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Gigi Simoni: “Montella miglior allenatore insieme a Conte, ma da pagina 4 occhio all’Inter”
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Pupo: “Nella notte di Milano spero che l’Inter brancoli a pagina 11 nel buio”
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Orgoglio Firenze per una squadra bella e vera contro l’Inter però deve essere anche cattiva di alessandro rialti
Q
uante altre volte Firenze si è sentita ............altrettanto orgogliosa alla fine di una gara disputata contro la Juventus? Poche. E comunque i ricordi si perdono e si diluiscono nel tempo. Nell’era moderna davvero c’erano state solo piccole occasioni. Certo, con Prandelli i viola hanno anche vinto una partita storica, quella che si concluse 3-2 a Torino con i gol di Gobbi, Papa Waigo e Osvaldo. Ma fu un’impresa, bella ed emozionante, diversa comunque da quella a cui Firenze ha assistito al Franchi. Primo perché questa Juventus è molto diversa da quella battuta nel 2008; secondo perché le tensioni fra il club viola e quello bianconero proprio in questi ultimi mesi hanno raggiunto il diapason; terzo perché gli uomini di Conte si Segue in ultima
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Il Brivido Sportivo - Venerdì 28 settembre DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti
L’analisi
EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi Bisenzio (Fi) tel. 055.9334666 Fax 055.9334667 info@salvinieditore.it GRAFICA E IMPAGINAZIONE Manuela Ranfagni - grafica@brividosportivo.it
STAMPA Centro Stampa Editoriale srl Grisignano di Zocco (Vi) DISTRIBUZIONE distribuzione@brividosportivo.it
COLLABORATORI Alessandro Rialti, Michela Lanza, Ruben Lopes Pegna, Luca Capanni, Alessandro Latini, Giampiero Tosi, Duccio Magnelli, Federico Pettini. FOTO La Presse
Dopo Fiorentina-Juventus è mancato solo il gol per rendere perfetta la partita contro la Juve: ma la strada viola è quella giusta
Mai una Fiorentina così bella, neanche con Prandelli di michela lanza
«U
n gioco così era tanto che non si vedeva, nemmeno con Prandelli e Corvino. Nei 10 anni della mia gestione, al di là dei risultati importanti conquistati, credo che questo sia il momento di miglior calcio mai visto». Parole e musica di Andrea Della Valle che rispecchiano in pieno quel che oggi è la Fiorentina di Vincenzo Montella («Montella ci sta sorprendendo perché 6-7 di questi titolari si conoscono davvero da poco tempo – ha detto ancora il patron viola – la squadra sta crescendo di settimana in settimana. Non era una Juventus stanca come ho sentito dire, era una grande Juve che è riuscita a portare via un punto contro una grande Fiorentina»). Ed è la verità, senza ‘se’ e senza ‘ma’. MEGLIO DI CESARE. Con Prandelli, Firenze si è tolta tante soddisfazioni tornando protagonista in campionato e in Europa, ma la sua squadra si esprimeva in maniera totalmente diversa. A momenti una
Fiorentina divertente, pure affascinante (vengono in mente la partita col Psv Eindhoven in Olanda in Coppa Uefa, quelle col Liverpool in Champions e quelle in campionato con Juve in trasferta nel 200708 e con Roma in casa nel 2008-09) ma mai una squadra di palleggiatori. La squadra dell’attuale c.t. era essenzialmente concreta, anche senza la necessità di essere per forza esaltante ed entusiasmante. Quando in campo poteva schierare il Toni da 31 gol in 38 partite, tutto ruotava intorno a Liverani che in cabina di regia dettava i tempi della squadra e innescava sulle corsie esterne quegli uomini che galoppavano col fine di mettere valanghe di palloni in mezzo dove svettava vita natural durante il ‘pennellone’ di Pavullo per un esito quasi certo, il gol. Quando poi, Prandelli non aveva più Toni, allora la sua Fiorentina puntava tutto (o quasi) sulle giocate dei singoli campioni
che aveva a disposizione, in primis Mutu, Vargas, Gilardino, Jovetic (grazie a loro, i tifosi hanno goduto delle vittorie più belle anche in Europa). Ecco, quella dell’ex tecnico viola era una Fiorentina che ha divertito ma che non aveva la peculiarità di essere irresistibilmente attraente. Non a caso, nell’undici titolare, a centrocampo, non manca-
va mai un giocatore più abile a spezzare il gioco piuttosto che a costruirlo e, in questo senso, i nomi di Brocchi, Pazienza, Donadel, Blasi e Felipe Melo sono la conferma di quanto scritto. Nella squadra di Montella, invece, non esiste un ‘picchiatore’ mandato allo sbaraglio a metà campo per rompere il gioco avversario, ma solo uomini che il gioco
sanno costruirlo: tant’è vero che la Fiorentina e il suo tecnico hanno fatto volentieri a meno di un certo Valon Behrami. Esistono solo uomini dai piedi buoni: Borja Valero, Pizarro, Aquilani (per il momento out, ma presto tornerà ad essere fondamentale), Mati Fernandez e perfino quel Romulo che ha impressionato e si è conquistato la riconfer-
ma a Firenze nello stupore generale. In più esterni di valore assoluto come Cuadrado e Pasqual (senza dimenticare Cassani e Llama) che fanno della corsa la loro arma vincente. Uomini, quelli appena citati, che sanno dialogare alla perfezione palla a terra con gli esteti della fase offensiva viola, Jovetic e Ljajic, e che insieme a loro hanno ribadito anche contro la Juventus di non essere inferiori a nessuno e di saper far diventare la Fiorentina elegante, armoniosa e seducente, tanto da poter perdere la testa. Insomma, ha ragione Andrea Della Valle quando esprime il concetto di una Fiorentina (quella di Montella) bella come mai prima d’ora, migliore sotto l’aspetto del gioco perfino a quella di Prandelli. Una Fiorentina entusiasmante, ficcante, brillante, che ha la caratteristica di imporre davanti a qualunque avversario il proprio gioco, in casa e in trasferta. Una Fiorentina
