24 FEBBRAIO 2000
n° 23/2000
Editors: Domenico Cilenti email: nicocilenti@gmail.com/Joan Nickles email: joannickles@gmail.com
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TRAVEL LER SPACE TRAVEL Art & Science together to create a map of the Earth Le nuove tecnologie perfezionano gli studi cartografici di migliaia di anni. Le montagne si sollevano dalle pagine, le valli sprofondano nel suolo e i vulcani esplodono davanti agli occhi. Così accurate che vengono persino usate dal governo statunitense, le carte rivoluzionarie rappresentano il culmine di un lavoro cominciato nel 2300 a.C.
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rmati di conchiglie, di seta, di pelle e, negli ultimi anni, di satelliti, i disegnatori di carte geografiche hanno impiegato migliaia di anni per trasformare una pagina piatta in un’immagine tridimensionale del mondo. Ora che ci sono riusciti, i risultati sono strabilianti. Le montagne si sollevano dalle pagine, le valli sprofondano nel suolo e i vulcani esplodono davanti agli occhi. Così accurate che vengono persino usate dal governo statunitense, le carte rivoluzionarie rappresentano il culmine di un lavoro cominciato nel 2300 a.C. con una tavola d’argilla. La tavoletta venne scoperta a Nuzi, nell’attuale Iraq, e rappresenta un corso d’acqua che attraversa una valle tra due catene montuose, viste dal basso. È un semplice inizio, ma rappresenta la prima mappa tridimensionale conosciuta al mondo. I fratelli Brian e Jeffrey Ambroziak hanno pubblicato un libro dal titolo “Infinite Perspectives: Two thousand years of Three-Dimensional Mapmaking”. La tecnologia basata sul computer che loro illustrano è ora usata dal U.S. Defence Department e dalla NASA. Le prime mappe si focalizzavano sulla distanza e sulla direzione senza riguardo per l’altezza. I nativi americani aiutarono gli esploratori a disegnare gli angoli più selvaggi del West con pitture su pelle di animale. Gli isolani di Marshall fecero le loro carte primitive con delle conchiglie, tenute insieme con fibre di noce di cocco, che rappresentavano le isole sparse del Pacifico. Le fibre di cocco misuravano le distan-
SPACE SHUTTLE ENDEAVOUR SITS ATOP THE LAUNCHING PAD AT KENNEDY SPACE CENTER, Florida, poised for her first space travel: an 11 day mission to use a unique radar system that will make the most accurate elevation measurements of the Earth's surface. The image in the triangle above is the first one returned to Earth from the mission: an area near White Sands, New Mexico. LO SPACE SHUTTLE ENDEAVOUR SULLA PIATTAFORMA DI LANCIO AL KENNEDY SPACE CENTER.
La missione che ha lo scopo di disegnare una nuova mappa della Terra. La missione, che durerà undici giorni, utilizza un sistema radar unico in grado di effettuare una accuratissima misurazione della superficie terrestre.
ze tra le isole e facilitavano la navigazione. Le esplorazioni non sono state l’unico incentivo alla creazione di mappe. Nel MedioEvo il principale incentivo è stata la teologia. Secondo gli Ambroziak, “Le menti tardo medievali consideravano le cime più alte come legami tra il mondo terreno e quello spirituale”. Le loro mappe erano divise in tre sezioni per riflettere la visione biblica del mondo diviso in tre parti, una per ogni figlio di Noè. L’Europa si trovava in fondo a sinistra, l’Africa in fondo a destra, l’Oriente in alto e il Paradiso al centro. Fu nel Rinascimento che i cartografi stabilirono il legame tra arte e cartografia quando, per la prima volta, la forma divenne una parte indispensabile del disegno geografico. I grandi artisti come Leonardo da Vinci crearono una sintesi tra scienza e immaginazione. Più tardi furono i militari a disegnare le nuove frontiere. Una mappa del 1775 della costa orientale degli Stati Uniti, disegnata durante la guerra di rivoluzione, riporta la strada da Boston a Concord insieme ai luoghi di battaglia. La tecnologia messa a punto dai fratelli Ambroziak combina il potere di processo binoculare della mente umana con le capacità dei moderni computers di creare immagini tridimensionali. Le carte possono essere lette solo con occhiali 3D e appaiono come un oggetto vivente, come se il paesaggio disegnato si potesse toccare. “Con ogni nuova applicazione, affrontiamo nuove sfide e miglioriamo il connubio tra arte e scienza”, hanno dichiarato i geniali scienziati.
Fu nel Rinascimento che i cartografi stabilirono il legame tra arte e cartografia quando, per la prima volta, la forma divenne una parte indispensabile del disegno geografico.
