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Settimanale di critica e attualità sportiva
Appunti di Viaggio
Volti Nuovi
Moreno Roggi: “La Fiorentina non può essere prigioniera dei mal di pancia”
della valle torna in Lega per cambiarla
Le schede dei primi tre acquisti viola”
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g n i p p o h s
La Fiorentina è già partita a 100 all’ora TUTTO MERITO DELLA PREMIATA DITTA PRADÈ- MACIA
di Alessandro Rialti
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a Fiorentina è partita a 100 all’ora. Non è la prima volta ma i viola sono
senza dubbio uno dei club con le idee più chiare dell’intero campionato. Le scelte vengono fatte in anticipo e tutte sono all’insegna della ricerca della qualità,
di giocatori che sappiano arricchire un gruppo che di per sé è già ricco. In questo senso vanno letti gli arrivi di Iakovenko e di Marcos Alonso ma ancor più
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l’idea-Joaquin. Per quanto riguarda i primi due si tratta di giocatori per i quali la coppia Pradè-Macia si era mossa con decisione anche nel gennaio scorso.
Poi per motivi diversi, entrambi gli acquisti erano slittati per la firma definitiva alla conclusone del campionato.
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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 29 Maggio 2013
DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti
appunti di viaggio
di Mario tenerani
A
ndrea Della Valle prima lo ha detto quasi sottovoce dopo la notte da incubo con la Roma e poi lo ha ripetuto con forza appena finito il campionato. Dopo anni di assenza il patròn della Fiorentina tornerà nel palazzo del calcio, la confindustria del pallone italiano. Laddove probabilmente si decidono parte, se non tutti, i destini del nostro movimento. Non è il caso adesso di rimestare nel passato, attraverso i motivi che hanno allontanato la Fiorentina da quelle stanze. La scelta non è stata felice, ma è facile da comprendere. Troppe scottature nel passato. I Della Valle però sanno bene che le battaglie, a cominciare da quelle di condominio, si fanno da dentro. Da fuori sei sempre perdente, senza discussione. Il ritorno del presidente viola in Lega è anche da ricondurre ad uno dei periodi più bui della repubblica italiana del calcio. Siamo in piena decadenza, altri movimenti ci hanno surclassati negli ultimi due lustri, pensiamo ad inglesi, spagnoli e tedeschi. L’ultima mappa della Lega racconta che l’80 per cento della tifose-
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COLLABORATORI Francesca Bandinelli, Andrea Giannattasio, Michela Lanza, Alessandro Latini, Duccio Magnelli, Ruben Lopes Pegna, Alessandro Rialti, Mario Tenerani, Giampiero Tosi. FOTO La Presse
Della Valle torna in Lega per cambiarla ria italiana - la citazione è di Andrea Della Valle e la facciamo nostra per quanto è corretta - non è rappresentata. Basterebbe questo dato per far saltare il banco. Non c’è democrazia e l’oligarchia al governo non è neppure illuminata, Beretta non ha niente in comune con Demostene. Le decisioni arbitrali hanno penalizzato, praticamente a senso unico, certe squadre a discapito di altre. “Torti e favori a fine stagione si pareggiano” è una delle più grandi stupidaggini mai partorite. Chiedete alla Fiorentina - tanto per restare in casa - se le cose sono andate realmente così... Un campionato falsato dagli errori arbitrali, con una sudditanza psicologica nei confronti dei club più potenti ormai conclamata. Ne parlano tutti - compreso Andrea Della Valle - senza più remore. Campionato falsato anche dagli orari sballati, dalla mancata contestualità in tante occasioni, da un Cagliari martoriato dai veti sul suo stadio, Is Arenas, come se questo problema appartenesse solo allo Stato e non a chi governa il calcio italiano. Il quadro è critico, altro che storie: la serie A è indebitata fino al collo,
continua a spendere più di quello che guadagna e all’estero non tira più come una volta. Premier, Liga e Bundesliga si vendono molto meglio: i posti nell’Europa che conta ora sono addirittura minati da un Portogallo arrembante. Ma stiamo scherzando? Ecco perché Andrea Della
Valle il 20 maggio scorso, in quella curiosa conferenza stampa fatta sul prato del Franchi, ha detto una verità annunciando il suo ritorno: il presidente ha spiegato che se le società italiane non si metteranno a sedere intorno al tavolo della Lega e non prenderanno strade decise, sarà
la fine. Stavolta davvero. I Della Valle e la Fiorentina torneranno in Lega, non solo per chiedere e pretendere rispetto, cioè per non avere più direzioni di gara come quelle fornite da Tagliavento e Mazzoleni o per subire indirettamente arbitraggi come quello di Bergonzi
in Siena-Milan (costati circa 30 milioni di mancati introiti...), ma anche per contribuire a riscrivere la rotta di viaggio dello sport preferito dagli italiani. Quello che sfugge a molti è che non sono i Della Valle ad aver bisogno del calcio italiano, ma il contrario...
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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 29 Maggio 2013
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Esclusiva con l’ex campione viola ed esperto di mercato che spazia da Jovetic a Pizarro, da Ljajic a Viviano
L'esclusiva
Moreno roggi:
“La Fiorentina non può essere prigioniera
dei mal di pancia di nessuno”
di
Michela Lanza
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n agente di mercato, un ex campione, ma soprattutto un amico di Firenze e della Fiorentina: ecco l’identikit perfetto di Moreno Roggi, contattato in esclusiva dal Brivido Sportivo per parlare delle prime mosse di mercato della Fiorentina, già regina delle trattative dopo appena 10 giorni dalla fine del campionato. I nuovi acquisti e i casi più spinosi da risolvere (da Jovetic a Ljajic, da Viviano a Pizarro): ecco i pensieri di un uomo che conosce bene l’ambiente del calciomercato. La Fiorentina ha già iniziato il suo mercato: un parere sui nuovi volti viola (o quasi), Iakovenko, Alonso e Joaquin? «Non ci sono dubbi: è stato un inizio di mercato scoppiettante quello della Fiorentina: com’è finito il campionato, non è stato perso tempo. E, parlando in generale senza sbilanciarsi troppo su un nome o sull’altro (anche se Joaquin mi piace davvero tanto), è chiaro ed evidente che sono state chiuse operazioni che hanno bisogno di tempo per essere portate a termine, operazioni mirate, nate evidentemente in anticipo e che denotano una intelligente programmazione».
