Il Brivido Sportivo n. 20 del 22/05/2013 by SPORTMEDIA GROUP

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Settimanale di critica e attualità sportiva

orari: Lunedì 15.30 - 19.30, Sabato 09.00 - 13.00 Da Martedì a Venerdì 09.00-12.30 / 15.30 - 19.30

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Appunti di Viaggio

L'Angolo del Tifoso

Mercato

una stagione fantastica griffata montella

Filippo Pucci: “Fiorentina da applausi. Su Balotelli...”

Tutti i nomi CALDI, dal portiere agli attaccanti

a pagina 4

a pagina 2

da pagina 7

meglio

I T R QUA che LADRI

Che cosa resta? La consapevolezza di una squadra bella, bella, bella

L’editoriale di Alessandro Rialti

a tentazione era forte: «Meglio quarti che ladri...», ricordi del vecchio Brivido, non potevamo non ripeterci anche se...

Meglio lasciar alle spalle Galliani urlante in tribuna d’onore dopo un’espulsione, quella di Tomovic, che gridava vergogna. Meglio sorridere delle maglie rossonere con il logo della Champions e gli strali de-

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gli house-organ milanisti. È andata così. Il tarlo viola comunque ha dato fastidio fino all’ultimo secondo costringendo la squadra di Allegri agli straordinari e a perdere la calma. Più neri che rossoneri, fino all’ulti-

mo secondo e con il mondo del calcio, quello vero ed equilibrato che gli ha ricordato dei tanti vantaggi usufruiti e delle tante omissioni nei confronti della Fiorentina. Loro, i milanisti, vanno in Champions che,

scommettiamo, gli risulterà larga. A noi, fiorentini, resta la consapevolezza di una squadra bella, bella, bella, capace di giocare il calcio migliore del campionato italiano, con

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 22 Maggio 2013

DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

APPUNTI DI VIAGGIO di MARIO TENERANI

roviamo a liberarci per un istante, anche se l’operazione non è semplice, delle copiose tossine di un finale di campionato al curaro. Pensiamo solo al campo, dove i tifosi viola con orgoglio, rivendicano il terzo posto. La stagione è stata sontuosa: lo testimoniano, meglio di qualsiasi penna, le statistiche che il Brivido ha ben evidenziato in un’altra pagina del giornale. I numeri sono l’effetto di una stagione, la causa si chiama lavoro. Montella, e ci riferiamo sempre al rettangolo di gioco - i meriti della società ci sono e senza discussioni -, è il grande demiurgo di questa cavalcata. Fabbricare 70 punti su 38 giornate in un’annata in cui si sono cambiati nel mercato estivo 18 giocatori, se non è da guinness dei primati poco ci manca... Senza dimenticare che Vincenzo a giugno aveva ereditato un cumulo di macerie, dopo la salvezza miracolosa del 5 maggio 2012, fotografia del disastro generale compiuto in quei mesi. Insomma Montella è partito da zero ed è arrivato a 2 punti dalla qualificazione in Champions... E se al Franchi l’anno prossimo non ascolteremo quella musica magica, non sarà soltanto per i fischietti incapaci (o troppo sudditi di un potere invadente), ma anche per le colpe del calcio italiano, tradotte nella spietata classifica del ranking

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GRAFICA E IMPAGINAZIONE grafica@brividosportivo.it STAMPA Galeati Industrie Grafiche srl (Imola) DISTRIBUZIONE distribuzione@salvinieditore.it

COLLABORATORI Francesca Bandinelli, Andrea Giannattasio, Michela Lanza, Alessandro Latini, Tommaso Mattei, Ruben Lopes Pegna, Alessandro Rialti, Ubaldo Scanagatta, Mario Tenerani, Giampiero Tosi. FOTO La Presse

Una stagione fantastica GRIFFATA MONTELLA Uefa dove abbiamo perso meritatamente un posto a dispetto di altri movimenti continentali più trasparenti, efficaci e produttivi del nostro. Il quarto posto, ai tempi di Prandelli ad esempio, valeva un prestigioso preliminare, adesso invece serve per accedere all’Europa di serie B come la chiama qualcuno (il riferimento a Galliani non è puramente casuale...). Alla Fiorentina, però, l’Europa - bella o meno - serve a prescindere per riacquistare visibilità internazionale, riaccendendo un indotto di risorse economiche. A Montella e ai suoi giocatori serve per certificare la bontà di un programma svolto al meglio. I viola sono stati la squadra più bella sul campo: questo è un merito o solo una medaglia di latta? Sposiamo la prima tesi, anche perché non siamo nella patria del buono gioco e il campionato non ospita più i fuoriclasse di un tempo. Prandelli, Zeman e tanti altri allenatori hanno insignito la Fiorentina di questo titolo. Per Montella è stato un bel salto in avanti: due anni fa aveva cominciato con 13 partite nella Roma, condotte molto bene. Quindi l’ottima avventura di Catania aveva irrobustito il giovane allenatore. Poi il master a Firenze... Riportare in Europa la Fiorentina è stata un’impresa e i

meriti di Montella e il suo staff (numeroso come una squadra di calcio titolare) sono enormi. La preparazione atletica è stata una piccola e convincente rivoluzione: via il lavoro a secco, e tanto tanto pallone. La tattica del possesso palla, presa in prestito dalla Catalogna, è stata un’altra mossa coraggiosa. Ancora di più, nelle terra dei mediani, aver sistema-

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to tre mezz’ali - Borja, Pizzarro e Aquilani - davanti alla difesa. Alzi la mano chi si ricorda in Italia, almeno negli ultimi tempi, una forzatura di questo genere. Infine il modulo: prima il 3-5-2 e dopo il 4-3-3 nato soprattutto per esaltare in termini realizzativi le qualità immense di Cuadrado. Montella è stato bravissimo, applausi. E Vincenzo è stato commendevole anche

nella postura in panchina: mai un gesto fuori luogo, rispetto assoluto di pubblico e avversari - vero Conte? -, grande fair play. Tutto condito da quell’ironia napoletana, dolce e drammatica per certi aspetti - come l’immenso Eduardo De Filippo ci ha insegnato - che in alcuni frangenti, assai delicati, è servita per stemperare i toni. Come quando a po-

chi attimi dalla fine di un campionato incandescente per le polemiche, ha detto a Galliani: «La differenza tra noi e il Milan sono stati i rigori: i rossoneri li hanno tirati meglio...». Vincenzo, piccolo di statura e gigante con la testa. Con lui al comando il salto di qualità della Fiorentina è assicurato. Al resto penserà la società. Ancora applausi, stavolta più lunghi

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bel gioco, tanti gol, grandi record e un calcio onesto di

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na stagione straordinariamente bella di una Fiorentina quasi perfetta, che merita un 10 per quello che ha fatto (sul campo). Noi non siamo certo, come recitava il film di Quentin Tarantino, dei ‘Bastardi senza gloria’. Noi lasciamo la parte del cattivo agli altri e ci prendiamo volentieri la gloria di coloro che, forse non riusciranno mai a scalare la montagna del potere, che forse non arriveranno mai a sconfiggere Golia vestendo i panni dell’eroico Davide, né a vincere scudetti e Champions a ripetizione, ma quantomeno sanno vivere e far vivere appieno la gioia del calcio. Un calcio apprezzato in ogni angolo del Paese (il nostro), ma anche da ogni parte del mondo. Un calcio bello, fatto di giocate funamboliche che sprizzano divertimento e gioia da ogni poro, ma soprattutto pulito. Noi, gli onesti, quelli che tutto ciò

che hanno conquistato lo hanno fatto grazie a ore di lavoro e allenamento sul campo e non nelle stanze dei bottoni. Noi che non abbiamo vicepresidenti di Lega a capo della società. Insomma, la nostra è stata la stagione dei sogni (sognati e rubati), la stagione dei grandi numeri e soprattutto la stagione sinonimo di ripartenza, di nuovo inizio verso un futuro che non può che essere migliore. Le fondamenta sono pronte. Ora verrà costruita la casa. 72 MINUTI IN CHAMPIONS. Numeri che non possono non partire da un 72 impietoso e truffaldino. Il numero dell’illusione viola: sono stati infatti proprio 72 i minuti che la Fiorentina ha passato da terza italiana in Champions nell’ultima maledetta giornata di campionato. È stato questo il tempo che è trascorso dal momento del vantaggio viola a Pescara al momento del vantaggio rossonero a Siena. E in questi 72 minuti le emozioni hanno viaggiato forte, velocissimamente, su un binario dove il treno per l’Europa poteva portare solo ad un epilogo scritto da uno sceneggiatore vestito da millantatore e ladro di sogni: dalla speranza per quello che “non succede, ma se succede…” alla gioia incredula del “manca poco, non succederà mica davvero…”, fino alla delusione mista a tanta rabbia del “era logico che non succedesse”. 72 dunque sono stati i minuti in cui la Fiorentina è stata di diritto terza in classifica, come 72 sono state le reti messe a segno da una squadra che ha sbaragliato in fatto di numeri. 72 reti fatte che sono sinonimo di secondo miglior at-

