Revue de Presse - La Difference Cristal

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28/10/2016 | Categoria Notizie Vino - Alcolici - Liquori - Spirits | 377 letture

la Difference Cristal: a Milano in anteprima il millesimo 2009 della Maison Roederer

di Marco Bormolini. Quando si dice fare la differenza. Nel mondo dello Champagne uscire dal Gruppo, o meglio per essere precisi, stare in testa, non è mai scontato. E soprattutto quando parliamo di Maisons importanti del calibro di Louis Roederer. Nel 2014 un primo cambio di marcia con il restyling d’immagine di tutta la linea.


A partire dal millesimo 2009 Roederer ha deciso di creare un nuovo habillage anche per lo Champagne Cristal. Un vino simbolo, la bottiglia creata nel 1867 per lo zar Alessandro II di Russia. Saldi i punti forti della casa, con un’impronta di stile per eleganza e tratto cromatico. Nell’anteprima milanese andata in scena il 27 ottobre al Four Seasons Hotel di Milano, si sono svelati alcune caratteristiche del nuovo arrivato in casa Roederer.

MILANO, L’ITALIA E CRISTAL “Questa presentazione a Milano segue quella fatte a Parigi, Londra, New York, Australia, Milano appunto poi andremo in Giappone” – il commento di Frederic Rouzaud Presidente di Roederer– L’Italia per noi è un mercato fondamentale, a cui teniamo molto, Milano in particolare è la città della moda e del design, lo stesso target di chi beve Champagne, da qui passano molti russi, da sempre il nostro consumatore di riferimento”. Un lavoro portato avanti nel nostro paese da Sagna, dal 1928 società d’importazione di vini di qualità che ha organizzato la serata all’ombra della Madonnina in una delle vie del quadrilatero della moda. “Per noi è importante avere questo legame con una delle Maison più blasonate dello Champagne per continuare un lavoro di qualità– il commento del Presidente Massimo Sagna– Dopo anni di crisi economica in cui abbiamo tenuto comunque perché i consumi del vino di qualità non sono calati, stiamo vedendo confortanti segnali di ripresa. A ottobre abbiamo fatto registrare un aumento sugli ordini rispetto al 2015, questo è sicuramente il momento di lavorare intensamente perché le richieste in vista delle festività natalizie schizzano, anche se ormai possiamo dire che Champagne di livello sono destagionalizzati”.

Jean-Baptiste Lécaillon, lo Chef de Cave a sinistra e Massimo Sagna a destra


NUOVA IMMAGINE L’immagine del nuovo Cristal dopo il cambio di etichetta si presenta dorata, marchio riconoscibile della casa ma comunque discreto. Dopo una scrupolosa ed attenta ricerca e cura del dettaglio, il packaging si presenta più lineare, brillante ed attuale, volto a mantenere il medesimo prestigio senza snaturare gli elementi tipici del Cristal. Colore, forma e nome, punti rimasti fermi in cui il consumatore può subito ritrovarsi. Ma Difference Cristal vuole essere anche una nuova filosofia e una scelta di metodo di Roederer, attraverso quattro immagini scelte per evidenziare e mostrare i momenti salienti in cui la natura contribuisce con i suoi cicli all’elaborazione di grandi cuvée. Dai fossili, su quei terreni gessosi delle vigne del Cristal. Alla biodiniamica, con lo sterco delle mucche che diventa il fertilizzante per le vigne. Alle fasi lunari, che regolano le fasi in vigna. Arrivando sino alle stagioni, perché l’attesa del tempo è un lusso che ci si può permettere solo per regalare emozioni. Una conversione al biologico in atto da Roederer portata avanti con il raggiungimento di circa il 90% dei vigneti di proprietà, biologico e biodinamici in alcuni casi.

MILLESIMO 2009 Jean-Baptiste Lécaillon è lo Chef de Cave, una professione cruciale per rendere uniche le emozioni di un vino. E’ lui l’uomo che ci ha raccontato l’annata 2009, da alcuni già definita come un’annata forte e precoce, il cui equilibrio ricorda le mitiche annate come la 1947, 1959, 1964 o 1989. In questi anni di climi continentali, le argille fredde esprimono la propria materia, scolpiscono la propria densità. Un grande millesimo anche il 2009, per un succo vinoso, potente, concentrato, equilibrato e di viva freschezza, un’annata uscita prima del millesimo 2008. “Per quella ci vorrà ancora un anno e mezzo, è ancora sui lieviti, bisognerà sapere aspettare mentre il 2009 è stata una di quelle annate dove il lavoro dello Chef de Cave è molto semplice, perché ci ha pensato la natura a fare tutto”.Questo millesimo del Cristal è verticale, visuale, una delle migliori annate degli ultimi anni, brillante, solare e al contempo fresca. Il primo millesimo che viene da una viticoltura tradizionale. L’inverno è stato rigido e secco, ma la splendida estate soleggiata con scarse precipitazioni nei mesi di agosto e settembre ha regalato il miracola. La cuvée Cristal viene elaborata a partire dai Grands Crus della Montagne de Reims, la Vallée de la Marne e la Côte des Blancs.


