Il Brivido Sportivo del 26 maggio 2016

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editoriale

L'ultimo petalo della margherita di

Mario tenerani

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’ama non m’ama, la margherita è arrivata all’ultimo petalo, c’era scritto Pantaleo Corvino. Sarà lui il nuovo diesse viola, anche se andiamo in macchina col Brivido senza avere ancora l’ufficialità. Ma è tutto fatto. Segue in ultima

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Della Valle hanno deciso: il direttore sportivo di Vernole

Addio Pradè, bentornati

di FRANCESCA BANDINELLI

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o sprint decisivo, dopo mille rumors, è stato quello delle ultime ore. Telefonate nel cuore della notte e rivoluzione in società. Via Daniele Pradé, il direttore sportivo degli ultimi quattro anni e quadro dirigenziale tutto da ridefinire. Con l’arrivo di Mario Cognigni a Firenze, il presidente esecutivo, gli incontri, tra sede e centro sportivo, hanno rimesso a posto tutte le tessere del mosaico. Seduti attorno allo stesso tavolo erano in due, Cognigni e lo stesso Pradè, che una prima telefonata l’aveva ricevuta nella notte tra lunedì e martedì. Andrea Della Valle, collegato in conference call, ha ribadito quello che il suo dirigente aveva già anticipato. Il resto è scritto nel comunicato diramato dopo le 13 dalla società: «L’ACF Fiorentina e il direttore sportivo Daniele Pradé hanno deciso di non rinnovare il rapporto professionale (in scadenza il 30 giugno), che li ha legati per quattro anni di proficua collaborazione. La società ringrazia Pradé per l'ottimo lavoro e gli augura il meglio per il Suo futuro professionale». Andrea Della Valle il saluto pubblico all’ormai ex diesse lo ha affidato alla nota della società: «Un grazie sentito per il periodo trascorso insieme: anche grazie alla sua esperienza e alla sua professionalità, oltre che alle sue doti umane, la Fiorentina ha raggiunto obiettivi da protagonista. Da parte mia

La parabola dell’ex ds

Pantaleo Corvino

Corvino con Andrea e Diego Della Valle

il miglior augurio per il raggiungimento di traguardi altrettanto importanti». Ringraziamenti reciproci ribaditi dallo stesso Pradè: «Grazie alla città e ai tifosi che mi hanno “adottato” facendomi sentire come a casa - ha detto -, e grazie anche a tutti coloro che hanno collaborato con me e che hanno contribuito a farmi svolgere al meglio la mia professione. Ho vissuto un’esperienza umana oltre che professionale che mi ha arricchito come persona».

Borja Valero e Gonzalo Rodriguez i capolavori Mario Gomez il boomerang. Disastro Benalouane

di Tommaso Borghini

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’ durata quattro anni esatti l’avventura dietro la scrivania viola di Daniele Pradè. Quattro stagioni cominciate il 25 maggio del 2012 per sostituire Pantaleo Corvino, proprio l’uomo destinato a riprendersi il posto. Un’avventura che il dirigente romano aveva iniziato tra mille difficoltà, raccogliendo in eredità una squadra ormai giunta al capolinea e che necessitava di una radicale rifondazione. Compito che non spaventò il buon Daniele che, come prima mossa, puntò deciso su un tecnico emergente, che conosceva benissimo dai tempi della Roma: Vincenzo Montella. Scelta che si rivelò azzeccatissima e, seguendo le direttive dello stesso allenatore, il diesse viola (in collaborazione con il dt Macia) portò avanti una campagna acquisti di grande spessore, certamente la migliore del suo interregno. Furono una ventina gli arrivi, tra questi Borja Valero e Gonzalo Rodriguez, prelevati dal Villareal (appena retrocesso) per cifre assai modeste rispetto all’incalcolabile valore dei due uomini simbolo della Fiorentina di oggi. Con loro approdarono in riva all’Arno anche Pizarro, Aquilani, Savic, Mati Fernandez, Cuadrado, Viviano, Roncaglia, Tomovic e, sul filo di lana del calciomercato, un grande ex del calibro di Luca Toni che, cifre alla mano, dimostrerà di essere tutt’altro che finito. In quella stessa estate Pradè mise a segno una delle plusvalenze più famose degli ultimi anni: la cessione al Manchester City di Nastasic per 24 milioni di euro più il cartellino di Savic. Roba da applausi a scena aperta. Non male anche le uscite di Gamberini e Behrami, direzione Napoli, per 10 milioni complessivi. E non è finita perché, alla riapertura del mercato di gennaio, Pradè portò a Firenze anche Giuseppe Rossi e Matias Vecino. Due scommesse, la prima delle quali solo parzialmente vinta (il vero Pepito lo si è visto l’anno dopo per un girone, poi è ricominciato il calvario al ginocchio). La seconda, invece, risulterà trionfale, anche se con qualche anno di ritardo. Meno buone le altre operazioni invernali: Sissoko, Compper, Wolski e Larrondo. Ma il bilancio restò saldamente in attivo.

L'ormai ex diesse viola Daniele Pradè

I primi dolori arrivarono l’anno successivo: il colpo di teatro fu l’acquisto di Mario Gomez, accolto da 20mila tifosi in estasi allo stadio Franchi. Un colpo-spot che si rivelerà un clamoroso boomerang: il tedesco inciderà pochissimo e, nelle due stagioni in viola, finirà soltanto per appesantire in modo insostenibile le casse della società a causa del suo ingaggio principesco. Insieme al panzer dalle polveri bagnate arrivarono Ilicic, Joaquin, Alonso e Ambrosini. In uscita, invece, si registrarono due addii importanti, fonti di altrettanto importanti plusvalenze: Jovetic al City per 28 milioni e Ljajic alla Roma per 11 (col contratto che sarebbe andato in scadenza). Nell’inverno, poco dopo il primo infortunio grave di Rossi, ecco Matri, insieme ad Anderson (altra scommessa persa), Diakité, e Rosati. La campagna dell'estate 2014 portò in dote due degli attuali protagonisti viola: Tatarusanu e Badelj, ma anche meteore dall’ingaggio non indifferente come Basanta, Richards, Marin e Kurtic. A gennaio, invece, un altro mezzo capolavoro: la cessione di Cuadrado al Chelsea per 30 milioni più il prestito di Salah. Un giocatore quest’ultimo, rivelatosi un autentico crack. Peccato che una postilla nel suo contratto vanificherà tutto quanto. Infatti Salah se n’è andato dopo appena 6 mesi, direzione Roma, e la Fiorentina è rimasta con in mano soltanto le scartoffie dei suoi avvocati. Nella stessa sessione arrivarono anche Gilardino, Diamanti e Rosi, con fortune modeste. E siamo arrivati all’ultimo calciomercato estivo, quello della sostituzione di Montella con Paulo Sousa in panchina e di Suarez, Blaszczykowski, Astori, Kalinic, Sepe e Gilberto. Ma anche delle tormentate cessioni di Savic all’Atletico Madrid e del “ribelle” Joaquin al Betis Siviglia. L’anticamera di un finale non esaltante, con alcune brutte figure in mezzo, leggi i casi Milinkovic Savic e Lisandro Lopez. Epilogo “rovinato” da un mercato di gennaio non all’altezza del rendimento di una squadra che viaggiava al di sopra delle attese. Tello e Zarate (discreti) non bastano a cancellare i fallimenti dei vari Tino Costa, Kone e, soprattutto, di Benalouane, il fantasma ingaggiato per colmare l’ormai annosa lacuna difensiva. Peccato… perché questa bella storia meritava un finale migliore.


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POSALOSSO

Con gli amici più stretti, ha si è poi lasciato andare: «Ogni storia ha un inizio ed una fine. Sono nel calcio da tanti anni, me ne vado a testa alta: sull’onestà e la lealtà dimostrata in questi anni credo che non ci sia niente da eccepire». Tutto questo mentre Pantaleo Corvino, in viaggio verso Amalfi per ritirare un premio, la sua scelta l’aveva già fatta. Nei giorni scorsi i Della Valle lo hanno chiamato per capire se era vero che stava per chiudere il contratto col Bologna. Sinceratisi di questo, gli hanno chiesto se avrebbe gradito un eventuale ritorno. Corvino, che era già stato cercato dal Palermo ma anche dalla Samp, non ha certo potuto dire di no. Per altro è significativo che a chiamarlo siano stati entrambi i fratelli, che erano insieme a Shanghai, a dimostrazione che la scelta è della famiglia e non di una sola persona. E Sousa? Il portoghese deve ancora parlare, è vero, ma la stima di Corvino nei suoi riguardi la conosce benissimo. Quando i viola cominciarono ad indirizzarsi verso la sua figura, la scorsa estate fu tra i primi ad esprimere adesione nei suoi riguardi. Adesso c’è solo da aspettare l’ufficialità dell’operazione, per la quale servirà più o meno una settimana. La strada, però, salvo colpi di scena, pare tracciata.

