Il Brivido Sportivo n 10 del 16 marzo 2016 by SPORTMEDIA GROUP

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Il pungiglione

Statistiche chiare: urge migliorare la qualità media della rosa. Ai Della Valle la scelta

Servono uomini di calcio

Andrea Della Valle al Franchi nel match contro il Verona

di Massimo sandrelli

a Fiorentina si è spenta? Forse è presto per dirlo, certo che non sembra neppure parente di quella che aveva entusiasmato nel girone d’andata. Cerchiamo allora di “leggere” la situazione con oggettività e pragmatismo. In base alle statistiche la Fiorentina è quarta a pari merito con l’Inter ma il suo rendimento è passato da 2,5 punti a partita a 1,8. Fa quasi più di un gol a partita ma si parla della crisi di Kalinic. Nell’analisi può aiutare la classifica dei cross, dove la Fiorentina è addirittura quindicesima. Ne deriva che senza traversoni il povero centravanti viola, che pure insieme a Ilicic è quello che ha fatto più

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tiri in porta, diventa vittima troppo facile dei difensori avversari. E’ rilevante anche un altro dato. Nei primi quindici assist men del campionato non c’è neppure un giocatore viola. Da tutto ciò si deve desumere che la Fiorentina va in gol soltanto per vie centrali o su calci da fermo. L’altro dato che appare molto significativo che anche nella classifica dei recuperatori di palloni non c’è neppure un giocatore della Fiorentina. Da qui bisogna rilevare che se la squadra viola gioca nella sua formazione ideale, con il proprio equilibrio tattico se la cava, ma quando deve giocare con dei rimpiazzi allora la forza di contrasto diventa poca cosa e le difficoltà aumentano a vista d’occhio. Il mio amico Corrado Orrico mi aveva anticipato le sue perplessità sulla tenuta atletica della squadra di Paulo Sousa. Sempre guardando le statistiche è vero che i viola corrono molto ma il risultato è nella media: tredicesimi. Allora sommando tutti questi elementi esce che se la società viola vuol raggiungere una stabilità d’eccellenza, sia da un punto di vista tecnico che economico, deve migliorare la qualità media della propria rosa. E’ vero che i costi viola sono alti ma l’unico modo per correggere il rapporto costi-ricavi (136 - 89) è di ottenere una classifica che consenta un premio finale più ricco e l’unico sistema è quindi la zona Champions. Per cui delle due l’una. O i Della Valle si rassegnano serena-

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Per il centrale franco tunisino ipotesi rescissione. E piove sul bagnato: ko Tomovic

lente d'ingrandimento

Farsa-Benalouane, difesa a pezzi di Francesca bandinelli

a maledizione è in difesa. E in questi mesi non è stato fatto niente per arginarla. Sì, perché già in estate, nonostante la cessione di Stefan Savic all’Atletico e l’arrivo di Davide Astori la dirigenza viola si era resa conto che la coperta era troppo corta. Era il 4 settembre quando il diesse Daniele Pradé (insieme al dg Andrea Rogg) fece “mea culpa” davanti alla stampa. Disse che si stava già lavorando per dare a Sousa un rinforzo di valore, dietro, nel mercato di gennaio, dopo che pure l’operazione Mexes, negli ultimi giorni d’agosto, era sfumata. Sei mesi dopo niente è cambiato. Anzi, oltre al danno - con l’infortunio di Tomovic (per lui il report medico parla di sollecitazione alla capsula posteriore del ginocchio sinistro, fortunatamente senza lesioni) c’è anche la beffa. La coperta corta è a l’ex viola Toni Astori contrast diventata un… centrino -. Sì, perché Yohan Benalouane, il franco-tunisino arrivato alla Fiorentina nelle ultime ore di mercato, per altro dopo un primo no relativo alla modalità di trasferimento (il prestito secco, poi accettato), non ha ancora mai lavorato con la squadra. Quaranta giorni dopo, il giocatore è ancora alle prese con una sciatalgia della quale adesso la società dei fratelli Della Valle intende parlare con il Leicester, club di provenienza del giocatore. Pradé ha detto: «Si è trattata di un’operazione fatta in extremis, non abbiamo avuto modo, attraverso le visite mediche, di valutare il suo reale stato di condizione. Ci siamo fidati anche delle parole del club inglese». L’unica nota lieta è che 11 dei 16 punti messi insieme dai viola dalla fine di gennaio portano la firma di due nuovi volti, Cristian Tello e Mauro Zarate. Per tutto il resto, il mercato è stato a dir poco disastroso: Kone non ha ancora fatto il suo debutto e il difensore, quella che doveva essere la priorità, è un vero e proprio intrigo. Nel mezzo c’è pure Tino Costa, il centrocampista che si è ritrovato

a coprire lo spazio vuoto lasciato da Mario Suarez, e che ha dimostrato fin qui in diverse occasioni i propri limiti, lento e troppo farraginoso. Si stanno valutando i presupposti per una eventuale rescissione del contratto di Benalouane - gli emolumenti, in questo momento, li sta versando la Fiorentina - sempre che non sia il giocatore a fare un passo indietro. E Sousa? Per concedere un turno di riposo a Gonzalo Rodriguez, out col Verona per via di un risentimento al polpaccio accusato in settimana, si è dovuto sacrificare Alonso: lo spagnolo si è dovuto sistemare al centro ed a perdere è stata la corsia mancina. Pasqual, al di là dell’errore tecnico in occasione del pari di Pisano, non è riuscito ad essere l’elastico necessario sulla fascia e pure i cross non hanno brillato per precisione. E Astori?

Tomovic esce in barella nella sfida col Verona

Pure lui, dalla gara contro l’Atalanta ad oggi, ha sommato una serie di errori che nella prima parte della stagione non avevano fatto parte del suo bagaglio. Imprecisioni decisive a Bergamo, poi ancora a Londra contro il Tottenham. La stanchezza dei 2271 minuti giocati, adesso, si sta facendo sentire in tutta la sua evidenza. La domanda viene spontanea: ha avuto senso impuntarsi col River, facendo per altro indispettire il club di Buenos Aires, e far saltare così l’arrivo di Mammana? Certo, si potrà lavorare in vista del prossimo mercato - pure Roncaglia, in scadenza di contratto, si svincolerà e lascerà vuoto un altro ruolo -, ma il mea culpa in una stagione in gran parte dominata dai viola dovrà essere fatto. Adesso anche la corsa Champions si fa complicata e Sousa è stato chiaro: il gioco è mancato e gli interpreti se ne deDa noi ogni vono assumere la euro di - TRASPORTI - SGOMBERI spesa responsabilità. TRASLOCHI Ora TRASLOCHI Noleggio Scala Aerea ﬁno a 32 mt. - 338 SGOMBERI Luca 333 TRASPORTI 4233131 - Gerardo 9636554 dovrà essere impeccabile SMALTIMENTO RIFIUTI pure lui: c’è da provare a rincorNoleggio Scala Aerea rere un sogno, con un esercito…. fino a 32 mt. Luca 333 4233131 quasi senza prima linea.

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L’ex difensore viola: “La stanchezza è fisica e mentale e mancano alternative in difesa”

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Carnasciali: “Squadra spremuta La società doveva pensarci a gennaio” Astori e Gonzalo hanno sempre giocato, perché a gennaio non hanno trovato il centrale che serviva per dare respiro a loro due. Adesso devono stringere i denti e andare avanti. Per quest’anno non c’è altro da fare, per l’anno prossimo spero che la società ci pensi per tempo».