In base a queste prime mosse, crede che il mercato viola sarà un mercato in cui la società andrà alla ricerca di esperienza europea, di altri giovani da inserire in un’intelaiatura di squadra già importante o di entrambe le cose? «La Fiorentina andrà alla ricerca di tutte e due le cose: di giovani interessanti e di uomini con esperienza anche internazionale che possano, insieme, formare il giusto mix che serve per fare bene su ogni fronte. Non ci dimentichiamo che il prossimo anno, più che mai, a Montella serviranno due squadre». La Fiorentina e… la punta da 20 gol a stagione. Dove cercarla: in Italia o all’estero? «Io parto da questo presupposto: non avendo avuto la punta da 20 gol a stagione, la Fiorentina è arrivata 4ª in classifica ma 3ª sul campo… se quest’estate riuscirà a trovarla potrà ambire a fare ancora meglio. A fare qualcosa di più. Ma non sarà facile, le punte chi ce l’ha se le tiene strette. Sono merce rara. Per questo i viola potrebbero cercarla e trovarla attraverso la cessione di Jovetic…». Si riferisce ad uno tra Matri e Quagliarella, giocatori che potrebbero rientrare nell’operazione Jovetic-Juventus? O anche a qualche alternati-
va estera? «Non so dove andrà Jovetic, non ho il sentore o la percezione che possa andare da una parte piuttosto che dall’altra, ma una cosa è certa: in Italia o all’estero sfrutterei la sua cessione per avere in cambio, oltre a dei soldi, pure una punta che possa risultare anche meglio di lui. Farei un’operazione come quella fatta lo scorso anno con il City per Nastasic, dalla cessione del quale la Fiorentina ha guadagnato soldi (e tanti) e un difensore migliore di lui. Ma per fare un esempio, chiedo: quanti gol ha fatto Jovetic quest’anno? 13. E Matri? 8 giocando meno del montenegrino (22 presenze, ndr). E secondo voi Matri non potrebbe migliorare l’attacco viola?». Restando in attacco, Ljajic firmerà il rinnovo secondo lei? Sarà riconoscente alla Fiorentina oppure no? «Ma lui è giovanissimo. E più che lui bisogna vedere se questa riconoscenza ce l’ha il suo procuratore. E soprattutto vedremo chi sarà a decidere alla fine. Una cosa è importante: che vada via o che resti, bisogna decidere in fretta. La Fiorentina deve saperlo entro l’inizio del ritiro. Se Ljajic resterà, saremo tutti felici. Se se ne andrà, la società cercherà altro…». Dall’attacco alla porta: si
fanno tanti nomi di portieri (per la maggior parte stranieri), ma alla fine verrà riscattato Viviano? «Viviano è un ottimo portiere. Non so se verrà riscattato oppure no, è una decisione della società viola che dipende molto anche da una questione economica, ma mi preme dire una cosa: io, per quanto riguarda il portiere e i difensori centrali (e per difensori centrali intendo quelli che sanno marcare come Savic) cercherei di tornare alla tradizione degli anni ‘70 e ‘80 quando l’Italia in questi ruoli primeggiava». Infine il caso-Pizarro: crede che quanto detto dal suo procuratore sia vero o che, invece, dietro al mal di pancia del cileno ci sia un’offerta importante? «Pizarro è uno così: un grande giocatore che va preso con il carattere che ha. Dispiace pensare che lui non consideri la Fiorentina una grande squadra, un team per lui. Nella sua carriera ha militato in ottime squadre, ma protagonista come a Firenze non lo è mai stato. Solo a Roma lo è stato, dove era arrivato grazie a Spalletti che se l’era portato dietro dall’Udinese. Poi nell’Inter e nel City non era un titolare. Quindi penso che l’esperienza in viola sia stata,
ad oggi, la migliore: lui qua ha giocato in una signora squadra. Per quanto riguarda il suo mal di pancia, può essere che si sia scoperto deluso dal calcio italiano: me lo hanno detto, caratterialmente lui è molto particolare. Ma la Fiorentina non può
essere prigioniera dei mal di pancia di nessuno, quindi o ci ripensa e resta (ma velocemente) oppure la società andrà alla ricerca di altro. Ma vale il discorso fatto per gli altri: la decisione deve essere presa in fretta». Prendere o lasciare.
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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 29 Maggio 2013
Volti nuovi
Le schede dei primi tre nuovi acquisti viola per una squadra sempre più spagnola
Il campionato è appena finito
MA ARRIVANO GIÀ I PRIMI COLPI MARCOS ALONSO MENDOZA JOAQUIN SANCHEZ RODRIGUEZ Per tutti è semplicemente militato nel Bolton. La Fioren-
di Ruben Lopes Pegna
OLEKSANDR IAKOVENKO Nasce a Kiev il 23 luglio 1987. È figlio e fratello d’arte. Il padre Pavlo è un ex centrocampista di Metalist, Dinamo Kiev e Sochaux ed ex tecnico dell’Under 21 ucraina. Il fratello Yuri milita nella Dnipro Dnipropetrovsk. Arriva alla Fiorentina a parametro zero. Ha firmato un contratto fino al 2016 con un ingaggio annuale di 550.000 euro. Nell’ultima stagione ha militato nell’Anderlecht con cui aveva il contratto in scadenza, collezionando 20 gettoni di presenza e realizzando 7 gol. Ha disputato anche 4 gare in Champions, siglando 2 reti. Poche volte, però, è partito titolare, subentrando quasi sempre a partita in corso. Quest’anno ha conquistato lo scudetto e la Supercoppa del Belgio. Iakovenko è un esterno offensivo, perfetto
per il 4-3-3 ma può essere impiegato anche come trequartista o come seconda punta. È un destro naturale ma partendo da sinistra può accentrarsi e calciare in porta con il suo piede preferito. Inizia la carriera nel Metalist Kharkiv in Ucraina. Nel 2005, a 18 anni, si trasferisce in Belgio, nel Lierse. Poi passa al Genk, dove resta due stagioni fino al 2008. Nell’estate di quello stesso anno lo acquista l’Anderlecht. Tra il 2009 e il 2012 il club di Bruxelles lo gira in prestito prima al Westerlo e poi all’Oud-Heverlee. Nell’ultima stagione, invece, milita di nuovo con l’Anderlecht. Iakovenko gioca in tutte le formazioni giovanili dell’Ucraina e vanta anche una presenza nella nazionale maggiore.
