giudizio universale è solo il racconto della paura dell'uomo che si materializza nei mostri e corrispondenti eroi che insieme muoiono per compensare i guai che provoca la macchina difettosa lanciata a corsa contro l'ombra che il suo corpo al sole crea altrimenti non si spiega tuto questo castrare e castrarsi quando approdiamo sulla terra per dare e ricevere piacere questo succhiarsi l'un l'altro e morire tutti di fame quando c'è abbondanza per ben più popolazione formicolante sul pianeta sotto la bandiera della gioia mio nonno santo traditore della prima guerra mondiale per onorata viltà salvo dalla carneficina che il re nano ordina sul Carso per giocare al soldato quando bimbo mi taglio per consolarmi mi racconta la sua mitologia del mondo l'uomo antico perisce coll'acqua l'uomo nuovo col fuoco non piangere per la tua mano ferita questo mio coltello a serramanico ti guarisce la ferita arrovento la punta e te la cauterizzo abituati al fuoco subito e non piangere mai per non avere guai e mi segna il corpo e l'anima con la cicatrice del ricordo così quando la mia figlia e la sua amica cercano tra i cespugli alle Cascine il nano curie di Cernobyl accetto il loro gioco e concedo al cuore che vuol scoppiare l'effimera speranza del vaso di Pandora giusto per alleviare il dolore e scordare il problema che non si risolve se si resta fuori del sacro recinto dell'amore i tempi inclementi c'invitano alla fucina di Vulcano tra ciclopi e titani prigionieri da ogni e tutti gli imperi cosiddetti mostri primordiali dell'uomo dal suo inconscio evocati e nostri padri sangue di Tifeo il nostro che siamo tutti figli di Tifeo ma la semina in autunno s'apre per l'uomo della nuova era l'Olimpo ospita molti dei
e ogni uomo adora i suoi democrazia umana divina la corsa continua Grandi Spriti dell'Universo coi lampi del ventre della notte dove abitate guidate per favore noi pionieri senza nome Povero bimbo svezzato non capisci che per te il latte tiepido finisce quando cala la sera piange per abitudine il bambino sempre i pensieri degli adulti sono orribili quanto gratuiti te chiedi la poppa e più non la ricevi tenti un nuovo approccio invii un nuovo messaggio ma risposta non ricevi dramma dell'incomunicabilità per il resto ti soccorrono i sensi e non ti distrae quest'assurdo giocoleire che ti tratta da deficiente parte che gli pertiene consolati dice sei fortunato la vita t'appartiene ti chiama e ti vuole che c'è una madre apposta per te grazie padre per la lezione non basta la paura e l'astinenza ci vuole anche il senso di colpa per vivere in questo mondo ladro mi devo abituare presto Caro figliolo non vivere una vita una vita da cane chiunque sia il cane di tuo padre è vero che da sud al polo milioni di bambini del latte non conoscono il tepore non conoscono il calore del palpitante seno di Minerva però nemmeno quello asfissiante di Giunone e non hanno il destino di Vulcano zoppicante compagno del ciclope con l'illusione di Venere nel cuore e neanche quello di Marte traditore tradito dall'amante compenso della morte al guerriero che cade che già subisce la giusta condanna dello spreco d'una vita con sanguinolenti compagni che se non nascono è meglio Per voi figlie mie io canto eroe per accidente sui campi di battaglia con in mente la gloria e la fuga nel cuore la canzone della sera voi siete figlie di Minerva e non di Tifeo sorelle a Erittonio non nato da donna nella notte cupa Armonia io Cadmo sogno figlia all'ambigua dea e abbraccio serpente la mia donna che adoro senza negli occhi la visione di figlie spezzettate da sè stesse separate e dagli altri in attesa della ricomposizione nella terra matrigna a cui pietosa le consegna Ananke insieme a te ci ricongiungiamo padre Fanes
