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editoriale

Un punto fermo per ripartire di

Mario tenerani

i riparte. La notizia di Sousa serve proprio a questo, rappresenta un punto fermo. La Fiorentina riparte da lì, in attesa di sistemare tutto il resto. Il tecnico portoghese ha commesso alcuni errori, ma le cose fatte bene sono state di più. Segue in ultima

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L’ex direttore sportivo: “Per rinforzarsi bisogna tenere i giocatori più importanti. Serve un uomo forte sul mercatoˮ

Tito Corsi: “Non si cresce cedendo i pezzi migliori” Daniel Passarella, uno dei colpi di Tito Corsi (foto archivio personale Paolo Melani)

di Giacomo Cialdi

na sola partita, quella di domenica sera (ore 20,45) all'Olimpico contro la Lazio, divide la Fiorentina dalla pausa estiva, e già tiene banco il futuro: Sousa ha dichiarato di restare a Firenze "con gioia", ma sono ancora tanti gli interrogatiivi aperti. Verranno venduti giocatori importanti per operare sul mercato? Rivedremo la coppia Rossi-Gomez o uno solo dei due a Firenze? Le voci di una possibile cessione dei Della Valle sono reali? Di tutto questo, e molto altro, abbiamo deciso di parlare con un grande esperto di mercato: Tito Corsi, ex direttore sportivo della Fiorentina che sfiorò lo Scudetto negli anni '80. Corsi, come commenta la stagione della Fiorentina? Il quinto posto rispecchia i reali valori? «Non è per niente facile giudicare il rendimento dei viola perché nella prima parte ci sono state prestazioni superlative mentre in questi ultimi due mesi la squadra è calata molto. Tutto sommato credo che la Fiorentina abbia fatto un buon campionato. Capisco il rammarico dei tifosi, ma ritengo che il quarto/quinto posto in classifica sia la giusta posizione di questo gruppo, dietro alle tre che si sono dimostrate nettamente più forti». Giunti praticamente al termine della stagione, è giusto pensare al prossimo anno: da quali punti fermi ripartirebbe? «Certamente Paulo Sousa sarà un punto di riferimento importante.

Giacchetta nera

Ha detto che resterà e questo è fondamentale per la programmazione. L’importante è che ricominci a lavorare con entusiasmo, solo così ci sarebbero i presupposti per fare un ottimo campionato anche il prossimo anno».

Per quanto riguarda il mercato, a suo parere ci sono giocatori cedibili per rinforzare la squadra? «I calciatori della rosa della Fiorentina che hanno più richieste sono Vecino, Babacar, Ilicic e Bernardeschi. Sono sicuro che il numero dieci non si muoverà da Firenze, a meno che non arrivi una offerta davvero irrinunciabile. Per quanto riguarda gli altri tre sono ottimi giocatori, Ilicic è certamente quello con più qualità e in questa stagione ha dimostrato a più riprese di saper fare la differenza. Credo sarà decisivo il parere dell'allenatore. Sono convinto di una cosa: se vuoi rinforzare la squadra, i calciatori migliori li devi tenere. Altrimenti non crescerai mai!». In questi giorni si è parlato della possibilità di far tornare Gomez e Rossi a Firenze: è un'idea che la intriga oppure crede che il tempo alla Fiorentina per questi due giocatori sia finito? «Credo si debba fare un discorso separato per questi due calciatori: Giuseppe è un giocatore eclettico, di grande classe e può essere inserito facilmente in qualsiasi squadra. Quindi penso possa tranquillamente far parte della Fiorentina del prossimo anno. Per ciò che riguarda il tedesco, invece, mi sembra che in riva all'Arno abbia faticato moltissimo: al di là degli infortuni, che sicuramente hanno pesato sul suo rendimento, ha inciso molto l'impostazione tattica di Montella, che poi è molto simile a quella di Sousa. Gomez ha bisogno di un altro tipo di gioco. Quindi, nel caso rimanesse l'attuale allenatore, sarebbe controproducente tenerlo a Firenze». Veniamo alla società: a giugno potrebbe esserci un cambio dirigenziale, alcuni uomini dell'organigramma viola potrebbero lasciare la Fiorentina. Cosa pensa a riguardo?

«Credo sia indispensabile tornare ad una gestione del mercato più centralizzata: se guardo una partita con altre quattro persone, su un giocatore vengono fuori sei giudizi diversi. Come si può pensare che il mercato venga fatto da tante persone? Occorre che la responsabilità venga affidata ad un uomo, che assicuri competenza e rapidità nelle operazioni. Solamente così si può svolgere bene il difficile lavoro del dirigente sportivo». Da settimane si vocifera anche di una possibile cessione della Fiorentina: la vede una ipotesi fattibile? «Da fuori sembrano soltanto voci, non saprei. I tifosi viola prima di tutto dovrebbero chiedersi a chi verrebbe venduta la loro squadra del cuore. Sono convinto che i fratelli Della Valle abbiano dato tantissimo alla Fiorentina, contribuendo a far crescere la società e l'ambiente nell'ultimo decennio. Se venderanno, non sarà certo perché hanno fatto male».

Tito Corsi

Porta a Firenze grandi campioni e sfiora lo Scudetto nella stagione '81-'82

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ito Corsi nasce nel 1937 a Latina da una famiglia originaria di San Casciano Val di Pesa, dove torna a vivere fin dall’età di 5 anni. Comincia a giocare negli anni ’50 nel Gs Firenze Rifredi, poi approda all’Empoli e, infine, alla Reggiana dove, da mediano di spinta, trascorre 6 stagioni, molte delle quali in serie B. Conclusa la carriera di calciatore, intraprende quella di allenatore dal 1965, guidando Empoli, Spal, Reggiana, Lucchese e Parma. Fino al 1977 quando decide di lasciare la panchina per la scrivania. Da direttore sportivo parte con la Reggiana, poi passa al Lanerossi Vicenza fino all’incarico più importante: nel 1980 i Pontello lo chiamano a costruire una Fiorentina sempre più ambizisa e Corsi porta a Firenze grandi giocatori: Bertoni, Graziani, Pecci, Vierchowood e Massaro, sfiorando lo scudetto nel 1982. Poi arrivano anche Passarella, Socrates (che risulterà un flop), Roberto Baggio e Dunga. Nel 1985 termina la sua esperienza in viola, ma continua la carriera a Udine, fino al coinvolgimento nello scandalo del 1986 che gli costa una squalifica di 5 anni. Nel 1993 ricomincia dalla serie C con la Pistoiese, poi l’Arezzo e infine di nuovo la Reggiana.

Orsato non fa danni nello scialbo pari fra Fiorentina e Palermo

di Giancarlo Carmagnini Atalanta - Udinese 1-1 Rizzoli - Partita "finta" o quasi, che finisce al 19’ del 1° tempo, dopo che il capitano nerazzurro Bellini, all'ultima apparizione in carriera, trasforma il rigore del pareggio, giustamente assegnato dall'arbitro felsineo. Sei politico. Bologna - Milan 0-1 Doveri - In controtendenza con la buona stagione disputata, l'arbitro romano, pur azzeccando 2 decisioni importanti, rigore per il Milan e gol annullato per fuorigioco al rossoblù Masina nel finale di gara, si rende colpevole di aver espulso il bolognese Diawara in maniera troppo precipitosa e quasi sicuramente ingiusta, ma soprattutto di non aver concesso al Bologna un rigore solare per una netta trattenuta di Romagnoli a Floccari, che avrebbe indirizzato, molto probabilmente, la gara su altri binari, essendo appena il 6’ del primo tempo.

