Coltiviamo Bollicine, N. 1

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Gianni Marzagalli: Lettera aperta agli iscritti e convegno a Cossano Belbo La Flavescenza dorata della vite La viticoltura eco-sostenibile Penconazolo e etichette negli Usa Le bollicine dolci docg più brindate al mondo All’interno il “Quaderno di campagna” Il Consorzio dell'Asti ama e protegge l'ambiente e la natura.

Per ricevere le nostre info in tempo reale inviare il proprio indirizzo e-mail a consorzio@astidocg.it


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Gianni Marzagalli: «Il Consorzio? Una “casa di vetro” aperta a tutti» Gianni Marzagalli è nato a Milano il 28 agosto del 1941. È sposato da 48 anni, ha due figli ormai grandi, uno è medico dentista, l’altro farmacista. Vive a Pavia è dirigente del gruppo Campari, presidente della casa vinicola Sella & Mosca, membro del “sindacato A” della Federvini. E’ il primo presidente lombardo del Consorzio per la Tutela dell’Asti docg e del Moscato d’Asti docg. In questa lettera aperta agli iscritti al Consorzio si presenta e traccia le linee di condotta futura dell’ente.

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ualcuno ha detto che sono distante dal mondo del Moscato. Questo è vero solo dal punto di vista geografico. Io conosco bene il mondo dell’agricoltura perché ci ho lavorato fin da giovanissimo, fin da dopo avere conseguito il diploma di geometra ed essere entrato al lavoro in un importante gruppo industriale milanese per il quale mi occupavo di oltre 15mila ettari di terreno con allevamenti per la produzione di latte e carne, ma anche di coltivazioni di cereali e pioppeti. Tra le tenute affidate a me c’era la Venaria Reale di Torino, poi ceduta alla Regione Piemonte, e le aree rurali di San Lazzaro di Savena in provincia di Bologna. In quegli anni i rapporti con il Piemonte furono intensissimi, specialmente con il Centro di Studi Pioppicoli di Casale Monferrato in provincia di Alessandria. Poi ci fu l’avventura americana. Fui inviato negli Usa a gestire enormi coltivazioni nello Stato dell’Arizona, tra Phoenix e San Diego. Il compito era occuparmi di maxi piantagioni, come le 37 mila piante di avocados a San Diego, dove esiste una delle scuole enologiche più prestigiose degli Stati Uniti. Nel continente americano mi sono occupato anche di zootecnia attraverso un’azienda di embrio-transfer situata in Canada. Ho viaggiato negli Usa per 6/7 anni. Nel 1982 in Italia mi occupo di una delle tante sfide della mia carriera professionale. Mi viene affidato il futuro di un’azienda vitivinicola sarda, la Sella & Mosca. Un incarico difficile, perché le condizioni della società non erano floride e le prospettive meno ancora. In pochi anni riesco non solo a risollevare le sorti dei vini firmati Sella & Mosca, ma a portarli al top delle guide enologiche insieme ad un volume di produzione, ormai consolidato, che oggi è di circa 8 milioni di bottiglie. Un successo che nel ’94 mi induce a non dormire sugli allori e a cercarmi un’altra sfida, quella del mirto di Sardegna. Tredici anni fa il mirto era un prodotto regionale, consumato princi-

La nostra priorità: “Elevare l’immagine dell’Asti che oggi è al di sotto delle sue potenzialità”