tacco del campionato, dietro solo a quello del Napoli che ha chiuso con 73 gol all’attivo. Chi l’avrebbe mai detto, ad inizio stagione, che la Fiorentina avrebbe potuto segnare così tanto? Una squadra senza Berbatov e senza punta che garantisse i famosi 20 gol a stagione, avrebbe dovuto faticare. Ma Montella e il suo staff hanno rimediato a tale lacuna portando al gol – grazie ad un gioco produttivo e creativo – ben 16 giocatori (in campionato, 18 contando anche la Coppa Italia). Nessuna squadra conta tanti marcatori nel campionato che si è appena concluso. Capocannoniere dei viola lui, Stevan Jovetic con 13 reti all’attivo. Dietro a lui un sorprendente Adem Ljajic che con la sua prima tripletta (in serie A, ma pure in carriera) segnata all’Adriatico, ha chiuso con un bottino incredibile: 11 gol. Sul terzo gradino del podio dei bomber, infine, troviamo Luca Toni che, pur non avendo giocato a Pescara (rinunciando alla possibilità di festeggiare la 100ª presenza in maglia viola) ha messo a segno la bellezza di 8 reti. Insomma una stagione assolutamente importante per l’attacco gigliato. Ma non solo… 70 PUNTI E 8 SUCCESSI ESTERNI. Perché la Fiorentina di Montella non si è fermata a tanti gol fatti, anzi. È andata oltre ed ha chiuso con numeri importanti anche in termini di punti fatti e vittorie ottenute, in casa e pure in trasferta. Intanto era un sogno pensare, solo un anno fa, che questa squadra, rifondata da capo a piedi, potesse realizzare 70 punti in classifica. 70 punti puliti, meritati e conquistati in maniera equa: 35 nel girone d’andata e 35 in quello di ritorno. 70 punti che sono il frutto di 21 vittorie (13 in casa e ben 8 in trasferta: nell’epoca Della

Valle sono la Fiorentina 2005-06 ha chiuso con un successo in più per un totale di 22 vittorie), 7 pareggi e 10 sconfitte. Una squadra, alla luce dei fatti, che con la sua mentalità e la sua identità di gioco è cresciuta partita dopo partita, ha aumentato sicurezza e consapevolezza col passare delle giornate ed ha imparato ad imporsi in casa e in trasferta non solo a parole (col bel gioco), ma anche con i fatti (i risultati). Non è un caso, dunque, che Montella abbia portato la Fiorentina a battere un piccolo (si fa per dire) record: quello delle 8 vittorie lontano dalle mura amiche. Cosa rara in casa viola, soprattutto se si torna indietro nel tempo e ci si rammenta come la squadra gigliata, storicamente, abbia spesso avuto due facce dimostrandosi forte e sicura al Franchi e vulnerabile e assolutamente insicura fuori casa. Quest’anno no. Quest’anno la ‘banda Montella’ prima ha dato lezioni di calcio in ogni parte dello Stivale prendendo qualche schiaffo immeritato dovuto alla sua ‘giovinezza’, poi ha deciso di diventare pure cinica ed ha iniziato a macinare punti anche in trasferta. Ecco spiegate le 8 fantastiche vittorie esterne (Genoa, Milan, Palermo, Lazio, Atalanta, Sampdoria, Siena, Pescara). Solamente altre 3 volte, nella sua storia, la Fiorentina aveva battuto così tante avversarie

lontano da Firenze: nella stagione 1955-56, l’anno del primo scudetto con Bernardini in panchina; nella stagione 1958-59 con Czeizler al comando; e nella stagione 1965-66 con l’amato e indimenticato Beppe Chiappella in panchina. Stop. Ora, in quel trittico si è inserito l’Aeroplanino furbo e scaltro che ha fatto decollare la squadra per il suo primo volo che l’ha portata dritta, dritta in Europa (League). La Champions se la sono aggiudicata i potenti del nord, come ad un’asta di quadri preziosi. Evidentemente ci hanno puntato di più… Ma noi, come ha detto Montella, «Andiamo a letto a testa alta». Perché del resto – scusate se a distanza di anni ci ripetiamo – ‘meglio quarti che ladri (di sogni)’.

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Esclusiva con il presidente del Centro di Coordinamento Viola Club dopo la beffa di domenica sera

ANGOLO DEL TIFOSO

Filippo Pucci:

“Milan, arbitri e Balotelli indice contro, Fiorentina da applausi” di TOMMASO MATTEI

i chiude con la beffa la stagione della Fiorentina che fino a 4 minuti dal termine del campionato era in Champions League. Resta un’annata spettacolare della squadra di Montella che ripartirà dalla Europa League e da tante certezze, ma anche dalla voglia di non fermarsi qui. Arriva un’estate nella quale la Fiorentina vuole proseguire questo grande progetto di crescita cominciato un anno fa con Pradè e Macia, chiamati ad altri tre mesi di grande lavoro. In ogni caso Firenze è colma di rabbia, dal rigore di Balotelli concesso da Bergonzi fino all’attacco contro il capoluogo toscano arrivato nelle ultime ore per una presunta aggressione verso il Milan avvenuta alla stazione del Campo di Marte. Secondo alcuni, i sostenitori della Fiorentina avrebbero aspettato il pullman rossonero alla stazione: cori contro la squadra, cori contro Balotelli che con Robinho

avrebbe provato il faccia a faccia, poi stoppato dagli agenti. Per altri, invece, la situazione sarebbe stata ingigantita per attaccare ancora una volta Firenze e i suoi tifosi. Filippo Pucci, presidente del Centro di Coordinamento Viola Club, ripercorre con il Brivido Sportivo queste ‘terribili’ ultime ore. Si chiude con la beffa per la Fiorentina: qual è il suo stato d’animo? «Direi sconforto perché siamo di fronte ad un mondo del calcio che vorremo diverso ma che in realtà rispecchia quello che è il quadro di questo Paese. Ecco, il calcio è la fotografia della politica italiana». Per molti gli arbitri hanno fatto il gioco del Milan. «Le immagini sono chiare, chiarissime. Da Siena fino ad altri episodi. Bergonzi è stato l’ennesima mano di un disegno già scritto e già visto in altre situazioni di questo campionato. Purtroppo sono tutti giochini che conosciamo benissimo. La realtà è questa. La gente sapeva che comunque

sarebbe andata a finire così». Adesso l’attenzione è tutta incentrata su questa presunta aggressione al Milan e in particolare a Balotelli alla stazione di Campo di Marte. «Alla stazione non è successo niente di particolare. E poi diciamolo ad alta voce. Una volta per tutte diciamo come sta la faccenda perché nessuno ha il coraggio di dire le cose come stanno. Tutto quello che viene fatto nei confronti di Balotelli non è per il colore della sua pelle ma perché è talmente strafottente che porta la gente a perdere i nervi. Perché viene fatto solo a lui? Se fosse un discorso di stampo razzista verrebbe fatto anche a Muntari, Boateng, Niang ma guarda caso solo nei suoi confronti. Solo i malati possono dare contro le persone per il colore della pelle. Per Balotelli è tutto diverso, non è una persona corretta e non viene offeso per il colore della pelle». Veniamo alle cose belle. In ogni caso resta una grande

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annata della Fiorentina «Bisognerebbe cominciare a battere le mani ora e smettere fra 4 giorni. La Fiorentina ha fatto il massimo possibile, ha dimostrato grande professionalità, ha fatto tornare la gente allo stadio anche se con queste situazioni arbitrali non tutti si sono convinti. Ah, per questo proporrò un campionato a due squadre». Montella? «Un grande, grandissimo. E in tutto, sia nei rapporti umani che nell’aspetto tecnico. Anche dopo Pescara con quella frase sui rigori del Milan (Domanda a Montella: “Cosa ha avuto il Milan in più della Fiorentina?”, risposta del tecnico: “Ha saputo tirare meglio i rigori”, ndr) ha dato una bella botta. E Galliani l’ha accusata». Che mercato si aspetta? «Mi aspetto una messa a punto di questa squadra che già ha fatto benissimo e non penso a stravolgimenti di nessun tipo». Siamo vicini alla definizione del caso Jovetic. Lei da

che parte sta? «Io ripeto una cosa: se deve restare che lo faccia convinto, perché restare a for-

za farà del male a lui e alla Fiorentina. In ogni caso se dovesse andare via, si farà a meno anche di lui.»