nel tuo mistero primordiale e guardo per l'eternità l'arcobaleno stretto alla mia Armonia e trasvolo sul carro d'oro della trasformazione straniero alla vita terrena pellegrino verso la vetta che sogno la catena sterminata di montagne da te create madre il mortale che le scala mentre cresce nel mito del padre ignoto trascendentale vuole rientrare nel ventre tuo feroce e non ce la fa e allora si purifica senza più sterminare inutilmente e guerriero resta guerriero dell'amore antesignano antiguerriero di un futuro umano in lotta con il male che dentro crea parte insopprimibile della vita del pianeta e che da solo affronta nel recinto sacro e sublima ai giovani guerrieri il vecchio cavaliere fa l'istruttore con pazienza e saggezza l'arma e li disarma loro non capiscono cosa vuole fare che ancora l'uomo asociale li segna di morte e atomica disperazione meccanismi perfetti di dolore il vecchio parla di gioia personale d'amore universale quando è più facile lo stupro etnico lui insiste e l'avvicina nuovamente ricomincia come loro vestito di ferro e sotto il manto del pellegrino per legare la mente al cuore alla nuova generazione e disinnescare la palla di passione che lancia nel freddo siderale del giaccio del suo petto cade sulla terra lacrime di stelle a lavare il dolore che l'uomo ancora e la donna non imparano a perdonarsi dopo due milioni d'anni di coabitazione ammesso che la parola equivale a copia che si sbrana al termosifone il figlio testimone Per restare la coscienza dell'universo Erittonio con la coda la glauca dea pone nel recinto sacro e Atene a lui regala in governo e Firenze che a Atene s'ispira il gran re per tutta la vita ricorda il seno palpitante della dea vergine madre che l'accogli e alleva re della terra mentre la dea decolla lui guarda l'orizzonte spazia sopra il mondo non cielo basso di pianura nè vette da capogiro da scalare con fatica ma infinite catene di montagne che come la folgore la dea trasvola traslucente palla rotante la terra rota distante s'intravede nel ventre della madre il fuoco che cova poi il freddo siderale l'avvolge lo spazio e il tempo dentro il cuore mutano segno
sintesi d'amore Erittonio li trasfonde con la luce nella sua vita terrena lama di luce è lui stesso che diventa suono sul quadrante del cielo stampa cavalieri di luce che buttano semi nella piana di Maratona e sopra il mare nascono navi a Salamina uomini in Macedonia In viaggio per i continenti l'uomo che cerca con la spada paga che per combattere la guerra della patria subita morte violenta l'aspetta e oscura non esige beni della terra nè alla spada il conto paga il pellegrino che con Minerva il viaggio comincia con Cristo e con Francesco continua gioioso non paga niente che niente chiede e tutto il suo dona che si ricrea compassione dà alla gente umile e lieve prende i doni che la madre provvede ed è sempre ben nutrito e d'anima vestito io voglio tanto prima della mia trasformazione puro viaggiatore di Psiche l'anima di guerriero di pace trovare il coraggio di venire al sacro recinto e pregarti Minerva d'insegnarmi a perdonare me stesso anzichè fuggire e varcare i continenti gli spazi siderali della mente sofferente il corpo dell'uomo lo sa lo sente che te dea sei lo Spirito intelligente che accoglie il divino che di carne si veste senza te l'uomo produce solo dolore dolce Minerva di saggezza armata che il figlio non voluto nè concepito allevi con amore lo stringi al seno come mai donna è più in grado di fare eppure appena lo deponi nel recinto sacro del potere anche Erittonio sente l'abbandono è questo che l'uomo alla madre mai perdona il sentimento del fiore lasciato al gelo della prima sera la prima sfida dell'iniziazione materna è marchio di fuoco sulla carne viva che si ribella per la vita muoia il verme o la creatura è la legge terribile per l'istruzione del neonato della mia gente che ancora mi resta impressa nella mente anche se da adulto capisco mi perdono e perdono e cavaliere di luce mi faccio e spazio nel cielo a illuminare la notte e metto in fuga i fantasmi sul prato Ora che il tempo passa e imbianca il prato e a te si volgono Erittonio i figli di Minerva figlio non voluto della madre e del desiderio violento del padre che pur ami perdoni onori
