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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

L’Inter è più forte, ma la squadra di Pioli può approfittare del momento no dei nerazzurri di Spalletti

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Editoriale

Coraggio, c’è uno spiraglio di speranza di Mario Tenerani

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ttava contro terza, già questo basterebbe a far tremare i polsi ai viola. Pioli avrà tanto da fare contro la sua ex squadra, il test sarà uno dei più duri. Il precedente dell’andata a Milano - era il 20 agosto, finì 3-0 per i nerazzurri - non aiuta a inquadrare la sfida: l’Inter era già in palla, mentre la Fiorentina solo una rappresentativa. Alcuni nuovi acquisti viola si erano conosciuti da poche ore. Ci fu poca partita. Oggi, però, è diverso: certo, l’Inter resta molto forte, ma la Fiorentina è cresciuta.

La squadra viola scesa in campo nell'ultima partita contro il Milan

I viola hanno preso 20 gol in 19 partite e hanno la quinta difesa del campionato; niente di cui esaltarsi, per carità, ma è un buon viatico per affrontare con più serenità un avversario tosto come la squadra di Spalletti. L’Inter non arriva a Firenze nel suo momento più bello: nelle ultime quattro gare ufficiali sono arrivate tre sconfitte e un pari. Bottino magro per un gruppo in cerca del successo, quantomeno di un rilancio dopo stagioni buie. Uno spiraglio di speranza per la Fiorentina c’è. Ai viola servirà un po’ di coraggio per provare a battere l’Inter. Pioli e i suoi dovranno osare laddove i nerazzurri lo permetteranno. Un risultato di prestigio aiuterebbe anche il tasso di autostima. Fino ad ora la Fiorentina contro le prime cinque della classifica ha ottenuto solo due pareggi, con Lazio e Napoli, poi solo sconfitte. Ecco l’occasione per lanciare un segnale forte, un messaggio di controtendenza proprio all’inizio del girone di ritorno. Serve un pizzico di coraggio, appunto.

Il gol di Simeone contro il Milan Direttore responsabile Mario Tenerani Caporedattore

Tutti i diritti riservati: vietata la riproduzione, Tommaso Borghini anche solo parziale, di contenuti e foto di questa pubblicazione Chiuso in redazione il 3/1/2018 alle ore 13

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Hanno collaborato Alessandro Rialti, Lucia Petraroli, Giacomo Brunetti Francesca Bandinelli, Giacomo Cialdi, Ruben Lopes Pegna, Duccio Magnelli


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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

Lente d’ingrandimento

Non basta una squadra normale, occorrono più cinismo e cattiveria

Serve un cambio di passo Peccato perché una vittoria avrebbe dato benzina ai sogni. Ora un’altra occasione ma anche... un’altra trappola. L’Inter di Borja, di Vecino, di Luciano Spalletti, mica poco. Dicono che i neroazzurri sarebbero in calo. Meglio non crederci troppo. Bisogna credere invece a Pioli quando dice che ci vorrà una Fiorentina straordinaria. Quella che tutti aspettano. Così come deve essere fatto se si spera di sognare. Intanto auguri alla Fiorentina normale che comunque è lì fra coloro che ancora sperano.

di Alessandro Rialti

C’

è qualcosa di buono in questa piccola e acerba Fiorentina. Ed è la sua voglia di crescere. Nei singoli giocatori e come somma della speranza della città. Non è poco, ma al momento non è neppure abbastanza. Lo dicono anche i risultati, al di là di una classifica che a fine del girone di andata non è punitiva e nemmeno deludente (va considerato la partenza di questa estate con un risparmio complessivo di circa 80 milioni di euro), racconta di una squadra che nella seconda parte della stagione è stata capace di giocare alla pari con la Lazio (a Roma) con il Napoli (a Napoli) con Atalanta e Milan. I... peccati li ha fatti ad inizio di campionato con Juve, Inter e Sampdoria. Peccato però... che a forza di pareggi si resti a galleggiare solo nell’anticamera del giro europeo. Bisogna che la Fiorentina cambi passo, quello che ha detto lo stesso Pioli. Non basta una squadra normale, deve diventare straordinaria. Deve crescere in cinismo e cattiveria, un po’ come faticosamente www.fabbricaitalianadroghe.it sta provando a fare Cholito Simeone. L’argentino ci mette l’anima ma... non basta. Proprio con il Milan è venuto il gol (molto bello) e sarebbe venuta anche l’espulsione se il direttore di gara avesse visto quello che francamente a tutti è apparso evidente. Cyril Thereau

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

Appunti di viaggio

Dopo un’estate rovente, il “Sindaco” torna per la prima volta al Franchi da avversario

Borja, storia di un amore rovesciato di FRANCESCA BANDINELLI

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toria di un amore che alla fine si è rovesciato. Di sicuro quello tra le parti, Borja Valero da una parte e la Fiorentina dall’altra, ma che pure tra la gente ha cominciato a trasformarsi in un puzzle che pare non voler combaciare mai perfettamente. E’ iniziato tutto in estate, dopo i primi rumors che arrivavano dalla Milano nerazzurra. «Mai messo Borja sul mercato» replicava secco il club dei Della Valle prima ancora che da parte

Borja Valero in maglia viola

della proprietà venisse manifestata la volontà di cedere il club. Il nodo era sempre lo stesso: «Se è lui a non essere soddisfatto di stare con noi lo dica…». Erano i primi di giugno quando il giocatore si era fatto immortalare sui social sul Ponte Vecchio per mostrare l’ultimo tatuaggio fatto, le coordinate geografiche di Firenze ed un pensiero scritto “Sulla mia pelle per sempre”, poi il silenzio. Fino ad un messaggio audio Whatsapp fatto circolare con il giocatore che spiega la sua ver-

sione ai tifosi, commosso e, sul finire, pure stremato. «Non ho ancora firmato per nessuno e se non l’ho ancora fatto è per rispetto nei vostri confronti. Adesso non posso parlare perché sono sotto contratto con la Fiorentina, ma quando potrò farlo non mi tirerò indietro. Sicuramente andrò via, perché non ce la faccio più. Piango e non dormo da due settimane, è una situazione difficile, dura».

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C’è stata la manifestazione sotto casa preferito ricominciare tutto da capo sua, con Borja e la moglie Rocio afin una nuova città, con un contratto facciati tra lo stupore di un gesto di di un anno più lungo (2020) rispetto grande affetto, ma la fine era già nota a quello che invece aveva in essere a da tempo. Solo dopo, il giocatore ha Firenze (2019). Ha accarezzato un’altra addossato ogni responsabilità alla volta i brividi della vetta della classidirigenza tecnica, puntando il dito fica, come accaduto anche a Firenze, contro il dg Corvino. Alla Fiorentina alla prima stagione di Paulo sono entrati nelle casse 5,5 (a cui si Sousa, quando il miracolo sommerà un altro milione e mezviola si è spezzato prima anzo la prossima estate in virtù dei cora del giro di boa di genbonus) e lo spagnolo ha cambiato naio, salvo poi vedersi comaglia. Questa sarà la sua prima stretto ancora una volta a rinvolta da avversario al Franchi, lui correre. Spalletti di lui e delle che con la maglia della Fiorentina sue qualità si fida. Lo ha sommato in tutte le competiha detto più volte, zioni 212 presenze, imprezio«Borja può giocare site da 17 gol. Un pizzico di ovunque»: gli ha emozione l’ha accusata pure consegnato le a San Siro, nella prima chiavi del cenpartita della stagione, trocampo con qualche pallone dell’Inter perso e tanta fatica convinto in fase di copertudi aver fatra, ma stavolta sarà to la scelta tutta un’altra storia. Al Franchi ci sarà la sua migliore. famiglia, compresi i figli Alvaro, Ora tocca a lui, che era diventato fin da subito allo spagnolo, giocauna piccola “star” in città per re contro il suo pasquella sua capacità straordinasato, in quello che è ria di imparare l’inno della stato per anni il suo Fiorentina in pochissime stadio, contro quelsettimane (a meno di la stessa gente che tre anni), e la piccola per manifestargli Lucia, nata alla masolidarietà, in ternità di Careggi. In estate, è andata passato Borja era stadritto fin sotto soprannominato il to casa “sindaco” della città, sua. ci aveva scherzato su anche Dario Nardella, che per qualche scatto gli aveva concesso la sua fascia tricolore, ma poi qualcosa si è spezzato. Lo Borja Valero con la casacca dell'Inter spagnolo ha

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

L’ex campione dell’Inter: “Hanno le caratteristiche per giocare assieme. Io ci proverei”

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Parola all’esperto

Suarez: “Babacar-Simeone coppia perfetta”

Luisito Suarez

di Giacomo Cialdi

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l nuovo anno viola non poteva iniziare con una gara più intrigante: al Franchi arriva l'Inter guidata dal toscano Spalletti, il cui gioco è incentrato su due (non troppo) vecchie conoscenze, Borja Valero e Matias Vecino. La Fiorentina è pronta a cominciare il girone di ritorno consapevole che all'andata, a Milano, non c'è stata partita ma che oggi i gigliati sono cresciuti sotto tutti i punti di vista. Oggi sono una squadra, e cercheranno di dimostrarlo davanti al proprio pubblico lottando per i primi tre punti del 2018. Per parlare della sfida tra viola e nerazzurri e analizzare il momento delle due compagini, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Luisito Suarez, grandissimo attaccante dell'Inter dal 1961 al 1970. Luis Suarez, le piace la Fiorentina di quest'anno? «Ho visto diverse gare della Viola, a mio parere è una buonissima squadra. In rosa ci sono tanti ragazzi giovani e di qualità, ottime individualità. E' evidente che sia un gruppo da completare, ma ci sono delle buone basi sulle quali costruire un futuro migliore. A meno che non ci sia necessità di vendere i pezzi pregiati, ovviamente...».

