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«‘A metà» Antonio De Waure

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“Ciò che voglio raccontare, attraverso i miei dipinti, è la storia personale che si cela negli sguardi e nelle espressioni della gente. Il mio è un viaggio intrapreso nella psiche umana, il dolore, la gioia, i sentimenti sono la fonte della mia ispirazione.”

Ad Aprilia non c’è da spiegare chi è Antonio De Waure. Valente pittore, maestro di svariate discipline artistiche, presidente dell’Associazione Arte Mediterranea, da lui fondata molti anni fa e che molto ha fatto per abbellire la nostra città e soprattutto per formare nuovi artisti, Antonio De Waure è una persona molto nota. Schivo e pudico dei suoi meriti, lo si vede spesso, assieme ai suoi collaboratori, decorare i muri spogli e dimenticati di agglomerati urbani che, sotto la sua supervisione, si accendono di colori vivaci e di soggetti ameni. La sua vita l’ha dedicata alla scuola, fondata con altri valenti pittori, e poi portata avanti da solo. L’insegnamento è il motore che lo spinge ad occupare quasi tutto il suo tempo a forgiare artisti, persone che avvicinatesi con curiosità, si sono poi appassionate a dipingere e a spingersi sempre più avanti per acquisire tecnica e bravura nell’uso del pennello. In questi giorni si è conclusa la sua mostra personale alla Sala Manzù della Biblioteca Comunale di Aprilia.

“‘A metà”, il titolo esprime la sua dualità, il suo sentirsi partenopeo, legatissimo alla città di Napoli, dove è cresciuto e dove ha intrapreso il suo percorso artistico. Napoli con i suoi mille colori, con i suoni e i rumori di una umanità sempre in fermento. Città dalle mille sfaccettature, bella e affascinante fuori, ma piena di carattere, dove la popolazione è sempre pronta a dare solidarietà ed ospitalità, ma anche pronta a litigare, a discutere su ogni cosa. D’altronde, partito giovane per motivi lavorativi, l’altra sua metà è allacciata ad Aprilia, che è stata il suo futuro, ed ora la sua realtà, e dove ha sviluppato la propria identità, come uomo e come pittore Questa rassegna, curata da Federica Calandro, che lui inaugura, è dedicata a “I Maestri”, ovvero a coloro che, con la loro arte, hanno reso la città orgogliosa della loro opera, e i primi quattro ad esporre sono appunto i maestri. Sono quattro artisti che si sono incontrati e che insieme hanno deciso di aprire una scuola per insegnare ad altri a dipingere. Antonio De Waure, Claudio Cottiga, Massimiliano Drisaldi e Dino Massarenti sono diventati un esempio per coloro che amano l’arte, hanno tracciato una via dove prima non c’era nulla, ed hanno reso possibile un arricchimento culturale per tutta la città.

L’inaugurazione della mostra di De Waure si è svolta in un turbinio di emozioni, dove sono intervenuti gli amministratori comunali, il sindaco, con l’intrattenimento musicale del “Archetipo trio”, ed il baritono Cristian Alderete, che si sono esibiti facendo un’incursione nella tradizione della canzone napoletana.

Moltissima gente ha partecipato a questo evento, per esprimere la propria stima al pittore ed al maestro Sempre in bilico tra due identità, l’artista ha saputo sfruttare il meglio di entrambe per poter esplicare la propria personalità. In questa mostra espone il suo essere, una carrellata di volti ove è impressa tutta una gamma di emozioni, di sensazioni. Facce di gente comune, che si può incontrare per caso mentre passeggiano per la strada, scugnizzi, donne e uomini che con la loro umanità ci ricordano di quanto la vita può essere vissuta con pienezza Ognuno ritratto con lo stile pittorico di De Waure, inconfondibile e riconoscibile nella pennellata data con maestria e con una palette di colori sua, una tavolozza ricercata dal suo gusto personale. Acquarelli delicati, dove l’arancio predomina, mescolato ed accostato con l’ocra, un’infinita quantità di sfumature esaltate dai loro complementari. Tinte calde che in ogni volto assumono molteplici significati diversi, esprimendo stati d’animo, emozioni e sentimenti che albergano nell’animo umano.

“L’amicizia”, evidenziata dal rapporto intimo e totale che unisce due bambini che si sono scelti, forse, per tutta la vita.

“ ‘A partita ‘e pallone”, ove la complicità esplode coralmente nell’esultanza di un gol.

“ ‘A lettera”, un’intensa interpretazione della partecipazione che si esplica con l’immedesimazione dell’uno nell’altro, nell’attenzione posta nell’ascolto di una missiva inattesa “Il nascondino”, tutta la soddisfazione racchiusa nella smorfia di un guaglioncello che, compiaciuto del proprio nascondiglio, attende il momento giusto per fare tana.

“Nui sentimm”, qui c’è tutta l’intensità palese espressa dallo sguardo limpido, e un po' preoccupato di aver sentito troppo, di un bambino, uno sguardo scevro da filtri, dati dalla perdita dell’innocenza e dall’esperienza, che rivela appieno la propria perplessità

Dai ragazzini che scorrazzano nei vicoli dei bassi di Napoli, il suo estro spazia ad un’altra serie di sentimenti, esaltati dall’interesse per il genere femminile. Le donne, appunto, che incarnano il mistero femminino che così tanto lo affascina. Nella sua professione è circondato da donne che rispondono alla sua verve, alla simpatia e guasconeria che lo contraddistingue. Allieve, amiche e l’amore della sua vita, Lella, nessuna può resistere alle sue occhiate scanzonate ed indagatrici Perché è questo che si evince osservando la raffigurazione dei loro visi, volti belli, espressivi che descrivono le loro sensazioni, le molteplici sfaccettature del proprio io. “Nostalgia”, il rimpianto impresso nell’espressione assorta della fanciulla, dai suoi occhi dolenti, persi nelle sue elucubrazioni. Sentimenti espressi anche nel ricordo personalissimo de “ ‘A mamma”, eternamente giovane, un’istantanea che cristallizza il suo sorriso aperto, dischiuso su un’ infinità di promesse inespresse, nell’attesa di un futuro celato. E non si può rimanere indifferenti all’allegria travolgente dettata da una gioia incontenibile, letta e scandita dal grido muto destato dal “A felicità”

Acquarelli, con incursioni di pastelli, significativi di un mondo vario e variopinto che abita il nostro quotidiano, offrendo spunto di riflessione che s’insinua nel visitatore, immedesimandolo in tutto il viaggio intrapreso, esaminando questa rassegna antologica della produzione di questo artista: Antonio De Waure. Sarà stata questa la sua ultima personale?...secondo noi, no.

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