sei te che testimoni come il figlio del deserto risorto sposa la dea e spezza il fato e te Minerva figlia sognata d'ogni padre e madre compagna a Teti nel dolore muto del rifiuto che spazio e tempo trasmuti e osi superare te stessa sposa del figlio imperatrice del cielo nuovo che la ruota inverte e incarna l'uomo della nuova era e in te trova ristoro Cristo aquila del deserto in volo per rivelare all'impero il mistero del perdono a cui crede il mio amico monaco ingiallito di povertà e giustizia che predica la pace di Buddha l'Illuminato In te Francesco dolce amico come giglio di campo tenero che porti in dono all'uomo il ricordo perduto del giardino io pellegrino del deserte credo e torno al prato con tutti i bimbi del mondo e le donne a giocare tutti tesori stretti in seno madri figli e padri fratelli sorelle animali vegeteli minerali tutti tesori accumulati sulla terra in due milioni d'anni di vita crudeli dell'uomo per la vostra infinita pazienza passata e a venire io v'amo Ora che ritorno al prato per giocare con le bambine e con le mamme e le nonne grido e perdo il fiato ora che amo le donne e glielo dico ora che faccio professore e allievo in diretta ora che fuggo dal guerriero totale ora che mi sento bene ora che sento nella mia mente rispecchiarsi l'universo ora che so che niente della mia vita è perso ora che mi ritrovo al punto di partenza e riparto in pace ora che non so piÚ che dire e ascolto ora che alla parola il silenzio preferisco e lo scritto ora che quando dentro brucio la luce so guardare e divento faro la tua sposa Notte a illuminare Fanes lama di carne ch'entra nella femmina dea che il mondo compone nell'apparire nel divenire della vita sotto il sole ora che ho l'olio e trovo la selce e l'acciarino e posso accendere un lumino per i morti eroi inutilmente che nulla il buio partorisce se non aspetto e amo semplicemente incondizionatamente ora che solo una cantilena mi ritorna alla mente confusa con il suono del tamburo del Palio il canto di quando adolescente dalla terra che mi nasce emigro la notte impestata di fantasmi ora che smmettono di chiamarmi mulo
perchè una donna dice che le figlie che genera son mie tutto merito suo per il coraggio che dimostra ora che capisco che l'unico che rischio l'aborto qua sono io e perciò rifiuto nella professione d'aiutare l'istituzione ad applicare la pena di morte aborto e castrazione ora che mi dedico solo alla prevenzione civile e continua a punirmi la burocrazia e il potere vile fatto che non mi tocca ora che per le ombre impaurite dall'uomo ripeto la mia cantilena nella notte e loro contraccambiano con storie che scrivo ora che urlo per disperazione e lotto con furore contro il prevaricatore di turno e dichiaro dell'infame il nome nella mia confessione in tribunale ora che non mi spaventano più i tuoni di padre Giove dio guerriero lontano trascendentale e al suo ordine di partire in guerra rispondo a pernacchie e resto guerrigliero del servizio sociale leva-renitente che se poi un fulmine mi becca vuol dire semplicemente che son libero di partire o meglio scocca l'ora della trasformazione ora ch'urlo appena mi pestano e sento male e subito perdono e non esigo riparazione nè la singolare tenzone alle cinque dietro la cattedrale anche se a quell'ora mi sveglio perchè arriva l'età sinodale ora che so che il complemento della legge è l'amore e Dio è maschio e femmina contemporaneamente che così l'unione androgena dell'universo si compone ora ch'accetto ogni libera interpretazione sulla terra del mistero di Fanes della Trinità cristiana delle divinità delle popolazioni vecchie nuove umane non umane e della tua lettore e della mia che ha per me tutti e nessun nome ora che accetto Lilith e non Eva nel rapporto d'amore e nell'atto di creazione