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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

E ora... “matiamoli” tutti!

EDITORIALE di mario tenerani

odiamoci lo spettacolo, perché Fiorentina-Napoli promette bene. E’ la migliore sfida di questa giornata numero 10 del campionato. Siamo quasi a un terzo della stagione, un primo bilancio si può già stilare. Viola e azzurri appartengono a quel gruppo di 5 formazioni che hanno già spaccato la classifica. Frattura evidente. E il Napoli, con Roma - eccezionale - e Juventus, è nell’elite dell’alta classifica. Fiorentina e Inter a 18 punti - cioè la media di 2 a gara - di rincorsa. Per questo e altro il confronto del Franchi sarà di altissimo livello. Un vero scontro diretto. L’obiettivo dichiarato della Fiorentina è il ritorno in Champions League. Il Napoli pensa allo scudetto, ma se questa lotta dovesse finire male, la squadra di Benitez sarebbe comunque in lizza per un posto in Champions, quindi in aperta concorrenza con la Fiorentina. Ecco perché per gli uomini di Montella la partita col Napoli diventa molto importante, come quelle con Inter (persa da viola) e con la Juventus (vinta). Quando manca ancora tanto tempo alla fine dell’annata, queste considerazioni sembrano inutili, salvo poi riconsiderarle con grande attenzione sul volgere della

L’OBIETTIVO è LA CHAMPIONS

E’ il motore tattico della squadra, oltre ad uno dei simboli della rinascita viola: è lo spagnolo Borja Valero.

stagione. Gli scontri diretti fanno la differenza, in particolare quando l’arrivo è un’ammucchiata. Il Napoli ha 22 punti, come la Juve, a 5 lunghezze dalla Roma scatenata. Benitez ha preso solo 6 reti, a testimonianza di un’ottima fase difensiva, di cui 5 però in trasferta. E’ del tutto evidente che lontano dal San Paolo in Napoli abbia delle difficoltà in più. Di queste dovrà saper approfittare la Fiorentina.

Direttore responsabile Mario Tenerani Consulente editoriale Alessandro Rialti

Fuori casa il Napoli ha già vinto 3 volte con quel suo modo di giocare, molto spagnoleggiante - del resto con Benitez in panchina non potrebbe essere altrimenti -, che ricorda molto da vicino la manovra viola di un anno fa. Gran possesso palla, manovra avvolgente, presenza costante nella metà campo avversaria. Benitez chiede ai suoi di fare sempre la partita, mai di subirla. E poi c’è Higuain. Il Pipita ha caratteristiche diverse da Cavani, ma è comunque la punta di diamante del Napoli. Giocatore fantastico, accompagnato da Callejon e Hamsik. Due pronti a buttarsi in ogni spazio libero, con il gol nel mirino. Mertens e Pandev sono altri due interpreti di rilievo anche se non sempre sono impiegati nella logica di Benitez, tecnico che ama cambiare ogni volta formazione. La Fiorentina si giocherà molto in questa partita: intanto la voglia di stupire ancora, continuando una serie positiva figlia di una settimana fantastica. Il Franchi farà il resto, presentandosi con l’abito da sera, come

Editore e pubblicità Salvini Editore srl Redazione redazione@brividosportivo.it

Joaquin in versione torero. Stavolta deve matare il Napoli. nelle serate più belle. Il futuro è adesso, i viola non possono lasciarselo scappare. Appunta-

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menti da non fallire per crescere ancora. Fiorentina in viaggio verso il successo.

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Viola Regina d’europa

Fiorentina - Napoli

Dopo aver battuto Paços e Dnipro, la squadra di Montella

Fiorentina prima nel girone:

Tre presenze in Europa e già due gol e un rigore procurato: è il brasiliano Ryder Matos di michela lanza

“B

asta poco” canta Vasco Rossi… Dopo la vittoria contro il Pandurii al Franchi, basta davvero poco e la Fiorentina potrà dire di aver raggiunto il suo primo obiettivo: passare la fase a gironi dell’Europa League. Sì perché, dopo aver conseguito tre vittorie in tre partite (stabilendo così l’ennesimo record visto

che nessuna squadra italiana era mai riuscita a vincere consecutivamente le prime tre gare nella fase a gironi dell’Europa League e, quindi, ad essere in cima alla classifica a punteggio pieno), i viola di Vincenzo Montella possono dormire sonni (quasi) tranquilli. Basta loro un solo punto per la matematica certezza del passaggio del turno, anche se… anche se l’intento è quello di arrivare primi

nel girone E per evitare, così, di incontrare ai sedicesimi una ‘retrocessa’ dalla Champions League. E allora, come ha giustamente detto l’Aeroplanino giovedì scorso a fine partita: “Qualificazione quasi conseguita, ma vogliamo il primo posto. Siamo ancora a metà percorso”. Gli ha fatto da eco lo spagnolo Alonso: “Ci manca un punto, ma andremo in Romania per farne tre”. È questa la mentalità giusta, da squadra che non vuol lasciare niente al caso ma che, soprattutto, ha tutta l’intenzione di arrivare più lontano possibile anche in Europa. NUMERI DA SCHIACCIASASSI. Intanto, in attesa di completare il percorso e di volare in Romania il 7 novembre prossimo (anche se stasera ci aspetta il campionato contro un grande Napoli), è giusto godersi i numeri di questa Fiorentina europea. Numeri importanti che denotano carattere e predisposizione a far bene in una competizione che, i viola, loro malgrado, non hanno mai vinto (neanche quando si chiamava Coppa Uefa). La squadra di

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Montella ha giocato in Europa 5 partite (play off compresi) vincendone 4 e perdendone una (il match di ritorno col Grasshopper al Franchi dopo aver dominato in Svizzera) a causa di una dose troppo alta di autostima e una eccessiva sicurezza circa il passaggio del turno. In casa e in trasferta, i viola – a parte quell’intoppo e, anzi, da quell’intoppo hanno imparato la lezione… – non hanno concesso niente a nessuno. Nessun calo di tensione, neanche dopo la grande vittoria contro la Juventus dalla quale, qualcuno, poteva arrivare appagato. Invece niente, il gruppo ha sempre dimostrato concentrazione e mentalità giuste nell’affrontare ogni avversario che il cammino europeo fin qui gli ha messo di fronte. È arrivato il Paços de Ferreira, squadra ‘sconosciuta’ portoghese e la Fiorentina l’ha ‘polverizzato’ con un netto 3-0. Poi c’è stata la difficile trasferta in Ucraina dove le avversità non erano poche (maltempo compreso) e i viola hanno indossato i panni dei guerrieri uscendo vittoriosi… anche dal nevi-

Alla festa europea si è unito anche Cuadrado schio, grazie anche all’esperienza di un veterano d’Europa come Ambrosini. Infine la gara contro i rumeni del Pandurii, squadra che vale una compagine di medio-alta B italiana, che i ragazzi di Montella hanno mangiato in un sol boccone con un altro 3-0. Ed è stato grazie alla concentrazione che sono arrivate 4 vittorie su 5 gare disputate. Per questo Joaquin & Co. hanno messo a segno 10 gol in

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

ha sconfitto anche i romeni del Pandurii. Mai così bene un’italiana in Europa League

adesso la qualificazione è ad… un punto

5 partite (subendone 3) mantenendo anche in Europa League la media gol che la squadra ha in campionato (2 gol a partita). Per questo i viola sono andati al gol con ben 6 giocatori diversi (Cuadrado, Gonzalo Rodriguez, Matos, Rossi, Ambrosini, Joaquin). A dimostrazione che il team viola, quando sta bene, sa essere un autentico schiacciasassi anche in Europa. E anche con schierate le cosiddette ‘seconde linee’.

MATOS, ‘BOMBER DI COPPA’. E a proposito di ‘seconde linee’, ci si accorge che Montella ha a disposizione una giovane ‘bomber di Coppa’. Si chiama Ryder Matos, ha 20 anni ed è brasiliano. Lo portò a Firenze, credendoci molto, Pantaleo Corvino nel 2010 ma nessuno, prima dell’attuale tecnico viola, ci aveva visto della stoffa. Poi, dopo aver fatto due anni nelle giovanili viola ed essere stato un anno in prestito al Bahia (2012-13), è arrivato il ritiro di Moena. Sembrava un giovane con le valigie in mano. Sembrava in partenza. Ma Vincenzino, che di attaccanti se ne intende, lo ha apprezzato fin da subito decidendo di tenerlo nella sua rosa e, addirittura, inserirlo nella lista Uefa. Così, grazie al ritiro estivo e all’intuito dell’Aeroplanino, la Fiorentina si ritrova in casa un giovane interessante che è diventato in poco tempo il ‘bomber di Coppa’ viola. Ha esordito in maglia viola proprio in Europa League, il 19 settembre scorso, contro il Paços de Ferreira, subentrando al 66’ a Joaquin e timbrando

il cartellino, quindi firmando il suo primo gol con la maglia della Fiorentina dopo soli ventisei secondi dal suo ingresso. Montella, che comunque lo sta gestendo e che ha il dovere e il diritto di tutelare Pepito Rossi, gli ha dato ancora fiducia mandandolo in campo da titolare prima in Ucraina contro il Dnipro (dove pur non segnando ha giocato una buona gara), poi giovedì scorso al Franchi contro il Pandurii (dove ha realizzato un altro bel gol, sfiorando pure la doppietta). Due gol

in tre partite per il giovane brasiliano in Europa League… sono un bel biglietto da visita. Ma al di là dei gol, convincono le prestazioni. Non vogliamo metterlo troppo sotto i riflettori, ma dopo quanto fatto vedere sono i riflettori che si accendono su di lui. E su una squadra, la Fiorentina, che ha voglia di continuare a far sognare.

DATA

PARTITA

SQUADRE

RISULTATO

19/09/2013

1°

Fiorentina-Paços dei Ferreira

3-0

19/09/2013

1°

Pandurii-Dnipro

0-1

03/10/2013

2°

Dnipro-Fiorentina

1-2

03/10/2013

2°

Paços de Ferreira-Pandurii

1-1

24/10/2013

3°

Fiorentina-Pandurii

3-0

24/10/2013

3°

Paços de Ferreira-Dnipro

0-2

07/11/2013

4°

Pandurii-Fiorentina

07/11/2013

4°

Dnipro-Paços de Ferreira

28/11/2013

5°

Paços de Ferreira-Fiorentina

28/11/2013

5°

Dnipro-Pandurii

12/12/2013

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

lente d’ingrandimento

Fino ad un anno fa era bella da guardare, ma fin troppo fragile. La cristalleria finissima si è corazzata.

Divertente, cinica e spregiudicata.

Ecco la diva della domenica L di alessaNDro rialti

Juan Cuadrado e Giuseppe Rossi, i funamboli del gol viola.

a parola d’ordine è cinismo. La qualità che la bella Fiorentina di un anno fa non aveva. Divertente spregiudicata, elegante sì, ma cinica quasi mai. Montella ha lavorato a lungo su questo tema: una squadra che sapesse tenere un risultato, anche in un clima torrido, quando tutto si fa più difficile. Una Fiorentina che magari in vantaggio di un gol avesse l’astuzia di chiudersi vicino al calcio d’angolo, sapesse sfruttare i falli laterali, che non avesse paura pure di spedire il pallone in tribuna o in curva. Una Fiorentina alla quale possa bastare un gol di vantaggio per portarsi a casa il risultato e mettere in tasca i tre punti. Una Fiorentina che badi al sodo e lasci stare i fronzoli. Questa squadra nasce da un’invenzione magistrale

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voluta dai Della Valle, affinata da Pradè e Macia, messa sulla rampa di lancio da Montella e sorretta dai suoi formidabili centrocampisti. Una squadra bella e imperfetta che un anno fa seppe conquistare il quarto posto ma che vide la zona Champions soffiata via dal Milan di Balotelli. Colpa di tante decisioni arbitrali? Forse, probabilmente, quasi certamente, ma anche vittima della propria propensione al gioco, allo spettacolo ma che in fatto di cinismo pareva assolutamente... verde. Quest’anno qualcosa sta cambiando, il pari a Roma con la Lazio e la vittoria a Verona con il Chievo raccontano di una Fiorentina che in certe occasioni sa farsi... bruttina ma efficace. Se questa virtù reggerà anche nelle prossime gare che sono difficili e dispendiose, se

pure in questo match con un Napoli lanciatissimo e subito dopo nella trasferta a San Siro contro un Milan sempre più balbettante, gli uomini di Montella sapranno far di eventuali limiti un’occasione, se riusciranno ad andare oltre la tecnica, l’eleganza, oltre la prestazione per tuffarsi nel lago del cinismo, portando a casa risultati e punti, allora le prospettive stagionali potrebbero arricchirsi di colpo. Già perché con un po’ di cinismo e magari ritrovando Gomez e qualche viola che non sta andando a pieni pistoni, la Fiorentina è ancora in tempo a portarsi alle spalle delle primissime. Il tutto tenendo viva l’Europa League e restando in corsa per poi scatenarsi in Coppa Italia. ovvero il programma sognato e disegnato questa estate.