Alla maturazione di 6 anni si aggiunge un ulteriore riposo in bottiglia di 8 mesi dopo la sboccatura. Il dosaggio è di 8 g/l. Ma su un tema del dosaggio basso lo chef de Cave ha voluto entrare in merito. “Stiamo abbassando i dosaggi per esaltare il gusto e le caratteristiche del Cristal, anche i consumi stanno andando in questa direzione”. 60% Pinot Nero, nessuna fermentazione malolattica, 40% Chardonnay, di cui il 16% di fusti di rovere. Il colore è un giallo dorato con riflessi opachi e ambrati. Naso ampio, intenso, bella complessità di frutta matura, da sentori agrumati a un albicocca candita, note di nocciola tostata. In bocca ci colpisce per la sua freschezza, struttura equilibrata, bella cremosità accentuata da una sensazione di vellutata freschezza, raffinata ed integrata con sentori leggermente balsamici, taglio finale asciutto. Un vino di personalità luminosa con profili gessosi ed energetici. +INFO: www.louis-roederer.com www.sagna.it


28 ottobre 2016 Degustando | Effervescenze

Le diverse tinte dell’annata 2009 da Roederer, tra Cristal e il Brut Nature di Marina Ciancaglini Scrivo a mente fresca della presentazione per la stampa avvenuta ieri al Four Seasons di Milano, della nuova annata di Cristal – la 2009 – in compagnia di Massimo Sagna, distributore esclusivo degli Champagne Roederer, dello chef de caves Jean-Baptiste Lécaillon e di Fréderic Rouzaud, presidente e proprietario della Louis Roederer. La maison Roederer si può definire un virtuoso esempio di territorialità e di sostenibilità ambientale su larga scala, visto che l’azienda ha ormai circa il 65 ettari, dei 240 totali, gestiti in biodinamica; particolare, questo, raccontato ma mai ostentato, insieme ad altri dettagli che vanno a colorare un quadro che ha come committente l’alta qualità, come le basse rese e la ricerca della piena maturità in vendemmia, uniti a una cura maniacale in cantina. La nuova annata di Cristal, dicevo. La 2009, uscita dopo la 2007 ma prima della 2008, è considerata un’annata buona e senza complicazioni, solare e fresca con un inverno rigido e secco seguito da un’ estate soleggiata con scarse precipitazioni nei mesi di agosto e settembre.La cuvée viene elaborata a partire dai Grands Crus della Montagne de Reims, la Vallée de la Marne e la Côte des Blancs. Alla maturazione di 6 anni si aggiunge un ulteriore riposo in bottiglia di 8 mesi dopo la sboccatura. Il dosaggio è di 8 g/l. L’uvaggio è composto dal 60 % di Pinot Noir e dal 40% di Chardonnay, di cui il 16% viene vinificato in legno; la fermentazione malolattica – come vuole lo stile Roederer – non viene svolta. In questa annata, la quota di uve biodinamiche ha raggiunto quasi la metà e non è un caso che il dosaggio sia il più basso di sempre, 8 gr/l. Insomma, una maggiore sanità della materia prima fa sì che ci sia meno bisogno di “maquillage”.


Naso e bocca si raccordano su un registro unico di finezza, mineralità e precisione, dove lo Chardonnay sembra prevalere nella parte olfattiva, mentre il Pinot Noir tiene stretto il timone della struttura. Inizialmente quasi lunare, si apre man mano con note di muschio, craie, mela verde, agrumi, pietra focaia e, infine, nocciola. In bocca tira a dritto come un fuso, correndo su un binario agrumato, di grande salinità e freschezza; la persistenza è chilometrica. Dire che migliorerà con il tempo è come dire che il cielo è blu ma questo è uno Champagne che già adesso non solo è buonissimo ma ha anche un grande equilibrio e una piacevolezza che non ammicca ma avvolge.

La serata si è conclusa con la presentazione di un altro 2009, il Brut Nature, nuovo progetto giunto alla seconda annata dopo la 2006. Di lui si è parlato anche per il packaging ideato da Philippe Stark, che per ogni annata disegnerà un’etichetta diversa. I vigneti del Nature provengono dalle vigne di Cumières, a conduzione biodinamica e verrà fatto solo nelle annate non solo ottime ma con un assetto climatico tale da permettere la migliore espressione di un non dosaggio. L’assemblaggio è dato da 55% Pinot Noir, 25% Meunier e 20% Chardonnay, con un 25% dei vini affinati in legno. Anche qui niente malolattica. Champagne questo che è un interprete più solare dell’annata, forse meno fine di Cristal ma di grande vitalità e generosità. La struttura agrumata torna, sorretta da una sensazione mandorlata e di frutta secca. In bocca è pieno, circolare ed energico, seppur dotato di grande freschezza, più prorompente nella fase iniziale che in chiusura. Bisognoso di tempo in bottiglia, scoppietta ma ancora non esplode del tutto nella sua espressività. Lo chef de caves Jean-Baptiste Lecaillon


http://www.lemiebollicine.com

Anteprima Cristal 2009: dopo il ‘blanc’ è la volta del Rosé! Scritto da: Alberto Lupetti 28 novembre, 2016

In Italia è stato da poco ufficialmente presentato il Cristal 2009, peraltro gi analizzato in anteprima su questo ben in anticipo, e, seguendo questa mia idea di anticipare, ho pensato bene di avvantaggiarmi e andare a scoprire in anticipo pure la sua versione in rosa. È successo nel corso della mia ultima visita alla Louis Roederer neanche due settimane or sono, ma stavolta non è stato facile. Il buon Jean-Baptiste Lécaillon mi chiede cosa voglia assaggiare, io gli rispondo “fai tu”; lui insiste, allora penso “ora ti sistemo io…” e gli sparo un “beh, allora… Cristal Rosé 2009!”. Jean-Baptiste prima tentenna, poi ammicca e tenta di frenare la mia baldanza dicendo che la bottiglia è a temperatura ambiente, ma, vedendo che non ho nessuna intenzione di arrendermi, sorride e la mette in fresco nel mentre andiamo in cantina a fare un assaggio di vins clairs 2016 direttamente dai tini. Per la cronaca, s’è parlato tanto della 2016: c’è chi l’ha definita un’ottima annata, chi media, chi ha detto che la qualità è stata “a macchia di leopardo, a seconda dei Cru”, ma, per quanto riguarda Roederer, ha fatto storia a sé come al solito, pertanto per Lécaillon è stata una “très belle année”. Un’annata che darà il Cristal (l’ultimo con anche le uve del vecchissimo vigneto di Mareuil, un vigneto oramai quasi centenario che sarà ripiantato, pertanto dal 2017 il Cristal sarà… Grand Cru!) e pure il Brut Nature. L’ottimo Jean-Baptiste Lécaillon durante la degustazione. Ritratto… attraverso il calice di Cristal Rosé 2009!


