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Settimanale di critica e attualità sportiva
Appunti di Viaggio
L'Esclusiva
L'Intervista
Corrado tedeschi: “tifo samp ma vorrei i viola in champions”
quelli che... dalla panchina entrano e segnano
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da pagina 2
orari: Lunedì 15.30 - 19.30, Sabato 09.00 - 13.00 Da Martedì a Venerdì 09.00-12.30 / 15.30 - 19.30
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Francesco flachi: “fiorentina da scudetto se avesse un... batigol”
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VIOLA, FIGLI DEL SOGNO
L’editoriale di Alessandro Rialti
Volata Champions
I
n bocca al lupo Fiorentina, stai per iniziare un’avventura formidabile, cercare di limare un punto, uno soltanto, per riprendere e, grazie ai confronti diretti, superare il grande Milan di Balotelli, di El Shaarawy, di Montolivo e di Allegri. Un punto dalla presunzione di Galliani e dai soldi del Cavalier Berlusconi. In bocca al lupo Fiorentina che stai regalando la parte migliore di questo campionato, grazie alle novità Borja Valero, Gonzalo Rodriguez, Facundo Roncaglia e ai rilanciatissimi Aquilani, Cuadrado, Pizarro e company. Fiorentina che grazie ai Della Valle hai lanciato una sfida: torniamo a giocare calcio, puntiamo a divertirci divertendo. Mancano ancora cinque gare alla fine e l’Europa è davvero vicina. Basta alzare un attimo gli occhi per vedere il Milan che fa fatica a salire verso la vetta, appesantito, favorito e pericoloso ma ancora raggiungibile. Un punto, uno soltanto e per Vincenzino Montella potrebbe essere Champions. Un’impresa che tale comunque resterebbe qualora i viola si dovessero... fermare all’Europa League. Mai come in questo caso vale il detto: comunque sarebbe un successo.
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Il Brivido Sportivo - Martedì 23 Aprile 2013
DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti
APPUNTI DI VIAGGIO
EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi) tel. 055.9334666 Fax 055.9334667 info@salvinieditore.it
GRAFICA E IMPAGINAZIONE grafica@brividosportivo.it STAMPA Galeati Industrie Grafiche srl (Imola) DISTRIBUZIONE distribuzione@salvinieditore.it
COLLABORATORI Francesca Bandinelli, Andrea Giannattasio, Michela Lanza, Alessandro Latini, Tommaso Mattei, Alessandro Rialti, Ruben Lopes Pegna, Mario Tenerani, Giampiero Tosi. FOTO La Presse
Da Larrondo a Romulo, quelli Le ultime due partite, Bergamo e Firenze col Toro, sono state risolte dai subentranti, quelli che aspettano il proprio turno, non si lamentano, entrano, giocano, segnano e vincono. Con l’Atalanta Larrondo ha trovato spazio al 13’ della ripresa, dopo 14 minuti ha messo dentro il gol del raddoppio (a Bergamo ha influito moltissimo anche l’ingresso nel secondo tempo di Ljajic, partito dalla panchina perché non al top, ma il serbo non è certo da considerarsi un’alternativa. Anzi…). Con i granata è stato Romulo a r i m e t t e re definitiva m e n t e ordine in una g a r a in cui
di MARIO TENERANI
C’
è un’altra Fiorentina, meno glamour, più nascosta, ma pronta all’uso, sempre. C’è una Fiorentina che vive guardando gli altri giocare, attenta però a recepire l’input di Montella. Questo può
arrivare all’improvviso quando meno te lo aspetti. Altre volte te lo saresti aspettato, ma il tuo sudore è uscito solo dopo un riscaldamento prolungato. Un allenatore si giudica anche dai cambi. Le sostituzioni hanno logiche tattiche, tecniche, fisiche,
ma sono anche variabili impazzite. I loro successi o insuccessi dipendono pure dal fato, del resto il calcio resta un gioco, seppur maledettamente complicato. Montella è bravo durante la settimana, ma lo è anche nella lettura della partita. Gara dopo
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sembrava ormai tutto compromesso: il brasiliano è stato mandato in campo al 28’ del secondo tempo e anche lui dopo 13 minuti ha fabbricato una rete pesantissima. Una curiosa coincidenza. Andando un po’ a ritroso, ma non di tanto, il 3 marzo una rognosissima partita col Chievo era
gara aumenta il suo bagaglio di esperienza e questo si riverbera sulle scelte immediate, da fare in corso d’opera. Napoleone i generali li voleva bravi e fortunati. Montella probabilmente sarebbe piaciuto al condottiero transalpino.
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che... dalla panchina entrano e stata risolta ancora da Larrondo. Gol di guancia su assist di Toni, al 33’ del secondo tempo. L’ex del Siena era subentrato al 19’ della stessa frazione. Romulo, Larrondo, ma anche Mounir El Hamda-
oui l’11 novembre, scendendo in campo al 12’ della ripresa aveva poi segnato al 43’ il gol dell’1-3 contro il Milan, oppure a Torino (un girone fa) quando, dopo esser subentrato a Roncaglia a soli 8 minuti dal termine, aveva avuto il merito di segnare il gol del pareggio al 39’ del secondo tempo. Gli esempi non mancano, dunque. Ma forse quelli che pesano di più sono proprio gli ultimi due, perché arrivati in un frangente delicato. Nel
segnano
duello a sportellate col Milan, gli incontri da qui alla fine sono tutte finali. Non sono ammessi errori, si gioca la Champions sul filo di un punto. Ecco perché chi ha la panchina a disposizione, non è il caso della Lazio, ha un’arma in più. Chi la sa usare meglio, fa la differenza. E Montella dimostra di essere sempre lucido. Ma gli applausi più forti vanno a loro, gli invisibili. Quelli che non borbottano, si allenano e poi ci sono.
Il gruppo è decisivo, oggi più di prima. Anche per una visione prospettica del domani. La Fiorentina, salvo tonfi clamorosi, l’anno prossimo giocherà in Europa: sarà la classifica a stabilire poi se la competizione sarà più o meno prestigiosa. Con uno scenario così
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bisogna pensare a due squadre di titolari, due formazioni da alternare con il bilancino del farmacista, tra campionato, Europa e Coppa Italia. Ci sono periodi durante i quali, a star fuori, si fa più fatica. Serve allora un allenatore che sappia tenere in mano il branco. Mon-
tella ci sta spiegando che lui è abile anche in questo sport. Non è poco per immaginare un domani, molto europeo e carico di soddisfazioni. E se le nostre orecchie riascoltassero quella famosa musica con un telone fatto a forma di pallone che sventola...