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Il Brivido Sportivo - Giovedì 20 settembre
FIOR
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che non snatura il proprio credo calcistico davanti a nessuno. Che scende in campo per vincere contro tutti e tutto. E poco importa se non ci riesce, perché chi esce da ogni stadio maggiormente divertito resta spesso il tifoso viola, grazie al possesso palla degli uomini di Montella che ubriaca gli avversari e fa godere i propri sostenitori. APPLAUSI DA TUTTA L’ITALIA. Così, dopo la partita di martedì contro i bianconeri, l’Italia intera, da Milano a Napoli, passando per Roma, ha applaudito la Fiorentina che, in stile Barcellona (non ce ne voglia il tecnico napoletano se azzardiamo nel confronto, ma ciò che la sua squadra esprime in campo spinge inevitabilmente a tali paragoni), sta convincendo e crescendo di partita in partita. Fiorentina-Juventus se la sono goduta in ogni angolo della Penisola e non sono pochi coloro che sono rimasti sorpresi, attoniti, sbalorditi, increduli dalla forza della squadra viola che ha frenato la compagine della coppia ConteCarrera impartendole una vera e propria lezione di calcio, grazie a quel centrocampo (va ribadito) che oggi è considerato se non il migliore, uno dei top del campionato italiano. Qualcuno ha accennato al momento-no di Pirlo, ad un Vidal poco combattivo, ad
L’analisi
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GRASSINA Via Costa al Rosso 28/32 - tel. 055 640480 un Quagliarella poco incisivo, addirittura ad un turn over in vista del match che vedrà la Vecchia Signora impegnata con la Roma sabato prossimo. La realtà è che se la Juve non ha girato, è merito della Fiorentina e di una partita impeccabile di ogni suo singolo, per stessa ammissione degli attori principali bianconeri (da Buffon a Vidal) dai quali non sono arrivati che elogi all’indirizzo della squadra e del tecnico viola. DOMINATA LA PRIMA DELLA CLASSE. A proposito di Montella: erano già molti i suoi estimatori per ciò che aveva fatto vedere il suo Catania nella scorsa stagione, ma nessuno si sarebbe mai aspettato tanta abilità nel modellare e plasmare in così poco tempo una squadra che è stata rifondata dalla A alla Z solo due mesi fa e che solo quattro mesi fa ha rischiato una clamorosa retrocessione in serie B. Ha scelto, insieme ai dirigenti viola, gli uomini adatti per rifondare un undici all’altezza del nome Fiorentina e così ha costruito una squadra avvenente e divertente. Una difesa rocciosa, un centrocampo di palleggiatori e un attacco imprevedibile. Ecco gli ingredienti che, non appena sarà terminata l’amalgama (che pare già essere a buon punto) potranno deliziare di an-
cor più gusto il palato del pubblico fiorentino che martedì sera si è letteralmente spellato le mani dagli applausi. La Juventus è stata sottomessa dal gioco della Fiorentina (è come se la squadra avesse voluto interpretare col gioco, quanto sottolineato dai tifosi su uno striscione ‘La Vecchia Signora s’inchina alla Repubblica Fiorentina’). Erano anni che non succedeva. Neanche l’amata squadra di Prandelli ha mai messo sotto la Juve sul piano del gioco ma ha sempre sofferto cercando di marginarla per poi, eventualmente, colpirla. Invece no, gli uomini di Montella l’hanno affrontata senza paura, non pensando neanche un istante a difendersi, né a lasciare a Pirlo & Co. l’iniziativa per poi cercare di colpirla in contropiede, stravolgendo così la propria mentalità e filosofia di compagine che scende in campo per giocare a calcio. Chi si aspettava una Fiorentina arrendevole, sarà rimasto male. Così come chi si immaginava un atteggiamento attendista, sarà rimasto deluso. Niente affatto. Con ritmi elevati dal primo minuto a 90° Jovetic & Co. hanno ‘mangiato’ la Juve grazie ad un gioco fluido, divertente, ricco di giocate, uno-due, scambi veloci, geometrie. La squadra bianconera, che era consapevole della
pericolosità della Fiorentina ma non tanto da pensare di subirla, non ha mai impensierito la retroguardia viola dove Emiliano Viviano è finito per diventare spettatore non pagante di una partita tutta ricca di emozioni e indimenticabile sotto il profilo del gioco. PECCATO PER IL GOL MANCATO. È mancato davvero solo il gol per liberare quell’urlo strozzato nella gola di 40.000 spettatori. È mancato solo il gol, con quel colpo di testa di Jovetic stampatosi sulla traversa sul quale Buffon non avrebbe potuto arrivarci. È mancato solo il gol, con quell’occasione
sprecata dal giovane Ljajic che, se avesse fatto centro (meritatamente) avrebbe così cancellato con un colpo di spugna tutti gli errori commessi prima dell’avvento di Montella. Errori che, ad onor del vero, sono ormai lontani e offuscati da un cambiamento radicale: da ragazzino indisponente e presuntuoso che era, è diventato un giovane giocatore che sta applicandosi e che con impegno, abnegazione e grande talento (che nessuno ha realmente mai messo in dubbio) ha deciso di dimostrare di essere ‘da Fiorentina’. È stato davvero un peccato non aver sfruttato quell’occa-
sionissima, sarebbe stato bellissimo e chissà quante volte il giovane serbo si vedrà davanti Buffon e penserà a cosa sarebbe accaduto se lui, proprio lui, avesse vestito i panni del protagonista contro la Juve con un grande gol, per distruggere una volta per tutte quella brutta immagine che lo ha messo al centro dell’attenzione pochi mesi fa insieme a Delio Rossi. È mancato solo il gol per farla diventare una partita perfetta. È mancato solo il gol per poter far gridare ai piani alti, come già successo in passato, “Meglio di una notte d’amore…”. Ma ora, testa all’Inter!