L’occhio deve essere sempre attento, perché la statistica dice che le squadre che lottano per non retrocedere negli ultimi turni fanno più punti, ed il Verona ne è la testimonianza lampante».

li in viola

Daniele Carnascia

di Alessandro latini

a Fiorentina passa dal Verona al Frosinone. Non certo due corazzate, con il pareggio inaspettato contro gli scaligeri che ha creato diversi malumori. Il periodo fitto d’impegni è ormai alle spalle. Adesso i viola devono sfruttare un calendario assolutamente favorevole per continuare a correre per il terzo posto. Corsa a tappe ancora lunghissima ed imprevedibile, nella quale è vietato abbassare la guardia, perché il Verona ha dimostrato che in Serie A non c’è niente di facile. Il Frosinone conserva ancora speranze di salvezza e se le giocherà tutte nel difficile incontro di domenica con la Fiorentina. Chi pensa ad una passeggiata, per i ragazzi di Paulo Sousa, si sbaglia. Avversario ampiamente alla portata, a patto che la concentrazione sia al massimo e gli interpreti siano tirati a lucido, al contrario di quanto successo domenica scorsa. Questa settimana, Il Brivido Sportivo ha intervista in esclusiva Daniele Carnasciali. Dopo la sconfitta di Roma, il pareggio contro il Verona. La Fiorentina non è ripartita… «Il momento non è positivo. Dopo la sconfitta di Roma la squadra era chiamata a reagire contro il Verona. Ne aveva tutte le possibilità, nel collettivo e nei singoli. Adesso guardiamo avanti, gara dopo gara, cercando di sfruttare il calendario.

Il calo fisiologico di Bernardeschi è normale? la

a il pubblico vio

Carnasciali salut

«Certo, stiamo parlando di un classe ’94. Sul campo ha sempre fatto quello che voleva Sousa, mettendoci voglia ed impegno anche in un ruolo non suo. A quell’età un calo è da mettere in preventivo. E’ assolutamente normale». Gettando un occhio alla Nazionale. Bernardeschi spera, così come Astori e Pasqual, di partecipare all’Europeo. Come vede il borsino dei viola? «Spero che vengano convocati tutti e tre, anche se obiettivamente credo che quello che abbia più chance sia Astori. Il discorso di Pasqual è strano, perché Conte stravede per lui anche se non sta giocando molto. Quando lo ha chiamato in Nazionale ha sempre fatto bene, quindi non mi stupirei se lo dovesse chiamare. Ovviamente spero anche in una chiamata per Bernardeschi. E’ un ragazzo giovane che potrebbe dare freschezza al gruppo».

erta ire dell’off per usufru nsegna il coupon co ritaglia e

Torniamo in casa viola. Qualche giocatore, specialmente in difesa, è stato un po’ troppo spremuto? «La stanchezza è normale, a questo punto della stagione. Ne vedo fisica e mentale.

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Daniele Carnasciali nasce a San Giovanni Valdarno nel 1966. Cresciuto calcisticamente nelle giovanili della locale Sangiovannese, viene prelevato dall’Atalanta dove prosegue la sua formazione nel vivaio, senza però mai esordire in prima squadra. Dal 1985 inizia a girovagare l’Italia, facendo la cosiddetta gavetta in formazioni come Mantova, Spezia, Ospitaletto fino all’approdo al Brescia nel 1990 dove si afferma come uno tra i migliori terzini destri del campionato italiano. La Fiorentina lo acquista dalle rondinelle nel 1992 e Carnasciali diventa titolare inamovibile, conquistando anche la Nazionale (disputa 2 gare in azzurro tra il ’94 e il ’96). Ma le soddisfazioni migliori arrivano in maglia viola, soprattutto nel 1996, autentico anno di grazia nel quale alza al cielo prima la Coppa Italia poi la Supercoppa Italiana. Dopo 141 partite in serie A e 2 reti all’attivo, lascia la Fiorentina nel 1997 per trasferirsi a Bologna, ma il suo cuore resta per sempre viola.

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Cinque stagioni in viola e due trofei alzati al cielo

Adesso la Roma, nella corsa al terzo posto, ha un bel vantaggio…. «Si, senza dubbio. Prima eravamo davanti noi, adesso dobbiamo inseguire. Se loro le vincono tutte noi ci possiamo fare poco. Lasciamo i favori del pronostico a loro, poi speriamo in qualche passo falso. Ma se ci spera l’Inter nel terzo posto non vedo perché non ci si debba sperare noi. Certo, le cose cambierebbero se l’Inter dovesse vincere lo scontro diretto a Roma. In quel caso farebbe un favore anche alla Fiorentina. Ma se dovesse perdere uscirebbe definitivamente di scena. Tutto questo a patto che la Fiorentina vinca contro il Frosinone».

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Chiudiamo con una battuta su Paulo Sousa. Si è cominciato a parlare anche del suo futuro e sarebbe monitorato addirittura da Juventus e Barcellona. Paura di perderlo? «Beh, se lo seguono certe squadre è difficile non aver paura. Io spero che rimanga ancora a lungo sulla panchina viola, ma il calcio ci insegna che se si muovono club come quello blaugrana è difficile, se non impossibile, dire di no».

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Il noto conduttore tv: “La moviola in campo è una mia vittoria e di Maurizio Mosca I viola mi lasciano perplesso perché steccano sempre nelle occasioni più importantiˮ

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L'esclusiva

Biscardi:“Fiorentina,che combini?ˮ di Giacomo Cialdi

A Firenze si parla ancora delle dichiarazioni di Della Valle nel post partita contro il Napoli, lei che idea si è fatto a riguardo? «Conosco molto bene Andrea, siamo amici...l'ho sentito circa un mesetto fa e posso dire che non aveva alcuna intenzione di lasciare la Fiorentina. Tiene molto alla squadra e alla città, state tranquilli!».

a lotta per il terzo posto sembra essersi compromessa dopo lo scialbo pareggio con il Verona, ma il campionato è ancora lungo e il calendario sorride ancora alla squadra di Paulo Sousa, a patto che non si buttino più via occasioni come quella di domenica scorsa. La Fiorentina ha bisogno di tornare a vincere per dare un senso a questo finale di stagione e provare a rincorrere il sogno Champions che, oggi, appare quasi un miraggio. Per parlare dei viola, del campionato e anche della moviola in campo, il Brivido Sportivo ha intervistato Aldo Biscardi, tra i primi a portare avanti una lunga lotta per l'adozione della tecnologia nel calcio. Aldo Biscardi, cosa ha pensato quando la Fifa ha annunciato il prossimo utilizzo della moviola in campo, una sua antica battaglia? «Sono rimasto molto stupito da questa notizia, non me lo sarei mai immaginato. Il direttore de Il Tempo mi ha chiamato la mattina presto e mi ha detto "Aldo, guarda in prima pagina...". Quasi non ci credevo! Sono molto soddisfatto, insieme a Maurizio Mosca abbiamo fatto una battaglia lunga decenni per arrivare alla tecnologia nel calcio. Niente è decisivo ma sicuramente è un passo molto importante perché non ammette più errori o favoritismi». Parlando di campionato, che squadra le sembra la Fiorentina di quest'anno? «I viola sono una squadra che mi lascia perplesso: si vede che è ben impostata, pratica un bellissimo calcio ma poi, se andiamo a vedere i risultati, contro le pa-

Biscardi nella veste di conduttore del suo "Processo"

rigrado non vince quasi mai. Ed è un peccato, perché guardar giocare la Fiorentina spesso è un divertimento. Però, come dimostrato domenica contro il Verona, tende a steccare quando è sotto pressione. Credo debba cambiare atteggiamento se vuole iniziare a vincere qualcosa di prestigioso». Cosa ne pensa di Sousa e del suo impatto sul calcio italiano?

