A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno XIII N° 124 aprile 2019
Mensile d’informazione d’arte
www.artemediterranea.org
nA sciòrta”
Un napoletano ad Aprilia
nCuriosart: dipinti di filo
Teatro: quando i sogni n diventano realtà
Antonio De Waure, “A’ sciòrta”
nDedicato a: Notre Dame
Per sponsorizzare “Occhio all’Arte”
Telefona al 347.1748542
Associazione ARTE MEDITERRANEA Aprilia - PROGRAMMA CORSI 2018-2019 CORSO INTARSIO SU LEGNO MARTEDI’ - GIOVEDI’ 18,00 - 20,00 CORSO DISEGNO PER BAMBINI LUNEDI’ - MERCOLEDI’ - VENERDI’ 18,30 - 20,00
CORSO DISEGNO 1° ANNO MARTEDI’ - GIOVEDI’ 09,00 - 11,00 18,00 - 20,00 CORSO ACQUERELLO MARTEDI’ - GIOVEDI’ 9,00 - 11,00 18,00 - 20,00 CORSO ACQUERELLO AVANZATO LUNEDI’ MERCOLEDI’ 18,00 - 20,00 CORSO OLIO LUNEDI’ - VENERDI’ 18,00 - 20,00 20,00 - 22,00 MARTEDI’ - GIOVEDI’ 09,00 - 11,00 18,00 - 20,00
CORSO DI FOTOGRAFIA ORGANIZZATO DA ASS.FOCUSFOTO MARTEDI’- MERCOLEDI’ GIOVEDI’ - VENERDI’ 20,30 - 22,30
Collaboratori Patrizia Vaccaro, Laura Siconolfi, Maurizio Montuschi, Valerio Lucantonio, Nicola Fasciano, Giuseppe Chitarrini Francesca Senna Responsabile Marketing Cristina Simoncini
Fondatori Antonio De Waure, Maria Chiara Lorenti Cristina Simoncini
Composizione e Desktop Publishing Giuseppe Di Pasquale
Amministratore Antonio De Waure
Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche parziale senza il consenso dell’editore
Direttore responsabile Rossana Gabrieli Responsabile di Redazione Maria Chiara Lorenti
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CORSO DI ANATOMIA PER ARTISTI Ins. Antonio De Waure CORSO DI PROSPETTIVA Ins. Giuseppe Di Pasquale
CORSO DI DISEGNO - FUMETTO SCENEGGIATURA ORGANIZZATO DA SCHOOL COMIX APRILIA SABATO 10,30 - 18,45
Redazione Maria Chiara Lorenti, Cristina Simoncini, Giuseppe Di Pasquale, Mensile culturale edito dalla Associazione Arte Mediterranea Via Muzio Clementi, 49 Aprilia Tel.347/1748542 occhioallarte@artemediterranea.org www.artemediterranea.org Aut. del Tribunale di Latina N.1056/06, del 13/02/2007
CORSI IN ORARIO DA DEFINIRE
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Sommario
Corso di acquerello Dipinti di filo Quando i sogni diventano realtà ‘A sciòrta Totò che visse due volte LEONARDO DA VINCI ..ancora curiosità su Roma NOTRE DAME, una storia straordinaria Gertrude Stein, “Picasso” sul filo di china “Memoria del Perù. fotografie dal 1890 al 1950”
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Corso di acquerello
Corso di acquerello 2a parte: pennelli, carta di Antonio De Waure
Pennelli Come con i colori, è meglio acquistare pennelli di ottima qualità. I pennelli economici non sono sempre un’ottima scelta perché si rovinano rapidamente e vi impediranno di migliorare. I pennelli più versatili sono quelli tondi e larghi. Se hanno delle buone punte possono essere utilizzati per lavori dettagliati e ampie stesure. Un pennello piatto e largo è utile per stendere larghe pennellate di colore e può anche essere usato lateralmente per creare linee rette. Uno scroller consente di completare i dettagli lineari come la nervatura dei rami in inverno. Un pennello morbido e spesso è utile per attenuare le alte luci. Può anche essere utilizzato per rimuovere il sale dal dipinto. È opportuno iniziare a dipingere con pennelli larghi per evitare che il dipinto diventi troppo vistoso e sovraccarico. Il pennello che uso maggiormente è il n. 14 tondo. Questo e un pennello n. 6 o 8 tondo, che insieme ad uno piatto da 25 mm e uno scroller, dovrebbero essere sufficienti per iniziare. Assicuratevi sempre che i pennelli siano perfettamente puliti dopo ogni sessione di pittura. Dovreste risciacquare i pennelli anche quando cambiate colore per mantenere le stesure pulite e brillanti.