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

STAGIONE VIOLA

Fiorentina - Napoli

14 vittorie in trasferta per Montella in viola e, anche

Una Fiorentina formato trasferta che C di Michela lanza

he Fiorentina ha costruito Montella! È logico stupirsi, perché qualsiasi squadra, domenica, dopo essere andata in svantaggio e davanti ad un Chievo maschio e cattivo, avrebbe avuto difficoltà a ribaltare il risultato semplicemente con le proprie forze. È vero, gli uomini di Sannino sono ultimi in classifica con 4 punti, ma è altrettanto vero che contro la Fiorentina c’hanno messo una grinta e una cattiveria fuori dalla norma e che hanno giocato come fosse per loro l’ultima spiaggia. Come se contro i viola fosse il match giusto per ‘salvare la faccia’. E, altra cosa da non

pionato quest’anno su 5 partite (a Genova contro il Genoa, a Bergamo e domenica a Verona contro la squadra di Sannino). Vittorie che vanno a sommarsi a quelle della passata stagione: 8 su 19 partite (contro Genoa, Milan, Palermo, Lazio, Atalanta, Sampdoria, Siena, Pescara). Per un totale, solo in serie A, di 11 vittorie in 24 partite. Alle prestazioni offerte in campionato, vanno aggiunte quelle dell’Europa League di quest’anno dove, per il momento, gli uomini di Montella hanno fatto bottino pieno in trasferta (2 vittorie su 2 partite contro Grasshopper e Dnipro) e quella in Coppa Italia della passata stagione (1 vittoria su 1 partita giocata a Udine). E allora il totale parla chiaro: 27 partite disputate lontano dal Franchi, ben 14 vittorie. Che significa aver vinto più del 50% delle partite esterne. OBIETTIVO MIGLIORARSI. E non è certo finita qui, perché

sottovalutare, è che la squadra di Montella veniva comunque dal match europeo del giovedì. Insomma, era la terza partita in una settimana e non ha sbagliato un colpo: 3 vittorie, 9 gol fatti. Ma soprattutto… continua a vincere e convincere in trasferta in virtù del suo essere cinica e spietata. 14 VITTORIE IN 27 GARE IN TRASFERTA. I numeri parlano chiaro. La squadra dell’Aeroplanino lontano dal Franchi ha acquisito una mentalità vincente, da big del calcio italiano e, dati alla mano, pure europeo. Con la vittoria di Verona contro il Chievo, sono già 3 le vittorie in trasferta conquistate in cam-

VITTORIE IN TRASFERTA GIOCATE CON VINCENZO MONTELLA STAGIONE 2012-13 - CAMPIONATO 19 STAGIONE 2012-13 - COPPA ITALIA 1 STAGIONE 2013-14 - CAMPIONATO 5 STAGIONE 2013-14 - EUROPA LEAGUE 2 TOTALE 27

VINTE 8 1 3 2 14

se la strada intrapresa è questa, è chiaro che l’Aeroplanino con la sua Fiorentina può ambire a superare se stesso e ad entrare nella storia: superando le 8 vittorie in un solo campionato (impresa difficile ma non impossibile), sarebbe l’allenatore più vincente lontano dalle mura amiche della storia della Fiorentina in un campionato di serie A. Per adesso ha già il merito di aver regalato alla Fiorentina, in questa ‘speciale’ graduatoria, il primo posto per quanto riguarda i campionati a 20 squadre con le 8 vittorie in trasferta conquistate nella stagione 2012-13. Se poi ALLENATORE Montella Chiappella Czeizler Bernardini

riuscisse a fare meglio, allora diventerebbe in assoluto il più vincente tra i viola in serie A. Nessuna Fiorentina è riuscita mai a vincere più di 8 partite lontano da casa, né in campionati a 20 squadre, né a 18, né tantomeno (e ovviamente) a 16. Ecco, nello schema, le quattro squadre più vincenti in trasferta della storia viola. MARCATORI E GOL. Per concludere in bellezza, è curioso ricordare quanto la Fiorentina di Montella continui ad essere prolifica in zona gol, tanto da mantenere la media costante di 2 gol a partita. Anche in questa stagione ha già messo

SQUADRE STAGIONE PARTECIP. IN A campionato 2012-13 a 20 squadre campionato 1965-66 a 18 squadre campionato 1958-59 a 18 squadre campionato 1955-56 a 18 squadre

VITTORIE ESTERNE 8 8 8 8

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

quest’anno, sono già 12 i marcatori stagionali…

vince E SEGNA VALANGHE DI GOL a segno 19 reti in 9 partite di campionato e 10 gol in 5 gare di Europa League. Per un totale di ben 29 reti segnate in 14 match. Gol che portano la firma di ben 12 giocatori della rosa dell’Aeroplanino. I numeri nel calcio raccontano sempre la verità. E la verità dice che la Fiorentina è una macchina MARCATORI VIOLA Rossi Cuadrado Gonzalo Rodriguez Gomez Joaquin Matos Aquilani Borja Valero Mati Fernandez Pizarro Vargas Ambrosini autogol a favore

da gol che fa sognare anche in trasferta, dove fino a pochi anni fa… usciva spesso sconfitta e leccandosi le ferite. Continuare a sognare è lecito… ma stasera, per sognare in grande, è doveroso provare a battere un grande Napoli, cosa che non accade dal 28 gennaio 2009 quando i partenopei non CAMPIONATO 8 2 1 2 1 0 1 1 1 1 1 0 0 19

erano certo quelli di oggi ma solo una squadra che, tornata in serie A nella stagione 200708, stava cercando di crescere a piccoli passi. Che l’artiglieria viola si carichi a pallettoni: gli uomini di Benitez hanno perso una sola partita in trasferta a Roma contro lo schiacciasassi giallorosso.

EUROPA 1 2 2 0 1 2 0 0 0 0 0 1 1 10

TOTALE 9 4 3 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 29

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

LA BANDIERA

Fiorentina - Napoli

Firmato il rinnovo del contratto, Pasqual si proietta nella leggenda

Alzare un trofeo ed andare al Mondiale.

Tutti i sogni del capitano di ALESSANDRO LATINI

Manuel Pasqual, oltre 280 presenze con la maglia della Fiorentina. Ha prolungato il suo contratto fino al 2015 (con opzione per il 2016)

n nove anni sono cambiate tante cose dentro e fuori alla Fiorentina. Si sono avvicendati allenatori (quattro, con alterne fortune), dirigenti (un paio, fondamentali) e calciatori (un’infinità, qualcuno forte ed altri solo comprimari). La Fiorentina è stata in Europa League, poi in Champions League, è stata ultima in classifica ed ha rischiato persino di retrocedere. Lo stadio era gremito, poi si è svuotato, poi è tornato di nuovo ad essere pieno. Lui c’era, c’è, e ci sarà. Parlare di Manuel Pasqual è complicato, scrivere lo è ancora di più. Il rischio di cadere nella retorica è concreto, perché il capitano incarna la Fiorentina. Non c’è il rischio

di esagerare, semmai quello di sminuire con le parole un legame che va oltre il rapporto che un calciatore può avere con la città nella quale gioca. Si, perché parlare di appartenenza alla squadra ormai non basta più. Il suo patto con Firenze è solido, oggi più che mai. Il rinnovo del contratto annuale (scadenza nel 2015, con opzione legata alle presenze per prolungarlo fino al 2016) lo proietta nella storia del club gigliato, nel clan dei pochissimi che hanno superato le dieci stagioni in maglia viola. Non un dettaglio, ma un sigillo. E’ speciale perché semplice, Manuel. Perché non ha niente del calciatore modello. Zero tatuaggi, zero creste, zero orecchini. Ci è piaciuto

anche per questo (oltre che per quel sinistro prezioso) fin dal primo giorno. DOVE TUTTO E’ COMINCIATO. Manuel a Firenze è arrivato che era poco più di un ragazzino. A ventitré anni c’è già chi è scafato e pronto per la Serie A, ma lui era un tipo timido, che aveva assaggiato il calcio vero a Treviso e che lo aveva conosciuto meglio ad Arezzo. Poca roba, si parla di Serie C1 fino alla stagione 2003/2004, quando il club amaranto disputa un campionato inaspettato e pazzesco. Dal ripescaggio al primo posto è un balzo unico, l’Arezzo domina con un Pasqual titolare e la stagione successiva disputa uno storico torneo di Serie B. Salvezza acquisita con

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013 Con la Fiorentina ha raggiunto anche la convocazione in azzurro e ora sogna il Mondiale di Rio.

Corvino tratta sul prezzo e lo porta a Firenze per 2,5 milioni di euro. Una cifra che fa respirare le casse del piccolo club toscano, ma che dimostra il valore del ragazzo. A Firenze inizia in sordina. Prandelli gli preferisce l’esperienza di Pan-

largo anticipo e quel terzino è la rivelazione. La serie cadetta ha gli occhi addosso di tutti, non è come la C1. Basta una stagione ad alto livello che bussa alla porta il grande club di Serie A. E quella squadra è proprio la Fiorentina. Il neo ds

Fiorentina - Napoli caro nelle prime uscite, ma piano piano Pasqual si ritaglia uno spazio importante. L’esordio in Serie A arriva il 18 settembre contro l’Udinese in un match vinto 4-2 dalla squadra di Prandelli e la prima stagione si rivela soddisfacente. La Fiorentina decide di riscattarlo, non senza difficoltà. I 2,5 milioni di euro pattuiti sulla parola un anno prima non bastano più all’Arezzo, resosi conto di avere fra le mani un piccolo gioiello. La trattativa è lunga, alla fine Corvino concede un milione di euro in più e si prende la seconda metà del cartellino. Da lì in avanti sono gioie miste a qualche amarezza. Il rapporto con Prandelli si incrina, finisce spesso in tribuna ed ai margini della squadra, ma è lì che cementa ancora di più il suo rapporto con la Fiorentina. Nessuna polemica lo contraddistingue, lavora duramente in allenamento ed è apprezzato per questo dalla società. La cultura e l’educazione, uniti ai modi gentili, lo rendono gradito ai tifosi fuori dal campo. Con il passare delle stagioni (e degli allenatori) ritrova il suo posto da titolare e vede ce21x10_Quality-Rate_front.ai 1 10/10/2013 dergli Flyer il passo tutti quelli che

erano stati presi per giocare al suo posto (Balzaretti, Gobbi, Vargas e via discorrendo). PATTO CON FIRENZE. Nell’estate del 2012 arriva la soddisfazione più grande. Dopo aver rinnovato per ben due volte il contratto con la Fiorentina, il neo allenatore Montella lo promuove capitano dopo la cessione di Gamberini. L’elezione è a furor di popolo, perché Manuel è ormai un fiorentino acquisito (i suoi bambini lo sono a tutti gli effetti). Firenze è casa sua e lo ha ribadito anche nel momento in cui ha firmato il suo quarto contratto con la Fiorentina: «Voglio ringraziare la società che ha sempre avuto fiducia in me, anche nei momenti difficili. Firenze è una scelta di vita ed un impegno con la città. Sono felice di poter continuare a vestire questa maglia. La mia famiglia a Firenze si sente a casa». Parla da leader, ci mette la faccia quando le cose non vanno bene e si assume spesso responsabilità che non sono sue. Il rapporto con i dirigenti è franco e leale, come lo è stato nel corso di tutta la trattativa per il rinnovo. Ma17.49.39 nuel voleva un biennale, ma

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la politica societaria non lo consente per gli ultra trentenni. La soluzione trovata è una via di mezzo che accontenta tutti, con la Fiorentina che ha tenuto bassi i bonus da raggiungere per far scattare il secondo anno di contratto. Tutto ruota intorno alle presenze, che oltretutto dovranno essere di qualità, perché ci sono ancora un paio di sogni da realizzare: «Da capitano mi piacerebbe alzare un trofeo. Vincere l’Europa League allo Juventus Stadium sarebbe la ciliegina sulla torta». E poi c’è il Mondiale, l’ultima occasione per disputare una grande manifestazione con la maglia della Nazionale: «Farò di tutto per mettere in crisi Prandelli, mi ha assicurato che nei miei confronti non c’è nessuna preclusione». Sorriso a trentadue denti, un entusiasmo che ricorda quello del ragazzino arrivato a Firenze, anche se dopo nove anni Manuel è diventato uomo. Anzi, è diventato di più. Adesso è il leader di una squadra che lotta per vincere. Per fargli alzare quel benedetto trofeo che sogna insieme a tutta Firenze. La sua città.