Alonso. Nasce a Madrid il 28 dicembre 1990. È figlio e nipote d’arte. Suo padre Marcos Alonso Pena è stato un buon giocatore tra le altre di Atletico Madrid e Barcellona. Suo nonno, Marcos Alonso Imaz, più conosciuto come Marquitos, è stato difensore del mitico Real Madrid, vincitore di 5 Coppe dei Campioni consecutive tra il 1956 e il 1960. Era in campo con la camiseta blanca con il numero 5 anche in occasione della finale vinta contro la Fiorentina per 2-0 il 30 maggio 1957 nella capitale spagnola. Alonso arriva a Firenze a parametro zero. Nell’ultima stagione ha
tina avrebbe voluto acquistarlo già nel mercato di gennaio per 400.000 euro, visto che il suo contratto era in scadenza a giugno, ma il club inglese non lo ha ceduto. Alonso, cresciuto nelle giovanili del Real Madrid, debutta in Liga nel 2009/10 a Santander contro il Racing, una delle squadre in cui ha militato suo padre, nel match vinto dalle merengues per 2-0. Poi si trasferisce al Bolton, con cui esordisce in Premier League il 1° gennaio 2011 nel match contro il Liverpool. La sua vita purtroppo è segnata da un autentico dramma. Il 2 maggio di quello stesso anno, mentre è al volante della sua Bmw in una strada di Madrid (aveva ricevuto un permesso dal Bolton per tornare 4 giorni a casa) va a schiantarsi contro un muro a causa dell’asfalto bagnato e probabilmente per un tasso alcolico superiore a quello consentito. Nell’incidente muore Barbara, una ragazza di 19 anni. Alonso rimane sotto choc per alcuni giorni ma viene rilasciato dalla polizia. Per lui non c’è alcuna conseguenza sul piano penale. È un mancino possente fisicamente (è alto 188 centimetri), molto dinamico e non male anche sotto il profilo tecnico. Prevalentemente gioca come difensore o centrocampista basso esterno. È perciò l’ideale sostituto di Pasqual nel 4-3-3 o nel 3-5-2.
Per tutti semplicemente Joaquin, nasce a El Puerto de Santa Maria, in Spagna, il 21 luglio 1981. È la classica ala. È bravo nei dribbling e nei cross dalle fasce laterali, soprattutto da quella destra. Nel 4-3-3 di Montella si inserirebbe a meraviglia. Ma può fare anche il trequartista. Macia lo conosce molto bene, essendo stato con lui a Valencia. Joaquin è un giocatore che ha grande esperienza anche a livello internazionale, avendo giocato molte partite sia in Europa League che in Champions League. Nell’ultima stagione con il Malaga, società da cui la Fiorentina lo ha acquistato per circa 2.300.000 euro, ha affrontato proprio in Champions il Milan, segnando nel match di ritorno a La Rosaleda il gol del definitivo 1-0. Con la nazionale del suo paese ha partecipato a due Campionati del Mondo, nel 2002 e nel 2006, e a un Campionato Europeo, nel 2004. Al suo attivo con le furie rosse ci sono 51 gettoni di presenza e 4 reti. Joaquin inizia la sua carriera nelle giovanili del Betis di Siviglia. Nel 1999/00, a 18 anni, debutta nella formazione B, disputando 26 gare e segnando 2 gol. 12 mesi dopo passa in prima squadra, dove si conquista subito un posto da titolare e contribuisce alla promozione in Liga del Betis. Resta a Siviglia fino al 2005/06, quando passa al Valencia per 25 milioni di euro. Nell’ex club di Macia gioca per 5 stagioni, fino al 2010/11, quando viene ceduto al Malaga. Nel suo palmarès ci sono 2 Coppe del Re. La prima l’ha conquistata con il Betis nel 2004/05, la seconda con il Valencia nel 2007/08.
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UN MESE DI TEMPO A PIZARRO, ma intanto la Fiorentina si muove di Francesca Bandinelli
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n’umiliazione di quelle destinate a lasciare il segno. David Pizarro, l’uomo che dopo la scomparsa della sorella Claudia, quando tutti temevano potesse cominciare a paventare l’ipotesi di tornarsene a Valparaiso, in Cile, per stare vicino alla famiglia, ebbe la forza di calciare il rigore più difficile per poi lanciarsi in lacrime sull’erba con gli occhi rivolti al cielo, quella ‘sudditanza’ psicologica della classe arbitrale non l’ha digerita. Per questo avrebbe reagito ‘di pancia’, chiedendo di andarsene altrove. Per vincere, come hanno fatto anche altri. La Fiorentina è convinta di questo. Non crede che dietro ci sia un club qualificato alla prossima edizione di Champions, figurarsi lo Zenit di Spalletti. Il suo ex allenatore lo aveva cercato anche un anno fa, prima della sua firma con la società viola: Pek disse no perché le condizioni climatiche non lo attraevano per niente, tanto meno le trasferte lunghissime del campionato russo. Semplicemente, quanto accaduto a Siena ha mandato il sistema del cileno in tilt. Lo ha detto il suo patron, Andrea Della Valle, che già lo aveva visto contrariato dopo la
gara contro la Roma, dopo quel rigore per fallo di mano di De Rossi non fischiato. MENO DI UN MESE. Proprio per questo motivo la Fiorentina ha concesso a Pizarro poco meno di un mese di tempo. Gli permetterà di restare concentrato sulle gare della Nazionale, dove Pek è tornato dopo otto anni di assenza, poi dovrà decidere. Sapendo di aver dato una parola, oltre che di aver firmato un contratto fino al 2014. Certo, c’era anche un accordo verbale. «Se non te la senti di continuare - gli dissero la scorsa estate i dirigenti viola - alla fine della prossima stagione ti liberiamo e potrai tornare in patria». Discorso diverso è invece quello approntato dal manager del giocatore, Alejandro Santiesteban, lo stesso di Mati Fernandez. In questi giorni sarà lui a parlare con la Fiorentina, a cercare una mediazione. Perché, per il momento, di passi indietro non si parla. Ha ragione Pek a voler cercare di vincere, ma questa squadra è stata costruita con questo obiettivo. La conquista della Champions League è soltanto rimandata di una stagione, intanto c’è una Europa League che può essere vissuta davvero da protagonista, come hanno dimostrato già quest’anno Chelsea e Benfica fino all’ultimo tuffo.
