Brivido sportivo ed mugello del 27 febbraio 2014

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- G iovedì 27

febbraio

2014

Mugello

€ 1,00

Settimanale di critica e attualità sportiva

Verso Roma

Fiorentina amore mio

Il personaggio

Buon compleanno Matos e cento altri gol

Galbiati: «Attenti all’Inter, ma il terzo posto è alla portata»

a pagina 5

Continua il viaggio tra le finali della storia viola

a pagina 8

a pagina 9

Antipatici

E UN Po' TEDESCHI L’editoriale

ASPETTANDO LA BATTAGLIA, PENSANDO AL NUOVO STADIO

di alessandro rialti

P

remesso che nemmeno in campionato niente è perduto e che il Napoli non è poi così lontano da alzare

bandiera bianca, aggiungendo che ovviamente l’obiettivo principale della Fiorentina rimane la finale di Coppa Italia, non nascondiamo che questa lunga e affascinante bat-

taglia con la Juve ci piace un sacco. E la battaglia l’ha aperta, è ovvio, Diego Della Valle che con la famiglia “Fiat” ha un contenzioso straordinariamente aperto e che gioca

il match con parole e pure fatti. Per noi è un gol importante quello rivelato da Mr Tod’s annunciando che presto si dovrebbe inaugurare il percorso per dotare Firenze del suo

nuovo stadio. Non come quello della Juve, ma più bello, addirittura uno stadio come l’Allianz Arena, il gommone di Monaco di Baviera.

Segue in ultima



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Per Gervasoni, probabilmente, due tempi erano troppi: figurarsi celebrare il terzo…. di Mario tenerani

L

a questione arbitrale non è più procrastinabile per la Fiorentina. C’è un tempo per tutto, questo è quello del chiarimento. La società deve intervenire a gamba tesa, senza paura di essere espulsa. Oltre alle sviste e ai torti, scegliete voi la definizione più appropriata, dobbiamo registrare un atteggiamento di arroganza e tracotanza da parte degli arbitri italiani - non tutti, per carità, ma molti sì - nei riguardi della Fiorentina e di quelle squadre non considerate, evidentemente, da prima fascia. Gervasoni è censurabile non tanto per gli episodi specifici, ci riferiamo al rigore di Tomovic o ai gialli di Diakitè, ma per la postura tenuta durante la direzione di gara e appena questa è finita. Dopo il triplice fischio, si è preso il pallone e inveendo contro tutto e tutti - una classe sconfinata... - ha guadagnato gli spogliatoi, nonostante che l’educato Montella gli proponesse di andare al centro del campo per celebrare il terzo tempo. Povero Gervasoni, per lui già due tempi erano stato troppi... Pensiamo che un giocatore possa subire - anche se non giustificabile in toto - la trance agonistica, ma un arbitro non può e non deve. Lui per status deve essere un gradino sopra a chi gareggia, tecnici e di-

appunti di viaggio

NOI ANTIPATICI?

QUALCUN ALTRO E’ ARROGANTE

Gervasoni prende il pallone e se ne va: il terzo tempo? Non serve andare al centro del campo, ha detto a Montella

rigenti compresi. E invece Gervasoni ha mostrato la sua faccia più vera: quella del nervosismo a basso prezzo e la tracotanza del mediocre che esercita il potere. Per non parlare degli atteggiamenti tenuti durante la partita, naturalmente all’indirizzo degli

“antipatici” viola e del doppiopesismo usato nella distribuzione dei cartellini. Insomma, la sensazione è che i falli dei parmensi fossero meno importi di quelli dei viola. Nessuno vuole creare alibi alla squadra e a Montella, la Fiorentina ha commesso errori anche a Parma, ma

la sua stagione resta largamente positiva. I viola sono in piena lotta per il terzo posto, per la vittoria della Coppa Italia e viaggiano a vele spiegate in Europa League. Questo è quello che conta, ma se in Italia i Della Valle non tornano a marcare il territorio della Lega, la battaglia

sarà persa in partenza. Diego Della Valle ha esternato in questi giorni e ha detto cose molto nette sui problemi del calcio italiano, ancorché condivisibili. E’ l’ora di passare all’azione, ma dentro il Palazzo. Firenze può vantare una piazza con pochi eguali, uno stadio senza barrie-

re, un altro che nascerà presto modello Bayern e una proprietà robusta sul piano economico e riconosciuta nel mondo come valida esponente del Made in Italy. Tutto questo può bastare per farsi quantomeno rispettare dai Gervasoni di turno e da chi li guida...?


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La Fiorentina pareggia a Parma e, con la complicità del Genoa, resta sempre a -6 dal Napoli

stagione viola

UN PARI. ALL’INCROCIO… MA IL ROSSO DI BORJA E’ TROPPO di michela lanza

S

e anche Borja Valero, dopo la rabbia più volte manifestata da Pizarro, perde le pazienza dimostrando un po’ di nervosismo, significa che qualcosa non va tra la Fiorentina e il Palazzo. Significa

che nel gruppo c’è ormai la convinzione che la squadra sia presa di mira. Che sia vittima di una serie di errori che la stanno palesemente danneggiando. Ed è una convinzione reiterata, che dura da settimane. Mesi. Da un anno a questa parte. Ovvero, da quando si è avuto la netta

I CARTELLINI DI BORJA VALERO IN VIOLA 2012-13 Borja Valero Campionato C. Italia Totale Presenze 37 4 41 Minuti 3412 363 3775 Ammonizioni 4 0 4 Espulsioni 0 0 0 2013-14

Borja Valero

Campionato Presenze 23 Minuti 2065 Ammonizioni 4 Espulsioni 1

Europa League C. Italia Totale 8 3 34 620 226 2911 1 2 7 0 0 1

sensazione che la Fiorentina di Montella non fosse gradita ai piani altissimi della classifica. O meglio, che le fossero preferite formazioni più blasonate di città con un bacino di utenza più importante. O addirittura… più simpatiche. ANTIPATICI… Proprio così, ha tirato in ballo l’antipatia, il tecnico viola Vincenzo Montella, a fine partita, quando gli è stato chiesto di commentare il nervosismo di Borja Valero ma più in generale della squadra: «Ci può stare che i giocatori siano nervosi perché ritengono di aver subito dei torti, e spesso hanno ragione. Ma noi dobbiamo migliorare e faremo un passo indietro, ma l’altra parte deve fare un passo avanti verso di noi, perché ho l’impressione che stiamo diventando antipatici. E questo è un paradosso. I giocatori rimangono anticipatici a chi ci arbitra. E probabil-

Cuadrado riporta il risultato in parità e balla sul campo

mente anche io e la società risultiamo tali. Protestiamo troppo a detta di chi ci conduce». Parole forti. Che non lasciano spazio a interpretazioni. La Fiorentina, i giocatori e ‘lamentino’ Montella (è così che poco simpaticamente è stato ribattezzato il tecnico viola dalla ‘casta’) non suscitano simpatia. La classe arbitrale li ha messi nel mirino. IL PRIMO ROSSO DI BORJA. Dalle ‘manette’ di Pizarro, alle dichiarazioni al veleno dell’estate scorsa dello stesso cileno, dall’espulsione del regista viola per proteste contro il Cagliari nel mese di settembre fino ad arrivare alla prima espulsione in viola di Borja Valero. Da non crederci. Da annotare sul calendario. Perché un signore

pacato come lo spagnolo, difficilmente lo rivedremo così arrabbiato. A meno che non abbia (ancora) motivo di esserlo. E allora, anche se il rigore per il Parma ci stava, anche se l’espulsione di Diakité è poco discutibile, anche se la spinta su Gomez poteva essere fischiata… è la gestione della partita da parte del sig. Gervasoni che proprio non va giù. È la maniera in cui ha valutato determinati falli da una parte e dall’altra. Perché un arbitro sa e può indirizzare una partita a suo piacimento senza sbagliare neanche un episodio. Facendo di tutto per innervosire una partita che non aveva motivo di essere nervosa. E allora capita che qualcuno sbotti. Che qualcuno dia segnali di ner-

vosismo. Pure uno calmo e pacifico come Borja Valero che, in oltre un campionato e mezzo in maglia viola, ha collezionato solamente 8 gialli (4 nella passata stagione, 4 quest’anno). Mentre a Parma è arrivato il suo primo rosso. Un rosso (diretto) che penalizzerà la Fiorentina in un momento molto delicato della stagione. Quindi è arrivata l’ora di gridare forte e chiaro: ‘Ora basta!’. Di farla sentire bene a chi guida la giostra del calcio la nostra rabbia. Ma subito dopo, rimboccarsi le maniche, calmarsi e scendere in campo per vincere una doppia battaglia. Contro ogni avversario. Perché ai viola non è consentito vincere facile. Anzi, talvolta non è consentito neanche vincere…


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Da capitano-professore a... chauffeur per un giorno: il danese ha seguito da vicino la trasferta danese della sua ex squadra e si prepara per l’addio (in silenzio) al calcio di MICHELA LANZA

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l personaggio che rappresenta appieno la partita contro i danesi dell’Esbjerg, non ci sono dubbi che sia Martin Jorgensen. E questo perché, se a Firenze pensi alla Danimarca, inevitabilmente la memoria torna con nostalgia ad un recente passato quando lui, ‘Martino’ per gli amici, scendeva in campo con la maglia della Fiorentina con orgoglio, vanto e una professionalità fuori dal normale. Ecco perché, pur essendo un tipo che parla poco, rilascia rare interviste e si contraddistingue per la sua calma glaciale e per i suoi lunghi, lunghissimi silenzi, è rimasto nel cuore. Di tutti. Lui non si è mai lasciato andare a gesti clamorosi. Ha sempre mantenuto un atteggiamento ragionato, responsabile, autorevole, coscienzioso. Mai uno sgarro. Mai un’azione finalizzata a sorprendere in maniera eclatante. Sarà per questo che quando, in Danimarca, gli è stato chiesto se gli piacerebbe disputare una partita di addio al calcio, magari

