A cura di John Brockman
Come cambierà tutto Le idee che trasformeranno il nostro futuro
Traduzione di Irene Bartolozzi, Silvia Bencivelli e Chiara Roglieri
Conoscenza, ultime frontiere. Alla ricerca delle menti più complesse e sofisticate. Perché, riunite in una stanza, pongano l’una all’altra le domande che rivolgono a loro stesse.
www.saggiatore.it
Š Edge Foundation, Inc., 2010 Š il Saggiatore s.p.a., Milano 2010 Titolo originale: This Will Change Everything
Come cambierĂ tutto
Sommario
Prefazione. La domanda dell’anno di Edge di John Brockman Ringraziamenti Introduzione di Daniel C. Dennett
19 23 25
Scott Sampson L’evoluzione cambia tutto
29
J. Craig Venter dna: scrivere il software della vita
32
PZ Myers Un cambiamento in chi siamo
34
Sherry Turkle Il momento robotico
36
James Geary L’interfaccia cervello-macchina
39
Richard Dawkins Infrangere le barriere fra le specie
41
8
Come cambierà tutto
Corey S. Powell Aspettative ingannevoli
44
Ian McEwan Il pieno fiorire dell’energia solare
49
Steven Pinker La genomica personale, o forse no
51
Dean Ornish I nostri geni non sono il nostro destino
53
W. Daniel Hillis Un cervello per la mente del mondo
54
Ernst Pöppel Il futuro come il presente: un esperimento finale
57
Frank J. Tipler Ma noi tutti saremo cambiati
59
Rupert Sheldrake La crisi del credito del materialismo
62
Donald D. Hoffman Il computer quantistico portatile
65
Seth Lloyd Annullare il presente, ripristinare il passato
68
Alan Alda Vivere in un infinito circolo vizioso
70
Nassim Nicholas Taleb L’idea della scienza negativa e iatrogena
71
Sommario
9
Brian Eno La sensazione che le cose andranno peggio
74
Frank Wilczek Abitare lo spazio di Hilbert
76
Stefano Boeri Rivelazione
78
Douglas Rushkoff La scoperta di vita intelligente proveniente da qualche altra parte
79
Paul Saffo Una cura per la solitudine esistenziale dell’umanità
81
John Tooby e Leda Cosmides L’intelligenza artificiale e la padronanza dell’intelletto
83
Alexander Vilenkin Evitare il Giorno del Giudizio
87
David Dalrymple Sfuggire al pozzo gravitazionale
90
Dimitar Sasselov Una biologia sintetica di portata interplanetaria
93
Rodney Brooks La vita (o no) su Marte
95
Robert Shapiro Un’origine separata della vita
98
Paul Davies Una biosfera-ombra
101
10
Come cambierà tutto
John Gottman Colonie Laboratorio Terra
103
George Dyson Virus interstellari
105
Terrence Sejnowski I computer sono i nuovi microscopi
108
David Eagleman Un’immortalità di silicio: il download della coscienza sui computer
110
Neil Gershenfeld La realizzazione della vita nei materiali ingegnerizzati
113
Gary Marcus Decodificare la mente
115
Bart Kosko Un’(economica) sospensione crionica del cervello
118
Nick Bostrom Superintelligenza
121
Gregory Paul Diventare robot
125
Jamshed Bharucha La sincronizzazione dei cervelli
128
Irene Pepperberg Pensare in piccolo: capire il cervello
131
Leo M. Chalupa Controllare la plasticità del cervello
133
Sommario
11
Alison Gopnik Un’infanzia infinita
135
Kevin Slavin Il riflusso della memoria
138
Susan Blackmore Macchine memetiche artificiali autoreplicanti
141
Charles Seife Carestia malthusiana di informazione
144
Kenneth W. Ford Leggere le menti
146
Sam Harris La macchina della veritĂ
148
Freeman Dyson Radio telepatia: comunicazione diretta da cervello a cervello
151
Barry C. Smith I piccoli cambiamenti fanno la differenza
153
Peter Schwartz Messaggi lanciati dai neuroni
156
Kevin Kelly Un nuovo tipo di mente
158
Gloria Origgi L’era della reputazione
161
Howard Gardner Aprire il forziere del talento
163
12
Come cambierà tutto
Timothy Taylor La cultura
165
Ed Regis Fabbricazione molecolare
168
Dominique Gonzalez-Foerster Ridimensionarci
170
Marc D. Hauser Il reale, il possibile e l’inimmaginabile
171
Lewis Wolpert Programmare l’embrione
174
Juan Enriquez Homo evolutis
175
Stuart Kauffman L’universo aperto
179
Gregory Benford Vivere fino a centocinquant’anni
183
Marcelo Gleiser Padroneggiare la morte
187
Emanuel Derman Non ci sarà più il decadimento temporale
190
Laurence C. Smith L’Antartide occidentale e altri sette giganti addormentati
192
Stephen H. Schneider La conservazione del clima: la fusione dei ghiacci della Groenlandia è inevitabile?