Great Britain from on high 75.000 aerial photos for a detailed map including Scotland and Wales
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na veduta a volo d’uccello della Gran Bretagna sulla soglia del nuovo millennio, è stata catturata da un film, così che ogni città, strada, campo e stalla può essere trovata su una gigantesca mappa in internet. L’istantanea della Gran Bretagna così congelata nel tempo è stata creata dalla Millennium Map Company, che ha mandato quattro aerei a prendere la prima completa immagine aerea del paese. Le prime immagini dell’Inghilterra sono utilizzabili da gennaio di quest’anno per informazioni sulla rete autostradale, in seguito Scozia e Galles completeranno il servizio entro la fine del 2001. “È un impegno enorme”, ha detto Tristram Cary, direttore amministrativo della compagnia
che ha scattato 75.000 foto per il progetto da 5 milioni di sterline dedicato alla regina Elisabetta. L’accordo prevede la ripetizione delle foto ogni cinque anni, simulando un viaggio con la macchina del tempo che possa aiutare chiunque, da chi fa pianificazione urbanistica agli ambientalisti. “In 100 anni avremo 20 mappe differenti che permetteranno agli osservatori di volare avanti e indietro nel tempo”, ha dichiarato Cary. Ha poi aggiunto che la “Millennium Map” è classificata, come importanza, alla stessa stregua del “Domesday Book” del 1086 di Guglielmo il Conquistatore, in cui si classificava lo stato in ogni dettaglio, dalle proprietà ai mezzi di
sussistenza. Le notoriamente capricciose condizioni climatiche, sono state una sfida per i realizzatori della mappa del millennio. Sono state necessarie oltre 500 ore di volo per cogliere il volto dell’Inghilterra e gli aerei hanno coperto una distanza equivalente ad una volta e mezzo il giro del mondo. Il problema dei piloti è stato che la Gran Bretagna ha solo nove giorni all’anno senza nuvole su tutto il paese; hanno dovuto combattere contro nuvole, nebbia e pioggia in agosto con gran parte di settembre virtualmente inutilizzabile. Chiunque con sufficiente resistenza per imbarcarsi in un giro del paese frame dopo frame, avrà bisogno di 12 anni per guardare ogni immagine inserita in internet.
LA KANSAI CELLULAR TELEPHONE CO. HA PRESENTATO IL SERVIZIO EZMAP
per telefoni cellulari che visualizza mappe per raggiungere facilmente musei, hotels, ristoranti e altri luoghi d’intrattenimento. Ez-map è collegato ad Internet e fornisce il servizio anche via E-mail. A NEW MOBILE PHONE DISPLAY shows a local map as Kansai Cellular Telephone Co. started mobile phone map information service. EZmap enables a mobile phone display to show maps for museums, amusement parks, hotels, restaurants and other leisure spots. EZmap can be linked to the company's internet service, and allows transmission of various maps by e-mail.
WHILE A DETAILED MAP OF GREAT BRITAIN is being prepared from images captured from on high, members of the British Astronomers Association are looking up through the clouds preparing their telescopes and cameras for the total eclipse of the sun in this photo, part of a portfolio by Reuters photographer Ian Waldie who was awarded the United Kingdom Guild of Picture Editors' Award: Photographer of the Year.
INSIDE: A BREATHTAKING POSTER-VIEW OF WILD HORSES IN ICELAND BY PHOTOGRAPHER DOMENICO CILENTI. BACK PAGE: ELEPHANTS PLAYING SOCCER. KENYA AND INDIA, WHERE ELEPHANTS ARE USED TO TRANSPORT TOURISTS, WANT THE INTERNATIONAL TRADE IN ENDANGERED SPECIES TO FORBID THE HUNTING OF ELEPHANTS.
Wild horses of Iceland/Cavalli selvaggi islandesi Photo by Domenico Cilenti
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Ban the ivory trade
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Upcoming convention in Nairobi of the International Trade in Endangered Species
Riesplode la caccia agli elefanti
The legalized trade of ivory has increased the poaching of elephants. At least 67 elephants were killed in Kenya for their tusks in 1999, more than the average of 15 elephants killed in recent years. La vendita legalizzata dell’avorio incrementa il bracconaggio. Almeno 67 elefanti sono stati uccisi in Kenya per le loro zanne nel 1999, superando drasticamente la media di 15 elefanti uccisi negli ultimi anni.
Il Kenya e l’India, che utilizzano gli elefanti come mezzo di trasporto per i turisti, saranno in prima linea per chiedere il ritorno del divieto di caccia al prossimo incontro della CITES, la Convention on International Trade in Endangered Species, che si terrà a Nairobi in aprile.
ELEFANTI ASIATICI SI CONTENDONO IL PALLONE DURANTE UNA PARTITA DI CALCIO ad un festival annuale degli elefanti a Surin, 450 km a nordest di Bangkok. La competizione vede la partecipazione di circa 250 elefanti e attira migliaia di turisti stranieri. Il 40° festival degli elefanti si terrà a Novembre. I residenti di Surin, vicino alla frontiera con la Cambogia, usano da secoli gli elefanti nella vita di tutti i giorni. Oggi, i giganteschi mammiferi vengono utilizzati per lavorare nella giungla, ma anche per intrattenere i turisti.
ASIAN ELEPHANTS BATTLE FOR THE BALL as they play a game of soccer for spectators at an annual elephant festival in Surin, 450 kilometers northeast of Bangkok. Over 250 elephants took part in the 39th staging of the event which celebrates the elephants' part in Thai history and attracts thousands of tourists from overseas. The residents of Surin, near the border with Cambodia, have been using the elephants in everyday life for centuries and perform nowadays as much for tourists as for labor in the jungle.