Martin in azione con la maglia della Fiorentina

L'AMULETO IN EUROPA

MARTIN JØRGENSEN, QUANDO L’AUTISTA CON UN PASSATO DA EX “PORTA” BENE proprio a Firenze, lui, categorico, ha risposto: «Le partite di addio non appartengono a me. Io esco dalla porta laterale, quella dietro. I tifosi della Fiorentina, che tra l’altro mi hanno sempre applaudito, li ricordo sempre con molto piacere, ma non amo le partite di addio». Non che ci fossero troppi dubbi su questo. Perché Jorgensen, il ‘Professore’ viola, ha sempre preferito i riflettori spenti, piuttosto che gli eccessi dei lustrini. Lo si vedeva anche dal suo modo di stare in campo (in qualunque ruolo): composto, efficace, determinante, ma mai appariscente. E questo senza perdere mai la sua educata ironia e

la sua abilità nell’essere pure tagliente, in certi momenti. Ma tutto ciò è il passato. Il presente dice che ‘Martino’ è un ex che, attualmente, gioca in Danimarca («Gioco ancora in serie A, nell’Aarhus») e mercoledì scorso ha deciso di essere il ‘portafortuna’ della sua ex squadra facendole una sorpresa molto, molto particolare… DA PROFESSORE AD AUTISTA. È per questo che si è ‘travestito’ da autista ed ha trasportato lui la Fiorentina una volta atterrata ad Esbjerg: «Era una cosa bella da fare. Quando ho visto il sorteggio ho chiamato subito Ripa (team manager viola,

Jorgensen alla guida del bus dell’agenzia di famiglia: non appena saputo del sorteggio ha chiamato l’AD Mencucci ndr) – ha raccontato il danese a Violachannel.tv – dicendogli che, quando la squadra sarebbe atterrata in Danimarca, per il trasporto c’avrei pensato io…». Detto fatto. Così Montella e i suoi ragazzi si sono ritrovati questo particolare autista che non ha

I NUMERI DI JORGENSEN IN VIOLA Anno di arrivo a Firenze: 2004 Anno di ‘arrivederci’: 2010 Numero stagioni in maglia viola: 5 e mezzo Presente in campionato: 151 Gol in campionato: 14 Presenze in Champions League: 7 Gol in Champions League: 1 Presenze in Coppa Uefa: 12 Gol in Coppa Uefa: 2 Presenze in Coppa Italia: 12 Gol in Coppa Italia: 0 Totale presenze in Viola: 182 Totale gol in Viola: 17

voluto perdere l’occasione di essere ancora utile alla causa viola... Perché cinque anni e mezzo in riva all’Arno non si dimenticano facilmente e… anzi: «Ho tanti ricordi e sono quasi tutti belli. Mi sono trovato sempre bene a Firenze, i miei figli sono entrambi nati nel capoluogo toscano. E poi negli ultimi quattro anni e mezzo è andato tutto bene: abbiamo vinto, abbiamo giocato la Champions League, ho fatto anche un gol a Liverpool. Anzi, i miei compagni di squadra più giovani, adesso, me lo dicono spesso: “Ma hai fatto gol a Liverpool…”. E io rispondo (soddisfatto e felice) “Sì, ho fatto gol».

Ricordi indelebili per il centrocampista danese. Come per tutta la gente di Firenze. E pensare che quel riscatto alle buste dopo una prima stagione non convincente stava per rovinare tutto…: «Le buste? È una cosa successa dopo il mio primo anno a Firenze, che non è stato certo tra i migliori. Era una sfida che non volevo perdere: pensavo di essere più bravo di quello che avevo fatto vedere durante quel primo campionato in maglia viola. E credo che la scommessa l’abbia vinta Mencucci e non Corvino…». Appunto. Ecco il suo essere tagliente e ironico. Un po’ come Firenze, se vogliamo…

Centro Ginnastica Firenze A.S.D. Via Isonzo, 26/A Firenze Tel. e fax 055 6531930 centroginnastica.firenze@virgilio.it


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Il personaggio

Il brasiliano arrivato a Firenze grazie ad una intuizione di Corvino è diventato il valore aggiunto della squadra: in Europa tre gol e due rigori procurati

MATOS, 21 ANNI

E LA NAZIONALE OLIMPICA AD UN PASSO di francesca bandinelli

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a sua favola è cominciata in Europa. Prima giornata del girone E, Fiorentina-Paços de Ferreira. Matos, all’esordio assoluto con la maglia viola, dopo essere stato in prestito al Bahia di Paulo Roberto Falcao, fa tutto in meno di un minuto, il 22’. Il suo resta ancora il gol più veloce mai realizzato da un giocatore subentrato dalla panchina nelle stati-

stiche della Uefa. Da quella notte, il brasilianino che in quel suo modo cantilenato di parlare tipico dei carioca ogni tanto ci infila pure una parola in fiorentino, si è ritrovato i riflettori puntati addosso in un batter d’occhio. E’ diventato l’uomo di coppa, quello capace di segnare ai portoghesi del Paços, di conquistare il calcio di rigore a Dnipropetrovs’k trasformato da Gonzalo Rodriguez, di

Matos vola: giovedì 27 compie 21 anni e si prepara alla convocazione con la Nazionale Olimpica brasiliana

festeggiare nuovamente il gol col Pandurii al Franchi e pure alla Cluji Arena, per poi ritrovarsi nuovamente atterrato in area pure in Danimarca. Complessivamente tre gol all’attivo, il ragazzino scovato da Corvino al Vitoria Bahia e arrivato in Italia a poco più di quindici anni, è diventato simbolo della rinascita del settore giovanile viola. Montella lo ha inserito nella lista B della Uefa, quella riservata ai ragazzi cresciuti nella propria cantera, e lui non si è mai fatto prendere dall’emozione. Questa freddezza da killer d’area l’aveva dimostrata fin dai tempi degli Allievi Nazionali, lui che con uno suo gol contribuì a stendere i baby dell’Inter di Moratti nella finale che è valsa il primo tricolore dell’era Della Valle. Ha fatto lo stesso con la Primavera in Coppa Italia e Supercoppa Italiana, sollevando entrambi i trofei. Lo scorso

anno, Falcao fece l’impossibile per convincere la dirigenza viola a lasciargli il talentuoso ragazzino. Era convinto delle sue potenzialità, anche se alla fine lo ha fatto giocare poco, il tempo necessario a fargli segnare il suo primo (e unico gol) nel Brasilerao all’Internacional dell’ex viola Carlos Dunga. In estate, lo avevano cercato tutti. Il Siena ci ha provato fino all’ultimo, così come il Pescara. A dire no, a bloccare il mercato che stava montando intorno a Matos, è stato Montella. Ryder, il cui bisnonno era senatore del suo paese di nascita, non ha deluso. Ha un fratello che insegue, pure lui, il sogno di diventare un calciatore ed è legatissimo alla famiglia. Sogna di vincere con la Fiorentina e di realizzare il primo gol in campionato. Studia per diventare come Pato, ma è già ad un buon punto, tanto che proprio in questi

Figlio del settore giovanile della Fiorentina, Matos nel giorno del suo esordio con la maglia viola, in Europa League, ha segnato il suo primo gol

giorni - a ridosso del suo ventunesimo compleanno, giovedì 27 - a Firenze è atteso il Ct della Nazionale Olimpica brasiliana Alexandre Gallo (o il suo vice, Mauricio Copertino),

a margine del giro europeo per osservare da vicino i possibili candidati ad una maglia verde oro per i prossimi Giochi. L’ennesima vittoria di Matos, e anche della Fiorentina.


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Il parere del giornalista di Mediaset sulla stagione viola, condividendo la rabbia del club per i torti arbitrali di ANDREA GIANNATTASIO

L

a Fiorentina accantona per un momento le polemiche arbitrali e torna con la testa all’Europa e al tour de force che l’aspetta nei prossimi trenta giorni. Un mese bollente per i ragazzi di Montella, dove si profilano all’orizzonte verosimilmente otto gare (Esbjerg permettendo...) ad altissimo coefficiente: si comincia giovedì, con il ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League contro i danesi, si prosegue con la sfida interna con la Lazio ed a seguire con il probabilissimo triplo confronto (tra campionato e Coppa) con la Juventus di Antonio Conte. Poi si terminerà con le gare in chiave Champions contro Napoli e Milan: un piatto ricco, ricchissimo, per il quale la Fiorentina vuole farsi trovare pronta ed intende stupire i tifosi viola in vista di un finale di campionato certamente più agevole. Per fare il punto sul momento del campionato viola Il Brivido Sportivo ha raccolto la voce del noto giornalista di Mediaset Pierluigi Pardo che da sempre ha un occhio di riguardo per la formazione di Montella. Pardo, che Fiorentina ha visto in questa ultima settimana? «I viola non mi sono piaciuti contro l’Inter ma la sconfitta coi

L'INTERVISTA

PARDO: «FIORENTINA, PERCHE’ NON PUNTARE SULLA FINALE D’EUROPA LEAGUE?» nerazzurri è stata figlia di tante concause: dalla stanchezza evidente in alcuni elementi ad una formazione che non mi ha convinto fin dall’inizio. Nel ko con l’Inter c’è molta responsabilità della Fiorentina. Tutto diverso invece con l’Esbjerg, in questa occasione ho visto una prestazione di spessore e di carattere». Il terzo posto però, per i viola, resta lontano… «La stagione della Fiorentina è di alto profilo sotto tutti gli aspetti: non ci dimentichiamo che questa squadra ha già in tasca una finale di Coppa Italia tutta da giocarsi ed in Europa la strada verso l’ottavo di finale con la Juve è tutta in discesa. Adesso è comprensibile un po’ di stanchezza, dato il recente tour de force, ma il segreto in questo momento è saper stringere i denti e tirare avanti». Quali sono gli obiettivi più raggiungibili per la formazione di Montella a suo avviso? «Credo che il 3° posto sia ancora un target

Pardo in collegamento dallo stadio

da tenere nel mirino ma mi permetto di dare un consiglio alla formazione viola» Prego. «Se la zona Champions dovesse ancora allontanarsi, personalmente dirotterei tutte le mie forze sull’Europa League. La finale per la Fiorentina non è un miraggio e la gara contro la Juventus è davvero un terno al lotto. Aspettiamo due o tre settimane poi vedremo quale sarà la nuova classifica dei viola. Con la finale di Coppa Italia già acquisita, l’Europa League è garantita anche per la prossima

stagione, quindi perché non puntare con decisione alla finalissima di Torino?» Come valuta le polemiche arbitrali che hanno visto di recente la Fiorentina protagonista? «Ammetto che la squadra di Montella ha subito dei torti davvero evidenti nelle gare chiave della stagione, ovvero contro Napoli ed Inter: quel rigore su Cuadrado ed il fuorigioco di Icardi gridano vendetta e già adesso pesano molto sulla classifica viola. Capisco il Dente avvelenato in seno

alla società così come trovo legittime le recenti parole di Pradè, che ha chiesto più tutela».