196
Sommario
13
William Calvin Il clima cambierà tutto
198
Eric Drexler La nanotecnologia molecolare e il cambiamento climatico
200
Stewart Brand Il controllo del clima
203
Lawrence Krauss L’uso delle armi nucleari contro la popolazione civile
205
Gerald Holton Lo schieramento di un dispositivo nucleare distruttivo
208
Max Tegmark Una guerra nucleare accidentale
209
Anton Zeilinger Il guasto di tutti i computer
211
Dan Sperber La percezione crescente di un conflitto tra sicurezza e libertà
212
Patrick Bateson L’adozione di ragionevolezza e sostenibilità
214
Roger Highfield Speranze di fusione
217
Oliver Morton Prove di geoingegneria
219
Daniel Goleman Perché le scarpe da corsa non sono biodegradabili?
222
14
Come cambierà tutto
Andrian Kreye Il passaggio dalla raccolta alla fabbricazione dell’energia
225
Nicholas A. Christakis L’antroposfera
227
Alun Anderson Il petrolio verde
230
Haim Harari Alla fine: la tecnologia cambierà l’istruzione
232
David G. Myers E-text interattivi, personalizzabili e poco costosi per un uso globale
236
Stephon H. Alexander A proposito di basket e campi scientifici
238
Chris Anderson Una rivoluzione dell’insegnamento promossa dal web
241
Roger C. Schank La rinascita della saggezza
243
David Gelernter Percorsi-e-cluster-room
246
Keith Devlin Il telefono cellulare
248
Michael Shermer Energia e economia: la strada per la civilizzazione 1.0
250
Daniel L. Everett Superare Babele
253
Sommario
15
Thomas Metzinger Viaggio spirituale per esseri disinteressati
257
Tor Nørretranders Dentro-fuori: l’epistemologia di tutto
259
A. Garrett Lisi Cambiamenti nei fattori di cambiamento
262
Marcel Kinsbourne Neurocosmetica
265
268 Brian Knutson Neurofenomenica + stimolazione mirata = ottimizzazione psicologica? Andy Clark Un’autoingegnerizzazione celebrativa
271
Tino Sehgal Un nuovo tipo di soggettività maschile
273
Helen Fisher Persuasori occulti ’09
274
Henry Harpending Un vivace mercato dei gameti
276
Marco Iacoboni Cognizione immortale, felicità illimitata
278
Karl Sabbagh Addio violenza
281
Jesse Bering Dio non ha bisogno di esistere per potersi evolvere
284
16
Come cambierà tutto
Clifford A. Pickover La prova della congettura di Riemann
287
Lee Smolin La realtà del tempo
289
Gino Segrè L’esistenza di dimensioni spazio-temporali extra
292
Paul J. Steinhardt Buchi neri: l’estremo game changer?
294
Gregory Cochran Misure migliori
297
Mark Pagel Stiamo imparando a creare dei fenotipi
299
Ian Wilmut Il prossimo passo nell’assistenza sanitaria?
