Occhio all'Arte - aprile 2023

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Occhio all’Arte

MensilediInformazionediArte

A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - Anno XVI Num. 162 aprile 2023

CORSI ANNO 2022 – 2023

Staff Sommario

Fondatori: Antonio De Waure e Maria Chiara Lorenti

Amministratore: Antonio De Waure

Direttore Responsabile: Rossana Gabrieli

Capo Redattore: Maria Chiara Lorenti

Collaboratori: Patrizia Vaccaro, Nicola Fasciano, Giuseppe Chitarrini, Francesca Senna

Grafica: Barbara Calandro

Stampa: Associazione Arte Mediterranea

Occhio all’Arte

Mensile culturale edito dall'Associazione Arte Mediterranea via Muzio Clementi, 49 – Aprilia (LT)

Contatti: 347.1748542 - www.artemediterranea.org

occhioallarte@artemediterranea.org

Aut. Tribunale di Latina n. 1056/06 del 13/02/2007

Pag.3 Pierre Sorlin «Introduzione ad una sociologia del cinema»

Pag.4-5 Rosa e Azzurro: curiosità

Pag.6-7

Sepolcro di Annia Regilla e il casale dell’ex Mulino

Pag.8-11 «’A metà» retrospettiva di Antonio De Waure

Pag.12-13 «Cara Mahsa, ti scrivo…» Pag.14

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Vietata la riproduzione anche parziale senza il consenso dell’editore Tutti i diritti riservati.
Teoria del colore
Eventi
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OLIO E ACQUERELLO LUNEDI’ E VENERDI’ 18:00 - 20:00 20:00 - 22:00 OLIO E ACQUERELLO MARTEDI’ E GIOVEDI’ 18:00 - 20:00 DISEGNO E ACQUERELLO MARTEDI’ E GIOVEDI’ 9:00 - 11:00 OLIO MARTEDI’ E GIOVEDI’ 9:00 - 11:00 OLIO E ACRILICO MERCOLEDI’ 18:00 - 20:00 PASTELLO MERCOLEDI’ 20:00 - 22:30 FUMETTO SABATO 9:00 - 17:30

Pierre Sorlin è professore emerito di Studi Cinematografici alla III Università di Parigi e ricercatore presso L’Istituto di Studi Storici Parri Emilia-Romagna di Bologna

Con questo volume si propone di porre in evidenza l’importanza del cinema come fenomeno sociale, capace di essere strumento di analisi della realtà socio-storica-antropologica, e anche come fonte di immagini e di ispirazione in generale per i nuovi mezzi di comunicazione, per il web, i social network ecc., considerando il cinema, in Italia e un po’ in tutto il mondo, niente affatto in crisi, come invece si dice da più parti; il cinema è vivo e vegeto, forse ha attraversato un periodo di crisi di qualità e di fatturato negli anni ottanta, ma adesso è in nettissima ripresa, si sta contaminando, rimodulando ed ibridando con le nuove forme visuali (Tv, dvd, stream, ecc.), sta risorgendo con espressive e nuove vesti artistiche e spettacolari nuovi generi o sottogeneri, pregevoli citazioni post vecchie trame ecc.