La copertina del libro curato da Pardo su Cassano


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fiorentina amore mio

L’ex viola analizza la stagione. L’Europa League causerà dispendio di forze fisiche, ma proseguire il cammino sarà decisivo.

Galbiati: «Il 3° posto? è ancora duello Napoli-Fiorentina,

PERO’ ATTENTI ALL’INTER: PUO’ ESSERE PERICOLOSA»

Roberto Galbiati. In viola ha totalizzato 111 partite in Serie A in quattro stagioni di Lorenzo Cancemi

I

l mese di febbraio è quasi alle spalle e, dopo il giro di boa della stagione, con una Fiorentina ancora protagonista su tutti i fronti, è giunto il momento di fare il punto della situazione viola per quanto concerne il campionato, riflettendo su come la squadra è arrivata fino a questo punto e su ciò che l’aspetta nei prossimi impegni. Il Brivido Sportivo lo ha chiesto ad un ex difensore ed allenatore delle giovanili viola, Roberto Galbiati. Galbiati, con la vittoria ad Esbjerg c’è stata reazione dopo la stanchez-

za emersa nella squadra viola specie nelle ultime gare? «Dal punto di vista del risultato assolutamente sì, con il successo per 3-1 ottenuto in Danimarca la Fiorentina ha ottenuto al 90% il passaggio agli ottavi di finale di Europa League dimostrando durante la gara di giovedì di essere tecnicamente di gran lunga superiore all’avversario. Però ho visto ancora un po’ di disattenzioni specie in difesa». Nonostante gli infortuni si aspettava di trovare la Fiorentina sempre in corsa per un posto in Champions? «Non scordiamoci che la squadra viola ha avuto buone opportunità per accorciare le distanze o addirittura raggiungere il Napoli. Mi riferisco alle gare di Cagliari e con l’Inter, quest’ultima decisa purtroppo da un errore arbitrale. Sicuramente anche gli infortuni hanno pesato e pesano. Comunque la Fiorentina non è assolutamente tagliata fuori dalla corsa Champions». Quali possono essere le maggiori insidie e i punti di forza della Fiorentina? «I punti di forza sono il rientro di Gomez, che passo dopo passo si sta avvicinando alla miglior condizione, e il rientro stabile, si spera, di altri giocatori che fin qui hanno

Galbiati e Mondonico, di cui è stato allenatore in seconda proprio alla Fiorentina accusato alcuni problemi fisici e possono dare il loro contributo. Mentre le maggiori insidie sono, ad esempio, alcune trasferte. Se la Fiorentina non scende in campo con l’approccio giusto, rischia di complicare la corsa al terzo posto». Al momento tra i viola e il 3° posto c’è il Napoli: quali possono essere i punti deboli dei partenopei?

«Credo sia sotto gli occhi di tutti che il problema principale del Napoli è la difesa, spesso avvezza ad amnesie, e la Fiorentina, con i suoi uomini-gol, può sicuramente fare male alla squadra di Benitez». Fin qui per il 3° posto è stato un duello tra Fiorentina e Napoli: non teme un inserimento di qualche altra squadra?

«Penso che se la Fiorentina continuerà ad andare avanti in Europa League, come mi auguro, tenendo conto che agli ottavi dovrebbe affrontare la Juventus in uno scontro cruciale, disperderà per forza tante energie. E a quel punto l’Inter potrebbe rivelarsi pericolosa considerando anche che a gennaio si è ben rinforzata».


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Sono passati 57 anni da quella Coppa Campioni che vide la Fiorentina grande e sfortunata protagonista. Ripercorriamo tutte le finali della storia viola. di Ruben Lopes Pegna

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na sconfitta che brucia ancora a distanza di quasi 57 anni. E’ quella subita dalla Fiorentina con il Real Madrid nella finale dell’edizione della Coppa dei Campioni 1956/57. Quella era una manifestazione davvero difficile, perché allora vi partecipavano solo le squadre che avevano vinto lo scudetto nei rispettivi campionati nella stagione precedente. La squadra viola debutta negli ottavi di finale con un pareggio al Comunale con il Norrkoping per 1-1 (gol di Bizzarri) e vince nel ritorno a Roma (a fine novembre in Svezia c’è la neve e perciò si gioca in Italia) per 1-0 con un gol di Virgili. Approda così ai quarti di finale dove elimina il Grasshoppers. Lo batte 3-1 a Firenze con gol di Segato e doppietta di Taccola e pareggia nella gara di ritorno in Svizzera 2-2 con gol di Julinho e Montuori. In semifinale vince la gara d’andata a Belgrado con la Stella Rossa per 1-0 con gol di Prini e pareggia al Comunale 0-0. Si qualifica così per la finale con il mitico Real. La partita si disputa a Madrid, perchè, da regolamento vigente allora, va giocata sul campo della squadra che si è aggiudicata l’edizione precedente. Così la Fiorentina, prima compagine italiana giunta alla finale di Coppa dei Campioni, si presenta all’appuntamento più importante della sua storia nella tana del lupo. Ci sono 124.000 spettatori quel pomeriggio del 30 maggio 1957 allo stadio Chamartin, l’attuale Bernabeu. E sono tutte lì a tifare

VERSO ROMA

MA COME BRUCIA ANCORA LA FINALE PERSA CON IL REAL per il Real. Il tecnico gigliato Fulvio Bernardini deve fare a meno del mediano Beppe Chiappella, uno dei giocatori più esperti. Si è infortunato pochi giorni prima in Nazionale in una partita contro il Portogallo a Lisbona. Al suo posto schiera il ventiquattrenne Aldo Scaramucci (scomparso a gennaio di quest’anno), in viola dalla stagione 1954/55 ma con poche presenze all’attivo. Il ragazzo di Montevarchi ripaga la fiducia del suo allenatore con una prestazione dignitosa. Con l’eccezione di Scaramucci al posto di Chiappella e di Bizzarri e Or-

zan preferiti rispettivamente a Prini e Rosetta, è praticamente la stessa squadra che l’anno prima si è aggiudicata lo scudetto. Logicamente è il Real Madrid a comandare il gioco e ad attaccare. Il portiere Sarti compie alcuni difficili interventi ma nel complesso i viola si difendono con ordine. E qualche volta, in contropiede, si rendono a loro volta pericolosi. Poi, però, a venti minuti dalla fine avviene il fattaccio. La mezzala Mateos scatta in palese fuorigioco sul passaggio di Munoz. Il guardalinee alza ripetutamente la bandierina per segnalare

La Fiorentina cade “vittima” dei blancos

all’arbitro olandese Leo Horn l’irregolarità. Il direttore di gara, però, a torto lascia proseguire l’azione. Così il terzino gigliato Magnini contrasta Mateos e poi lo atterra ma almeno un metro fuori area.

Le immagini fotografiche e i filmati lo testimoniano ampiamente. Ma l’arbitro non è di questo avviso. Ritiene erroneamente che il fallo sia stato commesso dentro l’area e concede il rigore al Real. Vane sono le proteste di capitan Cervato e degli altri giocatori. Così il centravanti Alfredo Di Stefano va sul dischetto, spiazza Sarti e realizza la rete del vantaggio per gli spagnoli. La Fiorentina si porta tutta in avanti alla ricerca del pareggio. Lascia così ampi spazi ai contropiedi dei madridisti. E al 31’ viene punita da un gol dell’ala sinistra Gento. La partita finisce con la vittoria del Real per 2-0. Alla squadra viola rimane la rabbia in corpo per la sconfitta e soprattutto per il modo in cui è maturata. Esce comunque dal Chamartin tra gli applausi dei tifosi spagnoli.

IL TABELLINO REAL MADRID: Alonso; Torres, Lesmes; Munoz, Marquitos, Zarraga; Kopa, Mateos, Di Stefano, Rial, Gento. Allenatore: Villalonga

La Fiorentina arriva in finale di Coppa Campioni, ma viene battuta dal Real Madrid. In quella squadra c’era il nonno di Marcos Alonso

FIORENTINA: Sarti; Magnini, Cervato; Scaramucci, Orzan, Segato; Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Bizzarri. Allenatore: Bernardini ARBITRO: Horn (Olanda) RETI: Di Stefano (rigore) 70’, Gento 75’


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violascuro

Il pagellone della stagione di Furio Valcareggi

UNA VIOLA COSI’ NON S’ERA VISTA MAI. ED E’ SOLO L’INIZIO di ANDREA GIANNATTASIO

T

empo di voti in casa viola, di primi bilanci, dopo un’ottima

E’ prossimo al rinnovo del contratto: è stato il colpo difensivo migliore della coppia Pradè-Macia, Gonzalo Rodriguez

prima parte di stagione che per la Fiorentina ha portato in dote un quarto posto in campionato con finestra sulla Champions, una fina-

le di Coppa Italia che mancava da tredici anni ed un ottavo di finale praticamente quasi in tasca. Per dare i giudizi sui protagonisti di questo primo scorcio di stagione, Il Brivido Sportivo ha contattato l’agente FIFA Furio Valcareggi, che però ha subito voluto precisare: «Faccio una doverosa premessa: i miei voti saranno alti perché ponderati in base al rendimento complessivo della squadra, che sta facendo meglio della passata stagione e sta andando oltre le mie aspettative». Iniziamo coi portieri: sono rimasti, della vecchia guardia, solo Neto e Lupatelli… «A Neto do un 7: lentamente sta dimostrando di essere un portiere all’altezza della Fiorentina e per quello che ha fatto vedere potrebbe diventare il nostro estremo difensore per i prossimi dieci anni. Lupatelli invece merita 10: lui è un mio ex assistito, è un uomo spogliatoio e gli auguro un futuro viola lunghissimo». Capitolo difesa: sono contrastanti i giudizi sul reparto arretrato. «A volte mi è parsa incerta ma in altre occasioni no: è normale, tutti fanno errori. Anche le grandi squadre