luglio Raduno a Firenze 6 a 9 luglio Partenza per Moen 9-24 luglio a n e o M a ro ti ri ta Dura 21 agosto Inizio campionato settembre 15 e u g a e L a p ro u E Inizio

di FRANCESCA BANDINELLI

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a sua prima Fiorentina Pantaleo Corvino l’ha costruita passo dopo passo, tra un viaggio in Sud-America, uno in Spagna e magari pure nell’Est-Europa, sempre attaccato al suo preziosissimo telefonino, quello che, nei tempi di maggior splendore, squillava facendo sentire a tutti l’inno della Champions. Orgoglio fiorentino. Il diesse viola è andato per tappe, cominciando subito a sfoltire a colpi di machete una rosa che era arrivata a contare oltre 43 elementi ed un monte ingaggi a dir poco esorbitante. E’ stato lì, prima di muovere qualsiasi altra pedina del suo scacchiere, che Corvino ha conquistato tutti, diventando fin dal suo primo ritiro, a Folgaria, una vera e propria star di Hollywood. Parlò fin da subito chiaro

anche con i tifosi: non sarebbero state fatte spese folli, piuttosto si sarebbe cercato di “convincere” un grande giocatore alla volta. Ha cominciato con Sebastien Frey, in prestito dal Parma, Brocchi, in comproprietà col Milan, Di Loreto a parametro zero dal Perugia, fino ad arrivare a Manuel Pasqual, Riccardo Montolivo e Alessandro Gamberini. I giovani, diceva, quelli che sarebbero diventati (ed effettivamente lo sono stati) la colonna portante della squadra dovevano essere la sua scommessa, vinta. Arrivò pure quel centravanti che tanto Firenze sognava, Luca Toni, Mr 49 gol in maglia viola. Mese dopo mese, Corvino ha costruito la squadra, scovando in Lobont il degno erede di Frey, infortunatosi a stagione iniziata, e in Per Krøldrup uno dei possibili punti di riferimento dell’intero reparto difensivo. La stagione successiva sono arri-

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Il pungiglione

Finalmente una scelta “politica” che cambia il modo di fare calcio di Massimo Sandrelli

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’ finita la telenovela? Parrebbe di sì. Diego e Andrea Della Valle, da uno dei loro uffici, si sono decisi: meglio un ritorno al futuro, o per dirla tutta, meglio tornare da dove si era partiti. Così una telefonata a Pantaleo Corvino, per capire se era disponibile, e poi via al piano di restaurazione della Fiorentina. Corvino è un uomo di calcio, furbo e abile, magari litiga con i congiuntivi ma un talento lo riconosce da lontano. Tratta in segreto, vanta buone fonti, conosce molte delle nefandezze e dei tranelli del mondo del pallone. E ha imparato anche a conoscere Firenze. Nell’era Prandelli ha ingaggiato Luca Toni e Adrian Mutu (che poi aveva tempestivamente provato a vendere alla Roma se non fossero intervenuti Prandelli e la proprietà) Felipe Melo (poi ceduto dietro un compenso munifico alla Juve) e Alberto Gilardino. Ha scovato Montolivo, Jovetic e Laijc. Abbiamo detto degli affari migliori ma certo ha commesso anche errori. Chi non fa non falla, diceva la mia nonna. Il fatto più importante, però, riguarda la scelta “politica” dei Della Valle. Chiamare Corvino significa abiurare la filosofia del “mercato di gruppo”. Una società di calcio non se lo può permettere. Bisogna che l’area tecnica abbia una sua autonomia. Certo, il direttore dovrà rispondere al consiglio d’amministrazione, dovrà rispettare il budget che gli sarà affidato, ma potrà decidere da solo. Questa è la bella novità. E Paulo Sousa? Il tecnico portoghese ha un contratto. Sia come sia, le sue lagnanze riguardavano proprio l’assenza di un interlocutore credibile in società. Ora ce l’avrà. Neanche per lui ci saranno più alibi. Dovrà dimostrare tutto il suo reale valore. Direte ma Corvino non è il centravanti o il difensore che ci manca, perché tanto entusiasmo? La risposta vien da sé. La Fiorentina dei Della Valle torna a fare calcio. Potrà piazzarsi meglio o peggio ma finalmente si torna a fare sul serio. Corvino non avrà a disposizione tutti i milioni che servirebbero per contrastare le società più spendaccione, ma metterà, ne siamo certi, tutta la sua esperienza. I Della Valle hanno capito? Speriamolo...

Cronaca e numeri del “Pantaleo atto primoˮ Tra colpi, flop e plusvalenze miracolose

Corvino con Liverani, Blasi, Mutu e Pazienza nel ritiro di Folgaria

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vati Liverani (a parametro zero dalla Lazio), il feno- do albero, tanto da convincere la Roma a versare nelle meno Adrian Mutu e il jolly che tanto è entrato nelle casse viola 11 milioni (nonostante avesse il contratsimpatie dei tifosi viola, Reginaldo. E’ vero che, in to prossimo alla scadenza). Mentre la delusione più extremis, talvolta sono sfumate trattative che sembra- grande è stata quella di Felipe, a lungo rincorso, stravano ormai concluse – vedi l’affare Vidic ma anche pagato e, una volta arrivato, trasformatosi in un vero e quello Barzagli -, ma Corvino non si è mai arreso. Ha proprio flop. Corvino, comunque, non si è mai seduto. comprato con oculatezza ed ha monetizzato con im- Ha continuato dritto per la sua strada. Ha portato a portanti plusvalenze in caso di cessione. E’ stato così Firenze Norberto Neto, l’erede di Julio Cesar tra i pali con Kuzmanovic, arrivato a Firenze nel gennaio del della Seleçao per i mondiali del 2014 e il guerriero 2008 e ceduto quasi due anni dopo allo Stoccarda, con Valon Behrami. Dopo aver sfoltito la rosa - abbasDaniel Osvaldo, l’argentino che con i suoi gol ha re- sando notevolmente il monte ingaggi - ha convinto galato ai viola prima una vittoria all’Olimpico contro Andrea Lazzari (che ha reso sotto le aspettative) e sola Juventus che mancava da ben 18 anni e poi la qua- prattutto Matjia Nastasic, risultato poi preziosissimo lificazione in extremis ai preliminari di Champions, per la gestione Pradè che, cedendolo al City, ha realizai danni niente meno che del Milan. Corvino è stato zato una plusvalenza da brividi. Già, la plusvalenza, anche quello pronto a scommettere su Christian Vieri: arte nella quale si è sempre dimostrato un maestro e, ha dimostrato a tutti che ‘Bobone’ non era ancora ar- forse per questo, i Della Valle hanno deciso di riporrivato al capolinea della sua carriera ed ha vinto. Ha tarlo a Firenze. Complessivamente Corvino, nella sua strappato al Milan Alberto Gilardino, pronto persino a prima era in viola, ha concluso 132 trattative, di cui ridursi lo stipendio, pur di raggiungere il suo maestro 62 acquisti e 70 cessioni. Numeri che presto dovranPrandelli, ha preso dal Catania Vargas e dal Partizan no essere aggiornati perché a Firenze sta per aprirsi il Jovetic, il gioiello attorno al quale sarà costruita la Corvino-bis. Fiorentina del futuro e che sarà poi ceduto, sotto la direzione di Pradè, per quasi 30 milioni al MancheDa noi ster City. Ha poi acquistato dall’Almeria il brasiliano ogni Felipe Melo, rivendendolo a 25 milioni di euro ad una euro di Juventus pronta a tutto pur di assicurarselo. Ha poi TRASLOCHI - TRASPORTI - SGOMBERI spesa TRASLOCHI ALBO portato giocatori sicuramente non stellari, ma che Noleggio alScala Aerea fino a 32 mt. ISCRIZIONE TRASPORTATORI - 338 SGOMBERI FI 4611317V Luca 333 TRASPORTI 4233131 - Gerardo 9636554 meno all’inizio si sono rivelati funzionali, da Zanetti, SMALTIMENTO RIFIUTI a Marchionni fino a De Silvestri. Non tutti i guizzi Noleggio Scala Aerea sono stati però suffragati dal campo a cominciare da fino a 32 mt. Mario Bolatti fino ad arrivare al brasiliano Keirrison, arrivato dopo il no di Cassano chiamato in extremis Luca 333 4233131 Gerardo 338 9636554 per sostituire Mutu squalificato per doping. In quella Iscr. albo trasportatori fi4611317v- Aut. trasporto rifiuti FI 27348 stessa sessione di mercato è arrivata pure l’ennesima pianticella, Adem Ljajic, diventata nel tempo un soli-

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L'Esclusiva

Il figlio del grande Artemio: “Nella società viola servirebbero uomini che conoscano meglio Firenze e la sua genteˮ

Franchi: “Fiorentina, sei poco fiorentinaˮ

Francesco Franchi

di Giacomo Cialdi

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a Fiorentina è in piena fase di ristrutturazione societaria. Dopo l'addio di Daniele Pradè e l'imminente ritorno di Pantaleo Corvino, sono tante le cose che cambieranno nel club gigliato per volontà dei fratelli Della Valle e del presidente operativo Mario Cognigni. Per analizzare questi temi, e molto altro, il Brivido Sportivo ha contattato Francesco Franchi, figlio dell'indimenticato Artemio Franchi. Franchi, quale sentimento legava suo padre alla Fiorentina? C'è un ricordo relativo agli anni vissuti in società che amava raccontare? «La squadra gigliata è sempre stata nel cuore di mio padre, fin da piccolissimo. Grazie all'eccellenza negli studi ricevette un abbonamento per vedere le partite della Fiorentina, e da quel momento non si è mai distaccato da quei colori. Anche se, per i ruoli che ha ricoperto nella sua carriera, ha dovuto mostrare una certa imparzialità. Tante volte mi ha raccontato dell'ottimo rapporto che aveva con l'allenatore e con tutti i giocatori nel corso della sua esperienza all'interno della società viola, credo non ci fosse soltanto un ricordo nella sua mente, ma tutto il periodo dal 1948 al 1951».