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

Commozione quando il figlio di Julinho

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di ANDREA GIANNATTASIO

co campioni del calibro di Giuliano Sarti ed Ardico Magnini, eroi della straordinaria cavalcata che nel 1956 portò al primo scudetto della storia del club di Viale Fanti, star più recenti come l’indimenticabile ‘’Picchio’’ De Sisti e Giovanni Galli, fino al commovente ricordo dei super tifosi recentemente scoparsi Valter Tanturli e Mario Ciuffi, rappresentati rispettivamente dalla figlia e dalla moCarlos, il figlio di Julinho. Ha donato la maglia glie. Assieme a loro anche Furio con cui il padre ha vinto il primo scudetto della storia viola. Valcareggi, in rappresentanza del padre Ferruccio, campione fuori dal campo. Dopo il succes- protagonisti dell’epopea viola viola ed azzurro. so della prima kermesse, dove il ricevere il prestigioso ricono- Tante le emozioni vissute tra Museo Fiorentina ha premiato scimento di entrare a far par- i presenti in questa seconda alcuni primi grandi campioni te in via ufficiale della Hall of edizione della Hall of Fame, in della storia gigliata come Gian- Fame della Fiorentina. Davanti particolare quando il ricordo carlo Antognoni, Beppe Chiap- all’ovazione di oltre seicento è corso a Stefano Borgonovo pella e Kurt Hamrin e dirigenti presenti - ancora visibilmente (rappresentato dalla figlia Alescome il presidentissimo di tutti euforici per il successo di sole sandra, che ha ricordato come tempi Luigi Ridolfi, stavolta è ventiquattr’ore prima contro la il padre abbia lottato fino all’ulcontro la SLA con il cuore toccato a tantissimi altri illustri Juventus - hanno sfilato sul pal- timo VENITE A TROVARCI NELLA NOSTRA SEDE

andata in scena lunedì 21 sera nella splendida cornice del nuovissimo auditorium della Banca CR Firenze la seconda edizione della Hall of Fame Viola, il massimo riconoscimento del mondo viola che celebra le gesta di chi ha contribuito in passato a portare in alto il nome della Fiorentina attraverso successi dentro e

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

ha donato l’unica maglia viola con lo scudetto: “Questa è la casa giusta”

ORGOGLIO VIOLA.

of Fame diventa simbolo d’identità

Alessandra Borgonovo, figlia di Stefano, bomber rimasto legato a Firenze con un cordone indivisibile.



lore ricamato: ‘’E’ l’unica maglia della Fiorentina che abbiamo di mio padre - ha detto il brasiliano commosso - ma io e i miei fratelli abbiamo deciso che sia giusto che questa maglia torni a casa’’. Applausi, gioia ma an-

che tanta commozione. Non poteva poi mancare il tocco di cultura nella splendida serata della Hall of Fame, che ha avvertito uno scatto di orgoglio nel momento in cui nella sala è stato proiettato un video con le parole del Maestro Franco Zeffirelli, che al momento della sua premiazione (avvenuta in separata sede) ha ricordato a tutti il valore ed il privilegio di essere fiorentini e di tifare per la squadra viola, che rappresenta oggi più che mai un tramite importante per espandere e ribadire il nome di Firenze nel mondo. Oltre ad un illustre parterre di glorie viola, era presente anche una folta delegazione della Fiorentina, rappresentata dai dirigenti Guerini, Mencucci, Macìa e Pradè assieme ai calciatori Pasqual ed Alonso, protagonisti di alcuni diverten-

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ti siparietti al momento della loro apparizione sul palco. L’attuale capitano viola, che è stato insignito del ruolo di ‘’Senior Player’’ ed ha premiato De Sisti, si è lasciato andare ad un caloroso abbraccio con l’ex leader viola nella stagione del secondo scudetto, nella speranza - come ha dichiarato - di poter ricevere del ‘’flusso positivo’’ per ripetere un successo tricolore quanto prima. Bello anche lo scambio di battute tra Ardico Magnini, titolare nella Fiorentina che nel ‘57 disputò la finale della Coppa dei Campioni contro il Real Madrid, ed l’attuale terzino spagnolo dei viola, nipote dell’Alonso che con i blancos sconfisse, non senza polemiche, la formazione di Bernardini al Bernabéu per 2-0. Al termine della serata, quello che è rimasto nei cuori dei presenti è un profondo

senso di appartenenza per i colori viola da parte di tutti. Una festa totale tra presente e passato, all’indomani di un

successo (quello contro la Juventus) destinato anch’esso ad entrare negli annali della storia della Firenze del calcio.

Manuel Pasqual e Marcos Alonso, un pezzo di Fiorentina di oggi nella serata della Hall of Fame

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

amarcord

Fiorentina - Napoli

Il racconto di un duello di 45 anni fa tra i viola di Pesaola e gli azzurri di Chiappella

Fiorentina-Napoli, quando una sfida può mutare Bruno Pesaola, il Petisso. Ha legato la sua carriera da allenatore sia a Fiorentina che a Napoli.

di ruben lopes pegna

i sono partite che possono mutare l’andamento di una stagione e che possono rivelarsi fondamentali per il raggiungimento di un risultato. Sono queste le partite nella quali l’intuizione di un allenatore diventa davvero importante. E’ quanto avviene l’8 dicembre 1968 al Comunale di Firenze nel corso di Fiorentina-Napoli valida per la decima giornata di campionato. Noi vi raccontiamo quello che è avvenuto il giorno dell’Immacolata di 45 anni fa in una giornata umida e piovosa. Si sta profilando la seconda sconfitta casalinga per la Fiorentina di Bruno Pesaola. La squadra

il destino di una stagione

viola sta perdendo per 1-0 alla fine del primo tempo contro il Napoli, guidato dall’ex tecnico e giocatore viola Beppe Chiappella. E’ una sfida particolare: sulla panchina della Fiorentina siede, infatti, Pesaola, anch’egli un ex. Ha allenato e giocato molti anni all’ombra del Vesuvio. E’ argentino di nascita ma napoletano d’adozione. A metà gara i partenopei, nelle cui file ci sono tra gli altri Zoff e Bianchi che alleneranno i gigliati nei primi anni 2000, sono in vantaggio per 1-0, grazie al gol realizzato da Canè dopo diciannove minuti di gara. Pesaola quel giorno manda in campo la seguente formazione, priva del terzino destro Rogora sostituito da Stanzial: Superchi; Stanzial, Mancin; Merlo, Ferrante, Rogora; Chiarugi, Rizzo, Maraschi, De Sisti, Amarildo. La squadra viola, però, soffre soprattutto a centrocampo, dove il “Petisso” schiera Rizzo, Merlo e De Sisti. A parte “Picchio”, il capitano, gli altri due sono soprattutto por-

tati a costruire la manovra ma non coprono molto. Il gioco così è sempre in mano agli azzurri che a centrocampo hanno Juliano, Bianchi e Montefusco, cui dà aiuto anche il tornante Salvi. Sono elementi tosti a cui magari manca un po’ di fantasia ma che garantiscono equilibrio al

l’unica sostituzione (come da regolamento) a sua disposizione. Ma il “Petisso” è un tipo a cui piace rischiare. E così fa. Toglie una punta, Chiarugi, ed inserisce un mediano, il ventenne “Ciccillo” Esposito, campano di Torre Annunziata. Sugli spalti i tifosi inorridiscono. Non capiscono

Beppe Chiappella. E’ stato allenatore dei viola dal 1960 al 1968.

reparto. Così per i tre attaccanti viola, Chiarugi, Maraschi e Amarildo la vita è dura. Non arrivano loro palloni giocabili. Pesaola è preoccupato e nell’intervallo decide di cambiare e di giocarsi, rischiando anche parecchio,

perché l’allenatore, con la squadra in svantaggio, faccia uscire un attaccante per mettere al suo posto un centrocampista. Invece questa si rivela la mossa vincente, che cambia il corso della partita. Con un uomo in più a

metà campo la Fiorentina prende il pallino del gioco. E così, non certo per caso, arrivano anche i gol. Al 22’ è Amarildo a realizzare la rete del pareggio. Poi quattro minuti più tardi c’è gloria anche per Rizzo. E’ il giocatore calabrese a siglare il gol della vittoria. In campo e sugli spalti così è festa grande per un successo che a metà gara sembrava quasi impossibile. La Fiorentina così conquista la vittoria per 2-1 e mantiene, insieme al Milan, il secondo posto in classifica a una lunghezza dalla capolista Cagliari. Ma quel giorno Esposito si conquista definitivamente i galloni di titolare. A farne le spese sarà per quasi tre mesi Chiarugi, non perché non fosse bravo ma perché in quel momento non garantiva gli equilibri giusti. A marzo, però, Chiarugi (dopo dieci giornate passate per lo più in panchina) tornerà di nuovo in campo (per lo più al posto di Rizzo) e sarà determinante per la conquista dello scudetto.

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EX viola di francesca bandinelli

n rimpianto, perché averlo visto crescere e, alle prima difficoltà, avergli girato le spalle non è stato certo motivo d’orgoglio per nessuno. Christian Maggio, 13 presenze e un gol in Serie B, stava rientrando da un infortunio (reso ancora più fastidioso dalla concomitante pubalgia): Prandelli, che pure oggi lo ha reso uno dei punti di riferimento della sua Nazionale, decise che era giusto mandarlo in giro a giocare. Che non poteva rientrare nel suo progetto tecnico. In Fiorentina, disse, non avrebbe trovato posto. Passò al Treviso, prima di conquistare tutti con la maglia della Sampdoria. Tanto che Mazzarri, quando si trasferì a Napoli lo volle con sé in ogni modo. I tifosi viola, affezionati a quel ragazzo con la faccia pulita, lo avevano come adottato, divertiti anche dall’accento veneto che lo ha sempre contraddistinto. Forse anche per questo non hanno mai portato rancore nei suoi confronti. Al contrario di Behrami, lo svizzero che, pur ritrattando

Fiorentina - Napoli

Christian fu giudicato troppo frettolosamente da Cesare Prandelli, Valon ha fatto di tutto per trasferirsi alla corte di De Laurentiis

MAGGIO E BEHRAMI,

un rimpianto e un grande affare. pochi istanti dopo, disse che per restare sarebbe stato pronto anche a firmare un contratto in bianco. Col Napoli, però. Bravissimo è stato Daniele Pradè. Ha portato avanti l’impegno che era stato di Pantaleo Corvino prima, con una nuova forma di prolungamento contrattuale già studiata nei dettagli, salvo poi non lasciarsi stringere il cappio al collo con richieste fuori luogo. Le strade si sono separate senza nemmeno troppe lacrime. I viola, che nel gennaio 2011, investirono due milioni di euro per il suo cartellino, in un anno e mezzo hanno realizzato una plusvalenza di quasi cinque volte il valore iniziale. Per loro sarà un ritorno dai due volti. Tornerà a Firenze Valeria, oggi moglie di Chrstian Maggio che lo aveva comunque

Valon Behrami in azione con Borja Valero.

seguito dopo il passaggio dal Vicenza (qui aveva iniziato gli studi di Architettura), e pure la famiglia di Valon, che in riva d’Arno ha lasciato decine di amici fidati. Maggio, nella Fiorentina di Montella, avreb-

be sicuramente trovato spazio e cratività, sia in un 3-5-2 - schema usato a lungo da Mazzarri al Napoli -, Behrami in questo centrocampo non avrebbe invece trovato la sua dimensione. Di lui man-

ca semmai il temperamento, non tanto negli spogliatoi dove in realtà nessuno ha mai bisogno di alzare la voce, quanto piuttosto in campo. Nell’anno e mezzo vissuto a Firenze, con Sinisa Mihajlovic prima e il tris di allenatori succedutisi in panchina dopo il suo esonero, è stato uno dei simboli più combattivi di una squadra destinata nel giro di due anni ad essere completamente dismessa. Indietro non si torna: la storia, quella dei nuovi successi, deve essere scritta. E loro, Maggio da una parte e Behrami dall’altra, stavolta sono solo avversari. Per i ricordi, eventualmente, ci sarà tempo solo dopo.

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

IL GRANDE NO

Fiorentina - Napoli

Il panzer tedesco, corteggiatissimo dal Club di De Laurentiis,

Mario Gomez,

di francesca bandinelli

Gomez festeggia il primo gol in maglia viola a Genova.

uando partì per il ritiro, sulla sponda italiana del Lago di Garda, Mario Gomez sapeva già di non essere più un giocatore del Bayern Monaco. Lui che aveva vinto due campionati tedeschi, due coppe di Germania e altrettante Supercoppe tedesche, mettendo insieme 113 gol

in 224 presenze, non faceva più parte del progetto. Nemmeno per le partitelle degli sponsor. Come un big veniva considerato solo quando c’erano da pagare sanzioni, vedi la multa rimediata per il cappelino Nike indossato in uno de pochi momenti di libertà dagli allenamenti e

prontamente pizzicato dai paparazzi tedeschi (al posto di Puma). La Fiorentina è stata per lui fin da subito una scommessa. Pradè lo ha convinto subito, il resto lo ha fatto il giocatore. Che in realtà non ha mai tentennato. Nemmeno di fronte alla prospettiva di tornare protagonista in Champions. De Laurentiis, il patron del Napoli, sapeva quali corde toccare, da quelle economiche a quelle motivazionali. Forte degli oltre sessanta milioni incassati dalla cessione di Cavani - dovendo in qualche modo dimostrare anche alla piazza di non aver indebolito la squadra ma, al contrario, colto l’occasione migliore per rafforzarla - ha fatto sentire la sua voce. Al Bayern sarebbero andati diversi milioni in più rispetto a quelli messi

sul piatto dalla Fiorentina (complessivamente, bonus inclusi, 21), e al giocatore l’ingaggio avrebbe rasentato i parametri tedeschi.

Non quattro milioni netti, ma quasi il doppio. Gomez non ci ha pensato nemmeno un attimo. Ha visto viola fin dall’inizio e non ha cam-

Con Bayern Monaco ha vinto tutto: quando ha dovuto scegliere tra Fiorentine e Napoli, Gomez ha puntato dritto sui viola.