Che giudizio si è fatto di Stefano Pioli? Lo scorso anno lo ha visto da vicino alla guida dell'Inter... «Certo, e devo dire che è un ottimo allenatore. A Milano ha fatto buonissime cose, è partito molto bene ma poi la squadra ha sbandato un po'. Secondo me è stato sbagliato esonerarlo, perché le colpe non erano tutte sue. In Italia troppo spesso si pensa di risolvere i problemi licenziando il mister, quando invece sarebbe meglio cacciare qualche giocatore. Penso che la Fiorentina abbia fatto una grande scelta prendendo Pioli, persona seria e preparata». Un allenatore che per il momento porta avanti la scelta di alternare Simeone e Babacar. Da grandissimo attaccante quale lei è stato, chi le piace di più? «Non ho una preferenza, sono due centravanti completamente diversi, forti entrambi... E proprio per questo opterei per farli giocare insieme: il senegalese più in area di rigore, l'argentino pronto ad inserirsi negli spazi che il primo è bravo a creare. Forse Pioli sta solo aspettando di avere un certo equilibrio di squadra prima di schierare due attaccanti veri dall'inizio, chissà, oppure ha capito che operando una sorta di staffetta ottiene il massimo da entrambi. Nel calcio gli stimoli sono fondamentali».

le due squadre, è chiaro: la Fiorentina cercherà di vincere con le proprie armi, cioè con il possesso del pallone e facendo gioco con gli uomini di maggiore qualità, l'Inter aspetterà con quasi tutti gli uomini sotto la linea della palla e tenterà di colpire in contropiede con i suoi esterni e con il cecchino Icardi. Non è una partita facile per nessuna delle due, può uscire ogni risultato». Come ultima domanda le chiedo una previsione: dove vede Fiorentina e Inter a fine maggio? «Al momento le squadre in questione fanno due campionati diversi, lottano per obiettivi differenti. Entrambi i mini-campionati sono estremamente competitivi, ma Inter e Fiorentina non peccano certo di qualità per fare una buonissima stagione. I nerazzurri devono assolutamente entrare in Champions League, altrimenti sarebbe un fallimento. I viola, trattandosi del primo anno dopo il rinnovamento, non hanno obblighi così stringenti: arrivare in Europa sarebbe un ottimo risultato e credo che la banda di Pioli ci possa riuscire».

Veniamo ai nerazzurri: che squadra le sembra quella guidata da Spalletti? «L'Inter è partita fortissimo, certamente sopra le aspettative estive. L'allenatore ha fatto un ottimo lavoro, soprattutto sul piano delle convinzione dei propri giocatori. Per tantissime giornate abbiamo visto una squadra solida, cattiva, compatta... Nelle ultime settimane, invece, abbiamo assistito ad un'Inter un po' più fragile, che è andata incontro a degli scivoloni. Ritengo che il mercato di gennaio serva come il pane ai nerazzurri: ci sono quattro/cinque squadre più forti, se vogliono arrivare in Champions League occorre rinforzare la rosa». Con queste premesse, che gara si aspetta al Franchi? «Una gara bella, combattuta e spettacolare. Non so se vedremo tanti gol, Spalletti pensa prima di tutto a non prenderne, ma credo non mancheranno intensità e velocità. Lo spartito della partita, conoscendo

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Suarez (in primo piano) durante la festa dell'Inter per la Coppa dei Campioni del 1965

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

Il doppio ex

Il centrocampista del secondo Scudetto: “Se non segni non vinci, bisogna essere più cinici”

Merlo: “Serve più cattiveria là davanti” A proposito, come si sta comportando il gruppo di Pioli? “Sta migliorando, penso che sia sulla strada giusta ma serve un ulteriore passo in avanti. Adesso si è assestata in difesa: ultimamente, poi, con il 5-3-2 le cose sono andate bene, con Chiesa esterno e anche il terzino di sinistra alto. Manca l’attacco: tanto possesso e poi alla fine non conclude niente”.

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a scritto la storia con la Fiorentina, portando a Firenze lo Scudetto del 1969 e due Coppa Italia nel 1966 e nel 1975, oltre a una Mitropa e una Coppa Italo-Inglese: Claudio Merlo, un’avventura pluridecennale in maglia viola prima di disputare due stagioni a Milano, sponda Inter. E proprio le sue due ex squadre adesso si affrontano. Fiorentina-Inter, che partita sarà? “È una gara importante per la ‘Viola’: manca la continuità ma è lì, per un posto in Europa League. Potrebbe qualificarsi ma ci sono altre squadre in corsa, dall’Atalanta che si sta riprendendo fino al Torino e alla Sampdoria. La Fiorentina dei giovani ha ampi margini di miglioramento. Vorrei che si riprendessero i gigliati, non i nerazzurri”.

Già, l’attacco: cosa farebbe con Simeone e Babacar? “Il senegalese è un punto interrogativo: o si fa giocare, o si vende. Quando entra segna, il suo ruolo è quello. Non bisogna giudicarlo per quello che fa, andrebbe visto per dieci partite da titolare per poterlo fare. L’argentino si dà da fare, ha fatto un bel gol contro il Milan, mi sembra però che non abbiamo ancora visto quello di Genova. La Fiorentina crea tanta mole di gioco ma segna poco. Se non segni non vincerai mai”. E poi ci sono i nuovi acquisti. “Pezzella non credevo fosse così bravo e anche Hugo non mi sembra male. Ma, in generale, non mi hanno fatto impazzire gli arrivi, a parte Simeone. E poi la Fiorentina ha Chiesa: nell’arco del campionato è il più completo che l’Italia abbia in quel ruolo”.

Forse avrebbe voluto allenare la Fiorentina? “Doveva venire, è un allenatore di alto livello. Ora che ha perso tre partite viene giudicato. In Italia è così, quando perdi tre partite. Guardate Pioli: prima era una ‘mezza calzetta’, adesso è bravo”. Ora però affronta l’Inter, con due ex viola a centrocampo, nel mezzo a una piccola crisi. “L’Inter ha giocato sempre così, ha avuto fortuna in alcune circostanze. Quando si fermano Icardi e Perisic vanno un po’ giù. Il momento brutto lo passano tutti. Valero mi è sempre piaciuto, però tiene troppo la palla, anche se davanti alla difesa è sprecato. Vecino sta disputando un buon campionato”. Lo Scudetto, lei lo ha vinto a Firenze. “Lo ricordo sempre, è la prima cosa che ricordo insieme al Torneo di Viareggio, quando ancora contava qualcosa. Ogni tanto riemergono sui giornali le foto, mi fa sempre piacere”.

I viola si troveranno davanti l’Inter del toscano Spalletti, che punta lo Scudetto… “È un amico, ma credo che il Napoli e la Juventus siano favorite. Spero che lo vinca il Napoli, mi fa impazzire”. Merlo in maglia viola

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

Viola amore mio

Parla il dirigente che ha vissuto 51 anni in gigliato: “De Sisti e Antognoni i giocatori indimentica

Righetti: “Vi racconto il mio

di Lucia Petraroli

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anni di Fiorentina sotto la gestione di 15 presidenti; uno Scudetto, 5 Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Ma anche bandiere sventolate e poi ammainate, un fallimento e una rinascita. In una parola: Raffaele Righetti, un uomo che ha dedicato la vita ai colori viola, dando il suo contributo dietro le quinte con un lavoro indispensabile quanto prezioso. Nella società viola è entrato nel 1961 e dentro le stanze della società gigliata è stato un protagonista silenzioso, dimostrandosi persona integerrima, dalle doti morali elevatissime e dall’indiscutibile capacità operativa. Oggi, da presidente onorario del Museo Fiorentina, è ancora un simbolo della parte più bella del club viola, un vero esempio per tutti coloro che operano all’interno del sodalizio gigliato. E noi del Brivido Sportivo abbiamo avuto il privilegio di raccogliere il suo parere, tra presente e passato, alla viglia dell’importante sfida con l’Inter.

La mano di Stefano Pioli quanto è importante? “La tattica non è il mio ambito, però conosco bene Pioli perché lo abbiamo avuto come giocatore. E’ un uomo positivo, tranquillo, che sa far gruppo. Insomma è la persona giusta per questa piazza e mi sembra che, piano piano, stia trovando la quadratura”.

Raffaele Righetti, come giudica la Fiorentina di oggi? “Apprezzo la linea guida che la società ha intrapreso, sono sempre stato a favore dei giovani. I risultati non possono arrivare subito, ma avremo delle soddisfazioni a lungo termine. Anche dal punto di vista della gestione di bilancio tutto è in regola e questo è un aspetto da non sottovalutare, alla luce di quanto successo nel 2002, un’esperienza negativa che ancora sento sulla pelle”.

Siamo a gennaio, la Fiorentina investirà sul mercato? “Spero di sì, se riusciamo a trovare uno-due giocatori da inserire ben venga. Credo che qualcosa manchi a centrocampo, servirebbe uno che incidesse alla De Sisti o alla Antognoni. Uno di grande personalità che possa affiancare due ottimi centrocampisti come Badelj e Veretout”.

Quale può essere il reale obiettivo di questa squadra? “Sesto-settimo posto sono alla portata e garantirebbero l’Europa League”. Adesso c’è Fiorentina – Inter, che partita prevede?

Righetti con Pier Cesare Baret ti

“Una gara difficile, all'andata abbiamo perso con qualche attenuante, eravamo all’inizio e la squadra era ancora in costruzione. Sono fiducioso perché con le grandi la Fiorentina ha sempre fatto bella figura”. Ci regala un suo ricordo di un Fiorentina – Inter che le è rimasto più impresso?

Tra i giovani viola chi l’ha colpita di più? “Federico Chiesa, un ragazzino che sa farsi apprezzare”. Raffaele Righetti con Giacarlo Antognoni

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

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bili, Baretti e Baglini i presidenti che ho nel cuore. Spero che Andrea Della Valle torni presto”

mezzo secolo nella Fiorentina” “Negli anni '70 ricordo un 1-1 fondamentale: fece gol Brizi e ne venne fuori un pareggio determinante per la nostra salvezza. In quegli anni c’era solo Antognoni che tirava la carretta, sono stati anni difficili, sfiorammo la serie B, ma alla fine riuscimmo a venirne fuori”. Nei suoi 51 anni in viola si è occupato un po’ di tutto… quanto è cambiato il calcio in mezzo secolo? “Quando sono entrato nella Fiorentina, dal ’61 al ’68, mi sono occupato dell’amministrazione. Poi ho cominciato a se-

guire la segreteria. Nel decennio ’60-’70 la gestione era quasi artigianale. Nella società lavoravano non più di 10 persone. Oggi, tanto per fare un esempio, i dipendenti sono più di 100… Prima non c’erano sponsor e pubblicità, la società era condotta da personaggi appassionati della Fiorentina. Come diceva l’ingegner Iervolini, il nostro era un sano artigianato. Sono stati anni sofferti, poi sono arrivate proprietà più forti come i Pontello. La società si è modernizzata, sono arrivati sponsor e diritti tv. Dal punto di vista societario, è stata una crescita graduale, continuata con i Cecchi Gori, fino all’avvento dei Della Valle”.

c’era un rapporto intimo. Poi c’è stata la terribile disgrazia. Fui l’ultimo a parlarci prima della sua morte. Anche Nello Baglini è stato un grande personaggio, importantissimo per il secondo Scudetto”.