LE SOLUZIONI. Fino a che non arriverà la decisione definitiva di Pizarro, la Fiorentina si limiterà a sondare il terreno. Se poi il cileno non dovesse tornare indietro sui suoi passi, ecco che gli uomini mercato della famiglia Della Valle metterebbero in moto il loro marchingegno perfetto. Per caratteristiche, il giocatore che meglio si inserirebbe all’interno delle logiche del centrocampo viola, è indiscutibilmente Francesco Lodi, ventinove anni del Catania. È stato proprio Vincenzo Montella in quella stagione a disegnargli una posizione in campo similare a quella del cileno, in più ha un piede formidabile sui calci da fermo. Convincere il club di Pulvirenti a privarsi di uno dei suoi giocatori simbolo non sarà facile, è evidente, ma quando sarà il momento i dirigenti viola non si tireranno indietro. SOGNI TOP. Il sogno, invece, si chiama Kevin Strootman, olandese di ventitré anni del PSV il cui contratto scade nel 2016. La valutazione del suo cartellino è molto alta, intorno ai dodici milioni di euro ma, considerando l’età anagrafica del giocatore, diventerebbe uno dei
punti di riferimento del presente e del futuro. Sul giocatore, però, già da tempo si sta muovendo anche il Milan, che in Olanda da sempre ha saputo scegliere ottimi campioni. Eduardo Maciá non ha mai smesso di seguire nemmeno Ever Banega, argentino di passaporto spagnolo del Valencia, cresciuto nel Boca Juniors con cui ha vinto pure una Libertadores. È sempre spagnolo, ma gioca in Inghilterra, al QPR Esteban Granero, venticinque anni cresciuto nelle giovanili del Real Madrid con cui ha messo insieme 67 presenze e quattro gol. In questo caso il prezzo scende di qualche milione, ma siamo sempre intorno ai 6/7 milioni. In Italia, piace Mauricio Isla, cileno della Juventus, ma in questo caso c’è da superare il veto ancora in vigore da parte del patron viola Andrea Della Valle. Detto che l’operazione non sarebbe in alcun modo legata all’eventuale cessione di Stevan Jovetic, serve prima che venga superato questo ostacolo.
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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 29 Maggio 2013
Sempre più aperto il caso del montenegrino che vuol restare in Italia ed è da tempo nel mirino della Juve di Andrea Giannattasio
C’
è un dato, inconfutabile, che fino ad oggi ha sempre spaventato tutti i tifosi viola, ormai rassegnati da mesi a dover salutare tra poche settimane Stevan Jovetic: il desiderio da parte del montenegrino di rimanere in Italia. Una richiesta legittima, ovviamente, ma che apre scenari piuttosto chiari che non lasciano grandi spazi ad interpretazioni. Infatti, al momento, l’unico club di serie A che sarebbe disposto a versare 25-30 milioni di euro nelle casse della Fiorentina è solo la Juventus, una squadra notoriamente antipatica ad i tifosi viola che già nel recente passato (specie dagli anni ‘90 in poi, dopo l’acquisto di Roberto Baggio) ha tentato più di una volta di strappare alla società gigliata i propri campioni. La storia con Jovetic, dunque, potrebbe ripetersi anche quest’estate. A poco, forse a niente varrà la chiacchierata che ben presto il patron
MERCATO
JOVETIC IN PARTENZA,
la Fiorentina resta ferma sulla richiesta di 30 milioni viola Andrea Della Valle terrà con lo stesso JoJo, un faccia a faccia sulla falsa riga di quello che il numero uno di casa Tod’s tenne con il numero 8 già nella recente estate a Moena, dove però in quella circostanza riuscì a tenere a freno le velleità di Jovetic, spazzando via le prime sirene di marca juventina che, puntuali come non mai, si stanno
ripresentando quando è passata poco più di una settimana dalla fine del campionato. In quel colloquio in cui ADV convinse Jovetic a restare a Firenze fu fatta, come ben noto, una promessa tutta speciale al giocatore: se infatti egli fosse riuscito a suon di gol a riportare la Fiorentina in Europa, dodici mesi dopo (cioè oggi) avrebbe avuto totale carta
Intanto un portiere: arriva il nazionale uruguaiano munúa In attesa di conoscere gli altri colpi di mercato (da Demichelis a Ilicic, dal vice Pizarro alla punta) la Fiorentina, attraverso un comunicato ufficiale, lunedì ha fatto sapere che: “ACF Fiorentina informa che in data odierna (lunedì ndr) ha comunicato al Club Levante il proprio interessamento nei confronti del Tesserato Munùa Gustavo Adolfo Vera (portiere nato a Montevideo il 27.01.1978 e con passaporto spagnolo). Nei prossimi giorni incontrerà il calciatore per valutare condizioni economiche e idoneità fisica valida al fine di un futuro tesseramento. Infatti, il portiere, nazionale uruguaiano (22 presenze) e tanta esperienza maturata in Spagna (Deportivo, Malaga e Levante), ieri ha effettuato le visite mediche ed è pronto per la nuova avventura… in riva all’Arno.
bianca per poter decidere del suo futuro: se, cioè, restare in viola ancora un altro anno e completare la propria maturazione o se azzardare un’avventura in una big europea o italiana. Una bellissima promessa, da vero galantuomo. Come del resto si addice al costume e allo stile della famiglia Della Valle. Ma c’è un particolare di non poco conto che a molti è sfuggito nel ripercorrere le tappe del caso-Jovetic: già nei mesi passati infatti si era vociferato di un gentlemen’s agreement sul giocatore del valore di circa 30 mi-
lioni di euro, una cifra simbolica (ma poi nemmeno più di tanto) in vigore sin dai tempi di Corvino e creata con l’obiettivo di blindare Jovetic. Un patto quindi, scritto o orale che sia, che resta valido ancora oggi e che la Fiorentina è decisa ad impugnare per guadagnare quanto più possibile dall’eventuale cessione del montenegrino in estate. Una presa di posizione netta da parte della società gigliata che spaventa e non poco la Juventus, che difficilmente potrà disporre a stretto giro di posta di una tale liquidità da inve-
stire sul mercato e che già da tempo sta blandendo i viola con alcune contorte offerte che abbinano contropartite tecniche bianconere e soldi. Proposte che, per il momento, non fanno vacillare Pradè e Macía, che anzi sarebbero più propensi a vendere Jovetic ad un club estero che paghi l’intera cifra pattuita senza mezzi termini, benché - come già detto - la preferenza del giocatore sia quella di restare a giocare in serie A. Un vero enigma dunque: un vero e proprio caso che renderà più calda che mai l’estate viola.
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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 29 Maggio 2013
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Firenze vuole continuare a godere con il ‘nuovo’ Adem e in tal senso la Fiorentina è ottimista
MERCATO
Adesso serve il rinnovo di Ljajic.