A Aldo Biscardi

Giacchetta Nera

«A parte la brutta prova die viola di domenica scorsa, il portoghese è un allenatore che sta stupendo per la qualità di gioco espresso dalla sua squadra. In pochi avrebbero scommesso su di lui, non era molto conosciuto come allenatore. Sta dimostrando di avere le idee molto chiare e di essere un personaggio di spessore. Ciò che mi piace di lui è che sorride, sembra vittorioso anche quando perde. Questo aspetto, probabilmente, dà tranquillità ai suoi ragazzi».

La corsa al terzo posto sembra segnata, la Roma ha preso il largo… è finita la bagarre? «No, perché Roma e Inter sono squadre pazze, possono lasciare punti anche contro avversarie sulla carta deboli. Resta una bella lotta perché, insieme alla Fiorentina, hanno grandi individualità e tanta voglia di riprendersi la Champions League. Però è innegabile che la Roma stia viaggiando molto forte. A proposito dei giallorossi, non sono assolutamente d'accordo con chi dipinge Luciano Spalletti come il nuovo deus ex machina: ha preso in mano un gruppo che già era allenato molto bene da Garcia, non ha stravolto niente. In definitiva non saprei chi è avvantaggiato per il centrare il terzo posto, mancano ancora tante partite, ma la Fiorentina fa benissimo a crederci ancora, ma serve più convinzione di quella mostrata nelle ultime partite». Per lo Scudetto invece è corsa a due? «Assolutamente sì! Juventus e Napoli stanno facendo un campionato a parte, con i ragazzi di Allegri favoriti per la vittoria finale. Spero che il Napoli resista...».

da guinness la sua conduzione de “Il Processo del Lunedì”

ldo Biscardi nasce nel 1930. Originario di Larino (Campobasso) si laurea in Giurisprudenza a Napoli e intraprende la carriera giornalistica negli anni ’50. Prima come collaboratore de “ Il Mattino” poi è caporedattore allo sport di “Paese Sera”. Approda in Rai nel 1979 e vi rimane fino al 1983, raggiungendo la carica di vicedirettore del Tg3. Nel 1980, proprio su Rai 3, lancia il suo programma di grande successo: “Il processo del Lunedì”, trasmissione di accesi dibattiti sul campionato di serie A. Nel 1993, dopo un duro attacco di Silvio Berlusconi, che chiama in diretta in trasmissione criticandone il modo di presentare le notizie, Biscardi lascia la Rai, divenendo direttore di Tele + (primo canale sportivo a pagamento in Italia). La sua trasmissione cambia nome, trasformandosi ne “Il processo di Biscardi”. Nome che resta invariato dopo il passaggio a Telemontecarlo nel 1996, poi La 7 dal 2001. Nel 2006 lascia La 7 in seguito al suo presunto coinvolgimento nello scandalo “Calciopoli”. Nel 2006 l’Ordine dei Giornalisti gli inflisse una sospensione di sei mesi per motivi disciplinari e Biscardi, in polemica con quella decisione, decise di non confermare la sua iscrizione all’ordine. Da guinness dei primati la conduzione del suo “Processo” per oltre 30 anni in varie emittenti. Famose alcune sue citazioni televisive: “Non parlate tutti insieme! Al massimo due o tre per volta!”. E la sua battaglia per “La moviola in gambooo!”, oggi argomento di forte attualità.

Gavillucci, dieci minuti di black out

di giancarlo carmagnini

Carpi - Frosinone 2-1 Banti - Molti dubbi su situazioni di calcio di rigore. Ne dà uno (quello del 2-1 definitivo) molto "stiracchiato", perché l'emiliano Crimi cade innaturalmente e dà l'idea di cercare solo il penalty. Viceversa non ne concede un altro, forse anche più netto, sul punteggio di 1-0 per una trattenuta vistosa di Letizia sul frusinate Ciofani (l'addizionale Russo era in bagno ?). Chievo - Milan 0-0 Damato - Avrebbe fatto la partita perfetta, l'internazionale concittadino di Ettore Fieramosca, se non aleggiasse sulla sua testa più di un dubbio, per una trattenuta, in piena area clivense, dell'ex viola Dainelli su Bacca. Empoli - Sampdoria 1-1 Fabbri - Finalmente, dopo un periodo molto opaco, il fischietto romagnolo dà evidenti segnali di ripresa. Anche se la partita aveva scarso interesse la dirige molto bene. Adesso deve trovare la continuità... Fiorentina - H. Verona 1-1 Gavillucci - Fa discretamente bene fino a 10 minuti dal termine, poi in rapida successione, non vede un rigore per il Verona, Astori su Rebic, con relativo giallo e conseguente rosso (Il Top Uefa Orsato a poco più di 4/5 metri non respira nemmeno...) e, nell'azione che precede, nell'immediato, l'angolo che porterà al pareggio scaligero, non vede un netto fallo su Zarate che stava "ripartendo" pericolosamente. Nella prima prova da "grande" non fa bene e... dovrà mangiare ancora tanta "pappa" se vorrà diventarlo.

Genoa - Torino 3-2 Doveri - I rigori quando ci sono vanno dati... anche se sono 4! Il fischietto capitolino ne vede solamente due, tralasciandone altrettanti (uno per parte) con le annesse e relative sanzioni disciplinari. Peccato, perché, rigori a parte, il direttore di gara romano non aveva nemmeno demeritato. Inter - Bologna 2-1 Calvarese - Gara dai pochissimi episodi, che, comunque, non dà mai l'impressione che gli possa sfuggire di mano. Bravo! Juventus - Sassuolo 1-0 Celi - Non è ancora al top della forma atletica, e si vede, comunque, grazie a tanta esperienza, porta in fondo una partita in maniera decisamente più che sufficiente. Lazio - Atalanta 2-0 Guida - Due soli episodi da segnalare... uno controverso perché l'intera squadra "capitanata" da Guida non vede una gomitata, all'altezza delle panchine, del laziale Mauricio a Pinilla (anche se le immagini televisive non suffragano con certezza assoluta tutto l'accaduto), mentre l'altro episodio è una "chicca" arbitrale, in quanto il fischietto campano concede la "norma del vantaggio" su un rigore netto, che poi si concretizzerà con il 1° gol di Klose, e poi giustamente, non espelle, ma ammonisce solamente, il colpevole del fallo da rigore, nella fattispecie il portiere orobico Sportiello.