Presidente: Gianni Marzagalli Vice presidenti: Gianluigi Biestro (Vignaioli Piemontesi) e Massimo Marasso (Fratelli Martini Spa) Consiglieri (Case spumantiere) Mauro Arione (Arione Spa), Lorenzo Barbero (Sella&Mosca Spa), Giovanni Bosca (Gibo Tosti Ivi Spa), Germano Bosio (Cantine Capetta), Roberto Facello (Valsa Nuova Perlino), Alberto Lazzarino (Vigne Regali), Giovanni Marchisio (Manfredi Cantine), Gianni Martini (Eurovini – Fratelli Martini Spa), Gianni Marzagalli (Gruppo Davide Campari Spa), Filippo Mobrici (Bersano Vini Spa), Paolo Pronzato (Batasiolo Spa).Gianfranco Santero (Santero Spa), Mario Santero (Casa Vinicola Abbazia di S. Gaudenzio) Consiglieri (parte agricola) Felicino Bianco (Terrenostre Soc. Coop. a r.l.), Marco Gallo (Cantina Soc. di Canelli), Claudio Manera (Antica Contea di Castelvero), Claudio Negrino (Cant. Soc. di Alice Bel Colle), Elio Pescarmona (Tre Secoli Soc. Coop. a r.l.), Alessandro Pio (Cantina Sociale Valle Belbo), Romano Dogliotti (Az. Agr. Caudrina), Flavio Scagliola (Az. Agr. Scagliola Giacomo), Luca Bosio (Bosio srl), Matteo Soria (La Cascinetta Az. Agr.), Pietro Cirio (viticoltore), Mario Sandri (viticoltore), Collegio sindacale triennio 2012 – 2014 Presidente: Carrero Dott.ssa Barbara Effettivi: Giovanni Chiarle (Cantina Soc. di Nizza Monferrato), Valter Bera (A.z Agricola). Supplenti: Bertone Dott. Giovanni, Cristiano Veglio (Cantine Veglio)

palmente sull’isola. Osservai che il suo ciclo vegetativo e di raccolta era simile a quello dell’uva e che le potenzialità di consumo per un liquore dolce con un forte legame territoriale sarebbero state considerevoli. Studiai quindi un progetto di produzione e distribuzione industriali del liquore di mirto e poi misi gli occhi sulla Zedda Piras, storica casa di liquori maggiore produttrice del mirto sardo. Siglai l’accordo e la Zedda Piras entrò nell’orbita di Sella & Mosca dando di fatto il via al feno-


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La Casa dell’Asti. Nella foto a fianco il brindisi tra i nuovi vertici del Consorzio, al centro il neopresidente Gianni Marzagalli con i vice Gianluigi Biestro a sinistra e Massimo Marasso

meno mirto in Italia e nel mondo. Nel 2002 Campari acquisisce Sella & Mosca, Zedda Piras e una Maison francese, Chateu Lamargue, la Teruzzi & Puthod di San Gimignano in Toscana e la Barbero di Canale in Piemonte nella cui compagine vi è l’azienda vitivinicola Enrico Serafino. Nel 2009 il mio primo contatto con il mondo dell’Asti e del moscato anche se da anni ero nel settore vino e beverage. Sono designato da Campari come vicepresidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti, in rappresentanza delle Case spumantiere. Ora, a trenta mesi da quella nomina, c’è stata ma mia elezione a presidente di uno dei consorzi di tutela dei vini docg più storici e importanti d’Italia la cui fondazione risale al 1932 e di cui quest’anno ricorre l’80° di costituzione. In questo senso sono convinto del fatto che un organismo di tutela di un prodotto così fortemente legato al territorio abbia scelto un presidente non piemontese e con radici chiaramente non “local”, sia un segnale che conferma la vocazione glocal, cioè locale eppure globale, dell’Asti e del Moscato d’Asti. Sono vini territoriali, certo, per cui il legame con l’area di produzione – tra l’altro candidata a diventare patrimonio dell’Umanità tutelata dall’Unesco - è un valore aggiunto che va comunicato al meglio. Tuttavia Asti e Moscato d’Asti docg si vendono principalmente all’estero. E io conosco benissimo i mercati esteri e le loro dinamiche; sono convinto che queste esperienze, maturate sul campo in modo diretto, siano un contributo utile per le sfide future a cui è chiamato il Consorzio. Inoltre non ho interessi diretti

“Questa presidenza sarà caratterizzata da uno degli aspetti che hanno contraddistinto la mia professione di manager: la mediazione”