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

non ha mai pensato ad altro. In Champions sì, ma con la viola

Fiorentina Uber Alles biato idea. Lo schiaffo, per il Napoli (che poi si è consolato col Pipita Higuain), è stato persino doppio. Quella di Mario è stata una decisione di principio e non ha pensato nemmeno per un attimo a fare marcia indietro. In Champions, ha detto fin dal suo arrivo, sarebbe stato lui, a suon di gol, a trascinarci la Fiorentina. Adesso è solo questione di tempo. Il recupero dell’attaccante tedesco rimasto bloccato da un infortunio al ginocchio in occasione della gara con il Cagliari del 15 settembre scorso sta procedendo nella giusta direzione. Si valuterà in queste ore se aggregarlo fin da subito al gruppo, magari portandolo in panchina a San Siro nell’anticipo col Milan, o se far slittare il tutto alla gara successiva con la Sampdoria (ma anche con il

Pandurii, il 7 a Cluji). Il giocatore ha seguito il piano di lavoro prescritto da medici e fisioterapisti: si è fatto in modo di contenere potenziali ricadute (come invece accaduto con Ilicic che con quella botta all’astragalo è ancora costretto a contenere carichi di lavoro): per il rientro in gruppo è questione di ore, per quello in campo, magari dal primo minuti si valuterà in base anche alla risposta del campo. Col Napoli, Gomez rimanderà l’appuntamento al ritorno, al San Paolo, in quello che avrebbe dovuto essere il suo stadio e che invece cercherà di trasformare in terra di conquista. Ha avuto una sola parola, Mario. Ora per mantenere la seconda promesse fatta, riportare i viola in Champions è soltanto questione di tempo.

Mario Gomez nel giorno della sua presentazione in maglia viola di fronte a venticinquemila spettatori.

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

Il doppio ex che segnò il suo primo gol al Napoli anticipa la sfida contro l’altra squadra spagnola d’Italia.

Orlandini: «Fiorentina-Napoli

come ai vecchi tempi,

fantasia e tecnica al potere» di giulia bonci

ndrea Orlandini, detto Birillo, Fiorentino di San Frediano, è uno degli illustri doppi ex della sfida tra Fiorentina e Napoli. Una carriera divisa tra la sua Firenze e il capoluogo campano dove ha anche rischiato di vincere uno scudetto. Orlandini, un ricordo di quella che è stata la sua esperienza nella Fiorentina. «La mia storia con la maglia viola è avvenuta a più riprese. Sono cresciuto nel settore giovanile

ma poi la società decise di mandarmi a fare le ossa nelle serie minori e ritornai solo quando Liedholm mi rivolle dopo un provino. Il momento più bello comunque rimane il giorno dell’esordio. Lo ricordo come se fosse ieri. Contro il Napoli. Vincemmo 2-1 con un gol mio e uno di Clerici. Un sogno». Un ricordo di Napoli? «Quando alla Fiorentina arrivò Radice fui venduto al Napoli anche se io non ci volevo andare. Sono rimasto li quattro anni. E’ stato un bel periodo e quella era anche una bella squadra. Abbiamo quasi vinto uno scudetto....perso all’ultima giornata contro la Juve». E ora che differenze ci sono tra Fiorentina e Napoli? «Sono due squadre molto simili. Due realtà

Andrea Orlandini, doppio ex. Il suo primo gol in A lo ha realizzato proprio al Napoli. che in questo momento sono tra le migliori in Italia. Con la scelta di Montella e di dirigenti come Pradè e Macià i Della Valle hanno fatto fare il salto di qualità alla Fiorentina. Ora i viola sono sicuramente tra le migliori squadre d’Europa e lo dimostra l’arrivo di giocatori del calibro di Go-

mez e Rossi». Lei è stato un centrocampista, un commento a questo reparto viola. «Il centrocampo è senza dubbio il miglior reparto della Fiorentina. Abbina quantità e qualità. Pizarro, Aquilani e Borja Valero sono sicuramente tra i più tecnici del campionato men-

tre l’arrivo di Ambrosini ha dato la grinta che mancava. Inoltre è tornato anche Vargas, un giocatore che se ricomincia a fare una vita sana può fare grandi cose». E Il reparto più forte del Napoli? «Posso dire che il più debole è la difesa. Non regge il confronto con centrocampo e attacco. Nella difesa a quattro di Benitez gli esterni sono il vero punto debole e la Fiorentina deve saperlo sfruttare». I giocatori che più le piacciono della squadra di Montella? «Giuseppe Rossi e Cuadrado sono dei giocatori fantastici e tornando al discorso della debolezza dei terzini del Napoli il colombiano può diventare una vera spina nel fianco per i partenopei».

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

COSI’ FORTI COSI’ DIVERSI

Fiorentina - Napoli

Quello del Napoli non cambia mai,

Montella v

Innovazione ed ironia sono la Fiorentina ed il Napoli. Concetti talVincenzo Montella continua la sua scalata alla vetta della classifica: volta semplici, ma al Franchi arriva il Napoli. applicati tremendamente bene, fanno la differenza a livello tattico. Il Napoli è reduce di alessandro latini da un cambio di rotta piute ci sono due squa- tosto importante. Il 3-5-2 dre in Serie A che su- di mazzarriana memoria biscono la mano del fa parte ormai dei ricordi, proprio allenatore quelle ma gli azzurri sembrano

aver assimilato in fretta i dettami tattici di Benitez. La Fiorentina, invece, è una sorta di camaleonte a cui piace cambiare soprattutto a gara in corso. IL MODULO, UNA FEDE. L’allenatore del Napoli ha uno schema rigido, dal quale si discosta raramente: il 4-2-3-1 più che un modulo è una fede. Difficile vedere schierate le sue squadre in modo diverso. E’ stato così per tutta la carriera in club di altissimo livello internazionale, lo sarà a maggior ragione per il Napoli. La difesa a quattro, per il Mago, è un credo dal quale non si può

derogare. Gli esterni devono spingere, ma con moderazione. Maggio e Zuniga (fino allo scorso anno praticamente attaccanti aggiunti) hanno soprattutto il compito di presidiare la fase difensiva. In mezzo al campo servono per forza due mastini: uno è Valon Behrami, che in questo contesto si esalta, e l’altro è spesso Inler, anche se Dzemaili ha giocato diverse partite. Il tridente dietro alla prima punta è il marchio di fabbrica. Insigne, Hamsik e Callejon non hanno particolari vincoli tattici, se non quelli di attaccare la profondi-

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tà e gettarsi negli spazi. Spesso sono chiamati a chiudere l’azione anche più della prima punta. Con questo modulo il Napoli occupa bene il campo e può tenere contemporaneamente in formazione diversi giocatori offensivi. I problemi nascono quando la squadra avversaria ha la superiorità numerica a centrocampo. Behrami ed Inler, pur essendo bravi in fase d’interdizione, non hanno la forza necessaria per reggere il confronto. CAMALEONTE VIOLA. E Montella la partita la preparerà proprio per mettere in crisi il Napoli a cen-

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

l’Aeroplanino è sempre in evoluzione

s Benitez:

contro il Mago degli scacchi trocampo. Linea mediana folta e di qualità, il 3-5-2 di partenza dovrebbe essere lo schema prescelto, con Borja Valero che potrebbe ancora agire qualche metro avanti rispetto alla sua posizione naturale. L’infortunio di Ambrosini priva la Fiorentina di un interprete eccellente del modulo, anche se un palleggiatore in più potrebbe far comodo proprio in questa partita. Montella, poi, studierà il modo di affondare sulla destra, per consentire a Cuadrado di far passare una serataccia ad Armero (compagno di nazionale e sostituto del

più temibile Zuniga). Ma Montella, come dicevamo, può passare da un sistema di gioco all’altro muovendo solo un paio di pedine. E’ questa la Fiorentina che ha costruito e che gli sta dando diverse soddisfazioni. Non ha dogmi da imporre, la nuova linea non prevede che ci sia qualcosa da scartare a priori. Per questo si è vista la Fiorentina con la difesa a tre o quattro elementi. Si è inventato Borja Valero trequartista e Giuseppe Rossi prima punta, la fantasia (unita alla competenza) non gli manca. I colleghi lo stimano per questo,

se è uno degli allenatori italiani più apprezzati i motivi sono presto svelati. I metodi d’allenamento sono tra i più rivoluzionari d’Europa, si avvale di uno staff numerosissimo e di prim’ordine e sono tanti che chiedono di poter assistere ai suoi allenamenti nel corso della settimana. PARTITA A SCACCHI. Benitez e Montella, seppur di epoche diverse (ci sono quattordici anni di differenza tra i due), hanno anche qualche punto in comune. La pacatezza in panchina è un qualcosa che li contraddistin-

gue entrambi e che li fa essere portati ad esempio dalla critica. L’allenatore spagnolo è furbo e pronto alla battuta proprio come il collega napoletano, che ama giocare sul filo dell’ironia in conferenza stampa o davanti alle telecamere. Il palmares, ovviamente, li divide. A vantaggio di Rafa ci sono una quantità industriale

Rafa Benitez, prima stagione alla guida del Napoli.

di titoli nazionali e coppe europee. Vincenzo ha quattordici anni a disposizione per ricucire lo strappo. Intanto lo può battere stasera e magari in una lunga partita a scacchi, altra grande passione di Benitez.

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

GIACCHETTA NERA di giancarlo carmagnini

opo la buona prova complessiva dei direttori di gara nell’ultimo turno di campionato, il week end calcistico non ha regalato altrettante gioie. Si sono salvati, pur senza squilli di tromba, Tagliavento di Terni (reduce però da una opaca prestazione in Champions League in Porto–Zenit) che ha diretto Bologna–Livorno, Celi di Bari che se l’è cavata bene in Inter–Verona,

Fiorentina - Napoli

AVEVAMO SPERATO, ma gli errori continuano a farla da padrone pur annullando inspiegabilmente un gol a Luca Toni (sarebbe stato il gol del 3-4), Irrati di Pistoia in Sampdoria–Atalanta e Banti di Livorno in ChievoFiorentina. Quest’ultimo, sotto la supervisione del designatore

Banti, il fischietto che ha diretto Chievo Verona-Fiorentina

Braschi ha diretto globalmente una buona gara, pur con 2 macchie non da poco: la prima è l’ammonizione comminata a Gonzalo Rodriguez (salterà per questo il Napoli) che pur rendendosi reo di un entrata un po’ rude e scomposta a centrocampo non tocca assolutamente l’avversario e la seconda è il mancato cartellino rosso al portiere Puggioni per l’entrata a gamba alzata su Cuadrado nell’occasione del secondo gol viola, in questo caso l’arbitro internazionale è stato anche mal assistito dall’addizionale di porta Di Paolo. Ma come sempre il “TOP” di giornata è stato De Marco di Chiavari ha assegnato 2 rigori al Napoli che non aveva certo bisogno del suo aiuto per battere un Torino privo di ben 7 titolari, dei quali forse ce ne stava mezzo. Sul primo è bravo il belga Ma-

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De Marco. Generosi i due rigori assegnati al Napoli contro il Torino

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ertens a trascinare la gamba fino all’impatto con quella di Bellomo, ed il fischietto ligure abbocca che è una bellezza… ma nell’occasione del secondo penalty, certamente il capitano granata Kamil Glik non poteva tagliarsi il braccio destro o smaterializzarsi improvvisamente per far si che il tiro di Fernandez scagliato da meno di un metro lo colpisse. In tutto questo l’addizionale di porta Mazzoleni ci mette del suo perché è lui a convincere De Marco a dare il rigore, interrompendo fra l’altro una “ripartenza”, potenzialmente molto pericolosa del Toro, lanciato 3 contro 2 in contropiede. Concludiamo segnalando che anche Valeri in Parma–Milan alla fine ha scontentato tutti, dirigendo decisamente sotto tono e con tanti errori una partita comunque non facile.