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STAGIONE VIOLA
Gli uomini di fascia protagonisti assoluti del match: dal colombiano
IL GRAN BALLO TRA CERCI, CUADRADO E SANTANA… di Michela lanza
è
stato un bel duello. Da una parte c’era Alessio Cerci, dall’altra Juan Guillerme Cuadrado. Per giorni e giorni, l’opinione pubblica si è interrogata su di loro, facendo paragoni e confronti anche in chiave futura: chi tra i due è più incisivo? Cuadrado difende di più, Cerci fa più reti. Che fare con l’esterno di Valmontone a fine stagione? Ma soprattutto, chi vincerà il duello? Stessa fascia di competenza, stesso ruolo, stesso numero di maglia con caratteristiche diverse. La sensazione è una sola: la Fiorentina ha in mano il potenziale migliore che offre il campionato sulla fascia destra. Tutto sta nel capire che fare con Cerci, perché per quanto riguarda il colombiano la Fiorentina non ha dubbi: lo vuole tutto viola! Ma concentriamoci sul match di domenica scorsa al Franchi, perché è partendo da lì che c’è stato e c’è da divertirsi. PARITÀ, 1-1. La sfida nella sfida è finita in parità, almeno sotto porta (perché a livello di prestazione, quella di Cuadrado è stata superiore). Il viola, dopo quasi una stagione intera durante la quale si è sentito dire (in primis dal suo allenatore Vincenzo Montella) che può e deve fare più gol, si è sbloccato mettendo
a segno 2 gol nelle ultime 5 partite. Ma quello contro il Toro è stato un mezzo capolavoro: dribbling secco, saltato un avversario e poi colombella calibrata sulla quale Gillet non ha potuto far niente se non sfiorare la sfera che, però, è finita dentro per l’10 viola. Non ci sono dubbi: il più bello dei gol di Cuadrado in maglia viola, gol che oggi sono 4 in 31 presenze e van-
no ad aggiungersi anche ai 4 assist vincenti offerti ai compagni. Rete del vantaggio a parte, domenica il numero 11 viola ha offerto un’altra ottima prestazione, spaccando la difesa granata con i suoi dribbling e con la sua strabiliante velocità. Cerci, invece, colui che era l’osservato speciale, l’uomo da temere e del quale si era parlato per tutta la settimana (“Con Pasqual
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ai grandi ex nelle file del Toro fino al brasiliano viola
DEGLI ESTERNI: È SPUNTATO ROMULO squalificato, chi lo marchera?”), ha risposto a tratti. La difesa viola lo ha arginato bene con Savic che, attento, ha fatto sì che l’esterno di Valmontone non fosse quasi mai pericoloso. Ma lui non si è arreso e nel momento in cui il gioco della squadra di Ventura sembrava svilupparsi tutto a sinistra (nella zona di competenza dell’altro ex Santana), ecco spuntare
l’invenzione, quella di Cerci, quella del numero 11 granata, il gol del momentaneo 3-3, una rete spettacolare che potrebbe essere definita ‘alla Robben’. Stessa mattonella, stesso gesto tecnico, pallone che si infila nell’angolo alla destra di Viviano. Una perla nata da una palla persa da Savic, una ripartenza sbagliata, un pallone letteralmente regalato. Ma c’è poco da fare: è la stagione di Cerci questa, e anche la rete segnata al Franchi (la 6ª in 30 presenze, condite anche da 11 assist) ne è stata la conferma. Alla fine dei conti, la partita tra Cuadrado e Cerci, domenica, è finita in parità. Ma… FASCE PROTAGONISTE. Ma è anche vero che è stata, in generale, la vittoria degli esterni. Degli uomini di fascia. Se Cerci è stato ben arginato fino a quando non ha tirato fuori dal cilindro quella traiettoria che si è trasformata in gol, è vero anche che a fare impazzire la retroguardia viola ci ha pensato Mario Alberto Santana. Tomovic, dalla sua parte, ha sofferto molto la velocità e i dribbling dell’argentino, tant’è vero che è proprio da quella parte che sono nati il primo e il secondo gol del Toro (anche se il primo viziato da un pallone perso in malo modo da Borja Valero). Assist di Santana per Barre-
to per l’1 a 3, rete del numero 7 granata per il 2-3. Troppo veloce e imprevedibile Santana per il difensore serbo, e allora con caparbietà ha avuto il merito di riaprire una partita che sembrava chiusa. Ma… Montella ha giocato la sua carta: Romulo. Ed è stato lui, il ‘brasiliano timido’ a vestire i panni del ‘man of the match’ e bucare Gillet per il definitivo 4-3. Lui che non è mai stato abile nel vedere la porta ma che quest’anno ha messo a segno 2 gol in 16 presenze. Lui che è entrato a soli 17 minuti al termine della gara e si è fatto trovare pronto, lucido, freddo e cinico davanti alla porta. Lui che si è inserito con abilità e ha sfruttato la sua occasione per essere celebrato come l’uomo che ha restituito alla Fiorentina le speranze Champions. Lui che, di fatto, ha vinto la sfida nel ‘gioco degli esterni’, i veri protagonisti della spettacolare (fin troppo) partita tra Fiorentina e Torino. Una settimana da Dio, in fondo, la merita anche solo per aver avuto il merito, oltre che di aver portato la Fiorentina a -1 dal Milan, di far sciogliere Montella che domenica abbiamo visto esultare da tifoso. Segnale evidente che anche il nostro piccolo grande tecnico, a questa Champions, ci crede eccome.
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Intervista al noto conduttore aspettando la sfida di domenica: “Mi auguro che Delio Rossi resti”
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L'ESCLUSIVA
Tedeschi: “Tifo Samp ma spero che I VIOLA VADANO IN CHAMPIONS LEAGUE” di TOMMASO MATTEI
I
l mare lo accompagna da sempre. Nato a Livorno, figlio di un ufficiale di marina, cresciuto a Genova e tifoso della Sampdoria. Corrado Tedeschi, presentatore e attore teatrale, ha rischiato di diventare un calciatore – nelle giovanili della Samp ancora si ricordano di lui – ma poi ha scelto la strada dello spettacolo. Agli inizi della carriera il suo nome era legato alla Rai ma a metà degli anni Ottanta è passato sulle reti Mediaset, dove ha scritto un pezzo di storia televisiva con il famoso “Gioco delle coppie”. Un successo che lo ha portato sempre più in alto passando anche attraverso la conduzione di uno dei più importanti Tg sportivi come “Studio sport”. Sempre attento alle vicende calcistiche, Corrado Tedeschi, si prepara con il Brivido Sportivo alla sfida fra Sampdoria e Fiorentina.