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 22 Maggio 2013

le pagelle

Fiorentina tempo di pagelle:

TUTTI PROMOSSI TRANNE POCHI di RUBEN LOPES PEGNA

na premessa ci sembra d’obbligo. Questa Fiorentina rinnovata dalle fondamenta e tornata trionfalmente in Europa è frutto di un mercato straordinario (la sessione estiva si è chiusa con un cospicuo utile) condotto da Pradè e Macia. Così ci sono stati acquisti a basso costo (su tutti Borja Valero e Gonzalo Rodriguez) o a parametro zero (Aquilani Pizarro, Toni) e scambi estremamente vantaggiosi (Nastasic per Savic e 16 milioni di euro). A Pradè e Macia va un meritato 9. PORTIERI VIVIANO: 6,5. Un inizio buono, poi alcuni errori con Atalanta e soprattutto a Roma. Rientrato, dopo 8 gare in panchina (Coppa Italia compresa), ha finito in crescendo. NETO: 5,5. Ha avuto la grande occasione di giocare 8 partite consecutive ma non l’ha sfruttata. A Udine e a Catania ha fatto sbagli da principiante. LUPATELLI: 7. A volte non serve giocare per essere determinanti. E lui lo è stato, perché nello spogliatoio è stato per molti compagni un leader, un punto di riferimento. Nonché il più simpatico. DIFENSORI GONZALO RODRIGUEZ: 7,5. Bravo a difendere, altrettanto ad attaccare. Nessuno nel suo ruolo ha segnato

come lui nei principali campionati europei. SAVIC: 7. È forte nei contrasti e nel gioco aereo. È abile anche nel costruire l’azione. Ha giocato in tutti i ruoli della difesa, sia a 3 che a 4. TOMOVIC: 6,5. Un altro jolly a disposizione di Montella. È stato impiegato come Savic in tutti i ruoli e se l’è sempre cavata egregiamente. RONCAGLIA: 6+. Una prima parte di stagione travolgente. Poi alcuni errori determinanti lo hanno spesso relegato in panchina. COMPPER: 6,5. Uno degli acquisti di gennaio. Non ha giocato molto ma quando Montella lo ha mandato in campo ha fatto vedere cose egregie. HEGAZY: 6 di stima. Solo pochi scampoli di partita e 1 gol in Coppa Italia. Un grave infortunio lo ha bloccato per più di 5 mesi. CENTROCAMPISTI CUADRADO: 8. Nella prima parte del torneo esterno di centrocampo nel 3-5-2, con il 4-3-3 ala. Meglio in questo ruolo. Giocando più avanti è imprendibile per gli avversari. E segna più gol. PASQUAL: 8. Centrocampista con il 3-5-2, difensore con il 4-3-3, il capitano ha disputato il miglior campionato della carriera. I suoi assist sono stati numerosi e straordinari. Avrebbe meritato la

Nazionale. AQUILANI: 7,5. Nonostante i diversi infortuni ha avuto continuità di rendimento con tanti gol (7) e tanti assist (6): forse ha disputato – come Pasqual – il miglior campionato della sua importante carriera. Centrocampisti italiani come lui ce ne sono pochi. PIZARRO: 8. Il Pek è stato fantastico. Si è confermato un regista straordinario, il fulcro del centrocampo. È forse l’unico giocatore viola insostituibile. BORJA VALERO: 8. Lo spagnolo ha impressionato per il suo gioco. Dotato di tecnica sopraffina, forza fisica, corsa e senso della posizione, non ha sbagliato quasi niente. MATI FERNANDEZ: 5,5. Ci si aspettava di più da lui. Ha fatto intravedere cose buone solo a sprazzi, in particolar modo nel finale di stagione. Ma siamo fiduciosi (soprattutto dopo il gol di Pescara) e tutti con lui! MIGLIACCIO: 6,5. Un utile gregario. Si è fatto sempre trovare pronto da Montella, ricoprendo tutti i ruoli del centrocampo. ROMULO: 6,5. Un altro jolly. Ha giocato in tutti i ruoli del centrocampo, sia a 3 che a 5. E tra l’altro ha anche segnato 2 gol (uno decisivo al Torino). SISSOKO: 6 di stima. È arrivato a febbraio. Ha giocato poco ma si è confermato centrocampista completo.

LLAMA: 5. Per l’esterno sinistro di centrocampo pochissime apparizioni e tutte insufficienti. ATTACCANTI JOVETIC: 6,5. Ottimo nel girone d’andata che ha chiuso con 8 gol all’attivo. Complice alcuni infortuni, è calato nella seconda parte del torneo (segnando appena 5 reti). EL HAMDAOUI: 5,5. Ci si aspettava di più dall’ex centravanti dell’Ajax. Ha segnato poco e spesso è sembrato un corpo estraneo alla manovra viola. TONI: 6,5. Ha disputato un ottimo girone d’andata, segnando 6 gol. Poi il suo rendimento è un po’ calato. Ad ogni modo il suo campionato è stato più che positivo. LJAJIC: 7,5. Il suo voto è una via di mezzo tra il 5,5 del girone d’andata (in cui aveva segnato davvero poco, nonostante alcune buone prove, ovvero un gol alla Lazio) e l’8,5 di quello di ritorno. Con il 4-3-3, giocando largo a sinistra è stato devastante con gol (ben 10) e assist. LARRONDO: 5,5. È arrivato a gennaio. Ha giocato poco e senza entusiasmare, segnando comunque un bel gol all’Atalanta. Anzi bellissimo. GIOCATORI CEDUTI CASSANI: 6. Era partito titolare con l’Udinese. Poi, però, Montella gli ha preferito Cuadrado. Quando ha gioca-

to è stato utile. A gennaio è andato al Genoa. DELLA ROCCA: S.V. Solo un quarto d’ora in Coppa Italia con la Juve Stabia. A gennaio è stato ceduto al Siena. OLIVERA: 5. Ha giocato poco e male. A gennaio è passato al Genoa. SEFEROVIC: 5,5. L’attaccante svizzero (che piace a Montella) è stato impiegato poco ma non ha mai offerto

grandi prestazioni. È esploso a Novara, dove è andato in prestito a gennaio. NASTASIC: S.V. Ha giocato solo con Novara (in Coppa Italia) e Udinese prima di passare al Manchester City. MONTELLA: 9. Ha costruito una grande squadra, quella che ha offerto il miglior calcio del campionato, riportandola al primo colpo in Europa. Può bastare?

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MERCATO VIOLA: dai portieri alla difesa, BOLLE MOLTO IN PENTOLA di FRANCESCA BANDINELLI

orte girevoli sì, ma non le idee. I sette milioni e mezzo chiesti dal Palermo per il cartellino di Emiliano Viviano sono considerati uno sproposito. Il numero uno viola non verrà riscattato. Con il viola in partenza, bisogna trovare un titolare. Il primo nome sulla lista di Daniele Pradè e Eduardo Macià è quello di Costel Pantilimon (26 anni) del Manchester City, il vice di Joe Hart. Già titolare della nazionale romena, il ragazzo sotto contratto con i Citizens per un’altra stagione sta valutando il suo futuro. Il manager in settimana tornerà in Inghilterra - una volta chiarito chi sarà l’erede di Roberto Mancini - per capire le prospettive del suo assistito in Premier, dopo di che volerà in Italia. La Fiorentina lo ha visionato da vicino. L’unico dubbio è legato all’agilità sulle

palle basse: è alto oltre due metri e quello rischia di essere un nervo scoperto, fermo restando il gran lavoro che già da tempo il giocatore sta portando

avanti per cercare di sopperire a questa difficoltà. I rapporti tra i due club, alla luce del fresco affare Nastasic-Savic sono ottimi: potrebbero servire tra i quattro e i cinque milioni di euro, ma la trattativa in questo caso deve anco-

ra cominciare. ALTRO OBIETTIVO. L’obiettivo più immediato è quello di tesserare Stefano Sorrentino, il cui cartellino è a metà tra Chie-

vo e Palermo. Il giocatore piace: ha dimostrato carisma, qualità tecniche e al di là dell’età piuttosto avanzata potrebbe diventare il trait-d’union con quello che diventerà invece il portiere del futuro, un giovane da far

crescere e lanciare in prospettiva nemmeno troppo futura. Si è dato precedenza al campionato e ad un traguardo, la Champions, che per quanto difficile da agguantare, fino all’ultimo (a 5 minuti dalla fine della stagione) sembrava davvero a portata di mano. Con i manager di Sorrentino - per altro gli stessi di Giuseppe Rossi, i fratelli Pastorello - si parlerà nei prossimi giorni, prima ancora della fine del mese di maggio. Con tutta probabilità, ferma restando la presenza di Cristiano Lupatelli, il terzo portiere che circa due mesi fa, a sorpresa, ha firmato il prolungamento del suo contratto, partirà anche il brasiliano Norberto Neto. Ha voglia di giocare, specie nell’anno che porterà verso il Mondiale di casa sua. Spera ancora di convincere Scolari a convocarlo tra i ventitre che tenteranno di arriva-

re alla finale di Rio, ma presupposto indispensabile per lui è diventare titolare di un club. E lo stesso Bologna, se non dovesse tornare su Viviano, stavolta potrebbe vincere quelle che furono le resistenze dei viola dello scorso gennaio. Qualche rumor indica tra i possibili candidati anche Michael Agazzi, ventotto anni del Cagliari (contratto in scadenza nel 2014), ma si tratta di pour paler, niente di definito. DIFESA. In difesa detto che Nenad Tomovic verrà riscattato dal Genoa, partirà Facundo Ronca-

glia. Sull’argentino, che in avvio di stagione era diventato un vero e proprio idolo della tifoseria, è sempre forte l’interesse di diversi club tedeschi e pure del Rubin Kazan. Serve tuttavia qualche rinforzo anche dietro. Il giocatore che più piace è Papastathopoulos del Werder Brema, mentre va ricordato che già dai prossimi giorni arriverà a Firenze l’erede di Manuel Pasqual, a sinistra, ovvero lo spagnolo Marcos Alonso del Bolton (altro passaggio, insieme a quello di Yakovenko a costo zero).