Jean-Claude Rouzaud, papà di Frédéric, e la sua creatura: il Cristal Rosé 1976, doppiamente celebrativo per la maison di Reims.

Invece, per quanto riguarda il Cristal Rosé 2009, è figlio di un’annata calda, che per certi versi ricorda la 1989, soprattutto è figlio di una vendemmia “facile per fare il Cristal” come ebbe modo di dirmi Lécaillon in occasione dell’anteprima del ‘blanc’. Il Cristal Rosé fu creato da JeanClaude Rouzaud nel 1976 per festeggiare per il bicentenario della Louis Roederer e il centenario del Cristal. A onor del vero, Rouzaud iniziò i primi esperimenti del Cristal Rosé nel 1971 e la prima annata effettivamente prodotta fu la 1974, però commercializzata dopo la 1976 ‘celebrativa’. Da allora, il Cristal Rosé è sempre prodotto con le stesse quattro parcelle selezionate a suo tempo da Jean-Claude Rouzaud (2 ettari di Pinot Noir ad Aÿ, il lieu dit ‘Bonotte Pierre-Robert’, le cui uve sono poi vinificate de saignée, 1 ettaro ad Avize e un altro a Le-Mesnil per lo Chardonnay, rispettivamente i lieux-dits ‘Pierre Vaudon’ e ‘Montmartin’); pertanto, l’assemblaggio è sempre lo stesso. Come tradizione Cristal, poi, la vinificazione avviene parzialmente in legno (12% per quest’annata), la malolattica è accuratamente evitata e la maturazione sui lieviti dura circa 6 anni. Come avvenuto per il bianco, anche il Rosé ha il dosaggio più basso di sempre per un Cristal: 8 g/l.

Uno dei quattro vigneti da cui nasce il Cristal Rosé: dal ‘Bonotte Pierre-Robert’ di Aÿ arriva il Pinot Noir da macerare per la colorazione rosata dello champagne.


Cristal Rosé 2009 55% Pinot Noir, 45% Chardonnay L’olfatto di questo champagne ha la capacità di conciliare, di armonizzare l’incontro tra il frutto rosso e la craie, oltre a un’intrigante, nonché fine speziatura dolce di fondo. È decisamente fitto e ricchissimo, ma talmente raffinato, più che meramente elegante, da non apparire così denso e opulento come in realtà è. Probabilmente non è questo un naso particolarmente espressivo, o meglio, non lo è ancora in questo momento, ma se si passa ad assaggiare questo champagne… beh, trovi ‘lui’, il Cristal Rosé! Già, perché la bocca è fresca e ricca, sontuosa e cremosa, rossa sul frutto ma soprattutto sugli agrumi, molto minerale, al punto da sembrare molto più legata allo Chardonnay di quanto non lo sia effettivamente. Più d’ogni altra cosa, dopo il naso non ti aspetti di trovare una simile gustativa, invece… ecco una freschezza e una mineralità sorprendenti in un contesto talmente fine da essere ‘naturalmente tale’, senza forzature o ruffianerie, e che risulta così bevibilissimo. E se il naso può riportare, giustamente all’annata, la bocca ha invece una freschezza, finanche una leggerezza, che spiazzano. È uno di quei ‘rosé-non-rosé’, come amo definirlo, di categoria veramente superiore. Jean-Baptiste Lécaillon parla di “concentrazione ed eleganza, potenza invisibile”. Appunto. Voto: 97/100 Con il Cristal Rosé si chiude il quartetto delle meraviglie targato 2009, quindi composto anche dal Brut Nature e dal Brut Vintage già presentati nelle anteprime su queste pagine. (ha collaborato alla scheda di degustazione Vania Valentini) Gli champagne Louis Roederer sono distribuiti in esclusiva da: Sagna – tel. 011/8131632 – www.sagna.it


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martedì 1 novembre 2016

Perché è "La Différence Cristal" 27 ottobre 2016 | Milano, Four Seasons

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Parlano di lui come di un grande vino, elaborato su richesta dello Zar, Alessandro II, per proteggersi e distinguersi, durante le feste, in compagnia di illustri ospiti. E’ la cuvée Cristal, l’ineguagliabile cilindro dorato, una carezza per il palato, un brillante per l’occhio. Si è parlato di lui al Four Seasons Hotel di Milano in occasione della presentazione dell’annata 2009, in cui la Maison Louis Roderer ha deciso di produrlo. Il millesimo è ricordato per l’inverno rigido e secco seguito da una splendida estate soleggiata e di scarse precipitazioni; un grande classico per un vino fresco e baciato dal sole. RSS Feed subscrption

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Un lussuoso salotto milanese per una celebre uscita dunque per mostrare l’ultima creazione dello Chef de Caves JeanBaptiste Lécaillon che insieme a Fredric Rouzaud, Presidente della Maison Roederer e Massimo Sagna, importatore e distributore dei vini dell'omonima società, spiega il perché ci sia il bisogno, da oltre una decade, di uscire dal clima. Un suolo pulito, ricco di vivi elementi conferma la gioia di avere una perfetta sanità delle uve al momento della vendemmia, è la ragione indimenticabile per decidere di produrre un vino sincero, figlio della terra, privo di spigoli effervescenti. Un etat d’ésprit già enunciato dall’enologo Emile Peynaud: “la qualità di un vino proviene per l’80 % da quella del grappolo”.

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Il Cristal, classificato come un biodinamico per il 60%, è un progetto ambizioso destinato ad essere un puro entro il 2020. Tra i 240 ettari di proprietà nei migliori Grands Crus della Montagne de Reims, della Vallée de la Marne e della Côte des Blancs il lavoro di analisi e di cura delle vigne è meticoloso, di estrema ratio, condotto seguendo il calendario lunare. Ciò è parte de La Différence Cristal, una dottrina, una filosofia che diventa un vino di sopraffusione mitica, per un incontro sensazionale.