Corrado Tedeschi, cominciamo dai suoi ricordi del Montella sampdoriano. «Un grandissimo. Giocatore sublime, fisico piccolino ma una tecnica eccelsa. Uno degli attaccanti più forti di sempre in assoluto. Veramente un giocatore straordinario e devo sottolineare anche quanto sia una persona altrettanto straordinaria». Dell’attuale allenatore della Sampdoria, Delio Rossi, che idea si è fatto? «Rossi ci ha portato subito fuori dalla cattive acque, poi forse la squadra ha respirato un po’ troppa tranquillità e quindi ha fatto qualche brutta prestazione. È riuscito anche a dare un’identità e un gioco ben definito alla Samp e questo gli fa onore. Non ha ancora firmato per il prossimo anno e spero lo faccia». Rossi è arrivato alla Samp dopo la famosa ‘scazzottata’ con Ljajic. A Genova eravate un po’ perplessi al
momento del suo ingaggio? «Si, all’inizio c’era un po’ di diffidenza anche se su quella storia non si è mai saputa la verità. In ogni caso non fu una bella cosa ma lui è così, non è uno tranquillo, anche qui a Genova lo abbiamo capito. È uno sanguigno che ogni tanto esagera e reagisce in maniera spropositata, ma lo fa sempre con assoluta lealtà». è soddisfatto dell’annata della Sampdoria? «È un’annata un po’ così, abbiamo fatto un campionato con tanti giovani. Abbiamo un centrocampo giovanissimo ma fortissimo con Obiang e Poli che spero restino anche nelle prossime stagioni. Questo mi fa ben sperare per il futuro perché avere un gruppo così forte (e anche così giovane) non può che lasciarmi fiducioso». Oltre a Rossi nella Samp ci sono altri ex viola, De Silvestri, Maresca e Palombo.
Di questi qual è il suo preferito? «Sicuramente Palombo, una di quelle bandiere che non esistono più. Ha passato un brutto periodo ma adesso è tornato alla grande anche in un ruolo nuovo dove sta facendo benissimo». La sua carriera è senza dubbio legata al “Gioco delle coppie”. Possiamo giocare insieme? «Assolutamente si». Allora chi sceglie fra Vialli e Mancini? «Mancini, con il cuore senza dubbio Mancini. Vialli è un po’ meno sampdoriano dentro. E poi il Mancio è troppo forte». Cassano o Pazzini? «Cassano, nonostante tutto quello che ha combinato dico Cassano. Del resto, si sa, lui è così, ha qualche problemino ma è stato una goduria averlo a Genova e sono sicuro che prima o poi tornerà, anche perché abbiamo fatto tanto per lui».
Vierchowod o Mannini? «Scelta difficilissima, era la grande Sampdoria. Pietro Vierchowod è stato secondo me uno dei giocatori più forti di sempre, era un muro invalicabile, e con grande difficoltà dico lui». Flachi o Montella? «Due meraviglie, ma per la ‘sampdorianetà’ dico Flachi. Qui a Genova è un vero e proprio idolo». Torniamo all’attualità: della Fiorentina di oggi qual è il giocatore che più le piace? «Cuadrado, fantastico. Cre-
do, tra l’altro, che non abbia nemmeno fatto vedere tutto il suo potenziale». Pensa che la Fiorentina centrerà la Champions League? «Il mio augurio è che riesca in questa impresa anche se è molto difficile. A mio avviso se i viola troveranno continuità anche in trasferta ce la possono fare. C’è bisogno di qualcosa di nuovo e in maniera molto sincera io auguro a Firenze di riuscire ad arrivare al terzo posto».
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Esclusiva con l’ex attaccante viola e della Samp sull’attacco di Montella e la gara di Marassi
L'ESCLUSIVA
Flachi: “Fiorentina già ora da scudetto SE AVESSE UNO ALLA BATIGOL”
di ANDREA GIANNATTASIO
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’attacco viola sotto la lente di ingrandimento: il campionato della Fiorentina si avvia verso il suo palpitante rush finale e - con l’Europa dietro l’angolo - molti tifosi cominciano già a pensare alla prossima stagione, dove i viola dovranno fare i conti con un reparto offensivo che potrebbe essere letteralmente
rivoluzionato. Attualmente infatti, fatta eccezione solo per il neo arrivato Rossi e, forse, per Adem Ljajic (per il quale si attende in tempi ragionevoli il rinnovo del contratto), nessuno in attacco in casa viola è sicuro della conferma del posto. Se infatti per Toni potrebbero spalancarsi le porte del ‘pensionamento’ calcistico (anche se si è già parlato di rinnovo pure per
il bomber di Pavullo), per Jovetic invece la prossima estate potrebbe rappresentare l’ultima chiamata da parte dei più blasonati club esteri fino ad oggi tenuti a distanza dalla società viola; e tutto questo senza contare il nebuloso futuro di Larrondo ed El Hamdaoui, i quali - chi per una ragione, chi per un’altra - hanno trovato poco spazio in maglia viola e potrebbero salutare Firenze a fine stagione. Per analizzare tutti questi temi e per avvicinarsi anche al delicato scontro di domenica a Marassi contro la Sampdoria, il Brivido Sportivo ha contattato un grande ex attaccante viola e blucerchiato come Francesco Flachi. Francesco Flachi, iniziamo con un’analisi generale: che attacco è quello viola? «Credo che il reparto offensivo della Fiorentina sia uno dei più completi della serie A perché dispone di ottimi giocatori che possono ricoprire anche più ruoli a seconda del modulo e perché Montella può servirsi di giocatori con caratteristiche diverse a seconda del gioco che vuole attuare: un parco attaccanti così completo lo si trova da poche parti in Italia». Eppure quest’anno, là davanti, qualcosa è sembrato
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ugualmente mancare... «È vero: il danno provocato dal mancato arrivo di Berbatov in estate è stato parzialmente sopperito dalla rinata verve di Toni, che mi ha letteralmente sorpreso, e dall’esplosione di Ljajic. Con un attaccante cinico e dalla grande fame di gol - uno, per esempio, alla Batistuta - la Fiorentina quest’anno avrebbe potuto tranquillamente lottare per lo scudetto perché per il resto la squadra viola ha più di una volta dimostrato di avere il più bel gioco». Crede con l’approdo in Europa, in vista del prossimo anno, l’attacco andrebbe rafforzato? «Questa ipotesi dipende da due fattori fondamentali, il primo dei quali riguarda l’assetto tattico che Montella vorrà dare alla Fiorentina del prossimo anno. Il secondo invece è relativo a Jovetic: se il montenegrino rimarrà, il lavoro di Pradè in attacco potrebbe essere ridotto al minimo, ma se se ne andrà dovranno essere fatte le dovute considerazioni». A proposito di Jovetic: qual è la sua sensazione? Resterà o se ne andrà? «Tutti a Firenze speriamo che rimanga ma non sarà facile perché le richieste dei club esteri potrebbero
di Poli Alessandro e Malva Antonio