Carpi - Lazio 1-3 Rocchi - Gara "monstre" del direttore di gara fiorentino. In una partita dagli innumerevoli episodi (rigori, espulsioni, fuorigioco ...) non ne sbaglia nemmeno uno, anche perché ben assistito da tutta la sua "squadra", dalla quale è emerso su tutti l'addizionale n° 2 Pinzani ("sacrificato" lo scorso anno a favore di Cervellera ... Mah ?), che gli segnala il primo rigore, poi sbagliato così come il secondo, del Carpi. Sicuramente il miglior Rocchi di sempre che verrà premiato con una finale nel mese di maggio; infatti, o farà la finale di Coppa Italia Juve-Milan oppure quella di Europa League Siviglia-Liverpool. Fiorentina - Palermo 0-0 Orsato - Gara strana, che diventa praticamente un’amichevole, al momento dell'arrivo della notizia dello 0-2 di Carpi - Lazio al Braglia di Modena, dato che a quel punto il pareggio andava bene ad ambedue le compagini in campo, per il raggiungimento dei rispettivi obiettivi. L'arbitro scledense abituato ad altro tipo di gare e di tensioni, probabilmente molla un po’ di testa e non fa la partita della vita, sbagliando un paio di facili decisioni, anche se non determinanti... ma alla fine va bene così !

Frosinone - Sassuolo 0-1 Cervellera - L'arbitro pugliese fa una gara più che discreta, anche se, purtroppo per lui, con tutta probabilità, non gli basterà ad evitare l'avvicendamento per motivi tecnici, dopo 2 stagioni, tutto sommato, disgraziate ed abbondantemente insufficienti. H. Verona - Juventus 2-1 Maresca - Il "predestinato" partenopeo, alla terza stagionale in A (dove verrà promosso a titolo definitivo a fine stagione), fa una "signora" gara! Concede un rigore agli avversari della Juve ed espelle un giocatore bianconero. Tutto giustissimo, ci mancherebbe... L'importante sarà vedere se avrà gli stessi "attributi" (specie di fronte a maglie a strisce) quando le partite conteranno davvero e non saranno semplici amichevoli, come quella disputata domenica sera al Bentegodi di Verona. Inter - Empoli 2-1 Di Bello - In una partita che si arbitra quasi da sola… Un solo episodio significativo, lo scontro Miranda - Maccarone in area nerazzurra. Il direttore di gara pugliese, ben assistito

dall'addizionale Giacomelli, fa proseguire e... anche dopo aver rivisto il contatto alla "slow motion", fa decisamente bene. Roma - Chievo 3-0 Celi - Qualche lieve scompenso disciplinare, ma tutto sommato porta bene in fondo la gara che, ad onor del vero, non era poi così difficile. Sampdoria - Genoa 0-3 Banti - Chiamato all'ultimo momento a sostituire Tagliavento (e potrebbe anche sostituirlo nella "Top Uefa", dal 1° gennaio prossimo ... ), il fischietto labronico fa una gara di grosso spessore dove non sbaglia praticamente niente. Torino - Napoli 1-2 Damato - Qualche piccola inesattezza, però nel complesso non fa "danni", che è sempre la cosa discriminante per un arbitro, e non incide sul risultato finale. Nota curiosa a margine... l'addizionale n° 2 Giacomelli era reduce dall'aver fatto la sera prima l'addizionale n° 1 in Inter - Empoli.

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lente d'ingrandimento

Il tecnico ora si fida, ma nel processo di ricostruzione sarà decisivo l’andamento del mercato

Si ricomincia da Sousa e Cognigni

Paulo Sousa durante Fiorentina - Palermo

di FRANCESCA BANDINELLI

aulo Sousa, il tecnico portoghese che sabato scorso, alla vigilia della gara col Palermo ha annunciato di "essere felice di restare alla guida della Fiorentina", adesso si fida. Ha fatto più volte il nome del presidente esecutivo Mario Cognigni, intendendo con lui l'intera proprietà. Del resto, Cognigni è da sempre l'elongazione del patron e di suo fratello, gli imprenditori marchigiani. Adesso comincia la parte più difficile, quella della ricostruzione, perché qualcosa rispetto al presente dovrà essere cambiato. Sousa è stato chiaro. Il rammarico per come è finita la stagione, con un quinto posto ma senza gloria nelle coppe, è vivido in tutte le componenti, dalla squadra alla società. Per questo, serviranno ulteriori colloqui anche sul fronte dirigenziale. "Più che con Della Valle parlerò con Cognigni - ha detto il tecnico -, insieme prenderemo le decisioni per fare meglio. Ad inizio anno abbiamo creato grandi aspettative, ma per mantenersi a certi livelli dobbiamo avere un organico adeguato ed una cultura dello stesso pari". Serviranno nuovi acquisti per garantire quell'imprevedibilità sotto il profilo tattico che sicuramente in questo campionato, specie nella seconda parte, è venuta meno, ed anche Sousa dovrà continuare nel suo personalissimo percorso di crescita. Di certo, non ci sarà Manuel Pasqual, il capitano che dopo undici anni di Fiorentina ha lasciato la maglia viola nel cassetto per continuare a giocare altrove, non

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Il presidente operativo Mario Cognigni

più considerato all'interno del progetto tecnico. Di tutto, del mercato in primis, si comincerà a parlare in queste ore, non appena rientrerà a Firenze il presidente. Daniele Pradè e Andrea Rogg, insieme ai loro collaboratori più stretti, intanto continueranno a portare avanti il lavoro quotidiano. I sussurri non mancano, a cominciare dai nomi per una eventuale restaurazione. Si parla di Pantaleo Corvino, anche se fino ad ora l'ex diesse non ha ricevuto nemmeno una telefonata dalle Marche, e non solo. I nomi che rimbalzano sono sempre gli stessi: da Pasquale Marino a Lo Monaco senza tralasciare Sartori e Sogliano. Nessuna previsione, adesso. Tocca ai protagonisti fare chiarezza e pianificare in via definitiva il futuro. L'Europa - per la settima volta dal 2002, anno di ingresso dei Della Valle nel calcio - è stata blindata, ora c'è da pensare solo a gettare le basi per portare finalmente un nuovo trofeo a Firenze. I tifosi lo chiedono, l'altro giorno lo hanno pure rumoreggiato: "spendere, bisogna spendere per vincere".