In crisi è semmai il modo di fruizione del film: un tempo forma d’arte popolare, nata in concomitanza all’affermarsi delle società di massa, una manifestazione di spettacolo artistico che un tempo universale e di prossimità nel senso che ogni quartiere delle grandi città: quartieri ‘in’ e quartieri di periferia, ogni centro di provincia, paese, villaggio aveva la sua sala cinematografica, che poteva essere di lusso o meno, con film di prima visione o di seconda o terza, arene estive o al chiuso ecc. Questo fino a qualche decennio fa, adesso non più, o meglio molto, molto meno C’è stata una ‘delocalizzazione’, i luoghi che erano stati deputati al cinema fin quasi dalla sua nascita, oltre cento anni fa, ora, come la fabbrica nell’industria, hanno perso la loro centralità. Le sale non sono più gli spazi e i luoghi del Cinema. La fruizione domestica è aumentata e, come dicevamo, “le sale di quartiere hanno chiuso, mentre… i multiplex con prezzi alquanto elevati sono diventati annessi ai grandi magazzini commerciali e le superproduzioni, arricchite da effetti speciali e impressionanti, occupano la metà, se non i nove decimi degli schermi” (p.17). Il cinema si è andato a collocare nei luoghi di esposizione delle merci e nei luoghi di massimo consumo, mentre le sale di quartiere sono diventati supermercati o sezionati in uffici e negozietti ‘di nicchia’; i luoghi della socialità e densità relazionale, della festosità domenicale, di fruizione di arte e cultura a prezzo accessibile, sono scomparsi. Inoltre, dice Sorlin, il cinema non solo ‘rispecchia’ la realtà con tutte le sue contraddizioni e le sue caratteristiche, interessa la Sociologia per quello che esprime, ma anche per gli effetti che produce, per gli esiti che realizza sullo sviluppo delle diverse realtà, insomma, per la ‘costruzione’ stessa della società Il decentramento e policentrismo urbano, la globalizzazione, l’avvento di nuovi mercati, l’espandersi a dismisura delle metropoli e di quello che G Simmel chiamava ‘lo spirito metropolitano’, stanno profondamente modificando questa forma artistica ed espressiva nata a seguito della “riproducibilità tecnica dell’opera d’arte”, dell’avvento di nuove tecniche nella fase culminante dell’industrializzazione, agli esordi del nuovo secolo e della società di massa Questo libro ci indica un percorso di studio e di analisi sociologica di quelle che sono le modifiche di questo fenomeno (il cinema), definito, forse un po’ pomposamente, la settima arte.

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Giuseppe Chitarrini Occhio al libro

ROSA e AZZURRO

Se stiamo dipingendo una pennellata rosa e una azzurra, istintivamente associamo tali colori alle bambine o ai bambini, ma è stato sempre così?

In realtà nel passato il colore associato ai bambini era il bianco, ritenuto più adatto perché più pratico visto i frequenti lavaggi a cui sono sottoposti gli abiti dell'infanzia e che quindi non rischiavano di sbiadire facilmente.

Il rosa e l’azzurro, o i colori pastello, furono introdotti nell’abbigliamento dei bambini solo alla metà del XIX secolo, ma senza nessun significato di genere, addirittura nel 1918 una rivista specializzata in vestiti per l’infanzia indicava il rosa per i bimbi e il blu per le bimbe: essendo il rosa un colore più forte e deciso lo si riteneva adatto ad un maschio, inoltre il rosa veniva associato al rosso, al sangue, al fuoco, per cui più adatto al genere maschile; mentre il blu in tutte le sue sfumature veniva accluso al genere femminile, anche perché era associato al colore del velo con cui si rappresentava la vergine Maria.

Tra gli anni 30 e gli anni 40 del '900 avvenne un’inversione di tendenza a causa dell’influenza suscitata dalla haute couture francese, in cui il rosa venne affiliato alla femminilità e l'azzurro invece legato al mondo degli affari e alla mascolinità.

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Un'altra curiosità sta nel primo riferimento che si fa dei due colori associandoli ad un genere, che troviamo nel romanzo “Piccole donne” di Louisa May Alcott 1868. " …viene infatti citato un nastro rosa per identificare una femmina e uno azzurro per il maschio… questo simbolismo, diceva la stessa Alcott, era da ricondurre proprio ad una moda francese, non era la norma all’epoca, ma era una sorta di nuova tendenza… "

La "regola" del colore rosa per le donne ed il blu per gli uomini si impose soprattutto negli anni 80, legata alla diffusione della diagnosi prenatale in cui si viene a sapere del sesso del nascituro ancora prima che nasca, pertanto le aziende produttrici di abiti e di giochi per bambini ne beneficiarono usando i due colori per identificare il genere, questa divenne una vera e propria strategia di marketing efficace, perché rendeva subito riconoscibile nei negozi i vestiti o i giochi adatti per l'uno o per l'altra, il che ne facilitava l' acquisto.