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e incrociando per strada casualmente uno tra Pradè e Macìa doveste chiedergli quale sia la priorità al momento per il mercato viola, la risposta sarebbe una soltanto: il vice-Pizarro. È proprio il nodo legato al sostituto del cileno che sta attanagliando da mesi il lavoro della dirigenza viola, che

dopo aver incassato l’ok della permanenza del Pek in viola per un’altra stagione (il contratto del mediano ex Roma infatti scadrà nel giungo del prossimo anno, dal momento che è stata fatta valere l’opzione fino all’anno prossimo) sta da tempo scandagliando il mercato italiano ed europeo alla ricerca di un centrocampista - possibilmente giovane e di buona prospettiva - che possa inserir-

si a pieno ritmo in viola già nella prossima stagione e che riesca a tenere le redini della Fiorentina dopo il probabile addio di Pizarro al termine del prossimo campionato. Non sarà facile però: i tifosi viola e il club di viale Fanti in primis sanno perfettamente quanto importante sia la presenza del Pek nell’attuale centrocampo viola, una vera e propria macchina perfetta, e pertanto scegliere chi raccoglierà l’eredità dell’attuale ‘cervello’ della Fiorentina non sarà certo un compito facile per il duo PradèMacìa. Tra i nomi gettonati c’è quello di Francesco Lodi del Catania (classe ‘84 e con un contratto con gli etnei fino al 2016, che sarebbe perfetto sia come ruolo di mediano vecchio stampo sia come realizzatore sui calci da fermo, la specialità dell’attuale Fiorentina). Con il recente rinnovo di Clasie (gioiellino del Feyenoord rincorso per mesi ma poi rimasto in Olanda), è stato monitorato Giacomo Bonaventura, rivelazione dell’Atalan-

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ta che potrebbe salutare Bergamo già in questa estate (benché anch’egli sia fresco di rinnovo). Ma occhio, perché la sorpresa nella mediana potrebbe anche arrivare dall’estero, magari proprio dal Sud America da dove nello scorso gennaio è approdato in viola Matias Vecino, il primo vero rinforzo della Fiorentina che verrà perché già inserito a pieno ritmo negli schemi di gioco di Montella. Il capitolo centrocampo però non si esaurisce di certo qui: perché se è vero che i viola sono alla ricerca di forze fresche, è appurato anche che alcuni giocatori dovranno dire addio a Firenze. Il primo, con ogni probabilità, sarà Momo Sissoko: il maliano - dopo sei mesi incolori alla corte dei Della Valle - non verrà riscattato dal PSG e se ne tornerà dai campioni di Francia. Da valutare la posizione di Mati Fernandez (al quale però sembra che Montella voglia concedere un’altra chance) e Romulo, utile gregario che però nella prossima

stagione rischierebbe di essere schiacciato dalla concorrenza. Sembra scontato il riscatto di Migliaccio dal Palermo (fis-

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sato per 2 milioni di euro), così come la permanenza di Rafal Wolski almeno fino al termine del ritiro estivo.

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 22 Maggio 2013

Tutto dipende dal futuro di Jovetic: se sarà ceduto Pradè e Macia hanno già individuato i possibili obiettivi

MERCATO

Firenze sogna in attacco:

Negredo in pole ma resiste anche Aubameyang di ALEssandro latini

n anno fa di questi tempi eravamo a fare la conta dei giocatori che sarebbero andati via alla fine di una stagione orribile. Stevan Jovetic era il centro di gravità del mondo viola e solo a pensare ad una sua cessione si drizzavano i capelli ai tifosi viola. Della Valle lo scorso anno ha fatto piazza pulita, ma allo stesso tempo ha fatto di tutto per trattenere il suo talento montenegrino. La famosa promessa di Moena ha fatto il giro d’Italia e non solo, con essa la consapevolezza che un anno dopo sarebbe stata tutta un’altra musica. E oggi eccoci a parlare di una cessione annunciata, che ancora non è certa ma è sicuramente molto probabile. In una stagione sono cambiate radicalmente molte cose. La Fiorentina ha una squadra composta da uomini veri, è tornata in Europa e può contare su calciatori di primissima qualità. Inoltre (e questo non è un particolare secondario), Jovetic è reduce da un campionato non esaltante, condito da 12 gol e qualche bella giocata, ma anche dai soliti problemi fisici. Non vogliamo apparire ingenerosi nei confronti del montenegrino, ma un sondaggio fatto oggi sulla sua cessione avrebbe un esito molto diverso rispetto ad un anno fa. I tifosi, adesso, sono pronti a lasciarlo partire senza rimpianti (la Juve è in pole malgrado tutto) purché l’acquirente soddisfi le richieste di Della Valle e Pradè. 30 milioni di euro cash a meno che Montella non dia il via libera a qualche contropartita tecnica. Questa premessa

serve per capire gli scenari futuri della Fiorentina. Se Jovetic verrà ceduto, Pradè e Macia avranno a disposizione un budget importante da spendere per trovare il sostituto del montenegrino e per rinforzare la squadra. Se Stevan, al contrario, dovesse rimanere a Firenze le cose cambierebbero. Non è detto che sia un male poter schierare in campo Rossi e Jovetic contemporaneamente. UNO SQUALO PER MONTELLA. Ipotizziamo che la Fiorentina abbia a disposizione i famosi 30 milioni da investire sul mercato. Pradè sa benissimo da un anno che questa possibilità è concreta e nel corso dell’inverno ha già cominciato a sondare diverse candidature. Nomi che fanno sognare (qualcuno di più, qualcuno meno) a testimonianza che l’intenzione della Fiorentina è quella di dare finalmente il centravanti a Montella. E allora partiamo con il primo, quello più caldo: Alvaro Negredo. Lo chiamano El Tiburon (lo squalo) non per niente. Ventisette anni, una valanga di gol in Spagna e la voglia di misurarsi con un campionato diverso e disputare una competizione europea. Vetrine che la Fiorentina può e vuole dargli, perché Negredo è uno di quelli che piacciono di più a Montella. Presente in area di rigore, è vero, ma è il classico attaccante moderno che riesce a svariare sul fronte offensivo e a dialogare con i compagni d’attacco grazie ad una buona tecnica. Il costo del cartellino si aggira intorno ai 20 milioni di euro, quindi rientrerebbe in pieno nel budget.

C’è un particolare che lo mette in cima alla lista. Il suo procuratore, Alejandro Camano, è lo stesso di Borja Valero. I rapporti fra le parti sono ottimi e la scorsa settimana c’è stato un primo incontro per parlare dell’affare. Negredo avrebbe già fatto intendere di gradire molto l’ipotesi Fiorentina ed è per questo che i dirigenti viola in queste ore voleranno in Spagna per parlare anche con il Siviglia. IL PALLINO DI PRADÈ. L’altro nome spendibile in questo momento è quello di Pierre-Emerick Aubameyang del Saint-Etienne. È molto più giovane di Negredo (23 anni), ma in Ligue 1 sta facendo sfracelli. 21 gol messi a segno finora, nella classifica dei marcatori è secondo solo ad un mostro sacro come Zlatan Ibrahimovic. In Francia si sono accorti di lui un po’ tutti e si mormora che lo stesso PSG possa presentare una proposta ufficiale. La Fiorentina su di lui c’è da tempo, perché Aubameyang rappresenta un vero e proprio pallino del ds Pradè. I viola hanno provato a portarlo a Firenze già nel mercato di gennaio, ma hanno dovuto desistere per le eccessive richieste del Saint-Etienne e perché il club francese ha voluto

tenerlo per puntare a vincere la coppa nazionale e per agganciare la qualificazione in Champions League. Costa meno di Negredo, ma paradossalmente ha più mercato. Rispetto allo spagnolo è più veloce e parte da più lontano per andare alla conclusione, ma è meno killer in area di rigore. SOGNI E (MEZZE) CERTEZZE. Tra gli obiettivi accarezzati, ma difficilissimi ora più che mai, c’è Osvaldo. All’interno del clan viola l’attaccante della Roma ha tantissimi estimatori e alcune sue parole dei giorni scorsi, inoltre, sono suonate un po’ come un voler chiedere ‘scusa’ per il gol

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messo a segno poche settimane fa a Firenze: «I tifosi della Fiorentina mi hanno emozionato perché mi hanno applaudito tutti. Prima della partita pensavo di essere più composto nell’esultanza, ma quando segni al 92’…». Se Osvaldo è il sogno, ecco le (mezze) certezze: Iakovenko e Théréau. L’esterno ucraino è già della Fiorentina da qualche mese: arriverà a parametro zero dall’Anderlecht e firmerà un triennale. Montella lo valuterà in ritiro. Théréau del Chievo è stato seguito ma non costituirebbe una prima scelta. TUTTO IN ALTO MARE. Ed in uscita? Tanti dubbi e poche certezze. Ad oggi possiamo affermare che l’unico attaccante della rosa sicuro di esserci anche la prossima stagione è Giuseppe Rossi. Incerto il futuro di Larrondo (la Fiorentina potrebbe riscattarne la comproprietà ad una cifra esigua), così come quello di El Hamdaoui, anche se il marocchino sembra sempre più lontano da Firenze.

