A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno VI N° 62 marzo 2013
Mensile d’informazione d’arte www.artemediterranea.org
ndedicato a:
De Nittis, un valente pittore asservito al mercato archeologia: Alla scoperta n di Ardea
nmanga: Doraemon
Giuseppe De Nittis, “Signora napoletana”
curiosART: Il bacio romantico n nell’arte
Sono in distribuzione la 1a e 2a lezione del DVD sulla pittura ad olio
Per sponsorizzare “Occhio all’Arte”
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• • • Redazione Maria Chiara Lorenti, Cristina Simoncini, Giuseppe Di Pasquale, Eleonora Spataro Mensile culturale edito dalla Collaboratori Associazione Arte Mediterranea Luigia Piacentini, Stefania Servillo, via Dei Peri, 45 Aprilia Patrizia Vaccaro, Valeria Nicoletta, Tel.347/1748542 Luca Deias, Laura Siconolfi, Maurizio occhioallarte@artemediterranea.org Montuschi, Greta Marchese, www.artemediterranea.org Valerio Lucantonio, Martina Tedeschi, Aut. del Tribunale di Latina Marilena Parrino, Nicola Fasciano, N.1056/06, del 13/02/2007 Pina Farina Fondatori Antonio De Waure, Maria Chiara Lorenti Cristina Simoncini Amministratore Antonio De Waure Direttore responsabile Rossana Gabrieli Responsabile di Redazione Maria Chiara Lorenti
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Responsabile Marketing Cristina Simoncini Composizione e Desktop Publishing Giuseppe Di Pasquale Stampa Associazione Arte Mediterranea via Dei Peri, 45 Aprilia
Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche parziale senza il consenso dell’editore
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Sommario
Una sottile passione che corre sul filo L’arte al Mercato: gli appuntamenti di febbraio e marzo La casa museo del poeta John Keats a Roma Una nota di colore per una sinfonia virtuale Il giardino segreto di Pascale Marthine Tayou Woody Allen story Viaggio teatrale tra gioco e ricordo Helmut Newton a Palazzo delle Esposizioni Alla scoperta di Ardea De Nittis, un valente pittore asservito al mercato “Cruel intentions” Cos’è davvero importante? Doraemon Il bacio romantico nell’arte “A memoria della guerra” L’andamento contrastante del controllo delle emissioni di CO2 Ilse Haider, Mr. Big
Una sottile passione che corre sul filo
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dall’Associazione
Maria Petito in mostra alla Manzù di Maria Chiara Lorenti
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aria Petito non è la prima volta che si trova a confrontarsi con un pubblico interessato, formatasi artisticamente alla scuola Arte Mediterranea, dove ha frequentato i corsi del maestro Antonio De Waure che l’ha spronata ad affinare un suo stile pittorico, ha già esposto le sue opere più volte in mostre collettive e in altre dove è stata protagonista, ha conseguito importanti traguardi vincendo dei premi in concorsi a tema, si è messa in gioco non tirandosi mai indietro. Questa volta nella sua ultima rassegna, alla Sala Manzù della biblioteca comunale, fa vedere una pittura diversa rispetto a quella a cui ci aveva abituati, dovuta ad anni di ricerca, ad una faticosa crescita artistica, lenta ma costante che l’ha portata a variare la pennellata, rendendola più ampia, libera dalle costrizioni dei contorni. Anche la sua tavolozza cromatica è cambiata, osa di più con colori più vividi e brillanti, prediligendo i blu ed i gialli, le sue marine si accendono di forti contrasti, la pittura si fa dinamica, come le onde spumeggianti che si vaporizzano nel cielo tempestoso, mentre in altri casi il colore prende il sopravvento sul
soggetto, divenendo il protagonista assoluto della tela, e l’ovvio perde la sua connotazione nota per assumere un diverso significato. Un sottile filo rosso lega le opere in mostra e si dipana lungo tutto l’iter espositivo, apparendo sulle tele in alcune timidamente ed in altre prepotentemente sino ad essere dirompente; rosso come la passione espressa da questa giovane artista che ne ha intriso ogni pennellata stesa con emozione vibrante e la voglia di esternarla attraverso i suoi dipinti, raffigurandola in tutta la sua potenzialità. Una passione travolgente che ha il suo apice quando si manifesta nei suoi pochi quadri figurativi, quelli che interpretano la danza, vissuta come espressione di sensualità non più repressa ma libera di esternarsi sia attraverso i passi ritmati di due tangheri, sia nella gestualità interpretativa delle mani di una danzatrice di flamenco. Una mostra, questa di Maria Petito, che prende l’animo, che coinvolge i sentimenti, che non lascia indifferenti, una mostra da visitare dal 15 al 25 marzo, presso la Sala Manzù della biblioteca comunale di Aprilia.