Qualcuno porti la penna
di Alessandro Latini
N
el calcio tutto può cambiare da un momento all’altro. Prendete Adem Ljajic, che fino alla scorsa estate era trattato come una specie di corpo estraneo alla Fiorentina, una mela marcia di cui liberarsi il prima possibile per non infettare le altre. Oggi, a distanza di dodici mesi, il baby serbo è il giocatore che Firenze vuole proteggere più di tutti affinché non prenda altre strade. Strano destino, il suo. Il ragazzino indolente e viziato ha lasciato il posto al giocatore vero, quello che determina la partita con la sua classe. Merito suo, certo, ma lo zampino di Montella c’è e si vede. È stato proprio l’Aeroplanino ad aver dato nuova linfa all’attaccante, che fin dal primo giorno del ritiro estivo di Moena si è messo a completa disposizione. Montella è rimasto subito impressionato, tanto che in alcuni casi si è chiesto se Ljajic si stesse allenando per essere pronto ad un eventuale trasferimento: andava troppo forte in allenamento, quasi il doppio degli altri. Strano - deve aver
pensato Vincenzo - per uno che fino a pochi mesi prima era considerato un discolo da prendere a schiaffi (non solo metaforici). Eppure il nuovo Adem è nato lì, fra le montagne trentine è andato a segno a ripetizione ed ha convinto Montella a dargli una nuova chance colorata di viola. Via Cerci senza nemmeno troppi ringraziamenti, dentro Adem (non potevano rimanere entrambi). Il resto è storia recente. DA FEBBRAIO È ESPLOSO. La storia però è particolarmente bella. Dopo un girone d’andata in cui non è riuscito a trovare continuità, Firenze ha assistito mese dopo mese all’esplosione di Ljajic. I numeri della stagione sono ottimi (12 gol e 6 assist in 31 partite), ma sono addirittura impressionanti se li analizziamo da febbraio in avanti. La partita con l’Inter è stata lo spartiacque tra il rimanere nell’anonimato e prendere la strada del piccolo campione. La doppietta ad Handanovic è stata il preludio ad altre 8 reti in 11 partite (due le ha saltate per squalifica), che lo hanno fatto balzare agli onori delle cronache. Elogi a non finire
per lui e per Montella, che non si è mai voluto prendere i meriti lasciandoli tutti al calciatore. Oggi Adem rappresenta un piccolo tesoro da custodire gelosamente, perché non solo i tifosi viola si sono accorti che ha finalmente imboccato la strada giusta. Un giocatore come lui, con il contratto in scadenza nel 2014, fa gola a molti grandi club. REGNA L’OTTIMISMO. Ed eccoci al famoso rinnovo del contratto, che ancora tarda ad arrivare, ma che è più vicino rispetto alle scorse settimane. Ramadani si frega le mani, perché questa per lui sarà la seconda estate importante da un punto di vista economico. Il rinnovo di Adem e la cessione (ormai probabile) di Jovetic gli faranno passare delle ottime vacanze, come del resto lo sono state quelle dello scorso anno grazie al trasferimento di Nastasic. Il grande manovratore è proprio lui, il potentissimo agente serbo che fa venire reazioni urticanti nella sede della Fiorentina solo a pronunciarne il nome. La posizione morbida di Della Valle nella questione Jovetic ha di fatto
sciolto un nodo che rischiava di diventare pericoloso. La ‘mannaia’ della cessione di Ljajic in assenza di rinnovo c’è ancora (la Fiorentina non avrebbe il potere di ottenere il massimo dalla cessione, ma non potrebbe nemmeno correre il rischio di perderlo a parametro zero nel 2014), ma ad oggi Pradè è molto ottimista circa il nuovo accordo con il serbo (che ha dichiarato di avere già la penna per firmare…) e per la verità lo è stato fin dall’inizio. La Fiorentina chiede riconoscenza al suo giocatore. D’altra parte la società lo ha aspettato quando faceva i capricci e non rendeva in campo per quello che poteva, adesso spetta a lui mostrare gratitudine. La Fiorentina, oltretutto, gli propone un ingaggio superiore ai 700.000 euro che percepisce attualmente, anche se forse non raggiungerà mai la cifra che lui ha richiesto tramite Ramadani. Con un po’ di trattativa, però, la fumata bianca dovrebbe arrivare. Il tempo c’è ancora, ma la Fiorentina vuole siglare il nuovo accordo entro la metà di
luglio, quando i viola partiranno per il ritiro. Quella è la data limite. Da Moena a Moena, Montella vuole sapere se potrà contare ancora sul suo numero 22. Anche perché l’allenatore è già stato schietto nei confronti dell’attaccante. Complimenti si, ma anche qualche frecciatina, datata poco tempo fa: «Saremmo contenti se Ljajic restasse, ma deve capire che lui ha più bisogno della Fiorentina di quanto la Fiorentina abbia bisogno di lui». Messaggio recapitato forte e chiaro. Per crescere c’è bisogno di rimanere a giocare a Firenze. E rinunciare a qualche centinaia di migliaia di euro talvolta può essere un bene. Forse non per Ramadani, ma sicuramente per Ljajic.
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pallone, armeno quello viola che poi gli è l’uniho che fa arrapare (e si fa pe’ dire) i’ nonno e gli è nell’armadio e ora finché un si torna da i’mare e un si riede. E bisognerà sopravvivere
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ma come e si fa? ‘Ntanto e c’è queste manifestazioni di ripiego come la finale di Scempionse senza la Fiore che una seraa più ‘n là e le ci portano. Qui’ poero Borussia (ma che caspita di maglie e ci hanno? E paian calabroni!) finché gni è riuscio di fa’ move’ le gambe e i’capo fori giri, quasi e fa’ i’ miraholo! I’Bayerne e parea tornao normale, e un gli riuscia di ripartire, ‘nsomma e la vedea poho. O sta’ a vedi che questi e gli sbugiardano i’mondo e quelli bravi e ti
perdan la terza finale di fila! Carma e gesso, e gli è bastao scala’ marcia perché la benzina anche ‘n crucconia e la costa che e poeri calabroni e gli hanno cominciao a becca’ stonfi. Alla fine la gli è andaa bene a perde’ di poho e ‘n fondo, se gli andaano a supplementari nelle condizioni che gli erano, e ne pigliaan di più. E pensa’ che questi che sembran marziani, tre anni fa pe’ vince’ con noi agli ottavi e gni è toccao a ruba’ come e’ peggio gobbi! Le son le soddisfa-
LA GUERRA DELL’ULTIMO ROMANTICO
U
rge tornare nelle stanze del potere dove si fanno (e si “dis-fanno”) le vicende calcistiche. Perché il campo sembra ormai diventato soltanto il luogo in cui si concretizzano decisioni prese da qualche altra parte. Hanno provato, i Della Valle, a tenersi fuori da quelle stanze, ma gli ultimi avvenimenti li costringeranno a scendere dall’Aventino calcistico. “Nel Consiglio di Lega Juventus, Roma, Fiorentina e Inter non ci sono. L’80% dei tifosi di calcio italiani non ha rappresentanza”, ha detto il patron viola nell’ultima conferenza stampa tenuta sul terreno del Franchi. Sì, ci avevano provato i fratelli Tod’s a tenersi fuori dalla Lega dopo le ultime elezioni di gennaio, forse perché scottati da quello che era accaduto negli anni passati. Il punto è che probabilmente non si erano resi conto che il Consiglio di Lega assomiglia molto agli innumerevoli consigli d’amministrazione a cui partecipano continuamente. Con la differenza che qui gli azionisti più che difendere gli interessi dell’azienda (cioè del calcio) difendono i propri. Ormai il football è denaro, come e più del tempo. Perderli, football e denaro, non piace a nessuno. Non a caso il presidente della Lega è un top manager di una nota banca italiana che pare avere a cuore le sorti di alcune società di serie A. Quindi, una poco assidua presenza in Lega non ha più senso. Ne va del destino di milioni di euro. Oltre che della passione di migliaia di persone che, nonostante tutto, continuano a credere che non tutto il gioco sia truccato. Nelle ultime dichiarazioni di Andrea Della Valle c’era certo anche un velo di malinconica rassegnazione. Dovuto non tanto alla partenza di Jovetic, prevista e ormai quasi metabolizzata, ma al mal di pancia di Pizarro. Un giocatore fatto scendere “a forza” l’estate scorsa dall’aereo diretto in Cile dai dirigenti viola e che adesso è diventato la prova vivente che nel calcio la riconoscenza è diventata solo una… materia di studio. Ma la malinconia ha subito lasciato il posto al decisionismo. Se guerra deve essere, che guerra sia. Andrea Della Valle è pronto a combattere. Uno degli ultimi romantici ha indossato l’elmetto, pronto a partire per il fronte. Non è detto che altri presidenti lo seguano. Sicuramente però lo seguirà molta gente vestita (fuori e dentro) di viola. Certa adesso di essere degnamente rappresentata.