Venendo alla Fiorentina attuale, come commenta la stagione appena conclusa?

Giacchetta nera

«Ritengo che la Fiorentina abbia fatto un'ottima stagione, confermando di essere, ormai da anni, al vertice del calcio italiano. La squadra di Sousa è partita molto bene, forse grazie ad una preparazione light che le ha permesso di schizzare in testa alla classifica, mentre le avversarie faticavano. Credo sia un traguardo molto importante, non è semplice confermare la posizione europea per tanti anni consecutivamente, quindi è certamente un'annata positiva. Il quarto/quinto posto rispecchia il reale valore della rosa». Per quanto riguarda l'allenatore, lei è convinto della sua permanenza sulla panchina viola oppure ha ancora qualche dubbio? «Mi sembra evidente che dopo la chiusura della sessione invernale di mercato ci siano state delle incomprensioni e delle tensioni tra società e tecnico, ma sono convinto che adesso il buonsenso abbia avuto la meglio. Le parti si sono chiarite e sono convinte di continuare questo percorso insieme. Quindi credo rimarrà con noi anche il prossimo anno, anche con l'arrivo di Pantaleo Corvino. Sono molto soddisfatto della permanenza di Sousa, perché ciò che ci ha fatto vedere nei primi mesi di stagione non è da tutti e non dobbiamo dimenticarlo. Se c'è sintonia all'interno dell'ambiente viola, credo ci siano le basi per progettare in modo serio il prossimo anno. Certo è che serviranno investimenti da parte della proprietà...». A proposito di investimenti, cosa manca per fare il definitivo salto di qualità? «Cominciamo col dire che nel calcio, come nella vita, occorre anche un pizzico di fortuna. E alla Fiorentina credo di poter dire sia mancata quest'anno. Ciò detto, mi sembra che Juventus, Napoli e Roma, per motivi diversi, abbiano dimostrato di avere qualcosa in più rispetto ai viola. Per colmare il gap con queste squadre occorrono almeno tre acquisti he dovrà necessariamente concludere il nuovo direttore sportivo: un forte centrale di difesa, che possa dare respiro a Rodriguez e Astori; un giocatore che sulla mediana abbini

Per me non ci sono calciatori incedibili, a patto che poi vengano rimpiazzati da giocatori più forti. Ho fiducia nell'operato dei dirigenti sportivi».

Da sinistra: Franchi con Joan Laporta (ex presidente del Barcellona), Andrea Della Valle e Michel Platini

tecnica e capacità di interdizione; infine, un grande attaccante da affiancare a Kalinic. Mi aspetto qualcosa di importante dai Della Valle!». Il grande attaccante potrebbe essere uno tra Rossi e Gomez? «Sinceramente non ho ancora capito perché Giuseppe abbia lasciato la Fiorentina, è un vero fuoriclasse e poteva farci molto comodo. In Spagna ha fatto abbastanza bene, se è in condizione può garantire diversi gol e assist, quindi perché no?!

Lo stesso vale per il tedesco: in Turchia ha realizzato molti gol, segno quindi che non è proprio un bidone. Tutto dipende dallo spirito con il quale tornerebbe. Una seconda possibilità, comunque, non si nega a nessuno». Fino ad ora abbiamo parlato di acquisti, per quanto riguarda le cessioni? «Sono un grande tifoso della Fiorentina e vorrei vedere grandi giocatori a Firenze, ma il mio amore è limitato alla maglia.

A proposito di dirigenti sportivi, Daniele Pradè ha dato l'addio, molto probabilmente arriverà Corvino. Che ne pensa? «Pradè è un professionista serio e competente, un interprete intelligente. Il mercato è sempre difficile, specie quando non si ha un grande budget a disposizione. Mi dispiace che se ne sia andato, a mio parere aveva lavorato bene. Ma arriverà Corvino, un altro grande professionista che ha già dimostrato ciò che sa fare. A proposito di cambiamenti, penso che qualcosa dovrebbe accadere anche nei vertici della società: c'è troppa poca fiorentinità nell'organigramma viola e questo non è certo positivo. Della Valle dovrebbe far partire un processo di fiorentinizzazione della società, i tifosi ne sarebbero felici». La notizia relativa all'addio di Vincenzo Guerini non va certo in questa direzione... «Mi dispiace moltissimo, ho stimato Vincenzo prima come calciatore e poi, soprattutto, come uomo. Non so con precisione perché abbia deciso di lasciare la Fiorentina, ma è una grossa perdita. Credo sia mancata la mediazione della dirigenza, altrimenti Guerini sarebbe rimasto in viola».

A suo padre è intitolato lo stadio di Firenze Anche lui è stato un dirigente sportivo

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rancesco Franchi è figlio di Artemio Franchi, uno dei più grandi dirigenti sportivi italiani. Suo padre, nato a Firenze da genitori senesi, ha cominciato la carriera nel mondo del calcio come segretario generale della Fiorentina (squadra di cui era tifoso), carica rivestita dal 1948 al 1951. Poi ha intrapreso la carriera federale che l’ha portato alla presidenza della Figc dal 1967, poi alla presidenza Uefa (1973) e alla vicepresidenza della Fifa (1974). Dal suo amore per il calcio nacque il Centro Tecnico federale di Coverciano. Morto nel 1983, a causa di un incidente stradale nel senese, ad Artemio Franchi è stato intitolato lo stadio di Firenze (dal 1991). Come il padre, anche Francesco Franchi è stato dirigente sportivo, dedicandosi prima al basket, fino al 1987, poi alla pallavolo. E’ stato membro del Consiglio della Federazione Mondiale di Volley, poi presidente della Lega Pallavolo femminile di Serie A e membro del Comitato Esecutivo della FIVB (Federazione Internazionale Pallavolo). Infine, dal 2007 al 2012 (data delle sue dimissioni per motivi di lavoro) ha presieduto il Consiglio Mondiale della World League.

Artemio Franchi

Il pagellone degli arbitri: ecco i promossi e i bocciati

di Giancarlo Carmagnini Banti - L'anno della definitiva consacrazione. Non fa mai partite banali e, pur senza grandi picchi, si posiziona immediatamente dietro ai due top dell'anno, Orsato e Rocchi, garantendo ai "Capi" grande sostanza e continuità ad alti livelli. Calvarese - Quello che pochi anni fa veniva considerato una promessa, ha vivacchiato in una stagione da 5,5, senza dare mai segnali di grande vivacità tecnica ed emotiva. Destinato a diventare il prossimo "Carmine Russo" della massima serie arbitrale, quando l'arbitro campano lascerà il palcoscenico. Celi - Dovrebbe farcela a spuntare nel lungo testa a testa con il corregionale Cervellera, la permanenza nella serie A 2016/2017. Con qualche problema di tenuta agonistica, per via del problema al ginocchio (non smaltito ancora completamente) che lo ha tenuto lontano dai campi per più di un anno, si rende autore, comunque, di una stagione più che decorosa. Cervellera - Più giovane del conterraneo Celi, con il quale si è giocato per tutta la stagione l'avvicendamento tecnico, ma anche più scarso, fa un'altra stagione deludente, dopo quella inguardabile dello scorso anno. Probabilmente, nemmeno la gioventù riuscirà a salvarlo. Damato - Molto bene fino al ritorno del derby Milan-Inter... poi le critiche, feroci del designatore occulto (ma non troppo...) Nicchi sulla conduzione della gara, lo hanno fatto piombare in un oblio emozionale dal quale ha stentato a riprendersi per tutto il resto della stagione, pur "uscendo", più o meno regolarmente. Di Bello - Non è, ad ora, un fenomeno, però è in decisa crescita e potrebbe venire buono per un futuro più che prossimo. Sicuramente il miglior giovane degli ultimi 2 anni.