incidere pesantemente. I tifosi però non si devono scordare che in casa hanno già un bel talento come Ljajic, che quest’anno ha fatto cose importanti e che per la prossima stagione è chiamato ad un’importante conferma». Capitolo Giuseppe Rossi: una scommessa o un gran colpo? «Pepito non si discute: è in assoluto un grande giocatore che combacia perfettamente con il gioco che Montella ha dato alla sua squadra. L’unica incognita, per lui, sarà capire come rientrerà dal ko che ha subito, ma sono certo che ritornerà al 100%». Due che invece hanno trovato poco spazio sono Larrondo ed El Hamdaoui... «Loro rappresentano due casi particolari: il marocchino non ha trovato molto spazio anche a causa di problemi fisici ma i colpi da giocatore interessante ha dimostrato di averli. Larrondo è reduce da un bellissimo gol segnato appena 10 giorni fa a Bergamo e dalla presenza da titolare col Toro: il finale di stagione sarà determinante per il suo riscatto dal Siena». In comproprietà col Torino, poi, c’è anche Cerci: lei lo riporterebbe a Firenze? «Personalmente no: il suo
ritorno in viola, a mio avviso, potrebbe non essere facile ed in più credo che il parco attaccanti di cui dispone adesso la Fiorentina abbia delle individualità che sono anche più forti e continue di Cerci: inoltre Alessio non mi ha mai fatto impazzire, dato che ha saputo far bene quasi sempre sotto la guida di Ventura». Infine uno sguardo in serie B, dove sta crescendo a vista d’occhio Seferovic... «Ho visto i gol che ha fatto recentemente: davvero molto belli. Credo che lo svizzero sia un buon giocatore anche se ancora ha bisogno di crescere e maturare. Spero che la Fiorentina possa riportarlo però alla base già a partire dalla prossima stagione». Cambiando argomento, domenica i viola incontrano a Genova la ‘sua’ Samp: quali possono essere le insidie più grandi? «La Viola non deve cambiare la mentalità nella partita di Marassi, ma deve restare concentrata per il suo obiettivo; la Sampdoria del resto potrebbe essere già un po’ rilassata per la salvezza. Sulla carta la Fiorentina può vincere ma non dovrà commettere il grossissimo errore di sottovalutare l’avversario».
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Il personaggio
L’attaccante serbo si è rilanciato a suon di gol e assist, l’ex allenatore viola sta salvando la Sampdoria
Adem Ljajic e Delio Rossi, di nuovo faccia a faccia dopo la zuffa di Alessandro latini
ficativi per la rinascita viola (al pari della celeberrima notte delle pernici in quel di Moena). I due, domenica si troveranno di nuovo uno contro l’altro a Genova. Il nuovo Adem cercherà di fare uno scherzetto al suo vecchio allenatore, mentre Rossi (c’è da scommetterci) caricherà i suoi come molle per non far passare la Fiorentina. GEMELLO DIVERSO. Se Adem Ljajic oggi è un giocatore vero che sta diventando uomo, forse deve dire grazie anche al modo di fare brusco di Delio Rossi. La trasformazione di Adem è stata totale in questi mesi. Da ragazzino talentuoso ma indolente e con poca voglia di allenarsi a giocatore decisivo che ha finalmente cominciato a segnare. Un passo non breve, soprattutto a livello psicologico e di comportamento. Se sulle sue doti tecniche ci sono sempre stati pochi dubbi (d’altra parte Corvino lo ha pagato la bellezza di quasi 8 milioni di euro nel gennaio del 2010), sul lato umano qualche perplessità l’aveva destata. La scorsa estate il suo futuro sembrava lontanissimo da Firenze. Era stato bollato come una delle mele marce del gruppo e per
P
er qualcuno è ancora un incubo, per altri solo un brutto ricordo. Anzi, il più brutto della recente storia viola. Quel che accadde lo scorso 2 maggio tra Adem Ljajic e Delio Rossi è ancora ben impresso nella mente di tutti, anche se da allora non sembrano passati pochi mesi, ma intere ere geologiche. Basti pensare ad una Fiorentina che lottava con il Lecce per non retrocedere, ai fischi a Montolivo nel momento in cui decise di presentarsi sul dischetto contro il Novara per battere il rigore che avrebbe riaperto la partita (la Fiorentina era in svantaggio di due gol) ed a quella maledetta (o forse benedetta?) sostituzione. Adem che esce dal campo provocando la reazione dell’allenatore con un applauso ironico, Delio che perde la testa e mette le mani addosso al giovane serbo. Stop. Da lì in avanti il buio. Seguono momenti concitati, decisioni difficili da prendere come quella di esonerare Rossi seduta stante e di mettere fuori rosa il giocatore in un momento delicatissimo della stagione. Ma è probabilmente in quella notte che il cuore della Fiorentina ha ricominciato a battere forte. È stato il momento in cui Andrea Della Valle si è reso conto che troppe cose all’interno del suo gruppo non andavano bene, che per ripartire ci sarebbe dovuto essere un cambio radicale. Uno tsunami che avrebbe dovuto ‘ripulire’ spogliatoio, staff tecnico e società. Per questo, in molti indicano in quella zuffa uno dei momenti più signi-
questo doveva essere ceduto. Il suo trasferimento al Torino era cosa fatta, fin quando Montella non ha bloccato tutto. Ljajic si è presentato a Moena con uno spirito completamente nuovo e positivo, tanto che fin dal primo giorno lo stesso allenatore (ed anche i dirigenti) hanno deciso di dargli una possibilità. Sulle Dolomiti Adem ha ricostruito se stesso ed ha dato nuova linfa alla sue parentesi in maglia viola. Gol a raffica (anche più di Jovetic), sacrificio per la squadra e soprattutto occhi ed orecchie ben aperti per ascoltare i consigli dell’Aeroplanino. E così Montella ha deciso di puntare su di lui e di dare il via libera alla cessione di Alessio Cerci. Non sapremo mai se la scelta è stata giusta (chissà come sarebbe andata se fosse stato Cerci il prescelto per la permanenza in viola), sta di fatto che il bottino stagionale di Adem (tenendo sempre conto che stiamo parlando di un classe ‘91) non è per niente male: 8 gol e 4 assist in 28 presenze stagionali. Numeri complessivi a parte, è il suo rendimento in quest’ultima parte della stagione che lascia davvero speranzosi per il futuro. Un Ljajic trascinatore (come è successo ad esempio contro Inter e Milan) non lo avevamo mai visto ed è stata una piacevole scoperta. Adesso, oltretutto, c’è da gettare anche uno sguardo al futuro, perché il contratto in scadenza nel 2014 non lascia tranquilla la Fiorentina. O meglio, potrebbe anche lasciarla tranquilla, ma il fatto che l’interlocutore sia Fali Ramadani complica le cose. Diverse squadre (soprattutto di Premier League) hanno messo gli occhi su di lui e per certi versi è normale che l’agente (forte anche della procura di Jovetic) giochi pericolosamente con il