Pressata a caldo
Non pressata (o pressata a freddo)
Ruvida
Carta La carta per acquerello è disponibile in varie fatture e vari spessori. La carta di stracci fatta a mano è di qualità pregiata, ma è molto costosa. La carta fatta a macchina è eccellente e più diffusa. È disponibile di tre tipi: pressata a caldo, non pressata o pressata a freddo e ruvida. Il costo della carta dipende dal suo peso. La carta leggera si deforma quando viene bagnata e ciò rende complicato controllare la stesura del colore. È meglio utilizzare almeno una carta di 300 g/m2, ma anche questa potrebbe incresparsi se applicate molte stesure bagnate. l’ideale è la carta 425640 g/m2 oppure stendete il foglio prima di iniziare a dipingere, usate un blocco con fogli incollati su quattro bordi.
Questa carta ha una finitura uniforme. È utile per lavori dettagliati come dipinti floreali, ma spesso è considerata la carta più difficile da gestire.
Questa carta ha una leggera trama. È adatta a qualsiasi scopo ed è l’ideale per i principianti.
Tratto da: “Luci in Acquerello” di Jackie Barras, Ed.IL CASTELLO
È ideale per pennellate asciutte ed effetti di granulazione. La superficie con trama molto marcata richiede però un po’ di pratica. Se il pennello non è bagnato a sufficienza, potrebbero crearsi delle minuscole sacche d’aria sul foglio che creano una finitura irregolare
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Dipinti di filo
I ritratti riccamente ricamati di Cayce Zavaglia di Cristina Simoncini
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n
Q
uando si scrutano i minimi dettagli dei ritratti ricamati dell’artista Cayce Zavaglia, è difficile immaginare che ogni opera abbia una dimensione di poco più di 20x25 cm. Il suo processo, che lei definisce “pittura su filo” e “ricamo rinnegato”, inizia con un servizio fotografico di ogni soggetto, vale a dire amici, familiari e altri artisti. Circa 100-150 foto vengono sottoposte a una selezione, che poi ricama con la tecnica a strati su lino belga: “Nel corso degli anni, ho sviluppato una tecnica di cucitura che mi consente di sfumare i colori e stabilire tonalità che assomigliano alle tecniche utilizzate nella pittura a olio classica. La direzione in cui i fili sono cuciti simula il modo in cui i segni del pennello sono disposti all’interno di un dipinto che, a sua volta, consente l’illusione di profondità, volume e forma. La mia metodologia di cucito rasenta l’ossessivo, ma alla fine mi consente di evocare visivamente rappresentazioni pittoriche di
Fronte
curiosArt
carne, capelli e stoffa.” Zavaglia si interessa anche al retro dei suoi ritratti, una trama intrecciata di fili e nodi che assomiglia a una versione più astratta del ritratto che appare sul dritto. In un ritorno alle sue radici come pittore, crea guazzi e dipinti acrilici di grande formato delle immagini sul retro, creando efficacemente un dipinto da un ricamo di una fotografia. “Inizialmente, lavorare con una gamma consolidata di colori di lana si è dimostrato frustrante. A differenza della pittura, non ero in grado di mescolare i colori. Progressivamente, ho creato un sistema per cucire i fili in una sequenza che alla fine avrebbe dato l’illusione di un certo colore o tono. La direzione in cui sono stati cuciti i fili imita il modo in cui le linee sono stratificate in un disegno per dare l’illusione di profondità, volume e forma. Nel corso del tempo i punti sono diventati più stretti e più complessi, più evocativi di carne, capelli e tessuti.” Fonte: www.thisiscolossal.com
Retro 5
Quando i sogni diventano realtà Teatro studio 8,
Nettuno, via Nettuno Velletri n.8
di Laura Siconolfi e Maurizio Montuschi
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d eccoci di nuovo pronti a raccontare quella che potrebbe sembrare una storia fantasiosa, ma che, invece, è pura realtà! Una realtà creata dalla competenza, dall’ impegno quotidiano veramente encomiabile e, ovviamente, dalla capacità di volare sempre più in alto. Dei meritati successi della Compagnia dei “Liberi Teatranti” abbiamo già detto nel precedente articolo, in questo secondo era previsto, essenzialmente, un excursus sulla loro storia antecedente, prima che il “Teatro Studio 8” venisse costruito. Non é possibile, altri successi, altri riconoscimenti anche a livello nazionale hanno omaggiato i nostri impavidi e non si può sorvolare! Il 6
16 marzo i “Liberi Teatranti” hanno ricevuto l’encomio più importante della stagione teatrale, almeno fino a questo momento, essendo risultati i vincitori assoluti del premio nazionale <Progetto teatro 2017-18 Italo Conti”> indetto dallo stesso commediografo. La Compagnia é risultata vincitrice tra le 66 partecipanti che hanno messo in scena la commedia musicale brillante “Funerale col morto”. Scritta, appunto, da Italo Conte che ha premiato, di persona, gli artisti, i premi sono andati a: Giampiero Bonomo come migliore regista - Francesco Ruggirello migliore scenografo, ideatore dei costumi, truccatore - Deborah Niscola miglior attrice protagonista - Maresa Minati miglior attrice coprotagonista - Cinzia
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Teatro
Bravo miglior attrice caratterista Eugenio Usai miglior attore caratterista - Chiara Simone per la migliore interpretazione canora. Alla serata hanno partecipato i Presidenti delle varie associazioni umanitarie che i “Liberi Teatranti” hanno, da sempre, sostenuto donando loro parte del ricavato della rappresentazione della commedia <replicata 28 volte!>. Quella dei “Liberi Teatranti” è, infatti, un’Associazione culturale no-profit, nata per la promozione del teatro e per il sostegno delle attività benefiche che operano sul territorio di Anzio e Nettuno (quest’aspetto è stato approfondito nell’articolo dedicato alla Compagnia nel mese di marzo scorso. In tale occasione é stata recensita anche la commedia <Funerale col morto>).