Doveri - Stecca l'ultima gara della stagione (Bologna-Milan), ma può succedere... In ogni caso il direttore di gara capitolino si dimostra affidabile facendo una buona stagione e suscita, negli addetti ai lavori, una più che comprensibile domanda... come mai sono Internazionali Guida e Massa e lui no? Fabbri - Parte bene, ma poi si perde quasi subito... Le prospettive sono buone, ma senza farsi prendere da soverchie illusioni. Ha diversi problemi caratteriali, che talvolta fanno sfociare il tutto, quasi in una sorta di presunzione emozionale, oltre che tecnica ed umana. Gavillucci - Mediocre, purtroppo per lui, ma soprattutto, ed è questo il suo grosso problema, non rientra nelle simpatie, più o meno velate, dell'Organo Tecnico. Non prevedo, salvo colpi di scena, un grande futuro per l'arbitro ciociaro, che, si candida a lasciare i quadri tecnici l'anno prossimo, se non già quest'anno. Gervasoni - Ci lascia sportivamente e non ne sentiremo la mancanza, Borja Valero su tutti... Di contro, bisogna riconoscergli una grande serietà, tecnica, agonistica ed associativa, in quanto, pur sapendo di essere a fine corsa non ha "sbracato", e questo gli rende onore. Potrebbe avere a stretto di giro di posta un posto nei quadri dirigenziali dell'A.I.A. Giacomelli - Una delle pochissime sorprese positive della stagione, che fa decisamente, rispetto alle modeste aspettative, sopra le righe. In perfetta sintonia con i designatori... potrebbe aver dato una bella svolta alla sua carriera, se l'anno prossimo garantirà la giusta continuità. Guida - Decisamente inadeguato al ruolo che, più che ingiustamente, gli è stato assegnato. Bocciatissimo! Irrati - Per l'avvocato pistoiese, vale lo stesso discorso fatto per Giacomelli, a livelli però, sicuramente più elevati. Autore di una stagione eccellente, probabilmente prenderà gli ambiti "gradi" di Internazionale a partire dal 2017.

Da decidere solo chi gli lascerà il posto. Non escluderei, a sorpresa, che fra i 3 candidati a lasciargli il posto (Damato, Guida e Mazzoleni), spuntasse il nome di Rizzoli... che se facesse la finale di "Francia 2016", potrebbe decidere di ritirarsi in bellezza. Mariani - Mutuando il termine inglese che viene utilizzato in genere negli sport americani per indicare i giocatori che militano nelle varie leghe professionistiche per il primo anno... Il direttore di gara di Aprilia, è stato il meno peggio dei tre "rookie" promossi dalla B nella scorsa annata. Massa - Un po’ meglio del suo "gemellino" Guida, ma senza lasciarsi travolgere da facili entusiasmi. Rivedibile. Orsato – Asso pigliatutto della stagione unitamente a Rocchi, porta in fondo una stagione di livello assolutamente eccellente. Rizzoli - Se l'ingegnere "mondiale" avesse preso un anno di ferie, o quantomeno 6 mesi, e si fosse presentato direttamente a Francia 2016, avrebbe fatto la scelta più oculata e produttiva della sua lunga carriera. Un problema al soleo che non gli dà pace da un paio d'anni, potrebbe anche indurlo al ritiro prematuro, specie se il Designatore Europeo, e suo concittadino, Collina (confermato fino al 2020) gli concederà l'onore delle armi, facendogli fare la finale dell'Europeo, sempre che l'Italia di Conte non ci metta lo zampino. Rocchi - Vale il discorso fatto per Orsato, anche se la sua prima parte di stagione è stata penalizzata dal fatto che la Fiorentina era in testa alla classifica. Ha concluso la sua fantastica annata, arbitrando in modo impeccabile e con grande personalità la finale di Coppa Italia fra Juventus e Milan sabato scorso all'Olimpico romano. Per la stagione fatta avrebbe meritato di fare la finale di Europa League (visti anche i risultati sconcertanti) tra Liverpool e Siviglia... Forse vaneggio, ma questo è il mio pensiero.

Russo - Direttore di gara abbastanza mediocre, si salva solamente perchè in serie A ci sono peggio di lui, e questo non depone a suo favore. Tagliavento - Stagione sottotono, premiato dal duo Messina/Nicchi con gare oltre i suoi meriti, ha dato l'impressione di aver già dato il meglio di sè. Il fatto di essere stato soppiantato da Orsato e Rocchi (e forse anche da Banti...) nelle gerarchie nazionali ed UEFA, lo ha probabilmente demotivato e logorato emotivamente. Valeri - Tutti si aspettavano di più dall'arbitro romano. Fa una stagione sotto le aspettative, dove raggiunge la sufficienza a malapena. Tutto questo anche perchè, l'umiltà non è la sua dote più spiccata.

IL FUTURO CHE AVANZA... Abisso - Molto giovane ma di sicuro avvenire, la serie A per lui non è un miraggio. Ghersini - Ancora un po’ acerbo, è in "cottura" per la serie A 2017 / 2018. Maresca - Partito in pole, per la sua esuberanza emotiva, condita forse anche da un pizzico di presunzione, si era un po’ disunito ed ha dovuto pagare dazio. Bacchettato duramente dall'Organo Tecnico, si è ben ripreso, anche se non senza fatica, e la prossima serie A lo vedrà ai nastri di partenza. Pairetto - Il figlio d'arte sapeva di essere un predestinato, ma nonostante tutto questo... è partito bene ed è arrivato meglio. Anche lui sarà al via della prossima massima serie italiana. Pasqua - Non più giovanissimo, rimane per il futuro, una grossa incognita, anche perchè in stagione non ha brillato come avrebbe voluto il suo "mentore", nonchè suo Designatore, Stefano Farina.


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L'ex difensore: “Se sei onesto con loro, i fiorentini non ti voltano le spalle. E con un colpo di mercato tornerebbe l'entusiasmoˮ

Malusci: “Basta poco per riaccendere Firenze” di Alessandro latini

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rchiviata la stagione con il favore della Juventus, la Fiorentina adesso può davvero cominciare a costruire le basi della prossima annata. I viola non avranno scocciature estive e potranno prepararsi al meglio in vista del weekend del 20 e 21 agosto, quando comincerà ufficialmente il nuovo campionato. Sarà quello il primo impegno ufficiale, con l’Europa League che vedrà protagonista la Fiorentina solo da metà settembre, quando comincerà la fase a gironi. Addirittura a gennaio, invece, i viola entreranno in scena in Coppa Italia. Dunque, sistemata la questione europea, ed affidata nuovamente la panchina a Paulo Sousa, si è anche deciso di lasciare partire l'ormai ex diesse Daniele Pradè per un ritorno, sempre più imminente, di Pantaleo Corvino dietro la scrivania. Per parlare di tutto questo, nella sua ultima uscita stagionale, Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Alberto Malusci, ex difensore viola e profondo conoscitore delle vicende che riguardano la Fiorentina. Fiorentina direttamente alla fase a gironi d’Europa League e con un nuovo assetto societario. Che ne pensa? «Temevo che la questione del direttore sportivo si trascinasse troppo a lungo e che la società corresse il rischio di partire in ritardo. Finalmente, adesso che la scelta è stata fatta, si potrà cominciare a costruire la Fiorentina del futuro e credo che sia questo ciò che interessa maggiormente ai tifosi. Mi spiace per l'addio di Pradè, che aveva lavorato molto bene. Ma, molto probabilmente, sarà sostituito da un altro grande professionista come Corvino, che ha già fatto benissimo a Firenze. Ora l'importante sarà lavorare in fretta per accontentare Paulo Sousa».

«Servono due giocatori per reparto. Ma non soprammobili, bensì giocatori veri. E questo Corvino lo sa benissimo. Poi dipende da come vuole giocare Sousa, magari sta pensando di passare alla difesa a quattro ed in quel caso la valutazione cambierebbe». Rossi e Gomez, casi spinosi. Al di là di questioni economiche, a livello tecnico che cosa farebbe? «Partiamo da Gomez. Il gioco di Montella non era adatto a lui ed ha sofferto. Pure Sousa predilige attaccanti diversi, come Kalinic. Non vedrete mai Gomez pressare alto come fa il croato. E’ un giocatore diverso, ha bisogno di cross dalle fasce e non mi sembra faccia al caso della Fiorentina di Sousa. Per di più, ho letto le sue ultime dichiarazioni e mi sembra lontanissimo da Firenze. Anche Rossi non mi sembra che possa rientrare nei progetti di Sousa. Quello che abbiamo visto all’inizio della sua esperienza a Firenze era tanta roba, ma l’ultimo Rossi era titubante ed insicuro». Capitolo Pasqual. Uno come lui avrebbe potuto dare qualcosa alla squadra anche senza giocare tante partite? «Non ha mai preteso niente. Secondo me poteva fare benissimo il dirigente pur essendo giocatore. Poteva dare una mano ai nuovi ed ai giovani, io lo avrei sicuramente tenuto.