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L’assenza di validi motivi per ritornare ad elaborare cuvée convenzionali è natura, l’essere all’interno, come uomini, del ciclo della vite. La Différence Cristal spiega con quattro fotogrammi il diverso approccio alla produzione dello champagne, una terra estrema, dal clima violento ed imprevedibile. In questa campagna si sfiorano gli insegnamenti steineriani, forse sorpassati ed abusati e per questo, privati del loro valore, per introdurre efficacemente nel rigo semplici note dal suono attento, bio, ma anche dinamico, per continuare un percorso adatto al modernismo.

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Regole naturali già studiate da storici come Aristotele, Plinio e Virgilio che si erano interessati alle influenti conseguenze dell’acqua, del terreno, dell’aria e del sole.

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I fossili, la biodinamica, le fasi lunari e le stagioni. Gli orizzonti terrestri, la loro conformazione, carichi di fossili, sono una risorsa, la memoria del tempo che non si ferma e continua a raccontare la storia. Il benessere del suolo è dato dai preparati a base di quarzo per una migliore fotosintesi, il nutrimento della pianta.

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Nella nostra galassia i pianeti interni sono uno stimolo per la riproduzione, Venere, per il movimento della Terra, il soffio vitale, la Luna. All’esterno, Marte è l’ardente plagio per la pianta, Giove in un fulmine e in un raggio, è la natura sfidante ed infine Saturno, è una glaciale pressione, un’anima stressante. È solo quando il nostro satellite è invisibile che la Terra fissa le informazioni notturne raccolte e applica le forze riproduttive, siano esse crescenti o calanti. Una gelata invernale rinforza il silenzio della vigna che si mostra spoglia, riflette l’abbandono del sole, libera il tempo per il riposo di se e dell’uomo che la coltiva. Un altro anno è passato, un’altra grande cuvée è nata, attendiamo il prossimo risultato dell’incontro tra l’uomo e la natura.

CRISTAL 2009

Prodotto per il 60 % da uve Pinot Noir e il restante 40% da Chardonnay, il dosaggio è pari a 8 g/l. La malolattica pari a zero, l’affinamento per il 16% in fusti di rovere, i 6 anni di maturazione e gli 8 mesi in bottiglia ritornano in un calice che ben si accoglie per eleganza, finezza ed intensità. Questa solida struttura si prepara ad un meraviglioso e lungo invecchiamento. Il colore dorato trova sinergia nei profumi di agrumi e di albicocca secca che si incontrano dolcemente con le note del caprifoglio. Una beva organizzata, rettilinea, precisa e delicatamente sofisticata che si integra con energia ai gusti del frutto che si specchiano nel gesso e a cascata, son bagnati da fiocchi di cioccolato bianco.


Questa serata è stata anche occasione per un secondo incontro, prestigioso, che conferma il movimento della Maison, la presentazione del Brut Nature 2009. A sorpresa si racconta di “une page en plus”, il secondo capitolo della collaborazione tra Louis Roederer e il designer Philippe Starck che disegna l’etichetta con carattere inglese. In essa troviamo la spontaneità e l’orgoglio di "un uomo che ha fatto uno champagne di cui è fiero su un foglio bianco trovato per caso, un pezzo di giornale o un acquerello della figlia. Poi, con semplicità e naturalezza, evidenzia le parole importanti con il pennarello. Questo champagne non ha bisogno di ulteriori artifici. La bellezza si scopre nella sua essenza, quando non c'è più niente da togliere. Ed è il caso del Brut Nature 2009: l'unica cosa da togliere è il tappo, per berlo." Philippe Starck. Bibliografia: Michel'Bouvier'G'Les'vins'en'biodynamie

Pubblicato'da'Erika'Mantovan'a'03:54'

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BUON PERLAGE! Pubblicato in DoctorWine N°182

CRISTAL 2009 E LA DIFFÉRENCE DI ROEDERER di Chiara Giovoni 04-11-2016

Uguale a se stesso nei tratti distintivi di quell’eleganza regale compiuta che lo rendono da sempre così desiderabile, eppure così diverso: è la différence Cristal, una svolta epocale annunciata, di cui si iniziano a delineare i contorni. Un progetto complesso e profondo, che la Maison Roederer e in particolare il proprietario Frédéric Rouzeaud ha fortemente voluto, abbracciando un percorso che secondo il suo chef des caves Jean-Baptiste Lecaillon dovrebbe essere una scelta obbligata per preservare il futuro della viticultura champenoise. Lo scorso giovedì a Milano - grazie a Sagna importatore esclusivo per l’Italia - non solo è stato presentato l’atteso Cristal 2009 con il suo nuovo essenziale habillage, ma è stata raccontata la genesi della rivoluzione della Maison Roederer. Una rivoluzione che come tutte le grandi storie sovversive, nasce dal basso, ovvero dalla terra, e la cui protagonista è la natura, che con i suoi cicli, contribuisce all’elaborazione di grandi cuvée. Tutto inizia con i milioni di anni che hanno costituito i suoli gessosi dal caratteristico colore bianco e ricchi di fossili, nel corso delle stagioni tutto si realizza secondo gli equilibri del riposo e della rinascita in vigna, mentre in cantina si segue lo sviluppo dei vins clairs. Poi le fasi lunari, che sin dai tempi dei monaci segnano le attività in vigna, come la potatura, e infine il trattamento del vigneto con il letame organico prodotto da mucche allevate in modo sano, conservato in corna che vengono sotterrate durante il periodo invernale, per essere cosparso in vigna in primavera per fertilizzare naturalmente le viti. Già perché è questa la rivoluzione in corso alla Maison Roederer, dove si è ormai arrivati a una conduzione del vigneto al 90% “bio”, tra biologico e biodinamico secondo i terroir. E l’elemento più straordinario di questa conversione che è durata quasi 10 anni, è che con l’annata 2015 il celebre Cristal sarà prodotto al 100% con uve di proprietà di 45 parcelle di vigneto Grand Cru a conduzione biodinamica, e senza perdere un grammo del suo DNA distintivo di eleganza, profondità e finezza. Tornando a Cristal 2009, la potenza espressiva e la materia che si trovano oggi nel bicchiere sono indubbiamente figli di un’annata solare, che dopo un inverno rigido e secco ha mostrato una splendida estate con scarse precipitazioni nei mesi di agosto e settembre favorendo la sanità e la piena maturazione delle uve. Per questo alla Maison Roederer hanno preferito anticipare l’uscita dell’annata di Cristal 2009 rispetto alla 2008, una vendemmia più fredda che Lecaillon ha deciso di non rilasciare dalla cantina prima di 10 anni.