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L’Opinione Esclusiva con il decano dei tecnici italiani: elogi al giovane collega e applausi a Pizarro e compagni
Simoni: “Montella miglior allenatore insieme a Conte ma attenti all’Inter di Stramaccioni” di alessandro latini
L
a Fiorentina diverte parecchio tifosi e addetti ai lavori e se segna poco, per ora, va bene lo stesso. L’aver messo sotto la Juventus per tutta la partita rimane negli occhi come una piacevolissima sensazione, unita alla consapevolezza che questa squadra cresce settimana dopo settimana. Ma quello che impressiona di più di questa neonata creatura di Montella è sicuramente il centrocampo. Un reparto pieno zeppo di qualità, con le geometrie di Pizarro, la completezza di Borja Valero e le svariate caratteristiche di Romulo e Migliaccio in attesa del talento di Aquilani. Questo in mezzo al campo, perché sugli esterni il piatto è forse ancora più ricco. Pasqual e Cuadrado assicurano corsa e tanta qualità con la palla al piede e nel corso della
stagione giocatori del calibro di Asamoah e Lichtsteiner non erano mai andati così in difficoltà. Per parlare di questo, ma di tanto altro ancora, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Luigi Simoni, decano degli allenatori italiani e punto
di riferimento per tanti suoi colleghi giovani ed emergenti. Simoni, partiamo subito dal centrocampo. E’ giusto dire che contro la Juventus la Fiorentina ha dominato proprio in quella zona del campo? «Indubbiamente si, la
Fiorentina mi ha impressionato anche se la Juventus probabilmente non era al massimo della forma. Borja Valero e Pizarro hanno dominato in mezzo al campo: il primo non lo conoscevo e mi ha stupito per la sua completezza e per la sua sag-
gezza tattica, il secondo è un giocatore splendido che ha trovato l’ambiente giusto e l’entusiasmo per fare un’altra stagione su altissimi livelli. Questo centrocampo sul piano tecnico è sicuramente uno dei migliori in Italia, probabilmente solo la Juventus è superiore, anche perché c’è da considerare che va inserito nel contesto un giocatore come Aquilani e che le alternative come Romulo e Migliaccio sono particolarmente valide. Tecnicamente sono tutti esageratamente bravi, con Pizarro che è un vero e proprio professore». La Fiorentina in questo primo scorcio di stagione sta dando l’impressione di giocare un calcio particolarmente ‘spagnolo’, vicino cioè a quello praticato dal Barcellona e dalla nazionale iberica, fatto proprio di possesso palla e palleggio a centrocampo…
«Partiamo dal presupposto che nel Barcellona ci sono undici campioni contemporaneamente in campo, nella Fiorentina per ora ce n’è uno solo insieme a tanti buoni giocatori, oltre ad un’idea che un po’ ricorda effettivamente quella del calcio spagnolo. Detto questo possiamo dire che alcuni di questi giocatori, come ad esempio gli esterni Pasqual e Cuadrado, aumentano il proprio apporto in situazioni tattiche particolari. Contro la Juventus i viola hanno messo la partita sul piano del ritmo e gli esterni si sono esaltati anche perché sono stati a contatto con interpreti che sanno dare del tu al pallone come Pizarro e Borja Valero. La Juventus ha sofferto la gran corsa dei giocatori della Fiorentina e il palleggio prolungato ed il primo a farne le spese è stato proprio Pirlo. Lui è un campione e non
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Il Brivido Sportivo - Venerdì 28 settembre
Boccon si discute anche se forse è un po’ stanco, ma in una partita contro avversari del genere è normale che possa andare in difficoltà anche lui». Il calcio italiano è in mano a tecnici giovani ed emergenti, seppur ognuno con idee tattiche diverse. Tre di questi sono Antonio Conte, Vincenzo Montella e Andrea Stramaccioni. Cosa ne pensa a riguardo? «E’ difficile accostare due allenatori come Conte e Montella a uno come Stramaccioni. I primi due sono allenatori che hanno già avuto esperienze importanti a Siena e a Catania prima di sedersi su panchine così importanti, mentre Stramaccioni finora ha allenato solo squadre giovanili. Io sono dell’idea che l’allenatore dell’Inter debba avere e fare esperienza, soprattutto per gestire i momenti difficili. Credo che qualcun altro le sconfitte di questa prima parte di stagione le avrebbe potuto gestire meglio. A mio parere Conte e Montella sono senza dubbio i migliori allenatori del campionato, perché nelle ultime due stagioni hanno lavorato molto bene e stanno raccogliendo i frutti. Loro sono giovani, ma si vede già adesso che hanno delle qualità. Stra-
maccioni spero che ne abbia, ma non è facile trovarsi alla prima esperienza da allenatore in serie A e dover gestire giocatori che hanno il doppio o il triplo della tua esperienza». La Fiorentina domenica farà visita proprio all’Inter di Stramaccioni. Secondo lei la squadra viola è già in grado di andare a Milano ed imporre il proprio gioco? «Se lo hanno imposto contro la Juventus lo possono imporre contro l’Inter, che in questo momento non è una squadra all’altezza di quella bianconera. Il calcio è strano perché non ha logiche assolute, ogni partita ha una storia a sé. La Fiorentina interpreta un sistema di gioco che io condivido: gli attaccanti devono rientrare e se una squadra non difende in undici i risultati non li fa. L’Inter gioca con tre punte che non rientrano e probabilmente per questo motivo Stramaccioni cambierà modulo proprio perché si troverà di fronte la Fiorentina. Seppur le due squadre fatichino a segnare, i viola li giudico più positivamente perché vedo che gli attaccanti si sacrificano per la squadra e anche l’Inter dovrà optare per questa scelta, altrimenti sarà dura vincere.