A proposito di Sousa, al momento ed in attesa di imprevedibili scossoni, è il punto fermo. Soddisfatto della sua conferma? «Sono contento, per me lui merita un voto sopra la sufficienza. Mi ha un po’ deluso quando ha detto che ha avuto un calo mentale ad un certo punto della stagione. Quella frase mi ha infastidito, anche se tecnicamente ed a livello di gestione del gruppo è stato bravo. Quindi la conferma se la è meritata».

tra) durante la festa

Malusci (in basso a des

per la Coppa Italia del

Non è mai stato un fenomeno, ma ha sempre fatto il suo. E’ un fiorentino adottato, poteva portare solo benefici alla causa».

In conclusione, lei che conosce bene Firenze, ci dica che cosa dovrebbe fare la società viola per riaccendere l’entusiasmo nei tifosi… «Per prima cosa deve essere chiara sugli obiettivi stagionali. Se sei onesto con loro, i fiorentini non ti volteranno mai le spalle. E poi serve la scintilla con il mercato. Basta un giocatore importante e Firenze si riaccende in un attimo. Il sempre più probabile ritorno di Pantaleo Corvino dietro la Cresciuto nel vivaio gigliato scrivania può essere un segnale positivo in questa direzione: lui conosce bene la tifoseria viola e sa Gioca 8 campionati con la Fiorentina come renderla felice». Alberto Malusci nasce a Pistoia nel 1972. Cresciuto calcisticamente nelle giovanili viola, debutta in serie A il 22 ottobre del 1989, subentrando a ReDa noi nato Buso all’86 nel corso di Fiorentina – Sampdoria, vinta dai gigliati per ogni 3-1. In maglia viola disputa 8 stagioni da centrale difensivo, entrando nei TRASLOCHI - TRASPORTI - SGOMBERI euro di spesa cuori della tifoseria che, nell’anno del suo debutto, gli tributa il coro: “Gio- Noleggio ScalaTRASLOCHI ALBO Aerea fino a 32 mt. ISCRIZIONE TRASPORTATORI vane, giovane, giovane Malusci!”. Dopo la retrocessione in serie B è tra i Luca 333 TRASPORTI - 338 SGOMBERI FI 4611317V 4233131 - Gerardo 9636554 protagonisti della risalita nella massima serie del 1994 e, due anni più tardi, SMALTIMENTO RIFIUTI fa parte della squadra che vince la Coppa Italia. Nella stagione successiva Noleggio Scala Aerea lascia Firenze per trasferirsi in Francia all’Olympique Marsiglia. In viola difino a 32 mt. sputa complessivamente 131 partite di campionato, mettendo a segno 4 reti. Luca 333 4233131 Ha fatto parte della Nazionale Under 21 con la quale ha giocato 14 partite, Gerardo 338 9636554 vincendo i campionati Europei del 1992. Iscr. albo trasportatori fi4611317v- Aut. trasporto rifiuti FI 27348

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Quanto è bella la nuova maglia Poi la festa è proseguita con un mini torneo di calcio a 4, giocato su un piccolo campo in sintetico a porticine, vinto dagli ex viola capitanati da Christian Riganò. A seguire concerti e musica fino a tarda serata. Sperando che la squadra della prossima stagione sia all’altezza della maglia che indosserà.

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’ stata presentata all’interno di una grande festa nel cuore di Firenze. Il sipario sulla nuova maglia della Fiorentina si è alzato al vecchio cinema Odeon di piazza Strozzi, nel corso di un evento in grande stile, arrivato con largo anticipo rispetto al passato. A fare gli onori di casa, oltre allo sponsor tecnico Le Coq Sportif, il diggì Andrea Rogg e l'ex diesse Daniele Pradè, ormai ufficialmente un pezzo del passato della Fiorentina. E (per i più maligni) proprio l’approssimarsi di una ristrutturazione societaria sarebbe stata la causa di tutta questa “fretta” nella presentazione. Ma ciò che interessava davvero era ammirare la protagonista della serata e la nuova maglia viola non ha deluso nessuno: molto elegante e un po’ retrò, ai limiti del vintage, soprattutto nella sua veste da trasferta, bianca e con le rifiniture viola. Una bella polo, dotata di un raffinato colletto, che dona particolare fierezza a chi la indossa. La terza maglia, che sarà presentata più avanti in un evento aperto ai tifosi, avrà invece i colori bianco e rosso, quelli tradizionali di Firenze. A sfilare, oltre a Borja Valero, Astori e Bernardeschi, c’erano anche Giulia Orlandi e Alia Guagni della Fiorentina Women’s. “E’ una maglia bellissima - ha sottolineato il diggì Rogg - e bisogna fare i complimenti a Le Coq Sportif. Siamo orgogliosi di questa partnership e di essere l'unica società italiana ad averla. Anche le casacche della scorsa stagione sono piaciute molto, tanto è vero che le vendite quest’anno sono aumentate parecchio”.

Bernardeschi, Astori e Borja Valero posano con le nuove maglie viola

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Il 27 maggio di 55 anni fa la squadra gigliata fu la prima italiana a trionfare in Europa, alzando al cielo la Coppa delle Coppe

1961: la Fiorentina entra nella storia LA FINALE DI RITORNO Si gioca al Comunale sabato 27 maggio 1961 davanti a cinquantamila spettatori. L'attesa è spasmodica. Hidegkuti conferma la medesima formazione che dieci giorni prima ha trionfato in Scozia. E' ancora Milan uno dei protagonisti del match. Al 12' segna il gol che porta in vantaggio la Fiorentina, mettendo così una seria ipoteca sulla conquista della coppa. I Rangers pareggiano al quarto d'ora della ripresa con una rete di Scott. Ma Hamrin al 41' realizza il gol del definitivo 2-1, quello che regala ai viola la Coppa delle Coppe. Esplode l'entusiasmo sugli spalti. I tifosi sono impazziti di gioia. Cinque anni dopo la conquista dello scudetto arriva anche un prestigioso trofeo continentale.

La Fiorentina vittoriosa nella Coppa delle Coppe del 1961 (foto archivio personale Paolo Melani)

di Ruben lopes pegna

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n primato storico E' quello che ottiene la Fiorentina 55 anni fa in questo periodo. Il 27 maggio 1961, infatti, la formazione viola conquista la Coppa delle Coppe (è la prima edizione), manifestazione riservata alle squadre vincitrici delle coppe nazionali. Ed è così la prima compagine italiana ad aggiudicarsi un trofeo in Europa. La Fiorentina, in realtà, nella stagione 1959/60 non ha vinto la Coppa Italia ma è stata battuta in finale dalla Juve ed è arrivata seconda dietro i bianconeri in campionato. Questi, però, hanno partecipato alla Coppa dei Campioni, lasciando il posto ai viola in Coppa delle Coppe. IL CAMMINO Si comincia dai quarti di finale. La Fiorentina batte il Lucerna in Svizzera per 3-0 con una tripletta di Hamrin. E nel ritorno a Firenze si impone per 6-2 con una doppietta di Hamrin (un gol su rigore), una tripletta di Antoninho e un gol di Milan. In semifinale si trova di fronte la Dinamo di Zagabria. Nel match d'andata al Comunale vince per 3-0 con reti di Antoninho, Da Costa e Petris. L'approdo in finale sembra sicuro. Ma nell'allora Jugoslavia i viola tremano e corrono seri rischi di qualificazione. Dopo 18 minuti sono sotto di 2 gol e in grosse difficoltà. Poi riescono a riprendere in pugno la partita e al 5' della ripresa Petris accorcia le distanze. L'incontro finisce con la sconfitta della Fiorentina

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per 2-1. Ma mai sconfitta è più dolce perché permette alla squadra del tecnico ungherese Hidegkuti di approdare in finale, la seconda finale europea della storia viola dopo quella in Coppa dei Campioni persa contro il Real Madrid nel 1957. LA FINALE DI ANDATA E' la prima e unica volta che la Coppa delle Coppe viene assegnata dopo un doppio confronto. La Fiorentina trova sul proprio cammino i Rangers di Glasgow. La prima partita si gioca allo stadio di Ibrox Park il 17 maggio 1961. L'allenatore Hidegkuti manda in campo la seguente formazione: Albertosi; Robotti, Castelletti; Gonfiantini, Orzan, Rimbaldo; Hamrin, Micheli, Da Costa, Milan, Petris (all'epoca non sono previste sostituzioni, neppure quella del portiere). I viola vincono per 2-0 grazie a una doppietta di Gigi Milan, a segno al 18' del primo tempo e a due minuti dal novantesimo. Il grande protagonista dell'incontro è il giovane portiere Enrico Albertosi (appena ventunenne), autore di parate straordinarie. I Rangers, sull'1-0 per la Fiorentina, nel primo tempo, falliscono un rigore con Caldow. Il ritorno a Firenze sembra in discesa. Studio: Spinello Aretino, 18 50143 FIRENZE Tel. 055716952 3299326305 e-mail: studio.gmarini@libero.it Part. I.V.A. 04460080486 C.F. MRN GLC 63B09 D612A