Sane e salutari risate hanno continuato ad allietare un pubblico, sempre numeroso, e in cerca di buona compagnia, quella di comici famosi quali Sergio Giuffrida, 23 marzo; Federico Maria Isaia, il 29 marzo; Antonello Costa l’11 aprile. Gli appuntamenti al Teatro Studio 8 saranno ancora molti, interessanti, divertenti e vari; se qualcuno volesse fare un viaggetto a Terni, l’11 maggio, potrebbe assistere alla 29° replica di <Funerale col morto> presso il teatro Secci. Della Compagnia dei “Liberi Teatranti”, nata nel 2014, fanno parte artisti con esperienze teatrali anche trentennali, chiaramente con altre compagnie, di successi al loro attivo ne hanno tanti. Non avevano un teatro tutto per loro, adesso lo hanno: lunga vita ai “Liberi Teatranti “!
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‘A sciòrta
Un napoletano ad Aprilia di Maria Chiara Lorenti
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’artista espone la sua percezione del mondo circostante, facendo una libera associazione di forme a seconda della propria sensibilità, della sua creatività, del suo gusto estetico. Applicando dei pigmenti sul supporto, che fissano il pensiero dell’autore, trasmette le sue sensazioni ed esplicita le proprie emozioni a chi osserva la sua opera. Ogni pittore ha un suo stile ed un proprio bagaglio di esperienze a cui attinge, e guardando un dipinto si può evincere chi l’abbia realizzato. In Antonio De Waure lo stile è inconfondibile, per il tratto, per la tecnica e soprattutto per il soggetto. Ciò che colpisce maggiormente è l’attaccamento alla terra natia, l’essenza partenopea che traspare nei personaggi, sapientemente tratteggiati, denota un amore 8
profondo per la sua città ed i suoi abitanti. Quella che rivive nei suoi acquarelli è la vecchia Napoli, quella sparita perché fagocitata dai fast food e dalla frenesia che pervade ormai tutte le metropoli. La Napoli della sua infanzia, dell’adolescenza passata nei vicoli, come tutti gli scugnizzi della sua età, una vita vissuta per strada, dove ogni esperienza era vista come un’avventura. E’ così che Mimì, il vecchietto che vendeva caramelle al di fuori della scuola, si trasformava, il sabato e la domenica, in cantastorie, un moderno aedo, che girando per i bassi, riusciva a varcare la mente dei bimbi, con racconti fantastici che accendevano la loro fantasia. E se Mimì può essere assimilato alla figura del nonno che narra le fiabe e distribuisce bon bon, di contro c’è Gennaro, il pizzaiolo da strada, che con il suo carico di margherite, tenute al caldo nel pentolone, nel giro di mezz’ora, vende tutta la sua merce, gioia per la golosità dei passanti, percorrendo ogni rione.