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9/03/2014

16^ giornata

Andata

Ritorno 27/04/2014

Catania - Verona Chievo - Sampdoria Fiorentina - Bologna Genoa - Atalanta Juventus - Sassuolo Lazio - Livorno Milan - Roma Napoli - Inter Parma - Cagliari Udinese - Torino

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9^ giornata

27/10/2013 1-0 0-0 1-0 4-2 2-0 2-0 2-0 3-2 1-0 0-1

22/12/2013

Ritorno 16/03/2014

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Ritorno

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Atalanta - Juventus Bologna - Genoa Cagliari - Napoli Inter - Milan Livorno - Udinese Roma - Catania Sampdoria - Parma Sassuolo - Fiorentina Torino - Chievo Verona - Lazio

Udinese Torino Cagliari Sampdoria Livorno Genoa Catania Bologna Sassuolo Chievo

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17^ giornata

Andata

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11^ giornata

Andata 03/11/2013

Atalanta - Inter Cagliari - Bologna Fiorentina - Napoli Genoa - Parma Juventus - Catania Livorno - Torino Milan - Lazio Roma - Chievo Sassuolo - Udinese Verona - Sampdoria

06/01/2013

in casa v n

23/03/2014

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Ritorno 26/03/2014

Bologna - Chievo Lazio - Genoa Livorno - Atalanta Milan - Fiorentina Napoli - Catania Parma - Juventus Sampdoria - Sassuolo Torino - Roma Udinese - Inter Verona - Cagliari

19^ giornata

Andata 12/01/2014

Gol f

Ritorno 18/05/2014

Atalanta - Catania Bologna - Lazio Cagliari - Juventus Inter - Chievo Livorno - Parma Roma - Genoa Sampdoria - Udinese Sassuolo - Milan Torino - Fiorentina Verona - Napoli

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

le probabili formazioni

Fiorentina - Napoli

FIORENTINA - NAPOLI: 90 minuti per diventare... maggiorenni. STADIO Artemio Franchi ORE 20.45

Fiorentina 3-5-2

Rossi di GIULIA BONCI

ontinua il tour de force della Fiorentina che, dopo aver superato brillantemente a punteggio pieno Juventus, Pandurii e Chievo ora si trova davanti all’ostacolo Napoli. Una squadra tosta quella di Rafa Benitez, una squadra che, nonostante la cessione di Cavani, è riuscita a mantenere un livello altissimo acquistando campioni del calibro di Higuain sul quale la difesa viola dovrà porre la massima attenzione. Con la squalifica di Gonzalo l’arduo compito di contenere il Pepita andrà con tutta probabilità a Compper affiancato da Savic e probabilmente Roncaglia, in vantaggio quest’ultimo su Tomovic insieme al solito Pasqual. Anche a centrocampo ci sono degli acciaccati. Alberto Aquilani, uscito anzi tempo durante la sfida del Bentegodi per una botta al ginocchio è in

ballottaggio con Mati Fernandez pronto per partire titolare. Piccoli problemi anche per Borja Valero che però dovrebbe essere regolarmente in campo insieme a Pizarro per un reparto pieno di qualità. In attacco, aspettando il rientro di Mario Gomez, tocca ancora a Giuseppe Rossi sopportare tutto il peso dell’attacco aiutato dall’inesauribile Cuadrado che, sulla fascia destra, può facilmente colpire la difesa partenopea non sicuramente infallibile. L’ultimo dubbio è quello del terzo d’attacco. Joaquin anche contro il Chievo ha messo in mostra tutte le sue grandi qualità ma, quella contro il Napoli sarebbe la sua terza gara consecutiva e non è detto che ce la faccia. Pronti a prendere il suo posto ci sono il giovane Matos e il nuovo Vargas molto apprezzato da Montella per l’impegno messo in allenamento in questo ultimo periodo.

Pasqual Borja Valero Pizarro

Savic

1 Neto

Joaquin Cuadrado

4 Roncaglia, 5 Compper, 15 Savic

Fernadez

Compper Neto

11 Cuadrado, 14 Mati Fernandez, 7 Pizarro, 20 Borja Valero, 23 Pasqual

Roncaglia

17 Joaquin 49 Rossi Allenatore: Vincenzo Montella NAPOLI 4-2-3-1 25 Reina Higuain

16 Mesto, 33 Albiol, 21 Fernandez, 27 Armero 20 Dzemaili, 85 Behrami

Mertens Insigne

Hamsik Behrami

14 Mertens, 17 Hamsik, 24 Insigne

Armero

Allenatore: Rafa Benitez

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

bastian contrario

Tiro al bersaglio? NO, TIRO A...

CUADRADO di CRISTIANO PUCCETTI

on c’è che dire, è davvero ‘apprezzabile’ il tentativo diffuso e partecipato di destabilizzare l’equilibrio di Juan Cuadrado con una tempesta di seducenti proposte di lavoro. Sono bastate dunque tre vittorie consecutive tra campionato ed Europa League per restituire alla Fiorentina il ruolo di squadra scomoda, fastidiosa, da bombardare. La squadra di Montella viene considerata intrusa tra le grandi. Dimenticando un piccolo grande dettaglio: che la Viola ha organico e titoli per meritarsi di stazionare costantemente al vertice. Comprendiamo che per qualcuno sia arduo rassegnarsi, ma tant’è. E chi sta lassù, sa che deve sopportare il tormento del mercato h24. Che a volte, quando troppo esasperato, diventa stucchevole e a cui non ci si fa mai l’abitudine.

Il bersaglio preferito di queste settimane è Cuadrado, il vero e proprio crack del campionato di serie A. La questione di Juan è molto più semplice di quello che possa sembrare. Chi pensa che questo Fenomeno possa trascorrere tutta la sua carriera a Firenze conosce poco di calcio o ha la mente offuscata. Cuadrado è destinato a diventare uno dei primi cinque giocatori del mondo: è un esterno imprendibile, che sa sempre creare superiorità numerica e che segna un numero di gol da top player. E’ complementare con qualsiasi tipologia di schema offensivo, è generoso ed instancabile, non esiste sulla faccia della terra un allenatore che non lo vorrebbe nel proprio undici titolare. E’ per questo che è iniziato, davvero tambureggiante, il cannoneggiamento degli esperti di mercato sul suo futuro. Che, diciamolo subito a scanso equivoci, difficilmente

sarà in Italia. Per acquistare Cuadrado infatti ci vorranno almeno 40 milioni, cifra che molto probabilmente sarà rivista al rialzo. Oltre al tentativo di disturbo della Juventus, velleitario come lo è stato per Jovetic, adesso spuntano come funghi nuovi pretendenti: il Bayern, l’Arsenal, il Real Madrid e il Barcellona. Certo, ma perché, al Paris Saint Germain o al vecchio ma sembra munifico City non andrebbe bene? Sono veramente insensati i rumors sparati mesi e mesi prima dell’inizio di vere trattative. Non bisogna essere scienziati per capire che Cuadrado possa interessare a tutte le più grandi squadre europee. La Fiorentina tuttavia

ha il dovere di tutelare la serenità del calciatore e l’armonia interna allo spogliatoio. E siccome sta trattando un meritatissimo adeguamento del contratto, una volta definita la questione con l’Udinese - proprietaria dell’altra metà -, sarebbe buona cosa fissare subito una clausola rescissoria. Da 40 milioni in su, appunto. Così, tanto per evitare farlocchi abboccamenti e per tenersi alla larga chi si fa bello con i giocatori degli altri. Intanto però godiamocelo. Almeno fino a giugno giocherà con la maglia viola e farà sognare i tifosi della Fiorentina. Almeno fino a giugno dunque, giù le mani da Cuadrado!

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

CALCIO, MUSICA E CULTURA

Fiorentina - Napoli

Il celebre cantautore intervistato in esclusiva dal Brivido Sportivo parla a 360° di calcio e musica

Vecchioni: “Quanto è forte Cuadrado, ma lo scudetto….” di michela lanza

iovedì scorso, presso il Cinema Aurora di Scandicci, si è tenuto un dibattito promosso dal Comune di Scandicci, dall’Istituzione Scandicci Cultura e dall’Istituto Russell Newton in collaborazione con l’ufficio scolastico provinciale e la Provincia di Firenze, tra gli studenti e due grandi personaggi noti al mondo della cultura: Roberto Vecchioni, cantautore nonché professore di Lettere, e Sergio Staino, fumettista e regista italiano. Tema della discussione: “La scuola che vorrei”, in un momento – quello attuale – che vede la scuola sempre più in crisi a causa dei continui tagli che la Politica italiana infligge alla Cultura («I tempi sono cambiati – ha detto Vecchioni – Io invece vorrei che la scuola fosse ancora un serbatoio di speranze per i giovani»). Il Brivido Sportivo non ha voluto mancare all’evento e,

conoscendo la grande passione del cantautore di fede interista per il calcio, ha cercato di carpirgli qualche battuta sulla Fiorentina, sul campionato in corso e… sulla nascita di “Fiorentina School”, il Liceo Scientifico ad indirizzo sportivo realizzato dalla società viola insieme all’Istituto degli Scolopi di Firenze, che ha come scopo quello di mettere la cultura e l’istruzione ad un livello prioritario nel quotidiano di una giovane promessa dello sport. L’istruzione e lo sport: Vecchioni, cosa ne pensa dell’iniziativa della Fiorentina che ha dato il via al “Fiorentina School”, un Liceo Scientifico a formato di atleta dove i ragazzi, prima di diventare campioni, hanno l’“obbligo” di studiare? «La Fiorentina sta facendo grandi cose a livello sportivo e non solo. Questa iniziativa ne è la prova, quindi complimenti! Non solo la società viola, però, si sta

muovendo in questo senso. So che anche altre società di calcio e altre città si stanno muovendo per dar modo ai più giovani di diventare calciatori ma ancor prima uomini. L’Inter, per esempio, squadra per la quale tifo, è una società molto sensibile e attiva nel sociale: con il progetto “Inter Campus” ha inaugurato Scuole Calcio in tutto il mondo. Scuole che hanno l’intento di utilizzare il calcio come strumento educativo per restituire ad ogni bambino il diritto al gioco. Progetto, dunque, che mette l’educazione scolastica alla base di tutto ma che dona a tutti i più piccoli e ai bisognosi la possibilità di giocare a pallone. Ci sono anche città – ma non faccio nomi – che se ne fregano… ed è un errore gravissimo!». Quindi è giusto che un giovane, prima di diventare calciatore, diventi uomo… anche e soprattutto attraverso lo studio? «Certo. Il calciatore è

Roberto Vecchioni, intervistato dal Brivido: ai viola “ruberebbe” Cuadrado un uomo, e quindi un cittadino, ed è giusto che abbia le stesse responsabilità di tutti gli altri uomini, di tutti gli altri cittadini. Tutti devono avere gli stessi doveri. Devono esistere le stesse leggi per tutti». Ne approfittiamo per farle una domanda di calcio, conoscendo la sua passione per l’Inter. Che pensa del campionato in corso e delle sue protagoniste? «È un bel campionato, ma credo che lo Scudetto sia destinata a vincerlo ancora la Juventus. I bianconeri sono ancora i più forti. La Fiorentina, che sta facendo molto bene e sta giocando un ottimo calcio,

k B ar c a n S

arriverà in Champions League. Mentre la mia Inter credo che non andrà oltre il 4°-5° posto. Non ha ancora i nervi saldi per ambire alla vetta della classifica. Questo però… non cambia la mia passione per i colori nerazzurri: dico questo a scanso di equivoci…». Una curiosità: sembra che a Mazzarri piaccia molto Cuadrado. Lei, invece, quale viola vedrebbe bene con la maglia nerazzurra? «Cuadrado? Mi piacerebbe anche a me! Lo prenderei di sicuro alla Fiorentina un giocatore come il colombiano. È molto molto bravo!»

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

Il doppio ex anticipa la sfida del Franchi ricordando i duelli del passato, da Maradona in poi

L’esclusiva

Giovanni Galli: “Culture calcistiche allo specchio

VINCERà LO SPETTACOLO”

di Michela Lanza

ove anni di Fiorentina (1977-1986), durante i quali ha esordito nella massima serie ed è cresciuto. Maturato. Poi la parentesi vincente a Milano (1986-1990) e il passaggio al Napoli (1990-1993) dove ha avuto la fortuna di giocare con Maradona prima e Zola poi. Stiamo parlando di uno dei più grandi portieri della storia

viola, ma anche del calcio italiano: Giovanni Galli. In veste di doppio ex, il Brivido Sportivo lo ha intervistato in esclusiva per presentare attraverso le sue tante sfaccettature l’avvincente e affascinante sfida che si svolgerà questa sera al Franchi tra Fiorentina e Napoli. Un’intervista da leggere tutta d’un fiato. Fiorentina vs Napoli. Che partita si aspetta? «Penso che sarà una bella partita tra due squadre con una precisa cultura calcistica, allenate da due tecnici che insegnano calcio e non si limitano ad eseguire un certo tipo di preparazione fisica e atletica. Sarà una bella partita, ripeto, ma non dalla lettura così semplice. La Fiorentina ormai è una realtà. Il Napoli non si è ancora assestato ma ha un gruppo assai insidioso. È una squadra difficile da affrontare perché è capace di prendere l’imbarcata, ma anche di vincere ogni tipo di gara». Alla Fiorentina mancherà Gonzalo Rodriguez: quanto peserà la sua assenza? «Moltissimo, perché Rodriguez è il perno della

difesa, è il leader. Mancherà molto in fase difensiva sotto l’aspetto comportamentale perché ha dimostrato in più occasioni di essere deciso (ma non cattivo), ma anche in attacco perché è uno di quei giocatori che creano spesso i presupposti per fare gol da calcio piazzato. In più – cosa da non sottovalutare – mancherà perché ha i 40 metri nel piede tanto da mettere spesso il pallone alle spalle dei difensori avversari». Mancando Rodriguez, non ci sarà il duello tutto argentino tra lui e Gonzalo Higuain: ci guadagna l’attaccante del Napoli? «Senza Rodriguez, dovrebbero essere Savic e Compper i centrali di difesa. Dunque, a livello di fisicità non si perde niente. Però Higuain, oltre ad avere una struttura fisica imponente, è pure veloce nei 10 metri: per questo ci vorrà molta attenzione da parte dei centrali viola. Come se non bastasse, lui è anche abile ad uscire fuori dalla linea difensiva per fare il regista d’attacco e a mandare dentro gli esterni. Un giocatore completo».

