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Occhio all’Arte
Mensile culturale edito dall'Associazione Arte Mediterranea via Muzio Clementi, 49 – Aprilia (LT)
Contatti: 347.1748542 - www.artemediterranea.org occhioallarte@artemediterranea.org
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Aut. Tribunale di Latina n. 1056/06 del 13/02/2007
Pag.3 Pierre Sorlin «Introduzione ad una sociologia del cinema»
Pag.4-5 Rosa e Azzurro: curiosità
Pag.6-7
Sepolcro di Annia Regilla e il casale dell’ex Mulino
Pag.8-11 «’A metà» retrospettiva di Antonio De Waure
Pag.12-13 «Cara Mahsa, ti scrivo…» Pag.14
Pierre Sorlin è professore emerito di Studi Cinematografici alla III Università di Parigi e ricercatore presso L’Istituto di Studi Storici Parri Emilia-Romagna di Bologna
Con questo volume si propone di porre in evidenza l’importanza del cinema come fenomeno sociale, capace di essere strumento di analisi della realtà socio-storica-antropologica, e anche come fonte di immagini e di ispirazione in generale per i nuovi mezzi di comunicazione, per il web, i social network ecc., considerando il cinema, in Italia e un po’ in tutto il mondo, niente affatto in crisi, come invece si dice da più parti; il cinema è vivo e vegeto, forse ha attraversato un periodo di crisi di qualità e di fatturato negli anni ottanta, ma adesso è in nettissima ripresa, si sta contaminando, rimodulando ed ibridando con le nuove forme visuali (Tv, dvd, stream, ecc.), sta risorgendo con espressive e nuove vesti artistiche e spettacolari nuovi generi o sottogeneri, pregevoli citazioni post vecchie trame ecc.
In crisi è semmai il modo di fruizione del film: un tempo forma d’arte popolare, nata in concomitanza all’affermarsi delle società di massa, una manifestazione di spettacolo artistico che un tempo universale e di prossimità nel senso che ogni quartiere delle grandi città: quartieri ‘in’ e quartieri di periferia, ogni centro di provincia, paese, villaggio aveva la sua sala cinematografica, che poteva essere di lusso o meno, con film di prima visione o di seconda o terza, arene estive o al chiuso ecc. Questo fino a qualche decennio fa, adesso non più, o meglio molto, molto meno C’è stata una ‘delocalizzazione’, i luoghi che erano stati deputati al cinema fin quasi dalla sua nascita, oltre cento anni fa, ora, come la fabbrica nell’industria, hanno perso la loro centralità. Le sale non sono più gli spazi e i luoghi del Cinema. La fruizione domestica è aumentata e, come dicevamo, “le sale di quartiere hanno chiuso, mentre… i multiplex con prezzi alquanto elevati sono diventati annessi ai grandi magazzini commerciali e le superproduzioni, arricchite da effetti speciali e impressionanti, occupano la metà, se non i nove decimi degli schermi” (p.17). Il cinema si è andato a collocare nei luoghi di esposizione delle merci e nei luoghi di massimo consumo, mentre le sale di quartiere sono diventati supermercati o sezionati in uffici e negozietti ‘di nicchia’; i luoghi della socialità e densità relazionale, della festosità domenicale, di fruizione di arte e cultura a prezzo accessibile, sono scomparsi. Inoltre, dice Sorlin, il cinema non solo ‘rispecchia’ la realtà con tutte le sue contraddizioni e le sue caratteristiche, interessa la Sociologia per quello che esprime, ma anche per gli effetti che produce, per gli esiti che realizza sullo sviluppo delle diverse realtà, insomma, per la ‘costruzione’ stessa della società Il decentramento e policentrismo urbano, la globalizzazione, l’avvento di nuovi mercati, l’espandersi a dismisura delle metropoli e di quello che G Simmel chiamava ‘lo spirito metropolitano’, stanno profondamente modificando questa forma artistica ed espressiva nata a seguito della “riproducibilità tecnica dell’opera d’arte”, dell’avvento di nuove tecniche nella fase culminante dell’industrializzazione, agli esordi del nuovo secolo e della società di massa Questo libro ci indica un percorso di studio e di analisi sociologica di quelle che sono le modifiche di questo fenomeno (il cinema), definito, forse un po’ pomposamente, la settima arte.