nel settore vitivinicolo e questo, credo, mi pone in condizione privilegiata. Ho lavorato e lavoro per un grande gruppo del beverage che è italiano e ha sempre fatto della qualità e dell’immagine la sua bandiera. Sono valori che si identificano con quelli del Consorzio dell’Asti. Sono abituato a gestire e sviluppare le imprese di cui mi occupo. E voglio essere il presidente di tutti, delle Case spumantiere e della parte agricola, ma prima di tutto voglio essere il presidente-manager dell’Asti e del Moscato d’Asti, affinché questi due vini e l’intera loro filiera si sviluppi in modo virtuoso e soddisfacente per tutti i protagonisti che ne fanno parte. Per quanto riguarda il futuro la priorità è quella di elevare l’immagine dell’Asti docg che oggi è al di sotto delle sue potenzialità, sia economiche che di percezione. In questo senso la missione del Consorzio sarà quella di far conoscere l’Asti in quei Paesi dove è sconosciuto. Penso all’Estremo Oriente, all’Asia dove ci sono grandissime opportunità di evoluzione commerciale. E riguardo alle contrapposizioni interne al Consorzio esse vanno ricondotte all’interno di un normale dibattito, nel rispetto dei ruoli. La mia presidenza sarà improntata ad uno degli aspetti che hanno da sempre contraddistinto la mia professione di manager: la mediazione. Voglio lavorare da subito per far rientrare in ambito consortile tutte quelle realtà che ne sono uscite, sia Case spumantiere che produttori di uva che aziende vitivinicole. Perché sono convinto che l’unità della filiera è il primo obiettivo del Consorzio nel quadro di uno sviluppo stabile del comparto. L’ente consortile è e deve essere sempre di più la Casa Comune del moscato dove coltivare le nostre bollicine docg più brindate nel mondo: l’Asti docg e il Moscato d’Asti docg che sono il vanto enologico del made in Italy per il Piemonte e per l’Italia intera. Gianni Marzagalli Presidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti docg e del Moscato d’Asti docg


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Il progetto di monitoraggio e ricerca del Consorzio

Per battere la Flavescenza dorata della vite filiera e territorio devono fare squadra vettore della Flavescenza dorata; all’Istituto di Virologia Vegetale del CNR di Torino con Cristina Marzachì per la parte che riguarda lo studio del fitoplasma agente patogeno della Flavescenza dorata; al Centro di saggio Vit.En. sas di Calosso con Albino Morando per la valutazione in campo di biostimolanti induttori di resistenza nei confronti del fitoplasma. Il Consorzio dell’Asti ha pure attivato una serie di convenzioni con le principali testate giornalistiche locali per dare maggiore diffusione ai comunicati per gli interventi di difesa della coltura ed informazioni ad essa collegate. Parallelamente il laboratorio consortile si sta attrezzando per eseguire analisi PCR per la determinazione dei fitoplasmi ed i principali virus della vite. L’attività di monitoraggio del territorio è sostenuta dai Comuni sopra elencati, dalle Organizzazioni Professionali e dal foto Divapra-Entomologia, Universita' di Torino

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l preoccupante aumento dell’epidemia di Flavescenza dorata, che si è verificata negli anni 2010 e 2011 colpendo anche la cultivar Moscato, necessita di interventi congiunti e coordinati tra tutti i soggetti interessati della filiera. Occorrono iniziative che consentano di individuare, attraverso il monitoraggio del territorio, i periodi idonei per i trattamenti contro l'insetto vettore. Strategica è la tempestiva informazione ai viticoltori in modo che i trattamenti vengano eseguiti in una finestra temporale ristretta sulla maggior parte della superficie coltivata a vite. È necessario concertare un piano propedeutico di comunicazione per quanto concerne le operazioni da eseguire nel vigneto e nelle zone rifugio limitrofe incolte con presenza di viti selvatiche. Non ultimo serve avviare un processo sistematico e pluriennale di ricerca e sperimentazione sull’insetto vettore e sul fitoplasma in grado di affinare le strategie di difesa in vigneto e sul territorio. Il Consorzio dell’Asti ha ritenuto urgente e necessario costituire un gruppo di lavoro che sviluppi ed organizzi, sul territorio dei 52 comuni dell'area dell'Asti docg, un progetto pilota finalizzato al monitoraggio della malattia e ad attività di ricerca per il miglioramento delle strategie di difesa. Il monitoraggio verrà svolto in tre nuclei tipo, dove verranno controllati la presenza delle forme giovanili dell'insetto vettore, la lettura delle trappole cromotattiche per il monitoraggio degli adulti e i rilievi di incidenza della malattia. I tre nuclei tipo fanno riferimento a progetti pilota già esistenti sul territorio o altri varati nel 2012: Cossano Belbo e 9 comuni limitrofi, Nizza Monferrato e 11 comuni limitrofi, Acqui Terme e 4 comuni limitrofi. Inoltre rappresentano ampiamente l’area di produzione dell’Asti docg. Al progetto hanno aderito le amministrazioni comunali sopra citate e le organizzazioni professionali relative alle rispettive province. Il coordinamento, sotto l’egida dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte (Settore Fitosanitario), è affidato a Paola Gotta e Chiara Morone. La consulenza scientifica della parte di ricerca è stata affidata ad un pool di scienziati: al settore di entomologia agraria dell’Università di Torino con il Prof. Alberto Alma e Federico Lessio per la parte che riguarda lo studio dello Scaphoideus titanus insetto