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Ai venditori ambulanti vengono contrapposti i ritratti, a volte idealizzati, delle persone più care al pittore. Le persone facenti parte della cerchia familiare. ‘ A sciòrta” , (la sorte), che da il titolo alla mostra personale di Antonio De Waure, è identificata con il volto della madre dell’artista, una madre giovane, sorridente, che sembra promettere una vita felice, serena, ricca di gioia. Ma la sorte si sa non è sempre allegra, a volte si gira, e si fa ria, avversa, però spesso questo voltafaccia non è definitivo, e, come una girandola al vento, ritorna ad essere propizia. Volti non leziosi, che non vogliono essere accattivanti, ma che sembrano estratti dalla commedia partenopea, dal teatro di Eduardo De Filippo, o da quello del principe De Curtis, in arte Totò, visi tipici, che, velatura su velatura, emergono da un fondo indefinito, per affermarsi psicologicamente sulla carta. Così aranci e blu si sovrappongono, leggeri e trasparenti, in contrasti complementari
in mostra
che evidenziano il carattere dei personaggi, come “‘ O melone ”, dove una donna corrucciata, impegnata nel difficile compito di mordere la polpa di una fetta di cocomero, volge lo sguardo in tralice, assorta nei suoi pensieri. Deliziosa è, invece, la faccetta maliziosa della bambina che, finita voracemente la pasta e fagioli, con voluttà lecca il fondo del piatto. A venticinque anni dalla sua ultima mostra, Antonio De Waure ripercorre la sua carriera con una performance che lo porta a rivedere il suo iter artistico dalle origini a Napoli, ricco di ricordi, fino ad oggi, noto pittore della città pontina di Aprilia, dove si è affermato. Una vita piena di soddisfazioni, che lo ha portato a fondare un’associazione d’arte, dove prosegue la sua passione insegnando ad altri ad esprimersi attraverso la pittura. “‘ A sciòrta ”, retrospettiva di Antonio De Waure, visitabile, dall’11 al 18 maggio, presso la Biblioteca Comunale, alla Sala Manzù, per ritrovare un mondo scomparso, visto con l’occhio nostalgico e attento di chi c’era e l’ha racchiuso nel suo cuore.
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Totò che visse due volte ...e che rivive al cinema di Valerio Lucantonio
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l fi lm d e l la co p p ia C ip r ì e Mares c o anticipava con il proprio titolo la sorte che gl i s a re b b e t occata n eg l i an n i a ve nire: nel 1 9 9 8 c os t i t u ì l’u l tim o caso d i ce ns ura to ta le im p os t a d al l’ap p o si ta co m mis s ione m in iste r ia le , s a lvo p o i essere r iam mes s o co n i l d iv ie t o d i visio ne p er i min o renni, e da a l lora h a s o l levato accese p o lemic he fin o a d ive n t a re un cul t p er un p u bblic o ris tre tto, a n c h e a cau sa d el l ’ im p o ssib i li t à di ess e re p a s s a t o in televisio n e. Per r ip ort are in a u ge e r ic on os cere a To tò che vi sse due vol te l ’ im p or t a n z a r ico p er ta n el p anorama cin e m a t og ra f ic o i t al i an o d i fine mi l len nio, la Cin e te ca d i B ologna ha o p erato i l rest auro del la pe l lic ola in 4 K. La n u ova ver sione è sta ta pre s e n t a t a a fine feb b raio al cinema 10
Lumière, c on il regis t a Franc o Ma res co c ome os pi t e, e s i s t a già di ffond end o in al t re s ale i t aliane c on proiez ioni-e vento che s i s pera lo facc iano s c oprire a una nuova generaz ione di s pett at ori. Ques t o f ilm at ipic o e volut ament e irrivere nte non mos t ra i s egni del t empo, no n s o lo graz ie al la rec ent e res t aurazio ne , ma s opratt utt o per la s ua c apac i t à di s ca rd ina re e abolire le limi t az ioni di c o o rd ina te s t oric o-geograf ic he, es t rapola nd o e minimiz z ando il moment o e i luo g hi d el la realiz z az ione t rami t e un dis c ors o che tend e al l’ univers ale. Ques t a direz ione p ro s e g ue ed acc ent ua gli int ent i e gli effetti d el le prec edent i es perienze del duo re g is tico, la c ui princ ipale area d’ int e re s s e e d’ indagine è foc aliz z at a, già dal la rub rica dis s ac rant e Cinic o TV, s ul l’ os s e rva z io ne e s ul l’ int eraz ione c on pers one d is a g ia te , problemat ic he ed emargin a te s ia f is ic ament e c he c ul t uralment e, res ti tui te al lo s pett at ore c ome pers onaggi s ca rni e no n drammat iz z at i. Con il loro lungome tra g g io d’ es ordio, Lo z io di B rooklyn, C ip rì e Mares c o rappres ent avano c on p iù a mp io res piro un’ umani t à abbrut i t a e sca lcina ta , abbandonat a a s é s t es s a in una Palermo a rid a e rurale, racc ont at a c on uno s t ile s ta tico e lent o e int ris o di inf luenze t elevis ive – s e p p ur s ovvert i t e dal la s guaiat aggine es p res s iva e dai c ont enut i volgari e dis t urb a nti. S e ques t a prima opera pres ent ava una s o rta d i es ile linea narrat iva, s ommers a d a ins erti ecc es s ivi e ant i-narrat ivi, invec e To tò che vis s e due vol t e è divis o nett amente in tre epis odi, un al t ro approcc io c he s i o p p o ne al l’ uni t ariet à del racc ont o c inemato g ra fico. Gli element i di c ont inui t à c on la p re ced ente pel lic ola s ono evident i: di nuovo il b ia nco e nero as ett ic o e c ont ras t at o di Luc a B ig a z z i, di nuovo l’ ambient az ione s ic iliana d es o la ta e di nuovo i c ont enut i c ont rovers i. S tavo l ta però gli aut ori us ano la deprava z io ne, la violenz a e le s c urrili t à, parados s a lmente ,