Di Toni abbiamo ampiamente parlato e le garanzie tecniche che ha chiesto ancora non sono arrivate. C’è tempo per discuterne, lo spogliatoio preme affinché rimanga. E poi c’è Adem Ljajic. In assenza di un rinnovo di contratto la Fiorentina sarà costretta a cederlo per non perderlo a parametro zero la prossima stagione. Pradè è ottimista, ma Ramadani (agente anche del serbo oltre che di Jovetic) ha il coltello dalla parte del manico. Una volta risolta la situazione di Jo-Jo si sbloccherà anche quella relativa a Ljajic, in un senso o nell’altro. Infine, occhio al futuro di Seferovic e Cerci. Il primo tornerà dal prestito al Novara e Montella lo aspetta per il ritiro e insieme decideranno il futuro. Due le opzioni: restare a disposizione o andare a giocare in serie A. Il caso Cerci è più spinoso. Fiorentina e Torino non si sono ancora messe d’accordo per risolvere la comproprietà e sull’esterno romano stanno piombando squadre come Milan ed Inter. Da Firenze sono arrivati segnali d’apertura, l’ipotesi di andare alle buste non è poi così remota.

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E UN SE NE PO’ PIÙ, ANDREA E DIEGO FAEVI SENTIRE VOI CHE VU’ CONTAE QUARCOSA

potea esse’ la serata dell’apoteosi, la viola che la gioha come mai, o come sempre quest’anno, e la mostra carcio paradisiaho anche a quell’artro mare. Pepito che torna ‘n campo, e si vede anche i’polacchino brao a fa’ giochesse, oltre a tre go’ di Nutellic. ‘Nsomma roba da festa, da sciampagna di quella bona, se un fosse pe’ quella solita banda di ladri che la ci fa anda’ tutto di traverso. I’nonno e gli è rimasto a bocca aperta e un ne po’ proprio più.

Dopo esse’ stati mazzolati da Mazzoleni, ecco Bergonzo, che un potrebbe che fa’ rima….., che compreta l’opera, chirurgiha di sarva’ quella banda di disperati con le strisce rossonere. Davanti a un Siena retrocesso e gni viene i compresso di’ bianconero e un raccattan pallino, pe’ 85’ minuti e perdano e 1-0 solo perché l’‘onzo’ e gni sarva un rigore cramoroso. Non contento e gnene ‘nventa uno pe’ loro, quando qui’marcantonio di Balotelli e si butta ‘n terra come furminato da Felipe che gni avea toccao la maglia dopo che prima gli avea sgomitao lui. Roba da Circo!

Dopo tre minuti poi, visto che l’1-1 e un gni basta, e gni dà bono i’go’ di’ francioso (che ni’ primo tempo e gli avea tenuo ‘n campo pe’ misericordia), che gli sbarba la palla dalla panza di Pegolo che c’era cascao sopra. Così lo zio Festere ‘n tribuna e po’ evita’ lo stranguglione ‘n arrivo e corre a scrive’ l’assegno. E un se ne po’ più! Basta! Andrea, Diego, faevi sentire voi che vu’ contae quarcosa.

Batteene ‘n terra quarcuno ma gli è inutile giohare i’meglio carcio della serie A, fassi batte’ le mani da tutti se poi e basta la solita giacchettaccia gialla a fa’ ruzzola’ le cose sempre come e voglian loro. Fer prei! Qui e si fa come San Lorenzo che lo pigliaa sempre ‘n tasca e gni toccaa anche a fa’ silenzio. Valeri, Tagliavento, Giannoccaro, Guida, Romeo, Mazzoleni, Bergonzi, o che ce n’è toccai uno? E sono

ci hanno vorsuo piglia’ pe’ fondelli, e rubacci, un’artra vorta. ‘N Scempionse e ci vanno loro e che bon pro e gni faccia. Se ci vanno con quella banda di brodi che ci hanno ora e gli hanno a anda’ dimorto lontano! E vor di’ che ci toccherà a vince l’Europa Lighe, e che un ci tornin presto tra gli zebedei anche lì, perché questa vorta e un ci sarà un Bergonzo d’abitro a sarvalli, e le dovranno paga’ tutte.

Il pungiglione

NEL MIRINO GLI ARBITRI CHE HANNO DIRETTO I VIOLA

e api non bastano, sono costrette agli straordinari per pungere tutti quelli che se lo meritano. Sono tanti, gran parte degli arbitri che ci sono capitati tra i piedi in questo campionato o che han gentilmente spinto il Milan a fare quei 42 punti nel girone di ritorno dei quali Allegri e l’insopportabile Galliani menan gran vanto. Da chi dobbiamo cominciare? Da Tagliavento, che si mette di traverso per ‘impedirci’ la vittoria sulla Juve a Firenze, dominata come nessuno è riuscito a fare in questo campionato? O Valeri, quello di Parma che ci dà il rigore contro al 92’ per un fallo di mano di Toni al limite dell’area senza vedere che l’intervento era scomposto per ripararsi da un

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una banda di nidio, e t’ha voglia a compra’ giohatori se e tu dei gioha’ sempre ‘n undici contro diciassette le partie che le contano! ‘Nsomma questo campionato che gli è stao uno di quelli più belli della viola visti da i’nonno (e n’ho visti tanti, diciamo una settantina, come e punti che s’è fatto) e gni è riuscio di faccelo anda’ di traverso. O un potean vince’ 5-1 anche loro così un ci si pensaa nemmeno. No, e

i'nonno pilade

intervento a gamba tesa di un avversario? O Giannoccaro a S. Siro, rigore contro ed espulsione di Gonzalo per altro fallo di mano più che involontario? O Romeo quello che a Udine ci dà un rigore contro con Domizzi, sul quale Tomovic commetterebbe fallo (discutibile), ed altri cinque, dico cinque compagni in fuorigioco? O Guida? O Mazzoleni, con quel clamoroso rigore ed espulsione di De Rossi con la Roma? O, infine, questo Bergonzi che resuscita con chirurgica azione, un Milan in coma a cinque minuti dalla fine, ‘regalandogli’ il calcio di rigore del pareggio, dopo averlo tenuto in vita non concedendogli un chiaro rigore contro e non espellendo Mexès (che poi farà il gol della vittoria

con gravi sospetti di irregolarità)? Tutti insieme, appassionatamente, insieme a Braschi loro referente tecnico che dice senza arrossire che non è sicuro del rigore di Fiorentina-Roma nemmeno dopo aver rivisto l’azione alla moviola diverse volte. Insomma basta, non se ne può più. Se il calcio vuole vivere deve risolvere il problema della giustizia arbitrale e dell’influenza intollerabile che alcune società, Milan in testa, hanno su buona parte dei suoi componenti. La competizione non può esistere se chi è chiamato a giudicare si mostra spesso di parte. Sbagliare è umano, ma farlo in maniera unidirezionale è sospetto.

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 22 Maggio 2013

la pagella che scotta di Ubaldo Scanagatta

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ieci e lode Fiorentina. E a chi se non alla Fiorentina tutta, squadra, allenatore, staff tecnico, dirigenti? Fare 70 punti, esattamente suddivisi fra girone d’andata e girone di ritorno, 35+35, non era assolutamente prevedibile ad inizio campionato, con 18 neo acquisti pescati anche fra squadre retrocesse. I viola hanno giocato il miglior calcio, ma non è bastato. La sfortuna vuole che in Champions vadano 3 squadre e non più 4 come ai tempi di Prandelli. Sugli arbitraggi, il Milan (ma anche il Siena), il potere politico dei soliti noti, c’è spazio in altri voti. Nove Siena e Jachini. Eh sì, cari… malpensanti! Solo sul cuore viola di Beppe Iachini, voi tifosi della Fiesole, non dubitavate. Con tutto quel che ho letto nei giorni precedenti la partita Siena-Milan, ho finito quasi per temere anche io che certe insinuazioni fossero fondate. Il Siena, gliene va invece dato atto e grande plauso - e spero che i tifosi viola quando il Siena tornerà in A se ne ricordino - si è impegnato allo spasimo, sfiorando il miracolo. Terzi, autore del gol ha finito con i crampi, Pegolo ha fatto parate strepitose ed è stato supersfortunato sul gol di Mexes. Emeghara ha corso come un matto. Qualcuno ci ha messo, anzi, perfino troppa grinta: vero Felipe? Proprio necessario prendere per la maglia Balotelli… anche se poi lui è cascato giù come una pera cotta e non un omone di 90 chili? Vero Terlizzi? Con un pizzico di calma in più, 60 secondi dopo l’espulsione di Ambrosini, il Siena sarebbe rimasto in 11 fino alla fine ed avrebbe costretto il Milan o a togliere