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in mostra
L’arte al Mercato: gli appuntamenti di febbraio e marzo I colori di Alessandra Fusi e il bianco e nero di Paolo Boccardi all’ex Mercato delle Erbe di Stefania Servillo
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illustrazione è un’arte particolare, permette più di molte altre di veleggiare verso nuove terre, leggere e libere da standardizzazioni e stereotipi. Sebbene con background completamente diversi si è deciso di affiancare due artisti come Alessandra Fusi e Paolo Boccardi. I due esporranno al Mercato Coperto di Aprilia per la mostra “Passaggio: l’arte al Mercato”. Sebbene con stili diametralmente opposti utilizzano elementi comuni allo stesso stile. Alessandra Fusi con colori ora vivaci, brillanti e ora delicati rappresenta mondi onirici, rappresentazioni che catturano lo sguardo dei bambini e colpiscono il cuore dell’adulto, una dolcezza disarmante, in pochi tratti di matita ed una cascata di colore puro. Paolo Boccardi utilizza il bianco ed il nero enfatizzando concetti contrastanti, niente mezze tinte, niente colori; un messaggio duro che si nasconde nelle scelte artistiche che denotano più di un semplice gusto estetico; le opere presentate sono un distillato di influenze multiculturali che non mancherà di stimolare gli spettatori. Alessandra Fusi: 16 febbraio – 1° marzo Paolo Boccardi: 2 marzo – 16 marzo
La casa museo del poeta John Keats a Roma
Vengono dall’estero per visitarla, ma molti italiani non la conoscono di Luca Deias
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hissà quante volte passeggiando per Piazza di Spagna, senza neppure saperlo, siamo passati davanti a quella che è stata la casa di John Keats, uno dei più importanti poeti romantici della storia. Eppure la Keats-Shelley House ogni anno ospita migliaia di visitatori, turisti, classi di studenti e inguaribili romantici che vengono da tutta Europa per vedere con i propri occhi le sue lettere, che forse sarebbe meglio chiamare poesie, o per leggere nell’inchiostro ancora nitido sulla carta le parole di Oscar Wilde, che afferma di essersi inginocchiato davanti alla tomba di Keats (nel cimitero acattolico di Roma) e di averla baciata per rendere omaggio a quello che lui riteneva uno dei migliori poeti che il mondo avesse mai avuto. Varrebbe la pena di visitarla anche solo per toccare con mano il legno di quei mobili antichi che forse lo stesso Keats accarezzava ben 192 anni fa. Nella Keats-Shelley House oggi ci accolgono, oltre agli ottomila libri che ricoprono letteralmente i muri, delle guide anglofone, ragazze che, parlando solamente la lingua del poeta, restituiscono alla casa l’atmosfera di romanticismo d’oltre manica che la caratterizzò durante la permanenza del poeta. Keats venne a Roma per sfuggire dall’inverno inglese, minaccia terribile per la tubercolosi di cui soffriva, ma dopo soli quattro mesi, all’età di venticinque anni, morì nella piccola stanza, oggi visitabile, dalla quale si può sentire lo stesso gorgoglio della fontana della piazza che lui tanto amava. Nonostante la sua storia, la casa ha un’atmosfera tutt’altro che cupa; è, piuttosto, sognatrice come l’animo del poeta, che alla sua amata, che lo attendeva in Inghilterra, scriveva queste parole: “Vorrei quasi che noi fossimo farfalle, e vivessimo appena tre giorni d’estate, tre simili giorni con voi li riempirei di tali delizie che cinquant’anni comuni non potrebbero mai contenere”.
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in mostra
Una nota di colore per una sinfonia virtuale Cristina Simoncini a Spazio 47 di Maria Chiara Lorenti
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er tutto il mese di marzo si protrarrà la mostra di un’altra artista dell’Associazione Arte Mediterranea nel teatro Spazio 47. Non nuova a queste performance in siti diversi da quelli preposti, Cristina Simoncini ha esposto nei luoghi meno usuali per delle rassegne pittoriche, palestre, ristoranti, bar, esercizi commerciali, e questa volta ha voluto raffrontarsi con un pubblico più sensibile al tema prescelto. Così prosegue, visto il successo, l’incontro tra arte figurativa e musica, un’affinità molto sentita dalla pittrice, tanto che, forse perché suo figlio suona in una band e suo marito è un appassionato, sono anni che lo affronta cercando di trasporlo sulla tela. I soggetti sono trattati con una sensibilità spiccatamente femminile, spesso sono i particolari ad avere il compito di far percepire lo stretto rapporto tra il musicista ed il suo strumento. A loro, alle dita che sfiorano i tasti di un pianoforte, od alle mani che pigiano sulle leve di un clarinetto, oppure al gesto di pizzicare le corde di un contrabbasso, è data la possibilità di trasportarci in un mondo composto da note, una sensazione resa più concreta dal posto in cui ci si trova, ove la musica è di casa. Le opere, principalmente monocromatiche, dalle tonalità calde, di solito stese con contrasti complementari, accentuano quel pathos intimo ed individuale di una sinfonia suonata per i pochi amanti del genere. La farfalla che, per due volte effigiata sui quadri in mostra, si posa sull’ancia di un sax oppure sulla cassa curvilinea di un violino, ben raffigura la levità di un piacere effimero, quale quello che pervade l’astante quando ascolta una bella melodia. Anche la danza è rappresentata in questa rassegna, sia nell’espressione più pura, quella classica ove una etoile si libra libera in un’aura di passione, sia quella moderna, espressione ritmata di movenze sensuali, diverse e contrapposte eppure complementari l’una all’altra. Con una natura morta composta da “viole”, l’autrice lascia un contributo tangibile ad una sensazione impalpabile.
