Il Brivido Sportivo n. 20 del 17.05.2012

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di Alessandro Rialti

LA RICOSTRUZIONE

Finalmente è finita. Mai stagione è stata tanto uggiosa e fastidiosa. Un anno brutto, che si è concluso lasciando dietro di sé fondamentalmente macerie. Insomma, c’è tantissimo da ricostruire, quasi tutto. Abbiamo ancora negli occhi l’ultima di campionato con quella mezza Fiorentina senza campioni che faticava a non perdere contro un Cagliari altrettanto dimesso. Uno spettacolo desolante, riempito soltanto dai fischi, dagli insulti e dagli sfottò di un pubblico ridotto pure questo all’osso e che come noi aveva solo voglia di mettere una pietra sepolcrale sopra questa

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La stagione viola

di Michela Lanza

Quando una stagione si chiude, si fanno sempre i bilanci di fine anno. Uno scrutinio generale per decidere chi promuovere e chi bocciare. Mai come quest’anno ci sarebbe la voglia da parte della città di silurare una classe intera, ma tra tanti aspetti e uomini negativi che hanno contraddistinto l’ormai passato campionato viola c’è anche qualcosa di positivo. Qualcuno che deve essere promosso a pieni voti. E anche qualcuno che prima di essere bocciato è possibile ammettere agli esami di riparazione. I NEGATIVI. Il primo aspetto negativo della stagione della Fiorentina non ha un nome e un cognome specifico, perché si tratta di un intero reparto, l’attacco (ad eccezion fatta per Jovetic). Il vero problema della squadra viola, infatti, è stato quello di riscontrare continue e costanti difficoltà nel trovare la via del gol, tanto da far diventare quella che poteva apparire come una pecca, una vera e propria falla. Sono state solamente 37 le reti messe a segno dall’attacco della Fiorentina che ha concluso il campionato guadagnandosi l’etichetta di terzo peggior attacco della serie A (come il Cagliari, meglio solo di Cesena e Novara che contano rispettivamente 24 e 35 gol fatti). Alberto Gilardino, il Tanque Silva e Amauri: tre uomini che si sono alternati al centro del reparto offensivo viola e che hanno segnato in tre solamente 4 reti che hanno fruttato tre punti col Bologna (1-0 griffato Gila), un punto con l’Atalanta (l’attaccante di Biella aveva portato in vantaggio una Fiorentina in un match concluso 2-2), tre punti con

il Milan (l’1-2 arrivato al 90’ ha portato la firma di Amauri). Meno valore, invece, il gol del 3-0 del Tanque segnato su calcio di rigore alla Roma in casa. Potremmo definire l’attacco viola LATITANTE. Lo abbiamo messo fuori dall’attacco perché merita una citazione del tutto personale: tra i personaggi negativi dell’anno, c’è sicuramente Adem Ljajic. Il ragazzino serbo, se nella stagione 2010-11 poteva avere degli alibi

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per essersi reso protagonista di una stagione con molte ombre e poche luci (del resto in seguito alla squalifica di Mutu e all’infortunio di Jovetic si era trovato troppo presto catapultato in campo a fare il titolare e a prendere in mano le redini del gioco della Fiorentina), quest’anno non ha scuse: ha disputato 15 gare non riuscendo praticamente mai a fare la differenza se non a Novara dove in coppia con Jovetic riuscì a fare a fette la difesa piemontese per quella che è stata la prima vittoria in trasferta della squadra ancora allenata da Rossi. 15 gare nelle quali ha messo a segno una sola rete (inutile) su punizione in casa contro il Chievo. Come se non bastasse si è sempre mostrato svogliato, abulico, poco incline al dovere e in certi momenti pure

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presuntuoso tanto da far tornare in mente le parole di Gattuso dei giorni scorsi (“I giovani di adesso sono diversi da come eravamo noi. Sono già arrivati, si sentono fenomeni e hanno poca voglia di imparare. E non gli puoi dire niente, magari qualcuno ti risponde anche...”) e ancor di più la scena maleducata della quale si è reso protagonista insieme a Rossi. Nessun allenatore è riuscito ad inquadrarlo: né Prandelli, né Mihajlovic, né Rossi. Che il problema sia lui? INDOLENTE. Tanti, troppi nomi si potrebbero ancora fare ma quello di Houssine Kharja spicca sugli altri. Il centrocampista marocchino si è distinto sopra la media e merita di essere sul podio delle negatività della stagione. Arrivato a Firenze tra grandi aspettative dopo aver disputato un buon finale di stagione con la maglia dell’Inter, ha deluso sotto tutti i punti di vista: del gioco, dell’impegno e della professionalità. A livello di gioco è apparso lento e macchinoso (a tratti apparentemente svogliato), salvo poi partire per la Coppa d’Africa e disputare ottime partite. Si mormora che fosse scontento della mancata partenza di Montolivo (avrebbe voluto prendere il posto da titolare del numero 18 viola) e sia rimasto deluso dall’essere stato considerato una seconda linea (ha disputato appena 19 partite). Questo non giustifica la poca professionalità che lo ha visto protagonista di continui viaggi in treno verso Milano fatti all’insaputa della società per raggiungere la famiglia, per poi ripartire l’indomani per allenarsi coi compagni. La definizione giusta per lui: IRRITANTE.

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DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

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STAMPA Centro Stampa Editoriale srl Grisignano di Zocco (Vi) DISTRIBUZIONE distribuzione@brividosportivo.it

La stagione viola

Infine Juan Manuel Vargas. II peruviano però non è più una novità in questo senso. Ribaltamenti con la macchina, serate prolungate fino a tarda notte (qualche volta anche nei giorni vicini alla partita) e quei chili di troppo che lo hanno reso tutto fuorché un atleta. Potenzialmente uno dei giocatori più forti della Fiorentina, ma concretamente un peso per il gruppo che, stanco degli atteggiamenti dell’esterno, lo aveva da tempo ‘isolato’. Le sue 24 presenze e i suoi 4 assist non bastano a salvarlo da una stagione in cui si ricordano più le assenze (talvolta pure in campo…) che le sue cavalcate devastanti sulla fascia, ormai un ricordo lontano. In una sola parola: INESISTENTE. Tra i nomi negativi della stagione meritano tra gli altri una citazione il capitano Alessandro Gamberini (la fascia donatagli dalla società non gli ha fatto bene e si è reso protagonista di un campionato decisamente sottotono), Pantaleo Corvino (reo di aver lasciato la squadra senza attacco) e Delio Rossi (per essere caduto nella provocazione di Ljajic). I POSITIVI. Non ci sono dubbi che è molto più facile pescare tra quei giocatori che hanno lasciato qualcosa di positivo in una stagione fallimentare come quella appena conclusa. E allora non possiamo che inserire sul più alto gradino del podio Valon Behrami, l’unico che ha sempre dimostrato di avere cuore, anima, grinta. Il vero capitano della squadra (la società dovrebbe tornare sulle proprie idee e consegnare la fascia di capitano al centrocampista svizzero: è lui che la merita, più di Jovetic). Il trascinatore, quello che c’ha messo la faccia e che non

di Michela Lanza

ha mai avuto paura di dire quello che pensa. Ma soprattutto un centrocampista tutto polmoni di cui la Fiorentina non può e non deve assolutamente fare a meno. Che nessuno se lo faccia scappare. Che la testa di nessuno venga sfiorata dall’idea di cederlo. Quanti giocatori esistono che si sacrificano per la maglia come ha fatto lui quest’anno andando in campo addirittura con una sublussazione ad una spalla? I suoi cerotti e le sue fasciature non sono passati inosservati e rimarranno nella memoria della gente nel tempo: prima il ginocchio, poi una mano, poi la spalla. Ma lui ha sempre dato la sua disponibilità a scendere in campo. Il momento migliore della stagione (la vittoria dell’Olimpico) lo ha vissuto da capitano: sarà il destino? Un’unica forse banale parola lo rappre-

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senta: IL COMBATTENTE. Non solo lo svizzero: da salvare e annoverare tra gli aspetti positivi della stagione viola ci sono Matija Nastasic e Michele Camporese: i due giovani difensori della Fiorentina hanno dimostrato tutte le loro importanti qualità, la loro personalità da veterani del mestiere, hanno retto le pressioni fisiche degli avversari in campo e anche quelle psicologiche di un ambiente deluso. Tutto questo non ha potuto che giovare alla loro maturità. Domenica dopo domenica, grazie soprattutto a Delio Rossi, si sono conquistati un posto da titolare per il presente e non solo, perché loro sono semplicemente… IL FUTURO. Ventisette presenze e quattordici gol segnati: non può che essere più che positiva la stagione di Stevan Jovetic. Il montenegrino, che veniva da un anno di inattività, è tornato più forte di prima: decisivo, maturo, furbo e goleador. Ha lasciato il segno negli stadi più importanti d’Italia (Torino, Milano e Roma) e le sue giocate hanno fatto drizzare le antenne di mezza Europa. Nonostante le sue undici assenze (forse trop-

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pe) sarà sicuramente uno degli uomini più ambiti e corteggiati del prossimo mercato e non è detto che non lasci Firenze anche se la famiglia Della Valle ha fatto sapere a più riprese che la Fiorentina ripartirà da lui. Nelle ultime ore, però, qualcosa è cambiato? Nel clan viola non è andato giù che in occasione dell’ultima partita col Cagliari lui non si sia fatto vivo nello spogliatoio, come richiesto dal tecnico, per un saluto ai compagni, essendo già partito per il suo Paese con il premesso comunque della società come ha sottolineato due giorni fa l’ad Mencucci. Nonostante tutto la realtà è semplice: Jo-Jo ha firmato un contratto fino al 2016, se resterà (come dovrebbe) sarà il ‘campione’ del gruppo, se dovesse partire porterà denaro fresco per il rilancio viola. In ogni modo lui è LA STELLA. Chiudiamo la lista di quanto emerso di positivo da questa triste stagione con La triade viola ovvero Diego e Andrea Della Valle e Vincenzo Guerini. È positivo che Diego sia tornato a farsi vedere e sentire dalla squadra. E’ positiva la passione (nonostante un briciolo di permalosità anche comprensibile: prendere di ‘pezzo di m…..’ dopo aver firmato un assegno da 32 milioni di euro non deve far piacere) che Andrea ha dimostrato di avere nei confronti della maglia viola. È positiva una figura schietta ed esperta come Guerini che ha coperto e può ricoprire qualsiasi ruolo e conosce l’ambiente fiorentino come nessuno nell’attuale società. Loro sono LE BASI. Altre due dovute citazioni infine le meritano Manuel Pasqual che anche quest’anno ha dimostrato fedeltà e massima professionalità e Alessio Cerci per il gol di Lecce e per aver dichiarato (almeno lui) di voler rimanere a Firenze perché sente sua la maglia viola: vi sembra poco?

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ASCARI: SMANTELLARE LA VECCHIA ROSA

E RIPARTIRE DAI GIOVANI Ripartirà da zero la nuova Fiorentina: un nuovo direttore sportivo, un nuovo allenatore, una nuova squadra, un nuovo progetto. Ma con la famiglia Della Valle sempre a capo. Dopo una stagione da dimenticare, ricca di error, la parola d’ordine è: ripartire. Le prossime settimane saranno sancite da addii e nuovi arrivi. La redazione del Brivido Sportivo ha contattato in esclusiva l’agente Fifa Eugenio Ascari, esperto di mercato, per capire quali saranno i futuri colpi di mercato viola. Il campionato è finito, la Fiorentina si avvia a dare inizio alla ricostruzione. Allo stesso tempo sarà anche il momento di molti addii. Quali saranno secondo lei i giocatori prossimi alla cessione? «Senza allenatore e senza direttore sportivo diventa difficile ipotizzare dei cambiamenti. Sono certo che gran parte della rosa verrà smantellata. Inizia la fase più delicata, quella della ricostruzione e bisognerà essere molto ponderati nelle scelte». Da quali giocatori si dovrà ripartire? «La scelta è obbligata: dai giovani, Nastasic e Jovetic su tutti, poi c’è Behrami anche se per il giocatore svizzero va fatto un discorso diverso: ha molto mercato e bisognerà vedere che tipo di offerte arriveranno». Nel caso dovessero arrivare di interessanti la società viola potrebbe pensare alla sua cessione? «Non lo so, Behrami è diventato un idolo tra i tifosi che non accoglierebbero di buon grado

questa scelta». Passando ai numeri, quanti giocatori secondo lei partiranno? «Sarà una Fiorentina con pochi superstiti, tra giocatori in scadenza di contratto e probabili cessioni. Partiranno almeno una decina di giocatori». Iniziamo dai portieri: quante possibilità ci sono che Boruc lasci Firenze? «E’ in scadenza di contratto, penso che se ne andrà. La società non gli ha proposto nessun rinnovo, valuterà delle offerte all’estero». Sarà Neto a ereditarne il posto o l’interessamento a Viviano è reale? «Viviano è un ottimo portiere ma è in comproprietà tra Inter e Genoa. Neto è un giocatore su cui la Fiorentina lo scorso anno ha deciso di puntare, bisognerà vedere se la società è sempre della stessa idea». Reparto difensivo: con Natali che ha annunciato l’addio, che succederà a Gamberini? «Gamberini ha solo un anno di contratto e per quanto riguarda la sua permanenza dipenderà tutto dal nuovo allenatore. Ma in generale la Fiorentina in difesa si affiderà ai giovani: Nastasic e Camporese saranno due titolari del prossimo anno». Natali andrà al Milan? «Qualche giorno fa il Milan ha annunciato il rinnovo del difensore colombiano Yepes e

il suo arrivo in rossonero dipendeva molto da questo fattore. Alla luce di questi eventi non credo più all’ipotesi Milan». Cassani verrà riscattato? «Credo proprio di si. Ha disputato un buon campionato, la cifra era stata già pattuita ed è adeguata al rendimento che il giocatore ha avuto in questa stagione». Il centrocampo registra la partenza di Montolivo: chi lo avvicenderà? «Ci vorrebbe un mago… Le operazioni messe in piedi da Corvino non avranno seguito (tipo Pizarro per intenderci), sono nomi che rimarranno solo sulla carta». Proprio questo reparto vedrà probabilmente maggiori cambiamenti: Biglia ri-