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p er e le va re i l d is c or so e la tematich e trami t e un ’ u l te r iore d is c e sa ver so le p iù p rofonde b ass e zze d e l l’ a g ire u m ano. In ques t o mo do s c e n e d i zoo fi l ia, stu p ro d i p ers one e di s i m b oli s a c r i, e d i esecuzio ni m a f ios e d ive n ta n o d im os t razi o n e d el d en o m inat ore c o m u n e , a n c e s t rale d el la no stra sp ec ie e d el la sua p a re n t ela co n g l i al tr i animali. I t re e p is od i a r t ico lano co n d ecl in az ioni d ive r se l a re a l t à d i un mo n d o in cui gli ess e ri um a n i v i vono d i istin ti, no n trovando alc u n s ig n i f ic a t o n el l’ isti tuzio ne familiare e re l igios a – q u el la p o l i tica è i nvisibile, fo r se e s t i n t a , c ome in un o scenar io pos tap o ca l i tt ic o – e p er seg uen d o i l p iac ere imm e dia t o e d e ff im ero. Il l in gu a g g io c in e mato g rafico d i q u est ’ opera ecce n tric a e a g gressiva è fr u tto di una d is to r sion e d e l l’ e stetica n eo real ista e del la f ilo so fia s u r re a lista, ch e p ar te d a Luis B u ñu e l ( in e n t ra mb i i fi lm d i C ip r ì e Ma res c o è p re sen t e u n a s c ena in cui , r ico rd an do Un c hie n a nd a lou , u n freak si leva u n o cc hio di
cinema
vet ro guardando in c amera) per po i utiliz z a re una mis t ura di c onvenz ioni es pre s s ive e d i genere c he s paz ia dal wes t ern a l g a ng s ter movie f ino al l’ epic o biblic o, c on un us o dis s ac rant e di f igure c ome il f la s hb a ck e l’ ins ert o oniric o. Tot ò c he vis s e due vol t e è d unq ue una provoc az ione s ia nel la fo rma s ia nel c ont enut o, e di c ons egue nz a ne l le t emat ic he. Un f ilm c ome att o e a tta cco poli t ic o vers o la s oc iet à, c apa ce d i fa r emergere anc ora una vol t a le in d ig na z io ni vis c erali del la nos t ra c ul t ura e no n s o lo, in quant o è poi divent at o c at al iz z a to re e propuls ore di una revis ione del la p ra tica di c ens ura c inemat ograf ic a, p o s s ib ile graz ie al dibatt i t o s c at enat o da ques to ra ro es emplare – nel c inema i t aliano re cente – di dis obbedienz a e s emplic i t à s c otta nti.
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LEONARDO DA VINCI
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in mostra
a 500 anni dalla sua morte di Patrizia Vaccaro
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eonardo da Vinci (15 aprile 1452 – 2 maggio 1519) uno dei grandi geni rinascimentali della storia, la sua opera spazia in diversi campi: pittura, disegno, scultura, architettura, scenografia, scienza, anatomia, musica, progettazione, svariate sono le sue opere, invenzioni e manoscritti. Insomma di lui si sa tantissimo, vista l’immensa mole di lasciti e testimonianze, ma c’è tanto ancora da scoprire e quest’anno si ha l’occasione di conoscerlo ancora meglio grazie alle diverse iniziative, manifestazioni e mostre a lui dedicate in occasione dei 500 anni alla sua morte. A Milano diverse esposizioni: al Palazzo Reale “Il meraviglioso mondo della natura” con il rapporto tra Leonardo e la natura, al Castello Sforzesco ci sarà “Leonardo e la Sala delle Asse tra Natura, arte e scienza” con l ‘esposizione di vari disegni suoi e dei suoi contemporanei, ed anche “Museo virtuale della Milano di Leonardo” con un percorso multimediale alla scoperta dei luoghi di Leonardo a Milano. Alla Biblioteca Ambrosiana, che conserva il Ritratto di Musico, ci saranno i progetti di macchine belliche e gli studi di ingegneria civile. Poi si racconta “Leonardo in Francia”: disegni di epoca francese dal Codice Atlantico dove si approfondiscono gli ultimi anni di attività del Maestro, con 23 fogli dal Codice Atlantico. Infine ecco “Leonardo e il suo lascito”: dove si approfondiscono le nuove tecniche di disegno apportate da Leonardo. Al Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” “Leonardo da Vinci parade”: una ricca selezione degli spettacolari modelli realizzati 12