Firenze lo ha atteso con pazienza, adesso sta facendo vedere il meglio di sé: Mati Fernandez

sbagliano, a cominciare dalla Juve. In generale, però, do la sufficienza a tutti: Roncaglia vale 6,5, Savic 7, il grande Gonzalo 7,5, Tomovic 7, mentre a Compper e Pasqual assegno un 6,5». Passiamo al centrocampo, di certo la zona che esprime più qualità. «E’ un reparto ben amalgamato, che esprime sicurezze. Ogni volta che manca qualcuno ci sono sempre

sostituti all’altezza. A Mati do 8 così come a Pizarro: il cileno non è calato rispetto all’anno scorso, resta tatticamente indispensabile. Il migliore resta Borja 9, seguito da Aquilani ed Ambrosini, che valgono 7,5. Anderson è ancora tutto da scoprire ma vale 8 in prospettiva». Chiudiamo con l’attacco. «Il reparto migliore: Rossi vale 9, Gomez per le quali-

tà che ha si prende 8 ma la più bella sorpresa di tutte è Cuadrado, a cui do 9,5: è lui l’uomo che svolta le partite, che innesca lui tutti i pericoli. Ilicic si merita 7,5, mentre Joaquin addirittura 8,5. Chiudo coi giovani Wolski e Matos, il cui voto è rispettivamente 8 e 7,5. Rebic, per adesso, non è giudicabile» E Montella? «Non ci sono dubbi: 9,5».


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Intanto, se le nostre vecchie italiane non avessero, in passato, snobbato l’Europa League, oggi il quarto posto varrebbe la Champions

Tra i più presenti in campo c’è l’inossidabile Borja Valero

BASTIAN CONTRARIO

MA NON ERA MEGLIO PRESERVARE I BIG PER LE GARE DI CARTELLO? di cristiano puccetti

C

rediamo fermamente che sia giusto riconoscere a Montella una percentuale elevatissima (70%?) di merito per queste due stagioni che stanno facendo sognare Firenze, per questa Fiorentina incantevole e imperfetta. Ma proprio per questo molto umana ed adorabile. Ci preme molto ricordare che, se le squadre italiane non avessero per anni boicottato stupidamente le partite di Europa League, Montella

Giacchetta nera

- come Prandelli - avrebbe raggiunto due qualificazioni Champions consecutive: il quarto posto dell’anno scorso e quello di quest’anno, per niente insidiato dall’eventuale rimonta dell’Inter, a Firenze indecorosamente aiutata da un arbitraggio scellerato. Fatte queste utili precisazioni però dal nostro umile pulpito ci permettiamo di dissentire pressoché totalmente sulla gestione delle risorse adottata da Montella e dal suo staff per le partite di Europa League. Andiamo subito al dunque: giocatori come Gonzalo Ro-

driguez, come Borja Valero, come Cuadrado e come Giuseppe Rossi, autentiche eccellenze e pedine indispensabili per la Fiorentina, dopo aver ‘blindato’ il preliminare, avrebbero dovuto saltare a pie’ pari la fase a gironi e ‘debuttare’ nei sedicesimi di finale o direttamente negli ottavi. Abbiamo trovato una vera e proprie follia impiegarli, consumarli, usurarli nelle inutili partite del girone. Più che nella sostanza, il nostro è un discorso concettuale. Provate a seguirci: a cosa punta la Fiorentina? A fare un turno in più oppure

a vincere l’Europa League? Buona la seconda, giusto? E allora, visto che la qualificazione ai sedicesimi con squadre come Pandurii e Pacos non era in discussione, perché questo accanimento a cercare il primo posto? Per evitare di incrociare una fuoriuscita dalla Champions? Assurdo. Puntando a vincere la manifestazione, non è obbligatorio battere tutti? Sono interrogativi pesanti, molto facili da proporre a posteriori e sicuramente enfatizzati dallo scandaloso sorteggio (palline calde, palline fredde) che ha ab-

binato negli ottavi di finale la Fiorentina alla squadra strafavorita (e nel cuore di Platini) per la vittoria in Europa League: la Juventus. Paura dei bianconeri, dunque? Beh, un po’ sì, ad essere realisti. E molta, molta rabbia per aver gettato via energie di giocatori fondamentali in un girone che la Fiorentina avrebbe superato anche giocando con la Primavera. A cosa è servito spompare la squadra per assicurarsi il primo posto nel girone? Per affrontare l’Esbjerg ai sedicesimi? Meditate gente, meditate...

NON SEMPRE CHI BEN COMINCIA E’ A META’ DELL’OPERA

di GIANCARLO CARMAGNINI

G

iornata che parte e finisce bene con Massa in Bologna-Roma (0–1), Peruzzo in Livorno-Verona (2–3) e Giacomelli in LazioSassuolo (3-2), ma che ha nel mezzo della domenica molti lati e prestazioni negative. Orsato non dirige, tutto sommato, male lo scontro salvez-

za Chievo-Catania (2–0), ma l’ennesima “passeggiata” di Spolli (dopo quella sul viola Matos) su Hetemaj, possibile che non l’abbia vista nessuno? Doveri in Samp-Milan (0–2) oltre a non convincere troppo nella gestione disciplinare, convalida il secondo gol del Milan (Rami) senza tener

conto di un fallo di Pazzini molto evidente sul portiere doriano Da Costa (Tommasi, l’addizionale di porta dove stava guardando?). Russo, ha diretto Inter-Cagliari (1–1) senza convincere molto nei due episodi cruciali del match, rigore assegnato agli isolani per nettissimo fallo di mano di Juan Jesus

con moltissimi dubbi sulla mancata ammonizione (sarebbe stata la seconda) del difensore nerazzurro e... sandwich su Icardi nel finale di gara. Delude invece l’arbitro “mondiale” Rizzoli che, dopo aver preso in settimana le critiche feroci di Arsène Wenger dopo Arsenal-Bayern

(0-2), riesce a sbagliare tutto nel derby della Mole fra Juve e Toro (1- 0). Grazia per ben due volte Vidal dal secondo giallo per un fallo di mano sul “sombrero” di Cerci e sull’entrata scomposta su Darmian e poi non vede (mal assistito dall’addizionale Calvarese) un netto sgambetto di Pirlo su El Kaddouri.



speciale MUGELLO

volley

Tra i più piccoli spopola il superminivolley, in crescita anche l’Under 13 di Fabrizio paoli

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ella stagione 2013/2014 la Polisportiva Dicomano ha iscritto una squadra femminile al campionato di Terza Divisione della F.I.P.A.V.: nel Girone B le mugellane navigano nelle parti basse della classifica, ma sono finalmente tornate a cimentarsi in un torneo federale. La società mugellana, legata alla polisportiva, si occupa anche di altre discipline e negli ultimi anni si è messa in luce in particolare con il settore della pallacanestro, che però dalla scorsa estate non ha più una prima squadra. «In questa stagione - spiega la dirigente Elisa Grossi - abbiamo unito due formazioni, l’Under 18 e la prima squadra che partecipava ai campionati U.I.S.P., ed abbiamo deciso, dopo una decina di anni, di tornare a disputare un campionato della F.I.P.A.V. La società ha affidato il ruolo di allenatore a Carlo Castellani, un ex giocatore che ha trascorsi anche in Serie A; quindi per lui si trattava di una situazione completamente nuova. L’amalgama tra i due gruppi di giocatri-

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IL MUGELLO TORNA IN FIPAV: IN PANCHINA A DICOMANO C’E’ CASTELLANI Le ragazze del Volley Dicomano

ci non è stata semplice: non si amavano e farle giocare insieme è stato abbastanza complicato. Inoltre, le ragazze provenienti dall’Under 18

quest’anno ha i problemi legati all’esame di maturità: da questo punto di vista speriamo di ripartire con il piede giusto in vista della prossima

stagione». A Dicomano viene svolta anche attività giovanile, con numeri interessanti se si considera che il comune mugellano non ha un ampio

bacino d’utenza da cui attingere: «Il gruppo del superminivolley è molto numeroso, a differenza di alcune delle stagioni scorse - prosegue Elisa

Grossi - E’ un bel gruppo che ha voglia di giocare, sotto la guida del rufinese Roberto Baldini, e di recente in un torneo che si è tenuto a Dicomano ha conquistato due vittorie su tre gare giocate. La squadra Under 13 ha terminato la prima parte del proprio campionato F.I.P.A.V., ma per noi non è importante la posizione in classifica. E’ una compagine che partecipa per la prima volta ad campionato vero e proprio, ma si tratta di un gruppo che è stato formato già da qualche anno. La squadra Under 15 che prende parte ad un campionato della U.I.S.P. è invece in difficoltà, perché è formata da un organico molto ridotto. In questo momento la pallavolo a Dicomano vive un momento di stallo per quanto riguarda il settore giovanile, se si eccettuano l’Under 13 ed il superminivolley».