una punta o a rischiare il contropiede ed il grosso rischio di beccare il secondo gol del definitivo k.o. Otto Vincenzo Montella. L’allenatore viola meriterebbe ancor più di 8 per la capacità di mantenere il proprio aplomb nelle interviste del dopo partita. Elogia la sua squadra, non dà quasi mai adito alle polemiche arbitrali come fanno gran parte dei suoi colleghi. Eppure quel che gli è accaduto soprattutto in queste ultime giornate, quando la Viola ha cominciato a dare disturbo ad una squadra potente come il Milan, avrebbe fatto perdere le staffe a chiunque. Ve lo immaginate Mazzarri? L’ormai ex allenatore del Napoli è uno che contesterebbe platealmente i rigori degli avversari… anche quelli che si devono battere dopo i supplementari. Sette Rafael Nadal. Sette come i trionfi dello spagnolo agli Internazionali d’Italia di tennis, dominando semifinali (Berdych) e finale (6-1,6-3 a Roger Federer). L’unico a metterlo in dif-

ficoltà era stato il connazionale Ferrer, che però al momento buono… perde sempre. Una dimostrazione di superiorità impressionante quella di Nadal su tutti gli altri, alla vigilia del Roland Garros dove il solo Novak Djokovic sembra in grado di contendergli la corona francese vinta già 7 volte dal maiorchino (una più di Borg!). Dall’1 pari 30 pari del primo set Nadal ha concesso a Federer soltanto 3 punti, vincendone 22 per aggiudicarselo 6-1. Umiliazioni così Federer, 32 anni ad agosto, ne ha subite davvero poche in carriera e certo Nadal (che già lo batté nella finale di Parigi 2008 per 6-1,6-3,6-0) è la sua bestia nera: adesso lo ha sconfitto 20 volte su 30 e 13 su 15 sui campi rossi. Sei Sara Errani. Le avrei dato otto se alla prima semifinale raggiunta a Roma da una tennista italiana dopo 46 anni (Lea Pericoli ci arrivò nel ’67, anche se perse 6-0 6-2 dalla brasiliana Bueno), non fosse pervenuta a seguito del ritiro di Maria Sharapova, la Venere

siberiana che non ha ancora mai battuto. Sara, per la verità, pur essendo approdata grazie a questo risultato alla sua miglior posizione mondiale di sempre, n.5, non ha mai battuto nessuna delle top-5 in 28 scontri. Insomma Sara è la primissima delle seconde. E ora che è top 5, ha almeno il vantaggio di non doverne affrontare che quattro. N.1 del mondo in doppio e campionesse in carica Sara e Roberta Vinci questa volta hanno perso in finale dalle cinesi Peng-Hsieh, una coppia di… quadrumani, perché giocano dritto e rovescio a due mani. A Parigi Sara avrà una cambiale pesante: per ripetere la finale raggiunta lo scorso anno servirà una bella impresa, e magari battere una delle prima quattro. Cinque Valentino Rossi. L’anno scorso non vinceva ed era colpa della Ducati, la moto che non andava e per la quale aveva fatto fuoco e fiamme pur di salirci. Quest’anno è tornato alla Yamaha e a Le Mans è cascato. Sarà mica colpa sua?

Quattro Max Allegri. Premesso che a me Allegri sta simpatico e che ha avuto anche una gran pazienza (molto ben retribuita peraltro, non scordiamocelo) con il presidente Berlusconi che non ha mai fatto mistero di non considerarlo granché (“Non capisce un …” disse Silvio prima di ritrattare e dire che scherzava, come è uso fare quando fa una gaffe), però quando dopo Siena-Milan l’allenatore livornese ha dichiarato: “Durante l’anno magari prendi rigori che sono dubbi, ne subisci altri che non ci sono. Riduttivo ridurre tutto al rigore che c’è o non c’è”… Fosse solo un rigore! Ma quanti ne ha segnati Balotelli? Sei. C’erano tutti? Forse tre. Poi togli quelli che non hanno dato agli avversari e raddoppiano. Tre Maria Sharapova. Una febbriciattola l’avrebbe messa k.o., proprio alla vigilia del suo match di quarti di finale contro Sara Errani. Poi però l’algida Maria - neo girlfriend del ventunenne tennista bulgaro Grigor Dimitrov - ha fatto sapere che “essendoci dietro l’angolo un torneo più importante come il Roland Garros non è una scelta saggia rischiare”. E se ne è rimasta a letto. Con Dimitrov? Beh, questi sono cavoli suoi. Ma non avrebbe dovuto snobbare Roma, dov’era campionessa in carica. Io le avrei sequestrato la ‘borsa’ dei quarti. Due all’accoltellatore serbo di Predrag Danilovic. Il nome del tentato assassino non lo so, e la vicenda non è chiara, ma accoltellare un grande del basket, ex NBA nei Miami Heat e per anni mattatore del campionato italiano con la Virtus Bologna, come l’idolo nazionale serbo Predrag Sasha Danilovic, sarebbe roba da meritare molto di peggio che non un insignificante due delle mie pagelle. Certo che nei confronti degli atleti serbi c’è chi ha il coltello facile. Monica Seles, serba di Novi Sad, e n.1 del mondo con 8 Slam vinti fu accoltellata nella schiena - una lama di 23 centimetri che per poco non le

recise un’arteria - da un tifoso tedesco di Steffi Graf, tal Gunther Parche, che voleva proteggere la leadership mondiale della Graf. Uno: Braschi e Nicchi. Ma ora i due che hanno la responsabilità di selezionare gli arbitri (per poco si spera) che cosa diranno? Che non è successo niente? Che tutto sommato in questa stagione gli arbitri sono stati proprio bravi e che quelli italiani sono i migliori del mondo, inclusi Mazzoleni e Bergonzi? Zero Bergonzi. Si può sbagliare, ma non si può chiudere un occhio, anzi tutti e due gli occhi, quando si è a due passi da Ambrosini che tira e tira e ancora tira in modo plateale la maglia di Terlizzi. Più tardi l’ex viola Felipe (costò 9 milioni!) ha commesso un’ingenuità, purtroppo, nel tirare anche lui la maglia di Balotelli (ma molto molto meno di quanto fatto da Ambrosini) e anche se il rigore non era da dare perché Balotelli ha astutamente accentuato la caduta piombando a terra come un peso morto (nonché commesso fallo prima di ‘subirlo’) in teoria un arbitro in buona fede (ma scarso…) poteva anche abboccare. Però l’arbitro internazionale Bergonzi non potrà mai persuadermi che il fallo da rigore di Ambrosini non l’aveva visto. Mi ha fatto tornare in mente l’orrido Shreck Ovrebo che finse di non vedere, d’accordo con il guardalinee, Klose in fuorigioco di due metri e mezzo nel match con il Bayern di Monaco che sancì di fatto l’eliminazione della Fiorentina negli ottavi della Champions. Non centimetri, metri. E mi torna purtroppo in mente anche Mazzoleni: un altro rigore visto benissimo e non fischiato (il mani di De Rossi sullo 0-0 contro la Roma). Girano le scatole a me, figurarsi ai Della Valle che devono ringraziare questi due arbitri per aver sfilato dalla loro tasche 30 milioni di euro. I borseggiatori sugli autobus si accontentano di molto meno.

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 22 Maggio 2013

Esclusiva con l’ex difensore azzurro che analizza la grande ricorsa

EMPOLI

Lorenzo stovini: UN AUTENTICO

di Andrea Giannattasio

na stagione da incorniciare sotto tutti i punti di vista. In particolar modo per il traguardo

raggiunto al termine del campionato. Ha infatti del miracoloso il quarto posto ottenuto dall’Empoli di Sarri al termine di un’annata davvero rocambolesca,

iniziata con una striscia di risultati negativi e poi letteralmente capovolta dalla grinta e dalla caparbietà del club azzurro, che garantendo la fiducia al proprio

tecnico ha iniziato una scalata storica che oggi vuol dire play-off e possibilità di promozione. Per analizzare la stagione dell’Empoli, il Brivido Sportivo ha con-

tattato in esclusiva un grandissimo ex azzurro come Lorenzo Stovini, che con la maglia dei toscani ha collezionato ben 105 presenze. Stovini, che stagione è sta-

ta nel complesso quella dell’Empoli? «È stato un anno davvero particolare, perché alla luce di come erano partiti i ragazzi di Sarri nessuno si sarebbe mai aspettato di riuscire ad approdare in zona play-off. Credo che l’Empoli abbia tutte le carte in regola per tentare di essere il terzo club a raggiungere la serie A». Il pareggio contro il Verona sembrava ormai scritto... «Si sa come vanno le cose nel calcio: sia all’Hellas che all’Empoli stava bene un pari e così è stato. Anche io alla vigilia avevo pronosticato uno 0-0. Ma è andata bene così: credo che le due squadre abbiano raggiunto l’obiettivo che inseguivano sin da inizio stagione». Qual è stato il momento in cui la stagione è girata?