negli anni cinquanta proprio interpretando i disegni di Leonardo. Inoltre sono esposte le opere dell’artista olandese Theo Jansen, conosciuto in tutto il mondo per le sue spettacolari installazioni cinetiche che si muovono col vento, viene definito dalla critica internazionale “un moderno Leonardo da Vinci” nella mostra “DREAM BEASTS”. Alla Fondazione Stelline “L’”Ultima cena” dopo Leonardo”: una rilettura contemporanea dell’opera con la presenza di sei importanti artisti contemporanei e nella cripta della Chiesa di Santo Sepolcro ci sarà la versione di Andy Warhol che ha colorato l’ opera di rosa come si usa nella POP ART. A Torino i Musei Reali mettono in mostra 13 lavori autografi acquistati dal re Carlo Alberto e il Codice sul volo degli uccelli. La mostra si intitola “Leonardo da Vinci. Disegnare il Futuro”. A Venezia lo si celebra alle Gallerie dell’Accademia con la mostra “Leonardo da Vinci l’uomo è modello del Mondo”, dove troviamo il celebre studio l’ “Uomo vitruviano”. A Genova, l’Associazione Art Commission presenta una mostra d’arte contemporanea Leonardesca allestita al Museo di Sant’Agostino, 19 artisti prendono si ispirano al Maestro e lo interpretano con linguaggi odierni. Anche Firenze partecipa alle celebrazioni con “Il Codice Leicester. L’ acqua microscopio della natura” e Palazzo Vecchio con “Leonardo e Firenze” A Vinci andrà in scena “Leonardo da Vinci. Le origini del Genio”. Molte sono le mostre dedicate al genio fiornetino, tra cui: “Leonardo disegnato da Hollar”, “Leonardo scultore”, “L’Orfeo di Leonardo. Scene, feste e costumi” e, a Prato, “Leonardo da Vinci, l’ingegno, il tessuto”. A questo elenco si aggiunge Roma, presso le Scuderie del Quirinale “Leonardo da Vinci. la scienza prima della scienza”. A questo punto la curiosità sarà tanta per cui non ci resta che andare a visitare una o più di queste mostre per apprezzare il genio italico che tutti ci invidiano e magari scoprire altre curiosità sulla sua vita.
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La Roma insolita
..ancora curiosità su Roma di Nicola Fasciano
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l quinto imperatore di Roma, il famigerato Nerone, non amò e sposò soltanto donne. Infatti, oltre a Ottavia, Poppea e Sabina Messalina, perse la testa per due uomini. Il primo fu il giovane evirato Sporo, i cui lineamenti delicati e femminei gli ricordavano la moglie Poppea, da poco morta per sua stessa mano. Nerone si convinse che il ragazzo fosse la reincarnazione della defunta consorte e, durante il viaggio in Grecia, lo sposò. Successivamente si innamorò anche di Pitagora, un liberto che le fonti descrivono bellissimo e anche questa fu una storia seria sfociata in matrimonio, solo che stavolta l’Imperatore preferì vestire i panni di moglie. Per rimanere in tema di imperatori dell’antica Roma che avevano relazioni omosessuali, l’Imperatore Adriano (del quale è nota quella con Antinoo), può anche annoverare il primato del primo sovrano di Roma a portare la barba, piuttosto folta e riccia, come possiamo constatare dai
numerosi busti che lo ritraggono e che ancora oggi possiamo ammirare (il busto dell’immagine in alto). Inizialmente la scelta estetica fu dovuta all’intento di ispirarsi ai Greci, che Adriano cercò sempre di emulare anche nello stile di vita; tutti gli antichi Greci infatti avevano questo vezzo, abbandonato solo da Alessandro Magno, che inaugurò la moda della rasatura. Parlando sempre di Roma, benchè noi tutti sappiamo che ospita la sede di quello che è conosciuto come il più piccolo stato del mondo, il Vaticano, possiamo affermare che non è l’unica realtà con alcuni requisiti che sono riconosciute agli stati. Infatti a Roma esiste anche un’altra entità, il Sovrano Militare Ordine di Malta, al quale sono riconosciute gran parte delle condizioni che permettono di riconoscerla come soggetto di diritto internazionale e tale da renderla l’unica organizzazione privata ad essere trattata come un vero e proprio paese. Per cominciare, benchè l’ordine non eserciti una sovranità territoriale, la sua sede in un palazzo in via Condotti gode di diritti di extraterritorialità dello stato italiano. Intrattiene rapporti diplomatici con 93 paesi al mondo e è anche osservatore permanente presso le Nazioni Unite, la Commissione Dell’Unione Europea, la Fao e l’Unesco. La sua popolazione di 13.000 persone tra dame e cavalieri, è tutta dotata di passaporto. Ha una propria bandiera e la possibilità di battere moneta, anche se solo a fini commemorativi. Infine anche le auto dell’ordine hanno un sistema di immatricolazione autonomo, con la scritta Smom. Il mausoleo di Augusto, localizzato a due passi dall’Ara Pacis e comunque in un’area centralissima della capitale, come tanti altri monumenti dell’antica Roma, ha una storia lunga e travagliata a tal punto che, nel 1780, i Correa proprietari dell’area, affittarono come locanda il mausoleo allo spagnolo Bernardo Matas, il quale decise di adattare il giardino superiore a un’arena per le corride, costruendo gradinate e palchi in legno, compreso l’alloggiamento per i tori e le bufale.