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speciale Mugello

POLISPORTIVA MUGELLO ’88

Parla il presidente Pasquale Toscano: troppe difficoltà, ma volontari e genitori rendono la situazione un po’ più serena

«SODDISFAZIONI DAL MINIBASKET, MA ESISTIAMO SOLO GRAZIE ALL’AUTOFINANZIAMENTO». di cristiano puccetti

I

l presidente della Polisportiva Mugello ‘88 Pasquale Toscano fa il quadro sull’attività della società di Barberino. Il massimo dirigente dei mugellani stila un primo bilancio del torneo 2013/2014 per quanto riguarda la prima squadra del basket, desolatamente all’ultimo posto della graduatoria: «In questa stagione avevamo immaginato dei programmi, ma ci siamo accorti presto che le cose non erano andate come noi ci aspettavamo. In ogni caso la pallacanestro all’interno della Mugello ‘88 andrà avanti, nonostante i risultati negativi. In questo campionato abbiamo dovuto fare i conti anche con le dimissioni dell’allenatore Alessio Barletti, in parte per cause personali ed in parte per motivi interni alla nostra società. Quando il tecnico ci ha comunicato le dimissioni

siamo rimasti spiazzati, anche perché nella pallacanestro non è facile reperire un nuovo coach nel corso della stagione. Alla fine la scelta è caduta su Claudio Fabbri, un tecnico che abbiamo creduto potesse fare al caso nostro». Poi lo sguardo si rivolge alle giovanili del basket barberinese: «Il settore del minibasket ci sta regalando delle soddisfazioni - prosegue Toscano - abbiamo un gruppo di una sessantina di bambini ed è un bel risultato. Dall’Under 13 ci attendevamo un salto di qualità, ma per il momento i risultati sono stati negativi. Per la nostra società la difficoltà principale è legata alla formazione degli organici; per questo motivo siamo più che contenti di quanto abbiamo fatto in una zona che non ha una tradizione specifica nel basket come il Mugello ed a Barberino in particolare». La Mugello ‘88 è una polisportiva

ed ha anche un settore tutto al femminile: «La ginnastica artistica ha compiuto un vero e proprio salto di qualità - spiega il presidente della società amaranto - Con i propri mezzi la Polisportiva Mugello ‘88 ha acquisito un locale che abbiamo adibito a palestra. In quello che era un capannone industriale ormai dismesso siamo riusciti a creare la sede di una parte importante della nostra polisportiva. E voglio sottolineare il fatto che tutto quello che è stato fatto è frutto solamente di un’opera di autofinanziamento, grazie all’attività dei volontari che sono anche dirigenti e genitori della nostra società. E’ un bel movimento che sta ottenendo buoni risultati a livello regionale e che da quest’anno partecipa anche alle gare federali». Pasquale Toscano, presidente della Polisportiva Mugello ‘88


speciale Mugello

I ragazzi guidati da Steno Orsecci lottano per la C1, ma la soddisfazione più grande è il gruppo di femminile

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Rugby

IL FASCINO DELLA PALLA OVALE:

IN PRIMA SQUADRA SI SOGNA LA PROMOZIONE di cristiano puccetti

I ragazzi del Rugby Mugello

I

l presidente del Rugby Mugello Paolo Berni fa il punto sull’attività della società con sede a Borgo San Lorenzo. La prima squadra, che partecipa alla Serie C/2, è seconda in classifica e può aspirare alla promozione in C/1. «Siamo contenti della squadra allenata da Steno Orsecci: lottare per i vertici della classifica per noi è una sorpresa davvero positiva. In estate abbiamo cambiato l’allenatore, in organico ci sono tanti giovani e dovevamo fare i conti con qualche ruolo scoperto. Possiamo puntare alle finali per la C/1, a cui partecipano le prime due della classifica: sarebbe una bella esperienza per tutto il

calcio a 5

MATTAGNANESE: GIOVANE, BELLA E… LANCIATA AI PLAY OFF

di fabrizio paoli

L

a Mattagnanese B.S.L. si sta mettendo in luce nel campionato di Serie C/2 del calcio a 5 F.I.G.C. La società di Borgo San Lorenzo è neopromossa nella categoria ed è solamente alla seconda stagione nel futsal a livello federale, dopo le esperienze amatoriali. I mugellani stanno al

momento contenendo al San Giovanni la seconda posizione, alle spalle dell’irraggiungibile capolista Mens Sana Siena: l’approdo ai play-off sembra ormai certo, ma va ancora definita la posizione finale. «Il piazzamento più importante è il terzo rispetto al quarto - commenta l’allenatore della squadra mugellana Stefano Somigli - perché nei play-off chi sarà terzo avrà la

R PE TA arzo SU FER0 m OF al 3

o fin

Dura la vita?!?

possibilità di giocare lo scontro diretto contro la quarta in casa, mentre poi l’eventuale finale contro la seconda o la quinta si giocherà comunque in campo neutro. E’ di certo meno significativo il secondo posto rispetto al terzo. Da neopromossi il bilancio della stagione è sicuramente positivo, visto il numero delle partite che abbiamo perso, davvero esiguo. Rispetto a chi ci

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precede il nostro problema sono stati i troppi pareggi, in particolare quelli ottenuti in trasferta contro delle avversarie alla portata». L’obiettivo per le ultime giornate della stagione regolare sarà dunque quello di evitare il recupero delle squadre che inseguono, ora lontane.

Stefano Somigli, il tecnico della Mattagnanese Calcio a 5

gruppo. Per raggiungerle saranno importanti le due partite in programma all’inizio di marzo contro Empoli e Arieti Arezzo. La C/1 sarebbe una categoria impegnativa e costosa, di livello interregionale con società di tutto il centro Italia, ma vorremmo provarci». Il presidente spazia poi su tutte le altre realtà del Rugby Mugello: «Quest’anno abbiamo la novità della squadra femminile, un maggior numero di giovani e stiamo diffondendo il rugby in tutto il Mugello con tante persone che si avvicinano. Vorremmo costruire un buon settore giovanile: l’Under 16 sta disputando un buon campionato, siamo molto carenti nel minirugby. Stiamo cercando di fare promozione nelle scuole».


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tradizioni fiorentine di Lorenzo Cancemi

L

a prima tappa del percorso che ci porterà tra i più celebri luoghi e personaggi della tradizione fiorentina è una delle culle del dolce: la gelateria-pasticceria Vivoli. Tutto inizia nel 1932, quando Serafino e Raffaello decisero di cimentarsi nella produzione del gelato e, da lì, la famiglia Vivoli ha intrapreso quel fantastico percorso che l’ha portata ad essere, oltre che la più antica e rinomata gelateria ancora esistente a Firenze, un fiore all’occhiello del

Viaggio tra gli esercizi storici della nostra città: la Fiorentina è il punto di riferimento nel calcio, ma quali sono i “punti di riferimento” della gente?

VIVOLI: FINITA LA SCUOLA, LA TAPPA-GELATO ERA OBBLIGATA. IERI COME OGGI. mondo culinario artigianale in tutto il mondo. Il Brivido Sportivo è entrato, dunque, nello storico negozio di Via Isole delle Stinche ed ha intervistato coloro che, oggi, lavorano con orgoglio alla produzione dei gelati: «Teniamo molto al lavoro artigianale: i nostri gusti di frutta, ad

esempio, vengono prodotti con frutta fresca e di stagione mentre, per quanta riguarda gli altri tipi, non sono usate paste ma solo ingredienti naturale, evitando, dunque, l’utilizzo di additivi o vari prodotti chimici». Un po’ come la Fiorentina, insomma, genuinità allo stato puro. La storia della gelateria Vivoli, oltre che dalla tradizione familiare, passa certamente anche da quella culinaria: «Il nostro gelato alla crema viene preparato secondo l’antica ricetta originale mentre, per lo zabaione, si usa ancora i vecchi pentoloni di rame». Ma quanto sono entrati nel cuore di Firenze i loro gusti? Se non vi basta il verso di un famosissimo brano di un cantautore diventato la voce della vera Firenze come Riccardo Marasco (“e la portai da i’Vivoli a prendere un gelato…”) possiamo raccontarvi anche

Gelateria Vivoli, una tradizione che ha resistito al trascorrere degli anni

altri aneddoti. Abbiamo incontrato due anziani passanti che, alla domanda sui loro ricordi legati alla tradizione fiorentina del Vivolo ci hanno risposto così: «Un tempo qui vicino c’era una scuola. Era il nostro

punto di riferimento, dove trascorrevamo la maggior parte del tempo, ma il pensiero era sempre lo stesso. Quale? Al termine della giornata, per tornare a casa, si passava e si prendeva un gelato per fare meren-

da. Anche se di anni ne son passati veramente tanti, per noi il Vivoli è sempre rimasto un’istituzione: infatti si continua con piacere a passarci per fare colazione e, ogni tanto, qualche buona merenda».


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Sei punti di distacco dal Napoli non sono impossibili da recuperare, ma serve camomilla per tutti

SFORTUNATA COI FISCHIETTI, MA NEI DIECI MINUTI FINALI... NO! COSA VA Era oggettivamente più difficile affrontare in trasferta il Parma, reduce da 12 partite senza sconfitte, che non il Genoa in casa, sebbene quel 3 pari casalingo con i grifoni di Preziosi fosse rimasto sul gobbo anche a noi viola. Mmm, ripensandoci..., ma il gobbo non è roba da Juventus? Avendo appena scritto di Preziosi...Ma ci pensate mai a che fortuna abbiamo avuto a ritrovarsi con i Della Valle anziché con Preziosi? E’ una delle poche scelte buone che riesco a ricordare dell’ex sindaco Leonardo Domenici. Ma lo aiutò Eugenio Giani...

partita. Sì, perché il Neto di Parma aveva le stesse sembianze di quello che avevano visto a Firenze all’andata. Solo che quello doveva essere il gemello scarso. Questo... il gemello fenomeno. Grazie Benitez che hai fatto tirare i remi in barca alla tua squadra pensando al ritorno con lo Swansea. Attento, perché se fate tanto i furbini – tipo istruire il diffidato Higuain a farsi ammonire per saltare Livorno ma per rientrare con la Roma - il Livorno potrebbe farvi lo stesso scherzetto del Genoa. Non è che la vostra difesa sia tanto migliore di quella viola eh.