Palermo - Napoli 0-1 Rocchi - Qualcuno ha detto che il rigore, che trasformato da Higuain rimarrà l'unica segnatura della gara, sia stato un po’ " generoso ", ma il fischietto Internazionale fiorentino, poco prima aveva richiamato i difensori, rosanero proprio per le trattenute fatte prima ancora che venissero calciate le palle inattive. Volendo, nella stessa azione ci poteva stare anche un altro calcio di rigore per una trattenuta di Struna che placca, stile rugby, il "Pipita" capocannoniere del campionato. Per il resto, in linea con una stagione più che positiva, non sbaglia niente. Molto bene! Udinese - Roma 1-2 Mazzoleni - Come sempre insufficiente su tutti i fronti, tecnico e disciplinare. Molti sbagli, fra cui il più importante (anche se non Da noi decisivo per il ogni euro di punteggio finale) TRASLOCHI - TRASPORTI - SGOMBERI spesa TRASLOCHI di tutti, è la manNoleggio Scala Aerea ﬁno a 32 mt. - 338 SGOMBERI Luca 333 TRASPORTI 4233131 - Gerardo 9636554 cata concessione SMALTIMENTO RIFIUTI di un rigore su Noleggio Scala Aerea Dzeko, trattenuto fino a 32 mt. vistosamente dal Luca 333 4233131 Gerardo 338 9636554 bianconero DaniIscr. albo trasportatori fi4611317v- Aut. trasporto rifiuti FI 27348 lo. Non ci siamo!

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Buon compleanno

TRAPATTONI E' stato a Firenze due stagioni, nel 1998/99 e nel 1999/00 senza mai essere, però, amato del tutto dalla tifoseria viola, che non gli perdonava il suo passato sulla panchina della Juve. La prima annata comunque sembrava essersi messa nel migliore dei modi. La Fiorentina nelle prime 21 giornate rimase in testa alla classifica in 20 occasioni e si laureò campione d'inverno. L'infortunio di Batistuta che stette fuori squadra per oltre un mese, le bizze di Edmundo che partì per il Carnevale di Rio nonostante l'infortunio di Bati e un mercato di gennaio scadente (con la squadra capolista arrivò il solo Ficini dall'Empoli) bloccarono la Fiorentina nel momento cruciale del campionato che fu poi vinto dal Milan. Trapattoni fece comunque del Franchi un autentico fortino (nessuna sconfitta) e alla fine portò i viola al terzo posto e ai preliminari di Champions. Inoltre la Fiorentina arrivò in finale di Coppa Italia. Pareggiò a Parma all'andata 1-1 e al ritorno a Firenze 2-2. Così il trofeo andò agli emiliani. Nella stagione successiva (1999/00) i viola entrarono nella fase a gironi di Champions e vinsero tra l'altro anche a Wembley (prima squadra italiana a violare il tempio del calcio inglese) con l'Arsenal (che fu eliminato) per 1-0 con un gol di Batistuta. La Fiorentina arrivò alla seconda fase a gironi di Champions nella quale però non ottenne il visto per i quarti di finale. Le cose in campionato, invece, andarono peggio. La Fiorentina si classificò settima, agguantando il piazzamento Uefa solo all'ultima giornata, vincendo al Franchi 3-0 con il Venezia grazie a una tripletta di Batistuta, che a fine gara annunciò tra le lacrime il suo addio a Firenze. E pochi giorni dopo l'addio di Bati anche il Trap decise di concludere la sua avventura sulla panchina viola. MAZZONE Il tecnico romano a Firenze era arrivato nell'estate del 1975 poco più che trentottenne. Veniva da Ascoli dove aveva portato la squadra marchigiana dalla serie C alla serie A e poi l'aveva salvata nella prima sta-

Zisis Vryzas

di Giampiero Masieri

ostalgia di Trieste e di Venezia, della squadra rosso-alabardata, con alabarda nello stemma, e di quella nero-verde lagunare, un tempo Serenissima. Nostalgia per lo stadio di Valmaura e per quello quasi romantico all’isola di Sant’Elena. Ma sì, viva Venezia 1907 e Trieste 1918. Sul percorso Milano-Torino abbiamo fatto il solco in tutti questi anni, sia detto beninteso con rispetto. Siccome non siamo disinvolti in mezzo alle statistiche e difatti è antico il nostro conflitto con i numeri fin dall’epoca delle scuole elementari, con il fatidico 7x8, il 6x9 e via discorrendo, ci siamo affidati agli almanacchi, anno per anno, in cerca del passato. Qualche curiosità è sbucata, per esempio un gol del greco in viola Vryzas nel 2004 al Venezia. E uno di Beltrandi (mediano, veniva dall’Imolese) alla Triestina nel ’52. Ci sono stati anche un paio di 6-1, da una parte e dall’altra. Il rosso-alabardato Rocco, ma sì, lui, il non ancora “Paron”, fece una doppietta, ma risposero, sempre in doppietta, Rivolo, Galluzzi e Staffetta. Ricordiamo anche una rete di Dell’Angelo, detto il “Suarez dei poveri”. Conclusione con un 3-1 ai neroverdi allenati da Prandelli nel 2001. Segnarono Chiesa e due volte Nuno Gomes. Nostalgia per nostalgia, e nemmeno poca, per una partita a Sant’Elena. Era Armando Segato, ma sì, il nostro Segato del primo scudetto, l’allenatore del Venezia. Qualcuno osserverà che occorre onorare i padri. Giustissimo. E allora ecco una vittoria dei viola nel 1935 a Trieste, con una rete di Vinicio Viani, viareggino di nascita, detto Viani II. Novantaquattro partite, quarantacinque gol, Un gran bravo ragazzo.

L'UNICO PRECEDENTE CON IL FROSINONE Risale alla partita d'andata giocatasi il 1 novembre scorso alle 12.30. La Fiorentina vinse 4-1, segnando tutti e 4 le reti nel primo tempo con Rebic (24'), Gonzalo Rodríguez (29'), Babacar (31' su rigore) e Suarez (43'). Il gol dei ciociari fu realizzato da Frara a 3 minuti dal novantesimo. Quella è stata una gara speciale per il portiere viola Luca Lezzerini, che ha debuttato in serie A, entrando al posto di Tatarusanu al 26' della ripresa. Giovanni Trapattoni

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Nostalgia di Trieste e Venezia

gione nel massimo campionato. La Fiorentina era nel suo destino. Da giocatore, con la maglia della Roma, aveva debuttato in serie A proprio contro i viola al Comunale il 2 giugno 1959 (l'incontro finì 1-1). Un altro segno del destino fu anche l'esordio in campionato sulla panchina della Fiorentina. Avvenne proprio ad Ascoli, contro la sua ex squadra, il 5 ottobre 1975. Fu un debutto amaro, perché i bianconeri vinsero per 1-0 con un gol su rigore di Gola che l'anno dopo sarebbe approdato in riva all'Arno. Il primo campionato di Mazzone a Firenze fu difficile, anche perché in un incidente stradale perse due perni della sua squadra: Vincenzo Guerini (chiuse la carriera) e Domenico Caso (assente per alcuni mesi). Alla fine ottenne il nono posto ma la stagione fu nobilitata dalla conquista della Coppa di Lega italo-inglese. La Fiorentina vinse con il West Ham per 1-0 sia all'andata a Firenze (gol di Guerini) che nel ritorno a Londra (rete di Speggiorin). Il 10 dicembre 1975 così Mazzone conquistò ad appena 38 anni il suo primo trofeo europeo (vinse poi anche l'Intertoto con il Bologna nel 1998). La stagione successiva (1976/77) le cose andarono meglio. La Fiorentina si piazzò terza sia pure arrivando a distanza abissale dalla Juventus campione d'Italia (16 lunghezze in epoca in cui la vittoria veniva premiata con due punti). Fu Mazzone all'inizio di quella stagione, dopo la cessione di Merlo all'Inter, ad assegnare al ventiduenne Antognoni la fascia di capitano. L'ultima annata a Firenze (1977/78) purtroppo per lui e la Fiorentina fu negativa. E il "sor Carletto" fu esonerato dopo 11 giornate nelle quali aveva vinto solo una partita (a Bologna). Fatale gli fu la sconfitta al Comunale con la Lazio (per lui tifoso romanista era un derby) per 1-0 con un gol di Giordano su rigore a tre minuti dal novantesimo. Comunque, con la squadra in crisi, ebbe il merito di far esordire in serie A il diciannovenne Giovanni Galli. Da grande allenatore aveva capito che quel ragazzino tra i pali avrebbe potuto portare la Fiorentina alla salvezza che arrivò solo all'ultima giornata con Beppe Chiappella - un altro grande - in panchina.

