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ROSA e AZZURRO

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Occhio all’Arte

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Se stiamo dipingendo una pennellata rosa e una azzurra, istintivamente associamo tali colori alle bambine o ai bambini, ma è stato sempre così?

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In realtà nel passato il colore associato ai bambini era il bianco, ritenuto più adatto perché più pratico visto i frequenti lavaggi a cui sono sottoposti gli abiti dell'infanzia e che quindi non rischiavano di sbiadire facilmente.

Il rosa e l’azzurro, o i colori pastello, furono introdotti nell’abbigliamento dei bambini solo alla metà del XIX secolo, ma senza nessun significato di genere, addirittura nel 1918 una rivista specializzata in vestiti per l’infanzia indicava il rosa per i bimbi e il blu per le bimbe: essendo il rosa un colore più forte e deciso lo si riteneva adatto ad un maschio, inoltre il rosa veniva associato al rosso, al sangue, al fuoco, per cui più adatto al genere maschile; mentre il blu in tutte le sue sfumature veniva accluso al genere femminile, anche perché era associato al colore del velo con cui si rappresentava la vergine Maria.

Tra gli anni 30 e gli anni 40 del '900 avvenne un’inversione di tendenza a causa dell’influenza suscitata dalla haute couture francese, in cui il rosa venne affiliato alla femminilità e l'azzurro invece legato al mondo degli affari e alla mascolinità.

Un'altra curiosità sta nel primo riferimento che si fa dei due colori associandoli ad un genere, che troviamo nel romanzo “Piccole donne” di Louisa May Alcott 1868. " …viene infatti citato un nastro rosa per identificare una femmina e uno azzurro per il maschio… questo simbolismo, diceva la stessa Alcott, era da ricondurre proprio ad una moda francese, non era la norma all’epoca, ma era una sorta di nuova tendenza… "

La "regola" del colore rosa per le donne ed il blu per gli uomini si impose soprattutto negli anni 80, legata alla diffusione della diagnosi prenatale in cui si viene a sapere del sesso del nascituro ancora prima che nasca, pertanto le aziende produttrici di abiti e di giochi per bambini ne beneficiarono usando i due colori per identificare il genere, questa divenne una vera e propria strategia di marketing efficace, perché rendeva subito riconoscibile nei negozi i vestiti o i giochi adatti per l'uno o per l'altra, il che ne facilitava l' acquisto.

Possiamo quindi affermare che l'attribuzione di un colore ad un determinato genere è frutto della società in cui si vive, degli usi e costumi della cultura in un determinato periodo storico.

Oggi siamo davanti ad un nuovo cambio di tendenza, si lascia scegliere il colore che più piace, senza una specifica identificazione.

Patrizia Vaccaro

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