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Il noto giornalista: “I Della Valle dovrebbero essere più presenti. Domenica all’Olimpico classica gara di fine stagione”

Parola all’esperto

Galeazzi: “Firenze è la piazza più critica d’Italia Oggi è delusa, il compito di Sousa sarà difficile” Che opinione si è fatto di Sousa e della sua decisione di restare a Firenze? “E’ una scelta coraggiosa. Firenze è la piazza più difficile che esista in Italia. E' una piazza che si infiamma, che critica molto e che è sempre molto esigente. E oggi c’è molta delusione. Penso che non abbia un compito agevole”. Pensa che cambierà qualcosa a livello dirigenziale? “I dirigenti viola sembravano tutti perfetti, all'inizio. Conosco bene Pradè, fin dai tempi in cui era alla Roma ed è molto bravo, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato nel momento decisivo. Oggi sono tutti in discussione”.

Giampiero Galeazzi

di Lucia Petraroli

’ stato uno dei volti storici della Rai, soprannominato “Bisteccone” per la sua stazza, un nomignolo che ha sempre accettato col sorriso. Giampiero Galeazzi non ha mai perso la sua grande passione per lo sport. Simpatizzante della Lazio, prossima avversaria della squadra di Sousa nell’ultima di campionato, è anche un attento osservatore del calcio italiano e ci aiuta ad analizzare la situazione della Fiorentina che ha ormai la certezza di un’altra stagione in Europa (sperando di evitare i preliminari), con Sousa in panchina, in stretto contatto con il presidente Mario Cognigni, oggi unico referente del tecnico viola. Giampiero Galeazzi, che ne pensa del campionato della Fiorentina? “Mi aveva illuso all’inizio, poi mi ha deluso. Pensavo arrivasse dietro Napoli e Roma. La squadra, nel girone d’andata, è stata scoppiettante, giocava il miglior calcio d’Italia, poi si è sgonfiata, si è persa. Ha mostrato limiti di personalità e non è quasi più riuscita a vincere una partita”. In molti danno la colpa al mercato di gennaio, lei è dello stesso avviso? “Non credo si possa imputare al mercato di gennaio questo tracollo. Ripeto, la Fiorentina era partita bene, aveva tutte le potenzialità per disputare un campionato eccellente. Ad un certo punto ha perso le motivazioni ed è crollato tutto. Il problema è stato di squadra, il mercato c’entra poco”.

Cosa pensa dei Della Valle nel mondo del calcio? “Secondo me la famiglia Della Valle non è sempre vicina alla squadra e se manca il manico, manca tutto. Diego Della Valle dovrebbe farsi sentire di più e non delegare sempre”. Come giudica il momento in casa Lazio? “La Lazio ha dimostrato sul campo che è tutto da cambiare. Lotito non è stato capace di rinforzare la rosa. Simone Inzaghi ha avuto la fortuna di traghettare la squadra fino alla fine del campionato, ma nella prossima stagione io vedrei bene uno come Mihajlovic sulla panchina biancoceleste.

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Veniamo alla partita, che gara prevede domenica all’Olimpico? “Non prevedo certo i botti finali. La Lazio, in questa stagione non ha più obiettivi e ha avuto dei grandi alti e bassi. Ha giocatori di valore che si accendono e si spengono. La Fiorentina aveva grandi prospettive, ma ormai è già Europa. Sarà una classica partita di fine stagione”.

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Lui ha giocato a Roma e conosce bene la piazza. L'ostacolo però è proprio Lotito anzi “LoTirchio”, come lo chiamano i tifosi. Eppure tanti allenatori vorrebbero venire a Roma: Prandelli, Mancini, Ventura e Mazzarri. In una città come Roma, un presidente come Lotito non va bene e ormai ha tutta la tifoseria contro. Non è possibile trattare la Lazio come fosse una squadra di periferia”.

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Omaggio al capitano

Lascia la Fiorentina dopo 11 stagioni tra lacrime, cori e applausi

Settore giovanile

Manuel Pasqual

Primavera, via ai playoff Il primo ostacolo è il Chievo

un saluto da brividi

Manuel Pasqual festeggiato dai compagni

di Tommaso Borghini

a salutato il pubblico viola sulle note della colonna sonora del film western “Lo chiamavano Trinità”, scritta dal maestro Franco Micalizzi. Poco prima i compagni di squadra lo avevano issato a braccia e fatto saltare in aria più volte, così come si fa con gli allenatori dopo una grande vittoria. Manuel Pasqual, dopo 11 anni di onorato servizio, lascia Firenze e la Fiorentina per concludere altrove la sua carriera di giocatore. La società viola ha deciso di non rinnovargli il contratto, così lui dovrà fare, suo malgrado, le valigie. Ma di certo Firenze resterà per sempre casa sua. Lo hanno cantato a squarcia gola i ragazzi della Curva Fiesole, tributandogli i cori: “Pasqual, uno di noi!”, “Che cross che fa, Manuel Pasqual!” e altri slogan. Lo hanno dimostrato tutti i 26mila presenti domenica scorsa al Franchi con un lungo e scrosciante applauso dedicato a uno dei calciatori più longevi della storia

viola, che può vantare 357 presenze fra campionato e coppe, 10 gol e soprattutto tanti assist, dispensati con quel suo sinistro magico, capace di imprimere al pallone una traiettoria tesa e pulita, vera e propria manna dal cielo per Toni, Gilardino e gli altri attaccanti che si sono succeduti in maglia gigliata.

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Lui, con le lacrime agli occhi, ha ringraziato tutti ed ha sostato a lungo sotto la Fiesole, quasi a voler assaporare ogni istante del calorosissimo saluto dei suoi tifosi. Poi, nel corso delle interviste del dopo gara, si è commosso ancora, mostrando il suo lato più umano e facendo emozionare tutti coloro che hanno il viola nel cuore. Immagini impossibili da cancellare, così come sarà impossibile cancellare la sua epopea gigliata. “Ringrazio i Della Valle per l’opportunità che mi hanno dato – ha detto Pasqual tra le lacrime – e soprattutto ringrazio la gente di Firenze per l’affetto che mi ha sempre dimostrato. Adesso andrò a giocare altrove, perché smettere è l’ultimo dei miei pensieri. Spero un giorno di poter tornare alla Fiorentina, magari da dirigente. Intanto mi sono goduto questa ultima partita da capitano uscendo dal campo a testa alta. Sono entrato nel cuore della gente e i tifosi sono nel mio. E per me questo conta più di tutto”. In bocca al lupo capitano!

trada più lunga del previsto per la Fiorentina Primavera. I giovani viola, infatti, nonostante la vittoria di sabato scorso contro la Pro Vercelli, non sono riusciti a qualificarsi direttamente per la fase finale del campionato e dovranno affrontare la tortuosa strada dei play off. Per accedere alla final eight, i viola dovranno superare l’ostacolo Chievo Verona, una formazione tosta e tradizionalmente ostica. La partita si giocherà domenica prossima, 15 maggio, alle ore 11 in casa dei gigliati che hanno un miglior piazzamento in campionato. In caso di successo contro i gialloblù, la formazione guidata da mister Guidi dovrà giocare un’altra gara secca, affrontando la vincente della sfida tra Torino e Cagliari, in una successiva partita che si disputerà il 21 maggio (da decidere se in casa o in trasferta in base a chi passerà il turno). Dunque per baby viola il finale di stagione si preannuncia infuocato e l’obiettivo è quello di raggiungere i pari età di Inter, Ju-