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mane un sogno? «Vale lo stesso discorso che ho fatto prima: Biglia era nel mirino di Corvino, il nuovo direttore dell’area tecnica prenderà decisioni diverse». A proposito: chi pensa possa ereditare la poltrona di Corvino? «Oriali ha buone possibilità: è un ex viola, conosce bene l’ambiente, la piazza lo accoglierebbe con grandi consensi. Tutto questo potrebbe essere a suo favore per lavorare meglio». Tornando invece per un attimo al centrocampo, c’è ancora un dubbio legato a Lazzari… «E’ in comproprietà con il Cagliari, ha fatto una stagione di alti e bassi ma rimarrà alla Fiorentina». Jovetic quest’anno non ha avuto un compagno di reparto all’altezza. Quali e quanti saranno i futuri partner del talento montenegrino? «Hanno fallito tutti: da Gilardino che se ne è andato al flop Silva fino ad Amauri che non è riuscito a convincere. Ci vorranno due attaccanti veri, di ruolo, ma ad oggi ipotizzare dei nomi sarebbe un gioco inutile». Quale il futuro di Cerci? «Cerci è un giocatore incredibile, potrebbe diventare un grande campione. Conviene insistere ancora, non avrebbe senso metterlo sul mercato anche perché il club viola rischierebbe di ricavare una somma poco adeguata al vero valore del calciatore».

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BAGNI: “FIORENTINA, PUNTA SU ORIALI

cercare di potenziare la squadra in Ex giocatore e dirigente sportivo, errore darlo via». adesso commentatore e opinionista Si parla di una vera e propria rivo- tutti i ruoli». televisivo per la Rai, Salvatore Ba- luzione con almeno 10 giocatori Parliamo dei singoli: Alesgni, intervistato in esclusiva dal Bri- sul piede di partenza. Non è un sio Cerci è stato uno vido Sportivo, ha parlato del futuro rischio eccessivo cambiare così dei giocatori più della Fiorentina spiegando cosa la tanti elementi della rosa in un col- contestati dalla piazza. Alla società viola dovrà fare e cambiare po solo? per poter tornare, già dal prossimo «La società viola sta facendo le fine però è anno, a lottare per un posto in Eu- proprie valutazioni e se ritiene che risultato il ropa. Inoltre Bagni ha rivelato anche la rosa debba essere rivoluzionata s e c o n d o un interessante retroscena sul gio- è giusto così. Ci sono giocatori che capocanvane Verratti, appena convocato da hanno portato a termine la propria n o n i e r e Prandelli e seguito da mezza serie A. missione a Firenze e quindi è giusto della Fioe, Si è finalmente conclusa la terri- che scelgano di andarsene. Mette- rentina bile annata della Fiorentina: ora la re insieme tanti elementi nuovi può con il suo gol società dovrà prendere delle deci- essere un grosso rischio ma tutto di- a Lecce, ha salsioni importanti riguardo ai propri penderà dalla loro qualità e dal loro vato la squadra. giocatori. Secondo lei, da chi po- carattere. Ovvio che per trovare poi «Uno con le qualità di un equilibrio nel gioco ci vorrà del Cerci avrebbe potuto dare molto trebbe ripartire il prossimo anno? «La Fiorentina dovrà ripartire da Jo- tempo ma penso che questo la Fio- di più a questa squadra, ha fatto vevetic. E’ un giocatore molto giovane, rentina lo abbia già messo in conto». dere delle giocate di cui sono capaci che ha delle grandi potenzialità e in- Quali sono i reparti che il club dei in pochissimi. Se con queste caratdubbiamente molta classe. E’ l’ideale Della Valle dovrà andare a rinfor- teristiche non è riuscito a rendere al meglio vuol dire che un po’ di rezare in particolar modo? insomma da cui ripartire ». Ma se alla Fiorentina arriverà «Sicuramente l’attacco, poi il cen- sponsabilità di quello che è succesun’offerta importante per Jovetic trocampo visto l’addio di Montolivo, so alla Fiorentina è anche sua». farà bene ad accettarla oppure e anche la difesa: insomma dovrà Un attaccante che non ha rispettato le aspettative è Amauri. pensa che la rifiuterà? Pensa che la Fiorentina lo «Sicuramente, nel mercato estivo, si faranno avanSgombero appartamenti, solai, cantine. riconfermerà vista la carenza di giocatori in zona ti tanti club interessati a Piccoli traslochi, smontaggio e prendere Jovetic. Se la rimontaggio arredi, trasporti in genere. offensiva oppure no? «Non credo: un attaccante Fiorentina però ha basato deve fare gol e se non ci il nuovo progetto su di lui Chiama per un preventivo gratuito! riesce inizia ad essere un Tel. 333 4233131 sarebbe un grossissimo

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grosso problema. E’ vero, ha avuto tanti guai fisici che non lo hanno aiutato, ma se uno non segna il resto non conta. Ha fatto troppo poco per farsi riconfermare dalla società viola». Adem Ljajic dopo la vicendaRossi ha fatto tanto discutere e comunque già prima non è che avesse reso al meglio quando chiamato in causa: secondo lei

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giusto tenerlo o cederlo magari in prestito? «La società viola non lo metterà sul mercato perché Ljajic ha qualità ed è ancora molto giovane. Ha mancato di rispetto a Rossi ma la Fiorentina deve assolutamente puntare su di lui. Il prestito non sarebbe la soluzione giusta perché il calcio italiano lo conosce, quindi non ne vedo la neDAL cessità».

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Dall’attacco al centrocampo: la Fiorentinae dovrà decidere se riscattare Kharja e Lazzari. «Da questi giocatori tutti si aspettavano di più. Kharja è cambiato molto da quando giocava nell’Inter: penso che per lui sia stata una cosa negativa l’essere sballottato da una squadra all’altra, questo non gli ha permesso di esprimersi al meglio. Per quanto riguarda Lazzari ha molto

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deluso: nessuno avrebbe mai pronosticato un campionato così sottotono per il centrocampista». Dopo l’addio di Riccardo Montolivo chi potrebbe essere il giocatore giusto da mettere in mezzo al campo? «Ci sono moltissimi giocatori bravi in quel ruolo, soprattutto all’estero. La Fiorentina non sentirà la mancanza di Montolivo se riuscirà a trovare il

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centrocampista giusto per sostituirlo». È stato accostato alla Fiorentina il giovane Verratti sul quale però hanno messo gli occhi anche Inter e Juventus. «Questo ragazzo ha davvero ottime prospettive: lo conosco molto bene, è veramente forte ed avrà indubbiamente un futuro luminoso. L’Inter però, credetemi, ha già chiuso l’accordo con lui più di un anno e mezzo fa, quindi non c’è storia». Fra i giovani più interessanti, Verratti a parte, chi consiglierebbe alla Fiorentina? «Non posso fare nomi perché questo è il mio lavoro e non posso favorire le concorrenti (ride ndr). Certo che se Oriali diventasse dirigente viola potrei fargli qualche telefonata per suggerirgli alcuni nomi anche se lui non ne ha bisogno visto che è un veterano del mestiere». Passiamo all’ennesimo giocatore destinato ad andarsene, Vargas. Che ne pensa? «Vargas ha fatto delle stagioni strepitose ma penso che la sua avventura con la Fiorentina sia finita. E’ indubbiamente un giocatore molto forte che ha però bisogno di nuovi stimoli». Infine la difesa: anche Gamberini potrebbe essere ceduto. Giusto

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darlo via dopo una stagione in cui il suo valore di mercato si è quasi dimezzato o sarebbe meglio rilanciarlo per poi valutare la sua posizione il prossimo anno? «Gamberini è un giocatore di grande spessore. Per lui, come per gli altri, questo è stato un anno terribile. E’ uno dei difensori più affidabili che io conosca, fossi nel panni del nuovo direttore sportivo ci penserei bene prima di mandarlo via». Comunque la società viola ha piazzato già il primo colpo in difesa prendendo il giovane Hegazy soprannominato il Nesta dell’Egitto. Lo conosce? «Lo conosco benissimo, ottimo giocatore, mi è sempre piaciuto. Farà molto bene in Italia. Se la Fiorentina è riuscita a comprarlo ha fatto sicuramente un grande affare. Se è pronto per giocare in serie A? Nessun giocatore che viene dall’estero è pronto, ma questo non significa niente». Capitolo portiere: Boruc è in scadenza. La Fiorentina deve puntare su Neto o provare a portare in viola Viviano? «Io fossi la Fiorentina punterei su Neto. E’ un portiere che mi è sempre piaciuto moltissimo e mi sembra giusto che gli venga data una possibilità. Personalmente non esiterei ad affidargli la porta della Fiorentina».

Oltre alla squadra il club viola dovrà decidere chi metterci alla guida. Chi potrebbe essere l’allenatore giusto? «Zeman è un nome che mi intriga: fa giocare molto le proprie squadre e punta tanto sui giovani. Sarebbe sicuramente capace di farli amalgamare bene con i più esperti. Credo che Firenze e i fiorentini abbiano bisogno di una ventata di novità e Ranieri, pur essendo un ottimo allenatore, non lo ritengo l’uomo giusto». Oriali sembra molto vicino alla Fiorentina. «Conosco molto bene Oriali e reputo che sia la scelta giusta per far ripartire la Fiorentina». Un’ultima domanda: la Fiorentina riuscirà il prossimo anno a tornare ad essere la squadra competitiva che è stata fino a tre anni fa oppure continuerà a navigare nelle zone basse della classifica? «La Fiorentina tornerà a competere per un posto in Europa. Firenze non è una città del sud ma la squadra vive indubbiamente le stesse pressioni e lo stesso calore che sentono le squadre del meridione. La società viola però dovrà costruire un progetto importante perché la gente possa dimenticare quest’ultimo anno deludente: sono sicuro che i Della Valle faranno di tutto per tornare in alto».