Era migliore il calcio di oggi o quello di allora? “Prima c’era più passione da parte della proprietà, ma anche più parsimonia. Oggi la gestione è più imprenditoriale. Non si può fare un confronto”.

Anche il rapporto fra società e tifosi è molto cambiato… “In passato i tifosi erano molto legati alla società, ma abbiamo anche vissuto contestazioni pesanti. Con il presidente Melloni, ad esempio, abbiamo ricevuto critiche feroci. Eppure stava facendo il massimo. C’è sempre stata una parte di pubblico che ha contestato, cosa che accade anche oggi con i Della Valle”.

Dei suoi anni qual è stato il giocatore che ha apprezzato di più? “Faccio due nomi: De Sisti, che ha contribuito alla conquista dello Scudetto. Era un giocatore di grande intelligenza, dote che ha dimostrato anche da allenatore. Poi Antognoni, che sarà per sempre la bandiera della Fiorentina. Andrea Della Valle ha fatto bene a riportarlo in società, facendo anche mea culpa. Entrambi mi sono rimasti nel cuore”.

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Tra i presidenti chi ricorda con più piacere? “Ne ho avuti 15… conservo un grande ricordo di Pier Cesare Baretti. Purtroppo è rimasto con noi solo un anno e mezzo, eravamo molto legati, anche tra le famiglie

Che rapporto ha con il patron Andrea Della Valle? “Ha sempre voluto che restassi vicino alla Fiorentina. Fin dall’inizio tra di noi è nata una profonda collaborazione. Ancora oggi nutro grande affetto verso di lui… mi dice sempre che è un mio fan. C’è stima reciproca”.

Come pensa che i Della Valle dovrebbero rispondere alle critiche? “Credo che Andrea dovrebbe cercare di sopportare il gruppo che lo contesta, tornando a Firenze. La sua presenza sarebbe molto importante perché è un presidente appassionato. Capisco che si senta offeso dalle critiche, ma se tornasse tutta la società ne trarrebbe beneficio”. Chiudiamo con i suoi ricordi più belli… “L’atmosfera di festa dopo il secondo Scudetto è stata davvero emozionante. Un periodo simile l’ho vissuto anche dopo il ritorno in serie A con Mondonico, allenatore ma soprattutto vero tifoso viola. Ricordo i momenti passati insieme mangiando salame nella lavanderia. Ci facemmo anche barba e pizzetto uguali ai suoi per prenderlo un po’ in giro. Un altro momento fantastico fu quando tornammo in Champions con Trapattoni, giocando partite indimenticabili come quella di Wembley con l’Arsenal. Spero che il popolo viola possa presto riassaporare gioie simili”.


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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

Sfida tutta argentina fra i due centravanti. Simeone può dimostrare di essere all’altezza

Il duello

Il Cholito contro Icardi La partita nella partita T di Mario Tenerani

ra i motivi per seguire Fiorentina-Inter c’è anche la sfida argentina tra Simeone e Icardi, punte di riferimento di viola e nerazzurri. Il Cholito e Maurito, come dire, un giovane in carriera e uno dei centravanti più forti al mondo. La classifica cannonieri rispecchia il divario che c’è tra le due squadre: Icardi è quota 17, leader della graduatoria, mentre Giovanni è a 6 reti. L’interista ha segnato praticamente il triplo, ma questo era prevedibile. Simeone sta maturando e soprattutto cercando la dimensione in una grande piazza. Icardi è devastante e già affermato. In comune hanno il senso del gol e quella “garra” sudamericana che non li rende mai appagati. Vengono da zone diverse: il Cholito, figlio d’arte, è nato nella capitale argentina. Icardi è di Rosario, la stessa città di Messi, la stessa regione dei fenomeni, Santa Fè. In Argentina sono due i territori più prolifici: Buenos Aires e Santa Fè, appunto. Anche Batistuta, nato ad Avellaneda e cresciuto a Reconquista, ha quella targa. E ce ne sono tanti altri. Simeone metterà qualcosa in più in

Giovanni Simeone

questa sfida, vorrà dimostrare ai suoi connazionali di non essere inferiore al più famoso e più forte collega d’attacco. E nell’aria ci sarà un profumo particolare, l’Argentina al Franchi è di casa. Sarà una partita nella partita, da gustarsi fino in fondo. Il Cholito e Maurito, il nuovo che avanza e il presente che incalza. Asado per tutti, vamos.

Maurito Icardi

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

Sfida in panchina

Il tecnico viola non ha mai battuto l’allenatore di Certaldo, è l’ora di sfatare il tabù

Pioli contro la “bestia nera” Spalletti di FRANCESCA BANDINELLI

U

na sfida piena di intrecci. Da una parte c’è Pioli, che con Spalletti nella Milano nerazzurra ha fatto praticamente staffetta, dall’altra il tecnico toscano da sempre sognato sulla panchina viola ma mai effettivamente contattato per intavolare una trat-

Luciano Spalletti

tativa. Di certo c’è che l’ex allenatore di Roma e San Pietroburgo per il tecnico viola è assolutamente una “bestia nera”, uno di quelli che fin qui in carriera non è mai riuscito a battere. Nei sette

incroci che si contano, sono arrivate ben sei sconfitte (di cui l’ultima a San Siro alla prima giornata di campionato) e un solo pareggio. La maledizione è iniziata ai tempi in cui Pioli era alla guida tecnica del Parma, tra il 2006 e il 2007: tre successi per Spalletti (4-0, 2-1 e 3-0) e un pari (2-2). Non è andato meglio con la Lazio, con un derby addirittura stravinto dalla Roma. Era il 2016 ed il 4-1 finale è stato una doccia gelata. A castigare l’allenatore emiliano ci pensarono El Shaarawy, Dzeko, Florenzi e Perotti: a niente valse la rete di Parolo per i biancocelesti. Anche la scorsa stagione, il bilancio è stato negativo: Inter-Roma e altra pesante sconfitta, per di più tra le mura di casa, con una doppietta di Nainggolan, la rete di Icardi e il sigillo finale di Perotti. Pioli, tra i tecnici da battere, oltre a Spalletti conta poi Allegri, Conte, Guidolin e Cosmi. Il tecnico di Certaldo, che dal canto suo ha avuto quasi sempre un percorso netto contro la Fiorentina, i pochi dispiaceri li ha accumulati tutti al Franchi:

Stefano Pioli

19 le gare giocate contro la Fiorentina e tre ko, tutti in terra fiorentina, di cui l’ultimo il 18 settembre 2016, grazie al gol di Badelj su assist di Tomovic. Entrambi maniaci della cultura del lavoro, abituati a studiare a fondo l’avversario senza dare niente per scontato, in un girone sono riusciti a dare un’impronta ben precisa alle rispettive squadre. Spalletti ha riportato la sua Inter ai vertici della classifica, al di là degli scivoloni delle ultime settimane, mentre Pioli ha accettato la sfida di ricominciare da zero, con un progetto che come primo step prevede la realizzazione di solide fondamenta. Ha fatto del concetto di ambizione il mantra suo e della squadra, costruendo un ambiente propositivo e compatto. Le cene di gruppo sono diventate un piccolo rituale, un modo per scherzare e divertirsi, ma soprattutto per compattare uno spogliatoio completamente rivoluzionato dal mercato estivo. Ha fatto fin dall’inizio del colloquio con i giocatori uno dei sui principi, chiamando tutti in estate, prima del raduno, e mantenendo un rapporto franco a stagione avviata. I suoi consigli sono diventati per tutti preziosissimi, sul campo e fuori. Adesso però è anche lui che vuole provare a sfatare un tabù: c’è da provare a battere una big del campionato. Un girone fa quella scesa in campo non era la Fiorentina di oggi, identica sì negli interpreti ma ancora non completamente amalgamata: la storia può davvero essere riscritta. Con cinismo e determinazione.

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

L’ex attaccante nerazzurro: “Che bella sfida Simeone-Icardi. Ci sarà da divertirsi”

17

Il bomber

Boninsegna: “Sarà spettacolo, con tanti gol” di Giacomo Brunetti

B

andiera e grande bomber dell’Inter del passato (171 reti in 281 gare), Roberto Boninsegna ha indossato, tra gli altri, anche i colori di Juventus e Cagliari, sfiorando il tetto del Mondo con la maglia della Nazionale nei Mondiali in Messico nel 1970. ‘Bonimba’, soprannominato così per la sua attitudine, nonostante una statura non elevata, a saltare più in alto degli avversari, è stato il primo italiano a vincere la classifica cannonieri all’estero, quando i sardi, per una estate, difesero i colori del Chicago Mustangs, franchigia nordamericana, al fine di promuovere il calcio in quei territori. Noi, invece, gli abbiamo affidato un compito più semplice: analizzare la sfida tra l’Inter e la Fiorentina.

Roberto Boninsegna, partiamo dalle questioni di casa viola: è possibile pensare all’Europa League oppure è un obiettivo troppo arduo? “È un anno di transizione, sono andati via tanti giocatori e la società ha fatto cassa. Credo che il campionato dei gigliati possa essere in linea con quello visto fin qui, se gli va bene può centrare la qualificazione europea. Ci sono tante squadre in corsa per quelle posizioni, a partire dall’alto fino alle romane e al Milan. Insomma, la concorrenza è tanta”. La Fiorentina può vantare Chiesa, adocchiato anche dai nerazzurri… “Questo ragazzo è molto bravo, ma va rivisto. Come esterno, nell’Inter, c’è già Candreva, non credo sarebbe un acquisto mirato, c’è maggiore necessità in un altro settore, serve un regista. Chiesa è un buon giocatore ma non ce n’è bisogno attualmente, dall’altra parte poi c’è Perisic. In ottica futura potrebbe starci, non adesso”.

a Boninsegn Rober to ell'Inter d ia gl a la m

Boninsegna, secondo in alto da destra, nell'Italia di Messico 1970

con

Stiamo parlando di mercato: in estate, a Milano, sono arrivati Borja Valero e Matias Vecino. “Sono due ottimi acquisti, credo più Vecino di Valero. Loro insieme vanno bene. Ma ripeto, manca un regista: lo spagnolo è stato provato in quella posizione, però non lo è, ed anche Joao Mario non sta facendo bene”. Dopo un inizio scoppiettante, l’Inter sta attraversando un momento di calo, sublimato anche dall’eliminazione in Tim Cup contro il Milan: cosa sta succedendo?