zioni de’ poeri, ricordassi non di quando e si vince, ma di quando e ti fanno le riffe pe’ fatti perdere, ma icche tu ci vo’ fare, meglio che nulla! Pe’ vede’ ‘nvece di vince’ quarcosa e c’è i’ carciomercato che ci terrà svegli di questi tempi. E n’è belle arrivai due e mezzo! E se di que’ due ufficiali i’nonno e sa i giusto perché gnene raccontano, di quello mezzo arrivao ‘nvece e se ne rihorda bene, anche perché gli avea undici anni meno e ci vedea bene, i’nonno. A’ Mondiali
di’ 2002 Gioacchino e parea Cristiano Ronaldo artro che smanie! Se gnene è rimasta la metà e c’è da godere a bestia! Comunque, più avanti o più ‘ndreo, tutti omini di fascia, e si rinforza l’ali pe’ vola’ lontano! Ma e i’motore ni’ mezzo? E si fa la corte a un turco che costa un botto, o a du’ giovani, un colombiano che gioha ‘n Argentina o un cileno che si chiama Castillo ma che dice che gli è un fenomeno anche se gli ha vent’anni. E facciano un po’ loro, se deano spende’
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i'nonno pilade venti milioni e vadano ‘n Brasile a piglia’ Leandro Damiao, artro che turchi! Se poi Macìa e ci ha i’Leandro Damiao di domani a prezzo di bambino i’nonno e si fida. ‘Nsomma anche se la palla la un ruzzola con tutti questi progetti e si rimane svegli lo stesso. Ripartiti pe’ i’ novo progetto: “Più forti de’ ladri”, quest’artr’anno allo scapellao e gni ci vorrà artro che paga’ quarche arbitro, pe’ leggici la targa e gni ci vorrà i’canocchiale! Forza Violaaaaaaaaaaa!
Il pungiglione
DA PIZARRO A JOVETIC, CERTE NUVOLE IN CIELO NON CI PIACCIONO
A
pi in formazione con i pungiglioni roventi e pronte a partire contro quei viola che si dimostreranno scorretti o irriconoscenti. Si parte con un discorso generale sulla legge Bosman che dà a giocatori e procuratori un potere realmente eccessivo, sì che una puncicatina a chi l’ha redatta e non la modifica non ci starebbe male. Il calcio è diventato un libero mercato tra prestatori d’opera, i giocatori, e datori di lavoro, le società (ma allora non si capiscono i valori assurdi che si danno, tuttora, ai cartellini). Una società concorda con un giocatore un contratto a termine per 2-3-4 anni ad un tot all’anno. Alla scadenza del contratto il giocatore è libero di andare dove gli pare e niente è dovuto alla società, ma, se se ne vuole andare prima o se altra società è interessata a contrattarlo durante la vigenza del contratto ecco che l’indennizzo è dovuto. Questa la teoria. Cosa succede in pratica? Che se il giocatore va bene piombano su di lui le società ricche che lo tentano con proposte molto più vantaggiose del contratto che ha in vigore e comincia il tira e molla per andarsene. Se il giocatore però va male e rende nettamente al di sotto del previsto, è tutelato dal contratto che gli deve esser pagato fino alla fine. Venendo agli esempi pra-
tici, attuali, in casa nostra, un Pizarro ormai ai margini del calcio che contava, riserva nel Manchester City e fuori dai piani della Roma di Zeman, firma un biennale con la Fiorentina e fa il grande campionato che ha fatto. Improvvisamente se ne vuole andare. A parte tutti i discorsi, non è difficile capire il perché. Ljajic, in panchina a Firenze, in contrasto col precedente allenatore, viene confermato ed ha una bellissima evoluzione tecnica che lo porta ad un eccellente finale di stagione. Ha il contratto in scadenza tra un anno e sta trattando il rinnovo, per quello che ha fatto quest’anno ha probabilmente offerte ben sostanziose, ma della società che lo ha preso, pagato per tre anni anche quando il rendimento era tutt’altro che adeguato, non se ne deve proprio tener conto? Jovetic infine, è sotto contratto fino al 2016, quindi ci sarebbe tempo, ma vuole andar via, ma perché la destinazione deve essere scelta dal giocatore e non dalla società in base alle offerte che riceve? Perché si devono accettare due gatti per un cane invece delle cifre, in contanti, pattuite (sembra)? Insomma ancora non si punge nessuno, ma le api son pronte a partire, certe nuvole in cielo non ci piacciono e se pioverà, allora pungeremo.