Il giardino segreto di Pascale Marthine Tayou Altre sorprese dalla sala Enel del Macro di Stefania Servillo
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er coloro che visitano abitualmente il Macro ad ogni nuovo allestimento e ad ogni nuova presentazione, ma soprattutto per coloro che, invece, non sono ancora mai andati a visitare un’esposizione nella Sala Enel del museo, Secret Garden è un’occasione da non perdere. Questa istallazione non è semplicemente arte, è una vera e propria creazione in vitro di vita che investe gli spettatori. Pascale Marthine Tayou è un artista che segue l’ispirazione, niente è predeterminato; sfruttando le fantastiche combinazioni derivate dall’utilizzazione di (pseudo)materico e non e dalla mescolanza di tradizioni di culture molto diverse tra loro, un’esperienza da non perdere. Nella sala Enel l’artista, sfruttando le forme del luogo e gli influssi da essa derivanti, ha costituito un’opera legata a progetti precedenti come Plastic Bags (esposta nella hall del Macro da marzo 2012) e Crazy wall . The Red Line per la mostra NEON. La materia luminosa dell’arte . La mostra è visitabile al Macro in via Nizza n. 138 fino
al 7 aprile 2013 da martedì a domenica dalle 11.00 alle 19.00 (19.00-21.00 libero accesso agli spazi espositivi), sabato 11.00-22.00. Maggiori informazioni: http://www.museomacro.org/it/ pascale-marthine-tayou-secret-garden 5
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in mostra
Woody Allen story
Tutti i mercoledì al Sinergy Art Studio, Roma di Eleonora Spataro
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l Sinergy Art Studio, in collaborazione con l’Associazione Culturale Cinem’Art, propone una rassegna dedicata a Woody Allen, uno dei più grandi maestri del cinema internazionale. Tutti i mercoledì fino al 29 maggio, in via di Porta Labicana, quartiere San Lorenzo, dalle 22:00, la serata inizierà con la proiezione del film accompagnata da un aperitivo per poi proseguire con un dibattito tra i presenti. Tra i titoli in programma, troveremo il 6 marzo “Il dormiglione”; il 13 marzo “Scoop”; il 20 marzo “Io & Annie”; 27 marzo “Broadway Danny Rose”. Sul sito www. sinergyart.it troverete il resto degli appuntamenti. (Ingresso 3 euro)
Viaggio teatrale tra gioco e ricordo Ubu, Gargantua, l’Inferno e il Teatro della Tosse
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a Casa dei Teatri a Villa Pamphilj , fino al 21 aprile 2013, raccontailTeatrodellaTosseattraversol’esposizioneintitolata “Viaggio teatrale tra gioco e ricordo con Ubu e Gargantua”.
Tonino Conte, il regista, scrittore e cofondatore del Teatro della Tosse con Emanuele Luzzati, e Danièle Sulewic, scenografa e costumista, ispirandosi a tre dei più significativi spettacoli messi in scena dal teatro genovese, propongonocollage,parole,costumi,oggettiefotoestrapolatida“Gargantua” di François Rabelais, l’ ”Ubu” di Alfred Jarry e l’ ”Inferno” di Dante Alighieri. Queste opere rappresentano il cuore pulsante della trentennale storia del teatro genovese, unico nel panorama italiano a potersi configurare come “macchina del fantastico”. Il percorso espositivo inizia con il manifesto di “Ubu Re” disegnato da Luzzati per poi continuare con “La sostanza dei sogni”, l’area dove sono documentati gli spettacoli che hanno unito i due artisti, le stanze dedicate a “Risate alla Rabelais” e ”Nel mondo di Jarry raccontano invece dei due protagonisti Gargantua ed Ubu. A concludere il viaggio ci pensano i manichini della scenografia della Sulewic per lo spettacolo “Inferno”.
Helmut Newton a Palazzo delle Esposizioni White Women / Sleepless Nights / Big Nudes
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ra il 6 marzo e il 21 luglio 2013 Palazzo delle Esposizioni presenta “Helmut Newton. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes”. La mostra propone una selezione di foto, operata dall’autore stesso in occasione della pubblicazione dei tre leggendari volumi che danno il titolo all’esposizione. Ecco che vedremo un Helmut Newton diverso da quello proposto sulle riviste. Qui si racconta una storia fatta di scatti personali, di immagini dettate da grandi committenze e di un mondo ulteriore che si alimenta della ricerca dell’eleganza e che allo stesso tempo stimola lo spettatore a riflettere su di essa.
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archeologia
Alla scoperta di Ardea
Una città più antica di Roma nel cuore del Lazio di Luigia Piacentini
Castrum Inui
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oi sapete che io amo la pace e qui ad Ardea l’ho trovata. In più questa terra, si può dire, più antica di Roma, mi ha fatto sognare l’eterno ” così Manzù parlava di Ardea nel lontano 1984. In effetti la mitologia e le diverse testimonianze archeologiche danno ragione al grande Maestro e questa città può dirsi davvero più antica e mitica di Roma, infatti ha una grande storia dietro di sé e addirittura può vantare un papa, Leone V. Questo sacerdote era nato e vissuto ad Ardea nel IX secolo d.C., ai tempi di Carlo Magno quando uccidere e mettere in prigione qualcuno era cosa davvero facile. Proprio un mese dopo la sua elezione al sommo pontificio venne infatti arrestato e imprigionato (il suo papato durò dal luglio all’agosto 903). Ma la cronaca di questa città iniziò già nella preistoria per continuare sino ai giorni d’oggi. Secondo Virgilio, il mitico Enea, in fuga dalla sua città distrutta, Troia, approdò nel Lazio, sconfisse i Rutuli (l’antico popolo che abitava queste terre) e si congiunse con i latini mediante il matrimonio con Lavinia, figlia del loro re, in precedenza promessa sposa al re Rutulo Turno. Sconfitti i Rutuli ed ucciso il loro re, Ardea fu bruciata ma lo Spirito del Luogo “Genius Loci”, sotto le sembianze di un airone, risorse dalle sue stesse ceneri come la fenice. Dopo la caduta dell’Impero Romano, Ardea subì le scorrerie dei barbari, i mutamenti climatici, l’impaludamento, il crollo demografico, la malaria ed il brigantaggio. Il territorio passò sotto l’influenza dei monaci benedettini di San Paolo e successivamente sotto i Colonna. Per un breve periodo divenne proprietà dei Borgia, poi ritornò ai Colonna ed ai Caffarelli e infine ai Cesarini nel XVI secolo; infine perse la sua indipendenza e divenne frazione di Genzano fino all’inizio del 1900. Tutte queste vicende storiche hanno lasciato varie testimonianze archeologiche: l’area di Casarinaccio con la basilica romana , le terme e il tempio cd. di Ercole; il tempio della Noce del VI-V a.C.; Castrum Inui, il porto arcaico; un antico ipogeo cristiano; l’Arco della Porta