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Oltretutto Stramaccioni deve capire in fretta se ha gli uomini giusti per poter fare il 3-5-2, che secondo me è un sistema di gioco estremamente valido. Adottarlo senza però avere i calciatori giusti a disposizione può essere pericoloso». Se lei fosse Stramaccioni sarebbe preoccupato di dover affrontare una Fiorentina del genere? «No, perché se fossi Stramaccioni vorrebbe dire avere in mano una squadra forte come l’Inter. I nerazzurri devono sicuramente rispettare l’avversario e pensare che sarà una gara molto difficile, come lo sarà anche per la Fiorentina, ma l’Inter ha dei giocatori che possono risolvere la partita con una giocata in qualunque momento. La Fiorentina è stata più veloce nel creare un gruppo con i giocatori nuovi, mentre l’Inter ancora non ha trovato una quadratura e uno spirito di squadra, ma i campioni li ha ancora nella propria rosa. Poi, come dicevo prima, nel calcio niente è scontato. Basta guardare le ultime due partite della Fiorentina per dire che i viola sono stati messi più in difficoltà dal Parma che dalla Juventus. E questo, sinceramente, è paradossale».
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Un l’hanno vista mai, periholo gobbo scampao, ma t’immagini e si fosse vinto!
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li è passata anche questa, e credeo di’morire. No, perché se dopo non ave’ visto boccia quegli scialacquati a righe e facean come i’Parma, a i’nonno e gni venia un tiro secco e un vu’ lo leggei più. Di già da Parma e credeo di non riavemmi. Ma come? E si vince 1-0, e ci danno un rigore (po’de’ rigori e se ne parla) a tre minuti dalla fine e loro e rimangano anche ‘n dieci… non solo e si sbaglia i’nostro (ma e portieri che possano andare a piglia’ i’pallone su’ i dischetto? O che è una regola nova?), ma e ci si fa anche raggiungere a i’ 94’. Roba da manicomio. L’è vero che s’è provato ‘n fila du’arbitri che peggio nemmeno a ordinalli su misura. Uno che ti fa e dispetti alla maiala, senza tanta vasellina: du ‘rigori ‘nventati, i’nostro non fatto ribattere, ‘nsomma e ti do du’ o tre go’ di svantaggio e poi e se ne riparla. Quell’artro, quello che taglia i’vento (io e gni taglierei quarche cos’artro!) ‘nvece scientifico, ammonizioni precise, ‘mportanti, arrovesciae date quando e le ci vogliano, carci di punizione ‘nventai e pericolosi… dimorto di più e un potea fare perché quella banda di morti di sonno e un la vedean mai, ma tutto i’possibile pe’ tenelli ritti e lo facea. Così i’ nonno pativa perché e c’era sempre da aspettassi la maialata anche dallo scientifico. E nostri, però… e son bellini, Madonna come e giohano! Se sapessen fare anche go’ o chi ci fermerebbe? O Lucone, Lucone, e tu avessi cinque o sei anni meno! ‘Nvece e ti fanno gioha’ cinque minuti pe’ da’ du’ sportellate e via. E siamo come quello bello come i’sole con tutte le tope che le gni spasiman dreo, ma che un tromba. E sarà timido, e sarà romantiho, o gli manca anche a lui i’centrattacco… ma un tromba! Oh, e un n’è miha poho, perché alla fine de’ sarmi tutti contenti, tutti felici, ma ‘n tre partite, a Napoli, a Parma e co’ gobbi, e s’è raccattao du’ punti, maremma zoppa, mentre, da come e s’è giocato, minimo e dovean esse’ sette!
Vediamo se rientra i’marocchino (a lui, armeno pe’ fama razziale, i’centrattacco e un gli dovrebbe mancare), vediamo se ricomincia a volteggia’ l’aquila e poi e se ne riparla. ‘Ntanto i’periholo gobbo gli è parzialmente scampao. E un si fa vedere perché e si vergogna. Un l’hanno vista mai, e gli hanno finito ‘n ginocchioni e un c’è abituato. E poi se un si vergognasse e lo fare’ vergognare io, e così e gira largo. Ma t’immagini e si fosse vinto! Allora e l’avea voglia di gira’ largo, e l’andao a cercare io, co’ cartelli: “E ci s’è levao lo sfizio, ma sortanto gli è l’inizio!” Speriamo che sia l’inizio, se s’impara a fa’ go’ e son volatili pe’ diabetici pe’ tutti. Allora cominciamo co ‘lo stramazza’ Stramaccioni, così e li buttan fori a coppia lui e i’ liornese pe’ nulla Allegro. Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Il pungiglione
AGNELLI, MAROTTA E CARRERA: CHE LEAPI SI SCATENINO Non c’è molto da pensare, le api si scatenino sulla banda de’ gobbi! Tutti hanno esternato in questi giorni e tutti si meritano di essere puncicati a sangue. L’unico che è stato zitto (ma aveva già parlato prima) è stato proprio lo ‘squalificato’, gli altri han voluto tutti dire o fare qualcosa che li squalifica, anche loro, come se ce ne fosse bisogno. Comincia Carrera che si lancia contro la mancanza di sportività del pubblico fiorentino che non vuole lo ‘squalificato’ allo stadio. Si scorda che non ci potrebbe andare, in veste ufficiale, ma quello che si può o non si può fare è sempre stato un dettaglio in famiglia. Continua Marotta che non si rassegna a rotolarsi in spiegazioni del caso Berbatov che hanno del ridicolo. Parla di incomprensioni, di assoluta correttezza e buona fede… ma li conosce lei, dottore, questi concetti? Via, i fatti sono stranoti, abbia almeno il pudore del silenzio. Grazie a questa furbata – e questo lo dice Bettega, altro ex-santino di famiglia, anche se non con queste parole – probabilmente ha ‘rubato’ un punto anche oggi. Ne sia felice ma ci risparmi ulteriori prese di giro. Finisce Andrea Agnelli, che, petto in fuori, decide per il “coup de theatre” e scende in campo, sfidando il Franche strapieno, per andare a salutare i suoi che fanno riscaldamento nel pre-partita, accompagnato da tutto lo staff. Mancava si mettesse con le mani sui fianchi e girasse lo sguardo come faceva un altro! Pura provocazione alla quale il pubblico fiorentino ha risposto da par suo. Non con le pillolate o le monetine, ma con una sciarpa viola, l’unica cosa che è volata in campo. Impara signor Agnelli! Intanto che le api volino a pungiglioni roventi, senza la minima pietà.