302
Paul Ewald Ampliare lo spettro delle cause infettive
305
Eric Kandel I marker biologici della malattia mentale
308
Randolph Nesse Riconoscere che il corpo non è una macchina
312
Brian Goodwin L’organismo in sé come significato emergente
314
Jonathan Haidt Un’evoluzione più rapida significa più differenze etniche
316
Sommario
17
James J. O’Donnell Africa
319
Lera Boroditsky L’epistemologia cambierà il mondo
321
Howard Rheingold L’alfabetizzazione attraverso i mezzi di comunicazione sociale
324
Marti Hearst Il declino della parola scritta
326
Mihály Csíkszentmihályi La fine della scienza analitica
329
Lisa Randall Il potere computazionale coordinato cambierà la scienza
331
Austin Dacey Carnicultura
334
David M. Buss Sfruttabilità
336
David Berreby L’Homo œconomicus postrazionale
338
Richard Foreman Niente cambierà tutto
341
Verena Huber-Dyson Al di là della logica booleana, delle manipolazioni digitali e delle valutazioni numeriche
343
Robert Sapolsky Persone che intuiscono in sei dimensioni
345
18
Come cambierà tutto
David Bodanis Un enorme fiasco tecnologico
348
Betsy Devine Felicità
350
Christine Finn La nostra nuova e coraggiosa mappa del mondo
352
Aubrey De Grey Lo svelamento della vera natura umana
354
Carlo Rovelli E se il grande cambiamento non arrivasse?
357
Kai Krause Tutto è già cambiato!
360
Robert R. Provine La rivoluzione slow motion
363
Nicholas Humphrey Perché la natura umana si ribellerà
365
Indice dei nomi
367
Prefazione La domanda dell’anno di Edge di John Brockman, direttore e editore di Edge
Nel 1991 ho suggerito l’idea dell’esistenza di una terza cultura, «animata da scienziati e altre persone che riflettono sul mondo empirico e che, grazie al loro lavoro e ai loro scritti esplicativi, si stanno sostituendo agli intellettuali tradizionali nel rendere visibili i significati più profondi della vita, nel ridefinire chi e cosa siamo». Nel 1997 i progressi di internet avevano ormai permesso di avere sul web una casa per la terza cultura, un sito chiamato Edge (www.edge.org). Edge è la celebrazione delle idee della terza cultura, una vetrina per questa nuova comunità di intellettuali in azione, che la usano per presentare il loro lavoro e le loro idee e commentano quelli di altri esponenti dello stesso ambito, ben sapendo di poter essere a loro volta criticati. Ne emergono discussioni rigorose su problematiche cruciali dell’era digitale, in un’atmosfera estremamente vivace in cui il «pensiero intelligente» prevale su una saggezza anestetizzante. Le idee presentate su Edge sono di ordine speculativo e rappresentano l’avanguardia nell’ambito della biologia evolutiva, della genetica, delle scienze informatiche, della neurofisiologia, della psicologia e della fisica. Alcune delle domande principali sono: Da dove viene l’universo? Da dove viene la vita? E la mente? Dalla terza cultura emergono così una nuova filosofia naturale, nuovi modi di comprendere i sistemi fisici e di riflettere sul pensiero, che rimettono in discussione molti dei nostri presupposti fondamentali riguardo a chi siamo e che cosa significhi essere umani. Ogni anno su Edge viene riproposto il World Question Center, progetto d’arte concettuale ideato nel 1971 da un amico e collaboratore, l’artista ormai scomparso James Lee Byars. La sua idea era radunare le cento menti più brillanti del mondo in una stanza, chiuderle dentro e «costringerle a porsi tra loro
20
Come cambierà tutto
quelle domande che rivolgono a se stesse». Il risultato doveva essere una sintesi di tutto lo scibile. Ma tra teoria e pratica si celano molte insidie. Byars ha identificato le cento menti più brillanti, le ha chiamate tutte e ha chiesto loro quali domande si ponessero. Risultato: in settanta gli hanno sbattuto giù il telefono. Nel 1997 internet e la posta elettronica potevano ormai permettere la piena realizzazione dell’ambizioso progetto di Byars e così è stato lanciato da Edge. In ciascuna edizione dell’anniversario di Edge ho anch’io usato il punto interrogativo e ho chiesto ai collaboratori di rispondere a una domanda che di solito viene in mente a me o a uno di loro nel bel mezzo della notte. Nuovi strumenti significano nuove percezioni. Grazie alla scienza creiamo tecnologie e usando i nostri nuovi strumenti ricreiamo noi stessi. Ma fino a poco tempo fa non c’era una democrazia o un corpo legislativo che avesse mai deciso attraverso il voto come questo processo dovesse funzionare. Nessuno ha mai votato per la stampa, per l’elettricità, per la radio, il telefono, l’automobile, l’aeroplano o la televisione. Nessuno ha mai nemmeno votato per la penicillina, l’antibiotico o la pillola. Nessuno ha votato per le esplorazioni spaziali o per il parallel computing, l’energia nucleare, il personal computer, internet, le e-mail, il cellulare, il web, Google, la clonazione, la decodifica del genoma umano. Stiamo