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IL GOLEADOR E' Kurt Hamrin. L'ala svedese è il capocannoniere della Coppa delle Coppe. Realizza 6 reti, 5 al Lucerna e una ai Rangers Glasgow. Kurt Hamrin, bomber della Coppa delle Coppe del 1961

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UN PEZZO DEL PRIMO SCUDETTO SULLA COPPA DELLE COPPE E' il capitano Alberto Orzan ad alzare nel cielo di Firenze l'ambita cop- pa. Orzan è stato tra i protagonisti, dopo l'infortunio di Rosetta, dello squadrone di Bernardini che nel 1955/56 si è laureato campione d'Italia. Ora è il perno della difesa. Una partita (non le finali) la disputa anche il portiere Giuliano Sarti, titolare nella stagione dello scudetto e nel campionato ancora in corso. Nella rosa c'è anche Miguel Montuori che, a causa di un infortunio, però in Coppa delle Coppe non disputa neppure una gara (per lui presenze solo in campionato). E' contento per il successo il presidente Enrico Befani, che guidava la società anche quando si aggiudicò il tricolore. E tra i quadri tecnici, come secondo dell'allenatore Hidegkuti, c'è Beppe Chiappella che cinque anni prima con la maglia numero quattro aveva vinto lo scudetto. E' una grande soddisfazione anche per lui.

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Il noto giornalista: “Servono rinforzi di qualità, soprattutto in difesa e un portiere italiano. Perin è l'ideale A metà campo mi piace Diawara. Se parte Ilicic deve arrivare un talento da 10-12 milioni. Non svendiamo Babacarˮ

Beha: “Ecco come rifarei la squadraˮ Che voto dà alla prima parte della stagione viola? E alla seconda? «Da fine agosto a Natale i ragazzi hanno fatto bellissime cose, quindi darei un 8 pieno. Da gennaio in poi, invece, la squadra è crollata, meritandosi un 3 e mezzo».

di Giacomo Cialdi

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a stagione 2015/16 si è da poco conclusa, con un quinto posto che ha diviso il giudizio dei tifosi fiorentini: c'è chi ritiene che squadra e società abbiano raggiunto il traguardo minimo e chi, invece, è soddisfatto di ciò che i ragazzi di Sousa hanno fatto. Specie considerando il diffuso scetticismo dello scorso agosto. Dopo la conferma dell'allenatore portoghese sulla panchina gigliata è arrivata anche la notizia dell'addio del diesse Daniele Pradè e quella, a cui manca solo il crisma dell'ufficialità, del ritorno in sella di Pantaleo Corvino. Dunque adesso il mercato della Fiorentina può partire davvero e, c'è da scommetterci, saranno tante le novità nella rosa viola. Per parlare di questo e di tanti altri temi, il Brivido Sportivo ha intervistato Oliviero Beha, noto giornalista e scrittore, nonché tifoso viola.

Che idea si è fatto dell'addio di Pradè e del ritorno ormai imminente di Corvino? «Non giudico i due dirigenti, ma il modo di agire della società. Avrebbero dovuto decidere tutto prima, non a fine maggio. Nel calcio non si fa così. Secondo me cambierà poco o nulla».

Beha, come commenta la stagione appena conclusa? «Sarei soddisfatto di questa annata, se non considerassi tutto ciò che è successo: le settimane passate in testa alla classifica e il mercato di gennaio.

re e saggista to it r c s , ta s li a n r Gio grandi inchieste famoso per le sue scri-

ica la sua carriera giornalist a ReFirenze nel 1949. Inizia ra a ent ce 76 nas 19 ha l Be Da . ero ’70 ivi i Ol Sera nei primi ann ese ode" Pa e om rt "sc e spo ci tto pli Tu vendo per autore di molte laboradi sport e società ed è o col iat in inv e sso spe com , a do lic bb cen pu du roda in televisione con vita a inchieste. Nel 1987 app programmi di servizio su Rai 3. Dal 1992 dà imi to, li ult rba deg ato mi pre più i Ra zione con Andrea Ba dio mma di servizio su Ra Video Zorro su Radio Zorro, il progra he quello televisivo di anc a leg si ico on iof si trasforma in i po che ori col anni. Al successo rad conduce Radio a io, rad a all o ov li, oltre che di nu tra di tea Rai 3. Poi, di libri e testi 04. Apprezzato autore à e dal 2009 nit l’U per itto scr Beha a colori, fino al 20 esie. Dal 2005 ha po di te col marzo 2015 rac e 25 gi Il . sag numerosi è cofondatore tto Quotidiano, di cui la categoria per o nd Mo nel i ha collaborato con il Fa delle Arti Fiorentin o mi Pre il lpore risale ito sca fer ior con gg ella di ma gli è stato molteplici inchieste, qu Italia e Arti Letterarie. Tra le sue Roberto Chiodi, sostenne che la partita tra a e iem ass o, and al 1984 qu binata. 1982 sarebbe stata com Camerun del Mondiale

Oliviero Beha

Per quanto riguarda l'allenatore, lei è convinto della sua permanenza sulla panchina viola oppure ha ancora qualche dubbio? «Non ci avrei messo la mano sul fuoco prima, figuriamoci adesso con il ritorno di Pantaleo Corvino. Vedo molta nebbia intorno all'allenatore. Diciamo che la poca chiarezza della società ha contagiato anche il portoghese. Le vicende di Pasqual prima e Guerini poi dimostrano che Sousa si è adeguato al clima che lo circonda». Qualora rimanesse, sarebbe soddisfatto oppure dopo i risultati degli ultimi mesi ha cambiato giudizio su di lui? «Non ho modificato la buona opinione che avevo di Sousa, lo reputavo un ottimo allenatore e lo reputo tutt'ora. Il problema è in alto, sono i Della Valle». Come modificherebbe la rosa attuale in vista della prossima stagione? «Ogni squadra si costruisce partendo da una solida difesa. Per quanto riguarda la porta, Tatarusanu mi ha convinto a metà. Sarei favorevole ad un processo di italianizzazione, puntando, per esempio, su Perin. Ripartirei certamente da Gonzalo Rodriguez e Astori, quest'ultimo è l'unico che salvo. Alonso è certamente un buon giocatore, molto dotato ma non intelligente. Quindi lo venderei. Mi dispiace dire che Pasqual, per ciò che ha dato alla Fiorentina e per la professionalità dimostrata, avrebbe meritato un altro trattamento. Vorrei che nella difesa attuale venisse inserito un elemento tipo Mammana, che in molti mi descrivono come il miglior prospetto in circolazione. Per ciò che riguarda il centrocampo, il trio Badelj, Vecino e Borja Valero mi piace. Il croato ha fatto molto bene e merita di restare, ha soltanto un difetto: non segna neanche se gli sparano. Può e deve migliorare! In quella porzione di campo mi piacerebbe Diawara del Bologna (che Corvino conosce benissimo). Sugli esterni, Bernardeschi ha dimostrato di avere grandi qualità ma non deve montarsi la testa. Negli ultimi tempi si è convinto di poter risolvere da solo i problemi della squadra. Ed è un grosso errore. Su Tello sono incerto: lo spagnolo ha fatto vedere cose interessanti, sarà Sousa, o chi

Settore giovanile

Chiudiamo con Rossi e Gomez... «Sono due calciatori molto diversi ed hanno storie differenti. Il problema di Rossi è soltanto uno: la sua salute. Se Giuseppe sta bene lo terrei a Firenze. Dobbiamo capire se c'è, all'interno della società e dello staff tecnico, la voglia di attenderlo. Su Gomez, invece, il problema è relativo al contratto e all'ingaggio. Il tedesco non è un campione, ma è un giocatore di grande rendimento. Sarebbe una follia perderlo gratis».

calcio femminile Fiorentina Women's addio sogni di Champions di Tommaso borghini

A

ddio sogni di gloria, almeno per questa stagione. Per un punto, un solo maledetto punto, la Fiorentina Women’s non ha centrato l’obiettivo che aveva in mano fino all’ultima giornata di campionato: la qualificazione alla prossima Champions League femminile. Decisiva, in senso negativo, l’inopinata sconfitta rimediata dalle viola sul campo del Verona, all’epilogo del torneo di serie A. Eppure la formazione di Sauro Fattori aveva due risultati su tre a disposizione e anche con un pareggio avrebbe costretto le avversarie a mordere la povere grazie ai suoi 2 punti di vantaggio in classifica. Ma non è bastato perché allo stadio Olivieri le padrone di casa hanno dettato legge, in una prima ora di gioco letteralmente devastante per la Fiorentina. A sbloccare il risultato ci ha pensato Valeria Pirone dopo appena 2’. Il raddoppio veronese è arrivato solo 10’ più tardi, ad opera di Michela Ledri. Al 13’ della ripresa le venete hanno addirittura triplicato con Tatiana Bonetti. Partita finita? No, perché, una volta sotto di 3 gol, la Fiorentina ha dato segnali di risveglio accorciando le distanze grazie al rigore trasformato da Evelyn Vicchiarello e all’acuto dell’intramontabile Patrizia Panico. Ma, a quel punto, mancavano solo 2’ alla fine e neppure il recupero è bastato per raddrizzare una partita stregata. Così in Champions ci è andato il Verona. Peccato, sarà per la prossima stagione.