futuro dell’attaccante. Ljajic con il contratto in scadenza fra un anno fa gola, soprattutto perché la Fiorentina sarebbe costretta a venderlo la prossima stagione per evitare un secondo caso Montolivo, che dalle parti del Franchi sarebbe visto più o meno come una ‘sciagura’ a livello economico. Le prossime settimane saranno decisive per il rinnovo, quello che è certo è che la Fiorentina sta cominciando a spazientirsi di fronte ai comportamenti di Ramadani. Anche perché Ljajic ha più volte detto di voler rimanere a Firenze. UNA CORTA STORIA D’AMORE. L’altro protagonista del ‘duello’ oggi siede sulla panchina blucerchiata ed ha praticamente raggiunto l’obiettivo di salvare la sua squadra. Delio Rossi a Firenze è rimasto pochi mesi, ma suo malgrado è comunque entrato nella storia della Fiorentina. Il rapporto con la tifoseria è sempre stato idilliaco. Arrivato e accolto a furor di popolo dopo l’esonero, anche questo chiesto a gran voce dalla piazza, di Sinisa Mihajlovic, è riuscito più o meno faticosamente a condurre la barca in porto (come amava dire lui per indicare il traguardo della salvezza). Se colleghi ed addetti ai lavori lo hanno criticato aspramen-
te e giudicato umanamente per l’episodio con Ljajic, la gente di Firenze si è schierata quasi totalmente dalla sua parte. Il giorno del suo addio (l’esonero è stato inevitabile) c’erano centinaia di persone fuori dallo stadio commosse, che lo ringraziavano per quanto fatto in viola anche se, a dire la verità, la barca in porto l’ha portata Vincenzo Guerini. I tifosi, del resto, avevano finalmente capito che qualunque allenatore avrebbe avuto difficoltà a gesti-
re uno spogliatoio che somigliava sempre più pericolosamente ad una polveriera ed avevano anche giustificato (in parte, ovviamente) il gesto sanguigno di un uomo perbene che voleva far di tutto per salvare la sua squadra. Domenica sarà solo un avversario da sconfiggere per continuare la corsa all’Europa, ma Delio Rossi per molti tifosi viola resterà sempre un bravo allenatore: quello che loro avevano voluto fortemente a Firenze e hanno sempre stimato.
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n tuffo nel passato, quello doriano dove Vincenzo Montella, da attaccante, ha messo insieme in quattro stagioni (dal 1996 al 1999 e dal 2007 al 2008) 96 presenze e 58 gol, per scrivere il futuro. Il tecnico della Fiorentina torna a Marassi. Sfiderà il passato recente viola, quello di Delio Rossi e del nefasto ricordo della scorsa stagione, per cercare di mettere un altro mattone importante in chiave Europa. Magari proprio per cercare di agguantare quel terzo posto in classifica che fino a qualche mese fa pareva più di un miraggio. Intanto Vincenzo ha giurato amore ai viola. Ha un contratto con la società dei fratelli Della Valle per un’altra stagione più opzione per quella successiva a favore del suo club, ma presto potrebbe arrivare anche il sigillo sul suo contratto. La proprietà viola non ha intenzione di farsi scappare il tecnico che ha riportato il divertimento a Firenze e, non appena sarà chiaro l’obiettivo stagionale sul quale sono concentrate tutte le attenzioni, si passerà dalle parole ai fatti. Daniele Pradè e Eduardo Macià, che già stanno costruendo la squadra del futuro in base alle indicazioni del tecnico, hanno già predisposto il piano d’azione. Al momento, però, l’imperativo è categorico: vietato distrarsi, sia sul fronte dei nuovi arrivi che su quello delle riconfer-
Montella si tuffa nel passato PER PREPARARE UN FUTURO EUROPEO me. Allenatore compreso. Montella, del resto, non ha fretta. CHI DAVANTI? In attacco nonostante la concorrenza sempre più agguerrita, anche a Firenze è salito alla ribalta il nome di Simone Zaza, oggi all’Ascoli in prestito ma il cui cartellino appartiene sempre alla Sampdoria con cui sta discutendo in queste settimane il rinnovo (attuale scadenza 2014). Sulle tracce del giovane centravanti che fino ad oggi ha realizzato ben 18 gol solo in campionato ci sono i più grandi club italiani, dalla Juventus all’Inter, fino al Napoli e al Milan. È evidente che la qualificazione in Champions League, e dunque un terzo posto finale, potrebbe rappresentare il valore aggiunto per chiudere la trattativa, sorpassando tutte le dirette concorrenti. Di certo, Pradè e Macià non mollano nessuno dei propri obiettivi, da Aubameyang fino ad Osvaldo, ferme restando le oggettive difficoltà legate all’ingaggio per arrivare all’italo-
argentino. Il futuro viola si fa adesso: dopo gli acquisti di Alonso eYakovenko, i viola si preparano al rush finale. ACQUISTI NEL MEZZO. A centrocampo si guarda a trecentosessanta gradi. La Fiorentina, oltre a Jordy Clasie del Feyenoord e, in seconda battuta, a Francesco Lodi del Catania, continua a scandagliare il mercato. L’ultima idea guarda verso Genova, sponda Sampdoria. Si tratta di Nenad Krsticic, serbo, ventitre anni il prossimo tre luglio, ai box per un infortunio alla caviglia sinistra (lesione del legamento astragalico, di quello peroneo-calcaneare e della capsula), è in cima alla lista degli uomini mercato viola. Poco importa che il ragazzo abbia da poco firmato un prolungamento di contratto con il club doriano grazie al quale fu curato, quando giocava ancora in Primavera, per un tumore che pareva non volergli concedere scampo. Già nella gara d’andata, lo scorso 2 dicembre, al Franchi fece
venire il mal di testa a tutti. Segnò un gol, il primo in Italia dal suo arrivo e dopo il calvario vissuto, perché la sfida con la malattia alla fine l’ha vinta lui. Aveva già superato una riabilitazione per l’asportazione di un menisco, adesso tornare in piedi dopo un ko ad una caviglia per lui è diventato uno scherzo. Proprio l’ex viola Lorenzo De Silvestri, qual-
che giorno fa su Twitter, si è detto sorpreso dall’intraprendenza del serbo: «Non ho mai visto nessuno reagire così». La Fiorentina, anche per questo vorrebbe provare a prenderlo. Intanto perché i buoni rapporti tra i club, con cui la scorsa estate fu messa in piedi la comproprietà dell’esterno cresciuto nel settore giovanile della Lazio, permettono
ampie prospettive di manovra e poi perché comunque quella viola diventerebbe un’opportunità troppo importante per il giocatore. Si potrebbe lavorare anche sulla base di comproprietà o di un prestito con diritto di riscatto sulla metà del cartellino: nelle prossime settimane le parti si incontreranno. Prima però c’è da conquistare l’Europa.