Cristal: lo Champagne biodinamico degli Zar Una selezione di bacche raccolte nei migliori Grand Crus della Montagne de Reims, della Vallée de la Marne e della Côte des Blancs… un periodo di maturazione di 6 anni e 8 mesi in bottiglia… 4 novembre 2016

Cristal: lo Champagne biodinamico degli Zar La Différence Cristal Fu proprio lo Zar Alessandro II a volere alla sua Corte lo Champagne ”Cristal”, per dare lustro e distinguersi durante le feste agli occhi e al palato raffinato dei suoi ospiti. Da quel giorno possiamo dire che è diventato lo Champagne degli Zar apprezzato, anche oggi come allora, in tutto il mondo. Oggi si parla di vino BIO, di vino biodinamico. La realtà è che bisognerebbe raggiungere l’essenziale per comprendere il reale significato di questi modelli che prima di essere tali sono una filosofia, un’attitudine, un percorso, la differenza. I diversi metodi di approcciarsi alla natura, alla vigna e alle sue regole, sono logiche naturali che si fondano


con un ritorno all’origine, che la Maison Louis Roederer presenta con il suo diamante migliore – il Cristal – tramite una moderna campagna: La Différence Cristal. L’esclusiva cornice milanese scelta da Casa Sagna, l’importatore italiano di Revigliasco Torinese di questo champagne, è un elegante salotto del Four Seasons Hotel. È sufficiente un breve colloquio con il creatore, la parte umana del Cristal, lo Chef de Caves Jean-Baptiste Lécaillon, per comprendere come volontà e stile presenti nell’odierno calice siano gli stessi dei primi incontrati nel lontano 1876, prodotti per soddisfare gusto ed esigenze dello Zar Alessandro II. Nell’elaborazione del Cristal si impiegano il 65% di uve provenienti da agricoltura biodinamica, un pieno di sapore “cristallino”, l’unione di parcelle pulite, composte per il 60% da pinot noir ed il restante 40% da chardonnay necessarie, queste ultime, ad arredare l’ambiente potente ed elegante, per formare l’ordine, l’equilibrio, il registro che tiene il tempo della Maison Roederer. In tutto il suo splendore il millesimato 2009, ritenuto idoneo per la produzione della cuvée, nasce da livelli di maturità eccezionali, da una selezione assidua dell’infinità di bacche raccolte nei migliori Grand Crus della Montagne de Reims, della Vallée de la Marne e della Côte des Blancs. Dopo un periodo di maturazione di 6 anni e 8 mesi in bottiglia, il vino si presenta con un dosaggio di 8 g/l, una sensazione, un gusto troppo dolce solo per il pensiero, di delicata prelibatezza. I pilastri del Cristal: I fossili, la biodinamica, le fasi lunari e le stagioni Questi i quattro pilastri su cui si fonda il movimento del Cristal moderno, un poker di assi; si sorride al suolo, agli animali, alle stelle ed all’intero ciclo vegetativo, insieme concorrono all’elaborazione di champagne che non sono rivolti al target modaiolo ma a quello ricercato, evoluto, mai stanco di voler apprendere.


La dinamicità della Maison la troviamo nel secondo capitolo del romanzo Roederer presentato sempre in anteprima, in questo scenario da favola Russa. Si tratta dello Champagne, senza regole, senza dose, il Brut Nature. Anno intenso dunque il 2009 perché sempre lo stesso Jean-Baptiste Lécaillon ha scritto “une page en plus” continuando la collaborazione con il designer Philippe Starck. Dal villaggio di Cumières i 10 ettari, anch’essi biodinamici, sono una haute couture applicata alla vigna. L’ascolto e l’osservazione della natura dal 2000, insieme alla scelta di vendemmiare le uve nello stesso giorno, sono efficaci decisioni che consentono di ottenere uno Champagne puro, di sanità estrema, che matura in media per 5 anni nelle cantine, a cui si aggiunge un riposo di 6 mesi dopo la sboccatura, per perfezionarne la maturità. In questa etichetta il creativo Starck ha scelto di evidenziare con forza “l’arte della creazione, la continua ricerca della Maison” che tradotto significa scoprire “opus brillanti, manifesti sublimi. Nel caso del Brut Nature 2009: l’unica cosa da togliere è il tappo, per berlo.” Gli champagne sono tutti importati e distribuiti in Italia da Sagna S.p.A. che ha deliziosamente ospitato anche noi di NewsFood.com , in questa anteprima. Tommaso Chiarella Inviato speciale Newsfood.com Servizio giornalistico in esclusiva SAGNA S.p.A. Piazza Amerigo Sagna, 4 10024 Revigliasco Torinese (To) – Italy 011 81 31 632 sagnaspa@sagna.it


06 Novembre 2016

Regali di Natale per lui, uno champagne di design Champagne Louis Roederer presenta per Natale la nuova bottiglia del Brut Nature 2009 firmata Philippe Starck Quando si parla di regali di Natale lo champagne Louis Roederer è sempre una soluzione elegante, e quest'anno ancor di più perché la maison francese propone il Brut Nature 2009 in un’inedita veste grafica firmata da Philippe Starck.

Il designer d’oltralpe, che sta vivendo un intenso periodo creativo mettendosi alla prova in tanti nuovi progetti che vanno oltre il product design, insieme a Frédéric Rouzaud e a Jean-Baptiste Lécaillon questa volta si è lanciato nella creazione del nuovo champagne della storica cantina francese. Una soluzione perfetta se siete alla ricerca di regali di natale per lui originali e unici.

