10-11-12 MARZO 2000
n° 32-33-34/2000
Editors: Domenico Cilenti email: nicocilenti@gmail.com/Joan Nickles email: joannickles@gmail.com
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REPORTAGE
La terra torni ai neri! - Trattative di pace nel Corno d’Africa Water World - La Turchia: manovre militari nella neve... e vicino c’è la Cecenia
La terra torni ai neri!
POLIZIOTTI DELLO ZIMBABWE fuori dell’abitazione
di Ross Hinde. I reduci di guerra avevano minacciato la moglie di Hinde.
L’IMPRENDITORE AGRICOLO DELLO ZIMBABWE ROSS HINDE, IN PIEDI DAVANTI LA SUA FATTORIA, DESCRIVE COME I REDUCI DI GUERRA ABBIANO OCCUPATO PARTE DELLE SUE TERRE. I reduci stanno
... ma regna ancora l’anarchia
occupando numerose fattorie di bianchi per cercare di spingere il governo a dargli la terra per la quale avrebbero combattuto durante la guerra di liberazione di quella che prima, si chiamava Rhodesia.
Situazione tesa nello Zimbabwe dove il presidente vuole dare ai veterani neri della guerra degli anni’70 le terre dei bianchi senza riconoscere alcun indennizzo
L
’invasione delle fattorie dei bianchi, da parte dei veterani della guerra civile, sta spingendo lo Zimbabwe verso l’anarchia, è questa l’opinione dei leader degli agricoltori. Il governo del presidente Robert Mugabe sta ignorando le preghiere di fermare l’invasione, aggiungono. Centinaia di neri, veterani della guerriglia degli anni ‘70, hanno mosso contro le fattorie dei bianchi, dicendo di essere stanchi di aspettare ancora le terre promesse loro. La Commercial Farmers Union (CFU) che rappresenta 4.500 grandi agricoltori in larga parte bianchi, ha riferito che 26 fattorie sono state invase da membri dello Zimbabwe National Liberation War Veterans Association. Nessun agricoltore è rimasto ferito, ma il direttore del CFU, David Hasluck, riferisce che alcuni sono stati pesantemente insultati e obbligati a guardare senza possibilità di reagire, mentre
i veterani devastavano la loro proprietà e si dividevano la loro terra. “Se il governo non ristabilirà l’ordine e la legge, sarà l’anarchia, con grandi perdite di produttività”, ha ammonito Hasluck. Il commissario di polizia Augustine Chihuri ha dichiarato che la polizia non poteva intervenire in questi casi, perchè “è un argomento politico”. Il vice presidente Joseph Msika, responsabile del comitato governativo per l’acquisizione dei terreni, ha dichiarato che il governo prenderà una posizione solo dopo aver ricevuto i rapporti dalle varie province. L’unione degli agricoltori ha affermato che, contrariamente alle accuse del governo, ha sempre sostenuto la riforma territoriale per dare il via alla crescita economica e alla stabilità sociale. Ma afferma, anche, che il governo non ha sempre seguito le proprie politiche di assegnazione o mobilizzazione delle risorse, conseguen-
ti al programma di riforma. I veterani di guerra, hanno cominciato ad invadere le fattorie dopo che il governo ha perso il referendum che avrebbe ampliato il decreto di Mugabe, dandogli il potere di frazionare le fattorie, per ridistribuirle ai neri, senza alcun obbligo di indennizzo. Il CFU afferma che accanto agli effetti sulla produzione, le invasioni danneggerebbero l’immagine dello Zimbabwe e sprofonderebbero il paese nella peggiore crisi economica degli ultimi 20 anni. La televisione locale ha riportato che i veterani che avevano invaso una fattoria fuori di Harare, hanno scoperto un “grande deposito di armi, veicoli militari, motociclette e fusti di carburante nascosti sottoterra”, cosa che ha messo in azione le forze di polizia. Un portavoce dei veterani accampati fuori della fattoria nei pressi di Harare, dice che loro
hanno la legge dalla loro parte, perché “gli imbrogli dei bianchi e dei neri” hanno fatto fallire il referendum. I bianchi costituiscono meno dell’1% della popolazione dello Zimbabwe che è di 12,5 milioni di persone. Il presidente Mugabe afferma che controllano ancora le ricchezze del paese, compreso il 70% del terreno coltivabile, 20 anni dopo che gli antichi coloni britannici avevano conquistato l’indipendenza. Mugabe sostiene che il governo non è obbligato ad indennizzare i bianchi per la perdita delle terre, perchè la terra era stata “rubata” ai neri dai colonizzatori nell’ultimo decennio del XIX secolo. Molti analisti politici ritengono che Mugabe possa vedere l’argomento terra come la sua ultima possibilità di sopravvivere, mentre la crisi economica rafforza l’opposizione.