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L’ex centrocampista viola: “Scarsa reazione dopo la sconfitta dell’Olimpico, ma non si deve mollare”

Parola all’esperto

Restelli: “Il ko di Roma ha fatto male”

di Francesca Landi

a Fiorentina si lecca le ferite dopo la brutta prestazione offerta domenica contro il Verona, un pareggio interno contro l’ultima in classifica che, a meno di clamorosi ribaltoni, sembra aver certificato l’addio al sogno Champions. Però la stagione è ancora lunga, ci sono ancora due mesi di campionato da onorare e serve un riscatto immediato. Per parlare del momento delicato dei viola abbiamo intervistato Maurizio Restelli, ex centrocampista viola a cavallo degli anni ’70-’80. Un giocatore molto apprezzato per il suo attaccamento ai colori viola e per il pregio di non arrendersi mai.

Maurizio Restelli in maglia viola

Maurizio Restelli, togliamoci subito il dente: questa Fiorentina può ancora sognare la Champions? “Non si deve mai smettere di sognare, ma il pareggio col Verona è stato un brutto passo falso. Soprattutto perché ha mostrato una Fiorentina fragile da un punto di vista psicologico, ancora influenzata dalla pesante sconfitta di Roma. Comunque non bisogna mollare, il calendario è ancora favorevole, alla prossima si sfideranno Roma e Inter, dunque possiamo ancora provarci. L’importante sarà non avere defezioni importanti per squalifiche e infortuni”. Certo diventa difficile pensare a una crisi della Roma… “In effetti non sarà facile perché con l’arrivo di Spalletti i giallorossi hanno trovato la quadratura. Gli acquisti di gennaio, poi, hanno trasformato la squadra. Soprattutto Perotti. Ma non si deve mollare”. Parla dei viola come un tifoso, è ancora affezionato alla Fiorentina? “Certamente sì. Non sono un tifoso accesso o umorale, sono un tifoso molto sportivo. Ma tifo indiscutibilmente Fiorentina e la seguo a ogni partita. Per la stagione fatta ci meritiamo il terzo posto… la speranza è l’ultima a morire”. Come giudica il lavoro di Paulo Sousa?

L'analisi

Restelli, terzo in basso da destra, nella Fiorentina 79-80

“Molto positivamente. Il giudizio generale non può essere influenzato dagli ultimi passi falsi. Non dimentichiamoci che questa squadra era partita tra lo scetticismo generale. Sousa ha creato un bel gruppo, compatto e solido con alcuni giocatori eccellenti, come Kalinic e Bernardeschi, che potrebbero garantire per qualche anno belle prestazioni e buoni traguardi, senza andare a scomodare il mercato. Sempre che qualcuno non ce li porti via… purtroppo nel calcio moderno è così: mai affezionarsi troppo a un giocatore”. Forse è stato un errore puntare tutto sul campionato? “Io non sono abituato a recriminare e guardo sempre il bicchiere mezzo pieno. Il traguardo del terzo posto è quello più allettante quindi probabilmente si sono dovute fare delle scelte. Oggi sarebbe troppo facile dire che si è sbagliato. Peccato solo per una cosa”.

Cioè? “Quella sconfitta di Coppa Italia in casa contro il Carpi. Quest’anno era una grande occasione per arrivare in finale e portare finalmente un trofeo in bacheca. E’ stato un dispiacere lasciarla andare così”. Qual è il reparto migliore della Fiorentina? “Quando è al completo il centrocampo. E’ la base di questa squadra e parlo dei giocatori titolari. La panchina invece è ancora da migliorare e lo si è visto col Verona quando sono mancati Vecino e Badelj”. Qual è, invece, il reparto peggiore? “In difesa manca qualcosa: quel benedetto esterno di destra. Una lacuna da colmare”.

sta Ottimo centrocampiA 100 gare in serie la con la maglia vio

vato dalla sce nel 1954. Prele aurizio Restelli na dra delua ontebelluna (la sq Fiorentina dal M “farsi le a ito ed 72, viene sp la sua città) nel 19 Vicenssi ro ne La al ccessivamente su e ina gg Re a all n ossa” serie A co la Fioto per il debutto in on pr è 76 19 l Ne . za sferisce al Napoli 22 partite. Poi si tra contro l’Inter rentina, disputando lia, persa in finale Ita a pp Co a un a dove sfior o firmato proprio ntaggio partenope va e ial nz l’i a alt che rib dove resta per tre 78 torna a Firenze 19 l Ne . lli ste Re da ionato, mette insiesivamente, in camp do una rete. stagioni. Comples glia viola, segnan ma la n co ze en es in serie B, per me 100 pr ari, poi al Padova gli Ca al di ssa pa 81 Dal 19 ana con le maglie rie minori in Tosc se lle ne e uir t. eg es os pr ze Ov e, Aglianese e Firen Rondinella, Cerretes

Fiorentina fragile e senza rincalzi all’altezza. Sousa deve tornare a fare lo psicologo

Senza gli occhi della tigre

di Tommaso Borghini

famosi “occhi della tigre”. Un atteggiamento mentale che si rispecchia in un’inconfondibile espressione del volto, proprio quell’espressione di cui non c’è stata traccia nella Fiorentina che ha affrontato il Verona domenica scorsa. Eppure i tre punti erano vitali perché i viola si giocavano tutte le chance per restare agganciati al treno Champions, per mettere pressione alla Roma, per tenere a distanza un’Inter in rimonta. Insomma servivano una prestazione gagliarda, una determinazione feroce, una fame di vittoria che avrebbe dovuto annichilire l’avversario, ormai condannato ad una retrocessione annunciata. E invece è accaduto l’esatto contrario: la Fiorentina è scesa in campo senza mordente, quasi si trattasse di un allenamento destinato, in un modo o nell’altro, a concludersi con una vittoria per grazia ricevuta.