Possiamo quindi affermare che l'attribuzione di un colore ad un determinato genere è frutto della società in cui si vive, degli usi e costumi della cultura in un determinato periodo storico.

Oggi siamo davanti ad un nuovo cambio di tendenza, si lascia scegliere il colore che più piace, senza una specifica identificazione.

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CuriosArt

Sepolcro di Annia Regilla e il casale dell'ex Mulino

Ci troviamo in un parco che comprende un unicum dal punto di vista sia storico, archeologico che paesaggistico, creato grazie a decenni di battaglie di cittadini, ambientalisti e storici che hanno consentito di riunire in un unico sistema organico di protezione, una vastissima area della Capitale. Parliamo del Parco regionale dell’Appia antica che dal 1997 fa parte del sistema delle aree naturali del Lazio, il parco urbano più esteso d’Europa e che ha inglobato aree verdi come gli Acquedotti e la valle della Caffarella. Proprio all’interno del parco della Caffarella, sul sentiero che si stacca a destra dopo il Casale della Vaccareccia, si trova il cosiddetto Tempio del Dio Redicolo, protettore del ritorno dei Romani nella loro città, che si trova proprio nel luogo sacro a cui

un’antica leggenda lo localizza. In realtà si tratta di un monumento funerario della tipologia a tempietto in laterizio policromo, oggi comunemente attribuito ad Annia Regilla, la moglie di Erode Attico, influente personaggio dell’età degli

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Antonimi

(II sec. d.C.), morta prematuramente nel 160 d.C. L’area dove si trova il sepolcro faceva parte del "Pago Triopio" di Erode Attico ovvero del vasto possedimento agricolo che successivamente fu trasformato in una sorta di santuario e dedicato alla memoria della sua defunta moglie. Proprio qui passava un importante tracciato antico, da alcuni identificato come la via Asinaria che, attraversando diagonalmente la valle dalle Mura Aureliane dopo aver toccato la via Latina, passava nei pressi del sepolcro di Annia Regilla e incrociando l'Appia antica andava a ricongiungersi poi con la via Ardeatina. In età medievale qui era localizzata una delle cinque torri poste a guardia dei valichi del fiume Almone, posizionata adiacente il Sepolcro di Annia Regilla. Dopo diversi utilizzi e trasformazioni operati nei secoli, venne creato un mulino per i cereali che poi fu inglobato in un casale di proprietà della famiglia Torlonia conosciuto come "Mola della Caffarella", rimasta in funzione fino al 1930. Oggi il Casale dell'ex Mulino, di proprietà della Fondazione Gerini, dal 2001 è stato preso in affitto dall'Ente Parco che ne ha fatto un Centro per Educazione ambientale ed attività ricreative. Il Sepolcro appartiene al patrimonio di Roma Capitale.

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La Roma insolita

«‘A metà» Antonio De Waure

“Ciò che voglio raccontare, attraverso i miei dipinti, è la storia personale che si cela negli sguardi e nelle espressioni della gente. Il mio è un viaggio intrapreso nella psiche umana, il dolore, la gioia, i sentimenti sono la fonte della mia ispirazione.”

Ad Aprilia non c’è da spiegare chi è Antonio De Waure. Valente pittore, maestro di svariate discipline artistiche, presidente dell’Associazione Arte Mediterranea, da lui fondata molti anni fa e che molto ha fatto per abbellire la nostra città e soprattutto per formare nuovi artisti, Antonio De Waure è una persona molto nota. Schivo e pudico dei suoi meriti, lo si vede spesso, assieme ai suoi collaboratori, decorare i muri spogli e dimenticati di agglomerati urbani che,

sotto la sua supervisione, si accendono di colori vivaci e di soggetti ameni. La sua vita l’ha dedicata alla scuola, fondata con altri valenti pittori, e poi portata avanti da solo. L’insegnamento è il motore che lo spinge ad occupare quasi tutto il suo tempo a forgiare artisti, persone che avvicinatesi con curiosità, si sono poi appassionate a dipingere e a spingersi sempre più avanti per acquisire tecnica e bravura nell’uso del pennello. In questi giorni si è conclusa la sua mostra personale alla Sala Manzù della Biblioteca Comunale di Aprilia.