Chi saranno gli uomini che, secondo lei, alla fine saranno risolutivi? «Per quanto riguarda il Napoli dico Hamsik. Per la posizione in cui gioca, dovrebbe andarsi ad incrociare con Pizarro. Sarà lo slovacco il giocatore in copertura in fase di non possesso sul cileno e sarà ancora lui ad avere – se in condizione – le caratteristiche ideali per mettere in crisi il Pek in fase offensiva. Per quanto riguarda la Fiorentina dico Cuadrado, a patto che non vada ad incrociarsi con Maggio, l’unico in grado di contrastarlo e tenergli il passo sotto l’aspetto della corsa. Cosa che né Armero, né Mesto sarebbero in grado di fare. Sì, il Napoli farà fatica sugli esterni in fase difensiva». C’è chi afferma che il Napoli di quest’anno sia più forte di quello di Cavani e Mazzarri… «La squadra di Mazzarri era tignosa, giocava molto sull’avversario. Quella di Benitez è più propositiva e questo potrebbe essere un vantaggio per la Fiorentina. Se andiamo ad analizzare le ultime gare (contro Juve e Chievo),

ci accorgiamo che i viola hanno colpito in contropiede. Contro squadre che giocano la fase difensiva con 10 uomini dietro la linea della palla, la Fiorentina fa più fatica ad entrare. Il Napoli di Benitez, però, dovrà giocare la partita e cercare pure di vincerla: questo – ripeto – potrebbe essere un vantaggio per la Viola». Visto che Maradona è stato in Italia pochi giorni fa, le chiediamo: più forte questo Napoli o quello di Diego? E soprattutto: può vincere lo scudetto… Roma permettendo? «Quello di Diego era più forte. Questo, che ha intrapreso un percorso interessante, deve prima vincere quel che ha vinto la squadra di Maradona… E per quanto riguarda lo scudetto, piano con la Roma. Ora è prima con merito. Sta sfruttando il momento, il fatto di non avere le Coppe e quella componente fondamentale che si chiama fortuna. Se andiamo a vedere, la squadra di Garcia è quella che ha subìto più pali (7 o 8). E poi siamo ancora alla nona giornata, è presto per parlare di Patrocinio comune di Vinci

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Un giovane Galli con la maglia della Fiorentina primo posto. Di sicuro la Roma sarà una delle protagoniste insieme a Juventus, Napoli e Fiorentina. L’Inter la metto un gradino sotto, anche se con la grinta del suo allenatore potrebbe rompere le scatole». E questa Fiorentina dove si sente di collocarla storicamente? «In primis ci sono le Fiorentine degli scudetti. Poi quella del 1982 del quasi-titolo. Tra le più belle metto quella del 1985, quella di Massaro e Iachini esterni per intenderci. Poi quella di Batistuta (ciclo Ranieri e ciclo Trapattoni). Queste hanno lasciato un segno tangibile nella storia viola vincendo anche qualcosa. La Fiorentina di Montella ci entusiasma tutti, però mi sento anche di citare i 4 mesi di Terim: una squadra, quella, che giocava un grande calcio d’attacco». Un altro passo indietro: da giocatore del Napoli, che ricordi ha delle sfide

Fiorentina - Napoli contro la Fiorentina a Firenze? «Ho un ricordo non piacevole… Era il campionato 1992-93 e a Firenze pareggiammo 1-1. Era la 28ª giornata e la Fiorentina, poi, retrocesse. La partita con ‘noi’ era considerata in casa viola come una delle ultime ‘ciambelle di salvataggio’. Ma ricordo che i viola facevano una fatica immane. Erano impauriti. Noi non avevamo ambizioni di nessun tipo e non facemmo niente per fare risultato… ma la Fiorentina non riusciva davvero a levarne le gambe». E da giocatore viola, quale ricordo ha delle sfide col Napoli? «Da fiorentino ricordo bene il match del 1982 (l’anno del quasi-scudetto) al San Paolo. Mi ricordo che vincemmo 1-0 con gol di Antognoni sotto un acquazzone indimenticabile che allagò il campo. E ricordo anche gli applausi sportivi dei supporters napoletani a fine partita». Nei tre anni da giocatore del Napoli ha avuto tre tecnici: Bigon, Ranieri e Bianchi. Quale di questi l’ha colpita? «Parlo solo di Claudio (Ranieri, ndr) col quale ci sentiamo ancora spesso. Con lui in panchina disputammo un grande campionato (ottenendo un grande 4° posto nel 1991-92, al primo anno senza Maradona) e l’anno successivo pensavamo di poter lottare per lo scudetto. Ma il 1992-93 iniziò male e finì peggio… Degli altri non vorrei parlare». E dei tanti tecnici avuti in viola (Mazzone, Mazzoni, Carosi, De Sisti, Agroppi), chi il migliore? «Ho sempre avuto un bel rapporto con tutti, anche con quello considerato il più scorbutico, ovvero Agroppi. Ricordo che i primi due mesi ci furono dei contrasti tra noi, poi diventammo amici. Che dire poi di Mazzone? Mi ha lanciato in serie A… Guarda, io sono sempre stato dalla parte degli allenatori che ho avuto anche perché sono

state tutte persone per bene. E da tutti ho sempre cercato di apprendere qualcosa». Una domanda gliela facciamo sui portieri: chi è il migliore del campionato, chi nel mondo e un parere su Neto in virtù delle ultime prestazioni… «Il più forte italiano e nel campionato italiano resta Buffon. È il miglior portiere della storia del calcio italiano. Il più forte del mondo, invece, in questo momento, per me, è il tedesco Neuer. Per quanto riguarda Neto… sono contento per lui. Mi sono sempre esposto in prima persona difendendo la scelta della società che ho sempre ritenuto giusta e ponderata. Oggi il giovane brasiliano sta dimostrando di essere un buon portiere, che può ancora migliorare molto. Ma si sta togliendo delle rivincite su chi ha sempre dimostrato scetticismo». Napoli e Firenze in tre parole. «Napoli è una città che ti vizia, non ha regole. È una città nella quale puoi fare tutto. Ci ho passato tre anni molto difficili a livello calcistico, ma al tempo stesso entusiasmanti. Ho un ricordo indelebile della città partenopea: ho giocato al San Paolo, difendendo la maglia del Napoli, una Supercoppa italiana contro la Juventus, davanti a 60.000 spettatori. Ricordo che vincemmo 5-1, i tifosi iniziarono a far festa. Garantisco che sentir cantare ‘O surdat ‘nnammurato al San Paolo è una cosa che mette i brividi. Firenze invece è casa mia. Firenze mi ha cresciuto e la Fiorentina, in ogni suo elemento (dallo spogliatoio ai magazzinieri a chiunque), è stata la mia famiglia». Maradona o Antognoni? «Ecco. Con Giancarlo sono molto arrabbiato. Credo che se avesse avuto voglia di migliorarsi ulteriormente invece di accontentarsi, oggi sarebbe considerato uno dei 5

giocatori più forti del mondo di tutti i tempi. Lui aveva classe, talento, vederlo giocare era una delizia per chiunque. Ma uno come lui, uno col suo tiro, con la sua potenza, con la sua precisione, con la sua abilità sui calci piazzati avrebbe dovuto segnare 15 gol a campionato, per esempio... Invece si è ‘accontentato’ di quello che è stato. Maradona, invece, è il più forte di tutti i tempi. Stop. Non si può neanche discutere una cosa del genere». Batistuta o Van Basten? «Van Basten è stato il più forte centravanti di sempre. Quando si analizza la sua storia, bisogna tener conto che quando è stato costretto a smettere di giocare, aveva già vinto 3 Palloni d’Oro e 1 Fifa World Player oltre a campionati e Coppe. Forse Van Basten se la gioca con Ronaldo. Forse». Zola o Pepito Rossi? «Zola ha una carriera già delineata, mentre Pepito è ancora giovanissimo, è stato vittima di infortuni e tanti trasferimenti. In virtù di quello che è stato Zola, mi auguro che Rossi possa arrivare ai suoi livelli. Non ci dimentichiamo che Gianfranco è stato insignito del titolo di ‘Baronetto’ in Inghilterra. Ed è stato inserito al secondo posto dal tabloid britannico The Sun nella classifica dei 10 artisti del pallone che hanno militato nei campionati inglesi negli ultimi anni, piazzandosi solo dopo George Best. Personalmente mi ritengo molto fortunato ad avere avuto la possibilità di aver giocato insieme a talenti del genere (Antognoni, Van Basten, Maradona, Zola ndr)». La bistecca o la pizza? «Alla bistecca non si può rinunciare, però la pizza è un piatto che puoi mangiare tutti i giorni…». Bando alle ciance: chi vince stasera? «Non voglio fare la melina, perché è davvero difficile dirlo. Però se dovessi giocare un euro, direi Fiorentina. In percentuale, direi 51% viola, 49% Napoli».

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

l’angolO del tifoso

Ha seguito la squadra anche in ritiro: punta tutto su Rossi, ma teme Hamsik

Paolo vallesi: “Se continuiamo cosi’

di Giulia Bonci

er parlare della super sfida contro il Napoli il Brivido Sportivo ha contattato un tifoso viola doc come Paolo Vallesi che analizza con noi la gara e commenta il momento della formazione di Montella. Vallesi, quando le piace la Fiorentina di quest’anno? «Mi piace tantissimo e dopo la partita contro la Juve ancora di più. Fino a quella gara sembrava aver avuto un’invo-

Fiorentina - Napoli

NON CE N’E’ PER NESSUNO” luzione nel gioco ma contro i bianconeri ha dimostrato di essere una grande squadra». Invece come le sembra il Napoli? «Ha un organico pazzesco. Ha

Paolo Vallesi, tifoso viola doc. Qui mentre riceve il Torrino d’Oro.

fatto una campagna acquisti molto intelligente. Inizialmente sembrava che con la cessione di Cavani tutto fosse finito invece poi sono arrivati dei grandi giocatori come Higuain». Quale il giocatore che la preoccupa di più in vista della sfida del Franchi? «Io ammiro, e quindi temo molto, Hamsik. E’ un giocatore completo che potrebbe creare problemi alla viola. Comunque hanno un buon collettivo. Montella dovrà stare attento». Un paragone tra Montella e Benitez. «Noi abbiamo il migliore. Ce lo invidiano tutti, anche all’estero. E’ un allenatore quadrato che sa cambiare faccia alla squadra anche in

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corso d’opera e questa non è una qualità facile da trovare. Benitez a me sta simpatico, è bravo ma non lo cambierei mai con Montella». E tra Andrea Della Valle e Aurelio De Laurentiis? «Sono due grandissimi imprenditori e uomini di calcio ma ci sono delle differenze importanti e sostanziali. Della Valle sa delegare. Nella Fiorentina ognuno ha il suo ruolo e non ho mai sentito parlare di un’intrusione da parte della proprietà. De Laurentiis invece è un accentratore. Vuole essere sempre il protagonista. Quando lo vedo in televisione durante le interviste sembra un attore come quelli dei suoi film». Il giocatore secondo lei che potrà essere determinante?

«Pepito Rossi. Sembra ombra di dubbio. Lui è il nostro fuoriclasse e lo si è visto anche contro la Juve , una partita dove sembrava completamente fuori forma e invece poi ha fatte tre gol. Un altro giocatore che mi piace tantissimo è Borja Valero. Lui è l’anima di questa Fiorentina, è il capitano simbolico della squadra, senza togliere niente a Pasqual che ormai è la Fiorentina». Ci sarà allo stadio? «Certamente si. Non posso mancare». Un pronostico? «Non faccio pronostici dagli anni ‘90 ma se continuiamo a giocare con questa qualità e questa intensità non ce ne per nessuno».