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ragazzi, ma una vorta senza fa’ gli assarti alle coronarie di’nonno che è possibile fa’ una partia ‘ntera? E credeo proprio che fosse la vorta bona, tre go’ ‘n mezzora, come le ciliegie di maggio, una che la tiraa quell’artra… I’nonno che gli è bono d’animo a pensare a’ granata che ci son fratelli nell’odio a’ gobbi, a dissi e a dire, “via ora basta, un gnene facciamo dimorti, poerini, se no e vanno giù di morale e domeniha e ci hanno e’ gobbi!” Basta una smania! Come e m’avessen sentio. E tirano i’ piedino dall’acceleratore e cominciano a fa’ titicche titocche, e quegli artri, e fratelli, e capiscano che siam fatti di ciccia
Il pungiglione
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ancavano sei partite alla fine domenica, le ultime, decisive per assegnare scudetto (pochi dubbi), posti Champions, diritto alla permanenza in serie A. Si entra in una fase in cui gli errori si pagano senza tempo o spazio per rimediarli, una fase in cui ci dovrebbe essere la più completa parità di opportunità e situazione per i vari competitori. A noi interessa la lotta per
come loro, e cominciano ‘nvece a correre. Risurtao, e ci fanno un quasi go’, pe’ avverticci, perché, appunto, e son amici, e poi, visto che un si capisce, su azione simile di’ chitarrista e ci buhano proprio un minuto prima di’ tè. Tè che dovea esse’ camomilla perché si torna più rintronai di quando s’era sceso le scale e ci riesce di falli pareggiare! Roba da Ghinnesse de’ primati (che le un son le scimmie). ‘N casa da 3-0 a 3-3! O che era ma’ successo? Boh! I’nonno e un se ne rihorda a mente e di partie e n’ha viste tante. E c’era riuscio una vorta a Cesena, con qui’ biondone austriaco Schachner o come e si chiamaa che ci rivogò tre go’ nell’urtimo quarto d’ora, ma ‘n casa mai, armeno e un me lo rihordo. Mentre e rammentao tutti e santi di’ paradiso e non pe’ fagni gli auguri, Vincenzino e mi lea anche Ljajic e Aquilani che gli eran tra meglio (a parte Robocoppe, stratosferiho!) e mi mette Ramadan, Mati e i’figlio della lupa. Mentre e mi c’incattivisco anche un pochino ecco che ‘nvece, e la ‘ndovina. O un
i'nonno pilade
si fa i’ 4-3 proprio co’un’azione nello stretto Mati-Rama-Romu e go’ di’ brasileiro più serio di’ mondo? Sarta i’nonno, sarta la coronaria (o magari e la si stappa), sarta Andreino che finisce gli urtimi minuti senza guarda’ pe’ la paura come e fa anche i’nonno (e poi e dihan che un n’è tifoso!) Un n’esageriamo e un succede più nulla, però che scacazzo! E gli è bene preoccupassi perché se si va a Samp con la testa di’ sehondo tempo, porta’ via e tre punti indispensabili e un sarà miha facile! ‘Nvece ormai e bisogna che sia un vizio: “o tu mi da’ tre punti o tu scendi” e bisognerà dignene anche a Siena e Palermo che di scendere e rischian davvero. Ma pensiamo a una cosa pe’ vorta, ora c’è la squadra di Rocky, Nutellic e lo ritrova e speriamo che gni renda e du’ sommommoli sotto forma di go’ così poi e son pari e noi e si piglia e tre punti che ci serve. Però e un mi fate pati’ più così, quest’artra vorta, tre go’ subito e va bene, ma poi teniamoli e un facciamo come i’ PD che pa’ che ci goda a fassi di male da sé! Forza Vioaaaaaaa!
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gini’ sempre ai soliti. Con i primi caldi sarà meglio, per una squadra che ha fatto una lunga rincorsa e dà segni di stanchezza specie nei secondi tempi spesso giocati in riserva, scendere in campo alle tre del pomeriggio o all’ora di cena? Il Milan in questi ultimi incontri ne giocherà tre alle 20,45, uno alle 18 e solo uno (quello col Torino) alle 15,00. Sarà un caso. Punto due, per due contendenti come Milan e Fiorentina, starà meglio chi gioca
prima o chi gioca dopo, conoscendo quindi il risultato dell’altra? Il Milan giocherà tre volte su cinque dopo la Fiorentina, l’unica volta che giocherà prima sarà per l’incontro col Pescara già retrocesso. “Honny soit qui mai y pense” dicevano i francesi, a pensarci male ci s’azzecca diceva un altro. Ed allora mandiamo le api, con i pungiglioni roventi, ai soliti noti, a quelli che fanno questi calendari.