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L’ex attaccante, oggi opinionista tv: “La Fiorentina può fare grandi cose, ma devono remare tutti dalla stessa parte”

Corradi: “Parola d’ordine unità d’intenti” di Alessandro Latini

uinto posto in cassaforte per la Fiorentina, che con il pareggio di domenica scorsa contro il Palermo si è assicurata di nuovo la partecipazione all’Europa League. Da capire se i viola dovranno passare dai preliminari oppure no. Dipenderà dall’esito della finale di Coppa Italia e per una volta Firenze dovrà ‘tifare’ per la Juventus. Il brodino a reti bianche di pochi giorni fa non è andato giù ai tifosi gigliati. La squadra è uscita fra i fischi e pure la società è stata beccata con i consueti cori che la invitano a spendere per rinforzare la rosa. Niente di nuovo sotto il sole, anche se i cori urlati a gran voce dalla Fiesole hanno fatto effetto e, probabilmente, hanno lasciato il segno. Il nuovo corso della Fiorentina è partito così. Con Sousa sempre al timone e con Mario Cognigni insignito di ruolo di referente per il tecnico. In mezzo a tutto questo la partita contro la Lazio, che ormai non interessa proprio a nessuno. Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Bernardo Corradi, ex attaccante biancoceleste ed oggi attento commentatore televisivo.

Bernardo Corradi nei panni di attaccante

Campionato chiuso a doppia mandata con il quinto posto. Il bilancio della stagione? «Beh, per lo scetticismo che c’era lo scorso agosto il bilancio non può che essere positivo. Sousa è stato accolto con grande acredine ed il quinto posto finale è un ottimo risultato a mio modo di vedere. E’ normale, d’altra parte, che il tifoso non sia soddisfatto visto come si erano alzate le aspettative. La Fiorentina ha fatto cose oltre le sue possibilità nel girone d’andata, poi è uscita fuori la qualità delle squadre costruite davvero per vincere».

Quanto può aver influito il mercato di gennaio? «Certamente il mercato non è andato come si aspettavano tifosi ed allenatore. Ci sono stati aspetti che non sono andati per il verso giusto. Adesso dico questo: se ci fosse unità d’intenti tra società ed allenatore, la prossima stagione sarebbe davvero indicata per provare a fare qualcosa d’importante e storico. Ma serve chiarezza e soprattutto che tutti remino dalla stessa parte». La classifica finale, nelle zone alte, rispecchia i valori delle squadre? «Penso di sì. La Juventus è superiore a tutti in Italia e non può temere confronti. Il Napoli è quello che ha giocato meglio, secondo me, nell’arco di tutto il campionato. E la Roma ha azzeccato tutto nel mercato di gennaio e con il cambio di allenatore. Poi, secondo me, la Fiorentina per quello che ha espresso doveva stare davanti all’Inter, ma cambia poco».

Penso che farà così anche stavolta, ma Bernardeschi ha le carte in regola per sperarci». La Lazio sta concludendo una stagione deludente. Cosa è successo? «Ci sono state delle incomprensioni con la società, che poi si sono riflesse sulla squadra. C’è questa spaccatura tra i tifosi e la società che continua a farla da padrona. Dopo il terzo posto dello scorso anno c’erano aspettative importanti, non supportate dal mercato estivo. Non c’è una bella situazione a Roma, adesso Simone Inzaghi sta facendo bene, ma ho l’impressione che difficilmente gli daranno fiducia anche per la prossima stagione».

Bernardeschi lo porterebbe all’Europeo? «Ha fatto una stagione importante, si è sacrificato anche a livello di ruolo. Ha qualità aerobiche importanti, bisogna vedere come arriva fisicamente alla convocazione. Conte è uno di quelli che premia sempre chi è stato con lui nell’arco del biennio.

Bernardo Corradi con la moglie Elena Santarelli

Centravanti toscano di temperamento Al top con le maglie di Chievo e Lazio

ernardo Corradi nasce a Siena nel 1976. Inizia la carriera di attaccante nelle squadre toscane: Poggibonsi, Ponsacco, Montevarchi poi, dopo una stagione in serie B alla Fidelis Andria, debutta in serie A con la maglia del Cagliari. Nel 2000 diventa di proprietà dell’Inter, ma “esplose” con la maglia del Chievo, formando una coppia d’attacco molto prolifica con Marazzina. Nel 2002 viene ceduto alla Lazio e in biancoceleste diventa uno dei centravanti più apprezzati del campionato, debuttando anche in Nazionale. E conquistando una Coppa Italia. Nel 2004 il Valencia lo acquista per 9 milioni di euro. Ma dopo una sola stagione torna in prestito in Italia nelle file del Parma. Nel 2006 l’esperienza in Premier, nel Manchester City. Altra fugace apparizione prima del nuovo approdo al Parma. Infine Reggina e Udinese, per chiudere in Canada col Montreal Impact. Complessivamente disputa 501 partite da professionista con 113 reti all’attivo. In Nazionale azzurra i suoi gettoni sono 13 con 2 reti. Dal 2014 è sposato con la showgirl Elena Santarelli. A fine carriera è diventato anche un apprezzato opinionista tv .

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Tre i precedenti storici contro i biancocelesti all'epilogo del campionato

AMARCORD

Ultima contro la Lazio il bilancio è in parità

di Ruben lopes pegna

er la quarta volta nella loro storia Lazio e Fiorentina (in uno dei posticipi serali di domenica alle 20,45) si affrontano all'ultima giornata di campionato. In due occasioni il match si è giocato a Roma, in una a Firenze. Nella capitale nella stagione 1932/33 l'incontro si concluse per 0-0. E sempre a Roma nel 1935/36 i biancazzurri si imposero per 1-0 con una rete di Gabriotti. Al Comunale, invece, nel campionato 1965/66 i viola vinsero per 2-0 grazie ai gol di Brugnera e De Sisti. LA SFIDA DELL'ANNO SCORSO Vide il netto successo della Lazio per 4-0 grazie alle reti di Biglia e Candreva su rigore e a una doppietta di Klose. L'ULTIMA VITTORIA DELLA FIORENTINA Risale alla stagione 2012/13, la prima dell'ex romanista Montella a Firenze. I viola si imposero per 2-0 e i gol furono firmati da Jovetic e Ljajic. L'ULTIMO PAREGGIO Si è verificato nella stagione 2013/14. Il match si concluse a reti bianche. LA SCONFITTA CASALINGA PIU' PESANTE DELLA LAZIO Gliela ha inflitta la Fiorentina nel campionato 1959/60. I viola vinsero al Flaminio, lo stadio dove all'epoca giocavano i biancazzurri, per 5-0 grazie alle doppiette di Hamrin e Montuori e a un'autorete di Carradori.