“È incredibile, sta giocando male ma, va detto, che gli sta girando anche tutto male. E quando gira male, poi le cose peggiorano. Non sta giocando bene, sciupa le occasioni. Icardi viene cercato poco, lui è uno che finalizza il gioco e quando la squadra non si esprime al meglio, creando quindi poco, ne risente. L’argentino sta attraversando un momento difficile ma dopo aver ‘tirato la carretta’ per un periodo”. La formazione di Spalletti può puntare allo Scudetto? “Vista adesso, no. È inferiore alla Juventus e al Napoli, se migliora negli acquisti può sperare. Se a gennaio entra qualcuno in rosa, la vittoria del campionato può essere sognata. Ma attualmente no”. Chi potranno essere i protagonisti della partita? “Da una parte Simeone, dall’altra Icardi. Sarà una sfida tutta argentina e prevedo divertimento e molti gol”. Parola di Boninsegna.

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

Una partita una storia Nel 1989 la Fiorentina beffa clamorosamente l’Inter dei record grazie all’indimenticabile B2

Baggio, Borgo-gol e quello storico 4-3

La Fiorentina 1988-89

di Tommaso Borghini

L

a data rimasta scolpita sul calendario della storia viola è quella del 12 febbraio 1989. Allo stadio Franchi, in ristrutturazione per il Mondiale di Italia 90, non c’è posto neppure per far cadere uno spillo. Perché la Fiorentina riceve l’Inter dei record, la squadra che, sotto la regia dello scaltro Giovanni Trapattoni, è imbattuta e veleggia senza rivali verso la conquista del tricolore. In quell’Inter gioca anche Nicola Berti, per la prima volta a Firenze da avversario e considerato, in quel momento storico, dal popolo gigliato come il peggiore dei traditori. I viola, allenati dallo svedese Sven Goran Eriksson, hanno 12 punti in meno rispetto ai nerazzurri, tantissimi visto che allora la vittoria valeva soltanto 2 punti. Il leader carismatico è Carlos Dunga, il leader tecnico è Roberto Baggio che, in attacco, forma un tandem perfetto con Stefano Borgonovo.

La cosiddetta B2 è il punto di forza della Fiorentina che, un po’ come accade anche oggi, soffre terribilmente in difesa dove lo svedese Hysen, voluto in estate dal connazionale Eriksson, denuncia limiti dinamici evidenti e fatica a calarsi nel ritmo del calcio italiano. Pronti via e l’arbitro Agnolin assegna subito un rigore inesistente all’Inter, trasformato dal glaciale Matthaus. La strada per i nerazzurri pare mettersi in discesa e i viola sembrano incapaci di reagire. Ma la Fiorentina ha Baggio ed è proprio il fantasista gigliato a beffare Zenga poco dopo la mezz’ora, infilando il pallone dell’1-1 proprio sotto le gambe del portiere interista. Nella ripresa i gigliati prendono coraggio e mettono addirittura la testa avanti grazie al compianto Enrico Cucchi, ex di turno, che segna un gran gol alla squadra che lo aveva “sdoganato” in prestito

pochi mesi prima. Il vantaggio dura poco perché l’Inter ribalta la gara con l’orgoglio della capolista: prima l’incornata di Serena vale il pari, poi l’attaccante nerazzurro fa il bis, beffando Landucci. Finita? Neanche per sogno, la squadra di Eriksson non si arrende e Borgonovo realizza, di rapina, la rete del 3-3 al 73’. Il gol di “Borgo” entusiasma il pubblico viola che crede nell’impresa. L’Inter annaspa e cerca di gestire il risultato, per perdere tempo lo “Zio” Bergomi pensa bene di passarla indietro a Zenga (allora il portiere poteva ancora raccogliere il pallone con le mani sui retropassaggi). Ma non fa i conti con l’astuzia di Borgonovo che, nascosto dietro a un avversario, sbuca fuori all’improvviso, si avventa sul pallone, scarta l’incredulo estremo nerazzurro e deposita nella porta sguarnita a un soffio dal finale di gara. A Firenze scatta il tripudio, la Fiorentina è la prima squadra capace di battere la corazzata del Trap. Berti, destabilizzato dai fischi assordanti e sostituito dal Trap, torna a Milano con la coda tra le gambe. Il 4-3 all’Inter, griffato dalla B2, entra di

prepotenza nel libro delle vittorie più belle ed entusiasmati della storia viola. L’Inter, alla fine, vincerà quel campionato con 11 lunghezze di vantaggio sul Napoli. La squadra gigliata si classificherà settima, a pari punti con la Roma. E vincerà lo spareggio per l’accesso alla Coppa Uefa, grazie a un gol di un grande ex giallorosso. Ma questa è un’altra storia…

Borgono scarta Zenga e infila il pallone del 4-3

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

L’ex ds: “Oltre al terzino si cerca una punta. Più facili prestiti con diritto di riscatto”

19

Parola al mercato

Marino: “Viola a caccia di un attaccante” di Lucia Petraroli

G

Chi l’ha colpita di più in questa nuova squadra? “Corvino ha lavorato bene sul mercato estivo. Chiesa però, su tutti, è l'emblema del buon lavoro svolto dal settore giovanile. Ci sono poi altri giocatori di prospettiva che stanno sbocciando”.

ennaio… il mese del calciomercato invernale. Un mese nel quale scopriremo se, quanto e come la Fiorentina cercherà di migliorare la sua rosa. Per provare a intuire le strategie Il mercato di gennaio è del mercato viola cominciato, secondo lei abbiamo chiesto la Fiorentina investirà? il parere di Pierpa“Credo di sì. Penso che olo Marino, attuale sarà fatto qualcosa in atopinionista Rai ed tacco per affiancare un ex direttore sportigiocatore a Simeone che ha vo di alto livello. Tra le segnato contro il Milan, ma che non è sempre efficace sotto sue esperienze dietro la Pierpaolo Marino porta. Anche quella del terzino è scrivania ricordiamo quella una priorità. Ma bisogna sempre tedoppia col Napoli. La prima nere presente che il mercato di gennaio all’epoca dello Scudetto ’86-’87 non concede molto. Penso che la Fiorentina setargato Diego Maradona. La seconda guirà la strada di alcuni prestiti con diritto di riscatpiù recente, dal 2004, con il presidente De Laurentito”. is che vide Marino protagonista della cavalcata che riportò i partenopei in serie A in tre anni, partendo Badelj lascerà Firenze? dalla serie C1. Nel suo curriculum ci sono anche A gennaio ritengo di no perché sarebbe una cesRoma, Udinese e Atalanta. sione troppo importante. Penso che se ne andrà a contratto finito, in estate”. Pierpaolo Marino che giudizio ha della Fiorentina di Pioli? I Della Valle venderanno davvero la Fiorentina? “Un giudizio positivo, la Viola si è presentata all'i“No, penso che non venderanno. Capisco la loro atnizio di questo campionato con una squadra totuale delusione perché hanno dato tanto alla città di talmente rinnovata, che ha avuto delle difficoltà in Firenze e la contestazione non è stata ben digerita. avvio di stagione come era prevedibile. Ma poi ha Non c’è stata gratitudine verso una proprietà che, di intrapreso un trend positivo con sette risultati utili fatto, ha investito molto in questi anni. Ma il calcio consecutivi in campionato”. di oggi va così. Se, però, la Fiorentina continuerà a mostrare progressi, rivedremo presto Andrea Della Quanto è stata importante la mano del tecnico? Valle anche allo stadio”. “Molto. Penso che Pioli sia il catalizzatore, colui che ha maggiori meriti in questa ricostruzione, in questo Quanto sarà determinante in questa vicenda la rilancio”. costruzione del nuovo Stadio?

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“L'eventuale varo del nuovo stadio potrebbe servire ad incentivare la permanenza dei Della Valle ed un loro ritorno in prima linea nella Fiorentina”. La partita contro l'Inter è alla portata dei viola? “Si è alla loro portata, non dimentichiamo che la Fiorentina ha messo in difficoltà il Napoli, riuscendo a pareggiare al San Paolo. Ha sempre fatto bella figura nelle grandi partite e penso che farà una prova di alto livello. L’Inter poi la vedo in una fase involutiva. Non vedo i viola come sfavoriti in questo match”. Qual è il reale obbiettivo di questa Fiorentina? “La Fiorentina deve perseguire l'obbiettivo Europa anche se sarà un percorso faticoso. Inizialmente ha perso terreno, il che è andato a suo svantaggio. Se poi non dovesse farcela, l’importante sarà consolidare le basi tecniche per far crescere il progetto e farlo diventare più ambizioso”.

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Ritorno 08/04/2018

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SASSUOLO-MILAN

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CHIEVO-NAPOLI FIORENTINA-ROMA GENOA-SAMPDORIA INTER-TORINO JUVENTUS-BENEVENTO

LAZIO-SPAL SAMPDORIA-BENEVENTO SASSUOLO-GENOA

7^ giornata

Ritorno 25/02/2018

ATALANTA-JUVENTUS BENEVENTO-INTER CHIEVO-FIORENTINA GENOA-BOLOGNA LAZIO-SASSUOLO MILAN-ROMA NAPOLI-CAGLIARI SPAL-CROTONE TORINO-HELLAS VERONA UDINESE-SAMPDORIA

13^ giornata

Ritorno 15/04/2018

BENEVENTO-SASSUOLO CROTONE-GENOA HELLAS VERONA-BOLOGNA INTER-ATALANTA NAPOLI-MILAN ROMA-LAZIO SAMPDORIA-JUVENTUS SPAL-FIORENTINA TORINO-CHIEVO UDINESE-CAGLIARI

27/08/2017

Ritorno 21/01/2018

CHIEVO-LAZIO CROTONE-HELLAS VERONA FIORENTINA-SAMPDORIA GENOA-JUVENTUS MILAN-CAGLIARI NAPOLI-ATALANTA ROMA-INTER SPAL-UDINESE

TORINO-SASSUOLO

8^ giornata

Andata 15/10/2017

3^ giornata

Andata 10/09/2017

Ritorno 04/03/2018

9^ giornata

Andata 22/10/2017

2-1

BOLOGNA-SPAL

1-0

ATALANTA-BOLOGNA

2-3 2-2 2-1 1-0 3-2 1-2 0-1 3-1 0-0

CAGLIARI-GENOA

0-3 3-2 3-0 0-0 0-0 5-0 0-1 0-1 2-6

BENEVENTO-FIORENTINA

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Andata

SASSUOLO-CHIEVO

14^ giornata

26/11/2017

Ritorno 18/04/2018

ATALANTA-BENEVENTO 1-0 BOLOGNA-SAMPDORIA 3-0 CAGLIARI-INTER 1-3 CHIEVO-SPAL 2-1 GENOA-ROMA 1-1 JUVENTUS-CROTONE 3-0 LAZIO-FIORENTINA 1-1 0-0 MILAN-TORINO 0-2 SASSUOLO-HELLAS VERONA 0-1 UDINESE-NAPOLI