A sinistra lo Scaphoideus titanus e sotto un grafico che evidenzia gli insetti catturati e la percentuale di vigneti con quelle catture. Il riferimento alle provincie mette in evidenza come la presenza dell’insetto sia diffusa su tutto il territorio regionale. La differenza nella manifestazione della Flavescenza dorata della vite sta nella diversa sensibilità delle varietà, che non vuole dire resistenza delle piante alla malattia

NUMERI DI INS SETTI CATTURATI percentualle di catture numero di catture

20%

51-100

21-50

7%

10%

10-20

Presi a campione 70 appezzamenti zamenti della provincia di Asti Anno 2011 - numero massimo m di catture: 451


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Evoluzione catture Sc caphoideus titanus in situ uazioni a rischio epidemico ico 100%

> >10

80 60 40

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2006

2007 7

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2009

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Consorzio dell’Asti in forme e con partecipazioni diverse a seconda delle aree, mentre l’attività di ricerca è interamente a carico del Consorzio ed avrà una durata triennale 2012/2014. L’obiettivo è quello di rispondere alle esigenze dei viticoltori che continuano a lamentare il diffondersi della Flavescenza dorata dando a loro maggiori strumenti per potere operare, nella consapevolezza che così come la malattia si è diffusa non sarà semplice eradicarla ma che è fondamentale controllare costantemente il territorio per potere adattare le strategie al suo cambiamento.

2011

Il controllo dell’insetto mette in evidenza come nel corso degli ultimi 6 anni siano aumentati in percentuale i vigneti con catture maggiori di 10 individui anno e diminuiti quelli con nessuna cattura. Segno del cambiamento e dell’aumento della pressione della malattia

Per fare questo c’è bisogno di tutte le forze disponibili sul campo, a partire dai viticoltori, in modo che il rilievo puntiforme, quando confrontato con altri sul territorio, possa diventare conferma, e aumentare l’attendibilità del rilevo. Non è più il momento di fare polemiche, bisogna fare esperienza di quanto è accaduto negli anni passati, per trarre informazioni che aiutino nelle strategia future. “Coltiviamo bollicine” sarà lo strumento di informazione e divulgazione dei risultati ottenuti. Daniele Eberle (d.eberle@libero.it)

La difesa del vigneto

Strategie per la gestione degli incolti con vite selvatica IN QUALI MESI NON BISOGNA DISTURBARE L’INSETTO non disturbare l'insetto adulto

gen

A

feb

mar

apr

mag

diserbo

giu

nno 1. Pulizia incolti dopo la vendemmia: prima dell’i-

nizio della potatura fino a prima del germogliamento delle piante, quando l’insetto adulto non vola più, pulizia degli incolti limitrofi ai vigneti coltivati con taglio della vegetazione arbustiva, trincia a braccio telescopico con particolare attenzione al taglio delle viti selvatiche che generalmente sono cresciute sulle piante arboree. Fascia di rispetto di almeno 10 metri dal vigneto coltivato. La vite è una pianta eliofila, dopo i primi metri dal perimetro dell’incolto non la si trova più. Anno 1. Maggio-giugno: prima del trattamento contro i “giovani” in vigneto, pulizia degli incolti con trincia a braccio. In alternativa alla trinciatura, laddove non esista la necessità, trattamenti localizzati con miscela di glifosate ad alta concentrazione (soluzione dal 2 all’5% di prodotto commerciale con 360g/L di glifosate) allo scopo di frenare lo sviluppo della vite e di uccide-

lug

ago

pulizia incolti

set

ott

nov

dic

re gli eventuali esemplari giovani dell’insetto vettore. ATTENZIONE: non pulire gli incolti in estate perché gli adulti di