“Abbiamo trasformato il pensiero in vino”, così racconta Philippe Starck, “e abbiamo inventato una diagonale, una lingua unica che parte dalle parole per lavorare la terra. Una sorta di scrittura precisa per uno champagne in movimento”. Sincero e onesto, lo champagne Roederer si presenta come l’incarnazione di un concetto astratto, imbottigliato secondo antiche tecniche.


L’habillage doveva rispecchiare la purezza dello champagne, e per questo motivo la bottiglia è stata spogliata di inutili decori, la capsula è stata lasciata grezza, e il cappuccio di stagno è in grigio per evocare l’eleganza della cuvée. “Questo champagne non ha bisogno di ulteriori artifici”, ci spiega Frédéric Rouzaud, erede e Presidente del gruppo Louis Roederer, “la bellezza si scopre nella sua essenza, quando non c’è più niente da togliere, se non il tappo, per berlo”. Insomma, se cercate un regalo di natale per lui con cui fare bella figura non vi resta che visitare il sito: www.louis-roederer.com di Maria Chiara Antonini / 6 Novembre 2016


di Piera Genta

Cristal 2009, il vino che fa la differenza firmato Maison Roederer Pubblicato il 07 novembre 2016 | 16:51

Il Cristal 2009 di Maison Roederer segna una svolta: etichetta e packaging cambiano look e parte una nuova campagna di comunicazione. Perfetta l’armonia tra i sentori agrumati e le note delicate di nocciola tostata

Dopo 140 anni di storia, la Maison Roederer lancia un restyling dell’etichetta e del packaging del Cristal e per la prima volta anche una campagna di marketing e comunicazione del marchio. La campagna, curata dall’agenzia Saltinbanque di Parigi, si articola in quattro fotogrammi riconducibili alla filosofia e alla scelta di metodo della Maison: “Fossili” con la particolare composizione gessosa del terreno; “Fasi lunari”, l’effetto della luna crescente e calante in fase di potatura; “Biodinamica”, enfasi sulla conduzione del vigneto e “Stagioni”, l’avvicendarsi delle stagioni. Un insieme che contribuisce all’elaborazione di grandi cuvée.


Dopo Parigi, Londra, New York e l’Australia, si è presentato a Milano presso Four Seasons Hotel il Cristal 2009, un evento organizzato da Sagna, dal 1928 società torinese d’importazione di vini di qualità, con la partecipazione di Frederic Rouzaud, presidente di Roederer e dello chef de cave Jean-Baptiste Lécaillon. Cristal non ha bisogno di molte presentazioni, viene considerato uno dei beni Veblen, dal nome dell’economista, viene realizzato con le uve dei migliori appezzamenti di sette cru della Maison Roederer. Elaborato unicamente nelle grandi annate, 60% Pinot noir, 40% Chardonnay di cui il 16% di vino vinificato in fusti di rovere, nessuna fermentazione malolattica. Circa il 40% del Cristal 2009 proviene da vigneti biodinamici, una maturazione di sei anni ed un ulteriore riposo in bottiglia di otto mesi dopo la sboccatura. Dosaggio 8 g/l. L’annata 2009, arrivata sul mercato prima della 2008, che necessita di ulteriore affinamento sulle fecce, è stata caratterizzata da un clima continentale e solare con un inverno rigido e secco seguito da un’estate soleggiata con scarse precipitazioni nei mesi di agosto e settembre e viene considerata come una delle migliori annate. Nel calice brillanti e vivaci le bollicine, si presenta aristocratico, di grande profondità, una perfetta armonia tra i sentori agrumati e fruttati con delicate note di nocciola tostata. Una nota elegante di fiori bianchi si fonde in un finale molto lungo, freschezza che colpisce. Taglio sartoriale.


La serata è stata anche l’occasione per la presentazione del Brut Nature 2009 nato dalla collaborazione con il designer Philippe Starck, da un progetto nato nel 2006. Le uve provengono esclusivamente dalle argille nere dei Côteaux de Cumières, 10 ettari lavorati a mano con i principi della biodinamica. Due terzi di Pinot noir e Meunier, un terzo di Chardonnay, nessuna fermentazione malolattica, 25% dei vini vinificati in legno, una maturazione di 5 anni ed un riposo di sei mesi dopo la sboccatura. Assenza totale di dosaggio. Un vino elegante, non tagliente, precisa acidità, pulito, note di frutta fresca, essenziale e cremoso. L’etichetta rispecchia l’essenza e la naturalezza del vino.

Distribuito in Italia da: Sagna piazza Amerigo Sagna 4 - 10024 Revigliasco Torinese (TO) Tel. 011 8131632 www.sagna.it sagnaspa@sagna.it


Venerdì 4 Novembre 2016

“La Differénce Cristal” al Four Seasons Hotel Parlano di lui come di un grande vino, elaborato su richesta dello Zar, Alessandro II, per distinguersi durante le feste, in compagnia di illustri ospiti. E’ la cuvée Cristal, l’ineguagliabile cilindro dorato, una carezza per il palato, un brillante per l’occhio. Si è parlato di lui al Four Seasons Hotel di Milano in occasione della presentazione dell’annata 2009, in cui la Maison Louis Roderer ha deciso di produrlo. Il millesimo è ricordato per l’inverno rigido e secco, seguito da una splendida estate soleggiata e di scarse precipitazioni; un grande classico per un vino fresco e baciato dal sole.

Un lussuoso salotto milanese per una celebre uscita dunque per mostrare l’ultima creazione dello Chef de Caves Jean-Baptiste Lécaillon che, insieme a Frédéric Rouzaud, Presidente della Maison Roederer e Massimo Sagna, importatore e distributore dei vini dell’omonima società spiega il perché ci sia il bisogno, da oltre una decade, di uscire dal clima.