Fiorentina sfortunata o fortunata? Tutte e due, Sfortunata con gli arbitri, purtroppo, anche se ne abbiamo visto anche peggiori di Gervasoni che è piaciuto poco soprattutto nella distribuzione dei cartellini, gialli e rossi. Fortunata con le punizioni a fine partita. A 5 minuti dalla fine quella di Mati Fernandez: un gol così non lo fa tutte le settimane, e neppure tutti i mesi. E a 10 dalla fine quella di Calaiò contro il suo ex Napoli: lui così belli e su punizione non li fa neppure tutti gli anni. 2 a 2 nel finale fra Fiore e Parma. Un classico. Chi la fa l’aspetti. Sembra che Amauri (e Biabiany più Gobbi) abbiano voluto chiedere i documenti a Neto a fine

Montella discute a fine gara con Gervasoni: pare per la questione del terzo tempo a centrocampo

UBI MAIOR di Ubaldo Scanagatta

COSA NON VA

Sì, si sono mantenuti i 6 punti di distacco dal Napoli e se le partite fossero finite o dieci minuti prima - o senza quelle due punizioni - i punti di distacco sarebbero stati 9. Ma è anche vero che a fine campionato manca una giornata in meno. Sono rimaste solo 13 per la grande rimonta, per 39 punti in palio. 10 punti sarebbe stato un distacco praticamente incolmabile. 6 punti sono tanti se quando la Fiorentina giocherà a Napoli non vincerà. Ma se – putacaso – la viola dovesse invece vincere al San Paolo, beh, tre punti da recuperare nelle altre 12 giornate sono quisquilie, pinzillacchere, come direbbe Totò. Tanto Neto diventa sempre più vero baluardo, la scommessa più grossa vinta dalla società - ad oggi perfino più di Gomez se SuperMario non si sbriga a tornare all’altezza della sua fama – tanto più pare improvvisamente scricchiolante la difesa. Gonzalo che si fa beffare in velocità ed astuzia in pochi centimetri da un giraffone come Amauri, Savic che - ipnotizzato dal pallone - si dimentica di guardare alle sue spalle l’unico calciatore parmense che si trovava nei paraggi fra 4 o 5 viola, Tomovic che spicca un balzo in spaccata pericolosa su Biabiany quando il francese aveva già colpito di testa da tre quarti d’ora, non sono bei segnali di affidabilità. Su Diakitè e i suoi due sciocchi falli su Cassano, beh, meglio sorvolare. Di Roncaglia si ricorda il rigore regalato... Mi chiedo allora: ma Pasqual su Biabany non lo si è fatto giocare solo perché è italiano? O come mai adesso anche per i difensori...o son stranieri o non si schierano? Ma l’Italia non era la patria dei grandi difensori e del catenaccio? Ho ricevuto una telefonata da Montella. Mi ha chiesto come stavo. Non sa più chi schierare a centrocampo contro la Lazio. I viola paion tutti più agitati che gli studenti del Movimento Studentesco nel ‘68. Passi per Pizarro, che nelle giacche nere vede le streghe da un anno buono (post Milan), ma ora perfino il saggio Borja Valero si lascia prendere dai nervi? E al 94mo? Vero che era intervenuto solo per metter fine alla gara di spintoni fra Cuadrado e Munari, e non ha mosso le mani, però se dopo il rosso diretto ora ce lo squalificassero per il match con la Juve, noi che si fa? Montella, per favore, camomilla per tutti.


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EMPOLI

Maccarone torna al gol dopo un digiuno di due mesi. Sarri vince e allunga verso la Serie A

BIG MAC STENDE IL PADOVA: BENTORNATI ALL’EMPOLI SHOW di ANDREA GIANNATTASIO

I

numeri nel calcio, ormai è arcinoto, non regalano una realtà esatta del mondo del pallone, ma nel caso dell’Empoli sabato dopo sabato offrono solo solide conferme. Il riferimento, manco a farlo apposta, è come sempre alla coppia gol Maccarone-Tavano, protagonista della bella vittoria di Padova e sul trono dei gol della serie cadetta. Le cifre dei due Continua la scalata alla Serie A del tecnico Sarri

bomber del resto parlano chiaro: per bigMac, quello realizzato all’Euganeo è il nono gol stagionale (lo scorso anno, a questo punto della stagione, l’ex attaccante del Siena era andato in rete appena sei volte), un numero quasi rotondo al quale si deve sommare anche la straordinaria prolificità in zona assist, dove fino ad oggi sono ben otto i passaggi risultati decisivi davanti alla porta avversaria (un anno fa, erano sempre

sei): un cecchino ancora infallibile. Una belva d’area di rigore che ha ritrovato l’elisir di giovinezza e finalmente, dopo due mesi di astinenza, ha rotto l’incantesimo tornando a gonfiare le reti avversarie. L’ultima gioia di Maccarone, infatti, risaliva alla vittoria in trasferta contro il Novara del 21 dicembre: un vero jolly lontano dal Castellani. Ma alla prolificità di Massimo va indubbiamente aggiunta anche la costante vena realizzativa di Tavano, il suo gemello inseparabile: per la punta campana - a secco sabato in Veneto sono già 15 le reti messe a segno in questa prima porzione di Serie B, un dato molto importante che supera di gran lunga le 11 perle messe a segno nella passata stagione fino a metà febbraio. Insieme, Ciccio e bigMac hanno messo assieme un cospicuo bottino di 24 reti e ben 13 assist, risul-

La felicità di Maccarone: ha interrotto un digiuno dal gol che durava da 60 giorni

tando di gran lunga la migliore coppia-gol della cadetteria. Dietro i due azzurri, infatti, arrivano con ampio distacco i rosanero Abel Hernandez e Lafferty (che si dividono 20 reti totali), i canarini Babacar e Mazzarani (12 reti per il gioiello di scuola viola e 7 per il compagno romano) e le punte del Pescara Maniero e

Ragusa, autori rispettivamente di 11 ed 8 reti. Una vera soddisfazione per la rosa di Maurizio Sarri, di gran lunga la più bella sotto il profilo del gioco espresso e, weekend dopo week-end, sempre la candidata più seria del Palermo (ora distante solo due punti) per la corsa alla Serie A. Un traguardo rincorso per anni

che sabato pomeriggio ha visto inserire nella corsa a tappe azzurra un altro piccolo ma fondamentale mattoncino. E sabato sarà tempo di derby, con l’Empoli di scena all’Artemio Franchi di Siena nella stra-regionale che tutta la piazza aspettava, dopo lo sfortunato 0-0 dell’andata.

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dizione

19esima e

13 - 14 - 15 marzo 2014

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13 VEN

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Nicchi, le Lastre, la Bellucci: E’ DAVVERO TUTTO DA RIFARE

Il pungiglione

di GIampiero tosi

R

ischiamo di diventare monotematici, ma Nicchi insiste: altra intervista contro la moviola in campo ed altra serie di affermazioni quanto meno ‘strabilianti’ del numero uno dell’Associazione arbitri. A domanda specifica così Nicchi ha risposto: «Perché dice no alla moviola in campo?». Risposta: «Perché è uno strumento per studiare e divulgare il regolamento. Noi arbitri lo usiamo per migliorarci. Ma non può funzionare per dare sentenze, come fa qualche moviolista fisso, perché una macchina non può riprodurre ciò che viene percepito in campo«. Nicchi, lei fa un po’ di confusione. A noi, ai tifosi ma an-

che e soprattutto a chi i soldi nel calcio ce li butta davvero e lo fa vivere contribuendo anche al suo stipendio, di “ciò che viene percepito” non ci può importare di meno. A tutti interessa invece che sia chiaro ciò che succede davvero in campo. Se Damato ed il suo segnalinee hanno veramente considerato Icardi in posizione regolare o meno è in fondo secondario, importante è che siano convinti o obbligati da un mezzo tecnologico davvero obiettivo e imparziale a vedere e a giudicare la realtà dell’episodio. E la realtà è che Icardi era in fuorigioco, netto ed indiscutibile. Ma non è finita qui: «…. meglio spendere 350 mila euro per comprare l’apparecchiatura su ogni campo o pagare per gli arbitri di porta? ….». Visti i risultati quelli per gli arbitri di porta son

soldi decisamente sprecati (e non sono pochi considerando le tante spese), e i 350.000 euro tutti i presidenti, a parte i soliti tre o quattro per ragioni che possiamo immaginare, li spenderebbero volentieri per avere una certa maggior garanzia di giudizio. Nicchi conclude con una perla di umorismo: «Io sono per un calcio vero, giocato dagli uomini in campo. Tutti sogniamo la Bellucci nuda, ma non vogliamo vederne le lastre...». Il fatto è che il calcio è malato, caro Nicchi, e lei lo sa bene, e allora meglio fargli le lastre che rischiare di vederlo sparire. Visto che nonostante spedizioni di api il presidente dell’Aia continua imperterrito, deve aver trovato qualche lenimento alle puncicate. E allora si aumenta l’intensità. Avanti, senza pietà!