scafoideo si disperderebbero e dall’incolto andrebbero nel vigneto più vicino Anno 1. Trattamenti localizzati in autunno: se la vite selvatica è ancora presente, subito dopo la vendemmia, trattare i ricacci di vite selvatica con glifosate come sopra. Anno 1. Pulizia incolti dopo la vendemmia: prima dell’inizio della potatura, pulizia degli incolti limitrofi ai vigneti coltivati con taglio della vegetazione arbustiva con trincia a braccio telescopico, con riguardo al taglio delle viti selvatiche. Fascia di rispetto di almeno 10 m dal vigneto coltivato. Anni successivi. Pulizia degli incolti con trinciatura in primavera, maggio-giugno, seguito da diserbo localizzato, diretto esclusivamente ai ricacci di vite selvatica, con glifosate in applicazione autunnale.




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Sì ai fitosanitari in vigna, ma rispettando ambiente e natura

La viticoltura eco-sostenibile ora è legge e va scritta sul Quaderno di campagna

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abato 26 maggio 2012 è entrato in vigore il Decreto del Presidente della Repubblica che si uniforma alle norme della comunità economica europa in materia di produzione, commercio e utilizzo dei prodotti fitosanitari. Questa norma impegna le case produttrici e gli agricoltori ad un uso responsabile delle sostanze chimiche in campo, nel rispetto dell’ambiente e della salute. Non si parla più di “lotta” ma di “difesa integrata”. Nel DPR si indica che: «L’obiettivo prioritario della difesa integrata è la produzione di colture sane con metodi che perturbino il meno possibile gli ecosistemi agricoli e che promuovano i meccanismi naturali di controllo fitosanitario». I viticoltori del moscato sono coinvolti in quanto utilizzatori dei fitofarmaci e il nuovo Decreto è molto chiaro sull’utilizzo del “Quaderno di Campagna”, di seguito proviamo a rispondere alle domande che potrebbe porsi un viticoltore.

Sono obbligato a compilare il quaderno di campagna?

Posso delegare altre persone alla compilazione? Sindacato o altro tecnico?

Sì, sul registro vanno annotati i trattamenti effettuati con tutti i prodotti fitosanitari utilizzati in azienda (classificati fra molto tossici,tossici, nocivi, irritanti o non classificati) in ordine cronologico

Sì, per la compilazione del registro dei trattamenti, si può avere assistenza dei CAA, previa notifica alla ASL di competenza. Può essere compilato anche da altri tecnici ma deve restare in azienda e deve esserci una delega scritta da parte del titolare.

Sono obbligato anche se non partecipo a nessuna misura PSR per la riduzione dei fitofarmaci?

Per quanto tempo lo devo conservare?

Sì, tutti gli utilizzatori di fitofarmaci sono obbligati a registrare i trattamenti. Sono esentati dalla compilazione del registro dei trattamenti i soggetti che utilizzano prodotti fitosanitari esclusivamente in orti e giardini familiari il cui raccolto è destinato al consumo proprio.

Quando lo devo compilare? Entro il periodo della raccolta e comunque non oltre 30 giorni dall’esecuzione del trattamento stesso.

Che dati devo riportare ? a) i dati anagrafici relativi all’azienda; b) la denominazione della coltura trattata e la relativa estensione espressa in ettari; c) la data del trattamento, il prodotto e la relativa quantità impiegata, espressa in chilogrammi o litri, la classe tossicologica; d) l’avversità che ha reso necessario il trattamento.

Se il titolare dell’azienda e l’esecutore del trattamento sono persone diverse? Il registro dei trattamenti può essere compilato anche dall’utilizzatore dei prodotti fitosanitari diverso dal titolare dell’azienda; in questo caso il titolare deve sottoscriverlo al termine dell’anno solare.

Se i trattamenti li fa il contoterzista? Nel caso in cui i trattamenti siano realizzati da contoterzisti, il quaderno deve essere compilato dal titolare dell’azienda sulla base di un modulo idoneo per i contoterzisti. In alternativa il contoterzista potrà annotare i singoli trattamenti direttamente sul registro dell’azienda controfirmando ogni intervento.

Per permettere i controlli ufficiali realizzati sul territorio (ASL, Ispettorati agri ecc..) è obbligatoria la conservazione del registro per i tre anni successivi a quello a cui si riferiscono gli interventi annotati.