Un suolo pulito, ricco di vivi elementi conferma la gioia di avere una perfetta sanità delle uve al momento della vendemmia, è la ragione indimenticabile per decidere di produrre un vino sincero, figlio della terra, privo di spigoli effervescenti. Un état d’esprit già enunciato dall’enologo Emile Peynaud: “la qualità di un vino proviene per l’80 % da quella del grappolo”.


Il Cristal Brut, classificato come un biodinamico per il 60%, è un progetto ambizioso destinato ad essere un puro entro il 2020. Tra i 240 ettari di proprietà nei migliori Grands Crus della Montagne de Reims, della Vallée de la Marne e della Côte des Blancs, il lavoro di analisi e di cura delle vigne è meticoloso, di estrema ratio, condotto seguendo il calendario lunare. Ciò è parte de La Différence Cristal, una dottrina, una filosofia che diventa un vino di sopraffusione mitica, per un incontro sensazionale. L’assenza di validi motivi per ritornare ad elaborare cuvée convenzionali è natura, l’essere all’interno, come uomini, del ciclo della vite. La Différence Cristal spiega con quattro fotogrammi il diverso approccio alla produzione dello champagne, una terra estrema, dal clima violento ed imprevedibile. In questa campagna si sfiorano gli insegnamenti steineriani, forse sorpassati ed abusati e per questo, privati del loro valore, per introdurre efficacemente nel rigo semplici note dal suono attento, bio, ma anche dinamico, per continuare un percorso adatto al modernismo. Regole naturali già studiate da storici come Aristotele, Plinio e Virgilio che si erano interessati alle influenti conseguenze dell’acqua, del terreno, dell’aria e del sole.

I fossili, la biodinamica, le fasi lunari e le stagioni. Gli orizzonti terrestri, la loro conformazione, carichi di fossili, sono una risorsa, la memoria del tempo che non si ferma e continua a raccontare la storia. Il benessere del suolo è dato dai preparati a base di quarzo per una migliore fotosintesi, il nutrimento della pianta. Nella nostra galassia i pianeti interni sono uno stimolo per la riproduzione, Venere, per il movimento della Terra, il soffio vitale, la Luna. All’esterno, Marte è l’ardente plagio per la pianta, Giove in un fulmine e in un raggio, è la natura sfidante ed infine Saturno, è una glaciale pressione, un’anima stressante. È solo quando il nostro satellite è invisibile che la Terra fissa le informazioni notturne raccolte e applica le forze riproduttive, siano esse crescenti o calanti. Una gelata invernale rinforza il silenzio della vigna che si mostra spoglia, riflette l’abbandono del sole, libera il tempo per il riposo di sé e dell’uomo che la coltiva. Un altro anno è passato, un’altra grande cuvée è nata, attendiamo il prossimo risultato dell’incontro tra l’uomo e la natura.


CRISTAL 2009 Prodotto per il 60 % da uve Pinot Noir e il restante 40% da Chardonnay, il dosaggio è pari a 8 g/l. La malolattica pari a zero, l’affinamento per il 16% in fusti di rovere, i 6 anni di maturazione e gli 8 mesi in bottiglia ritornano in un calice che ben si accoglie per eleganza, finezza ed intensità. Questa solida struttura si prepara ad un meraviglioso e lungo invecchiamento. Il colore dorato trova sinergia nei profumi di agrumi e di albicocca secca che si incontrano dolcemente con le note del caprifoglio. Una beva organizzata, rettilinea, precisa e delicatamente sofisticata che si integra con energia ai gusti del frutto che si specchiano nel gesso e a cascata, son bagnati da fiocchi di cioccolato bianco. Questa serata è stata anche occasione per un secondo incontro, prestigioso, che conferma il movimento della Maison, la presentazione del Brut Nature 2009. A sorpresa si racconta di “une page en plus”, il secondo capitolo della collaborazione tra Louis Roederer e il designer Philippe Starck che crea l’etichetta con carattere inglese. In essa troviamo la spontaneità e l’orgoglio di "…un uomo che ha fatto uno champagne di cui è fiero su un foglio bianco trovato per caso, un pezzo di giornale o un acquerello della figlia. Poi, con semplicità e naturalezza, evidenzia le parole importanti con il pennarello. Questo champagne non ha bisogno di ulteriori artifici. La bellezza si scopre nella sua essenza, quando non c'è più niente da togliere. Ed è il caso del Brut Nature 2009: l'unica cosa da togliere è il tappo, per berlo". Philippe Starck

Distribuito da Sagna S.P.A. Importatori dal 1928 www.sagna.it

Paolo Alciati Fonte: Uff. Stampa


MAISON ROEDERER, LA PRESENTAZIONE DELLO CHAMPAGNE CRISTAL 2009, SAGNA Milano 27 ottobre 2016 Four Seasons Hotel La Différence Cristal Parlano di lui come di un grande vino, elaborato su richesta dello Zar, Alessandro II, per distinguersi durante le feste, in compagnia di illustri ospiti. E’ la cuvée Cristal, l’ineguagliabile cilindro dorato, una carezza per il palato, un brillante per l’occhio. Si è parlato di lui al Four Seasons Hotel di Milano in occasione della presentazione dell’annata 2009, in cui la Maison Louis Roderer ha deciso di produrlo. Il millesimo è ricordato per l’inverno rigido e secco, seguito da una splendida estate soleggiata e di scarse precipitazioni; un grande classico per un vino fresco e baciato dal sole.

Un lussuoso salotto milanese per una celebre uscita dunque per mostrare l’ultima creazione dello Chef de Caves Jean-Baptiste Lécaillon che, insieme a Frédéric Rouzaud, Presidente della Maison Roederer e Massimo Sagna, importatore e distributore dei vini dell’omonima società spiega il perché ci sia il bisogno, da oltre una decade, di uscire dal clima. Un suolo pulito, ricco di vivi elementi conferma la gioia di avere una perfetta sanità delle uve al momento della vendemmia, è la ragione indimenticabile per decidere di produrre un vino sincero, figlio della terra, privo di spigoli effervescenti. Un état d’esprit già enunciato dall’enologo Emile Peynaud: “la qualità di un vino proviene per l’80 % da quella del grappolo”.