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non posso dire nulla sull’allenatore». Al momento, appunto, perché dopo aver temuto il peggio sembra proprio che Oriali possa accettare l’incarico. Sicuramente una buona notizia, che sembrerebbe scongiurare un errore tecnico che avrebbe pesato in futuro: scegliere prima l’allenatore rispetto al direttore sportivo. SI’ AL BOEMO. E a proposito di allenatore risulta impossibile non tenere in considerazione quanto successo domenica pomeriggio. La curva Fiesole che lancia cori contro Claudio Ranieri (sottolineati dagli

applausi degli altri spettatori) è il segnale inequivocabile che un ritorno dell’allenatore romano non è ben visto dalla piazza. In realtà lo si era capito già da giorni attraverso un tam tam mediatico pressante da parte dei tifosi, ma l’aver cantato cori di disapprovazione proprio in faccia a Della Valle ha avuto un peso maggiore. A questo punto c’è da fare una riflessione. La società viola, che ha individuato in Ranieri l’allenatore giusto per stile, carisma ed esperienza internazionale, è giusto che cambi idea davanti alle pressioni della piazza? Questione delicata, da trattare con cura. Da una parte è impossibile non tenere conto delle preferenze dei tifosi, pronti probabilmente a contestare Ranieri dopo i primi mezzi passi falsi. Dall’altra è altrettanto giusto che la società rivendichi il diritto di scegliere un proprio dipendente in assoluta autonomia. Ma nel mondo del calcio i tifosi sono forse la componente principale e probabilmente ogni convinzione dei Della Valle sarà rivista con calma nei prossimi giorni. Anche perché all’interno della stessa società ci sono correnti di pensiero diverse. C’è anche chi, come i fiorentini, parteggia per Zdenek Zeman. Il candidato di Firenze è proprio il boemo. Apertamente schierato contro i poteri forti del calcio e autore di un gioco spettacolare, anche negli ultimi giorni non ha fatto niente per non farsi amare da Firenze. Ha portato il Pescara in vetta alla classifica di serie B e ha lanciato l’ennesima stoccata alla Juventus: «Dicono di aver vinto 30 scudet-

ti? Io fossi in loro ne festeggerei 22 o 23…». Sembra quasi una dichiarazione d’amore nei confronti dei fiorentini, da sempre eterni rivali del popolo bianconero. E’ proprio lui, insomma, il detonatore per far riesplodere l’entusiasmo in una città sopita da due anni. SOLO UN’ALTERNATIVA. Il duello è dunque fra Ranieri e Zeman, sono loro due i candidati principali alla panchina viola. Anche perché alternative concrete all’orizzonte ce ne sono poche. Rimane intrigante quella relativa a Walter Mazzarri, ma portarlo a Firenze sembra tremendamente complicato. Pupillo di Oriali, è vero, ma l’attuale allenatore del Napoli potrebbe addirittura prendersi una pausa di riflessione dopo la sfida di Coppa Italia contro la Juventus. Provato dall’esperienza in Campania, per accettare la Fiorentina chiede un progetto di un certo livello tecnico (aspetto che avrebbe ribadito anche ad Andrea Della Valle in un incontro avvenuto qualche settimana fa). In ogni caso resta lui l’alternativa credibile ai due allenatori in vantaggio, anche perché non è tempo di sogni. Spalletti resta solo un’ipotesi affascinante (per ora niente di più) a causa del suo alto ingaggio, così come un ritorno di Cesare Prandelli al momento è improbabile. E se Pioli è stato blindato dal Bologna e Montella vola in direzione Roma ecco che il cerchio si stringe. Intanto però è tornato a circolare il nome di Guidolin già contattato dai Della Valle sette anni fa prima che Corvino scegliesse Prandelli.

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La fiorentina è come un albergo Porte girevoli e gran via vai Aria nuova in casa viola. Adesso siamo arrivati per davvero al momento che Firenze auspica da almeno sei mesi a questa parte. Il repulisti generale della rosa è cominciato un secondo dopo il triplice fischio della deprimente partita con il Cagliari. Molti elementi, per dire la verità, non hanno avuto neanche la possibilità di disputare l’ultimo atto del campionato e hanno visto concludersi la propria esperienza in viola già da diverso tempo. L’inflazionato termine ‘rivoluzione’ prende corpo dunque a metà maggio e se ormai siamo sicuri di non vedere più giocatori come Natali, Montolivo, Marchionni e Kroldrup (quattro con il contratto in scadenza senza possibilità di rinnovo, Natali lo ha confermato dopo la partita contro i sardi), siamo altrettanto certi che di qui a poco qualcun altro preparerà le valige. Il primo dovrebbe essere Amauri, in scadenza di contratto al pari dei compagni sopracitati. Il condizionale è una pura formalità, perché l’italo-brasiliano non ha convinto nessuno in questo ‘fidanzamento’ di sei mesi con la Fiorentina. Un solo gol messo a segno (seppur pesantissimo a Milano) e una condizione fisica non più ottimale spingeranno la Fiorentina a risparmiare il biennale ad 1,5 milioni di euro a stagione. In rampa di lancio per una cessione ci sono anche Felipe, Vargas, Boruc, Gamberini e Ljajic, che per motivi diversi potrebbero essere arrivati al capolinea. NOMI PESANTI. Un approfondimento lo meritano proprio loro. Il ribelle Ljajic è già sul mercato da giorni, anche se la Fiorentina farà di tutto per convincerlo ad accettare un prestito, o al massimo una comproprietà. La soluzione finora non sembrava gradita al giovane serbo, ma gli ultimi eventi potrebbero portarlo ad accettare il suggerimento della società. Per Vargas invece si aspettano offerte concrete. Il peruviano ha fatto intendere chiaramente di voler essere ceduto e in Fiorentina ha trovato terreno fertile. Il suo procuratore è stato incaricato di portare sul tavolo di Macia (è lui che ha iniziato a fare il mercato) offerte adeguate, non troppo lontane dai 10 milioni di euro. Liverpool e Zenit San Pietroburgo avevano manifestato interesse, adesso è il momento di presentare le offerte. Anche Gamberini potrebbe finire nel calderone dei giocatori in uscita, ma nel suo caso c’è da chiedersi se sia arrivato realmente a fine corsa a Firenze. Se così non fosse sarebbe un azzardo troppo grosso cederlo proprio dopo una stagione fallimentare che ne ha dimezzato il valore di mercato. C’è anche l’ipotesi, quindi, che venga concessa una nuova chance al capitano, anche se il richiamo del Bologna è ancora piuttosto forte. Posto che il nuovo direttore sportivo cercherà di trovare una sistemazione anche per Felipe, l’uomo che divide Firenze è Alessio Cerci. Mezza serie

A (e non solo) monitora con attenzione la sua situazione e nel caso in cui la Fiorentina decidesse di cederlo si scatenerebbe una vera e propria asta, alla quale potrebbe partecipare anche la Juventus fresca vincitrice dello Scudetto. Anche Artur Boruc sembra allontanarsi giorno dopo giorno dalla Fiorentina. Sul portiere polacco ci sono diversi club di Premier League come Tottenham, Everton e Aston Villa, oltre al Celtic, che se lo riprenderebbe volentieri. E poi c’è da tenere sott’occhio Stevan Jovetic. Lui è stato indicato come uno dei tre (al pari di Behrami e Nastasic) da cui ripartire, ma se dovesse arrivare la famosa proposta indecente dall’Inghilterra la Fiorentina che farà? L’ad Mencucci giusto qualche giorno fa ha ribadito che il futuro viola ripartirà dal montenegrino. Ma con i soldi eventualmente ricavati dalla sua cessione potrebbero arrivare almeno due giocatori di alto livello. COMPROPRIETA’ ROVENTI. Inoltre c’è da sciogliere il nodo relativo alle comproprietà. La situazione di Mattia Cassani è ben definita. Se la Fiorentina lo vorrà riscattare dovrà versare nelle casse del Palermo una cifra vicina ai 4,5 milioni di euro. E Zamparini si aspetta proprio che i viola riscattino il giocatore forte di una promessa fatta dalla Fiorentina (anche al giocatore stesso) la scorsa estate. La convinzione del club dei Della Valle sembra essere scemata nell’arco del campionato, ma alla fine Cassani dovrebbe essere riscattato. In primo luogo perché non c’è la volontà di rimangiarsi la parola data e poi perché il ruolo del terzino destro non offre grandi alternative migliori almeno in Italia. Molto chiara, nel senso opposto, anche la posizione di Houssine Kharja. La Fiorentina non lo riscatterà, ma anche il Genoa non brama ardentemente per riaverlo. Le soluzioni sono due: il rinnovo della compartecipazione e il seguente prestito ad una terza squadra o la risoluzione alle buste. Il dubbio maggiore riguarda invece Andrea Lazzari, che con Rossi in panchina sarebbe stato praticamente certo di un riscatto. Adesso la situazione è leggermente cambiata anche perché i 3 milioni che occorrono per il riscatto sono ritenuti eccessivi dalla Fiorentina. Cellino è pronto a riaccoglierlo a braccia aperte, per lui sarà decisivo il

parere del nuovo allenatore. MERCATO IN ENTRATA. Insomma, in poche righe abbiamo ‘tagliato’ dalla squadra viola un numero cospicuo di giocatori, che in un modo o nell’altro dovranno essere rimpiazzati. Il portiere del futuro dovrebbe essere Neto, ma se anche lui dovesse essere ceduto la Fiorentina proverebbe certamente a prendere Emiliano Viviano, che a Firenze vorrebbe di corsa. Un vice servirà in ogni caso e i nomi che circolano con più insistenza sono quelli di Benassi (che ha ben figurato con il Lecce) e Ospina (portiere colombiano, ma con il passaporto comunitario, del Nizza). In difesa sembra pressoché certo l’arrivo di Ahmed Hegazy. L’accordo tra la Fiorentina e l’Ismaily è stato confermato anche dopo l’addio di Corvino (che ha condotto l’operazione), l’unico scoglio da limare è quello relativo all’ingaggio del giocatore ma un accordo alla fine si dovrebbe trovare. In giro per l’Europa lo scaltro Macia ha annusato l’affare legato al nome di Sebastian Prodl, difensore centrale del Werder Brema in scadenza di contratto, oltre ad aver ricevuto interessanti relazioni per quanto riguarda Bruno Manga del Lorient e Pedro Geromel del Colonia. A centrocampo ci sarà da intervenire in modo massiccio e il primo a dover essere trovato è l’erede di Montolivo. Il nome più gettonato è quello di Hugo Viana, giocatore dello Sporting Braga che costa circa 7 milioni di euro. Per la stessa cifra i viola potrebbero strappare Andrè Santos allo Sporting Lisbona, visto che sembra del tutto tramontata la possibilità di arrivare a Lucas Biglia, sul quale ormai ci sono i più grandi club d’Europa (Real Madrid e Arsenal). Poi ci sono due idee fresche. La prima è difficilissima da attuare e riguarda Verratti, il talentino del Pescara sul quale la Juventus ha messo gli artigli e che Prandelli ha inserito nella lista dei pre convocati per gli Europei. La seconda porta a Ibarbo, rivelazione del Cagliari che ha impressionato per la forza fisica. Nel reparto offensivo si continua a lavorare ai fianchi Luuk de Jong (pallino dello stesso Corvino), ma nelle ultime ore la Fiorentina potrebbe aver provato a forzare la mano per PierreEmerick Aubameyang, attaccante gabonese classe ‘89 del Saint Etienne. In Francia sono sicuri, il club viola è quello più interessato al giocatore. Infine due giovani, che gli scout gigliati hanno messo nel mirino. Il primo è Marco Sau, attaccante piccolo e rapido classe ’87 della Juve Stabia, ma di proprietà del Cagliari (21 gol in 33 partite quest’anno con le ‘Vespe’). Il secondo è Manolo Gabbiadini, talento dell’Atalanta che ha faticato ad imporsi nella squadra di Colantuono (1 solo gol in campionato), ma che ha trovato la rete con incredibile continuità nell’Under 21 di Ferrara (10 in 14 partite).

I giovanissimi in campo in memoria di Sandro Vignini

Il mercato di Alessandro Latini

IL CALENDARIO Domenica 20 maggio 2012 GRUPPO A Foligno Pisa Poggibonsi Spezia 9.45 Poggibonsi-Foligno (a) 10.20 Spezia-Pisa (b) 11.15 Perdente b-Vincente a (1) 11.50 Perdente a-Vincente b (2) 12.25 Perdente 1-Perdente 2 15.15 Vicente 1-Vincente 2 Domenica 27 maggio 2012 GRUPPO B Cesena Livorno Padova Rimini 10.00 Cesena-Rimini (a) 10.45 Padova-Livorno (b) 11.40 Perdente b-Vincente a (1) 15.00 Perdente a-Vincente b (2) 15.50 Perdente 1-Perdente 2 16.45 Vincente 1-Vincente 2 Sabato 02 giugno 2012 GRUPPO C Bologna Fiorentina Margine Coperta Prato

Sedici squadre professionistiche, categoria Giovanissimi classe ’98, scendono in campo dal 20 maggio nel segno del fair play e del divertimento in memoria di Sandro Vignini, ex giocatore di Fiorentina e Lucchese. Con questo spirito, l’U.S. Vicchio ha organizzato per il settimo anno consecutivo il Torneo con l’obiettivo di mantenere vivo il ricordo di uno sportivo, ma soprattutto di un uomo che i valori del calcio li ha onorati e insegnati. Dal 2006, questi stessi valori sono diventati la base di una manifestazione che, negli anni, ha visto crescere la partecipazione di squadre e società professionistiche della Regione e non solo. Le sedici squadre, divise in quattro gruppi, si affronteranno sul campo sportivo Bartolozzi di Vicchio con la formula del triangolare (senza pareggio, 3 punti per la vittoria nell’unico tempo regolamentare di 35 minuti, 2 punti per la vittoria ai rigori, 0 punti per la sconfitta nei 35 minuti) a partire da domenica 20 maggio per tre settimane consecutive. Le vincenti dei quattro gruppi si affronteranno l’ultimo giorno del torneo, domenica 10 giugno, in semifinale (al mattino) e in finale (al pomeriggio).