Devo conservare anche le fatture? Sì. Il titolare dell’azienda deve conservare in modo idoneo, per il periodo di tre anni, le fatture di acquisto dei prodotti fitosanitari. Va conservata anche la copia dei moduli di acquisto, dei prodotti con classificazione di pericolo di molto tossici, tossici e nocivi (T, T+, Xn) Gianni Malerba (giovanni.malerba@tin.it)

Vini e esportazione

Penconazolo: negli Usa da “signor nessuno” a nemico numero uno

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a recentemente destato preoccupazione tra tecnici ed operatori del mondo del vino, soprattutto tra chi si occupa di esportazioni,

il reclamo presentato dall’Ufficio per il Commercio e per le Tasse su Alcool e Tabacco degli Stati Uniti, contro un vino proveniente dall’Alto Adige che conteneva minimi


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Leggi & Vino

Sulle etichette per l’America serve la lista dei valori nutrizionali a legislazione statuniEcco un esempio di Nutrition Facts tense impone che le etietichetta valori nutrizionali Serving Size 1 cup (150 ml) Serving Per Container 5 chette dei vini con richiesta negli Stati Uniti meno del 7% vol di alAmount Per Serving Calories 122 Calories from Fat 0 cool svolto, debbano ri% Daily Value* portare le indicazioni relative Alcuni agenti importatori ri0% Total Fat 0 g ai valori nutrizionali, al pari chiedono inoltre diciture Sodium 5 mg 1% di una qualsiasi bevanda o quali “low alcohol” (basso Total Carbohydrate 19 g 6% preparazione alimentare. contenuto alcolico) o di riDietary Fiber 0 g 0% Sugars 19 g Per il Moscato d’Asti quindi le portare gli “ingredienti”, peProtein Less than 1 g regole in materia vengono raltro previsti dall’ente FDA. Not a signiÀcant source of Cholesterol, Vitamin A, Vitamin C, dettate dall’FDA (Food and Si consiglia in questi casi di Calcium and Iron Drug Administration) e sono predisporre le etichette e, * Percent Daily Values are based on a 2,000 calories diet. Your Daily reperibili sul sito www.fda.gov come esige la norma vigente, Values may be higher or lower depending on your calorie needs. La tabella con le indicazioni di inviarle in triplice copia nutrizionali (Nutrition Facts) all’ufficio competente deldeve essere compresa nella retroetichetta secondo il modello l’ICQRF accompagnando la richiesta di approvazione con in figura (fig.1) e deve considerare i valori calcolati su un bicuna dichiarazione di conformità, delle diciture aggiunte, alla chiere da 150 ml (singola porzione), rapportando le % ad una legislazione statunitense. dieta giornaliera di 2000 Calorie. Naturalmente non sono ammesse indicazioni non veritiere e in contrasto con la normativa europea come “Sparkling wiI valori indicati riguardano un Moscato d’Asti generico ne” (vino spumante). Ogni produttore dovrebbe conoscere i dati relativi al conteIl titolo alcolometrico effettivo riportato in etichetta deve nuto in sodio, zuccheri e alcool etilico del proprio Moscato sempre osservare la tolleranza massima di + 0.5 % vol rispetd’Asti al fine di una compilazione corretta della tabella (perto a quello reale del contenuto e non può assolutamente essecentuali e calorie). re indicato un valore inferiore a 4.5 % vol o superiore a 6.5 Inoltre la dicitura “fonte non significativa di Colesterolo, Vi% vol (limiti da disciplinare di produzione). tamina A, Vitamina C, Calcio e Ferro” è valida solo per i vini Sono obbligatorie le diciture previste dal “governement warnon addizionati con acido ascorbico (Vitamina C). Nel caso ning” (avvertenze governative). contrario si dovrà eseguire il calcolo sulla base del contenuto Il personale del laboratorio del Consorzio dell’Asti è comune riportare la percentuale della vitamina utilizzata a scopo anque a disposizione per la composizione delle specifiche tabeltiossidante. Sarebbe buona norma valutare analiticamente anle e per eventuali delucidazioni di carattere legislativo. Guido Bezzo (laboratorio@astidocg.it) che i contenuti di Calcio e Ferro.