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“‘A metà”, il titolo esprime la sua dualità, il suo sentirsi partenopeo, legatissimo alla città di Napoli, dove è cresciuto e dove ha intrapreso il suo percorso artistico. Napoli con i suoi mille colori, con i suoni e i rumori di una umanità sempre in fermento. Città dalle mille sfaccettature, bella e affascinante fuori, ma piena di carattere, dove la popolazione è sempre pronta a dare solidarietà ed ospitalità, ma anche pronta a litigare, a discutere su ogni cosa. D’altronde, partito giovane per motivi lavorativi, l’altra sua metà è allacciata ad Aprilia, che è stata il suo futuro, ed ora la sua realtà, e dove ha sviluppato la propria identità, come uomo e come pittore Questa rassegna, curata da Federica Calandro, che lui inaugura, è dedicata a “I Maestri”, ovvero a coloro che, con la loro arte, hanno reso la città orgogliosa della loro opera, e i primi quattro ad esporre sono appunto i maestri. Sono quattro artisti che si sono incontrati e che insieme hanno deciso di aprire una scuola per insegnare ad altri a dipingere. Antonio De Waure, Claudio Cottiga, Massimiliano Drisaldi e Dino Massarenti sono diventati un esempio per coloro che amano l’arte, hanno tracciato una via dove prima non c’era nulla, ed hanno reso possibile un arricchimento culturale per tutta la città.

L’inaugurazione della mostra di De Waure si è svolta in un turbinio di emozioni, dove sono intervenuti gli amministratori comunali, il sindaco, con l’intrattenimento musicale del “Archetipo trio”, ed il baritono Cristian Alderete, che si sono esibiti facendo un’incursione

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nella tradizione della canzone napoletana.

Moltissima gente ha partecipato a questo evento, per esprimere la propria stima al pittore ed al maestro Sempre in bilico tra due identità, l’artista ha saputo sfruttare il meglio di entrambe per poter esplicare la propria personalità. In questa mostra espone il suo essere, una carrellata di volti ove è impressa tutta una gamma di emozioni, di sensazioni. Facce di gente comune, che si può incontrare per caso mentre passeggiano per la strada, scugnizzi, donne e uomini che con la loro umanità ci ricordano di quanto la vita può essere vissuta con pienezza Ognuno ritratto con lo stile pittorico di De Waure, inconfondibile e riconoscibile nella pennellata data con maestria e con una palette di colori sua, una tavolozza ricercata dal suo gusto personale. Acquarelli delicati, dove l’arancio predomina, mescolato ed accostato con l’ocra, un’infinita quantità di sfumature esaltate dai loro complementari. Tinte calde che in ogni volto assumono molteplici significati diversi, esprimendo stati d’animo, emozioni e sentimenti che albergano nell’animo umano.

“L’amicizia”, evidenziata dal rapporto intimo e totale che unisce due bambini che si sono scelti, forse, per tutta la vita.

“ ‘A partita ‘e pallone”, ove la complicità esplode coralmente nell’esultanza di un gol.

“ ‘A lettera”, un’intensa interpretazione della partecipazione che si esplica con l’immedesimazione dell’uno nell’altro, nell’attenzione posta nell’ascolto di una missiva inattesa “Il nascondino”, tutta la soddisfazione racchiusa nella smorfia di un guaglioncello che, compiaciuto del proprio nascondiglio, attende il momento giusto per fare tana.