10.00 Fiorentina-Prato (a) 10.45 Bologna-Margine Coperta (b) 11.40 Perdente b-Vincente a (1) 15.00 Perdente a-Vincente b (2) 15.50 Perdente 1-Perdente 2 16.45 Vincente 1-Vincente 2 Domenica 03 giugno 2012 GRUPPO D Empoli Grosseto San Marino Sassuolo 10.00 Empoli-Sassuolo (a) 10.45 Grosseto-San Marino (b) 11.40 Perdente b-Vincente a (1) 15.00 Perdente a-Vincente b (2) 15.50 Perdente 1-Perdente 2 16.45 Vincente 1-Vincente 2 Domenica 10 giugno 2012 10.00 1° semifinale Vincente gruppo A-Vincente gruppo C 11.00 2° semifinale Vincente gruppo B-Vincente gruppo D 15.00 Finale 3°/4° posto 16.00 Finale 1°/2° posto

L’ALBO D’ORO 2006 1° Empoli, 2° Fiorentina, 3° Lucchese 2007 1° Fiorentina, 2° Livorno, 3° Spezia 2008 1° Fiorentina, 2° Pisa, 3° Lucchese 2009 1° Empoli, 2° Rimini, 3° Livorno 2010 1° Empoli, 2° M. Coperta, 3° Fiorentina 2011 1° Empoli, 2° Spezia, 3° Lucchese


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Nasce a Castel d’Argile, in provincia di Bologna, il 2 ottobre 1933. La Fiorentina lo acquista dalla Bondenese nell’estate del 1954. Debutta in prima squadra il 24 aprile 1955 a Firenze nel match con il Napoli finito 0-0. Nella stagione successiva il tecnico Fulvio Bernardini lo fa partire titolare, al posto di Costagliola, nella formazione che si aggiudicherà lo scudetto. Il “dottore” dà fiducia a questo ragazzo con poca esperienza e ne viene ripagato ampiamente. Intuisce, infatti, le sue grandi doti. Sarti è un portiere moderno ed essenziale. Si piazza benissimo al centro della porta e per parare così non concede molto allo spettacolo. Se non è strettamente necessario non si tuffa in modo acrobatico come fanno tanti suoi colleghi. E’ gelido tra i pali, quasi glaciale. Ma trasmette grande sicurezza alla squadra. Con la Fiorentina vince lo scudetto nel 1955/56, ottiene quattro secondi posti consecutivi in campionato e si aggiudica nel 1960/61 la Coppa delle Coppe e la Coppa Italia, pur senza disputare le finali in entrambe le manifestazioni. Rimane a Firenze per nove stagioni, collezionando 220 gettoni di presenza in campionato. Nell’estate del 1963 passa all’Inter di Angelo Moratti, il padre dell’attuale presidente nerazzurro, e di Helenio Herrera. A Milano conquista due scudetti, nel 1964/65 e nel 1965/66, due Coppe dei Campioni nel 1963/64 e nel 1964/65 e due Coppe Intercontinentali nel 1964 e nel 1965. In Nazionale disputa 8 partite, una sola delle quali da portiere viola, quella dell’esordio a Firenze contro l’Ungheria il 29 novembre 1959 finita 1-1. RLP

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i, 2 ia Lavato 10 V Nasce a Pontremoli, in provincia di 63 l. 055 807 (Fi) Massa Carrara, il 2 febbraiote1939. La re.P.19.00 nrealleoV rtu a v a T r e società viola lo acquista dallo ApSpezia i, 2 0 iaiuLsauvraatoore 24.00 Vh 1 nell’estate del 1958. Esordisce in pri3 C 055c8h0iu7s6o19.00 - Ch tel. nella ma squadra il 18 gennaio 1959 i e r d gioveertura o ce.n etww.l partita Roma-Fiorentina finitaAp 0-0 di- rnaso - w wGwiowv.ledafìochiu sputata sul campo neutro di Livorno. Nelle prime cinque stagioni a Firenze non gioca molto, perché ha davanti a sé Sarti, il portiere del primo scudetto. Il giovane Albertosi comunque riesce ugualmente a ritagliarsi il proprio spazio. E’ lui il titolare nelle finali di Coppa delle Coppe (allora si disputava con gare di andata e ritorno) del maggio 1961 contro i Rangers di Glasgow, quando la Fiorentina si aggiudica il trofeo. E’ ancora lui a difendere la porta viola nella finale di Coppa Italia dell’11 giugno di quello stesso anno al Comunale con la Lazio, vinta dai gigliati per 2-0. E quattro giorni dopo debutta addirittura in Nazionale a Firenze contro l’Argentina, nel match vinto dagli Azzurri per 4-1. Piace la personalità del ragazzino. Ma soprattutto piace il suo modo di stare in porta, diverso da quello di Sarti. Albertosi si fa notare, infatti, per i suoi voli plastici e spettacolari. Quelle sue parate in tuffo fanno impazzire i tifosi. Anche da riserva diventa così un idolo dei supporter gigliati. Le ultime cinque stagioni alla Fiorentina è titolare inamovibile. Rimane a Firenze per dieci anni, collezionando 185 gettoni di presenza prima di passare al Cagliari nell’estate del 1968. Oltre alla Coppa delle Coppe e alla Coppa Italia del 1960/61 con i viola

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si aggiudica nel 1965/66 un’altra Coppa Italia e la Mitropa Cup (non gioca, però, questa manifestazione perché impegnato con la Nazionale). Nella sua carriera vince anche due scudetti, con il Cagliari nel 1969/70 e con il Milan nel 1978/79. Con il club rossonero si aggiudica anche la Coppa Italia nel 1976/77. Disputa oltre 500 partite in serie A. In Nazionale disputa 34 partite, 18 da giocatore viola. In maglia azzurra vince, sia pure da riserva, gli Europei del 1968 con Valcareggi in panchina. Partecipa a tre edizioni dei Mondiali (1962, 1966 e 1970), in due delle quali è titolare. RLP

i n n a v o Gi i l l Ga Nasce a Pisa il 29 aprile 1958. Arriva a Firenze quindicenne dalla Marinese, una piccola società all’epoca gemellata con il club viola. Fa tutta la trafila nelle formazioni giovanili gigliate (Allievi, Berretti, Primavera). Esordisce in prima squadra all’inizio della ripresa della partita di Torino con la Juventus del 23 ottobre 1977 a poco più di 19 anni. Il tecnico Carletto Mazzone lo manda in campo con la Fiorentina in svantaggio per 3-1 (alla fine perderà 5-1) al posto del frastornato Carmignani. Dopo altre tre gare in panchina, diventa titolare inamovibile a Bologna. Colpisce subito per la sua maturità. E’ bravissimo tra i pali e reattivo in uscita. Comanda, anche da giovane, la difesa con grande autorevolezza. Ha sempre un rendimento costante. Mai né alti, né bassi. E’ insomma un’autentica sicurezza. Disputa in maglia viola 9 campionati, dal 1977/78 al 1985/86, per complessivi 259 gettoni di presenza. A Firenze non vince niente anche se nel 1981/82 sfiora lo scudetto, sfumato all’ultima giornata a beneficio della Juventus. In quella stagione subisce appena 17 reti in 30 partite. Si tratta del suo record personale. In tutto trascorre alla Fiorentina ben 13 anni (vi tornerà in seguito da dirigente). Poi passa al Milan con cui vince lo scudetto nel 1987/88, 2 Coppe dei Campioni nel 1988/89 e nel 1989/90, una Supercoppa europea nel 1989, una Coppa Intercontinentale nello stesso anno e una Supercoppa italiana nel 1988. Se ne aggiudica poi un’altra con il Napoli nel 1990. E conquista pure una Coppa Uefa con il Parma nel 1994/95. Disputa 19 partite in Nazionale (esordio il 5 ottobre 1983 nel match Italia-Grecia, vinto dagli Azzurri per 3-0), tutte da portiere della Fiorentina. E’ campione del mondo in Spagna nel 1982, pur RLP senza mai scendere in campo, e gioca da titolare i mondiali del 1986 in Messico.

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GIANMATTEO MAREGGINI: VI RACCONTO I MIGLIORI NUMERI UNO VIOLA Il viola, lui, se l’è sempre sentito scorrere nelle vene. Gian Matteo Mareggini faceva il raccattapalle a bordo campo quando il titolare della Fiorentina era Giovanni Galli: era uno dei figli del settore giovanile, vanto della società che proprio con i ragazzini è riuscita a vincere il suo secondo (e ultimo) scudetto della storia, uno che come tutti sognava ad occhi aperti e che quel sogno, un giorno, l’ha trasformato in realtà. Il giorno del suo esordio, l’11 novembre 1990, contro il Genoa (2-2) gli è rimasto dentro, ma il tatuaggio più bello è quello che si è regalato - ed ha regalato ai suoi tifosi - nella gara contro la Juventus, quella del ritorno di Baggio al Franchi dopo la cessione ai bianconeri, della sciarpa viola raccolta in campo, scivolando via verso lo spogliatoio, ma soprattutto quella del rigore parato a De Agostini. Baggio, quel penalty, non lo volle calciare. La storia, il Divin Codino l’ha cambiata solo molti anni dopo, in occasione delle festa di Borgonovo al Franchi, nel 2008: in porta c’era sempre lui, Mareggini, ma quella notte, tra lacrime ed emozioni, Baggio non sbagliò. Il portierone viola, portato in prima

squadra per fare da riserva a Marco Landucci, i numeri uno li conosce davvero. Giuliano Sarti non l’ha visto giocare, ma ha imparato a riconoscerne il mito sentendone raccontare tante imprese e pure qualche erroraccio («I campioni restano campioni a prescindere»), Enrico Albertosi e Giovanni Galli invece li ha visti da vicino. Giocatori esemplari, impossibili da imitare, da ciascuno dei quali il portiere moderno dovrebbe comunque imparare. Mareggini che cosa l’ha colpita di Giuliano Sarti? Cosa le è rimasto a distanza di tanti anni? «Sarti è il mito, soprattutto a Firenze. I tifosi ricordano sempre quel suo giocare senza guanti, quel suo tirarsi su le maniche, il tuffarsi poco e pure il suo stare fuori porta. Molto fuori porta. Ha vinto il primo scudetto: come si fa a dimenticarselo?». C’è una sua parata che ancora ricorda? «A dire il vero ricordo più un suo errore, quello che costò lo scudetto all’Inter. Ma i campioni si vedono nei momenti più difficili. E dopo quell’episodio Sarti ha continuato a vincere». Invece chi era Enrico Albertosi?

«Il mago dell’interpretazione del ruolo di portiere. E aveva un coraggio pazzesco, un coraggio che nessun altro portiere di serie A, in quegli anni e, tranne un’eccezione, ancora oggi, ha dimostrato di avere». Cosa ricorda della sua lunghissima carriera? «La spregiudicatezza che metteva in campo, con la Fiorentina e con la Nazionale. Ricordo ancora la storica sfida contro la Germania Ovest finita 4-3 in Messico ’70. Semplicemente inimitabile». E Giovanni Galli che portiere è stato? «Uno che in campo aveva una freddezza da far impallidire chiunque. Ogni suo intervento pareva qualcosa di ordinario anche se in realtà non lo era mai. Non era un portiere che volava da un palo all’altro, ma il suo intuito gli ha permesso ovunque di fare la differenza. Credo che nell’arco della sua lunga carriera non abbia mai subìto un gol per essere stato in una posizione sbagliata». Lei, invece, a chi di questi tre ha provato ad ispirarsi? «A nessuno, anche se forse non mi è mai mancato il coraggio che era di Albertosi».

Si spieghi meglio. «Albertosi se c’era da buttarsi con la faccia tra i piedi dell’avversario lo faceva senza pensarci un istante di troppo. E vi garantisco che non è facile per niente». Galli era meno “coraggioso”? «No, Galli era un calcolatore infallibile. Dotato di una straordinaria dose di razionalità, aveva la capacità di fare i movimenti giusti al momento giusto. Paradossalmente, sembrava quasi che non facesse nemmeno fatica, invece il ruolo di portiere so per esperienza che è uno dei più complicati». Oggi secondo lei chi è l’erede di uno di questi tre grandi portieri? «E’ paradossale parlare di uno

juventino, ma Buffon è il migliore che ci sia in circolazione, seguito da Samir Handanovic dell’Udinese i cui margini di miglioramento, secondo me, sono ancora ampi e importanti». Nella Fiorentina, invece, ci sono stati eredi di Sarti, Albertosi o Galli? «Albertosi è stato unico, inimitabile. Sarti l’ho visto troppo poco per averne individuato i tratti essenziali in un portiere moderno. Di Galli, invece, qualcuno ce n’è stato: anche se fisicamente era molto diverso, per qualità tecniche e istinto lo ha ricordato molto Francesco Toldo. Parliamo poi di tre campioni: farne una sintesi a parole è impossibile, per definizione».