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residui di penconazolo, molecola largamente utilizzata per la difesa contro l’oidio. In passato non c’erano mai stati problemi in proposito, anche se la molecola non è mai stata registrata negli USA, in quanto i residui rinvenuti nei vini sono sempre risultati molto bassi e ben al di sotto di un livello considerato “di tolleranza” (meno di 0,01 mg/Kg). Tale situazione favorevole dal punto di vista dei residui nelle uve e nei vini è

stata ampiamente confermata dalle analisi effettuate in passato dal laboratorio del Consorzio per la Tutela dell’Asti su campioni Moscato. Il mutato atteggiamento dei funzionari americani nei confronti di vini italiani che evidenziano residui di penconazolo intorno a 0,003-0,004 mg/Kg sembra dettato più da intenti protezionistici che da altro. Tuttavia, in attesa che la situazione si chiarisca almeno per la stagione 2012, sul Mo-

scato sarà necessario sospendere, al raggiungimento della fase di fine fioritura – allegagione, le applicazioni di penconazolo (nomi commerciali Topas, Noidio, Pykos, Scudex, Support, ecc.) e anche delle altre molecole ad azione antioidica per le quali non è previsto un limite massimo di residuo su uva, ossia bupirimate, ciproconazolo, propiconazolo e triadimenol. Tra l’altro tutte queste molecole, per il loro meccanismo d’a-

zione, forniscono i risultati migliori nella difesa contro l’oidio proprio fino alla fioritura della vite, mentre per applicazioni più tardive è opportuno orientarsi su molecole quali azoxystrobin, metrafrenone, quinoxifen, trifloxistrobin e zolfo, registrate negli Usa e più efficaci delle precedenti nella fase che va da ingrossamento acini ad invaiatura. Daniele Dellavalle (dellavalle@vignaioli.it)


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Le bollicine dolci docg più brindate Vinitaly di Verona Nell’aprile del 2012 il Consorzio ha partecipato, come ogni anno, al Vinitaly di Verona, la più importante fiera vinicola d’Italia e tra le più importanti al mondo. Il nuovo stand, bianco e platino, ha catturato l’attenzione dei visitatori. I brindisi a base di Asti sono stati migliaia.

Forum Al Consorzio dell’Asti si sono svolti forum con giornalisti nipponici e statunitensi per comprendere meglio come i mercati del Giappone e degli Usa accolgono Asti docg e Moscato d’Asti docg

se vuoi ricevere questa news letter in formato digitale e risparmiare carta e alberi contatta la redazione invia la tua mail a consorzio@astidocg.it

Vendemmia

Vinexpo Bordeaux

A settembre del 2011, a Canelli, si è celebrata la vendemmia davanti a troupe tv che hanno ripreso un rito vecchio di secoli che si ripete ancora oggi

Per la prima volta nel giugno del 2011 i moscatisti aderenti al Consorzio dell’Asti hanno presentato e promosso il Moscato d’Asti docg ad una delle più importanti eno-fiere del mondo, il Vinexpo di Bordeaux. Il successo è stato completo e incoraggiante


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nel mondo sempre protagoniste

Motonautica Tra le altre attività avviate dal Consorzio la partnership con il campionato mondiale di motonautica dove l’Asti docg è podio sponsor in tutte le principali competizioni

Facce da Moscato Nel dicembre 2011, in diversi pasticcerie e bar storici di Torino si è presentato il Moscato d’Asti docg. Sono stati gli stessi vignaioli-produttori ad offrire brindisi pre-natalizi. C’è stato anche un convegno sul concetto di dolcezza che si è svolto a Palazzo Madama che fu il primo Parlamento italiano. Un tributo all’Italia unita nel 150° dalla sua proclamazione

Oriente Il Consorzio ha anche partecipato ad altre importanti manifestazioni all’estero come il Foodex di Tokyo e il Vinexpo di Hong Kong


Convegno a Cossano Belbo: Le dolci bollicine di successo

Il meraviglioso mondo del Moscato tra ottime performance e un futuro da costruire