che assicura la continuazione del specie sul pianeta ora che so che il ciclo mestruale per l'adolescente è solo sangue dal corpo preparato per l'uovo non fecondato e colgo l'occasione per spiegare che l'amore porta gioia piacere e non repressione di nessuna specie inclusa l'autorepressione ora che dico al giovane che so che l'unico problema per chi cresce è l'adulto che perde la gioia e l'interesse di giocare e chiedo per me tempo e pazienza per la riconversione ora che mia figlia maggiore dice che comincio ad assomigliare alla razza umana solo perchè per la prima volta assaggio il the della mamma e mi chiama E.T. nella sua ricerca ideale di padre normale da decidersi se amare o no ora che voglio dare a tutti l'anima mia e so di ritrovarla sempre quando mi serve ora che quando ho voglia di dormire non resto a pensare e magari il sogno arriva per indicarmi a simboli moti d'animo e colori la strada da seguire e so che mi fa bene e ringrazio ora ch'utilizzo il tempo della veglia a accarezzare la terra ch'è pure femmina e mi piace
ora che i suoi figli amo e abbraccio uno ad uno e tutti indistintamente ora che lascio agli altri sentirmi diverso chè sono orgoglioso d'essere diverso e auguro a tutti di restare per poter scambiare l'un con l'altro l'oro ora che vedo di nuovo la paura invadere la donna e l'uomo lei che perde il nemico maschio e recita mea culpa all'ombra d'ogni dio che si figura lui che a veder cadere il muro cade anche lui e non lo convince lo stratagemma dell'Iraq di Bosnia o del Sud ch'è già tra noi il nemico è e resta sconosciuto si rintana non si sa dove e ascolta pss... e la paura corre sui fili la paura atavica sconosciuta del mostro dentro di noi e alla fine della caccia alle streghe il mostro siamo noi sì finalmente ora che so dov'è dasolo l'affronto e io invece l'amo e lui m'aiuta a diventare umano ed è questo il segno del prato senz'oltre scaricare all'esterno in punti di fuoco diretti al terzomondo di fame e miseria endemica di dolore psicosi mania o di quel che ciascun al meglio inventa nel gioco a nascondino nell'antico giardino che al deserto tende irrimediabilmente ora che non scappo più dalle religioni che hanno il loro posto ma non per rifugiarsi per paura dentro e morire anzitempo e che anzi possono aiutarci a ritovar la strada della fata ora che indifferentemente canto o prego ch'è la stessa cosa e questo mi sembra un buon momento di pregare ora io ti prego Spirito dell'Universo che risiedi nel mio cuore ch'è la terra il mare e il cielo che unisci la luce alle tenebre che mi prendi per mano e mi guidi per i sentieri della vita che mi dai la certezza del migliore presente chiedo di restare calmo tranquillo rilassato chiedo di seguire la strada della pazienza della saggezza e dell'amore nel tuo nome accetto i doni che ricevo la madre e il padre congiunti in viaggio di ritorno che ringrazio il figlio pellegrino che dentro perdono e mi perdona la polvere di stelle dei pascoli celesti nel mio cuore serbata in segreto per volare e questo mio prato qui a Metato Prato dolce prato lo rivendico anche in fronte a te Spirito che mi crei è il mio recinto sacro su questo prato amo quando torno dalla battaglia la mia bella mi spoglia mi lava mi nutre poi in braccio mi prende
tutto la notte stretto dolorante a mandar via le mie paure il cuore di vigliacco tempero fra le sue braccia per vivere e morire indifferentemente nel suo crogiuolo di dolore sono io il suo eroe e eroe per il mondo intero divento perchè lei sola conserva in cuore il gran segreto donna disperata che guarda la mia vita randagia quand'ho casa e a te s'appella in gran preghiera Spirito divino aiutami dice quest'uomo delira che devo fare mi chiama la Madonna della spada del dolore poi sono carne viva amore la fata che cerca e non trova il suo tenero cuore lo spinge a scappare dalla mischia fugge per paura aiutalo a tornare al mio amore al mio tepore quanto