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UNA NUOVA FIORENTINA E’ POSSIBILE MA SOPRATTUTTO NECESSARIA

di Luca Caneschi

il modo di fare e di operare avuto negli ultimi anni, essere veramente coraggiosi e provare a dare una scossa a questo mediocre calcio nostrano come i fratelli Della Valle, soprattutto Diego, avevano detto di voler fare all’inizio. Tra l’altro Zeman ha anche un altro vantaggio, che è quello di avere poche pretese dal punto di vista dell’organico. Chiede giocatori motivati, meglio se giovani, e disponibili a seguirlo, cioè tutto il contrario di quelli che ha la Fiorentina adesso. Ci sono due mesi di tempo per operare questa rivoluzione e riempire i vuoti, metaforici e non, che ci sono nel rapporto tra la Fiorentina, i suoi tifosi e la città. Inutile perdere altro tempo con i calciatori attuali: possono andare tutti in ferie e, nel 95% dei casi, ripresentarsi altrove per avere, magari, più fortuna. Una nuova Fiorentina è possibile, si direbbe parafrasando uno slogan ambientalista, ma soprattutto è necessaria.

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17 maggio 2012 www.brividosportivo.it

MILAN-FIORENTINA, QUANDO UNA GARA CAMBIA LA STAGIONE

La 25esima ora

Non poteva esserci specchio migliore di un’annata come quella appena trascorsa: grigia, vuota, velenosa. E’ stata questa la partita tra Fiorentina e Cagliari, nella quale due squadre mediocri e senza obiettivi non hanno avuto neanche la dignità di tirar fuori una partita divertente come spesso succede in questi casi. Per i viola, che comunque non avrebbero certo sovvertito gli umori anche con una partita diversa, quello che rimane è la convinzione assoluta di una stagione tutta da buttare, nella quale soltanto due episodi come le vittorie di Milano e Roma, pur entusiasmanti, non possono bastare a ammorbidire gli stati d’animo dei tifosi. Se la retrocessione sarebbe diventata un’impresa dopo che il Lecce è scoppiato, distrutto dalla rincorsa precedente, mettendo insieme solo un punto nelle ultime cinque partite, la posizione finale in classifica è da depressione andante e la fuga dalla tribuna di Andrea Della Valle al primo coro di contestazione, tra l’altro zittito dal resto dello stadio, non ha fatto presagire lì per lì niente di buono. D’altronde l’ipotesi di un’accoppiata OrialiRanieri non sembra accendere tutti mentre altre soluzioni più suggestive come quella di Zeman presupporrebbero una forma mentis societaria che non pare esserci. Scegliere il boemo per accontentare la piazza, come si è fatto qualche mese fa con Delio Rossi, e poi lasciarlo solo a gestire l’anarchia di uno spogliatoio senza regole e senza regolatori sarebbe, infatti, un errore grossolano anche perché Zeman non prenderebbe a pugni nessuno ma saluterebbe tutti una volta accortosi che non ci sono le condizioni per lavorare. Fare una scelta del genere, invece, dovrebbe significare stravolgere

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Non sarà stata tatticamente la partita più spettacolare, quella giocata meglio, ma sicuramente Milan-Fiorentina ha cambiato le sorti del campionato viola e anche quello del Diavolo rossonero. Quel 7 aprile la Fiorentina si presentava al Meazza in condizioni di classifica precarie e con una formazione rimaneggiata priva del suo uomo d’ordine a centrocampo Montolivo, di Cassani e Gamberini in difesa e con un Amauri non al meglio portato in panchina. Insomma mezza squadra, e quella che conta se è vero che per fare una grande squadra serve un bel difensore centrale, un regista e una punta che segni. Delio Rossi si affida ai giovani Camporese e Nastasic tenuti a balia da “Babbo” Natali con De Silvestri spesso sottotono in stagione. A centrocampo i polsi dei tifosi viola tremano perché accanto al “leone” Behrami ci sono due giocatori dal passo lento come Lazzari e Kharja che hanno deluso per tutta la stagione e in avanti il duo JoveticLjajic che bene ha fatto a Novara per poi perdersi nelle brume di una inesistente nebbia fiorentina. Via alla gara con la Fiorentina ben messa in campo e di testa. Si comincia con i viola che non si fanno pressare e impongono un buon ritmo ad un Milan che appare abbastanza “spompato”. Poi prima della fine della prima frazione di gioco ecco il classico rigorino che porta in vantaggio i rossoneri. Tutto da rifare per un film visto altre volte. Ci aspetta un secondo tempo di passione con probabile viola all’attacco e gol di rimessa del Milan. E invece no, pronti via arriva

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di Saverio Pestuggia

il pareggio di Jo-Jo con una bella torsione di testa. La Fiorentina insiste e gioca bene, subisce solo a tratti il possesso palla del Diavolo, sempre più lento e inconcludente. Poi al 77’ fuori ‘Nutella’ Ljajic e dentro Amauri ancora a secco nella stagione viola. La gara non cambia, i viola non si fanno intimorire anche se qualche assalto del Milan fa paura. Nel frattempo Camporese lascia il suo posto ad desaparecido Felipe. Il finale ci regala la svolta, Jovetic scambia con Amauri ancora fresco e il brasiliano ci e si regala l’unica gioia del campionato che dedica alla moglie. E’ vittoria dei viola a San Siro, con un Behrami che lotta per 95’ come un leone e la sorpresa De Silvestri che gioca una partita splendida come non gli capita da tempo. Anche Lazzari e Kharja lottano come non gli abbiamo mai visto fare. E’ la vittoria del gruppo. Lo spettro del Lecce si allontana mentre la Juventus supera il Milan in classifica. Dei guai del Milan non ci interessiamo ma quella vittoria insperata ha dato il via alla salvezza sofferta dei viola corroborata poi dall’altro grande successo di Roma e da prestazioni minori in casa.

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17 maggio 2012 www.brividosportivo.it

Amarcord

di Ruben Lopes Pegna

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UN’ALTRA STAGIONE AVARA: MA PER FORTUNA LA A E’ IN SALVO

Aveva abituato bene i propri tifosi la Fiorentina nei primi quattro anni della gestione Prandelli, con tre quarti posti e un terzo posto senza tenere conto delle penalizzazioni dovute a Calciopoli. Poi il crollo e la salvezza alla penultima giornata come nel 1986/87 (allora grazie al pareggio per 1-1 a Napoli con il primo gol di Baggio in serie A). In campionato le ultime tre stagioni sono state davvero da dimenticare. Ma almeno la squadra viola è rimasta in serie A, particolare non di poco conto. Negli ultimi quarant’anni, infatti, in due occasioni la Fiorentina aveva vissuto per più di tre stagioni, come adesso, lontano da un piazzamento europeo ma poi era finita in serie B ed anche in C2. La prima volta era accaduto tra la fine della dirigenza dei Pontello e l’inizio dell’era Cecchi Gori, la seconda a cavallo tra la gestione Cecchi Gori e quella dei Della Valle. 6 ANNI SENZA EUROPA. Dal 1989/90 al 1994/95 i viola vissero lontani dalla zona della classifica che dà accesso alle coppe europee, con una salvezza all’ultima giornata (1989/90, ultima stagione dei Pontello), due dodicesimi posti (nei primi due tornei con Cecchi Gori), una retrocessione in serie B (1992/93), una promozione in A (1993/94) e un decimo posto (1995/96, nonostante i 26 gol di Batistuta, capocannoniere del campionato). 4 ANNI SENZA COPPE. Quelle che vanno dal 2001/02 al 2004/05 sono state stagioni drammatiche per la Fiorentina che pure nel 2000/01 era arrivata soltanto nona in campionato ma era entrata in Coppa Uefa grazie al successo in Coppa Italia. Poi ci furono la retrocessione in serie B ed il fallimento (2001/02) con la ripartenza dalla C2, con la famiglia Della Valle al timone della società, ed il ritorno in serie A nel 2003/04. Ed era stata poi da dimenticare la prima stagione dei Della Valle in serie A (2004/05) con la salvezza ottenuta solo all’ultima giornata grazie alla vittoria sul Brescia (reti di Miccoli, Jorgensen e Riganò) e alla miglior classifica avulsa nei confronti del Parma e del Bologna e con tre allenatori, come quest’anno, succedutisi in panchina (Emiliano Mondonico, Sergio Buso e Dino Zoff). LE SALVEZZE NEGLI ULTIMI 90’. Dal 1970 ad oggi ce ne sono state quattro, l’ultima nel 2004/05 (come già ricordato). Nel 1970/71, con Pugliese in panchina (aveva preso il posto dell’esonerato Pesaola che due anni prima aveva vinto lo scudetto) la permanenza in serie A fu ottenuta con un pareggio per 1-1 a Torino con la Juve (gol di Vitali)

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grazie alla miglior differenza reti nei confronti del Foggia. Sette anni più tardi (1977/78) uno 0-0 al Comunale con il Genoa alla squadra di Chiappella (prima di lui in panchina si erano seduti Mazzone e Mazzoni) fu sufficiente per rimanere in serie A grazie alla miglior differenza reti ai danni ancora del Foggia e dello stesso Genoa. Un successo casalingo sull’Atalanta per 4-1 (gol di Buso, Di Chiara, Baggio e autogol di Prandelli) consentì alla Fiorentina di Graziani (aveva preso il posto dell’esonerato Giorgi nelle ultime 4 gare) di rimanere in serie A nell’1989/90. LE RETROCESSIONI. Fu la peggior classifica avulsa nei confronti del Brescia e dell’Udinese, invece, a condannare la Fiorentina alla retrocessione in serie B nel 1992/93 all’ultima giornata, nonostante il successo sul Foggia (ci sono sempre i pugliesi di mezzo) per 6-2 (doppiette di Batistuta e Baiano e gol di Massimo Orlando e Vascotto). Nel 2001/02 la retrocessione, prima del fallimento, arrivò addirittura al quartultimo turno

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dopo la sconfitta interna con la Lazio. I PERIODI GRIGI. Ce ne sono stati altri ma mai, a parte quelli ricordati, sono durati più di due anni. Nel 1974/75 (con Nereo Rocco) e nel 1975/76 (con Carletto Mazzone) furono disputati due campionati anonimi, nei quali i viola si classificarono rispettivamente ottavi e noni. Le stagioni furono, però, salvate dai successi in Coppa Italia (1974/75) e nella Coppa Italo-Inglese (1975/76). Erano anni difficili quelli prima dell’arrivo dei Pontello con la Fiorentina settima nel 1978/79 e sesta nel 1979/80 grazie soprattutto alle prodezze di Giancarlo Antognoni, il simbolo della squadra. Furono piene di sofferenza anche diverse stagioni della gestione Pontello, con il nono posto del 1984/85 (nel campionato fallimentare di Socrates) e l’ottavo del 1987/88 con Diaz e Baggio a tenere in piedi la baracca (nel 1986/87 e nel 1989/90 la salvezza fu ottenuta nel finale). Il resto è storia recente. La speranza di tutti è, però, che dalla stagione prossima la Fiorentina torni a lottare per un piazzamento europeo. La voglia di giocare di nuovo la Champions ma anche semplicemente l’Europa League è davvero tanta.

ANDREA HA FATTO COME I’ BAGLIONI MA VALE LA LEGGE DELL’UGHI

Cala i’sipario su questo strazio e l’urtimo atto e gli è stao ‘n sintonia! Poerannoi che smania… E va bene che mancavan tutti, però armeno un cincinin di verve da quelli che gli eran rimasti di più ‘n panca e ci si potea aspettare. Tra rotti, mezzi rotti e vicino a rompisi e parea la squadra di’Palagi. I’nonno e ci s’è quasi addormentao e anch’Andrea io credo che l’abbia fatto finta di pigliassela a male pe’ cori de’ soliti tordi. Vista la piega e gli arà pensao: “‘n campo la palla a i’barzo e un la sanno pigliare, e allora e la piglio io e fo come i’Baglioni…” e via e se n’è ito. Ora, l’offese e le parolacce le un ci stanno bene a mano, però è gli è chiaro e l’ha anche detto lui, Andrea, che un po’ fori da i’vaso e l’hanno fatta e allora e bisogna applica’ la legge dell’Ughi: “Chi gli ha pisciao di fori e bisogna che la riasciughi” e ci sembra che sian pronti e l’hanno detto e ridetto. Però e un bisogna ae’ furia perché la furia e la fa e gattini ciechi, ni’ nostro caso e giocatori torsoli, tanto e se n’ha pochi! Quindi carma e gesso, tanto giorno più, giorno meno e un siam miha a i’ Giro d’Italia, e basta che si scerga bene, pe’ non rifalla di fori un’artra vorta se no e gli è tutto un asciugare! E soliti tifosi ‘n vena di canto che si parea d’essere a Sanremo e un l’hanno mandaa a di’ dreo pe’ fa’ sapere i che pensano su i’ nome più vociferao pe’ la panca viola di quest’artr’anno. Ranieri e un lo vogliano. E vogliano i’boemo, soprattutto perché e ci ha sulle balle e’ gobbi quasi quanto noantri. Pe’ questo e garberebbe anche a me, ma poi i’nonno, pe’ esse’ vecchio e aenne viste tante e si chiede: “Ma che sarà quello giusto pe’ questa banda di brontoloni che un gli va’ ma’ bene nulla?” No perché lui, i’boemo, e va pe’ la su’ strada, che si vinca e che

si perda e un la cambia e se troa gente che lo sta a sentire e la corre e la suda come dice lui, magari e fa anche quarche miraholo, ma se troa un gruppino come i’ nostro di quest’anno e un dura nemmen da Natale a Santo Stefano! E allora visto che s’esce da un giro di labbrate pe’ entra’ n’un artro, da un po’ di tempo a questa parte, o che sarà i’caso di rischiare? Più ‘mportante ancora però e ci sembra la scerta di’ diesse, perché più ‘mportante ancora e sarà i’ Tirre di giohatori novi che c’è da prendere. E bisogna piglialli boni questa vorta, non tutti que’ trespoli che ci ha portao Corvino urtimamente e che ci tocca a regalalli pe’ levasseli di torno. Ora i’nonno e piglierebbe più volentieri un omo di mercato come i’ LoMonaco che un artro ‘mpomatao a abituao a laora’ co’ quattrini di Denti Gialli come l’Oriali, ma faccino un po’ loro, ‘n fondo e un n’emporta miha che piglino i’centro, e basta che la faccian dentro! Boh! E l’andrà a fini’ bene… e dicea qui rospo che vedea i’ contadino auzza’ la punta di’palo. I’nonno e cerca ni’ vino l’oblìo, come sempre, peccato che gli è finio le bocce di’ gobbo e ora e mi tocca a contentammi di che passa i convento, e cartoni della COOPPE! Poero nonno, ‘n sintonia co’ viola, come e siam cadui ‘n basso! Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!t