andando verso una ridefinizione della vita ai confini della creazione della vita stessa. Che la scienza sia o meno la sola notizia, è una notizia che rimane notizia. E i nostri politici, i nostri governi? Sempre anni luce indietro, il meglio che possono fare è rincorrerla. Il premio Nobel James Watson, uno dei due scopritori della doppia elica del dna, e il pioniere della genomica J. Craig Venter hanno ricevuto di recente il Double Helix Awards dai Cold Spring Harbor Laboratory come padri fondatori del sequenziamento del genoma umano. Sono i primi due esseri umani che hanno interamente decodificato la propria sequenza genetica completa. Watson nel suo discorso per il premio spiegava di non voler coinvolgere il governo nelle decisioni della gente su come trattare le informazioni relative al proprio genoma. Venter è vicino a creare la prima forma di vita artificiale sulla Terra. Ha già annunciato il trapianto di informazioni da un genoma all’altro, come dire che il tuo cane potrebbe diventare il tuo gatto. Ha fatto allusione, in privato, ai progressi scientifici principali del suo laboratorio che potrebbero, un giorno, cambiare tutto.* * Il 21 maggio 2010 J. Craig Venter e Hamilton Smith hanno annunciato di aver ricreato la vita in laboratorio, progettando, sintetizzando e assemblando cellule capaci di autoreplicarsi. [N.d.T.]
Prefazione
La domanda del 2009 di Edge è la seguente: Che cosa cambierà tutto? Quale idea capace di stravolgere le regole del gioco ti aspetti di vedere nel corso della tua vita?
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Ringraziamenti
Desidero ringraziare Peter Hubbard di HarperCollins per il suo incoraggiamento. Ho un debito di gratitudine anche verso il mio agente, Max Brockman, che ha riconosciuto il potenziale di questo libro, e Sara Lippincott per le sue revisioni meticolose e ponderate.
Introduzione di Daniel C. Dennett
Daniel C. Dennett, filosofo, professore universitario e codirettore del Centro di studi cognitivi della Tufts University, è autore di Rompere l’incantesimo. La religione come fenomeno naturale.
Che cosa cambierà tutto? La domanda di Edge e molte delle risposte che si danno in questo libro puntano su un tema comune: l’investigazione scientifica ad ampio raggio sta per cambiare il mondo. Quando osserviamo da vicino i metodi per osservare da vicino, o quando aumentiamo gli investimenti in tecnologie che accrescano i nostri investimenti in altre tecnologie, creiamo delle non-linearità che amplificano incertezze – come negli strani anelli dell’io di Douglas Hofstadter – permettendo fenomeni che finora sfuggivano puntualmente al nostro controllo. Pensiamo di poter truccare il sistema e questo dà il via a una corsa alle armi per controllare e prevenire truffe al sistema, questo porta a nuovi tipi di stratagemma e così via. La valanga ha cominciato a scendere e forse non si fermerà. Il risultato sarà utopia o distopia? Quale di queste novità sarà autolimitante e quale invece eroderà istituti che abbiamo a lungo creduto permanenti? Credo che ci sia una piccola ma preziosa inerzia nei fenomeni culturali quando si trovano coinvolti nella corsa agli armamenti dell’evoluzione della cultura. L’estinzione può anche avvenire in una notte. I mercati pacifici resi possibili da internet stanno velocemente rivoluzionando i mercati. Le università e i giornali diventeranno obsoleti? Ospedali e chiese faranno la fine del fruttivendolo all’angolo e delle scuderie per cocchi e carrozze? Leggere la musica diventerà un talento arcano come leggere i geroglifici? E
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Come cambierà tutto
anche leggere e scrivere presto diventeranno sorpassati? Per che cosa useremo la mente? Qualcuno vede una rivoluzione nel nostro concetto di intelligenza, o per la cosiddetta «neurocosmetica» (Marcel Kinsbourne), o per il quantum computing (W.H. Hoffman), o per la saggezza pronta all’uso (Roger Schank). Nick Humphrey ci ricorda che per quanto riguarda i bisogni essenziali – riprodursi, mangiare, sopravvivere – dai tempi degli antichi romani non siamo cambiati poi molto. Ma credo che nessuno di questi sia un punto fermo. Le incursioni della nostra specie nel design space* si stanno facendo più frequenti. Il sesso ricreativo, l’alimentazione ricreativa e la percezione ricreativa (data da allucinogeni o alcol) sono diffusi sin dal tempo dei romani, ma adesso siamo vicini a un’autotrasformazione ricreativa che renderà minuscole le alterazioni che i romani si concedevano. Se non hai più bisogno di mangiare per rimanere in vita o di procreare per avere prole o di camminare per avere una vita avventurosa, se gli istinti residui per queste attività potranno essere spenti semplicemente con un pizzico di genetica, potrebbe non rimanere niente della natura umana. Tranne, forse, la nostra instancabile curiosità.