l'amo questo traditore mio e della causa crudele guerrigliero sono sicuro che un giorno cambia fallo tornare a me sul prato a giocare concedimi figlioli per fargli piantare la tenda così che la spada la tira fuori solo per difendere la vita che l'affidi e mai più la guerra sulla mia terra distruggi la spada e istilla a quest'uomo bambino la volontà di crescere digli che in cielo c'è il sole e in terra l'amore della donna da accettare così com'è non quella sognata in trincea Minerva o mamma buona ma come lui di carne e sangue da amare senza bisogno di dimostrazioni servizi o prestazioni tanto la donna sa che l'uomo è un bambino finchè non si decide a crescere e per ogni figlio ne ha due e dammi Spirito del cielo la forza di tirarli avanti secondo i tuoi insegnamenti Tu che ti senti serio non sei serio per niente l'unico tuo dovere è essere felice e far felice la gente è sufficiente un sorriso sul tuo giovane viso una carezza lieve che mandi via le pene poi ci vuole coraggio per un abbraccio totale
alla donna che t'apre il cuore alle piccole cose all'amore da sempre gigante nano guerrigliero del niente procedi temerario acuto flessibile come sempre la fede nel cuore ritrovato per ogni livello della mente il pellegrino prega sogna sente Pagliaccio indipendente il buio non ti fora più la mente torniamo alle abitudini ai nostri amori terreni ai nostri problemi che insolubili si possono solo scordare mai risolvere ed è questo il senso della fede in generale della vita e dell'amore l'uomo stretto tra speranza e disperazione vuole correre a lavarsi al mare la vita e la morte può dare sulla terra ma non può scappare alla sua divinità consegnato a vivere recita la sua parte di pagliaccio del dolore che ride impunemente per far felice la gente prima d'ucciderla ma dietro la sua maschera deposta quand'è sera puoi vedere spuntare una perla dal suo ciglio è la lacrima offerta al Figlio del perdono dall'impenitente perdonato che riprende fiato e offre i suoi tesori di vecchio pirata spontaneamente inesistente sei per loro è in pace la gente non ti vede e non ti sente povero reduce ma rimane la scia della luce che ti sfiora e che imprigioni per la prima volta nel tuo cuore di soldato ferito e per riconvertirti c'è tempo quanto basta per capire se sei un pagliaccio indipendente che affossa in una risata
tutte le paure i sensi di colpa e i guai del mondo oppure uno schiavo ancora una volta destinato al mercato
NOTE (1) termine americano che significa spazzatura. (2) termine inventato per indicare un personaggio frenetico della vita moderna, come definito in B. Hoff, Il Tao di Winnie Puh, Ed. Guanda, Parma, 1993. Maria Luisa Garrapa- a cui è dedicato questo volume - nel suo "Diario di Maria Luisa 1989/1992, Firenze, 1993" chiama "busito" un familiare molto occupato che non le presta la dovuta attenzione per un coccolo un perchè.
INDICE Era verde la mia valle Ritornava il nostro eroe Come è verde la mia valle E poi questo rimane Una perturbazione siderale Danza O.K.R. Figlio del desiderio bestiale C'è Minerva Povere Teti e Minerva Minerva non vuole Dice il paserotto Mi sovviene l'Etrusco Jahvè io t'abbandono Io t'amo figlio d'ingrato padre E quest'amore E presto il fato Sul fresco colle So cosa c'è attorno a te Venere ambigua E questa è contemplazione E ora sono curiose Fuoco che brucia Mi rivedo bambino Che strano circolo Siena New York Londra Parigi E voi tutte città Firenze Firenze mi lasci fare Ha fretta il creatore Le bandiere Elena Sai creare giochi di luce Quando i compagni non si capiscono Sento la sera avanti la civetta La luna sa Quanto è triste pensare male E vedo sul prato