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IL BUIO PRIMA (SI SPERA) DI UNA NUOVA ALBA

Venerdì 17 giugno 2011, la festa di San Giovanni sembra arrivare con una settimana d’anticipo a Firenze: la città è pronta a riversarsi gioiosa nelle strade e chissà, magari a sparare qualche fuoco d’artificio qualora si concretizzassero le voci su Mihajlovic all’Inter. Via Mihajlovic, via tutti i problemi: con questa sorta di ottimismo isterico (poi disatteso) la gran parte del pubblico viola approccia alla surreale stagione 2011-2012. Metà luglio: i tifosi sotto l’ombrellone leggono le fantomatiche ‘ore decisive’ per Arouca e Aquilani, invece arrivano Romulo e il nuovo responsabile della comunicazione Gianfranco Teotino che alza da subito un polverone su Antognoni. Il viola club ‘7Bello’ risponde con uno striscione: “Antognoni non si tocca, Teotino sciacquati la bocca!”. L’ombrello, e non l’ombrellone, è d’obbligo per i pochi tifosi viola a Cortina, dove la Fiorentina

svolge la prima parte del ritiro estivo in un clima perennemente autunnale (in ogni senso). Piogge anche nella seconda tranche a San Piero a Sieve, ma di contestazioni. “Compriamo Aristoteles per la B-zona”, scrive il 7Bello. Poi una lunga e schietta discussione tra Mihajlovic e gli ultras alla rete di recinzione conduce ad una sorta d’armistizio: “Se intendete continuare a rompere durante l’allenamento ve ne potete anche andare”, aveva esordito Sinisa. Ma armistizio fa rima con sodalizio solo sulla carta e non sui gradoni del Franchi, dove gli abbonamenti si fermano malinconicamente a quota 13.024. Malinconico anche il rendimento della Fiorentina nei primi mesi, con conseguente aumento dei mormorii contro Mihajlovic. La sua chance per un colpo di coda è la sfida allo Juventus Stadium, ma anche lì la squadra dorme e perde 2-1.

L’esonero si materializza due settimane dopo, in seguito alla sconfitta esterna del 6 novembre col Chievo. Inizia l’era Delio Rossi, i tifosi intravedono la fine di un incubo e accorrono alla sua presentazione intonando il suo nome e cognome al ritmo di ‘We will rock you’. Il vulnus viola, in realtà, non era sulla panchina, ma tutt’intorno, in un contesto dove ogni componente tirava dritto senza interagire. Aspetto evidenziato dai non tesserati di curva Fiesole, che a dicembre esprimono ai nostri microfoni la necessità di un tavolo di confronto con stampa, società, istituzioni e forze dell’ordine. Ma l’unico confronto è quello del 5 gennaio 2012, non ad un tavolo bensì, ancora una volta, a bordo campo. Nel corso dell’amichevole a Legnaia, Vargas zittisce gli ultras i quali nell’intervallo si fiondano nello spogliatoio per un faccia a faccia con la squadra. E’ la stagione dei tête-à-tête, che si verificano, fra tifosi e giocatori, anche quando il Lecce espugna il Franchi, a metà gennaio. Gennaio, tempo di mercato di riparazione che però non colma i vuoti né in rosa, né sugli spalti. “Se si torna in B vi facciamo un c*** così”, ripetono in coro i tifosi, ed anche l’immagine dei Della Valle scricchiola al fragore delle contestazioni. Una rinomata pasticceria sestese offre la colazione a chi rinuncerà ad andare allo stadio contro il Cesena. Allo stadio, intanto, la Fiesole srotola un graffiante striscione divenuto celebre: “Scusate se mi permetto, ma in marchigiano icché vuol dire progetto?”. Urge un riscatto e l’occasione ancora una volta si chiama Juventus, attesa al Franchi il 17 marzo. Ma non basta lo stadio gremito, non bastano le parrucche e gli striscioni di scherno per

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L’angolo del tifoso

di Luca Capanni

Antonio Conte. Non basta nemmeno la splendida coreografia autofinanziata dalla curva Fiesole. E’ la disfatta, lo stadio si svuota per protesta dopo lo 0-3. All’esterno infuria la contestazione, mentre la Fiorentina prende altri due gol. I tifosi approntano altri faccia a faccia, stavolta anche con l’allenatore che appare un uomo distrutto, come racconteranno poi loro stessi. La sorpresa positiva arriva a San Siro contro il Milan. L’inattesa vittoria viene propiziata alla vigilia dal doppio blitz di Diego Della Valle a Milano con la squadra, e di Andrea Della Valle a Firenze con i tifosi: “Salviamoci e vi stupirò”, promette l’ex patron. Ma l’altalena di risultati continua, la salvezza sguscia ed i tifosi auspicano di afferrarla al Franchi il 2 maggio, nella notturna col Novara. Non si aspettano certo di passare in svantaggio 0-2, né tantomeno di assistere alla rissa RossiLjajic. Risultato finale 2-2 grazie ad una doppietta di Montolivo che si becca i fischi anche mentre segna. Rossi, dal canto suo, si becca l’esonero e la squalifica di tre mesi, ma anche uno striscione solidale firmato Curva Fiesole 1926: “Da mercenari circondato, uomo vero ti sei dimostrato”. Intanto la classifica avulsa diventa un mostro mitologico su cui ognuno narra la sua leggenda. L’unico modo sicuro per ucciderlo è non perdere a Lecce e la Fiorentina, per una volta, fa più del dovuto: 0-1 con gol di Cerci che porge il calumet della pace ai tifosi. Proprio lui, amato e odiato mille volte, è l’uomo-salvezza insieme al criticato Montolivo. I tifosi hanno visto e fatto di tutto in questa incredibile stagione, ora hanno diritto ad una nuova alba. E che sia, stavolta, di quelle che aprono il cuore.

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GIOVANILI VIOLA, UNA MEDAGLIA A DUE FACCE

E’ ancora presto per stilare un bilancio definitivo dell’annata, che si avvia alla conclusione, delle giovanili della Fiorentina. Impossibile dare un voto complessivo alle squadre viola che si sono battute nei rispettivi campionati, perché quelle degli Allievi Nazionali e dei Giovanissimi sono qualificate entrambi alle fasi finali scudetto. Poi ci sono gli Esordienti 2000 che proprio la scorsa settimana hanno vinto il “Memorial Magnani” e che con i Pulcini hanno intascato in totale ben 5 trofei in 5 partite. PRIMAVERA, STAGIONE FINITA. Non tutte le ciambelle vengono con il buco. Dopo i fasti degli scorsi anni questo è stato l’anno nero della Primavera. Abituati bene? Può darsi, ma ‘se un Carraro non fa Primavera’ e viene mandato in prestito, non la fa neanche Salifu, che viene aggregato in prima squadra. La stagione, a dir la verità, era iniziata benissimo, con la vittoria della Supercoppa italiana a Roma che un po’ aveva illuso sul reale valore tecnico della squadra. Leonardo Semplici è riuscito a dare un’impronta solo marginale alla squadra, che era composta da molti ragazzi interessanti

come Camporese, Salifu, Acosty e Babacar. Almeno fino a dicembre. Perché sono state proprio le vacanze di Natale, il mercato di gennaio e l’arrivo del nuovo tecnico in prima squadra Delio Rossi che hanno mutato completamente l’assetto della squadra. Semplici si è trovato in difficoltà: con Babacar in prestito al Racing Santander, Camporese e Salifu aggregati al gruppo di Rossi, Acosty è rimasto l’unico in grado di trascinare la squadra, e si è visto. Il ghanese autore di 10 gol in questa stagione è stato linfa vitale per questa compagine in cerca di riconferme. Quando Rossi lo ha portato definitivamente in prima squadra, causa anche la mancanza di attaccanti, la Fiorentina di Semplici ha subito il contraccolpo e non ha più saputo ritrovare se stessa. Ha perso il punto di riferimento ed il trascinatore. A poco è servito l’acquisto di Zohore arrivato fuori forma. L’attaccante danese di origine brasiliana, che avrebbe dovuto sostituire Babacar, ha avuto qualche difficoltà di inserimento: un altro anno di Primavera non potrà che fargli bene. Insomma, la Primavera acciaccata a metà anno, uscita dal Torneo di

Viareggio nella fase finale, dalla Coppa Italia in semifinale, dai play off scudetto ai rigori, non può che meritarsi comunque la sufficienza. Adesso il nuovo ds avrà delle belle gatte da pelare nel prossimo mercato, come il ritorno dei viola in prestito. Dove collocarli? Potrebbero essere utili in prima squadra? Se al Pescara piace il terzino Cristiano Piccini, Federico Carraro ha finito alla grande alla Pro Vercelli insieme all’attaccante Pietro Iemmello. Quest’ultimo sì che potrebbe tornare utile alla causa “nuova rifondazione viola”.. ALLIEVI IN RAMPA DI LANCIO. Chi deve ancora giocarsi tutto sono gli Allievi Nazionali di mister Guidi. Dopo il pareggio contro il Siena, la Fiorentina è ancora in testa

alla classifica del campionato, ma a pari merito con l’Empoli, segue il Torino terzo a tre punti di distacco. La giornata in cui la Fiorentina ospiterà la Juventus in casa e l’Empoli andrà a giocarsela a Torino sarà decisiva per stabilire quale delle due toscane accederà alle fasi finali. I Giovanissimi Nazionali si sono qualificati ai sedicesimi di finale. I viola se la vedranno contro il Frosinone, andata il 13 maggio, ritorno a Firenze domenica 20 maggio. Curioso notare come la classifica cannonieri del girone sia dominata da giocatori gigliati: al primo posto infatti il giovane

Pasquale Colato, classe ‘97, ha ben 37 reti all’attivo. Niente male anche il secondo classificato Simone Minelli, centrocampista inamovibile della Nazionale Under 15, che in questa stagionte ha segnato 27 reti. Se la Primavera ha finito anzitempo la sua avventura in campionato, nelle serie minori la Fiorentina se la gioca ovunque. Non resta solo che aspettare la fine di maggio. Aspettare, il verbo più usato quando si tratta di giovani e che forse nelle ultime annate non ha sfornato quei talenti eccellenti che la piazza fiorentina si aspettava.