Pepito Rossi e Milinkovic Savic nel match d'andata tra Fiorentina e Lazio

PESANTI SCONFITTE VIOLA A ROMA Nella stagione 1994/95 la Fiorentina dell'ex giallorosso Ranieri perse addirittura per 8-2. Casiraghi firmò un poker (1 gol su rigore), e poi segnarono Negro, Cravero dal dischetto, Boksic e Di Vaio. Le reti viola furono firmate da Rui Costa e Batistuta su rigore. La squadra di Ranieri chiuse in dieci uomini per l'espulsione di Pioli, futuro tecnico della Lazio, a un quarto d'ora dalla fine. Altre due pesanti sconfitte nella capitale la Fiorentina le ha subite nei campionati 1937/38 per 5-0 e 1969/70 per 5-1. In quest'ultima partita la squadra di Pesaola era andata in vantaggio grazie a un gol di Chiarugi. Per la Lazio tra gli altri segnarono anche il centrocampista Governato, futuro dirigente viola, e Morrone ex ala gigliata. LA PARTITA DEL GIRONE D'ANDATA Al Franchi la Lazio si impose per 3-1. Segnarono Keita e poi nei minuti di recupero Milinkovic-Savic, Roncaglia e Anderson. L'ULTIMA GIORNATA DI CAMPIONATO IN SERIE A SOTTO LA GESTIONE DELLA VALLE Nelle 11 partite giocate fino ad oggi la Fiorentina ha ottenuto 6 vittorie e 3 pareggi ed ha subito 2 sconfitte. Nel 2004/05 i viola batterono al Franchi il Brescia per 3-0 con reti di Miccoli su rigore, Jorgensen e Riganò e conquistarono la matematica salvezza. L'anno dopo (2005/06) vinsero al Bentegodi con il Chievo per 2-0 con i gol di Toni e Dainelli e centrarono il quarto posto, poi vanificato dalla vicenda calciopoli, che avrebbe garantito l'accesso ai preliminari di Champions League. Nel 2006/07 superarono al Franchi la Sampdoria per 5-1 con reti di Mutu, Montolivo e Pazzini e la doppietta di Reginaldo ed arrivarono in Coppa Uefa (per la prima volta entrarono in Europa sotto la gestione Della Valle). Nella stagione successiva (2007/08), battendo allo stadio Olimpico il Torino per 1-0 con un gol di Osvaldo, centrarono il quarto posto che valeva i preliminari di Champions League. Nel 2008/09 la Fiorentina sfiorò il terzo posto ma finì quarta, andando ancora ai preliminari di Champions. Decisiva fu la sconfitta a Firenze con il Milan per 2-0 nel giorno dell'addio al calcio di Paolo Maldini, applaudito da tutti i tifosi viola e fischiato da quelli rossoneri. Nel 2009/10 la Fiorentina perse ancora per 2-0 a Bari nel giorno in cui Cesare Prandelli sedette per l'ultima volta sulla panchina gigliata in una partita ufficiale. Nel 2010/11 i viola pareggiarono a Brescia 2-2 con gol di Vargas e Cerci. Nella stagione successiva (2011/12) in un Franchi semi deserto il match con il Cagliari finì a reti bianche. Nel 2012/13 la Fiorentina si impose per 5-1 a Pescara con tripletta di Ljajic (ultimi centri con la casacca gigliata) e gol di Mati Fernandez e Jovetic (l'ultimo in maglia viola ed anche ultima sua presenza) ed arrivò quarta (era terza fino a pochi minuti dalla fine ma poi il Milan in svantaggio a Siena vinse tra le polemiche la partita) andando ai preliminari di Europa League. Nel 2013/14 la Fiorentina pareggiò a Firenze con il Torino 2-2 con reti di Pepito Rossi su rigore e Rebic ed arrivò quarta ma andò direttamente alla fase a gironi di Europa League. Così come nella passata stagione (sempre quarta) quando al Franchi battè il Chievo per 3-0 con gol di Ilicic, Bernardeschi e Badelj.

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Il grande Magnini e quei due gemelli d’oro

Ardico Magnini

di Giampiero Masieri

er gli attaccanti di quell’epoca, si parla dei primi anni Cinquanta, era un problema trovarsi davanti un terzino come Magnini (225 partite in viola, 20 in nazionale), il grandissimo Ardico Magnini, pistoiese del ‘28, che faceva coppia con Cervato. Perfino Karl Aage Praest, il danese della Juve, numero 11 come tutte le ali sinistre di allora, perfino lui era in difficoltà. C’era invece un albanese, Krieziu, prima della Roma, poi del Napoli, che gli dava sempre pensiero. Magnini decise un giorno di vendicarsi, e si oppose al dribbling dell’avversario. Non voleva più farsi “ubriacare”, detto naturalmente in senso calcistico. Fu lui per una volta a “ubriacare” Krieziu e difatti lo fece ruzzolare sulla pista di atletica. Una pena, in carriera, non se l’è mai levata, lo ricorda oggi come se fosse passato un giorno. La pena per quel rigore che non c’era (fallo di poco fuori area) nella finale di Coppa dei Campioni contro il Real Madrid. Magnini e l’arbitro si incontrarono durante le vacanze al Forte dei Marmi. Parlarono, come era logico, di quel rigore. Ognuno rimase della propria idea. Con una differenza: pochi giorni dopo arrivò a Magnini un pacchetto dall’estero. Dentro, due gemelli d’oro. Mittente? L’arbitro.

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Dopo il successo contro i nerazzurri agguanta il Cagliari in testa alla classifica e vi rimane anche la settimana dopo. UN ALTRO MOMENTO DIFFICILE Nelle successive 6 partite la Fiorentina ottiene una sola vittoria e 5 pareggi. All'ultima d'andata con il 2-2 a Varese (gol di Maraschi e De Sisti) lascia per un punto il titolo di campione d'inverno al Cagliari. Poi pareggia anche con la Roma (0-0) al Comunale, nella prima di ritorno. Con il successo a Bergamo per 1-0 (gol di Maraschi), però, riagguanta il Cagliari in testa al campionato. Dopo il pareggio con la squadra sarda a Firenze per 1-1 (gol di Maraschi al 3' e di Riva all'87' quando tutti pregustano la vittoria e il sorpasso) viola e rossoblù sono raggiunti al comando dal Milan. Ma con lo 0-0 di San Siro con i rossoneri, sia il Milan che i viola perdono il primato. Alla ventesima giornata poi la Fiorentina pareggia ancora per 0-0 a Bologna. LE ULTIME 10 PARTITE DA SOLA IN TESTA Il 9 marzo 1969 entra di diritto nella storia del campionato. La Fiorentina batte al Comunale il Vicenza per 3-0 con doppietta di Chiarugi e gol di Maraschi e, approfittando della sconfitta interna del Cagliari con la Juventus, vola da sola in testa alla classifica. Non sarà più raggiunta. Poi pareggia a Marassi con la Sampdoria 1-1 (gol di Ferrante), batte l'Inter al Comunale 1-0 (gol di testa di Chiarugi), pareggia a Verona 2-2 con l'Hellas (gol di Chiarugi e Rizzo), vince al San Paolo con il Napoli 3-1 (doppietta di Rizzo e gol di Maraschi), pareggia 0-0 a Firenze con il Torino e sul campo neutro di Catania con il Palermo e batte il Pisa al Comunale 3-1 (gol di Rizzo e doppietta di Maraschi su rigore). La domenica dopo si laurea campione d'Italia, superando la Juve a Torino 2-0 prima di chiudere il campionato con la festa al Comunale quando vince 3-1 con il Varese (gol di Merlo, Chiarugi e Amarildo su rigore). UNA ROSA DI SOLO 18 GIOCATORI In 4 disputano tutte e 30 le partite: capitan De Sisti, Ferrante, Maraschi e il portiere Superchi. L'ala Danova gioca solo 2 gare e un'altra ala, Mariani, e il portiere di riserva Bandoni una (quest'ultimo va vo ti vido Spor in campo solo nei minuti finali dell'ulgina del Bri ola vi to et La prima pa ud timo incontro con il Varese a Firenze secondo Sc dedicata al quando i tifosi hanno già iniziato una pacifica invasione). In pratica con solo Rizzo), pareg15 elementi (7 presenze le vantano Pirovano gia 0-0 a Torino con i granata, vince al Coe Stanzial, 6 Cencetti) Pesaola vince il titolo. E' una squadra giovane quella viola con munale con il Palermo 1-0 (gol di Maraschi un portiere, Superchi (25 anni),che al primo su rigore), a Pisa per 1-0 (gol di Amarildo) e campionato da titolare subisce solo 17 gol (il a Firenze con la Juve per 2-1 (gol di De Sisti 18° lo incassa Bandoni). I terzini sono Roe Maraschi). Poi, dopo il derby dell'Appennino, i viola pareggiano 0-0 a Vicenza e si ritrovano con 7 punti al quarto posto in classifica con Bologna, Verona, Juventus e Palermo a 3 lunghezze dal Milan, 2 dal Cagliari e una dall'Inter. 6 VITTORIE IN 7 PARTITE La Fiorentina, però, cambia passo. Batte la Sampdoria al Comunale per 1-0 con un gol di Amarildo, l'Inter a San Siro per 2-1 con gol di Chiarugi e Amarildo, a Firenze il Verona per 1-0 (gol di Rizzo) e il Napoli per 2-1 in rimonta (reti di Amarildo e