Verona-Fiorentina 3-2

Credo che i più soddisfatti siano i membri della società, perché non è stata aperta la cassa. Personalmente non sono contento, ci hanno illusi e abbiamo sognato, c'erano tutte le premesse per fare meglio ma non è stata mantenuta la parola data. Neanche quella data a Sousa. Purtroppo ritengo che non sia mai nata empatia tra i Della Valle e la città di Firenze, in più manca la comunicazione tra le parti». Crede che la posizione in classifica rispecchi il valore della rosa? «Sì, credo che il quinto posto sia giusto per i viola. Forse potevamo arrivare quarti, sopra all'Inter, ma certamente non tra le prime tre».

per lui, a valutare la sua situazione. Concludendo con il reparto offensivo, Kalinic è una certezza. Ilicic potrebbe essere venduto ma non per fare cassa. Si può vendere lo sloveno per quindici milioni, ma soltanto se al suo posto verrà acquistato un calciatore da dieci/dodici. Per ciò che riguarda Babacar, a mio avviso non deve essere ceduto, mandiamolo in prestito ma non perdiamolo. E' un giocatore di valore».

Agsm Verona: Harrison, Ledri, Carissimi, Di Criscio, Pirone, Bonetti, Fuselli, Laterza, Nichele, Squizzato, Belfanti. A disposizione: Gava, Brutti, Pasini, Baldo, Salvai, Pavana. Allenatore: Renato Longega. Fiorentina: Durante, Guagni, Tona, Adami, Orlandi, Panico, Vicchiarello, Caccamo, Motta, Ek, Tortelli. A disposizione: Thalmann, Venturini, Giatras, Salvatori Rinadi, Nocchi, Rodella, Razzolini. Allenatore: Sauro Fattori. Beha è da sempre tifoso viola

Reti: 2’ Pirone, 12’ Ledri, 13’ st Bonetti, 12’ st Vicchiarello (rig.), 43’ st Panico

Primavera, è finita l'avventura. Il Toro passa ai rigori

di Ruben lopes pegna Non ce l'ha fatta la Primavera viola ad accedere alla final eight per l'assegnazione dello scudetto. La Fiorentina, nella partita decisiva giocata a Venaria Reale, è stata sconfitta dai campioni d'Italia del Torino ai calci di rigore per 4-3. Ma in campo c'è stato molto equilibrio con le due squadre che si sono equivalse. Sono stati gli errori, purtroppo decisivi, dei ragazzi di Guidi dal dischetto a determinare l'eliminazione. Solo due dei cinque rigori sono stati realizzati. Pochi davvero. C'è molto rimpianto per l'esito dell'incontro, perché tra l'altro gli attaccanti viola scesi in campo, ovvero Minelli, Chiesa e Perez, non erano nelle migliori condizioni fisiche. "Ma hanno voluto esserci comunque - spiega il tecnico Federico Guidi - vista anche l'assenza per squalifica del bomber Mlakar. Ad ogni modo i tre hanno stretto i denti e hanno giocato

una buona partita come tutti del resto". E' stata anche sfortunata la Fiorentina, perché è passata in vantaggio al 29' del primo tempo grazie a un gol di Perez su assist di Bangu. Poi, nella ripresa al quarto d'ora, un gol di Chiesa, su assist di Minelli, è stato annullato per un fuorigioco molto dubbio. Due minuti dopo il Toro ha pareggiato con una rete di Tobaldo sugli sviluppi di un calcio di punizione. Entrambe le squadre hanno avuto un paio d'occasioni ciascuna per segnare prima del novantesimo. La più clamorosa è stata per i granata che al 93' hanno colpito la traversa con Mantovani. Poi nei supplementari i viola sono andati vicino altre due volte, l'ultima a pochi secondi dal 120' con Minelli, al gol della vittoria. Ma il risultato non è cambiato. Dal dischetto Boccardi e Militari hanno segnato i primi due rigori e anche il Toro non ha sbagliato. Poi Minelli si è fatto parare il suo penalty ma Gjuchi ha calciato fuori. Il risultato complessivo era sempre di 3-3. Anche

Mosti si è fatto parare il tiro mentre Piccolini ha segnato per i granata. Gigli, infine, ha calciato alto e il Toro non ha avuto bisogno nemmeno di battere il quinto penalty per eliminare la Fiorentina, diventando la sua bestia nera. L'anno scorso, nelle finali scudetto, l'aveva mandata a casa in semifinale ai tempi supplementari. Guidi, comunque, può essere ampiamente soddisfatto della stagione della sua squadra, arrivata anche alle semifinali di Coppa Italia. "La nostra formazione era più giovane di quella granata - ha affermato - e ai nostri avversari abbiamo concesso pochissime occasioni. I miei ragazzi, molti dei quali sono nati nel 1998 e nel 1999, sono migliorati tantissimo nel corso della stagione. L'anno prossimo questa squadra sarà ancora più forte". Ne siamo certi perché Guidi è un allenatore davvero preparato, l'ultimo ad avere vinto tra l'altro uno scudetto a livello giovanile con la Fiorentina, nel 2011 con i Giovanissimi.


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Midland

ULTIMI 5 GIORNI PER IL TROFEO DELLE 4 CITTA’ MA SI TRATTA SOLO DEL PRIMO APPUNTAMENTO ESTIVO!

di Federico Gennarelli

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iamo in dirittura di arrivo per la prossima tappa del nostro palinsesto! Si tratta del Trofeo Delle 4 Città, un vero e proprio classico Midland, giunto ormai alla ventesima edizione, un vero e proprio vanto per la nostra organizzazione! Mancano ormai pochissimi giorni al termine delle iscrizioni: il 26 maggio si chiude, mentre il 30 si comincia! La manifestazione, che prevede un’iscrizione GRATUITA e 500 punti InViola in omaggio, offre in esclusiva per la squadra vincitrice la possibilità di giocare le Finali Nazionali a Riccione a spese dell’organizzazione!

Si parte con una fase eliminatoria a gironi all’italiana, con 4-5 gare di sola andata. Quindi, ecco una griglia a eliminazione diretta che porterà fino all’ambita finalissima, che decreterà il vincitore. Al termine della gara conclusiva saranno premiate le prime quattro classificate, il capocannoniere e la miglior difesa. Nelle ultime due edizioni sono stati I Caboti ad aggiudicarsi il titolo, ma chi sarà questa volta a sfidare i campioni in carica? Partecipare è semplice, anche da casa! Sulla sezione “Prossime Manifestazioni” del nostro sito www.midlandsport.it, basterà selezionare il torneo fra quelli disponibili e quindi cliccare

sull’impianto, il giorno e l’orario preferiti, compilando il modulo direttamente online. Sarà anche possibile effettuare tutti i pagamenti direttamente in rete, tramite carta di credito, per rendere tutto ancora più semplice e veloce! Ma i tornei non sono finiti qui! Il nostro palinsesto propone molte altre manifestazioni, presto in arrivo e attesissime, ma già visibili sul nostro portale: sono pronti a partire, con iscrizioni ancora gratuite e già disponibili anche gli esclusivi tornei Easy e Master, misurati in base al grado di difficoltà richiesto dalle singole formazioni. Per partecipare ci sarà tempo fino al 9 giugno, mentre il calcio d’inizio è fissato per il 13. Si prosegue poi nell’arco della nostra estate con gli appuntamenti ormai divenuti storici: ecco la sedicesima edizione della Green Cup, longevo torneo femminile che da anni si afferma nel nostro panorama, ma anche l’esclusivo e divertentissimo torneo misto Blu & Rosa, in cui si affronteranno squadre miste di calcio a 5 formate da uomini e donne con regolamento speciale dedicato. Non mancherà anche il Campi Estate, disputato esclusivamente

nel nostro impianto di Campi Arena e giunto alla seconda edizione. Per tutti e tre i tornei le iscrizioni sono aperte fino al 16 giugno, mentre si partirà il 20. Tuttavia, l’estate Midland GS è caldissima: da quest’anno avremo anche il torneo 3 vs 3 nella Gabbia, con il secondo e il terzo appuntamento fissati a Firenze

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nelle date del 13 e del 20 giugno, ma anche il bellissimo Beach Soccer, che si svolgerà nelle date di 11-12 giugno per il femminile e 18-19 per il maschile, con in palio le fantastiche finali nazionali a Viareggio! Insomma, non ci resta che aspettarvi e passare un’estate sportiva!