Palazzo Sforza-Cesarini in una foto prima della II guerra mondiale del XII secolo e il Palazzo Sforza Cesarini del XV secolo (purtroppo oggi in rovina). Del territorio ardeatino fanno parte anche i Giardini della Landriana, nati dall’amore della Marchesa Lavinia Taverna e dal progetto del famoso paesaggista inglese Russel Page. Più recentemente la città si è arricchita della celeberrima Raccolta Manzù, ideata dal grande Maestro Giacomo Manzù, dove sono esposte tutte le sue più grandi opere e anche dove è la sua sepoltura. Il Museo è aperto dal martedì alla domenica dalla ore 9,00 alle ore 20,00. Purtroppo, a parte la Raccolta Manzù e le chiese San Pietro Apostolo e Santa Marina, il resto delle aree archeologiche sono chiuse al pubblico ma è possibile organizzare visite guidate, anche per la Raccolta Manzù, tramite la Pro Loco di Ardea che si impegna sempre al massimo per sensibilizzare il turismo in questa cittadina che purtroppo spesso viene dimenticata. E’ bello ricordare anche come gli adeatini di una certa età parlano della loro Ardea: autobus pieni di turisti dalla Svezia e da altri paesi del nord Europa. Siamo nel 2013 ed è così difficile incentivare e soprattutto sviluppare di nuovo un territorio che ha avuto grandi fasti in passato? Purtroppo questo è il periodo delle domande senza risposta ma almeno sulla cultura noi tutti siamo speranzosi di un futuro interessamento
Pro Loco Ardea Via degli Scavi, 3 00040 Ardea (Rm) 06.9136464 lunedì – venerdì: 9,00/19,00 sabato: 9,00/14,00 7
De Nittis, un valente pittore asservito al mercato
Prima artista povero, poi artigiano ricco, in fine di nuovo artista di Laura Sifonolfi e Maurizio Montuschi
“Colazione in giardino”, 1884
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è l’arte e ci sono i luoghi preposti all’arte; ogni creazione artistica assume valenze e connotazioni particolari se fruita in ambienti che ne esaltano tutta la potenza creativa: un auditorium, un teatro, una biblioteca, un museo o una galleria. E’ una grande fortuna, quindi, per un pittore esporre in una galleria importante insieme ad artisti variamente accreditati e comunque con un “nome” di tutto rispetto. A volte, però, il pittore “blasonato” ci delude facendo riaffiorare le emozioni suscitate dalle creazioni di un amico che dipinge quando può, quelle di un pittore di professione che non riesce a sbarcare il lunario; le tele scovate in una galleria poco conosciuta e … tanti dubbi affollano la nostra mente. E’ la dea fortuna che elargisce fama e riconoscimenti occhieggiando con molta disinvoltura da sotto una benda poco aderente? Il merito della gloria è dovuto esclusivamente al talento ed all’impegno profuso? Quanta importanza hanno i luoghi (città, gallerie) in cui l’artista ha la possibilità di esporre le proprie opere, il confronto costruttivo con altri creativi e, soprattutto, il mercante d’arte giusto al momento giusto? La “Gioconda” è stata per un lungo periodo di tempo ignorata, poi un critico … Emblematica è la storia del pittore Giuseppe De Nittis il cui estro artistico, relativo soprattutto ad alcuni momenti della sua produzione, merita l’entusiasmo di molti suoi estimatori mentre la sua visibilità ed i molteplici riconoscimenti anche economici, che gli permisero una
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vita di agi se non proprio di lusso, sono, senza ombra di dubbio, da attribuirsi alle sue scelte coraggiose di trasferirsi prima a Parigi e poi a Londra, dove conobbe mercanti d’arte capaci di promuoverlo sul mercato e fu sostenuto dalla moglie Léontine che, oltre ad amarlo moltissimo e ad essere la sua musa ispiratrice per molti quadri, “ne fece un affare” come sarcasticamente affermò Degas. Dopo la sua morte, però, a soli trentotto anni nel 1884, finito il contatto diretto artista - gallerista, per un lungo periodo cadde nell’oblio fino a che nel 1926 venne di nuovo “riscoperto” dal critico Léonce Bénédite, che lo definì il pittore più parigino dei parigini, ma i Parigini solo nel 2010 gli hanno dedicato di nuovo una mostra. Nato a Barletta nel 1846, per motivi familiari si trasferì a Napoli nel 1861, ove frequentò solo per un breve lasso di tempo un istituto d’arte, preferendo aggirarsi liberamente nelle campagne di Portici e Resina per dipingere en plein air nelle varie ore del giorno, per cogliere tutte le sfumature dei caldi e luminosi colori del sud. Le prime tele giovanili suscitarono l’approvazione e, a volte, anche l’entusiasmo dei pittori italiani a lui contemporanei con i quali ebbe modo di confrontarsi durante un’esposizione alla Promotrice di Firenze. Di particolare impatto emotivo “Il passaggio degli Appennini” (1867) che sembra invitare lo spettatore a salire sull’unica carrozza che va, per intraprendere un viaggio, forse lungo, faticoso, ma confortato dalla presenza di case in cui potersi ricoverare e di spiragli di luce
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dedicato a
geniale, ma troppo tardi
“Pattinatrice”, 1875 nel cielo tempestoso. Nel 1867 De Nittis intraprese il suo viaggio verso la fama, il successo, la ricchezza, trasferendosi a Parigi dove conobbe il mercante d’arte A. Goupil che gli permise di acquisire una clientela sempre più ampia, ma condizionò la sua produzione secondo le richieste del mercato. Divenne, quindi, il pittore della vita mondana parigina, il pittore degli interni lussuosi ed esclusivi, delle dame sempre alla moda a passeggio tra le aiuole rigogliose e curatissime del Bois de Boulogne o a cavallo sugli Champs Elysées, nei parchi innevati, tra alberi radi e spogli mentre solitarie ed incuranti del freddo, sembravano muoversi a passo di danza tra il frusciare di vezzose crinoline. Nei suoi paesaggi non c’è più traccia delle immagini e dei colori del suo Sud, ma ci sono le rive e i ponti della Senna, i lunghi viali alberati resi irreali dalla nebbia che li avvolge, i cieli pallidi, la vita frenetica di una città “che sale”. L’immagine dell’amazzone simbolo di aggressività e modernità è spesso presente nei dipinti