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Cento giorni Sogno che un seme cade Faccio l'inchino All'ombra Cantano Ti vedo E viene il giorno Lo so lo so Il bimbo vuole darmi un bacio Mi porta lontano Lavo i miei panni di pianto Rappresentiamo il male Tre giorni fa La signorina Ora che s'uccide Son tempi oscuri Il guerriero totale Una turba di giovani Le donne quando invecchiano Giorni e giorni ad ascoltare Oggi che milioni di soli esplodono Restano i segni della dispersione Una fanciulla depone una corona Suona il tamburo Che dico alla figlia Tutta la notte sogno L'altalena della vita Senti senti la campana Sento da tre giorni il mio demone Sono tempi ardui per cambiare Il cuore chiede Da mesi e mesi Inesistente Mancano i momenti eterni Una donna s'apre Perchè non vieni mai fuori a giocare al sole? Si presero per mano le fanciulle Ora lavoro in questo posto nuovo Arriva un'ape Mi porge la poppa Un cerbiatto corre Loca qua qua Tre bimbi impertinenti Il tempo non basta Ho la mano rotta Sento un coro di oranti sul prato Non c'è acqua nel deserto L'uomo quand'è ricco Il povero sogna Oggi è giorno di festa Voglio essere Mi dai quanto basta amico mio Quando mi cerca Al culmine della vita La mia bimba mi chiede Nell'immaginazione scrivo sempre C'è chi crede Da un pò di tempo non parlo La pace ritrovo
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M'appare il vecchio Mio fratello è orizzontale Il coro si leva Alla fine sono le più belle La festa è finita Quando infuria la tempesta E pace piove Ananke Quando l'allievo è pronto Sono utile non utile Invano per la vergogna Povero bimbo svezzato Caro figliolo per voi figlie mie io canto Per restare la coscienza dell'universo In viaggio per i continenti Ora che il tempo passa e imbianca il prato In te Francesco dolce amico Ora che ritorno al prato Prato dolce prato Tu che ti senti serio Pagiaccio indipendente
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Biografia Rocco Garrapa nasce a Melpignano in Provincia di Lecce nel 1942. A diciassette anni si trasferisce a Zurigo e, successivamente, in Toscana, facendo diversi mestieri. Consegue la laurea alla Università di Siena, seguita da varie specializzazioni, nonchè dalla abilitazione all'insegnamento. Negli anni settanta soggiorna lungamente a Parigi, Londra e, soprattutto, negli U.S.A., dopo l'ottenimento, nel 1972, di un'assistantship al "Modern Language Department" della M.S.U per insegnare Italiano e, nel 1973, l'ammissione alla "Graduate School" della University of Maryland-College Park. Negli U.S.A. collabora anche con la stampa universitaria. Ritornato in Italia continua gli studi e insegna per alcuni anni presso l'Università di Siena, Istituto di Lingue. Da questa Università nel 1978 riceve una borsa di studio da utilizzare presso la Columbia University di New York quale Visiting Professor. Nipote di poeta scrive poesie sin dall'adolescenza. Il tempo e le disparate esperienze culturali influenzano e indirizzano il suo modo d'esprimersi. Lo stile singolare ritiene tutta la freschezza che proviene dalla speranza e che va oltre la sofferenza e la rabbia suscitata dalla presa di coscienza personale della realtà, connessa alle problematiche sociali e alla lotta che ovviamente ne consegue. Negli ultimi periodi d'attività nascono e si sviluppano specifici interessi per la pittura, la psicologia, la fisica, che confluiscono nella grande matrice mitologica tramandata dalla tradizione orale del paese grecanico dove nasce. Esercita da quasi un trentennio la professione di ricercatore per amministrazioni private e pubbliche e l'attività publicistica in materia spazia nel campo economico-sociale e territoriale. Pubblica nel 1980 per le Edizioni il Torchio in Firenze il libro di poesie "Vulcani Spenti", seguito nel 1983 per le Nuovedizioni E. Vallecchi in Firenze dal volume "Libero dal bisogno". La sua attività poetica continua prolifica con gli altri seguenti volumi: "Il ritorno di Minerva" nel 1984, "Ancore e vele" nel 1986, "Le battaglie di Orione" nel 1988, "Caro vecchio cavaliere" nel 1989 e "Proverbi dei tempi barbari -Raccolta di proverbi di Grecìa/Melpignano (Lecce) e di Poesia Popolare" nel 1990.