“Nui sentimm”, qui c’è tutta l’intensità palese espressa dallo sguardo limpido, e un po'

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preoccupato di aver sentito troppo, di un bambino, uno sguardo scevro da filtri, dati dalla perdita dell’innocenza e dall’esperienza, che rivela appieno la propria perplessità

Dai ragazzini che scorrazzano nei vicoli dei bassi di Napoli, il suo estro spazia ad un’altra serie di sentimenti, esaltati dall’interesse per il genere femminile. Le donne, appunto, che incarnano il mistero femminino che così tanto lo affascina. Nella sua professione è circondato da donne che rispondono alla sua verve, alla simpatia e guasconeria che lo contraddistingue. Allieve, amiche e l’amore della sua vita, Lella, nessuna può resistere alle sue occhiate scanzonate ed indagatrici Perché è questo che si evince osservando la raffigurazione dei loro visi, volti belli, espressivi che descrivono le loro sensazioni, le molteplici sfaccettature del proprio io. “Nostalgia”, il rimpianto impresso nell’espressione assorta della fanciulla, dai suoi occhi dolenti, persi nelle sue elucubrazioni. Sentimenti espressi anche nel ricordo personalissimo de “ ‘A mamma”, eternamente giovane, un’istantanea che cristallizza il suo sorriso aperto, dischiuso su un’ infinità di promesse inespresse, nell’attesa di un futuro celato. E non si può rimanere indifferenti all’allegria travolgente dettata da una gioia incontenibile, letta e scandita dal grido muto destato dal “A felicità”

Acquarelli, con incursioni di pastelli, significativi di un mondo vario e variopinto che abita il nostro quotidiano, offrendo spunto di riflessione che s’insinua nel visitatore, immedesimandolo in tutto il viaggio intrapreso, esaminando questa rassegna antologica della produzione di questo artista: Antonio De Waure. Sarà stata questa la sua ultima personale?...secondo noi, no.

Dedicato a… 11
Chiara Lorenti
Maria

C.P.I.A. 2 TORINO

Via Bologna, 153 - 10154 TORINO - Tel. 0112485978 e-mail: tomm32400g@istruzione.it tomm32400g@pec.istruzione.it C.F.: 97784380012 - C.M.: TOMM32400G

In collaborazione con

Bando di Concorso Letterario: "Cara Mahsa, ti scrivo..."

Art. 1: Il Premio Letterario Nazionale "Cara Mahsa, ti scrivo..." è organizzato dal Cpia 2 di Torino e si rivolge agli studenti di tutti i Cpia di Italia, avendo come obiettivo quello di premiare le opere che abbiano come tema la parità di genere e la libertà della donna nel mondo;

Art. 2: La Segreteria del Premio è affidata al Cpia 2 di Torino, che istituisce apposita Giuria formata da personale interno ed esterno all 'Istituzione;

Art. 3: Sono ammesse all'esame della Giuria opere inedite, redatte in lingua italiana, in forma di lettera. I lavori dovranno rimanere inediti fino alla data di premiazione;

Art. 4: Al Premio possono partecipare studentesse e studenti che risultino iscritti ad un qualsiasi Cpia del territorio italiano, di qualsiasi nazionalità purché

a. l'opera sia presentata sia in lingua italiana;

b. ogni partecipante non potrà inviare più di un elaborato

c. ogni elaborato abbia una lunghezza massima di due cartelle formato Word Times New Roman 10

Art 5. Saranno esclusi dal Concorso quegli elaborati che:

a. non aderiscano ai principi educativi della Scuola italiana

b. appaiano incompleti o incompiuti

c. facciano riferimento a simboli politici o religiosi, compresi oggetti o elementi riconducibili a una fede religiosa, spirituale o a un credo politico, o ancora ad una specifica entità nazionale

d. facciano riferimento a elementi riconducibile a enti, gruppi, associazioni, istituzioni esistenti di qualsiasi natura, o ancora a brand commerciali, a social media o siti internet

e. invitino o facciano riferimento a comportamenti - verbali e non verbali - di violenza, sotto qualsiasi forma

f. si riferiscano anche solo simbolicamente o con allusioni a situazioni belliche o di conflitto

g. facciano uso di fotografie o di nomi di persone esistenti

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Art. 6: La partecipazione al Premio è gratuita;