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i avviciniamo alla fine dell’anno sportivo e allora si cominciano a tirare le prime somme. Si è con-
cluso domenica 21 aprile, a Livorno, il campionato regionale UISP di Prima categoria di ginnastica artistica femminile, e per la squadra junior (classe 2000/2001)
del Centro Ginnastica Firenze è arrivata la medaglia di bronzo toscana (quinte classificate nella gara di giornata), con Sara Corsini, Arianna Giannelli, Alessia Ravenni e Annachiara Sottili. Le ginnaste gigliate hanno riconfermato inoltre – dopo il doppio podio dello scorso anno – il proprio predominio alle parallele asimmetriche, con la Sottili che si è laureata campionessa regionale all’attrezzo, e la
Ravenni medaglia di bronzo. Buonissima chiusura di campionato anche per le squadre miste, formate da piccole ginnaste nate nel 2002 e 2003, esordienti nella categoria: è arrivato un altro bronzo da parte della squadra A, con Sofia Giannandrea, Alice Magugliani (vicecampionessa toscana al volteggio), Rebecca Levi Micheli (bronzo al corpo libero) e Giulia Raviglione. Quarta la seconda squadra mista del CGF, formata da Elisa Caldini, Caterina Cicali, Caterina Greci e Ludovica Mazzuoli. Un po’ sfortunata, invece, la prova delle indivi-
dualiste senior Bianca Aterini e Laura Pieri (quest’ultima tornata a gareggiare dopo un lungo stop per infortunio), tradite dall’attrezzo trave, ma comunque attese all’appuntamento con la finale nazionale di Rosignano. Impegnata su due giorni, invece, la sezione agonistica femminile, in trasferta a Fermo per la fase interregionale del Torneo Allieve. Sabato 20 aprile a scendere in pedana sono state le ginnaste di prima fascia, e per il Centro Ginnastica è toccato a Giorgia Banchi, atleta del 2003 che ha chiuso quarta, appena ai piedi del podio e ad un pelo dal passaggio diretto in finale nazionale (terza classificata per la
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regione Toscana, due le ginnaste qualificate di diritto). La ginnasta fiorentina dovrà attendere le ammissioni ufficiali da parte della Federazione Ginnastica d’Italia – a seguito della classifica stilata su base nazionale secondo i punteggi ottenuti nei vari raggruppamenti interregionali – così come le compagne di seconda fascia Anita Bartolozzi e Ginevra Gai, nate nel 2002 e impegnate in gara nella giornata di domenica; mentre i tecnici Poggiali e Furelli si sono detti già molto soddisfatti della trasferta marchigiana, che ha visto incrementare il punteggio finale delle ginnaste in media di circa tre punti.
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Il Brivido Sportivo - Martedì 23 Aprile 2013
Midland è lo sport a 360°
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TOP LEAGUE C5 E C7:
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ECCO LE PROMOSSE ALLA SECONDA FASE di Nicola Cecconi
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hiusa la seconda giornata di Top League, sia nel C5 che nel C7, ci accorgiamo che
sono pochissimi i raggruppamenti dove ancora non si conoscono quantomeno alcuni nomi di squadre che hanno già strappato il biglietto per la seconda fase a gironi. Infatti nel calcio a 5, in ognuno dei nove grup-
pi, c’è già qualche promossa grazie ai risultati della settimana scorsa. Nel girone A la terza giornata servirà solamente per sapere chi passerà come prima fra Unmimovo e VC Alfa Cure; stesso discorso vale per il girone B, dove si affronteranno le due promosse Ciddippì Quinto Alto e Galacticos. Nel gruppo C , invece, solo l’Autoscuola Chiti ha potuto già festeggiare grazie al 6-2 ottenuto contro la Trallaltro, mentre nel girone D è stato l’Euroflorence a fare la voce grossa con 2 vittorie su 2 gare disputate. Il gruppo E vede un’accoppiata (Pinos Team e Ellessedì) in attesa di sapere chi arriverà per prima e chi per seconda, mentre nel gruppo F è al momento solo l’armata Ciclone Viola Bookmaker-Café ad essersi assicurata l’accesso al prossimo turno grazie ad un’altra convincentissima prova. Nel girone G l’A-Team(2) ha confermato le attese con 2 vittorie su 2 incontri disputati; stesso discorso per il gruppo H dove il Cinquestelle non ha fatto sconti e per il gruppo I dove il Campone UTD continua ad inanellare vittorie dall’inizio dell’annata sportiva. Nel calcio a 7 sono molti meno i gi-
roni dove è già quasi tutto deciso in vista della seconda. Infatti degli otto gruppi solo per quattro di questi è possibile svelare qualche ‘anticipazione’: nel girone A il Gruppo Briachi 04 ha staccato il ticket per il secondo turno con 2 vittorie consecutive; nel girone C la locomotiva Pipela FCha fatto altrettanto;
il gruppo E è l’unico del quale già possiamo fare due nomi: New Garden e CDP Vingone (in attesa, poi, dello scontro diretto); infine il girone F dove troviamo già qualificata alla seconda fase la Pol. San Quirico. Questa, dunque, è la situazione nella Top League 2013 dopo due giornate ricche di risultati entusiasmanti.
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opo il Quizzone non si fermano le idee di Midland: per coinvolgere e interagire con i suoi tesserati sulla fanpage di facebook Midland Sport, nasce infatti il TOTOMIDLAND! Già alla seconda uscita, questo gioco propone agli amici del web di pronosticare
6 risultati relativi alle partite che saranno giocate la settimana successiva all’uscita della schedina. Tutto questo al fine di poter vincere dei bellissimi premi che Midland mette in palio ogni volta. Il gioco è come sempre gratuito e richiama l’attenzione di molti utenti. Vi aspettiamo sulla nostra pagina per inserire il vostro pronostico: chissà che non sarete voi i prossimi vincitori!
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Il Brivido Sportivo - Martedì 23 Aprile 2013
Fasi finali di c5 femminile: AL VIA I GIRONI DI RITORNO
calcio toscana
di STETO
T
op League - Sta diventando una lotta a due la corsa per la vittoria della principale competizione delle Fasi Finali: Jolly Ferruccia-Europiante Quarrata (22 punti) e CF Pelletterie (21 punti) stanno facendo il vuoto dietro di sé. È sempre più difficile per il Club Sportivo FI riuscire a difendere il titolo conquistato un anno fa: le ragazze di Saimo Manetti sono lontane 5 lunghezze dalla vetta. Per il quarto posto è lotta fra ASD Firenze 2008 (13 punti) ed Ece Plast (11 punti, ma una gara in meno). Per la sesta posizione, invece, ci sono ben tre squadre racchiuse in
due sole lunghezze: si va dai 10 punti del Cral Dip. Comunali Femm., passando ai 9 del Forever Gogo, per terminare con gli 8 punti del Prato Nord. Chiudono la classifica con 4 punti le Outsiders, passate in un solo anno dal disputare la Silver League a giocarsi la Top League. Golden League - Bellissima lotta a tre per la vittoria della Golden League: a pari punti (22) infatti comandano la classifica ASD MCL Quinto Alto, Florence SC e Firenze C5 Cral Ataf. Proprio il successo dell’ASD MCL Quinto Alto sul Firenze C5 Cral Ataf ha allargato a tre formazioni quella che è la sfida per la vittoria: e nel prossimo turno è in pro-
gramma il big match fra ASD MCL Quinto Alto e Florence SC. Ancora qualche speranza di successo la nutrono le Smartists (18 punti), anche se non sarà facile recu-
perare 4 lunghezze e ben tre squadre. Al quinto posto troviamo il PGS Torregalli B (9 punti), seguito a due lunghezze di distanza dal Non Piangere T. Infine chiudono il raggruppamento (con 3 punti ciascuno) l’USD FCG Floria 2000 ed il FC Athena: la rincorsa al Non Piangere T prosegue per entrambe.