* Il design space è un concetto introdotto da Dennett nel suo L’idea pericolosa di Darwin e rappresenta uno spazio ideale nel quale si muovono, in maniera simile, la creatività umana e quella biologica. [N.d.T.]
Che cosa cambierĂ tutto? Quale idea capace di stravolgere le regole del gioco ti aspetti di vedere nel corso della tua vita?
Scott Sampson
L’evoluzione cambia tutto
Scott Sampson è professore associato di geologia e di geofisica presso la University of Utah; inoltre, è curatore capo e curatore della sezione di paleontologia dei vertebrati allo Utah Museum of Natural History, e conduttore di Dinosaur Planet.*
L’evoluzione è l’idea scientifica che cambierà tutto nei prossimi decenni. Mi rendo conto che questo possa sembrare improbabile. Se l’evoluzione è generalmente definita solo come un cambiamento nel tempo, l’affermazione di cui sopra è quasi priva di significato. E se la vediamo, nel più stretto senso darwiniano, come discendenza con modificazioni, qualsiasi rivendicazione di un ruolo da protagonista dell’evoluzione appare discutibile, soprattutto visto che il 2009 è il centocinquantesimo anniversario della pubblicazione di L’origine delle specie. Di certo quella che Daniel Dennett ha chiamato «l’idea pericolosa» di Darwin ha oramai lasciato il segno. Ma io mi riferisco ai probabili effetti dell’evoluzione in due grandi ambiti: coscienza umana e scienza e tecnologia. L’idea comunemente accettata, oggi, di evoluzione è molto ristretta ed è prevalentemente confinata al regno della biologia, con la solita enfasi sulla mutazione e la selezione naturale. Negli ultimi decenni, questa visione limitata si è ulteriormente radicata per via del dominio della biologia molecolare e della sua «promessa» di cellule e forme di vita ingegnerizzate artificialmente. Si è insistito quasi solo sulla generazione della diversità, un processo det* Dinosaur Planet è un documentario naturalistico americano in quattro episodi mandato in onda per la prima volta nel 2003 su Discovery Channel. [N.d.T.]
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Come cambierà tutto
to «complessificazione», che riflette la visione del mondo riduzionista che ha guidato la scienza per quattro secoli. Eppure la scienza ha cominciato a esplorare un altro elemento chiave dell’evoluzione: l’unificazione, che trascende il biologico per includere l’evoluzione della materia fisica. Risulta che i numerosi e spettacolari aumenti di complessità siano stati ottenuti perlopiù attraverso un processo di integrazione, con gli elementi più piccoli che diventano parti di elementi più grandi. Vediamo continuamente lo sviluppo progressivo di organismi complessi costituiti da pezzi di forme più semplici. Così, per esempio, gli atomi si uniscono in molecole, le molecole in cellule e le cellule in organismi. A ogni nuovo stadio, le forme più antiche si uniscono e incorporano tra loro in forme inedite, il cui risultato finale è una gerarchia stratificata a più livelli. A un primo sguardo, il processo di unificazione sembra contraddire il secondo principio della termodinamica, perché aumenta l’ordine piuttosto che l’entropia. Ma continuamente, negli ultimi quattordici miliardi di anni, sono emerse concentrazioni di energia che si sono autorganizzate in isole di ordine in mezzo a un mare di caos, assumendo le forme di stelle, di galassie, di batteri, di balene grigie e, almeno su un pianeta, di una biosfera. Nonostante l’origine di tutto questo rimanga in un certo senso misteriosa, oggi possiamo affermare con sicurezza che l’epica dell’evoluzione è stata guidata dalle tendenze opposte di complessificazione e unificazione. Questo viaggio non è stato una luminosa marcia deterministica, ma uno sviluppo donchisciottesco e creativo, in cui il futuro non poteva essere previsto. Come influenzerà la scienza e la tecnologia una più esauriente comprensione