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NOTRE DAME, una storia straordinaria
di Rossana Gabrieli eanche le fiamme che sono divampate la sera del 15 aprile hanno potuto cancellare lo splendore della cattedrale francese che, insieme alla Tour Eiffel, è il simbolo stesso della Francia e mentre le autorità cercano di accertare le responsabilità di questo gravissimo incidente, noi vogliamo renderle omaggio ricordandola attraverso i lavori che teatro, cinema e letteratura le hanno dedicato. Nel 1831 Victor Hugo scrisse il celebre romanzo dedicato a Notre Dame de Paris, che a sua volta avrebbe ispirato a Riccardo Cocciante e Luc Plamodon un musical di successo: nella Parigi del XV secolo, con al centro la Corte dei Miracoli si aggirano zingari, mendicanti, criminali, prostitute. Quasimodo, il gobbo campanaro, è diventato il simbolo stesso della cattedrale ed il cartone animato che la Disney ne ha tratto ha contribuito ad amplificarne la fama anche tra i più giovani. Ma non solo, tra le sue navate, che hanno visto scorrere la storia, sono passati, oltre che personaggi storici come Napoleone, anche artisti del calibro di Edith Piaf, che nel 1966 cantava: “Dans le Paris de Notre-Dame De Notre-Dame de Paris, Y a un clochard qu’en a plein le dos De porter Notre-Dame sur son dos, Il se prend pour Quasimodo. Regarde en l’air, la vie qui grouille Au lieu de faire des ronds dans l’eau. Tu peux pas vivre comme une grenouille. Moitié sur terre, moitié sur l’eau Moi, je préfère rester là-haut”. (Nella Parigi di Notre-Dame, Notre-Dame de Paris, c’è un vagabondo che ha le spalle per indossare la Madonna sulla schiena. Pensa di essere Quasimodo,
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Gertrude Stein, “Picasso”
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dedicato a
guarda nell’aria, la vita che sta brulicando. Invece di fare cerchi nell’acqua. Non puoi vivere come una rana, metà sulla terra, metà sull’acqua. Io preferisco restare lassù). Ed il cinema non ha mancato di dedicare a questo simbolo di Parigi e della Francia alcune tra le sue più belle pellicole: dal classico “Notre Dame” del 1939, a “Un americano a Parigi”, “Cenerentola a Parigi”, “Sciarada” con Audrey Hepburn e Cary Grant, “Tutti dicono I love you” di Woody Allen, “Il favoloso mondo di Amelie” “Before Sunset Prima del tramonto” con Ethan Hawke e Julie Delpy, Van Helsing ed ancora Woody Allen con “Midnight in Paris”. Tutto il mondo, ora, attende il momento in cui ne potrà ancora varcare le splendide soglie.
Edizioni Skira, Milano,2018, pp 80, Euro 9,90
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Occhio al libro
di Giuseppe Chitarrini
Gertrude Stein fu un’importante scrittrice statunitense, nata in Pennsylvania nel 1874 e morta a Parigi nel 1946, città dove si era trasferita, insieme al fratello, nel 1903. Fin dai primi giorni del soggiorno parigino, i due fratelli entrarono in contatto con i vari movimenti che fermentavano in quegli anni la vita della capitale francese. Il loro atelier in rue de Fleurs divenne un punto di ritrovo, dibattito e riferimento per molti artisti, in particolare le avanguardie musicali, pittoriche e letterarie. Anche Gertrude imboccò la via dalla sperimentazione letteraria, cercando di adeguare il linguaggio e l’espressione letteraria alla visione della realtà dell’esperienza vissuta nella percezione immediata degli oggetti, e in particolare fra questi, di quell’oggetto in grado di esprimere un significato trascendente di rilevanza, appunto, artistica. Noti i suoi percorsi sperimentali e d’avanguardia che tentavano di costruire un
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corrispettivo linguistico alla semplice, ma intensa espressione artistica di quella che all’epoca veniva definita ‘arte negra’. Fra i vari personaggi che entrarono in contatto con lei ci fu, nel 1906, Pablo Picasso, e con lui il cubismo. Un incontro che fu denso di stimoli per entrambi e che consentì alla scrittrice di trovare uno sbocco, seppure momentaneo, ai suoi tentativi, che culminarono, prima di imboccare un’altra strada, nel 1932, con la scrittura della biografia del pittore. Nel 1938 questo scritto, dopo diverse edizioni, trovò forma e stesura completa e definitiva che ora troviamo compendiata in questo elegante volumetto pubblicato da una casa editrice ‘specializzata’ nelle opere d’arte e di critica artistico-letteraria. Un piccolo libro, tradotto in Italiano da Masolino d’Amico, e che può essere considerato un autentico ed originale cult.