La polizia dello Zimbabwe non ha ancora ricevuto istruzioni da parte del governo per fermare i guerriglieri neri che hanno giurato di continuare ad invadere le fattorie dei bianchi. Secondo fonti ufficiali, centinaia di veterani, che combatterono negli anni ‘70 per rovesciare il dominio dei bianchi, hanno occupato 120 grandi fattorie in tutto lo Zimbabwe, dicendo che le assegnazioni promesse stanno impiegando troppo tempo per arrivare. Il Ministro degli Interni Dumiso Dabengwa ha dichiarato che la polizia dovrebbe allontanare i veterani con la forza se non se ne andranno dalle fattorie entro sabato. Gli ex guerriglieri dicono che lasceranno le fattorie solo se il parlamento approverà i piani del governo di acquisire forzatamente le terre possedute dai bianchi, con la responsabilità di pagare le giuste compensazioni. L’invasione dei guerriglieri interessa le province di Midlands e di Matabeleland e il capo dell’Associazione dei veterani di guerra ha minacciato l’occupazione di altre fattorie nei prossimi giorni. La settimana scorsa, il governo ha pubblicato dei piani per cambiare la costituzione del paese e lasciare che i neri si impadroniscano delle fattorie dei bianchi senza l’obbligo di pagare nulla. Il referendum del mese scorso ha bocciato il progetto di Mugabe. I risultati sono l’indicatore di come il suo governo, ampiamente condannato per la peggiore crisi economica del paese, potrebbe confrontarsi nelle elezioni parlamentari di aprile contro un’opposizione che si nutre della crisi.
Trattative di pace nel Corno d’Africa Con la mediazione di diplomatici stranieri, l’Etiopia e l’Eritrea stanno cercando di porre fine alla guerra di frontiera
L
’Etiopia ha negato le accuse da parte dell’Eritrea di aver rifiutato i piani per porre fine al conflitto di frontiera tra i due paesi del Corno d’Africa. Il Ministero per gli Affari Esteri etiope ha dichiarato che sono stati fatti progressi significativi nei colloqui con gli inviati della Organization of African Unity e degli Stati Uniti, nella ricerca della soluzione del conflitto. L’Etiopia vuole che i preparativi tecnici per adempiere al progetto di pace siano portati al successo attraverso la consultazione e il dialogo. L’inviato di pace degli Stati Uniti Anthony Lake e l’inviato dalla OAU Ahmed Ouyahia, proveniente dall’Algeria, sono rientrati ad Addis Abbeba dopo più di una settimana di trattative diplomatiche tra la capitale ed Asmara, finalizzate a porre fine della guerra di frontiera. I funzionari si sono incontrati con il Primo Ministro etiope Meles Zenawi dopo aver trascorso diversi giorni in Eritrea per parlare con il presidente Isayas Afewerki. I due inviati sta-
vano cercando un compromesso sui preparativi tecnici per l’accordo di pace redatto dalla OAU, già accettato dall’Etiopia. Il governo etiope obietta la proposta secondo cui l’amministrazione civile, nella zona di frontiera contesa, verrà ripristinata solo dopo che le rivendicazioni territoriali saranno risolte. Decine di migliaia di soldati sono morti in una guerra lunga ventidue mesi. Dallo scorso giugno fino poche settimane fa, non erano stati registrati scontri alla frontiera, che si estende per 1.000 km. Ma dopo i combattimenti del 23 febbraio scorso sul confine meridionale, vicino al porto eritreo di Assab, ciascun paese accusa l’altro di aver dato il via ad un nuovo periodo di lotta. L’Eritrea, colonia italiana fino alla II Guerra Mondiale, poi finita sotto il dominio britannico, divenne una provincia dell’Etiopia nel 1952. Dopo una dura guerriglia che terminò nel 1991 con il rovesciamento del regime marxista dell’Etiopia, l’Eritrea ottenne l’indipendenza con il referendum del 1993.
UN SOLDATO ERITREO SCRUTA ATTRAVERSO UN’APERTURA DI UNA TRINCEA SUL FRONTE DI BADME.
La tensione sta salendo sul confine etiopico-eritreo, mentre i mediatori di pace sembrano incapaci di porre fine ad un conflitto che ormai dura da 21 mesi. Con l’Etiopia che ancora rifiuta di applicare il piano di pace dell’OAU, piano che invece è stato accettato dall’Eritrea, è probabile che ci possano essere nuovi scontri.