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“Nella notte di Milano spero che domenica l’Inter brancoli nel buio” di luca capanni
(ride, ndr). Ma probabilmente anche loro olete far breccia sono partiti dalle scarnel cuore della pe rotte, nel senso che il persona amata? padre, se ho letto bene Mettete il pezzo ‘Fi- la storia, faceva il calzorenze Santa Maria No- laio e si occupava della vella’ e pigiate play. Il riparazione delle scarbrano del cantautore pe. Quindi se torniamo toscano Enzo Ghinaz- indietro, anche i Della zi, in arte Pupo, è un Valle qualche scarpa armonioso viaggio nella rotta ce l’hanno avuta. fiorentinità in grado di Però adesso le cose sciogliere qualsiasi ani- sono ovviamente camma. biate: non solo hanno L’effetto è garantito, e le scarpe perfette ma chissà quanti l’avranno sono in grado anche di già scoperto. controbattere i colosNessuno invece ave- si dell’industria verso va scoperto, nemmeno i quali nessuno aveva l’autore, che quel testo mai azzardato polemizpotesse diventare un’in- zare. Diego Della Valle tervista. Un’intervista… è ormai lanciatissimo, cantata a Pupo stesso anche nella polemica». dai nostri microfoni E forse è stata Firenche l’hanno interpella- ze, città d’arte e di to in questa importan- polemica, a contagiarte fase di snodo viola lo sotto quest’ultimo fra il big match con la aspetto. Comunque, ‘la Juve e la trasferta con notte qui non è come l’Inter. Buon ascolto… a Milano’. Che notte ‘Le luci spente del- sarà a Milano domenile due di notte, pas- ca per la Fiorentina? sa un barbone con le «Io spero che sia una scarpe rotte’… Di cer- notte in cui l’Inter branto non è Della Valle? colerà nel buio come ha «No, sicuramente no fatto nell’ultima gara
V
casalinga col Siena (ter- vo, con tutto il rispetto minata 2-0 per gli ospiti, per Ljajic e Toni, forse ndr). potremmo ambire perUna notte con San fino a qualcosa di più». Siro illuminato solo ‘Firenze Santa Maria per la Fiorentina». Novella almeno, mi fa ‘Firenze Santa Maria sentire un po’ sereno e il Novella sogna, pove- portafogli non mi rubera ancora di vergogna’. rà’. Il titolo del Brivido Che cosa può sogna- a fine campionato ’82, re la tifoseria viola, ‘Ladri’, ha fatto storia povera di vergogna e insieme all’adesivo ‘Meancor più ricca di or- glio secondi che ladri’, goglio nel dopo-Juve? «Per me in un certo senso questa è stata una settimana terribile. Col Parma dovevamo vincere e con la Juventus idem, per chi è scaramantico certi segnali non dovrebbero promettere nulla di buono. Ma noi tifosi siamo fiduciosi perché abbia- entrambi ideati dal nomo visto una grande stro indimenticato diretsquadra e sogniamo un tore Paolo Melani. Marcampionato che ancora tedì scorso la Juventus probabilmente non ci ha ‘rubato’ qualcosa? vedrà protagonisti per «Lasciatemi dire che la vittoria finale ma stimavo molto Paolo almeno per un piazza- Melani, la sua scomparmento europeo, magari sa mi ha rattristato e lo in Champions. Certo, se ricordo come una peraccanto a Jovetic ci fos- sona eccezionale, oltre se un attaccante un po’ che geniale giornalista. più di peso e più decisi- Per quanto riguarda la
Juve, rivedendo la moviola non credo si possa dire che abbia ‘rubato’ martedì, anche se la Fiorentina meritava di vincere sul piano del gioco ed in questo senso si può parlare di due punti persi. La Fiorentina ha fatto la partita, mentre la Juventus si è difesa bene. Se poi vogliamo tornare ad altri periodi storici, beh, lascio ai lettori il libero arbitrio». ‘I primi pendolari la mattina, quest’anno è forte la sua Fiorentina’? «Sì, questa Fiorentina ha dei valori in campo molto più forti rispetto agli anni scorsi, ad esempio mi fa impazzire Cuadrado che contro i bianconeri ha giocato molto bene. Manca ancora qualcosa, come dicevo prima: manca un elemento importante al centro dell’attacco, mentre Toni e Ljajic potrebbero essere secondo me ottime riserve. Comunque già così abbia-
mo una bella squadra». ‘La colazione con i bomboloni, e guai a chi parla male di Antognoni’. Scoppierà mai la pace fra lui e i Della Valle? «Mi auguro di sì. Sarò di parte, perché Giancarlo è un mio grande amico, ma credo che Firenze un’altra bandiera come lui non ce l’abbia mai avuta. Lui ha riservato a Firenze tutto il suo talento, e ciò in qualche modo gli andrebbe riconosciuto. Chiacchierando di calcio con i fiorentini l’argomento Antognoni salta sempre fuori, e credo che farebbe piacere a tutti i fiorentini rivederlo in società con qualche ruolo. Sarebbe un passo virtuoso anche per l’immagine e per quel processo di avvicinamento alla città che i Della Valle hanno ben intrapreso. So per certo che lui tornerebbe volentieri alla Fiorentina, e soprattutto in questa Fiorentina, che sta creando un progetto così importante per il futuro».