L’allenatore Brun o Pesaola porta to in trion (Foto archivio pe rsonale Paolo Me fo lani)

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ualsiasi tifoso ha un sogno: veder conquistare lo scudetto dalla propria squadra del cuore. Il massimo, per un tifoso della Fiorentina, è quello di vederlo vincere battendo la Juventus a Torino. Questo sogno, comunque, diventa realtà proprio 47 anni or sono, l'11 maggio 1969, alla penultima giornata, quando i viola battono all'ombra della Mole i bianconeri per 2-0 con gol di Chiarugi e Maraschi nel secondo tempo e si laureano campioni d'Italia per la seconda volta. Contro la Juve va in campo la formazione dei titolarissimi: Superchi, Rogora, Mancin, Esposito, Ferrante, Brizi, Chiarugi, Merlo, Maraschi, De Sisti, Amarildo (Rizzo). A Torino ci sono circa 15.000 tifosi gigliati, impazziti di gioia così come i tanti rimasti a Firenze. A fine gara i giocatori portano in trionfo l'allenatore Pesaola. Poi in serata la squadra si trasferisce a Milano dove è ospite della Domenica Sportiva, presentata allora da Enzo Tortora. La Fiorentina, in epoca in cui la vittoria viene premiata con 2 punti e non con 3 come adesso, vince il campionato con 4 lunghezze di vantaggio sul Milan e il Cagliari che si piazzano al secondo posto. Rimane in testa alla classifica per 16 giornate su 30, 10 da sola.Vince inoltre 16 partite su 30, di cui 6 in trasferta.

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L’unica squadra senza sconfitte del campionato Juniores Provinciali di Firenze. Mister Conti: “Gruppo fantastico”

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di Tommaso Borghini

U N A VITTORIA ALL'ESORDIO La Fiorentina debutta con un successo in rimonta per 2-1 sulla Roma all'Olimpico con i gol di Amarildo e Maraschi, quest'ultimo a segno a 5 minuti dalla fine. I viola vincono in rimonta anche alla seconda giornata, battendo al Comunale l'Atalanta per 2-1 (autogol di Signorelli e rigore di Maraschi all'89') e si ritrovano in testa alla classifica con Milan e Cagliari. 3 PAREGGI E UNA SCONFITTA NELLE SUCCESSIVE 4 GARE La Fiorentina, poi, però, si ferma. Pareggia 1-1 a Cagliari (gol del solito Maraschi) e 0-0 a Firenze con il Milan. E la settimana successiva, alla quinta giornata, il 3 novembre 1968 perde al Comunale con il Bologna per 3-1 (gol gigliato di Maraschi) pur giocando bene. Sarà l'unica sconfitta dell'intero campionato. In trasferta, invece, la squadra di Pesaola rimarrà imbattuta.

gora (31 anni) e Mancin (24). Il primo è più abile in fase difensiva, l'altro in fase di rilancio della manovra. I due difensori centrali sono Ferrante (24 anni), il libero, ovvero colui che sta dietro tutti i giocatori, abilissimo nel gioco aereo e Brizi (27 anni), lo stopper, quello che controlla il centravanti avversario senza peraltro commettere quasi mai fallo. Il centrocampo è il reparto più forte. De Sisti (26 anni) è il regista, il giocatore da cui partono tutte le manovre della squadra, Merlo (22 anni) è il fantasista, Esposito (21 anni) è il cursore e Rizzo (26 anni) è colui che si adatta a fare anche il tornante ed è dotato di un tiro potente. Il centravanti è Maraschi (30 anni) con un fiuto del gol eccezionale. Le ali sono Chiarugi (22 anni), abile nel dribbilng e capace di conclusioni forti e precise, e Amarildo (30 anni), campione del mondo con il Brasile nel 1962 e dotato di una classe sopraffina. 5 SCUDETTATI AVEVANO VINTO IL TORNEO DI VIAREGGIO Chiarugi, Esposito, Ferrante, Merlo e la riserva Cencetti avevano conquistato la Coppa Carnevale nel 1966. Chiarugi, tra l'altro, aveva segnato anche un gol nella finale. Insomma questo titolo nasce da lontano e dalla filosofia del presidente Nello Baglini che aveva ritenuto che una squadra come la Fiorentina avrebbe potuto vincere solo puntando sul settore giovanile. PESAOLA Arriva a Firenze a giugno del 1968 e conquista subito lo scudetto con una squadra sulla carta indebolita. Partono i nazionali Albertosi e Brugnera oltre al giovane e promettente attaccante Brugnera e sono acquistati Rizzo e il difensore Stanzial dalla Spal. Pesaola oltre a essere un ottimo allenatore è anche un fine psicologo. Convince i giocatori della propria forza e li carica a dovere. Ha grandi meriti nella conquista del titolo. ATTACCO E DIFESA Sono solo 7 i giocatori della Fiorentina che segnano in campionato. Il goleador della squadra è Maraschi, autore di 14 reti di cui 4 su rigore. 7 gol li segna Chiarugi, 6 a testa Amarildo e Rizzo, 2 De Sisti e 1 ciascuno Ferrante e Merlo (c'è anche un'autorete a favore dei viola). L'attacco della Fiorentina è, comunque, il quarto del campionato con 38 gol all'attivo dietro quelli di Inter, Cagliari e Verona. La difesa, con 18 reti al passivo, è la seconda del torneo insieme a quella del Cagliari dietro quella del Milan.