“Ritorno dalle corse “, 1878 del De Nittis parigino. L’elegante signora che si staglia sulla tela per un contrasto cromatico molto accentuato, in “Il ritorno dalle corse” 1878, con veletta e frustino, vitino di vespa e grosso molosso al fianco, ne è un esempio molto eloquente. Nel 1874 rompe il contratto con il potente Goupil e si reca a Londra, dove lavora molto per gallerie private, traendo ispirazione dalla vita che anima le strade e le piazze londinesi, monumentali e moderne nello stesso tempo. L’umanità da cui trae ispirazione è più varia e più attinente al reale: tra gente ricca e potente sembrano quasi inserirsi furtivamente gli “invisibili” con il loro carico di sofferenza e solitudine. Negli ultimi anni della sua breve esistenza l’artista, stanco della vita metropolitana, andrà a vivere con la sua famiglia a Saint-Germainen-Laye, dove ritornerà al suo antico amore, alla pittura “en plein air”, eccellendo nella tecnica del pastello. Le opere del grande artista sono in mostra fino al 26 maggio a Padova presso Palazzo Zabardella. 9
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cinema
“Cruel intentions”
“Prima regola: Non innamorarsi” di Greta Marchese
“Sucker love is heaven sent. You pucker up, our passion’s spent. My hearts a tart, your body’s rent. My body’s broken, yours is spent” Una panoramica dall’alto veloce, velocissima: Il prato, il cimitero, le stradine sterrate e ancora il cimitero; basta uno sguardo sotto i titoli d’inizio e l’avventura di Sebastian Valmont (Ryan Phillippe) ha già iniziato a prendere forma.
“Carve your name into my arm. Instead of stressed, I lie here charmed. ‘Cause there’s nothing else to do, Every me and every you” La nostra corsa finisce sulla strada, quella della Jaguar nera che stavamo cercando invece continua verso Manhattan. E’ proprio Sebastian che, inconsapevolmente accompagnato da un più che noto successo dei Placebo, sfreccia a tutta velocità sull’asfalto, probabilmente perso ad escogitare la sua prossima mossa ai danni di chissà quale giovinastra dell’elitè newyorchese. Scaltro e brillante, capelli biondi, occhi terribilmente azzurri nascosti dietro un paio di occhiali scuri e un insolito oggetto rilegato in pelle che viaggia sul sedile a fianco, è questo il profilo del giovane rampollo di casa Valmont. Se fino ad ora tutto questo ha l’aria di qualcosa già visto, aspettate che vi presenti sua sorella anzi, la sua sorellastra: La ‘dolce’ Kathryn Merteuil (Sarah Michelle Gellar). Kathryn, seducente brunetta che, forte della sua irreprensibile fama (costruita faticosamente) di studentessa modello e ragazza esemplare, impiega il suo tempo assieme al fratellastro tra intrighi e seduzioni diaboliche, organizzando improbabili scommesse con maligna pazienza e meschini artifici. La perversa, calcolatrice, cinica e lasciva Kathryn per la quale Sebastian nutre da sempre una pungente e insana attrazione. Stanchi e annoiati da un tenore di vita che non li sorprende più, i due fratellastri decidono di osare e la bella ma difficile figlia del preside della scuola, Annette (Reese Witherspoon), sembra proprio una preda perfetta. L’obiettivo è palese e la scommessa semplice: riuscirà Sebastian ad avere Annette e di conseguenza la sorellastra come premio oppure sarà costretto a dire addio alla sua cara vecchia Jaguar in
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favore di Kathryn? Per ora basti sapere che a Sebastian manca una cosa fondamentale: la crudeltà di sua sorella. Pronta a tutto pur di vincere, Kathryn non immagina neanche che, diversamente dal suo, il cuore di Sebastian in fondo non è immune a qualsiasi sentimento. Ha inizio un gioco che varca pericolosamente qualsiasi limite e il prezzo da pagare, per qualcuno, potrebbe essere incredibilmente alto. Il film (1999) di Roger Kumble con una splendida Sarah Michelle Gellar, Ryan Phillippe, Reese Witherspoon, Selma Blair e Joshua Jackson, risulta nel complesso leggero e scorrevole grazie ai fili invisibili e ben intrecciati della trama che, seppur molto fitta a livello narrativo, rimane concettualmente semplice. Per concludere, a Kumble va il merito di una pellicola tagliente e diretta che tuttavia sottintende qualcosa di incredibilmente più profondo; che non manca di lanciare un messaggio scolorito ma ancora visibile, quello cioè di un sentimento troppo complicato per essere spiegato e dal quale è quasi impossibile difendersi. Il Film è palesemente ispirato alla pellicola dell’88 ‘’Le relazioni pericolose’’, a sua volta tratto dall’amaro romanzo epistolare di Pierre Choderlos de Laclos, il cui spirito cinico settecentesco riecheggia e si trasla perfettamente nella New York contemporanea. La pellicola, firmata Placebo, Blur, Counting Crows e The Verve, vanta una colonna sonora fresca e adatta al tema prevalentemente giovanile che la rende certamente un punto di forza del film. “Cause it’s a bittersweet symphony this life..” dice in chiusura un magnifico pezzo dei Verve, inserito al 382° posto nella lista delle cinquecento migliori canzoni di sempre, secondo la rivista Rolling Stone. “...I’ll take you down the only road I’ve ever been down, You know the one that takes you to the places where all the veins meet yeah” E la scena si ricompone. Il diario, quello rilegato in pelle, riappare fedelmente adagiato dove lo avevamo incontrato per la prima volta, mentre la vecchia Jaguar ripercorre un tragitto già visto per tornare nello stesso buio dal quale era comparsa, verso un’altra storia, verso un’altra vita. ‘Dolceamara’, esattamente come il finale tutt’altro che scontato di questo film. Un diario, può essere un ottimo posto dove riporre la verità nell’attesa che venga fuori.