Pauolo Sousa a colloquio con Mati Fernandez

affezionati), Mati Fernandez e altri ancora. Ma non è giusto gettare la croce addosso solo su alcuni singoli perché tutta la squadra ha mostrato un’ingiustificata fragilità motivazionale, anche nei suoi leader riconosciuti, tendendo a vivacchiare dopo aver trovato il gol con Zarate e pensando solo a far scorrere il cronometro, nella (poi vana) speranza di Babacar in un duello condurre in porto uno aereo con Toni striminzito 1-0. Un’invovari luzione profonda rispetto alla Tino mentalità da battaglia mostrata in tutto Costa, Magirone d’andata e riemersa prepotentemente nella nuel Pasqual (duole dirlo gara contro il Napoli dalla quale sembrano essere perché al trascorsi anni luce e non appena due settimane. Ed c a p i t a n o anche Paulo Sousa, stavolta, non può essere esenviola ci te da colpe, visto che il principale motivatore di s i a m o una squadra è, per definizione, proprio l’allenat u t t i tore. Dunque è principalmente su questo aspetto molto che dovrà lavorare a fondo il tecnico portoghese, svestendo i panni di alchimista di un improbabile turn over e tornando a fare lo psicologo, come aveva fatto egregiamente a inizio stagione. Occorre, infatti, intervenire soprattutto sulla testa dei giocatori per ricreare quel “sacro fuoco” che aveva consentito alla Fiorentina di superare i propri limiti e quelle lacune di mercato di cui è, indiscutibilmente, responsabile la società. Perché senza “gli occhi della tigre” la Fiorentina rischia di piombare nella mediocrità e sarebbe un delitto gettare alle ortiche l’ottimo lavoro svolto per almeno tre quarti di stagione.

Molti giocatori che, fino a domenica, avevano trovato poco spazio avrebbero dovuto “bruciare l’erba” sotto i loro piedi per dimostrare di valere una maglia da titolare. Su tutti Babacar che, invece, ha fallito clamorosamente la sua grande occasione, probabilmente tradito da una connaturata pigrizia più mentale che fisica. Come lui hanno fallito, per ragioni diverse, i

Non c’è sport senza medicina

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'apnea è una disciplina complessa, intensa, che non richiede solo un perfetto controllo del fisico ed un allenamento ottimale, ma soprattutto una grande padronanza psichica. È uno sport strettamente collegato alle emozioni e al rapporto che si riesce a stabilire con uno degli universi più affascinanti e misteriosi della natura: il mare. La sicurezza e la prevenzione degli infortuni nell'apnea subacquea sono due aspetti che devono rientrare nell'atteggiamento generale dell'apneista stesso; La prevenzione dell'apneista parte dall'applicazione delle regole di base per il mantenimento della sicurezza e per la riduzione dell'indice di rischio. L'apneista è un atleta ed ha il dovere di mantenersi costantemente monitorato attraverso lo svolgimento degli esami periodici di idoneità psico-fisica allo sport agonistico; solo così facendo si ha la garanzia di possedere tutti i requisiti fisici indispensabili, riducendo di conseguenza le possibilità di malori durante la pratica sportiva. Per lo stesso motivo, è essenziale che l'apneista si curi di mantenere uno stato di nutrizione ed idratazione costantemente ottimale, soprattutto prima di attività che lo impegneranno diverse ore al giorno. In questo modo, egli potrà essere certo che le sue condizioni fisiche gli consentiranno di affrontare in maniera ottimale anche la situazione più impegnativa. Pertanto, anche in questo caso la visita medico sportiva è uno dei cardini essenziali per l’esercizio in sicurezza di tale attività sportiva. Michele Vannuccini Apneista per passione

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Il tecnico trevigiano ha allenato entrambe le squadre: “Matusa difficile da espugnare. I Della Valle? Vi garantisco che adorano Firenze”

Cavasin: “Frosinone affamato La Fiorentina deve cambiar faccia”

di Lucia petraroli

’ uno dei pochi doppi ex nella storia di Fiorentina e Frosinone, prossime avversarie nella trentesima giornata di campionato. Alberto Cavasin si è seduto sulla panchina viola nel 2002, l’anno della rinascita dalle ceneri del fallimento e, cinque anni più tardi, ha frequentato anche quella dei laziali nella serie cadetta. E il tecnico trevigiano ha lasciato il segno in entrambe le piazze: a Firenze, arrivato in sostituzione di un deludente Pietro Vierchowood, ha portato l’allora Florentia Viola alla vittoria del campionato di serie C2, iniziando la cavalcata verso la serie A. A Frosinone è riuscito a salvare la squadra in una stagione difficile e tribolata. Oggi Cavasin segue entrambe le squadre con interesse, con un occhio di riguardo per la Viola, uno dei suoi grandi amori calcistici.

Alberto Cavasin, come giudica il campionato della Fiorentina? “Un ottimo campionato, almeno fino all’ultimo passo falso contro il Verona. La dolorosa sconfitta di Roma è stata probabilmente una brutta botta che la squadra di Sousa non è riuscita a superare da un punto di vista psicologico e lo si è visto domenica scorsa. Ma non è il caso di buttare via tutto: per gran parte della stagione i viola hanno giocato un gran calcio e hanno dato soddisfazioni al pubblico di Firenze, un pubblico molto esigenze che ama il bel gioco e i giocatori di qualità”.

“Aritmeticamente no, la Fiorentina può ancora arrivare terza. E’ chiaro, però, che adesso i punti di distacco dalla Roma, la concorrente più agguerrita, sono tanti e difficili da recuperare. Comunque mancano ancora 9 partite e non si deve mollare la presa”. Cosa ne pensa del lavoro di Paulo Sousa? “Ha trovato una squadra già abituata a giocare come vuole lui, ma ci ha messo anche molto del suo: verticalizzazioni, maggiore velocità nello sviluppo della manovra, pressing alto. Con il portoghese la Fiorentina è più propositiva e ha un gioco più europeo, caratteristica che ha importato dalle sue esperienze estere. Sousa è un personaggio culturalmente molto aperto, ha stile, è molto… uomo. Un allenatore è giudicato per quello che fa sul campo, ma anche per la sua immagine esterna e da questo punto di vista il portoghese è molto apprezzato, soprattutto a Firenze”. Lei che ha conosciuto bene i Della Valle, che idea ha dell’operato nel calcio della proprietà viola? “I Della Valle sono persone di grande qualità. Hanno sempre avuto un rapporto totale con la squadra, almeno ai tempi in cui io allenavo la Fiorentina. Hanno dimostrato una grande attenzione ai dettagli, un grande affetto per la città, gestendo tutto con la massima cura. Nel mio periodo posso testimoniare che hanno manifestato sempre un grande amore verso la società viola. Io ho un ricordo molto positivo di questa famiglia”.

Dopo il pari col Verona la possibilità di approdare in Champions è compromessa?

Sotto la sua gestione Diego Della Valle era molto più presente di oggi, che ricordo ha di Mister Tod’s? “Io parlavo quotidianamente con lui. Era Diego che faceva tutto in prima persona, partiva tutto da lui. In quegli anni avevamo un grande staff: Diego e Andrea Della Valle e il presidente Salica erano il fulcro. Ma quando c’era da prendere una decisione era Diego ad avere l’ultima parola”. Come si spiega le conte-

stazioni di una parte della tifoseria? “Le contestazioni sono figlie del momento, se si perdono due partite c’è sempre chi contesta. Però secondo me è un errore perché i fiorentini dovrebbero essere tutti grati ed orgogliosi di questa società. Vi posso garantire che i Della Valle sono innamorati di Firenze e della Fiorentina”. Si parla molto di coperta corta nella rosa viola, soprattutto in difesa. Lei come la vede?