Il Cristal Brut, classificato come un biodinamico per il 60%, è un progetto ambizioso destinato ad essere un puro entro il 2020. Tra i 240 ettari di proprietà nei migliori Grands Crus della Montagne de Reims, della Vallée de la Marne e della Côte des Blancs, il lavoro di analisi e di cura delle vigne è meticoloso, di estrema ratio, condotto seguendo il calendario lunare. Ciò è parte de La Différence Cristal, una dottrina, una filosofia che diventa un vino di sopraffusione mitica, per un incontro sensazionale. L’assenza di validi motivi per ritornare ad elaborare cuvée convenzionali è natura, l’essere all’interno, come uomini, del ciclo della vite. La Différence Cristal spiega con quattro fotogrammi il diverso approccio alla produzione dello champagne, una terra estrema, dal clima violento ed imprevedibile. In questa campagna si sfiorano gli insegnamenti steineriani, forse sorpassati ed abusati e per questo, privati del loro valore, per introdurre efficacemente nel rigo semplici note dal suono attento, bio, ma anche dinamico, per continuare un percorso adatto al modernismo. Regole naturali già studiate da storici come Aristotele, Plinio e Virgilio che si erano interessati alle influenti conseguenze dell’acqua, del terreno, dell’aria e del sole. I fossili, la biodinamica, le fasi lunari e le stagioni. Gli orizzonti terrestri, la loro conformazione, carichi di fossili, sono una risorsa, la memoria del tempo che non si ferma e continua a raccontare la storia. Il benessere del suolo è dato dai preparati a base di quarzo per una migliore fotosintesi, il nutrimento della pianta. Nella nostra galassia i pianeti interni sono uno stimolo per la riproduzione, Venere, per il movimento della Terra, il soffio vitale, la Luna. All’esterno, Marte è l’ardente plagio per la pianta, Giove in un fulmine e in un raggio, è la natura sfidante ed infine Saturno, è una glaciale pressione, un’anima stressante. È solo quando il nostro satellite è invisibile che la Terra fissa le informazioni notturne raccolte e applica le forze riproduttive, siano esse crescenti o calanti. Una gelata invernale rinforza il silenzio della vigna che si mostra spoglia, riflette l’abbandono del sole, libera il tempo per il riposo di sé e dell’uomo che la coltiva. Un altro anno è passato, un’altra grande cuvée è nata, attendiamo il prossimo risultato dell’incontro tra l’uomo e la natura.


CRISTAL 2009 Prodotto per il 60 % da uve Pinot Noir e il restante 40% da Chardonnay, il dosaggio è pari a 8 g/l. La malolattica pari a zero, l’affinamento per il 16% in fusti di rovere, i 6 anni di maturazione e gli 8 mesi in bottiglia ritornano in un calice che ben si accoglie per eleganza, finezza ed intensità. Questa solida struttura si prepara ad un meraviglioso e lungo invecchiamento. Il colore dorato trova sinergia nei profumi di agrumi e di albicocca secca che si incontrano dolcemente con le note del caprifoglio. Una beva organizzata, rettilinea, precisa e delicatamente sofisticata che si integra con energia ai gusti del frutto che si specchiano nel gesso e a cascata, son bagnati da fiocchi di cioccolato bianco.

Questa serata è stata anche occasione per un secondo incontro, prestigioso, che conferma il movimento della Maison, la presentazione del Brut Nature 2009. A sorpresa si racconta di “une page en plus”, il secondo capitolo della collaborazione tra Louis Roederer e il designer Philippe Starck che crea l’etichetta con carattere inglese. In essa troviamo la spontaneità e l’orgoglio di “un uomo che ha fatto uno champagne di cui è fiero su un foglio bianco trovato per caso, un pezzo di giornale o un acquerello della figlia. Poi, con semplicità e naturalezza, evidenzia le parole importanti con il pennarello. Questo champagne non ha bisogno di ulteriori artifici. La bellezza si scopre nella sua essenza, quando non c’è più niente da togliere. Ed è il caso del Brut Nature 2009: l’unica cosa da togliere è il tappo, per berlo.” Philippe Starck. Ph Tommaso Chiarella


Repubblica.it Sapori 12 dicembre 2016

I vini top da regalare (o regalarsi) a Natale Certo, non sono per tutte le tasche, ma ecco 5 etichette di prestigio che emozionano. Per fare una follia una volta ogni tanto di ANTONIO PAOLINI … Champagne Brut Nature Roederer 2009 edizione Philippe Stark 110 euro

Gli Champagne di casa Roederer, dal “base” in su, sono certezze. Il vertice della gamma poi, il Cristal, è un ticket global: dalla Cina alla Russia, dall’Italia alla California, non c’è un bevitore che insieme alla qualità cerchi allure, glam (e magari anche un filo d’ostentazione quando serve…) e che non sappia che ordinando Cristal l’esito è garantito. Ma sempre in casa Roederer (che è poi da noi casa Sagna, storico distributore) c’è un’alternativa di gran livello e per certi versi forse persino più intrigante: il Brut Nature, figlio bilanciato delle tre uve sciampagnotte, Pinot Nero, Chardonnay e Pinot Meunier tirate su nelle terre nere di Cumieres, variazione sul bianco dominante dei suoli calcarei dell’area, e allevate in biodinamica. Al resto pensa, per quanto concerne il contenuto della bottiglia, Jean-Baptiste Lécaillon, chef de cave di Roederer, che lo spedisce nel mondo senza dosaggio (senza cioè un solo grammo di zucchero aggiunto) e dopo 72 mesi sui lieviti. All’esterno pensa invece il guru del design Philippe Stark cui è affidata la “veste”. Dono bello e buono, insomma (e a metà prezzo rispetto al Cristal…). …


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