L’E’ L’ORA DI FA’ GOL,

soprattutto con gli attaccanti I

’Nonno di carcio e n’ha visto, ma e gli han sempre detto che pe’ vincere e bisogna fa’ go’ e non fassene fare, tutto i’resto e son discorsi! Ora se ‘n porta e si tira poho e dreo e ci s’accappona o ‘ndo tu vo’ tu ire? ‘Nvece noi e siam de’ fenomeni ‘n tutto i’ resto. Come la ci si passa bene noi…come e si balletta noi… come si si triangola bene noi…ma finchè un ci riuscirà di dire: come la s’imbuchetta noi….e si va poco lontano e pe’ ‘mbuchettalla ‘n porta e bisogna tiracci. O quante parae l’ha fatto Mirante? I’ mi’ nipote due, e decisive, ma Mirante? E gli ha mirao, ma un l’ha presa, la punizione di Mati, ma poi? E allora icche e ci se ne fa di possesso palla? La palle e le si fanno veni’ ma a chi guarda! Dreo poi un se ne parli! Du’ go’ da piccioni, da record della mostra ornitologiha di Gambassi! su i’ primo

a Gonzalo Amauri e gni parea Pelè e quegli artri, more solito, tutti ‘nsieme sulla palla e Cassano solo com’un’eremita ni’ mezzo all’area. Su i’ sehondo poi e un tu lo sai che i’ sihario ‘n giallo e un n’aspetta artro? O icche tu ti butti a gamb’all’aria direzione collo Biabiany? La palla la un c’era più? Meglio, più bischero ancora, o icche tu volei fare? Se poi e tu ci metti anche quegl’inqualificabili vestii di giallo…bona Ugo, ringraziamo iSSignore che s’è pareggiao e pensiamo a quest’artra. Un so ‘ndove e gni devano avere ‘nsegnao a questi baggiani canarini che le pedae tirae da quegli artri e le fanno bene e, pe’ questo, chi le tira e un dev’esse’ punito e nemmen ammonito, ma anzi e bisognerebbe digni grazie. Quelle tirae da noi ‘nvece e le fanno un male cane e quindi e viola che, pe’ caso, visto che quegli artri e possano, e le tirasseno e dean piglia’ cartellini gialli e rossi a sfare, con abbondanza, senza

mancanza. Ora se succedesse co’ uno solo de’ baggiani, transeat, e ci è capitao a noi… Sie, e sono uno peggio di quell’artro! Quello d’oggi dopo avecci dao un rigore contro che nemmeno a i’ monopoli, e avecci buttao fori i’negrone novo, e ci ha cartellinato anche i’Pekke e buttao fori Borja, così con la Lazio sabato e gioha i’nonno! Ora e basta e vu’ ci avee gonfiao! Noi e siamo boni e cari ma quando e ci s’inca…ttivisce e ci s’incattivisce. Se i’nonno e t’incoccia i’Braschi a Barberino e lo butta ni’lago di Bilancino, pe’ vede’ se a rinfrescassi e capisce! A i’ nonno e gni girano, e un so se gli è chiaro, perché vede quest’annata, che la potea esse’ bona davvero, sciupaa dalla scarogna e dagli arbitri e ripensa’ sempre a quella dopo e c’è venuo un po’ a noia, anche perché se un cambia le cose (e chi le cambia?) quella dopo, a anda’ bene, e la sarà così. C omunque e sempre: Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

Mati Fernandez ha realizzato su punizione il gol del pareggio viola a Parma

i'nonno pilade


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Twentysix è protagonista dei campionati di Calcio a 5 e Calcio a 7 e il Presidente, Riccardo Cavataio, è il bomber della squadra.

calcio toscana

QUELLI CHE IL GORILLA CE L’HANNO NELL’ANIMA (OLTRE CHE SULLA MAGLIA)

di steto

I

nato? «Per quanto riguarda il Campionato di calcio a 5 posso solo dire che il nostro è un girone con squadre molto forti e di conseguenza con partite combattute:

non conoscendo gli altri gironi non sono in grado di dire se il nostro sia comunque in assoluto il più forte. Per quanto riguarda il calcio a 7 siamo davvero contenti della posizione in cui ci troviamo, dal momento che è il primo anno che partecipiamo ad un Campionato in questa disciplina. Contro la capolista Latin Brothers Two abbiamo pareggiato nella gara d’andata e siamo fiduciosi per la partita di ritorno: crediamo molto nelle nostre possibilità. Sarà una bella partita: i nostri avversari sono un’ottima squadra ed al momento si meritano la

aRmia

pranzo o cena x

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17

a soli

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menù of

la mia squadra». Il simbolo della Twentysix è la faccia di un enorme gorilla che compare in tutte le maglie da gioco delle squadre: è un simbolo che significa qualcosa in particolare? «L’idea del gorilla ci è sempre piaciuta, essendo un animale che manifesta forza ed allo stesso tempo tenerezza. Lavorando nel campo della moda abbiamo deciso con la mia socia Alice Bacci di provare questa avventura aprendo il

negozio Twentysix in piazza Matteotti a Scandicci, ed il gorilla rappresenta il nostro simbolo». Twentysix è partner dei Campionati Calcio Toscana, ed avete realizzato le nuove T-shirt per i nostri Delegati: un’iniziativa lodevole, che si aggiunge a quella che prevede la premiazione del miglior portiere e del capocannoniere di ogni disciplina dei Campionati. Quando e come hai pensato a questa iniziativa?

«Adoriamo qualsiasi tipo di manifestazione che possa dare visibilità al negozio ed al nostro lavoro, ed è per questo che abbiamo deciso di premiare il miglior portiere ed il capocannoniere di tutti i Campionati, sia al termine del girone d’andata che alla fine del Campionato. Ci auguriamo che questa iniziativa possa piacere a tutto lo staff ed a tutte le squadre del Calcio Toscana, in modo tale da poter continuare con questa collaborazione».

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posizione che occupano». Sempre nel Campionato di C7 si trova al terzo posto nella classifica marcatori: crede di riuscire a laurearsi capocannoniere del girone?

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«Per quanto riguarda la lotta al titolo di capocannoniere credo che sarà combattuta sino alla fine: mi ritengo un “bomber” e per questo non posso fare altro che dare il massimo per i miei compagni e cercare di segnare il più possibile per

Twentysix Calcio a 5

scritta con ben due formazioni, una nel C5 ed una nel C7, il Twentysix partecipa sia al Campionato che alla Coppa organizzati dal Calcio Toscana - MSP. Il Presidente Riccardo Cavataio ci parla delle sue squadre e delle iniziative del negozio che dà il nome alla squadra. Il nome della squadra, TWENTYSIX, è dovuto al nome del marchio del negozio di abbigliamento giovanile di cui lei è proprietario: quando ha deciso di prender parte ai nostri Campionati? «Fino all’anno scorso ho giocato a calcio a 11 nel Peretola Calcio: quest’anno la società, per vari motivi, ha deciso di non iscriversi al Campionato e così, non volendo smettere di giocare, sia io che alcuni miei miei compagni abbiamo cominciato a guardare i vari Tornei e Campionati in circolazione. Quelli del Calcio Toscana ci sono sembrati fin da subito i più interessanti e così ho preso la decisione di formare due squadre, una per il calcio a 5 ed una per il calcio a 7». Oltre che ai due Campionati, vi siete iscritti anche alla Coppa Toscana sia nel C5 che nel C7: quali sono gli obiettivi della Coppa? «L’obiettivo principale della Coppa Toscana, sia nel calcio e 5 che nel calcio a 7, è quello di divertirsi. Partecipano a queste due Manifestazioni squadre molto competitive ed organizzate: se dovessimo riuscire a centrare la qualificazione per la Fase Regionale, sarebbe per noi una grande soddisfazione, perché rappresenterebbe una conferma del bel lavoro che stiamo facendo. Crediamo molto in questo e faremo il possibile per regalarci questo bel traguardo». Nel Campionato di C5 vi trovate al settimo posto, mentre nel calcio a 7 siete secondi a 3 punti dalla capolista che presto affronterete: cosa vi aspettate da questa gara e dal campio-

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Doppio podio con Buglioni e Gensini, in un fine settimana ricchissimo di impegni

GINNASTICA

IL CGF E’ DUE VOLTE D’ARGENTO di Maria Consiglia grieCo

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eekend di fuoco quello appena passato per il Centro Ginnastica Firenze. Quattro campi gara in due giorni hanno visto sfilare una nutrita rappresentanza – maschile e femminile – della società gigliata. Le prime a scendere in pedana sono, sabato mattina, le piccole ginnaste di prima fascia che a Montevarchi hanno esordito nella prima prova regionale del Torneo GpT di primo livello: Maria Sole Bongini, Matilde Capizzi, Asia Ciulli, Costanza Fredducci, Ginevra Mordenti, Olivia Orzalesi, Margherita Stella, Giulia Truppa (tutte classe 2005) e Francesca Ravenni (2004) si rendono protagoniste di una bella gara sulle tre specialità minitrampolino, trave e corpo libero, in attesa della finale regionale che decreterà le qualificazioni alla nazionale. Intanto, a Barberino, le loro coetanee Lisa Bartalesi, Chiara Casella e Alessia Mariani si cimentavano nella prova d’apertura del campionato regionale UISP di Prima categoria, pagando all’esordio qualche errore di troppo che – solo per stavolta – le tiene per adesso lontane dal podio. La domenica si apre poi nel migliore dei modi, con la sezione agonistica femminile impegnata nella prima prova del campionato federale di Categoria allieve, ancora presso il palazzetto dello sport di Montevarchi: alla sua prima uscita nel Livello 1, Gaia Buglioni (2005) conquista il secondo gradino del podio in una gara che vede confrontarsi le migliori allieve (atlete da 8 a 12 anni, divise in fasce d’età) sull’all-around delle specialità dell’artistica femminile; ottimo esordio anche per Sofia Vivoli, dodicesima classificata alla sua prima uscita in una competizione di livello agonistico. E, mentre a Torino il CGF entrava per la prima

volta nel mondo della disciplina dell’Acrosport (attività della Federazione Ginnastica d’Italia), grazie alle coppie formate da Elisa Caldini e Giulia Raviglione, e da Francesca Frilli e Dorotea Mariani, che hanno preso parte alla prima prova del campionato nazionale di serie C2, a Firenze la palestra di Sorgane ospitava il primo appuntamento del Torneo regionale GpT di terzo livello femminile e di primo, secondo e terzo livello maschile, con la partecipazione di cir-

ca duecento atleti. Sono i ginnasti ad aprire le danze, e per il CGF si parte con l’undicesimo piazzamento di Omar Kamal nella prima fascia del secondo livello, mentre nel terzo livello i piccoli Leonardo De Mattia, Cosimo Donati, Tommaso Mattei e Niccolò Falciani si mettono “in riga” occupando le posizioni dalla seconda alla quinta; rispettivamente terzo e quarto Francesco Di Luca e Pietro Samson in seconda fascia. Tocca poi alle ragazze, e si comincia con l’esordio più che convincente di Camilla Nistri – classe 2003 – settima classificata in prima fascia su 25 ginnaste; segue la seconda fascia, con Sara Corsini, Arianna Giannelli, Alessia Ravenni e Annachiara Sottili, che dovranno attendere l’esito della seconda prova per essere certe della qualificazione alla fase na-

zionale; infine, scendono in campo gara le ginnaste di terza fascia, ed allora arriva un altro argento in questo intenso fine settimana per la società gigliata: a conquistarlo è Irene Gensini, che bissa la piazza d’onore dello scorso anno, ma questa volta lo fa portandosi ad un solo decimo di punto dalla prima classificata, sfiorando l’oro con il totale di 54.000, ottenuto sommando i punteggi delle cinque specialità minitrampolino, volteggio, parallele asimmetriche, trave e corpo libero. Ottimo quarto posto per Chiara Cortese e Camilla Vannucchi, che sfiorano il podio a parimerito; rientrano tra le prime trenta (tante le ginnaste che passeranno alla nazionale) anche Costanza Mugnai e Ricciarda Nencini, mentre si difendono bene Bianca Aterini e Alessia Burberi, in una gara dal regolamento rinnovato, che non permette più qualificazioni ai singoli attrezzi, ma solo classifica all-around. Appuntamento ancora una volta a Sorgane per l’8 marzo prossimo, con il secondo livello del Torneo GpT.