Sulla panchina viola in serie C2 Con lui comincia la risalita

A Cavasin abbraccia l’allora capitano

viola Angelo Di Livio

lberto Cavasin nasce nel 1956. Da calciatore era un difensore arcigno che, partito dalla sua Treviso, è arrivato in serie A con le maglie di Atalanta, Bari e Cesena, disputando circa 500 gare da professionista (con 3 gol) dal 1973 al 1990, anno del suo ritiro. Ma il meglio Cavasin lo ha dato nella sua seconda carriera, quella di tecnico. Partito dalle giovanili del Padova, l’allenatore trevigiano ha girovagato per mezza Italia, dalla serie C alla serie A, per approdare a Lecce dove, nel 2000, è stato premiato come migliore allenatore italiano con la “Panchina d’oro”. Nel 2002 l’esperienza in viola: Cavasin viene chiamato dai Della valle per sostituire Pietro Vierchowood con la neonata Florentia Viola in serie C2 e in una deludente posizione di classifica. Il buon Alberto rivolta la squadra come un calzino e inanella una serie di vittorie che la portano in testa alla graduatoria fino alla vittoria del campionato. Dopo il ripescaggio in serie B Cavasin è confermato in panchina, ma l’approccio con la nuova categoria è difficile e a febbraio 2004 arriva l’esonero e la sua sostituzione con Emiliano Mondonico. La carriera di Cavasin prosegue e nel 2007 approda a Frosinone, in serie B, dove conquista la salvezza.

Il doppio ex Parola all'esperto

“Non penso che la mancanza di uno o due giocatori possa fare la differenza. Un allenatore è bravo quando riesce a fare di necessità virtù con gli elementi che ha a disposizione. Sousa lo sta facendo e vedrete che presto arriverà anche il giocatore che ha richiesto da tempo”. Parliamo del prossimo avversario, come sta il Frosinone? “Adesso sta molto bene. All’inizio ha avuto difficoltà nell’impatto con la serie A, ma le ha superate con la compattezza. Il presidente Stirpe è una grande persona. Ha pagato un po’ il noviziato, poi ha acquisito forza, ha capito cos’è la serie A ed ha capito di esserci e di poterci stare. E’ chiaro che tecnicamente il Frosinone è inferiore alla Fiorentina, ma ha grande fame e voglia di salvarsi. Giocare al Matusa è difficile per chiunque perché c’è grande entusiasmo e la città vive per il calcio. Per espugnarlo servirà la versione migliore della Viola. Quella con la faccia “cattiva”, non quella un po’ troppo leziosa vista nelle ultime uscite”. Che idea si è fatto di Stellone in versione allenatore? "La sua qualità migliore è il carattere: ha grande equilibrio e ha superato momenti difficili senza mai perdere la lucidità. Ha trasmesso forza e temperamento ai suoi giocatori, per questo dico che il Frosinone di oggi è tutt’altro che facile da affrontare”. Firenze e Frosinone due piazze molto diverse, che cosa le hanno lasciato? “Firenze, dal primo all'ultimo giorno, l'ho vissuta inebriandomi della bellezza della città e dell’entusiasmo del popolo viola. Visto da fuori, il tifoso fiorentino sembra presuntuoso, ma vivendola dall’interno capisci quanto amore ha per la sua squadra. Di Frosinone mi manca soprattutto il presidente: una persona di grande umanità e positività. Una figura unica in questo calcio”.

Alberto Cavasin sulla panchina viola

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CICLONE VIOLA CAMPIONE NELL’ITALIA C5! REAL MARANGONI: CHE TITOLO ALL’ULTIMO TUFFO! aver superato 3-0 il fanalino di coda Atletico Ma Non Troppo, festeggia la sconfitta della capolista PSB per mano del Fortino e si ritrova avanti di un punto e campione. I gol amaranto di Mangione (2), Fallani e Martini hanno ragione di quelli di Ricchi e Nadetti, portando i medievali in terza posizione. Rammarico per il PSB, che si inchina dopo una stagione passata al comando. Dietro, consolida il quarto posto il VC Alfa Cure, vincendo di misura (2-1) con i Cacciatori Della Notte. Per il bottino pieno sono sufficienti Giannoni e Trippi, che superano il gol di Baldi. In zona Golden, mantiene la quinta piazza il Girigogol, vittorioso su un buon Rapid Garofano. Nel 4-3 finale Paroli realizza una doppietta, Djevat e D’Agostini chiudono la pratica. Olivieri, Tombaresi e Paneni Real Marang consegnano comunque alla oni banda Costagli l’accesso alla competizione intermedia. mentre per i secondi Pinna firma una Ok anche l’Autorimessa Cairoli, tripletta, Castore e Betti una doppietta a che trova un tennistico 6-0 sul Panchester testa e Perini un centro. United: i gol dell’incontro sono stati Ecco la classifica finale: Ciclone Viola realizzati da Massai (2), Degl’Innocenti, 47, Puka 45, New Team 35, Mezzana 33, Bartoli, Anzillotti e Abbracciati. Spartani 32, AD Team 24, Babol Libre 22, Colli Alti 15, NPR 7, Herta Vernello 5. Classifica finale: Real Marangoni 45, Altro ribaltone anche nel girone PSB 44, Fortino 38, Alfa Cure 36, Montecarlo della Well Ness. Anche in Girigogol 33, Cairoli e Rapid Garofano questo campionato, all’ultimo tuffo, cambia 20, Cacciatori Della Notte 14, Panchester la testa del girone. Il Real Marangoni, dopo 10, Atl. Ma Non Troppo 0. Golden League, mentre spicca l’incredibile 8-8 fra Herta Vernello e Babol Libre Team: per i primi gonfiano la rete tre volte Casamenti, due Michelassi e Piccini e una Ferranti,

Ciclone Viola

di Federico Gennarelli

i sono conclusi alcuni campionati di calcio a 5 nella nostra Regular Season. Nel girone Italia era in programma la sfida di altissimo livello fra la capolista Puka e il Ciclone Viola, inseguitrice a una sola lunghezza di distanza. Al termine di una gara bellissima, i ragazzi di coach Melissari ottengono un 5-4 che li proclama campioni del girone, a scapito di un Puka davvero di altissimo livello. Fondamentali il tris di Masti e i gol di Moruzi e Gamala per superare le reti di Marvataj (2), D. Gjonaj e Kuqi.

Il New Team Firenze ha conquistato un buon terzo posto, abbattendo i coriacei Spartani per 5-2. Un Gjini in grande forma realizza un poker, mentre Chiriliuc completa la vittoria. Di Shabani e Tafili i sigilli avversari. Chiude con un successo l’AD Team, che si proietta al sesto posto con il 13-6 sulla Pol. Colli Alti: Licaj (4), Scheggi e Duranti (3) e Guerrero (2) portano una larga vittoria alla squadra, mentre gli avversari vanno a segno con Rosi (3), G. Scalia (2) e Giarratano. Bottino pieno anche per il New Prognosi Riservata, che batte 3-0 il Mezzana Wellness Team ma non raggiunge la

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IL TROLL INCINTA SI IMPONE NEL GIRONE G DI C5 MASCHILE di Steto

Girone E Incertezza a due giornate dal termine: dopo il successo sul Club 70 (a tre giornate dalla fine), il St. Donato Park Rangers pareva aver ipotecato la vittoria del Campionato. Invece il successivo ko contro i Cosmos All Stars FC ha permesso al Club 70 (vittorioso sulla Corte Dei Conti) di portarsi ad una sola lunghezza dalla capolista St. Donato Park Rangers (39 punti). Terzo posto per i Cosmos All Stars FC (34 punti), tagliati fuori dalla lotta per il titolo, ma con due e tre lunghezze di vantaggio rispettivamente su D.L. Firenze e Polis Multietnic. Lotta a due fra Dinamo Surples e Dinamo Florentia per il sesto posto: le due formazioni, lontanissime dalla quinta piazza, sono separate da un solo punto in classifica. Ottava posizione per la Gnu Team (11 punti), mentre chiudono - a pari punti (7) - all’ultimo posto Corte Dei Conti ed I Cugini Di Zampagna.