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sti docg e Moscato d’Asti docg godono ottima salute commerciale. Il primo, però, ha bisogno di rivedere all’insù la propria immagine e il secondo di gestire al meglio il proprio clamoroso successo che lo ha portato in pochi anni da 8 a 25 milioni di bottiglie vendute in tutto il mondo. Sono questi i temi principali emersi al convegno “Le dolci bollicine di successo” che si è svolto il 25 maggio scorso a Cossano Belbo in provincia di Cuneo. L’incontro, organizzato da Confagricoltura Asti in collaborazione con il Consorzio per la Tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti docg e moderato da Bruno Vespa, è stato allestito nella stupenda location della barricaia dell’azienda F.lli Martini di cui è patron Gianni Martini, già presidente del Consorzio del Gavi, industriale nato e cresciuto nella zona classica del Moscato. Sul palco con Martini, davanti ad una affollatissima platea con oltre 400 tra vignaioli, produttori vinicoli, giornalisti e operatori del settore enologico, c’erano il presidente nazionale di Confagricoltura, Mario Guidi; Gianni Marzagalli, manager Campari e presidente del Consorzio dell’Asti; l’assessore all’Agricoltura della regione Piemonte, Claudio Sacchetto e Jean Jaques Dubeau, direttore generale Italia della Campari. In collegamento in videoconferenza è intervento anche Paolo De Castro, ex ministro dell’Agricoltura (Governo Prodi) e ora presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del parlamento europeo. È Bruno Vespa, giornalista e scrittore, ma anche appassionato di vini (firma una eno-rubrica su una importante testa nazionale) a stimolare il dibattito. Da tutti i relatori è venuto il riconoscimento del valore prezioso della commissione paritetica sul moscato, il tavolo comune, costituitosi nel 1979, al quale siedono case spumantiere, vinificatori, cantine cooperative e vignaioli. In quel contesto ogni hanno si fissano rese e prezzi ad ettaro secondo norme di autoregolazione che, tra alti e bassi, hanno consentito il mantenimento di un reddito agricolo decoroso e i presupposti per performance commerciali che nel 2011 hanno fatto superare i 106 milioni di bottiglie vendute tra Asti docg, 82 milioni, e Moscato d’Asti docg, 25 milioni. Le buone performance, tuttavia, non devono far riposare sugli allori. Lo ha indicato chiaramente l’analisi su vendite e proiezioni commerciali presentata dal direttore del consorzio dell’Asti, Giorgio Bosticco. Dai dati è sostanzialmente emerso che l’Asti docg è snobbato in Italia dove viene venduto a basso costo e soprattutto nei supermercati; e che il Moscato d’Asti docg spopola all’estero, Usa in testa, grazie al fenomeno di altri Moscati non piemontesi venduti a basso costo, prezzi che il Moscato docg piemontesi non può e non deve permettersi.

Insomma c’è bisogno di una governance urgente per i due vini fratelli che nascono dalla stessa uva aromatica, il moscato bianco. Per Vespa una delle strade per alzare l’immagine dell’Asti potrebbe essere quella di aumentarne il prezzo. «Bisogna fare in modo che chi oggi stappa, sbagliando, uno Champagne a fine pasto, decida di stappare un Asti che oltre ad essere la scelta enogastronomicamente migliore, deve essere considerato un vino spumante di alta gamma e di prestigio indiscusso». «Ma così rischieremmo di far precipitare i consumi e di conseguenza le vendite» ha annotato Dubau. A questo proposito, Gianni Marzagalli ha sostenuto l’esigenza di un Asti docg “premium”, un SuperAsti da comunicare al meglio e vendere nelle enoteche e nei ristoranti vip.

Il direttore del Consorzio, Giorgio Bosticco

Insomma di lavoro da fare ce n’è tantissimo, sul mercato italiano, dove l’immagine dell’Asti è medio-bassa; e all’estero, dove bisogna comunicare che il Moscato piemontese docg è il vertice d’eccellenza mondiale della tipologia e perciò deve spuntare prezzi maggiori rispetti agli altri moscati. Infine la nota ottimistica di De Castro che sul rischio liberalizzazione degli impianti di vite in ambito Ue (27 paesi), prevista per il 2015, si è dichiarato fiducioso che l’ipotesi venga bocciata. «La Germania è con Italia, Francia e Spagna contro la liberalizzazione degli impianti» ha detto. Dichiarazioni che non hanno convinto Guidi: «Resta la preoccupazione perché la Ue tende a liberalizzare».In questo senso anche il Consorzio dell’Asti è in prima fila e promotore di iniziative in sede europea per chieder lo stop di un progetto che potrebbe danneggiare molto le produzioni vinicole italiane, soprattutto quelle a doc e docg. Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)


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