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La storia Nel 2000 l’ultima vittoria viola a San Siro coi nerazzurri
Fiorentina, con l’Inter un tabù che dura da 13 stagioni di RUBEN LOPES PEGNA
T
redici stagioni senza vittorie a San Siro contro l’Inter. Sono tantissime. Un’eternità. E’ infatti dal 7 maggio 2000, con l’ex Trapattoni in panchina, che i viola non si impongono alla ‘Scala del calcio’. Allora fu un quattro a zero fantastico con doppietta di Chiesa e reti di Batistuta e Bressan. Quel successo spalancò ai gigliati le porte della Coppa Uefa. Da quel giorno, però, la Fiorentina con i nerazzurri a Milano ha sempre perso (a Firenze, invece, ha ottenuto dei successi). Insomma domenica sera la squadra viola cercherà quanto meno di conquistare almeno il primo punto dell’era Della Valle contro il club di Moratti lontano dalle mura amiche. La Fiorentina, nel corso degli anni, comunque non ha mai avuto vita facile nella tana dell’Inter. I successi sono stati appena tredici nelle settantaquattro partite disputate. Uno dei più belli e significativi è stato senz’altro quello ottenuto il
4 marzo 1956, nella stagione del primo scudetto viola. Quando si presenta a San Siro lo squadrone di Fulvio Bernardini, è
ormai da tempo da solo al comando della classifica ed è anche in un momento di grande forma. E’ reduce, infatti,
da quattro vittorie consecutive. Ha battuto il Genoa, la Pro Patria e la Juventus a Firenze ed il Padova al vecchio stadio Appiani quattro giorni prima del match di Milano, nella gara di recupero della seconda giornata di ritorno. In Veneto, però, si è infortunato capitan Rosetta, il centromediano viola, punto di forza della difesa.
La sua assenza preoccupa Bernardini, perché nella rosa non c’è il suo naturale sostituto. Il tecnico romano decide così di affidarsi ad Alberto Orzan fino ad allora impiegato a centrocampo. A Milano manca anche il portiere titolare Giuliano Sarti, che anni dopo avrebbe vestito la maglia dell’Inter, vincendo scudetti, coppe dei Campioni e coppe Intercontinentali. Così, come nelle due precedenti partite, tra i pali va la riserva Riccardo Toros. Contro i nerazzurri Bernardini dunque manda in campo la seguente formazione: Toros; Magnini, Cervato; Chiappella, Orzan, Segato; Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Prini. La partita è molto equilibrata. I viola, ancora imbattuti dopo venti giornate, appaiono però un po’ stanchi per l’impegno infrasettimanale. L’Inter così ne approfitta. E al 37’ del primo tempo il centravanti Benito Lorenzi detto ‘Veleno’, toscano di Borgo a Buggiano e cresciuto calcisticamen-
te nelle file dell’Empoli, porta in vantaggio i nerazzurri. Il gol di svantaggio non demoralizza i viola, che reagiscono immediatamente. Così già poco prima dell’intervallo riescono a raggiungere il pareggio. E’ il centravanti Giuseppe Virgili, detto ‘Pecos
Bill’, a siglare il gol dell’1-1. Nella ripresa la Fiorentina controlla la partita. La svolta, poi, arriva a metà del secondo tempo. Nel giro di due minuti, tra il 22’ ed il 24’, un altro
toscano, Maurilio Prini nativo di Le Sieci, la prima ala tornante del calcio italiano, realizza una storica doppietta, la sua prima doppietta con la maglia viola. E’ il delirio per i ragazzi di Bernardini che sentono ormai il successo in mano contro una delle formazioni più forti del campionato (l’Inter alla fine si classificherà terza). I nerazzurri reagiscono ma non riescono ad impensierire più di tanto il portiere Toros. La Fiorentina conquista così il secondo successo in trasferta nel giro di appena quattro giorni. Ma torna soprattutto a Firenze con la consapevolezza di avere fatto un passo importante verso la conquista del primo scudetto della propria storia. Anche priva di titolari importanti è, infatti, riuscita a vincere una gara difficile. Orzan, dal canto suo, si rivelerà una pedina fondamentale non solo in quella stagione in cui i viola conquisteranno il tricolore (per Rosetta il campionato è ormai finito per l’infortunio) ma anche in quelle successive.