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Girone F Final Blow capolista con 45 punti: a cinque giornate dal termine sono tre le lunghezze da difendere sulla Steaua, anche se in caso di arrivo a pari punti sarebbero questi ultimi a festeggiare in virtù della miglior differenza reti negli scontri diretti (terminati con un successo per parte: 15-11 per la Steaua e 7-5 per i Final Blow). In terza posizione I Gagia (37 punti) hanno tre punti di vantaggio sugli A.P.A.C.: terminato in parità il match d’andata, le due compagini si sfideranno nel big match del prossimo turno. Lotta avvincente per la quinta posizione, con cinque formazioni in corsa divise da cinque punti: Massimone Vive, Hammers CTF, Atletico Ragnaia, La Cantera e Boca Florence. Al decimo posto il FC Mangester (15 punti) precede di cinque lunghezze la Dinamo Canà, mentre fanalino di coda (con 3 punti) resta l’Old Florence che ha colto i primi tre punti in Campionato grazie al successo nell’ultimo turno contro I Gagia, terza forza del girone.

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Quarto posto (29 punti) per i Real Reccattati, anch’essi in lotta fino alle ultime giornate per la vittoria del Campionato. Quinta piazza per l’Atletico Mica Tanto (21 punti) che precede di sei lunghezze gli All Blacks. In ultima posizione, con 6 punti, chiude il F.C. Becks In Black.

Girone G Si chiude col successo del Troll Incinta (33 punti) il raggruppamento G di calcio a 5: in una lotta che ha visto ben tre formazioni contendersi sino alla fine il Sestese Servizi titolo, il Troll Incinta ha avuto la meglio grazie ad una TRASLOCHI - TRASPORTI - SGOMBERI Noleggio ScalaTRASLOCHI Aerea ﬁno a 32 mt. maggiore regolarià che gli ha permesso nell’ultimo mese - 338 SGOMBERI Luca 333 TRASPORTI 4233131 - Gerardo 9636554 di rimontare tre punti agli Strain Hunter (31 punti) e SMALTIMENTO RIFIUTI di mettere alle spelle (grazie al successo nello scontro Noleggio Scala Aerea fino a 32 mt. diretto) i Fichinghi (31 punti). Questi ultimi terminano Luca 333 4233131 al secondo posto grazie ai due successi negli scontri diretti Gerardo 338 9636554 sugli Strain Hunter (terzi classificati). Iscr. albo trasportatori fi4611317v- Aut. trasporto rifiuti FI 27348

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Il sospetto è che sia finita la benzina: la testa si stanca, le gambe non girano più. Un discorso psico-fisico che scarica i giocatori. Capita quando spingi la macchina sempre oltre i propri limiti. La sensazione è che sul terzo posto stiano calando i titoli di coda: la Fiorentina vede il treno Champions allontanarsi ineluttabilmente. La Roma non è a 5 punti, ma a 6 perché ha vinto entrambi gli scontri diretti con i viola. E poi i giallorossi volano, grazie ad una maggiore qualità e ad una guida tecnica di grande spessore. Salvo frenate della Roma, rimontare 6 punti alla squadra di Spalletti sarà un’impresa praticamente impossibile. E’ più importante, adesso, difendere il quarto posto soprattutto dall’Inter - in questo caso la classifica avulsa premierebbe i viola - piuttosto che dal Milan, formazione con più problemi della Fiorentina. Il club viola deve restare in Europa, non andarci sarebbe un fallimento totale. In frangenti come questo è determinante l’apporto che riesce a dare la società nel fare quadrato e nel sostenere un allenatore con qualche dubbio. Punti interrogativi naturali che accompagnano la vita in panchina. La scelta della formazione anti-Verona non ha convinto nessuno: troppi cambi rispetto a Roma e alcuni, pensiamo a Kalinic, meritavano la maglia dal primo minuto. Anche perché Babacar francamente non sembra dentro questo progetto di squadra. E’ il momento delle decisioni e del “mollare mai”. La Fiorentina non può sciupare tutto quello che con le proprie sapienti mani aveva saputo costruire. Coraggio.

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DIRETTORE RESPONSABILE Mario Tenerani Capo Redattore Tommaso Borghini EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi) tel. 055.9334666 GRAFICA E IMPAGINAZIONE Rossana De Nicola Alexandra Barbieri

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UNA DIFESA SENZA ITALIANI

di Duccio Magnelli

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ualche giorno fa Luca Toni ha detto che in Italia non ci sono più attaccanti. Vero. Ma anche i difensori cominciano a scarseggiare. Se andiamo a dare un’occhiata alle formazioni titolari delle prime in classifica ci accorgiamo che nessuna − a parte la Juventus e la Viola con Astori − ha difensori italiani. Nemmeno in panchina. L’Inter, che pure aveva Ranocchia, l’ha venduto forse perché… rompeva l’armonia del gruppo. Impressionante è che, fino a pochi anni fa, l’Italia era all’avanguardia per difensori e portieri (a proposito, Donnarumma e Buffon esclusi, anche in questo ruolo per trovare connazionali nelle prime squadre ci vuole il lanternino).

Abbiamo vinto il mondiale di Germania prendendo solo due gol. Eravamo famosi per il motto “difesa e contropiede”. Abbiamo inventato il catenaccio. Che cosa sia accaduto dopo non è facile da spiegare. Anche se il sospetto è che tutto nasca da una serie di equivoci nati, in gran parte, con l’avvento della difesa a zona, quando qualcuno ha cominciato a pensare che i difensori dovessero fare altre cose. Per esempio, mantenere la concentrazione giusta per rimanere in linea e mettere gli avversari in fuorigioco. Oppure occuparsi di cominciare l’azione, perché i difensori, soprattutto i centrali, devono essere in grado di impostare il gioco. O magari cercare di capire i meccanismi, talvolta cervellotici, della difesa a tre, a cinque, a quattro ecc. ecc. Insomma, il sospetto è che i difensori abbiano dimenticato quello per cui hanno studiato e a cui si sono applica-

ti per anni. Difendere, appunto. Qualcuno obbietterà che lo stesso può valere per gli stranieri. Probabilmente però il nostro livello si è talmente abbassato che gli altri, pur difendendo male, sono diventati migliori di noi. Tra l’altro sembra proprio che molte squadre abbiano l’allergia ai difensori nostrali. La Fiorentina, per esempio, in estate ha venduto Savic e comprato Astori, ma a gennaio ha preso Benalouane (il calcio tunisino è famoso per i difensori). La Roma ha preso Zukanovic, così ha tre bosniaci in rosa (record del mondo). E così Conte, per gli Europei, dovrà per forza sperare che i tre della Juve non si rompano. Perché la difesa dovrà essere inattaccabile, vista anche la penuria di attaccanti. Immobile, Pellè, Eder… annata difficile per tutti. Sarà mica che dovremo sperare ancora in San Buffon? O magari richiamare Cannavaro?