dell’evoluzione? Già ora un settore neonato ma in rapida crescita, la biomimetica, si ispira alla saggezza della natura, imitando progetti e processi sostenibili e ad alta efficienza messi a punto in quattro miliardi di anni di ricerca e sviluppo da parte dell’evoluzione. Le piante di loto idrorepellenti ispirano tessuti non tossici. I termitai ispirano straordinari edifici in cui si usa il raffreddamento passivo. La seta dei ragni può dare idee per un nuovo materiale forte, resistente, flessibile eppure rigido, con innumerevoli usi possibili. Infine, la fotosintesi delle piante può svelare i segreti per sfruttare un deposito illimitato di energia con la minima produzione di rifiuti. La biomimetica è solo l’inizio. Sono sempre più convinto che la ricerca su fenomeni come i complessi sistemi di adattamento forniranno una nuova sintesi dell’evoluzione e dell’energetica – chiamiamola Teoria Unificata dell’Evoluzione – che alimenterà una cascata di nuove linee di ricerca e progetti. La scienza abbandonerà il suo sguardo polarizzato verso gli aspetti riduzionistici pratici e lo innalzerà a esplorare una «strada unificatrice». Una compren-
Scott Sampson
31
sione dei complessi sistemi adattativi porterà a tecnologie di trasformazione che oggi possiamo solo cominciare a immaginare. Pensate alle possibilità per le nuove generazioni di tecnologie «smart», con la capacità di adattarsi, oltreché di evolvere e trasformarsi in risposta ai cambiamenti di contesto. E per quanto riguarda la coscienza umana? Il riduzionismo ha permesso incredibili progressi nella scienza e nella tecnologia, ma la sua metafora dominante, quella della vita-come-una-macchina, ci ha lasciato con un abisso aperto tra il mondo umano e quello non umano. Con la «natura» (il mondo non umano) ridotta essenzialmente a un insieme di risorse, e le attività umane in continua espansione ormai eccessive per essere assorbite dalla biosfera. Abbiamo spinto noi stessi e la biosfera sul precipizio di una crisi ecologica devastante, senza la consapevolezza di un significativo progresso verso la sostenibilità. Oggi, la cultura occidentale non ha una cosmologia accettata da tutti, una storia che dia senso alla vita. Uno dei più grandi contributi dell’impresa scientifica è l’epica dell’evoluzione. Per la prima volta, grazie agli sforzi congiunti di astronomi, biologi e antropologi (tra gli altri), abbiamo una comprensione realistica della nostra storia a partire da quattordici miliardi di anni fa. L’albero della vita di Darwin ha radici che si estendono indietro fino al Big Bang e freschi germogli verdi che vanno verso un futuro incerto. Lungi dal suggerire una visione in cui l’universo non ha senso, questa saga fornisce i fondamenti per vederci completamente inseriti nel tessuto della natura. A oggi, questa storia ha avuto poca visibilità e sicuramente non è stata inclusa (come invece dovrebbe) nel cuore dei nostri programmi di studi. Ma perché sono sicuro che queste trasformazioni avverranno nel prossimo futuro? In parte perché la necessità è la madre delle invenzioni. Siamo la prima generazione di esseri umani ad affrontare la prospettiva che l’umanità possa avere un futuro gravemente compromesso. Oltre alle nuove tecnologie, abbiamo bisogno di una nuova coscienza, di una nuova visione del mondo e di nuove metafore che instaurino una relazione più armoniosa tra l’umano e il non umano. Naturalmente, dire «cambiare tutto» non comporta giudizi di valore, e io posso immaginare che il contributo netto dell’evoluzione possa essere positivo o negativo, a seconda che il cambiamento nella coscienza umana tenga il passo con l’espansione radicale di tecnologie nuove (e potenzialmente ancor più a carattere di sfruttamento). In conclusione, ricerca e sviluppo, in futuro, si dovranno occupare della coscienza umana almeno quanto di scienza e tecnologia.