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MIDLAND

Nessuna gelosia sportiva, solo qualche scaramuccia in campo: la forza della squadra è il gruppo

MCL QUINTO ALTO A CACCIA DEL RISCATTO CON IN TESTA BRUNO PRADAL di MARCO CICALI

D

aniele Amoroso e Stefano Crocetti, rispettivamente “capo ultrà” e giocatore del MCL Quinto Alto, analizzano la squadra e tutto ciò che c’è intorno al progetto MCL. Girone Luss-Croazia, M.C.L. Quinto Alto si trova settimo. Come giudicate il campionato della vostra squadra? «Credo che la classifica sia un po’ bugiarda. Il settimo posto non rispecchia il vero valore e le capacità della squadra, e i tre pareggi consecutivi con Red Scorpions, Ferramenta Giovanni e Alpa sostengono la mia tesi. Negli scontri diretti con le squadre favorite, abbiamo dato del filo da torcere, dimostrando di non mollare; i problemi sono sorti in alcune partite che sembravano semplici e abbordabili, a causa di leggerezza e di scarsa vena agonistica. Con la mentalità giusta e con l’approccio adeguato, sono sicuro che nelle prossime gare riusciremo

a ottenere risultati migliori». Sei turni alla fine, Top League irraggiungibile. Punterete sulla Golden? «Lo scopo della squadra è quello di far gruppo, di star uniti e di divertirsi tutti quanti, la posizione in classifica ci interessa relativamente. La Top League sembra inarrivabile, in quanto, specialmente le prime tre squadre sono distanti da noi. Continueremo a scendere in campo dimostrando i nostri valori, con la voglia di conquistare i 3 punti in ogni gara, sempre con la consapevolezza che lo sport è divertimento. Se sarà Top, Golden o altro si vedrà». La squadra è guidata da Bruno Pradal. Quanto è importante il suo apporto? «L’apporto di Bruno Pradal è fondamentale perché ci trasmette la sua passione e la sua voglia di vincere, oltre che allenarci. Ma il suo apporto non si limita al rettangolo di gioco: se oggi la comunità può usufruire di una struttura valida e

di due squadre (maschile e femminile) è per merito suo. Lo definirei un “perfezionista innovativo” per le formule ideate per i vari tornei (come quello di beneficenza per la fondazione Bacciotti), per gli allenamenti organizzati a puntino, per il torneo 3 vs 3 in preparazione per Aprile. Ci tengo a sottolineare il suo rapporto con noi ragazzi, che ci porta sia a vederlo come un amico nella vita di ogni giorno sia come figura da rispettare in campo». Daniele Amoroso, da…. “capo ultrà” come vede la squadra da fuori? «La squadra e tutta la società è composta da ragazzi che si conoscono da tanto, e che sono uniti da una grande amicizia. Tra di noi non esistono gelosie sportive, è capitato qualche piccolo screzio in campo, ma mai un vero problema. Le convocazioni vengono fatte a turnazione, tutti giocano, nessuno viene escluso e chiunque scenda in campo viene sostenuto dal pubblico. Il giorno dopo

MCL Quinto Alto

le partite mi diverto a stilare sulla pagina di Facebook “MCL QUINTO ALTO”, le pagelle con voti e commenti sui calciatori, cosa che crea molto divertimento, ma che permette di analizzare, di migliorare cose viste in campo e di sorridere anche quando una partita non è andata bene».

Primi tre anni positivi, con due secondi e un primo posto. Gli ultimi due più difficili. Quale può essere stato il motivo di questa flessione? «Il nostro calo di rendimento è dovuto al cambio generazionale. Anno scorso ci siamo ritrovati a dover rifondare la squadra e aggiungere nuovi elementi, e nonostante lo scheletro base fosse composto dai “soliti amici”, le cose non sono andate come speravamo.

Abbiamo deciso di creare una squadra composta da amici, nella quale i requisiti di base sono la serietà, il gruppo e l’amicizia, e non le individualità. La sera dopo le partite andiamo a mangiare insieme, guardiamo le partite al circolo e ci ritroviamo per far banda. Questo è lo spirito giusto per riuscire a creare un gruppo unito e competitivo per tornare nelle posizioni che ci competono».



Segue dalla prima

D’altra parte è così che la Fiorentina doveva diventare: antipatica perché vincente, protagonista assoluta anche in campionato, pronta a battersi per il successo finale addirittura con la Vecchia Signora. Ma per fare le prove, per abituarsi all’idea, per cominciare a infastidirla, pensiamo con grande curiosità ai possibili tre match che viola e bianconeri dovranno affrontare. Sarà una sorta di campionato nel campionato, di battaglia infinita che guarderà principalmente all’Europa League, ma non solo. Perché è anche battaglia di stili di stili diversi, di modi di affrontare il calcio, di essere presenti e protagonisti nelle rispettive città. D’altra parte la battaglia tra Juve e Fiorentina era e resta eterna, con una sola differenza, che nessuno ha dimenticato: l’inizio di questa stagione è coinciso con il primo appuntamento e a vincerlo sono stati Pepito Rossi, Joaquin e compagni. Non è poco in una stagione nella quale, tra le altre cose, la Fiorentina può ancora vincere la Coppa Italia e, perché no, lottare per il terzo posto e la zona Champions. E poi strada facendo verrà costruito anche il nuovo stadio e questa è la promessa fatta dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal patron Diego Della Valle. Garanzie entrambe, perché il sogno possa davvero diventare realtà. Alessandro Rialti Mugello

FUORIGIOCO di DUCCIO MAGNELLI

IN FASE DI REGISTRAZIONE

DIRETTORE RESPONSABILE Mario Tenerani CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi) tel. 055.9334666 GRAFICA E IMPAGINAZIONE Chiara Reggiani Alexandra Barbieri STAMPA Galeati Industrie Grafiche srl (Imola) HANNO COLLABORATO Francesca Bandinelli, Lorenzo Cancemi, Giancarlo Carmagnini, Andrea Giannattasio, Duccio Magnelli, Alessandro Latini, Michela Lanza, Fabrizio Paoli, Ruben Lopes Pegna, Cristiano Puccetti, Ubaldo Scanagatta. FOTO Massimo Sestini

Q

uando Montella, in qualche partita, ha deciso di mettere in campo Ilicic nel ruolo di attaccante − per penuria di centravanti o per dare respiro all’unico rimasto, Matri − a Firenze ha iniziato a circolare la leggenda del “falso nueve”. Cioè del “falso nove”: il centrocampista più offensivo della rosa prestato per ragioni di emergenza al reparto avanzato. L’operazione del mister è stata accolta dalla tifoseria con qualche mugugno, poi giustificato perché in quel ruolo il giocatore si è rivelato

IL FALSO NUEVE

(E IL VERO CENTRAVANTI) un pesce fuor d’acqua. Molti avrebbero preferito vedere Matos o Rebic (a proposito, che fine ha fatto?). In realtà la storia del calcio è piena di “falsi nueves”, il più famoso del quali è stato un ungherese, Hidegkuti. Che da allenatore portò la Fiorentina nel 1961 a vincere la Coppa delle Coppe. Quando invece, negli anni ’50, giocava nell’Ungheria − la grande nazionale che umiliò gli inglesi a Wembley nel ‘53 − Hidegkuti indossava la maglia numero

nove. Lo stopper (allora non esisteva la zona) vedeva il numero tipico del centravanti e si affrettava a marcarlo. Lui arretrava a metà campo e creava delle voragini nelle difese avversarie in cui si gettavano come belve fameliche Puskas e Kocsis, due… “veri nueves” che segnavano valanghe di gol. Non a caso la dicitura “centravanti alla Hidegkuti” fa ormai parte della storia tattica del calcio. In tempi molto più recenti Luciano Spalletti, un allenatore vicino a noi

fiorentini se non altro perché è nato a Certaldo, ha fatto diventare “falso nueve” un centrocampista proveniente dal Chievo: Perrotta, che nella Roma fra il 2005 e il 2007 ha segnato quasi tutti i gol della sua carriera. Si dice che anche Messi nel Barcellona sia un “falso nueve”, visto che gli spagnoli giocano senza una punta centrale. Per la verità “la pulce” Messi può giocare indifferentemente da vero e da falso nueve. E forse anche da portiere, se fosse più alto. Tornando alla Viola e al

suo tecnico, in Danimarca, nell’Europa League, Montella ha iniziato la partita con Matos e Matri. Poi ha messo dentro anche Gomez. Preso dall’euforia, si dice che a un certo punto abbia cominciato a togliersi la giacca e a cercare le scarpette. L’hanno fermato. Voleva entrare anche lui. Insomma tanti “veri nueves” tutti insieme Montella li sognava da tempo. Certo, all’appello ne manca ancora uno. Forse quello più importante. Pepito Rossi tornerà fra un po’. Ma almeno, nell’anno degli attaccanti veri in aspettativa, Montella potrà chiudere nel cassetto quello falso. Roba da non credere, fino a un mese fa.


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