na cavalcata straordinaria, conclusa con la vittoria del campionato, senza mai conoscere l’onta della sconfitta. L’Affrico di mister Roberto Conti festeggia il trionfo nel proprio girone del torneo Juniores Provinciali ed entra nella storia del club di Campo di Marte come l’unica squadra della sua categoria (anche a livello regionale) imbattuta in tutto l’arco della stagione. Un record che rende ancora più brillante la stagione del team fiorentino, guidato da un tecnico che conosceva molti dei suoi componenti fin da quando erano bambini: “Con questi ragazzi – spiega l’allenatore Conti – anni fa avevo vinto un campionato Pulcini. Quest’anno la società mi ha dato l’opportunità di allenarli di nuovo in un campionato importante come quello degli Juniores Provinciali ed è stata un’esperienza fantastica. Conoscevo molti dei giocatori e il primo giorno che ci siamo radunati ho detto loro: ‘Siete molto cambiati, ma sono convinto che siete ancora un grande gruppo’. E loro mi hanno dimostrato che era proprio così. Sono forti tecnicamente e fisicamente, ma soprattutto hanno grandi qualità umane e combattono in campo l’uno per l’altro.

Questa è stata la nostra vera forza, quella che ci ha consentito di superare le difficoltà e di chiudere il campionato con 25 vittorie e 3 pareggi, senza mai perdere una partita”. Una bella soddisfazione per l’allenatore che ci tiene a ringraziare molti dei suoi collaboratori e i dirigenti dell’Affrico: “Devo dire grazie a tutti – continua Conti – dal direttore sportivo che mi ha dato questa opportunità, ai dirigenti Bonciani, Marescotti, Bini e Cintura che sono sempre stati vicini a questi ragazzi e li hanno supportati costantemente. Ringrazio anche l’allenatore in seconda Alessandro Carlesimo, ragazzo giovanissimo, alla sua prima esperienza come tecnico, che ha dato una mano enorme. Poi una menzione particolare la meritano il nostro capitano fuoriquota Matteo Ricca e il vice Cosimo Pieraccoli che, siccome ha deciso di smettere, ha scritto una lettera bellissima alla squadra. Poi c’è mio figlio Simone che ha avuto tanta pazienza nel sopportarmi come allenatore e che, purtroppo, si è procurato un brutto infortunio che gli ha impedito di giocare l’ultima gara. Ma tutti i ragazzi meritano un grande applauso, così come lo merita il signor Bandelli della Reme che ha sempre creduto nella nostra società”.

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LA ROSA

Portieri Pecorai, Candiotta

Centrocampisti Conti, Baronti, Sabato, Bini, Rocchini

Difensori Marescotti, Chiari, Ricca, Pieraccioli Carretti, Lippi, Parenti

Attaccanti Calise, Fortunati Rossi, Bassolino, Alecce

Midland

FIRENZE ESTATE:

SECONDA GIORNATA CON SORPRESE di Federico Gennarelli

econdo turno assolutamente interessante nell’ambito del torneo Firenze Estate, che ha vissuto una settimana davvero interessante dal punto di vista dei risultati. In tutte e tre le categorie non sono mancate le gare da vivere: andiamo a vedere cosa è successo nei match della settimana. Partiamo dal calcio a 5: nel girone A buona la seconda per Fuk Cafè e Futsal Romania, che si impongono con lo stesso risultato di 8-3 rispettivamente su Wolves Of Novoli Street ed A-Team, proseguendo la corsa a 6 punti. Primo acuto, invece, per La Banda Di Scoppiahi, che di vendica della sconfitta all’esordio battendo 7-4 l’AD Team. Solo gli Wolves restano a 0, discorso qualificazione apertissimo. Nel gruppo B, invece, hanno riposato Los Bomberones, sconfitti alla prima uscita. Non steccano gli Zlatan Boys, vittoriosi per 3-0 sul PG Style e ora soli al comando. Infatti, il contemporaneo pari di Sumoa e Bravoh T.C.(44) favorisce gli Orange, che possono godere di una prima posizione privilegiata. Infine, nel raggruppamento C, prosegue a braccetto la coppia Real Bombay-Cinquestelle: per entrambe arriva un tennistico 6-1, a spese di Licata Calcio e Panchester United. Questo risultato proietta le due squadre a quota 6, mentre le due sconfitte, insieme ai Bombolos, restano tutte al palo.

Nel calcio a 7, invece, secondo acuto del Sangiovese campione in carica nel gruppo A: 3-1 ai danni dello Spartak Signa, che vale i 6 punti in classifica. Non molla l’AS Romania, che serve un 3-1 al Gotham College House e mantiene la vetta in comproprietà.

giornata con una prova decisiva sul TSO, che vede un 8-0 finale. Passiamo al torneo femminile, che ha regalato molto equilibrio anche nel secondo turno. Nel girone A bel successo per il San Donato Tavarnelle, che regola 4-0 le Great Five, portandosi in vetta al girone. Tuttavia, le senesi non sono da sole al comando della graduatoria, perché il Fuk C afè Mugnone le segue di pari passo, grazie all’1-0 prepara al terzo turno eliminatorio. all’Atletico Sbandi. In testa c’è la Seleçao Argentinos, Breack Balls Nel gruppo B, invece, fanno la voce che bissa il successo della prima uscita grazie al 3-0 sul Gruppo grossa le Breack Balls, che regolano l’Amatori Lanciotto con un deciso 15Hanno riposato i Black Devils, ma Elba. 3, continuando la loro scalata in vetta al le prime formazioni, dopo due turni, Nel gruppo C, dell’Isolotto, colpo del Savino Del Bene, che, con un perentorio mini-girone. Nel secondo match, invece, sembrano aver già fatto il vuoto. Girone B: primo successo per il Dacia 5-2 stende la Stiinta Oltenia e si piazza si prende il primo successo la Libertas Team, che si assesta in seconda posizione al comando. I ragazzi di coach Stanca Bisenzio, che batte 2-0 il Pozzo Per con 4 punti. I ragazzi di Manta chiudono vengono raggiunti a quota 3 da I Corrieri, Edoardo e la raggiunge in classifica. sul 6-3 contro il Lepacester City e si che ammortizzano la sconfitta della prima Dietro alle Breack, ora, è piena bagarre.

GRANDE EQUILIBRIO NELLE FASI FINALI DI CALCIO A 7 MASCHILE di Steto

Top Sportime San Paolino F.C., FC New Gareden, Real Marocco e Tassisti Fiorentini comandano i quattro raggruppamenti della Fase Finale Top Sportime di calcio a 7. Se San Paolino F.C. e FC New Garden guidano i lori gironi a punteggio pieno (12 punti), più incerta è la situazione degli altri due gruppi. Il Real Marocco ha infatti una sola lunghezza di vantaggio sull’Atletico Bukkake e due sulla Palestra Good, mentre ancora più equilibrato è il girone D: i Tassisti Fiorentini hanno tre formazioni che li braccano a soli tre punti (Castello Huelva, Skiferart e Real Marrakech), mentre ad un solo punto dal terzetto c’è l’Atletico Coverciano. Il Tubonastri Group è invece la principale antagonista del San Paolino F.C., mentre sono quattro le formazioni a giocarsi il secondo posto nel girone B.