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ltimo atto delle competizioni regionali per il Centro Ginnastica Firenze. Paradossalmente, a chiudere l’anno sportivo toscano – in attesa delle finali nazionali UISP, in programma dal prossimo week-end – sono state le piccolissime ginnaste del Trofeo Mignon, programma riservato alle allieve che non abbiano ancora compiuto gli otto anni, età minima necessaria per essere ammessi alle gare ufficiali del calendario agonistico federale. Domenica 26 maggio, infatti, è toccato alle atlete delle classi 2005/2006/2007 scendere in campo gara presso il palazzetto dello sport di Camaiore, accompagnate dall’allenatrice Ilaria Galli. Una sorta di “test”, un primo approccio con l’ambiente agonistico per Matilde Capizzi (2005), Ginevra Farsi, Penelope Levi Micheli, Sara Rizzuto e Sara Scola (2006), ed infine le più piccole della delegazione fiorentina, Rebecca De Rocco e Ginevra Mazzi (2007), classificate tra le prime dieci ginnaste. Un “assaggio” di gara, con l’esecuzione di mini-esercizi al minitrampolino, alle parallele asimmetriche, alla trave e al corpo libero, mirati peraltro a fornire indicazioni utili agli stessi tecnici e al loro lavoro su queste piccole ginnaste ancora in erba. Non solo palazzetti e pedane, però, per la società gigliata. Sabato 25 e domenica 26 maggio il CGF è stato
Ginnasti e ginnaste del Trofeo Mignon schierati nel palazzetto di Camaiore
Un momento di pausa durante la gara
la mascotte dell'evento HappyLandSport
chiamato a rappresentare la ginnastica alla manifestazione HappyLandSport, iniziativa creata dalla società “Oro Italia Project Srl” e rivolta in particolare ai ragazzi under 14, patrocinata dal Comune di Firenze, il Comune di Pontassieve e la Regione Toscana, volta a far conoscere ai giovanissimi l’offerta sportiva del territorio. Sostenuto anche dal Comitato regionale Toscana
Le piccole ginnaste con l'istruttrice Ilaria Galli
della Federazione Ginnastica d’Italia, l’evento ha visto la partecipazione della società di Sorgane attraverso un desk informativo – con la presenza del presidente e vicepresidente della società, Francesca Fattorini e Lucia Raviglione – e la diffusione di alcuni video, tra cui quelli relativi all’ultima finale del campionato italiano di serie A, organizzata proprio dal Centro Gin-
nastica lo scorso 6 aprile. Tanti gli sport presenti e nutrito il pubblico, che nella due giorni all’Obihall ha potuto farsi un’idea della vastissima proposta sportiva che l’area fiorentina offre agli aspiranti praticanti. Una “festa dello sport” indoor, in attesa che si rinnovi l’appuntamento estivo, a settembre, con la consueta rassegna all’aperto nel parco dell’Anconella.
Il vicepresidente Lucia Raviglione al desk del CGF di Happylandsport
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MEDICI IN PRIMA LINEA e stavolta non è un film di Federico Gennarelli
Altro che E.R., stavolta non è un film: l’A.C. TO ha conquistato la Silver League C7. La squadra dei medici di Careggi ha vinto la competizione riservata alle ultime classificate dei gironi sconfiggendo in finale un cocciuto Real Gioberti-Nanonet con il risultato di 4-1. Prima di andare ad analizzare il match è doveroso sottolineare il cammino che ha portato queste due formazioni a giocarsi l’atto finale. I verdi di Medicina si sono classificati solo penultimi nel buon Girone Germania-Spagna
MIDLAND
nonostante i 21 punti conquistati in Regular Season, fallendo con qualche rimpianto la qualificazione alla Golden League, ma candidandosi, per contro, al ruolo di grande favorita per la vittoria finale della Silver. Per il Real, invece, destino inverso: dopo una stagione non molto fortunata, il Team del Coccodrillo si è ritrovato all’ultimo posto del Gruppo Croazia, anche se i 15 punti all’attivo erano la dimostrazione che forse i neroverdi avrebbero potuto aspirare ad altri orizzonti. Ironia della sorte, il primo match della nuova compe-
Real Gioberti
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tizione (Girone C) ha visto proprio le due squadre scontrarsi, in quella che – a loro insaputa – sarebbe stato soltanto l’anticipo della finalissima. In quell’occasione è stata l’A.C. To a imporsi per 4-2. Da allora, cammini diversi ma pur sempre vincenti: il Gioberti si è qualificato all’ultima giornata con l’obbligo della vittoria, i medici sono volati a punteggio pieno; vittoria ai rigori per i giobertiani nel doppio scontro con il Foca Juniors e goleada dei dottori contro University Of Florence, bissata dal 4-1 sul Pieve Fight Club in semifinale contro l’1-0 di misura di Corbino e compagni su I Persi. Giunti all’appuntamento finale, i verdi di Careggi
non hanno tradito le attese e hanno bissato la vittoria della partita d’esordio, vincendo la manifestazione come detto per 4-1: molte occasioni da una parte e dall’altra, ma quando il Real prima ha perso Biferi per infortunio e poco dopo è rimasto in inferiorità numerica per il doppio giallo di Scalella, la strada si è spianata per l’A.C. To, che ha collezionato ben 7 vittorie su altrettanti incontri, segnando addirittura 54 reti e subendone solamente 10 (media davvero invidiabile che è stata sostenuta senza dubbio da Simone Bianchi – doppietta in finale – capitano e Top Player della squadra, il quale ha messo a segno ben 18 centri). Onore comunque anche i ragazzi del Real Gioberti-Nanonet che sono arrivati in fondo alla competizione mostrando certamente buone qualità.
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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 29 Maggio 2013
C5 fasi finali: primi titoli assegnati nel femminile
calcio toscana
E ADESSO TOCCA AL MASCHILE
di Steto
E
messi i primi verdetti nel C5 femminile: Florence SC e Pol. San Quirico vincono rispettivamente la Golden e la Silver League, mentre dobbiamo attendere per conoscere il nome delle campionesse nella Top League. Questa settimana si disputano le finalissime di tutte le categorie di C5 e C7 maschile, con le premiazioni in programma venerdì 31 maggio. C5 Femminile - Nella Top League lottano per il titolo CF Pelletterie (31 punti) e Jolly Ferruccia - Europiante Quarrata (29 punti). Fuori dai giochi le campionesse in carica del Club Sportivo FI che dovranno difendere il terzo posto dall’assalto dell’ASD Firenze 2008. Successo del Florence SC in Golden League: decisiva la vittoria nello scontro diretto sul Firenze C5 Cral Ataf. Il terzo posto va all’ASD
l.a. valona
MCL Quinto Alto (formazione del Calcio Toscana), mentre le Smartists chiudono quarte. In Silver League trionfa la Pol. San Quirico che regala al Calcio Toscana l’unico titolo nelle Fasi Finali del C5 femminile: le nostre ragazze terminano a pari punti con la Lady Mattagnanese, ma hanno festeggiato il suc-
cesso (in virtù del maggior numero di punti ottenuti negli scontri diretti) con un turno d’anticipo. Terzo si classifica il Mix Team, mentre il quarto posto va alle Sagittae F.T. (formazione del Calcio Toscana). C5 Maschile - FC Devastanti e Stempiaz FC C5 si giocano il titolo
nella Top League: i primi reduci da un anno di continui successi, gli altri vera e propria rivelazione di queste Fasi Finali. Si sfidano per il 3°/4° posto Nastyboys FC ed Il Fortino. In Golden League si contendono la vittoria Galateo Team e Torracchione: sempre vittoriosi finora i primi, in forte crescita i secondi. La finale per il 3°/4° posto mette di fronte Real Cerveza e Ciabatte Sguaiate. In Silver League alzerà la coppa del primo posto la vincente fra Gallo Nero e GS Tedalda, mentre si contenderanno il terzo posto The Kevin Prince e Cani Al Sole. Nella Bronze League è finalissima fra Corte Dei Conti e SS Cantera, grazie ai successi in semifinale rispettivamente contro Atl. Poggio La Sughera e Atletic Disperado, che disputeranno la finale di consolazione.