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l’Empoli ha compiuto finora MIRACOLO SPORTIVO «Deve essere successo qualcosa nello spogliatoio e bisogna esserci dentro per capire di cosa possa essersi trattato: questa però è stata davvero un’an-

nata strana in positivo, così come nella passata stagione c’era stato un campionato sorprendente in negativo». C’è un giocatore che l’ha stupita particolar-

mente? «Non mi sento di fare il nome di nessuno, perché quando si compiono miracoli sportivi come quello che ha fatto l’Empoli credo che il

merito vada assegnato a tutti. Piuttosto vorrei spendere delle parole di merito per i più giovani della rosa, che si sono impegnati al pari dei compagni per la

lunga e difficile risalita». Uno di questi, forse, è Saponara, che a giugno raggiungerà il Milan. «Saponara è un ragazzo giovane ma dal grande talento. È riuscito a fare in un anno un miglioramento che di solito ragazzi di quell’età riescono a fare solo in tanti mesi di duro lavoro». Crede che al Milan potrà far bene sin da subito? «Sicuramente: a maggior ragione se sulla panchina dei rossoneri arriverà un allenatore che sa valorizzare i giovani, Saponara potrà mettere in mostra tutto il suo talento fin da subito». Non lo facciamo fare a lei, lo facciamo noi: un altro nome di un giocatore che ha stupito un po’ tutti: Maccarone… «Massimo è un giocatore che riesce sempre

a timbrare il cartellino, anche nelle stagioni più difficili. L’anno scorso, quando la squadra rischiava di retrocedere, ha comunque realizzato 7 gol negli ultimi sei mesi, mentre quest’anno le 17 reti messe a segno sono una conferma importantissima». Tornando all’Empoli, quante chance ci sono a suo avviso di conquistare la A? «Non saprei quantificarle al momento perché credo che sarà importante capire come arriverà fisicamente la squadra a questo appuntamento. Credo che nel complesso la formazione favorita resti il Livorno, perché per lunghi tratti del campionato è stato anche al secondo posto. Vedremo come andrà a finire: di certo gli azzurri si giocheranno le loro chance fino alla fine».

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 22 Maggio 2013

Dopo lo 0-0 di Verona continua il sogno degli azzurri di Sarri attesi a due match decisivi contro la formazione piemontese

EMPOLI

PLAY-OFF SERIE B:

E ORA L’EMPOLI DEVE AFFRONTARE IL NOVARA DELL’EX AGLIETTI di Andrea Giannattasio

l prossimo avversario, adesso, ha un solo nome per l’Empoli: il Novara dell’ex mister Alfredo Aglietti. Dopo lo straordinario e prestigioso traguardo dei play-off, raggiunto sabato scorso al termine dello 0-0 sul campo dell’Hellas Verona, per gli azzurri il campionato è tutto fuorché terminato: nel calenda-

GS.

rio del club toscano sono due le date cerchiate con il pennarello rosso nel mese di maggio. La prima mercoledì 22 che vedrà l’Empoli di scena al ‘Piola’ di Novara per l’andata delle semifinali play-off, la seconda (fissata per domenica 26) sarà l’attesissimo appuntamento del ‘Castellani’ contro i piemontesi nel match di ritorno, dove i ragazzi di Sarri tenteranno di con-

quistare il pass per le due finali per la massima serie, che si terranno il 29 maggio (appena tre giorni dopo la gara del ‘Castellani’ quindi) e il 2 giugno. Non sarà facile riuscire ad approdare all’ultimo turno contro la vincente di BresciaLivorno, perché l’avversario che i toscani si troveranno davanti proviene, al pari dell’Empoli, da una stagione di grande sacrificio, coronata da un quinto posto che ha dello storico: il Novara, partito ad agosto con un handicap di tre punti di penalizzazione in seguito alle note vicende del Calcioscommesse, ha messo insieme un ruolino di marcia davvero deficitario nelle prime dieci giornate (appena tredici punti e un gioco in totale latitanza) e solo dopo il cambio tecnico in panchina (dove al posto di Tesser è arrivato l’attuale Aglietti) i piemontesi si sono resi

protagonisti di una storica rincorsa che ha portato al quinto posto finale. Un percorso, se vogliamo, molto simile a quello dell’Empoli al quale però va l’onore di aver sempre

avuto fiducia nel proprio tecnico, soprattutto nel difficilissimo avvio di stagione che aveva relegato gli azzurri all’ultimo gradino della serie B. La sfida contro il Novara si

preannuncia dunque davvero infuocata: ci sono tutti gli elementi necessari per assistere a due intense serate di calcio. Per l’Empoli, il sogno continua.

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 22 Maggio 2013

Centro Ginnastica Firenze A.S.D. GINNASTICA

Maria Consiglia Grieco

ltimo atto della stagione sportiva 2012/2013 – sabato 18 e domenica 19 maggio – per la Rassegna Sperimentale UISP. Nel palazzetto dello sport “S. Bitossi” di Montelupo Fiorentino circa settecento ginnaste e ginnasti dai 3 anni in su hanno dato vita alla terza ed ultima prova regionale del programma di ginnastica artistica di base, che raccoglie i praticanti delle Scuole di Ginnastica, suddivisi in categorie individuali e a squadre. Oltre cinquanta piccole atlete del Centro Ginnastica Firenze hanno preso parte alla manifestazione nella giornata di domenica (riservata alle squadre) fin dalle prime ore del mattino, e le prime a portare a casa un buon piazzamento sono state Giorgia Bernocchi, Gaia Torrini e Ginevra Zamagni, ottave nel livello C-base trio; tra i quartetti è arrivata invece la medaglia d’argento per Irene Calati, Francesca Marcucci, Francesca Quarta e Francesca Ravenni; sesto posto per il duo formato da Matilde Baschi e Giulia Miniati. Hanno condiviso il secondo gradino del podio – nel livello B-avanzato trio – i due team formati rispettivamente da Irene Bartoloni, Ginevra Mordenti, Margherita Stella, e da Costanza Fredducci, Sofia Martinelli, Letizia Sanzò. È toccato poi alle ginnaste del livello C-avanzato, ed il bottino di medaglie si arricchisce ancora, con il bronzo di Aleandra Oddi e Francesca Trapani (categoria duo) e l’argento di Francesca Frilli, Bianca Orzalesi e Alma Provaroni (nel trio). Hanno chiu-

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Più di cinquanta ginnaste in gara e tanti podi nell’ultima prova Sperimentale

A SUON DI MEDAGLIE! so la lunga maratona ginnica le ragazze delle scuole medie, impegnate nel livello D-base, ed ecco che è arrivata anche la medaglia d’oro, conquistata dal trio composto da Eleonora Dalle Mura, Lavinia Paoletti e Matilde Tei; doppio podio tra i quartetti, con il secondo posto di Linda Catallo, Lisa Cerchi, Francesca Cortini, Erica Pagni, e il terzo di Lisa Allegri, Nina Belloni, Clara Fani, Guia Lotti. Ora non resta che l’ultimo atto, ai corsi della Scuola di Ginnastica, per chiudere in bellezza l’annata sportiva: la festa di fine anno, prevista per il prossimo 31 maggio presso la sede societaria a Sorgane, un’occasione per salutare la stagione che si conclude, e darsi appuntamento a settembre per un nuovo anno all’insegna della ginnastica.

Calati, Marcucci, Quarta, Ravenni

Frilli, Provaroni, Orzalesi

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Arrivano i TORNEI ESTIVI!

MIDLAND

Inizia la stagione estiva e Midland si prepara a nuovi tornei da organizzare per i propri tesserati. Con le fasi finali dei campionati agli sgoccioli, fino a metà luglio la voce grossa la faranno i tornei classici come la Champions League C5 e C7 che inizia a metà giugno e il Trofeo 4 Città che inizia questa settimana. Saranno 12 le formazioni che si contenderanno il titolo del C5, alcune delle quali già note come Real Bombay, U.C. Diamoli e Ellessedì e altre nuove come Petit Bar e TSO. Saranno invece 31 le squadre nel C7 con i campioni in carica degli Stracotti che proveranno a bissare il successo dello scorso anno. Milan Boyss, Seleçao Argentinos (finalista lo scorso anno), Pipela e Aran Island 2 (campioni provinciali in carica) dovrebbero essere le squadre più accreditate ad arrivare fino in fondo, ma attenzione alle sorprese con molte squadre nuove e sconosciute. Premio per i vincitori saranno le finali nazionali a Rimini il prossimo giugno per un week-end di gioco e divertimento.

Un nuovo torneo di C5 sta per iniziare nella zona Valdisieve, dove Midland gestirà il torneo dell’Audax Rufina (prima edizione) che vedrà di fronte 8 squadre divise in 2 gironi da 4. Questi i nomi delle compagini che si affronteranno: Bastardi Senza Gloria, Atletico Fiato Corto, Equipe Romagna, Outsider, La Banda Bassotti, A.S. Quona C5, Pizzeria Sandrino e Boni Gigi. Al termine dei due gironi, che si svilupperanno con gare di andata e ritorno, ci saranno le due semifinali e la finale in programma per venerdì 5 luglio. Sta invece proseguendo il torneo Firenze Estate C5 e C7 che terminerà il 17 giugno. Alla terza giornata ci sono già alcune squadre che hanno un piede agli ottavi di finale. Nel C5 a punteggio pieno si trovano Poeroni, Autocarrozzeria Alfieri e Ristorante Zocchi-Maracana, mentre nel C7 Piazza Ghiberti e DJ Anka con 9 punti possono stare tranquilli per il passaggio del turno. Ancora due settimane per questa prima fase e poi dal 3-4 giugno inizieranno le fasi finali.