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Aprilia
“What a wonderful world” mostra personale di Rosa Fucale Sala Manzù, dal 27 aprile al 5 maggio “ ‘A sciòrta” art. pagg. 8-9 Mostra retrospettiva di Antonio De Waure, Sala Manzù, dall’11 al 18 maggio
Roma
“Dream” Chiostro del Bramante, fino al 5 maggio “Andy Warhol” Complesso del Vittoriano, fino al 5 maggio “Pollock e la scuola di New York” Complesso del Vittoriano, fino al 5 maggio “Ragione e Sentimento” GNAM, fino al 5 maggio “Ludwig Pollak. Archeologo e mercante d’arte” Museo di scultura antica Giovanni Barracco,fino al 5 maggio “Anne e Patrick Poirier. Roma Amor” Accademia di Francia-Villa Medici, fino al 12 maggio “World Press Photo 2019” Palazzo delle Esposizioni, fino al 26 maggio “Joint is out of time” GNAM, fino al 2 giugno “La casa delle farfalle” Via Appia Pignatelli, fino al 9 giugno “La ferita della bellezza. Alberto Burri e il Grande Cretto di Gibellina” Museo Carlo Bilotti, fino al 9 giugno “Il trionfo dei sensi. Nuova luce su Mattia e Gregorio Preti” Palazzo Barberini, fino al 16 giugno “Manifesto Jiulian Rosefeldt” Palazzo delle Esposizioni, fino al 16 giugno “Giacomo Balla. Dal Futurismo astratto al Futurismo iconico” Palazzo Merulana, fino al 17 giugno “Leonardo da Vinci. La scienza prima della scienza” (articolo a pg. 12) Scuderie del Quirinale, fino al 30 giugno “Vasari per Bindo Altoviti, il Cristo portacroce” Gallerie nazionali di arte antica. Galleria Corsini, fino al 30 giugno “Natura in tutti i sensi” Palazzo delle Esposizioni, fino al 14 luglio “Roma nella camera oscura. Fotografie della città dall’ottocento a oggi” Palazzo Braschi, fino al 22 settembre “Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione” Galleria d’arte moderna, fino al 13 ottobre “Mortali Immortali. Tesori del Sichuan nell’antica Cina” Museo dei Fori Imperiali, fino al 18 ottobre “Claudio Imperatore. Messalina. Agrippina e le ombre di una dinastia” Museo dell’Ara Pacis, fino al 27 ottobre
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Ferrara
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“Boldini e la moda” Palazzo dei Diamanti, fino al 2 giugno
Firenze
“Antony Gormley. Essere” Gallerie degli Uffizi, fino al 26 maggio “Leonardo da Vinci e Firenze” Palazzo Vecchio, fino al 24 giugno “Verrocchio. Il maestro di Leonardo” Palazzo Strozzi e museo nazionale del Bargello, fino al 14 luglio
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Forlì
“Ottocento. L’arte dell’Italia da Hayez a Segantini” Museo di San Domenico, fino al 26 giugno
Milano
“Antonello da Messina. Dentro la pittura” Palazzo reale, fino al 2 giugno “Jean Auguste Dominique Ingres e la vita artistica al tempo di Napoleone” Palazzo reale, fino al 23 giugno “Giorgio Andreotta Calò. CittàdiMilano” Pirelli HangarBicocca, fino al 21 luglio
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Napoli
“Chagall. Sogno d’amore” Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, fino al 30 giugno
Pompei
“Pompei e gli etruschi” Parco archeologico, fino al 2 maggio
Venezia
“Canaletto a Venezia” Palazzo Ducale, fino al 9 giugno “Maurice Marinot. The glass 1911-1934” Le stanze del vetro. Fondazione Cini, fino al 28 luglio
Eventi
Foto di Brent Stirton
“Memoria del Perù. fotografie dal 1890 al 1950” Museo di Roma in trastevere, fino al 26 maggio 16