Eccellenza Tre le squadre a punteggio pieno nei quattro gironi della Fase Finale Eccellenza: le Palle D’apollo FC comandano il gruppo A (12 punti dopo quattro giornate), seguite a tre punti dalla coppia formata da Boca Miglio Verde e Montalunga FC. Incertezza nel girone B, dove il Paris San Gennar è tallonato a tre punti dall’Hellas Cabbia, che a sua volta ha un punto in più del Piuma. Gli Spartani (12 punti) ed il Forno Pintucci (10 punti) hanno fatto il vuoto dietro di sè nel girone C, dove la più immediata inseguitrice è il Joshua Drinking Team con 5 punti. Infine nel raggruppamento D viaggiano a braccetto River Plaid e Grullajax FC (9 punti), seguite a ben cinque lunghezze di distanza dal Partizan Degrado.

MSP Calcio Toscana

PIUMA

al comando (Oldimpia, Barellona e F.C. Ignoranteam 2015), mentre le due inseguitrici (Chiavo Veronica e CSKA Losca) hanno tre punti in meno.

Promozione Nella Fase Finale Promozione c’è grande equilibrio nel girone A per la vetta: in soli due punti sono racchiuse tre squadre, con la New Team 2015 capolista che ha un punto in più del Cral Nuovo Pignone e due dell’Athletic Soviet CCCP. La Lokomotive Oxfam primeggia nel gruppo TRASLOCHI - TRASPORTI - SGOMBERI B con tre lunghezze sul Club Sanger che a sua volta Noleggio ScalaTRASLOCHI Aerea ﬁno a 32 mt. precede di tre punti tre compagini. L’Herta Tavernello - 338 SGOMBERI Luca 333 TRASPORTI 4233131 - Gerardo 9636554 SMALTIMENTO RIFIUTI mantiene la vetta (9 punti) nel girone C: al quarto posto Noleggio Scala Aerea tre squadre (con 4 punti) danno la caccia a Secretkick fino a 32 mt. 08 C7 (7 punti) e Florence Patriots (6 punti). Infine, Luca 333 4233131 Gerardo 338 9636554 il girone più incerto: nel gruppo D infatti tre sono le squadre

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Segue dalla prima

Sousa ha mostrato di avere qualità e di aver bisogno anche di perfezionarle in un campionato non più bello come un tempo, ma certamente difficile sul piano tattico. Sousa si è impegnato per provare a migliorare certi aspetti: non ultima la sua indicazione per dare un nuovo tocco ai Campini. Se tutto sarà a posto, durante l'estate il centro sportivo tornerà ad avere due campi da gioco, stavolta con misure regolamentari. Un altro segnale di come lui sia coinvolto nella crescita anche dei particolari del lavoro quotidiano. Il portoghese ha anche annunciato durante la conferenza stampa di avere un unico referente: il presidente esecutivo Mario Cognigni. Il manager più vicino ai Della Valle si risistema a capo della piramide dirigenziale, senza in realtà averla mai lasciata.... di sicuro in questa stagione Cognigni è stato più lontano da Firenze, ma solo fisicamente. E' sempre stato lui il riferimento ed è curioso francamente sentire che lui torni in sella dopo non essere mai stato disarcionato. In attesa di avere le ultime notizie sul fronte manager. Il dato certo è che saranno i Della Valle a decidere in questi giorni. I fratelli Tod's esamineranno i più e i meno e prenderanno la loro decisione sullo scheletro dirigenziale. Chiudiamo con i segnali che ha mandato la Fiesole: i tifosi amano la maglia al di là di tutto, spiegano bene che sarebbe opportuno per la società viola tornare ad investire sulle emozioni. Senza sentimento non ci può essere pallone. Infine Pasqual: è stato un gran calciatore, uomo vero, modello di professionista. Ci dispiace che il club viola non abbia trovato una modalità per tenerlo ancora: uno come lui, nello spogliatoio, avrebbe fatto tanto comodo. Una cinghia di trasmissione tra passato e futuro. Garante di un presente da costruire. Un volano di senso di appartenenza. Peccato. Un'occasione persa, non da Pasqual, ma dalla Fiorentina.

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Aut. Trib. Fi nr. 1947 del 26/09/1968

DIRETTORE RESPONSABILE Mario Tenerani

STAMPA Rotostampa srl

Capo Redattore Tommaso Borghini

HANNO COLLABORATO

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’è un momento, inevitabile, della stagione calcistica in cui i giocatori entrano in campo con i figli. Attimi di grande tenerezza, foto, baci e abbracci mentre al centro l’arbitro guarda con una certa apprensione. Come a dire “allora si comincia?”. Un momento che è uno dei più temuti dagli appassionati di calcio. Perché quando sfilano quei cortei di adulti in pantaloncini e maglietta che trascinano per mano, o tengono in braccio, i propri bambini (e i giocatori in genere sono piuttosto prolifici) vuol dire che il campionato sta finendo e che con ogni probabilità la partita a cui stanno per assistere non sarà affatto divertente. L’unica debole speranza è che una delle due squadre abbia ancora un obbiettivo da raggiungere e

che quindi debba per forza giocare. Ecco, nella partita di domenica scorsa al Franchi il Palermo giocava per la salvezza. Ci si augurava perciò un assalto all’arma bianca dei siciliani per portare a casa il risultato e la conseguente risposta della Fiorentina. Purtroppo però la partita si è ben presto addormentata causa, forse, i due gol della Lazio a Carpi − o meglio a Modena − che hanno calmato subito gli ardori, forse presunti, dei rosanero. A quel punto un pareggio a Firenze diventava un ottimo risultato. La Viola, dal canto suo, non sembrava avere la forza di svegliarsi dal torpore che la imprigiona da diversi mesi. E il risultato di Inter-Empoli del sabato aveva spento qualsiasi velleità rimasta. Vero che i ragazzi di Sousa qualcosa in più hanno fatto (leggi: palo di Kalinic) ma fare qualcosa in più rispetto al niente del Palermo non era poi così difficile. Insomma, quello che abbiamo

temuto quando è stata scattata l’iniziale foto di gruppo di babbi in pantaloncini, mamme e bambini, si è avverato. E quando l’arbitro Orsato con un gesto quasi sconsolato ha fischiato la fine − mentre i giocatori del Palermo si ingegnavano per non battere una punizione e perdere tempo − abbiamo compreso la sua frustrazione. Alla fine l’emozione più grande è stata quando Manuel Pasqual, al suo ultimo giro a Firenze, è stato lanciato in aria dai compagni. La paura che le ormai flebili forze dei giocatori viola potessero farlo cadere a terra è stata grande... Cosa rimane di una domenica così poco memorabile? Forse solo una domanda, la solita che rimbalza alla fine di ogni stagione da alcuni anni a questa parte con i Della Valle a Firenze: ma davvero per vincere bisogna spendere?