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A giugno inizieranno anche altri due tornei: il 10 giugno prenderà il via la 13ª Green Cup, che è il torneo femminile per eccellenza, la più longeva manifestazione in rosa, mentre il 17 giugno partirà l’8° Trofeo Misto Blu & Rosa di C5 con squadre miste, che rappresenta sicuramente il torneo più divertente della stagione.

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 22 Maggio 2013

IL FORTINO e FC DEVASTANTI alle

calcio toscana

FINAL FOUR della COPPA TOSCANA

di Steto Coppa Toscana C5 Il Fortino e FC Devastanti hanno raggiunto le semifinali della Fase Regionale della Coppa Toscana C5: un risultato storico, dal momento che fino ad oggi nessuna formazione fiorentina del Calcio Toscana era riuscita a raggiungere un tale obiettivo nel calcio a 5. Le nostre due squadre giocheranno domenica 26 maggio presso l’impianto sportivo le “5 Querce” di

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Livorno le ‘final four’ che valgono il trofeo. I pratesi del W.K.P. sono gli avversari de Il Fortino, mentre il FC Devastanti è atteso dai pistoiesi del G.S.

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Milleluci. Dopo aver superato la Fase Provinciale, Il Fortino e FC Devastanti avevano chiuso al secondo posto i gironi eliminatori regionali: nei quarti di finale erano toccate loro le vincenti di altri due gruppi. E la strada per la finale è passata sempre da Livorno: il FC Devastanti

ha espugnato il Palacecconi imponendosi sul Mattia Tour Operator, mentre Il Fortino ha ‘vendicato’ proprio il FC Devastanti superando – nell’impianto delle ‘final four’ – il Caffè Toscano (che nel girone si era imposto sulla formazione di Riccardo Poli). Un match che i ragazzi de

in alto possibile. Sarà sicuramente una giornata di grande sport, con tante emozioni da vivere e il risultato completamente in bilico. In tutto questo solo una cosa è certa: questa volta le impostazioni del navigatore saranno ben diverse!». Il 26 maggio tutto il Calcio Toscana fiorentino farà il tifo per un altro risultato... storico! Coppa Toscana C7 Non sono andate altrettanto bene le cose per le nostre formazioni nel calcio a 7: le quattro compagini che rappresentavano la provincia di Firenze non sono riuscite a superare i gironi eliminatori della Fase Regionale, mancando così l’accesso alle semifinali. Per Florence Patriots, US Grassina, Secretkick 08 C7 e Lokomotive Oxfam, le altre squadre della Regione si sono dimostrate più competitive e dovremo aspettare la prossima stagione per provare a prenderci la rivincita.

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Il Fortino hanno affrontato fra mille difficoltà: le quasi tre ore impiegate per raggiungere Livorno (a causa delle indicazioni non proprio impeccabili del navigatore), la rottura di una loro autovettura a poche centinaia di metri dall’impianto, la conseguente spinta del mezzo fino al campo, il fischio d’inizio senza aver avuto il tempo di riscaldarsi (a causa del contrattempo al veicolo) e la costante rincorsa agli avversari avanti per gran parte dell’incontro (0-2, 1-3 e 2-4 prima del trionfo per 6-5). Una serata che resterà a lungo nelle menti dei giocatori fiorentini che hanno parlato di vero e proprio miracolo sportivo ed hanno espresso tutta la loro soddisfazione attraverso le parole del capitano Lorenzo Liccioli: «Siamo molto contenti del risultato raggiunto. Dovremo tornare il 26 maggio nello stesso impianto per giocare le ‘final four’ che decreteranno i campioni assoluti e cercare di arrivare il più

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17/05/13

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Segue dalla prima talenti che hanno acceso di interesse il calciomercato. A noi resta un allenatore che piace tanto a tutta la città, quasi quanto Cesare Prandelli, forse incredibilmente più riservato, lui napoletano rispetto a un bresciano che presto ha saputo diventare fiorentino. Ma Vincenzino piace a tutti, affascina, riesce a far immaginare un futuro di calcio. A noi restano Borja Valero, Aquilani, Pizarro immensi campioni di un centrocampo stellare, con loro ci sono pure Migliaccio, Mati Fernandez, pure Romulo, peccato per ‘Momo’ solo intravisto. A noi resta lo Jovetic dimezzato, fantastico nella prima parte e poi quasi perso, il Toni che non accetta la carta di identità, Larrondo ed El Hamdaoui che sono rimasti spesso sui blocchi, resta l’incredibile Adem Ljajic che è partito... Pierino ed è arrivato laureato nel gioco del calcio. A noi resta Cuadrado fantastico fuoco d’artificio che ha illuminato il cielo di Firenze. Resta l’immenso Pasqual, vera memoria storica di quello che è stata la Fiorentina formidabile di Prandelli e questa affascinante di C Montella. A noi restano tutti gli uomini della difesa, che M ogni tanto ci hanno regalato sussulti di paura ma anche Y solidità e capacità di far riCM partire l’azione di gioco. Restano anche Viviano e Neto MY che nella sofferenza comunCY que hanno dato tutto, senza mai lesinare niente. Restano CMY poi gli uomini di Montella, resta fratello-Guerini dalla K salvezza del quale è ripartito il sogno collettivo. Resta la strana coppia Pradè-Macià, che di colpi ne hanno sbagliati davvero pochi, quasi nessuno. Resta la società che sta crescendo così come cresce la voglia di Fiorentina e il tifo. Sì, quello che conosco bene, da una vita. E nel quale a volte sono tornato a riconoscermi. Resta qualcosa di importante e sul quale davvero si può costruire l’ultimo mattone verso il cielo. Abbiamo una squadra, abbiamo uno stadio, un centro sportivo, un pubblico ritrovato e una società. E, bisogna riconoscerlo, abbiamo un presidente. Andrea Della Valle. Troppo buono? Troppo elegante? Troppo legato al fair play? Forse, ma c’ha messo l’anima, i soldi, la faccia, il cuore. Ha vinto, prima di tutti gli altri. Ora non può tirarsi indietro, Firenze è con lui. Torni in Lega, l’affronti come una belva che vuol proteggere la sua creatura viola, aiuti i suoi uomini a fare l’ultimo passo. E Diego, che piano piano si è riaffacciato stia con lui perché l’ingiustizia non può sempre trionfare.

Stagione Viola

Alessandro Rialti

IL PREMIO

L’ex allenatore della Fiorentina Primavera ha stravinto i TLP Awards. Nono l’altro ex viola Firicano

Buso è il miglior allenatore di Seconda Divisione di Alessandro latini

l lavoro paga, dovrà aver pensato Renato Buso nel momento in cui gli hanno comunicato che era stato eletto miglior allenatore di Seconda Divisione. L’ex condottiero della Primavera della Fiorentina ha infatti sbaragliato la concorrenza nel concorso dei TLP Awards, promosso

dal sito TuttoLegaPro. com, che premia appunto i migliori tecnici dell’anno. Gli addetti ai lavori lo hanno definito un “trionfo a sorpresa”, soprattutto perché Buso è stato esonerato a quattro giornate dal termine della stagione dal Gavorrano, dopo una serie di risultati non esaltanti. Il parere dei tifosi di tutta Italia, co-

loro i quali hanno votato il sondaggio, è però sacro. Buso batte tutti i colleghi, anche quelli che con le loro squadre sono stati promossi o hanno disputato una grande stagione. Queste le parole dell’allenatore nel momento in cui ha scoperto di aver vinto l’ambito riconoscimento: «Ringrazio tutti i lettori che mi hanno votato, è stato

premiato così il mio lavoro di un anno e mezzo. All’inizio non sapevo neanche di essere in classifica, mi ha avvisato la mia compagna quando ha visto che ero terzo ed allora ho iniziato a seguire con attenzione il concorso. È una vittoria sicuramente dovuta molto anche ai tifosi viola che rivedendomi qui a Firenze

hanno pensato di premiarmi anche in virtù dei bei ricordi che ho lasciato allenando le giovanili viola. Infatti mi è capitato, in più di un’occasione, di incontrare dei tifosi agli allenamenti della Fiorentina che mi hanno detto di avermi votato. Ma sicuramente qualche voto ricevuto sarà arrivato anche da altre città dove sono stato

da giocatore come Napoli, Torino, Roma, Genova... chissà». Buso ha preceduto Stefano Sottili dell’Unione Venezia ed Antonio Venuto dell’Hinterreggio. Piccola curiosità finale. In classifica c’è anche un altro ex viola come Aldo Firicano, che in qualità di allenatore della Pro Patria si è piazzato solo al nono posto.