Cos’è davvero importante?
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danza
La danza come modo artistico per riflettere di Martina Tedeschi “ In una società in decadenza l’Arte, se veritiera, deve riflettere la decadenza. E a meno che non voglia tradire la propria funzione sociale, l’arte deve mostrare un mondo in grado di cambiare ed aiutare a cambiarlo. ” Con la vita frenetica che siamo abituati a condurre, con i mille pensieri che ci affollano la mente, le preoccupazioni e gli impegni vari, ci dimentichiamo, a volte, di cosa è davvero importante; non abbiamo tempo né sentiamo la necessità di avere un riguardo in più sulle cose che dovrebbero starci maggiormente a cuore. Ci poniamo abbastanza domande su ciò che ci circonda? Sappiamo da dove viene tutto quello che possediamo? Cosa manca alla nostra educazione, alla nostra informazione? Riflessioni di questo genere non vengono fatte spesso, che accada per disinteresse oppure no. Avere consapevolezza delle nostre azioni, delle conseguenze che esse comportano, e avere un quadro almeno generale ed informato della realtà in cui viviamo è fondamentale per chiarirci le idee e riservarci un ruolo da protagonisti attivi nella nostra società, ormai in decadenza, e soprattutto nella nostra vita. Il gruppo di danza contemporanea della scuola “Danza
Artè” di Mirella Maggi, vi invita allo spettacolo che si terrà i giorni 22 e 24 Marzo alle ore 20.45 presso Spazio47 per proporvi una visione particolare e riflessiva su alcuni importanti argomenti che ci riguardano. Prenditi il tuo tempo, apri occhi e mente … vedrai tutto più chiaro!
Spazio47, VIA Pontina km 47,015 04011 - Aprilia (LT) Coreografie di Mirella Maggi Interpreti : Giulia Belvisi, Ilaria Bochicchio, Sara Ciniglio, Roberta Errico, Manolo Filippelli, Giulia Gilberti, Marta Michieletto, Jessica Pazzano, Clara Salsiccia, Martina Tedeschi Foto di Sergio Tuccio Biglietto adulti: 7+3 (tessera) euro Biglietto minori di 14 anni: 5+3 (tessera) euro
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architettura manga
Doraemon
Il robogatto spaziale! di Valerio Lucatonio
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n altro dei titoli conosciuti soprattutto per la larghissima diffusione della versione animata e che è rimasto impresso nei ricordi di più di una generazione è sicuramente Doraemon(di Fujiko f. Fujio, dal 1969 sulla rivista Shogakukan), comedymanga fantascientifico che propone ai lettori di tutte le età uno spaccato di vita di uno svogliato studente delle elementari, Nobita, che si ritroverà ad ospitare un gatto robot venuto dal futuro, Doraemon. Grazie al suo bizzarro amico, Nobita conoscerà una moltitudine di gadget futuristici, che userà per i più disparati scopi finendo quasi sempre nei guai o in situazioni che fanno ridere oggi come quarant’anni fa. La comicità è però solo uno dei vari contenuti dell’opera e degli intenti degli autori: infatti un giovane lettore potrà viaggiare con la fantasia insieme alla strana coppia, riflettere su problemi come l’inquinamento, il rispetto per
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se stessi e per gli altri, il bullismo, l’opprimente pressione della scuola giapponese sugli alunni, e mille altri. Ognuno di noi leggendo Doraemon potrà poi ritrovare personaggi incontrati nella vita di tutti i giorni, come il dispettoso Suneo o il prepotente Giant, e immedesimarsi più di una volta nei giochi o nei piccoli problemi del piccolo Nobita. In Italia la pubblicazione è affidata alla Star Comics, che in sei volumi racchiude le brevi storie divise per tematiche, in questo modo si potrà scegliere quale leggere a seconda dei propri gusti, non essendo editi in ordine cronologico. L’amicizia, la paura, la scuola e l’amore sono solo alcuni dei temi trattati in quest’opera ancora attualissima a distanza di decenni, che insegnerà ai più giovani e che riporterà indietro con gli anni i più grandi.