A NATIONAL PARKS EMPLOYEE PEERS OVER THE MASSIVE TUSKS of the well known Chura Bull at Zimbabwe's Ivory Store. The African elephant's future is again at stake in a bitter dispute between nations which want to sell its tusks and others which believe only a total ban on the ivory trade wil save it from poachers. The Convention on International Trade in Endangered Species holds its 11th annual conference during April in Nairobi.
Salvare l’Eredo della regina di Saba I misteri di Sungbo, in Nigeria. Le rovine, il più grande monumento africano, corrono per 160 km e i bastioni raggiungono i venti metri di altezza
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overi elefanti. I cacciatori non gli hanno mai dato tregua, ma da quando le autorità del Kenya hanno permesso una limitata vendita dell’avorio, per loro riuscire a sopravvivere è diventato ancora più difficile. Nehemiah Rotich, direttore del Kenya Wildlife Service ha fatto appello ai governi mondiali per imporre nuovamente un divieto assoluto sul commercio dell’avorio. Almeno 67 elefanti sono stati uccisi in Kenya per le loro zanne nel 1999, superando drasticamente la media di 15 elefanti uccisi negli ultimi anni. Rotich ritiene che l’incremento sia direttamente legato alla vendita di avorio al Giappone da parte di tre nazioni del sud dell’Africa. Nel 1997, lo
Zimbabwe, la Namibia e la Botswana hanno allentato i divieti sulla vendita di avorio e solo nell’aprile del 1999 ne sono state vendute al Giappone quasi 60 tonnellate. I tre paesi si difendono dicendo che in tal modo ottengono denaro per la conservazione degli animali selvatici. Inoltre, dichiarano, non c’è alcuna prova che il commercio di avorio abbia portato all’aumento della caccia. Il SudAfrica sta chiedendo, a sua volta, il permesso di vendere 28 tonnellate di zanne appartenute agli elefanti del Kruger National Park. Gli ambientalisti si stanno battendo perché le proibizioni siano imposte di nuovo. La disputa dominerà il prossimo incontro della CITES, la Convention on International Trade in Endangered Species, che si ter-
rà a Nairobi in aprile. Il Kenya e l’India, che utilizzano gli elefanti come mezzo di trasporto per i turisti, saranno in prima linea per chiedere il ritorno del divieto. Una parte della richiesta di avorio dall’estero viene soddisfatta con le zanne degli elefanti catturati anni fa e ormai sepolti. Ma negli ultimi mesi, le zanne provenivano da animali appena uccisi e la situazione potrebbe aggravarsi di molto se i governi non si decidono a proibire la vendita di avorio. La caccia ha decimato gli elefanti africani negli anni ‘70 e ‘80 ma ha cominciato a ridursi con l’imposizione del divieto nel 1989. In Kenya, la popolazione di elefanti è scesa dai 140.000 del 1972 ai 19.000 del 1989. Ora si aggira intorno ai 29.000 esemplari.
na leggenda nigeriana racconta che la regina di Saba costruì un vasto sistema di difesa del suo regno nella foresta della Nigeria. Sebbene ci siano poche prove che la regina di Saba si sia mai recata in Nigeria, i locali narrano di un regno misterioso di proporzioni bibliche. È sufficiente una breve passeggiata sulle strade della Nigeria per trovare i resti di una civiltà che fiorì durante i secoli della storia africana definiti dagli studiosi come “oscuri”. Le rovine dell’Eredo di Sungbo corrono per 160 km e i bastioni raggiungono i venti metri di altezza. L’archeologo britannico Patrick Darling sostiene: “Si tratta del più grande monumento africano, per la cui costruzione è stato impiegata una quantità di materiale superiore a quella utilizzata per innalzare le più grandi piramidi egiziane”. Secondo alcune teorie i bastioni servivano come barriera contro gli invasori o contro le scorrerie degli elefanti, o più semplicemente, contribuivano a consolidare il territorio del regno.
Il creatore dell’Eredo resta misterioso come la sua reale funzione. Una tradizione vuole che i bastioni furono costruiti da una donna chiamata Sungbo. Forse una sacerdotessa o forse la biblica regina di Saba. Darling ritiene che in teoria si potrebbero scoprire le parti dei bastioni che realmente datano al tempo della regina di Saba. Oggi l’Eredo è diventato una sorta di santuario dove si recano ogni anno migliaia di musulmani, cristiani e adoratori che sacrificano capre e polli. Si crede che gli dèi invocati abbiano il potere di donare ricchezza e benessere. Ma nessuno entra nel santuario senza le guide locali per timore di perdersi e perché, secondo la leggenda, se uno straniero guarda uno degli dei, perde la vista. Intanto, l’Eredo sta lentamente andando in rovina. Per preservarlo dalla distruzione, alcuni archeologi si stanno battendo perché l’UNESCO lo riconosca come luogo di eredità storica mondiale, garantendogli così una certa protezione.