CHIEVO-HELLAS VERONA LAZIO-CAGLIARI MILAN-GENOA NAPOLI-INTER SAMPDORIA-CROTONE SPAL-SASSUOLO TORINO-ROMA UDINESE-JUVENTUS

15^ giornata

Andata 03/12/2017

2-2 1-1 0-3 3-0 0-1 5-0 0-1 3-1 1-2 1-1

BENEVENTO-MILAN BOLOGNA-CAGLIARI CROTONE-UDINESE FIORENTINA-SASSUOLO HELLAS VERONA-GENOA INTER-CHIEVO NAPOLI-JUVENTUS ROMA-SPAL SAMPDORIA-LAZIO TORINO-ATALANTA

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Ritorno 11/03/2018

NUOVE CAPPELLE DEL COMMIATO

ONORANZE FUNEBRI

Ritorno 28/01/2018

ATALANTA-SASSUOLO 2-1 BENVENTO-TORINO 0-1 BOLOGNA-NAPOLI 0-3 CAGLIARI-CROTONE 1-0 0-5 HELLAS VERONA-FIORENTINA INTER-SPAL 2-0 3-0 JUVENTUS-CHIEVO 4-1 LAZIO-MILAN SAMPDORIA-ROMA 1-0 UDINESE-GENOA

BENEVENTO-BOLOGNA

3-2 3-0

UDINESE-CHIEVO

19/11/2017

LAZIO-UDINESE

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JUVENTUS-CAGLIARI

Andata 1-2 0-1 2-3 2-0 2-1 2-1 3-2 1-1 1-1

BOLOGNA-CROTONE

INTER-FIORENTINA

01/10/2017

SASSUOLO-BOLOGNA

FIORENTINA-ATALANTA

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2^ giornata

Andata 0-1 1-2 0-0 1-2 2-4 2-1 3-1 1-3

BOLOGNA-TORINO

Andata 2-2 1-2 2-1 0-1 6-1 0-2 3-0 1-1 2-2

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17/09/2017

Ritorno 04/02/2018

CHIEVO-ATALANTA 1-1 CROTONE-INTER 0-2 2-1 FIORENTINA-BOLOGNA GENOA-LAZIO 2-3 MILAN-UDINESE 2-1 NAPOLI-BENEVENTO 6-0 3-0 ROMA-HELLAS VERONA 1-3 SASSUOLO-JUVENTUS 0-2 SPAL-CAGLIARI 2-2

10^ giornata

25/10/2017

Ritorno 18/03/2018

3-0 ATALANTA-HELLAS VERONA BOLOGNA-LAZIO 1-2 CAGLIARI-BENEVENTO 2-1 CHIEVO-MILAN 1-4 FIORENTINA-TORINO 3-0 GENOA-NAPOLI 2-3 INTER-SAMPDORIA 3-2 JUVENTUS-SPAL 4-1 1-0 ROMA-CROTONE 0-1 SASSUOLO-UDINESE

16^ giornata

Andata 10/12/2017

2-2 0-0 1-2 0-0 1-3 2-1 0-0 2-1 2-2 2-0

Ritorno 29/04/2018

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20/09/2017

29/10/2017

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MILAN-BOLOGNA NAPOLI-FIORENTINA SASSUOLO-CROTONE

HELLAS VERONA-INTER MILAN-JUVENTUS NAPOLI-SASSUOLO ROMA-BOLOGNA SAMPDORIA-CHIEVO

g

partite totali v n p

CLASSIFICA Serie A

P

g

partite totali v n p

Napoli

48 19 15

3

1

11

Milan

25 19

7

4

8

2

Juventus

47 19 15

2

2

12

Bologna

24 19

7

3

9

3

Inter

41 19 12

5

2

13

Chievo

21 19

5

6

8

4

Roma

39 18 12

3

3

14

Sassuolo

21 19

6

3

10 11

5

Lazio

37 18 11

4

3

15

Cagliari

20 19

6

2

6

Sampdoria

30 18

9

3

6

16

Genoa

18 19

4

6

9

7

Udinese

27 18

9

0

9

17

Spal

15 19

3

6

10

Fiorentina 27 19

12

7

6

6

18

Crotone

15 19

4

3

9

Atalanta

27 19

7

6

6

19

Verona

13 19

3

4

12

10

Torino

25 19

5

10

4

20

Benevento

4

1

1

17

SPAL-GENOA TORINO-CAGLIARI UDINESE-ATALANTA

17^ giornata

Andata 17/12/2017

1-3

LAZIO-TORINO

P

Eliminazione di batteri e germi Mediante pompe a pressione e nebulizzatori, vengono irrorate sostanze atte a sconfiggere ogni tipo di microrganismi patogeni, per rendere igienici tutti gli ambienti.

1

8

Ritorno

2-1 1-2 0-2 3-1 1-0 4-1 1-0 2-1 2-1

UDINESE-BENEVENTO

JUVENTUS-INTER

CLASSIFICA Serie A

DISINFEZIONI

19

31/03/2018

1-5

SPAL-HELLAS VERONA

GENOA-ATALANTA

11^ giornata

Andata

3-3 1-2 0-3 1-0 0-0 3-0 1-3 1-0 0-1

CHIEVO-ROMA

Ritorno 11/02/2018

ATALANTA-CROTONE 5-1 BENEVENTO-ROMA 0-4 BOLOGNA-INTER 1-1 CAGLIARI-SASSUOLO 0-1 GENOA-CHIEVO 1-1 0-0 HELLAS VERONA-SAMPDORIA 1-0 JUVENTUS-FIORENTINA 1-4 LAZIO-NAPOLI 2-0 MILAN-SPAL 2-3 UDINESE-TORINO

TORINO-SAMPDORIA

Andata

5^ giornata

Andata

Tutti i tipi di scarafaggi, Calabroni, Zanzare, Formiche, Scorpioni, Zecche, Cimici, Vespe, Pulci, Tarme, Mosche, Tarli, Acari, Ragni

Classifica Marcatori

4^ giornata

Andata

DISINFESTAZIONI

Eliminazione di ratti e topi. Negli ambienti da trattare vengono disposte delle esche rodenticide che nell’organismo del ratto provocano un processo di mummificazione, impedendone la decomposizione.

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18^ giornata

Andata 23/12/2017

Ritorno 13/05/2018

CAGLIARI-FIORENTINA

SAMPDORIA-SASSUOLO

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TORINO-NAPOLI

4-0

UDINESE-HELLAS VERONA

BENEVENTO-SPAL BOLOGNA-JUVENTUS CROTONE-CHIEVO FIORENTINA-GENOA HELLAS VERONA-MILAN INTER-UDINESE ROMA-CAGLIARI

CHIEVO-BOLOGNA GENOA-BENEVENTO JUVENTUS-ROMA LAZIO-CROTONE MILAN-ATALANTA NAPOLI-SAMPDORIA SASSUOLO-INTER SPAL-TORINO

Andata

19^ giornata

30/12/2017

Ritorno 20/05/2018

ATALANTA-CAGLIARI 1-2 BENEVENTO-CHIEVO 1-0 BOLOGNA-UDINESE 1-2 CROTONE-NAPOLI 0-1 FIORENTINA-MILAN 1-1 1-3 HELLAS VERONA-JUVENTUS 0-0 INTER-LAZIO 1-1 ROMA-SASSUOLO 2-0 SAMPDORIA-SPAL 0-0 TORINO-GENOA

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L’alfabeto della partita

Episodi, personaggi e aneddoti che hanno scritto la storia

Fiorentina - Inter, tutte le di RUBEN LOPES PEGNA

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iorentina-Inter dalla a alla zeta. Attraverso i giocatori e non solo ricordiamo alcune tra le sfide più importanti giocate a Firenze tra le due squadre. ADANI DANIELE Segna all'Inter al 91' al Franchi il gol del definitivo 2-1 nel match del 9 gennaio 2000 (l'altra rete la firma Batistuta).

Roberto Baggio e Nicola Berti

BAGGIO ROBERTO Realizza un gol al Comunale nel match in cui la Fiorentina batte l'Inter 4-3 il 12 febbraio 1989. Le altre reti portano la firma di Stefano Borgonovo (doppietta) e dell'ex Enrico Cucchi, anch'egli come Borgo prematuramente scomparso. Baggio gioca anche nell'Inter due stagioni nel 1998/99 e nel 1999/00.

CONCETTO LO BELLO L'arbitro di Siracusa fischia 2 rigori contro i viola per presunti falli di Petris (sul secondo l'attaccante viene espulso) nel match contro l'Inter al Comunale del campionato 1960/61 finito 1-1 (di Da Costa la rete del vantaggio della Fiorentina). Il secondo tiro dal dischetto viene fallito dallo svedese Lindskog forse volontariamente per evitare una probabile invasione di campo.

no quella sera ironicamente nei confronti dei nerazzurri umiliati sul piano del gioco e del risultato. Per la Fiorentina segnano una doppietta ciascuno Jovetic e Ljajic, futuri nerazzurri.

DESOLATI CLAUDIO Segna una tripletta all'Inter nell'incontro decisivo per il terzo posto finale (conquistato dalla Fiorentina di Carletto Mazzone) giocatosi al Comunale il 15 maggio 1977 e vinto dai viola per 3-0.

GIUSEPPE BRIZI Il difensore viola firma al 90' il gol del 2-2 nel match con l'Inter al Comunale del campionato 1970/71 alla penultima giornata. Quel gol (l'unico dei 2 da lui segnato in una lunga carriera) sarà determinante per la salvezza della Fiorentina.

ENTUSIASMANTE E' la vittoria della Fiorentina sull'Inter al Franchi per 4-1 del 17 febbraio 2013. "Il pallone è quello giallo" è la canzoncina che i tifosi viola intona-

FREY SEBASTIEN Il portierone francese gioca 35 partite di campionato nell'Inter nel 1998/99 e nel 2000/01 e 175 nella Fiorentina dal 2005/06 al 2010/11.

lia 1965/66 (in gara secca) vinta dalla Fiorentina 2-1 al Comunale. IL BABBO DI FEDERICO Enrico Chiesa segna un gol all'Inter al Franchi nel match del campionato 2000/01 vinto dalla Fiorentina di Terim per 2-0 (l'altra rete è di Rui Costa).