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cinema curiosART
Il bacio romantico nell’arte di Cristina Simoncini
Pompei - Polifemo e Galatea
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l tema del “bacio” non è stato ricorrente nei secoli per i pennelli dei pittori: ritenuto a lungo un soggetto erotico e perciò peccaminoso, fu poco richiesto dai commissionanti fino al giungere della seconda metà del Settecento. Gli antichi greci non amavano Cupido che ritenevano portatore di guai e bisogna quindi tornare alla pittura romana di Pompei salvata dall’eruzione del Vesuvio (avvenuta nel 79 d. C.) per trovare il primo bacio dipinto da un uomo che noi possiamo ammirare; la nudità delle due figure però, rende la scena altamente erotica anzichè romantica, lontana quindi da come vennero intesi i baci a partire dal XVIII secolo. Se si vuole vedere un bacio tra due amanti senza eccessi di erotismo è necessario fare un salto nel tempo lungo più di 1600 anni e non è quindi possibile fare confronti come per altre iconografie del come tutto cambia dal punto di vista pittorico da un secolo all’altro.
Lawreince Nicolas, “Le déjeuner en tête à tête”
Felix Schlesinger, “Kus” Con l’arrivo della corrente artistica settecentesca detta pre-romantica, le immagini di coppie che si baciano inizieranno ad essere apprezzate in pittura e aumenteranno sempre più di numero nell’Ottocento con lo sviluppo in tutta Europa del Romanticismo. Di sicuro il bacio piu famoso di tutta la produzione pittorica è quello del pittore veneziano Francesco Hayez per le innumerevoli riproduzioni che ancora oggi si fanno del suo quadro, tuttavia esso non si discosta come stile pittorico dai molti altri lavori eseguiti dagli artisti ottocenteschi; tra i baci più originali vi è quello del pittore Lawrence Nicolas che s’ispirò all’arte di Hogarth (cosa che in pochi ebbero il coraggio di fare) senza però coglierne lo spirito arguto; tra quelli più spiritosi segnaliamo il dipinto di Felix Schlesinger e tra quelli invece più romantici spicca il quadro di Charles Auguste Emile Duran. Fonti:www.falsodautoregiulioromano.it, www.pitturaomnia.com
Charles Auguste Emile Carolus-Duran, “Le Baiser” 13
“A memoria della guerra” di Rossana Gabrieli
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occhio al palcoscenico
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etti una serata piovosa ed un teatro dall’atmosfera intima e raccolta, qual è l’Ambra Garbatella. Metti di ritrovarti seduto tra Lina Wertmuller e Renato Scarpa, che offre caramelle alle signore. Personaggi famosi e gente comune in attesa del tecnico delle luci, bloccato dal traffico. Gli attori sono pronti, ma non si può cominciare. Nessuno protesta e non ce n’è motivo: l’attesa aumenta il piacere di quel pomeriggio a teatro. Massimo Wermuller si affaccia da dietro al sipario e scherza col pubblico. Ma poi il tecnico arriva. Calano le luci e si accende la magia di ricordi tragici e comuni della nostra storia ancora recente. “A memoria della guerra” narra, attraverso le preziose interpretazioni dello stesso Massimo Wertmuller e di Anna Ferruzzo, accompagnati dalla chitarra del bravo Domenico Ascione, il dramma delle persecuzioni dell’uomo contro l’uomo durante il sanguinoso ultimo conflitto mondiale. I testi prescelti, interpretati in un magico alternarsi dei due straordinari attori, rappresentano una collana di passaggi struggenti e coinvolgenti: da Ungaretti a Neruda, da Levi a Celan, da Vittorini a Morante. Autori che parlano ancora ai nostri cuori ed alle nostre memorie ferite: partigiani condannati a morte, ebrei nei campi di sterminio, detenuti nelle carceri naziste. Niente viene risparmiato ai nostri ricordi ed è giusto così. Soprattutto di fronte al rischio di azzerare la verità storica o, peggio, di mistificarla. “A memoria della guerra” dovrebbe essere visto soprattutto dai più giovani, dovrebbe essere portato nelle scuole, per tenere desta la nostra voglia di democrazia e di pace, per mantenere vivo il nostro spirito critico. Perché, come ha ribadito in questi giorni Roberto Benigni, parlando della nostra Costituzione: “Siamo tutti uguali davanti alla morte, ma non di fronte alla storia”. MAI DI FRONTE ALLA STORIA
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occhio all’ambiente
L’andamento contrastante del controllo delle emissioni di CO2 di Nicola Fasciano
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cDonald, la nota catena di fast food, ha sperimentato come carburante per i propri mezzi l’utilizzo dell’olio per friggere le patatine. Questo progetto pilota, partito nel luglio del 2011 negli Emirati Arabi, tra i principali esportatori di petrolio, ha consentito la percorrenza di oltre 1 milione di km producendo delle emissioni ridotte dell’80%. Questo risultato è stato reso possibile attraverso un processo di depurazione e riciclaggio dell’olio usato per friggere le patatine, che dopo essere stato raccolto in tutti i punti vendita McDonald sparsi nell’emirato, è stato filtrato e trasformato in biodiesel. Restando sempre in tema di iniziative tese alla riduzione delle emissioni, a Roma la Renault insieme all’URI (Unione Radiotaxi Italiana) si è impegnata, a partire dalla primavera del 2013, a fornire una piccola flotta di taxi completamente elettrici con una autonomia di circa 210 km. Il progetto fa parte del programma “Via col verde” avviato nel luglio del 2012 da una grande cooperativa di radiotaxi con l’inaugurazione di un impianto fotovoltaico installato presso la propria sede centrale. In conclusione una notizia che prova, nonostante questi
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interessanti esempi, che la guerra alle emissioni di CO2 è ancora lunga e non priva di contraddizioni. Quando si sente parlare di carbone, la suggestione più comune è pensare che appartenga a una realtà ormai lontana dal nostro quotidiano. Niente di più sbagliato: il carbone, a dispetto della sua grande capacità di inquinamento e quindi contraria a tutti i principi di eco sostenibilità, sta vivendo una seconda vita e, grazie al grande bisogno di energia di paesi emergenti e sterminati quali l’India e la Cina, nel prossimo decennio diventerà la prima fonte di energia sorpassando anche il petrolio. In un recente report dell’AIE, l’agenzia internazionale dell’energia, ha rilevato che nell’ultimo decennio c’è stato un incremento della domanda di carbone di ben del 55% che crescerà ulteriormente nei prossimi anni. Al momento copre il 40% della produzione mondiale di energia, una percentuale che sale al 70% se guardiamo alla sola attività siderurgica. Il crollo dei prezzi consente l’utilizzo del carbone, nonostante l’esistenza di meccanismi di costo aggiuntivo che ne dovrebbero disincentivare l’impiego proprio perché a fronte della sua economicità, risulta essere molto inquinante, con il 30% in più delle emissioni del petrolio. In definitiva, come conciliare gli sforzi sempre più creativi impiegati nel contenimento delle emissioni di CO2 con il continuo utilizzo di combustibili inquinanti che la sempre più crescente necessità di energia che sembra costantemente vanificarli?