Art. 7: Ogni partecipante dovrà far pervenire alla Segreteria del Cpia 2 di Torino

TOMM32400G@istruzione.it tramite la segreteria del proprio Cpia

• scheda di partecipazione al Premio compilata in ogni sua parte, con i dati del candidato partecipante;

• file dell'opera (in formato Word) presentata al concorso; l'oggetto dell'email dovrà essere il seguente:

CONCORSO LETTERARIO (contributo NOME CPIA)

Art. 8: Le opere dovranno essere inviate alla Segreteria entro e non oltre il 28 aprile 2023 alle ore 23:59. L'organizzazione non sarà responsabile di eventuali disguidi postali;

Art. 9: Premi: i Premi in denaro sono messi a disposizione dallo Sponsor del Concorso, Synergie Italia, e consistono in:

• 1 0 Premio in denaro del valore di 300€;

• 2 0 Premio in denaro del valore di 200€;

• 3 0 Premio in denaro del valore di 100€;

A tutti i finalisti sarà consegnato un attestato di merito.

Art. 10: Il giudizio della Giuria è insindacabile. La Giuria è presieduta da e composta da 1. Dirigente Scolastico del CPIA 2 di Torino; 2. Un Rappresentante dello Sponsor ufficiale; 3. Un Rappresentante della rete RIDAP CPIA; 4. Un rappresentante degli insegnanti del CPIA 2 di Torino; 5; un Rappresentante degli studenti del CPIA 2 di Torino (qust'ultimo/a non potrà partecipare al Concorso)

Art. 11: La Giuria provvederà alla proclamazione dei vincitori durante la cerimonia di premiazione che si terrà il 23 maggio 2023 c/o la sede del Cpia 2 di Torino, in via Bologna 153 0 in altra sede individuata.

La mancata partecipazione, o la ricezione di elaborati oltre la data e l'orario limite faranno decadere dal diritto di accesso al premio e all'attestato;

Art. 12: La partecipazione al Premio Letterario Nazionale "Cara Masha, ti scrivo.. implica l'accettazione incondizionata del presente regolamento.

INFORMATIVA

Art. 15: Ai sensi del D.lgs 196/2003, "Codice in materia di protezione dei dati personali" e del GDPR

Regolamento UE 2016/679, con l'accettazione dell'Art. 14 del presente bando di concorso, i partecipanti al Premio Letterario Nazionale "Cara Masha, ti scrivo..." si impegnano all'osservanza di tutti gli articoli e autorizzano la Segreteria del Cpia 2 Torino e la Giuria al trattamento dei dati personali, per permettere il corretto svolgimento del Premio.

La lista dei finalisti sarà comunicata alle testate giornalistiche e ai mass-media regionali e nazionali. Per informazioni: formazione@cpia2-torino.it Tel.: 011 2485987

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I COLORI PIGMENTO parte terza

Secondo la legge Quindi, da tale

In pittura si hanno consistenti, e con essi si deve cercare di interpretare tutto ciò che ci circonda.

Si può velocemente sperimentare che, sommando pigmenti chiari, si arriva a colori scuri. Per esempio: il colore-luce ROSSO più il colore-luce VERDE dà il colore-luce GIALLO; in pittura, invece, mescolando questi due colori, si ottiene un nero grigio (marrone scuro).

Siamo costretti, quindi, a ragionare al contrario di come avvengono i fenomeni fisici: i nostri colori primari-pigmento sono i secondari colori-luce, e viceversa.

Vedremo che, mescolando i tre colori-pigmento ROSSO – GIALLO – BLU avremo come risultato il NERO, l’opposto della luce bianca. Con questa operazione sottraiamo luce, perché mescolando colori chiari si ottiene un colore scuro.