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

GIOVANI D’ORO di ruben lopes pegna

atos, Matos e soltanto Matos. E’ lui, il giocatore cresciuto nella “cantera” gigliata, uno dei nuovi beniamini della tifoseria viola. I suoi due gol in Europa League hanno confermato il valore di questo ragazzo trattenuto a Firenze da Vincenzo Montella,

Fiorentina - Napoli

Bilancio tra ombre e luci del lavoro di questi anni

RYDER MATOS, il grande salto dopo essere stato in prestito la passata stagione in Brasile nel Bahia. C’E SOLO IL BRASILIANO. E’ lui, dunque, l’unico elemento uscito dal vivaio della Fiorentina (fu acqui-

stato da Corvino in Brasile per poche migliaia di dollari quando era un ragazzino) negli ultimi anni a giocare, sia pure non da titolare, nella formazione di Montella. Il tecnico campano, allora Agyei in azione durante il ritiro di Moena. Oggi è in prestito al Benevento

allenatore della prima squadra della Roma, lo aveva visto dalla tribuna dell’Olimpico trionfare, quando aveva 18 anni, con la Primavera di Buso nella finale di Coppa Italia vinta per 3-1 sui giallorossi, dopo l’1-1 dell’andata al Franchi, il 30 marzo 2011. Chissà che idea si sarà fatto Montella quella sera di Matos che tra l’altro non segnò. Il brasiliano era comunque uno dei pezzi da novanta di quel settore giovanile, fiore all’occhiello e vanto del direttore sportivo Corvino. DUE CORRENTI DI PENSIERO. Non è positivo per una società come la Fiorentina che un solo elemento, tra quelli usciti dal vivaio negli ultimi otto anni, giochi in prima squadra. Questo è il frutto del lavoro svolto dall’ex responsabile dell’area tecnica durante il suo

periodo trascorso a Firenze. A nostro parere i risultati purtroppo non sono stati pari alle grandi aspettative. E ciò nonostante il grande impegno ed un’organizzazione di notevole livello. Inoltre l’investimento finanziario è stato abbastanza rilevante. Allevare giocatori in casa per poi averli pronti per giocare con i “grandi”. Questo dovrebbe essere il compito principale del settore giovanile come avviene nei grandi club. Il Barcellona, il Real Madrid, il Bayern Monaco sono un esempio di come dovrebbero funzionare le cose. Altri, invece, preferiscono gloriarsi delle coppe conquistate, importantissime sicuramente per arricchire il palmares di una società ma non sufficienti se rimangono fini a se stesse, cioè

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Fiorentina - Napoli

prodotto dal vivaio della Fiorentina

dalla ‘cantera viola’ ritorna sempre lì. IN A SOLO MATOS, ACOSTY, PICCINI E BRIVIO. Oltre al brasiliano della Fiorentina, nel massimo campionato, giocano anche Acosty, Piccini e Brivio, rispettivamente nel Chievo, nel Livorno e nell’Atalanta. Ma Acosty per un infortunio non è praticamente mai stato impiegato e Piccini trova poco spazio per scelte tecniche. GLI ALTRI IN B, IN I E II DIVISIONE. L’unico viola del vivaio che sta facendo veramente bene è Babacar a Modena. Ci sono poi nel campionato cadetto Camporese a Cesena, Seculin, Bittante e Panatti ad Avellino, Iemmello a Novara, Ashong a La Spezia. Poi troviamo Bagnai al Prato e Agyei al Benevento in I divisione e Carraro al Pavia e

Ryder Matos, 20 anni. Qui festeggia il suo secondo gol europeo contro il Pandurii.

Faticcioni al Gavorrano in II. Molti di questi erano stati tra i principali protagonisti dei successi della Fiorentina a livello giovanile. Ma fino ad ora non si sono dimostrati giocatori da serie A. Non abbiamo considerato Salifu, che milita nel Modena, perché era stato acquistato dal

Vicenza, dopo aver già giocato in serie B. 11 ESORDIENTI IN PRIMA SQUADRA. Ma oltre al brasiliano di Montella solo Khouma El Babacar, Boadu Maxwel Acosty e Michele Camporese hanno disputato più di 5 partite nella massima serie. Gli altri han-

no giocato solo spezzoni di gara ed alcuni solo in Coppa Italia o in Champions League o in Coppa Uefa. Li ricordiamo questi ragazzi: Davide Brivio, Samuel Di Carmine, Federico Masi, Daniel Kofi Agyei, Federico Carraro, Cristiano Piccini e Nili Nortey Ashong.

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se non sono accompagnate dalla consacrazione di uno o più giocatori. Sotto la gestione Della Valle, con Corvino coordinatore del settore giovanile, la Fiorentina ha conquistato quattro trofei. Ha vinto nel 2009 lo scudetto Allievi con Buso in panchina e nel 2011, anno davvero magico, con la Primavera la Coppa Italia (allenatore Buso) e la Supecoppa Italiana (allenatore Semplici) e con i Giovanissimi (allenatore Guidi) lo scudetto. Nella Primavera vittoriosa c’erano alcuni elementi che avevano vinto il titolo con la formazione Allievi: i difensori Bagnai e Camporese, il centrocampista Agyei (saltò la finale per squalifica) e gli attaccanti Iemmello, Babacar, Carraro e Matos. Ma di questi il solo Matos gioca oggi in serie A. Insomma si

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era anche Diego Della Valle domenica 20 ottobre al Franchi a vedere una memorabile Fiorentina-Juventus. Forse pochi se ne sono accorti perché abbagliati e distratti dallo strapotere mediatico del fratello minore Andrea, che alla sua attività di imprenditore affianca da qualche tempo

Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

LE EMOZIONI DEL FRANCHI

che faticano a contagiare ddv quella di ‘ultras’ viola scatenato e incontenibile. Diego, invece, per tutta la partita non ha mai perso quell’aplomb che tutti gli invidiano e che lui riesce a mantenere anche mentre discute di argomenti ostici e per molti incomprensibili come lo scioglimento del patto di sindacato della RCS. Qualcuno, comunque, afferma di averlo visto anche sorridere e qualche altro ha giurato di averlo visto in piedi a salutare con la mano alla terza rete di Pepito Rossi. La Firenze viola conserva per Diego un rispetto che sfocia quasi nel timore reverenziale. Mentre Andrea è ormai

Diego Della Valle ha acquistato la Fiorentina insieme a suo fratello Andrea nel 2002

Fiorentina - Napoli

considerato uno dei “nostri”, la figura del fratello maggiore resta avvolta un po’ nel mistero. Ogni tanto appare, poi sparisce per mesi inghiottito dal vortice delle sue mille questioni lavorative. Una cosa è certa: a Diego questo calcio non piace granché. Qualche settimana fa, infatti, era a Napoli, in Corte d’Appello, a rilasciare dichiarazioni spontanee all’interminabile processo di Calciopoli. A ribadire che continua a non capire perché l’incontro con uno dei designatori arbitrali di allora, Paolo Bergamo, in un locale alle porte di Firenze, rese automaticamente la famiglia Della Valle ‘corruttrice’ di arbitri. La storia è vecchia, ma la ferita è aperta e dolorosa. Perché di quell’incontro rimasero agli atti solo le immagini carpite dai carabinieri nascosti dietro i cespugli mentre non restò nulla delle conversazioni fatte e intercettate? E poi perché di quella storia di partite truccate

e di arbitri corrotti rimasero agli atti solo alcune intercettazioni e molte sono ancora chiuse nei cassetti? Diego Della Valle forse si chiede perché il fratello si agiti tanto per questo calcio, quel fratello che sembrava così tranquillo prima di entrare nel giro infernale delle domeniche allo stadio. Diego non si farà certo mai contagiare dall’ euforia di Andrea. Ma chissà che una partita come

Diego Della Valle al Franchi. Il Patron è un po’... l’amuleto viola. quella del 20 ottobre non sia riuscita a trasferire anche a lui un po’ di sano entusiasmo da “Franchi”. Perché anche un calcio così avvelenato può regalare emozioni insperate, ottime per allontanare gli odori stantii delle aule di tribunale e per ridare un po’ di fiato alla speranza

Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

I’Nonno Pilade

Il Pungiglione

E ora c’è da provare a fermare questi giallorossi troppo ringalluzziti I’ BELLO UN’E’ VINCERE, L’E’ RIVINCERE

CHI DI SPADA FERISCE... DI SPADA FERISCE. CAPITO MAROTTA?

I’ bello e un n’è vincere, e gli è rivincere, e poi ririvincere, e magari riririvincere e scrivere un monte di questi “ri” tanto da ripiglia’ que’ buchi sverzigolati de’ giallozzozzi che sembra che gli abbiano i’ turbo ni didreo! E ci hanno fatto un po’ patire anch’oggi e nostri eroi, ma poi, grazie a Robocoppe tornao a livelli stratosferici, e s’è portao a felice compimento anche la missione, “Da panduri a’ pandori”. Tre punti a noi e se voglian manda’ via l’allenatore e son problemi sui. Un s’era miha cominciao bene. Episodio della serie “Palla che ‘n area la vola, e la ci frega maremma bucaiola!” (sperando che un mi squalifichino un’antra vorta pe’ discriminazione territoriale de’ maremmani). Savicce e ci fa una dormia che pare i’ nonno alla fine di’ fiasco e Cesarino e gni sbuha didreo e dà una capaa da sé solo che i’ mi poero nipote più che guardalla ‘n fondo e un po’ fare. E s’ha a anda’ benino, e dico, e un n’è passao nemmen un quarto d’ora e siam di già a buho pillonzi! Meno male che riman l’uniho, anche se dopo un pohino e ci s’era riprovai, un’antra vorta palla che vola (con tutto i’resto) ma questa vorta i’francese Cirillo, quello che si volea piglia’ noi (ma un centravanti o che si po’ chiama’ Cirillo? Meno male un s’è preso!),’ nsomma lui e la butta sopra la traversa! Che fifazzo! E si seguita i’ titicche titocche senza fare un tiro ‘n porta, quando e ci pensa Gugliermo Robocoppe, con quelle gambine che le frullano a dumila a riparti’ com’un razzo, a manda’ alle nane quello che lo volea fermare e a rivogagnene ni’ baugigi co’ un diagonale. Meglio di così pe’ anda’ a prendere i’ tè o icche tu volei? Quando e si torna dopo un pochinino gli entra le forze fresche, e ragazzi di’ ’93, e un ci ferman più. Gli è sempre Robocoppe dopo un’azione con rinterzo e pallin di quattro con Pepito e un difensore a arriva’ solo davanti a i’ portiere e rimandallo alle nane pe’ i go’ della vittoria. Di lì gli è tutta scesa anche se, memore delle bischerate fatte ‘n casa co ‘ i’ Cagliari e i Parma i’ nonno gli è stao co’ i’ ferro ‘n mano tutt’ i’ tempo. I’ ferro della portrona o i cche vu avei pensao? Gli ha portao bene perché e tre punti questa vorta e son arrivai, prendi, ‘nacarta e porta a casa. Così e son 18! Due di media a partia, miha male. E poi e dihan che si gioha peggio dell’artr’anno. Se si gioha peggio e si fattura di piue i’nonno e firma ‘n basso. Perché i’ bello, e ve lo ridiho, e un n’è vincere, ma rivincere, e vediamo di fallo anche co’ i’ Napoli. Forza Violaaaaaaaaaaaaaaa!

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“La sconfitta è arrivata a causa delle decisioni arbitrali. Il condizionamento arbitrale in ambito internazionale c’è. A Collina dico questo: valuti molto attentamente, perché in Champions League l’eliminazione può costare parecchi soldi”. O chi è che dice queste cose? Il solito tifoso viola tartassato da una vita da decisioni arbitrali penalizzanti? No, è Marotta, DS della Juve, la società che in Italia, dai condizionamenti arbitrali, dalla cosiddetta “sudditanza psicologica” (a voler essere ottimisti o ingenui o tutte e due) è la Società che ne ha goduto di più! In Brasile direbbero “ ele nao tem vergonha na cara” non si vergogna di niente. A Madrid han perso per un arbitraggio sfavorefole? E di tutti i campionati che han vinto per innumerevoli arbitraggi favorevoli, quando mai ne han parlato? Noi ce ne ricordiamo uno per tutti, nel 1982, meglio secondi che ladri si scrisse, proprio su questo giornale all’epoca, ma ci fu letteralmente rubato lo scudetto. Per restare ad oggi avete preso il rigore a favore che ha sbloccato il risultato per un fallo commesso fuori area, ma non ho sentito nessuna lamentela a proposito. E’ sicuro il sig. Marotta che lo stesso calcio di rigore sarebbe stato assegnato al Genoa, “mutatis mutandis”, cioè se fosse avvenuto identioo, dall’altra parte? E questa come si chiamerebbe? L’eliminazione dalla Champions costa parecchi soldi? Invece in Italia l’esclusione dalla Champions non vale tanti soldi? Arrivare terzi o quarti non vuol dire una ventina di milioni di entrate in più o in meno? E se lo ricorda il sig Marotta come il Milan ci ha fregato l’anno scorso? Ma non gli ho sentito dir niente. Ora starnazza lui, e gli fan eco i padroni e l’allenatore, per un rigore, sacrosanto, concesso agli avversari e per un espulsione magari un po’ severa. Realmente ci lascian basiti, senza parole, perché ne verrebbero un fiume tutte insieme e la maggior parte non molto delicate. Non ce le passerebbero, perciò lasciam campo alle api coi loro pungiglioni roventi. Andate e colpite, senza pietà, padroni, DS, allenatore e chiunque ci sia nelle vicinanze. A tutto c’è un limite.