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Eventi Antonio Canova. Il segno della gloria Museo di Roma a Palazzo Braschi, fino al 7 aprile 2013 Verso il 2015. Culturacibo. Un’identità italiana Complesso del Vittoriano, fino al 7 aprile 2013 De Andrè e le sue donne - Spettacolo musicale Orazio Borgianni Spazio 47, 8 marzo 2013 Istituto Nazionale per la Grafica – Calcografia, fino al 7 Passaggio - L’arte al mercato - Baolo Boccardi (articolo a pag. 4) aprile 2013 Mercato coperto, dal 2 marzo 2013 al 16 marzo 2013 Alessandra Zorzi. Il matto, la morte e il diavolo Maria Petito - mostra personale (articolo a pag. 3) Complesso del Vittoriano, dal 14 marzo al 14 aprile 2013 Sala Manzù, dal 16 al 25 marzo 2013 Marco Tirelli Cristina Simoncini - Mostra personale (articolo a pag. 7) Istituto Nazionale per la Grafica – Palazzo Poli, Spazio 47, fino al 31 marzo 2013 dal 15 marzo fino al 15 aprile 2013 “Riflessioni - I giocatori vanno e vengono” danza Aldo Tromba contemporanea (articolo a pag. 11) Uet – Scuola universitaria europea per il turismo, fino al 19 Spazio 47, 22 e 24 marzo 2013 aprile 2013 Tiffany & Gallé e i maestri dell’Art Nouveau nella collezione del Museo di Arti Applicate di Budapest Musei Capitolini, fino al 28 aprile 2013 Luce dalle Terre dell’Ambra Tutti De Sica Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, fino al 10 marzo Museo dell’Ara Pacis, fino al 28 aprilie 2013 Roma caput mundi. Una città tra dominio e integrazione Ardea e Manzù Colosseo e Foro Romano, fino al 10 marzo 2013 Raccolta Giacomo Manzù, fino al 30 aprile 2013 Ciok si gira: mostra sul cioccolato e sul cinema Il Cammino di Pietro Centrale Montemartini, fino al 10 marzo 2013 Castel Sant’Angelo, fino al 1° maggio 2013 Elliot Erwitt I giorni di Roma: L’Età dell’Equilibrio. Traiano, Adriano, Palazzo incontro, fino al 17 marzo 2013 Antonio Pio, Marco Aurelio Litterature, aujourd’hui Musei Capitolini, fino al 5 maggio 2013 Accademia di Francia (Villa Medici), fino al 19 marzo 2013 Villa Aldini a Montmorency nelle vedute di Felice Giani Sulla via della seta. Antichi sentieri tra oriente e occidente Museo Napoleonico, fino al 5 maggio 2013 Palzzo delle Esposizioni, fino al 24 marzo 2013 Vasco Bendini 1966-1967 Pascale Marthine Tayou. Secret Garden Macro, fino al 5 maggio 2013 Macro, fino al 1° aprile 2013 La Galleria Pieroni, Zerynthia, RAM. 1975-2013 Jimmi Durham. Streets of Rome and Other Stories Macro, fino al 5 maggio 2013 Macro, fino al 1° aprile 2013 L’età dell’equilibrio. L’arte romana durante il principato di Visitors’Book / Ospiti a casa Praz. Ritratti fotografici di Traiano e Adriano Milton Gendel, lettere, dediche e recensioni Musei Capitolini, fino al 5 maggio 2013 Museo Mario Praz, fino al 1° aprile 2013 Lucilla Catania. Stareeandare Modelli/Models Museo Nazionale d’arte Orientale Giuseppe Tucci, dal 14 marzo fino Maxxi, fino al 2 aprile 2013 al 16 maggio 2013 [S]oggetti migranti Brughel, meraviglie dell’arte fiamminga Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico Luigi Pigorini, fino al 2 Chiostro del Bramante, fino al 2 giugno 2013 aprile 2013 Silvio Balestra Chiostro del Bramante, fino al 4 aprile 2013 About Caravaggio. Visioni e illusioni contemporanee. 25 DE Nittis (articolo a pagg. 8 - 9) artisti contemporanei interpretano Caravaggio Palazzo Zabarella, fino al 26 maggio 2013 Scuderie Aldobrandini Museo Tuscolano di Frascati, fino al 7 aprile 2013
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Aprilia
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Ilse Haider, Mr. Big Installazione per la mostra “Naked man” tenutasi al Leopold Museum di Vienna dal 19 ottobre 2012 al 04 marzo 2013 L’esposizione che celebra il corpo maschile nell’arte d’ogni tempo e luogo e caldeggiata dai visitatori (a momento oltre 65mila presenze) è stata coperta da un manto di polemiche ed i cartelloni che la pubblicizzavano sono stati censurati. 16