Tale procedimento viene denominato quindi SINTESI SOTTRATTIVA.

È per questa ragione che dobbiamo considerare i colori pigmento-primari il GIALLO, il ROSSO e il BLU. Nella teoria dei colori vengono definiti primari o principali anche perché non si possono ottenere dalla mescolanza di nessun altro colore in natura. Con essi è possibile invece riprodurre tutti i colori della natura.

Se uniamo, in parti uguali, i colori PRIMARI tra loro, avremo i colori SECONDARI (mescolanze equilibrate):

ROSSO + GIALLO = ARANCIO

GIALLO + BLU = VERDE

BLU + ROSSO = VIOLA

A loro volta, mescolando i colori primari, sempre a due a due, ma in quantità diverse tra loro, avremo come risultato i colori TERZIARI.

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APRILIA

I Maestri - Sala Manzù, biblioteca comunale

Dino Massarenti, dal 22/04 al 01/05/23

Massimiliano Drisaldi, dal 06 al 15/05/23

Claudio Cottiga, dal 20 al 29/05/23

ROMA

“Cagli 1947-1959”

Antichità Alberto Di Castro, fino al 05/05

“Regina Hubner, dear cell”

Forum austriaco di cultura, fino al 05/05

“Julia Breiderhoff. Evasioni”

Musei di San Salvatore in Lauro, fino al 07/05

“Sacro bosco” di Paolo Scafetti

Galleria Internazionale Area Contesa Arte, dal 28/04 al 08/05

“Nasi per l’arte”

Palazzo Merulana, fino al 21/05

“The world of Banksy”

Stazione Tiburtina, fino al 28/05

“Dosso Dossi. Il fregio di Enea”

Galleria Borghese, fino al 11/06

“La mummia di Ramses. Il faraone immortale”

Museo del Vicino Oriente, Egitto e Mediterraneo fino al 14/06

“Canova. L’ultimo principe”

Accademia Nazionale di San Luca, fino al 28/06

“Pericle Fazzini. Lo scultore del vento”

Museo Carlo Bilotti, fino al 02/07

“Ipotesi del Metaverso”

Palazzo Cipolla, fino al 23/07

“Jochen Klein. After the light”

MACRO, fino al 27/08

“Vita dulcis. Paura e desiderio nell’impero romano”

Palazzo delle Esposizioni, dal 22/04 al 27/08

“Terra animata. Visioni tra arte e natura in Italia (1964-2023)”

Mattatoio, fino al 27/08

“Frammenti di vita” di Zahira Rodriguez Amaya

Warmthotel, fino al 31/10

MILANO

“La Crocifissione di Masaccio”

Museo Diocesano, fino al 07/05

“Neoclassico e Romantico. Pompeo Marchesi e la sua collezione”

Gam, fino al 18/06

“FuturLiberty. Avanguardie e stile”

Museo del Novecento e Palazzo Morando, fino al 03/09

NAPOLI

“Gli spagnoli e Napoli. Il Rinascimento meridionale”

Museo e Real Bosco di Capodimonte fino al 25/06

Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano”

Reggia di Portici, fino al 13/10

FAENZA

“Galileo Chini. Ceramiche tra Liberty e Déco” MIC, fino al 14/05

TORINO

“Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e i miti del Giappone”

Società Promotrice delle Belle Arti, fino al 25/06

VENEZIA

“De’ visi mostruosi e caricature. Da Leonardo a Bacon”

Palazzo Loredan, fino al 27/04

TRIESTE

“Le sculture nelle raccolte del Museo Revoltella. Da Canova al XXI secolo”

Museo Revoltella, fino al 25/04/23

AMSTERDAM “Vermeer”

Rijksmuseum, fino al 05/06/23

Eventi
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CLAUDIO ABATE

superficie sensibile

MAXXI Roma, fino al 4 giugno 2023

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