Il Pungiglione

NEL MIRINO I CONTESTATORI

Non ci son molti dubbi, le api volano in formazione verso la Curva Fiesole, nel mezzo, dove c’è quel gruppo di furbissimi che han fatto scappare ADV dalla tribuna d’onore con i loro cori. “Cui prodest?” dicevano i latini che erano saggi? A chi giova? Quando si fa qualcosa ci si deve porre almeno la domanda se è producente o meno per l’obiettivo che abbiamo in testa. Si suppone che tutti abbiano o dovrebbero avere come obiettivo il bene della Fiorentina futura. Per questo bene qualcuno dovrà tirar fuori dei soldi, serve a qualcosa offendere chi dovrà farlo? Ha sbagliato in precedenza, abbiamo avuto risultati nettamente inferiori alle previsioni? Nessuno lo nega, nemmeno i Della Valle che, anzi, oltre a condividerne la delusione hanno anche dovuto aggiungere il non trascurabile esborso di una


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E AL MAGGIOTTO ROMBARONO LE FASCINOSE MOTO D’EPOCA Domenica scorsa 13 maggio, in concomitanza con la festa della mamma, si è tenuta nel quartiere fiorentino dell’Isolotto la festa rionale del Maggiotto (organizzata grazie alla collaborazione del Centro Commerciale Naturale Isolotto). I negozianti del quartiere hanno invitato tutti a passare una giornata diversa, divertente e ricca di attività per grandi e piccini. Via Libero Andreotti, via Torcicoda e viale delle Magnolie sono state chiuse al traffico e molte sono state le attrattive per le famiglie, i bambini e gli anziani che non hanno voluto perdersi l’evento, seppur fosse una giornata ventosa e

grigia, arrivata come per dispetto dopo un sabato estivo contraddistinto da sole e caldo: c’erano una giovane artista che disegna-

MA ANCHE I TROPPO PERMALOSI trentina di milioni (32 per la precisione). Nonostante questo hanno confermato l’impegno e si stanno attivando per ricostruire investendo di nuovo. Una protesta potrebbe aver senso se non si facesse nulla, o se si fosse dichiarato che non si sarebbe fatto nulla, ma non è così e allora, di nuovo, a chi giova? Nel contempo vorremo dire anche a loro, a i DV, di non eccedere con la permalosità. In fondo oggi quei cori sono stati immediatamente zittiti dal resto dello stadio che, pur non numeroso, sovrastava di sicuro di gran lunga i contestatori che, infatti, hanno subito cambiato musica. Nel calcio, che è fenomeno di massa, ci sarà sempre di tutto e non si può essere suscettibili alle esternazioni delle minoranze, ingigantendole. Un certo tipo di contestazione, anche becera, se limitata, va messa in preventivo.

va i volti dei bambini felici, il trippaio che impreziosiva l’evento emanando nelle vie odori gustosi dell’antica tradizione fiorentina, tanti banchini tra i quali curiosare, negozi aperti, un festoso trenino che girava in zona mercato, un raduno di Mini Minor e infine loro: un nutrito gruppo di Motociclisti dell’AIAM (Associazione Italiana Antichi Motori). I motociclisti si sono radunati di primo mattino davanti al Caffè dei Mori, noto ritrovo della zona dove di consueto un gruppo di amici, in classico stile ‘Amici Miei’, si prendono un po’ in giro e un po’ sul serio discutendo di calcio e politica, per poi spostarsi e sostare in piazza dell’Isolotto sotto il loggiato dove viene fatto il mercato.

Quando si muovono i motociclisti suscitano sempre curiosità e attrazione. Li vedi, tutti insieme, sincronizzati salire sulle proprie moto e partire lasciando una scia di odori. Raggiunta la mèta, felici, innamorati e orgogliosi dei propri mezzi stanno lì, in piedi, accanto alle loro ‘creature’ lucidate con cura e osservano coloro che si avvicinano per guardarle da vicino. Per lo più sono pezzi rari, antichi, che riescono ancora e anche tra i più giovani a stimolare emozioni e meraviglia. Le moto d’epoca sono belle, lussuose, sexy, eleganti, affascinanti: per i proprietari sono come belle e raffinate donne da ammirare e rispettare. Guai a chi le tocca… E soprattutto ce ne sono (e ce

L’evento

di Michela Lanza

n’erano anche domenica scorsa all’Isolotto) per tutti i gusti: tra Vespe, Lambrette e diverse Moto Morini, spiccavano un Motom degli anni Sessanta di Roberto Alinei, una Moto Guzzi cc 250 degli anni Quaranta di Sergio Palazzoni, un BM cc 75 di Alfio Benini, una Bianchi Freccia Oro del 1931 di Roberto Perini e una Moto Guzzi Sport 14 cc 500 del 1929 di Vincenzo Lanza, forse la più anziana del gruppo. Un raduno di moto d’epoca lo potremmo definire come un vero e proprio Museo all’area aperta. Ogni moto ha le sue caratteristiche. Ogni mezzo ha una sua storia. E ogni dettaglio fa la differenza. E poi il suono: ognuno ha il suo, qualcuno è inconfondibile. Lo avverti da lontano quando arriva e non dà fastidio perché è un rombo ma allo stesso tempo musica. Nel pomeriggio il maltempo ha sciupato la festa, la pioggia ha costretto molti dei presenti a rincasare e i motociclisti a portare le loro gemme potenti ma allo stesso tempo delicate al riparo. Tutto rimandato alla prossima uscita, alla prossima festa. Con la consapevolezza che una moto è come un diamante: è per sempre.

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GINNASTICA di Maria Consiglia Grieco

La squadra maschile di serie C manca di soli due decimi la finale nazionale

AD UN SOFFIO DALLA FINALISSIMA

Cosa sono 25 centesimi di punto? Come si fa a quantificarli? Chi conosce la ginnastica sa che uno 0.25 vuol dire un paio di passetti all’arrivo di un’uscita, due gambe impercettibilmente piegate, oppure ancora un’oscillazione apparentemente insignificante mentre si sta appesi in verticale a testa in giù. Un’inezia, insomma. Ma chi conosce la ginnastica sa altrettanto bene che in questa disciplina non ci sono inezie, che questo sport ricerca la perfezione – quella che a detta di molti non esiste – e che però è il pensiero fisso di un ginnasta, la sua meta, il suo ideale. E allora nella ginnastica artistica può succedere che per due miseri decimi ti sfugga di mano la qualificazione ad una finalissima nazionale: è quanto accaduto alla prima squadra di serie C maschile (ginnasti fino a 14 anni d’età) del Centro Ginnastica Firenze, a Daniele Bedini, Nicola Poeta e Niccolò Vannucchi che, dopo una gara di qualificazione condotta egregiamente (stratosferici i punteggi ottenuti in particolare al volteggio, con una penalità massima di soli sei decimi) sui

sei attrezzi (corpo libero, cavallo con maniglie, anelli, volteggio, parallele pari, sbarra) si sono classificati al 21esimo posto con il punteggio di 243.600, a soli due decimi, appunto, dall’ultimo piazzamento utile per l’ingresso nella finale a 20 squadre. Si sono difesi bene anche Riccardo Chiti, Jacopo Gaito e Sovann

Vitellozzi, che hanno chiuso la giornata di qualificazione con un piazzamento di metà classifica, su un totale di ben 90 squadre partecipanti. Rientrando da Modena – sede della gara, organizzata dalla società Panaro – è rimasta comunque la consapevolezza della validità del lavoro svolto: “Non

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possiamo che essere soddisfatti” – hanno commentato gli allenatori Andrea Paoli, Letizia Gensini e Matteo Alterini – “I nostri ginnasti, di entrambe le squadre, hanno portato in fondo un’ottima gara e, anche se resta un po’ d’amaro in bocca per una finale sfiorata così da vicino, sappiamo che la strada è quella

giusta, soprattutto considerando che quasi tutte le squadre che ci hanno preceduto schieravano ginnasti di 13-14 anni, mentre l’età massima dei nostri atleti è di 12 anni”. Appuntamento al prossimo campionato, dunque, con l’augurio che i ginnasti fiorentini possano arrivare a giocarsi la finalissima che meritano.

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PASSAGGIO SICURO O ANCORA IN BALLO? TUTTE LE NEWS DEL C7!

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Nel C7 dopo due giornate della seconda fase qualche formazione comincia ad assaporare già il passaggio al turno successivo, mentre qualche altra è ormai fuori dai giochi. Ecco che per ogni categoria vi riportiamo le attuali classifiche delle squadre con i vari punti accumulati finora. Partiamo dalla Top League:

GRUPPO A W.l.f. 4 New Garden 4 Stanleybet Isolotto 3 Deportavo La Prugna 0 ormai i Deportavo la Prugna alzano bandiera bianca mentre tra WLF e New Garden ci si gioca la prima piazza. GRUPPO B CDP Vingone 4 Castello Huelva 3 Calci Dal Basso 2 C.R.A.L. I.D.A. 1 tutto ancora in ballo nel gruppo B con il Cral Ida che rischia una eliminazione anticipata. GRUPPO C Il Ponte 6 Galluzzo C7 3 Dahansas SS 3 Steaua 0 il Ponte cerca di mantenersi primo mentre la Steaua esce di scena dopo 2 giornate. GRUPPO D Milan Boyss Cral Dip. Comunali C7 Aran Island 2 Pol. S.Quirico sempre in vetta i Milan S.Quirico che cercherà anno.

6 3 3 0 Boyss, ancora ultima la Pol. il riscatto ormai il prossimo

Proseguiamo con la Golden League: GRUPPO A The Village 4 Grioli FC 3 Amedea 3 Sexy Disco Excelsior 1 Tutto in discussione in questo girone combattutissimo dove i The Village dovranno ancora guardarsi bene le spalle.

GRUPPO B Troppo Sport 6 Allegra Brigata 6 Seven Ugnano 0 Borgo Rosso 0 solo da decidere il primo e il secondo posto, nel gruppo B passano Troppo Sport e Allegra Brigata. GRUPPO C Fiorentina C7 4 Laundry Caffè 3 Venta Team 3 Prosport United 1 Prosport United non molla e cerca di rientrare in carreggiata nell’ultimo match ma la Fiorentina C7 sembra molto più avvantaggiata. GRUPPO D Pipo Pirelli Team 6 Borgi E Mantini 3 Carrozzeria Cantini Elio (2) 3 Sport E Tempo Libero 0 Fuori anche lo Sport e Tempo Libero che con 2 sconfitte su 2 abbandonano la manifestazione prima della terza giornata.

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Finiamo con la Silver League: GRUPPO A Atletico Tanta Roba 3 Frammenti E Trame Internight 3 Gruppo Briachi 04 0 Ghetto Sport Tamoil 0 ottima partenza per Atl. Tanta Roba e Frammenti e Trame Internight, Gruppo Briachi e Ghetto Sport cercano riscatto. GRUPPO B Gitans Club 3 Ai Capanno D’Angiolino 1 CSK La Rissa 1 Tragedia 0 i Gitans ottengono l’unica vittoria nel girone contro i Tragedia, pareggio invece fra CSK e Capanno d’Angiolino.

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FASI FINALI DI C5 AGLI OTTAVI: PRONTI VIA CON LE FAVORITE

Si sono concluse la settimana scorsa le gare dei gironi eliminatori delle Fasi Finali Provinciali di calcio a 5. Nella Top League accedono alle gare ad eliminazione diretta tutte le formazioni maggiormente accreditate per la vittoria finale (Amico Pane, Deportivo Chiesanuova VP, Final Blow e Stella Rossa C5) ad eccezione dell’I.G.M. che, dopo aver vinto la prima gara del proprio girone, si è ritirato dalla manifestazione, della quale fra l’altro è campione in carica. Top League - Istopanasto F.C., Real Cerveza, Amico Pane e Stella Rossa C5 sono le quattro formazioni vincitrici dei loro raggruppamenti che accedono direttamente ai quarti di finale. Se Amico Pane e Stella Rossa C5 puntavano alla vittoria del proprio gruppo, le altre due formazioni sono state la sorpresa dei loro gironi, riuscendo a precedere formazioni quali I.G.M. (anche se in realtà questi si sono ritirati) e Deportivo Chiesanuova VP. Per conoscere gli avversari di queste 4 squadre dovremo attendere gli spareggi che si disputeranno fra le seconde e le terze dei gironi eliminatori: i vice-campioni provinciali dei Final Blow (giunti secondi nel loro girone dietro alla Stella Rossa C5, contro la quale hanno disputato negli ultimi due anni una finale ed una semifinale provinciale) se la vedranno con l’Atletico Ragnaia (formazione che nel proprio gruppo è stata l’unica ad aver dovuto giocare contro l’I.G.M. prima del ritiro). La Taverna (seconda del gruppo A) affronterà l’Atletico Micatanto (giunta terza nel girone di ferro con Stella Rossa C5 e Final Blow), mentre ai Nastyboys FC (giunti secondi alle spalle dell’Amico Pane) tocca il Deportivo Chiesanuova VP (favorito per la vittoria del proprio girone e invece giunto terzo dietro Real Cerveza ed AB Ceres); infine l’avversario dell’AB Ceres sarà l’Antella 92, formazione terza classificata nel girone C e semifinalista nella passata stagione della Top League. Golden League - Nella Golden League (a differenza della Top League) le squadre si sfideranno a partire dagli ottavi di finali: 4 sono le formazioni provenienti dalla Top League, mentre le altre 12 sono le prime tre squadre classificate di ciascuno dei 4 gironi della Golden League. Dalla Top League arrivano Los De La Nasa, Gelateria Dalmazia La Portuguesa (vincitrici del proprio campionato), Stempiaz FC C5 e FC Silenzio...Si Gioca: quattro squadre che sicuramente alzeranno ancor di più il livello della Golden League. Hanno invece chiuso al primo posto il proprio girone Steaua, Firenze Gardenia, Auto Atelier ed Il Fortino: queste ultime tre addirittura a punteggio pieno (cosa che non è riuscita alla Steaua a causa della rocambolesca sconfitta per 14-15 col CS Sorgane C5). Inoltre si sono qualificate per gli ottavi di finale Cloghendantes, Torracchione, Secretkick 08 C5, FCS San Giustao, Polis Multietnic C5, I Terroni C5, Spartans FC e FC Barrettino. La Steaua ancora una volta (come in campionato) vanta il mi-

glior attacco della manifestazione con 41 reti realizzate in 4 gare, mentre la miglior difesa è quella del Firenze Gardenia che ha incassato appena 8 reti (una media di soli due gol subìti a partita). Silver League - Grande lotta nei 4 gironi di Silver League, nei quali una sola squadra è terminata a punteggio pieno. Oltre alle quattro formazioni provenienti dalla Golden League (D.L. Firenze C5, Atletico Casentino VF, Italcerniere Vieusseux e Real Granacci) accedono agli ottavi di finale della Silver League le prime tre classificate dei quattro gironi, vale a dire Real Prosekko, Staff Magnum, Cani Al Sole, Atletico Far Oer (queste 4 formazioni hanno vinto i rispettivi raggruppamenti), Galli Neri, Firenze Sud, Body Star, Firenze Caffè, Boca Seniors 2011, Celtic Sesto, FC Tortellona ed Atletico Boskè. Nei quattro gironi ha prevalso un grande equilibrio, in particolar modo nel girone C, dove fino all’ultima giornata era possibile un arrivo a 6 punti di tutte e cinque le formazioni in gara. Lo Staff Magnum (girone B) è stata l’unica squadra ad aver vinto tutte e