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

EMPOLI

L’attaccante a segno anche sabato ha raggiunto il prestigioso traguardo. Baldini: «Goleador di razza»

100 DI QUESTI GOL:

di ANDREA GIANNATTASIO

ento, cento e ancora cento. Tanti gol ha segnato Francesco Tavano con la maglia dell’Empoli. Numeri importantissimi per il gioiello della squadra di Sarri, che con la sua ennesima prodezza (la sesta stagionale), assieme a Mchedlidze, ha permesso agli azzurri di cogliere il settimo successo stagionale, tre punti che consentono ai toscani di mantenere ben saldo il secondo posto in classifica a due passi dalla capolista Lanciano. Ma il vero motivo per cui festeggiare non è solo il 2-0 con cui l’Empoli si è imposto a Castellammare di Stabia, quanto la cifra a due zeri raggiunta da Ciccio Tavano. Numeri importanti quelli del bomber casertano, che spazzano via in un sol colpo i grandi attaccanti del recente passato azzurro. Nemmeno i vari Montella e Di Natale erano riusciti a segnare così tanto nelle loro esperienze all’ombra del Castellani (l’attuale tecnico viola si è ferma-

Fiorentina - Napoli

così Francesco Tavano entra nella storia dell’Empoli to a 27 gol mentre il capitano dell’Udinese è arrivato a 55 reti).Tavano ha stupito tutti frantumando ogni record ed entrando prepotentemente nella storia del club del presidente Fabrizio Corsi. Sembra passato un infinità di tempo quando, il 23 settembre 2001, l’attaccante fece il suo esordio in maglia azzurra contro il Napoli in Serie B: allora il tecnico era Silvio Baldini e in quella strepitosa stagione i toscani avrebbero conquistato la loro terza promozione nella massima categoria piazzandosi al quarto posto. ‘’E’ sempre stato un grande attaccante, con il

fiuto innato del gol’’ ha commentato in esclusiva proprio Silvio Baldini al Brivido Sportivo. ‘’Auguro ogni bene a Francesco perché anno dopo anno stupisce sempre di più. Se può giocarsi ancora le sue chance in A? Assolutamente sì, è un attaccante di razza che ha il gol nel sangue e può dimostrarlo a tutti i livelli’’. In effetti, scorrendo velocemente i numeri collezionati da Tavano nell’Empoli, c’è da rimanere impressionati: nella sua prima esperienza dal 2001 al 2006 (con due stagioni in Serie B e due in A) ha messo a segno la bellezza di 48 reti in 159 tra campionato e Coppa

Italia, mentre nel corso del suo secondo matrimonio con la maglia azzurra, dal 2011 ad oggi, ha realizzato 52 centri in 94 presenze: praticamente un gol ogni due partite. E se, come dice Baldini, Tavano può tranquillamente dare il meglio di sé anche in A, c’è da scommettere davvero che il numero 10 azzurro farà di tutto per giocarsi tutte le sue carte nella massima serie con la maglia dell’Empoli. A quota 23 sognare si può. E si deve.

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

questione di pepita

Fiorentina - Napoli

La mostra Mercato Nazionale si svolge il 9-10, 16-17, 23-24 novembre

Il tartufo bianco di San Miniato (pi) si tinge di viola

TRe pepite di Tartufo per Pepito Rossi Veronica Maffei madrina della 43° Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco di San Miniato è una tifosissima della Viola.

Il tartufo bianco di San Miniato si tinge di viola. Viola com’è la bellissima madrina della manifestazione Veronica Maffei, finalista Miss Italia 2012. Ma gli organizzatori della Mostra Mercato Nazionale del Tartufo di San Miniato hanno pensato bene di festeggiare la vittoria sulla Juventus mettendo a disposizione tre pepite di Tartufo pregiato, dette anche “Pepite d’oro”, da omaggiare a Pepito Rossi, autore della tripletta a Buffon.

Tante saranno le proposte gastronomiche per i buongustai a San Miniato nei tre week end 9-10, 16-17 e 23-24 novembre 2013. Dall’incontro tra lo

Streetfood, i Cibi e la cucina di strada e il Tartufo. Gli chef che interverranno nei tre week end forniranno il loro apporto e le possibilità di incontro del Tartufo Bianco con le cucine del mondo. Un’attenzione particolare sarà dedicata all’incontro con le tradizioni, i sapori e i colori della cucina mediterranea e all’Africa. A interpretare i piatti nomi importanti come Shady Hasbun, Jean Michel Alberto Carasso e Mirko Martinelli, mentre la collaborazione con il movimento Shalom porterà ad approfondire le dinamiche legate al cibo nel mondo. La mostra mercato si concluderà con la preparazione di un Cous Cous al Tartufo di San Miniato con un gusto tutto par-

ticolare: il piatto simbolo del Mediterraneo, conosciuto da tante culture e paesi, diventerà strumento di integrazione tra i popoli e sarà realizzato a più mani dai membri delle città e dei paesi amici o gemellati di San Miniato, tra cui una rappresentanza di Betlemme, di Boujdour e del Burkina Faso. Ma le nuove frontiere andranno ancora oltre. La presenza del l’ambasciatore permanente del Kuwait alla Fao che inaugurerà una mostra “Il Kuwait dalla vela al petrolio” sarà l’occasione per nuove contaminazioni. I vini dell’Associazione Vignaioli di San Miniato non mancheranno di proporre un abbinamento di qualità ai piatti al tartufo della tradizione e dell’innovazione.

Il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini dona in omaggio un Tartufo Bianco di San Miniato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla presenza del Premier Enrico Letta La suggestiva Piazza del Seminario a San Miniato, una delle più belle piazze d’Italia, è uno dei tanti spazi che fanno da scenario alla 43°Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco di San Miniato

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

GINNASTICA

Fiorentina - Napoli

Quinte nonostante due infortuni; prossima fase a Montevarchi tra due settimane

LA SERIE C FEMMINILE VOLA ALL’INTERREGIONALE di MARIA CONSIGLIA GRECO

“Q

uando il gioco si fa duro” – si dice spesso – “i duri cominciano a giocare”. Proverbio quanto mai appropriato al mondo dello sport, anche se sei una piccola allieva di dodici anni al massimo e il tuo sport ti lancia in gara a soli otto anni. Se poi capita che due compagne di squadra si infortunino entrambe a pochi giorni da una competizione, e a distanza di tre giorni l’una dall’altra, allora è proprio il caso di tirar fuori le unghie. Le ginnaste, tuttavia, a questo ci si abituano fin da subito, ed allora ecco che Saramay La Rocca si ritrova a passare dal ruolo di riserva a quello di titolare nella squadra di serie C di artistica femminile, e soprattutto ad eseguire il suo programma su tre dei quattro attrezzi previsti – volteggio, trave e corpo libero – lasciando le parallele asimmetriche ad Elena Gensini, che torna così a gareggiare ufficialmente, in attesa del completo recupero da un trauma distorsivo che ancora non le consente di dare il suo apporto nelle altre tre specialità. Un esordio nel campionato di serie C 2013 più che positivo per La Rocca, che ha saputo raccogliere la giusta concentrazione e la necessaria grinta in meno di una settimana, apportando alla squadra un contributo fondamentale, e un’iniezione di fiducia per Gensini, che vede sempre più vicino il pieno recupero. Confermate le

altre due componenti della squadra, Gaia Buglioni e Anita Bartolozzi, impegnate naturalmente su tutti e quattro gli attrezzi. La prova di Montevarchi – seconda e ultima prova della fase regionale del torneo – vale un buon settimo posto di giornata, nonostante qualche imprecisione soprattutto alla trave, e un ottimo quinto piazzamento toscano (su circa venti squadre partecipanti), che vale il passaggio alla fase interregionale, prevista per il weekend del 16 e 17 novembre prossimi proprio nel palazzetto aretino. Ovviamente, presenti in campo gara anche le infortunate Giorgia Banchi e Ginevra Gai, a sostenere le compagne e a raccogliere giustamente gli applausi per un quinto posto che è anche frutto del loro Elena Gensini alle parallele asimmetriche

lavoro. Rinviato l’esordio di una seconda squadra targata Centro Ginnastica Firenze, a causa del forzato rimaneggiamento dovuto agli infortuni, ed allora

Anita Bartolozzi alla trave

il gruppo della classe del 2005 torna al lavoro in palestra in attesa del suo momento, e in preparazione delle gare del 2014.

Gaia Buglioni al corpo libero La squadra di serie C alla premiazione

Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Tornei precampionato c5 e c7: SI ASSEGNANO I TITOLI

CALCIO TOSCANA di STETo

ettimana decisiva per i Tornei Pre-Campionato C5 e C7 che vedono in programma lo svolgimento delle gare di semifinale e finale per stabilire i successori di FC Devastanti (per il calcio a 5) e CS Sorgane C7 (per il calcio a 7).

Pre-Campionato C5 maschile

FC Devastanti, Twentysix, Final Blow ed AC Giglio C5 sono le quattro formazioni semifinaliste della Fase Finale A: due conferme e due sorprese arrivano a giocarsi la vittoria del Torneo. Se FC Devastanti e Final Blow or-

Fiorentina - Napoli

mai non fanno più notizia (la finale della passata edizione fu proprio fra queste due compagini), AC Giglio C5 e Twentysix giungono a queste semifinali in punta di piedi ma con pieno merito. Dopo aver vinto il proprio girone eliminatorio, l’AC Giglio C5 ha estromesso dal Torneo formazioni molto

competitive quali AB Ceres (4-3 negli ottavi di finale) e St. Donato Park Rangers (SPR) al termine di una sfida combattuta e conclusa con i tiri dal dischetto (9-7 dopo il 5-5 dei tempi regolamentari). Il Twentysix, che già aveva conquistato un ottimo secondo posto nel girone eliminatorio scavalcando

proprio in extremis l’Atletico Ragnaia (giunta terza nella scorsa edizione), ha successivamente sconfitto Team Statuto (4-3 negli ottavi di finale) e, con un netto 8-4 il GS Tedalda (squadra che aveva vinto il proprio raggruppamento). Escono invece ai quarti di finale Cosmos All Stars FC e Real Cerveza che avevano entrambe vinto i propri gironi a punteggio pieno: sarebbe loro servita un’eccellente prestazione per cercare di ribaltare il pronostico sfavorevole nelle sfide con FC Devastanti e Final Blow. Infine, nella Fase Finale B le due gare di semifinale sono Atletico Far Oer - La Bombonera e DC Tullosai - FC Atletico Poco.

Pre-Campionato C7 maschile

Nel calcio a 7 la stanno facendo da padrona le formazioni provenienti dal gruppo A della Fase eliminatoria: tutte e 5 le squadre hanno infatti centrato il traguardo delle semifinali (fra Fase Finale A e Fase Finale B) ed ora lanciano la volata

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per la vittoria dei due titoli. Nella Fase Finale A è l’Aperitivo La Coruna (che nei quarti di finale ha avuto la meglio con non poca sofferenza dei Blues, sconfitti per 4-3) l’unica compagine non proveniente dal girone A, e adesso se la dovrà vedere col forte FC Breccia (che nei quarti si è imposto per 6-2 sul Milf FC). Nell’altra semifinale si affrontano L.A. Valona (vittorioso per 3-1 sull’AC Djiglio) e Real Marrakech (che ha superato per 5-2 il Borussia Sgorbions): nell’ultima sfida del girone eliminatorio furono questi ultimi ad imporsi con un netto 10-3. Ancora più combattute le sfide dei quarti di finale nella Fase Finale B, con ben due gare terminate a i calci di rigore: proprio Novoli e Gallo Nero (le due formazioni provenienti dal girone A) hanno avuto la meglio nei tiri dal dischetto ed ora affronteranno rispettivamente Dagnene Secche e FC Montalunga.

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Il Brivido Sportivo - 30 ottobre 2013

Fiorentina - Napoli

CROAZIA C7: SOLITI PROTAGONISTI?

MIDLAND

di MARCO CICALI

rima giornata del girone Croazia di calcio a 7 del Campionato Midland e si riparte da dove eravamo rimasti al termine del campionato passato. Ricomincia la lotta tra Seleçao Argentinos e Montefiridolfi, che l’anno scorso ha premiato i secondi al termine della stagione per un solo goal di differenza negli scontri diretti, essendo arrivate entrambe a 49 punti dopo 20 giornate. Andiamo a vedere nel dettaglio le 5 gare disputate: il Montefiridolfi vince contro la nuova formazione del Chocabeck Team per 6 a 1 senza grandi problemi. Si conferma bomber d’eccezione Mangino con una tripletta, alla quale si aggiungono la doppietta di Malanga e il centro di Di Lorenzo. Per gli avversari rete della bandiera di Chukwu, riferimento lo scorso campionato del Novoli C7 e capocannoniere del girone Italia. La Seleçao Argentinos risponde a tono, uscendo vittoriosa dalla sfida con i Finti Tecnici per 2 a 1. La gara si accende nella ripresa quando prima Cioni G. e successivamente Innocenti infliggono un uno-due micidiale ai Tecnici. Il goal nel recupero di Esposito per

i rossi serve solo ad accorciare le distanze, ma i 3 punti vanno ai ragazzi del Flet. Il terzo incomodo del girone potrebbe essere l’Ichnusa Juniors che parte con il piede giusto contro il Real Gioberti, battendo i verde-nero per 3 a 1. Partita decisa dalla doppietta di Tofanari e dal goal di Scopetani, mentre per i coccodrillini segna Olivarelli. Cominciano alla granSELECAO ARGENTINOS de I Dildo’s, unica squadra del girone sorprese. Martinelli A. (3) e capitan ad aver partecipato al New Season, vincendo con un Mosconi (2) segnano le 5 reti che secco 5 a 1 sull’AC Picchia C7. In permettono alla propria squadra goal per gli amaranto Poteti con una doppietta, Lisi, Marguerite e Sulli M., che dopo un anno di ambientamento, si propongono come vera e propria mina vagante del gruppo. L’ultimo match da analizzare è stato quello tra Club Lungarno e Jus Florentia. Il risultato al termine dei 60 minuti ha premiato il Lungarno per 5 a 4, in una partita ricca di

di rendere vana la doppietta di Di Alessandro G. e le marcature di Imbrenda e Ronchi.

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