hanno permesso ad AC Bandino Papaya Viaggi ed Atletico Bukkake di accedere alla finalissima di Top League. Devono invece accontentarsi di giocare per il terzo posto FC Breccia e Malcantera. Epilogo ai rigori per le due semifinali di Golden League: la finale che vale il titolo la conquistano Lokomotive Oxfam ed
AC Club 1989 che hanno sconfitto rispettivamente L.A. Valona e La Cantera. In Silver League Bisquit e L’Era Glaciale daranno vita alla sfida che vale il primo posto: sofferta la vittoria dei primi sul Florence Patriots, mentre netto il successo dei secondi sull’Atletico Micatanto Calcio A 7.
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Segue dalla prima Joaquin invece è un colpo che è maturato durante l’ultima edizione della Champions League - conclusa con il successo del Bayern Monaco sul Borussia Dortmund - quando Pradè e Macia in coppia guardando le gare disputate dall’esterno spagnolo del Malaga si sono accorti ancora una volta che Joaquin non solo non sente il peso degli anni, ma rimane quel candelotto di dinamite che è sempre stato. Qualità, qualità, qualità è la logica che sta dietro al progetto-Fiorentina. Ed è a questa scelta che Pradè e Macia si rivolgono sempre. Sanno benissimo che Firenze è una città che sa apprezzare il gioco, il divertimento, la spettacolarità. Da questa convinzione, condivisa ovviamente con i Della Valle e con Montella, si stanno muovendo da tempo per costruire anche la nuova Fiorentina. I due dirigenti sapevano dallo scorso anno che avrebbero perso probabilmente Jovetic e a gennaio hanno preso Pepito Rossi. Sapevano che la linea d’attacco sugli esterni doveva essere rafforzata e con decisione hanno preso Alonso e Iakovenko. Sapevano che la prossima stagione dei viola avrà bisogno di un organico più ampio e di conseguenza hanno immesso forze nuove nel gruppo. Resta un colpo finale, fondamentale, quello da assestare per definire senza incertezze la colonna vertebrale di tutta la squadra. È ancora aperta la decisione riguardo al portiere, con Viviano in bilico e con una selva di nomi che rimane in attesa. Resta aperta la vicenda Pizarro, con il cileno e i suoi mal di pancia che potrebbero essere ancora curati forse con una aspirina a base… di denaro. Vediamo. Infine ci sarà la storia più complicata, quella relativa a Jovetic. Ma comunque vada siamo sicuri che la premiata ditta PradèMacia non si farà trovare impreparata.
Stagione Viola
Alessandro Rialti
EMPOLI
Gli azzurri di Sarri annientano il Novara e si preparano alla grande doppia sfida con il Livorno
EMPOLI TRAVOLGENTE, E ORA SOTTO CON IL SUPER DERBY CHE VALE LA SERIE A di Andrea Giannattasio
U
n fiume in piena. Un’ondata azzurra che ha travolto il Novara in modo fragoroso e centrato una finale playoff che sembrava solo un miraggio appena poche settimane fa. Si può riassumere così il brillante successo dell’Empoli sui piemontesi, un 4-1 che non ha ammesso repliche e che ha proiettato i ragazzi di Sarri direttamente al doppio spareggio per la serie A, dove gli azzurri incontreranno
i cugini del Livorno in un derby che, probabilmente, non ha mai avuto questo valore. Una squadra compatta e precisa quella di Sarri, che dopo il risultato dell’andata (un incoraggiante 1-1 che aveva fatto ben sperare) ci ha messo appena 18 minuti per trovare la rete del vantaggio, grazie ad un geniale pallonetto di Tavano che ha fatto esplodere il Castellani e che ha beffato Bardi. Il raddoppio è arrivato poco dopo, al 23’, e ha portato la firma del futuro milanista
Saponara che, sugli sviluppo di un calcio d’angolo, ha raccolto un bel cross di Tavano e con un pregevole tocco al volo ha portato sul 2-0 la partita. A poco è servito il momentaneo gol della bandiera di Seferovic (il gioiellino classe ‘92 di scuola Fiorentina arrivato al decimo gol stagionale), frutto di uno svarione della difesa empolese che ha permesso allo svizzero di beffare Tonelli e Bassi sul palo più lontano. Nella ripresa l’Empoli è salito nuovamente in cattedra
e al 69’ ha trovato la rete che ha messo il sigillo sulla gara sempre con Saponara, che dopo una progressione di Maccarone ha ricevuto palla e gonfiato la rete. Da applausi a scena aperta, infine, il gol di Mchedlidze che ha chiuso il match al 92’: l’ex Palermo ha seminato il panico in area novarese, ha messo a sedere tre difensori e portato a quattro i gol. Domenica dunque è stato calcio-champagne, un messaggio chiaro, diretto ed inequivocabile a Spi-
nelli e al Livorno che ha eliminato il Brescia e che già stasera sarà atteso al Castellani per la finale di andata (il ritorno all’Ardenza è invece in programma domenica 2 giugno). «La partita col Novara è il risultato di un grande lavoro, che però deve ancora vivere il suo momento più bello» è stato il commento di un soddisfattissimo Sarri. Sulla falsa riga anche le parole del vero match-winner della serata, Riccardo Saponara: «Quelli contro il Novara rappresentano
i gol più importanti della mia giovane carriera. È un grande orgoglio per me essere riuscito a portare in finale l’Empoli ma non ho ancora raggiunto una completa maturazione calcistica: ho bisogno di lavorare di giorno in giorno per colmare le lacune che ancora mi restano». E se il Milan, intanto, può sfregarsi le mani, c’è un popolo - quello di Empoli - che adesso può davvero sognare. La serie A, ora, è davvero ad un passo.