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APERTE LE ISCRIZIONI AI TORNEI ESTIVI

MSP - CALCIO TOSCANA

MSP Calcio Toscana

di Steto

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ono aperte le iscrizioni ai Tornei Estivi MSP CALCIO TOSCANA di calcio a 5/7/11 maschili, femminili e misti, che prenderanno il via a partire da lunedì 6 Giugno 2016. Di seguito il programma con le date di inizio dei rispettivi tornei.

Programma dei Tornei Estivi 2016:

• 2^ TORNEO c5 SCANDICCI CUP - dal 6 giugno 2016 (maschile) • 1^ TORNEO c5 MEMORIAL ANDREA BRASCHI dal 6 giugno 2016 (maschile) • 8^ TORNEO c5 PRIMAVERA-GIGLIO ROSA dal 6 Giugno 2016 (femminile) • 3^ TORNEO c5 COPPA DEI CAMPIONI dal 6 giugno 2016 (femminile) • 1^ TORNEO c5 CITTA’ DI FIRENZE dal 6 giugno 2016 (maschile over 35) • 3^ TORNEO c7 SESTO CUP - dal 6 giugno 2016 (maschile) • 2^ TORNEO c7 SCANDICCI CUP - dal 6 giugno 2016 (maschile) • 3^ TORNEO c11 SPORTIKA- dal 6 giugno 2016 (maschile) • 15^ TORNEO c5 MONDIAL - dal 6 giugno 2016 (maschile) • 12^ TORNEO c7 GRAND PRIX - dal 6 giugno 2016 (maschile) • 2^ TORNEO c7 SCANDICCI CUP - dal 20 giugno 2016 (femminile) • 4^ TORNEO c5 FINE STAGIONE - dal 20 giugno 2016 (maschile) • 3^ TORNEO c5 LUI & LEI - dal 20 giugno 2016 (misto)

Campi di Gioco dei Tornei Estivi 2016:

• ATLETICA CASTELLO c5/c7/c11, Via del Pontormo - Firenze • DELTA SOCCER c5/c7/c11, Via V.Emanuele c/o Hotel Delta Florence - Calenzano (FI) • DLF CALCIO c7, Via Paisiello 15/A/R - Firenze • DUE STRADE / PORTA ROMANA c7,ù Via Stefano Borgonovo - Firenze • IL GIGLIO c5, Via de Robertis - Firenze • NUOVA ZAMBRA c5, Via P.P. Pasolini 101 - Sesto Fiorentino (FI) • PONTE A GREVE c5/c7, Via Edoardo Detti 1 - Firenze • SANCAT c5, Via del Mezzetta - Firenze • SANCAT c7/c11, Via della Torre 7 - Firenze • SAN GIUSTO c5/c7, Via Pablo Neruda - Scandicci (FI) - SESTO CALCIO c7/c11, Via degli Olmi 22 - Sesto Fiorentino (FI) - VIESSEAUX BELLARIVA c5, Via Lungarno Colombo 11 - Firenze

E’ possibile scaricare la modulistica relativa ai Tornei Estivi 2016 sui seguenti siti internet:

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Per tutte le informazioni e/o le iscrizioni è inoltre possibile contattare le sedi del MSP - CALCIO TOSCANA ai seguenti indirizzi:

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Segue dalla prima La telefonata decisiva è arrivata pochissimi giorni fa dalla Cina, la Fiorentina voleva certezza assoluta sull’addio del Corvo a Bologna. Un saluto, non di plastica, a Pradè: Daniele per noi ha lavorato

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bene - nel calcio, come nella vita, vince chi sbaglia meno perché gli errori li fanno tutti -, diventando protagonista nella costruzione di una squadra che è arrivata tre volte quarta e una quinta. Sempre in Europa. Sempre gentile, disponibile, ha intercettato spesso le esigenze di tifosi e stampa. Si è innamorato di Firenze e la sua storia, si è legato alla Fiorentina. Va via malvolentieri, ma conosce troppo bene le regole del gioco. Torna Pantaleo che sempre per noi, ma crediamo per la maggior parte dei tifosi viola, ha rappresentato un periodo molto importante della storia dellavalliana. Sette anni di Coppa Uefa, Champions e tanti giocatori buoni, comprati e venduti. Lo hanno definito il re delle plusvalenze, etichetta appropriata. Anche lui ha fatto i propri errori, ma vale il discorso di Pradè: esiste qualcuno

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che non li commette? Il saldo di Pantaleo a Firenze, nella prima repubblica viola, è

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nettamente positivo. Adesso, però, dovrà rimettersi in gioco. Lo abbiamo trovato entusiasta e voglioso di riabbracciare la

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sua Firenze. Il Corvo sa bene che stavolta

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non avrà, ad esempio, i 15 milioni cash per comprare Vargas. I tempi sono cambiati. La Fiorentina per i parametri Uefa è sotto 28 milioni, a 30 scattano le sanzioni del Fair Play. Pantaleo deve vendere per comprare. La parola d’ordine è autofinanziamento: cercherà, però, di trovare i

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nuovi Jovetic e Ljiaic. Giovani talenti su cui investire qualche milione per poi ricavarne 30 o 40. Su queste basi i Della Valle potrebbero anticipare qualcosa, fidandosi ciecamente di Corvino. Il resto,

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cioè la ristrutturazione della società, lo scopriremo con calma. Intanto arrivederci

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Daniele, grazie di tutto. E bentornato “Direttoro”, così affettuosamente ti abbiamo soprannominato a Firenze. I tuoi risultati in carriera sono la miglior garanzia. Fatti, non parole. ©Mario Tenerani

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I MISTERI DI SASSUOLO E SIVIGLIA

di Duccio Magnelli

Settimanale di critica e attualità

Aut. Trib. Fi nr. 1947 del 26/09/1968

DIRETTORE RESPONSABILE Mario Tenerani

STAMPA Rotostampa srl

Capo Redattore Tommaso Borghini

HANNO COLLABORATO

EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi) tel. 055.9334666

Massimo Sandrelli Ruben Lopes Pegna Duccio Magnelli Alessandro Latini Francesca Bandinelli Giancarlo Carmagnini Giacomo Cialdi

GRAFICA E IMPAGINAZIONE Rossana De Nicola Alexandra Barbieri

FOTO Massimo Sestini

I

l Sassuolo benedice la vittoria della Juventus in Tim Cup − una volta chiamata coppa Italia − e si prepara per l’inedita avventura dei preliminari di Europa League. La notizia è abbastanza clamorosa. Perché gli emiliani, che non hanno nemmeno uno stadio agibile (a proposito, per riconoscenza giocheranno allo Juventus Stadium?), sono passati avanti a “squadroni” (o ex tali) come Milan e Lazio. Di sicuro per Lotito e Berlusconi la delusione è stata cocente. Quest’ultimo, tra l’altro, si ritrova senza nemmeno uno straccio di dote (leggi qualificazione europea) da portare al previsto matrimonio con la cordata cinese. Sempre che non arrivi un Don Abbondio qualsiasi a dire che questo matrimonio non s’ha da fare… Comunque la performance del Sassuolo ripropone il mistero affascinante del bacino d’utenza.

La società di Squinzi ha un seguito televisivo da circolo ricreativo o poco più. Niente a che vedere con Milan e Lazio, ma anche con Fiorentina e Inter che sono poco sopra in classifica. E allora come la mettiamo? Del resto, ragionando più in grande, è difficile anche capire in che modo una squadra come il Siviglia, con un giro d’affari inferiore al Milan e paragonabile a quello di Lazio e Fiorentina, riesca a vincere per tre volte di fila l’Europa League. E a farlo vendendo perfino i suoi pezzi migliori (l’anno scorso, e viene da ridere, Bacca al Milan per 30 milioni!). Evidente che non tutto si può spiegare solo con i soldi. Le squadre italiane più forti puntano quasi tutto al tavolo e al denaro della qualificazione Champions. Quest’anno però solo il Napoli ha centrato l’obbiettivo. La Fiorentina si ritrova in Europa League e la Lazio fuori da tutto.

L’impressione è che la più piccola delle coppe sia stata un po’ snobbata (cosa che non accadde lo scorso anno). Certo, nella Champions i soldi in ballo sono davvero tanti. Ma è anche vero che la coppa dalle grandi orecchie è diventata una montagna durissima da scalare. E che i posti a disposizione per l’Italia sono pochissimi. Il Siviglia − squadra che in campionato non raccoglie molto ma che ha lo stesso direttore sportivo dal 2000 − ha trovato la propria dimensione e ha reso felici i suoi tifosi. Del resto le parole del capitano spiegano benissimo la filosofia della società spagnola. Dice Coke che la Champions è bella, ma è molto più importante vincere qualcosa. Capito? Chi ha orecchie (anche non tanto grandi) intenda!


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