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L’evento Ricominciati i corsi base con il tutto esaurito, liste d’attesa ancora aperte
Il Centro Ginnastica Firenze riparte alla grande di Maria Consiglia Grieco
è
ricominciata lunedì 24 settembre l’attività di base del Centro Ginnastica Firenze A.S.D. Ed anche l’anno sportivo 2012/2013 parte sotto i migliori auspici, perché ancora una volta i corsi della Scuola di Ginnastica (scuola di avviamento allo sport riconosciuta dal CONI e dalla Federazione Ginnastica d’Italia per le discipline dell’artistica maschile e femminile, e della ginnastica ritmica) registrano il tutto esaurito: già prima della data d’inizio, si sono formate per molti gruppi liste d’attesa per le iscrizioni al centro di Sorgane. Proprio da questi elenchi la segreteria attingerà per la formazione di eventuali nuovi corsi, oppure per possibili selezioni di futuri ginnasti e ginnaste, che lo staff tecnico della società organizza periodicamente nel corso della stagione sportiva. In particolare, per chi intende introdurre a questa disciplina bambini nati negli anni 2007/2006/2005, le iscrizioni non si chiudono mai, perché i responsabili
tecnici sono alla continua ricerca di nuovi talenti da avviare ad uno sport che in ogni caso costituirà una solida base per la futura pratica di qualunque disciplina. Tuttavia, la ginnastica offre una possibilità anche a chi bambino non lo è più. Parte proprio quest’anno, infatti, il raddoppio del corso di Acrobatica, rivolto a ragazzine dagli 11 anni
d’età: al corso già esistente nei giorni di martedì e giovedì, si affiancherà un nuovo gruppo – il lunedì e mercoledì – formato da ragazze al primo approccio con la ginnastica, che avranno nondimeno l’opportunità di misurarsi con le proprie coetanee in gare a carattere promozionale, alle quali il CGF partecipa abitualmente nel corso dell’anno. Corsi pomeridiani per bambini delle elementari (dai 3 anni), attività nel primo pomeriggio a partire dalle scuole medie, ginnastica generale, alta specializzazione maschile e femminile, ginnastica ritmica (presso la scuola “Vittorino da Feltre” di Ponte a Ema), corsi serali per adulti: questa, in sintesi, la vasta offerta che il Centro Ginnastica Firenze propone al pubblico, espressione di una disciplina che si comincia a praticare da piccolissimi ma che – è risaputo – può accompagnarti per tutta la vita. (Foto di Laura Pieri)
Viviano spettatore non pagante, Emiliano uno di noi di federico pettini
F
iorentina-Juventus non ha bisogno di presentazioni, non c’è da fare amarcord, non si può spiegare. Ognuno la ricorda a suo modo, ognuno è legato a questa partita per un motivo ben preciso. Ecco perché, fin dalla scorsa settimana, già si pensava a come affrontare i ‘gobbi’. Nel mezzo Parma, quasi una scocciatura, con quei due punti persi nel finale che bruciano, ma speriamo non bruceranno. Nell’avvicinarsi alla partita delle partite, ecco che uno dei più accaniti tifosi viola, Emiliano Viviano, si prepara a suo modo, scambiando qualche battuta tra i vari social network, beccandosi anche con qualche tifoso ‘gobbo’ che di Firenze ci capisce poco o nulla. Perché un fiorentino, la
sua città, la porta nel petto con orgoglio. Figuriamoci lui, che ha un tatuaggio del giglio proprio dalla parte del cuore. E tra i tanti fioretti che i tifosi si fanno in queste occasioni (chi si taglia i capelli, chi si sposa a Barcellona, chi urla per un giorno intero con la moglie) ecco che arriva anche il suo buono proposito: “Se si vince con la Juve offro la cena a tutta la squadra”. “Emanuele sei pronto? Dai che c’è la partita...”. Casa Viviano, ore 14.22. “Sì ora arrivo, ero al telefono per avere il calendario del Firenze Ovest... Andiamo, forza...”. Come ogni tifoso che si rispetti, si prende il pomeriggio libero da lavoro e si avvia allo stadio. Emiliano, lo trovi davanti al Bar Marisa, a parlare all’Università del calcio. Lo vedi farsi una
foto con una delle brividine che dà il giornale. Lo vedi fare interminabili code per entrare in curva. E finalmente, una volta entrato, ecco che il solito gruppo di amici che non vede da tempo lo accoglie con un coro. “Emiliano uno di noi”. Saluta e ringrazia, poi aiuta tutti ad organizzare la coreografia. Lo trovi anche sulla balaustra della Maratona mentre passano impunemente Agnelli, Nedved e l’alta dirigenza. Lo vedi che si sbraccia per ‘salutare’ Conte e Marotta. Lo vedi che tiene in mano un due aste che recita ‘Marotta Polifemo’ e un altro con ‘Antonio t’ho tenuto il posto. Tranquillo non ti si tocca un capello’. Lo vedi disperato per l’errore di Ljajic sotto porta, imprecare per la traversa di Jovetic e il colpo di
testa di Pasqual. Lo trovi accanto a Andrea Della Valle che non riesce a star fermo, a correre sotto il formaggino dopo i petardi tirati dagli juventini in Ferrovia. Poi, apre un attimo gli occhi
e ricorda quello che fa di mestiere, indossa un attimo i guanti, e raccoglie un tiro arrivato per sbaglio da parte di Giovinco. Lo stadio è intorno a lui. E lui è ovunque nello stadio, spettatore
Il personaggio
non pagante. Ringrazia Firenze e il suo pubblico, dispiaciuto di non esser riuscito a batter la Juve ma comunque di esser stati vicino a farlo insieme ai suoi compagni. Emiliano, uno di noi.
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ono aperte le iscrizioni ai campionati di calcio a 5/7 2012-13. Ecco il riepilogo delle principali caratteristiche e delle promozioni della prossima stagione sportiva:
CARATTERISTICHE STAGIONE SPORTIVA 2012/13 CATEGORIE: c5/c7 maschile, c5 femminile, c5/c7 maschile over 35, c5 maschile under 21. PRE-CAMPIONATO: (facoltativo) dal 10/17 settembre al 25 ottobre 2012. CAMPIONATO: dal 5 novembre 2012 al 30 maggio 2013 (pausa natalizia dal 22/12/12 al 06/01/13). Una partita settimanale con possibilità di scelta del campo di gioco e/o giorni di gara. Fase Finale Provinciale nel periodo aprile-maggio 2013, Fasi Finali REGIONALI nel giugno 2013, Finali UNISPORTS nel luglio 2013. COPPA TOSCANA/SPORTIKA: (facoltativa) dal 12 novembre 2012 al 30 maggio 2013 suddivisa in una prima Fase Eliminatoria a gironi e successiva Fase ad eliminazione diretta. TORNEO DEL PANETTONE: (facoltativo) dal 17/24 dicembre 2012 al 3 gennaio 2013. TORNEI PRIMAVERA - ESTATE: dal 6 maggio al 25 luglio 2013 (seguirà programma dettagliato). LE SPECIALI PROMOZIONI 2012/13 - IN OMAGGIO A TUTTE LE SQUADRE UN KIT DA GIOCO (10 MAGLIE + PANTALONCINI) O € 100,00 B.A.; - ISCRIZIONE GRATUITA DI 10 ATLETI (A TUTTE LE SQUADRE CHE PAGHERANNO SUBITO TUTTE LE QUOTE GARA DEL CAMPIONATO); - IN OMAGGIO UN SOGGIORNO-VACANZA DI UNA SETTIMANA (IN LOCALITÀ DI MARE O MONTAGNA) A TUTTE LE SQUADRE CHE PARTECIPERANNO A PRE-CAMPIONATO, CAMPIONATO E COPPA TOSCANA. - CORSO ALLENATORI C5/C7 GRATUITOVALEVOLE MAX PER DUE TESSERATI A SQUADRA.