HAMRIN KURT Realizza diverse reti all'Inter a Firenze. Ma la più importante è quella che segna nel finale della semifinale della Coppa Ita-

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delle sfide tra viola e nerazzurri giocate allo stadio Franchi

emozioni dalla A alla Zeta JIMENEZ LUIS Realizza il secondo gol viola dopo quello di Brocchi nell'incontro dell'8 febbraio 2006 vinto dalla Fiorentina per 2-1. KEIRRISON DE SOUSA CARNEIRO Segna la rete del momentaneo vantaggio della Fiorentina nella partita del 10 aprile 2010 terminata 2-2. Kroldrup, dopo i 2 gol nerazzurri, realizza la rete del definitivo pareggio. LUCA TONI Segna una doppietta (sullo 0-3) purtroppo inutile il 9 settembre 2006 nel match con l'Inter perso dalla Fiorentina al Franchi per 3-2.

PUNTERO Questo è il soprannome di Daniel Bertoni che realizza una doppietta all'Inter il 3 gennaio 1982 al Comunale nell'incontro vinto dalla Fiorentina per 4-2 (di Graziani e Pecci le altre reti).

RE LEONE Gabriel Batistuta (che giocherà anche nell'Inter a fine carriera) nella stagione 1995/96 segna 4 gol ai nerazzurri al Franchi, uno in campionato nell'incontro finito 1-1 e 3 nella semifinale d'andata di Coppa Italia vinta dai viola 3-1.

QUATTRO PERE Armando Segato e Kurt Hamrin realizzano una doppietta ciascuno nell'incontro con l'Inter del 19 ottobre 1958 vinto dalla Fiorentina per 4-0.

SERENA MICHELE Vince con la Fiorentina la Coppa Italia del 1995/96 e la Supecoppa italiana del 1996. A fine carriere gioca anche nell'Inter.

Gabriele Oriali

MANUELA PRANDELLI E' la moglie di Cesare scomparsa per un brutto male nel novembre 2007. L'allenatore viola torna in panchina, dopo la sua morte, per la prima volta al Franchi nel match contro l'Inter (in Coppa Uefa ad Atene c'è il suo secondo Pin). Il minuto di silenzio è da brividi. I nerazzurri vinceranno poi 2-0. NENAD TOMOVIC Segna al Franchi all'Inter il 5 ottobre 2014 l'unica sua rete in maglia viola. Quella sera la Fiorentina batte i nerazzurri 3-0 (di Babacar e Cuadrado le altre reti). ORIALI LELE Il mediano campione del mondo gioca una vita all'Inter e 4 stagioni (dal 1983/84 al 1986/87) a Firenze dove lascia un ricordo straordinario, nonostante sia a fine carriera.

Franchi per uno sciopero contro Vittorio Cecchi Gori. Entrano solo nel finale per acclamare Francesco Toldo ceduto pochi mesi prima ai nerazzurri. ZERO A ZERO Finisce così il match del Comunale del 9 ottobre 1955 nella stagione del primo scudetto viola tra la Fiorentina e la capolista Inter.

TRE A ZERO La Fiorentina vince con questo risultato contro l'Inter (allora chiamata Ambrosiana) nel primo incontro in serie A tra le due squadre giocato al Berta, l'attuale Franchi, il 24 aprile 1932. Per i viola segnano Galluzzi e Bonesini una doppietta. ULTRA' VIOLA Onorano Giacinto Facchetti, il terzino della grande Inter nonché dirigente nerazzurro, nel match del 9 settembre 2006 al Franchi a pochi giorni dalla sua scomparsa. VIERI CHRISTIAN Il futuro centravanti della Fiorentina (nel 2007/08) firma il gol della vittoria nerazzurra nell'incontro del campionato 2001/02 (1-0). Quel giorno i tifosi viola rimangono fuori dal

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Il Caudillo

La storia del libero col vizio del gol che giocò 4 stagioni in viola e due in nerazzurro

Passarella, il Condottiero che stregò Firenze viola s’interruppe dopo 139 partite ufficiali e 35 reti. Neppure a Milano, però, riuscì a vincere. Nel corso di una sfida con la Sampdoria, innervosito dal ritardo nella rimessa in campo di un pallone, rifilò un calcio a un raccattapalle. La stampa lo mise in croce e lui fece pubblica ammenda. Ma la sua immagine risultò un po’ offuscata e l’Inter lo scaricò, preferendogli i teutonici Brehme e Matthaus. Passarella, così, se ne tornò all’amato River, mantenendo un ottimo ricordo della sua avventura in riva all’Arno dove ama tornare spesso, circondato ancora oggi dall’affetto dei tifosi viola.

Tommaso Borghini

Fin da ragazzino cominciarono a chiamarlo il “Caudillo”, un soprannome che lo descrive perfettamente: il “Condottiero”. Perché Daniel Alberto Passarella era un leader nel senso più vero della parola. Lo era in campo con il suo temperamento leggendario, una rabbia agonistica che metteva paura agli avversari. Lo era fuori dal campo con il suo carisma che lo rendeva capo indiscusso dello spogliatoio. Passarella quel carattere di ferro se lo era formato sui campi polverosi di Chacabuco, sperduta cittadina della Pampa dove è nato nel 1953. I suoi genitori erano di origine siciliana e ogni cosa se l’erano guadagnata col sudore della fronte. Non ancora maggiorenne Daniel fu ingaggiato dal Sarmiento de Junin dove cominciò la sua epopea calcistica che, nel 1974, lo portò fino alla gloriosa maglia del River Plate. All’epoca quasi tutti i tecnici usavano il libero, l’ultimo baluardo del reparto arretrato, e Passarella quel ruolo lo interpretava magistralmente. Gestiva la fase difensiva come un veterano, aiutando anche quella offensiva grazie al suo micidiale sinistro che, su punizione e rigore, gli consentiva di realizzare tanti gol (nel River ne fece più di cento). Inevitabile il suo approdo nella Nazionale argentina con la quale, agli ordini di Menotti, vinse il discusso titolo mondiale nel 1978. Nell’Albiceleste collezionò 70 presenze dal 1975 al 1986, realizzando 22 reti. Nel 1982 la Fiorentina dei Pontello, in cerca di un difensore di grandissimo livello nella stagione

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che seguiva quella del “Meglio secondi che ladri”, gli piazzò gli occhi addosso e l’allora direttore generale Tito Corsi lo strappò alla concorrenza a suon di milioni. L’ambientamento nel campionato italiano non fu facile, l’allenatore Picchio De Sisti dovette lavorare duro per imbrigliare tatticamente la sua esuberanza che lo portava a spericolate scorrerie offensive. Passarella faticò, strinse i denti e si fece anche un po’ di “violenza” per obbedire al suo allenatore. Ma quando cominciò a ingranare tornò grandissimo, diventando uno degli idoli della 24-36 Ore

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tifoseria gigliata. Nei suoi anni in viola non vinse niente (è cosa purtroppo nota), ma giocò partite superlative, segnando tantissimo. Nella sua ultima stagione fiorentina, nel 1988-89, stabilì il record di segnature (ancora imbattuto) per un difensore in un campionato di serie A: 11 gol. Poi, i non idilliaci rapporti con la proprietà lo spinsero ad accettare le lusinghe dell’Inter che aveva grandi ambizioni. La sua avventura

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Gli allenatori

Non solo Pioli, altri 10 tecnici hanno guidato sia la Fiorentina che l’Inter

Tutti i doppi ex della panchina di RUBEN LOPES PEGNA

E'

una partita particolare quella di stasera per Stefano Pioli che ha guidato l'Inter fino all'aprile dell'anno scorso. Pioli non è l'unico ad aver allenato sia i viola che i nerazzurri. Il primo è l'ungherese GYULA FELDMAN che guida la Fiorentina nel campionato di serie B 1930/31. Lo vince e porta per la prima volta i viola in serie A. Nei due campionati precedenti (1928/29 e 1929/30) li aveva allenati insieme a Csapkay. E' il tecnico dell'Inter, che allora si chiama Ambrosiana, nelle stagioni 1934/35 e 1935/36. Un altro ungherese, FERENC MOLNAR, guida la Fiorentina nel campionato 1937/38, subentrando a Baccani alla ventesima giornata. Purtroppo non evita la retrocessione in serie B dei viola. Molnar guida anche l'Inter da aprile del 1942 fino al termine della stagione.

L'ex mediano viola GIUSEPPE BIGOGNO guida la Fiorentina nel campionato centrosud 1945/46, portandola al quinto posto ma fuori dai playoff scudetto cui accedono le prime 4 squadre dei due gironi (l'altro è il girone nord). Allena l'Inter nella stagione 1958/59 ma viene esonerato a metà campionato. GIUSEPPE CHIAPPELLA, che a Firenze ha vinto tra l'altro da giocatore lo scudetto nel 1955/56, allena la Fiorentina dall'autunno del 1963 (prende il posto dell'esoneBeppe Chiappella rato Valcareggi) al dicembre 1967 quando viene, a sua volta, esonerato. Vince la Coppa Italia nel 1965/66 e la Mitropa Cup nella stessa stagione. Viene richiamato a Firenze a gennaio del 1978, con la Fiorentina in zona retrocessione. Riesce a salvarla all'ultima giornata. Chiappella allena anche l'Inter per due stagioni nel 1975/76 e nel 1976/77. L'ex allenatore del grande Torino (con cui vince 2 scudetti) LUIGI FERRERO allena la Fiorentina per 4 stagioni dal 1947/48 al 1950/51. Nel 1956/57 va all'Inter ma viene esonerato. Guida di nuovo i viola nelle ultime 4 giornate del campionato 1958/59 e poi da dicembre 1967 alla fine della stagione (dopo l'esonero di Chiappella) insieme ad Andrea Bassi.

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L'allenatore che avrebbe condotto il Torino alla conquista del suo ultimo scudetto nel 1975/76, ovvero LUIGI per tutti GIGI RADICE guida la Fiorentina nel 1973/74 e dalla sesta giornata del campionato 1991/92 (dopo l'esonero di Lazaroni) fino alla quattordicesima del 1992/93 quando viene cacciato dal vicepresidente Vittorio Cecchi Gori. E' il tecnico dell'Inter nella stagione 1983/84.

Eugenio Bersellini

EUGENIO BERSELLINI è l'allenatore scelto dal presidente Pier Cesare Baretti per guidare la Fiorentina nella stagione 1986/87. E' anche il tecnico dell'Inter dal 1977/78 al 1981/82. Con i nerazzurri vince uno scudetto e due Coppe Italia.