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4 le partite disputate ed ora dovrà vedersela con i Galli Neri per cercare di arrivare ai quarti di finale. Solamente due formazioni, FC Pasqualini e Random (oltre a la Diamante9, che però si è ritirata dalla manifestazione), hanno terminato a 0 punti e sono state di conseguenza eliminate dalla Fase Finale (così come è successo al G.S. - O.P.A., ultimo nel gruppo C). Bronze League - Sta riscuotendo grande successo la prima edizione di questa nuova Fase Finale, nata con lo scopo di cercare di regalare qualche soddisfazione a quelle squadre che in campionato erano riuscite a gioire raramente. Stanno infatti disputando la Fase Finale Bronze League le compagini che avevano terminato in rispettivi campionati nelle ultime posizioni della classifica. E le squadre che si sono date battaglia sino all’ultima giornata dei gironi eliminatori adesso sono attese dalle gare ad eliminazione diretta, alle quali prenderanno parte anche 4 formazioni provenienti dalla Silver Leauge. Accedono direttamente ai quarti di finale le prime due squadre classificate di ciascun girone: S.S. Cantera, A.C. Derbolina (girone A), The Kevin Prince e Mucho Sbucho (girone B). Giocheranno invece il turno preliminare (dal quale verranno fuori i nomi delle altre 4 formazioni che andranno ai quarti di finale) Corte Dei Conti, Deportivo Dude, Gli Imprevedibili e 20TH Century Boys (formazioni provenienti dalla Silver League) che affronteranno rispettivamente I Sorelli, I Cugini Di Campagna, Real Raccattati ed Atletico Magari.

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Lo smaltimento dei rifiuti in discarica è in alcuni casi, purtroppo, l’unica prospettiva possibile. Tale soluzione è però difficilmente applicabile direttamente a piccoli quantitativi di rifiuto. In questi casi è indispensabile rivolgersi ad uno stoccaggio provvisorio. Sotto il profilo ecologico è necessario che tale impianto sia, oltre che autorizzato dagli enti preposti, strutturato in modo tale da non arrecare danni all’ambiente circostante, attrezzato con macchinari a norma CEE e personale qualificato per il corretto trattamento dei rifiuti stessi. MOGGI SMALTIMENTI srl col proprio nuovo impianto rispetta esattamente tutto questo ed è abilitato ad accogliere anche piccole quantità per risolvere i problemi delle produzioni non in grado di sostenere costi di trasporto per lo smaltimento finale

COMMERCIO ROTTAMI FERROSI E METALLI

La vigente normativa in materia di smaltimento e stoccaggio dei rifiuti stabilisce un chiaro ordine di priorità operativa, vale a dire: recuperare. MOGGI SMALTIMENTI srl intende il

riciclaggio come un contributo al risparmio delle risorse naturali e alla salvaguardia dell’ambiente; tutto questo volto anche, e soprattutto ad una convenienza economica. L’impegno, l’esperienza e soprattutto l’elevato potenziale di ricchezza presente nei materiali destinati al riutilizzo, troppo spesso purtroppo trattati da “rifiuti”, consente e impone di operare in modo tale che gli stessi si trasformino in un problema del passato. La selezione e la separazione che è eseguita all’interno degli impianti è volta all’ottenimento di materiali che, oppurtunatamente trattati diventino anche prodotti d’elevato valore.

MONITORAGGI AMBIENTALI, PIANI DI BONIFICA E CAMBI DESTINAZIONE D’USO

Per una corretta progettazione del piano di bonifica di un’area inquinata è spesso indispensabile eseguire una preliminare ed accurata indagine ambientale al fine di determinare il grado di inquinamento presente. MOGGI SMALTIMENTI srl dispone di mezzi in grado di effettuare qualsiasi tipo di indagine geologica (carotaggi a secco, piezometri ecc.) nonché indagini non invasive (geofisiche, geoelettriche ecc.). In presenza di fibre libere di amianto o inquinanti aerodispersi (particolari solventi ecc.) si dispone di attrezzature per il monitoraggio ambientale che possono essere facilmente trasportate ed utilizzate per prove istantanee o per indagini che perdurano negli anni. Al termine delle indagini, dopo aver qualificato e quantificato le varie forme di inquinamento (idrico,

atmosferico, del suolo), l’azienda è in grado di realizzare la bonifica vera e propria con proprio personale ed attrezzature. Oltre ad innumerevoli destinazioni finali, per i rifiuti, si dispone di impianti di stoccaggio provvisorio, di proprietà, dove è possibile destinare i rifiuti anche in caso di momentanea indisponibilità degli impianti finali.

DEMOLIZIONI INDUSTRIALI E PRESTAZIONI DI SERVIZI

Le moderne tecniche utilizzate per le demolizioni industriali offrono soluzioni complete ed integrate da eventuali prestazioni di servizio e mano d’opera. La collaudata e riconosciuta esperienza consente di offrire le soluzioni più idonee, mettendo a disposizione le attrezzature necessarie, per una rapida ed accurata esecuzione dei lavori.

AUTODEMOLIZIONE E PRATICHE RADIAZIONE AUTOVEICOLI

SMONTAGGIO, SMALTIMENTO ETERNIT E SOSTITUZIONI COPERTURE

Con un personale tecnico ad elevata specializzazione professionale, come previsto dalle attuali normative, l’azienda è organizzata per il trattamento, lo smontaggio e lo smaltimento di materiale contenente fibre d’amianto. Gli adempimenti necessari per la presentazione dei piani di lavoro, richiesti dagli organi di controllo sono eseguiti da propri addetti, abilitati alla firma degli stessi. MOGGI SMALTIMENTI srl è inoltre in grado di provvedere alla progettazione, realizzazione e sostituzione completa delle strutture rimosse con nuove coperture più idonee.

Le operazioni di demolizione degli autoveicoli vengono svolte in appositi spazi all’interno della piattaforma, bonificando le autovetture stesse prima di essere conferite ad appro-

MOGGI SMALTIMENTI srl/ STOCCAGGIO E SMALTIMENTO RIFIUTI Via di Serravalle 10,12 - 50065, Molino del Piano - Pontassieve (FI)

tel. 055.836.44.16 fax 055.831.74.74

priata destinazione per il riutilizzo. Cosi come prevede la legge vigente, MOGGI SMALTIMENTI srl si assume la responsabilità integrale del veicolo compresa la radiazione delle targhe effettuata da personale interno, presso gli uffici competenti.

info@moggiluigisrl.it www.moggismaltimenti.com


stagione. In un solo anno sono spariti nell’ordine: i vecchi campioni della gestionePrandelli (da Frey a Mutu a Gilardino per continuare con Santana fino a Donadel); due allenatori, Mihajlovic e con rimpianto anche Delio Rossi. Si è perso anche colui che era stato uno dei grandi protagonisti dei giorni migliori, ovvero Pantaleo Corvino. Nessun dubbio, è stata la fine di un’era. Anche fra chi è rimasto si sono notate crepe non indifferenti, pensiamo ovviamente a Gamberini. Mentre non possiamo non registrare l’addio più lungo del calcio, quello di Riccardo Montolivo che è andato (ricordatevelo bene) proprio là dove era stato detto sarebbe andato: cioè a Milano sponda rossonera. A scanso di equivoci e di false verità utilizzate soltanto per negare quello che era già successo, vale a dire che il giocatore s’era promesso altrove. Ricostruire, ripartendo dai Della Valle. Perché loro sono rimasti e loro proprio nel finale di stagione hanno assicurato che faranno una grande Fiorentina, in grado di lottare per l’Europa e prima o poi, di nuovo, anche per la Champions. Hanno fatto anche un’altra promessa a Firenze, quella di guardarsi alle spalle e valutare a fondo chi ha lavorato bene e chi no, chi tenere ancora e chi sostituire. Un suggerimento: al di là del bravo Guerini che comunque si è battuto in ogni ruolo che gli è stato affidato, lamentiamo e sottolineiamo ancora la necessità di portare uomini di calcio al centro della società. Nessun problema a sostenere un direttore tecnico come Eduardo Macia, non abbiamo voglia di sponsorizzare questo o quell’altro allenatore. La scelta è di pertinenza esclusivamente e ovviamente dei Della Valle, che puntino su Ranieri o Zeman o chiunque altro, la cosa che importa di più a chi vuol davvero bene alla Fiorentina è che al tecnico che verrà e al direttore sportivo che potrebbe andar far coppia con Macia vengano dati soldi, sostegno, collaborazione, in modo tale da costruire concretamente il nuovo progetto. L’obiettivo è quello di aprire un nuovo ciclo, lo hanno detto i fratelli Tod’s e Firenze aspetta. E’ finito il tempo dei fischi, degli esami, delle sentenze, comincia quello dell’attenzione vigile e della speranza che davvero qualcosa si muova riportando di nuovo entusiasmo in una Firenze piena di macerie.

Alessandro Rialti

Fuorigioco

di Duccio Magnelli

Il virus della crisi intaccherà il calciomercato

Rispondendo a una domanda sui procuratori, il calciatore “mundial 1982” Paolo Rossi ha affermato che, ai suoi tempi, nella Juve si andava da Boniperti, che scriveva una cifra sul contratto e diceva “per quest’anno è questo”. Allora la legge Bosman era ancora nel mondo dei sogni dei calciatori e i contratti si firmavano anno per anno, senza triennali e relativi prolungamenti. Oggi le cose sono molto cambiate, ma non è detto che i tempi non siano ormai

maturi per un ritorno al passato. C’è aria di riflusso in giro. Sarà la crisi economica ma il Milan, per esempio, sta smantellando le proprie certezze. Alle vecchie glorie, alle quali una volta non si negava un contratto come riconoscimento alla carriera, non verrà rinnovato l’ingaggio. Si sta provando a vendere Ibrahimovic, Thiago Silva, Robinho e Boateng, altrimenti non si potranno comprare altri “top player”. I nuovi acquisti, per adesso, sono giovani e di poche pretese (Montolivo si è dovuto accontentare dei soldi che gli avrebbero offerto anche i Della Valle. Che delusio-

ne, eh Riccardo?). Moratti, dall’altra parte di Milano, ha affidato la panchina a uno Stramaccioni qualsiasi salutando il tempo degli allenatori-faraone alla Mourinho o alla Benitez. Insomma, sembra che le grandi che negli ultimi anni hanno dominato il calcio italiano abbiano deciso di riprendere in mano il destino delle proprie finanze. E se lo fanno loro, probabilmente il virus della crisi potrebbe diffondersi. Del resto ha già “infettato” i Della Valle che hanno dato il benservito a Frey, Mutu e Gilardino e ai loro ingaggi. Insomma, i fratelli Tod’s hanno visto più lontano degli

altri, per una volta. Anche perché vendere adesso quei giocatori sarebbe stato praticamente impossibile. Insomma, i padroni del vapore, anche in vista del fair play finanziario, vogliono riappropriarsi del giocattolo che sta diventando troppo costoso per le loro finanze non più floride. Continuare a lasciare tutto in mano ai procuratori potrebbe essere rovinoso. Forse in giro non c’è un altro Boniperti a dettare legge, ma i tempi sembrano maturi per un cambio di strategia. E presto anche Ibrahimovic potrebbe (forse) riscoprirsi più povero.


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