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Segue dalla prima
stanno lentamente appropriando di una sorta di ‘leggenda’, quella di essere imbattibili. Avere assistito martedì sera alla sfida del Franchi dove la Juve pian piano, minuto dopo minuto, è arretrata fino a restare immobile nella propria area di rigore e da lì difendersi buttando anche qualche palla in tribuna, ha dato tutti la certezza di aver trovato una grande Fiorentina. Ovvio, è ancora una squadra imperfetta, le manca l’uomo-gol definitivo, il bomber, come lo sono stati in passato Baggio, Batistuta, il primo Toni. Ma è proprio il concetto di gioco che ha colpito nel cuore la gente di Firenze: gli uomini di Montella non hanno affrontato la Juve cercando di sfruttare il contropiede, il colpo di sfortuna, l’uomo-gol, la disperazione affannosa di cercare l’impresa. No, la Fiorentina di Montella ha semplicemente messo sul campo la sua capacità di essere squadra: tre difensori che non buttano mai via il pallone a casaccio, centrocampisti che ragionano in ogni momento della gara, esterni di fantasia che però sanno anche coprire la propria fascia a costo di trasformarsi in terzini. E un campione, Jovetic, che - a differenza della gara di Parma - contro la Juve ha mostrato di sapersi sacrificare. Appunto una squadra, quella che da due anni Firenze non aveva. Complimenti a chi l’ha costruita anche se tutti noi sappiamo benissimo che niente è fatto e che Montella dovrà lavorare ancora tanto. Gli esami non finiscono mai diceva Eduardo de Filippo. E questo vale a maggior motivo per una Fiorentina che è giovanissima nella sua costruzione, un’invenzione estiva riuscita, una pennellata di classe degli uomini del mercato. Ma dietro l’angolo c’è già l’Inter in trasferta e lontano dal Franchi la bella Fiorentina qualche problema lo ha trovato. Non nel gioco perché a Napoli e a Parma la squadra viola ha comunque messo il proprio marchio sul match (parliamo però della capacità di tenere la partita fino all’ultimo secondo), bensì nel fatto che a San Siro, oltre alla classe e al piacere del gioco, la Fiorentina dovrà trovare urgentemente un pizzico di cattiveria per cercare di segnare e concretizzare tutto quello che costruisce.
Fuorigioco Dallo 0-5 dello scorso anno ad oggi... di duccio magnelli
E
loro correvano. Tanto che qualcuno pensava che non si sarebbero fermati mai. Correvano anche nel salotto di casa, correvano mentre prendevano il caffè, mangiavano correndo intorno alla tavola. Insomma assatanati in campo e fuori, non lasciavano mai un centimetro agli avversari che se li vedevano piombare addosso. Come un fiume in piena, travolgevano tutto quello che
Qualcosa è cambiato, i marziani sono atterrati incontravano. Vederli giocare impressionava. Tanto che, qualche volta, era anche venuto il dubbio che corressero troppo. Ma tutti dicevano che quello era il vantaggio di non dover giocare le coppe. Ci si allena bene durante la settimana e poi, la domenica, si va come schegge. Li abbiamo invidiati, qualche mese fa, quando hanno ‘massacrato’ la Viola nel no-
stro glorioso − ma per una sera disgraziato − Artemio Franchi. Noi che passeggiavamo con la nostra squadretta piena di ‘se’ e di ‘ma’ (ma se Cerci fosse il Cerci di Pisa… ma se Vargas tornasse quello di due anni fa… ma guardate che Lazzari lo voleva il Milan…), mentre loro ci rimbecillivano di reti. C’era una rabbia atavica nel loro andare per il
campo, una rabbia cresciuta nel tempo e alimentata dagli anni duri di Moggiopoli e della serie B. Martedì sera al Franchi, prima di giocare, ci aspettavamo un assalto all’arma bianca e occhi iniettati di sangue, ma… qualcosa è cambiato. Pirlo, con la sua barba quasi da pre-pensionamento, viene sostituito (sacrilegio?). Marchisio è in panca.
Vucinic ritrova, nel suo caracollare un po’ stanco, i fantasmi dell’indolenza che ogni tanto fanno capolino nella sua carriera. Quagliarella non tocca palla. Vidal soffre, maledettamente, l’‘uomo ovunque’ Borja Valero. E improvvisamente i marziani sono atterrati fra noi. Li abbiamo potuti toccare perché andavano piano. Qualcuno, addirittura, camminava.
Forse sono stanchi, anche se c’era chi pensava che giocare Champions e campionato non potesse rappresentare un limite alla loro frenesia. Insomma la Viola, nella sua perfetta organizzazione tattica, l’altra sera ha aperto uno spiraglio. C’è speranza che i campioni comincino a tirare il fiato. Avanti, signori, che lo spettacolo è appena incominciato.