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

segue da pag 29 L'ultimo allenatore ad aver vinto un trofeo con la Fiorentina è ROBERTO MANCINI che conquista la Coppa Italia nel 2000/01. Il Mancio, però, guida i viola solo nella doppia finale con il Parma (successo per 1-0 al Tardini all'andata con gol di Vanoli e pareggio per 1-1 al Franchi con gol di Nuno Gomes). E' Fatih Terim, però, a portare la squadra in finale, eliminando tra l'altro il Milan in semifinale. Mancini resta a Firenze da marzo del 2001 a gennaio dell'anno dopo. Allena l'Inter dal 2004/05 al 2007/08 e poi da novembre del 2014 fino al termine della stagione 2015/16. Nel suo primo periodo nerazzurro vince 3 scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane.

Claudio Ranieri

CLAUDIO RANIERI arriva a Firenze nell'estate del 1993 con la Fiorentina appena retrocessa in serie B. Vi resta per quattro stagioni. Vince subito il torneo cadetto 1993/94 e poi la Coppa Italia nel 1995/96 e la Supercoppa italiana nel 1996. Guida l'Inter nel 2011/12 dalla quinta alla ventinovesima giornata prima di essere esonerato. GIOVANNI TRAPATTONI allena la Fiorentina per due stagioni, nel 1998/99 e nel 1999/00 riportandola nella prima in Coppa dei Campioni dopo quasi trent'anni (ultima partecipazione nel 1969/70). Nel

1998/99 arriva in finale di Coppa Italia con il Parma (l'1-1 del Tardini e il 2-2 del Giovanni Trapattoni Franchi premiano gli emiliani). Nel 1999/00 porta la Fiorentina in Coppa Uefa all'ultima giornata. Decisivo è il successo per 4-0 a San Siro con l'Inter al penultimo turno. Il Trap allena l'Inter dal 1986/87 al 1990/91, vincendo uno scudetto, una Coppa Italia, una Coppa Uefa e una Supercoppa italiana.

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

La storia viola e nerazzurra di Ramon Diaz, lo specialista del gol dell’ex

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Il Puntero triste

Dai Ramon… tira la bomba! all’Inter, una volta sfumato l’acquisto dell’algerino Rabah Madjer per un problema fisico. Diaz, in nerazzurro, tornò grande protagonista segnando 12 reti e contribuendo allo Scudetto di quella che passerà alla storia come l’Inter dei record. All’ultima giornata, con il tricolore ormai in tasca, la “bomba” la tirò contro la Fiorentina, segnando il gol del vantaggio dell’Inter che vinse per 2-0, costringendo i viola allo spareggio Uefa. Una conferma della sua specialità: il gol dell’ex. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, Diaz ha scelto di fare l’allenatore e, tra i tanti allievi al River Plate ha avuto anche G i o vanni Simeone. U n o d e i suoi ell'Inter d a c c n la casa puDiaz co pilli tanto che ha recentemente dichiarato: “Giovanni è un attaccante nato, con la sua professionalità arriverà a grandi traguardi”. Parola del “Puntero triste”.

di Tommaso Borghini

“D

ai Ramon, dai Ramon… tira la bomba!”. Così cantava la Curva Fiesole nel 1986, l’anno in cui l’allora direttore generale Claudio Nassi portò in viola un argentino piccolo e con la faccia da bambino: Ramon Angel Diaz. In serie A era arrivato 4 anni prima, direttamente dal River Plate, dove segnava gol a raffica, tanto da diventare titolare della nazionale albiceleste. A prenderlo era stato Corrado Ferlaino che lo aveva portato a Napoli sull’onda del Mundial 82. Ma la versione del Diaz partenopeo non fu un successo, così “Il Puntero triste” (questo il suo soprannome) fu sdoganato nella vicina Avellino. Lì, in Provincia, Ramon ricominciò a segnare, attirando l’attenzione di una Fiorentina a caccia di un centravanti prolifico. Nassi, pur di soffiarlo alla concorrenza (in particolare al Torino), gli offrì un lauto ingaggio che, poco più tardi, sarà argomento di accesa discussione con il Conte Flavio Pontello, allora proprietario della società viola. Il rapporto tra Nassi e la Fiorentina s’interruppe mentre Diaz, grazie a un ottimo avvio di campionato, entrò nelle grazie dei tifosi che cominciarono a dedicargli quel coro. Alla fine della stagione le sue reti furono 10, la più importante realizzata proprio alla sua ex squadra, il Napoli di Diego Maradona, destinato a vincere lo Scudetto. Anche nella seconda stagione la partenza fu scintillante e, in coppia con Roberto Baggio, Diaz se-

Diaz nella Fiorentina 1987-888

gnò la rete del vantaggio nella storica vittoria per 2-0 a San Siro contro il Milan di Sacchi e degli olandesi. Ma le prestazioni dell’argentino continuarono in modo altalenante e la Fiorentina non andò oltre l’ottavo posto. Ramon segnò 7 reti (di cui 2 contro il Napoli), risultando comunque il capocannoniere della squadra allenata dallo svedese Sven Goran Eriksson. La Fiorentina scelse di cambiare, puntando su Stefano Borgonovo. E per Diaz, nell’estate del 1988, arrivò la chiamata di Giovanni Trapattoni che lo volle

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

La Fiorentina ha vinto le ultime tre gare con l’Inter giocate al Franchi. Caccia al poker

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Amarcord

E il quattro vien da sé… di RUBEN LOPES PEGNA

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ella passata stagione, quando Stefano Pioli sedeva ancora sulla panchina dell'Inter, il 22 aprile 2017 al Franchi la Fiorentina si impose sull'Inter per 5-4 con doppiette di Vecino e Babacar e gol di Astori. Per i nerazzurri che, a due minuti dal novantesimo perdevano 5-2, segnarono Perisic e Icardi una tripletta. 3 VITTORIE CONSECUTIVE A FIRENZE La squadra viola vinse anche nel 2015/16 (in rimonta) per 2-1. Dopo il gol di Brozovic segnarono Borja Valero e Babacar, quest'ultimo al 92'. Tre anni fa, nel 2014/15, la squadra di Montella si impose per 3-0 con gol di Babacar, Cuadrado e Tomovic. L'ULTIMA SCONFITTA VIOLA La Fiorentina non perde al Franchi con l'Inter dal campionato 2013/14, quando fu battuta 2-1. Dopo il gol di Palacio e il momentaneo pareggio di Cuadrado, Icardi firmò la rete del successo nerazzurro. Babacar esulta per il gol vittoria sull'Inter del 2016

L'ULTIMO PAREGGIO A FIRENZE Risale al 22 aprile 2012 nel match delle 12.30, quando sulla panchina viola sedeva Delio Rossi. La gara finì 0-0. LA VITTORIA PIU' BELLA E' stata quella ottenuta con il maggior scarto di reti. A Firenze la Fiorentina nel campionato 1951/52 si impose per 5-0 con una doppietta di Pandolfini, futuro giocatore dell'Inter, e i gol di Roosemburg, Lefter e Giancarlo Vitali.

Tomovic, festeggiato dai tifosi, dopo il suo unico gol in viola segnato all'Inter

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GLI EX Nelle file dell'Inter ci sono oltre a Borja Valero e Matias Vecino anche Danilo D'Ambrosio che ha militato nelle giovanili viola. Inoltre va ricordato Marco Domenichini, il secondo di Luciano Spaletti, che con la Primavera della Fiorentina ha vinto due tornei di Viareggio, nel 1978 e nel 1979. Nella Fiorentina oltre a Stefano Pioli gli ex sono Marco Benassi che vanta 6 gettoni di presenza in campionato nel 2012/13 e Cristiano Biraghi che ha giocato nelle giovanili nerazzurre.


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Fuorigioco

Meglio non sbilanciarsi in un pronostico… sperando che alla fine porti bene

Partita indecifrabile, vinca il migliore Davide Astori

di Duccio Magnelli

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che, a parte il portiere, è diventata meno imperforabile di prima. Dire se però la Fiorentina attuale sia in grado di prolungare la crisi dell’Inter diventa molto difficile. Anche perché i nerazzurri restano squadra pericolosa, da non sottovalutare, con individualità importanti. E il comportamento attuale dei ragazzi di Pioli non sembra così brillante da poter far pendere la bilancia del pronostico dalla loro parte. A parte la vittoria di Cagliari, la Fiorentina ha collezionato ultimamente solo pareggi e una sconfitta in Coppa Italia. Prende pochi gol, vero, ma ne fa pochi. Alcuni protagonisti che facevano la differenza cominciano a avere il fiato corto. La panchina poco offre al tecnico e i titolari diventano quasi insostituibili Quindi, vista la situazione, per stasera nessun pronostico. Magari, alla fine, porta bene. Buona partita a tutti.

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i sono almeno due motivazioni importanti che potrebbero spingere i giocatori della Viola a giocare una grande partita stasera al Franchi (ore 20.45) contro l’Inter. Il primo è vendicare il brutto 3 a 0 dell’andata a San Siro. Il secondo è far vedere ai freschissimi e importanti ex di turno attualmente in maglia nerazzurra che a Firenze nessuno li deve rimpiangere, perché chi li ha sostituiti è in grado di fare meglio di loro. Detto questo, resta però il problema delle ultime prestazioni casalinghe poco brillanti della squadra contro Genoa e Milan, quindi non certo il gotha del campionato italiano. Due pareggi che si sono rivelate due occasioni sprecate per migliorare la classifica e mantenere in vita l’unico obbiettivo rimasto dopo l’eliminazione in Coppa Ita-

lia. Un posto il prossimo anno in Europa League (considerando la Champions fuori portata). Quindi, addentrarsi in un pronostico per la partita di stasera diventa oltremodo complicato. Anche perché una nuvola di mistero avvolge l’Inter attuale. Dopo aver cavalcato per mesi l’onda dell’entusiasmo, e aver fatto sognare i suoi tifosi, la squadra si è sgonfiata come un soufflé mal fatto nelle mani del pasticcere capo, Spalletti. Forse perché alcuni ingredienti improvvisamente si sono rivelati non all’altezza. Per esempio, lo schema di gioco in attacco, con i due esterni Perisic e Candreva e Icardi punta centrale, che adesso gli avversari hanno imparato a conoscere e sembrano in grado di neutralizzare. Oppure la mancanza di una panchina all’altezza, che ha costretto il tecnico a non cambiare mai praticamente formazione. O ancora una difesa

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05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

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DANIMARCA C5:

L’AUTOCARROZZERIA ALFIERI TENTA LA FUGA

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opo un anno di assenza, l’Autocarrozzeria Alfieri torna a comandare nel girone Danimarca di calcio a 5. A Campi Arena, il mercoledì e il giovedì, per adesso non c’è storia. La formazione di Vito Catania dopo sei giornate si trova sopra tutte le altre nove squadre con 18 punti conquistati su 18 disponibili. Ha dominato sui campioni in carica dei Los Bomberones, sulla fortissima Vecchia Guardia e sul Quartiere Fc, rivelazione della scorsa stagione. Con bocche da fuoco come Pasquale De Gennaro (20 reti) e Alessio Ceccatelli (9 reti), è lecito sognare, non solo il campionato, ma anche la Top League, già vinta per due volte, nel 2013/14 e nel 2014/15. Sono cinque i punti di vantaggio dei rossoneri sulla seconda in classifica. Gli Asto’s si candidano a primi inseguitori della forte capolista. Dopo un anno non semplice, Massimo Astorino ha rimesso insieme i pezzi per tornare sui livelli del 2015/16, quando i biancorossi si laurearono campioni del girone al primo tentativo. Ibraliu, Giaconia e Cifani le punte della formazione Asto’s per puntare l’Alfieri nelle prossime dodici giornate. Un trio in terza posizione, un trio inedito: Los Bomberones, Vecchia Guardia e Mammoli Fc. Se le prime due nominate le conosciamo bene, i Mammoli sono un’autentica sorpresa, soprattutto in un gruppo tosto come il Danimarca. La Silver League ha gasato gli arancioneri, confermati in blocco dalla scorsa stagione. I Los Bomberones, finalisti dell’InViola Cup C5 e campioni del New Season 2017 si ritrovano con la rosa un po’ corta e dopo sei turni contano quattro vittorie e due sconfitte, patite con l’Alfieri e con lo Sporting Club United. La Vecchia Guardia vuole confermare quanto di buono fatto nel 2016/17 quando terminò alle spalle dei Bomberones, dopo un lungo testa a testa. A metà classifica, Quartiere Fc con 9 punti e Arrogandhi con 8, alternano prestazioni strabilianti ad altre più anonime ma la stoffa per fare bene c’è. Chissà se a fine stagione non entreranno in zona Top League. Le due possibili mine vaganti sono loro. In ottava posizione lo Sporting Club United ha raccolto solamente 4 punti, mentre Kaiser Soze e Real Campi C5 chiudono la graduatoria con 0 punti. LUSSEMBURGO C5: PINO’S TEAM INARRESTABILE Otto partite, otto vittorie. E’ questo il perfetto ruolino di marcia del Pino’s Team di Tommaso Caruana.

Autocarrozzeria Alfieri

PINOS TEAM

Nessuno, nel girone Lussemburgo, è riuscito a fermare la corsa dei campioni in carica che vantano 24 punti su 24 disponibili. All’ottava giornata nemmeno il forte Florence Gym, primo inseguitore dei gialloneri, è riuscito a stoppare Astorino e compagni. I Pino’s si sono imposti all’Ingromarket per 8 a 2 grazie alla tripletta di Stefano Astorino, alla doppietta di Stefano Porcello e ai centri di Lorenzo Bongini e Ioan Moruzi, allungate da un’autorete.

Per il Florence Gym un cammino di tutto rispetto nonostante la debacle con la prima della classe. Sei vittorie e due sconfitte valgono il secondo posto in classifica alla sosta natalizia. Un calendario abbordabile e alla portata nelle prossime giornate dopo la Befana potrebbe favorire il mantenimento della posizione per Vivirito e compagni o chissà, anche l’avvicinamento al primo posto. Lo scontro per il terzo posto ha visto uscire vittorioso il Cinquestelle che ha

battuto il Real Turnisti con un classico 4 a 2. Cinquestelle che ha così messo la freccia e superato in classifica gli avversari attestandosi sul gradino più basso del podio in coabitazione con una delle più piacevoli sorprese del girone. Il Paguro’s Club Centromeccanica, all’esordio nel Lussemburgo, sta stupendo. I quindici punti sono frutto di tre sconfitte e cinque vittorie, l’ultima delle quali arrivata con gli Ultimi Colpi 2 per 10 a 5. Sfida in cui Simone Saginario con cinque marcature ha brillato. Il sesto posto è diviso tra Mcl Quinto Alto e Attenti al Luppolo. Entrambe partite bene, si sono un po’ perse con il passare delle giornate, ma siamo sicuri che sapranno ritrovarsi al più presto. Il Quinto Alto esce con un pareggio dal derby con i Pezzenti Fc. Un 3 a 3 che non accontenta nessuna delle due formazioni. L’Attenti al Luppolo è incappato nella terza sconfitta consecutiva subita per mano de La Braceria Fk. Simone Sagulo e compagni dovranno sfruttare le feste per ritrovare la forma migliore. Pezzenti a sette e La Braceria Fk a sei occupano, rispettivamente, l’ottavo e il nono posto. Non sono distanti dalla metà della classifica e gli ultimi risultati ottenuti possono far ben sperare i due team. Chiudono a zero, fanalino di coda, gli Ultimi Colpi 2 che è ancora a secco di vittorie e di punti. Una rosa ristretta e decimata dagli infortuni ha caratterizzato la prima di stagione dei gialloblu. Chissà che sotto l’albero di Natale Danilo Merella non ritrovi qualche pedina importante.


05 gennaio 2017 Fiorentina - Inter

IL SAPORE È SALUTE I SAPORI FONDAMENTALI SONO: •DOLCE •AMARO •SALATO •ACIDO •PICCANTE Il sapore acido è provocato dalle sostanza acide e l’intensità della sensazione acida è proporzionale al logaritmo della concentrazione idrogenionica. Il sapore salato è prodotto da sali ionizzati, sono i cationi del sale a caratterizzare il sapore salato, in minima parte gli anioni. Il sapore dolce è provocato da zuccheri, glicoli, alcooli, aldeidi, chetoni, ammidi, esteri, aminoacidi, acidi solfonici, acidi alogenati, sali inorganici del piombo e del berillio. Il sapore amaro è provocato da composti organici a catena lunga e alcaloidi queste comprendono molte sostanza medicinali come la chinina, caffeina, stricnina, nicotina. Il sapore ha un azione sull’organismo e sui tessuti ed collegato al tipo di temperamento di un soggetto. Il terapeuta dovrà considerare la complessità dell’azione dei sapori sull’organismo e dovrà mescolarli fra loro per ottenere un effetto curativo. Nell’alimentazione di tutti i giorni dobbiamo ricordare che i sapori troppo violenti e eccessi di zuccheri possono essere molto nocivi.

DOBBIAMO INOLTRE RICORDARE: 1. L’acido è astringente, contratturante, evacuante, con funzione purgativa. 2. L’amaro è concentrante, disseccante, rassodante, evacuante purgativo. 3. Il dolce è rilassante (ecco perché con lo stress il soggetto cerca più un alimentazione zuccherina), armonizzante, diaforetico, dissipante.

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4. Il piccante è mobilizzante, umidificante, disperdente, diaforetico. 5. Il salato è ammorbidente, umidificante, evacuante purgativo. Una piccola attenzione va data all’insipido cioè all’assenza di sapore che è tonificate e diuretico. Ogni sapore è collegato ad un organo. L’amaro tonifica il rene e disperde il cuore. Il dolce tonifica il fegato e disperde la milza Il piccante tonifica il cuore e disperde il polmone. Il salato tonifica la milza e disperde il rene. Ovviamente dipende dalla quantità del sapore e dal mescolamento di tutti.

TABELLA DEI SAPORI Vediamo alcuni esempi di alimenti

SAPORE ACIDO Grano, segale, lievito, pomodoro, acetosella, porro, spinaci, coniglio, pollo, uova, yogurt, caprino, aceto, limone, prugna, lampone, ananas, arancia, mandarino, ribes, uva fragola. SAPORE AMARO Grano e riso Saraceno, cicoria, indivia, cetriolo, carciofo, scalogno, asparagi, montone, capra, fagiano, faraona, fegato, formaggio pecorino, timo, rosmarino, salvia, genziana, caffè, tè, arancia amara, albicocca, pompelmo. SAPORE DOLCE Riso, orzo, miglio rosso, mais, lievito, zucca, carota, patata, zucchina, topinambour, finocchio, piselli, manzo, pesci bianchi, cuore, panna, burro, latte, formaggio vaccino, zucchero, miele, malva, liquirizia, sesamo, olio, giuggiola, fico, melone, banana, mela, uva, cocomero, dattero, cachi. SAPORE PICCANTE Avena, miglio giallo, aglio, cipolla, porro, ravanello, crescione, prezzemolo, peperone, sedano, rapa, melanzane, carne di cavallo, gallina, formaggio pecorino, pepe,

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paprica, zenzero, menta, mostarda, pesce, noce, mandorla, cedro, mela cotogna. SAPORE SALATO Fagioli neri, soia, lenticchie, crauti, cavolo, lattuga, funghi, ginseng, maiale, frutti di mare, rognone, olive salate, castagna, sale. Un sapore diventa tossico per un tipo di temperamento quando è troppo concentrato, esempio il sapore dolce diventa tossico per il temperamento linfatico o vagotonico in dosi eccessive, provocando danni ai tessuti connettivi, quindi artrosi, ed artrite, intossicazioni, malattie degenerative. Questo perché non è in armonia con il temperamento e l’organo che lo riceve non è in grado di assorbirlo e trasformarlo, in questo caso abbiamo un blocco che per risonanza si ripercuote sui tessuti. Ecco perché l’amaro in dosi eccessive blocca il cuore e provoca nausee soprattutto ai temperamenti biliosi o simpaticotonici. Il sapore acido tonifica il polmone e disperde il fegato, quindi i temperamenti sanguigni hanno un beneficio notevole in piccole quantità, e i biliosi armonizzano il loro temperamento unendolo al sapore amaro in piccole quantità. Il terapeuta studiando il temperamento del soggetto sa come abbinare i sapori e cibi ed armonizzare il paziente. Come una tavolozza di colori sa come dosare i sapori rendendo la usa opera finale una bellissima opera di salute, perché la salute comincia a tavola. Esempio per il temperamento sanguigno mischierà piccante e salato con un tocco di amaro. Per il temperamento nervoso mischierà l’amaro, con il dolce con un tocco di acido.Per il temperamento linfatico mischierà il dolce con il salato con un tocco di piccante. Per il temperamento bilioso mischierà l’amaro con l’acido con un tocco di piccante. Ovviamente poi la tonalità dei sapori è infinita, e dipende dal tipo di temperamento, ecco perché la scelta dell’alimento è personale e non esiste un programma alimentare uguale ad un altro

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