GARAGE DELFINO
Silver League - Anche in Silver League è lotta a tre per la vittoria finale, con la capolista Lady Mattagnanese (21 punti) che precede di una lunghezza la Pol. San Quirico (che sfiderà nel prossimo turno) e di due il Mix Team. Proprio queste ultime hanno perso il comando del girone in virtù del ko subìto per mano delle sorprendenti Sagittae F.T.: le ragazze di Matteo Cecconi con questa vittoria sca-
valcano due squadre e si portano al quarto posto in classifica con 12 punti. Avvincente anche la lotta per il quarto posto: alle spalle delle Sagittae F.T. insegue - con 11 punti - la coppia formata da Lastrigiana e PGS Torregalli, mentre a 10 punti si trovano Le Morelline FC. Chiude all’ultimo posto l’Ellepi, unica formazione di queste Fasi Finali Unisports a non aver conquistato ancora nemmeno un punto in classifica.
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Segue dalla prima Ma ancora è tempo di divertirsi. Domenica a Genoa contro la Samp di Delio Rossi che si troverà davanti di nuovo Adem Ljajic, ma maturato, diventato uomo, pronto anche a sacrificarsi e dotato di colpi esplosivi. Forse il Ljajic che Rossi non aveva saputo o potuto trovare. E dopo la Samp ci saranno avversari terribili come la Roma, però al Franchi che davvero è tornato ad essere l’undicesimo uomo di casa viola. E dopo i giallorossi toccherà al Siena durante la settimana e su, fino al match casalingo con il Palermo e quello esterno a Pescara. Una volata da affrontare trattenendo il fiato, in apnea. Bellissimo, coronamento di una stagione che è riuscita da sola a cancellare quanto di negativo era rimasto, in scorie, dei due anni neri della gestione Mihajlovic-Rossi. Una battaglia infinita, cercando di sostenerla con il sorriso sulle labbra, magari... evitando di far prendere un infarto collettivo al Franchi come stava succedendo durante Fiorentina-Torino. Le imprese sono bellissime quando hanno un buon finale ma immaginatevi se la squadra di Montella fosse rimasta infilzata in quell’incredibile recupero effettuato da Cerci e compagni. Ma adesso non è più tempo di guardare alle spalle pur tenendo sotto controllo quello che possono fare Inter, Lazio, Roma e Udinese, ora è tempo di cercare di far prendere una grande paura al Diavolo. La paura di chi si sta accorgendo che la piccola e sottovalutata Fiorentina non è solo bella e divertente, ma anche abbastanza cattiva da cercare di portar via ad Allegri l’Europoa che conta di più.
Stagione Viola
Alessandro Rialti
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Solo 10 successi dei viola in casa della squadra blucerchiata in 53 confronti
QUANDO LA FIORENTINA ESPUGNÒ MARASSI BATTENDO LA SAMP 4-3 di RUBEN LOPES PEGNA
H
a vinto solo 10 volte a Marassi la Fiorentina contro la Sampdoria nelle 53 partite disputate. Non c’è dubbio comunque che il successo più spettacolare è quello ottenuto il 18 maggio 1975, all’ultima giornata di campionato. I viola, che sono a metà classifica ma sono ammessi al girone finale di Coppa Italia che poi conquisteranno, arrivano a Genova sulle ali dell’entusiasmo. Sette giorni prima hanno bat-
tuto per 4-1 a Firenze la Juve che con un pareggio, invece, si sarebbe laureata campione d’Italia proprio al Comunale. Come i viola neppure i blucerchiati di Corsini hanno particolari stimoli perché sono già matematicamente salvi. Le due squadre così scendono in campo senza pressioni particolari ma con la voglia, comunque, di fare bene. È questa l’ultima partita sulla panchina viola per Nereo Rocco. Il tecnico triestino ha deciso, infatti, di lasciare la Fiorentina al termine del
campionato, senza guidarla nella fase finale di Coppa Italia. Il suo posto lo avrebbe preso il suo secondo Mario Mazzoni. Quel giorno a Marassi il Paròn schiera questa formazione: Superchi; Beatrice, Lelj; Merlo, Della Martira, Rosi (Tormen dal 70’); Saltutti, Caso, Casarsa, Antognoni, Speggiorin. Nella Sampdoria giocano due ex viola che hanno conquistato a Firenze il secondo scudetto nel 1968/69: il portiere di riserva Claudio Bandoni, che subentra a Cacciatori, e il centravanti
Mario Maraschi. Nelle file blucerchiate ci sono anche Marcello Lippi, schierato nel consueto ruolo di libero, ed il terzino sinistro Marco Rossinelli, che nell’estate del 1976 sarebbe stato acquistato dalla Fiorentina. La partita inizia senza grossi tatticismi e a guadagnarne è sicuramente lo spettacolo. I viola passano in vantaggio dopo appena 10 minuti con Mimmo Caso. La Samp però reagisce prontamente: al 17’ pareggia con Magistrelli e al 23’ si trova a condurre il match
grazie a un gol di Valente. I gigliati non si perdono d’animo e a 60 secondi dall’intervallo con Speggiorin, al suo primo centro stagionale, siglano il gol del 2-2. Il secondo tempo è emozionante come il primo. Nel giro di sei minuti, tra il 28’ e il 34’, Nello Saltutti, che pochi mesi dopo approderà alla Samp, realizza una doppietta portando la Fiorentina in vantaggio per 4-2. Partita chiusa? Neanche per sogno. A cinque minuti dalla fine Repetto accorcia le distanze. La Sampdoria
cerca il pareggio nel finale impegnando il portiere Superchi, ma non riesce a trovarlo. Il match si conclude così con il successo per 4-3 della Fiorentina, che termina il campionato all’ottavo posto grazie alle due vittorie conquistate nelle ultime due giornate. Rocco conclude quel pomeriggio la sua avventura sulla panchina viola. Per lui, che aveva sempre il Milan nel cuore, resta la grande soddisfazione di aver comunque preceduto in classifica i rivali dell’Inter di un punto.